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Giulia Rodano - Assessore alla Cultura, Spettacolo e Sport della Regione Lazio - http://www.giuliarodanocontroigiganti. it / GIULIA RODANO INTERVIENE SULLA QUESTIONE AGCOM L’articolo cinque del Codice Etico dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, stabilisce che i componenti dell’AGCOM “operano con imparzialità, assumono le proprie decisioni nella massima trasparenza e respingono indebite pressioni”. Giancarlo Innocenzi, componente del Consiglio dell’Autorità, ha fatto il contrario del suo dovere: non è stato né imparziale né trasparente, non ha respinto le indebite pressioni di Silvio Berlusconi che gli chiedeva di trovare il modo di cancellare il programma di Santoro “Annozero” e di non fargli più vedere in TV la faccia di Antonio Di Pietro. A renderlo chiaro non sono state solo le indiscrezioni pubblicate da “Il Fatto” sull’indagine condotta dalla Procura di Trani. pagina 1

Giulia Rodano interviene sulla questione AGCOM

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Non si era mai vista una campagna elettorale nella quale la televisione pubblica contravvenendo alle sue finalità e in spregio al canone pagato da tutti i cittadini, decidesse, grazie alla maggioranza berlusconiana che controlla il Consiglio di Amministrazione della RAI, di cancellare tutte le trasmissioni di approfondimento giornalistico facendo un grave danno a se stessa e un danno ancor più grande al pluralismo dell’informazione.Non si vuole che i cittadini possano votare informati.

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GIULIA RODANO INTERVIENE SULLA QUESTIONE AGCOM

L’articolo cinque del Codice Etico dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, stabilisce che i componenti dell’AGCOM “operano con imparzialità, assumono le proprie decisioni nella massima trasparenza e respingono indebite pressioni”.

Giancarlo Innocenzi, componente del Consiglio dell’Autorità, ha fatto il contrario del suo dovere: non è stato né imparziale né trasparente, non ha respinto le indebite pressioni di Silvio Berlusconi che gli chiedeva di trovare il modo di cancellare il programma di Santoro “Annozero” e di non fargli più vedere in TV la faccia di Antonio Di Pietro.

A renderlo chiaro non sono state solo le indiscrezioni pubblicate da “Il Fatto” sull’indagine condotta dalla Procura di Trani.

E’ stato Berlusconi in persona che, non potendo negare la realtà dei fatti emersi dalle intercettazioni, ha rabbiosamente rivendicato come giuste e doverose le azioni da lui compiute per cancellare dalla televisione pubblica le voci a lui sgradite.

Berlusconi ha affermato che è del tutto normale fare pressioni su un membro dell’Autorità e concordare con lui una specifica azione di censura se quella persona è del suo stesso partito ed è stata nominata a quell’incarico su indicazione del partito.

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Ipocriti, secondo Berlusconi, sono, invece, quelli che denunciano la gravità di un tale comportamento perché fanno finta di non sapere che i membri dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni sono nominati dal Parlamento su indicazione dei partiti e che, quindi, è normale che essi intrattengano rapporti “privati” con chi li ha nominati.

Per l’uomo di Arcore vale meno di zero il fatto che ancorché eletti su indicazione dei partiti, i membri dell’Autorità siano tenuti a rispettare le leggi, i codici etici e i regolamenti.

Il fatto di essere membri di un partito o di una congrega di potere politico, mediatico o finanziario non da loro il diritto di collocarsi al di sopra della legge.

Non possiamo accettare che l’ipocrisia di quelli che “predicano bene e razzolano male”, sia sostituita dall’arroganza di chi, come Berlusconi, “predica male e razzola male”.

Al di là degli aspetti giudiziari e dei reati commessi su cui sarà la Magistratura a fare luce, nella vicenda Innocenzi-Berlusconi emerge una concezione aberrante e piduista dell’esercizio del potere.

E’ l’idea di un potere incontrollato, non sottoposto alla potestà della legge, un potere che elargisce favori agli amici e che cancella i diritti dei cittadini trasformandoli in “clientes”, un potere privo dei contrappesi necessari che impediscono a una democrazia di degenerare in una dittatura.

Il presidente del Consiglio che ha il pieno controllo del Governo e del Parlamento, che controlla direttamente o indirettamente la quasi totalità del sistema radiotelevisivo, che dispone di una larga fetta dell’informazione scritta, non

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riesce a sopportare che ci siano voci fuori dal coro come quelle di leader politici come Antonio Di Pietro o di conduttori televisivi come Michele Santoro.

Per questo violando leggi, codici, regolamenti e consuetudini, Berlusconi non ha esitato a utilizzare tutto il suo potere per mettere a tacere ogni voce di dissenso, per spegnere ogni voce libera, per impedire che la gente possa formarsi una opinione liberamente.

Non si era mai vista una campagna elettorale nella quale la televisione pubblica contravvenendo alle sue finalità e in spregio al canone pagato da tutti i cittadini, decidesse, grazie alla maggioranza berlusconiana che controlla il Consiglio di Amministrazione della RAI, di cancellare tutte le trasmissioni di approfondimento giornalistico facendo un grave danno a se stessa e un danno ancor più grande al pluralismo dell’informazione.

Non si vuole che i cittadini possano votare informati.

Berlusconi non vuole che si parli delle leggi “ad personam” per sottrarsi ai processi e alle aule di giustizia, non vuole che si parli della crisi economica e delle centinaia di migliaia di disoccupati che non hanno ricevuto dal governo nessuna risposta seria, non vuole che si faccia vedere in televisione la protesta dei terremotati aquilani per un lavoro di rimozione delle macerie e di ricostruzione dell’Aquila che non è mai iniziato, non vuole che si parli del precariato che è diventato la condizione normale di lavoro di un’intera generazione.

Non vuole, in sostanza, che ci sia un’informazione libera capace di svelare il vero volto del potere berlusconiano.

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La diretta streaming “votare informati” sul sito dell’Italia dei Valori è un tassello importante di quella diffusa azione di resistenza che sta montando nel Paese.

Una resistenza che ha nelle elezioni regionali prossime un appuntamento importante.

Il successo della lista Di Pietro-Italia dei Valori e delle coalizioni di cui essa fa parte è la garanzia che la deriva antidemocratica e plebiscitaria del berlusconismo può essere fermata.

Giulia Rodano

Roma, 22 marzo 2010

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