S. Benvenuto - Elementi di psicologia applicati allo sport

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Appunti per:

Corso di formazione CONI/FIGC-SGS a carattere provinciale per istruttori di scuole calcio privi di qualifica operanti nelle scuole di

calcio e C.C.B.

Elementi di psicologia applicata allo sport

A cura di Sabrina Benvenuto Genova, 13 Dicembre 2013

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Qualità che possono migliorare

- capacità di relazionarsi - discreta autostima - personalità equilibrata - passione per il calcio - passione per i giovani

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Qualità che si possono apprendere

- competenze nella organizzazione didattica, in allenamento ed in partita - conoscenze psicopedagogiche - conoscenze dei fattori tecnici, tattici e fisico motori - competenze tecniche - competenze nella comunicazione

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Chi sa giocare bene a calcio è sicuramente bravo ad insegnarlo?

...In particolare ai bambini?

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L'efficacia di un tecnico di qualsiasi disciplina sportiva è fortemente

condizionata dalla capacità di insegnare

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COSA INSEGNARE

COME INSEGNARE

Agli istruttori sportivi vengono richieste “4S”

1. SAPERE (competenza- aggiornamento)

2. SAPERE ESSERE (coerenza con gli obiettivi)

3. SAPERE FARE (abilità)

4. SAPERE FAR FARE (comunicazione)

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Agli istruttori sportivi vengono richieste “4S”

1. SAPERE (competenza- aggiornamento)

2. SAPERE ESSERE (coerenza con gli obiettivi)

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COSA INSEGNARE

2. SAPERE ESSERE (coerenza con gli obiettivi)

La definizione degli obiettivi favorisce l’efficacia

della prestazione e la persistenza della

motivazione

Quali sono i requisiti principali per poter gestire

al meglio un obiettivo?

Individuare correttamente l'obiettivo (P.E.R.)

Analizzare lo sviluppo dell'obiettivo (S.M.A.R.T.)

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Individuare correttamente l'obiettivo

Il modello P.E.R.

Positività Ecologia

Responsabilità

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Analizzare lo sviluppo dell'obiettivo

Il modello S.M.A.R.T. Semplicità

Misurabilità Attuabilità

Ragionevolezza Tempistica

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Agli istruttori sportivi vengono richieste “4S”

3. SAPERE FARE (abilità)

4. SAPERE FAR FARE (comunicazione)

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COSA INSEGNARE

Le funzioni a cui l’allenatore assolve consapevolmente - inconsapevolmente:

Professionista (tecnica)

Insegnante (apprendimento)

Educatore (personalità)

Genitore (sostegno)

Psicologo (bisogni)

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Con chi ho a che fare?

In che modo il bambino comprende il mondo che lo circonda?

Quali ipotesi e strategie formula?

Quali cambiamenti si verificano con la crescita nel funzionamento cognitivo ?

Quali fattori determinano tali cambiamenti?

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Gli stadi dell’apprendimento motorio possono essere suddivisi in 3 fasi 1. Accedere all’informazione da apprendere (verbale o per imitazione) 2. Elaborare l’informazione ricevuta (capacità cognitiva, attenzione) 3. Consolidare le rappresentazioni apprese (esercizio, agire il gesto, immaginazione)

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Kurt Meinel ha distinto 3 fasi successive nel processo di apprendimento motorio:

1. Fase dello sviluppo della coordinazione grezza

Fase che inizia dalla comprensione del compito (che conduce alla formazione di una prima immagine interna del movimento), alle prime esecuzioni complete, anche piuttosto grossolane, e si conclude con una primitiva forma di automatizzazione del movimento

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2. Fase dello sviluppo della coordinazione fine Fase in cui si ha la nascita di automatismi perfezionati, l’esecuzione del movimento si fa più fluida, precisa ed economica, il gesto assume una notevole costanza; è però ancora soggetto ad essere disturbato da fattori esterni o interni sfavorevoli.

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3. Fase del perfezionamento della coordinazione fine e dello sviluppo della disponibilità variabile

In questo stadio si raggiunge una forte automazione del gesto, con grande riduzione dell’attenzione volontaria. Il movimento può essere eseguito senza la partecipazione consapevole dell’allievo che ha la possibilità di concentrarsi su altri compiti.

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Sviluppo cognitivo

Piaget per evoluzione psicologica infantile intende l'insieme dei cambiamenti che si verificano nel comportamento del bambino in funzione dell'età, mutamenti che dipendono dalla maturazione dei processi cognitivi, affettivi ed ambientali:

- sviluppo dell'intelligenza senso-motoria (1-18 mesi) - processo della funzione simbolica (18-24 mesi) - acquisizione del pensiero operatorio irreversibile (2-7 anni) - acquisizione del pensiero operatorio reversibile (7-11 anni) - acquisizione del pensiero ipotetico-deduttivo (dopo 11 anni)

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Stadio preoperatorio da 2 a 7 anni

- Imitazione differita

- Gioco simbolico

- Linguaggio

- Egocentrismo intellettuale

- Azioni mentali irreversibili

- Memoria esplicita

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Stadio operatorio concreto 7 – 11 anno

- Operazioni concrete

- Reversibilità

- Compiti di conservazione

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Stadio delle operazioni formali 11 - 15 anni

- Ragionamento ipotetico deduttivo

- Dal reale al possibile

- La soluzione del compito

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Sviluppo affettivo

Segue alcune tappe obbligate:

- relazione con familiari ed estranei, ruolo attivo del lattante (riconoscimento della madre a 2 mesi) - formazione del legame specifico, attaccamento, paura degli estranei, della separazione (attaccamento al padre nel primo anno) - separazione ed esplorazione (dalla madre per esplorare) - interazione tra coetanei (dalle interazioni speculari a quelle reciproche a 3 anni) http://www.liguria.coni.it/scuola-regionale.html

Sviluppo morale (Piaget)

3-4 anni: periodo PREMORALE, caratterizzato da ANOMIA 5-9 anni: REALISMO MORALE, incide il punto di vista egocentrico, periodo preoperatorio, il danno è giudicato in base alla gravità del risultato e non all'intenzionalità MORALE ETERONOMA: le norme valgono in funzione di chi li detta (genitori, insegnante, mister...) e gli strumenti con i quali vengono fatti rispettare (punizioni, sanzioni)

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Sviluppo morale (Piaget)

BUGIA è considerata un comportamento scorretto perché prevede una punizione, non viene valutata l'intenzionalità ma la discrepanza tra la realtà e la fantasia RELATIVISMO MORALE, le regole sono viste come frutto di accordo e passibili di modifica

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Sviluppo morale (Piaget)

dopo i 9 anni: MORALE AUTONOMA è presente un pensiero dominato da idee di reciprocità, cooperazione e dalla convinzione che tutti devono rispettare la giustizia BUGIA è intesa come azione immorale per la mancanza di fiducia che crea nel rapporto e nel rispetto del contesto Le regole non sono più percepite mutevoli

(RELATIVISMO MORALE)

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Sviluppo sociale La socializzazione è il processo attraverso cui il bambino viene integrato nella cultura del proprio gruppo. Il gruppo sportivo rappresenta una palestra di vita in cui il bambino assimila e costruisce la propria immagine adeguandola alle aspettative del gruppo. Per una socializzazione ottimale, Lovell propone:

- dare il massimo di amore e di sicurezza - permettere ai bambini di avere relazioni sociali con molte persone - dare ai bambini la possibilità di maturare le esperienze, anche frustranti, per favorire l'integrazione della personalità e l'autostima - sensibilizzare ai valori etici e morali - esaltare il valore comunitario della collaborazione - evitare le iperprotezioni

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Piccoli amici 6 – 8 anni

In questa categoria poniamo l'attenzione ad un tipo di attività sempre più a misura di bambino, piena di grandi esperienze sotto il profilo motorio, emozionale e sociale per un fanciullo che si avvicina al calcio e che, attraverso il calcio, vuole conoscere, imparare ma soprattutto “giocare”.

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Criticità - Sono egocentrici (carenza di altruismo) -Hanno difficoltà nel comprendere la prospettiva altrui - Sono portati ad inseguire tutti la palla scordandosi invece dei ruoli che gli erano stati attribuiti

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- Non sanno distinguere con esattezza quali fattori in una singola partita hanno determinato il successo della loro squadra o la qualità della loro prestazione - Difficoltà nel processo di anticipazione motoria (abilità di saper prevedere ciò che il nostro avversario sta per fare)

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Rischi

Una possibile ragione di abbandono dell’attività calcistica si presenta nei casi in cui gli allenatori ed i genitori si aspettano dai bambini più di quanto gli è consentito dal loro sviluppo cognitivo

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Pulcini 8-10 anni Questa fascia d’età viene definita “età d'oro per l’apprendimento”, un periodo fecondo caratterizzato da: 1. una elevata disponibilità motoria ed intellettuale 2. il bambino è padrone di sé, del corpo e delle facoltà intellettive 3. ha un buon livello di socialità 4. accetta le regole del gruppo 5. ha un elevato senso di giustizia 6. ottima disponibilità percettiva e corporea 7. voglia (impulso naturale) di una sana competizione 8. ricerca del confronto con i coetanei

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Pulcini 8-10 anni L'allenamento dovrebbe offrire la più vasta estensione di situazioni ed esercitazioni, nelle forme più varie e progressivamente più complesse. Intervenendo in questo periodo, daremo al bambino i mezzi per esprimere il potenziale che racchiude in sé. A livello istruttivo il bambino accetta con piacere le dimostrazioni (meglio se presentate con molti esempi dimostrativi piuttosto che astratti)

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Criticità

- Hanno superato l'egocentrismo - Cominciano ad acquisire una predisposizione alla collaborazione ed a decentrare la qualità delle loro azioni motorie, che vengono inserite in un contesto di gioco collettivo - Le esigenze della squadra iniziano a porsi in una posizione gerarchica rispetto all’individualismo - la vita sedentaria incide sull'articolazione, sulle capacità motorie in generale (costruire esercitazioni che ci permettano un programma di recupero motorio, consentire il passaggio graduale da una coordinazione grezza a una coordinazione fine, elemento essenziale nella prestazione motoria e sportiva)

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Esordienti 10 - 12 anni

In questa fase i nostri giovani atleti, rispetto alla fascia precedente, hanno più motivazioni per l'apprendimento tecnico e quindi si sottoporranno più volentieri a esercitazioni tecniche di tipo analitico, che presuppongono un alto numero di ripetizioni. Questo anche poiché i fattori motivazionali, riguardanti la prestazione, sono aumentati notevolmente rispetto alla categoria pulcini.

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Esordienti 10 - 12 anni

I momenti ludici dovranno pur sempre costituire una parte essenziale della seduta di allenamento tecnico, poiché il gioco sarà ancora vissuto come improrogabile esigenza vitale. Passando gradatamente dal facile al difficile, si cercherà di far interiorizzare l'esatta esecuzione di tutti i fondamentali tecnici al ragazzo.

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Criticità - Tendono ad essere influenzati fortemente dal calcio d’èlite - Subiscono la frustrazione del mondo degli adulti che li porta ad assumere comportamenti innaturali (proteste contro l’arbitro, violenze contro l’avversario, non accettazione delle decisioni dell’allenatore) - Iniziano a generarsi grosse aspettative di prestazione - Inizia una fase di travaglio che investe la sfera psico-fisica dell'atleta attraverso mutamenti che avranno ripercussioni significative sulla qualità delle prestazioni - Si evidenziano grandi differenze di prestazione tra i più maturi e coloro che non avendo avuto un precoce sviluppo mostrano difficoltà a relazionarsi agonisticamente.

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Giovanissimi 12-14 anni

In questa fase della crescita l'atleta entra nel periodo adolescenziale. L'incertezza psicologica oscilla ancora tra fiducia e diffidenza verso il prossimo, desiderio d'indipendenza e timore di perdere la protezione della famiglia, voglia di conoscere la realtà dell'adulto e tendenza a chiudersi in se stesso.

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Giovanissimi 12-14 anni

Il bisogno di trovare e affermare la propria personalità porta facilmente a rifiutare i modelli comportamentali imposti o insegnati il punto di equilibrio di questo disagio psicologico, (ansia, spirito di contraddizione e incoerenza), arriverà solo 3-4 anni più tardi. Questo è il momento della scelta, spesso definitiva, verso una specifica disciplina sportiva, attività che può diventare importante nella formazione globale della personalità.

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Criticità

- L'esperienza del gruppo squadra e accettazione delle norme comportamentali che esso impone, possono essere utili per un l'identificazione collettiva e per rafforzare la propria autostima. - L'elemento agonistico, può essere importante per la costruzione armonica del corpo, per dare tono e forza ai muscoli e alle competenze mentali - In questa fase della crescita è incostante l'umore - Crescita fisica disarmonica, può incidere sulla coordinazione motoria, deve essere rielaborato lo schema corporeo di base e le esercitazioni vanno curate nei minimi dettagli

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Allievi 14-16 anni

Il periodo in cui si ricerca la perfezione nei gesti tecnici acquisiti e la conoscenza del senso tattico in funzione del gioco collettivo. Da questo punto di vista la capacità di apprendimento motorio è favorevole e quindi possono essere svolte esercitazioni a difficoltà crescente. L'allenamento tecnico dovrà volgere soprattutto sulle esercitazioni di tecnica applicata al gioco, piuttosto che sulla ripetizione sistematica dei fondamentali tecnici individuali.

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..

Gli effetti positivi della pratica sportiva incidono sullo sviluppo della personalità del bambino:

- formazione ed integrazione dell'Io attraverso un approfondimento dell'autoconsapevolezza - sviluppo dell'identità, in quanto il bambino si trova ad essere coinvolto in rapporti interpersonali in cui gli viene riconosciuto un ruolo, delle responsabilità, degli scopi

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..

- conquista della stabilità, in quanto il bambino è chiamato a disporre autonomamente e responsabilmente di sé, a cambiare, imparare ed adattarsi alle esigenze senza alienarsi - integrazione sociale; il vivere una relazione sociale di gruppo aumenta nel bambino il livello di sicurezza e la capacità di affrontare da solo l'incertezza, il non poter cooperare con gli altri conduce ad un difettoso riconoscimento di se stessi.

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Riassumendo...

L’istruttore dovrebbe: • rispettare il desiderio di divertimento dei ragazzi

• utilizzare una comunicazione efficace • sapere che non tutti apprendono con la stessa velocità • sapere che non tutti rispondono agli stessi stimoli di apprendimento con le stesse risposte • le risposte diverse non sono sempre errori • gli errori fanno parte dell'apprendimento

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Riassumendo... L’istruttore dovrebbe:

• sottolineare i comportamenti positivi ed incentivare i comportamenti altruistici • disincentivare i comportamenti individualistici • favorire la creatività e l’espressività • fare interagire i giovani durante il gioco, infondere spirito di squadra • educare all’impegno, al rispetto reciproco ed alla collaborazione http://www.liguria.coni.it/scuola-regionale.html

Riassumendo... L’istruttore dovrebbe: • programmare un piano di lavoro che preveda obiettivi, contenuti e modalità didattiche, coerenti con le fasce d’età • perseguire un obiettivo alla volta, ricordando che troppi stimoli creano confusione • permettere che tutti i bambini possano essere coinvolti • non esaltarsi nelle vittorie, non abbattersi nelle sconfitte • fare attenzione sia alla crescita dell’individuo che alla squadra

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Bibliografia

Anolli L., Legrenzi P. (2001). Psicologia generale. Edizioni Il Mulino: Bologna

Camaioni L., Di Blasio P. (2007). Psicologia dello sviluppo. Edizioni Il Mulino: Bologna

Cei, A. (1987). Mental training. Guida pratica all’allenamento psicologico dell’atleta. Roma: Ed. Luigi Pozzi.

Cei, A. (1998). Psicologia dello sport. Bologna: Il Mulino.

Giovannini D. e Savoia L. (2002). Psicologia e sport. Roma: Carocci.

Martens R. (1991). Psicologia dello sport. Manuale per gli allenatori. Roma: Borla.

Oatley, K. (2007). Breve storia delle emozioni. Bologna: Il Mulino.

Robazza C., Bortoli L. e Gramaccioni G. (1994). La preparazione mentale

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