La Liturgia La Spiritualità cristiana.. Se la Carità è il cuore della Chiesa... La Liturgia e la...

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La Liturgia

La Spiritualità cristiana.

Se la Carità è il cuore della

Chiesa...

La Liturgia e la Spiritualità?!?!

La Liturgia e la Spiritualitàsono i polmoni…

Rappresentano il “respiro” della Chiesa

Senza il respiro…

…con il respiro!

Non si tratta di inventare, bensì di accogliere e avere consapevolezza

La Liturgia è prolungamento ed “esercizio

della funzione sacerdotale di Cristo”.(SC 7)

I due atteggiamenti fondamentalidella Liturgia e della Spiritualità:

GUSTARE

ARMONIZZARE

Attenzione al rischio di…

Parlare tanto e capire poco!

Attenzione al rischio di…

Rispondere alle domandeinvece di formulare proposte!

Attenzione al rischio di…

Cercare norme e regoleinvece di condividere criteri!

Leggiamo il testo…

La Liturgia non è tanto un’azione che parte dall’uomo verso Dio,

quanto piuttosto un momento dell’azione salvifica di Dio che si

rivela e si rende presente all’uomo.

Pertanto, la LITURGIA si presenta come il luogo privilegiato ed emblematico

dell’incontro in Gesù con Dio-Trinità e per questo fonte

della SPIRITUALITÀ cristiana.

Infatti, la Spiritualità nasce dall’incontro con Cristo e si nutre della conoscenza di Lui.

L’Eucaristia si presenta allora come fonte e culmine della Spiritualità oltre che della Liturgia.

Aprendocipoi alla prospettiva del tempo, allargheremo la riflessione all’Anno Liturgico che vive del Dies Domini e trova il suo centro nella celebrazione della Pasqua.

Tutta questa ricchezza necessita di un

percorso, che introduca progressivamente

a gustare l’incontro con Cristo, per poter vivere di Lui nella

Chiesa e con la Chiesa. Affronteremo perciò la riflessione

sull’Iniziazione Cristiana, che deve condurre al cuore

della Liturgia e della Spiritualità.

Si tratta di un cammino che ha bisogno di “compagni di viaggio” che, formati, sappiano condividere la ricchezza ricevuta e fatta propria; per questo un’ultima sezione inviterà adaffrontare la tematica della formazione degli operatori pastorali.

L’Eucaristia

fonte e culmine

L’Anno Liturgico

nella prospettiva del tempo

Eucaristia

Anno Liturgico

1. Rito2. Ministero

3. Parola di Dio

4. Partecipazione attivaCanto Liturgico

1. Pietà popolareFeste

2. Pellegrinaggi

La Liturgia ela Spiritualitàvivono di …

2. L’Eucaristia: fonte e culmine

«Iuxta dominicam viventes»: questa frase di sant’Ignazio d’Antiochia, che definisce

i cristiani come coloro che “vivono secondo la domenica”, mette

chiaramente in luce il nesso tra realtà eucaristica e vita quotidiana.

Eucaristia domenicale

«La domenica è il giorno in cui il cristiano ritrova quella forma eucaristica della

sua esistenza secondo la quale è chiamato a vivere costantemente».

(Benedetto XVI, Sacramentum Caritatis n 72)

La domenica rappresenta veramente il centro e il punto di riferimento del nostro

agire pastorale? In che modo?

Riusciamo ad evidenziare cosa voglia dire la “forma eucaristica” della vita del cristiano?

Come lo facciamo concretamente?

2.1 RITO

“Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora”, disse la volpe. “Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò

ad essere felice. Col passare dell'ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi;

scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora

prepararmi il cuore... Ci vogliono i riti”.

Il Rito va prima di tutto accoltoÈ un già dato, come nell’incontrare chi mi sta di fronte.

Il Rito va vissuto simbolicamente

Il Rito va preparatoInserito nel ritmo di vita

Non basta spiegare un simbolo, occorre un coinvolgimento personale.Non produce cose, ma ha la capacità di toccare ed esprimere l’intimo.

Quale consapevolezza dell’importanza del Rito viviamo nella nostra comunità?

Quali i percorsi che introducono i cristiani adulti e i fanciulli a riscoprire il senso del Rito e la sua portata simbolica?

Come vivere la ritualità senza cadere nella abitudinarietà?

2.2 I Ministeri

All’interno dell’unica azione liturgica agiscono diverse persone

che si pongono a servizio di essa.

L’esercizio dei ministeri nella liturgia si fonda sul sacramento comune del Battesimo,

pertanto tutti i battezzati sono chiamati ad esercitare il proprio ministero;

alcuni esigono competenze naturali, oltre che acquisite.

Tra i vari ministeri a servizio della liturgia, senza volerne escludere altri dalla riflessione, ci

sembra utile sottolinearne almeno due:

il SERVIZIO DELL’ACCOGLIENZA segno discreto e garbato dell’amore paterno di Dio

il MINISTERO DELLA CARITÀ Farsi carico delle necessità altrui, promuovere

l’attenzione e la preghiera per i più deboli o bisognosi, accompagnare malati o anziani

In questa prospettiva una cura particolare andrebbe rivolta in maniera specifica ai

divorziati risposati

Nelle nostre celebrazioni si respira quanto meno il desiderio di un clima di armonica collaborazione?

Come coordinare il ruolo di “regia” di colui che presiede le celebrazioni

e la ricchezza dei diversi apporti ministeriali?

Quali ministeri liturgici riteniamo che andrebbero maggiormente stimolati nelle nostre comunità?

Quale formazione preventiva viene oppure andrebbe richiesta per un tale ministero?

2.3 La parola

di Dio

«La Chiesa ha sempre venerato le divine Scritture come ha fatto per il Corpo stesso di Cristo, non mancando mai, soprattutto nella

sacra liturgia, di nutrirsi del pane di vita dalla mensa sia della parola di Dio che del Corpo di

Cristo, e di porgerlo ai fedeli» (DV 21).

Come evidenziare la venerazione della Parola ed il suo legame con la liturgia eucaristica?

Fa parte della nostra coscienza che ogni atto liturgico trova

nella Sacra Scrittura la sua anima?

2.4Partecipazione

Attivae Canto

Il Concilio ci ricorda che la partecipazione attiva è frutto di una

convergenza di aspetti e di attenzioni da suscitare,

accompagnare e convogliare nel mistero che si celebra.

Proprio per la sua efficacia il canto e la musica nella liturgia hanno una

grande responsabilità: devono adattarsi al rito che accompagnano

e di cui sono parte integrante!

Fa parte della consapevolezza della comunità la necessità e la cura di un canto “riservato” alla liturgia?

Come far diventare coscienza comune chenon si può immaginare una Parola

che non sia cantata, almeno nei salmi?

Come comporre il canto “dei gruppi” o dei movimenti e il canto di tutta la comunità parrocchiale e diocesana?

Quali le esigenze riguardo a un repertorio diocesano?

Quale attenzione c’è per il canto nelle celebrazioni non domenicali? Ed in quelle esequiali?

Eucaristia

Anno Liturgico

1. Rito2. Ministero

3. Parola di Dio

4. Partecipazione attivaCanto Liturgico

1. Pietà popolareFeste

2. Pellegrinaggi

La Liturgia ela Spiritualitàvivono di …

3. l’Anno Liturgiconella

prospettiva

del tempo

La Chiesa considera suo dovere celebrare l'opera salvifica del suo sposo divino

mediante una commemorazione sacra, in giorni determinati nel corso dell'anno.

Ogni settimana, nel giorno a cui ha dato il nome di domenica, fa memoria della

risurrezione del Signore

Nel corso dell'anno poi distribuisce tutto il mistero di Cristo

La vita pastorale parrocchiale “risente” chiaramente dei tempi dell’anno liturgico?

Nel corso dell’anno riusciamo a curare con proporzione ogni aspetto del vivere cristiano

(catechesi-liturgia-carità, festa-ferialità, attenzione alla storia passata-all’oggi-al futuro,

Gesù-Maria-i santi)?

3.1 Pietà popolare e Festa

La pietà popolare è sempre espressione della fede e cultura di un popolo, «vero tesoro del popolo di Dio» (Giovanni Paolo II), che manifesta

con semplicità la sua sete di Assoluto.

Le varie forme di pietà popolare presenti nelle nostre comunità vanno progressivamente

armonizzate con lo spirito liturgico, purificandole ed evangelizzandole

C’è nella nostra comunità parrocchiale attenzione perché non ci sia espressione genuinamente umana che non venga segnata e caratterizzata in bene dall’incontro con Gesù?

Occorrerà saper vivere la pietà popolare da una parte evitando che si leghi eccessivamente al gusto del momento o al sentire di qualcuno, dall’altra in modo tale che non appaia troppo chiusa in un presunto perfezionismo. Qual è la sensibilità della nostra comunità parrocchiale a riguardo?

3.2 Pellegrinaggio

Il pellegrinaggio non è solo un momento di promozione umana, un’esperienza intima

di devozione personale,ma anche un “luogo” di evangelizzazione

e di catechesi, un fatto comunitario.

Si inserisce nella vita pastorale con il carattere dell’occasionalità, va però coordinata con le diverse componenti della realtà ecclesiale.

Quale la considerazione con cui viene vissuto

e promosso il pellegrinaggio?

Quale attenzione ad inserirlo nel tempo liturgico vissuto?

Eucaristia

Anno Liturgico

1. Rito2. Ministero

3. Parola di Dio

4. Partecipazione attivaCanto Liturgico

1. Pietà popolareFeste

2. Pellegrinaggi

La Liturgia ela Spiritualitàvivono di …

La FORMAZIONE

Liturgia

Spiritualità

1. Arte

2. Luoghi e spazi

1. Lectio Divina

2. Silenzio

FORMAZIONE

3. Movimenti

Non c’è liturgia da cui non traspaia

la tenerezza del cuore,

ma non basta aver cuore per vivere la liturgia.

Non c’è liturgiasenza un sano buon senso

che garantisca l’acquisizione di aspetti e atteggiamenti elementari che

non vanno spiegati o studiati,

ma non basta il buon senso per celebrare il mistero.

Non c’è liturgia che non sia caratterizzata da chi la guida o

dalla comunità che la vive,

ma non può avvenire che divenga la “sua” liturgia.

4. Formazione alla Liturgia

La formazione è il fine di un processo educativo

che segue e cura la totalità della “crescita” sinergica di tutte le

dimensioni della persona, compresa quella spirituale.

La dimensione spirituale e i cinque sensiinteragiscono nel rito

e suscitano la partecipazione attiva.

La liturgia forma solo se è di buona qualità.

È necessario ricevere un’educazione estetica.

4.1 Arte

La liturgia è di per sé un’arte perché possiede

“l’essenza del bello”.

L’arte ha la capacità di svelare il “Mistero”di rendere cioè visibile la Parola di Dio;

attraverso la sua capacità di condurre “oltre”consente di fare esperienza della fede.

Come promuovere il gustoe l’attenzione per l’arte?

4.2 Luoghi e spazi liturgici

«Oggi, con solenne rito il popolo fedele dedica a te per sempre questa casa di

preghiera; qui invocherà il tuo nome, si nutrirà della tua parola, vivrà dei tuoi

sacramenti. […] Ora, Padre, avvolgi della tua santità questa chiesa perché

sia per tutti un luogo santo» (Preghiera di Dedicazione della Chiesa).

Quanto è sottolineato dell’architettura,

diventa principio ispiratore anche della cura

dei singoli spazi liturgici.

I nostri luoghi liturgici nel loro genio artistico,

manifestano chiaramente l’ecclesialità?

5. Formazione alla Spiritualità

Se il motore della formazione è il desiderio, allora, formarsi alla spiritualità

vuol dire custodire in sé il desiderio della santità.

La Santità è gustare e vivere con Gesù nello Spirito la Misericordia del Padre.

«Tensione e desiderio cordiale di voler corrispondere all’amore del Signore con tutto il proprio essere, pur nella consapevolezza della

propria fragilità». (Sacramentum Caritatis 82)

Qual è la reazione immediata delle nostre comunità cristiane

di fronte ad un invito alla Santità? Qual è quella degli operatori pastorali?

Quali i passi che necessariamente si richiedono ad un adulto che voglia iniziare un cammino di spiritualità? Ad un giovane? Ad

un anziano?

Quale attenzione a curare la spiritualità nelle famiglie cristiane?

Sappiamo accogliere e distinguere i germi e il desiderio di spiritualità

che sono presenti in un “mondo non cristiano”?

5.1 Lectio Divina

La Lectio divina è un atto di lettura che diviene ascolto

della Parola di Dio.

È lettura personale ed attenta.

Viviamo la Lectio Divina come momento fondamentale dell’incontro con Cristo?

Come vengono introdotti i cristiani, sia bambini che adulti, alla

conoscenza e all’uso di questo “strumento” di spiritualità?

6.2 Silenzio

In principio era il silenzio.

«Per mezzo del silenzio i fedeli non sono ridotti ad assistere passivamente all’azione liturgica come spettatori muti ed

estranei, ma sono più intimamente associati al mistero che si celebra, grazie alla

disposizione interiore che nasce dall’ascolto della parola di Dio e dall’unione spirituale

con il celebrante nelle parti che egli recita». (Musicam Sacram 17)

In quanto comunità come consideriamo,

introduciamo e viviamo il silenzio?

5.3 Movimenti

Le varie realtà ecclesiali presenti nella Chiesa propongono diverse

occasioni di vivere la fede cristiana, dando ad ognuno la possibilità di

trovare e custodire il modo proprio di incontrare Gesù e di portare

avanti l’amicizia con Lui.

La molteplicità dei carismi non è segno della “frantumazione” dell’unico Spirito, ma epifania della ricchezza di Gesù, unico

salvatore del mondo.

Liturgia

Spiritualità

1. Arte

2. Luoghi e spazi

1. Lectio Divina

2. Silenzio

FORMAZIONE

3. Movimenti

Volete farvi male?!

La Liturgia e la Spiritualità…è roba dei preti!!!

Diciamoci le cose con carità,

ma anche con chiarezza!!!

… dopo aver studiato!

Parte da Gesù…

…diventa l’agire della Chiesa!

letteralmente "azione del popolo"

LITURGIA:

Non temere!Buon

Lavoro!!!

C’è tanto da fare!

Alcuni si spaventeranno!

Altri non reggeranno!

Attenti:C’è chi vigila!

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