Difly lancia il primo drone professionale · rapida in agricoltura (+5,0%), ma il set- ... settore...

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La giovane start-up ha creato versioni customizzate per monitorarei livelli di inquinamento ed eseguire rilievi stradali in caso di incidente

l 'a z ienda

Difty è stata fon-data nel 2017.Questa giovaneazienda emiliana,con sede operati-va a Parma, si stafacendo stradanel settore deidroni professio-nali, destinato acrescere in modoimportante infunzione dei tantinuovi campi diapplicazione. I so-ci sono sette:quattro ingegneri,un ragioniere edue soci di capi-t a l e.

Difly lancia il primodrone professionale

E M I L I A- RO M AG N A

Aumentanosolo le aziendestraniere

Crescono a un ritmo sostenu-tissimo, superiore alla medianazionale, le imprese stranie-re in Emilia-Romagna. Al 30settembre le imprese attive

straniere salgono a quota 48.162 (l'11,9%del totale) con un aumento in un anno di1.412 unità (+3%), il più rapido dal 2015. Alivello nazionale, la crescita delle impresestraniere (il 10,4% del totale) è inferiore(+2,3%) come anche la diminuzione dellealtre imprese (-0,2%) è più contenuta.Sono i dati rilevati dal Registro Impresedelle Camere di commercio elaborati da

Unioncamere Emilia-Romagna.L’Emilia-Romagna è la terza regione percrescita, dietro Campania e Lazio. Latendenza alla crescita delle imprese stra-niere è dominante in tutti i macro settoridi attività economica. L’espansione siconcentra nei servizi (+859 imprese,+3,6%) che trainano quella complessiva.Deriva più dal rapido incremento nel-l’aggregato degli altri servizi (+643 im-prese, +5,2%) che dall’aumento nel com-mercio (+212 imprese, +1,8%). Si man-tiene elevata la crescita della base im-prenditoriale estera dell’i n du s tr i a

(+4,2%, +205 unità) e accelera nelle co-struzioni (+1,3%, +228 unità), mentre inentrambi i settori le imprese non stra-niere si riducono dell’1,8%. La crescita èrapida in agricoltura (+5,0%), ma il set-tore resta marginale.La spinta deriva sempre innanzituttodalle ditte individuali (+818 unità, +2,1%),pari l’81,6% delle imprese straniere, masempre più anche dalle società di capitali,che crescono più rapidamente (+593 uni-tà, +13,9%), sostenute dall’attrattività del-la normativa delle società a responsa-bilità limitata semplificata.

pTanta fantasia unita ad una solida conoscenza tec-nica. E’ questa la «ricetta» di Difly per passare dalleidee ai progetti, fino alla realizzazione di ciò che nonesiste sul mercato. Così la giovane azienda emiliana,con sede operativa a Parma, si sta facendo strada nelsettore dei droni professionali, destinato a crescere inmodo importante in funzione dei tanti nuovi campi diap p l ic a z io n e.

LA CONOSCENZAIngrediente indispensabile di questo flusso inno-vatore è la conoscenza, quella che i giovani pro-tagonisti di Difly – quattro ingegneri e un ragionierecome soci operativi e poi due soci di capitale – hannoacquisito durante il proprio percorso formativo e chehanno integrato con passione e sperimentazione sulcampo. «Sono sempre stato appassionato di aero-modellismo e per l’ultimo esame universitario hodeciso di progettare ex novo un convertiplano ae-rodinamicamente molto efficiente, ispirandomi al-l’AW609» spiega Marco Pesci da cui tutto è partito. Daqui alla creazione di una start up pluripremiata giàtitolare di brevetti, il passo è stato breve. Nel 2017,anno di fondazione, Difly ha già meritato diversiriconoscimenti tra cui un terzo posto nazionale alpremio Best Practices per l’Innovazione. «Quello dicui siamo più orgogliosi però è la selezione al Cli-mate-KIC Accelerator di Aster per start up cheinnovano nell’ambito del cambiamento climatico,grazie a un drone che abbiamo studiato per il mo-nitoraggio ambientale» aggiunge Pesci.

DEBUTTA IL PRIMO PRODOTTOA coronamento, qualche giorno fa l’azienda ha pre-sentato il suo primo prodotto: Xlite, un drone pro-fessionale inoffensivo multiuso, che non richiede pa-tentino, dotato di estrema facilità di utilizzo e altaautonomia di volo. «Queste caratteristiche lo rendono ununicum sul mercato e l’applicazione di specifica ap-parecchiatura ne fa uno strumento di lavoro per pro-fessionisti, enti pubblici e privati che operano nel settoredella fotogrammetria, dissesto idrogeologico, rilievi ar-chitettonici, abusivismo edilizio ed ecologico, urba-nistica, monitoraggio inquinanti ambientali e teleri-levamento». Il telaio monoscocca stampato in 3D, unicoin Italia, lo rende resistente e leggero con capacità di volofino a 26 minuti. Per renderne l’utilizzo alla portata ditutti, la squadra di Difly ha poi sviluppato un softwareapplicativo in grado di rendere automatica qualsiasi fasedel lavoro, dalla generazione della missione al volo.

I N N OVA Z I O N E«Attraverso l’innovazione spinta vogliamo rendere pos-sibile ciò che prima non lo era e far crescere un’a z ie n d ache crei valore per questo territorio». Un passo avantiin tal senso è stato compiuto: è in fase di test un dronecustomizzato per la polizia municipale per compiere insoli due minuti i rilevamenti stradali in caso diincidente. «Il mio sogno però – conclude Pesci – ècostruire una rete di rapporti che porti a creare aParma Ingegneria dei droni e restituire così un po’ dellaconoscenza che la nostra Università ci ha trasmesso».

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economia parma

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VIA EMILIA

Quasi duemilapiccole impresefanno «rete»di Andrea Violi

Alle piccole imprese emiliano-ro-magnole piace il «contratto direte». In Italia, nei primi 9 mesidell'anno sono stati stipulati4.978 contratti di rete da parte di

30.727 imprese. Di queste, 1.968 operano inEmilia-Romagna: il 6,4% del totale. Il con-tratto di rete è una forma di aggregazione fraaziende introdotta nel 2009, che consente aititolari di ditte individuali e alle società distringere legami per affrontare meglio ilmercato. A rivelare i dati è uno studio del-l’Osservatorio economico diretto da DavideStasi, in collaborazione con la sezione diBologna dell’Associazione italiana dottoricommercialisti (Aidc). Senza contratti di re-te, dice l'Aidc, «alcune di queste aziende, dasole, non sarebbero riuscite a competere suimercati, non avendo a disposizione i mezziper realizzare i propri progetti innovativi».Hanno così condiviso piani di investimento,formazione e operazioni di marketing.

111Lo strumento del contratto di rete è tra-versale ai settori economici e alle formegiuridiche delle imprese che decidono dimettersi insieme. In Emilia-Romagna i casipiù numerosi sono in provincia di Bologna:qui sono coinvolte 456 aziende (il 23% deltotale regionale). Segue Modena, con 353imprese (18% del totale). A Ravenna fannoil contratto di rete 216 aziende (11%); 210 aReggio Emilia (10,7%), 187 a Ferrara (9,5%) e185 a Forlì-Cesena (9,4%). In provincia diParma sono 159 le aziende che hannodeciso di «fare squadra» con questo stru-mento: 8,1% del totale regionale. ChiudonoRimini (109 imprese, il 5,5% del totale) ePiacenza (93 aziende, 4,7%).

111Giuseppe Lavalle, consigliere Aidc di Bo-logna, sottolinea che i risultati «in certicasi, non sono tardati ad arrivare, oltre agliindubbi vantaggi fiscali e agli altri benefici,come la riduzione dei costi, l’apertura dilinee di credito ad hoc ed una maggioreforza contrattuale nei confronti dei for-nitori, ma non solo. Tant’è che cresce ilfatturato delle aziende coinvolte in questotipo di accordi e la loro capacità di crearenuova occupazione e di aumentare l’ef -ficienza produttiva. L’innovazione saràuno dei temi del settimo meetingnazionale della nostra associa-zione, che si terrà venerdì 16novembre a Bologna al FicoEataly World». «La ‘re t e ’ - ag-giunge Davide Stasi, direttoredell’Osservatorio economico -a partire da quella di-gitale, è il modelloche contraddistin-gue il momentostorico che stia-mo attraversan-do».

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