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La presentazione mette in evidenza le novità fiscali legate alla Legge di Stabilità. Tra queste, gli impatti sui bilanci e le opportunità per le imprese, le perdite sui crediti, la rivalutazione dei beni di impresa, il visto di conformità sui crediti IRES e IRAP, le novità in tema di leasing. Per maggiori informazioni vi preghiamo di visitare: http://www.ey.com/IT/it/Services/Tax/Aggiornamento-fiscale-2014_home
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Le novità fiscali della Legge di stabilitàGli impatti sui bilanci e le opportunità per le imprese
Milano, 11 febbraio 2014Ore 10.00 - 12.30
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Le novità fiscali della Legge di stabilitàGli impatti sui bilanci e le opportunità per le imprese
Rivalutazione dei beni d’impresa
Novità in tema di leasing e coordinamento con normative precedenti
Società di comodo, punto della situazione
Perdite su crediti, novità della Legge di Stabilità e orientamenti dell’AdE
Correzione degli errori contabili
Trasformazione DTA, novità e questioni aperte
Visto di conformità sui crediti IRES e IRAP
Altre novità della Legge di stabilità (ACE, deducibilità IMU, deduzione IRAP,Indennità suppletiva di clientela, il nuovo orientamento dell’AdE)
Page 3
Rivalutazione dei beni d'impresa
Francesco Leone
Page 4
Quadro normativo
► Si tratta sostanzialmente della rivalutazione di cui L. 342/2000 con alcune
differenze:
1. differimento effetti fiscali al 2016/2017;
2. affrancamento saldo di rivalutazione.
La disciplina si applica solo ai soggetti ITA/GAAP ed è temporanea
A differenza dell’ultima legge di rivalutazione (DL 185) questa
rivalutazione non può avere affetti esclusivamente civilistici (sui
maggiori valori in bilancio va pagata la sostitutiva)
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Tempistica ed ambito applicativo
La rivalutazione va effettuata nel bilancio 2013 relativamente ai beni già iscritti al
31/12/2012 e ancora presenti al 31/12/2013.
► Ambito soggettivo: società di capitale, aziende speciali e municipalizzate, imprese
individuali, e società di persone e stabili organizzazioni
► Ambito oggettivo: immobilizzazioni materiali (ammortizzabili o meno),
immobilizzazioni immateriali (con diritti giuridicamente tutelati), partecipazioni in
società controllate o collegate (ex art. 2359 c.c.) iscritte tra le immobilizzazioni
(PEX o non PEX).
Non possono essere rivalutati: beni-merce, avviamento, costi pluriennali, attivo
circolante, partecipazioni non di controllo o di collegamento ai sensi dell'art. 2359
del c.c. iscritte tra le immobilizzazioni o iscritte nell’attivo circolante.
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Metodi e criteri di rivalutazione
► La rivalutazione va operata per «categorie omogenee», eccetto i beniimmateriali.
► Il metodo da adottare (rivalutazione del costo e del fondo ovvero solo delcosto ovvero riduzione solo del fondo ammortamento) è libero e puòessere diverso all’interno della singola «categoria omogenea».
► I criteri da adottare (ai fini del quantum rivalutabile) sono: «valorecorrente» e «valore interno». Con detti criteri si identifica il valoremassimo rivalutabile ma nulla impedisce di collocare il «nuovo» valore adun importo inferiore. In ogni caso, all’interno della «categoria omogenea»il criterio deve essere unico ed uniforme.
► Sull’importo rivalutato va versata una imposta sostitutiva (IRES e IRAP)di:► 16% per i beni ammortizzabili;► 12% per i beni non ammortizzabili (partecipazioni comprese).
► Il versamento dell’imposta avviene in 3 rate di pari importo (16/6/2014,16/6/2015 e 16/6/2016), senza pagamento di interessi.
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Metodi di rivalutazioneCosto e fondo► Costo storico (CS): 2.000 Fondo ammortamento al 31/12/2012 (FA): 1.400
► Valore netto contabile (VNC)= 600
► Aliquota ammortamento (QA): 10% Vita residua fino al 2015
► Quota annua ammortamento (QAM): 200
► Valore di Mercato (VM): 800 Rivalutazione (RIV) = V.M. – VNC = 800-600 = 200
► Coefficiente di rivalutazione (Coeff.) = RIV / VNC= 200 / 600 = 33,3%
► CS al 31/12/2013 = CS. + (CS x Coeff) = 2.000 + (2000 x 33,3%) = 2.666 Maggior costo = 666
► FA al 31/12/2012 = FA + (FA x Coeff) = 1.400 + (1400 x 33,3%) = 1.866 Maggior fondo = 466
► Residuo da ammortizzare = 800 Nuova QMA= 266 (10% di 2.666) dal 2013 al 2015
► Effetti: non varia la vita utile residua del bene
► N.B.: a fronte della rivalutazione deve essere iscritta una riserva di rivalutazione, al netto dell’imposta
sostitutiva dovuta (per la quale verrà iscritto un debito tributario) (16% di 200 = 32)
Macchinario a Diversi
Fondo Ammortamento
Riserva di rivalutazione
Debiti tributari
666
466
168
32
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Metodi di rivalutazioneSolo costo► Costo storico (CS): 2.000 Fondo ammortamento al 31/12/2012 (FA): 1.400
► Valore netto contabile (VNC)= 600
► Aliquota ammortamento (QA): 10% Vita residua: fino al 2015
► Quota annua ammortamento (QAM): 200
► Valore di Mercato (VM): 800 Rivalutazione (RIV) = V.M. – VNC = 800-600 = 200
► CS al 31/12/2013 = CS + RIV = 2.000 + 200 = 2.200 Maggior costo = 200
► FA al 31/12/2012 = FA = 1.400 Maggior fondo = 0
► Residuo da ammortizzare = 800 Nuova QMA = 220 (10% dei 2.200) QMA 2013 + 3 anni (2014-2016)
► Effetti: aumenta la vita utile residua del bene
► A fronte della rivalutazione deve essere iscritta una riserva di rivalutazione, al netto dell’imposta sostitutiva
dovuta (per la quale verrà iscritto un debito tributario) (16% di 200 = 32)
Macchinario a Diversi
Riserva di rivalutazione
Debiti tributari
200
168
32
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Metodi di rivalutazioneSolo fondo► Costo storico (CS): 2.000 Fondo ammortamento al 31/12/2012 (FA): 1.400
► Valore netto contabile (VNC)= 500
► Aliquota ammortamento (QA): 10% Vita residua fino al 2015
► Quota annua ammortamento (QAM): 200
► Valore di Mercato (VM): 800 Rivalutazione (RIV) = V.M. – VNC = 800-600 = 200
► CS al 31/12/2013 = CS = 2.000 Maggior costo = 0
► FA al 31/12/2012 = FA – RIV = 1.400 – 200 = 1.200 Minor fondo = 200
► Residuo da ammortizzare = 800 QMA immutata = 200 (10% di 2.000) QMA 2013 + 3 QMA fino al 2016
► Effetti: aumenta la vita utile residua del bene
► A fronte della rivalutazione deve essere iscritta una riserva di rivalutazione, al netto dell’imposta sostitutiva
dovuta (per la quale verrà iscritto un debito tributario) (16% di 200 = 32)
Fondo Ammortamento a Diversi
Riserva di rivalutazione
Debiti tributari
200
168
32
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Effetti fiscali e saldo di rivalutazione
► Il maggior valore rivalutato assume rilevanza fiscale:
► A partire dal 2016 ai fini dell’ammortamento, del plafond spese di manutenzione, società di comodo,
ecc…;
► A partire dal 2017, ai fini della plus/minus da cessione dei beni. Se il bene viene ceduto prima (dal 2014 al
2016), la plus/minus si calcola (fiscalmente) sul valore ante-rivalutazione e l’imposta sostitutiva versata
viene riconosciuta tramite un credito d’imposta.
► Il saldo attivo di rivalutazione può essere portato ad aumento del Capitale Sociale o
iscritto in una riserva di Patrimonio netto (Voce A.III «Riserve di rivalutazione»), al netto
dell’imposta sostitutiva.
► Ai fini fiscali, il saldo è «in sospensione d’imposta» tassabile in caso di distribuzione, sia
in capo alla società che ai soci. In caso di distribuzione, alla società spetta un credito
d’imposta pari all’imposta sostitutiva versata.
► Il saldo può essere affrancato versando un’imposta sostitutiva del 10% con le modalità
previste per la rivalutazione (UNICO, quadro RQ, sez. XXI-C). Il saldo non è tassato in
capo alla società (a cui non spetta il credito d’imposta) ma è tassato solo in capo al socio.
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Adempimenti e fiscalità differita
Adempimenti:
► Indicazione in UNICO SC 2014, quadro XXI-A.
► Indicazione in Nota integrativa dei criteri di rivalutazione utilizzati, la legge speciale che
l’ha determinata, l’importo della rivalutazione, al loro e al netto deli ammortamenti e
l’effetto sul PN.
► Attestazione, nella relazione del collegio sindacale e dell’organo di controllo, che dopo la
rivalutazione i beni non siano iscritti nel bilancio ad un valore maggiore rispetto a quello
effettivamente attribuibile.
► Indicazione nel libro degli inventari.
Fiscalità differita
► Imposte differite attive (anticipate) per il periodo 2013, 2014 e 2015 sulla differenza tra
ammortamento civilistico e fiscale.
► Imposte differite passive (differite) sul saldo di rivalutazione, se sussistono i presupposti
(OIC 25).
Page 12
Riallineamento valori civilistici / fiscaliQuadro di riferimento (1/2)► E’ la stessa disciplina di cui all’art. 14 L. 342/2000.
► E’ disciplina autonoma rispetto alla rivalutazione anche se le due discipline
possono coesistere.
► Si applica sia ai soggetti ITA/GAAP che IAS-adopter
► E’ una disciplina solo fiscale, senza impatti in bilancio (salvo gli effetti
sul Patrimonio netto) da indicare in UNICO, quadro RQ, XXI-C
► E’ fruibile per singoli beni (cioè non vale la regola delle <<categorie
omogenee>>).
► Non è ammesso il riallineamento parziale del valore.
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Riallineamento valori civilistici / fiscaliQuadro di riferimento (2/2)► La disciplina potrebbe essere utilizzata, ad esempio, per i disallineamenti
da:
► quadro EC (beni) e quadro RV (beni);
► operazioni straordinarie;
► rivalutazione immobili ex DL 185/2008 (a cui non si era data rilevanza
fiscale);
► disallineamenti dovuti all’applicazione degli IAS.
► Sia i soggetti IAS che ITA/GAAP devono vincolare una riserva che diventa
in sospensione di imposta e/o il capitale sociale pari al riallineamento
operato: è possibile operare l’affrancamento con imposta sostitutiva del
10% (come per la rivalutazione).
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Francesco Leone
Novità in tema di leasing ecoordinamento con normativeprecedenti
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Normative a confronto
Contratti stipulati fino al
28.04.2012
• Il confronto tra la durata del leasing
ed il coefficiente ministeriale
rappresenta la condizione necessaria
per dedurre il costo imputato a C.E.
•Per i beni mobili, la durata del
leasing deve essere non inferiore ai
2/3 del periodo di amm.to fiscale (in
base al coefficiente ministeriale)
•Per i beni immobili, oltre a quanto
valido per i mobili, la durata deve
essere compresa tra 11 e 18 anni
Contratti stipulati fino al
31.12.2013
•La durata del leasing non può più
causare la totale indeducibilità del
costo. Vengono introdotte le
variazioni fiscali connesse alla durata
del leasing.
•Per i beni mobili, la durata del
leasing deve essere non inferiore ai
2/3 del periodo di amm.to fiscale (in
base al coefficiente ministeriale)
•Per i beni immobili, oltre a quanto
valido per i mobili, la durata deve
essere compresa tra 11 e 18 anni
Contratti stipulati dal
01.01.2014
•Viene ridotto il periodo minimo di
durata dei leasing. Sono, inoltre,
modificati i criteri di deducibilità per i
beni immobili, individuando una
durata minima.
•Per i beni mobili, la durata del
leasing deve essere non inferiore a
1/2 del periodo di amm.to fiscale (in
base al coefficiente ministeriale)
•Per i beni immobili, la durata del
leasing non deve essere inferiore a
12 anni
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Criteri applicativi
Durata Leasing = Periodo minimo deducibilità- I canoni imputati a C.E. hanno piena rilevanza fiscale- Nessuna variazione fiscale in UNICO
- Non si genera fiscalità differita
Durata Leasing > Periodo minimo deducibilità- I canoni imputati a C.E. hanno piena rilevanza fiscale- Nessuna variazione fiscale in UNICO: il fiscale «segue» il civilistico- Non si genera fiscalità differita
Durata Leasing < Periodo minimo deducibilità- I canoni imputati a C.E. NON hanno piena rilevanza fiscale
- Variazione in aumento in UNICO per la differenza tra il periodo minimo e la durata del leasing
- Variazione in diminuzione in UNICO nei FYs seguenti la fine del leasing (con/senza riscatto)- Si generano imposte differite attive (anticipate) durante il corso del leasing, da recuperare altermine del contratto di leasing
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Casi particolari
• Non rileva la normativa del TUIR: I canoni di leasing sono deducibili nellamisura in cui sono imputati a C.E (salvo le autovetture).IRAP
• A prescindere dalla deducibilità dei canoni, resta fermo che gli interessiimpliciti desumibili dal contratto sono deducibili nei limiti dell’art. 96TUIR
Interessi
Passivi
• A prescindere della deducibilità dei canoni, resta fermo che nel caso dileasing immobiliari, è necessario scorporare preliminarmente il valoredel terreno (20% 0 30% come individuati dalla AdE)
Scorporo
Terreni
• Le regole di cui all’art. 102, c. 7, TUIR, si applicano:• alle autovetture destinate all’attività d’impresa;• alle autovetture assegnate ai dipendenti – TELEFISCO 2014
•Dette regole non si applicano alle autovetture assegnate agli ammin.rio a disposizione dell’impresa (art. 102, c. 7, TUIR, ultimo periodo)
Autovetture
Telefisco
2014
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Francesco Leone
Società di comodo, punto dellasituazione
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Effetti della disciplina delle «società dicomodo»► La disciplina delle società di comodo riguarda sia le società «non operative» sia le
«società in perdita sistematica».
► Gli effetti della disciplina sono identici
► IRES: va dichiarato un «reddito minimo» (con coefficienti prestabiliti). Opera una maggiorazione di aliquota
del 10,5% e le perdite fiscali di periodo non sono riportabili;
► IRAP: valore della produzione pari al <<reddito minimo>> + retribuzioni dipendenti + compensi co.co.pro e
occasionali + interessi passivi – deduzioni IRAP spettanti;
► Credito IVA dell’anno: può essere usato solo in compensazione «interna». E’ escluso: 1) il rimborso; 2) la
compensazione «esterna/orizzontale»; 3) la cessione;
► Il credito si perde definitivamente se per tre periodi d’imposta la società è di comodo e si effettuano
operazioni ai fini IVA (volume d’affari) inferiori ai cd. «ricavi minimi».
► Se il soggetto «di comodo» si adegua al cd. «reddito minimo» non operano gli effetti ai fini IRES e IRAP
ma resta la limitazione ai fini dell’IVA. Telefisco 2014: tale regola vale anche per le «società in perdita
sistematica»
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Società in perdita sistematica
► Si considera «Società in perdita sistematica» la società che nel 2013:► ha conseguito perdite fiscali per 3 periodi d’imposta precedenti (2012,2011 e 2010);► ha conseguito perdite fiscali per 2 periodi d’imposta e, nell’altro, un reddito imponibile
inferiore al reddito minimo determinato per le «società di comodo».
NB: si prescinde dal test di operatività («media triennale ricavi effettivi» e «media triennale ricavipresunti»)
► Occorre fare attenzione alla verifica da effettuare:► Nell’anno della verifica (2013) è irrilevante se la società è in perdita fiscale o meno, valgono
le cause di esclusione dalla disciplina (le stesse previste per le società di comodo «nonoperative»);
► Se la società presenta una di dette cause di esclusione, la società NON è di comodo;► Se la società Non presenta una di dette cause di esclusione, la società è di comodo, salvo
che in un periodo d’imposta qualsiasi del periodo di «monitoraggio», il triennio precedente2010-2012, non sia presente una «causa di disapplicazione» prevista dal Il provvedimentodel direttore dell’Agenzia delle Entrate dell’11 giugno 2012 (dette cause di disapplicazionesono diverse da quelle previste per le società di comodo «non operative>>).
Page 21
Ultime interpretazioni dell’Agenzia delleEntrate
Risoluzione n. 68/E del 16 ottobre 2013
In caso di rateazione di una plusvalenza ai sensi dell’art. 86, c. 3, TUIR, nel reddito del periodo d’imposta si assumetutta la plusvalenza. Non serve presentare istanza di interpello. Coerentemente, però nei 4 successivi periodid’imposta, la quota della plusvalenza rateizzata non va considerata nel reddito di periodo.
Circolare n. 36/E del 19 dicembre 2013
Le società che operano nel settore del fotovoltaico:
1. possono chiedere la disapplicazione della normativa considerata l’applicazione di prezzi imposti dal GSE;
2. Calcolano il «test di operatività» e i «ricavi minimi» applicando rispettivamente i coefficienti del 6% e del4,75%, sia se gli impianti sono qualificabili come beni mobili che immobili.
Risoluzione n. 101/E del 20 dicembre 2013
Per le società che hanno optato per la rivalutazione dei beni prevista dal DL n. 185/2008, gli effetti fiscali sarannoriconosciuti dal periodo d’imposta 2013.
Per il periodo d’imposta 2013, nel «test di operatività», quindi per i dati del triennio, occorre assumere:
1. per il 2011 e 2012, il costo fiscalmente riconosciuto, al lordo degli ammortamenti, NON RIVALUTATO;
2. per il 2013, il costo fiscalmente riconosciuto, al lordo degli ammortamenti, RIVALUTATO;
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Interpello disapplicativo
► Entro il 2 luglio 2014, per una risposta in termine utile per UNICO.
► Entro il 18 marzo, per una risposta entro il termine di versamento delle imposte.
► Obbligo di presentare 2 istanze di interpello per chi è di comodo sia perché «non operativo» sia
perché in «perdita sistematica».
► Interpello con esito negativo:
► Impossibilità di impugnare la risposta di diniego (Circ. Ag. Entrate n.32/E del 2010 e Cass. sent. n. 5843/2012)
► Obbligo di impugnare la risposta di diniego (Cass. sent. n. 8663/2011, Cass. Ord. n. 20394/2012);
► Facoltà di impugnare la risposta di diniego (Cass. sent. n. 17010/2012), con possibilità di difesa in sede di
accertamento; il parere negativo non vincola l’AF, che può ripensarci in sede di accertamento (il ripensamento non
è ammesso in caso di parere favorevole).
► Mancata presentazione dell’interpello
► Ammessa (Circolare AdE n. 32/E del 2010);
► Sanzione formale (da Euro 258 a Euro 2.065) e sanzioni massime, perché l’omissione viene considerata come
attività di «disturbo» all’attività di accertamento;
► Possibilità di difesa in fase contenziosa/pre-contenziosa.
Page 23
Cristina Barbara ChiariEnrico Ceriana
Perdite su crediti, novità della Legge diStabilità e orientamenti AdE
Page 24
Il quadro di riferimento
Le modifiche apportate all’art. 101 c. 5 del TUIR ed i recenti chiarimentidell’Agenzia delle Entrate riguardano gli elementi certi e precisi al ricorreredei quali si può ritenere fiscalmente deducibile la perdita su crediti.
Le modifiche ed i chiarimenti sono avvenuti ad opera dei seguentiprovvedimenti:► Art. 33, comma 5, DL 83/2012► Circolare Agenzia delle Entrate n. 26/E 1° agosto 2013► art. 1, comma 160, L. 147/2013
Page 25
Le novità
In particolare:
► a decorrere dal periodo di imposta 2012 (e 2013) l’art. 101 c. 5 del TUIRprevede nuove fattispecie di deduzione automatica, per le quali glielementi certi e precisi sussistono e, conseguentemente, la perdita sucrediti è deducibile:► crediti di modesta entità scaduti da almeno 6 mesi► crediti prescritti► crediti cancellati dal bilancio
► nel 2013 l’Agenzia delle Entrate ha fornito chiarimenti sulle nuove ipotesidi deduzione automatica e sugli elementi certi e precisi che consentono ladeduzione in caso di:► procedure concorsuali► inesigibilità (fattispecie non automatiche)
Page 26
I crediti di modesta entità
NUOVO ART. 101 comma 5 TUIR
(…) le perdite su crediti sono deducibili se risultano da elementi certi e precisi e in ogni caso, per le perdite su
crediti, diverse da quelle deducibili ai sensi del comma 3 dell'articolo 106, (1) se il debitore è assoggettato a
procedure concorsuali o ha concluso un accordo di ristrutturazione dei debiti omologato ai sensi dell'articolo
182-bis del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267. Ai fini del presente comma, il debitore si considera
assoggettato a procedura concorsuale dalla data della sentenza dichiarativa del fallimento o del
provvedimento che ordina la liquidazione coatta amministrativa o del decreto di ammissione alla procedura di
concordato preventivo o del decreto di omologazione dell'accordo di ristrutturazione o del decreto che
dispone la procedura di amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi. Gli elementi certi e precisi
sussistono in ogni caso quando il credito sia di modesta entità e sia decorso un periodo di sei mesi dalla
scadenza di pagamento del credito stesso. Il credito si considera di modesta entità quando ammonta ad un
importo non superiore a 5.000 euro per le imprese di più rilevante dimensione di cui all'articolo 27, comma
10, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio
2009, n. 2, e non superiore a 2.500 euro per le altre imprese. Gli elementi certi e precisi sussistono inoltre
quando il diritto alla riscossione del credito è prescritto. Gli elementi certi e precisi sussistono inoltre in caso
di cancellazione dei crediti dal bilancio operata in applicazione dei princìpi contabili.
Page 27
I crediti di modesta entità – importo
Il credito si considera di modesta entità quando è di importo:► non superiore a 5.000 euro, per le grandi imprese► non superiore a 2.500 euro, per le altre imprese
L’importo da considerare per individuare la dimensione del credito è:► il valore nominale o di acquisto► inclusa l’IVA► al lordo di svalutazioni contabili o fiscali► al netto degli incassi► senza interessi di mora e oneri accessori
Page 28
I crediti di modesta entità – pluralità dicreditiNel caso di più crediti riferiti al medesimo soggetto, la verifica dell’entità(modesta) va operata con riferimento :
► al singolo credito scaduto da almeno 6 mesi, se essi riguardano rapportigiuridici autonomi
► al saldo complessivo dei crediti scaduti da almeno 6 mesi, se essiriguardano il medesimo rapporto contrattuale
Page 29
I crediti di modesta entità – competenza
La disciplina delle perdite su crediti di modesta entità va coordinata con ilprincipio di competenza fiscale di cui all’art. 109 c. 4 del TUIR.
Per i crediti di modesta entità la competenza fiscale è rispettata quando siverificano entrambi i seguenti requisiti:► il credito è scaduto da almeno 6 mesi► la perdita è imputata a conto economico
Page 30
I crediti di modesta entità – decorrenza
Ne consegue che:► se la perdita è contablizzata in un esercizio antecedente (n-1) a quello in
cui scadono i 6 mesi (n), la deduzione avviene nel periodo di scadenza (n);► se la perdita è contabilizzata in un esercizio successivo (n+1) a quello in
cui scadono i 6 mesi (n), la deduzione avviene nel periodo di iscrizionecontabile (n+1)
Detto criterio vale “a regime”, cioè per le perdite contabilizzate a partire dal2012; le perdite contabilizzate negli esercizi 2011 e antecedenti, riguardanticrediti di modesta entità scaduti da almeno 6 mesi, sono deducibili secondo icriteri del previgente art. 101 c. 5 TUIR (cfr. Circolare n. 26/E/2013).1
Page 31
I crediti di modesta entità – fondo pregresso
La disciplina delle perdite su crediti di modesta entità va coordinata con ilprincipio del prioritario utilizzo del fondo dedotto (art. 106 c. 2 del TUIR),secondo il quale le perdite su crediti aventi i requisiti di cui all’art. 101 c. 5 delTUIR, sono deducibili limitatamente alla parte che eccede le svalutazioni giàdedotte.
Page 32
I crediti di modesta entità – altre precisazioni
L’Agenzia delle Entrate, nella Circolare n. 26/E/2013 ha precisato che:
► il principio di previa imputazione al Conto Economico di cui all’art.109 c. 4 del TUIR è rispettato anche nel caso in cui siacontabilizzata una svalutazione (integrale o parziale del credito) ela stessa non sia stata dedotta fiscalmente per non sopravvenutascadenza dei 6 mesi► la perdita verrà dedotta nel periodo di imposta in cui matura il requisito
temporale (6 mesi), attraverso una variazione in diminuzione
► se non è possibile distinguere la parte di svalutazione riferita aicrediti di modesta entità, la successiva perdita va interamenteimputata alle “svalutazioni operate”.
► Riflessioni
Page 33
I crediti prescritti
NUOVO ART. 101 comma 5 TUIR
(…) le perdite su crediti sono deducibili se risultano da elementi certi e precisi e in ogni caso, per le perdite su
crediti, diverse da quelle deducibili ai sensi del comma 3 dell'articolo 106, (1) se il debitore è assoggettato a
procedure concorsuali o ha concluso un accordo di ristrutturazione dei debiti omologato ai sensi dell'articolo 182-
bis del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267. Ai fini del presente comma, il debitore si considera assoggettato a
procedura concorsuale dalla data della sentenza dichiarativa del fallimento o del provvedimento che ordina la
liquidazione coatta amministrativa o del decreto di ammissione alla procedura di concordato preventivo o del
decreto di omologazione dell'accordo di ristrutturazione o del decreto che dispone la procedura di
amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi. Gli elementi certi e precisi sussistono in ogni caso
quando il credito sia di modesta entità e sia decorso un periodo di sei mesi dalla scadenza di pagamento del
credito stesso. Il credito si considera di modesta entità quando ammonta ad un importo non superiore a 5.000
euro per le imprese di più rilevante dimensione di cui all'articolo 27, comma 10, del decreto-legge 29 novembre
2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, e non superiore a 2.500 euro per
le altre imprese. Gli elementi certi e precisi sussistono inoltre quando il diritto alla riscossione del credito è
prescritto. Gli elementi certi e precisi sussistono inoltre in caso di cancellazione dei crediti dal bilancio operata in
applicazione dei princìpi contabili.
Page 34
I crediti prescritti
La perdita di qualsiasi diritto sul credito, che si configura con la prescrizionedel diritto di esecuzione del credito stesso, ha come effetto quello dicristallizzare la perdita e di renderla definitiva in modo automatico, aprescindere dall’importo.
La prescrizione del credito costituiva già in passato un elemento certo epreciso dal quale poteva conseguire una perdita.
Peraltro, indipendentemente dal periodo di imposta in cui si prescrive ilcredito (anche ante 2012) l’Amministrazione ha il potere di contestare lamancanza di inerenza (inattività del creditore per volontà liberale).
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I crediti cancellati dal bilancio
(…) le perdite su crediti sono deducibili se risultano da elementi certi e precisi e in ogni caso, per le perdite su
crediti, diverse da quelle deducibili ai sensi del comma 3 dell'articolo 106, (1) se il debitore è assoggettato a
procedure concorsuali o ha concluso un accordo di ristrutturazione dei debiti omologato ai sensi dell'articolo 182-
bis del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267. Ai fini del presente comma, il debitore si considera assoggettato a
procedura concorsuale dalla data della sentenza dichiarativa del fallimento o del provvedimento che ordina la
liquidazione coatta amministrativa o del decreto di ammissione alla procedura di concordato preventivo o del
decreto di omologazione dell'accordo di ristrutturazione o del decreto che dispone la procedura di
amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi. Gli elementi certi e precisi sussistono in ogni caso
quando il credito sia di modesta entità e sia decorso un periodo di sei mesi dalla scadenza di pagamento del
credito stesso. Il credito si considera di modesta entità quando ammonta ad un importo non superiore a 5.000
euro per le imprese di più rilevante dimensione di cui all'articolo 27, comma 10, del decreto-legge 29 novembre
2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, e non superiore a 2.500 euro per
le altre imprese. Gli elementi certi e precisi sussistono inoltre quando il diritto alla riscossione del credito è
prescritto. Gli elementi certi e precisi sussistono inoltre in caso di cancellazione dei crediti dal bilancio operata
in applicazione dei princìpi contabili.
NUOVO ART. 101 comma 5 TUIR
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I crediti cancellati dal bilancio
A decorrere dal 2013 le perdite su crediti derivanti da stralci contabilieffettuati in virtù dei principi contabili diventano deducibili, senza piùdistinzione tra Principi contabili nazionali e IFRS (parità di trattamento).
► Cancellazione IAS 39:► Scadenza dei diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dal credito;► Trasferimento dei rischi e benefici derivanti dalla proprietà del credito,
realizzato con:► il trasferimento dei diritti contrattuali sui flussi finanziari, oppure► il mantenimento dei diritti contrattuali sui flussi finanziari, ma l’assunzione di
un’obbligazione contrattuale a pagare i flussi finanziari stessi a uno o più beneficiari
► Cancellazione OIC 15:► Cessione pro-soluto, Transazione, Rinuncia, Prescrizione
► Per la cessione pro-soluto, la Circ. n. 26/2013 aveva già ammesso la deducibilità senza dover provaregli elementi certi e precisi quando la cessione era stata effettuata a intermediari finanziari nonintercompany (superata?)
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I crediti cancellati dal bilancio
Permane in ogni caso il potere dell’Amministrazione finanziaria di sindacare ladeducibilità delle perdite nelle ipotesi di operazioni elusive o antieconomicheche dissimulino atti di liberalità (cfr. Relazione Legge di Stabilità e Circ.26/2013)
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Procedure concorsuali
La Circolare 26/E/2013 ha chiarito le circostanze che consentono di dedurreuna perdita relativa ad un debitore assoggettato a procedura concorsuale (ead accordo di ristrutturazione dei debiti):
► la data della sentenza/decreto è il momento iniziale della deduzione► l’importo deducibile è quello imputato a conto economico► la congruità dell’importo deve essere dimostrata da documenti redatti o
omologati da un organo della procedura
► Riflessioni
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Crediti inesigibili
La Circolare 26/E/2013 ha fornito alcune linee guida per valutare, al di fuoridelle fattispecie automatiche, le circostanze al ricorrere delle quali sonorispettati i requisiti di certezza e precisione per la deducibilità delle perdite sucrediti inesigibili (art. 101 c. 5, primo periodo), distinguendo:
► Perdite da processo valutativo: occorre un procedimento di stima dal qualesi riscontra una situazione di oggettiva insolvenza non temporanea:► Esempio: documenti che attestano l’esito negativo di azioni esecutive (pignoramento
negativo); lettere dei legali o di agenzie di recupero credito che attestano l’insuccesso delrecupero e la definitiva inesigibilità a causa della illiquidità finanziaria
► Perdite da atto realizzativo► Esempio: cessione del credito pro soluto, transazione, atto di rinuncia del credito
► Giurisprudenza: cenni
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Correzione degli errori contabili
Marta Pensotti BruniElena Lo Cascio
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Rilevazione dei proventi e oneri dicompetenzaCon la Circolare 31/E del 24 Settembre 2013 l’Amministrazione Finanziaria:
► affronta il tema delle conseguenze fiscali della correzione di erroricontabili e individua le modalità operative per la corretta tassazione deglioneri e dei proventi relativi all’errore contabile;
► segue l’orientamento consolidato della Corte di Cassazione in tema dicompetenza e di diritto del contribuente al rimborso della maggior impostaindebitamente versata. Nello specifico l’amministrazione finanziaria ha,ancora una volta, ribadito:
► l’inderogabilità del principio di competenza di cui all’art. 109 TUIR;
► il diritto in capo al contribuente di recuperare la maggiore impostaindebitamente corrisposta al fine di garantire il divieto di doppiaimposizione previsto dall’art. 163 Tuir e dall’art. 67 DPR 600/1973.
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Rilevazione dei proventi e oneri dicompetenza► L’art. 2423-bis C.C. stabilisce che, nella redazione del bilancio, si deve
tener conto dei proventi e degli oneri di competenza dell’esercizioindipendentemente dalla data dell’incasso o del pagamento. Il medesimoconcetto risulta rinvenibile nel framework dei principi contabiliinternazionali.
► Ai fini fiscali, il principio di competenza risulta, in linea di principio,inderogabile, in quanto risponde all’esigenza di non lasciare il contribuentearbitro dell’imputazione, in un periodo di imposta o in un altro, deglielementi reddituali positivi e negativi.
► L’Agenzia delle Entrate riprende la definizione di errore contabilecontenuta nel principio contabile OIC 29, per i contribuenti che adottano iprincipi contabili nazionali, e nello IAS 8, per i contribuenti che adottano iprincipi contabili internazionali.
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Definizione di errore contabile – OIC 29
Secondo il principio contabile OIC 29 costituiscono errori contabili:
► l’impropria o mancata applicazione di un principio contabile (se leinformazioni e i dati necessari per la sua corretta applicazione sonodisponibili);
► errori matematici;► erronee interpretazioni di fatti;► negligenza nel raccogliere tutte le informazioni e i dati disponibili per un
corretto trattamento contabile.
Non costituiscono errori contabili:► le variazioni successivamente dimostratesi necessarie nelle valutazioni e
nelle stime, fatte a suo tempo in base alle informazioni e ai dati disponibili;► Variazione di criteri contabili nel caso in cui siano intervenute nuove
informazioni rispetto a quelle disponibili quando la scelta di un criteriocontabile è stata adottata.
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Qualificazione degli errori contabili – IAS 8
Ai sensi dello IAS 8 gli errori contabili possono essere commessi nella rilevazione,valutazione, presentazione o informativa di elementi del bilancio.
Lo IAS 8 considera errori le omissioni o le errate misurazioni di voci nel bilanciodell’impresa per uno o più esercizi precedenti derivanti dal non utilizzo o dall’utilizzoerroneo di informazioni attendibili che:► essendo disponibili quando i bilanci furono approvati;► si poteva ragionevolmente supporre che essendo disponibili fossero state ottenute
e utilizzate nella redazione e presentazione di quei bilanci.Tali errori includono possono derivare da errori matematici, errori nell’applicazione deiprincipi contabili, sviste o interpretazioni distorte di fatti, e frodi.
Non costituiscono errori contabili:► ‘I cambiamenti nelle stime contabili, che, per loro natura, sono approssimazioni che
necessitano di una modifica se si viene a conoscenza di informazioni aggiuntive.L’utile (o la perdita) rilevato a seguito di una risoluzione di un evento incerto nonrappresenta una correzione di un errore’.
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Modalità di correzione degli errori contabili
L’errore viene corretto mediante imputazione di un componente patrimoniale direttifica con contropartita nella voce del conto economico E20 o E21 “proventi edoneri straordinari – componenti di reddito relativi ad esercizi precedenti”.
Un errore commesso in esercizi precedenti deve trovare tempestiva correzionenell’esercizio in cui esso viene individuato.
L’errore viene corretto:► retroattivamente nel primo bilancio depositato dopo la sua rilevazione con
imputazione della rettifica nello Stato Patrimoniale, oppure,► in via residuale (nel caso in cui non sia possibile determinare gli effetti dell’errore),
prospetticamente, mediante rilevazione della correzione nel Conto Economico.La correzione dell’errore deve avvenire retroattivamente nel primo bilancio pubblicatodopo la sua scoperta.
OIC 29
IAS 8
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Errore contabile vs errore fiscale
► Correzione di un errore contabile che comporta una violazione del principio dicompetenza fiscale
Es. sopravvenienza passiva per mancato stanziamento di fatture da ricevere
► Correzione di un errore contabile che non comporta la violazione del principio dicompetenza fiscale
Es. accordo di transazione con un dipendente concluso a febbraio dell’anno X mariferito a situazioni già esistenti a gennaio dell’esercizio X-1. L’accantonamento non erastato dedotto nell’esercizio precedente per mancanza del requisito della correttadeterminazione e quindi la correzione non comporta l’emersione di un costo inviolazione del principio della competenza fiscale.
► Errore di competenza fiscale
Es. compensi amministratori dedotti per competenza e non per cassa
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Nella circolare 31/E l’agenzia delle entrate precisa:
► che la possibilità per il contribuente di correggere gli errori commessi in sede didichiarazione deve intendersi limitata ai soli periodi d’imposta ancora suscettibili diattività accertativa al momento di scadenza dei termini di presentazione delladichiarazione originaria (entro il quarto anno successivo a quello di presentazione delladichiarazione).
► che la modalità di correzione degli errori contabili commessi in sede di redazione delbilancio avviene mediante presentazione di dichiarazione integrativa ai sensi:
► del comma 8-bis dell’art. 2 DPR 332/98 nel caso in cui la dichiarazione sia ancoraemendabile (integrativa a favore) (entro la data di presentazione della dichiarazionerelativa all’esercizio successivo);
► ai comma 8 dell’art. 2 DPR 332/98 nei termini per l’accertamento (integrativa asfavore) (entro il quarto anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione).
► L’amministrazione finanziaria evidenzia che la riliquidazione produce effetti non solo sullabase imponibile e sull’imposta ma anche su tutte le componenti che da questi elementidipendono come ad esempio il credito per le imposte pagate all’estero.
Modalità di riconoscimento dell’errore
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Modalità di riconoscimento dell’errore
Annualità non più emendabile
Nel caso di annualità non più emendabile mediante dichiarazione integrativa afavore, al contribuente è riconosciuta la possibilità di dare evidenza all’elemento dicosto non dedotto mediante la presentazione di una dichiarazione integrativa:
► Ricostruendo tutte le annualità d’imposta interessate dall’errore risalendo finoall’ultima annualità dichiarata;
► Riliquidando autonomamente la dichiarazione relativa all’anno dell’omessaimputazione e le dichiarazioni successive fino alla dichiarazione emendabile;
► Presentando dichiarazione integrativa rilevando l’effetto delle correzionieffettuate.
Annualità ancora emendabile
Nel caso di annualità ancora emendabile ai sensi dell’art. 2, comma 8-bis, del DPRn. 322/1998, il contribuente presenta dichiarazione integrativa per correggerel’imponibile relativo all’anno precedente in cui è stata omessa l’imputazione delcomponente negativo.
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Esempi: modalità di riconoscimento di un componentenegativo emerso a seguito della correzione di errori
Caso A): L’annualità oggetto di errore e le successive evidenziano un risultato positivo
► Nell’anno X, il contribuente rileva l’omessa imputazione di un costo di competenzadell’anno X-3 per un ammontare pari a 50. Sia il periodo d’imposta X-3 che i successivihanno evidenziato un risultato complessivo netto positivo;
Anno d'impostaX-3 X-2 X-1 X
Reddito/(perdita) 180 230 200 150Perdite scomputabili - - - -Reddito imponibile/(perdita) 180 230 200 150Anno di rilevazione della correzione dell'errore XPeriodo d'imposta di corretta competenza del componente (50)Reddito imponibile/(perdita) rideterminato 130Periodo d'imposta di recupero del componente X
Modalità di recuperoDichiarazione
integrativa di sintesi deidifferenziali
► Ferma restando la ripresa a tassazione del componente rilevato nel periodo d’imposta X, ilcontribuente può imputare il componente negativo nell’anno X-3 riliquidando, in viaautonoma, la dichiarazione dell’anno X-3.
► L’eccedenza di imposta versata nell’anno X-3, così come risultante dalla riliquidazione ditutte le dichiarazioni intermedie, dovrà essere indicata nella dichiarazione integrativa afavore relativa all’anno X-1.
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Esempi: modalità di riconoscimento di un componentenegativo emerso a seguito della correzione di errori
Caso B): L’annualità oggetto di errore e le successive evidenziano una perdita fiscale
► Nell’anno X, il contribuente rileva l’omessa imputazione di un costo di competenzadell’anno X-3 per un ammontare pari a 50. Sia il periodo d’imposta X-3 che i successivi X-2 e X-1 hanno evidenziato una perdita fiscale;
► il contribuente può imputare il componente negativo nell’anno X-3 riliquidando, in viaautonoma, la dichiarazione dell’anno X-3, la cui perdita fiscale rideterminata passa da(180) a (230), con la conseguente necessità di ricalcolare le perdite riportabili deisuccessivi periodi d’imposta fino a quello emendabile (X-1);
► Il nuovo ammontare delle perdite riportabili dovrà essere indicato nella dichiarazioneintegrativa relativa all’anno X-1.
Anno d'impostaX-3 X-2 X-1 X
Reddito/(perdita) (180) (50) (30) 150Perdite scomputabili - (180) (230) (310)Reddito imponibile/(perdita) (180) (230) (260) 30Anno di rilevazione della correzione dell'errore XPeriodo d'imposta di corretta competenza del componente (50)Reddito imponibile/(perdita) rideterminato (230) (280) (310)Periodo d'imposta di recupero del componente X
Modalità di recupero Dichiarazione integrativadi sintesi dei differenziali
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Esempi: modalità di riconoscimento di un componentenegativo emerso a seguito della correzione di errori
Caso C): L’annualità oggetto di errore e le successive evidenziano risultati positivi in alcuniperiodi e perdite fiscali in altri.
► Nell’anno X, il contribuente rileva l’omessa imputazione di un costo di competenzadell’anno X-3, che si è chiuso con una perdita fiscale di (180) che può essere rettificataincludendo il componente negativo non imputato per errore;
► il contribuente può imputare il componente negativo nell’anno X-3 riliquidando, in viaautonoma, la relativa dichiarazione, la cui perdita fiscale rideterminata passa da (180) a(230), con la conseguente necessità di ricalcolare le perdite riportabili dei successiviperiodi d’imposta fino a quello emendabile (X-1);
► L’eccedenza di imposta versata nell’anno X-2, così come risultante dalla riliquidazionedelle dichiarazioni intermedie, dovrà essere indicata nella dichiarazione integrativa afavore relativa all’anno X-1.
Anno d'impostaX-3 X-2 X-1 X
Reddito/(perdita) (180) 410 300 150Perdite scomputabili - (180) -Reddito imponibile/(perdita) (180) 230 300 150Anno di rilevazione della correzione dell'errore XPeriodo d'imposta di corretta competenza del componente (50)Reddito imponibile/(perdita) rideterminato (230) 180Periodo d'imposta di recupero del componente X
Modalità di recupero Dichiarazione integrativadi sintesi dei differenziali
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Esempi: modalità di riconoscimento di un componentepositivo emerso a seguito della correzione di errori
In caso di errori che consistono nell’omessa imputazione di elementi positivi,il contribuente:
► presenta una dichiarazione integrativa ai sensi dell’art. 2, comma 8, delDPR n.322/1998 (entro i termini per l’accertamento);
► procede alla sterilizzazione del componente positivo rilevato in bilancio
Nella fattispecie in esame è applicabile la sanzione per dichiarazione infedeledi cui all’art. 1 del D.Lgs. N. 471. In caso di presentazione di dichiarazioneintegrativa entro i termini previsti dall’art. 13 del D.Lgs. n. 472/1997, ilcontribuente può avvalersi della riduzione delle sanzioni.
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Esempi: modalità di riconoscimento di un componentepositivo emerso a seguito della correzione di errori
Caso A): L’annualità oggetto di errore e le successive evidenziano un risultato positivo
► Nell’anno X, il contribuente rileva l’omessa imputazione di un ricavo di competenzadell’anno X-3 per un ammontare pari a 50. Sia il periodo d’imposta X-3 che i successivihanno evidenziato un risultato complessivo netto positivo;
Anno d'impostaX-3 X-2 X-1 X
Reddito/(perdita) 180 230 200 150Perdite scomputabili - - - -Reddito imponibile/(perdita) 180 230 200 150Anno di rilevazione della correzione dell'errore XPeriodo d'imposta di corretta competenza del componente +50Reddito imponibile/(perdita) rideterminato 230Periodo d'imposta di recupero del componente X
Modalità di recupero Dichiarazioneintegrativa a sfavore
► il contribuente deve imputare il componente positivo nell’anno X-3 presentando appositadichiarazione integrativa a sfavore e provvedendo al versamento della maggiore impostadovuta per l’annualità X-3.
► Successivamente, potrà sterilizzare il componente positivo rilevato in bilancio nel periodoX.
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Esempi: modalità di riconoscimento di un componentepositivo emerso a seguito della correzione di errori
Qualora la correzione del componente positivo produca effetti anche nelle dichiarazionisuccessive a quella corretta, è necessario presentare tante dichiarazioni integrative a sfavorequante sono le annualità precedenti a quella ancora aperta.
Caso B): L’annualità oggetto di errore e le successive evidenziano una perdita fiscale► Nell’anno X, il contribuente rileva l’omessa imputazione di un ricavo di 50 nell’anno X-3.
Sia il periodo d’imposta X-3 che i successivi hanno evidenziato una perdita fiscale;
► il contribuente deve imputare il componente positivo nell’anno X-3 riliquidando ladichiarazione dell’anno X-3 e quelle successive e presentando le relative dichiarazioniintegrative a sfavore per dare evidenza delle minori perdite fiscali riportabili;
► Successivamente, potrà sterilizzare il componente positivo rilevato in bilancio nel periodoX.
Anno d'impostaX-3 X-2 X-1 X
Reddito/(perdita) (180) (50) (30) 150Perdite scomputabili - (180) (230) (210)Reddito imponibile/(perdita) (180) (230) (260) 30Anno di rilevazione della correzione dell'errore XPeriodo d'imposta di corretta competenza del componente +50Reddito imponibile/(perdita) rideterminato (130) (180) (210)Periodo d'imposta di recupero del componente X X X
Modalità di recupero Dichiarazioneintegrativa a sfavore
Dichiarazioneintegrativa a sfavore
Dichiarazione integrativaa sfavore
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Esempi: modalità di riconoscimento di un componentepositivo emerso a seguito della correzione di errori
Caso C): L’annualità oggetto di errore e le successive evidenziano risultati positivi in alcuniperiodi e perdite fiscali in altri.
► Nell’anno X, il contribuente rileva l’omessa imputazione di un ricavo di 50 dell’anno X-3,che si è chiuso con una perdita fiscale di (180) che deve essere rettificata includendo ilcomponente positivo non imputato per errore;
► il contribuente deve imputare il componente positivo nell’anno X-3 riliquidando ladichiarazione dell’anno X-3 e quella dell’anno X-2;
► Successivamente, potrà sterilizzare il componente positivo rilevato in bilancio nel periodoX.
Anno d'impostaX-3 X-2 X-1 X
Reddito/(perdita) (180) 410 300 150Perdite scomputabili - (180) -Reddito imponibile/(perdita) (180) 230 300 150Anno di rilevazione della correzione dell'errore XPeriodo d'imposta di corretta competenza del componente +50Reddito imponibile/(perdita) rideterminato (130) 280Periodo d'imposta di recupero del componente X X
Modalità di recupero Dichiarazioneintegrativa a sfavore
Dichiarazioneintegrativa a sfavore
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Correzione di componenti positivi e negativi
La circolare 31/E descive le modalità di correzione di errori relativi a componenti positivi enegativi relativi allo stesso periodo d’imposta o a periodi di imposta diversi.
Esempio relativo a componenti positivi e negativi relativi ad anni diversi:
► Nell’anno X il contribuente rileva l’omessa imputazione di un costo di 50 di competenzadell’anno X-3, e di 75 di un componente positivo di competenza dell’anno X-2.
Anno d'impostaX-3 X-2 X-1 X
Reddito/(perdita) (180) 420 300 150Perdite scomputabili - (180) -Reddito imponibile/(perdita) (180) 240 300 150Anno di rilevazione della correzione dell'errore XPeriodo d'imposta di corretta competenza del componente (50) 75Reddito imponibile/(perdita) rideterminato (230) 265Periodo d'imposta di recupero del componente X
Modalità di recupero Dichiarazioneintegrativa
► Nell’anno X-3 sarà imputato il componente negativo, riliquidando la dichiarazione a favorein via autonoma.
► Nell’anno X-2 sarà rilevato il componente positivo e sarà presentata di una dichiarazioneintegrativa a sfavore in cui saranno esposti anche gli esiti della riliquidazione delladichiarazione relativa all’anno precedente.
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Effetti della presentazione delle dichiarazioniintegrativeNel caso in cui dalla dichiarazione integrativa emerga una maggiore imposta o un minorcredito è dovuta la sanzione per dichiarazione infedele di cui all’art. 1 del D.Lgs. N. 471.
Qualora la dichiarazione integrativa venga presentata entro i termini previsti dall’art. 13del D.Lgs. n. 472/1997, il contribuente può avvalersi della riduzione delle sanzioni.
Nel caso in cui dalla dichiarazione integrativa emerga un credito o un maggior creditoquesto potrà essere utilizzato in compensazione.
La verifica della dichiarazione integrativa presentata verrà eseguita in sede di controlloai sensi dell’articolo 36-bis DPR n. 600/1973. Da tale controllo emergerà un importonon coerente con la dichiarazione del periodo d’imposta precedente. Sarà, quindi,inviata al contribuente una comunicazione di irregolarità. Il contribuente dovrà esibirealla struttura preposta al controllo la documentazione idonea a giustificare le modalitàdi rideterminazione delle risultanze emerse nella dichiarazione integrativa.
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Termini di accertamento nel caso di presentazione didichiarazione integrativa per la correzione di errori
La circolare chiarisce che ‘l’attività accertativa degli uffici si esplica nei termini didecadenza di cui al citato articolo 43 del D.P.R. n. 600 del 1973, calcolati a partiredall’anno di presentazione della dichiarazione integrativa, in relazione e nei limiti deglielementi “rigenerati” in tale dichiarazione’.
L’amministrazione finanziaria precisa che il termine di decadenza dell’accertamentodella dichiarazione integrativa a favore di Unico 2012, presentata per fa valerel’esistenza di elementi di costo non dedotti nel 2008, è il 31 dicembre 2017.
Tale termine è riferito ai nuovi elementi “rigenerati”, riferibili al periodo d’imposta2008 ed ai successivi.
Tale allungamento dei termini di accertamento della dichiarazione integrativapresentata per la correzione degli errori non è il linea con il dettato normativodell’articolo 43 del D.P.R. n. 600 del 1973 né con la giurisprudenza di merito erappresenta una inversione di rotta rispetto al passato. In particolare, con la Circolaren. 98 del 2000, l’amministrazione finanziaria aveva affermato che la dichiarazioneintegrativa presentata dal contribuente non modificava gli ordinari termini diaccertamento.
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Ulteriore ambito di applicazione
Amministrazione Finanziaria ha chiarito che il meccanismo diintegrazione delle dichiarazioni, delineato dalla circ. n. 31, può essereutilizzato anche nel caso in cui l’atto di accertamento recante lacontestazione sulla competenza sia definitivo anche per adesione.
La Circolare 6/E del 2002 conferma la possibilità di presentaredichiarazione integrativa ai sensi dei commi 8 e 8-bis dell’art. 2 DPR322/1998 anche nel caso in cui siano iniziati accessi ispezioni everifiche da parte dell’Amministrazione Finanziaria. Sembrerebbequindi possibile procedere alla correzione degli errori contabili, secondola procedura prevista dalla circolare 31/E anche nel caso in cui sianoiniziati accessi ispezioni e verifiche da parte dell’AmministrazioneFinanziaria.
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Effetti sulla determinazione dell’IRAP
Le modalità di determinazione della baseimponibile IRAP prevedono che “icomponenti positivi e negativi del valoredella produzione sono accertati secondo icriteri di corretta qualificazione,imputazione temporale e classificazioneprevisti dai principi contabili adottatidall’impresa.
Il principio di competenza impone di darerilievo ai fini fiscali esclusivamente allecorrette imputazioni temporali senzaconsentire l’applicazione di deroghe alprincipio di competenza stesso comeavviene in bilancio nell’ipotesi dicontabilizzazione di errori contabili.
Secondo quanto affermatodall’Amministrazione Finanziaria nella
Circolare n. 27/E del 2009, le componentireddituali positive restano imponibili conriferimento all’esercizio di competenza e,di conseguenza, il loro mancato concorsoalla formazione della base imponibile, aseguito di rettifiche operate dall’Ufficio,resta sanzionabile con riferimento alperiodo d’imposta in cui il componente direddito sarebbe dovuto esserecorrettamente contabilizzato.
Nel caso in cui, diversamente, ilcontribuente proceda autonomamentealla correzione di errori contabili, trovanoapplicazione i chiarimenti forniti nellaCircolare 31/E (nel limite in cui talicorrezioni incidano sulla determinazionedel valore della produzione ai fini IRAP).
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Trasformazione DTA, novità equestioni aperte
Alessandra Cinicola
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Ambito Applicativo
► L’art. 2, commi 55-58 del D.L. n. 225/2010, ha introdotto alcune ipotesi ditrasformazione delle DTA iscritte in bilancio in credito d’imposta:► in presenza di perdita civilistica;► in presenza di perdita fiscale;► in caso di liquidazione volontaria o assoggettamento a procedure
concorsuali o di gestione delle crisi.
Al ricorrere delle fattispecie di cui sopra, le attività per imposte anticipateiscritte in bilancio («DTA») possono dare luogo a crediti di imposta IRES sederivanti da:
► Svalutazione di crediti operata da enti creditizi e finanziari ex articolo 106,comma 3 del TUIR
► Avviamento e altre immobilizzazioni immateriali deducibili in più periodi diimposta
► Perdite fiscali per la quota generata da una delle due fattispecie citate sopra
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Soggetti destinatari della normativa
La normativa si applica ai soggetti IRES ed inparticolare:
Facoltativo in capo agli altri soggettiIRES quali:► Società di capitali, società
cooperative e di mutua assicurazioniresidenti in Italia;
► Enti commerciali residenti in Italia;► Stabili organizzazioni di soggetti
esteri.► Dubbio applicativo in capo agli enti
non commerciali
Con carattereobbligatorio per enticreditizi e finanziari edimprese di assicurazione(soggetti alla vigilanzadella Banca D’Italia).
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Definizione del credito di imposta in presenzadi perdita civilistica
► La trasformazione opera per un importo pari al prodotto, daeffettuarsi sulla base dei dati del medesimo bilancio approvato, trala perdita civilistica d’esercizio, e il rapporto fra le attività perimposte anticipate e la somma del capitale sociale e delle riserve:
► PERDITA DELL’ESERCIZIO x ATTIVITA’ PER IMPOSTE ANTICIPATECAPITALE SOCIALE E RISERVE
ovvero
► ATTIVITA’ PER IMPOSTE ANTICIPATE x PERDITA DELL’ESERCIZIOCAPITALE SOCIALE E RISERVE
► La conversione opera dalla data di approvazione del bilancio diesercizio.
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Esempio di calcolo in presenza di perditacivilistica
► Rapporto tra PERDITA DELL’ESERCIZIO = 30%CAPITALE SOCIALE E RISERVE
► DTA trasformate in credito di imposta per 9,075 (i.e. 30% x 30,25).
► Di conseguenza saranno annullate variazioni in diminuzione conscadenza più prossima per un ammontare pari alle DTA trasformate.
DTA ISCRITTE IN BILANCIODTA svalutazione crediti 27,50DTA avviamento 2,75Totale DTA trasformabili 30,25
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Definizione del credito di imposta in presenzadi perdita fiscale
► Nel caso in cui si manifesti un perdita fiscale, la quota delle attività perimposte anticipate iscritte in bilancio relativa alle perdite fiscali ederivante dalle variazioni in diminuzione relative a svalutazioni di creditio ad ammortamenti/svalutazioni dell’avviamento e di altre attivitàimmateriali (i.e. reversal di DTA precedentemente iscritte), ètrasformata per intero in credito d’imposta.
► Es. 1: Se PERDITA FISCALE < o = VARIAZIONI IN DIMINUZIONE,trasformazione integrale delle DTA sulla perdita fiscale;
► Es. 2: Se PERDITA FISCALE > VARIAZIONI IN DIMINUZIONE,trasformazione delle DTA relative al valore della perdita fiscalecorrispondente all’importo complessivo di tali variazioni in diminuzione.
► La conversione opera dalla data di presentazione della dichiarazione deiredditi in cui viene rilevata la perdita.
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Esempio di calcolo in presenza di perditafiscale
Variazioni indiminuzione
Perditafiscale
DTAIRES
Credito diimpostaspettante
Variazione indiminuzionemaggiore dellaperdita fiscale
130 100 27,5 27,5
Variazione indiminuzione pari allaperdita fiscale
100 100 27,5 27,5
Variazione indiminuzioneinferiore alla perditafiscale
80 100 27,5 22 (i.e. 80% x27,5)
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Utilizzo del credito di imposta
Il credito di imposta può essere utilizzato:
► In compensazione senza limiti di ammontare;► Ceduto infragruppo al valore nominale ai sensi dell’articolo
43-ter del D.P.R. n. 602/1972; nel caso di societàassoggettate a liquidazione coatta amministrativa o afallimento ammessa anche la cessione a terzi; il terzoacquirente potrà utilizzare il credito di imposta nei limitiordinariamente previsti
► Chiesto a rimborso per la parte residua dopo avere effettuatola compensazione.
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Novità introdotta dalla Legge di Stabilità
► Trasformazione DTA in crediti di imposta anche ai fini IRAP
► Qualora dalla dichiarazione ai fini IRAP emerga un valore della produzionenetta negativo, la quota di DTA che si riferisce ai componenti negativi relativia svalutazioni di crediti o ad ammortamenti/svalutazioni dell’avviamento e dialtre attività immateriali che hanno concorso alla formazione del valore dellaproduzione netta negativo, è trasformata per intero in crediti d’imposta.
► La trasformazione decorre dalla data di presentazione della dichiarazione aifini IRAP in cui viene rilevato il valore della produzione negativo.
► Le nuove disposizioni si applicano dal periodo di imposta in corso al 31dicembre 2013.
► Legittimazione della conversione in crediti già avvenute delle DTA relativiall’IRAP iscritte in periodi di imposta pregressi?
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Riflessioni
► Possibilità di correggere ex post l’omessa trasformazione delle DTAin credito di imposta in presenza di perdite fiscali: l’Agenzia Entrateha infatti chiarito che in caso di mancata trasformazione delle DTA ilrelativo reversal come variazione in diminuzione non comporteràalcuna sanzione
► Mancato riconoscimento del credito di imposta in caso di iscrizionein bilancio di DTA al netto di DTL
► DTA a fronte di avviamento in caso di affrancamento fiscale dellostesso: nessun credito di imposta è riconosciuto in caso di mancatacontabilizzazione delle imposte anticipate ovvero della solaiscrizione patrimoniale di imposte anticipate e imposta sostitutiva.Dubbia applicabilità in caso di iscrizione delle imposte anticipatenell’esercizio in cui è avvenuta l’operazione in base ad appositadelibera dell’organo amministrativo di procedere conl’affrancamento.
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Riflessioni
► Rilevanza delle DTA iscritte ai fini della Robin Hood Tax
► Applicazione della normativa alle stabili organizzazioni di soggettinon residenti: definizione di fondo di dotazione rilevante (i.e. fondodi dotazione figurativo).
► Consolidato fiscale e Trasparenza fiscale: facoltà delle societàconsolidate di trasferire o meno la perdita fiscale alla societàconsolidante/controllante ovvero di iscrivere il relativo credito diimposta con conseguente annullamento della perdita fiscale.
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Alessandra Cinicola
Visto di conformità sui crediti IRES edIRAP
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Ambito di applicazione
Visto di conformità obbligatorio incaso di compensazione di crediti diimposta superiori ad Euro 15.000.
La disposizione si applica ai crediti diimposta relativi a:► Imposte sui redditi, IRPEF ed IRES► IRAP► Addizionali ed imposte sostitutive
dell’IRPEF e dell’IRES► Relative ritenute alla fonte
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Soggetti autorizzati al rilascio del visto diconformità
L’apposizione del visto di conformità dovrà essererichiesta ai seguenti soggetti:
limitatamente allesocietà di capitalisoggette al controllocontabile ex articolo2409-bis del codicecivile, il visto diconformità può essereappostodal soggetto chesottoscrive la relazionedi revisione.
► dottoricommercialisti edesperti contabili;
► ragionieri, periticommerciali econsulenti del lavoro;
► CAF – Centri diAssistenza Fiscale;
► periti ed espertiiscritti in appositiruoli della CCIAA
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Tipologia di controllo
Il rilascio del visto di conformità è subordinato aiseguenti controlli:
Controllo dellacorrispondenza
dei dati risultantidalle
dichiarazione deiredditi con le
scritture contabili
Controllo dellaregolare tenutadelle scritture
contabiliobbligatorie ai finidelle imposte sui
redditi e delleimposte sul valore
aggiunto
Controllo dellacorrispondenzadei dati espostinelle scritturecontabili con la
relativadocumentazione
sottostante
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Decorrenza della normativa
Le limitazioni alla compensazione entrano in vigore a decorrere dalperiodo di imposta in corso al 31 dicembre 2013.Quindi per le società con esercizio sociale coincidente con l’annosolare, a partire dalla presentazione della dichiarazione relativa alperiodo di imposta 2013 (i.e. Unico 2014, IRAP 2014 e 770 2014).Il limite alla compensazione decorre dalle compensazioni effettuate apartire dal 1° gennaio 2014.
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Chiarimenti forniti ad oggi
► La limitazione opera con riferimento alle sole compensazioni«orizzontali» effettuate in F24 (i.e. compensazioni tra impostediverse).
► La soglia annua di Euro 15.000 è riferibile alla singola tipologia dicredito emergente dalla dichiarazione (IRES/IRAP).
► Non è richiesta la preventiva presentazione della dichiarazione dallaquale scaturisce il credito e quindi il visto di conformità dovrà essereapposto successivamente nella dichiarazione dalla quale emerge ilcredito compensato.
► Il credito relativo al periodo di imposta 2012 non è soggetto allelimitazioni e potrà essere liberamente compensato fino allapresentazione della dichiarazione relativa (i.e. Unico 2013).
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Confronto con Visto di conformità IVA
Visto di conformitàIVA
Visto di conformitàIRES/IRAP
Preventivapresentazionedelladichiarazione
Obbligatoria in caso dicompensazione di creditiIVA superiori ad Euro5.000
Non è mai richiesta
F24 telematico
Obbligatorio in caso dicompensazione dicrediti IVA superiori adEuro 5.000
Non è mai obbligatorio
Rimborso delcredito
Non è richiesto il visto di conformità
Aspettisanzionatori
Stesso profilo sanzionatorio in caso di infedele rilasciodel visto di conformità ovvero utilizzo di un credito inviolazione della normativa
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Aspetti sanzionatori
Violazione Sanzione
Infedele rilascio del vistodi conformità – Sanzioneapplicabile in capo alcertificatore
Sanzione amministrativa variabile da Euro 258 ad Euro2.582 ed in caso di ripetute violazioni, ovvero diviolazioni particolarmente gravi, la segnalazione agliorgani competenti
Utilizzo del credito incompensazione inassenza del visto diconformità
Sanzione amministrativa pari il 30% del creditoindebitamente utilizzato.
Indebita compensazionedel credito in quantoinesistente
Sanzioni variabili al 100% al 200% del credito stesso esanzione comunque pari al 200% se il creditoinesistente compensato supera 50.000 Euro per annosolare
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Altre novità della legge di Stabilità(ACE, IMU, deduzione IRAP, Indennità supplettiva diclientela)
Alessandra Santambrogio
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Potenziamento dell’ACE
La Legge di Stabilità 2014 modifica l’aliquota percentuale da utilizzare al finedel calcolo del rendimento nozionale del nuovo capitale proprio:► per il primo triennio di applicazione al 3% (nessuna variazione)► per il periodo d’imposta in corso al 31/12/2014, al 4%► per il periodo d’imposta in corso al 31/12/2015, al 4,5%► per il periodo d’imposta in corso al 31/12/2016, al 4,75%
► dal settimo periodo d’imposta l’aliquota sarà determinata con apposito DM da emanare entroil 31 gennaio di ogni anno, tenendo conto dei rendimenti finanziari medi dei titoliobbligazionari pubblici, aumentabili di ulteriori tre punti percentuali a titolo dicompensazione di maggior rischio.
I soggetti che beneficiano della deduzione ACE devono determinare l’accontodelle imposte sui redditi dovute per i periodi d’imposta in corso al 31/12/2014e al 31/12/2015 utilizzando l’aliquota percentuale per il calcolo delrendimento nozionale del capitale proprio relativo al periodo d’impostaprecedente.► Es. Acconto FY 2014 aliquota 3% -----------> Saldo FY 2014 aliquota 4%► Es. Acconto FY 2015 aliquota 4% -----------> Saldo FY 2015 aliquota 4,5%
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Deduzione ai fini IRAP
Nuova deduzione IRAP per il costo del personale relativo a nuovi assunti atempo indeterminato a partire dal periodo di imposta 2014 per un massimo diEuro 15.000 a dipendente neoassunto
La deduzione spetta a condizione che:
► vi sia un incremento dei dipendenti assunti a tempo indeterminato rispettonumero medio dei lavoratori impiegati del periodo di imposta precedente
► la deduzione spetta nell’esercizio in cui è avvenuta l’assunzione e nei duesuccessivi
► l’importo annuo massimo deducibile è di Euro 15.000 a dipendente
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Deduzione ai fini IRAP
L’incremento si misura al netto delle diminuzioni occupazionali eventualmenteverificatesi in società controllate o collegate (art. 2359 c.c.) o facenti capo,anche per interposta persona, allo stesso soggetto
La deduzione non può comunque eccedere l’incremento del costo del lavorodipendente iscritto in B9) e B14) del conto economico
Tale agevolazione si cumula con le deduzioni attualmente in atto e decade se,negli anni successivi, il numero dei dipendenti risulta inferiore o pari alnumero del lavoratori mediamente occupati in quello di assunzione
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Deducibilità IMU dall’IRES
► Ai fini della determinazione del reddito di impresa è possibile dedurrel’IMU relativa agli immobili strumentali (per destinazione e per natura),nella misura del 20%
► La disposizione ha effetto a decorrere dal periodo d’imposta in corso al31/12/2013
► Per il periodo d’imposta in corso al 31/12/2013 l’aliquota è elevata al 30%
► Permane comunque l’indeducibilità dell’IMU ai fini IRAP
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Indennità suppletiva di clientela
Nuove istruzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate sul tema delladeducibilità degli accantonamenti ai fondi indennità suppletiva di clientela (aisensi dell’art 1751 c.c.)
► Periodi di imposta ante 1° gennaio 1993: l’indennità suppletiva di clientelaNON è deducibile per competenza
► Periodi di imposta post 1° gennaio 1993: l’indennità suppletiva di clientelaè deducibile per competenza
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Indennità suppletiva di clientela
Periodi di imposta ante 1° gennaio 1993Formulazione dell’art. 1751 c.c.
► «All’atto dello scioglimento del contratto a tempo indeterminato, ilproponenteè tenuto a corrispondere all’agente un’indennità proporzionaleall’ammontare
delle provvigioni liquidategli nel corso del contratto e nella misurastabilita dagli accordi economici collettivi, dai contratti collettivi, dagli
usi o, inmancanza, dal giudice secondo equità»
► L’accordo economico collettivo degli agenti di commercio specificava chel’indennità suppletiva di clientela è corrisposta all’agente o rappresentantedirettamente dalla ditta preponente solo a determinate condizioni, ossia«se il contratto a tempo indeterminato si scioglie ad iniziativa della casamandante per fatto non imputabile all’agente o rappresentante »
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Indennità suppletiva di clientela
Periodi di imposta post 1° gennaio 1993Formulazione dell’art. 1751 c.c. (attuale)
► Eliminazione del rinvio al contratto collettivo di categoria► L’indennità è dovuta solo nel caso in cui:
► l’agente abbia procurato nuovi clienti al preponente o abbia sensibilmente sviluppato gliaffari con i clienti esistenti e il preponente riceva ancora sostanziali vantaggi derivanti dagliaffari con tali clienti
► L’indennità non è dovuta qualora:► Il preponente risolve il contratto per un'inadempienza imputabile all'agente la quale, per la
sua gravità, non consenta la prosecuzione anche provvisoria del rapporto► quando l'agente recede dal contratto, a meno che il recesso sia giustificato da circostanze
attribuibili al preponente o da circostanze attribuibili all'agente, quali età, infermità omalattia, per le quali non può più essergli ragionevolmente chiesta la prosecuzionedell'attività
► quando, ai sensi di un accordo con il preponente, l'agente cede ad un terzo i diritti e gliobblighi che ha in virtù del contratto d'agenzia.
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Indennità suppletiva di clientela
Periodi di imposta ante 1° gennaio 1993
La Giurisprudenza si è espressa in modo discordante► Sentenze favorevoli alla deducibilità degli accantonamenti (Cassazione n.
9179/2003 e n. 10221/2003)► Sentenze contrarie alla deducibilità degli accontamenti (Cassazione n.
7690/2003 e n. 24973/2006) – si è evidenziato il concetto di eventualitàdella corresponsione dell’indennità
La Prassi ha mutato le proprie considerazioni► Favorevole alla deducibilità dell’accantonamento (Ris. Min. n. 59/E del
2004)► Sfavorevole della deducibilità per competenza degli accantonamenti (C.M.
n. 42/E del 2007)
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Indennità suppletiva di clientela
Periodi di imposta post 1° gennaio 1993
La Giurisprudenza si è espressa in modo favorevole alla deducibilità percompetenza► Sentenze favorevoli alla deducibilità degli accantonamenti (Cassazione, nn. 13506,
13507, 13508 del 2009, n. 8134/2011 e n. 8288/2013 e Avvocatura Generaledello Stato , parere n. 391527 del 2 ottobre 2013)
La Prassi ha mutato le proprie considerazioni► Favorevole alla deducibilità dell’accantonamento (Circolare n.. 33/E del 2013)
Gli accantonamenti per l’indennità suppletiva di clientela devono ritenersideducibili dal reddito di impresa. Tale indennità si considera compresa tra“indennità per la cessazione di rapporti di agenzia” (art. 17 co.1 lett. d) TUIR)
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Domande
EY | Assurance | Tax | Transactions | Advisory
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