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Storia della scuola e professionalità docente

Letterio Todaro

Dipartimento di Scienze della Formazione UNIVERSITA' Di CATANIA

L'ultima stagione della scuola

Provvedimenti di riorganizzazione della scuola media inferiore: legge 348/1977

● Fusione delle 'applicazioni tecniche' nell'Educazione Tecnica; rafforzamento ore area scientifico-matematica; abolizione latino in seconda e terza classe

Gli ordinamenti della scuola media e la legge 4 agosto 1977, n.517

Riordina i principi della valutazione e introduce il principio della programmazione educativa e didattica. Per attuare attività di recupero prevede in sostituzione alle normali attività didattiche e fino ad un massimo di 160 ore, “attività scolastiche di integrazione anche a carattere interdisciplinare, organizzate per gruppi di alunni della stessa classe o di classi diverse, ed iniziative di sostegno, anche allo scopo di realizzare interventi individualizzati in relazione alle esigenze dei singoli alunni.”

L'ultima stagione della scuolaDecreto Ministeriale 9 febbraio 1979:

nuovi programmi della scuola media inferiore:

sottolineano l'importanza dell'impostazione 'interdisciplinare' dell'insegnamento, affidando al consiglio di classe il compito di realizzare il coordinamento fra le varie discipline secondo il principio di un'organica programmazione educativa e didattica

Gli anni '80,/'90 la scuola secondaria superiore e il periodo delle

'sperimentazioni'● Tra le fine degli anni '80 e l'inizio degli anni

'90, si segnalò l'avvio delle sperimentazioni

didattiche nell'area della secondaria

superiore attraverso le indicazioni prodotte

dai lavori della Commissione Ministeriale

appositamente costituita su mandato del

minsitro Galloni (feb. 1988) e diretta dal

sottosegretario Beniamino Brocca

La Commissione Brocca

L'impegno fu all'inizio rivolto allo studio della revisione dei programmi e degli ordinamenti del primio bienno della scuola superiore (fase 1988-1990)

● Esigenze poste: rafforzare la funzione di 'orientamento' di tale primo bienno e bilanciare l'apporto fra un nucleo di discipline 'comune' a i diversi istituti e un nucleo di 'indirizzo', in maniera da poter garantire anche maggior libertà di transito (passerelle) nell'accesso ai gradi superiori

La Commissione Brocca● I principali criteri ispiratori dei Lavori

della Commissione nel riordinamento dei bienni:attenzione verso l'importanza dell'insegnamento della lingua straniera (in tutti i percorsi biennali è rafforzata la visibilità della lingua straniera)

introduzione nei diversi indirizzi di taluni insegnamenti disciplinari sensibili rispetto alla rilevanza delle scienze sociali (diritto ed economia

il potenziamento dell'area scientifica (laboratori di fisica, chimica, informatica etc.)

La Commissione Brocca

Il lavoro della Commissione segnò altre importanti novità negli assetti curricolari, soprattutto:

la possibilità di introdurre 'indirizzi sperimentali' innovativi rispetto alle opzioni presenti nei precedenti assetti dei percorsi secondari superiori (ad es. il liceo socio-psico-pedagogico, il liceo delle scienze sociali, il liceo linguistico moderno, il liceo scientifico-tecnologico, oltre a numerose specializzazioni nella aree degli istituti tecnici)

La Riforma Berlinguer e il 'riordino dei cicli'

Ponendosi il traguardo di approdare ad una riforma di sistema, sotto il ministro Berlinguer fu varata la

● Legge 10 febbraio n.30 del 2000

ovvero Legge Quadro in materia di Riordino dei Cicli d'Istruzione

Legge 10 febbraio n.30 del 2000

Le principali novità:

istituisce l'obbligo scolastico da 6 a 15 anni; e quindi l'obbligo di frequenza di attività formative fino a 18 anni

prevedeva un ciclo primario – scuola di base – di sette anni

e un ciclo secondario – scuola secondaria – di cinque anni ispirata ad un principio di licealizzazione ruotante attorno a cinque aree (classico-umanistico; scientifico; tecnologico; artistico; musicale)

Legge 10 febbraio n.30 del 2000

Le principali novità:

introduceva il principio della 'certificazione di competenze'

introduceva il principio relativo alla possibilità di completare l'obbligo formativo in percorsi alternativi (sistema professionale regionale; stages di lavoro e formazione in azienda)

La Riforma Berlinguer 'rimase sulla carta'

Con l'arrivo del governo Berlusconi

(2001-2006) alla legge non seguì

nessun decreto attuativo, anzi fu

completamente cassata e il compito di

ridisegnare una progetto di Riforma

scolastica fu assunto dal nuovo

Ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti

La Riforma Moratti

Legge 28 marzo 2003, n.53

istitutiva del Sistema educativo di istruzione e di formazione

● Scuola dell'infanzia● Primo ciclo (scuola primaria e scuola

secondaria di primo grado)● Secondo ciclo (Scuola secondaria)

La Riforma Moratti

Per quanto riguarda la scuola secondaria, la Legge affermando il principio di 'pari dignità' fra sistema d'istruzione e sistema d'istruzione e formazione professionale riformulava il principio tradizionale dell'obbligo scolastico, con il principio del diritto-dovere all'istruzione e alla formazione fino al 18° anno d'età

La Riforma Moratti - Il nuovo sistema dei licei:

● Artistico● Classico● Economico● Linguistico

● Musicale e coreutico

● Scientifico● Tecnologico● Scienze Umane

I cambiamenti effettivi seguiti ai provvedimenti Moratti

Mentre furono subito varati i decreti attuativi per la scuola per l'infanzia e primaria (insegnamento dell'inglese fin dalla scuola primaria, abolizione esame di 5') per ciò che riguarda la scuola secondaria la Riforma non riuscì ad entrare a regime e fu quindi praticamente cancellata dal successivo ministero

Il Ministero Fioroni (2006-2008)

Con il ritorno del governo Prodi (maggio 2006) il Ministero della P.I. fu affidato a Giuseppe Fioroni.

● Il D.M. 31 maggio 2006, n.4018 interveniva nel bloccare praticamente gli sviluppi attuativi della Legge Moratti nel ciclo secondario.

● Ogni iniziativa fu sospesa, al fine di ristudiare la questione

ll Ministero Fioroni (2006-2008)

● Di fatto, l'azione del ministro Fioroni fu diretta a ripristinare il sistema secondario a 'tre punte':

● Licei● Istituti Tecnici● Istituti Professionali

Il ministero Gelmini (2008-2011)

● Il ministero Gelmini ha ulteriormente

prodotto una numerosa serie di decreti

ministeriali e di testi di Legge

attraverso i quali si è passato a

riorganizzare assetti di sistema e

curricoli della scuola italiana

Il ministero Gelmini (2008-2011)Tra le principali novità che hanno caratterizzato l'azione di governo:

● Il ritorno al 'maestro unico' nella scuola primaria

● La reintroduzione dei voti (da 1 a 10) fin dal primo ciclo per la valutazione degli apprendimenti

● Il voto 'di condotta' fin dal primo ciclo (il voto di condotta fa media e il 5 equivale a bocciatura)

Il ministero Gelmini (2008-2011)

● La scuola secondaria rimaneva ancorata al sistema a 'tre punte':

nel sistema degli istituti tecnici e professionali venivano prodotti una serie di interventi volti a razionalizzare i profili dei vari indirizzi curricolari e i piani dell'orario scolastico

Il ministero Gelmini (2008-2011)

Il sistema dei licei:● Liceo classico● Liceo scientifico● Liceo Linguistico● Liceo delle Scienze Umane● Liceo Artistico● Liceo Musicale e Coreutico

Al di là delle stagioni politiche e delle riforme 'mancate', probabilmente la novità più importante della scuola

italiana negli ultimi anni è stata l'acquisizione del regime di autonomia

Legge 15 marzo 1997, n. 59. art.21

(legge Bassanini sulla riforma della P.A.)

Legge 15 marzo 1997, n. 59. art.21

● I principi regolativi:

le istituzioni scolastiche acquistano personalità giuridica

creazione di un rapporto più diretto fra scuole e utenza, tenendo conto della 'varietà delle situazioni locali'.

● Ridimensionamento e riorganizzazione della rete scolastica (Istituti Comprensivi; Istituti d'Istruzione Secondaria)

Legge 15 marzo 1997, n. 59. art.21

“Le istituzioni scolastiche hanno

autonomia organizzativa e didattica, nel

rispetto degli obiettivi del sistema

nazionale di istruzione e degli standard di

livello nazionale”

Legge 15 marzo 1997, n. 59. art.21

L'autonomia organizzativa è finalizzata alla realizzazione della flessibilità, della diversificazione, dell'efficienza e dell'efficacia del servizio scolastico, alla integrazione e al miglior utilizzo delle risorse e delle strutture, all'introduzione di tecnologie innovative e al coordinamento con il contesto territoriale. Essa si esplica liberamente, anche mediante superamento dei vincoli in materia di unità oraria della lezione, dell'unitarietà del gruppo classe e delle modalità di organizzazione e impiego dei docenti, secondo finalità di ottimizzazione delle risorse umane, finanziarie, tecnologiche, materiali e temporali...

Legge 15 marzo 1997, n. 59. art.21, comma 9

L'autonomia didattica è finalizzata al perseguimento degli obiettivi generali del sistema nazionale di istruzione, nel rispetto della libertà di insegnamento, della libertà di scelta educativa da parte delle famiglie e del diritto ad apprendere. Essa si sostanzia nella scelta libera e programmata di metodologie, strumenti, organizzazione e tempi di insegnamento, da adottare nel rispetto della possibile pluralità di opzioni metodologiche, e in ogni iniziativa che sia espressione di libertà progettuale, compresa l'eventuale offerta di insegnamenti opzionali, facoltativi o aggiuntivi e nel rispetto delle esigenze formative degli studenti.

Legge 15 marzo 1997, n. 59. art.21, comma 10

Le istituzioni scolastiche autonome hanno anche autonomia di ricerca, sperimentazione e sviluppo nei limiti del proficuo esercizio dell'autonomia didattica e organizzativa

Legge 15 marzo 1997, n. 59. art.21, comma 16

ai capi d'istituto è conferita la qualifica dirigenziale

Il DPR 8 marzo 1999, n.275e il regolamento normativo dell'autonomia scolastica

● Il POF:

Ogni istituzione scolastica predispone, con la partecipazione di tutte le sue componenti, il Piano dell'offerta formativa. Il Piano è il documento fondamentale costitutivo dell'identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche ed esplicita la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa ed organizzativa che le singole scuole adottano nell'ambito della loro autonomia

Il Piano dell'Offerta Formativa

Il Piano dell'offerta formativa è elaborato dal collegio dei docenti sulla base degli indirizzi generali per le attività della scuola e delle scelte generali di gestione e di amministrazione definiti dal consiglio di circolo o di istituto, tenuto conto delle proposte e dei pareri formulati dagli organismi e dalle associazioni anche di fatto dei genitori e, per le scuole secondarie superiori, degli studenti. Il Piano è adottato dal consiglio di circolo o di istituto.

lI Piano dell'Offerta Formativa

Il dirigente scolastico attiva i necessari rapporti con gli Enti locali e con le diverse realtà istituzionali, culturali, sociali ed economiche operanti sul territorio.

Il Piano dell'offerta formativa è reso pubblico e consegnato agli alunni e alle famiglie all'atto dell'iscrizione

Alcune riflessioni conclusive

● Come cambia la figura del docente rispetto al nuovo profilo di professionalità segnalato e richiesto dall'avvento dell'autonomia?

Innanzitutto cambiano le competenze legate alla funzione docente:

non più soltanto diciplinari e didattiche ma anche organizzative, decisionali, progettuali. Inoltre risulta maggiormente in primo piano la dimensione collaborativa.

Alcune riflessioni conclusive

● La scuola dell'autonomia esalta lo sfondo 'progettuale' della funzione docente, anche sul piano della didattica, spingendo l'insegnamento sul terreno d'incontro e d'aggancio con la ricchezza delle possibili pratiche culturali che esso è capace di intercettare.

Alcune riflessioni conclusive

Pertanto, la scuola dell'autonomia spinge ad adottare una forma o un'impostazione dell'insegnamento di tipo meno 'schematico' e 'più laboratoriale'

(invita l'insegnante a gestire gli apprendimenti ed a servirsi di strumenti che si funzionalizzano mediante l'organizzazione di attività che conducono ad un prodotto/manufatto)

Alcune riflessioni conclusive

Inoltre, l'insegnante nella scuola dell'autonomia è chiamato più che nel passato a sviluppare mediazioni tra l'ambiente scolastico e l'extrascuola:

la scuola e i suoi operatori si riconfigurano come soggetti protagonisti all'interno di un sistema formativo allargato che ricerca consapevolmente la cooperazione di tutte le agenzie culturali presenti sul territorio che possono contribuire allo sviluppo delle progettualità attivate dalla scuola

Alcune riflessioni conclusive

La scuola dell'autonomia è, quindi, chiamata ad essere più sensibile rispetto alla capacità di 'scendere sul terreno' della concretezza, valorizzando anche la capacità di costruzione di specifiche progettazioni educative e didattiche

Alcune riflessioni conclusive

Scendere sul terreno della concretezza significa anche cogliere l'opportunità di utilizzare i nuovi linguaggi e i nuovi strumenti della comunicazione telematica: negli ultimi anni è percepibile la spinta a valorizzare la collocazione di modalità cooperative, di partecipazione, di discussione, di aggiornamento, delle esperienze didattiche e professionali degli insegnanti all'interno di ambienti virtuali (forum)

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