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L'IT PER L'A Nella centralità del tema della manifestazic una sfida da molti trascurata che pone al centro della riflessione globale il diritto a un'alimentazione sostenibile e sicura per tutti gli abitanti della Terra. Expo 2015 offre l'opportunità di fare il punto sull'innovazione per la difesa della biodiversità, la sicurezza alimentare e il miglioramento dell'efficienza produttiva. % In questa sfida, l'Ict può giocare un ruolo essenziale per diffondere una nuova •*—. ~. .~i:4.| s j aa ||'jnterno della filiera, sia come leva per |n.r" :| - -* jiuseppe Manggio

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L'IT PER L'ANella centralità del tema della manifestazic una sfida da molti trascurata che pone al centro

della riflessione globale il diritto a un'alimentazione sostenibile e sicura per tutti gli abitantidella Terra. Expo 2015 offre l'opportunità di fare il punto sull'innovazione per la difesadella biodiversità, la sicurezza alimentare e il miglioramento dell'efficienza produttiva.

% In questa sfida, l'Ict può giocare un ruolo essenziale per diffondere una nuova•*—. ~. .~i:4.| s j a a||'jnterno della filiera, sia come leva per |n.r":|- — -*

jiuseppe Manggio

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D ietro la formula spes-so abusata "innovazionee tradizione" c'è però la

volontà di rilancio di un settoreintero. Lavoro, produzione, ri-cerca e innovazione. Questi so-no i pilastri per la nuova con-cezione dello sviluppo nel set-tore agroalimentare per rispon-dere ai contraccolpi negatividella globalizzazione. Una del-le più grandi sfide che l'umanitàsta affrontando è quella dell'ali-mentazione. La situazione ne-gli ultimi anni si è deteriorata acausa degli alti prezzi del cibo.La produzione mondiale dovrà cre-scere del 70% per affrontare la cresci-ta della popolazione mondiale, che nel2050 raggiungerà i 9 miliardi. Non acaso, ci sono due nuovi grandi partnerper l'Expo 2015. Da un lato la FAO,dall'altro i rappresentanti del mondodell'impresa. In occasione della confe-renza "Private Sector Action to ReduceFood Insecurity", Expo 2015 Spa e la

Angelo Cian responsabile business unitCestionali Zucchetti

costituirà una delle eredità dell'Ex-po. Una posizione condivisa anche daGuido Barilla, presidente dell'omoni-ma azienda, simbolo del Made in Italynel mondo, e Peter Brabeck-Letmathe,presidente di Nestlè, leader mondialenel settore dell'alimentazione. La ri-

IL MOTOREDELL'ACROALIMENTAREII motore delPagroalimenta-re italiano sono i piccoli pro-duttori e il sistema delle Pmi,le cui eccellenze sono apprez-zate dai consumatori di tutto ilmondo. L'agroalimentare è trai settori direttamente coinvoltida Expo 2015 per effetto del te-ma specifico "Nutrire il Piane-ta, Energia per la Vita". Il mer-cato delPagroalimentare ita-liano è uno dei più importan-ti d'Europa. Ma che cosa signi-fica innovazione per l'agroali-

mentare? Significa molte cose diver-se a seconda che si parli di ricerca, diproduzione, di organizzazione o di si-curezza alimentare. Si va dall'innova-zione delle biotecnologie che precedela produzione in campo, alle tecnolo-gie che dal campo o la stalla arrivanofino allo scaffale della grande distri-buzione organizzata (Gdo), garanten-do la sicurezza alimentare dei prodotti

L'agroalimentare è tra i settori direttamente coinvolti da Expo 2015 el'Ict gioca un ruolo essenziale

FAO hanno firmato un memorandum cerca dell'efficienza lungo tutta la fi- e la loro tracciabilità, passando per leinfrastrutture wireless, i sistemi a ra-

necessità per competere nel mercato, diofrequenza (Rfid), i servizi geo-in-ma deve diventare anche un impera- formativi per la gestione e la protezio-

Centro per lo sviluppo sostenibile che tivo etico contro lo spreco di risorse, ne del territorio o i sistemi Erp per la

di collaborazione che porterà l'orga- liera agroalimentare rappresenta unanizzazione all'Esposizione universaledi Milano e, successivamente, anche al

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gestione di supply chain semprepiù integrate con sistemi Crm,di controllo dei costi e di ana-lisi. L'agroalimentare italianogode di una indiscussa vocazio-ne alla qualità, ma soffre di ungrave ritardo infrastrutturale etecnologico. Quali sono le pos-sibili prospettive della filiera, inun momento di così elevata in-certezza? La tecnologia può es-sere un alleato importante peraumentare l'efficienza dei pro-cessi senza stravolgere l'identitàdei prodotti simbolo dell'agro-alimentare italiano - per altro -in un momento in cui sono allo stu-dio, a livello europeo, nuove modali-tà di sostegno ai prodotti di alta quali-tà che non sono in grado di reggere lapolitica di mercato dei prezzi.

L'EFFETTO EXPOANCHE NEL DESERTOUn grave problema che affligge mol-ti Paesi del mondo, e in particolare il

Fabio Vacirca managing partner ConsumerCoods & Services di Accenture per Europa,

Africa, Medio Oriente e America Latina

iniziative di collaborazione con Pae-si emergenti per sviluppare nuove tec-niche atte a fronteggiare la riduzionedella produzione di alimenti. A capodel progetto c'è Claudia Sorlini, presi-de della facoltà di Agraria dell'Univer-

tizia Moratti, di creare una re-te mediterranea di centri di ec-cellenza di ricerca e formazio-ne. Si tratta di un progetto in-novativo finalizzato a seleziona-re varietà di piante resistenti al-la siccità e si basa sulla ricerca el'identificazione dei geni di di-versi organismi vegetali. L'Ex-po 2015 oltre a rinsaldare lega-mi scientifici ed economici, fa-vorirà anche quelli politici e dicooperazione.

L'INNOVAZIONEE GLI OPERATORI

L'insieme degli operatori delle diver-se fasi della filiera agroalimentare ga-rantisce un contributo di primissimopiano all'economia italiana che rap-presenta l'8,4% del Pii e il 12,6% de-gli occupati (dati Istat). Eppure, l'Ita-lia presenta il più alto grado di polve-rizzazione delle fasi produttive (agri-cola e industriale) della filiera agroali-mentare, come dimostra la dimensione

L'Ict deve essere un alleato anche per i piccoli produttori che da annirischiano di sparire oscurati

nord Africa, è quello dell'aridità deisuoli, problema che, con il cambia-mento climatico, sta investendo an-che nuove aree. La facoltà di Agrariadi Milano ha intrapreso una serie di

sita degli Studi di Milano e membro media di impresa in termini di fattu-del comitato scientifico di Expo 2015.Il suo progetto sulle coltivazioni in zo-ne aride in Egitto nasce dall'iniziati-va dell'allora ministro del Miur, Le-

rato, in confronto alle altre principa-li nazioni europee. Il livello di concen-trazione della fase distributiva e com-merciale dei prodotti alimentari in Ita-

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lia resta ancora ampiamente al di sot-to degli altri grandi Paesi come si evi-denzia dal numero di imprese operan-ti a parità di consumatori serviti. So-lo in Spagna emerge una struttura di-stributiva altrettanto frammentata. Laspesa in Italia per alimentari e bevan-

costo del denaro (capitale e finanzia-mento, 16%); imposte e tasse (12%) ecosto delle importazioni (4%). Al tota-le mancano 27 euro su cento, che sonorappresentati dai cosiddetti "costi extrafiliera", ovvero quanto viene destina-to a pubblicità e promozioni, traspor-

stema Paese in grado di mettere al cen-tro del comparto investimenti per l'in-novazione e lo sviluppo delle imprese,in coerenza con gli obiettivi di cresci-ta indicati dall'Agenda di Lisbona e fi-nalizzati alla creazione di aziende in-tegrate nei processi di filiera. Accanto

II brand "Italia" nel settore alimentare globale è un asset fondamentaleche deve essere valorizzato

de è pari a 215 miliardi di euro (quasi1/4 dei consumi complessivi) che co-stituiscono il mercato finale che sta avalle - è proprio il caso di dire - del-la filiera agroalimentare italia-na. In questa filiera operano infasi differenti (agricoltura, in-dustria di trasformazione e i di-versi canali del comparto distri-butivo e commerciale) una plu-ralità di attori economici checonsentono al prodotto agrico-lo di arrivare, dopo diversi pro-cessi di trasformazione, al con-sumatore finale. Secondo la ri-cerca condotta dal centro No-misma su 100 euro spesi per fa-re la spesa alimentare, solo 3 so-no quelli effettivamente spartitifra gli attori principali della fi-liera, ovvero produttori - agri-coli o industriali - e distributori. Il re-sto se ne va in costo del lavoro (38%);

ti e logistica, confezionamento, ener-gia, utenze e ammortamento dei mez-zi agricoli. Questo significa che occor-re un approccio diverso a livello di si-

Romeo Scaccabarozzi presidentedi Axiante

a ciò bisognerà rafforzare i programmiper ridurre il gap infrastrutturale e diservizi alle persone e alle imprese checaratterizza molte aree rurali ed è una

delle cause della loro marginali-tà nei processi di sviluppo. Au-mentare l'efficienza dei proces-si senza stravolgere l'identità diun settore legato alla tradizionee alla qualità dei prodotti è pos-sibile. «L'innovazione tecno-logica è un alleato importantequando diventa uno strumentoper creare valore e per far emer-gere i punti di forza delle azien-de», spiega Angelo Cian, re-sponsabile business unit Ge-stionali Zucchetti (www. zuc-chetti.it), che racconta: «Poi-ché a Lodi, sede della Zucchet-ti, risiede anche il Parco Tecno-

logico Padano (PTP), polo di eccellen-za per le biotecnologie agroalimentari,

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abbiamo pensato di unire le com-petenze di entrambe le struttureper un'offerta congiunta di solu-zioni sulla tracciabilità che pos-sa rispondere specificamente al-le necessità delle aziende agro-alimentari. Il PTP ha realizza-to, infatti, un sistema in gradodi unire le potenzialità della Ge-nomica (la scienza che studia ilDna) ai più moderni sistemi ditracciabilità informatica per di-segnare l'impronta digitale ge-netica delle produzioni agro-ali-mentari. Tale sistema, collegatoal marchio "Dna Controllato",consente di veicolare con il prodottoanche le sue caratteristiche genetiche,e quindi non falsificabili, che consen-tono di garantire identità, sicurezza ali-mentare e qualità. Questo procedimen-to presenta, rispetto ad altri metodi an-ti frode, due grandi vantaggi: è in gra-do di riconoscere l'identità e la qualitàdi un prodotto senza richiedere modifi-che alle ricette di produzione; non pesa

Giovanni Zoffoli direttore marketingdivisione Microsoft Dynamics

zato per il Provolone Valpadana Dop, oper i tranci di tonno o ancora per alcuniprodotti locali, ed è applicabile anche aiprodotti porzionati, affettati o sfusi, in-clusi i tagli di carne e il latte. Zucchettinon si è limitata, quindi, a inserire nel-le proprie soluzioni gestionali/Erp fun-

di logistica nell'ottica di incre-mentare l'efficienza dell'impre-sa agroalimentare. E l'efficien-za si traduce in spinta per il Ma-de in Italy agroalimentare e chepuò essere valorizzato attraver-so la piattaforma dell'Esposizio-ne universale di Milano del 2015.La tecnologia - dunque - non de-ve essere percepita come sino-nimo di produzioni uniformi suscala globale, «ma deve rappre-sentare una opportunità in mo-menti diversi della filiera», co-me spiega Fabio Vacirca, mana-ging partner Consumer Go-

ods & Services di Accenture per Eu-ropa, Africa, Medio Oriente e Ameri-ca Latina (www.accenture.it). «All'ini-zio della filiera, l'innovazione tecnolo-gica, applicata ai processi di produzionee logistica, consente una migliore qua-lità e tracciabilità. Alla fine della filie-ra, nell'ambito dei processi commercialie distributivi, la tecnologia aiuta a darevisibilità ai consumatori delle caratteri-

Migliorare e ottimizzare tutte le fasi della supply chainper avere una reale difesa dei margini

sui costi diretti aziendali in quanto unavolta tracciata la carta d'identità gene-tica di un prodotto, i controlli vengonorealizzati a campione». Il sistema illu-strato da Angelo Cian è già stato utiliz-

zionalità di tracciabilità e rintracciabi-lità dei lotti per garantire la conformi-tà alla normativa comunitaria in vigo-re, ma ha predisposto un sistema perautomatizzare e velocizzare i processi

stiche di unicità e qualità dei prodottiitaliani». La tecnologia deve essere unalleato anche per i piccoli produttoriche da anni rischiano di sparire oscura-ti dalle multinazionali e dalla mancan-

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za di economie di scala. «Qui lasfida è nella gestione del passag-gio generazionale degli impren-ditori italiani e nella loro capa-cità di cogliere le sfide e le op-portunità del ciclo tecnologicoche è sempre più veloce. La ri-levanza sui nuovi canali di ven-dita e capacità di marketing nelmondo digitale rappresentano lenuove sfide con un enorme po-tenziale per il settore alimenta-re italiano». Il brand "Italia" nelsettore alimentare globale è unvalore immenso che deve esse-re valorizzato. «L'e-commerceconsente visibilità e accesso a un mer-cato immenso anche per le micro im-prese e costituisce un elemento di trai-no per l'export del made in Italy». Di-verse ricerche rilevano, infatti, la cre-scita dell'e-commerce di prodotti biolo-gici che fanno da traino all'intero setto-re dell'export agroalimentare. «La qua-lità del prodotto italiano ha grandi pos-sibilità di guadagnare quote di merca-

Pietro Leo executive It architect IBM GlobalBusiness Services

bilità di unire le forze tra più aziende eoperatori del settore» e la leva di Expo2015 potrebbe favorire tale processo.Non solo. In questo momento di incer-tezza economica, in cui conta valoriz-zare il brand e difendere i margini, gliinvestimenti in tecnologia possono da-

dente di Axiante (www.axiante.it) - sono soprattutto quelli delcontrollo dei costi, del migliora-mento della supply chain e unamaggiore efficienza operativagenerale. In questo quadro, si èinnestato il rallentamento globa-le dei consumi, con l'incrementodei costi delle materie prime edell'energia che vanno a erodere

, i margini. Da qui, la necessità di/ I migliorare e ottimizzare tutte le

fasi della supply chain, per avereuna reale difesa dei margini e unservizio al consumatore sempremigliore. La resistenza all'ado-

zione di soluzioni tecnologiche da par-te di aziende che si sentono di tutela-re l'eccellenza della tradizione agroali-mentare nazionale è un fatto margina-le. La maggioranza delle aziende si ren-dono conto che le tecnologie informa-tiche, se applicate alla comunicazione evalorizzazione del brand, possono dareun contributo più che valido nell'aiuta-re a far conoscere al mondo le ecceller!-

L'Ict è fondamentale per il sistema agroalimentare italianoche non è stato capace di rinnovarsi

to - sottolinea Fabio Vacirca -, ma dob-biamo affrettarci a cogliere le dinami-

re ottimi risultati, soprattutto nell'am-bito dei prodotti agroalimentari di lar-

che di acquisto che si muovono in ma- go consumo. «Nel largo consumo, gliniera diversa nelle varie economie del obiettivi da raggiungere grazie all'Ict -mondo, magari considerando la possi- dichiara Romeo Scaccabarozzi, presi-

ze delle tradizioni italiane, soprattuttodei prodotti di nicchia che meritano in-vece una risonanza mondiale e hannograndi potenzialità in termini di svi-luppo delle vendite».

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LA "DINAMICA" ACROALIMENTARESecondo Giovanni Zoffoli, diretto-re marketing divisione MicrosoftDynamics (www.microsoft.com/it/it),il sistema agroalimentare italiano «staevolvendo rapidamente, sotto la spintadi diverse dinamiche». C'è il consuma-

la tecnologia è fondamentale per il si-stema agroalimentare italiano che nonè stato capace di rinnovare rapidamen-te le regole e i modelli di organizzazio-ne produttiva e amministrativa, specia-lizzato in attività economiche e in mo-delli di produzione più orientati alla

ne tipici, intervenendo sui flussi orga-nizzativi quali, per esempio, la gestio-ne dei conferimenti, l'ottimizzazionedegli ordini di acquisto, il caricamentodei listini, il flusso integrato degli ordi-ni cliente/fornitori e la gestione auto-matizzata del magazzino con strumen-

La competitivita del sistema-territorio dipende dalle risorseintangibili e dalla capacità di interazione

tore particolarmente sensibile alla qua-lità, all'origine e alla sicurezza degli ali-menti nonostante la difficile congiun-tura economica. Ci sono i supermercatiche ricoprono il duplice ruolo digrossista e dettagliante, per au-mentare il proprio potere con-trattuale attraverso la fidelizza-zione del consumatore. C'è l'in-dustria alimentare, anche quelladi marca, sempre più preoccupa-ta, ma anche stimolata a trova-re nuove strategie per affrontareil potere della distribuzione mo-derna. E infine, c'è la produzioneagricola in difficoltà per crisi dimercato che ne minano il reddi-to. Ma quale ruolo può svolgerel'It per aumentare l'efficienza deiprocessi senza stravolgere il va-lore dell'identità, della qualità edel legame con il territorio? «In questoscenario - risponde Giovanni Zoffoli -

qualità che alla convenienza di prezzo.Questo significa, per chi opera in que-sto settore, rendere più veloci i proces-si e incrementare i livelli di automazio-

Mauro Recalcati business developmentmanager di Brainware

ti di identificazione automatica». Le re-sistenze all'adozione di soluzioni tecno-logiche da parte di aziende del settoreci sono. «Da una parte - fa notare Zof-

foli - esiste una barriera cultu-rale sulla comprensione del fat-to che la competitivita del siste-ma-territorio dipende in manie-ra crescente dalle risorse intan-gibili e dalla capacità di intera-zione, collaborazione e di part-nership di tutti gli attori coin-volti nel processo di sviluppo lo-cale. Dall'altro, quando si arrivaa investire in Ict, vi è la necessitàdi risorse e competenze semprepiù ampie e difficili da sviluppa-re. In questo senso, il ruolo diMicrosoft Dynamics e dei suoipartner è stato quello di identi-ficare e di investire su progetti

di trasferimento tecnologico che veda-no l'interazione tra imprese, università

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e centri di ricerca». Gli investi-menti in tecnologia possono ga-rantire un reale vantaggio com-petitivo per il settore a partiredalla gestione della complessità.

L'ACROALIMENTAREPIÙ INTELLIGENTE«La tecnologia è di aiuto e sup-porto all'attività umana». Paro-la di Pietro Leo, executive Itarchitect IBM Global Busi-ness Services (www.ibm.com/it). «E anche per il settore agro-alimentare l'Ict gioca e conti-nuerà a giocare lo stesso identi-co ruolo: aiutare il produttore, e la filie-ra nel suo complesso, a migliorare l'effi-cienza produttiva e preservare la quali-tà e la sicurezza dei prodotti stessi. Finquando questa relazione resterà in ter-mini di "aiuto e supporto" più che "so-stituzione e modifica", da entrambi i la-ti si avrà un mutuo beneficio e non po-trà esserci nessuna perdita di identità ola prevalenza di una parte sull'altra».

Maarten Sunier direttore commercialedi Formula

possibilità di ottimizzare alcuni aspet-ti del processo produttivo e distribu-tivo ottenendo una riduzione dei costidei prodotti o la possibilità di accorcia-re la filiera grazie all'uso di strumentidi e-commerce per aumentare i canalidi vendita sono alcuni esempi, per così

tano una tracciabilità completadei prodotti a garantire non so-lo l'origine, ma la qualità stessadegli alimenti, tutelando l'eccel-lenza del "Made in Italy"». Di-verse soluzioni sono già disponi-bili e altre, molto avanzate, so-no in sviluppo nei laboratori diricerca. «Nel primo caso si pos-sono citare, per esempio, tecno-logie che prevedono l'uso di tagRfid. Questi possono essere as-sociati in modo indelebile al-le confezioni dei prodotti, comeuna bottiglia di vino, e conser-vano in maniera sicura e non fal-

sificabile le informazioni sull'origine».Ma la tecnologia si sta spingendo benoltre, almeno a livello di ricerca. «L'In-novation Lab IBM di Bari e il Cnr-Ispastanno lavorando allo sviluppo di unmetodo di tracciabilità del vino, di tipomolecolare, in grado di agire sul pro-dotto stesso, non solo quindi sul "con-tenitore-bottiglia". In questo caso, lafirma del territorio di provenienza del

L'Ict rafforza l'identità dellagroalimentare, tutelandol'eccellenza del "Made in Italy"

Rendere disponibili al settore agroali-mentare soluzioni tecnologiche che giàhanno dimostrato la loro efficacia inmolti altri comparti è la strada più im-mediata per descrivere tali benefici. La

dire, più immediati. «Paradossalmen-te - sottolinea Pietro Leo - l'uso del-la tecnologia può aiutare a rafforzarel'identità del settore stesso perché, puòcontribuire con soluzioni che permet-

vino o dello stesso produttore viene ri-cercata, grazie alla bioinformatica, nel-le tracce di materiale genetico, dispo-nibili nella bottiglia e caratteristichenon solo della tipologia di uve utilizza-

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te, ma anche dello stesso proces-so di vinificazione e conserva-zione adottato dal produttore».

TRADIZIONEE INNOVAZIONECon lo stesso spirito con cui An-tonio Auricchio (figlio del fonda-tore) sul finire dell'Ottocento sa-liva nella Pianura Padana in cercadi latte buono e abbondante perfar fronte alle esigenze di produ-zione, così oggi, Alberto Auric-chio, che controlla l'area marke-ting e logistica, guarda alle so-luzioni di performance manage-ment come strumento per migliorare gliobiettivi di business. Il mercato attualenon classifica più le aziende in base allaloro dimensione, ma in base alla strate-gia. Auricchio pur rimanendo fedele allatradizione, ha deciso di essere un'impre-sa innovativa dal punto di vista dell'or-ganizzazione e della gestione azienda-le. Grazie al progetto implementato daBrainware (www.brainware.it), partner

Paola Pomi responsabile offerìng &innovatori di Sinfo One

do logiche diverse per rispondere in ma-niera tempestiva alle variazioni del mer-cato. «La tecnologia è una componenteimportante per poter coprire le esigen-ze dei clienti del settore agroalimenta-re - spiega Mauro Recalcati, businessdevelopment manager di Brainwa-

una visione organica dei flussi in-formativi. Auricchio, per esem-pio, controlla la propria redditi-vità analizzando il costo del pro-dotto, legandolo alle promozio-ni commerciali, alla raccolta or-dini e alla gestione della contrat-tualistica con i clienti della gran-de distribuzione. Pertanto, og-gi le aziende soprattutto nel set-tore agroalimentare devono ave-re in mano la governance pun-tuale del proprio business in ognisuo aspetto, operativo e finanzia-rio, per decidere in velocità, in-cidere sull'aumento di marginali-

tà, influire concretamente sul cash flowincrementando gli incassi e riducen-do le spese, intercettare puntualmentele performance fuori linea comunican-dole a chi ne ha bisogno, quando servo-no». Se le aziende avranno la volontà diapplicare questo approccio e questa nuo-va logica di soluzioni, sostiene Recalca-ti, riusciranno a tradurre i propri inve-stimenti tecnologici in benefici tangibi-

Le aziende dellagroalimentare devono avere in manola governance del proprio business

storico di Infor (http://it.infor.com/) edistributore per il mercato italiano, tut-te le funzioni aziendali sono in grado diestrarre informazioni da una banca da-ti centrale per ogni tipo di analisi secon-

re -, però da sola non è sufficiente persupportare decisioni e migliorare i pro-cessi aziendali di queste realtà, ma oc-corre avere a disposizione soluzioni ap-plicative preconfigurate, che forniscono

li e conseguibili da subito, consentendocosì scelte più serene e non avendo piùun approccio diffidente all'introduzio-ne di soluzioni con valenza informatica.

Anche per Maarten Sunier, diret-

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