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c.3 L’ANTROPOLOGIA SOCIALE DELLA DSC
3.1. La dignità della persona umana3.2 Da un immagine “naturale” ad un’immagine
storica dei rapporti sociali 3.3. Un concetto dinamico e pluralistico di società
3.4. Verità e libertà nell’esperienza sociale della persona
Introduzione
• La teologia sociale fa emergere la dimensione umana del vivere sociale, riferimento essenziale alla DSC
• -orientamento etico in direzione antropologica
• -riferimento antropologico-personalistico: la realtà personale come modello esplicativo dell’esperienza sociale, il rapporto con l’altro come criterio
La dignità della persona umana
• LA RESISTENZA ALLA DEMOCRAZIA TOTALITARIA
• -visione integrale dell’uomo come elemento costante: dalla RN alla SRS, CA, vocazione alla perfezione integrale
• -con svolte evolutive: RN 7 l’uomo precede lo stato, lavoro nel liberalismo e marxismo
• UNA TENSIONE IRRISOLTA• -RN:uguale dignità di tutte le persone e
legittimità di diritti politici disuguali, contro la democrazia totalitaria (subordinazione della dignità delle minoranze alla volontà della maggioranza), comprensione gerarchica dell’ordine sociale
• -la dignità umana è vista nei diritti economici
• Pio XI:valore trascendente della persona e critica del liberalismo e del marxismo
• -di fronte alle dittature fascista, nazista, comunista, critica dell’assolutismo statale
• -la giustizia sociale media le pretese della dignità umana, la dignità umana è un affare sociale
• Pio XII: principi dell’ordine delle nazioni, la base morale delle strutture giuridiche
• -denuncia del positivismo giuridico (lo stato come fonte prima del diritto) che consegna gli individui all’arbitrio del potere, diritto naturale come norma delle leggi
• -criterio di moralità è la persona, rischio di subordinazione alla tecnica, società come comunità di cittadini
• -dignità umana come impegno etico dentro limiti e condizioni organizzative
• -di fronte alla minaccia del comunismo sottolinea i diritti inalienabili della persona come la libertà religiosa
• -attenzione al quadro giuridico della convivenza civile
• -in una visione metafisica della natura. Giustapposizione tra i diritti della persona e il diritto naturale riconosciuto a prescindere dalla storia effettiva
• APPELLO AL DIRITTO NATURALE E STORICITA’ DELLA DIGNITA’ UMANA
• -Giovanni XXIII: società sempre più interdipendente, la persona come fondamento e fine delle istituzioni
• -protezione del bene comune delle persone, contesto sociale della dignità che è specificata nelle relazioni
• -il problema è la relazione tra dignità umana e strutture sociali, storicità: trascendenza della persona e realizzazioni storiche della dignità, il contenuto dei diritti è storico condizionato, rischio
• Vaticano II : GS riconosce la sfida della storicità, tensione tra l’impegno condizionato e la trascendenza , il contesto strutturale della dignità umana
• -DH: ordine della libertà, diritti personali e sociali, distinzione tra ordine giuridico e ordine morale religioso, la verità nella libertà
• -l’appello al diritto naturale risponde al bisogno di universalità: natura anteriore alle espressioni storiche e al contesto culturale?
• -natura come uno schematismo morale dinamico con un elemento perenne e un elemento storico
• LA PROSPETTIVA TEOLOGICA DELLA DIGNITA’ UMANA
• -Giovanni Paolo II si domanda ciò che può fare la chiesa di specifico per la promozione dell’uomo. La risposta è la misericordia di Dio, fondamento dell’uguaglianza e fraternità
• -enfasi sui diritti non economici, visione inclusiva dei diritti e loro gerarchia
Da un’immagine naturale ad un’immagine storica dei rapporti
sociali• L’IMMAGINE NATURALE DELLA
SOCIETA’
• -fino a Pio XII la dottrina sulla società è detta universale e immutabile nel quadro della teoria dei due ordini: Rivelazione e diritto naturale considerati separati e autonomi
• comprensione statica dell’ordine sociale nella sua verità immutabile
• -assente la considerazione della storia, riferimento necessario al diritto oggettivo per definire l’ordine sociale giusto, ma esso viene dedotto dalla ragione come “naturale” senza relazione alle forme storiche
• RN: Alla società conflittuale e violenta si contrappone una società solidaristica e corporativa
• -immagine “naturale” della società: società agricola e organica, pluralismo dei gruppi come funzionale al tutto, non come espressione conflittuale, visione paternalistica dell’autorità
• -aspetti posit: la società politica non è un male, dimensione morale dei rapporti sociali
• -Manca l’analisi delle trasformazioni storiche: attenzione agli aspetti sovrastrutturali trascurando gli aspetti strutturali
• -l’industria plasma i rapporti sociali insieme ad altri fattori. La società industriale diventa società capitalista, società democratica, società tecnologica
• -si dà una valutazione della società industriale che in realtà riguarda il capitalismo, il liberalismo o la cultura tecnologica
• -si imputano a regimi politici o a prospettive filosofiche mali della società moderna che sono da imputare ai nuovi modi industriali di produzione
• -RN e QA prendono in visione la società industriale ma non esaminano le cause materiali connesse ai modi tecnici del lavoro industriale: denunciano semplicemente le cause etiche ideologiche e politiche (cupidigia, allontanamento dallo spirito cristiano, leggi ingiuste). Cause vere ma senza riferimento a cause più specifiche connesse ai determinismi sociali obiettivi.
• -consapevolezza dei pericoli ma non si entra nel giudizio dei meccanismi sociali
• -astrattezza delle indicazioni pratiche
• -inadeguatezza strutturale della riflessione neoscolastica poco attrezzata per la storia, posizione di difesa nei confronti della nuova società
• DISCERNERE I SEGNI DEI TEMPI -l’attenzione ai determinismi sociali e il superamento del conflitto chiesa e mondo moderno secolare sarà l’opera del Vaticano II
• -la preoccupazione di intendere la società e gli imperativi storici concreti inscritti in essa diventa centrale con Giovanni XXIII: i segni dei tempi, è l’istanza dell’interpretazione dell’epoca come mediazione tra principi e imperativi concreti
• -es. di questo la categoria della socializzazione come approccio più analitico alla realtà sociale MM236
• -vantaggi materiali, pericoli per la libertà e rimedi dei corpi intermedi
• -tre scelte nuove: indirizzo a tutti gli uomini di buona volontà, attenzione alle aspirazioni diffuse, e la distinzione tra false dottrine filosofiche e movimenti storici
• -distinzione tra società e teorie della società• -il problema è di far interagire i principi con
l’effettualità per elaborare un ideale storico praticabile
• GS: schema in due tempi non sufficientemente correlati: analisi della situazione e valutazione/risposta cristiana
• -PP: dalla riflessione sull’esperienza storica attuale scaturiscono le nuove categorie di storicità sviluppo creatività invece di natura ordine legate all’epoca agraria
• -l’ispirazione ultima è biblica
• -OA dà grande rilievo al contesto storico sociale: i nuovi problemi sociali, le aspirazioni ideali collegate alla società industriale
• -distinzione tra progetto di società coerente e concezione totale della vocazione dell’uomo e delle sue espressioni sociali
• -declino delle ideologie e valore dell’utopia
• -giudizio sulla società secondo i livelli dei principi,dei criteri e delle direttive
• -ideale storico concreto di società
• Caritas in veritate:
• Sviluppo e dignità della persona e dei popoli
• Dignità umana e globalizzazione
• Solidarietà e religioni nella società
• La logica del dono nelle istituzioni
4.2.2. Un concetto dinamico e pluralistico di società civile
• LA SOCIETA’ COME ESPANSIONE DI PERSONE
• -pluralità di articolazioni della convivenza sociale che va oltre lo schematismo stato-società
• -stato come punto culminante di un processo diffuso di associazioni
• -importanza dei corpi intermedi come visione dinamica della convivenza
• -solidarietà attraverso le diverse forme associative, legame sociale come ricchezza
• -sussidiarietà collegata all’istanza dell’autonomia, difesa e promossa, diritto di partecipazione
• -si tratta di una prima articolazione della verità della società, di linee direttrici di un progetto di società
• -LA RELAZIONE TRA SFERA PRIVATA E SFERA PUBBLICA
• - una concezione più appropriata della vita pubblica
• -per i liberali gli attori sociali principali sono lo stato e il mercato, che si identificano con il pubblico, mentre il privato è la zona di azione di individui isolati
• -la DSC propone un modello di vita sociale più ricco e pluralistico, dignità umana come problema di qualità delle relazioni
IL BENE COMUNE
IMPRESE ASSOCIAZIONI NGOS SINDACATI FAMIGLIE ETC.
• -per questo lo spazio pubblico è anche formato dalle comunità intermedie, attenzione alla famiglia
• -Maritain: distinzione tra società e stato, la società come insieme di comunità, che rendono capaci le persone di stare insieme
• LE CHIESE COME CAPITALE SOCIALE• -capitale sociale come l’insieme di reti soc e
di mentalità che promuovono la cooperazione
• -la minaccia oggi è l’estensione del mercato
• -se fosse vero che le attività non direttamente statali sono private, ciò sarebbe politicamente dannoso
• -le libertà di molte comunità intermedie e la libertà religiosa furono un fattore chiave del processo che portò alla democrazia costituzionale
• -privatizzare la religione va insieme allo sforzo di privatizzare le attività che non sono statali. L’individuo sarebbe lasciato solo di fronte al potere del mercato
• ruolo pubblico della religione come precondizione della vita democratica
• -le chiese posseggono risorse che possono rafforzare le altre comunità della società civile, come l’amore del prossimo
4.3. Libertà e verità nell’esperienza sociale della
persona• LA VITA IN SOCIETA’ COME
VOCAZIONE ORIGINARIA
• VS c.III nn.95-101: intrinseco orientamento dell’umano al sociale attraverso la libertà, il nesso verità-libertà ispira ogni momento del vissuto, dimensione fondativa dell’agire
• -rifiuto della visione libertaria e totalizzante di libertà
• -la libertà si esprime attraverso e in forza della natura dell’uomo, si fa carico delle possibilità del contesto sociale: accoglie la verità sociale in quanto verità morale
• -il sociale come dimensione essenziale della libertà umana, rapporto coscienza - società
• IMPERATIVI ETICI SOCIALI ASSOLUTI
• -dimensione etica del sociale a diversi livelli di responsabilità
• -questione sociale-antropologica-etica
• -eticità scaturente non da un soggetto individualistico, ma dalla natura personale trascendente le culture: la società come evento di libertà
• -anche l’ambito sociale è soggetto a imperativi etici universali e immutabili,
• Fondati sulla dignità umana: sono norme che intendono tutelarla, esigenze che fondano i diritti umani fondamentali, inalienabili e non derivati dagli ordinamenti civili
• -le esigenze dell’etica sociale sono ricollocate a livello antropologico
• il nucleo di ogni ricerca sociale è la ricerca della verità. L’agire sociale non è fondato solo su basi contrattualistiche (etiche pubbliche)
• -edificare la società rinunciando alla ricerca della sua verità conduce al totalitarismo: se non esiste una verità trascendente non esiste nessun principio che garantisca giusti rapporti
• -conseguenza della negazione della verità è la negazione della libertà
• -garantire le condizioni della vera libertà nella sua tensione al bene
• -il nesso verità libertà come caratteristico tratto della DSC: essa esplicita comportamenti nei quali il nesso si fa storia e la libertà viene a compimento
• -in conclusione: il momento etico sociale rinvia al momento fondativo dell’agire in genere e dell’agire sociale, cioè al nesso verità-libertà
• -considerazione non solo sociologico-strutturale della società. Essa è momento della libertà, che implica il bene o verità della prassi sociale
• -la DSC educa la coscienza a percepire le esigenze della giustizia (Deus caritas est 28)
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