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Stefano Caserini L'imperativo della riduzione delle emissioni climalteranti: motivazioni scientifiche, cultura della responsabilità, equità intergenerazionale

L'imperativo della riduzione delle emissioni climalteranti: motivazioni scientifiche, cultura della responsabilità, equità intergenerazionale

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A cura di Stefano CAserini

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Page 1: L'imperativo della riduzione delle emissioni climalteranti: motivazioni scientifiche, cultura della responsabilità, equità intergenerazionale

Stefano Caserini

L'imperativo della riduzione delle emissioni climalteranti: motivazioni scientifiche, cultura della responsabilità, equità intergenerazionale

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4 messaggi chiave

1. Il problema dei cambiamenti climatici è reale, serio e ci riguarderà per i prossimi decenni e secoli

2. Per evitare un ”interferenza dannosa” delle attività umane con il clima del pianeta sono necessarie nei prossimi decenni consistenti riduzioni delle emissioni

3. La riduzione delle emissioni climalteranti è possibile, ha costi moderati, ma ha molti ostacoli

4. Il cambiamento climatico è una grande questione etica e politica (l’urgenza e l’inerzia...)

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Concentrazioni in atmosfera di biossido di carbonio, metano e protossido di azoto negli ultimi 2000 anni (Fonte: IPCC, Quarto Rapporto di Valutazione, Primo gruppo di lavoro, capitolo 2)

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Temperature globali nel periodo 1880-2009: variazioni rispetto alla media 1951-1980

(Fonte dati: GISS, 2007)

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(°C

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Temperatura media annua

Temperatura media in 5 anni vicini

“Il riscaldamento del pianeta è inequivocabile” (IPCC, 2007)

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Temperature medie in Italia nel periodo 1865-2005, variazioni rispetto alla media

1961-1990 (Fonte dati: Brunetti et al., 2007)

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Italia - media 5 anni Italia - media annua

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Molte contestazioni alle ricostruzione delle temperature si basano su fonti non precisate o non verificate e su “leggende metropolitane”.

• Isole di calore

• Groenlandia-Terra-Verde

• Vigneti dell’Inghilterra medioevale

• Tamigi ghiacciato

• Annibale e gli elefanti

• L’uomo di Similaun

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Niente sta cambiando

Il clima è sempre

cambiato

L’uomo non c’entra Non

dobbiamo preoccuparci

Ormai è troppo

tardi

Il riscaldamento

globale fa bene

Fare qualcosa costa troppo

“negazionismo climatico” testardo e irragionevole rifiuto delle evidenze scientifiche più robuste

su cui la comunità scientifica ha raggiunto un consenso

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Ricostruzione delle temperature degli ultimi 2.000 anni nella zona Artica (latitudine superiore a 60°N), espresse in termini di variazioni

rispetto al valore medio 1961-1990.

Fonte: Kaufman D.S. et al. (2009) Recent warming reverses long-term arctic cooling. Science, 325, 1236-1239.

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1989

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2007

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Estensione della banchisa glaciale artica in settembre nel periodo 1979-2009 (Fonte dati: NSIDC, 2007)

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1979 1981 1983 1985 1987 1989 1991 1993 1995 1997 1999 2001 2003 2005 2007 2009

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Variazione della temperatura superficiale (rispetto alla media dal 1901 al 2005): valori osservati e valori ricostruiti dai modelli climatici con tutte le forzanti (sopra)

e con solo le forzanti naturali, esclusi i gas serra (sotto) (Fonte: IPCC-Quarto Rapportodi Valutazione, WG1, Fig. 9.5)

Figure 9.5

Figure 9.5

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Proiezioni dei futuri cambiamenti climatici

Le proiezioni climatiche prevedono che la temperatura media globale superficiale atmosferica nel 2100 potrebbe variare in un range, dipendente dagli scenari applicati e dai modelli usati, da circa 1,1 °C a 6,4 °C. (Fonte: IPCC, AR4, 2007)

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Temperature globali ricostruite, osservate e proiezioni per il futuro. Variazioni rispetto alla media 1800-1900 (Fonte: Copenhagen Diagnosis, 2009)

Aumento delle temperature globali

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Fonte IPCC, TAR - 2001

Rischio per gli ecosistemi

Rischio per eventi

estremi

Distribuzione degli impatti

Impatti aggregati

Rischio di discontinuità su

grande scala

Incremento di

temperatura rispetto alle temperature medie del

1990

“Motivi di preoccupazione” per gli impatti dei cambiamenti climatici

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Fonte: Smith et al. (2009) “Assessing dangerous climate change through an update of the Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) “reasons for concern”. PNAS.

2001 - TAR 2008

Le conoscenze scientifiche degli ultimi anni hanno aumentato le preoccupazioni per le conseguenze derivanti da incrementi di temperatura anche limitati

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Figure 11.5

Proiezioni di variazioni e temperature e precipitazioni in Europa (modelli PMCDI , scenario -A1B). Top row: Annual mean, DJF and JJA temperature change between 1980 to 1999 and 2080 to 2099, averaged over 21 models. Middle row: same as top, but for fractional change in precipitation.

Proiezioni per l’Europa e il bacino del Mediterraneo (Fonte: IPCC, WG1, Fig. 11.5)

Variazione precipitazioni

Variazione temperatura

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Innalzamento del livello del mare: osservazioni e proiezioni per il futuro

Innalzamento livello dei mari avviene principalmente per :• fusione ghiacci (ghiacciai e calotte glaciali)• espansione termica

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- Negare il problema

- Rinviarlo o affrontarlo in modo superficiale

- Fingere di affrontarlo seriamente (“greenwashing”)

- Affrontarlo seriamente (cogliendo le opportunità)

Cosa fare ?

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Comprensione dei cambiamenti climatici: ricerca scientifica + gestione del problema a livello individuale e sociale

Adattamento ai cambiamenti climatici : ridurre i danni dei ai cambiamenti climatici : ridurre i danni dei cambiamenti climatici in atto e inevitabili cambiamenti climatici in atto e inevitabili in futuroin futuro

Mitigazione dei cambiamenti climaticidei cambiamenti climatici: ridurre le emissioni e potenziare gli assorbimenti

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Mitigazione dei cambiamenti climatici : ridurre le emissioni e potenziare gli assorbimenti di gas serra

Risparmio energetico ↔ tecnologie + “stili di vita”

Maggiore efficienza ↔ Cambiamento tecnologico

Produzione di energia non fossile ↔ tecnologie

Stoccaggio della CO2 fossile ↔ tecnologie + pratiche agricole

Numerosi studi hanno mostrato che la riduzione delle emissioni è possibile, sviluppando opportunamente alcune tecnologie

Questo non significa che i cambiamenti saranno facili e indolori.La strada è percorribile, ma gli ostacoli non mancano.

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Obiettivo di fondo: limitare l’incremento delle temperature globali a meno di 2°C rispetto ai livelli pre-industriali

Picco globaleentro il 2020

Emissioni globali: - - 50% entro il 2050 (rispetto al 1990)

Paesi sviluppati: riduzione del 80-95% entro il 2050 (rispetto al 1990)

Riduzione maggiore ?

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www.wbcsd.org

Worls Business Council for Sustainable developmentFacts and Trends to 2050, Energy and climate change

Pacala e Socolow, Science, 305, 5686, pag. 968-972“Stabilization wedges”, Princeton Wedges Model

INTERNATIONAL ENERGY AGENCY World Energy OutlookWorld Energy Outlook

IPCC - Quarto Rapporto di Valutazione Terzo Gruppo di Lavoro (Mitigazione dei cambiamenti climatici)

Potsdam Institute for Climate Impact ResearchTechnology Options for Low Stabilisation - ADAM Model Comparison

Molti gruppi di ricerca hanno studiato le potenzialità delle diverse tecnologie e pratiche a ridurre le emissioni globali, nonchè quale potrebbe essere il mix tecnologico più conveniente, ad esempio:

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Gli scenari emissivi che prevedono riduzione delle emissioni per limitare la temperatura a 2°C prevedono riduzioni consistenti nei prossimi decenni

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Lo studio “ADAM Comparison” ha confrontato i mix tecnologici proposti da diversi gruppi di ricerca, e i relativi costi

400 ppm non è raggiungibile senza CCS o maggior uso delle rinnovabili

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Quali sono gli ostacoli ?

• L’inerzia del cambiamento tecnologico

• L’inerzia della politica

• L’influenza degli interessi particolari

• La mancanza della comprensione diffusa dei termini del problema, della sua rilevanza e delle conseguenze sulle future generazioni

• ecc. ecc. …

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L’inerzia del cambiamento tecnologico

Un cambiamento tecnologico globale è un processo lento, che richiede decenni.

Le maggiori transizioni a livello globale richiedono tempo per essere implementate

La velocità con cui le nuove tecnologie si diffondono dipende da molti fattori

Sistemi tecnologici molto diffusi (trasporti, edifici, infrastrutture energetiche) richiedono anche un secolo per svilupparsi interamente

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• Obiettivi troppo stretti potrebbero non essere accettati socialmente e politicamente

• La negoziazione politica potrebbe portare a obiettivi accettati ma poco desiderabili dal punto di vista ambientale

es. un obiettivo di 600 ppm potrebbe essere accettato ma poco utile

Obiettivo: stabilizzazione T e CO2 a…?

Riduzione emissioni …?

Quali paesi coinvolti …?

Riduzione emissioni del 5.2 %

Solo paesi “Annex 1”Post-Kyoto (>2012)

Protocollo di Kyoto (< 2012)

Negoziazione

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Negoziato dai capi di stato di 30 paesi durante gli ultimi due giorni, con trattative notturne e a oltranza.

Erano rappresentati tutti i gruppi ONU, dai paesi più poveri, ai paesi delle “piccole isole”

I paesi coinvolti sono responsabili di più dell’80 % delle emissioni di CO2 globali

Accordo di Copenhagen

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Un accordo sulla ripartizione delle emissioni richiede il consenso sui principi alla base della negoziazione (es. equità, responsabilità, ecc)

Come decidiamo cosa è giusto ?

Come assegniamo il diritto alle emissioni future ?

Uguali dirittitutti hanno lo stesso diritto a disporre

delle future emissioni

Responsabilità (“Polluter pay principle”): chi è

più responsabile dell’attuale situazione deve assumersi un maggiore onere per risolverlo

Sovranitài passati e attuali “usi e costumi”

legittimano il diritto di una nazione ad emettere

Capacitàchi ha maggiori possibilità deve

contribuire di più

Comparabilità dello sforzo uguaglianza della perdita di benessere

Bisogni basilaritutti devono poter soddisfare i bisogni

di base; poi vengono altri diritti

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Comparabilità dello sforzo uguaglianza della perdita di benessere

Bisogni basilaritutti devono poter soddisfare i bisogni

di base; poi vengono altri diritti

Come definire i “bisogni basilari”? Cosa è necessario ?

Come quantificare la “perdita di benessere” ?

Capacitàchi ha maggiori possibilità deve

contribuire di più

Chi ha maggiori possibilità?

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Emissioni di gas serra nel 2005 dei 20 principali emettitori mondiali (espressi in milioni di tonnellate di CO2 equivalenti in atmosfera; fonte dati: WRI, 2009)

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Emissioni pro capite di gas serra nel 2005 (espressi in tonnellate di CO2 l’anno, fonte dati: WRI, 2009)

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Emissioni pro-capite

Distribuzione regionale delle emissioni pro capite di gas serra nel 2000 rispetto alla popolazione (in milioni) in diverse nazioni o raggruppamenti di nazioni. Est Asia e Australia comprende: Giappone, Corea del Sud, Australia, Taiwan, Corea del Nord, Nuova Zelanda, Singapore. Federazione Russa comprende: Russia, Uzbekistan, Kazakhstan, Turkmenistan, Azerbaijan, Tajikistan, Kyrgyzstan, Armenia. Fonte dati: WRI, 2006

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Proposta cinese: emissioni cumulate pro capite come indicatore di equità

• La risorsa atmosfera è un bene comune e gli esseri umani devono dividersela con equità

• Le emissioni cumulate pro capite possono essere usate come indicatore di equità.

• Le emissioni cumulate pro capite dei paesi sviluppati hanno superato la giusta quota a loro spettante.

• Lo “spazio” di emissioni dei paesi in via di sviluppo è stato a lungo ed è tuttora occupato dai paesi sviluppati

Source: WRI CAIT and Tsinghua University

Cumulative Per Capita Emissions(1850-2005)

tCO2 per capita

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1 Week’s Food for a Family in USA: $ 342 1 Week’s Food for a Family in Chad: $ 1.37

Il cambiamento climatico è una grande questione etica e politica

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S. Solomon et al (2009) Irreversible climate change due to carbon dioxide emissions. PNAS, February 10, 2009, vol. 106, no. 6, 1704–1709

Simulazione di S.Solomon: le emissioni crescono del 2% l’anno; raggiunto il livello massimo di CO2 le emissioni sono “spente”.

CO2

ΔT

ΔHmare

solo espansione

termica

Il riscaldamento e l’innalzamento del mare riguarderà tutto questo

millennio

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www.350.org

350 ppm di CO2: livello di sicurezza proposto da J. Hansen

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