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Massimilano Vavassori

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Page 1: Massimilano Vavassori

ABSTRACT MASSIMILIANO VAVASSORI – AIPMT / TCI

Portare in evidenza quali sono i numeri delle crisi da cui il turismo è toccato in questi mesi pare essere il

punto di partenza più favorevole per un confronto tra tutti gli operatori pubblici e privati. Solo cercando di

distinguere ciò che viene da lontano da ciò che è nuovo, ciò che è strutturale da ciò che potrebbe non

diventarlo, quello che è solo “nostro”, nel bene e nel male, da quello che invece condividiamo con altri, sarà

possibile tracciare una mappa logica che costituisca un quadro di riferimento, il più possibile condiviso, per

orientare le diverse scelte del sistema. In un settore iper-trasversale e mutevole come quello dei viaggi e

delle vacanze, più che altrove, è indispensabile gettare lo sguardo oltre ai temi micro. Lo scenario più

allargato, vale a dire quello dei cambiamenti globali politici e sociali, ambientali e tecnologici, rischia di

impattare sul futuro in modo più significativo di quanto possano le singole contingenze locali o aziendali.

Pare quindi più proficuo inaugurare uno “strabismo analitico” inteso come compresenza di elementi di

valutazione che provengano e maturino dall’osservazione e dal confronto di più settori e competenze e che

atterri nella dimensione territoriale partendo da temi globali: i flussi turistici internazionali sono generalmente

quelli propulsivi per lo sviluppo economico e per il benessere delle comunità locali. Le crisi di oggi quindi

sono di diversa natura e non conviene a nessuno fare di tutta l’erba un fascio: problemi diversi hanno

soluzioni diverse e quello di cui soffre da tempo il sistema turistico italiano, anche se i sintomi sono simili, è

una malattia diversa da quella che ha contagiato l’economia mondiale: è bene tenerlo presente, almeno per

non partecipare, nel caso, a una festa (di guarigione) che non sarà la nostra. Vediamo dunque alcuni di

questi numeri utili a una diagnosi e auspicabilmente a una cura coerente: Innanzitutto i flussi turistici nel

mondo. Dopo una crescita media annua del 7% tra il 2004 e il 2007, secondo i dati dell’UNWTO, nel 2008 gli

arrivi internazionali sono aumentati “solo” dell’1,7% sul 2007, raggiungendo così quota 924 milioni. Più

recentemente, nei primi due mesi del 2009 gli arrivi internazionali nel mondo sono diminuiti del 7,7%, inoltre

per il 2009 gli analisti dell’UNWTO prevedono una variazione degli arrivi internazionali sul 2008 tra lo zero e

il -2%. In Italia invece, rispetto al 2007, nel 2008 si è registrata una diminuzione degli arrivi e delle presenze

totali che il TCI stima tra il 2% e il 3%. Nel 2008 gli arrivi sono stati pari a circa 93,5 milioni e le presenze pari

a 365-370 milioni. Per il 2009, prevediamo che sia gli arrivi sia le presenze registreranno dei decrementi

ulteriori che potrebbero oscillare tra l’1,5% e il 2,5% rispetto ai dati del 2008. Spostandoci su altri indicatori

vediamo come il traffico aereo nel mondo, secondo i dati dell’Airport Council International, nei primi 3 mesi

del 2009 abbia subito un significativo arresto:

– 9,7% dei passeggeri internazionali;

– 7,3% dei passeggeri domestici;

– 8,4% complessivo.

In linea con il dato mondiale, anche l’Italia: nei primi 4 mesi del 2009, infatti, i passeggeri degli aeroporti

italiani sono diminuiti del 9,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (fonte: Assaeroporti)

Infine, i principali bacini di provenienza della domanda turistica internazionale e le previsioni del PIL:

facendo riferimento ai mercati di origine, il turismo internazionale è ancora decisamente concentrato nei

Paesi industrializzati di Europa, America e Asia e Pacifico. I principali Paesi di provenienza dei turisti

stranieri nel mondo, infatti, sono Germania, Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Cina, Italia, Giappone, Canada,

Page 2: Massimilano Vavassori

Russia e Corea del Sud. Le previsioni di crescita del PIL nel 2009 in questi Paesi sono molto poco

confortanti per il mercato turistico internazionale:

• -5,6% per la Germania

• -2,8% per gli Stati Uniti

• -4,1% per il Regno Unito

• -3% per la Francia

• +6,5% per la Cina (dopo i tassi di crescita a doppia cifra degli anni precedenti)

• -4,4% per l’Italia

• -6,2% per il Giappone

• -2,5% per il Canada

• -6% per la Russia

• -4% per la Corea del Sud.

(Fonte: World Economic Outlook Database – IMF - April 2009)

Anche i dati sull’occupazione, con gli inevitabili e immediati riflessi sulla disponibilità di reddito da dedicare al

consumo turistico (e non) sono di conseguenza poco rassicuranti: a marzo 2009 nell’area Ocse il tasso di

disoccupazione è stato del 7,6%, il 2% in più rispetto allo stesso mese del 2008.

Infine gli alberghi: nei primi due mesi del 2009 secondo STR si è registrato un calo del 20% in Europa in

termini di RevPAR e del 10% per i tassi di occupazione.