Passato prossimo e remoto

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Passato Prossimo o

Passato Remoto?

Nel modo indicativo ci sono molti tempi passati, ognuno com suo uso particolare.

Passato prossimo; Imperfetto; Passato remoto; Trapassato prossimo; Trapassato remoto.

Il passato prossimo indica eventi, esperienze e fatti conclusi nel passato i cui effetti perdurano nel presente.

L’mperfetto indica un’azione passata che ha avuto una certa durata e continuità, oppure un abitudine ripetuta nel passato..

Il Passato remoto indica una azione del tutto conclusa nel passato; si usa per riferirsi a fatti di un passato molto antico.

Il trapassato prossimo si usa per indicare un’azione passata prima di un’altra espressa anche al passato.

→ al passato prossimo: ero appena arrivata a casa, quando hai telefonato;→ al passato remoto: persi il treno perchè avevo fatto tardi;→ all’imperfetto: non volevamo fare l’esercizio che la professoressa ci aveva assegnato.

Il trapassato remoto è un tempo verbale che indica fatti collocati in un tempo passato, anteriore a quello indicato dal passato remoto.

Il passato prossimo, il trapassato prossimo e il trapassatro remoto sono tempi verbali composti e hanno la stessa struttura:

Verbo ausiliareEssere/avere

Verbo Principale

Participio passato

Il passato prossimo, il trapassato prossimo e il trapassatro remoto sono tempi verbali composti e hanno la stessa struttura:

Verbo ausiliareEssere/avere

Verbo Principale

Participio passato

Quello che cambia è il tempo verbale che viene il verbo

ausiliare:

Il passato prossimo, il trapassato prossimo e il trapassatro remoto sono tempi verbali composti e hanno la stessa struttura:

Verbo ausiliareEssere/avere

Verbo Principale

Participio passato

Quello che cambia è il tempo verbale che viene il verbo

ausiliare:

Passato prossimo presente

Il passato prossimo, il trapassato prossimo e il trapassatro remoto sono tempi verbali composti e hanno la stessa struttura:

Verbo ausiliareEssere/avere

Verbo Principale

Participio passato

Quello che cambia è il tempo verbale che viene il verbo

ausiliare:

Passato prossimo presente

Trapassato prossimo imperfetto

Il passato prossimo, il trapassato prossimo e il trapassatro remoto sono tempi verbali composti e hanno la stessa struttura:

Verbo ausiliareEssere/avere

Verbo Principale

Participio passato

Quello che cambia è il tempo verbale che viene il verbo

ausiliare:

Passato prossimo presente

Trapassato prossimo imperfetto

Trapassato remoto passato remoto

TRAPASSATO PROSSIMO X TRAPASSATO REMOTO

Entrambi i trapassati dell’indicativo servono a esprimere anteriorità rispetto a un tempo passato, ossia, è necessario che abbiano due azione al passato e che abbia anche un rapporto di sucessività tra queste azioni.

TRAPASSATO PROSSIMO X TRAPASSATO REMOTO

Entrambi i trapassati dell’indicativo servono a esprimere anteriorità rispetto a un tempo passato, ossia, è necessario che abbiano due azione al passato e che abbia anche un rapporto di sucessività tra queste azioni.

Solo dopo che ebbe visto l’appartamento, decise di comprarlo.

TRAPASSATO PROSSIMO X TRAPASSATO REMOTO

Entrambi i trapassati dell’indicativo servono a esprimere anteriorità rispetto a un tempo passato, ossia, è necessario che abbiano due azione al passato e che abbia anche un rapporto di sucessività tra queste azioni.

Solo dopo che ebbe visto l’appartamento, decise di comprarlo.

ero appena arrivata a casa, quando hai telefonato;

Ma come sapere se devo usare il trapassato prossimo o trapassato remoto?

Il trapassato prossimo si usa...... per indicare un’azione passata prima di un’altra già passata.

Il trapassato prossimo si usa...... per indicare un’azione passata prima di un’altra già passata.

La azione precedente viene espressa al trapassato prossimo mentre l’azione sucessiva è espressa al:

Il trapassato prossimo si usa...... per indicare un’azione passata prima di un’altra già passata.

La azione precedente viene espressa al trapassato prossimo mentre l’azione sucessiva è espressa al:

Passato prossimo

Il trapassato prossimo si usa...... per indicare un’azione passata prima di un’altra già passata.

La azione precedente viene espressa al trapassato prossimo mentre l’azione sucessiva è espressa al:

Passato prossimo

Imperfetto

Il trapassato prossimo si usa...... per indicare un’azione passata prima di un’altra già passata.

La azione precedente viene espressa al trapassato prossimo mentre l’azione sucessiva è espressa al:

Passato prossimo

Imperfetto

Passato Remoto

... per indicare fatti collocati in un tempo passato, anteriore a quello indicato dal passato remoto.

Continuò a parlare finché tutti furono usciti dalla stanza;

Diversamente dall’uso che se ne faceva in passato, oggi questa forma viene usata solo nelle preposizioni subordinate, è comunque poco frequente nella lingua parlata, ma viene usata nella lingua scritta di stile particolarmente elevato come il testo letterario.

Il trapassato remoto si usa...

ALLORA ...

... I trapassati sono usati per esprimere un avvenimento passato anteriore a un’altro anche al passato. Però usiamo il trapassato prossimo con anteriorità rispetto al passato remoto¹, all’imperfetto², al passato prossimo³;

«Egli rispose esattamente come aveva risposto alla contessa.»¹ (Palazzeschi)

(2) «Mio padre tornava a casa sempre infuriato, perché aveva incontrato per strada cortei di camicie nere.»² (Ginzburg)

(3) «Mi sono sperduto in sciocche ciancie. Ero venuto per farle un discorso molto serio.»³ (Pirandello)

Mentre il trapassato remoto, confinato alla narrazione letteraria , espressa anteriorità solo al passato remoto e è usato ormai esclusivamente in una frase temporale introdotta da «appena/quando/dopo che» e permette di scandire in modo netto il succedersi degli eventi:

«Appena/quando/dopo che ebbi finito di rigovernare, andai a letto».

Sempre nella lingua letteraria, è usato in costruzioni del tipo «Giunto che fu», «Finito che ebbe», ecc.

TRAPASSATO PROSSIMO

Relazione di anteriorità con avvenimenti espressi dal passato prossimo, imperfetto, passato remoto.

Usato in frasi semplici, coordenate o subordinate.

Relazione di anteriorità con avvenimenti espressi dal passato remoto.

Usato appena in frase sobordinate introdotta da «appena/quando/dopo che» ecc.

USI DEI TRAPASSATITRAPASSATO REMOTO

TRAPASSATO PROSSIMO

Tempo composto.Ausiliare

ESSERE/AVERE all’imperfetto..

Era andatoAveva fatto

Tempo composto.Ausiliare

ESSERE/AVERE al passato remoto.

Fu andatoEbbi fatto

STRUTTURA DEI TRAPASSATI

TRAPASSATO REMOTO

E come fare riguardo al passato prossimo e il passato remoto?

Il passato prossimo si usa per esprimere azioni o fatti già compiuti ma con effetti che perdurano nel presente.

Il passato remoto si usa per esprimere un’azione che è sucessa in un passato lontano, che non ha più nessuna relazione con il presente.

Questi due tempi esprimono, tutti e due, un’azione compiuta nel passato;

ma il passato prossimo esprime un’azione passata e tuttavia ancora in relazione col presente: “Ieri in questa casa è avvenuto un fatto strano che ancora non mi spiego”; “I Romani ci hanno tramandato una civiltà immortale che tuttora vive tra noi”;

il passato remoto, invece, esprime un’azione passata, ma sentita come a sé stante, senza relazione alcuna col presente: “I Romani combatterono contro i Sanniti”; “Mio fratello partì che aveva solo nove anni”.

Quindi la differenza tra passato remoto e passato prossimo, non è sempre così chiara, a cominciare perché i parametri sono un po’ soggettivi – il tempo trascorso dopo l’avvenimento e la relazione con il presente. Soprattutto nella lingua parlata, sono le abitudini regionali a farla da padrone, l’uso di questi due tempi divide l’Italia tra Nord e Sud.

L’Italia settentrionale predilige il passato prossimo: “ho fatto”, “ho detto”;

l’Italia meridionale preferisce di gran lunga il passato remoto: “feci”, “dissi”.

Ma in realtà servono tutti e due.

Le cose cambiano quando cambiano le circostanze della comunicazione e i tipi di testo che si vogliono produrre. In una narrazione obiettiva di eventi passati che non siano messi in relazione con il presente né abbiano alcun collegamento con l'esperienza personale di chi parla o chi scrive in generale si ricorre al passato remoto nello scritto o nel parlato più sorvegliato. Le risorse della lingua ci consentono di manifestare il nostro punto di vista su azioni e accadimenti: la scelta che facciamo dei tempi verbali rispecchia dunque le nostre valutazioni riguardo alla durata, all'ambito temporale, alla persistenza di effetti e risultati della azioni e degli eventi. Esserne consapevoli significa orientare al meglio le proprie decisioni» (Bice Mortara Garavelli, La Crusca per voi, n°2, p. 5).

BIBLIOGRAFIA:

MEZZADRI, Marco. Grammatica essenziale della lingua italiana. Guerra edizioni: Perugia, 2 edizione, 2000. NOCCHI, Susanna. Grammatica pratica della lingua italiana. Alma Edizione: Firenze,2006.http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=1210http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=143http://forum.accademiadellacrusca.it/forum_7/interventi/2111.shtml.html

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