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Laura Laurencich Minelli
Michele Colella
Carolina Orsini
Collezione
Precolombiana
Campagner
Materiali tessili e fittili
Volume secondo
TREVISO – Museo del Seminario Vescovile
INTRODUZIONI
Una collezione precolombiana dimenticata: la collezione Campagner
(Treviso)
Nell’ambito delle ricerche sulle collezioni americaniste custodite in Italia che
effettuo dagli anni 80 esaminai, nel 1989, la collezione andina con la relativa
documentazione raccolta dal trevigiano mons. Angelo Campagner (1916-
1993): egli appartiene a quel gruppo di missionari illuminati che, fin dai primi
passi del cristianesimo in terra americana, per meglio esercitare la loro
missione pastorale, intentano conoscere le radici storiche delle popolazioni che
incontrano.
Mons. Angelo lascia l’Italia nel 1948 per il Cile ove dapprima è destinato alla
cura pastorale dei dipendenti della miniera di salnitro (Antofagasta, parrocchia
di San Rafael de Chance, oficina Maria Elena), Nel 1954 è destinato alla
cattedrale di Antofagasta ove rimane fino al suo rientro nel 1970 in Italia
(Treviso) a causa della sua malferma salute. Durante i periodi di ferie dalla
cura pastorale cilena, si recava nella zona di S. Pedro de Atacama ma anche in
Bolivia (nei primi anni 50 e attorno al 1966) così come nelle regioni andine
dell’Argentina e del Perù per vedere e raccogliere dati e materiali sulle antiche
popolazioni.
Nei ritagli di tempo, studiava, insomma, la storia delle civiltà andine
precolombiane non solo attraverso i libri ma anche visitando gli scavi
archeologici che, in quegli anni, portavano alla luce potenti città, come
Tiahuanaco, ricchi commerci e curiose pratiche funebri. Dall’esame dei suoi
carteggi che gentilmente mi permise di consultare quando lo visitai nel lontano
1989, mi resi conto che, per coltivare lo studio delle civiltà andine
precolombiane, non solo ne discuteva con gli studiosi più in vista all’epoca ma
anche che, grazie a queste amicizie, visitava i siti archeologici principali e
raccoglieva, come scambi e doni, oggetti di queste culture antiche di Ecuador,
Perù, Bolivia, Argentina mentre per il Cile effettuava anche scavi che, per l’
epoca, possiamo dire archeologici. mons. Campagner e le sue carte mi
presentarono, infatti, discussioni scientifiche e studiosi della sua epoca che
avevo conosciuto attraverso i manuali di archeologia precolombiana dei tempi
lontani dei miei studi universitari: fra questi spicca Carlos Ponge Sangines,
allora direttore degli scavi di Tiahuanaco (Bolivia), l’archeologa peruviana
Rebeca Carrion Cachot ma anche mons. Gustavo La Paige, i cui primi scavi a
S. Pedro de Atacama (oggi conservati presso il Museo La Paige) sono
complementari con quelli effettuati da mons. Angelo dato che fu lui a guidarlo
sui siti archeologici della Regione.
La parte più consistente della collezione Campagner è quella sulle regioni del
Cile settentrionale con la cultura Atacama (Cile settentrionale). Dall’esame
delle sue carte e dalle conversazioni che effettuai con il monsignore nel lontano
1989 mi resi conto che egli realizzò scavi proprio nelle zone cimiteriali di
Atacama ovviamente secondo la metodologia corrente al suo tempo (anni 50-
60): cioè senza effettuare una serie stratigrafica di riferimento ma registrando
solamente il contesto dei reperti di una tomba: ciò solo quando egli stesso
effettuava gli scavi in una tomba integra, non precedentemente violata. Era
comunque preciso nel segnalare, anche per i reperti che gli erano stati regalati,
il donatore e il sito di provenienza che questi gli aveva dichiarato mentre, per
quanto riguarda i materiali tessili, il fatto che la tradizione archeologica di
allora non li considerasse materiali indicativi, lo portò a conservarne appena un
campionario che riunisce specificando genericamente che provengono dalle
tombe di San Pedro de Atacama (Campagner 1993: 197).
Ciononostante la collezione Campagner rimane da un lato una vasta e unica
documentazione sulle iconografie, sulle tecniche di lavorazione, sui materiali
usati da queste antiche popolazioni e dall’altro su quello che era l’ archeologia
americanistica degli anni 50-60 e sulla funzione che poteva avere per far
conoscere ai trevigiani usi e costumi di paesi tanto lontani.
Fin dagli anni 50, Campagner inizia infatti ad inviare a Treviso quanto andava
collezionando per documentare il mondo precolombiano che si stava
schiudendo davanti ai suoi occhi. Oggetti che, fin dal 1964, sono recensiti su
Treviso nostra (edito dall’ Associazione Tarvisium) e di cui, nel giugno 1965,
ne espone una selezione (alcune centinaia) presso il Liceo Scientifico della
città che il fratello Antonio Campagner, cultore di archeologia locale, correda
anche di un breve catalogo.
La totalità della raccolta conta circa 5000 oggetti: i 2/3 forniscono un’ampia
panoramica sull’arte litica andina, fra cui numerosissime le punte di lancia e di
freccia, e 1/3 è dedicato all’arte fittile, lignea e tessile. Collezione che mons.
Angelo dona, agli inizi degli anni ’80, al Seminario di Treviso ove è tuttora
custodita: nel 1993, neppure un mese prima della sua morte, viene aperta al
pubblico, corredata di un inventario ragionato di pugno di mons. Angelo:
Archeologia e Paletnografia precolombiana del Sud America. La raccolta nel
Seminario di Treviso. Volume che, pur scarsamente illustrato, rimane basico
per ulteriori studi sulla collezione Campagner assieme alla documentazione di
campo, alle lettere scambiate con gli archeologi americanisti dell’epoca che è
invece ancora custodita presso la famiglia del monsignore ma di cui auspico la
riunione con la collezione prima che vada dispersa.
A partire dal 2008, grazie ad un contributo della UAN (Unione Accademica
Nazionale, Roma) e successivamente (2011) della UAI (Unione Accademica
Internazionale) siamo riusciti a studiare la maggior parte della collezione
andina e a pubblicare il primo volume del catalogo della collezione Campagner
(Laurencich-Minelli e Colella, 2008) che riunisce 81 schede della collezione
sugli oggetti collegabili con le cerimonie del volo sciamanico della regione
archeologica di Atacama (Cile settentrionale). Ora, con le successive 99
schede, si intende perfezionare la documentazione sulla Regione archeologica
di Atacama pur estendendoci anche alla Bolivia e al Perù e si rimanda alle note
introduttive di Michele Colella e Carolina Orsini qui di seguito.
Laura Laurencich Minelli
Terrecotte in stile Negra Polida della Collezione Campagner ed altri
reperti provenienti dai contesti funerari della zona di Atacama (Cile)
In questa sezione si esamina un gruppo di terrecotte della zona di San Pedro de
Atacama che provengono da diverse necropoli della zona. Nella maggior parte
dei casi il collezionista, Angelo Campagner, menziona la necropoli di
provenienza anche se non specifica il contesto preciso di ritrovamento.
Negli ultimi trent’anni sono stati molto numerosi gli studi sui contesti funerari
di Atacama, dove si ritrovano inumazioni che coprono un vasto periodo
cronologico: le fasi di pertinenza del presente studio sono quelle che vanno dal
terzo all’ottavo secolo dopo Cristo, momento in cui nei corredi funerari si trova
la ceramica Negra Polida.
Per le indicazioni sulla cronologia dei reperti ci siamo basati sulla sequenza
elaborata da Lautaro Nuñez1 (1991) mentre le attribuzioni delle forme si
basano sugli studi di Myriam Tarragó2 (1976) sull’ampio campionario di
terracotta del Museo Gustavo le Paige di San Pedro di Atacama. La forma della
bottiglia classica di questa fase è la X (si veda scheda 21 inv. 149), presente
nella maggior parte dei casi con una decorazione sul collo in due varianti: la
variante A presenta un corpo più sferico e una decorazione più “realista” nel
volto stilizzato sul collo della bottiglia, collo che è spesso diritto o con le
labbra everse. La variante B presenta un corpo più ellittico, il collo bombato e
solo dei fori circolari di fattura regolare che alludono al volto stilizzato.
Esistono naturalmente molte forme intermedie, che non rientrano sì
esattamente in queste due varianti, ma che si collocano a metà, in questo caso
non è stata indicata la variante della forma.
Nel campionario di ceramica Negra Polida del Seminario di Treviso sono
rappresentate anche altre forme, che sono state schedate nella tipologia
corrispondente del campionario di Myriam Tarragó.
1 Cultura y conflicto en los oasis de San Pedro de Atacama. Santiago, Saber y Cultura, 1991.
Si tratta di una sintesi recente che riassume molti anni di studi archeologici nella zona.
2 Alfarería típica de San Pedro de Atacama (norte de Chile), “Estudios Atacameños”, 4, pp.
37-67,1976. Si tratta di una riedizione dello storico articolo Secuencias culturales de la etapa
agroalfarera de San Pedro de Atacama (Chile) presentato al XXXVII Congreso Internacional
de Americanistas, vol. 2, pp. 119-144, 1968 Buenos Aires.
Infine, le tecniche di fabbricazione delle bottiglie sono state desunte
dall’osservazione diretta, dall’uso di radiografie su un campione di esse, su
alcuni studi etnografici3 e di tipo quantitativo dalla stessa M. Tarragó nel già
citato articolo.
Conoscendo, se pur in maniera non precisa né sistematica, il sito funerario di
provenienza di ciascun pezzo, abbiamo potuto incrociare questo dato con la
foggia della bottiglia per cercare di specificare meglio la cronologia dello
stesso.
Per quanto riguarda la cronologia assoluta, abbiamo utilizzato la revisione di
Berenguer et al. della sequenza di Tarragó4, oltre che gli studi di Leandro
Bravo e Agustín Llagostera5 dove gli studiosi associano diversi tipi ceramici a
dei contesti funerari e ne forniscono delle datazioni assolute.
Le altre schede comprese in questa sezione riguardano reperti che non sono
compresi nella tipologia Negra Polida, e precisamente un flauto e alcune
ceramiche di produzione non atacameña. Tra queste ultime spiccano tre ciotole
o platos raccolte da mons. Campagner nella città di La Serena in stile diaguita6.
Carolina Orsini
3 Varinia Varela Guarda, Enseñanzas de alfareros toconceños: tradición y tecnología en la
cerámica, "Chungara", v. 34, 1, pp. 225-252, 2002. 4 J. Berenguer, A. Deza, A. Roman y A. Llagostera, La secuencia de Myriam Tarragó para
San Pedro de Atacama: Un test por termoluminiscencia, “Revista Chilena de Antropología”, 5,
pp. 17-54, 1986. 5 Solcor 3: Un aporte al conocimiento de la Cultura San Pedro. Período 500 a 900 DC,
“Chungara”, 16-17, pp. 323-332, 1986. 6 Per la classificazione delle fasi della cultura diaguita abbiamo utilizzato Luis E. Cornejo, El
plato zoomorfo diaguita: variabilidad y especifidad, "Boletín del Museo Chileno de Arte
Precolombino", n.3, pp. 47-80, 1989, Santiago del Chile.
Tracce di vita quotidiana: Collezione Campagner vol.II
Il secondo volume sulla Collezione Campagner costituisce, pur in forma
digitale, un’occasione molto importante per riportare all’attenzione del
pubblico questa preziosa raccolta custodita nelle sale del museo del Seminario
vescovile di Treviso.
Tuttavia, come era già accaduto per il primo volume, si è scelto, per ragioni
pratiche, di isolare un nucleo di oggetti fra quelli ritenuti più importanti, per i
quali si è proceduto ad analisi, catalogazione e aggiornamento.
Così, se nel volume I comparivano reperti legati per lo più al rituale del “volo
sciamanico”, con un corredo di manufatti lignei, nel secondo si è deciso di dare
spazio a materiali ceramici e tessili. Per i tessuti e le terrecotte provenienti da
contesti funerari di Atacama, rimando all’introduzione di Carolina Orsini.
La parte da me curata invece, consta di 60 oggetti, tutti fittili, provenienti
rispettivamente da Bolivia (9 oggetti), Perù (3) e Cile, da cui proviene la
maggior parte dei reperti (48).
Si tratta soprattutto di oggetti di uso domestico – rituale.
Per la sezione boliviana, precisamente la regione di Cochabamba e la zona di
Tiahuanaco, abbiamo due kero, che potevano fungere anche da contenitore
della chicha, bevanda rituale a base di mais, una testa di felino protome di un
incensiere, una bilancetta ad uso quotidiano, quattro vasi di diverse dimensioni
con decorazioni, e un ariballo. La datazione archeologica farebbe rientrare
questi oggetti nell’orizzonte culturale tiahuanacoide.
La sezione peruviana è di più difficile identificazione: Campagner attribuisce
alla località di Mollendo, nella parte meridionale del Perù, regione di Arequipa,
un vaso-ritratto, un vaso raffigurante il Sole e la Luna, e un vaso a staffa. In
realtà, dai riscontri eseguiti, è emerso che potrebbe trattarsi piuttosto di esempi
di Tourist – art, molto più recenti (XX secolo).
Quanto alla sezione cilena, la più nutrita, i reperti sono soprattutto scodelle,
olle, piccole ciotole, boccali e contenitori di liquidi, facenti forse parte di
corredi funerari della zona di San Pedro de Atacama, secondo le testimonianze
e le attribuzioni di mons. Angelo Campagner. L’attribuzione cronologica
risulta incerta, anche perché la nostra analisi si è dovuta adeguare ai mezzi
disponibili, per questo si è scelto di inserire un “?” accanto alla voce “cultura”
di tali reperti (San Pedro II, fase Sequitur).
Dopo aver raggruppato i 60 oggetti per area di provenienza, sono stati misurati,
tenendo conto anche delle indicazioni del catalogo di mons. Angelo del 1993, e
analizzati, al fine di rivedere o aggiornare le precedenti attribuzioni
cronologiche e culturali.
Si è proceduto, sempre nei limiti dei mezzi disponibili, ad un’analisi delle
tecniche di esecuzione: quasi tutti i reperti sono stati eseguiti direttamente a
mano, con l’aiuto talvolta di stampi o anima lignea. Le tecniche principali sono
il colombino, il falso tornio, il palettato: non sono presenti molte decorazioni,
trattandosi di oggetti di uso per lo più domestico, tuttavia le tecniche decorative
principali sono il rilievo, l’incisione e il tuttotondo.
Lo stato di conservazione della maggior parte dei reperti è discreto, in alcuni
sono presenti tracce di restauro più o meno accentuato, mentre le sbeccature
all’orlo di molti oggetti sono risultate utili per esaminare la composizione
dell’impasto cretaceo.
È fondamentale aggiungere che, come per il volume I, si è allestito anche in
questa sede un nuovo apparato fotografico, al fine di mettere in luce le
caratteristiche materiali dei reperti, in particolare dei tessuti; è altresì presente
una nuova numerazione dei reperti, da 1 a 99, ma si è scelto di affiancare a
questa nuova sequenza anche i relativi numeri di inventario di Campagner, per
permettere una più facile consultazione sinottica fra il catalogo cartaceo del
prelato trevigiano e questa nuova pubblicazione in formato elettronico, il cui
scopo (e nostro auspicio) è innanzitutto di diffondere il più possibile la
conoscenza di questo importante patrimonio presente nella città di Treviso,
ampliandone la fama.
In secondo luogo, far luce ulteriore sulle antiche culture andine precolombiane
attraverso l’analisi di oggetti apparentemente semplici, ma rivelatori della
dimensione quotidiana, di fondamentale importanza perché strettamente
intrecciata con la dimensione rituale.
Buona consultazione.
Michele Colella
Numero: 1 NUMERO INVENTARIO: 283
OGGETTO: Flauto di Pan
COLLEZIONE: Campagner, Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: marmo nero
ICONOGRAFIA: geometrica
MISURE: h totale: lato lungo 8, lato breve 3,5; h interna: 0,8; h decorazione: 1,7; larghezza
decorazione: 9,2; ø collo: 0,5; ø massimo: 1,2
TECNICA DI ESECUZIONE: scultura
TECNICA DECORATIVA: incisione
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
CULTURA: Atacama
REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali
FASE: Inca (XV-XVI sec.)
STATO DI CONSERVAZIONE: Buono stato di conservazione. Il marmo è graffiato e scheggiato
in due punti in prossimità della base. Impugnatura laterale spezzata.
NOTE: l’oggetto compare descritto nei diari di Campagner: in base a questi manoscritti venne
ritrovato tra il 1 aprile e il 4 maggio del 1961 nella necropoli dell’oasi di Séquitur.
Flauto di pan di forma trapezoidale con sette incavature cilindriche.
La superficie è stata levigata poi incisa sotto le bocche, così da ottenere una fascia decorativa su
entrambi i lati, con disegni geometrici. Essa è inoltre circoscritta da un solco che corre lungo tutta la
sua lunghezza e la separa dal corpo trapezoidale del flauto. Le bocche hanno un diametro all’incirca
simile tra loro. Da una parte c’è un piccolo foro posto sotto la greca decorativa. Le canne di ciascun
foro sono chiuse, come in gran parte di questi manufatti7 quindi non comunicano tra di loro, tranne
la prima che è in collegamento con il foro succitato.
Da notare, sul lato lungo dello strumento, la sporgenze rotta di quello che era un manico.
7 José Pérez de Arce, Flautas arqueológicas del extremo sur andino, “Boletin del Museo Chileno de Arte
Precolombino”, 2, 1987, pp. 55-87, Santiago de Chile.
La fattura in pietra, le canne chiuse, le caratteristiche dell’impugnatura fanno propendere per
un’area di fabbricazione del nord del Chile in epoca tarda, con probabili influenze inca. Il fatto che
sia stato trovato in un cimitero è un altro elemento consueto8.
Per un confronto si veda un flauto assai simile inca, anche come dimensioni e finitura del materiale,
conservato al Museo Etnografico di Berlino (inv. VA 8589). Il flauto di Berlino ha cinque fori
invece che sette, e la stessa protuberanza impugnatura laterale, ma ben conservata e non spezzata
come nel presente esempio.
CO
8 Claudio Mercado M., Con mi flauta hasta la tumba, “Boletin del Museo Chileno de Arte Precolombino”, vol. 10, 2,
2005, pp. 29-49, Santiago de Chile. Si veda anche
Numero: 2 NUMERO INVENTARIO: 137
OGGETTO: bottiglia funeraria
COLLEZIONE: Campagner, Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: terracotta
ICONOGRAFIA: antropomorfa
MISURE: h totale: 12; h interna: 11; h collo: 4; h decorazione: 1,3; larghezza decorazione: 2,2; ø
collo: 2,7 diametro interno; ø massimo: 8,6 preso all’equatore; spessore giuntura collo: 0,365;
spessore collo: 0,450 preso a metà; spessore al centro del vaso: 0,430 preso all’equatore; peso: 226
gr.; ø della base: 7,5
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato diretto, palettato, ingobbio nero lucido a base di ematite
TECNICA DECORATIVA: pastigliato, pizzicato e incisione
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
CULTURA: San Pedro
REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali
STILE: Negra Polida
FASE: Séquitur o Quitor (200-700 d.C.)
FORMA: X
STATO DI CONSERVAZIONE: Discreto. Sbrecciatura sul collo. La base è consumata. Il
teschio della parte posteriore è saltato via, ed è rimasto solo il calco del pastigliato.
NOTE: Il vaso è stato ritrovato da Campagner9 nella zona di Séquitur e ne è entrato in possesso il
10/12/1961.
Bottiglia il cui collo è decorato con due volti umani stilizzati disposti a 180° su di esso e ottenuti
mediante la tecnica del pastigliato per quanto riguarda il rilievo del viso. Sul volto sono ricavati gli
occhi, che risultano infossati, tramite pressione, spingendo cioè la pasta verso l’interno del vaso:
infatti all’interno del collo si possono vedere in corrispondenza con gli avvallamenti esterni degli
occhi dei rigonfiamenti. Infine pizzicando la pasta si sono ottenute le orecchie che sono state
perforate, ciascuna con un foro passante, per permettere la presa della bottiglia. Il collo è cilindrico
rigonfio con bordo aggettato e labbro sporgente. La pasta è assai fine e di colore grigio. L’ingobbio,
9 Campagner Angelo, Archeologia e paletnografia precolombiana del Sud America, Seminario Vescovile di Treviso,
1993.
probabilmente a base di ematite10, è steso in maniera uniforme e la cottura è controllata anche se ci
sono sul corpo delle venature rosse.
La tecnica di fabbricazione è probabilmente il modellato diretto con finitura a palettato. Il pezzo si
presenta sottile ed uniforme al tatto. Le due parti, il ventre e il collo della bottiglia, sono state
lavorate a parte quindi assemblate. La cottura è stata effettuata in atmosfera riducente.
La decorazione del volto in stile geometrico nonché le imperfezioni del manufatto fanno propendere
per una fase tarda all’interno della cronologia classica della ceramica Negra Polida.
CO
10 Si veda Cortelezzi César R. Informe sobre el estudio petrográfico de muestras cerámicas de San Pedro de Atacama
in Tarragó Myriam, Alfarería típica de San Pedro de Atacama (norte de Chile), “Estudios Atacameños”, nº 4, 1976.
Numero: 3 NUMERO INVENTARIO: 134
OGGETTO: bottiglia funeraria
COLLEZIONE: Campagner, Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: terracotta
ICONOGRAFIA: antropomorfa
MISURE: h totale: 21,4; h interna: 20,6; h collo: 6,2; h decorazione: 3,2; larghezza decorazione:
3,6; ø collo: 3,75 diametro interno; ø massimo: 17 preso all’equatore; spessore giuntura collo: 0,53;
spessore collo: 0,41 preso a metà; spessore al centro del vaso: 0,42 preso all’equatore; peso: 725 gr.
; ø della base: base assente
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato diretto, palettato, ingobbio nero lucido a base di ematite
TECNICA DECORATIVA: pastigliato, pizzicato e incisione
AREA: Ande Meridionali
STATO: Cile
CULTURA: San Pedro
REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali
STILE: Negra Polida
FASE: Séquitur o Quitor (200-700 d.C.)
FORMA: XB
STATO DI CONSERVAZIONE: Il vaso presenta una sbrecciatura sulla parte sinistra anteriore e
un foro sul lato destro in basso. È sbeccato in vari punti e la base è molto consumata, tanto da
lasciare affiorare l’impasto grigio scuro.
NOTE: la bottiglia proviene dalla necropoli di Séquitur.
Bottiglia funeraria che presenta sul collo una decorazione di due teschi stilizzati disposti a 180°
ottenuti tramite la tecnica del pastigliato e dell’incisione, per occhi e bocca, e del pizzicato per le
orecchie. Quest’ultime sono inoltre perforate, ciascuna con un foro passante. La pasta è assai fine e
di colore grigio. La cottura è uniforme ed è avvenuta in forno riducente. L’ingobbio è nero lucido,
nei punti in cui è più consumato affiorano delle ramature rosse. Il corpo del vaso è stato ottenuto
tramite modellato diretto misto a palettatura, come sembra indicare anche la regolarità che presenta
al tatto. Il collo, anch’esso lavorato con la stessa tecnica, è stato assemblato al corpo del vaso dopo
esser stato forgiato a parte, infatti all’interno del vaso in corrispondenza della giuntura del
medesimo si possono sentire al tatto delle escrescenze di pasta. Il teschio, pastigliato e applicato,
presenta degli occhi che sporgono all’infuori. Nonostante ciò all’interno del collo sono visibili dei
rigonfiamenti, pur lievissimi e solo da una parte, che rivelano che l’incisione per provocare
l’infossamento di un’ipotetica “pupilla” (gli occhi sono infatti sporgenti e cavi), avvenne
direttamente sul vaso provocando una protuberanza sulla pasta del collo. L’applicazione del
pastigliato rivela una tecnica perfetta, in quanto i punti di giuntura con il vaso sono molto poco
visibili, e la loro visibilità è determinata dalla consunzione del pezzo che ovviamente si accentua
sulle giunture. Gli occhi e la bocca sono delle sporgenze forate in tondo in maniera abbastanza
regolare. Presenta una sorta di protuberanza sulla parte superiore del teschio, che è presumibilmente
da interpretare come una fronte stilizzata.
CO
Numero: 4 NUMERO INVENTARIO: 131
OGGETTO: bottiglia funeraria
COLLEZIONE: Campagner, Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: terracotta
ICONOGRAFIA: antropomorfa
MISURE: h totale: 25,2; h interna: 24; h collo: 9,8; h decorazione: 4; larghezza decorazione: 5; ø
collo: 5,6 preso all’interno; ø massimo: 19 preso all’equatore; spessore collo: 0,4 preso a metà;
spessore al centro del vaso: non accessibile; peso: 1150 gr.; ø della base: base assente
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato diretto, palettato, ingobbio nero lucido a base di ematite
TECNICA DECORATIVA: pastigliato, incisione e pizzicato
AREA: Ande Meridionali
STATO: Cile
CULTURA: Atacama
REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali
FASE: Séquitur o Quitor (200-700 d.C.)
FORMA: X
STATO DI CONSERVAZIONE: La patina nero lucida è scomparsa, il vaso è molto consumato
su tutta la superficie. L’ingobbio affiora esclusivamente in alcuni punti nella parte bassa del vaso.
NOTE: la bottiglia proviene dalla necropoli di Séquitur.
Bottiglia funeraria che reca sul collo due teschi stilizzati disposti a 180° applicati con la tecnica del
pastigliato, i denti sono rappresentati da segni verticali incisi. Gli occhi sono due applicazioni di
pasta rotondeggianti, le orecchie, ottenute con la tecnica del pizzicato, sono state perforate per
ottenere due fori passanti. La fattura di questo vaso è meno accurata rispetto a quella degli altri:
un’orecchia è stata collocata più in alto che l’altra, l’impasto, grigio, è meno fine che quello degli
altri vasi; infine nella parte interna sul collo si notano le striature orizzontali lasciate dalla spatola
che probabilmente si utilizzò per livellare l’impasto. La cottura sembra uniforme ed è avvenuta in
forno riducente. Il corpo della bottiglia, modellato a mano, non è stato lisciato con cura: al tatto si
notano dei dislivelli. Per quanto riguarda il collo, fu certamente assemblato in un secondo tempo al
resto del corpo della bottiglia, pur avendo ricevuto anch’esso la stessa forgiatura; in questo vaso
esso è cilindrico, quasi per niente rigonfio, con bordo aggettato e labbro sporgente. Il pastigliato
della decorazione non sembra, come in molte altre bottiglie, essere stato applicato con un blocco
unico di pasta, ma è stato modellato un cerchio esterno che delimita il viso e due sferette di pasta
che rappresentano gli occhi, in altre parole non è in rilievo tutto il viso ma esclusivamente le parti
indicate. Sulla parte superiore del cerchio c’è una sorta di sporgenza della pasta che potrebbe essere
la stilizzazione della fronte.
CO
Numero: 5 NUMERO INVENTARIO: 136
OGGETTO: bottiglia funeraria
COLLEZIONE: Campagner, Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: terracotta
ICONOGRAFIA: antropomorfa
MISURE: h totale: 22,2; h interna: 21,8; h collo: 6,8; h decorazione: 3,5; larghezza decorazione:
3,7; ø collo: diametro interno non prendibile perché non cilindrico; ø massimo: 16,5 preso
all’equatore; spessore giuntura collo: 0,9; spessore collo: 0,4 preso a metà; spessore al centro del
vaso: 0,45 preso all’equatore; peso: 790 gr.; ø della base: base assente
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato diretto, palettato, ingobbio nero lucido a base di ematite
TECNICA DECORATIVA: pastigliato, pizzicato e incisione
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
CULTURA: Atacama
REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali
FASE: Séquitur o Quitor (200-700 d.C.)
FORMA: XA
STATO DI CONSERVAZIONE: Buono stato di conservazione. L’ingobbio è consumato.
Presenta delle striature nel senso verticale della bottiglia, forse lo stesso in cui è stato steso
l’ingobbio. La base è consumata. Presenta varie sbrecciature sulle labbra e sul collo.
NOTE: Un’etichetta posta da Campagner lascia supporre che la bottiglia provenga dall’oasi di
Séquitur e che egli ne sia entrato in possesso il 10/12/1961.
Bottiglia funeraria che presenta sul collo due volti umani stilizzati disposti a 180° ottenuti tramite
la tecnica del pastigliato, cioè applicando un blocco di pasta decorata con due avvallamenti per gli
occhi e tre segmenti verticali per la bocca. La pressione esercitata per ottenere tali infossamenti sul
pastigliato ha provocato all’interno della bottiglia, sul collo, dei lievissimi rigonfiamenti. Fanno da
anse due orecchie collocate sul collo e ottenute tramite la pizzicatura della pasta e la sua
perforazione con uno strumento cilindrico per ottenere un foro passante. La pasta è fine e di colore
grigio. La cottura è controllata, ed è avvenuta in forno riducente. All’equatore del corpo del vaso si
possono sentire al tatto i segni lasciati da un’imperfetta lisciatura in fase di forgiatura del vaso. Il
collo è applicato ad imbuto e rimangono all’interno le escrescenze di pasta. Per quanto riguarda la
sua forma, è cilindrico, rigonfio con bordo aggettato e labbro sporgente, per quanto riguarda invece
la sua lavorazione è stato assemblato in un secondo tempo al resto del vaso. Le orecchie non sono
collocate in maniera simmetrica.
CO
Numero: 6 NUMERO INVENTARIO: 147
OGGETTO: bottiglia funeraria
COLLEZIONE: Campagner, Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: terracotta
ICONOGRAFIA: antropomorfa
MISURE: h totale: 19,6; h interna: 18,9; h collo: 8,1; h decorazione: 4,6; larghezza decorazione: 5;
ø collo: 4,4 preso all’interno; ø massimo: 15,8 preso all’equatore; spessore giuntura collo: 0,6;
spessore collo: 0,4 preso a metà; spessore al centro del vaso: 0,55 preso all’equatore; peso: 715 gr.;
ø della base: base bombata 15,4
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato diretto, palettato, ingobbio nero lucido a base di ematite
TECNICA DECORATIVA: pastigliato, pizzicato e incisione
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
CULTURA: Atacama
REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali
FASE: Séquitur o Quitor (200-700 d.C.)
FORMA: XA
STATO DI CONSERVAZIONE: Il reperto presenta da una parte una orecchia rotta e dall’altra il
bordo superiore della bocca è sbrecciato. L’ingobbio è scomparso, a parte in qualche rarissimo
punto dove affiora ancora il nero lucido.
NOTE: Un’etichetta posta da Campagner lascia supporre che la bottiglia provenga dall’oasi di
Catarpe e che egli ne sia entrato in possesso il 28-11-1961.
Bottiglia funeraria che presenta sul collo due grandi applicazioni di pastigliato con due teschi
stilizzati disposti a 180°. Il pastigliato occupa uno spazio maggiore che nelle altre bottiglie. Il collo
della bottiglia è cilindrico, su di esso sono ricavate le due orecchie, una attualmente manca,
pizzicando la pasta nella fase di lavorazione che precede la cottura: gli anelli di pasta così ottenuti
sono stati in seguito scavati in modo da ottenere due anse incise. L’impasto della bottiglia è di color
grigio chiaro. La pasta è fine e lo sgrassante usato è di grana sottile. La cottura è uniforme ed è
avvenuta in forno riducente. Il corpo della intera bottiglia è stato ottenuto con una tecnica mista di
modellato diretto e palettato, come si intuisce al tatto del pezzo. Il collo, lavorato a parte e
assemblato in un secondo momento, presenta al suo interno delle striature direzionate dal basso
verso l’alto, dovute forse al segno lasciato dalla spatola livellatrice in fase di lavorazione. Il viso
stilizzato sul collo presenta un’escrescenza di pasta situata sopra il livello degli occhi (che
rappresenta forse la fronte), questi ultimi sono dei cerchi in rilievo rispetto al viso e cavi. Infine i
denti sono tre segni verticali.
CO
Numero: 7 NUMERO INVENTARIO: 143
OGGETTO: bottiglia funeraria
COLLEZIONE: Campagner, Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: terracotta
ICONOGRAFIA: antropomorfa
MISURE: h totale: 21; h interna: 20; h collo: 6; h decorazione: 3; larghezza decorazione: 2,5; ø
collo: 2,90 preso all’interno; ø massimo: 17 preso all’equatore; spessore giuntura collo: 0,9;
spessore collo: 0,45 preso a metà; spessore al centro del vaso: 0,5 preso all’equatore; peso: 875 gr.;
ø della base: 16
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato diretto, palettato, ingobbio nero lucido a base di ematite
TECNICA DECORATIVA: pastigliato, pizzicato e incisione
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
CULTURA: Atacama
REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali
FASE: Séquitur o Quitor (200-700 d.C.)
FORMA: XB
STATO DI CONSERVAZIONE: Il pezzo presenta, da una parte, un’orecchia rotta e dall’altra il
bordo superiore della bocca sbrecciato. L’ingobbio è scomparso, a parte in qualche rarissimo punto
dove affiora ancora il caratteristico nero lucido.
NOTE: Un’etichetta posta da ampagner lascia supporre che la bottiglia provenga dall’oasi di
Chécar Solor. Il numero con cui la classificò è 8.
Bottiglia funeraria che presenta sul collo due applicazioni a pastigliato con un volto stilizzato su
ciascuna disposte a 180°, sulle quali tre tondi circolari incisi rappresentano la bocca e due gli occhi.
Il collo della bottiglia è cilindrico e fortemente rigonfio e le labbra sono sporgenti con il bordo
aggettato. Le due orecchie sono state ottenute pizzicando la pasta nella fase di lavorazione che
precede la cottura poi sono state perforate con uno strumento cilindrico in modo da ottenere due
anse bucate. L’impasto della bottiglia è grigio e fine, com’anche gli sgrassanti utilizzati. La cottura
è uniforme ed è avvenuta in forno riducente. Il corpo dell’intero vaso è stato ottenuto
presumibilmente con una tecnica mista di palettato e modellato diretto: questo, come per gli altri
vasi, si intuisce al tatto del pezzo. Il collo, lavorato a parte, è stato assemblato in un secondo
momento. La decorazione sul collo è altamente stilizzata: è costituita da dei semplici avvallamenti
ottenuti per pressione. Sul collo, internamente, si vedono i rigonfiamenti lasciati da tale pressione
esercitata sulla pasta.
CO
Numero: 8 NUMERO INVENTARIO: 168
OGGETTO: vaso
COLLEZIONE: Campagner, Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: terracotta
ICONOGRAFIA: nessuna
MISURE: h totale: 12,4; h interna: 11,9; h collo: 4,4; ø collo: 4,9; ø massimo: 13 preso
all’equatore; spessore giuntura collo: 0,35; spessore collo: 0,3 preso a metà; spessore al centro del
vaso: 0,4 preso all’equatore; peso: 390 gr.; ø della base: 10,3
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato diretto, palettato, ingobbio nero lucido a base di ematite
TECNICA DECORATIVA: pizzicato
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
CULTURA: Atacama
REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali
FASE: Séquitur o Quitor (200-700 d.C.)
FORMA: VIII?
STATO DI CONSERVAZIONE: Presenta una sbrecciatura sul bordo superiore del collo.
NOTE: Secondo Campagner proviene dall’area di Chécar Solor. Il numero di classificazione da lui
attribuito è 6.
Vaso di fine fattura senza decorazione. Il collo è cilindrico e fortemente rigonfio, il bordo è
aggettato e le labbra sono everse. Sulla parte più sporgente del collo sono state ricavate due anse,
forse pizzicando la pasta. La cottura è avvenuta in forno riducente, ed è perfettamente controllata in
quanto non si notano ramature di nessun tipo. L’impasto e lo sgrassante sono finissimi e di color
grigio scuro. Fu realizzata, similmente alle altre, in due tempi: uno per il collo e uno per il corpo del
pezzo. Non presenta internamente nessun segno di levigatura e in generale il pezzo si presenta
uniforme al tatto.
CO
Numero: 9 NUMERO INVENTARIO: 135
OGGETTO: bottiglia funeraria
COLLEZIONE: Campagner, Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: terracotta
ICONOGRAFIA: antropomorfa
MISURE: h totale: 21,4; h interna: 20,6; h collo: 7,4; h decorazione: 4; larghezza decorazione: 4,2;
ø collo: 3,9 preso all’interno; ø massimo: 15,5 preso all’equatore; spessore giuntura collo: 0,5;
spessore collo: 0,4 preso a metà; spessore al centro del vaso: 0,4 preso all’equatore; peso: 675 gr.; ø
della base: 14,4 base bombata
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato diretto, palettato, ingobbio nero lucido a base di ematite
TECNICA DECORATIVA: pastigliato, pizzicato e incisione
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
CULTURA: Atacama
REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali
FASE: Séquitur o Quitor (200-700 d.C.)
FORMA: XA
STATO DI CONSERVAZIONE: Sbrecciature lungo il bordo superiore.
NOTE: Classificato con un’etichetta da Campagner come D-17 Séquitur, 10-12-1961.
Bottiglia funeraria che presenta due decorazioni antropomorfe, disposte a 180° sul collo, applicate
tramite la tecnica del pastigliato, le cui fattezze ricordano la forma di un volto. La escrescenza di
pasta situata sopra gli occhi rappresenta probabilmente la fronte. Il corpo della bottiglia è stato
accuratamente lisciato, come si vede anche dai segni lasciati dalla spatola sulla parte interna del
vaso. La cottura è avvenuta in maniera controllata in un forno riducente. Si sono ottenuti gli occhi,
di forma allungata, tramite incisione. Il naso è un triangolino inciso, ed è ricavato sopra i denti, che
sono tre infossamenti rotondi. Per quanto riguarda le orecchie si sono ottenute pizzicando la pasta.
Sono state poi forate ciascuna con un foro passante. La pasta del vaso è fine e di color grigio. Il
collo è cilindrico, rigonfio, con bordo aggettato e labbra sporgenti.
CO
Numero: 10 NUMERO INVENTARIO: 138
OGGETTO: bottiglia funeraria
COLLEZIONE: Campagner, Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: terracotta
ICONOGRAFIA: antropomorfa
MISURE: h totale: 16; h interna: 15,2; h collo: 4,7; h decorazione: 2,3; larghezza decorazione: 3,4;
ø collo: 3,9 preso all’interno; ø massimo: 12,3 preso all’equatore; spessore giuntura collo: 0,35;
spessore collo: 0,3 preso a metà; spessore al centro del vaso: 0,45 preso all’equatore; peso: 440 gr.;
ø della base: 11, base bombata
TECNICA DI ESECUZIONE: colombino, palettato, ingobbio nero lucido a base di ematite
TECNICA DECORATIVA: pastigliato, pizzicato
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
CULTURA: Atacama
REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali
FASE: Séquitur o Quitor (200-700 d.C.)
FORMA: XA
NOTE: Proviene dall’oasi di Séquitur. Campagner ne è presumibilmente entrato in possesso il
10/12/1961.
STATO DI CONSERVAZIONE: L’ingobbio è assai consumato. Ci sono segni di restauro sulla
base del vaso: è visibile una crepa che forse è stata ripristinata tramite un collante.
NOTE: Etichetta di Campagner: E- Alambrado de Séquitur-11-(8), riferendosi al luogo di
ritrovamento del pezzo e al numero di catalogo del medesimo.
Piccola bottiglia funeraria con decorazione antropomorfa sul collo che consiste in due teschi
stilizzati posti a 180° l’uno rispetto all’altro, alquanto grossolana come fattura. La decorazione è
assai semplice: consta unicamente di due occhi e di un cerchio che delimita il contorno del viso del
teschio stilizzato che si vuole rappresentare. Oltre a ciò, solo una bozza per la fronte completa la
decorazione. Il viso è allo stesso livello della bottiglia, ed è delimitato da un cerchio di pasta e due
sferette per gli occhi. Le orecchie, ottenute con la tecnica del pizzicato, non hanno il consueto foro
passante. Il collo della bottiglia, di fattura irregolare, è diritto e privo di labbra. La tecnica di
lavorazione del manufatto sembra essere il modellato diretto con la tecnica del colombino. La
cottura è avvenuta in forno riducente.
CO
Numero: 11 NUMERO INVENTARIO: 149
OGGETTO: bottiglia funeraria
COLLEZIONE: Campagner, Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: terracotta
ICONOGRAFIA: nessuna
MISURE: h totale: 14,7; h interna: 14; h collo: 5,2;; ø collo: 2,9 preso all’interno; ø massimo: 11,1
preso all’equatore; spessore giuntura collo: 0,7; spessore collo: 0,4 preso a metà; spessore al centro
del vaso: 0,5 preso all’equatore; peso: 480 gr.; ø della base: 12;
TECNICA DI ESECUZIONE: colombino, palettato, ingobbio nero lucido a base di ematite
TECNICA DECORATIVA: pastigliato, incisione
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
CULTURA: Atacama
REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali
FASE: Séquitur o Quitor (200-700 d.C.)
FORMA: X
STATO DI CONSERVAZIONE: Presenta un foro nella parte basale che è stato rincollato. Sul
bordo del collo presenta delle sbrecciature.
NOTE: Un’etichetta porta le seguenti informazioni: A-Soncor 14, il numero si riferisce alla
catalogazione curata precedentemente da Campagner.
Bottiglia funeraria priva di decorazioni. L’ingobbio nero lucido è stato steso con molta cura, però
verso la base del vaso affiorano delle ramature dovute forse a consunzione. Il collo è leggermente
svasato e grosso come spessore, è stato costruito contemporaneamente al corpo della bottiglia e
forse la fattura è avvenuta per modellato diretto a colombino, come sembrerebbe indicare anche
l’elevato peso del manufatto in relazione alla sua altezza. Questa bottiglia non presenta
internamente nessun segno di levigatura ed è regolare al tatto sul corpo. Presenta sul collo due anse
assai grandi e con dei forellini. Data la loro dimensione è probabile che siano state ricavate tramite
un’applicazione di pasta piuttosto che con il pizzicato, che è la tecnica più comune per la
lavorazione delle anse in questi vasi. L’impasto è di color grigio scuro, lo sgrassante usato è di tipo
fine e la cottura è uniforme ed è avvenuta in forno riducente.
CO
Numero: 12 NUMERO INVENTARIO: 139
OGGETTO: bottiglia funeraria
COLLEZIONE: Campagner, Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: terracotta
ICONOGRAFIA: antropomorfa
MISURE: h totale: 19,5; h interna: 19,2; h collo: 6; h decorazione: 2,7 e 2,5; larghezza
decorazione: 3 e 3,1; ø collo: 3 preso all’interno; ø massimo: 15,7 preso all’equatore; spessore
giuntura collo: 0,75; spessore collo: 0,55 preso a metà; spessore al centro del vaso: 0,5 preso
all’equatore; peso: 820 gr.; ø della base: base bombata 15
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato diretto, palettato, ingobbio nero lucido a base di ematite
TECNICA DECORATIVA: pizzicato, incisione
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
CULTURA: Atacama
REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali
FASE: Séquitur o Quitor (200-700 d.C.)
FORMA: XB
STATO DI CONSERVAZIONE: L’ingobbio è molto consumato. Presenta tre principali
sbrecciature sul corpo.
NOTE: Proviene dall’oasi di Séquitur. Campagner ne è presumibilmente entrato in possesso il
10/12/1961.
Bottiglia funeraria che presenta sul collo due teschi umani stilizzati, disposti l’uno rispetto all’altro
a 180°, tale decorazione è stata ottenuta incidendo due tondi regolari per gli occhi e tre per la bocca.
Non ci sono segni di pastigliato. Le orecchie, ottenute pizzicando la pasta, sono state, prima della
cottura, perforate in modo da ottenere su ognuna un foro passante. Il collo è di forma cilindrica,
rigonfio e con le labbra sporgenti e il bordo aggettato. La pasta è fine e di colore grigio. La cottura è
uniforme ed è avvenuta in forno riducente. Il corpo dell’intero vaso è stato ottenuto con una tecnica
mista di modellato diretto e palettato, infatti è regolare al tatto e levigato. Il collo è stato costruito
con la stessa tecnica e assemblato in un secondo tempo.
CO
Numero: 13 NUMERO INVENTARIO: 130
OGGETTO: bottiglia funeraria
COLLEZIONE: Campagner, Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: terracotta
ICONOGRAFIA: antropomorfa
MISURE: h totale: 17,9; h interna: 17,5; h collo: 6; h decorazione: 2,9; larghezza decorazione: 2,8
e 2,5; ø collo: 2,7 preso all’interno; ø massimo: 12,4 preso all’equatore; spessore giuntura collo:
0,8; spessore collo: 0,4 preso a metà; spessore al centro del vaso: 0,5 preso all’equatore; peso: 510
gr.; ø della base: 12,6
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato diretto, palettato, ingobbio nero lucido a base di ematite
TECNICA DECORATIVA: pizzicato, incisione
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
CULTURA: Atacama
REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali
FASE: Séquitur o Quitor (200-700 d.C.)
FORMA: XB
STATO DI CONSERVAZIONE: Buono stato di conservazione anche se il lucido dell’ingobbio
non sempre è visibile.
NOTE: Campagner ha classificato questo pezzo come E-Alambrado de Séquitur-11 (3). La dicitura
si riferisce al luogo di ritrovamento.
Bottiglia funeraria che presenta sul collo due volti umani stilizzati e disposti l’uno rispetto all’altro
a 180°. La fronte dei volti sembra ricavata spingendo l’impasto verso l’esterno. Per gli avvallamenti
degli occhi e della bocca che completano la decorazione si intuisce che sono stati ottenuti
esercitando una pressione, probabilmente manuale usando solo le dita, volta a creare il vuoto nella
parte interna del collo. Le orecchie, pizzicate dall’impasto, sono state perforate per ottenere un foro
passante.
L’impasto del vaso è grigio scuro e assai fine. La cottura è uniforme ed è avvenuta in forno
riducente. Il corpo dell’intero vaso è stato lavorato con una tecnica mista di modellato diretto e
palettato, come sembra indicare la regolarità che presenta al tatto. Il collo è stato assemblato in un
secondo tempo. Su di esso, internamente, non ci sono le consuete striature. Inoltre è cilindrico,
rigonfio, con bordo aggettato e labbro sporgente.
CO
Numero: 14 NUMERO INVENTARIO: 133
OGGETTO: bottiglia funeraria
COLLEZIONE: Campagner, Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: terracotta
ICONOGRAFIA: antropomorfa
MISURE: h totale: 20,4; h interna: 19,8; h collo: 5,6; h decorazione: 2,2 e 2; larghezza
decorazione: 2,8; ø collo: 3,6 preso all’interno; ø massimo: 15,5 preso all’equatore; spessore
giuntura collo: 0,7; spessore collo: 0,45 preso a metà; spessore al centro del vaso: 0,35 preso
all’equatore; peso: 620 gr.; ø della base: base bombata 15,3
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato diretto, palettato, ingobbio nero lucido a base di ematite
TECNICA DECORATIVA: pastigliato, pizzicato ed incisione
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
CULTURA: Atacama
REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali
FASE: Séquitur o Quitor (200-700 d.C.)
FORMA: X
STATO DI CONSERVAZIONE: La patina nera è consumata attorno al collo, che è pure
sbrecciato. Per il resto lo stato di conservazione è buono.
NOTE: Classificato da Campagner come Alambrado de Séquitur-11.
Bottiglia funeraria che presenta sul collo due teschi stilizzato posti a 180° l’uno rispetto all’altro
ottenuti tramite la tecnica del pastigliato, dell’incisione e del pizzicato per le orecchie. Quest’ultime
sono inoltre perforate, ciascuna con un foro passante, che permette la presa della bottiglia. La pasta
è fine e di colore grigio. La cottura è avvenuta in forno riducente. Il corpo dell’intero vaso è stato
ottenuto con la tecnica del modellato diretto e palettato. Il collo, assemblato in un secondo
momento, è assai irregolare e internamente non ci si è curati di togliere le escrescenze di pasta che
avanzarono dopo che l’applicazione fu effettuata. Esternamente sul corpo del vaso si vedono delle
striature sull’ingobbio: quest’ultimo potrebbe essere stato applicato in maniera frettolosa. É visibile
il senso in cui è stato steso, dal basso verso l’alto. I teschi, pastigliati e applicati, presentano tre
avvallamenti circolari (ottenuti tramite pressione, esercitata presumibilmente con le dita o uno
strumento ligneo dalla punta arrotondata) per gli occhi e due per la bocca. L’applicazione di questo
pastigliato è assai curata perché è perfettamente integrato con il resto della bottiglia e non si notano
le giunture. Il collo è cilindrico, rigonfio con bordo aggettato e labbro sporgente.
CO
Numero: 15 NUMERO INVENTARIO: 141
OGGETTO: bottiglia funeraria
COLLEZIONE: Campagner, Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: terracotta
ICONOGRAFIA: antropomorfa
MISURE: h totale: 20,3; h interna: 19,7; h collo: 5,5; h decorazione: 2,2; larghezza decorazione:
2,6; ø collo: 4,1 preso all’esterno; ø massimo: 14,6 preso all’equatore; spessore giuntura collo: 0,85;
spessore collo: 0,45 preso a metà; spessore al centro del vaso: 0,4 preso all’equatore; peso: 590 gr.;
ø della base: base poco bombata 14,5
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato diretto, palettato, ingobbio nero lucido a base di ematite
TECNICA DECORATIVA: pizzicato ed incisione
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
CULTURA: Atacama
REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali
FASE: Séquitur o Quitor (200-700 d.C.)
FORMA: XB
STATO DI CONSERVAZIONE: La patina nera verso il fondo è consumata. Per il resto il reperto
è ben conservato.
NOTE: Etichetta con la seguente indicazione: E-Alambrado de Séquitur 11, a segnalare il numero
progressivo riferito al sistema di catalogazione di Campagner e il luogo di ritrovamento.
Bottiglia funeraria sul cui collo sono stati incisi occhi e bocca che rappresentano dei teschi sui lati
del collo, in modo che essi risultino disposti a 180° l’uno rispetto all’altro. La decorazione è stata
ottenuta esercitando una pressione della pasta verso l’interno del collo, dove sono visibili i
rigonfiamenti causati da tale pressione. Fungono da anse le due orecchie, asimmetriche l’una
rispetto all’altra, collocate per completare la decorazione. Queste, inoltre, si allargano leggermente
verso il basso e presentano un foro passante a guisa di orecchino. La pasta e lo sgrassante utilizzati
per la realizzazione di questo vaso sono di tipo fine. La cottura è avvenuta in forno riducente, e pur
essendo uniforme, sul corpo del vaso compaiono delle ramature, specialmente sul collo e sulle
spalle. Il collo non è stato lavorato assieme al corpo della bottiglia ma è stato applicato
successivamente. L’intero vaso è stato ottenuto con una tecnica mista di modellato diretto e
palettato. Per quanto riguarda la tecnica con cui si sono ottenute le orecchie, è possibile che invece
del più comune pizzicato, qui si sia usato il pastigliato, perché sulla parte interna del collo all’analisi
al tatto si nota un rilievo forse lasciato dall’applicazione della pasta usata per realizzare (tramite
pressione) l’ansa sull’esterno di detto vaso. La pasta è di colore grigio. Il collo è cilindrico, e si
presenta rigonfio con bordo aggettato e labbro sporgente.
CO
Numero: 16 NUMERO INVENTARIO: 132
OGGETTO: bottiglia funeraria
COLLEZIONE: Campagner, Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: terracotta
ICONOGRAFIA: antropomorfa
MISURE: h totale: 17,7; h interna: 17; h collo: 5,5; h decorazione: 2,6; larghezza decorazione: 2,7;
ø collo: 4,2 preso all’esterno; ø massimo: 13,4 preso all’equatore; spessore giuntura collo: 1;
spessore collo: 0,5 preso a metà; spessore al centro del vaso: 0,4 preso all’equatore; peso: 630 gr.; ø
della base: base poco bombata 14,5
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato diretto, palettato, ingobbio nero lucido a base di ematite
TECNICA DECORATIVA: pastigliato, pizzicato ed incisione
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
CULTURA: Atacama
REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali
FASE: Séquitur o Quitor (200-700 d.C.)
FORMA: XB
STATO DI CONSERVAZIONE: Buono stato di conservazione. L’ingobbio presenta delle
sottilissime crepe lungo tutto il corpo del vaso.
NOTE: Etichetta con le seguenti indicazioni: E-Alambrado de Séquitur-11 (5), che si riferisce al
luogo di ritrovamento e al numero progressivo di catalogazione.
Bottiglia funeraria che presenta sul collo due teschi stilizzati disposti a 180° l’uno rispetto all’altro,
ottenuti tramite la tecnica del pastigliato, dell’incisione e del pizzicato per le orecchie. Quest’ultime
sono inoltre perforate, ciascuna con un foro passante, che permette la presa della bottiglia. In questo
vaso esse hanno una forma allargata verso il basso e il foro cade su questa parte più ampia a guisa di
orecchino. La pasta è assai fine e di colore grigio. La cottura è uniforme ed è avvenuta in forno
riducente. Il collo è stato lavorato separatamente rispetto al corpo (come sappiamo dall’indagine
radiologica), ma non si nota all’analisi al tatto alcuna escrescenza sulla parte interna del pezzo nel
punto di giuntura con il corpo, da cui si desume che il ceramista dominava perfettamente la tecnica
di fabbricazione.
La decorazione, avvenuta a pastigliato, è stata applicata con grande cura: sembra sorgere
direttamente dalla pasta e sono invisibili i segni di giuntura. L’iconografia è molto stilizzata, consta
di due avvallamenti ottenuti tramite pressione per gli occhi e tre per la bocca. Il corpo del vaso è
liscio ed uniforme al tatto, è stata usata la tecnica del modellato diretto e del palettato sia per il collo
che per la parte restante. Il collo è cilindrico, rigonfio con bordo aggettato e labbra sporgenti.
CO
Numero: 17 NUMERO INVENTARIO: 128
OGGETTO: bottiglia funeraria
COLLEZIONE: Campagner, Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: terracotta
ICONOGRAFIA: antropomorfa
MISURE: h totale: 21; h interna: 21,7; h collo: 6,5; h decorazione: 2,5; larghezza decorazione: 2,4;
ø collo: 2,5 preso all’interno, 3,8 preso al bordo; ø massimo: 13,4 preso all’equatore; spessore
giuntura collo: 0,4; spessore collo: 0,4 preso a metà; spessore al centro del vaso: 0,4 preso
all’equatore; peso: 525 gr.; ø della base: base poco bombata 12,5
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato diretto, palettato, ingobbio nero lucido a base di ematite
TECNICA DECORATIVA: pizzicato ed incisione
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
CULTURA: Atacama
REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali
FASE: Séquitur o Quitor (200-700 d.C.)
FORMA: XB
STATO DI CONSERVAZIONE: La bottiglia è leggermente consumata ma non sbrecciata. Buono
stato di conservazione.
NOTE: Etichetta con le seguenti indicazioni: E-Alambrado de Séquitur-11 (6), che si riferisce al
luogo di ritrovamento e al numero progressivo di catalogazione.
Bottiglia funeraria che presenta sul collo due teschi altamente stilizzati disposti a 180° l’uno rispetto
all’altro: la decorazione si riduce a quattro avvallamenti equidistanti tra di loro. Due orecchie,
ottenute con la tecnica del pastigliato, completano il teschio e fungono anche da anse alla bottiglia.
Le orecchie presentano delle incisioni circolari. Lo spessore del collo è più rilevante rispetto a
quello degli altri vasi per permettere una decorazione che ne sfrutti tutto lo spessore. Sulla parte
interna del collo sono visibili quattro rigonfiamenti in corrispondenza con gli avvallamenti esterni,
ottenuti tramite pressione esercitata forse con un bastoncino ligneo, oppure dalle stesse dita
dell’artigiano. Il collo della bottiglia è cilindrico con bordo aggettato e labbra sporgenti. Il corpo è
stato forgiato tramite modellato diretto e palettato.
L’impasto usato è fine, di color grigio scuro, e l’ingobbio, caratteristico di questa ceramica, a base
di ematite, è stato lisciato fino ad ottenere il caratteristico effetto lucido e compatto. La cottura,
perfetta, è avvenuta in forno riducente.
CO
Numero: 18 NUMERO INVENTARIO: 129
OGGETTO: bottiglia funeraria
COLLEZIONE: Campagner, Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: terracotta
ICONOGRAFIA: antropomorfa
MISURE: h totale: 17,2; h interna: 17; h collo: 4,5; h decorazione: 2,1 e 2,4; larghezza
decorazione: 2,7; ø collo: 3,1 preso all’interno, 4,5 preso al bordo; ø massimo: 14,2 preso
all’equatore; spessore giuntura collo: 0,9; spessore collo: 0,35 preso a metà; spessore al centro del
vaso: 0,35 preso all’equatore; peso: 480 gr.; ø della base: base poco bombata 13,2
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato diretto, palettato, ingobbio nero lucido a base di ematite
TECNICA DECORATIVA: pastigliato, pizzicato ed incisione
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
CULTURA: Atacama
REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali
FASE: Séquitur o Quitor (200-700 d.C.)
FORMA: XB
STATO DI CONSERVAZIONE: La decorazione di una delle due parti è più bassa rispetto
all’altra. Patina nera opacizzata.
NOTE: Etichetta con le seguenti indicazioni: E-Alambrado de Séquitur-11 (10), che si riferisce al
luogo di ritrovamento e al numero progressivo di catalogazione.
Bottiglia funeraria che presenta sul collo due teschi stilizzati, disposti a 180° uno rispetto all’altro,
ottenuti con la tecnica del pastigliato, dell’incisione e del pizzicato per le orecchie. Queste poi sono
state perforate con uno strumento cilindrico in modo da ottenere un foro passante su ciascuna. La
decorazione in questo vaso è asimmetrica, da un lato è posta più in alto che dall’altro. La
decorazione infine consiste in un’applicazione di pastigliato, dove sono stati ricavati tramite
pressione due avvallamenti per gli occhi e tre per la bocca, perfettamente circolari. Questa pressione
esercitata all’esterno ha provocato internamente al vaso dei rigonfiamenti. Il collo è stato applicato
in maniera molto grossolana. Il corpo della bottiglia è stato presumibilmente lavorato a modellato
diretto e palettato. L’impasto usato è grigio, fine e l’ingobbio, a base di ematite, e dal caratteristico
aspetto nero lucido, è consumato e vi affiorano delle venature grigie in alcuni punti. La cottura è
perfetta ed è avvenuta in forno riducente. Il collo è cilindrico, rigonfio, con bordo aggettato e labbro
sporgente.
CO
Numero: 19 NUMERO INVENTARIO: 142
OGGETTO: bottiglia funeraria
COLLEZIONE: Campagner, Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: terracotta
ICONOGRAFIA: antropomorfa
MISURE: h totale: 21,2; h interna: 20,7; h collo: 6,6; h decorazione: 3 e 2,7; larghezza
decorazione: 3 e 2,6; ø collo: 3,6 preso all’interno, 5,1 preso al bordo; ø massimo: 18,6 preso
all’equatore; spessore giuntura collo: 0,9; spessore collo: 0,35 preso a metà; spessore al centro del
vaso: 0,35 preso all’equatore; peso: 760 gr.; ø della base: base bombata 20
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato diretto, palettato, ingobbio nero lucido a base di ematite
TECNICA DECORATIVA: pastigliato, pizzicato ed incisione
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
CULTURA: Atacama
REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali
Séquitur o Quitor (200-700 d.C.)
FASE: FORMA: XB
STATO DI CONSERVAZIONE: Mancante di un orecchio e con una macchia bianca sul collo,
dovuta al gesso con cui è stato effettuato un primo intervento restauro. Inoltre si possono notare
varie incollature: la più lunga riguarda una crepa che corre lungo l’equatore del vaso fino alla
giuntura del collo.
Bottiglia funeraria che presenta sul collo come decorazione due volti stilizzati disposti a 180° l’uno
rispetto all’altro, ottenuti con la tecnica del pastigliato e dell’incisione.
Per le orecchie, che completano il viso, si è ricorsi invece alla tecnica del pizzicato. Esse sono state
poi forate in modo da ottenere su ciascuna un foro passante. I teschi presentano degli occhi circolari
sporgenti e cavi, le incisioni che stilizzano la bocca sono oblunghe e anch’esse leggermente
sporgenti e cave. La bottiglia è fortemente bombata, il corpo presenta delle irregolarità al tatto nel
senso orizzontale che rivelano un’imperfetta fattura a modellato diretto e palettato. Il collo,
clindrico, rigonfio con bordo aggettato e labbro sporgente, è stato applicato in maniera grossolana
dopo la fattura del corpo. L’impasto della bottiglia è di color grigio scuro, le striature bianche che
compaiono non sono traccia dell’impasto che affiora ma il gesso del restauro che fu applicato e poi
mascherato con una vernice nera la quale, in seguito, essendosi consumata, ha lasciato affiorare il
bianco. La pasta è di grana fine, come lo sgrassante usato. L’ingobbio è stato steso in maniera
uniforme. Sulla decorazione che è rimasta intatta si nota una grande venatura rossa sull’ingobbio,
dovuta forse a un difetto di cottura. Il vaso è stato cotto in forno riducente.
CO
Numero: 20 NUMERO INVENTARIO: 145
OGGETTO: bottiglia funeraria
COLLEZIONE: Campagner, Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: terracotta
ICONOGRAFIA: antropomorfa
MISURE: h totale: 20,5; h interna: 19,6; h collo: 6,9; h decorazione: 4; larghezza decorazione: 4,2
e 4,5; ø collo: 6,2 preso all’interno, 7,5 preso al bordo; ø massimo: 15,9 preso all’equatore; spessore
giuntura collo: 0,45; spessore collo: 0,4 preso a metà; spessore al centro del vaso: 0,4 preso
all’equatore; peso: 790 gr.; ø della base: poco bombata 13
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato diretto, palettato, ingobbio nero lucido a base di ematite
TECNICA DECORATIVA: pastigliato, pizzicato ed incisione
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
CULTURA: Atacama
REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali
FASE: Séquitur o Quitor (200-700 d.C.)
FORMA: XA
STATO DI CONSERVAZIONE: Il reperto presenta sbrecciature in vari punti sul bordo del collo
e sulla base. L’ingobbio è consumato e su di esso ci sono varie crepe.
Bottiglia funeraria di fine fattura con due teschi stilizzati sul collo disposti a 180° uno rispetto
all’altro e delle anse come orecchie ottenute con la tecnica del pizzicato. Quest’ultime inoltre sono
state perforate con uno strumento cilindrico in modo da ottenere su ciascuna un foro passante.
Sono diverse tra loro: una è collocata più in alto dell’altra ed più arrotondata, l’altra, collocata più in
basso, ha un profilo più aguzzo. Per quanto riguarda la decorazione, il pastigliato è modellato per
circoscrivere l’ovale del viso, con il relativo bozzo che rappresenta la fronte, la bocca e gli occhi. Il
resto del viso è allo stesso livello del collo e ha dunque lo stesso spessore di quest’ultimo. Cinque
fessure verticali rappresentano la bocca ed un piccolo foro il naso. Gli occhi infine sono due cerchi
sporgenti e cavi. Il collo, forse applicato successivamente alla fattura della bottiglia, è svasato,
cilindrico e non presenta labbra.
Al suo interno si possono vedere delle striature lasciate probabilmente dalla spatola livellatrice
usata per la fattura del vaso, che è stato interamente forgiato con la tecnica del modellato a mano e
del palettato. L’impasto è di tipo fine e di color grigio scuro. La cottura è perfetta ed è avvenuta in
forno riducente. Le decorazioni non sono state collocate in maniera simmetrica. L’ingobbio è lucido
ed abbastanza intatto.
CO
Numero: 21 NUMERO INVENTARIO: 146
OGGETTO: bottiglia funeraria
COLLEZIONE: Campagner, Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: terracotta
ICONOGRAFIA: antropomorfa
MISURE: h totale: 19,8; h interna: 19,4; h collo: 6,8; h decorazione: 3,7; larghezza decorazione:
4,3; ø collo: 5,9 preso all’interno, 7,8 preso al bordo; ø massimo: 14,5 preso all’equatore; spessore
giuntura collo: 0,65; spessore collo: 0,45 preso a metà; spessore al centro del vaso: 0,40 preso
all’equatore; peso: 770 gr.; ø della base: bombata 13
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato diretto, palettato, ingobbio nero lucido a base di ematite
TECNICA DECORATIVA: pastigliato, pizzicato ed incisione
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
CULTURA: Atacama
REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali
FASE: Séquitur o Quitor (200-700 d.C.)
FORMA: XA
STATO DI CONSERVAZIONE: Buono stato di conservazione. La patina dell’ingobbio nero è
molto uniforme. Non ci sono segni di restauro né crepe.
NOTE: Campagner lo classificò come I-Chécar 2.
Bottiglia funeraria di fine fattura che presenta sul collo due teschi stilizzati ottenuti con la tecnica
del pastigliato, dell’incisione e del pizzicato per le orecchie.
Questo vaso presenta una fattura particolarmente accurata. Il pastigliato dei teschi è stato plasmato
in modo da non avere in rilievo tutto il viso ma solo il suo contorno (leggermente a cuore nella parte
superiore, e con una bozza che rappresenta la fronte), contorno che si ispessisce in basso come per
creare un mento prominente su cui sono incisi tre segmenti verticali che stilizzano la bocca. Gli
occhi sono dei cerchi di pasta in rilievo e cavi. Un altro elemento distintivo è il collo che è svasato e
senza labbra. Esso inoltre è stato applicato successivamente alla fattura del vaso, pur essendo stato
forgiato con la stessa tecnica, cioè un misto di modellato diretto e palettato. Le orecchie presentano
su ciascuna un foro passante. L’impasto è di color grigio scuro, come si nota anche dalle
sbrecciature sul corpo del vaso da dove questo affiora. È inoltre di tipo fine, come anche lo
sgrassante utilizzato. La cottura è perfettamente uniforme, come si può osservare anche dalla
bellezza dell’ingobbio, ed è avvenuta in forno riducente.
CO
Numero: 22 NUMERO INVENTARIO: 144
OGGETTO: bottiglia funeraria
COLLEZIONE: Campagner, Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: terracotta
ICONOGRAFIA: antropomorfa
MISURE: h totale: 19,1; h interna: 18,5; h collo: 7; h decorazione: 3,3; larghezza decorazione: 3,3;
ø collo: 5,85 preso all’interno; ø massimo: 16 preso all’equatore; spessore giuntura collo: 0,3;
spessore al centro del vaso: 0,35; peso: 570 gr; ø della base: bombata 15,5
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato diretto, palettato, ingobbio nero lucido a base di ematite
TECNICA DECORATIVA: pastigliato, pizzicato e incisione
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
CULTURA: Atacama
REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali
FASE: Séquitur o Quitor (200-700 d.C.)
FORMA: XA
STATO DI CONSERVAZIONE: Lo stato di conservazione dell’ingobbio e della decorazione
sono buoni, anche se il vaso evidentemente era rotto nella parte basale dove incollature e un foro.
Sul collo, invece, troviamo un lato completamente spezzato di cui si è recuperato e riattaccato solo
un piccolo pezzo.
NOTE: Una nota di Campagner classifica questo vaso come I-Chécar 6.
Bottiglia funeraria di fine fattura con due teschi stilizzati sul collo disposti a 180° uno rispetto
all’altro e delle anse come orecchie ottenute con la tecnica del pizzicato. Le orecchie presentano su
ciascuna un foro passante. I teschi presentano degli occhi circolari sporgenti e cavi, e delle incisioni
che stilizzano la bocca. L’impasto è di color grigio scuro, come si nota anche dalle sbrecciature sul
corpo del vaso da dove questo affiora. È inoltre di tipo fine, com’anche lo sgrassante utilizzato. La
cottura è perfettamente uniforme, come si può osservare anche dalla bellezza dell’ingobbio, ed è
avvenuta in forno riducente. Il collo è cilindrico, rigonfio, con bordo aggettato e labbro sporgente.
CO
Numero: 23 NUMERO INVENTARIO: 225
OGGETTO: ciotola
COLLEZIONE: Campagner, Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: terracotta
ICONOGRAFIA: geometrica a doppio zigzag11
MISURE: h totale: 10; h interna: 8,7; h decorazione: 5,5; larghezza decorazione: tuttotondo; ø
bocca: 17,2 preso all’interno, 18,3 preso al bordo; ø massimo: 18,3; spessore giuntura bocca: 0,9;
spessore al centro del vaso: 0,9; peso: 675 gr.; ø della base: concava 20,2
TECNICA DI ESECUZIONE: colombino
TECNICA DECORATIVA: pittura
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
CULTURA: Diaguita cilena
REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali
FASE: Diaguita classica (1300-1500)
FORMA: 5 (vedi nota)
STATO DI CONSERVAZIONE: Presenta una sbrecciatura lungo il bordo superiore e tre lungo la
decorazione. Le screziature nere sono dovute forse a tracce di sporcizia.
NOTE: Acquisito a La Serena città, 15/03/1961.
Ciotola di corpo cilindrico con bordo del labbro rotondo e base concava. La decorazione è data da
disegni geometrici a linee a doppio zigzag con volute, di colore bianco opaco, rosso lucido e
cenerino su una fascia alta 5,5 cm. Lo sfondo è di nuovo di color cenerino. È modellata ad anelli
concentrici sovrapposti. L’impasto e lo sgrassante utilizzati sono di tipo fine, il nucleo della pasta è
di color mattone grigio e la superficie della ciotola è stata levigata. Internamente è verniciata di
bianco opaco. La cottura si presenta perfettamente uniforme. La base della ciotola sembra essere
stata divisa dalla decorazione da un bordo arancione sottilissimo.
CO
11 Si veda la fig. 9 per il tipo di forma e 21 per la decorazione in Luis E. Cornejo, El plato zoomorfo diaguita:
variabilidad y especifidad, "Boletín del Museo Chileno de Arta Precolombino", n.3, pp. 47-80, 1989, Santiago del
Chile.
Numero: 24 NUMERO INVENTARIO: 224
OGGETTO: ciotola
COLLEZIONE: Campagner, Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: terracotta
ICONOGRAFIA: geometrica a onde12
TECNICA DI ESECUZIONE: colombino
MISURE: H TOTALE: 7
H INTERNA: 5,8
TECNICA DECORATIVA: pittura
H DECORAZIONE: 4,4
LARGHEZZA DECORAZIONE: tuttotondo
Ø BOCCA: 13,6 preso all’esterno, all’interno 14,5
Ø MASSIMO: 15,2 preso all’equatore
SPESSORE DELLA BOCCA: 0,3
SPESSORE AL CENTRO DEL VASO: 0,6 preso alla base
PESO: 350 gr.
Ø DELLA BASE: bombata 15
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
CULTURA: Diaguita cilena
REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali
FASE: Diaguita classica (1300-1500)
FORMA: 3 (vedi nota)
NOTE: Acquisito a La Serena città, 15/03/1961.
STATO DI CONSERVAZIONE: Buono stato di conservazione. La patina color panna interna é
rovinata, di conseguenza affiora il grigio dell’impasto base. Anche la pittura risente degli effetti del
tempo essendo sbiadita in svariati punti.
12 Si veda la fig. 9 per il tipo di forma e 21 per la decorazione in Luis E. Cornejo, El plato zoomorfo diaguita:
variabilidad y especifidad, "Boletín del Museo Chileno de Arta Precolombino", n.3, pp. 47-80, 1989, Santiago del
Chile.
Ciotola di corpo globulare con bordo montante e labbro rotondo, la base è concava. La decorazione
è posta su di una fascia di 4,5 cm. di altezza con una teoria di tre zone formata da altrettante onde
marine a linee bianche su fondo cenere e rosso mattone di disegno geometrico. Modellata ad anelli
concentrici sovrapposti. L’impasto è di tipo fine, come lo sgrassante utilizzato. Il nucleo della pasta
è di color mattone chiaro. La cottura è perfetta. La base è dipinta di color mattone.
CO
Numero: 25 NUMERO INVENTARIO: 223
OGGETTO: ciotola
COLLEZIONE: Campagner, Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: terracotta
ICONOGRAFIA: geometrica13
MISURE: h totale: 7,5; h interna: 6,4; h decorazione: 4,8; larghezza decorazione: tuttotondo; ø
bocca: 17,8 preso all’interno, 17,4 preso al bordo; ø massimo: 19; spessore giuntura bocca: 0,3;
spessore al centro del vaso: 0,4; peso: 550 gr.; ø della base: concava, 18
TECNICA DI ESECUZIONE: colombino
TECNICA DECORATIVA: pittura
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
CULTURA: Diaguita cilena
REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali
FASE: Diaguita classica (1300-1500)
FORMA: 4 (vedi nota)
NOTE: Acquisito a La Serena città, 15/03/1961.
STATO DI CONSERVAZIONE: Il reperto è stato rincollata in sei punti. Lo stato della pittura
interna e della base è buono. Il fregio è consunto, ci sono molte sbrecciature e una chiazza bianca
piuttosto grande a forma di triangolo dovuta forse a un primo intervento di restauro effettuato con
una pasta gessosa. La pittura è leggermente graffiata all’interno della ciotola. Ci sono inoltre delle
macchie nere.
Ciotola con le pareti del corpo leggermente inclinate verso la bocca, con bordo a labbro piatto e
base concava. È stata lavorata a colombino. L’impasto (com’anche lo sgrassante) è fine e di color
grigio mattone. Il pezzo è stato levigato quindi verniciato di rosso cupo internamente, esternamente
invece è dipinto sulla base concava e lungo il labbro. La fascia decorata ha uno sfondo bianco
sporco su cui si staglia la decorazione a linee nere, direzionate in maniera diversa tra di loro, divise
in zone triangolari. La cottura è perfetta. CO
13 Si veda la fig. 9 per il tipo di forma e 16 grosso modo per la decorazione in Luis E. Cornejo, El plato zoomorfo
diaguita: variabilidad y especifidad, "Boletín del Museo Chileno de Arta Precolombino", n.3, pp. 47-80, 1989, Santiago
del Chile.
Numero: 26 NUMERO INVENTARIO: 84
OGGETTO: vaso con manico laterale
COLLEZIONE: Campagner, Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: terracotta
ICONOGRAFIA: geometrica
MISURE: h totale: 8,2 compreso il manico, 6,5 senza il manico; h interna: 6,3; h collo: 1,5; h
decorazione: tuttotondo; ø collo: 2 preso all’interno, 3,4 preso all’esterno; ø massimo: 5,9 preso
all’equatore; spessore giuntura collo: 0,15; spessore al centro del vaso: 0,1 preso all’equatore; peso:
87 gr. ; ø della base: 3,2
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato a mano?
TECNICA DECORATIVA: pittura
AREA: Ande meridionali
STATO: Bolivia
REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali
PERIODO: Intermedio Tardo (1000-1450)
NOTE: proviene dalla necropoli di Catarpe
STATO DI CONSERVAZIONE: Il pezzo presenta alcune rotture e incollature all’attaccatura di
entrambe le estremità del manico. Quest’ultimo presenta un foro alla sua estremità superiore. È
rincollato anche sulla pancia verso la base. L’orlo del collo è sbrecciato.
Vaso miniatura di piccole dimensioni: la forma è globulare ed è completa di beccuccio e manico. Le
labbra dell’anfora sono svasate. L’impasto è fino e di color grigio scuro. La cottura è perfetta. La
superficie, dopo essere stata levigata, è stata verniciata di color cenerognolo: sopra a questa base
inoltre si sono dipinte delle linee rette e curve di diverso spessore che decorano tutto il corpo
dell’anfora e che continuano anche sopra la svasatura delle labbra. Si possono individuare due fasce
decorative principali separate e delimitate da grosse strisce orizzontali. La più grande presenta oltre
alle linee ondulate una sorta di occhi stilizzati, invece l’altra fascia, più sottile posta sulle spalle del
vaso, è costituita semplicemente da linee ondulate. Il manico, di forma triangolare, è anch’esso
decorato con strisce orizzontali nere.
Questo vaso proviene dalla zona centro meridionale della Bolivia: la presenza di ceramica boliviana
nelle necropoli di Atacama è frequente soprattutto a partire dalle fasi Yaye e Solor dello sviluppo
locale (950-1470 d.C.). CO
Numero: 27 NUMERO INVENTARIO: 72
OGGETTO: vaso
COLLEZIONE: Campagner, Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: terracotta
ICONOGRAFIA: geometrica e antropomorfa
MISURE: h totale: 15,6; h interna: 15,4; h collo: 5; h decorazione: del pastigliato 2; larghezza
decorazione: del pastigliato 1,8; ø collo: 4,6 preso all’esterno, all’interno 3; ø massimo: 12 preso
all’equatore; spessore giuntura collo: 0,7; spessore al centro del vaso: 0,350 preso all’equatore;
peso: 630 gr.; ø della base: 7,1
TECNICA DI ESECUZIONE: mista di palettato e modellato diretto
TECNICA DECORATIVA: pittura, incisione, pizzicato e pastigliato
AREA: Ande meridionali
STATO: Bolivia?
REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali
PERIODO: Intermedio Tardo? (1000-1450)
STATO DI CONSERVAZIONE: Presenta diverse scheggiature sul corpo e incrostazioni, forse di
sporco. Il reperto è stato rincollato. Gran parte del collo non si è conservata. La pittura inoltre è
scomparsa in molti punti.
NOTE: proviene dalla zona del Callejón de Larrache.
Vaso fittile che rappresenta una figura umana, il cui corpo è costituito dal corpo del vaso e la testa è
ricavata sul collo del medesimo tramite la tecnica del pastigliato e dell’incisione. Per le orecchie
invece, poste sul collo, si è usata la tecnica del pizzicato. Due grandi anse, infine, poste
sull’equatore del vaso in posizione non laterale ma leggermente spostate verso il davanti,
completano il vaso esplicando una funzione prensile e decorativa. Esse, infatti, rappresentano le
braccia della figura umana che si vuole rappresentare. Il vaso, di terracotta a base piatta, è stato
costruito con il sistema del palettato e del modellato diretto. Lo sgrassante e l’impasto usato sono di
tipo fine, il nucleo di quest’ultimo si presenta di color rosso mattone. La cottura è uniforme e il
corpo del vaso si presenta levigato e dipinto di un color rosso vivo su cui si staglia una decorazione
a linee geometriche circolari e rettilinee di color nero. Le linee continuano anche sulle braccia e sul
vaso della figura antropomorfa. Per la realizzazione del viso si è ricorsi, come si è già detto, alla
tecnica del pastigliato che è servita per creare il rilievo del naso. La bocca è assente e gli occhi e il
naso sono stati semplicemente incisi. Le orecchie, dopo essere state pizzicate in una forma che si
allarga verso il basso, sono state forate, come si vede da quella che ci è rimasta. Le anse sono state
probabilmente modellate a stampo e poi attaccate.
CO
Numero: 28 NUMERO INVENTARIO: 79
OGGETTO: anfora
COLLEZIONE: Campagner, Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: terracotta
ICONOGRAFIA: geometrica
MISURE: h totale: 12,1; h interna: 11; h collo: 5,7; h decorazione: tuttotondo; larghezza
decorazione: tuttotondo; ø collo: 8,3 preso all’esterno, all’interno 6,1; ø massimo: 9,2; spessore del
collo: 0,3 preso a metà; spessore al centro del vaso: 0,7 preso all’equatore; peso: 265 gr.; ø della
base: 4,5
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato diretto
TECNICA DECORATIVA: pittura
AREA: Ande meridionali
STATO: Bolivia
REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali
TIPO: Hedionda
PERIODO: Intermedio Tardo (1000-1450)
STATO DI CONSERVAZIONE: Il vaso si presenta in buono stato di conservazione. Ci sono
alcune sbeccature sul bordo. La pittura è consumata, sono visibili delle incrostazioni, forse calcaree,
sopra uno dei due manici.
NOTE: Una nota di Campagner classifica il vaso come ACatarpe-4 (3/05/1961).
Anforetta con collo svasato, che presenta lateralmente due anse poste in maniera leggermente
asimmetrica tra di loro. Il vaso tende a restringersi verso il basso. La decorazione si svolge in tre
fasce: una tra il bordo superiore e i manici, una sotto i manici, l’altra internamente al vaso verso
l’alto. Essa è costituita da volute geometriche. L’impasto utilizzato è di color rosso mattone e di
grana molto fine. La cottura è stata realizzata in maniera perfetta. Il manufatto si presenta in un
buono stato di conservazione ed è di ottima fattura: l’analisi radiologica mostra dei manici cavi alle
estremità, nonostante abbiano solo 1,9 cm di diametro. Essi inoltre sono stati realizzati a parte, e poi
attaccati al corpo del vaso, senza che sia visibile alcun segno di giuntura.
Questo vaso proviene dalla zona centro meridionale della Bolivia: la presenza di ceramica boliviana
nelle necropoli di Atacama è frequente soprattutto a partire dalle fasi Yaye e Solor dello sviluppo
locale (950-1470 d.C.). Per la distribuzione di questa tipologia di ceramica nella zona di Atacama si
veda Uribe 200214.
CO
14 Mauricio Uribe R., Sobre alfarería, cementerios, fases y procesos durante la prehistoria tardía del desierto de
Atacama (800-1600 DC), “Estudios Atacameños”, 22, pp.7-31, 2002.
Numero: 29 NUMERO INVENTARIO: 93
OGGETTO: ciotola
COLLEZIONE: Campagner, Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: terracotta
ICONOGRAFIA: geometrica
MISURE: h totale: 7,5; h interna: 6,7; h decorazione: da 1,8 a 2; larghezza decorazione: tuttotondo;
ø collo: 16 preso all’esterno, all’interno 15,4; ø massimo: 13,4 misura presa 1 cm. sotto il fregio;
spessore bordo: 0,1; spessore al centro del vaso: 0,45; peso: 350 gr.; ø della base: base assente
TECNICA DI ESECUZIONE: colombino
TECNICA DECORATIVA: pittura
AREA: Ande meridionali, Bolivia?
REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali
PERIODO: Intermedio Tardo (1000-1450)
STATO DI CONSERVAZIONE: La ciotola è scheggiata in vari punti. Presenta, inoltre, una
sbrecciatura molto vistosa all’esterno. Ci sono delle chiazze nere sparse dovute alla cottura
imperfetta.
NOTE: Etichetta portante le seguenti informazioni: A-Catarpe-2 (3/05/1961).
Ciotola con fondo concavo modellata a mano in maniera grezza. L’impasto è a grana fine,
com’anche lo sgrassante, ed è di color rosso mattone. La superficie di tutto il pezzo è stata prima
levigata poi decorata con due fasce di linee irregolari nere che corrono, sia internamente che
esternamente alla ciotola, in prossimità del bordo superiore. Esternamente il motivo decorativo è un
intreccio di linee oblique che può ricordare la trama di un cesto. La cottura è imperfetta, come
rivelano le numerose nuvole scure che affiorano sul corpo della ciotola. È possibile che si tratti di
un manufatto non locale, offerto in una fase tarda dell’occupazione della necropoli di Catarpe.
CO
Numero: 30 NUMERO INVENTARIO: 220
OGGETTO: ciotola
COLLEZIONE: Campagner, Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: terracotta
ICONOGRAFIA: geometrica
MISURE: h totale: 8; ø collo: 19,3 preso all’interno, 20,2 preso all’esterno; ø massimo: 20,2;
spessore collo: 0,2; peso: 520 gr.; ø della base: base assente
TECNICA DI ESECUZIONE: colombino
TECNICA DECORATIVA: tracce policrome di pittura
AREA: Ande meridionali, Bolivia?
REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali
PERIODO: Intermedio Tardo (1000-1450)
STATO DI CONSERVAZIONE: Discreto stato di conservazione. Pittura nella parte interna della
ciotola assai consumata. Le macchie nere, visibili sulla parte esterna della stessa, sono dovute alla
cottura imperfetta.
NOTE: Etichetta recante le seguenti informazioni: C-4, ritrovata in data 7/06/62 nella zona di
Catarpe.
Ciotola semisferica con base concava modellata ad anelli concentrici. L’impasto è di color mattone
chiaro. La superficie interna è stata levigata e verniciata, l’esterna, che presenta delle striature, è
stata lisciata ma non verniciata, e risulta assai grezza. Il colore utilizzato per il fondo della parte
interna è il rosso vivo, su cui sono state dipinte delle righe nere raggruppate a cinque che
convergono sul fondo della ciotola. Il bordo superiore della ciotola si presenta smerigliato.
La cottura è imperfetta: affiorano infatti delle nuvole nere su tutta la parte superiore esterna. È
possibile che si tratti di un manufatto non locale, offerto in una fase tarda dell’occupazione della
necropoli di Catarpe.
CO
Numero: 31 NUMERO INVENTARIO: 500
OGGETTO: borsetta
COLLEZIONE: Campagner, Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: lana di camelide
ICONOGRAFIA: geometrica
MISURE: h al centro: 28,5; h lato dx: 29,8; h lato sx: 30,8; larghezza totale: 21,2 ± 1
TRAME: lana a due capi di colore marrone chiaro e beige filata e ritorta a Z
ORDITI: lana a un capo di colore marrone, azzurro, beige e nero ritorta a S
CUCITURE: cuciture laterali di colore marrone, azzurro, beige alternati. All’imboccatura della
borsetta le cuciture sono a maglie incrociate di fili azzurri e marroni e soltanto marroni
RIDUZIONE: 13x11
COLORI: nero, nocciola, beige, rosso, marrone, azzurro
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama
AREA: Ande Meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali
CULTURA: Atacama-Inca (VIII-XVI sec.)
STATO DI CONSERVAZIONE: Il tessuto si presenta assai rovinato: ha due importanti
lacerazioni ed è consunto in vari punti. Sui lati e nella parte in basso permane l’attaccatura dei due
strati.
Borsetta utilizzata probabilmente per contenere strumenti facenti parte del corredo funerario del
defunto. È costituita da un unico pezzo di stoffa ripiegato su se stesso e cucito su due lati. È
realizzata in tela a faccia di ordito e a orditi complementari per le righe tratteggiate. Le cuciture
sono a punto smerlo e lateralmente, si presentano assai fitte, nei tratti in cui sono ancora visibili. Le
cuciture all’imboccatura della borsa sono state realizzate alternando i colori a scopo decorativo.
LLM e CO
Numero: 32 NUMERO INVENTARIO: 504
OGGETTO: frammento di copricapo
COLLEZIONE: Campagner, Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: lana di camelide
ICONOGRAFIA: geometrica
MISURE: h al centro: tra i 13 e i 15 cm.; h lato dx: non misurabile; h lato sx: non misurabile;
larghezza totale: tra i 15,8 e i 18 cm.
ELEMENTI DECORATIVI: lana a un capo di colore azzurro, bianco, nero, marrone, beige, verde
e rosso ritorta a Z
TELA DI FONDO: lana a due capi di colore marrone filata e ritorta a Z
CUCITURE: cuciture a cavalletto di colore marrone visibili sul lato alto della stoffa
RIDUZIONE DELLA TELA DI FONDO: 9x8
COLORI: nero, nocciola, beige, rosso, marrone, azzurro, verde, bordeaux.
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama
AREA: Ande Meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali
CULTURA: Tiahuanaco (VII-XI sec.)
STATO DI CONSERVAZIONE: La stoffa si presenta lacerata e frammentaria. Nella parte
inferiore il pelo del velour è assai consumato e vi affiorano i fili della lavorazione. Sono visibili le
cimose di lavorazione nella parte superiore del tessuto.
Frammento della parte inferiore di un copricapo di velour. Decorazione policroma a greche separate
da una striscia bordeaux, alcuni pezzi nella parte inferiore sono staccati. Il tessuto è stato lavorato
con la tecnica del velour, che consiste nell’annodare dei ciuffi di lana su una tela bilanciata di
fondo. I ciuffi del velour nella parte inferiore del tessuto sono assai consumati e lasciano intravedere
la tela di fondo che è stata realizzata con una lana di color marrone. Il motivo scalonato della
decorazione si sviluppa su due ordini orizzontali sovrapposti separati tra di loro da una linea.
LLM e CO
Numero: 33 NUMERO INVENTARIO: 501
OGGETTO: borsetta
COLLEZIONE: Campagner, Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: lana di camelide
ICONOGRAFIA: geometrica
MISURE: h al centro: 29,5; h. al lato dx: 30; h. al lato sx: 30,9; larghezza totale: 23,5
TRAME: lana a due capi di colore marrone e giallo filata e ritorta a Z
ORDITI: lana a un capo di colore marrone, rosso, nero e beige ritorta a Z
CUCITURE: cuciture grossolane e assai distanti tra di loro di colore azzurro, nero e beige
RIDUZIONE: 14x6
COLORI: nero, nocciola, beige, rosso, marrone
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama
AREA: Ande Meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali
CULTURA: Atacama-Inca (VII-XVI sec.)
STATO DI CONSERVAZIONE: Discreto: mancano completamente i lati che interessano
l’imboccatura della borsetta. Non sono visibili le cimose.
Borsetta utilizzata probabilmente per contenere strumenti facenti parte del corredo funerario del
defunto. Il tessuto è doppio, ripiegato su sé stesso e cucito su due lati. Cuciture grossolane che
suggeriscono il riutilizzo del pezzo. È realizzato in tela a faccia di ordito.
LLM e CO
Numero: 34 NUMERO INVENTARIO: 502
OGGETTO: frammento di borsetta
COLLEZIONE: Campagner, Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: lana di camelide
ICONOGRAFIA: geometrica
MISURE: h. al centro: 26,5 parte lunga, h lato dx: non misurabile, h. lato sx: non misurabile;
larghezza totale: 18,5 parte lunga
TRAME: lana a due capi di colore beige filata e ritorta a S
ORDITI: lana a due capi di colore nero, azzurro, rosso, beige e bianco sporco ritorta e filata a S
CUCITURE: cuciture laterali assai fitte di colore beige, azzurro e rosso. All’imboccatura della
borsetta è visibile un filo, forse di corda, che ne chiude l’imboccatura con dei punti larghi
RIDUZIONE: 10x9
COLORI: nero, nocciola, beige, rosso, azzurro
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama
AREA: Ande Meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali
CULTURA: Atacama-Inca (VII-XVI sec.)
STATO DI CONSERVAZIONE: Il tessuto è molto rovinato. Si presenta sporco e a brandelli in
tutta la parte inferiore. Vi sono i segni di un primo intervento di consolidamento.
Frammento di tessuto in pessimo stato di conservazione. Si presenta piegato su sé stesso e cucito ai
lati. L’apertura superiore è chiusa da un filo di cordicella. Nel caso che si tratti di una borsetta, forse
tale filo continuava come manico della stessa (la cordicella, in effetti, è presente, anche se per un
breve tratto, pure dopo la cucitura). Il tessuto è tela a faccia di ordito. Le righe sono realizzate con
la tecnica degli orditi complementari dove le strisce di colore sono tratteggiate. Sono infine visibili
segni di restauro effettuati in cotone moderno di colore rosa, che mirano a ricostruire la tela
completamente sfaldata nella parte non visibile.
LLM e CO
Numero: 35 NUMERO INVENTARIO: 507
OGGETTO: frammenti di tela
COLLEZIONE: Campagner, Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: lana di camelide
ICONOGRAFIA: nessuna
MISURE: h al centro: 24 parte lunga; h lato dx: non misurabile; h lato sx: non misurabile;
larghezza totale: 12,5 parte lunga
TRAME: filo a due capi di lana di colore beige ritorto a S e filato a Z
ORDITI: filo di lana di colore beige ritorto e filato a S
CUCITURE: non visibile
RIDUZIONE: 13x9
COLORI: beige
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama
AREA: Ande Meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali
CULTURA: Atacama-Inca (VII-XVI sec.)
STATO DI CONSERVAZIONE: Lacerti di stoffa uniti tra di loro che presentano a tratti delle
chiazze più scure.
Si tratta di frammenti di una stessa tela a faccia di ordito: con tutta probabilità appartengono ad una
tela in cui era avvolta la mummia, come afferma mons. Campagner (1993:196-197).
LLM e CO
Numero: 36 NUMERO INVENTARIO: 503
OGGETTO: borsetta
COLLEZIONE: Campagner, Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: lana di camelide
ICONOGRAFIA: geometrica
MISURE: h al centro: non misurabile; h lato dx: 16; h lato sx: 25; larghezza totale: 21
TRAME: filo a due capi di lana marrone ritorto a S e filato a Z
ORDITI: filo di lana a un capo di colore pistacchio, nero, rosso, panna e azzurro ritorto a S
CUCITURE: cuciture lungo i tre lati conservati della borsetta realizzate a maglie incrociate, a
scopo decorativo, che alternano i colori rosso, marrone, nero, pistacchio, bianco e azzurro
RIDUZIONE: 13x7
COLORI: rosso, senape, azzurro, panna, giallo, nero.
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama
AREA: Ande Meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali
CULTURA: Atacama-Tiahuanaco (VII-X sec.)
STATO DI CONSERVAZIONE: Discreto stato di conservazione. La parte in basso presenta
grandi lacerazioni. Nella parte sinistra il tessuto si presenta scolorito e sporco.
Borsetta utilizzata probabilmente per contenere strumenti facenti parte del corredo funerario del
defunto. Il manufatto è di fine fattura: realizzato a faccia di ordito, è decorato con delle strisce
molto sottili e con delle righe realizzate a tratteggio di colore bianco e nero, ottenute con la tecnica
degli orditi complementari. Il tessuto è stato ripiegato su sé stesso e quindi cucito lateralmente con
un fitto giro di punti cavalletto che alternano diversi colori, ottenendo così un bel effetto
decorativo.
LLM e CO
Numero: 37 NUMERO INVENTARIO: 505
OGGETTO: borsetta (?)
COLLEZIONE: Campagner, Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: lana di camelide
ICONOGRAFIA: geometrica
MISURE: h: al centro: non misurabile; h: lato dx.: 27,4; h lato sx.: 27,9; larghezza totale: 22
TRAME: filo di lana a due capi in due tonalità di marrone ritorto e filato a S
ORDITI: filo di lana a due capi di colore azzurro, verde marcio, rosso, nero e marrone ritorto a S e
filato a Z
CUCITURE: cuciture a cavalletto visibili solo nel lato basso della stoffa di colore senape, verde,
rosso, bianco, azzurro e nero. Le cuciture sono molto fitte, a parte quelle che utilizzano il filo
senape
RIDUZIONE: 12x6
COLORI: rosso, azzurro, nero, marrone e cuciture senape
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama
AREA: Ande Meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali
CULTURA: Atacama-Tiahuanaco (VII-X sec.)
STATO DI CONSERVAZIONE: Presenta svariate lacerazioni nella parte sinistra e nella parte
superiore della tela, dove dovrebbe esserci l’imboccatura della borsa. Si sono conservate le due
cimose trasversali: quella di inizio e quella di chiusura ed una laterale.
Frammento probabilmente di borsetta: nel caso lo fosse, la borsa era formata da due rettangoli
sovrapposti (e non da una striscia ripiegata su sé stessa) di cui se ne è conservato uno solo. È
decorato a motivi geometrici policromi alternati a righe realizzati con la tecnica degli orditi
complementari.
LLM e CO
Numero: 38 NUMERO INVENTARIO: 508
OGGETTO: borsetta
COLLEZIONE: Campagner, Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: lana di camelide
ICONOGRAFIA: geometrica
MISURE: h al centro: 21; h lato dx: non misurabile; h lato sx: non misurabile; larghezza totale: 20
TRAME: Filo di lana a due capi di colore marrone, quasi nero, ritorto e filato a S
ORDITI: filo di lana a un capo di colore bianco sporco, azzurro, rosso e senape ritorto a S
CUCITURE: cuciture a punti larghi che utilizzano due fili di colore marrone uno più chiaro
dell’altro. Un filo più grosso chiude in un punto la bocca della borsetta. Il filo è a due capi ritorto e
filato a S
RIDUZIONE: 12x8
COLORI: rosso, azzurro, giallo.
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama
AREA: Ande Meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali
CULTURA: Atacama-Tiahuanaco tardo (VII-X sec.)
STATO DI CONSERVAZIONE: Lo stato di conservazione è buono a parte un lungo squarcio
verticale che la borsetta presenta nel suo lato destro.
Borsetta utilizzata probabilmente per contenere strumenti facenti parte del corredo funerario del
defunto. È stata realizzata ripiegando su sé stessa una tela a faccia di ordito cucita poi lateralmente.
A tratti sulla imboccatura un filo molto grosso di colore bianco che in un punto scavalca anche le
due labbra della borsetta: probabilmente parte del manico che in tempi recenti è stato riutilizzato
come chiusura. La decorazione è a bande rigate formate da tre righe tratteggiate comprese fra due
intere: sfrutta il gioco della tecnica degli orditi complementari per le righe tratteggiate.
LLM e CO
Numero: 39/1 NUMERO INVENTARIO: 506
OGGETTO: frammento di manto (?)
COLLEZIONE: Campagner, Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: lana di camelide
DECORAZIONE: geometrica a triangoli
MISURE: h totale: 36; larghezza totale: 16; trame: filo di lana a due capi di color senape ritorto e
filato a s; orditi: filo di lana a due capi di color senape ritorto e filato a s
RIDUZIONE DELLA TELA DI FONDO: 36x16
RIDUZIONE TELA A ORDITI COMPLEMENTARI: 37x10
DECORAZIONE: fili di lana a più capi ritorti a S di colore rosso, azzurro, giallo, marrone, nero
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama
AREA: Ande Meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali
CULTURA : Atacama-Tiahuanaco (VII-X sec.)
STATO DI CONSERVAZIONE: Discreto stato di conservazione. Il tessuto si presenta ripiegato
su se stesso nel senso della lunghezza e mozzo nelle due parti terminali.
Stoffa incollata in fase di esposizione al museo Campagner su di un cartoncino ripiegata a metà con
lo scopo di mostrare il fronte e il retro della stessa. Questo pezzo è realizzato con un decoro che
sfrutta la tecnica degli orditi complementari, similmente alle altre borsette. Nonostante ciò, si
presenta assai diverso dai pezzi su analizzati. La decorazione è inoltre rifinita per tutta la sua
lunghezza da una treccia che riprende i colori della decorazione policroma.
Nell’immagine qui riportata il pezzo è stato fotografato assieme ad una borsetta che verrà trattata a
parte nella seguente scheda.
LLM e CO
Numero: 39/2 NUMERO INVENTARIO: 506
OGGETTO: frammento di borsetta
COLLEZIONE: Campagner, Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: lana di camelide
ICONOGRAFIA: geometrica
MISURE: h totale: 9 per la stoffa e 2,5 per la corda; larghezza totale: 10,5 per la stoffa e 9,7 per la
corda
TRAME: filo di lana ad un capo di color nero rosso e marrone filato a S (della stoffa)
ORDITI: filo di lana ad un capo beige ritorto ad S (della stoffa)
BORDURA IN CORDA: filo a due capi di cotone bianco greggio ritorto a Z e cordino a quattro
capi
CUCITURE: lana nera a due capi filata a S e ritorta a Z
RIDUZIONE: della parte in stoffa, 13x16
COLORI: bianco greggio, nero, marrone, rossiccio
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama
AREA: Ande Meridionali
STATO: Cile
CULTURA: Atacama-Tiahuanaco (VII-X sec.)
REGIONE ARCHEOLOGICA: Ande Meridionali
STATO DI CONSERVAZIONE: Si è ben conservata la parte in corda, invece la borsetta in lana
si presenta parzialmente distrutta nella sua parte inferiore.
Frammento di borsetta con decorazione a strisce orizzontali e rifinitura in corda a rete annodata
nei cui anelli di bordura è infilato il cordino che funge anche da manico. La finezza della borsetta
contrasta con la grossa bordura in cotone, ed è lavorata a faccia di trama mentre il disegno, a bande
colorate orizzontali, è ottenuto per trame complementari il che lascia supporre che la borsetta
appartenesse ad una donna. Purtroppo, essendo il frammento di borsetta incollato ad un cartoncino,
non è possibile capire dove sleghino i fili di corda anche se sembra probabile che essi sleghino
internamente, nel punto di giuntura con la parte in stoffa.
LLM e CO
Numero: 40 NUMERO INVENTARIO: 115
OGGETTO: vasetto fittile
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica grossolana
MISURE: altezza 4,3 cm, diametro base 5,7 cm, diametro bocca 7,9 cm
ICONOGRAFIA: geometrica
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato a mano
TECNICA DECORATIVA: decorazioni dipinte in nero a motivi geometrici
PROVENIENZA: dintorni di Tiahuanaco, 2/5/1956
AREA: Peruviana
STATO: Bolivia
REGIONE ARCHEOLOGICA: Bacino del Titicaca
CULTURA: Yampara II (600 -1000 d. C.)
STATO DI CONSERVAZIONE: buono
Vasetto di forma tronco conica, orlo piatto, fondo piatto, impasto fine e cottura perfetta; la
superficie è levigata, presenta alcune decorazioni geometriche dipinte con vernice nera lucida, fra
cui la doppia voluta sia a ‘S’ sia a ‘Z’.
Lo stato di conservazione è buono. Uso prettamente domestico.
MC
Numero: 41 NUMERO INVENTARIO: 116
OGGETTO: doppio vaso/ bilancetta fittile
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 1,5 cm, lunghezza 7 cm, diametro piatti 2,6 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato a mano
TECNICA DECORATIVA:
PROVENIENZA: Arani, nei pressi di Cochabamba, 2/5/1956
AREA: Peruviana
STATO: Bolivia
REGIONE ARCHEOLOGICA: Cochabamba
CULTURA: Tiahuanaco
STATO DI CONSERVAZIONE: buono
Bilancetta fittile costituita da due ciotoline unite da una sella in cui passa un foro per l’appensione,
attualmente appesa ad un perno in ferro. Sono presenti tracce di decorazioni nerastre pressoché
invisibili; l’impasto è fine, la cottura buona. Le due ciotoline hanno forma regolare e fondo piatto;
la superficie è levigata e di color mattone chiaro.
L’oggetto è stato modellato direttamente a mano.
Uso quotidiano, per pesare preziosi (Campagner 1993) o comunque piccole quantità.
MC
Numero: 42 NUMERO INVENTARIO: 127
OGGETTO: vasetto fittile
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica abbastanza fine ingobbiata in modo uniforme
MISURE: altezza 7 cm, diametro base 6,4 cm, diametro bocca 7,5 cm
ICONOGRAFIA: geometrica
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato a mano
TECNICA DECORATIVA: decorazioni dipinte
PROVENIENZA: rovine megalitiche di Tiahuanaco, 19/5/1963
AREA: Peruviana
STATO: Bolivia
REGIONE ARCHEOLOGICA: Bacino del Titicaca
CULTURA: Tiahuanaco (?)
STATO DI CONSERVAZIONE: discreto
Vasetto di forma simile ad un bicchiere, in lingua quechua detto kero; a livello dell’orlo è presente
un’estesa frattura, unita a piccole sbeccature. La colorazione è rosso mattone, le decorazioni di
color grigio-nerastro, dipinte, consistenti in due linee nere circolari parallele, all’altezza dell’orlo e
del fondo, quest’ultima per la precisione è una fascia.
Il fondo è piatto, lo stato di conservazione è discreto, se si eccettuano le parti mancanti; uso
domestico o come contenitore per bevande rituali es. la chicha, bevanda leggermente alcolica
derivata dalla fermentazione non distillata principalmente di mais, o di altri cereali, usata durante le
feste e le situazioni rituali.
MC
Numero: 43 NUMERO INVENTARIO: 117
OGGETTO: parte di incensiere fittile
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica abbastanza fine ingobbiata
MISURE: altezza max. 6,5 cm, lunghezza 12 cm
ICONOGRAFIA: zoomorfa
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato a mano
TECNICA DECORATIVA: tuttotondo, incisione
PROVENIENZA: Quillacollo (Cochabamba), 20/7/1966
AREA: Peruviana
STATO: Bolivia
REGIONE ARCHEOLOGICA: Cochabamba
CULTURA: Tiahuanaco (?)
STATO DI CONSERVAZIONE: buono, relativamente alla parte a noi pervenuta
Il reperto è particolare: concordo con Campagner (1993) nel considerarlo l’ansa decorativa di un
kero, recipiente usato per bere, o per bruciare incenso o sostanze resinose odorifere, in lingua
quechua puma-hìu-Kaaña.
Il reperto raffigura una testina fittile di puma (Puma concolor o Felis concolor, chiamato
anche coguaro o leone di montagna, carnivoro appartenente alla famiglia dei Felidi presente
in America settentrionale, centrale e meridionale). L’oggetto è modellato a mano, con la tecnica
esecutiva del tuttotondo, che conferisce un aspetto assai realistico alla figura.
Considerandola come la protome di un incensiere, troverebbe il suo utilizzo nei culti della Luna
(Mama Quilla), dato corroborato, sempre secondo Campagner (ibidem), dal luogo nel quale il
reperto è stato rinvenuto, detto “luogo della Luna”
La figura felina presenta occhi sporgenti, una lunga incisione per la bocca e due fori per le narici; la
parte inferiore della bocca risulta incollata in seguito a restauro. Le orecchie sono grandi, le
decorazioni assenti, la superficie liscia.
La pigmentazione scura di fondo oggi appare sbiadita, e ne rimane una tonalità bruno-ocra; si nota
un profondo segno di spaccatura a livello del collo del felino, che delimita l’unica parte dell’intero
oggetto a noi pervenuta: incensieri di questo tipo, infatti, potevano essere adorni di ben due teste di
felino (Campagner, ibidem). MC
Numero: 44 NUMERO INVENTARIO: 110
OGGETTO: piccola anfora
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 11,5 cm, diametro 8,5
ICONOGRAFIA: geometrica
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)
TECNICA DECORATIVA: decorazioni dipinte
PROVENIENZA: Quillacollo (Cochabamba), 19/7/1966
AREA: Peruviana
STATO: Bolivia
REGIONE ARCHEOLOGICA: Cochabamba
CULTURA: Tiahuanaco (?)
STATO DI CONSERVAZIONE: discreto
Anfora ad impasto fine con evidenti tracce di restauro: fondo piatto, orlo estroflesso sul quale si
impostano due anse verticali, corte e nastriformi, legate alla spalla.
Sono presenti decorazioni dipinte consistenti in due fasce rossicce delineate da tratti bruni, sia
all’altezza della pancia che sul collo. Tra le due fasce ricorrono motivi triangolari geometrici,
decorazioni con tratti bruni paralleli sulle anse, bordature a livello dell’orlo.
La superficie è levigata, presenta ingobbio rosso mattone, ornamentazioni rosse e bruno-nerastre.
MC
Numero: 45 NUMERO INVENTARIO:113
OGGETTO: brocca
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 13,5 cm (esclusa l’ansa), 15,8 (inclusa l’ansa)
diametro 6 cm
ICONOGRAFIA: geometrica e zoomorfa
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato a falso tornio
TECNICA DECORATIVA: tuttotondo, incisione
PROVENIENZA: Quillacollo (Cochabamba), 20/7/1966
AREA: Peruviana
STATO: Bolivia
REGIONE ARCHEOLOGICA: Bacino del Titicaca
CULTURA: Tiahuanaco
STATO DI CONSERVAZIONE: discreto
Il reperto è una piccola brocca ad impasto fine, fondo piatto, mancante di circa metà del collo e
dell’orlo, ma di cui rimane parte di un’ansa verticale costituita da una figura di rettile, forse
ramarro, modellato a tuttotondo, con testa e narici evidenti e dorso dipinto a vernice nera: di questa
figurina resta però solo la parte superiore, fino a metà dorso.
Le decorazioni sono composte da disegni geometrici incisi e dipinti, secondo lo stile Tiauhanaco, di
forma spiraloide e rettangolare. È presente ingobbio color rosso mattone, le decorazioni sono di
color grigio-verdastro e nero.
Lo stato di conservazione è buono per le decorazioni, discreto (eccetto le parti mancanti) per il
corpo dell’oggetto.
MC
Numero: 46 NUMERO INVENTARIO:112
OGGETTO: vaso fittile
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 15,4 cm, diametro max. 13,5, min. 7, circonferenza
max. 43 cm, min. 22,1
ICONOGRAFIA: geometrica
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato a falso tornio
TECNICA DECORATIVA: decorazioni dipinte
PROVENIENZA: Quillacollo (Cochabamba), 1950
AREA: Peruviana
STATO: Bolivia
REGIONE ARCHEOLOGICA: Cochabamba
CULTURA: Tiahuanaco
STATO DI CONSERVAZIONE: discreto
Il reperto è un vaso (kero in lingua quechua) di color rosso mattone, composto da piede e coppa,
fondo piatto, orlo intatto. È presente qualche lieve lesione e una piccola sbeccatura all’orlo.
L’impasto è fine e omogeneo, la superficie esterna è levigata e verniciata con decorazioni dipinte,
ormai sbiadite, geometriche, di pigmento bruno nerastro. Nella parte mediana, fra piede e coppa, è
presente un anello in rilievo.
L’oggetto veniva probabilmente usato per libagioni con la chicha, la bevanda, leggermente
alcolica, derivata dalla fermentazione non distillata principalmente di mais, o di altri cereali, usata
durante le feste e le situazioni rituali.
MC
Numero: 47 NUMERO INVENTARIO: 111
OGGETTO: vaso fittile
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 19,3 cm, diametro max. 14,5, min. 3,5, circonferenza
max. 45 cm, min. 12
ICONOGRAFIA: geometrica
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato a falso tornio
TECNICA DECORATIVA: decorazioni dipinte
PROVENIENZA: Quillacollo (Cochabamba), 1955
AREA: Peruviana
STATO: Bolivia
REGIONE ARCHEOLOGICA: Cochabamba
CULTURA: Tiahuanaco
STATO DI CONSERVAZIONE: discreto
Il reperto è un vaso (kero in lingua quechua)composto da piede e coppa, fondo piatto, orlo intatto;
l’impasto è fine e omogeneo, la superficie esterna è levigata, ad ingobbio rosso mattone, e dipinta
con decorazioni ormai sbiadite, geometriche, di pigmento bruno nerastro e beige. Struttura
regolare, in cui il sottile stelo si risolve senza soluzione di continuità nella lunga coppa, l’orlo è
distinto ed estroflesso: i tratti di decorazione geometrica sono ora concentrati nella parte terminale
della coppa.
L’utilizzo è cerimoniale, poteva anche servire come contenitore della chicha, la bevanda,
leggermente alcolica, derivata dalla fermentazione non distillata principalmente di mais, o di altri
cereali, usata durante le feste e le situazioni rituali (cfr N. INV. 112).
MC
Numero: 48 NUMERO INVENTARIO: 114
OGGETTO: ariballo
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: terracotta
MISURE: altezza 16,5 cm, diametro bocca 3,8 cm
ICONOGRAFIA: geometrica
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)
TECNICA DECORATIVA: decorazioni dipinte
PROVENIENZA: Quillacollo (Cochabamba), 20/7/1966
AREA: Sud Andina
STATO: Bolivia meridionale
REGIONE ARCHEOLOGICA: Cochabamba
CULTURA: Tiahuanacoide
STATO DI CONSERVAZIONE: buono
Il reperto è un’anfora in terracotta, ariballo; presenta collo, spalla, pancia e la parte inferiore di
forma tronco conica chiaramente per essere appoggiato su di una superficie in terra poco battuta.
L’orlo del collo è spesso e arrotondato, alle spalle sono presenti due piccole anse verticali, spesse,
di forma circolare e arrotondata. L’ariballo risulta spanciato a sinistra, il fondo è convesso e piccolo
rispetto al corpo. La ceramica è ad impasto fine, la cottura è buona e la superficie è levigata e
verniciata nell’emisfero superiore, dove sono presenti le decorazioni. Queste ultime sono di stile
geometrico, tipico della cultura Tiahuanacoide, dove il disegno è delineato in color bruno con aree
rosse e altre che rivelano ingobbio color mattone chiaro: presenta motivi scalonati inseriti in bande
che a loro volta formano motivi orizzontali e diagonali, mentre una banda verticale divide il vaso in
due emisferi, e due circonferenze nere parallele dipinte l’una alla base del collo, mentre l’altra
delinea l’espansione massima della pancia.
Utilizzo rituale come contenitore di liquidi.
MC
Numero: 49 NUMERO INVENTARIO: 87
OGGETTO: vasetto fittile
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica grossolana
MISURE: altezza 5,4 cm, diametro 5 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato a mano
TECNICA DECORATIVA: decorazioni a macchie e forse figure tracciate a pennellate
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Larrache
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec d.C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: buono
Vasetto dal fondo piatto, orlo piatto così come due piccole prese ricavate forse con le dita. Struttura
irregolare, levigata, ingobbio color rosso mattone, con pigmentazione nerastra. La decorazione è
rappresentata da tocchi circolari di vernice nera, con forma astratte, che ricordano le macchie sul
mantello di un giaguaro (?). Uso quotidiano.
MC
Numero: 50 NUMERO INVENTARIO: 86
OGGETTO: anforetta
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: terracotta
MISURE: altezza 8,5 cm, diametro 6 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato a mano su stampo ligneo
TECNICA DECORATIVA:
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Larrache
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: discreto
Piccola anfora di stile san Pedro de Atacama Rojo Pulido, era parte di un corredo funerario. Fondo
piatto. Orlo totalmente sbeccato tanto che risulta mancante: la lesione è così simmetrica che
potrebbe essere intenzionale, legata alla funzionalità dell’oggetto. Attacco dell’ansa a livello della
pancia, impasto piuttosto grossolano, tracce di ingobbio di color rosso mattone e di lucidatura,
cottura in forno riducente che ha prodotto la colorazione rosso mattone.
Uso quotidiano.
MC
Numero: 51 NUMERO INVENTARIO: 82
OGGETTO: vasetto fittile
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 5,5 cm, diametro 6 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato a mano, colombino
TECNICA DECORATIVA:
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Catarpe
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: discreto, segni di restauro
Vasetto di forma globulare, forse parte di un corredo funerario.
Impasto grezzo, forma asimmetrica, superficie ruvida, evidenti segni di restauro, orlo anulare,
grossa ansa a nastro inserita fra l’orlo stesso e la spalla del vasetto.
L’utilizzo non è ben definibile, ma per piccole quantità di materiale o di liquido.
MC
Numero: 52 NUMERO INVENTARIO: 92
OGGETTO: ciotola
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica grossolana
MISURE: altezza 5 cm, diametro 9 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato a mano
TECNICA DECORATIVA: decorazioni grigiastre dipinte
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Catarpe, 3/5/1961
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: buono
Piccola ciotola, di struttura regolare, orlo leggermente introflesso, sul quale si nota una piccola
protuberanza, forse una presa, mentre dalla parte opposta è visibile una frattura.
Superficie grezza, ingobbio color mattone con evidenti macchie nerastre, mentre la cavità interna è
dipinta con un fascio di sei linee nerastre parallele che si incrociano in senso verticale e orizzontale,
formando una X o una ┼.
Uso quotidiano.
MC
Numero: 53 NUMERO INVENTARIO: 76
OGGETTO: anforetta
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica grossolana
MISURE: altezza 10 cm, diametro 8,5 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)
TECNICA DECORATIVA:
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Catarpe, aprile 1960
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: discreto
Piccola anfora dal corpo di forma globulare, mentre l’orlo è per la maggior parte scomparso, sono
presenti due piccole anse nastriformi, verticali, impostate dall’orlo alla spalla; collo ben delineato,
forma della pancia non simmetrica, fondo leggermente convesso. Sono presenti tracce di ingobbio
di tono più scuro, per il resto la colorazione è mattone chiaro.
Uso probabilmente domestico, o di accompagnamento al corredo funerario
MC
Numero: 54 NUMERO INVENTARIO: 81
OGGETTO: brocchetta
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica grossolana ingobbiata di rosso
MISURE: altezza 8 cm, diametro 7 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato a mano
TECNICA DECORATIVA:
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Callejon de Larrache
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: discreto
Il reperto è una piccola brocca e presenta orlo estroflesso, con sbeccature simmetriche, struttura
regolare, fondo piatto.
È presente un’ansa verticale piatta, nastriforme, impostata dall’orlo alla spalla. Superficie levigata,
colore rosso vivo, in origine verniciata, evidenti segni nerastri di bruciatura.
Uso domestico o parte di un corredo funerario.
MC
Numero: 55 NUMERO INVENTARIO: 184
OGGETTO: recipiente
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 3,5 cm, diametro 8,5 per 8,5 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato a mano
TECNICA DECORATIVA:
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Sequitur, 10/12/1961
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: mediocre
Il reperto, di forma singolare, consiste in un recipiente, suddiviso in tre cavità arrotondate alla base,
e dai bordi piatti.
L’impasto è grossolano, color grigio-rossastro l’interno, grigio l’esterno.
La superficie esterna era in origine levigata; lo stato di conservazione non è buono e l’oggetto non
si presenta completamente integro.
Utilizzo quotidiano: concordo con Campagner (1993) che poteva servire a mescolare tinture e
sostanze cosmetiche.
MC
Numero: 56 NUMERO INVENTARIO: 80
OGGETTO: brocchetta
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: terracotta non ingobbiata
MISURE: altezza 8 cm, diametro 7 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato a mano
TECNICA DECORATIVA:
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Catarpe
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: discreto
Piccola brocca: forma globulare, con bocca anulare integra; fondo convesso, struttura irregolare,
presenta una piccola ansa nastriforme che congiunge la bocca con la spalla; la cottura è regolare, la
colorazione è rosso mattone con segni di bruciatura; superficie non levigata ed evidenti tracce di
steccatura.
Il reperto potrebbe aver fatto parte di un corredo funerario, la finalità potrebbe essere funzionale al
cibo del defunto.
MC
Numero: 57 NUMERO INVENTARIO: 75
OGGETTO: brocca
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 13,5 cm, diametro 12,5 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)
TECNICA DECORATIVA:
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Catarpe
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: discreto
Il reperto è una piccola brocca globulare e irregolare nella massima espansione della pancia; l’orlo è
mancante, asportato a livello di un probabile preesistente beccuccio, estroflesso alla giunzione con
l’ansa.
Ansa verticale piatta; pigmentazione bruno verdastra, ingobbio rossastro con sfumature grigie,
superficie grezza ma levigata; il fondo è piatto, e sono chiaramente leggibili, nell’impasto
grossolano, lo sgrassante composto di mica e pirite.
Uso prettamente domestico, come contenitore per liquidi.
MC
Numero: 58 NUMERO INVENTARIO: 69
OGGETTO: brocca
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 18,5 cm, diametro 12,5 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)
TECNICA DECORATIVA:
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Catarpe
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: molto buono
Il reperto è una brocca e presenta struttura regolare con orlo piatto, collo, spalla e pancia.
Il fondo è piatto. L’impasto è grossolano, la cottura imperfetta, sono presenti sbeccature a livello
dell’orlo e del collo; ingobbio rossastro con nubi brune. La brocca presenta un’unica ansa,
nastriforme, che congiunge l’orlo con la spalla.
Come per il reperto N. INV. 75, sono presenti, nell’impasto grossolano, tracce di miche e pirite.
Uso prettamente domestico, come contenitore per liquidi.
Lo stato di conservazione è nel complesso molto buono.
MC
Numero: 59 NUMERO INVENTARIO: 95
OGGETTO: ciotola
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 6,6 cm, diametro 15,5 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)
TECNICA DECORATIVA: decorazioni dipinte
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Catarpe, 9/8/1963
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: discreto
Il reperto è una ciotola ad impasto fine, cottura imperfetta con nubi nere.
La pigmentazione è rosso mattone, il fondo convesso, sono presenti tracce di decorazione lineare
dipinta a vernice nera nella superficie interna, lucida e levigata; sulla superficie esterna, un tempo
levigata, oggi ruvida, sono presenti piccole scalfitture, mentre si notano tracce di decorazione
dipinta, color bruno, all’altezza dell’orlo.
Uso prettamente domestico; lo stato di conservazione è discreto (Cfr. N. INV.92).
MC
Numero: 60 NUMERO INVENTARIO: 97
OGGETTO: scodella
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 9,6 cm, diametro 12,5 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)
TECNICA DECORATIVA:
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Coyo
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: discreto
L’oggetto è una scodella, presenta un orlo introflesso, superficie esterna levigata, tracce di ingobbio
rosso lucente pur risultando visibile anche l’impasto grezzo sottostante, per via della consunzione
del reperto.
La superficie interna è levigata e presenta una grossa nube di cottura; la scodella termina poi con
un breve piede, e il fondo piatto.
L’uso è da considerarsi quotidiano, ma forse anche come contenitore di bevande rituali (es. chicha).
MC
Numero: 61 NUMERO INVENTARIO: 66
OGGETTO: anfora
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 17cm, diametro 16 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)
TECNICA DECORATIVA:
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: discreto
Il reperto è un’anfora di struttura regolare: sono presenti un orlo spesso, accentuato ed estroflesso,
collo spalla e pancia.
Il fondo è piatto, sono presenti due anse verticali, piatte e nastriformi, impostate dal collo alla
spalla, ove si notano probabili tracce di protomi o decorazioni plastiche, di difficile interpretazione.
La pigmentazione è sul rosso mattone, ingobbio mattone chiaro, con consistente presenza di tracce
scure, dovute probabilmente a nubi di cottura non perfetta per mancanza di ossidazione, e all’uso.
Sbeccature a livello dell’orlo; da notare infine un grosso foro circolare di circa 2 cm di diametro a
livello della spalla.
Uso domestico.
MC
Numero: 62 NUMERO INVENTARIO: 71
OGGETTO: vaso fittile
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 10,5 cm, diametro 9,5 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)
TECNICA DECORATIVA:
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, oasi di Coyo
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: buono
Vaso dall’orlo piatto, con due grandi anse verticali di diverso spessore e fondo piatto. A metà del
corpo è presente un’evidente cordonatura in rilievo, modellata con le dita e applicata al vaso, che
costituisce l’unica decorazione del reperto.
Impasto grossolano, superficie con ingobbio color mattone scuro, in parte levigata, segni di
bruciatura, cottura imperfetta; è presente una sbeccatura a livello dell’orlo.
MC
Numero: 63 NUMERO INVENTARIO: 67
OGGETTO: olla
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 17cm, diametro 15, 5 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)
TECNICA DECORATIVA:
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Catarpe
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: mediocre
Il reperto è un’olla globulare, ad impasto grossolano, con orlo pronunciato ed estroflesso, e presenta
un’ansa verticale a sezione circolare impostata dall’orlo alla spalla, mentre dalla parte opposta è
mancante.
Fondo piatto, piede piccolo e accentuato, la pigmentazione è bruno nerastra, la cottura è imperfetta
e sono presenti segni di bruciatura, forse derivanti dall’utilizzo dell’oggetto, prettamente domestico.
La superficie è ruvida e reca evidenti erosioni a livello dell’orlo.
MC
Numero: 64 NUMERO INVENTARIO: 70
OGGETTO: brocca
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 18,2 cm, diametro 11 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)
TECNICA DECORATIVA:
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Catarpe
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: mediocre
Il reperto è una brocca (Campagner utilizza il termine yuro): essa presenta un’ansa verticale piatta,
allungata dall’orlo alla spalla, con segni di erosione lungo tutto l’orlo (laddove si può ipotizzare
l’esistenza di un beccuccio). È ancora visibile l’ingobbio rosso mattone vivo, nonostante l’erosione
che rende visibile l’impasto cretaceo sottostante. Il fondo è piatto, la superficie in origine levigata.
Uso quotidiano.
MC
Numero: 65 NUMERO INVENTARIO: 195
OGGETTO: ciotola
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 8,5 cm, diametro max. 16 cm
ICONOGRAFIA: zoomorfa
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)
TECNICA DECORATIVA: tuttotondo
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Coyo, 17/2/1961
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: discreto
Ciotola di forma emisferica, con orlo piatto ed estroflesso, fondo convesso. Ai lati, presso l’orlo,
sono collocate due piccole anse plastiche raffiguranti due volpi (o coyote, ugualmente appartenenti
alla famiglia dei Canidi) lavorate a tuttotondo, in lingua quechua dette vizcachacuna; esse hanno il
muso prominente e appuntito, e grandi orecchie.
L’impasto della ceramica è fine, la superficie è levigata e verniciata, di color nero lucido; le anse a
forma di volpe sembrano essere state applicate all’oggetto; nel complesso lo stato di conservazione
è discreto.
Il reperto appartiene al tipo di ceramica cilena Diaguita di uso domestico, nota per la sua
raffinatezza e la presenza anche di motivi ornamentali zoomorfi.
MC
Numero: 66 NUMERO INVENTARIO: 208
OGGETTO: ciotola
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 7 cm, diametro max. 16,5 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)
TECNICA DECORATIVA:
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Larrache
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: discreto
Ciotola con fondo leggermente convesso, anse orizzontali forate presso l’orlo tondeggiante, di cui
una tuttavia assente. Impasto color grigio scuro, superficie interna ed esterna levigata e verniciata
color nero lucido, oggi più sbiadita. Sono presenti sbeccature a livello dell’orlo, ma nel complesso
lo stato di conservazione è discreto.
MC
Numero: 67 NUMERO INVENTARIO: 150
OGG.: vaso bottiglia
COLL.: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 15 cm, diametro 7,5 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)
TECNICA DECORATIVA:
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Catarpe, 28/11/1961
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: discreto
Il reperto è un vaso bottiglia composto da un orlo poco pronunciato e irregolare, un collo cilindrico
di forma globulare, con due piccole prese di forma pseudo – triangolare appuntite, e un corpo
sferico. Il fondo è leggermente concavo. Sono presenti segni di sbeccatura a livello dell’orlo, nel
complesso lo stato di conservazione è buono. La superficie esterna è levigata e verniciata color nero
lucido, mentre l’impasto è grigio scuro. Utilizzo come contenitore di liquidi (?)
MC
Numero: 68 NUMERO INVENTARIO: 190
OGGETTO: ciotola
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 5,5 cm, diametro max. 11 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato a mano
TECNICA DECORATIVA:
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Checar, 1951
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: discreto
Il reperto è una ciotola dal fondo convesso, con due piccole prese orizzontali diametralmente
opposte subito sotto l’orlo, forate, di cui una assente. L’impasto è grigio scuro, la superficie esterna
è levigata e verniciata color nero lucido. Evidenti tracce di restauro.
Uso quotidiano.
MC
Numero: 69 NUMERO INVENTARIO: 157
OGGETTO: boccale
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 15 cm, diametro max. 7,5 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)
TECNICA DECORATIVA:
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Sequitur, 10/12/1961
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: buono
Il reperto è un boccale a base circolare piatta, presenta l’orlo semplice, leggermente sbeccato, con
un’unica ansa laterale ad anello piatto, piccola e nastriforme, superficie levigata, verniciatura bruno
nerastra.
Il corpo ha una forma regolare e cilindrica; lo stato di conservazione è buono, l’utilizzo poteva
essere quotidiano o come contenitore di bevande rituali, oppure come misura per granaglie
(Campagner 1993). Cfr. anche N. INV. 158
MC
Numero: 70 NUMERO INVENTARIO: 199
OGGETTO: pentola
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 15 cm, diametro max. 11cm
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)
TECNICA DECORATIVA:
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Checar, 1951
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: discreto
Il reperto è una pentola, di forma globulare, con fondo leggermente convesso e due piccole prese
non forate, pizzicate verticalmente sulla parte di massima espansione della pancia; l’orlo è piatto e
lievemente aggettato. L’impasto è fine, la superficie esterna è levigata, la colorazione è bruno
nerastra; lo stato di conservazione è discreto, l’oggetto presenta un foro all’altezza della pancia,
dovuto al sondino usato dai tombaroli.
Uso domestico.
MC
Numero: 71 NUMERO INVENTARIO: 172
OGGETTO: pentola
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 10 cm, diametro imboccatura 10 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: mista di palettato e falso tornio
TECNICA DECORATIVA:
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Sequitur
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: Atacama fase Checar
STATO DI CONSERVAZIONE: discreto
Piccola pentola, dal fondo leggermente convesso, orlo obliquo arrotondato, sono presenti due
piccole prese forate verticali nella parte di massima espansione della pancia. Ceramica ad impasto
fine, superficie esterna levigata con ingobbio color nero lucido, oggi un po’ sbiadita.
Utilizzo domestico.
MC
Numero: 72 NUMERO INVENTARIO 178
OGGETTO: pentola
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 10 cm, diametro imboccatura 9,4 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: misto di palettato e falso tornio
TECNICA DECORATIVA: stigliato, incisine, pizzicato
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Catarpe
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: Atacama, fase Checar
STATO DI CONSERVAZIONE: mediocre
Piccola pentola, dal fondo leggermente convesso, orlo aggettato e arrotondato, sono presenti due
piccole prese forate verticali, ottenute con la tecnica del pastigliato, dell’incisione e del pizzicato
nella parte di massima espansione della pancia. Ceramica ad impasto fine, superficie esterna
levigata con ingobbio di color nero lucido, oggi un po’ sbiadita.
Utilizzo domestico; la superficie esterna appare in alcuni casi molto rovinata, e sono presenti anche
alcune sbeccature a livello dell’orlo.
MC
Numero: 73 NUMERO INVENTARIO: 179
OGGETTO: olla
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: terracotta
MISURE: altezza 7,5 cm, diametro imboccatura 5,8 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: palettato e falso tornio
TECNICA DECORATIVA: pizzicato
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Soncor
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: buono
Piccola olla, dal fondo leggermente convesso, sezione dell’ orlo obliqua. Due piccole prese non
forate ottenute con la tecnica del pastigliato e dell’incisione sono pizzicate verticalmente sulla parte
di massima espansione della pancia. Ceramica ad impasto fine, superficie esterna levigata con
ingobbio nero lucido e vernice a base di ematite (C. Cortelazzi, Informe sobre el estudio
petrografico de muestras ceràmicas de San Pedro de Atacama, Estudios Atacameños N. 4, 1976 pp.
61 – 67).
È presente qualche sbeccatura a livello dell’orlo. Utilizzo domestico – rituale.
MC
Numero: 74 NUMERO INVENTARIO: 177
OGGETTO: pentola
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 5,5 cm, diametro imboccatura 5,4 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: palettato e falso tornio
TECNICA DECORATIVA:
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Sequitur
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: discreto
Piccola pentola, dal fondo leggermente convesso, orlo obliquo, una presa è mancante, l’altra è non
forata e pizzicata verticalmente sulla parte di massima espansione della pancia. Ceramica ad
impasto fine, superficie esterna irregolare, levigata, con ingobbio color bruno-nerastro.
A livello della pancia manca parte della superficie verniciata; utilizzo domestico – rituale.
MC
Numero: 75 NUMERO INVENTARIO: 176
OGGETTO: pentola
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 6,5 cm, diametro imboccatura 10 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: palettato e falso tornio
TECNICA DECORATIVA: pastigliato
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Sequitur
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: buono
Piccola pentola, dal fondo leggermente convesso, orlo dalla sezione obliqua arrotondato, sono
presenti due piccole prese forate pizzicate verticalmente sulla parte di massima espansione della
pancia. Ceramica ad impasto fine, superficie esterna levigata con ingobbio nero lucido, oggi un po’
sbiadita.
È presente qualche sbeccatura a livello dell’orlo, che permette di vedere l’impasto chiaro e la
vernice a base di ematite. Utilizzo domestico – rituale.
MC
Numero: 76 NUMERO INVENTARIO: 200
OGGETTO: pentola
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 10 cm, diametro max. 14 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: palettato
TECNICA DECORATIVA:
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Sequitur, 10/12/1961
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: discreto
Il reperto è una piccola pentola, dal fondo leggermente convesso, che presenta due piccole prese
laterali. L’orlo è aggettato, l’impasto fine grigio scuro, superficie interna ed esterna levigata con
ingobbio di colore nero, oggi tendente al bruno.
È presente qualche sbeccatura a livello dell’orlo, che permette di vedere l’impasto chiaro e la
vernice a base di ematite. Utilizzo domestico – rituale
MC
Numero: 77 NUMERO INVENTARIO: 210
OGGETTO: ciotola
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 8,5 cm, diametro max. 15,5 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: palettato e falso tornio
TECNICA DECORATIVA:
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Alambrado de Sequitur, 20/12/1961
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: discreto
Il reperto è una ciotola, fondo convesso, con due piccole prese forate ai lati dell’orlo, quest’ultimo
irregolare, sottile e arrotondato, con evidenti sbeccature, che permettono di vedere l’impasto chiaro
e la vernice a base di ematite.
Ceramica ad impasto fine, la superficie esterna è levigata con ingobbio color bruno nerastro.
Utilizzo domestico – rituale.
MC
Numero: 78 NUMERO INVENTARIO: 196
OGGETTO: ciotola
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 8,4 cm, diametro max. 18 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: palettato e falso tornio
TECNICA DECORATIVA:
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Checar, 1951
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: discreto, segni di restauro
Il reperto è una ciotola, di forma emisferica, fondo piatto e tracce di una presa all’orlo; ceramica ad
impasto fine, superficie interna ed esterna levigata con ingobbio di colore nero.
Campagner (1993) sottolinea che il reperto è stato in parte restaurato e ricostruito, e lo stato di
conservazione attuale risulta discreto.
MC
Numero: 79 NUMERO INVENTARIO: 198
OGGETTO: ciotola
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza min. 9 cm, max. 10 cm, diametro max. 18, 5 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: palettato e falso tornio
TECNICA DECORATIVA:
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Sequitur, 10/12/1961
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: buono
Ciotola dal fondo piatto e due piccole anse nastriformi oblique in posizione mediana; le pareti sono
sottili, la superficie interna ed esterna levigata con ingobbio bruno-nerastro. Orlo arrotondato e
molto sottile, che presenta una piccola sbeccatura.
Uso domestico – rituale.
MC
Numero: 80 NUMERO INVENTARIO: 169
OGGETTO: borraccia
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza totale 10,5 cm, diametro max. anello 16, 5 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato a mano su di un’anima lignea
TECNICA DECORATIVA:
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Sequitur, 3/3/1965
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: mediocre
Il reperto è una borraccia composta da una base anulare con lungo collo, dall’orlo piatto ed
estroflesso, che si diparte dall’anello; la superficie esterna, un tempo levigata e color nero lucido,
con vernice a base di ematite, attualmente risulta molto rovinata, tanto da rendere visibile il
sottostante impasto cretaceo, fine e color mattone. Per questo lo stato di conservazione risulta
mediocre.
Utilizzo quotidiano, come borraccia contenitore di liquidi; la singolare forma dell’oggetto può avere
valenza ornamentale.
MC
Numero: 81 NUMERO INVENTARIO: 163
OGGETTO: boccale
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 16,2 cm, diametro all’imboccatura 6,4
TECNICA DI ESECUZIONE: palettato e falso tornio
TECNICA DECORATIVA:
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Sequitur, 10/12/1961
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: discreto
Il reperto è un boccale di forma cilindrica, fondo piatto, collo accennato e ricavato attraverso la
pressione delle dita. A livello mediano del corpo è presente una piccola ansa, con funzione di presa,
forata, forse per essere collegata ad un filo o ad una cordicella. Ceramica ad impasto fine.
Lo stato di conservazione è discreto, la verniciatura è nera, la superficie esterna levigata.
Utilizzo domestico – rituale.
MC
Numero: 82 NUMERO INVENTARIO:167
OGGETTO: recipiente
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 12,5 cm, diametro all’imboccatura 7,2 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: palettato e falso tornio
TECNICA DECORATIVA:
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Sequitur, 10/12/1961
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: discreto
Il reperto è un recipiente dal fondo piatto, con una piccola fenditura, due anse verticali con la
funzione di prese, a livello mediano del corpo, ma ad altezze diverse, con fori per legare l’oggetto
tramite filo o cordicella. L’orlo è lievemente aggettato, la superficie esterna levigata e verniciata, un
tempo color nero lucido, oggi tendente al bruno. Una sbeccatura all’orlo permette di vedere
l’impasto chiaro e la vernice a base di ematite.
Utilizzo quotidiano – rituale.
MC
Numero: 83 NUMERO INVENTARIO:166
OGGETTO: boccale
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 12,5 cm, diametro all’imboccatura 5 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: palettato e falso tornio
TECNICA DECORATIVA:
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Sequitur, 10/12/1961
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: mediocre
Boccale che presenta un’unica ansa orizzontale forata, mentre l’altra è mancante; la superficie è
levigata, un tempo verniciata color nero lucido, oggi deteriorata in molti punti, struttura regolare,
corpo cilindrico, orlo piatto leggermente aggettato, fondo piatto.
Al posto dell’ansa mancante si vede parte dell’impasto chiaro sottostante e la vernice a base di
ematite.
MC
Numero: 84 NUMERO INVENTARIO: 203
OGGETTO: tazza
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 8,5 cm, diametro max.12 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: palettato e falso tornio
TECNICA DECORATIVA:
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Checar, 10/12/1961
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: buono
Il reperto è una tazza di forma tronco-conica che presenta un fondo piatto e irregolare, orlo
arrotondato, due prese orizzontali e forate impostate sotto l’orlo: forse ad esse veniva legata una
cordicella o un filo per appendere l’oggetto.
La superficie interna ed esterna è levigata con ingobbio color nero lucente, la ceramica è ad
impasto fine.
Utilizzo quotidiano – rituale.
MC
Numero: 85 NUMERO INVENTARIO: 209
OGGETTO: olla
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 7 cm, diametro 9,5 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: palettato e falso tornio
TECNICA DECORATIVA:
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Toconao, 19/6/1966
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: mediocre
Il reperto è una piccola olla di forma globulare e orlo sbeccato, fondo piatto e due anse verticali e
tonde impostate fra la zona dell’orlo e la spalla. Cottura imperfetta, superficie rugosa e verniciata,
pigmentazione irregolare bruno nerastra. La ceramica è ad impasto rossiccio, abbastanza fine, con
vernice a base di ematite.
Uso quotidiano, ma probabilmente faceva parte de corredo funerario di una sepoltura.
MC
Numero: 86 NUMERO INVENTARIO: 206
OGGETTO: tazza
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 8 cm, diametro max. 13 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: palettato e falso tornio
TECNICA DECORATIVA:
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, centro paese, 2/5/1956
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: discreto
Il reperto è una tazza dal fondo piatto, ceramica di impasto fine color rosso grigiastro, orlo
arrotondato, estroflesso, leggermente rotto e sbeccato. La superficie esterna è levigata e verniciata,
un tempo color nero lucido, oggi la pigmentazione appare bruno nerastra, grazie alla vernice a base
di ematite.
Uso prettamente domestico – rituale.
MC
Numero: 87 NUMERO INVENTARIO: 164
OGGETTO: boccale
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 12,4 cm, diametro all’imboccatura 7 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: palettato e falso tornio
TECNICA DECORATIVA:
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Sequitur, 10/12/1961
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DICONSERVAZIONE: buono
Boccale di forma regolare, corpo cilindrico, orlo arrotondato e leggermente estroflesso. Sono
presenti due piccole prese oblique, forate, in posizione mediana ma poste dal ceramista ad altezze
diverse. La pigmentazione è bruna con chiazze rossastre, la superficie è levigata e presenta vernice
a base di ematite, la ceramica è ad impasto fine. Il fondo è piatto e circolare.
Utilizzo quotidiano, come contenitore per liquidi.
MC
Numero: 88 NUMERO INVENTARIO: 165
OGGETTO: boccale
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 12 cm, diametro all’imboccatura 5,8 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: palettato e falso tornio
TECNICA DECORATIVA:
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Sequitur, 10/12/1961
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: discreto
Boccale di forma regolare, corpo cilindrico, orlo lievemente aggettato con sbeccatura, piccole prese
laterali forate poste ad altezze diverse. La superficie esterna è levigata e presenta vernice color nero
lucido a base di ematite, la ceramica è di impasto fine, il fondo è piatto.
Utilizzo quotidiano come contenitore di liquidi.
MC
Numero: 89 NUMERO INVENTARIO: 162
OGGETTO: boccale
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 14 cm, diametro all’imboccatura 9 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: palettato e falso tornio
TECNICA DECORATIVA:
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Sequitur, 10/12/1961
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: buono
Boccale di forma regolare, cilindrica, con orlo accennato e lievemente estroflesso. Sulla pancia sono
presenti due piccole prese verticali forate, una delle quali risulta asportata, che servivano forse per
tenere l’oggetto in sospensione, collegandolo ad una cordicella. Le due prese sono poste ad altezze
leggermente diverse.
Il fondo è leggermente convesso, la superficie esterna è levigata e verniciata color nero lucido,
l’impasto è a ceramica fine.
Lo stato di conservazione è buono; utilizzo dell’oggetto domestico – rituale.
MC
Numero: 90 NUMERO INVENTARIO:158
OGGETTO: boccale
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 13, 5 cm, diametro max. 7,cm
TECNICA DI ESECUZIONE: palettato e falso tornio
TECNICA DECORATIVA:
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Sequitur, 10/12/1961
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: mediocre
Boccale di forma lievemente irregolare, corpo cilindrico lievemente sfiancato, fondo molto piatto,
orlo arrotondato, smussato, con evidenti sbeccature, leggermente introflesso. È presente una grossa
ansa verticale rotonda, impostata a metà del corpo. L’impasto è fine, la superficie esterna è levigata
color nero lucido,oggi sbiadito. Utilizzo quotidiano – rituale , o come contenitore per liquidi o forse
come misura per granaglie (Campagner 1993). Cfr. anche N. INV 157.
MC
Numero: 91 NUMERO INVENTARIO: 77
OGGETTO: vasetto fittile
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 7,3 cm, diametro 7,5 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)
TECNICA DECORATIVA:
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Tonde Duque, 14/3/1959
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: discreto
Il reperto è un vasetto dall’orlo accennato ed estroflesso, e presenta due piccole anse asimmetriche
verticali; la struttura è irregolare, il fondo convesso, la cottura imperfetta. La ceramica è ad impasto
grossolano, la superficie esterna è rugosa, la pigmentazione è color mattone con chiazze nerastre di
bruciatura; sono presenti anche alcune scalfitture.
Campagner (1993) riferisce che l’oggetto fu trovato dentro un’urna funeraria e faceva parte del
corredo di un bambino ivi inumato.
MC
Numero: 92 NUMERO INVENTARIO:105
OGGETTO: vaso fittile
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 22,5 cm, diametro 19 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)
TECNICA DECORATIVA:
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Sequitur, 1950
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: discreto
Vaso di forma sferica, forse con bocca ad anello ora completamente mancante, dal collo corto e
rettilineo. Cottura imperfetta, tracce di bruciatura sulla superficie esterna levigata e verniciata con
colorazione rosso scuro. Anse assenti, fondo concavo. Uso domestico.
MC
Numero: 93 NUMERO INVENTARIO: 106
OGGETTO: vaso fittile
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 25 cm, diametro 17,5 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)
TECNICA DECORATIVA:
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Sequitur, 1950
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: mediocre (restauro)
Il vaso è evidentemente spanciato su un lato; presenta orlo piatto, estroflesso e pronunciato, forma
irregolare, superficie color rossastro, segni di bruciatura, cottura quasi perfetta. Lo stato di
conservazione non è buono, sono evidenti cospicui interventi di restauro lungo l’intera superficie,
ed è mancante anche un lembo dell’orlo. Il fondo è piatto, l’impasto fine, le anse assenti. Sulla
superficie si notano tracce di miche e pirite. Cfr anche N. INV. 69, 75.
Uso domestico.
MC
Numero: 94 NUMERO INVENTARIO: 104
OGGETTO: vaso fittile
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 32,5 cm, diametro 28 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)
TECNICA DECORATIVA:
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Sequitur, 1950
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: mediocre
Vaso di forma sferica, ceramica ad impasto grossolano, sotto l’ingobbio di color rossastro; cottura
imperfetta, superficie irregolare e levigata color rossastro con tracce di bruciatura; il fondo è piatto.
A livello del corpo del vaso sono evidenti zone di erosione e asportazione della superficie, che
rendono visibile l’impasto sottostante; l’orlo è sbeccato e in parte mancante, il collo assente per tre
quarti (come l’orlo), ed è così possibile individuare lo sgrassante a base di miche.
Utilizzo domestico.
MC
Numero: 95 NUMERO INVENTARIO: 101
OGGETTO: olla
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 23 cm, diametro max. 25 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)
TECNICA DECORATIVA:
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Checar, 17/2/1961
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec. d. C.) ?
STATO DI CONSERVAZIONE: discreto
Olla dalla bocca estroflessa e arrotondata, di cui manca una porzione; sono presenti due piccole
anse oblique, di tipo nastriforme, impostate esclusivamente a livello della spalla.
Forma globulare, superficie levigata, cottura imperfetta con evidenti tracce di bruciatura, ma nel
complesso la pigmentazione va dal bruno al rossastro.
Uso domestico – rituale: Campagner (1993) classifica la forma di questo tipo di olla come
caratteristica della zona atacameña.
MC
Numero: 96 NUMERO INVENTARIO: 78
OGGETTO: vasetto fittile
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica grossolana
MISURE: altezza max. 6,3 cm, diametro 6,5 cm
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato ad anelli concentrici sovrapposti (colombino)
TECNICA DECORATIVA
PROVENIENZA: San Pedro de Atacama, Larrache
AREA: Ande meridionali
STATO: Cile
REGIONE ARCHEOLOGICA: Atacama
CULTURA: San Pedro II, fase Sequitur (II-V sec d.C.) ?
STATO DI CONSEVAZIONE: buono
Vasetto facente parte, probabilmente, di un corredo funerario; impasto grossolano, orlo estroflesso,
struttura irregolare, fondo convesso; a livello del collo è presente un piccolo foro passante; la
colorazione è rosso mattone con macchie scure. Uso domestico.
MC
Numero: 97 NUMERO INVENTARIO: 126
OGGETTO: vasetto ritratto
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
N. INV.: 126
MATERIALE: terracotta
MISURE: altezza 11,2 cm, diametro max. 11 cm, circonferenza max.
30,5
ICONOGRAFIA: testa umana
TECNICHE ESECUZIONE: modellato a mano, tuttotondo, incisione, excisione
COLORI: mattone chiaro
PROVENIENZA: Huanca – Rumi, vallata dell’Urubamba
AREA: Peruviana
STATO: Perù
CULTURA: Moche? – Tourist Art XX secolo?
STATO DI CONSERVAZIONE: buono
Il reperto è molto particolare: si tratta di un vaso fittile, huaco retrato (vaso – ritratto), che sarebbe
ricollegabile alla tradizione del Perù costiero. Potrebbe però trattarsi di un falso d’epoca, cioè del
XX secolo, se la provenienza citata da Campagner è corretta.
Esso rappresenta in tutta la sua porzione un realistico viso umano: ha base ellissoidale, e il corpo
raffigura il viso, con tratti precisi e ben definiti, occhi sporgenti, naso dritto, grandi orecchie, bocca
incisa e sottili tratti incisi verticalmente sul mento aguzzo (barba o ornamento); l’orlo del vaso è di
forma ellissoidale come la base, estroflesso, e potrebbe costituire il copricapo della figurina. In
origine vi era un’ansa, oggi mancante, impostata nella sbeccatura a livello dell’orlo. Sono visibili
segni profondi di crepe nella superficie interna.
L’impasto della ceramica è fine, la cottura è perfetta e la superficie è levigata, ma non verniciata,
con pigmentazione color rosso mattone leggermente annerita ai lati del viso.
MC
Numero: 98 NUMERO INVENTARIO: 227
OGGETTO: vaso fittile
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 20 cm, diametro base 7,2 cm, diametro orlo 5,4 cm,
ICONOGRAFIA: antropomorfa
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato a mano
TECNICA DECORATIVA: tuttotondo, incisione, rilievo (?)
PROVENIENZA: dintorni di Mollendo (regione di Arequipa)
AREA: Peruviana
STATO: Perù meridionale
CULTURA: Chimù? – Tourist Art XX secolo?
STATO DI CONSERVAZIONE: discreto
Il reperto potrebbe essere un vaso tipico della produzione ceramica della cultura Chimù: esso è
composto, dall’alto verso il basso, da uno spesso collo ad imbuto con orlo rotondo e lievemente
aggettato, una parte centrale di forma circolare appiattita sulle due facce, e un grosso piede
impostato sul fondo piatto.
Reca due piccole prese nella parte superiore, vicino all’attaccatura del collo, mentre le due superfici
circolari raffigurano, con sembianze di visi umani pressoché simili, il Sole e la Luna, (in lingua
quechua Inti e Quilla), coppia di divinità estremamente importanti nella mitologia andina, sia presso
i Chimù che, successivamente, per gli Inca.
L’oggetto pare essere frutto di un raccordo di più pezzi assemblati, l’impasto della ceramica è fine e
la superficie esterna è levigata e verniciata color nero lucido, la cottura è avvenuta in forno
riducente.
Sono presenti diverse crepe e la superficie verniciata appare in alcuni tratti un po’ sbiadita: tuttavia
l’iconografia, la forma e la lavorazione suggeriscono che si tratti di una copia a scopo turistico.
MC
Numero: 99 NUMERO INVENTARIO: 228
OGGETTO: vaso a staffa
COLLEZIONE: Campagner Angelo
MUSEO: Seminario Vescovile
CITTÀ: Treviso
MATERIALE: ceramica
MISURE: altezza 19,5 cm, diametro base 10 cm, circonferenza max. 50
cm, lunghezza beccucci 10,8 cm (dall’attaccatura)
ICONOGRAFIA: geometrica e antropomorfa
TECNICA DI ESECUZIONE: modellato a mano e in parte mediante stampi,
TECNICA DECORATIVA: tuttotondo, incisione, sbalzo, rilievo
PROVENIENZA: dintorni di Mollendo (regione di Arequipa)
AREA: Peruviana
STATO: Perù meridionale
CULTURA: Lambayeque – Tourist Art XX secolo?
STATO DI CONSERVAZIONE: ottimo (restauro)
Il reperto potrebbe essere un caratteristico vaso a staffa, fra le principali espressioni dell’arte
ceramica della cultura Lambayeque.
Esso può essere suddiviso in tre parti: 1) l’ansa a ponte, o manico, con decorazioni geometriche
ottenute per impressione ed incisione, che funge da collegamento ai due beccucci laterali assemblati
di forma conica (riattaccati mediante restauro); 2) la parte centrale, ovvero il corpo del vaso, di
forma globulare schiacciata al vertice, che è suddivisa in quattro quadranti trapezoidali, occupati da
figurine stilizzate di soldati-guerrieri (probabilmente di alto rango), che portano il tipico copricapo
dei Lambayeque, a forma di mezzaluna. Le figurine giacciono su uno sfondo puntiforme e sono
realizzate a stampo. Ai lati della pancia, presso la sua massima espansione, si trovano due figure
antropomorfe distese; 3) il piede, di forma campanulare e concavo.
Uno dei beccucci presenta un semianello ornato con incisioni a spina di pesce, al vertice della parte
centrale un rilievo circolare con un cerchio sbalzato inscritto.
Il vaso è realizzato molto finemente, ad impasto fine, di colore tendente dal grigio chiaro al bruno,
la superficie è levigata , le pareti in rilievo.
Lo stato di conservazione è ottimo, se si eccettuano i segni di restauro suddetti all’attaccatura dei
due beccucci: tuttavia la fattura dell’oggetto farebbe pensare ad una copia a scopo turistico.
MC
Ringraziamenti
Desideriamo ringraziare innanzitutto don Giuseppe Benetton, direttore della
Biblioteca Capitolare di Treviso, per la disponibilità e il sempre vivo interesse
mostrato per la diffusione della Collezione Campagner, la UAI - Unione
Internazionale delle Accademie di Buxelles e la UAN - Unione Accademica
Nazionale di Roma, per aver reso possibile questo lavoro e la sua messa in
rete.
LLM, MC, CO
Sigle
LLM (Laura Lauencich-Minelli); MC (Michele Colella); CO (Carolina Orsini)
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