Preti pedofili

Preview:

DESCRIPTION

 

Citation preview

6 » ITALIA | IL FATTO QUOTIDIANO | Lunedì 21 Settembre 2015

I peccatidella Chiesa

Storia di copertina

destra scajoliano che intornoal borgo hanno cementificatoogni centimetro. Che hannotrasformato una piana dovebasta gettare un seme perchécresca nella periferia di unametropoli: rotonde, centricommerciali, addirittura vole-vano costruire dei grattacieli(riuscì a bloccarli Antonio Ric-ci, originario di qui, con unacampagna di Striscia la Noti-zia). Intanto la ‘ndrangheta hamesso radici profonde.

E POI GLI SCANDALI della Cu-ria che ha i suoi uffici proprioai piedi delle torri. Così la sto-ria di una cittadina dimentica-ta è arrivata fino sulla scrivaniadel Pontefice. Era già successocon papa Ratzinger che avevafermato la stella nascente delvescovo Mario Olivieri (quidal 1990). Ma non è bastato, èdovuto intervenire Bergoglio.La pianta, però, continua aprodurre frutti. Gli scandalinon si fermano mai.

Prima c’era stato don Lucia-no Massaferro, condannatodefinitivamente a sette anni eotto mesi per violenza sessua-le ai danni di una chierichettaundicenne. La sua riduzioneallo stato laicale è stata respin-ta. Contrario lo stesso Olivieri.Ma per capire basta visitare al-cune delle 162 parrocchie del-la diocesi. Magari con France-sco Zanardi. Lui stesso dabambino vittima di violenzeda parte di un sacerdote e oggialla guida della “Rete l’abuso”che ha denunciato decine dipedofili. Fino a pochi mesi fanella parrocchia di Pietra Li-gure era possibile assistere allamessa di don Luigi, condanna-to in primo grado a quattro me-si con l'addebito di favoreggia-mento personale di un pedo-filo. Avrebbe, secondo l’accu -sa, sconsigliato la madre di unabambina di denunciare l’u o-mo che molestava sua figlia. Lafrase incriminata: “Una de-nuncia è contro la Chiesa”. Ba-sta? No, nella stessa chiesa ce-lebrava don Italo che, ricorda-no le cronache del giornale ti-cinese Il Caffè, in Svizzera erastato condannato “per atti ses-suali con fanciulli”. Anche luiha continuato a lungo a diremessa. Perché? E perché si è

Le protestea RomaManifestazio -ni di protestacontro le reti-cenze delVat ica nosul problemap e dof i l i aLa Pre ss e

rifugiato nella diocesi di Al-benga? A guardare don Italosembra un anziano dall’aspet -to mite. Un sacerdote stanco.Ma appena il cronista gli chie-de della sua vicenda giudizia-ria, il tono della voce cambia:“Non ne voglio parlare!”. Si-lenzio. Ecco la parola d’ordinead Albenga. Fino al caso di donFrancesco, parroco di Bor-

A» FERRUCCIO SANSA

Inviato ad Albenga

desso devo dire messa”, donRenato parla da dietro unagrata della chiesa affacciatasul porto di Pietra Ligure.Scusi padre, ma la sua con-danna? “È una cosa da nien-te ”. Tre mesi, ma il reato…“Non ricordo bene, istigazio-ne alla prostituzione... mino-rile”. Lei ha patteggiato: “C e r-to, conosciamo la giustizia,non potevo mica aspettaredieci anni una sentenza”. El’accusa? “Roba da niente, co-me una sberla a un vigile”.Chissà che cosa ne diranno ivigili. Ma che cosa succedevadavvero? “Erano incontri traamici”. Ma c’erano minori?“Praticamente no”. Sul visonessuna espressione.

Diocesi di Albenga, refu-gium peccatorum? Alla fine sen’è accorto il Vaticano. PapaBergoglio ha preso una deci-sione clamorosa: ha di fattocommissariato il vescovo Ma-rio Olivieri. A gennaio hamandato un uomo di sua fidu-cia, Guglielmo Borghetti.Davvero troppi scandali. Sa-cerdoti condannati per pedo-filia, per aver fatto pressionisulle famiglie che volevanodenunciare, ma anche sottoprocesso per reati comuni co-me il saccheggio della biblio-teca storica dei Girolimini diNapoli. Sono tutti qui. Diconomessa come se niente fosse.Continuano a essere in con-tatto con i parrocchiani di tut-te le età. Anche bambini.Chissà se è bastata la mano diferro del Papa. Nell’ultimasettimana altri due scandali:un ragazzo sudamericano chearriva dall’Uruguay per de-nunciare le molestie che a-vrebbe subito da un missiona-rio oggi parroco e dirigentedella Caritas di Albenga. Infi-ne don Angelo, parroco dellafrazione di Onzo, che, alla fac-cia degli inviti del Santo Pa-dre, avrebbe detto: “Brucio lacanonica piuttosto che darlaai migranti” (frase che il sa-cerdote smentisce).

MA CHE COSA succede ad Al-benga? Siamo nella Riviera diPonente, a due passi da Alassioappena svuotata dei turisti. Inuna cittadina con un centrostorico tanto bello quanto sco-nosciuto: i vicoli su cui si affac-ciano vecchie botteghe con iloro sapori, i colori; le torri an-tiche di mattoni rossi, le duechiese di marmo e ardesia, unaaccanto all’altra. Una cittadinatanto bella quanto appartata.Alla fine dimenticata. Il luogoideale, verrebbe da pensareleggendo le cronache, perchévi mettano radici intenti nonsempre confessabili. Ecco al-lora la politica: qui si sono in-contrati a lungo gli interessidel centrosinistra e del centro-

PER ANNI LA CITTÀ DEL DOMINIOSCAJOLANO, OGGI È DIVENTATAUN REFUGIUM PECCATORUM DE LVATICANO. TANTO CHE IL PAPAHA COMMISSARIATO LA DIOCESI

Al bengAl benga,a,il bil buuoon rin ritirtirooddei pei prretietip e dop e dof i l if i l i

ghetto Santo Spirito. Pochigiorni fa dall’Uruguay è arri-vato un ragazzo di ventinoveanni. A Giovanni Battista Fer-ro –il pm di Savona che da annisegue le inchieste di pedofilia eche ha ottenuto le prime con-danne – ha denunciato: “DonFrancesco nel 2004 mi mole-stò”, ha raccontato denun-ciando i presunti misfatti di u-na missione della diocesi di Al-benga in Sud America. Il sa-cerdote (non indagato) ha re-plicato: “Tutto falso. Quel ra-gazzo è stato denunciato per a-ver molestato una dodicenne”.Ma, sostiene Zanardi, della de-nuncia non ci sarebbero trac-ce. Una cosa è certa: un altrosacerdote della tormentatamissione, un sudamericanoanche lui accusato degli abusi,ha rischiato di essere uccisopochi giorni fa. “Un tentativo

di rapina”, sostiene il prete.Ma la polizia, come ha scritto ilquotidiano spagnolo El Pais,non è convinta. Da GuglielmoBorghetti –che aveva nomina-to don Francesco ai vertici del-la Caritas diocesana – un com-mento cauto: “Non ne so nien-te. Per quanto lo conosco iodon Francesco è una personabuona e generosa e la sua no-mina, come tutte le altre, è sta-ta fatta sulla base delle cono-scenze personali degli ultimimesi”.

IL VESCOVO c o m m is s a r i at o ,Mario Olivieri si limita a dire:“Diocesi degli scandali? Quic’è stata una sola condanna. Èuna ricostruzione giornalisti-ca”. Accanto a lui il collabora-tore don Alessandro. Sì, pro-prio quel sacerdote indagatoper il saccheggio della biblio-

I FATTINella diocesiligure, infatti,ci sono pretiindagati eco n d a n n a t iper pedofilia,sacerdoti chescappano conla cassettadelle offerte,posano nudisu facebook,cor teggianole fedeli inchiesa, fannoi barman inlocali notturni

Nie nted i m i s s ion iOlivieri si ès e m p rerifiutato dilasciare ladiocesi e aquel punto ilpapa lo haco m m i ss a r i a to

E spu l s is eminaristiIl vicariomandato afar pulizia hagià espulsodalseminariocinquea s p i ra n t is a ce rd o t i :“Aveva n ouna feded e b o l e”

Due vescoviMon s ig norMario Olivieridurante unaproce ssioneassieme aG ug l ie l moBorghetti, unasorta dicom m i s s a r iomandato adAl bengadal PapaAnsa

Lunedì 21 Settembre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | ITALIA » 7

Storia di copertina

B a st acop e r t u reChiesa senzaabusi, giusti-zia, ma so-prattutto ba-sta con le co-perture: que-sto chiedonoi fedeliAnsa

missari del Vaticano. E Bor-ghetti ha decimato i seminari-sti: su 11 ben 7 sono stati con-vinti ad abbandonare gli studi.Perché? Difficile chiedere aisacerdoti. Come nella Siciliadei romanzi di Sciascia nessu-no sa, nessuno vede, nessunoparla. E dalle carte dei proces-si, dai racconti degli investiga-tori emergono le passate pres-sioni della Curia per “calma -re” le inchieste sui casi di pe-dofilia. Per riuscire a parlarnecon un parroco bisogna darsiappuntamento allo svincolodell’autostrada. In quella terradi nessuno tutta cemento. Ar-riva con una tuta e un berretto.Irriconoscibile. E racconta: “Ilpunto è che troppi di noi ci so-no dentro. Fino al collo. Trop-pi, quasi a tutti i livelli, possonoessere ricattati”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pa r ro coacc u s atoPap aB ergogliofotog ra fatoinsieme a donFrance s coZ appella

» CARLO TECCE

Monsignor JohnC l a y t o n N i e n-s t e d t , t i t o l a r edella diocesi di

Saint Paul e Minneapolis, èl’ultimo arcivescovo che halasciato l’incarico perché in-capace di proteggere i bam-bini da un sacerdote accusa-to di pedofilia e poi condan-nato. Il nome di Nienstedts’inserisce in un lungo elen-co degli errori e degli orrori.Il Vaticano teme che l’elencosarà presto aggiornato.

Papa Francesco ha piùvolte dichiarato che non esi-ste una “ragion di Chiesa”: ilcolpevole va punito, e purechi non l’ha fermato. A giu-gno, Jorge Mario Bergoglioha introdotto il reato di abu-so d’ufficio per i vescovi cheinsabbiano le inchieste suipedofili. E ha approvato unaprocedura che consente a trecongregazioni vaticane (chesono strutture di governo) diraccogliere le denunce. Per

accorciare i tempi fra l’inda-gine e la sanzione, Francescoha ordinato la costituzionedi una nuova sezione giudi-ziaria interna. Così s’è com-piuta la strategia di Bergo-glio, che già lo scorso dicem-bre ha presentato la Com-missione per la tutela dei mi-nori formata da 17 membri,

otto donne, nove uomini:dieci laici in totale, inclusedue vittime di sacerdoti pe-dofili.

Gli effetti del repulisti diFrancesco appaiono imme-diati. Oltre al monsignore diDetroit, il pontefice argenti-no ha rimosso gli arcivescoviRobert William Finn (Kan-sas City), Rivera Plana (Pa-raguay) e agevolato le istrut-torie in Vaticano su diversiprelati australiani. Accusa incomune: insabbiamento.Qu es t’opera di pulizia diBergoglio è efficace e rigo-gliosa perché ha radici pro-fonde, seppur spesso sotto-valutate, che risalgono all’e-poca di Joseph Ratzinger.

IL CONCLAVE ha eletto Ber-goglio il 13 marzo del 2013. Iltema pedofilia era in cima a-gli interventi urgenti dei car-dinali, e se n’era discusso pa-recchio durante le riunioniinformali che precedono leriflessioni nella Cappella Si-stina sotto gli affreschi di Mi-chelangelo. Neanche un me-se dopo l’elezione, Bergoglioha incontrato il porporato te-desco Gerhard Ludwig Mul-ler, prefetto della Congrega-zione per la dottrina della fe-de. Proprio in piazza delS an t ’Uffizio, il teologo Rat-zinger ha trascorso venti-quattro anni. Francesco hariferito a Muller: “Confermola linea voluta da BenedettoXVI, si agisca con decisionecontro gli abusi sessuali”.Ratzinger ha dissodato il ter-reno, poi è toccato a Bergo-glio. Per decenni, la Chiesaha coperto prelati coinvoltinegli scandali di pedofilia.Ma con il clamoroso arresto ela riduzione allo stato laicaledi monsignor Jozef Wesolo-wski (scomparso qualchesettimana fa), l’ex nunzio cheadescava minorenni a SantoDomingo, s’è compresa me-glio l’intenzione di Bergo-glio: soltanto scovando ilmarcio dentro la Chiesa –senza silenziare i media – lastessa Chiesa potrà diventa-re pulita. E un ruolo di prima-ria importanza lo svolgono ivescovi. Bergoglio ha anchescritto una lettera a tutti ipresidenti delle conferenzeepiscopali, a tutti i superioridegli ordini religiosi proprioper incentivare il controllonelle diocesi e per “sanare lapiaga degli abusi”. Francescoè il pontefice che ha chiestoperdono per gli abusi sessualicommessi dal clero. Un per-dono difficile da ottenere:“Sono cicatrici che restanoper tutta la vita”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Non potevoaspettare 10anni lasentenza hop a tte g g i a t o .L’acc usa?N i e n te ,come unasberla a unvigile. Soloincontri traamici .S e n zaminoriDON RENATO

Pulpito della vergogna Negli anni si sonoripetuti scandali: dai sacerdoti nudi su facebooka quelli che corteggiavano le fedeli fino a quellicondannati o indagati per violenze sui minori

teca dei Girolimini di Napoli.Lo scandalo che coinvolse an-che Marcello Dell’Utri svelatoda Tomaso Montanari sul Fat -to Quotidiano. Anche don A-lessandro è qui ad Albenga.

Ma che cosa succede in que-sta Diocesi ai confini dell’im -pero, lontana dagli sguardi in-discreti? Ad alzare il velo con ilcronista ci aveva provato donCarlo Rebagliati. Già, quel sa-cerdote savonese che con sin-cerità urticante non aveva maifatto mistero della propria o-mosessualità, dei suoi “amorid i s o rd i n a t i ”, di essere siero-positivo (“Minori mai, giuro”).Quel sacerdote morto in circo-stante per qualcuno non chia-re (l’inchiesta è stata archivia-ta). Don Carlo raccontava:“Dovete andare nelle saunegay di Nizza. Io lo so, purtrop-po. Laggiù troverete tanti preti

di Savona e Albenga. La sera la-sciano le parrocchie, i conven-ti; dismettono la tonaca e cor-rono in Francia. È una pena ve-derli, ridotti così dal bisogno diamore, dalla vergogna. E an-che dal vizio”.

DON FILIPPO BARDINI,uno deipochi sacerdoti che non hannotaciuto, racconta anche altro:“La vita in seminario di Alben-ga era un inferno. Dalle primenotti, quando tentarono delleavances, cercarono di capirese io avrei ceduto”. E riferiscedi palpeggiamenti, di propostenon sempre discrete: “Ma ioho detto no e ci ho messo quin-dici anni a diventare sacerdo-te”. Il seminario, dove tutti glistudenti venivano da altre dio-cesi, magari dopo inciampi sulpercorso: una strana “i mmi-grazione” non sfuggita agli e-

SANTA SEDE Linea dura del Papa:commissioni, nuovenorme ed espulsioni

P uliziaIl pontefice ha creatoun nuovo tribunaleper quei vescoviche hanno insabbiatoi casi di abusisui minori e ha creatoun gruppo specificoper la tutela dei minori

All’e ste roA partire dagennaio del2002, ilquotidianoThe BostonGlobe, parladellacondanna adieci anni dicarcere aJohn J.Geoghan, unprete chea vevaviolentato unbimbo didieci anni

La buferaa BostonNella solaBoston inpoco tempof i n i ro n osotto accusa89 sacerdotie rimossid a l l ' i n c a r i copiù di 55

L’i nch ie st adella BbcNel 2006 laBBC hat ra s m e ss oundocumentarioche accusavala Chiesa dicoprire is a ce rd o t icoinvolti inabusi

Recommended