View
69
Download
0
Category
Preview:
Citation preview
DEFINIZIONE DELL’HANDICAP DA PARTE DELL’ O.N.U.“La disabilità è una difficoltà nel funzionamento del corpo, una difficoltà della persona e della propria socialità in uno o più contesti della vita.”
Definizione secondo la legge italiana (legge 104/92)
“È persona handicappata colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da terminare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione.
L’handicap grave (legge 104/92)Qualora la minorazione, singola o plurima, abbia ridotto l’autonomia personale, correlata all’età, in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o in quella di relazione, la situazione assume connotazione di gravità.”
DIRITTO ALL’EDUCAZIONE E ALL’ISTRUZIONE
La persona portatrice di handicap ha il diritto di frequentare le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado. (art. 12, LEGGE 104/92)
INSERIMENTO O INTEGRAZIONE
L’integrazione è una scelta irreversibile. La scuola è solo una fase della vita, ma di fondamentale importanza. (legge 104, art. 12 – 17).
L’integrazione deve basarsi sul rispetto e la valorizzazione della diversità della persona; persona non solo portatrice di bisogni ma anche di risorse positive.
Integrazione vuol dire partecipare alla vita di classe, alla vita della scuola tenendo conto della particolare situazione in cui l’alunno si trova. Devono essere messi a disposizione tutti gli ausili di cui l’alunno necessita, l’insegnante di sostegno, l’assistente e/o l’educatore.
L’INTEGRAZIONE SI BASA:
SUI BISOGNI,SULLE RISORSE,I DESIDERI, LE POTENZIALITÁ
DELL’APPRENDIMENTO, DELLA COMUNICAZIONE E DELLE RELAZIONI.
Ci si deve chiedere sempre: c’è almeno 1 cosa fra le tante previste che può essere svolta anche dall’alunno in situazione di handicap? C’è almeno 1 cosa per l’handicap che può essere proposta a tutta la classe?
GLI INSEGNANTI
PROGETTARE E CONDURRE INSIEME IL LAVORO
CONDIVIDERE GLI OBIETTIVI
CONDIVIDERE LE METODOLOGIE DA APPLICARE
“RISORSA COMPAGNI”
APPRENDIMENTO COOPERATIVO
TUTORING – attiva rete di collaborazione di aiuto e di scambio
IL DISTURBO DELLO SVILUPPO È CARATTERIZZATO DA:
Compromissione qualitativa di origine precoce dell’INTERAZIONE SOCIALE (grave compromissione di entrare in relazione con gli altri), della COMUNICAZIONE, del REPERTORIO COMPORTAMENTALE.
LA COMPROMISSIONE QUALITATIVA DELL’INTERAZIONE SOCIALE:
NON SVILUPPA RELAZIONI CON COETANEI,
NON CONDIVIDE GIOIA, INTERESSI, OBIETTIVI,
COMPROMISSIONE DI COMPORTAMENTI NON VERBALI (sguardo diretto, espressione mimica,…),
NON C’È RECIPROCITÀ SOCIALE ED EMOTIVA.
COMPROMISSIONE DELLA COMUNICAZIONE SOCIALE:
MANCANZA O RITARDO DELLO SVILUPPO DEL LINGUAGGIO PARLATO,
NON INIZIA O SOSTIENE UNA CONVERSAZIONE,
LINGUAGGIO ACCENTRICO O STEREOTIPO,
MANCANZA DI GIOCHI DI SIMULAZIONE O DI IMITAZIONE.
REPERTORIO COMPORTAMENTALE:
COMPORTAMENTI, INTERESSI, ATTIVITÀ RIPETITIVI E STEREOTIPATI,
DEDIZIONE PER ATTIVITÀ O INTERESSI STEREOTIPATI, INTENSI E FOCALIZZATI,
SOTTOMISSIONE RIGIDA AD ABITUDINI INUTILI O RITUALI SPECIFICI
PERSISTENZA E ECCESSIVO INTERESSE PER PARTI DI OGGETTI.
Aspetti metodologici e didattici
L’integrazione scolastica del bambino autistico, come l’integrazione di portatori di qualsiasi handicap, è un obiettivo irrinunciabile.
Vivere in relazione con coetanei normodotati costituisce un occasione quasi unica per comprendere meglio il mondo con le sue regole, per ricercare apprendimenti funzionali, … .
L’integrazione va perseguita nella scuola di TUTTI, anche se l’alunno presenta rilevanti problematiche cognitive, relazionali e comportamentali.
Non devono esistere EMARGINAZIONEed ISOLAMENTO che sono INACCETTABILI e non rispettano la dignità della persona ed il suo diritto di vedere accettata e valorizzata la diversità.
Il comportamento e le sue problematiche
Osservazione sistematica – descrizione oggettiva, frequenza, durata, intensità
Il perché – cosa ci vuole comunicare ed in quale situazione (storia ed evoluzione dei comportamenti)
Le linee di intervento
Strategie d’aiuto di comunicazione facilitata
Stimolazione sensoriale Forme di apprendimento imitativo Gratificazione Se è presente un deficit cognitivo è
importante una precisa organizzazione didattica.
L’organizzazione dell’ambiente fisico
L’organizzazione dell’ambiente fisico
Schemi visivi per strutturare la nozione del tempo
suddivisione dei programmi organizzazione dei
della giornata compiti e dei materiali
Comunicazione facilitata per grave disabilità verbale
Indicazione di figure, lettere, parole. Flashcard e Pecs. Programmi per il PC – software
particolari, meno elaborati (per non creare confusione nel decodificare) – contenuti in forma sequenziale, statica.
Creazione di mappe concettuali. Registrazione audio del testo
proposto sul libro.
STRATEGIE per L’INTERVENTO EDUCATIVO-RIABILITATIVO
L’intervento segue due direttrici:
Acquisizione di comportamenti adeguati (attenzione al compagno di gioco, comprendere regole, costruire giocattoli, …).
Eliminazione di comportamenti non adeguati (aggressione, stereotipie,…)
Tecniche di intervento
Le tecniche che seguono possono essere, secondo il caso, applicate a quasi tutti gli alunni portatori di handicap.
Tecniche per l’insegnamento di comportamenti funzionali
Tecniche semplici (per incrementare l’attenzione, la discriminazione tra lettere simili, ecc.).
RinforzoPromptingFadingModeling
Il Rinforzo
Rinforzo positivo somministrare un →oggetto gradito se il bambino ha dimostrato il comportamento desiderato.
Rinforzo negativo per evitare una →conseguenza spiacevole (p. e.:mettere a posto per evitare una punizione). Attenzione! Spesso è un meccanismo che genera e mantiene comportamenti inadeguati! ( do qualcosa pur di farlo smettere …).
RINFORZI
Rinforzo estrinseco rinforzo →introdotto dall’esterno.
Rinforzo intrinseco → il piacere di aver svolto il compito correttamente
Rinforzi naturali → lodi a scuolaRinforzi artificiali il biscotto, la →
caramella. Rinforzi incondizionatiRinforzo condizionato
Il Prompting – il suggerimento
Prompting verbale diretto (accende il →gioco sonoro).
→ indiretto (ti ricordi,…). Prompting gestuale indicano →
movimenti da compiere Prompting figurali figure che indicano →
i vari posti, le sequenze dei lavori, … . Prompting fisici guida fisica – aiuto →
nel movimento.
Il modeling
Funzione acquisitiva apprendere →osservando.
Funzione facilitativa imparare a dare →risposte comportamentali corrette con maggior frequenza, anche in modo parziale.
Funzione disinibitrice osservare dei →comportamenti inibiti (nelle fobie). Si deve promuovere l’autocontrollo.
Le tecniche complesse
Lo shaping: serve a modellare progressivamente il comportamento desiderato partendo da un comportamento semplice da eseguire.
•Lo chainingChaining anterogrado: risalire progressivamente ● ● ● ●. → → →
Chaining retrogrado: dall’ultimo a quello precedente ● ● ● ●.← ← ←
Tecniche per l’eliminazione dei comportamenti disfunzionali
Le tecniche eversive sono interventi disagevoli per il ragazzo.
L’estinzione: elimina i rinforzi che derivano da comportamenti problematici. L’obiettivo è di ignorare il bambino. Il rinforzo arriva se questo si comporta in modo corretto.
La saziazione: se il soggetto mostra interesse verso uno stimolo non adeguato, darlo tanto finché si stufa!
La pratica negativa: Somiglia alla precedente, ma è più difficile. Si deve far fare al bambino un’azione non adeguata (sempre di più senza fermarsi alla prima resistenza o quando si vede che è stanco).
L’apprendimento e il mantenimento dipendono dall’età, dal livello di deficit, dall’efficacia del programma educativo e dall’ambiente di vita.
In aula e fuori: 3 aspetti
programmazione congiunta tra insegnanti e insegnante di sostegno alla ricerca di punti di contatto
possibilità di avvicinare gli obiettivi e partecipare alla “cultura del compito”
prospettiva di svolgere attività personalizzate all’interno ed esterno della classe.
L’INSEGNANTE DI SOSTEGNO
Dare informazioni per quanto riguarda il tipo di handicap
Coordinare i rapporti scuola – famiglia
Aiutare e sostenere l’alunno in situazione di handicap in aula e fuori
Informare in modo adeguato i compagni
Favorire l’integrazione Dare consigli per quanto riguarda le
metodologie speciali d’applicare Elaborare congiuntamente il P.E.I. e
P.D.F. Dare sicurezza
La collaborazione proficua tra le varie componenti che lavorano con il soggetto in situazione di gravità è un altro aspetto fondamentale per ottenere dei buoni risultati nella la vita scolastica, sociale e fisica.
La collaborazione tra scuola e famiglia
Scambio giornaliero d’informazioni attraverso il “DIARIO DI BORDO” – è SCAMBIO RECIPROCO!
La collaborazione tra scuola ed equipe multidisciplinare
La collaborazione tra l’equipe multidisciplinare è necessaria per stilare il PDF ed il PEI. Le attività da proporre devono essere frutto di un programma condiviso.
SCUOLA – EQUIPE - FAMIGLIA
INSEGNANTE DI SOSTEGNO ETUTTI GLI INSEGNANTE DI CLASSE
P.E.I. e P.D.F.
EQUIPE MEDICA FAMIGLIAASSISTENTE SOCIALE
L’ASSISTENTE O L’EDUCATORE A SCUOLA
INFORMAZIONE SUL PROGRAMMA
COLLABORAZIONE RECIPROCA CONDIVISIONE DEI COMPITI
… serve ad aumentare la percezione sensoriale per migliorare la capacità
grossa e fine motoria relazionale la comunicazione non verbale e
quella alternativa ad esprimere il gradimento e il
non gradimento ad esprimere l’accettazione o il
rifiuto
a conoscere secondo le proprie capacità il mondo circostante
ad acquisire maggiore autonomia
per trarre maggiore benessere ed una migliore qualità della propria vita.
Materiali non strutturati si prestano molto bene a
qualsiasi attività:
stimolano in primis il tatto, ma anche l’udito, la vista, e l’olfatto.
MATERIALI
Carta
Fili, stoffa
Sassi, fagioli, lenticchie, piselli, ghiaia, sabbia, conchiglie,….
Acqua
Polvere di caffè, tè, cacao, riso, pasta, farine varie, … .
Palle di varie dimensioni e con superficie diverse.
Didò, pongo, colori, pennelli, rulli, spugne, timbri… .
Regole fondamentale da osservare
Non proporre troppi materiali Non lavorare costantemente
con l’alunno in situazione di gravità
concedere il tempo necessario ad intraprendere un’azione
Non è l’alunno che si deve adattare ai nostri tempi, bensì è l’insegnante che si deve adattare ai tempi di apprendimento dell’alunno.
Il controllo del movimento della testa
Attraverso il movimento della testa l’alunno allarga il campo visivo.
Il controllo del movimento del capo è necessario per la percezione, l’osservazione, la conoscenza dello spazio circostante, la reazione a stimoli acustici ed ottici e la motricità della bocca.
L’UDITO E L’ASCOLTO
Esercizi per rafforzare e manipolare la percezione uditiva
giochi sonori palla sonora musica di ogni tipo e genere strumenti musicali materiale non strutturato
L’ascolto
Va giornalmente allenato e sollecitato.
L’alunno deve imparare ad ascoltare brevi e precise consegne.
Quando si parla, mantenere il contatto oculare con l’alunno.
L’UDITO E LA VISTA
S’intersecano. Dovrebbero essere analizzati
insieme. La stimolazione sensoriale di questi
due sensi va di pari passo, tranne quando uno di questi è compromesso così tanto da non fornire nessun residuo percettivo.
LA VISTA E LA COMUNICAZIONE NON VERBALE
IL PC
Programmi particolari in commercio Programmi creati per l’alunno (con Power
Point)
Per mantenere e migliorare il contatto oculare e per svegliare l’interesse e la curiosità.
Flashcard
Per effettuare una scelta
Per indicare ciò che si desidera (persona, oggetto, fame, sete, …).
I PECS
Picture exchange comunication system – sistema di comunicazione aumentativa /alternativa.
Per bambini non verbali. Utilizzo d’immagini per comunicare. Per poter comunicare ed esprimere i
propri bisogni. Il materiale è facilmente realizzabile. Si può portare ovunque.
Il materiale è facilmente realizzabile.
Si può potare ovunque. Ulteriori informazioni:http://www.maestrasabry.it/risorse/V
arie/pecs.pdf
IL GUSTO E L’OLFATTO
Questi due sensi non vengono quasi mai compromessi e permettono assieme al tatto una grande varietà di stimolazioni ed esplorazioni sensoriali.
I QUADERNI
Quaderni costruiti appositamente per raccogliere i lavori realizzati.
I quaderni mostrano quali materiali si hanno manipolato.
Si può scrivere un commento sul lavoro svolto, sulla partecipazione, la voglia o il non gradimento dell’alunno, … .
Anche l’alunno in situazione di handicap grave ha il diritto di portare a casa dei lavoretti ben raccolti e curati.
I genitori vedono cosa si ha fatto, i materiali utilizzati, cosa gradisce il proprio figlio, cosa no.
IL MERITATO RIPOSO
Alternare fasi di lavoro e fasi di riposo.
Finita un’attività dare la possibilità di fare qualcosa in autonomia.
Bibliografia
Dispense dei professori Cottini, Fedele, Morello, legge 104/92, dichiarazione dell’O.N.U., relazione dell’anno di prova (Gisser).
Per i Pecs: http://www.maestrasabry.it/risorse/Varie/pecs.pdf
Grazie a tutti per la partecipazione! Un grazie di cuore a Laura per il suo
supporto tecnico e per avermi sempre sostenuta!
Mille grazie agli insegnanti della Scuola Primaria di Osoppo di aver permesso un’integrazione a 360°.
Recommended