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news, politics
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2012 Voltana On Line www.voltanaonline.it
dello Stato. Ma cosa significa in
concreto "default"? E soprattutto
quali sono le ricadute sulle ta-
sche dei cittadini?
I numeri della crisi
Cominciamo dai numeri. Per
quanto grande, il debito in sé non
è un indicatore sufficiente: va visto
in rapporto alla ricchezza prodotta
dalla nazione. Ecco i tre indicatori che danno la misura della salute di
un'economia europea.
• Rapporto tra debito e Pil: attual-
mente al 125,8%. Il debito è quan-to lo Stato deve ai suoi creditori,
cioè tutti coloro (dai piccoli rispar-
miatori e alle grandi istituzioni fi-
nanziarie, agli Stati esteri) che
comprando titoli di Stato finanziano
la spesa pubblica. Per avere la ga-
ranzia di poter essere "onorato", il
debito di un Paese non dovrebbe
superare un certo rapporto con la
ricchezza prodotta dallo stesso Paese, il Pil appunto. Secondo il
"Patto di stabilità", l'accordo che
sta alla base dell'euro, questo rap-
porto non deve superare il 60%.
• Rapporto tra deficit e Pil: per il
2012 è stimato al 2,6%. Il deficit è il
"rosso" dello Stato, cioè la differen-
za tra quello che incassa e quello
che spende. In rapporto al Pil il tetto
previsto dal Patto di stabilità è del
3%. I tagli alla spesa del Governo Monti aiutano a stare sotto la soglia,
ma bisogna anche fare i conti con
un Pil in picchiata (previsto un
meno 1,9% per quest'anno).
• Spread Bund-Btp, al momento at-
torno ai 480 punti base. È la diffe-renza di rendimento tra il titolo pub-
blico decennale tedesco (Bund) e
l'equivalente italiano (Btp). Il nostro
titolo, cioè, rende il 4,8% in più.
Non è segno di salute, ma solo di
una "sopravvalutazione" necessaria
per rendere appetibile il nostro
bond sui mercati internazionali. E
un rendimento troppo alto indica
solo il rischio di non poter essere
pagato.
Il default, ovvero quando un Pae-
se va a gambe all'aria
Dunque anche un Paese può falli-
re, come un'impresa. Questo succe-
de quando lo Stato non è più in
grado di far fronte ai suoi debiti (e ai relativi interessi) e a sostenere la
spesa pubblica (pensioni, sanità,
scuola, stipendi dei dipendenti pub-
blici, ecc.).
Il "default" di uno Stato (termine
tecnico con cui si indica il fallimen-
to) però non è mai totale, ma ha di-
versi livelli di gravità. In altre paro-
le lo Stato cerca sempre di
"ristrutturare" il suo debito, cioè di raggiungere un accordo per cui,
invece di restituire la cifra pattuita,
ne rende una inferiore o spalmata
su più anni.
Come una qualunque famiglia in
difficoltà economica, se lo Stato non
ha più soldi può fare sostanzialmen-
te due cose: aumentare le entrate,
cioè le tasse, o tagliare le spese. Probabilmente le farà entrambe.
Sul versante delle entrate può
aumentare ad esempio ( Segue a pag. 6 )
Ogni italiano nasce con 33mila
euro di debito contratto dallo Stato.
Numeri allarmanti che evocano lo
spettro della bancarotta. Il piccolo
quadro di una catastrofe possibile.
A scriverlo ci vogliono 12 zeri,
una quantità di denaro che non è facile da immaginare. Ma la novità è
che a breve avrà davanti un 2. È il debito pubblico italiano che ha re-
gistrato un nuovo record, avvicinan-
dosi sempre più al vertiginoso tetto
di 2mila miliardi. Per l'esattezza a
maggio, secondo le rilevazioni di Bankitalia, siamo arrivati 1.966 mi-
liardi e 303 milioni di euro. 17 mi-
liardi di debito in più in un solo
mese (ad aprile eravamo a 1.949,242 miliardi). Questo significa
- per rendere la cifra più "tangibile"
- che sulle spalle di ogni cittadino
italiano, neonati compresi, pesa un
debito di circa 33mila euro.
La notizia giunge a pochi giorni
dal downgrading di Moody's
(l'agenzia di rating ha abbassato di
due gradini, da A3 a Baa2, il giudi-
zio di affidabilità dei titoli di Stato
italiani) ed evoca ancora una volta il
più terribile degli spettri: il default
Debito pubblico, vicini al tetto dei 2mila miliardi.
La seconda festa
dell’Associazione
Bubulina con gli
ospiti in visita al
Centro Sociale Ca’
Vecchia di Voltana
ed a Mirabilandia,
nelle immagini di
Gabriele .
Ecco cosa succede se lo Stato va in default.
bra” che investe l’Europa (è di apri-
le un preoccupante rapporto della
Bce), quelli sulle dimensioni delle
attività economiche criminali in Ita-
lia (il rapporto della Banca d’Italia è
di giugno). Leggiamo e poi dimenti-
chiamo le parole del procuratore
aggiunto di Milano, Alfredo Roble-
do, che spiega perché le regole
internazionali sulle banche incenti-
vano la speculazione. Non badiamo
al fatto che già oggi non meno di 10
istituti bancari italiani sono in ammi-
nistrazione straordinaria, ovvero
rischiano il crack.
Dall’altra parte, del fallimento del
vertice Onu sulla sostenibilità di Rio
non ci importa granché.
Come spiega il professor Fusaro
nell’intervista di pagina 42 (n. 140
del mensile altreconomia)
un’ideologia è davvero dominan-
te quando riesce a inculcarci che
quello in cui viviamo sia il mi-
gliore dei mondi possibili.
Questo dovrebbe una volta di più
convincerci che serve una profonda
e capillare azione culturale (a parti-
re dalla cultura dell’onestà, direbbe
Hans Küng). Nel mondo dell’ econo-
mia solidale, a questo andrebbe
aggiunta un’attenzione particolare
alle cosiddette “contaminazioni”,
che a volte sono diventate inconsa-
pevoli complicità, nell’illusione che
esistano compartimenti stagni tra “i
buoni” e “i cattivi”.
[…]
L’articolo è di Pietro Raitano
Pubblicato sul n. 140 di altreconomia ,
mensile di informazione indipendente,
e nel sito www.altreconomia.it
Grasso quando sostiene che il cal-
cio, un po’ come le banche, è too
popular to fail [= troppo popolare
per fallire].
Negare le evidenze per aderire
alla visione del mondo che preferia-
mo è un’esperienza che tutti prima o
poi facciamo. In psicologia sociale
si chiama “dissonanza cognitiva” ed
è un fenomeno molto studiato. La
dissonanza cognitiva per antono-
masia è quella della volpe con
l’uva della favola di Esopo, ma la ritroviamo un po’ ovunque. È stata
dissonanza cognitiva quella che ha
spinto tante persone a giustificare i
comportamenti immorali dell’ex
presidente del Consiglio, è disso-
nanza quella che spinge tanti fedeli
a sorvolare sui guai delle autorità
ecclesiastiche. È dissonanza quella
cui si aggrappa l’ormai impresenta-
bile governatore lombardo.
La più clamorosa dissonanza co-
gnitiva riguarda però - manco a dir-
lo - il sistema economico. Inchiodati
agli indici di Borsa e alle decisioni
di “tecnici”, facciamo finta di non
sapere che il
mondo è control-
lato da un mani-
polo di soggetti
privati che ne dettano le sorti.
Per capirci: i 40
principali fondi
di investimento
gestiscono un
patrimonio di
50mila miliardi
di dollari (il pro-
dotto interno lor-
do mondiale è di
64mila). Il mag-
giore di questi, la
BlackRock di
New York, da
sola muove oltre
3.500 miliardi di
dollari (quasi il
doppio del Pil
italiano). Tutti questi soggetti
sono tra loro lega-
ti da partecipazio-
ni e affari in comu-
n e .
Sentiamo ma non
ascoltiamo vera-
mente gli allarmi
sulla “finanza om-
Pagina 2 www.voltanaonline.it n. 17 - 2012
Come ha scritto il nostro Pierpao-
lo Romani, la sola Serie A muove
un giro d’affari di oltre 1,7 mi-
liardi di euro (il settore arriva a 7 miliardi). Eppure le vicende che ne
rendono palesi le problematiche e
i guai finiscono nella pagine sporti-
ve - quando ce le aspetteremmo in
quelle di economia -, quasi fossero
questioni di fuorigioco o cattivi ar-
bitraggi. Nelle pagine sportive è
finita l’intervista al procuratore di
Bari Antonio Laudati, che ha con
rammarico ammesso che rischia
una punizione più severa un u-
sciere che intasca 20 euro per far
saltare la fila in un ufficio pub-
blico, di un calciatore che si ven-
de una partita. Anche l’ atteggia-mento della dirigenza della squa-
dra campione d’Italia, che si è
“autorestituita” due scudetti revo-
cati per clamorose vicende passate
in giudicato, sembra farsi beffe del
principio di legalità, con questo
giustificando anche i tifosi dal non
rispettarlo.
Forse ha ragione il critico Aldo
Il calcio, il sistema economico e la "dissonanza cognitiva" di Pietro Raitano
Un calendario, aggiornato, degli
eventi pubblici a Voltana ?
Lo trovi nel sito facendo click in AGENDA !
“Come sarebbe bello il socialismo
senza i socialisti ! ”
Filippo Turati,
senza aver conosciuto Craxi Bettino & C.
info: mariopaganini@gmail.com
Pagina 3 www.voltanaonline.it n. 17 - 2012
Beppe Grillo il falso profeta sintesi dell’articolo di Aureliano Ferri dal sito www.movisol.org
toccabili caste, come quella della
finanza internazionale. Così come
altri costi, superiori di parecchi or-
dini di grandezza, come gli interessi
sul debito, dipendenti completa-
mente dai mercati finanziari, o i co-
sti derivanti dalle privatizzazioni e
liberalizzazioni, o l'arretratezza del-
le infrastrutture. Per non parlare di
quelli connessi con l'entrata e la
permanenza nell'Euro. Tutti derivan-
ti dalle scelte "tecniche" o
"tecnocratiche" intraprese negli ulti-
mi venti anni.
Grillo sull'argomento partiti usa
spesso un linguaggio veemente che
ricorda a più riprese le invettive di
F. T. Marinetti, di D'Annunzio o di
Mussolini sullo stesso argomento;
peccato che quelle poi portarono sì
alla abolizione dei partiti, ma non
all'aumento della "democrazia
dal basso" come vorrebbero Grillo
e Casaleggio.
La stessa abolizione totale di ogni
forma di finanziamento pubblico
della politica invocata dai "Grillini"
suona veramente stonata. Sorge in-
fatti legittimo il dubbio su chi si ac-
[…] Grillo vi pare un rivoluzionario
modernista, addirittura progressi-
sta? Facciamo un veloce excursus di
alcune delle sue proposte, perché
ciò permette di ripercorrere molti
dei temi scottanti che infiammano la
politica italiana da circa vent'anni.
I partiti sono il male assoluto ?
Coloro che seguono il movimento
larouchiano da più tempo forse ri-
corderanno gli esilaranti fumetti
satirici realizzati negli anni Ottanta
da Claudio Celani per la rivista
Nuova Solidarietà in cui Bettino
Craxi veniva ritratto in pantalonci-
ni, camicia nera, fez, e con il nome
di Crasso Balilla. All'epoca il movi-
mento di LaRouche, infatti, non ri-
sparmiava critiche feroci ad una
classe politica che si stava renden-
do responsabile di ciò che allora
era allo stato embrionale e che,
successivamente, avverrà in pieno
e alla luce del sole, ovvero della
svendita dell'Italia ai poteri della
finanza internazionale e dei merca-
ti, attraverso il divorzio tra Banca
d'Italia e Tesoro, l'affidamento al
FMI ecc.
Quando però nel 1992, dopo l'in-
contro del Britannia, scoppiò Mani
Pulite, il movimento di LaRouche
denunciò fin dal principio che si
trattava non di un coraggioso riget-
to del malaffare, ma di un tentativo
eterodiretto (peraltro riuscito) di
spazzare via un'intera classe po-
litica che, per quanto non inte-
gerrima, probabilmente si sareb-
be opposta a quello che sarebbe
arrivato di lì a poco, ovvero la
svendita della nostra economia
attraverso le privatizzazioni, le
liberalizzazioni e la finanziariz-
zazione dell'economia.
Una pletora di giornalisti, opinio-
nisti, politici e, da ultimo, comici,
cominciò invece a battere e batte
quindi da vent'anni sul tema trito e
ritrito della corruzione e dei costi
della politica in un malcelato sforzo
di far passare queste cose come la
causa del declino del nostro Paese.
Le stesse anime belle che si strac-
ciano le vesti per le malefatte e i
costi (per carità a volte veramente
eccessivi, facciamo a capirci) delle
varie "caste", mancano poi comple-
tamente di denunciare altre male-
fatte di altre e ben più potenti e in-
Napoleone Bonaparte: “E se do-
mani mi proponessi si distruggere la
Chiesa ?”
Il cardinale Ercole Consalvi rispo-
se: “ Maestà, fareste una fatica inuti-
le. Non siamo riusciti noi preti, noi
cristiani, con le nostre debolezze,
con le nostre infedeltà, a distruggere
la Chiesa ! E vorreste riuscirci voi ?”
“Nel mondo c’è quanto basta
per le necessità dell’uomo, ma
non per la sua avidità.”
collerebbe in quel caso i costi della
politica (che per quanto riducibili
esistono e lo sa bene chi fa politica
come noi), a parte le ricche centrali
di potere nazionale o internaziona-
le. Grillo vorrebbe far credere che
la campagna per le amministrative
del 2011 sia stata fatta dal Movi-
mento 5 Stelle a costo zero, con un
camper prestato e la gente che gli
portava da mangiare bussando alla
porta; una favoletta così la si può
raccontare a qualche adolescente
che non abbia mai fatto politica,
specialmente quella "scomoda".
Insomma il populismo antipartiti-
co, che solletica gli istinti peggiori
dell'opinione pubblica e che na-
sconde i veri e più urgenti proble-
mi è, oltre che menzognero, vec-
chio come il cucco e figlio di un
modo di fare politica filo-
oligarchico: innumerevoli sono stati
gli scandali presunti o direttamente
falsi che hanno colpito leader anti-
patici all'Impero Britannico: Enrico
Mattei e Aldo Moro in primis.
sintesi dell’articolo di Aureliano Ferri dal sito
www.movisol.org
La formula per uscire dalla crisi è:
“Rigore, austerità, giustizia sociale”.
Ma non può funzionare se indica la
sequenza temporale degli interven-
ti. O tutti e tre simultaneamente op-
pure occorre iniziare subito dalla
equità sociale !
La parte terribile, fredda, crudele è
Wall Street. Fiumi d'oro la collegano
con tutta la Terra e la morte li ac-
compagna. Lì, come in nessun altro
posto, senti una totale assenza dello
spirito: mandrie di uomini che non
sanno contare oltre tre, altre mandrie
che non ce la fanno oltre sei, disprez-
zo per la scienza pura e rispetto de-
moniacale per il presente. La cosa
terribile è che le folle che riempiono
la via credono che il mondo sarà
sempre lo stesso e che è loro dovere
far funzionare l'enorme macchina,
giorno e notte, per sempre.
Federico Garcia Lorca
“Chi ha il cervello piccolo ha spes-
so la bocca … troppo grande!”
All’estero la Pubblica Amministra-
zione è al servizio del cittadino .
In Italia, invece, è il cittadino che
deve essere al servizio della Pubblica
Amministrazione !
“All’estero quando un politico è
coinvolto in un reato, sparisce lui. In
Italia sparisce il reato, il processo e
a volte anche il Magistrato ! ”
Marco Travaglio
“Quando ero piccolo avevo paura
del buio. Ora, dopo la bolletta, ho
paura della luce ! ”
Pagina 4 www.voltanaonline.it n. 17 - 2012
Antonio Costa ai britannici: la droga libera è ciò che fece per
bile sulla base dell'argomento sem-
plicistico secondo cui la legalizzazio-
ne farebbe scomparire la criminalità
organizzata. Combattere i criminali
legalizzando gli stupefacenti cause-
rebbe un'epidemia di drogati e pos-
so provarlo rifacendomi ai fatti stori-
ci, anche se ciò potrebbe irritare
qualcuno in questa platea. La pres-
sione per legalizzare le droghe viene
da svariate fonti, alcune innocenti e
ben intenzionate - che io rispetto -,
altre pericolosamente speculative.
Ho paura delle seconde; in particola-
re temo la coalizione di banchieri,
investitori privati, capitalisti di ventu-
re, società farmaceutiche e simili,
che in attesa della legalizzazione
stanno spendendo montagne di soldi
per sviluppare i marchi di vendita,
esattamente come fanno i produttori
di tabacco. Per la società sarebbe
dannosissimo se il riesame della poli-
tica sugli stupefacenti portasse alla
sostituzione delle narcomafie con
narcocapitalisti, portando alla fine
alla privatizzazione dei profitti e alla
socializzazione dei costi sanitari.
Ma ho detto in precedenza che le
prove storiche accorrono in mio aiuto
per dimostrare che la legalizzazione
delle droghe causerebbe un'epide-
mia di tossicodipendenti e l'ho detto
anche se ciò avrebbe potuto irritare
qualcuno dei presenti. La storia ha
mostrato, infatti, che la cupidigia de-
gli investitori può essere dannosa,
tanto quando le armi della mafia.
Pensate alla Compagnia delle Indie
Orientali, la quale per oltre un secolo
fece soldi a palate avvelenando la
Cina con l'oppio. Questo primo e uni-
co caso di legalizzazione della droga
non dovrebbe essere ripetuto. La
tragedia della legalizzazione imposta
alla Cina da parte delle potenze eu-
ropee, specialmente da questa, alla
fine delle Guerre dell'Oppio fa im-
pallidire ciò che sta accadendo oggi
in Messico e in Guatemala; e qui e-
sprimo i miei apprezzamenti per ciò
che stanno facendo le autorità messi-
cane. In Cina morirono avvelenate
dall'oppio oltre venti milioni di per-
sone, da noi costrette ad assumere
stupefacenti; ad oggi in America
Centrale sono morte 60.000 persone.
In secondo luogo, a proposito delle
misure di contrasto del riciclaggio
dei proventi del traffico della dro-
ga... Pensate alla Wachovia Bank di
New York sorpresa non molto tempo
fa, dopo la crisi finanziaria, con le
mani nel sacco, intenta a riciclare -
ascoltate bene il numero - 480 mi-
liardi di dollari del traffico messica-
no della droga; riciclare 480 miliardi
- non milioni - di narcodollari. Nono-
stante le prove, nessun processo,
nessun arresto, nessuno dietro la
sbarre. Le nazioni devono seguire il
giro dei soldi per indebolire il pote-
re economico dei cartelli della dro-
ga.
In terzo luogo, dobbiamo obbliga-
re gli istituti finanziari a pulire i loro
bilanci dei titoli insanguinati. Nel
momento della mancanza di liquidi-
tà, durante e dopo la crisi, troppe
banche accettarono - e lo fanno tut-
tora - il denaro proveniente dal traf-
fico di droga. Come ha detto prece-
dentemente l'Ambasciatore, la confi-
sca dei beni dovrebbe essere drasti-
ca. Ma non lo è.
Infine, parliamo di una misura di
lunghissimo periodo... serve pro-
muovere la crescita economica e la
creazione di posti di lavoro, special-
mente nelle comunità in cui i giovani
poveri sono attratti dal traffico.
dal sito www.movisol.org
Movimento internazionale per i diritti
civili - Solidarietà
Antonio Costa, ex direttore dell'Ufficio
Antidroga delle Nazioni Unite ha colpito
nel segno parlando il 2 luglio scorso al
Royal Institute of International Affairs di
Chatam House, il pensatoio dell'impero
britannico a Londra.
Attaccando la campagna per la
legalizzazione, Costa ha sostenuto
che essa avrebbe lo stesso esito
dell'unica legalizzazione della sto-
ria, quella ottenuta dalla Gran Bre-
tagna con le Guerre dell'Oppio
combattute contro la Cina. Ripetu-
tamente, Costa ha avvertito che le
sue prove avrebbero potuto
"irritare qualcuno di questa platea"
ed è passato a descrivere la cupidi-
gia criminale della Compagnia Bri-
tannica delle Indie Orientali e
dell'odierna "coalizione di banchie-
ri, investitori privati, capitalisti di
venture" pronti a ricavare profitti
dalla legalizzazione. Ha concluso
parlando del grosso scandalo ame-
ricano sulle centinaia di miliardi di
dollari ricavati dal traffico di cocai-
na e riciclati dalla Wachovia Bank,
e del fatto che "nonostante le pro-
ve, non c'è stato nessun processo,
nessun arresto, nessuno dietro la
sbarre". Questo insabbiamento,
denunciato dall'EIR e da MoviSol,
avvenne nel 2010 sotto la direzione
della Casa Bianca di Obama, del
Ministro della Giustizia Eric Holder
e del suo assistente Lanny Breuer.
L'imponente flusso di narcodollari
documentato nel caso della Wacho-
via Bank è al centro di un più vasto
scandalo sul ruolo svolto dalla Casa
Bianca in traffici ugualmente illega-
li, come quello di armi vendute at-
traverso i confini col Messico ai car-
telli della cocaina, lo scandalo noto
come "Fast and Furious". L'EIR si
aspetta nuovi sviluppi nello scanda-
lo Wachovia, sviluppi che auspica-
bilmente accelereranno il processo
di impeachment del Presidente O-
bama.
Ecco la traduzione di un estratto dell'in-
tervento di Antonio Costa, durato nove
minuti:
La riorganizzazione della politica
anti-droga al fine di ridurre la crimi-
nalità è necessaria, ma non è possi-
Il modo più sicuro per corrompe-
re un giovane è quello di insegnar-
gli che vanno stimati di più coloro
che la pensano allo stesso modo,
che quelli che la pensano diversa-
mente.
Friedrich Nietzsche
Coloro che chiudono gli occhi sulla
realtà non fanno che sollecitare la
propria distruzione. Chiunque insista
a rimanere in uno stato di innocenza,
quando l'innocenza è morta da tem-
po, si trasforma in un mostro.
James Baldwin
scrittore, saggista, critico sociale.
“Agisci correttamente; attribuisci a
ciascuno il dovuto; fai in modo che il tuo
agire non rechi alcun danno.”
per cent'anni la vostra Compagnia delle Indie Orientali
Pagina 5 www.voltanaonline.it n. 17 - 2012
Chiunque voglia aiutare e partecipare attivamente può inviare una e-mail a info@associazionebubulina.org
oppure telefonare al n. 348 5306865.
Donazioni con bollettino postale C/c Postale 7929922 oppure con Bonifico Bancario IBAN: IT 03 L 03127 23800
000000001742.
Per dedicare il 5x1000 indicare il codice fiscale 91018610393
Molte altre informazioni sul sito www.associazionebubulina.org o su facebook Associazionebubulina Voltana
Seconda festa dell’Associazione Bubulina
La seconda festa dell’Associazione Bubulina con gli gli ospiti in visita al Centro Sociale Ca’ Vecchia di Voltana
ed a Mirabilandia, nelle immagini di Gabriele .
Pagina 6 www.voltanaonline.it n. 17 - 2012
vuto sui nostri correnti o non
avremmo risparmiato sui no-
stri prestiti, che invece sa-
rebbero rimasti in tasca ai
banchieri.
Se questo fosse vero gli altri
abusi di fiducia a cui abbiamo
assistito finora, a confronto,
sembrerebbero un gioco da
ragazzi.
È triste dirlo, ma c'è ragio-
ne di credere che questo, o
qualcosa di molto simile, sia
già successo. Questo è quan-
to emerge dallo scandalo
"Libor" (abbreviazione di "London Interbank Offered
Rate").
Libor è il parametro su cui si
elabora il tasso di interesse
per gestire migliaia di miliar-
di di dollari di prestiti in tutto
il mondo – dei mutui, di pic-
coli prestiti aziendali, di prestiti
personali. Questo valore è il risulta-
to della media dei tassi a cui le
grandi banche dicono di prendere
soldi in prestito.
Finora, lo scandalo è stato limitato
alla Barclay’s, una grande banca
con sede a Londra, che ha appena
La copertina del numero uscito il 5 luglio
2012 de The Economist.
Come viene determinato il tasso
di interesse?
Facciamo conto che il sistema
bancario stia valutando il tasso di
sconto di oggi impostando i suoi
calcoli su una ipotesi ottimistica sul
valore futuro del denaro. E suppo-
niamo che questa ipotesi si basi, a
sua volta, sulle previsioni del mer-
cato globale formate dalle indica-
zioni degli istituti, che gestiscono
credito e debito in tutto il mondo,
sull'evoluzione futura della doman-
da e dell'offerta di denaro.
Ora supponiamo che la nostra
ipotesi sia sbagliata. Supponiamo che i banchieri stiano manipolando
il tasso di interesse in modo da po-
ter fare scommesse con i soldi che
gli state prestando o con cui devo-
no ripagarvi - scommesse con cui
guadagneranno montagne di soldi,
perché loro conoscono in anticipo le
informazioni su quello che farà vera-
mente il mercato. Informazioni che
però non stanno condividendo con
voi.
Se questa ipotesi fosse vera, costi-
tuirebbe non solo una enorme vio-
lazione della fiducia del pubblico
ma anche una estorsione di propor-
zioni quasi cosmiche – miliardi di
dollari che voi ed io e altre persone
del ceto medio non avremmo rice-
pagato 453 milioni dollari ai con-
trollori del sistema bancario ameri-
cano e britannico, i cui alti dirigenti
sono stati costretti a dimettersi. Le
loro e-mail danno un quadro ag-
ghiacciante su quanto facilmente i
loro colleghi abbiano potuto alte-
rare i tassi di interesse e fare un
sacco di soldi. (Robert Diamond Jr., ex amministratore delegato del-
la Barclay's Bank, che è stato co-
stretto a dimettersi, ha dichiarato
che le e-mail gli hanno fatto "male
fisicamente " - forse perché rivelano
la corruzione nella sua Banca in mo-
do troppo evidente.)
Ma anche Wall Street è stata quasi
sicuramente coinvolta in cose del
genere, comprese le solite sospette
- JPMorgan Chase, Citigroup e Bank
of America - perché ogni grande
banca contribuisce a fornire dati
per fissare il tasso Libor, e la
Barclay’s non avrebbe potuto agi-
re senza che le altre ne fossero
consapevolmente coinvolte.
Fonte : http://www.commondreams.org
Tradotto per i tipi del sito
www.ComeDonChisciotte.org
da ERNESTO CELESTINI
Arriva lo scandalo di tutti gli scandali di Robert Reich
Genova, G8 e Scuola Diaz
“C’è una gravissima
responsabilità del
centro-destra, c’è la
responsabilità di Fi-
ni, di cui nessuno
oggi discute, che non
dimentichiamo. Men-
tre avvenivano quei
fatti a Genova era nella caserma centra-
le dei Carabinieri e
non si capisce per-
ché. Lì non doveva
essere, non gli com-
peteva come ruolo
istituzionale. C’è la
responsabilità di tutta la destra che ha gestito quei fatti durante e dopo,
ma non solo, una parte del centro-sinistra fino all’ultimo istante ha cercato
di salvare i massimi dirigenti della Polizia. Leggete l’articolo di oggi di Bonini sulla Repubblica cosa sostiene? Che i condannati, personaggi più
importanti sono persone che hanno svolto importantissimi ruoli sulla lotta
alla mafia ecc. e che quindi bisognava avere un occhio di riguardo con
loro che, come dire, la Giustizia non è uguale per tutti. Uno acquisisce dei
bonus nella vita, dopodiché può fare quello che vuole, questo è qualcosa
di assolutamente esterno a quanto prevede la Legge e quanto prevede il
diritto e quanto prevede soprattutto la Costituzione." Vittorio Agnoletto,
medico, portavoce “Genoa Social Forum” al G8 di Genova 2011.
Pagina 7 www.voltanaonline.it n. 17 - 2012
Debito pubblico, vicini al tetto dei 2mila miliardi. Ecco cosa succede se lo Stato va in default.
le imposte indirette,
come ha fatto l'anno scorso con l'au-
mento dell'aliquota Iva. Col rischio
però di deprimere ancora di più i
consumi e innescare un circolo vi-
zioso (aumenta l'aliquota, ma dimi-nuisce il gettito)
La scure sui costi e i Bot spazza-
tura
Più direttamente lo Stato può ri-
durre le sue spese. Le voci di costo
che in genere (e sicuramente in Ita-
lia) pesano di più sui conti pubblici
sono tre: le pensioni, la sanità, le
retribuzioni dei dipendenti pubbli-ci.
I primi a cadere sotto la scure sa-
ranno gli organici e i salari della
Pubblica amministrazione, con pe-
santi conseguenze sui servizi ero-gati. La stessa sorte toccherà a sani-
tà e pensioni, che già ora in Italia
pesano un quarto del Pil.
La bancarotta ricadrà poi su tutti
coloro che hanno investito in titoli
di Stato (Bot, Cct ecc.). Il Tesoro
non potrà più pagare gli interessi
(la cedola periodica) e al momento
della scadenza del titolo non si po-
trà più tornare in possesso dell'inve-
stimento iniziale. Qui interviene la
ristrutturazione del debito. Lo Sta-to propone un differimento della
restituzione: una parte oggi, una
parte domani. Chiaramente un e-
vento del genere porta al crollo del
valore del titolo, con possibilità
pressoché nulle di rivenderlo.
L'assalto alle banche
L'insolvenza dello Stato si estende
quasi automaticamente alle banche. Se i titoli di Stato diventano carta
straccia, sono loro le prime a risen-
tirne perché, non ricevendo più gli
interessi sul portafoglio, si trovano
inevitabilmente a corto di liquidità e
rischiano di fallire a loro volta.
Tutto questo innesca un rischiosis-
simo effetto-domino perché in eco-
nomia l'elemento psicologico ha
un peso enorme: se si diffonde la
voce di insolvenza delle banche,
tutti i loro clienti correranno a ritira-
re i depositi prima che sia troppo
( Segue da pag. 1 ) tardi. Parte l’assalto agli sportelli e non c'è Istituto che possa resistere al
prelievo contemporaneo di buona
parte dei suoi clienti.
In una situazione di questo genere
saltano anche i sistemi di sicurez-
za esistenti, come il Fondo di garan-zia sui conti correnti, operante in
Italia come in tutti i Paesi europei. Il
Fondo copre l'insolvenza delle ban-
che fino a un ammontare di 100mila
euro per conto corrente e il suo fun-
zionamento dipende da un accordo
interbancario. Ma può funzionare in
caso di default di una sola banca,
non dell'intero sistema creditizio.
Lo scenario è apocalittico, ma per
ora lontano. L'Italia non è la Grecia.
Ma questo è vero anche per le di-
mensioni e il peso della nostra eco-
nomia, ben più grossa di quella el-
lenica. E che un paracadute euro-
peo non basterebbe a salvare. (A.D.M.)
Dal sito
http://economia.virgilio.it/soldi/debito-
pubblico-vicini-al-tetto-dei-2mila-
miliardi-cosa-succede-se-lo-Stato-va-in-
default.html
Immagini trovate su Internet e segnalate da
Milena
La Corte Costituzionale fa saltare le privatizzazioni di acqua e servizi pubblici locali sa quelle del Governo Monti. La sen-
tenza esplicita chiaramente il vincolo
referendario infranto con l'articolo 4
e dichiara che la legge approvata dal
Governo Berlusconi violava l'articolo
75 della Costituzione. Viene confer-
mato quello che sostenemmo un anno
fa e cioè come quel provvedimento
reintroducesse la privatizzazione dei
servizi pubblici e calpestasse la vo-
lontà dei cittadini. La sentenza ribadi-
sce con forza la volontà popolare e-
Il 20 luglio la Corte Costituzionale
ha restituito la voce ai cittadini italia-
ni e la democrazia al nostro Paese.
Lo ha fatto dichiarando incostituzio-
nale, quindi inammissibile, l'articolo
4 del decreto legge 138 del 13 Ago-
sto 2011 con il quale il Governo Ber-
lusconi calpestava il risultato refe-
rendario e rintroduceva la privatiz-
zazione dei servizi pubblici locali.
Questa sentenza blocca anche tutte
le modificazioni successive, compre-
spressa il 12 e 13 giugno 2011 e rap-
presenta un monito al Governo Monti
e a tutti i poteri forti che speculano
sui beni comuni. Dopo la straordina-
ria vittoria referendaria costruita dal
basso, oggi è chiarito - una volta per
tutte - che deve essere rispettato
quello che hanno scelto 27 milioni di
italiani: l'acqua e i servizi pubblici
devono essere pubblici.
Si scrive acqua, si legge democrazia !
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
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mons o non coperto da copyright.
Dazi o schiavitù di Beppe Grillo
pitale. Mentre si esportano capitali,
si importano beni di qualunque tipo,
trascurando del tutto l'impatto am-
bientale del trasporto. L'inquina-
mento non è conteggiato nel prezzo
del prodotto.
Col tempo gli Stati importatori,
con la perdita della produzione, si
impoveriscono e gli Stati esportatori
perdono quote dei mercati mondia-
li. E tutto torna al punto di partenza
con, nel frattempo, un accumulo di
grandi capitali, lo spostamento del
potere politico verso le multinazio-
nali e la perdita di diritti nei Paesi
importatori senza alcun migliora-
mento sociale nei Paesi esportatori,
che si ritroveranno con il loro terri-
torio devastato. Un disegno degno
di menti criminali, di alieni che si
sono impossessati dei corpi dei
manager delle multinazionali e del
WTO per distruggere il pianeta Ter-
ra.
La libera circolazione delle merci
può avvenire solo a parità di diritti
sociali e sindacali.
Altrimenti si applichino i dazi.
dal sito www.beppegrillo.it/
Il capitale è amorale, si sposta
dove il profitto è maggiore. Non è
interessato ai diritti dei lavoratori o
all'ambiente. Non li contempla nep-
pure. La globalizzazione ha liberato
gli sciacalli e gli avvoltoi delle mul-
tinazionali e della finanza tenuti pri-
ma alla catena. In alcune aree del
pianeta, grazie a durissime lotte
sociali durate un paio di secoli, la
tutela dei diritti dei lavoratori e del
territorio sono diventate un fatto
acquisito. Il WTO, con la globalizza-
zione dell'economia ed il commer-
cio libero, sta creando un mercato
di schiavi di massa. Una serie di
vasi comunicanti in cui i capitali
migrano verso i Paesi con meno
garanzie e diritti e, quindi, con
un'alta remunerazione. Non c'è gio-
co. Il costo del lavoro di un rumeno
o di un indiano è imbattibile. Nes-
suna azienda italiana può compete-
re se non riazzerando diritti e rego-
le, come in effetti sta succedendo.
Mi sembra una follia. Il mondo si sta
allineando verso il basso, sempre
più. Verso nuovi faraoni.
Non c'è limite alla bulimia del ca-
“Settanta milioni di persone si ag-
giungeranno da qui al 2020 al nume-
ro di quanti già vivono in povertà
assoluta e nello stesso periodo più di
quattrocentomila bambini non arri-
veranno a compiere i cinque anni di
età in conseguenza della crisi finan-
ziaria internazionale in atto dal 2008.
In numero assoluto, la maggioranza
di questi bambini vivono in Asia, ma
in percentuale è l'Africa a pagare in
termini maggiori questo prezzo di
vite umane alla crisi. È l'Africa, infat-
ti, il continente che ha subito e subi-
sce l'impatto più devastante degli
aumenti dei prezzi dei generi ali-
mentari e delle speculazioni sui pro-
dotti agricoli”.
Nel sito www.vatican.va
( © L'Osservatore Romano 14 luglio 2012 )
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