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Indoor training [presentazione con note]

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Nòema descrive il metodo usato nella formazione indoor. Le sessioni d'aula sono un mix di metodi più classici (lezione frontale, brainstorming, discussione guidata, esercitazione, ecc.) e di metodi ascrivibili alla formazione esperienziale (giochi psicosociali, role playng, analisi delle culture). Ogni metodo è adatto per raggiungere determinati obiettivi.

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Nòema Human Resources “Indoor training”

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Indoor training

L’offerta formativa Nòema

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L’offerta formativa proposta da Nòema è composta da attività più tradizionali (lezione, checklist, brainstorming, questionari di autovalutazione, video, esercitazioni, discussioni guidate) e attività più specifiche (giochi psicosociali, role playng, analisi delle culture). Sia esercitata in aula (indoor training), sia fuori l’aula (outdoor training), l’ancoraggio della formazione - a nostro avviso - deve essere il metodo, che di volta in volta va progettato secondo le necessità formative dei partecipanti. Definiamo questo modo di lavorare “sartoriale”: la similitudine sta nel fatto che il lavoro di sartoria si basa sulle misure, così come noi cerchiamo di progettare mettendo al centro l’utente e le sue esigenze. Lavoriamo scegliendo i metodi e adattandoli in base alle esigenze formative dei partecipanti. Anche se la “fisiologia dell’apprendimento” è la medesima in questa presentazione accenneremo la descrizione dei metodi meno usuali, che applichiamo a quello che definiamo per comodità “indoor training”.

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I giochi psicosociali sono giochi metaforici, da svolgere in gruppo, in cui sono chiare le regole ma il cui risultato varia in base al gruppo che li mette in scena. Mettono in evidenza alcuni meccanismi psicologici specifici, benché usati al meglio dal docente possano mettere in evidenza cultura, abitudini e usi specifici del gruppo in formazione.

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È una tecnica che permette ai partecipanti di sperimentare situazioni organizzative o lavorative che si troveranno ad affrontare successivamente. Si invitano le persone a ricoprire dei ruoli organizzativi e a mettere in scena le modalità di gestione che applicherebbero in quella specifica situazione (ad esempio un capo e un dipendente, dove il capo deve dare un feedback costruttivo al dipendente).

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Si tratta di cogliere e restituire ai partecipanti, attraverso opportuni feedback, informazioni sulla “mentalità” e le strategie del gruppo. Tali strategie, attuate nel qui e ora nei giochi psicosociali, nei role playing, piuttosto che nel modo di stare in formazione, costituiscono il modo di pensare gli eventi. Questo modo di pensare condiziona il passato, il presente e (se non viste) l’efficacia futura.

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I metodi formativi sono scelti in base ad alcune variabili. Ricordiamo che una sessione di formazione è sempre costituita da un mix di metodi e tecniche.

Ad esempio, può essere preferibile usare alcuni metodi in base alla finalità della formazione (asse delle "x” – effetti/obiettivi) e al grado di attivazione richiesto ai partecipanti (asse delle "y” - grado di attivazione).

Se la finalità di una fase della sessione (o della formazione per quei partecipanti) è quella della manutenzione delle abitudini, della mentalità, dell'atteggiamento e il grado di attivazione richiesto è basso (passività), i metodi che si prestano maggiormente sono la lezione frontale, l'uso di checklist, i questionari. Se, invece, si vogliono impegnare maggiormente i partecipanti, si possono usare il brainstorming e le discussioni guidate. Se la finalità di una fase è il cambiamento su alcuni temi specifici (inteso sempre come abitudini, mentalità, atteggiamento) e il grado di coinvolgimento richiesto ai partecipanti è sempre basso (passività), i metodi più opportuni sono i questionari e l'uso di video. Richiedono, invece, un impegno maggiore le esercitazioni e i casi di studio. Infine richiedono una maggiore mobilitazione delle risorse mentali ed emotive dei partecipanti, seppur indispensabili al cambiamento, tecniche quali i giochi psicosociali, il role playing, l'analisi delle culture.

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Altri fattori da considerare, molto importanti nello scegliere le tecniche, sono gli aspetti maggiormente implicati nell'esercizio delle competenze (aspetti più cognitivi o più emotivi) e il tipo di coinvolgimento solito nell'esercizio di quella competenza (più sul versante individuale o più sul versante sociale). Solo per esemplificare, un tema generico quale “saper usare PhotoShop per il ritocco grafico” è inquadrabile come una competenza svolta solitamente individualmente e che coinvolge aspetti maggiormente cognitivi. In tal caso sarà più opportuno utilizzare lezioni, checklist, esercitazioni. Sempre per esemplificare, un tema quale "saper comunicare efficacemente" coinvolge maggiormente gli aspetti emotivi ed è una competenza praticata più sul versante sociale. In tal caso per ottenere gli obiettivi desiderati sarà più opportuno utilizzare questionari, brainstorming, giochi psicosociali, role playing, analisi delle culture.

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Per chiudere, in questa slide riassumiamo alcuni dei vantaggi dell'offerta formativa Nòema:

intervento centrato sui partecipanti; modalità di conduzione progettate per raggiungere le finalità desiderate; centratura sulle esperienze lavorative effettivamente vissute; usabilità degli output; coinvolgimento del livello emotivo, oltre che del livello cognitivo; sviluppo di elevati livelli di cooperazione e collaborazione.

La formazione Nòema è approvata dall’ICEP (Istituto Certificazione Europea del Personale).