44

SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

  • Upload
    others

  • View
    0

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione
Page 2: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione
Page 3: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

SOMMARIO Rivista trimestrale della societànazionale degli operatori dellaprevenzione

NUMERO 33aprile 1995

Autorizzazione Tribunale di Milanon. 416 del 25/7186Direttore respons.: Giancarlo D'AddaDirettore: Laura BodiniVicedirettore: Alberto BaldasseroniProg - grafico e disegni: R. MaremmaniRedazione: Milano, via Mellerio 2

speri. in abbi postale (50%) MilanoStampa Miste Nuova Brianza22065 Cassago Brianza (Cc)Tel. 039/.9210981 - 3 linee r.a.Proprietà - EditoreSnop - Società nazionalevia Ciamician. 2 -Bologna

3

4

6

I114

32

36

38

EDITORIALEGiornate densedi Laura Bodini

CORSIVOPensieri rarefattidi Giallolimone

LETTEREGuardare il futurodi Giuseppe Leocata

CONTRIBUTIFinalmentedi Ettore BrunelliConsilium conca amianturndi Franco Carnevale

EUROPEAN OUTLOOK

INIZIATIVE SNOPIstantanee del riordinodi Francesco Garufie Fulvio LongoDirettiva cantieridi Flavio CoatoLa parola agli operatoridi Luigi SalizzatoCee e cavect Roberto PattarinOrganising the changect Graziano FrigeriForum

LE NOTIZIEL'Inail ci provaCronache dall'Europadi Alberto BaldasseroniLe streghe son tornate

DOCRisultati Aspdi Celestino Emanuela Bellotto,Alberto Acqua e Ivo Daga77ini

IN POLTRONA

In copertina"Per 80 centesimi" , (partic.), olio su tela,Angelo Morbelli 1893-1895.Civico Museo Borgogna, Vercelli.

NewsnopAmmiriamo questa volta il bel dipinto diMorbelli sul lavoro delle mondine, un di-pinto di denuncia sociale eseguito giustoun secolo fa, quando pare che una gravecrisi economica colpisse le attività agrico-le. Come dice il titolo il problema eralegato essenzialmente al fatto che biso-gnava lavorare molto per una paga piutto-sto bassa. E incredibile come in soli centoanni la vita possa cambiare così tanto neisuoi aspetti fondamentali. In ricordo diquella crisi e di quella fatica illustreremouna parte di questo numero della rivistacon le mani, il più antico degli strumenti dilavoro.

Sportello informazioni Snoppresso l'Istituto Ambiente Europavia P. Finzi, 15 - 20126 MilanoTe]. 02/27002662Fax 02/27002564

Pubblicità su SnopTelefonare o inviare un faxal numero 02/39310484

AbbonamentiLire 20.000 per quattro numeriLire 30.000 per otto numeriTramite versamento postale su e/e n.20012407 intestato a SNOP - Societànazionale - via Ciamician, 2 - Bologna,indicando la causale del versamento el ' indirizzo a cui spedire la rivista.Prezzo di un numero lire 5.000

Dallo statuto SNOPArt. I - E costituita l'associazionedenominata "Società Nazionale Operatoridella Prevenzione". in sigla SNOP, confinalità scientifiche e culturali e conl'obiettivo di:- promuovere conoscenze ed attività chesviluppino la prevenzione e la tutela delbenessere psicofisico dei lavoratori e dellapopolazione in relazione ai rischi derivantidall 'attività produttiva:- sostenere l'impegno politico e culturale perlo sviluppo di un sistema integrato di servizipubblici di prevenzione negli ambienti di vitae di lavoro, finalizzato alla rimozione deirischi derivanti dalle attività produttive;- favorire lo scambio di esperienze einformazioni fra gli operatori ed il confrontosulla metodologia ed i contenuti dell'attivitàper raggiungere l'omogeneità delle modalitàdi intervento e della qualità di lavoro alivello nazionale;- promuovere un ampio confronto con leistituzioni. le forze sociali e le altreAssociazioni scientifiche su questi remi;diffondere l'informazione e la cultura dellaprevenzione.

Page 4: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

GIORNATE DENSEdi Laura Bodini

PER I SOCI SNOPLe quote soc ial i (ferme dall' 85) sono cam-biate per il 1995:socio ordinario 60.000 (sessantamila)socio sostenitore 100.000 (centomila)

IN QUESTONUMERO1 primi giochi sono stati fatti sull'assettoistituzionale nelle varie regioni e con idecreti di recepimento delle direttive CEEsu ambiente e sicurezza, per tacere sullarevisione delle norme sanzionatorie, larivoluzione avanza.In Forum un primo dibattito sull'informa-zione pubblica quando succede un piccoloo grande disastro ambientale.Un aggiornamento sui Decreti sulle "al-tre" direttive (edilizia e cave).Buona primavera.

SUL PROSSIMONUMEROOperazione (Dipartimenti di) preven-zionedi Fulvio Longo e Francesco GarufiOsservatorio direttive CEE e decretidi Susanna CantoniForum sulla prevenzione (2)Un piano sulle acquedi Antonio OnnisSNOP - CNA - ISPESL -626 e artigianatodi Giorgio Bollini e Laura Bodini

Malgrado mi avvicini a lunghi e lenti passial mezzo secolo, devo confessare che perora l'impatto quotidiano con il nuovo De-creto 626 mi ha ridato un certo entusiasmoal lavoro. Quel "ritorno al futuro" di cui siparla in altra parte di questo numero diSnop. A parte la fatica di cambiare voceper negarmi al telefono alle proposte dipartecipare all'ennesimo convegno e l'ariamelliflua per ottenere dal centro - stampadell'Azienda Usl le fotocopie del Decreto,dei sinottici del Manuale di Ambiente eLavoro, del repertorio sugli indirizzi diriferimento per le soluzioni, dei materialidi Legnano sulle macchine utensili, misembra che si sia innestata una marcia inpiù. Questo "primo" ciclone legislativo -unito al matrimonio (non sempre consu-mato) con altri servizi di prevenzione nellenuove Aziende Usl, sta permettendo lettu-re comuni tra vecchi e nuovi colleghi, retidi comunicazione, cartelline colorate overiporre materiali per comparti (schede tipodi valutazione, bonifiche vecchie e nuove,protocolli di sorveglianza sanitaria e am-bientale), lunghe ore passate al computerper inserire banche, supermercati, parruc-chieri, aziende di nettezza urbana, dentisti,termoidraulici, insomma la maggioranzadei luoghi di lavoro del territorio che gene-ralmente avevamo sino ad ora disdegnato.

Stimolanti incontri con i nuovi direttorigenerali di aziende Usl, sindaci, direttoridi banca e di catene di supermercati,associazioni artigiane, Camere del Lavoroche credevamo chiuse, medici competentitravolti da richieste di lavoro, delegativolonterosi, imprenditori esasperati.E poi i mille dubbi: quante e soprattuttoquali nuove aziende avrebbero dovuto giàapplicare il Decreto? Quali iniziative diinformazione organizzare? I registri deglieventi accidentali ci devono essere o oc-corre imporli con disposizioni? Come av-visare i medici dell'obbligo di segnalaremeglio i tumori professionali sentinella ?"Movimentazione dei carichi", quandovalutare numericamente e dove trovo esem-pi di ausili di movimentazione? Ma noisappiamo fare formazione oppure la safare solo l'onnipresente Stefano Becca-strin i ?A rassicurarmi, le telefonate pluriquoti-diane con Susanna Cantoni "madre di tuttele direttive" e Rino Pavanello infaticabile"testimoniai unico" per il mondo dei mass-media dal Sole 24 Ore al Manifesto, daItalia Oggi al TG3, dall'Unità al Corrieredella Sera, uno degli esempi più antichi dipar-condicio.L'impressione che insomma abbiamo (spe-ro) tutti è la mancanza di noia. Dopo l'in-

Page 5: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

digestione di ingegneria istituzionale, oggici troviamo comunque di fronte a qualcosadi diverso da prima. Tutto sta infatti cam-biando: servizi che si uniscono, situazioninuove da studiare, dipartimenti di preven-zione e distretti che s'avviano, leggi chenascono come funghi, direttori generaliche sventolano editti sui carichi di lavoro,giornali e televisioni che martellano sullasalute e sicurezza, agenzie regionali chefanno qualche primo incerto passo.Autocertificazioni, sistemi informativi piùsolidi, programmi di dipartimento, archivibonifiche, indicatori di attività, valuta-zione del rischio, informazione e forma-zione.... si sono (re) inseriti a forza nelnostro lavoro quotidiano. Ecco che alloraper i più informati stanno venendo utili imateriali del nostro Convegno di Busso-tengo, se vogliamo parlare di indicatori diqualità per i servizi di prevenzione o gliAtti sul Terziario arretrato perché final-mente dovremo pur occuparci di super-mercati, aziende di igiene urbana o dicimiteri. I manuali di Ambiente e Lavorosono su tutti i tavoli. Il documento sulDecreto 626 del Coordinamento delle Re-gioni, a cui i singoli operatori Snop - dochanno dato un decisivo contributo, ponecon chiarezza i temi della "riconversioneinformativa" dei servizi di prevenzione.Ma come farlo capire ai nostri nuovi diret-tori generali?Il Decreto 758 di modifica delle normesanzionatorie - aldilà delle difficoltà orga-nizzative nella nostra cronica scarsità dirisorse (forse, ad esempio, era meglio la-sciare alle cancellerie la riscossione dellemulte) - è coerente con quanto avevamoaffermato nelle tre iniziative torinesi del-l'Osservatorio tra operatori della preven-zione e operatori della giustizia. La centra-lità dei servizi nella programmazione deicontrolli, l'obbligatorietà delle prescrizio-ni e della comunicazione alla AutoritàGiudiziaria, la necessità non "burocrati-ca" ma autenticamente preventiva delleverifiche. Questi i cardini di questo Decre-to che giudichiamo positivo. E importanteinterpretare a fondo lo spirito preventivodelle nuove norme, tese a privilegiare larimozione dei problemi, piuttosto che lasemplice azione punitiva, sfruttando almassimo le potenzialità offerte dalle nuo-ve procedure. Questo deve essere di stimo-lo ad operare con la massima e interdisci-plinare professionalità nel rilevare i pro-blemi e valutare la congruenza delle solu-zioni messe in atto. Standard di riferimen-to per comparti, banca dati bonifiche suInternet, linee guida e centri di documen-tazione regionali: a questo dobbiamo pun-tare.Ma non solo il campo della salute e sicu-rezza sul lavoro è scosso dalle fondamen-ta, tutti i campi della prevenzione sono inpieno terremoto. Cito dall' ottimo Magrellial recente Convegno Snop - Lazio e

Legambiente "Dal marzo del 1994 sonostati emanati 5 decreti legge di modificanon marginale della disciplina degli sca-richi delle pubbliche fognature e degliinsediamenti civili, altri 5 decreti (e rela-tive norme tecniche) su il riutilizzo deiresidui derivanti da cicli di produzione odi consumo, nonché in materia di smalti-mento dei rifiuti. Sono stati modificati isettori di vigilanza sugli alimenti e il De-creto Seveso sui grandi rischi. Così ognidue mesi in qualche ponderoso decretoomnibus, accanto agli interventi per lasalvaguardia della torre di Pisa, per l'am-modernamento del porto di Ancona ...visono notizie varie di differimento di termi-ni per catasto rifiuti, per gli scarichi deifrantoi oleari, per il rilascio della certifi-cazione prevenzione incendi, per l'ade-guamento degli impianti elettrici, diriscaldamento, alle norme di buona tecni-ca ai sensi della legge 46/90.Al punto di dire che l'arrivo della GazzettaUfficiale rappresenta oramai uno dei mo-menti più stressanti ed impegnativi dellagiornata di lavoro dell 'operatore dellaprevenzione...".Le leggi sulla trasparenza e sulla semplifi-

cazione degli atti nella Pubblica Ammini-strazione non sembrano purtroppo ancoraincidere significativamente nel nostro la-voro. Questo dovrà invece diventare unobiettivo su cui occorrerà lavorare in tuttii dipartimenti di prevenzione per miglio-rare la qualità del lavoro, perché i servizisiano accessibili, non si impongano prati-che e autorizzazioni vessatorie, perché siaccettino autocertificazioni e gli utenti -clienti siano informati correttamente. D'al-tra parte come più volte sottolineato latendenza delle direttive europee sia in cam-po ambientale che della sicurezza nel la-voro è la massima responsabilizzazionedell'impresa e non quella spesso dere-sponsahilizzante del "bollo" (autorizza-zioni magari una volta per tutte) dellaPubblica Amministrazione.Numerose in questi mesi in tutta Italia leiniziative Snop che hanno felicemente ten-tato di "fare parlare gli operatori sul signi-ficato di fare prevenzione oggi", ma anchedi "ascoltare i testimoni privilegiati delnostro lavoro": imprenditori, lavoratori,ambientalisti, cittadini (sempre e solo?)consu oratori. La sfida pubblico - privato cideve vedere non alla rincorsa di prestazio-

2

Page 6: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

ni inutili ma più "efficienti", ma capaci diproposte rivoluzionarie e coerenti con gliobiettivi dei servizi di prevenzione: mi-gliorare la qualità della vita e del lavoro,della informazione nei vari campi.Dopo l'alluvione legislativa, non possia-mo più nascondere la necessità di forma-zione "nostra" per tutte le aree e per tutte lefigure professionali della prevenzione: siparli di prelievi di alimenti, di valutazionedel rischio odi comunicazione di dati. LaConsulta Interassociativa per la Preven-zione sta riprendendo finalmente il suogruppo sulla formazione e il punto di par-tenza è ancora la "vecchia", ma mai supe-rata "bozza Volturo". Nella circolare delleRegioni sull'applicazione del 626 si parlaanche di Scuole regionali di prevenzioneed era ora, perché non è possibile chel'offerta formativa sia solo quella costo-sissima privata, quasi sempre distante dainostri bisogni.Messi all'angolo dai risultati del referen-dum sulle competenze ambientali, opera-tori operosi ma silenziosi anche nelle set-timane del colera e dell'amianto, delledepenalizzazioni berlusconiane sulle leg-gi ambientali o della positiva entrata in

vigore delle direttive europee sulla sicu-rezza, spettatori di Prodi che parla di que-sti temi a Tempo Reale, lettori di decine diarticoli e speciali che su tutti i giornali delregno stanno imperversando su questi temi,dobbiamo imparare a comunicare, a usciredal silenzio. Credo che ripercorrere alcunetappe fondamentali della nostra storia comeassociazione sia oggi utile o almeno rassi-curante.Dai piccoli ai grandi numeri la feliceintuizione che sorresse il convegno Snopdi Rimini (1985!) allora riferita al sistemainformativo e alle indagini di comparto,deve diventare il motivo oggi dominantedi piani di informazione, formazione ecomunicazione con le imprese, con il po-polo inquinato, con i lavoratori.All'ultima assemblea Snop - LombardiaEmilio Volturo, past-past-past president epromotore, tra altri, di quel Convegno diPisa del 1990 sulla comunicazioneauspicava i servizi di prevenzione comeuna "casa comune" di chi vuole e devefare prevenzione.E sorretti da queste parole d'ordine affron-teremo anche questa nuova primavera dilavoro.

PENSIERIRAREFATTI

È bello uscire dalla lettura dell 'editorialedi Lana avvolti da un 'atmosfera di grandeentusiasmo. L 'entusiasmo è positivo, nonc'è motivo di abbandonarlo in fretta edunque affrontiamo sereni un bel viaggiofra gli entusiasti . Questo numero di snop sicaratterizza infatti per una salutare man-canza di noia e di tristezza. Evviva! Ammi-riamo allora, beati, il pensiero del buonMagrelli quando ci fa sapere trafelato macontento che il suo lavoro principale èormai quello di seguire le uscite dellaGazzetta Ufficiale. Non dimentichiamoancora l 'ottimo Volturo, il quale pensapositivo da sempre e da sempre è certo cheun grande avvenire ci aspetta, anzi unavvenire di grandi numeri, che poi è lostesso.Sfogliando le pagine vi accorgerete ancheche in Sardegna son tutti allegri, leggereteche in Puglia non lo sono meno e se nonsarete del tutto distratti troverete una cer-ta qual beata spensieratezza anche nelleparole degli operatori pistoiesi. Sia statoil botto?Invece quel che su questa rivista non tro-verete scritto, ma che certo sapete benissi-mo, è che pazzi di gioia sono molti dei caritecnici, a causa del fatto, mi dicono, cheoggidì va tanto di moda il mercato. Malche gli vada suoneranno l 'arpa o l'arpasuonerà loro.Il presidente di noi tutti è più cauto, biso-gna riconoscerlo, mea pure lui scrive lette-re venate di roseo ottimismo e non soloentusiastiche cartoline da piccione.A esser ottimisti non siamo soli: Vincili,come leggerete più avanti, non lo è menodi noi, anche se per questo storico Ente ilbuon umore è più prosaicamente favoritodalla prospettiva di addentare la torta;cosa che d'altronde viene dichiarata aper-tamente.Vi consiglio infine di girare la pagina e diaprire la lettera del gaio Leocata che, pursentendosi in obbligo di farci qualche pa-cata e paterna lezione di storia, guardaottimisticamente avanti, anche se è so-prattutto quando si volge all ' indietro chemostra un gran sorriso sulla bocca.Tutti contenti, insomma: dev'essere il li-berismo.Ce l'avessero detto prima!

~-3

Giallolimone

Page 7: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

GUARDARE IL FUTUROPERVINCERE IL PRESENTEUna lettera/riflessione di Giuseppe Leocatasulla "cosiddetta" prevenzione

Di recente si è ripreso a discutere di "certiargomenti", bisogna però andare ancorapiù in fondo e fare un po' di autocritica: glieventi incalzano ad un ritmo non determi-nato dagli operatori e degli ancor menoche partecipano attivamente alla vita dellaSnop; il direttivo, che svolge un'attivitàdignitosa, è stato carente talvolta nellatempestiva e costante informazione deisoci al fine di avviare un intervento incisi-vo e realizzato da una assemblea e non daisoliti volenterosi; la Snop non riesce adincrementare il numero di soci e molticontinuano a non versare la quota annua-le...Il desiderio che si apra un dialogo fra glioperatori e non solo sul lavoro quotidianoma per riflettere sul senso, il contenuto e ilfine del nostro operare, mi ha spinto ascrivere alcune riflessioni che forse risul-teranno lapidarie, ma me lo sono impostoper ragioni di spazio sulla rivista.Parto dal lontano passato in cui ci si senti-va e forse si era avanguardie, in quantocredo nell'importanza della "memoria sto-rica", come punto di una spirale per unacrescita continua e come coscienza chepermette una lettura particolare del pre-sente.Chi ha vissuto "quei magnifici anni '60-

'70" (il "fausto ventennio ' 58- ' 78 " di Gior-gio Cosmacini, ndr) forse non ha colto apieno l'unicità e l'irripetibilità di queimomenti; è stato impegnato a compiere ilproprio "dovere" quotidiano, e pro-babilmente allora era giusto così, non con-siderando forse né allora né al momentodell'istituzionalizzazione - da Smal a Uotsll- l'importanza della trasmissione dellamemoria storica da parte degli anziani aipiù giovani, una grossa occasione perdu-ta! ....Ripenso a "Vera e falsa prevenzione" diGiulio Maccacaro (Sapere 9176): "Questamedicina deve essere: preventiva, sociale,collettiva, umana"; "non è più concessaalla medicina nessuna neutralità, né illu-sione di averne"; "la nuova consapevo-lezza del rapporto tra fabbrica e territo-rio: cioè l'intelligenza della , fabbrica qua-le luogo di massima concentrazione di unanocività complessiva, che si estende inogni `dove' sociale". E ancora: "mettere'i lavoratori ' a soggetto di una lotta perlasalute, il ritiro della delega sanitaria, lacritica della medicalizzazione degli inter-venti di tutela della salute dei la v oratori infabbrica e del tecnicismo dei medici, ilrifiuto della monetizzazione del rischio ela partecipazione " .

Tutti gli operatori dei Servizi, al di là dellaloro specifica formazione professionale,devono considerare che il soggetto del-l'azione non sonala macchina o l'ambien-te di lavoro in sé, ma l'Uomo, che devemantenere il suo stato di salute nei diversiambiti di lavoro e di vita (vedi anche:"Laborem exercens -1981" di GiovanniPaolo II).Queste intuizioni sono attribuibili all'in-contro di "alcuni medici del lavoro", perlaloro formazione culturale umanistica, coni lavoratori ed il sindacato; oggi, però, nonè tanto importante conoscere la loro pater-nità quanto che queste diventino patrimo-nio culturale ed esistenziale dei più.Errori sia di contenuto sia di elaborazioneteorica sono stati fatti, i medici del lavorosi sono spesso sostituiti al sindacato anchequando hanno iniziato ad operare in strut-ture istituzionali (situazione che crea nonpoca confusione dei ruoli anche fra i diver-si utenti dei Servizi) e i sindacalisti, inmolti casi, si sono appiattiti su questoincongruo ruolo di supplenza.Abbiamo, poi, pensato che fa RiformaSanitaria costituisse un cambiamento glo-bale per l'affermazione di alcuni concetti,quali la Prevenzione al primo posto c darealizzarsi in tutti gli ambiti di Vita e di

4

Page 8: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

Lavoro; non era possibile ottenere di più inquel contesto politico se non che queiprincipi entrassero a fare parte di un qua-dro legislativo e istituzionale. Ma quellarivoluzione non è entrata fino in fondo afare parte del bagaglio esistenziale e cultu-rale della gran parte dei cittadini italiani; la833, inoltre, non ha avuto contemporanea-mente e in sintonia con essa dei corrispettiv iprodotti da parte di altri ministeri: lavoro,industria, grazia e giustizia (quellodell'ambiente ancora non esisteva). E ri-sultata, quindi, un intervento monco chenon poteva avere la pretesa, e proprio nelcampo della tutela della salute in fabbricae del territorio, di poter modificare più ditanto alcuni equilibri e per di più svolgereun ruolo di efficace tutela esteso a macchiad'olioIn questi anni, gli operatori "anziani" han-no elaborato interessanti modelli teorici,quali ad esempio: gli " interventi di com-parto", il "modello tridimensionale" e l'ap-proccio integrato "dentro e fuori la fabbri-ca". Ma l'aspetto più concreto dell' attivitàdei Servizi è stato quello di riuscire indiverse situazioni a realizzare obiettividignitosi in materia di tutela della salutenei luoghi di lavoro e dell'ambiente; taleattività spesso è rimasta nel silenzio dellemura quotidiane e non ha visto la luce delsole in pubblicazioni ad "alto contenutoscientifico", il personale dei Servizi è dasempre carente numericamente e il tempoè tiranno! ... Gli obiettivi suddetti, almenoin Lombardia, sono stati realizzati moltospesso su forti basi motivazionali deglioperatori, con forze e mezzi precari.Gli operatori hanno operato ed operano da"controllori" molto spesso senza standardminimi e senza una adeguata formazionese non quella che ciascuno individualmen-te riesce a rosicchiare qua e là; in unasituazione caratterizzata dalle Ussl chesostengono di non avere soldi per inviaregli operatori neanche a corsi e convegni,del resto sempre più costosi, essendosi ilprivato sostituito in questa funzione allaistituzione deputata alla formazione deisuoi addetti.

La Regione dialoga poco con i Servizi enon dà linee direttive, né i già citati stan-dard minimi di attività, né ancora delleprocedure di intervento e una modulisticaunica. Essa non organizza più neancheprogrammi organici di informazione e for-mazione degli operatori; inoltre, soltantodi recente ha rinforzato il settore tuteladella salute nei luoghi di lavoro (TSLL)del Servizio 1 dell'Assessorato Sanità re-gionale con tre operatori medici, ma nes-sun tecnico, cosa questa che sarebbe statasenz' altro una buona occasione per riapri-re un dialogo con i Servizi nella loro glo-balità.Gli universitari sono ritornati a fare "ricer-ca", parlano della necessità di tutela del-l'ambiente e del rispetto delle leggi senzapassare più attraverso la "repressione " eanche del loro compito di studio e di ap-profondimento dei diversi aspetti del pro-blema attraverso la scienza economica emedica (meandri in cui la centralità del-l'Uomo tende a scomparire). Traspare dapiù parti una volontà di spegnere l'espe-rienza della TSLL, senza però creare unvalido e moderno modello alternativo. La"classe operaia" e i consigli di fabbricasono ormai, e mi perdonino i lavoratori,delle bestie rare! La fabbrica continua acambiare a ritmi molto rapidi, si è ridotta la"committenza" che motivava gli Smal eoggi sono in aumento i "colletti bianchi"sempre più solitari e immersi nelle lororealtà virtuali e con una nuova e imper-scrutabile nocività ...Dopo la caduta del classico "-ismo", indiversi operatori sono tornate a venir fuorile tentazioni di diversi "-ismi", "Chi può"cerca al di fuori di un discorso collettivo ditrovarsi piccoli o grandi spazi di potereindividuale; altri percorrono, in modo piùo meno scoordinato, strade diverse.Aumenta sempre di più la divaricazionetra medici e tecnici: i medici non abbando-nano lo scettro del comando, inventandosiingegneri o manager o altro ancora, e itecnici coltivano l'illusione di andare astare meglio in strutture senza medici(l ' esclusione dei quali dall'Agenzia non è

scontata), proprio in un periodo di grossacrisi istituzionale nel quale essi forse nonavranno egualmente lapossibilità di estrin-secare le loro capacità professionali. Biso-gna affennare,comunque,che gli operato-ri non medici non sono stati e non sono pernulla garantiti dal punto di vista salarialeallo stesso modo dei medici, né sufficien-temente sostenuti neanche dalla Snop, cherischia di trasformarsi nell'ennesima so-cietà medica (società scientifica e non sin-dacale ieri e oggi?); il loro crescente inte-resse verso l'Agenzia ("un limbo senzamedici") non deve, però, essere un alibi dicopertura della sacrosanta difesa di unsalario dignitoso.Inoltre, in merito al timore del personaletecnico dei Servizi di ridiventare appendi-ci dell'ispettorato del Lavoro, è importan-te ribadire l'importanza culturale e politi-ca del perseguire la pur difficile logica delmantenimento e del potenziamento di unmodello unitario, integrato e interdiscipli-nare della prevenzione. Di conseguenza, ènecessaria oggi più di ieri anche una mag-giore coscienza di un più corretto edialettico rapporto professionale tra medi-ci e tecnici, in una reale ottica di "paridignità" e "pari opportunità", ben definiteanche da una legge. Se crediamo in unobiettivo comune, mettiamo da parte lelogiche di potere e combattiamo insiemel'emarginazione in cui il sistema cerca direlegare la prevenzione. Perderemo la bat-taglia se riescono a dividerci!....Il modello di intervento dei Servizi basatoanche sulla repressione, criticato pure daalcuni operatori, è stato ed è certamenteutile ma ha anche creato all'interno deiServizi difficoltà in quanto soggetti naticome operatori della prevenzione si sonotrovati a vivere dicotomie esistenziali do-vendo svolgere - in alcuni casi quasi esclu-sivamente - il ruolo di poliziotti, in attesadi ampliamenti degli organici che avreb -

bero permesso una più equa distribuzionedi questo compito e la possibilità per tuttidi potere sviluppare a pieno la propriaprofessionalità.Oggi, il modello che il governo delle de-

5

Page 9: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

stre ha cercato più degli altri di far passareè basato sulla logica dei condoni, sullosmantellamento dell'ente pubblico inun'ottica del tutto economici sta e sul met-tere in difficoltà - o comunque in condizio-ni di non nuocere - anche la magistratura.Del resto, l'uomo-magistrato non può es-sere lasciato come carne da macello inpasto ai nuovi-vecchi avvoltoi; egli nonpuò da solo risolvere tutte le situazioni diinadempienza alle norme di igiene e sicu-rezza del lavoro e di tutela dell'ambiente,come da soli non possono farlo gli opera-tori dei Servizi di prevenzione, né bastasoltanto ricorrere a norme scritte!Bisogna uscire dalla nostalgia (úîoetioaritorno, 7io)v = discorso) di un passato/presente che è un freno per non andareavanti; non bisogna parlarsi più addosso,ciò non contribuisce alla crescita recipro-ca, ci si arricchisce - come singoli e comecollettività - dialogando tra diversi e nontra uguali; e per dirla come Zemeckis, ègiunto il momento di fare un salto: "ilritorno al futuro", dalla nostalgia del pas-sato a quella del futuro, spogliandosi deipropri abiti, oggi piuttosto stretti, e apren-dosi ad un dialogo reale con figure e strut-ture esterne: comuni, aree metropolitane,bacini di utenza e anche il mondo dellascuola.Tutto ciò per definire le diverse com-petenze e i diversi poteri istituzionali e unaloro integrazione per l'attuazione di unareale tutela dell'Uomo e dell'Ambiente incui egli vive e lavora.Recentemente mi è stato chiesto comemai, se i Servizi di prevenzione hannofunzionato, il Lambro da 20 anni in qua èsempre più inquinato (non è da mortificarel'attività dei Servizi bensì è da considerareche si sono avuti dei limiti concreti nellanostra attività, non dipendenti dalla nostravolontà ma insiti nella struttura normativae burocratica italiana) e come mai succe-dono le catastrofi come quella del Piemon-te e che pareri hanno espresso in propositoi medici igienisti su piani regolatori, suconcessioni edilizie e su abitabilità/agibilità.Accettiamo con umiltà che i Servizi nonsono stati e non sono al centro dell'univer-so della tutela dell'uomo e del suo habitatbensì solo una piccola parte di esso eproprio per questo adesso non abdichiamoal nostro ruolo.Oggi ci sono pochi ideali e grande caos,non bisogna, però, perdere la convinzioneche la capacità di riflettere e la crescitaculturale nel tempo pagano, il caos no; è inquesta ottica che dobbiamo impegnarci,pur se faticoso e nonostante le contingentie amare sconfitte. E il gioco della vita e ditutti i contesti umani: è misurandosi conquesto che si matura e si va avanti.

1-mcd

ZOu

PremessaFinalmente! Dal 27 aprile 1995, entrata invigore del D.Lgs 758, il campo della pre-venzione sarà sgombrato dalla diatriba,peraltro del tutto fuori luogo e strumenta-le, dell'alternatività tra obbligo di rappor-to all'Autorità Giudiziaria e diffida daparte degli UPG della Ussl, e dal forzatoconflitto tra prevenzione e repressione. Visono dei principi costituzionali che stabi-liscono diritti dei lavoratori e dell' ambien-te, normati da leggi sulla loro tutela equindi è a pieno titolo preventivo che laPubblica Amministrazione deve operareper garantirne il rispetto. Non si capirebbealtrimenti perché tanto parlare di 277 e 626da parte degli operatori della prevenzionese poi fosse pertinente sostenere che "noinon siamo dei repressori ma preventori".La prevenzione è l'obiettivo da raggiun-gere, anche e soprattutto attraverso la pre-visione dei rischi da parte dei datori dilavoro con il concorso dei lavoratori e deiloro rappresentanti. I servizi del Diparti-mento di Prevenzione delle Aziende Ussldevono concorrervi attraverso la program-mazione della conoscenza dei rischi delterritorio e di coerenti piani di interventoper la loro rimozione/riduzione, svolgen-do anche e maggiormente in questa fase di

avvio attività di informazione, assistenza econtrollo. In questo quadro, il riferimentoalle leggi in materia di salute e sicurezza dilavoro, che peraltro stabiliscono i livelliminimi inderogabili di protezione da rag-giungere, è strumentale a risolvere i pro-blemi, cioè alla prevenzione.

111 D.Lgs 758: considerazioni generaliTralasciando gli aspetti giuridici, che af-fronteremo sul prossimo numero dopo l'ini-ziativa di Torino, vediamo quali sono icompiti che il D.Lgs 758 affida all'organodi vigilanza definito dall'art. 19 (punto 1comma b) come gli operatori UPG delleUssl:• l'obbligo di prescrivere i tempi per la

regolarizzazione delle contravvenzioniaccertate, con la possibilità di imporrespecifiche misure atte a far cessare ilpericolo per la sicurezza e la salute deilavoratori;

• l'obbligo di verificare, in tempi certi, see come è stato risolto il problema;

• l'obbligo di ammettere al pagamento diuna sanzione amministrativa chi ha ot-temperato;

• l'obbligo di segnalare all'AutoritàGiudiziaria le contravvenzioni rilevate el'esito della verifica di ottemperanza.

FINALMENTEIl punto di vista degli operatori dei servizi sul decretolegislativo 758 che introduce modificazioni alla discipli-na sanzionatoria in materia di lavoro

di Ettore Brunelli

6

Page 10: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

È del tutto evidente che agli operatori deiservizi di prevenzione vengono assegnateprecise e nuove responsabilità e compitiprecedentemente di Procure e Cancellerie.In particolare occorrerà operare con lamassima autonomia e professionalità nonsolo nel rilevare i problemi ma anche nel-l'identificare i responsabili e valutare lacongruenza delle soluzioni messe in attodal datore di lavoro.Allo stesso modo sarà necessario rivederel'organizzazione del lavoro del servizioper garantire il rispetto delle scadenze pre-viste.Il tutto ispirato alla interpretazione auten-tica dello spirito preventivo delle nuovenorme, tese a privilegiare la rimozione deiproblemi piuttosto che la semplice azionepunitiva, sfruttando al massimo le poten-zialità preventive offerte dalle nuove pro-cedure.

Ricadute operative sui servizi di pre-venzioneUna risposta positiva ai compiti cui siamochiamati presuppone che vengano posteall' ordine del giorno e urgentemente risol-te almeno le seguenti questioni:• la definizione di standard di riferimentoper la prescrizione dei termini per laregolarizzazione, in relazione alla quali-tà e complessità degli interventi tecnici,organizzativi e procedurali (a tale propo-sito leggere la nota di Gianandrea Ginosugli Atti di Torino 4 su tempi di bonifi-che - tipo);

• l'organizzazione di una banca dati dellesoluzioni, come supporto per lavalidazione delle bonifiche e la defini-zione di parametri per la dichiarazione diottemperanza;

• la revisione delle procedure operativeprevedendo sistematicamente, nei tempistabiliti dalla legge, il sopralluogo diverifica nelle aziende contravvenzionate;

•• la riorganizzazione degli uffici ammini-strativi dell'Azienda Ussl a supporto deiservizi, peraltro quasi ovunque moltopoveri di mezzi e risorse umane, pergarantire con la necessaria precisione etempestività il supporto agli operatorinella preparazione e trasmissione degliatti, considerando anche che dovrannoessere gestiti rilevanti aspetti economici;

• la revisione del sistema informativo pre-vedendo uno specifico scadenziario chegarantisca il corretto flusso informativoverso le imprese c l'Autorità Giudiziaria.

Una considerazione a parte merita l'anno-so e mai risolto problema della presenzanei servizi di numerosi, la maggioranza,operatori senza qualifica di UPG.Pare del tutto inopportuno pensare allosvolgimento "a tavolino" da partedell'UPG, sulla base di azioni svolte daaltri operatori, di atti così rilevanti checomportano l 'esatta individuazione delresponsabile (v. D.Lgs 626!), la verifica

dell'adempimento con la relativa "certifi-cazione" di ottemperanza e l'eventualeautorizzazione al pagamento della sanzio-ne amministrativa.Inoltre, ammesso e non concesso, che siapossibile compiere alcuni di questi atti "atavolino" e quindi accompagnare i reatirilevati anche dagli operatori (PubbliciUfficiali) da una prescrizione impartitadagli UPG, ci si troverebbe comunque difronte ad un collo di bottiglia già saturodegli atti di Polizia Giudiziaria conse-guenti al lavoro che quotidianamente cia-scun UPG svolge e dall'attività di inchie-ste, infortuni c per malattie da lavoro,anch'esse appannaggio esclusivo degliUPG.Si impone quindi la necessità, peraltro dasempre all'ordine del giorno, di nominarein tempi rapidissimi tutti o almeno lastragrande maggioranza degli operatoriUfficiali di Polizia Giudiziaria.Non esiste infatti un "lavoro" di un opera-tore di prevenzione che possa tralasciare laconoscenza anche di norme precise.

Rapporti tra Servizi e l'Autorità Giudi-ziariaLa rilevanza ed estrema delicatezza deicompiti da svolgere, si pensi ad esempioalla individuazione delle persone fisichecui attribuire la qualifica di "datore dilavoro" e la responsabilità di quanto accer-tato, anche in relazione ad eventuali dele-ghe attribuite ad altre persone, ed ai critericon i quali "giudicare" gli interventi dibonifica, impone a nostro avviso:• che le Procure della Repubblica presso le

Preture svolgano un preciso ruolo di in-dirizzo, partecipando anche a momentiinformativi e formativi degli operatori suquesto tema;

• che si individuino dei canali diretti tra iservizi e le Procure di riferimento peraffrontare tempestivamente i molti pro-blemi interpretativi che si porranno adoperatori dotati di una buona base tecni-ca ma eli una preparazione giuridica più omeno sommaria, quasi sempre autodi-datta;

• che i due sistemi informativi siano inter-facciati.

Il ruolo delle RegioniCome per altri campi di intervento, leRegioni sono chiamate a svolgere l'im-portante ruolo di indirizzo, formazione eprogrammazione (li risorse.In particolare occorre che ogni Regione siattivi per:• l'elaborazione tempestiva di linee guida

che affrontino i vari aspetti giuridici eindichino le procedure da attuare unifor-memente su tutto il territorio regionale;

• compiere uno sforzo straordinario per laformazione degli operatori, necessarioperaltro anche per una corretta interpre-tazione ed efficace applicazione del D .Lgs

626194, che sia in grado di coinvolgerliobbligatoriamente tutti;

• progettare al più presto un centro di do-cumentazione regionale sui rischi e dan-ni da lavoro con l'obiettivo prioritario dicostituire la banca dati sulle soluzioni dibonifica, da mettere in rete con le espe-rienze già attivate in altre Regioni edall'Ispesl;

• prevedere e stanziare in tempi brevissimile risorse per l'acquisizione del persona-le e delle attrezzature necessarie (pensia-mo banalmente anche a fax, videocamere,sistemi informatici, macchine fotografi-che) perché i servizi siano in grado diassolvere anche questi ulteriori compitiloro assegnati. A questo proposito si ri-corda la notevole distanza tra il numerodegli operatori in servizio e gli standardregionali a suo tempo deliberati a fronteperaltro di ulteriori compiti assegnati ne-gli ultimi anni con l'entrata in campodella normativa europea;

• attivare da subito le procedure per lanomina di tutti gli operatori ad UPG.

7

Page 11: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

CONSILIUMCONTRA AMIANTUM

di Franco Carnevale

La diffusione in Europa delle molte operedi argomento igienico scritte da arabi e letrascrizioni-traduzioni dal greco in latinodelle opere di Galeno sono all'origine deitanti Regimina sanitatis medioevali, ungenere letterario orientato verso la divul-gazione di regole di igiene individuale erivolto inizialmente alle persone di rangoe quindi anche ad altre più svantaggiate. Ilpiù noto di tali testi è sicuramente IlRegimen sanitatis salernitanum.In concomitanza con l'emergenza pesti-lenziale che caratterizzerà la seconda metàdel Trecento (la peste del Boccaccio è del1348) e poi il secolo successivo i "regimidi salute" evolvono in Regimina o Consiliacontra pestilentiam; si tratta di opuscoliuniversali, rivolti cioè, non a caso, a tutti,specializzati, dettati dall ' esperienza e dal

buon senso, anche se le conoscenze sul-l'agente causale della peste e sui meccani-smi reali del contagio da cui prendono lemosse sono ampiamente carenti o sbaglia-te. Famosi erano il Consilium de peste diGentile da Foligno che morirà di peste nel1348 epoi "Consilio contro la pestilenza",composto da Marsilio Ficino attorno al1480, il cui ventitreesimo ed ultimo capi-tolo è intitolato, come è noto, "Fuggipresto et di lungi et torna tardi".La prima "Dissertazione intorno all ' amian-to" la dobbiamo a tale Marchese UbertinoLandi, piacentino, capitano della guardiadella Serenissima Duchessa Vedova diParma, Dorotea di Neoburgo Farnese, ilquale la recitò in un giorno del 1725 pressol'Accademia Medico-fisica Matematica (lastessa "Dissertazione" verrà pubblicata a

Venezia, presso Zane, nella famosa Rac-colta del padre Calogerà, pp. 383--403,s.d., ma prima del 1730). 11 Landi riportatutte le citazioni, letterarie e non, di coloroche, dall'antichità, hanno menzionatol'amianto; ne esalta due "prodigioseproprietà"... "una che dagl'insulti del focaimmune andasse, l'altra che in fili svol-gendosi e sgomitolandosi a tesser tele attoindi fosse" (pag. 385). L'autore denunciaanche la presenza di amianto nella Biblio-teca Vaticana che dovrebbe (ancora?) tro-varsi in un'urna funebre acquisita e regala-ta alla Biblioteca da Clemente X1(pp. 391-392) e si preoccupa quindi, seguendoBaglivi, di collocare quella "fibra " (illinum vivum di Plinio) nel "regno deivegetabili": "L'amianto dunque è unaPiantarella che vegeta, cresce, e diramasi,composta di tenui filamenti, dritti, bian-chi, risplendenti, cristallini i quali agevol-mente si separano, e i quali da unaradichetta come noce ritonda, spuntano, egermogliano ed ella trovasi tra le Minieredell'Alume e perciò delle medesimealuminose esalazioni viene spalmata..."(pag. 396).Più di due secoli dopo, nel nuovo mondo,compare un'altra importante "Disserta-zione" sull'amianto (D.V Rosato,Asbestos, its industrial applications,Reinhold Publishing Corporation, NewYork 1959) che, "grazie alle informazionidelle molte industrie che hanno favorito lapreparazione del volume" (pag. IV), illu-stra la sua inarrestabile fortuna e le miglia-ia dei suoi non più sostituibili impieghi.Gli "Health and Safety factors" dell' amian-to sono trattati in circa mezza pagina (pp.21-22) su un totale di 207; mezza paginariempita di parole rassicuranti e quindiniente spazio per citare i lavori di Huepero di Merewether o di Doli sui tumoripolmonari tra i lavoratori dell'amiantooppure gli endoteliomi (mesoteliomi) diHochberg, oppure ancora i risultati (leiLaboratori Saranac (commissionati dalle"compan i es" dell'amianto) per troppo tem-po rimasti "confidenziali" e preliminarisulla cancerogenicità dell'amianto (vedi,per la ricostruzione di alcuni avvenimenti:D.E. Lilienfeld, The silente: the asbestosindustries and early occupational cancerresearch, a case study, Am. J. Pub. Health,81: 791-800, 1991).Gli anni '60, i primi anni '60, vedono duefenomeni procedere parallelamente: 1.l'impossibilità di non poter più considera-re come dubbia la cancerogenicità del-l'amianto, specialmente dopo la pubblica-zione dei risultati degli studi di Wagner del1960 e dopo la pubblicazione, avvenutanel 1965, degli atti del Convegno, tenutosinel 1964 e che aveva visto la partecipazio-ne attiva di tutti i paesi interessati ed anchedell'Italia rappresentata da Vigliani, dellaAcademy of Science di New York (vedi,

8

Page 12: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

per la ricostruzione di questi avvenimenti:F. Carnevale ed E. Chellini, Evoluzionedelle conoscenze ... Rass. Med. Lav. 29-30: 172-198, 1993); 2. un ulteriore grandebalzo in avanti (della quale rendono contole cifre delle importazioni del minerale)nella diffusione, anche in Italia, dell' amian-to, non soltanto nei materiali di costruzio-ne e quindi come cemento-amianto, maanche nelle coibentazioni, a spruzzo, conmateriale friabile, di edifici pubblici e dirotabili ferroviari e non tanto o non solocon crisotilo di Balangero ("product ofltaly"), quanto con amosite e crocidolite.La nozione medico-scientifica dellacancerogenicità dell'amianto sembra su-bita più che digerita dagli addetti ai lavori,al massimo relegata in pochi e gelosi am-biti sanitari ed accademici. La secondametà degli anni '60, ma anche il decenniosuccessivo, sembrano scorrere senza grandiemozioni, almeno per quanto riguarda lacancerogenicità dell'amianto; ad esem-pio, la coibentazione dei veicoli ferroviariprosegue i mperterrita, almeno sino al 1976.La cancerogenicità di alcune amine aro-matiche suscita un dibattito forse più acce-so che quella dell' amianto ed è fatta ogget-to anche di iniziative di prevenzione suffi-cientemente adeguate (anche se concet-tualmente abbastanza semplici), tendentialla loro sostituzione, che culminerannocon una norma, le famose circolariministeriali, capaci di congiungere cono-scenze scientifiche e buone procedure tec-niche applicative. Per l'amianto (ma an-che per altri cancerogeni come alcuni com-posti del cromo, derivati del petrolio, ecc.)il problema era ed è obiettivamente piùcomplesso, si tratta nel contempo di con-trastare colossali interessi economici e diconvincere la "società civile" a rinunciarea prodotti ritenuti utili, anzi indispensabi-li, nei confronti dei quali si è instaurataanche una sorta di confidenza; il problemarisultava aggravato, oltre che dalla diffi-coltà di trasporre nella pratica della pre-venzione delle particolari conoscenzescientifiche, quelle sulla cancerogenicità,dalla necessità di governare il "residuo" dicancerogenicità rappresentato, non sem-plici scheletri in un armadio, dall'amiantodi già utilizzato e non facilmente rimovibileed in più dal fatto di doverlo sostituire conaltre sostanze meno versatili ed alle voltepiù costose di quello e con prestazioninettamente inferiori e, per alcuni aspetti,anche pericolose.Ma il vero problema è rappresentato dalgenere di prevenzione che è richiesto percontrollare adeguatamente i possibili ef-fetti di una sostanza cancerogena comel'amianto. Tale attività di prevenzione devetener conto del fatto che la carcinogenesi sisostanzia in un processo in più stadi aventiognuna una diversa caratteristica biologi-ca; il primo o uno di questi stadi è rap-

presentato da una mutazione somatica ecioè da una alterazione genetica irreversi-bile dovuta ad un agente cancerogeno.Esiste una probabilità anche non elevata(ma non si può ragionevolmente afferma-re che non esista) che quella mutazionepossa essere causata persino da una dosebassa od anche molto bassa di canceroge-no; risulta pertanto estremamente difficilel'individuazione di una dose-soglia capa-ce con sicurezza di non produrre alcuneffetto. La difficoltà di individuare unatale soglia la si incontra, dovendo soprat-tutto tener conto di differenti suscettibilitàindividuali, anche nel caso di cancerogeniche agiscono con meccanismi diversi daquello genetico (cancerogeni epigenetici opromotori o non mutageni).I punti che seguono rappresentano i risul-tati dello sforzo (compiuto da alcuni tecni-ci della Azienda-Usl di Firenze) di con-giungere le informazioni scientifiche di-sponibili a norme vigenti, sufficientemen-te coerenti (Decreto Legislativo 277191 eLegge 257/92), al fine di stabilire indica-zioni pratiche ed applicabili di prevenzio-ne in una situazione reale, quella dei rota-bili ferroviari accantonati in attesa che siamesso definitivamente in sicurezzal'amianto spruzzato che vi è contenuto.1. La valutazione dell'inquinamento dafibre di amianto aerodisperso nelle aree diaccantonamento dei rotabili dismessi con-tenenti amianto in matrice friabile, deve

essere effettuata con criteri scientifici, te-nendo in debito conto la diversa tipologiadegli stessi.2. La valutazione deve essere effettuatanei luoghi circostanti, possibilmente ac-cessibili ai lavoratori compresi gli even-tuali addetti alla sorveglianza, al pubblicoe in prossimità di nuclei abitativi o diutilizzo pubblici.3. Qualora si dovesse evidenziare un in-quinamento da fibre di amianto prove-nienti dai rotabili in quantità superioreall'inquinamento di fondo dovranno esse-re individuate le fonti di emissione e as-sunti i provvedimenti del caso.4. I rotabili coibentati dismessi dovrannoessere esaminati visivamente uno per unoda personale specializzato ed istruito adeseguire questa particolare operazione edovrà essere compilata una scheda chedescrive la tipologia della coibentazione el'integrità della cassa, dei finestrini e deipannelli di sigillatura posti a sostituzionedi finestrini e porte rotti.5. I rotabili dismessi ed accantonati conpresenza di coibentazione in amianto nelsottocassa, se mettono in evidenza condi-zioni di degrado tale da poter rilasciareparti di coibente debbono essere sigillati inmodo che sia garantita la sosta e l'eventua-le movimentazione in condizioni di massi-ma sicurezza.6. Nel caso in cui vi siano fessurazioni,rotture anche di piccola entità, che metto-

9

Page 13: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

no in comunicazione diretta l'esterno delrotabile con la coibentazione, queste do-vranno essere immediatamente tampona-te. Lo stesso dovrà avvenire nei casi in cui]a sigillatura sia stata manomessa per attivandalici o per indebito utilizzo dei rotabi-li.7. Tutti i luoghi di accantonamento e depo-sito dei rotabili dovranno essere sottopostiad una costante ed accurata vigilanza ondeimpedire l'accesso di chicchessia all'in-terno e permettere una tempestiva segna-lazione per ripristinare la sigillatura.8. Eventuali interventi di sigillatura o dirispristino della stessa dovranno essereeffettuati in condizione di sicurezza per gliaddetti.9. I rotabili coibentati dismessi e accanto-nati dovranno essere debitamente etichet-tati al fine di segnalare a tutti coloro chedovranno intervenire per opere di manu-tenzione o riparazione ed a tutti quelli chesi trovino nelle immediate vicinanze, lapresenza di amianto in matrice friabilenella coibentazione.Qualsiasi confronto tra questi punti ed i"consigli" alto medioevali contro la pesteappare irriverente ma almeno un po' sug-gestivo. Irriverente per tanti ed ovvi moti-vi ma anche perché i primi, "i consiglicontro l'amianto", a differenza dei secon-di, scaturiscono da evidenze scientifiche,sono necessari, praticabili e debbono ri-sultare efficaci se applicati compiutamen-te, anche se, occorre ammetterlo, oltremo-do cautelativi per la maggioranza dellecondizioni di rischio considerate. E possi-

bile sostenere che le eccessive cautele,sperequate per qualcuno, forse, rispettoalla entità del rischio da controllare, po-trebbero essere allentate, o meglio rese piùmirate e dirette, qualora conoscessimo tut-to dei meccanismi di cancerogenesi ed inparticolare di quelli in cui possono esserecoinvolti i vari tipi di amianto. ll confrontotuttavia può risultare anche suggestivo edanche utile, certo dichiarando di eccederevolutamente in alcuni giudizi. Come intempo di peste, anche nel caso dell' amian-to ha avuto libertà di azione una cortemolto variopinta di consiglieri più o menointeressati che ci ha spiegato, mai precoce-mente: "Onde nasce la pestilenza et overegna " ... "Come si distende la peste ed inquali persone"... "De ' i segni dellapeste"..."Come si conserva dalla pesteper regola di vita...e per modo medicina-le". Anche con l'amianto c'è stato chivoleva continuare a mantenere dei privile-gi acquisiti anche a scapito della salutedegli altri; c 'è chi ha gridato "all'untore" echi ha manifestato l'incapacità di collega-re l'espressione delle proprie competenzeprofessionali con quella di altri tecnici; c'èstato spazio per atteggiamenti poco scien-tifici se non proprio magici od alchenici.Bisogna riconoscere infine che anche nelcaso dell'amianto, certo, in alcune realtà,si sono riproposti episodi non dissimili aquelli di cui parla Cipolla ne "Il burocrateed il marinaio" a proposito degli "Uffici diSanità", e cioè gli effetti di una vigilanzaora severa, ora burocratica, ora compia-cente, spesso inefficace.

Questa paginaviene letta da piùdi 10.000 persone.Non sono personescelte a caso, sonooperatoridella prevenzione,ricercatori,ambientalisti,pubbliciamministratori,sindacalisti,imprenditori,magistrati.Questa paginaserve a voi perparlare con loro.

Per informazioni riguardoalla pubblicità su SNOP:Pier Luigi OffrediH.P. P.ie.rre.Tel. e Fax 021393I0484

IO

Page 14: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

EUROPEAN OUTLOOKSNOPSHORT INTERIMREPORTFebruary 1995

SUMMARY

The period from July to September 1994has been characterised by a slackening ofactivities, due in part to normal summerpause, and in part to the fact that most ofthe project team has been involved in theorganisation of the 5th Work HazardConference (Riccione, October 7th-9th),even if Subsprint has been one of the issuesdiscussed in a specific workshop onsubstitution in such a Conference.Full time activities have restarted after theConference, and on October 21 st in Mode-na the first National Workshop has beenheld, with the participation of more than130 target people coming from the wholeCountry. The National Workshopsrepresented a good opportunity to establishnew contacts for the future activities.A part from this, a delay must be registeredin all activities involving schools, besidesthe first three one (Istituto Leonardo daVinci, Istituto Aldini Valeriani, IstitutoSan Zeno).An attempt to have a schools'meeting,organised by Istituto Leonardo Da Vinci,was unsuccessful, and because of that manytasks related to Result A have to be delayed.On the other hand, most of the tasks relatedto other Results have been reached or evensurpassed, and in some case also fina]tasks have already been achieved.Lost time regarding school connectedactivities should be recovered before theend of March 1995.On the printing shops' side, activities aregoing on and afterthelast summer seminar(Perugia June 3rd) before the end of theyear at ieast three demonstrations and se-minar will be organised printing shops.Very interesting developments are goingon the authorities' side, also relating to therecent (September 16th) introduction inItaly of the Frarnework Direttive ori Healthand Safety at Work (CEE 89/391) whichoblige employers to substitute dangeroussubstances with nondangerous or less-dangerous ones.Besides a presentation held in Rome (June23rd) for Lazio Region OccupationalHealth Services (which in italy substituteLabour lnspectorates regarding to theapplication of Health and Safety laws), the

Prevention Department of Parma (to whichOccupational Health, Public Health andEnvironmental Hygiene Services belong)decided to adopt a sector project on graphicindustry, in which substitution of VOCwith VCA is part, in connection withSUBSPRINT staff.As an aspect of such plan, an OHS in theBologna region enforced the substitutionby supporting it in formai prescriptions toemployers.There are yet some problems with theindustry employer association (Assografi-ci) which tifi now refuse to support orcollaborate in the project, mainly for pure"political reasons"; we trust to be able toconvince them to change their approach,but it must be said that theirposition doesn'taffect critically the project, because singleprinting shops (often even members ofAssografici), small and medium sizedenterprises' Associations and authoritiescollaborate strongly.New information sources and probablepartners have been identified, and newproducts bave been analysed in order toasses the composition, according toSubsprint VCA criteria, and the Italian listis continuously updated.A study on the ergonomic aspects of usingVCA has been performed in collaborationwith ENEA (National Board for Alternati-ve Energy), and has been distributed inEnglish at the Amsterdam meeting.Three article on trade journals have beenpublished, while SNOP magazine (4000copies every three months to target people)regularly publish the Subsprint newsletter.About information's gaps, stili we need to

know the exact composition of VCAadditives, in orderto evaluate their toxicity.Updates of the workplan are needed aboutschool connected activities. Whole tasksrelating to result A should anyway bereached before March 1995.Also for result E3 (draft ofrecommendations) a 5 months delay isnecessary (May 1995).in December 1994 three further initiativeswere organised:• a demonstration in a medium sized

printing shop in Fidenza (in which themain Italian Occupational Health reviewis a printed) , as apart of a wide project ledby the Prevention Department of the Par-ma area;

• a demonstration in a big printing industry,which is very attive on the field ofOccupational Health, Safety and Envi-ronmental Protection matters (printing alot of texts and handbooks);

• a very successful demonstration in aNewspaper Printing Plant in Florence:"La Nazione", 200.000 copies every day .In this printing plant workers found avery interesting way to optimise the useof VCA also from the point of view ofsaving time with a new workingorganisation during cleaning operations.

In February 1995 new subcontracts weresubscribed with two suppliers: Fora s.r.l.,which distributes Novasol N, and DicGraphlito s.r.l., which distributes Vegeol.A new successful demonstration in anewspaper printing plant has beenorganised on Feb. 24th in Verona: fournewspaper are printed daily, a total of210.000 copies.

Page 15: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

EUROPEAN

AFTERTHE 5THCONFERENCE

The 5th Conference has been, form theorganisational point of view, afu]] success:more than 250 delegates joined Riccione,coming from all European Countries,jointly with observers from Belarus, USA,Japan, South Africa, Brazil.Fifteen workshops deeply discussedspecific issues, producing provisionaldocuments which were distributed, both inEnglish and Italian, in the final plenarysession on October 9th.The final documents will be collected inthe proceedings, published by Emilia Ro-magna Region, and edited by MarcoBiocca, workshops' co-ordinator.All members of the European Networkacknowledge the organisational effortsperformed by SNOP, a job which will behard to repeat,as admitted by ourEuropeancolleagues, in such way that during Londonmeeting (January 1995) the DutchNetwork, natural candidate to organise the6th Conference after we gained the 5th inValencia on January 1993, asked to makea feasibility study before deciding toorganise the next in Amsterdam. The fina)decision will be taken next June inCopenhagen and, as a consequence, the6th Conference won't be held before 1997.We have to thank all co-organisers for thesuccess: Emilia Romagna Region, CgilCiel-Uil Trade Unions, Rimini HealthDistrict. But, in particular, we want tothank the persons who make possible thesuccess by their work, which sometimesreached real stakhanovistic levels:In Italy: Paola Bertoli (SNOP), VivianaMontanari an Marco Tiboni (AdriapointAgency), Loris Fabbri (RiminiOccupational health Service), RobertoBattaglia and Gino Rubini (Cgil TU),Marco Biocca (Emilia Romagna RegionDocumentation Centre) and, let me say,myself.Abroad: Mick Williams,Simon Pickvance,.lini Swan,PietervanBroekhuizen,Thomas

Jacobsen, Steen Sioland, Frank Barry,Henning Wridt, Cornelia Peters, GerhardElsigan, Rafael Gadea, Matti Sundquist.A part form organisational matters, theevaluation in order to contexts and goals ismore complicated.About goals, it must be said that theConference recognised common anddifferent goals for the Network and forSNOP.The principal aim of the European WorkHazard Network, to which SNOP belongssince Copenhagen Conference (1990), isto set up a network between experts andworkers in order to Occupational Safetyand Health matters, a part from (but notagainst) traditional official channels, bothAcademic and TU. ones.The principle is to put in contact realexperts with real workers on the field ofSafety and Health at work, allo byorganising and supporting specificsubnetworks which should be able toproceed alone.Organising a big Conference every twoyears has the aim to facilitate experts andworkers to meet each other, with theobjective to evaluate the work of thesubnetworks and to set-up new ones:Subsprint project, for instance, is a "son"of the Sheffield Conference.From this pointofview the 5th Conferencehas reached its goal: a two years preparatorywork permitted to join in Riccione havinga good background which was recognisablein the final provisional documentsdistributed at the end of the Conference.In the saure time new issues were discussed

and new subnetworks have been set-up,with continuos contacts, informationexchanges and activities: we ' 11 follow themin the future and we'll inform you aboutthem by SNOP representatives directlyinvolved.Furthermore we failed one important goal,which were one of the reason to organise inItaly the Conference: the opportunity toenlarge the field of action of the Networkby involving Southern Countries,particularly Spain, Portugal and Greece.Wc thought that organising the Conferencein Italy could facilitate the participationform those Countries, but wc wasn'tsuccessful in it (a pari from Spain, whichwas already a mcmber of the Network)despite of the availability of money toinvite Southern Countries' representatives,mainly because of the absolute lacking ofany contacts with such Countries.We must say that wc trusted in a activesupport by ltalian and Spanish TradeUnions, but it wasn't the case: we think ithas been a lost opportunity.The European Work Hazard Network is aquite miscellaneous group, with a lot ofdifferences among its members and theirnational contexts: in some cases, as inSpain and Ireland, Tradc Unions directlyjoin the Network, even if by mean ofspecific bodies or offices; in some cases(Great Britain) we have institutions andgroups vcry dose to TU. oreven supportedby them (TUSC, SOHP, London HazardCentre, WHIN); in Denmark the AAAGroup is composed by experts andtechnicians who are TU. "consultante"; in

12

Page 16: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

OUTL00K

The Nethcrlands we have a spontaneousnetwork linked to Chemiewinkel and theUniversity of Amsterdam; in Finland andAustria the Network is represented hyLabour lnspcctors, Doctors andTechnicians withoutparticularrelationshipwith TU.; in Germany the Arbeit andGesundheit Group is often in disagree meniwith TU.In Italy we have the only case of a ScientificAssociation composed by PreventionProfessionals, which often has a strictcollaboration relationship with TU., but iscompletely independent from them, andwithout direct relationship (as Association)with single workers or grassroots groups.As the main goal of the Network is to putin contact workers and experts, one of the5th Conferente tasks was to facilitate theexchange of experience between Italianworkers and their foreign colleagues.This should have been the sesse of theinvolvement of TU. in organising theConference, besides the official opcningspecch made by Carlo Fabio Canapa andthe very important organisational andfinancial suppor' pcrformcd by our TU.friends Roberto Battaglia, Gino Rubini,

Gabriella Galli, Gloria Malaspina, Elisa-betta Ratnat, Amalio Rosati, Cecilia Bri-ghi, Luisa Bendettini and others.In reality we failed also this goal.The initial agreement was that at least 50%of the Ital ian delegation should have beenorgan ised hy Trade Unions, which actuallywas trae; in reality about one third of theTU. delegation was made by professionalssent as TU. representatives, while theremaining two thirds were quite entirelyTU. centra] and peripheral officers.During the Conference we could see thatwhile in the largest foreign delegations(British, Danish and Dutch ones) it waspossible tofindrea] workersbesides expertsand "academics" (ask to Claudio Calabresiand Umberto Laureni about their hardapproach with Amsterdam docks workcrs),it was very hard to meet "real" Italianworkers.It could have been an extraordinaryopportunity, also for TU., to "socialise"experiences at the European leve', in astimulating contcxt, among workers whowant to became protagonist in the filcd ofhealth and safety at work.Also during the activists' meeting after the

end of the Conferente (mostly British,Dutch and Danish delegates participated)there were some complaints about the lostopportunity to meet Italian workers, alsoduring workplaces' visits.Maybe also we (SNOP) failed to underlinedmore strongly, during our contacts withTU., the need of a largcr involvement ofworkers and delegates in the Conferente;furthcrmore we think that this experiencemusi be taken in account for the future.SNOP wants to continue to be member ofthe European Network, because wc trust intheir goals and principles: to create aconceptual and "physical" piace in whichworkers and expcrts can meet without themediation of academic, technical or TU.structures.This doesn't mean that we think that TU.or Scientific Structures aren't necessary:not at al]!.But we believe that lnstitutions can'tcompletely fili the need by workers to"take in their hands" their health, also bydirectly contacting experts; and we thinkthat experts should sometimes directly meetworkers to properly test their practice andtheories.The 5th Conferente represented a greatexperience, both for participants andorganisers.Besides criticism and evaluations, weexperienced agreat satisfaction both amongItalians and Foreign participants, due tothe consciousness to belong to a greaterfamily, in an Europe (and a world)becoming more and more a global village.We register great differences in practicesand cultures, but also a lot of commonpoint of v iew and a great need ofknowledgeand experience exchange.People who participated in the workshopsand sector meetings, such as "singles" andlittle groups keep in touch , an the EuropeanNetwork represent an important support:ant this is, actually, its mission.We all must try to learn, also from errors:in this way the Riccione Conferente willrepresent a milestone in the process of"Organising The Change" in the field ofrelationship between work, health andsafety.

Graziano Frigeri

13

Page 17: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

ISTANTANEEDEL RIORDINORelazione presentata al convegno di Parma del 16.3.1995dl Francesco Garufi e Fulvio Longo

Il compito affidatoci di descrivere la situa-zione si è presentato problematico per ladifficoltà di reperire notizie sulla realeapplicazione nelle Regioni della nuovanormativa prevista dal D.Lgs 517193 , stanteche buona parte delle Regioni hanno com-pletato l'iter di approvazione solo l'ultimogiorno utile, e cioè 1'8 marzo.In questa relazione esamineremo essen-zialmente la parte del sistema di preven-zione relativa al Dipartimento dato che,per quanto riguarda le leggi regionali diistituzione delle Agenzie regionali di cuiall'art. 3 della L.n. 61194 risultano ad oggiapprovate (mentre scriviamo) soltantoquelle della Liguria, della Toscana, delPiemonte, dell'Emilia Romagna e delLazio.

Dipartimento di PrevenzioneGli elementi considerati per ogni regionesono stati i seguenti:• numero delle UU .SS .LL. prima e dopo la

legge del riordino;• esistenza di una legge già approvata che

prevedesse il Dipartimento di Preven-zione;

• individuazione del numero e del tipo diServizi previsti nel Dipartimento, in rela-

zione a quanto individuato dall'art. 8 delD.Lgs 517193;

• grado di autonomia del Dipartimentodall'azienda con particolare riferimentoall'autonomia finanziaria;

• rapporti tra Dipartimento e Distretto.Alcuni di questi dati sono evidenziabili nelquadro sinottico (pubblicato a pag. 15).Abbiamo una complessiva e generalizzatariduzione del numero delle USL in tutte leregioni.Sostanzialmente tutte le Regioni trannel'Abruzzo, il Molise, la Sicilia, le Marchee la Provincia autonoma di Bolzano preve-dono con una legge l'istituzione del Dipar-timento; va precisato che per la Sicilial'assenza dell'articolato sul Dipartimentonella Legge di riordino del Servizio sanita-rio è conseguenza dell'emanazione dellalegge in data antecedente al D .Lgs 517193e che comunque nella stessa legge si ri-manda ad una contestuale istituzione del-l'Arpa e del Dipartimento.Nove Regioni prevedono l'autonomia fi-nanziaria del Dipartimento; le altre dannoal Dipartimento un'autonomia di tipo fun-zionale.Per quanto riguarda l'articolazione internain Servizi, per quelli sanitari quasi tutte le

Regioni prevedono tre Servizi come pre-visto dal D .Lgs 517193, tranne la Sardegna(4) e la Campania (5); per i Servizi veteri-nari in sei regioni è previsto un numero diServizi superiore ad uno (articolato in trearee).Dalla lettura dei testi delle leggi regionaliemergono alcuni aspetti interessanti c par-ticolari.La Regione Sardegna individua due dipar-timenti per lo svolgimento delle attivitàsanitarie dell'azienda USL e precisamenteil Dipartimento di Prevenzione ed il Di-partimento di diagnosi, cura e riabilitazio-ne. In quello di prevenzione possono esse-re istituiti un massimo di sette Servizi(quattro sanitari e tre veterinari).In particolare si prevede, oltre ai Servizisanitari previsti dal D. Lgs 517193 anchel'istituzione di un Servizio di "igiene urba-nistica, edilizia e degli ambienti confina-ti"; inoltre il Servizio di Igiene e SanitàPubblica comprende anche l'epidemiolo-gia, la medicina scolastica, la medicinasportiva, l'educazione sanitaria e la medi-cina legale.Nella stessa legge la figura del responsabi-le di Dipartimento ha funzioni di coordi-namento delle attività dei Servizi e deisettori nei quali si articolano i Servizi, manon è obbligatoria e può essere istituita dalDirettore Generale per "esigenze funzio-nali".La Regione Liguria individua come strut-ture fondamentali dell'azienda USL treAree dipartimentali, tra le quali l ' area del-le attività di prevenzione, che si articolanoin unità operative a loro volta subarticolatein nuclei operativi; le U.O. individuatecorrispondono ai Servizi previsti dal D.Lgs .517193; è da rilevare l'inserimentonell'U.O. di Prevenzione e sicurezza negliambienti di lavoro del nucleo operativo"Sicurezza impiantistica ed antinfortuni-stica". Questo nucleo operativo dovrebberecepire le funzioni dell'omologo Settoredel P.M.P, in transito verso l'agenzia Re-gionale.

l4

Page 18: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

L'Area dipartimentale di prevenzione èdiretta dal Direttore Sanitario dell'aziendaUSL mentre le U.O. (dotate di autonomiaamministrativa,organizzativa, tecnico fun-zionale e tecnico operativa) sono dirette daun dipendente del ruolo sanitario apparte-nente al secondo livello dirigenziale no-minato dal Direttore Generale secondo icriteri del D.Lgs 29193.Tra i modelli che abbiamo riscontrato quel-lo della Regione Toscana si presenta il più"anomalo" rispetto al quadro nazionale, inquanto il Dipartimento di Prevenzione siarticola a livello di "zona" in aree funzio-nali che raccolgono al proprio interno levarie strutture organizzative prevalente-mente monoprofessionali.Ci troviamo di fronte ad uno sforzo divalorizzazione delle diverse professiona-lità che operano ciascuno nel proprio spe-cifico alla costruzione di quel processounitario che è la Prevenzione.Quanto ciò possa favorire una cultura di-partimentale interdisciplinare, di supera-mento in sostanza di logiche di apparte-nenza (a Servizi o a professioni) è tutto daverificare attraverso i regolamenti e so-prattutto la prassi degli interventi quoti-diani.La Regione Umbria tra i Servizi del Dipar-timento inserisce il Servizio di "Preven-zione e Sicurezza negli ambienti di vita edi lavoro" strutturato in aree funzionali sulmodello precedentemente esposto.

Tab. I : Stato di Attuazione della legge sui Dipartimenti di Prevenzione

Regioni n. ASL Servizi Dip Autonomia Dip L.R. AgenziaPiemonte Da 63 a 22 3 + I Funzionale SìLiguria _ Da 20 a 5 3 + 2 _ Funzionale SìLombardia Da 80 a 44 3 + I Funzionale NoVeneto Da 36 a 22 3 + I Finanziaria NoFriuli Da 12 a 6 3 + I Finanziaria NoProv. Bolzano Da 4 a 4 No No NoToscana Da 40 a I2 3 + I Finanziaria SìEmilia Romagna Da 41 a I3 2 + I Finanziaria SìLazio Da 51 a 12 3 + I Finanziaria SìMarche Da 24 a I3 No No NoUmbria Da 12 a 5 3 + I Funzionale NoSardegna Da 22 a 8 4 + 3 Funzionale NoPuglia Da 55 a 12 3 + 3 Finanziaria NoSicilia Da 62 a 9 No No NoCalabria Da 31 a I I _ 3 + I Finanziaria NoCampania Da 61 a 13 5 + 3 Finanziaria NoAbruzzo Da 15 a 6 No No NoMolise Da 7 a 4 No No_ NoBasilicata Da 7 a 5 Al Psr Finanziaria No

15

Page 19: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

Questo è uno dei rari casi di modifica delladenominazione di un Servizio, così comeprevista dal 517/93. L'inserimento dellaparola "di vita" farebbe pensare ad untentativo di aggirare l'esito referendarioche ha cancellato tale edizione e le relativefunzioni dalla legge di riforma sanitariadel 1978. Per queste ragioni il Commissa-rio di Governo l'ha fatta cancellare dallaLegge di riordino della Regione Pugliache analogamente aveva inserito la parola"di vita" nel testo della legge. Lo scopo diquesto inserimento, tuttavia, sarebbe unaltro e cioè quello di offrire il Servizio,quello contenitore per il settoreimpiantistico- antinfortunistico del P.M.P.In questa panoramica dobbiamo citareanche la Regione Emilia Romagna che haunificato il Servizio di Igiene Pubblica conil Servizio di Igiene degli alimenti, ridu-cendo a due quindi i Servizi dell'areamedica.La Regione Campania prevede, invece,ben otto Servizi del Dipartimento (5 Sani-tari e 3 Veterinari); in particolare vieneprevisto oltre al Servizio di Prevenzione eSicurezza degli Ambienti di Lavoro, unServizio di Igiene e Medicina del lavoro lecui funzioni non vengono meglio specifi-cate. Anche questo rappresenta un tentati-vo di trovare una più congrua collocazioneal Settore impiantistico del PMP, rispettoal passaggio nella Agenzia.Gli aspetti sicuramente più problematicirelativi al funzionamento del Dipartimen-to sono rappresentati, come già evidenzia-to da Graziano Frigeri nella sua relazioneintroduttiva del seminario sul Dipartimen-to tenutosi a Bologna nel marzo 1993. dalrapporto Dipartimento/Servizio e nell'am-bito dell' organizzazione USL dal rapporto

dipartimenti/distretti; su quest'ultimoaspetto tra l'altro il D.Lgs 517193 non dàalcuna indicazione.A proposito di questi due aspetti Frigeriaffermava che bisognava tendere ad iden-tificare sempre più nel Dipartimento esempre meno nei Servizi il centro pesanteed il luogo di programmazione delle attivi-tà e a non pensare ad un'articolazioneterritoriale in funzione meramente esecu-tiva bensì ad un ambito in cui si esercitiattività di programmazione locale ovvia-mente nell'ambito della programmazionedipartimentale.Dalla lettura delle leggi si rivela come taliaspetti organizzativi e relazionali venganodemandati ad atti amministrativi quali li-nee guida a livello regionale e regolamentidi USL; in qualche caso si rimanda alPiano Sanitario RegionaleSi rileva nella legge della RegioneCampania un riferimento normativo quan-do si legge che si assegnano ai Servizi delDipartimento compiti di programmazio-ne, coordinamento tecnico e controllo del-le attività territoriali operative da svolger-si nei distretti.Linee guida sono state già emanate dallaRegione Emilia Romagna e sono in fase diemanazione in altre Regioni quali tra lealtre il Veneto e la Puglia. Tali atti ammi-nistrativi rappresentano il vero strumentooperativo che può permettere il decollodell'attività del Dipartimento in una pro-spettiva caratterizzata dal superamentodella logica dei Servizi separati con l'attri-buzione al Dipartimento degli aspetti pro-grammatori e di integrazione attraversopiani di lavoro comuni tra i Servizi, conconseguenti procedure per la realizzazio-ne delle attività.

E attraverso questi strumenti di indirizzoche verranno delineati quei caratteri delDipartimento ("forte" o "leggero"), ad ogginon desumibili attraverso la semplice let-tura dei testi di legge.Il quadro complessivo che scaturisce daquesta lettura mostra ancora una voltaquanto abbia prevalso la necessità di adat-tare una legge quadro alla realtà che si èandata strutturando in forme diverse inciascuna Regione. Per cui abbiamo ilriazzonamento delle nuove USL, in alcunicasi su base provinciale, in altre su baseintraprovinciale ed in altri casi in formamista. In alcune Regioni il nuovo modellodi riorganizzazione in forma dipartimen-tale rappresenta l'occasione per una ripre-sa dell'iniziativa in questo campo, pensia-mo ad alcune Regioni meridionali, anchese è difficile immaginare la costituzioneex -novo dei cinque Servizi nella RegioneCampania dove siamo all'incirca all'annozero.Stiamo assistendo a significative esercita-zioni di ingegneria istituzionale attornoall'ipotesi dipartimentale, tuttavia saran-no i regolamenti e soprattutto i piani sani-tari ed al loro interno i progetti obiettivispecifici per la prevenzione, le cartine ditornasole per la verifica delle volontà realidi cambiamento e costruzione del nuovo.Per questo è opportuno anche come Snopaprire un osservatorio su quanto verrà com-pletamente messo in atto in termini diattribuzione di risorse, di personale e so-prattutto per quanto riguarda i modellioperativi che si affermeranno. I cambia-menti che abbiamo davanti sono tali che anostro avviso impongono da parte nostrauna nuova "Operazione Prevenzione" inchiave dipartimentale, una specie diautoradiografia del cambiamento.Abbiamo di fronte l'occasione e la neces-sità di sviluppare al massimo il mandatoistituzionale attribuito al Dipartimento diPrevenzione, quale casa comune deglioperatori della prevenzione, che in unalogica di unitarietà degli interventi, ma oraanche in funzione dei processi economiciche sottendono l'aziendalizzazione delleUSL, devono fare crescere la cultura delDipartimento.

AGENZIE REGIONALI (Arpa)Ad oggi risultano approvate le leggi soloin Toscana, Emilia Romagna, Lazio, Li-guria e Piemonte; leggi che per altro devo-no ancora superare il vaglio del Commis-sario di Governo, nonostante per alcunesia già passato da tempo il limite tempora-le stabilito dalla legge 61/94. In quasi tuttele Regioni sono state elaborate proposte,alcune delle quali sono in discussione neiconsigli regionali, di queste proposte esi-stono numerosissime bozze anche in unasingola Regione e pertanto è difficile ave-re un quadro completo cd esaustivo perpoter estrapolare dei dati univoci.

16

Page 20: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

Pur nelle notevoli diversità delle proposte,facendo riferimento temporale al gennaio1995, dall'esame delle proposte delle Re-gioni Veneto, Lombardia, Emilia Roma-gna, Liguria e Puglia è possibile eviden-ziare alcuni punti in comune (pur avendopresente la possibilità di essere già supera-ti dagli eventi):• multireferenzial ità dell 'agenzia regiona-

le;• obbligatorietà da parte di province, re-

gioni, comuni, USL di avvalersi dellestrutture dell'Arpa con il divieto di crea-re una doppia rete di laboratori;

• distinzione tra funzioni amministrativeche rimangono in carico dei vari soggettiistituzionali e funzioni tecniche svoltedall'agenzia;

• personalità giuridica pubblica e autono-mia tecnica, amministrativa e contabiledell ' agenzia;

• comitati di indirizzo e coordinamentoprevisti sia a livello centrale (regionale)che decentrato (provinciale) per permet-tere il coordinamento tra prevenzioneambientale e sanitaria.

Sullo sfondo di queste problematiche ruo-ta la questione non meno importante dellacollocazione del personale degli ex PMPche dovrebbe secondo una interpretazioneletterale della Legge 61194 passare tuttonell'Agenzia. Secondo, invece, una inter-pretazione della legge in un' ottica referen-daria, il personale del settore impiantistico- antinfortunistico svolgendo compiti pre-valenti in materia di igiene e sicurezza dellavoro potrebbe restare nel Dipartimentodelle USL.Un'altra questione viene dibattuta con uncerto accanimento e riguarda l 'obbligato-rietà di avvalersi delle strutture tecniche,strumentali e di laboratorio delle Agenzie,da parte delle USL e dei relativi Diparti-menti di Prevenzione. In regime diaziendalizzazione, sia delle Agenzie, siadelle nuove USL si introduce così un fortevincolo dal risvolto anche economico, taleda poter determinare un soffocamento del-le già esigue risorse a disposizione dellaprevenzione. Essendo l'Agenzia esternaal SSN si avrebbe un regime di monopolioa costi obbligati e senza quella garanzia diqualità che solo in regime di concorrenza(anche solo pubblica) è in grado di garan-tire. D'altronde tutte le prestazioni delSSN oggi vengono erogate in concorrenzatra loro e con il privato sia sul versantedella qualità che sul versante della econo-micità. Fermo restando il divieto di costi-tuire ex - novo una rete parallela di labora-tori, andrebbero utilizzati al meglio quelliesistenti.Non è stato possibile prendere visionedelle leggi approvate tutte mentre veniva-no redatte queste note e ne parleremo sulprossimo numero.

E in discussione in questi giorni il recepi-mento della direttiva cantieri: quando illettore leggerà queste note con ogni proba-bilità si saprà con certezza se i tempiristrettissimi che rimangono per il recepi-mento saranno stati sufficienti o dovràessere rimandato ulteriormente il recepi-mento .Abbiamo avuto modo di esaminare alcunebozze di recepimento approntate dal Mini-stero del lavoro. Ci sono stati anche incon-tri di consultazione con le parti sociali e leRegioni. Snop è interessata anche comecomponente della Consulta.Le impressioni, che ovviamente non pos-sono essere definitive, sono improntatealla preoccupazione perché non sembrache si stia costruendo uno strumento ido-neo a perseguire l'obiettivo, che rimanepur sempre la riduzione degli infortuni edelle malattie professionali in un settoreche è ai primi posti nelle statistiche nazio-nali ed europee.

La novità sostanziale contenuta nella Di-rettiva della Comunità europea, riguardalo spostamento di responsabilità a livellodel committente, che deve incaricare deicoordinatori in materia di sicurezza e salu-te già in fase di concezione dell'opera, conil compito di progettare in sicurezza.L'impresa dovrà seguire le linee indicatedal committente il quale controllerà cheeffettivamente siano rispettate durante lafase esecutiva. Appare scontato inoltreche l'impresa dovrà rispettare le regoleintrodotte dal D.Leg. 626194, in particola-re per quanto riguarda il coinvolgimentodei soggetti protagonisti della prevenzio-ne, e cioè il responsabile del servizio diprevenzione e protezione, il rappresentan-te dei lavoratori in materia di sicurezza esalute e il medico competente. Nella bozzache sta circolando si prevede per il com-mittente la possibilità di redigere, tramiteil suo coordinatore, il piano di sicurezza esalute oppure di farlo redigere dall' impre-

DIRE 111VA 92157CANTIERITEMPORANEIO MOBILI

17

Page 21: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

sa appaltatrice; con questa possibilità didelega si allontana di fatto la citata grandenovità voluta dalla Direttiva, cioè l'obbli-go di programmare la prevenzione già infase di concezione dell'opera.Il piano di sicurezza e salute è inoltreconsiderato come il superamento di troppiobblighi previsti dal 626; è previsto infattiche sia inviato ai rappresentanti per lasicurezza prima dell'inizio dei lavori, eche questi possano semplicemente chiede-re chiarimenti e formulare proposte, svuo-tando di importanza il coinvolgimento pre-visto dal 626.Anche il medico competente può, a suoesclusivo giudizio ,sostituire il sopralluogoin cantiere con l'esame del piano.Salta completamente lariunione periodicadi prevenzione e protezione dei rischi dicui all'art. 11 del 626 per tutti i cantieri,con durata inferiore all'anno.Esiste un'ambiguità di fondo al campo diapplicazione, cioè al tipo di cantiere sog-getto all'obbligo di notifica preliminare datrasmettere all'Organo di vigilanza e per ilquale il committente ètenuto a designare ilcoordinatore per la progettazione e poi,prima di affidare i lavori, il coordinatoreper l'esecuzione: nella bozza infatti si re-stringe il campo ai cantieri con duratapresunta dei lavori superiore a 30 giornilavorativi e in cui sono occupati più di 20lavoratori, oppure, ai cantieri che compor-tano rischi particolari, come da elencoallegato, nel quale però è indicata una seriedi rischi talmente ampia da comprendereogni tipo di opera.E chiaro a tutti che se si imposta una leggea misura dei cantieri con più di 20 lavora-tori e con durata presunta superiore almese, si sbaglia obbiettivo, poiché il 90%delle Imprese italiane ha meno di 10 di-pendenti e vi sono opere anche consistentiche durano presumibilmente meno di unmese. E sembra quantomeno singolare re-cuperare questa enorme massa di cantierisolo con il mezzo dell'allegato.Un'ulteriore limitazione di campo si pro-spetta quando si limita l'obbligo della riu-nione periodica prevista dall'art. 1.1 del D.Leg. 626 ai cantieri con la durata presuntasuperiore all'anno, negli altri casi vi deveessere una motivata richiesta del rappre-sentante della sicurezza. Anche in questocaso, se passasse questa impostazione, sisvuoterebbe di significato sia la Dir. 92157sia il D. Leg. 626, poiché il bisogno mag-giore di riunire i nuovi soggetti della pre-venzione si ha proprio dove i cantieri sonodi piccole dimensioni e dove la sicurezza ela salute dei lavoratori sono spesso trascu-rate.Oltre alle osservazioni alle bozze di decre-to di recepimento sopra illustrate Snop hagià da tempo diffuso e portato a conoscen-za del Ministero del lavoro tramite le Re-gioni e la Ciip alcune questioni che sonosintetizzabili come segue.

L'obbligo di notifica preliminare (art. 3della Direttiva) deve diventare uno stru-mento utile per programmare la vigilanzadel comparto.A tale scopo la notifica all'USL deve esse-re tempestiva, cioè inviata contestualmen-te, o immediatamente prima, all'aperturadel cantiere e non genericamente "almeno15 giorni prima" dell'inizio lavori. Solo inquesto modo si potrà avere un quadro realedei cantieri effettivamente operanti e dellatipologia di rischio presente in ogni mo-mento sul territorio di competenza.La notifica deve riguardare anche le picco-le imprese, e per questo proponiamo unlimite di 3 persone per 5 giorni lavorativi,escludendo solo i lavori piccolissimi, chenon saremmo comunque in grado di con-trollare. Il carico per le Imprese è di pococonto ed i Servizi di prevenzione potrannoprogrammare la vigilanza scegliendo icantieri secondo criteri predefiniti.Il fascicolo adattato di cui all'art.5 letterac della Direttiva è un importantissimo ele-

mento di novità: si prevede la costruzionedi una specie di libretto di manutenzioneper eseguire le opere successive in sicu-rezza e per la salvaguardia di chi userà ilmanufatto. Sarebbe da definire fin da subi-to un elenco di elementi minimi da inserirenel fascicolo per operazioni successive arischio (sicurezza per la manutenzione deitetti, pulizia di vetrate e facciate, scavi incaso di pericoli di frane e con falde arischio, manutenzione di impianti elettri-ci, idraulici, ecc.), senza rimandare total-mente a decreti successivi l'individuazio-ne dei contenuti. Il fascicolo dovrebbeessere consegnato assieme all'opera.Un ruolo importante deve essere previstoper il medico competente che va coinvol-to nell ' analisi dei rischi, nell ' attività diinformazione e di formazione dei lavora-tori, e per il quale ve mantenuto l'obbligodi visitare i cantieri dell'impresa (o alme-no uno dei cantieri più rappresentativi deltipo di opere svolte) due volte all'annocome previsto dall'art. 17 h) del D. Leg.626. Solo in tale modo ha la possibilità dicontribuire con il datore di lavoro e con ilservizio di prevenzione e protezione "allapredisposizione dell'attuazione delle mi-sure per la tutela della salute e dell' integri-tà psico-fisica dei lavoratori".Il riferimento deve essere l'impresa e nonil singolo cantiere, altrimenti si rendereb-be impossibile questo tipo di attività.Si propone inoltre, data la complessità e lavariabilità dei rischi presenti nell'edilizia,di inserire l'obbligo di un controllo sani-tario annuale, fatto salvo l'obbligo diperiodicità più ravvicinate per rischi spe-cifici normati da altre leggi.Infine, in considerazione della difficoltà,relativamente al rischio rumore, di appl i-care il 277191 in edilizia a causa dellagrande variabilità e aleatorietà dei tempi diesposizione dei lavoratori e dell'assolutaimpossibilità dell'organo di vigilanza dicontrollare questi tempi, mentre invecenon ha nessuna difficoltà misurare i livellisonori degli impianti e delle attrezzature,sui quali ogni singola impresa può interve-nire, se del caso, con la riduzione delrischio alla fonte, si ritiene importanteinserire un articolo specifico così articola-to:"Le misurazioni del rumore dovranno ri-guardare i macchinari e gli impianti del-l'impresa (non necessariamente del can-tiere) e dovranno rispettare il dispostodell'allegato VI del D.Leg. 277/91. Nelcaso di lavoratori adibiti ad operazioni ecompiti variabili nel corso della vita delcantiere, per la definizione dell'esposizio-ne quotidiana personale è possibile fareriferimento ai tempi di esposizione permansione indicati da enti e organismi ri-conosciuti, riportandone il riferimento nelrapporto di valutazione".

Flavio Coato

18

Page 22: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

MODENA 1995LA PAROLAAGLI OPERATORI

Il 2 febbraio 1995 si è tenuto a Modena, suiniziativa della Snop Regionale e con ilcontributo dell' Assessorato alla Sanità del-la Regione Emilia Romagna, un seminariosul tema: "Lavorare nell'area della pre-venzione: distretto, dipartimento,ARPA.ER . La parola agli operatori".Nelle intenzioni dei promotori dell'inizia-tiva si voleva rendere disponibile agli ope-ratori dei Servizi di prevenzione una tribu-na da cui poter esprimere liberamente leproprie riflessioni e proposte in relazioneai profondi cambiamenti in atto nell'orga-nizzazione del lavoro.Il Direttivo Regionale della Snop avevainvitato con comunicazione scritta, tutti iresponsabili dei Servizi di prevenzionedella Regione Emilia Romagna ad esserepresenti, non come oratori ma come pub-blico per ascoltare le considerazioni svoltedall'interno dei Servizi, da quelle profes-sioni che concorrono tra loro a tutelare lasalute e la sicurezza della collettività.Si è voluto quindi fermarsi a riflettere, percercare ed adottare soluzioni che consen-tano di non disperdere il patrimonio dicapacità e risorse umane cresciute in que-sti anni all'interno dei Servizi di preven-zione.Quel giorno a Modena si sono visti inproporzione più dirigenti che operatori,c'è chi dice perché l'informazione non ècircolata, chi dà la colpa ai permessi chenon sono stati concessi, e chi pensa che lamancanza dei soliti oratori ufficiali, di chiconta sia per l'immagine che per il conte-nuto di ciò che dice, abbia abbassato laforza di richiamo della manifestazione.Qualche ben informato inoltre spiega chegli operatori pensano che i giochi siano giàfatti, in questa rivoluzione dall'alto delsistema di prevenzione regionale, e quindinon valga la pena perder tempo a fareosservazioni che resterebbero inascoltatedai pochi che hanno realmente il potere didecidere sul futuro dei Servizi e delleprofessioni.Se quest'ultima osservazione è fondatamagari solo in parte, come molti di noiritengono, è meglio rallentare la corsa, checi ha freneticamente coinvolto in questiultimi tempi per stare dentro al cambia-mento in atto nel sistema sanitario e per cuiabbiamo accettato e cercato di giocare conle nuove regole dell'aziendalismo e deldirigismo, dimenticando o trascurando

l'importanza della partecipazione deglioperatori, ed anche dei cittadini, per l'af-fermazione di un metodo di lavoro miglio-re di quello finora conosciuto.Senza il concorso attivo e propositivo dichi lavora nei Servizi ,e di chi ne usufruisce,l'affermazione di tutti quei dirigenti pro-venienti dalla sanità pubblica, che hannoassunto funzioni di responsabilità in di-versi livelli gerarchici della nuova orga-nizzazione sanitaria, non sarà sufficiente afar migliorare il sistema.Modena non è stata però solo assenza, chiè venuto infatti ha occupato lo spaziodisponibile ed ha chiaramente fatto inten-dere quanto gli operatori di diversa profes-sionalità, presenti nei Servizi di preven-zione, siano consapevoli dell ' importanzaed insostituibil ità delle singole professioninel processo di cambiamento in atto.Tutti gli intervenuti , amministrativi, tecni-ci e laureati di diversa disciplina, non sisono limitati a protestare ma hanno avan-zato proposte, chi articolate e molto speci-fiche su singoli pezzi dell'opera di inge-gneria organizzativa in atto, chi invece piùrivolte ad evidenziare un contributo speci-fico di competenze professionali diverse.Di questi contributi, non riassumibili sin-teticamente senza mortificarne il contenu-to, sarà curata la pubblicazione degli atti.Il seminario di Modena ci ha confermatol'esigenza di cospicue ricchezze presentinel sottosuolo dei Servizi, ricchezze fattedi competenza e di amore, o comunqueinteresse, per il proprio lavoro, che vannosfruttate facendo attenzione a non farleesaurire, perché senza queste ricchezzenon si può pensare di sviluppare un mi-glioramento duraturo del sistema sanita-rio.Uno dei compiti che Snop si può assumerein questo momento è quello di far circolarele informazioni su quanto sta succedendo,e continuare ad organizzare momenti d'in-contro in cui fermarsi a riflettere e ragiona-re sulle tappe del nuovo percorso, senzaperdere di vista che tutto questo agitarsidovrebbe comunque avere come scopo lapromozione della salute e la tutela del-l'ambiente di vita e di lavoro.

Il confronto continua a Parma il 16marzo 1995Abbiamo già pensato alla prossima sca-denza che si terrà a Parma il 16 marzopresso l'aula congressi dell ' azienda ospe-daliera e sarà dedicata ad un confronto su:"Il nuovo sistema per la prevenzione inEmilia Romagna. Problemi, criticità, so-luzioni" .Gli strumenti legislativi di cui si è dotatalaRegione Emilia Romagna e i regolamentiin corso di adozione da parte delle diverseAziende Usi regionali consentono di go-vernare la transizione verso il nuovo asset-to dei servizi sanitari ed ambientali, cosìcome stabilito dalla legislazione di rifor-

ma nazionale e dall'esito del referendumsulle competenze ambientali. L 'opera diingegneria istituzionale è stata veramentenotevole, ed ha talmente assorbito i suoiprotagonisti da far correre il rischio dilasciare in secondo piano, sottinteso e quin-di potenzialmente trascurato, il motivoispiratore del sistema per la prevenzione ecioè la tutela dell'ambiente e la promozio-ne della salute dei cittadini.Anche i momenti di reale partecipazioneall' interno e ali' esterno sono stati inferiorialla necessità del momento. Riflettere oggisul sistema dei servizi per la prevenzionein Emilia Romagna vuoi quindi dire ripor-tare l'attenzione di tutti gli addetti ai lavo-ri, ma anche degli interlocutori espressio-ne della società civile, su come l'insiemedelle strutture preposte alla tutela dellasalute e dell'ambiente può assolvere alproprio mandato istituzionale, utilizzandole soluzioni organizzative come strumentid'integrazione, finalizzati anche a logichedi efficienza gesdonale , ma la cui efficaciasi misura soprattutto su obiettivi di miglio-ramento di qualità.Su questo argomento la Regione EmiliaRomagna, l'ASL di Parma e Snop inten-dono fare il punto dei problemi, dellecriticità, delle soluzioni assieme ad opera-tori del sistema regionale di prevenzioneimpegnati a diverso titolo nel processo diriforma, e con il contributo propositivo diun'esponente dell'OMS Europea, con lecui ipotesi di lavoro si ritiene utile con-frontarsi.Inoltre è previsto uno spazio dedicato allainformazione e valutazione su quanto staaccadendo nelle altre regioni italiane.La giornata sarà conclusa da una tavolarotonda aperta al contributo critico ed alleproposte di importanti espressioni dellasocietà civile quali il sindacato, l'associa-zionismo ambientale ,le associazioni degliimprenditori e quelle del volontariato.Il prodotto finale auspicato dagli organiz-zatori non è l'aggiustamento di parti di unmodello ottimale dei servizi, che in quantotale non è proponibile, ma la focalizzazionedi punti critici di un sistema da presidiarecon un metodo di lavoro che consenta diavere sempre bene in evidenza la tuteladella salute e dell'ambiente come scopodel nostro operare e la soddisfazione siadei cittadini che degli operatori dei servizicome indicatori fondamentali di buon fun-zionamento.

Luigi Salizzato

19

Page 23: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

DIRETTIVE 92191 E 921104IL SETTOREESTRATTIVO

È in avanzato stadio attuativo il recepi-mento delle Direttive CEE 92/91(trivella-zione) e 921104 (attività estrattive in mi-niera e in cava).Tali attività hanno sempre avuto riferi-menti legislativi specifici, in ragione dellagravità e particolarità delle problematichedi sicurezza, legate a fattori non solo dina-mici (dipendenti da macchine e impianti),ma soprattutto statici (legati cioè alla sta-bilità dei fronti e delle volte).Le conoscenze necessarie sono infatti cosìparticolari da richiedere professionalitàspecifiche (ingegneri e periti minerari) sianella gestione (direttore dei lavori) che nelcontrollo di tali attività (ingegnere capo).Per questo il DPR 128/59 affrontava sia leprocedure autorizzative (idoneità dei siti edei progetti di coltivazione e ripristino)che le problematiche di prevenzione deirischi professionali (in dettaglio per lasicurezza e parzialmente per l'igiene dellavoro).Le competenze venivano affidate al Mini-stero dell' industria attraverso il Corpo delleMiniere, articolato in Distretti. Per ]'esple-tamento delle incombenze di ordine igie-nico sanitario previste dal Decreto all'in-gegnere capo veniva indicato di avvalersidegli ispettori medici del lavoro o di altrisanitari della pubblica amministrazione(articoli 4 e 5 del DPR 128159), e poisuccessivamente dei medici del lavoro delleUSSL (art.l 1 della legge n. 271190).Il legislatore aveva in questo modo previ-sto l'integrazione funzionale di esperti inIgiene e Medicina del Lavoro da affianca-re alle preminenti professionalità di sicu-rezza.Negli anni ' 80, anche per il crescente emer-gere delle problematiche di impatto am-bientale, fu data alla materia una nuovaridefinizione, sostituendo al concetto diminiera e cava quello di minerali di primae seconda categoria, a prescindere dalletecniche estrattive in sotterraneo o a cieloaperto.Le competenze sui minerali di prima cate-goria (per lo più coltivati in sotterraneo)furono mantenuti al Corpo delle Miniere,mentre quelli di seconda categoria (preva-lentemente coltivati a cielo aperto e quindidi maggior impatto ambientale) furonoaffidati alle regioni in quanto enti di indi-rizzo e di controllo dei comuni nella pro-grammazione del territorio.Alcune regioni hanno poi trasferito il con-

trollo sui rischi professionali alle Ussl,pergarantire unitarietà alla prevenzione; al-tre, privilegiando gli aspetti ambientali edi governo del territorio, lo hanno mante-nuto a livello regionale (Uffici Cave Re-gionali) o delegato alle province (UfficiCave Provinciali).Ne è derivato un quadro molto frammenta-rio che, come spesso accade, ha favoritosolo incomunicabilità fra enti e prevaleredi attenzioni parziali.Infatti, dove sono competenti le USSL, laprevenzione è rimasta scollegata dalle pro-blematiche dell'impatto ambientale e diripristino; dove sono competenti regioni eprovince, hanno invece prevalso le proble-matiche di impatto ambientale legate agliaspetti autorizzatori a scapito della sicu-rezza e, ancor più, dell'igiene del lavoro.Le stesse indicazioni del legislatore sullanecessità di attivare i medici del lavorodelle USSL sono rimaste per lo più letteramorta.Ne è conseguito che mentre per le miniere,dove anche per tradizione e per legge leresponsabilità aziendali prevedono un di-rettore dei lavori con professionalità tecni-co-minerarie, la prevenzione ha mantenu-to, almeno per la sicurezza, una certa vita-lità, nel settore cave si è purtroppo deter-minato un pericoloso allentamento del-l ' attenzione ai rischi professionali.In ogni caso, per lungo tempo è mancatoanche un qualsiasi confronto fra le profes-sionalità necessarie a gestire correttamen-te il problema.Solo recentemente, alla luce delle graviconseguenze in termini di danni, ha co-minciato a farsi largo la consapevolezzadella necessità di ridare slancio alla pre-venzione in questo settore ed anche permerito della Snop e dell'Anim (Associa-zione Nazionale Ingegneri Minerari), è

iniziato un costante confronto di merito fradiverse culture e professionalità, e la con-sapevolezza della necessità di dar vita a unlavoro di équipe.Ma se questo positivo incontro può con-sentire di affrontare più unitariamente irischi professionali, carente è ancora lacollaborazione con le altre discipline coin-volte (Geologia e igiene Ambientale).In questo quadro le citate Direttive - chesalvo alcune norme tecniche specifichericalcano in generale lo spirito delle altreDirettive Cee conseguenti alla 891391 -rappresentano un'occasione storica per in-centivare la prevenzione anche in questosettore.Il loro recepimento crea tuttora resistenzee pone obiettivamente alcune difficoltàalle aziende, soprattutto di cava, che pertroppo tempo, in vaste aree del territorionazionale, avevano vissuto ai margini diquel processo di evoluzione della preven-zione, culminato nei D. Lgs.277/91 e 626194.È comunque evidente che poiché, soprat-tutto per le cave, il settore è prevalente-mente costituito da piccole aziende, potràfinalmente essere favorito un discorso diconsorziazione e di attivazione di consu-lenti esterni qualificati che possano for-mare i responsabili interni.Allo stato attuale, più che riaprire conten-ziosi sulle competenze, è più realisticoinsistere con forza su alcuni punti qualifi-canti:- coordinamento obbligatorio delle diver-se professionalità reperibili negli organi dicontrollo;- definizione del Documento di Sicurezzae Salute che deve comprendere la valuta-zione di tutti i rischi ed essere parte inte-grante del documento autorizzatorio cheindica le scelte di coltivazione in rapporto

20

Page 24: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

alle caratteristiche del sito. Tale conside-razione, che può apparire a prima vistariduttiva, deriva dalla constatazionerealistica che in regime di forte contrazio-ne degli organici è illusorio pensare alpotenziamento degli stessi a tutte le figureprofessionali necessarie in uno specificoorgano di vigilanza (si tratti quindi digeologi e ingegneri minerari nelle Usslpiuttosto che di igienisti e medici del lavo-ro nel distretto minerario, in Regione o inProvincia), e come quindi in questa con-giuntura risulti fuorviante aprire conflittisulle attribuzioni di competenze, con laclassica furbizia tutta italiana di credereche a ciò seguano poi corposi investimentipubblici.E invece assolutamente scontato e dimo-strato dall'esperienza che senza professio-nalità minerarie è quantomeno pericolosogiudicare la stabilità dei fronti e i rischiconseguenti per gli addetti , così come sen-za professionalità di igiene e medicina dellavoro non è possibile tutelare seriamentela salute degli addetti.Puntare quindi sull'esplicita indicazionedel lavoro di équipe, attivando le compe-tenze dove esse oggi es istono, rappresentauna più modesta ma forse più realistica viaper bonificare anche questo settore senzarimandare l'obiettivo a un improbabilefuturo. Le esperienze sul campo del Grup-po Nazionale Lapidei della Snop vanno inquesta direzione e nelle singole sedi hannogià avuto positive concretizzazioni, a di-mostrazione che laddove si accrescono ipropri sapori e si rispettano quelli altruialla fine si viene comunque attivati, al di làdelle competenze formali.In questo senso la bozza licenziata dallaCommissione Tecnica insediata presso ilMinistero dell'Industria, su delega delMinistero del Lavoro, cui il Governo haaffidato il coordinamento del recepimentodelle Direttive CEE di prevenzione, purconfermando il quadro attuale di articola-zione delle competenze di controllo, nelmerito appare, a una prima lettura, acco-gliere sostanzialmente queste istanze, ri-badendo molto esplicitamente questi con-cetti. Ciò è anche merito delle osservazio-ni che Snop ed Anim hanno congiunta-mente inviato alla Commissione, comeprimo atto di un gruppo di lavoro congiun-to che verrà proposto alla Ciip cd allastessa Anim.Non è dato ovviamente sapere se questosarà il testo definitivo e quali saranno itempi di recepimento; se tuttavia l ' opera-zione si concludesse entro l'anno nebeneficerà la salute degli addetti ed aiservizi di prevenzione delle UssI verrannocomunque offerti nuovi strumenti per dareun importante contributo concreto alla pre-venzione anche in questo importante set-tore.

ACQUE SARDE

La sezione Snop Sardegna, tra le più nuo-ve, rappresenta anche come quadro socil'immagine della nuova Snop non soloabbarbicata alla tutela della salute nei luo-ghi di lavoro, ma consolidata nelle variearee della prevenzione.Non a caso si è tenuto il 18 febbraio 1995a Sardara, indetto dalla sezione Snop Sar-degna e dalla USL 15 di Giuspini, unimportante e affollatissimo Seminario su"Acque destinate al consumo umano erischi per la salute".Sul prossimo numero i colleghi isolanihanno promesso un ampio servizio, perora segnaliamo che sono già stati stampatigli Atti,un ricchissimo torno di 300 pagineche va dal ciclo dell'acqua, alla sorve-glianza delle risorse come strumento ditutela della qualità, al problema del coor-dinamento tra le tante competenze, dalleprocedure operative dei controlli (dal dovefare prelievi al come e al quando) ai con-trolli di qualità laboratori ali e interlabora-toriali, alle funzioni dei servizi di preven-zione del territorio.Particolarmente interessanti i confronti tranormativa italiana e linee guida OMS,l ' approfondimento delle cause di inquina-mento biologico e chimico (da compostiorganoalogenati, pesticidi, metalli, nitra-ti) ed il loro impatto sulla salute: oggettoprincipe del Seminario.Innovativo lo spazio dedicato alla comu-nicazione del rischio e l'adozione di prov-vedimenti a tutela della salute pubblica,non solamente carte che girano tra respon-sabili e sindacati, ma informazione al cit-tadino consumatore che deve sapere primada noi che dai giornali la qualità dell' acquaed i suoi problemi,

rif.Antonio Onnis

USL n ° 15 di GuspiniVia Tirso, 71

09037 San Gavino (Ca)tel. 070/9375204fax 070/9375205

ISPETTORIA OPORTO

Le associazioni componenti il Cpe (Comi-tato permanente europeo delle associazio-ni degli ispettori del lavoro) vale a dire perla Francia la Associazione V illermé, perlaSpagna 1'Upit, per il Portogallo 1'Apit eperI'Italia, Snop (anche se la dizione" ispet-tori del lavoro" ci sta un po' strettina)hanno tenuto la loro prima riunione ila e 4febbraio a Oporto in Portogallo.L'incontro si è concentrato sulla diffusio-ne delle informazioni a livello nazionalesul Cpe, sul confronto sullo stato dellestrutture di prevenzione e controllo inmateria di sicurezza e igiene del lavoro, leloro metodologie operative; il recepimen-to della direttiva quadro nei vari paesi:contenuti, ruolo delle parti sociali e dellapubblica amministrazione, ritardi, diffor-mità. conseguenze sulla libera circolazio-ne dei beni c il mercato unico.Una parte importante della discussione siè approfondita sulla centralità della "valu-tazione del rischio" : dal singolo rischionella singola azienda all 'approccio globa-le della prevenzione dei rischi in azienda enel territorio.Si è parlato del ruolo del Cpe e delleassociazioni costitutive di fronte all'Unio-ne Europea e verso le regioni europeeattualmente non rappresentate da questocomitato.Il prossimo appuntamento sarà in estate aSan Sebastian - Spagna, per preparare ilCongresso di Bilbao dell'inizio del 1996sui vari temi: presentazione del Cpe e delletesi comuni delle associazioni, la centrali-tà della valutazione del rischio.A Bilbao ci saranno anche 4 ateliers su:• la valutazione del rischio e le piccole emedie imprese (affidata a Snop);• l'intervento di prevenzione e vigilanza inedilizia (Apit - Portogallo);• l'ispettore del lavoro e gli attori dellasicurezza nelle aziende (Upit - Spagna);• i sistemi pubblici di controllo in materiadi igiene e sicurezza in Europa (Ass.Villermé - Francia).In discussione un altro atelier relativo allavalutazione dei rischi nelle aziende e neglienti pubblici.Come sempre grande interesse per l ' espe-rienza e l'originalità dei servizi di preven-zione italiani e la vivacità di Snop.

Domenico TaddeoRoberto Pattarin

21

Page 25: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

PROGETTO SUBSPRINT

* * *

iintEuropean Community Programme forInnovation and Technology Transfer

Il 30 Novembre 1994 è stato redatto espedito alla Commissione dell'UE il se-condo rapporto semestrale sul progettoSubsprint in Italia, riguardante il periodo3115-3011 1 1994.II periodo in questione ha registrato unpiccolo rallentamento delle attività dovutoin parte al periodo estivo, ed in parte alfatto che molti componenti del team delprogetto sono stati impegnati nella orga-nizzazione della Quinta Conferenza Euro-pea sui rischi lavorativi, svoltasi a R iccionenell'Ottobre 1994 nella quale, peraltro, ilProgetto Subsprint è stato preso in esameda più di un gruppo di lavoro quale esem-pio di collaborazione internazionale nelcampo delle iniziative per il miglioramen-to dell'ambiente di lavoro e di vita.Subito dopo la chiusura della quinta Con-ferenza si è tenuto a Modena (21 ottobre,nell'ambito della Fiera Ambiente e Lavo-ro) il Primo Seminario NazionaleSubsprint, che ha visto la partecipazione dioltre 130 addetti al settore (tipografi, inse-gnanti ed istruttori grafici, operatori deiservizi di prevenzione, produttori e forni-tori di prodotti per l'industria grafica, im-prenditori, sindacalisti).Il Seminario ha fatto il punto del progettosia a livello Europeo (con l'intervento diUlrike Westphal del team di Amburgo, edi Thomas Jacobsen della Università Tec-nica di Copenaghen) che in Italia,lancian-do le basi perle ulteriori iniziative previstedal piano delle attività , da implementarsinel 1995 (il progetto avrà termine il 30novembre 1995).In particolare, per i servizi di prevenzionesi è discussa la possibilità di utilizzareanche la "leva" normativa per favorire lasostituzione dei solventi organici con agentipulenti a base di oli vegetali, ed in partico-lare l'articolo 3 comma 1 lettera e) delD.Lgs. 626194 che fa obbligo ai datori dilavoro di "sostituire ciò che è pericolosocon ciò che non lo è, o è meno pericoloso".Nel confermare lo spirito essenzialmentepartecipativo con il quale il progetto vienecondotto (sono stati presentati verbali diprescrizione nei quali si informavano leaziende della possibilità tecnica di sosti-tuire i solventi organici con VCA, evitan-do in tal modo la necessità di complessi ecostosi impianti di aspirazione, misure an-tincendio e sorveglianza sanitaria) si èosservato come la norma generale conte-

nuta nel 626/94 possa e debba essere uti-lizzata, dal momento che non esiste alcunimpedimento di natura tecnica, nell 'ambi-to della pulizia di caucciù, lastre e rullinella stampa offset (con esclusione delletecnologie che prevedono l'impiego diinchiostri fissati con UV) per l'adozionedella nuova tecnologia.Si è sottolineato una volta di più come laconversione al nuovo metodo non debbain alcun caso essere adottata autarchica-mente (pena risultati deludenti) ma dopoaver assistito ad una dimostrazione praticacondotta da un istruttore appartenente alteam Subsprint.Nel dicembre sono state organizzate treiniziative importanti:- una dimostrazione presso la TipografiaMattioli di Fidenza (vi si stampa, tral'altro, la rivista "La Medicina del Lavo-ro"), nei quadro di un piano predisposto

dal Dipartimento di Prevenzione del-l'Azienda USL di Parma, che prevede1' implementazione della nuova tecnolo-gia in tutte le tipografie della provincia;una dimostrazione presso la MaggioliModulgrafica di S. Arcangelo di Roma-gna, una delle principali case editriciattive anche nel campo della manualisticaper la sicurezza sul lavoro e la tuteladell'ambiente (per inciso è in corso unatrattativa per un accordo editoriale conSNOP);una dimostrazione presso gli stabilimen-ti grafici de "La Nazione" di Firenze,200.000 copie quotidiane. E la primainiziativa, questa, che si svolge in Italia(ed una delle prime in Europa) pressograndi stabilimenti per la stampa di quo-tidiani, ed il suo successo è di grandeutilità non solo per il progetto a livelloitaliano, ma a valenza europea.

22

Page 26: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

Grande interesse ha suscitato in tutta Eu-ropa lo studio comparativo condotto daSilvana Salerno, Riccardo Tartaglia,Antonella Ciani Passeri ed altri, congiun-tamente al gruppo dell'Istituto L. Da Vincidi Firenze (Garzi,Gianelli,Biagioni) sugliaspetti ergonomici legati all'uso dei sol-venti tradizionali e dei VCA: il testo ingle-se è stato interamente inserito nel reportsemestrale del progetto, e distribuito am-piamente a tutti i partner, che hanno rag-giunto il numero di 12: Italia, Germania,Lussemburgo, Olanda, Danimarca, GranBretagna, Svezia. Spagna, Austria, Fin-landia, Islanda.Al momento della stesura di questo artico-lo (febbraio 1995), sono stati sottoscrittidue ulteriori subcontratti con altrettantidistributori di prodotti rispondenti ai crite-ri definiti da Subsprint per l'adesione alprogetto: Fora s r.l. di Parma, distributriceper l'Italia del Novasol N,eDIC Graphlitodi Milano, distributrice del Vegol.Pertanto, i prodotti attualmente reperibilisul mercato, rispondenti alle caratteristi-che tecniche definite dal progetto, sonotre: Feboclean Bio2 (Bòettcher),NovasolN (Fora) e Vegol (DIC Graphlito).Qualora altre ditte distributrici intendesse-ro aderire al progetto, sono pregate dicontattare Suhsprint.Inoltre, sono state organizzate ulterioridue iniziative a Verona (24 febbraio), tracui una dimostrazione presso gli stabili-menti grafici Arena, ove si stampano iquotidiani: L'Arena, 11 Giornale diVicenza, Brescia Oggi e Sole 24 Ore (peril Nord), per un totale di 210.000 copiegiornaliere, con un consumo di solventiorganici pari a circa 15 litri giornalieri,pressoché interamente inalati dagli addettialla pulizia (14 persone: più di un litro atesta!).

Ulteriori iniziative in programma: un se-minario di mezza giornata nell'ambito diun convegno Europeo per Delegati Sinda-cali dell'Industria grafica (Verbania, 8marzo), un seminario presso la ScuolaGrafica di Città di Castello, iniziative spe-cifiche in Lombardia, Campania, Sicilia eSardegna (date da definirsi tra marzo eaprile).

Per informazioni sulle iniziative e per ogniulteriore informazione sul progetto con-tattare:Dr.ssa Paola Bertoli tel. (0521) 852710-858163 fax: (0521)853723Dr. Graziano Frigeri tel. (0521) 852712-853045 fax: (0521)858279Chi è dotato di Modem può collegarsi conla BBS "Ambiente e Lavoro" della CGILdi Bologna (051-240052) presso cui èaperta un'area Subsprint; parametrimodem: 8N1.

Con l'uscita del Decreto 626 da più parti ciè stato richiesto di fare un punto su quantoin questi anni, anche dopo l'ottima espe-rienza di Pesaro (Convegno Snop - EpasaCna del 1991) è stato elaborato in terminidi linee guida per comparto, di soluzionitipo, di protocolli operativi di sorveglian-za sanitaria e ambientale.L'obbligo per tutte le imprese di valutare irischi e fare piani di bonifica, la semplifi-cazione delle procedure per le piccole emedie imprese e dall'altra parte il prolife-rare di squali che impongono ad artigianiestenuanti, inutili e costose valutazionicon check - liste degne di un impiantonucleare, ci obbliga anche eticamente ageneralizzare le conoscenze che il mondodei servizi (si pensi al repertorio di Solu-zioni o alle schede Ispesl) e delle imprese(si pensi alle schede Cna) ha prodotto inquesti anni sui vari comparti produttivi.Si sta quindi organizzando probabilmentea fine settembre a Bologna un grandeatelier di lavoro e confronto tra operatoridella prevenzione (Snop - Ispesl) e Cna suvari settori produttivi.Con il buon Bottini abbiamo pensato didividere alcuni comparti più complessianche se notissimi sui quali lasciare unospazio di relazioni e presentazioni di espe-rienze al Convegno: metalmeccanica, gra-fica, legno, edilizia, stampaggio materieplastiche, carrozzieri e meccanici.Ed altre lavorazioni (più semplici), adesempio: parrucchieri ed estetisti, abbi-gliamento, imprese di pulizia, distributoridi benzina, lavanderie, galvaniche... sullequali organizzare solo una grande distri-buzione - shopping di materiali informati-vi (schede di valutazione e bonifica, video,opuscoli) prodotti dai servizi e dalle im-prese.Sulla meccanica ad esempio invitiamo sind'ora i colleghi di Legnano, Modena,Vicenza e Trieste a confrontarsi.Sul legno e sull'edilizia i gruppi di lavoroSnop.Sulla grafica gli operatori della Asl 31della Lombardia (Cinisello) e del ProgettoSub - Sprint.Occorrerà procedere da subito alle (ri)stampe dei tanti opuscoli prodotti dalCemoc e dai servizi.Al lavoro. Vi faremo sapere le riunionipreparatorie e scadenze intermedie.

È uscito il 1 ° numero del Foglio di infor-mazione a cura della sezione pugliese del-la Snop.Uno strumento che potrà offrire uno spa-zio aperto di informazione, confronto nelmondo della prevenzione pugliese.Nel primo numero un commento sullalegislazione regionale nel campo della pre-venzione, il resoconto del Convegno del15 dicembre 1994 sul Decreto 626 indettodalle sezioni regionali di Snop, Ambientee Lavoro, Aias e da Cgil Funzione Pubbli-ca.Interessanti i risultati del monitoraggio delpiombo a cura della Usi TA 4 e la sintesi diun lavoro di comparto (la lavorazione del-la pietra nel Leccese) a cura della Usi LEI8.In preparazione due Seminari Regionalisu Cancerogeni Professionali e sul Giudi-zio di idoneità al lavoro e l'organizzazionedi gruppi di lavoro tematici: pareri suinuovi insediamenti, vigilanza in edilizia,apprendisti e minori, infortuni.Per avere il bollettino, contribuire, iscri-versi a Snop, fare riferimento a:

Fulvio LongoUsl BA

Via Lecce 570010 Casamassima (BA)

tel. 080-674832

Roberto GiuaUsl TA

Corso Umberto 7974100 Taranto

tel. 099-486235fax 099-486276

SI^OP CNA ISPESLA CONFRONTOIN ATELIER

SNOP PUGLIA

23

Page 27: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

ORGANISINGTHE CHANGE

La Quinta Conferenza Europea"Organising The Change" (Riccione 7-9ottobre 1994) è stata, sul piano organizza-tivo, un grande successo: 250 sono stati.complessivamente, i delegati che vi hannopartecipato, provenienti da tutti i PaesiEuropei, con osservatori da Bielorussia,Stati Uniti, Giappone, Sud Africa, Brasile.I 15 gruppi di lavoro (workshops) hannodiscusso approfonditamente le tematichespecifiche oggetto del Convegno, produ-cendo documenti provvisori che sono statidistribuiti, in Italiano ed in Inglese, subitoprima della sessione plenaria finale del 9Ottobre.I documenti finali dei Gruppi saranno rac-colti negli atti, pubblicati dalla RegioneEmilia Romagna, ecurati da Marco Biocca,che ha coordinato il lavoro dei workshops.Nell'ambito del Network Europeo è statoespresso unanime riconoscimento per losforzo organizzativo compiuto da Snopnel l' organizzazione della Conferenza, cheha toccato sicuramente l'apice, da questopunto di vista ,rispetto alle precedenti quat-tro (Amburgo, Strasburgo, Copenhagen,Sheffield): un impianto organizzativo dif-ficilmente ripetibile. come hanno ricono-sciuto i nostri colleghi europei, tanto che almeeting di Londra (gennaio 1995) i colle-ghi Olandesi, candidati naturali alla pros-sima Conferenza dopo lo "scippo" da par-te nostra compiuto nel gennaio 1993 aValencia, si sono riservati di effettuareuno "studio di fattibilità" per l'organizza-zione della Sesta Conferenza ad Amster-dam, tanto che la decisione finale sul luo-go e sulla data sarà presa a Copenhagen ingiugno (e, quindi, la Conferenza si terràverosimilmente non prima del 1997).Un grande successo, quindi, per il qualeoccorre ringraziare naturalmente tutti icoorganizzatori (Regione Emilia Roma-gna, Cgil-Cisl-Uil, Usl di Rimini) ma, inparticolare, le persone che con il loro im-pegno (che ha raggiunto livelli di verostakanov i smo) hanno concretizzato il suc-cesso; in Italia: Paola Bertoli, VivianaMontanari e Marco Tiboni (AgenziaAdriapoint), Loris Fabbri, Roberto Batta-glia (Cgil di Rimini), Marco Biocca, GinoRubini e, consentitemi anche se non si usa,il sottoscritto.All ' estero: Mick Williams, SimonPickvance, Jim Swan, Pieter vanBroekhuizen, Thomas Jacohsen, Steen

Sioland, Frank Barry, Henning Wridt,Cornelia Peters, Gerhard Elsigan, RafaelGadea, Matti Sundquist.Se la Conferenza è stata, sul piano orga-nizzativo, un indiscutibile successo, il di-scorso deve farsi un po' più cauto sul pianodei contenuti e, in particolare, sulla valuta-zione in ordine al raggiungimento degliobiettivi che ci si era prefissati. Qui ildiscorso si fa inevitabilmente duplice, inquanto la Conferenza presentava diversi enon sempre coincidenti obiettivi per ilNetwork in quanto tale, e per Snop inparticolare.Scopo "esistenziale" dell'European WorkHazard Network, cui Snop ha aderito nel1990 in occasione della terza Conferenzatenutasi a Copenhagen, è quello di costi-tuire una rete di collegamento a livelloeuropeo tra "esperti" e lavoratori in ordinealla tutela della loro salute e sicurezza, aldi fuori (ma non contro) dei canali ufficialitradizionali, quali Società Scientifiche "ac-cademiche" da un lato e Sindacati dall'al-tro.11 principio fondamentale è di mettere incontatto veri esperti con veri lavoratori,attivi specificamente sul terreno della sa-lute e sicurezza del lavoro.Sul piano operativo l'attività del Networkè quella di attivare gruppi di lavoro("subnetworks") tematici per rischio, set-tore, problematica, che siano in grado diprocedere successivamente "motu pro-prio".L'organizzazione, ogni due anni, di unaConferenza Europea ha lo scopo da un latodi far incontrare fisicamente gli esperti coilavoratori, dall'altro di fare il punto sullavoro svolto dai subnetworks esistenti(rilanciandone l'attività) e di proporne deinuovi sui terni via via emergenti, tanto perfare un esempio, il progetto Subsprint, cheoggi viaggia con gambe proprie, è "figlio"della Quarta Conferenza di Sheffield.Su questo piano la Quinta Conferenza haraggiunto i suoi obiettivi: il lavoro di pre-parazione, durato quasi due anni, ha per-messo al Network e ai vari gruppi di giun-gere a Riccione avendo alle spalle un ba-gaglio di contenuti e di riflessioni nonindifferente, che si è riversato in modoriconoscibile nei documenti finali presen-tati a Riccione.Contemporaneamente nuovi terni sono statiaffrontati, per molti dei quali si sono for-

mali veri c propri "subnetworks" che stan-no programmando contatti, scambi di in-formazioni ed iniziative autonome, cheseguiremo nel tempo e di cui daremo noti-zia puntualmente, attraverso i rappresen-tanti Snop che vi partecipano direttamen-te.La Conferenza, dal punto di vista delNetwork, ha registrato invece il fallimentorispetto ad uno degli obiettivi specifici,che avevano costituito una delle motiva-zioni per la scelta dell'Italia quale Nazioneospitante: la possibilità di allargare il "rag-gio d ' azione" del Network ai Paesi Medi-terranei (Spagna, Portogallo, Grecia).Si pensava che la collocazione centraledell'Italia rispetto a queste realtà avrebbepotuto facilitare la partecipazione da que-sti Paesi, ma così non è stato, se si faeccezione per la Spagna, che comunquegiàpartecipava organicamente al Network.Pur avendo a disposizione fondi per finan-ziare la partecipazione di rappresentanzeda questi Paesi, ciò non è stato possibileper l ' assenza vera e propria di contatti.Non ci nascondiamo che su questo punto sicontava anche sul supporto attivo del Sin-dacato Italiano e Spagnolo, che invece nonc'è stato: da questo punto di vista si ètrattalo di una occasione perduta. IlNetwork Europeo è un organismo assaicomposito, di cui fanno parte organizza-zioni molto differenti, che si muovono incontesti altrettanto differenti: in alcuni casi,come la Spagna e l'Irlanda, è direttamenteil Sindacato (Comisiones Obreras, MSF)che fa parte in quanto tale (seppure attra-verso organismi "dedicati") del Network;in altri casi (Gran Bretagna) si tratta diorganizzazioni collaterali al Sindacato(Trade Union Safety Council, SheffieldOccupational Health Project, LondonHazard Center, WH1N -Vork Health lnter-national Newsletter); in Danimarca vi è ilgruppo AAA, formato da espe rti e tecniciconsulenti del Sindacato; in Olanda si trat-ta di un Network locale spontaneo di esper-ti, facenti capo direttamente alChcmicwinkel (Dipartimento di Chimicadell'Università di Amsterdam); in Finlan-dia ed Austria i rappresentanti del Networksono ispettori del lavoro ed esperti impe-gnati a titolo individuale o formanti picco-li gruppi attivi (come il PPM austriaco)senza particolari legami col Sindacato inGermania addirittura il gruppo Arbeit undGesundheit (Lavoro e Salute) si trova spes-so e volentieri in contrasto con il SindacatoUfficiale DGB.In Italia, caso unico, è una intera SocietàScientifica di Operatori della Prevenzionecon un rapporto di collaborazione, spessostretta col Sindacato, ma indipendente dal-lo stesso e che non ha rapporti diretti, inquanto associazione, con i lavoratori comesingoli o come gruppi attivi.Poiché lo scopo del Network è quello dimettere in contatto diretto esperti e lavora-

24

Page 28: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

tori, uno degli obiettivi della Quinta Con-ferenza era il favorire l'incontro tra leesperienze concrete e dirette sui luoghi dilavoro Italiane con il resto d'Europa. Sitrattava di far incontrare fisicamente lavo-ratori italiani "veri" (quadri di base, dele-gati di reparto) con i loro colleghi europei.Questo avrebbe dovuto essere il sensodella partecipazione del Sindacato Italia-no alla Conferenza, al di là del discorsoufficiale di apertura di Carlo Fabio Canapae a prescindere dall ' importantissimo lavo-ro di tipo organizzativo, preparatorio c disupporto (anche economico) svolto egre-giamente dagli amici del Sindacato chehanno collaborato ali' iniziati va (Battaglia,Rubini, Galli, Malaspina, Ramat, Rosati,Brighi, Benedettini e altri).In realtà anche questo obiettivo deve con-siderarsi, nella sostanza, fallito.L'accordo iniziale era che almeno il 50%della delegazione italiana fosse organizza-ta dal Sindacato, il che formalmente è statorispettato; nella realtà però circa un terzodella delegazione sindacale era compostadi Operatori della Snop inviati a Riccionein veste sindacale, mentre i restanti dueterzi era formato da dirigenti centrali eperiferici del sindacato.Chi ha partecipato alla Conferenza ha po-tuto constatare come a fronte della presen-za, specie nelle delegazioni più numerose(Britannici, Danesi, Olandesi), di "veri"lavoratori accanto ad esperti e sindacalisti(epici gli approcci di Calabresi e Laurenicon i portuali di Amsterdam) di lavoratoriitaliani autentici (quelli che timbrano an-cora in fabbrica, per intenderci) non se nesiano praticamente visti.Eppure poteva essere una straordinariaoccasione, anche per il Sindacato, di " so-cializzazione" delle esperienze concrete,quotidiane, di "affratellamento" a livelloeuropeo tra lavoratori che vogliono tra-sformarsi da oggetto passivo delle politi-che e delle pratiche di salute e sicurezza sullavoro a protagonisti attivi in un contestosicuramente stimolante.In effetti, nel meeting degli attivisti euro-pei (in realtà per lo più Britannici, Olande-si e Danesi) tenutosi dopo la chiusura dellaConferenza, si è lamentata l'impossibilitapratica di incontrare e parlare direttamentecoi lavoratori italiani, all'interno eall'ester-no della Conferenza (durante le visite ailuoghi di lavoro).Certamente un po' di autocritica ce ladobbiamo fare anche noi della Snop, pernon aver sottolineato a sufficienza la ne-cessità che il Sindacato coinvolgesse mag-giormente i lavoratori e i delegati nellapartecipazione alla Conferenza; tuttaviariteniamo che le riflessioni sopra riportatedebbano costituire uno stimolo positivoper il futuro.Snop intende continuare a far parte delNetwork, perché crediamo alle sue moti-vazioni di fondo: che debba cioè esistere

un luogo fisico e concettuale in cui espertie lavoratori si incontrano senza la media-zione di apparati e sovrastrutture, sianoesse di natura accademica, tecnica o si nda-cale.Ciò non significa negare l'essenziale fun-zione della ricerca scientifica da un lato, odella organizzazione dei lavoratori nel sin-dacato dall'altro: ci mancherebbe!Crediamo però che le istituzioni non esau-riscano (e non sempre esaudiscano) il bi-sogno e il desiderio dei lavoratori di essereprotagonisti, di "prendere in mano" diret-tamente il governo della propria salute sulluogo di lavoro, attraverso il contatto di-retto con gli esperti; questi ultimi ,da parteloro, è bene che ogni tanto si confrontinodirettamente coi soggetti per i quali, infondo, esercitano il proprio mandato isti-tuzionale, scientifico o rappresentativo.La Quinta Conferenza è stata per chi vi hapartecipato e per chi l'ha organizzata, unagrande ed esaltante esperienza.Al di là delle riflessioni critiche edautocritiche, abbiamo raccolto tra i parte-cipanti italiani e stranieri un grande senso

di soddisfazione conseguente alla consa-pevolezza di non esser soli, di appartenere(lavoratori ed esperti) ad una famiglia sem-pre più grande, in una Europa (ma nonsolo) che sempre più diviene, giorno pergiorno, un villaggio globale.Grandi sono le differenze di esperienza,pratica, cultura e politica sociale, ma al-trettanto grandi sono le aree in comune edil bisogno di sapere, di conoscere il vissutoreciproco.I partecipanti ai workshop cagli incontri disettore, così come numerosi "singles" e"cani sciolti", continuano a tenersi in con-tatto, ed il Network costituisce un sicuropunto di riferimento; questa, in fondo, è lasua missione.Cerchiamo di trarre insegnamento. tutti,anche dagli errori e dagli insuccessi, per-ché solo così la Conferenza di Riccionepotrà costituire una significativa tappa nelprocesso di "Organizzazione del Cambia-mento" nel rapporto fra lavoro, salute esicurezza.

Graziano Frigeri

25

Page 29: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

DA SNOP A:

'Al Presidente del Consiglio dei MinistriAl Ministro della SanitàAl Ministro del lavoroAl Ministro per il Coordinamento dellePolitiche ComunitarieAl Ministro di Grazia e GiustiziaAi Presidenti delle Giunte RegionaliAgli Assessori Regionali alla SanitàAgli Assessori Regionali all 'AmbienteAlle Confederazioni SindacaliAlle Istituzioni in indirizzo

Il Direttivo Nazionale Snop, riunito a Bo-logna il giorno 19 Gennaio 1995, ha effet-tuato una riflessione sul dibattito in corsocirca i riflessi derivanti dalla implementa-zione del D.Lgs. 626/94 sul mandato isti-tuzionale e sull'operato quotidiano deiServizi di Prevenzione e Sicurezza sulLavoro.Snop, nel ribadire il giudizio positivo sulrecepimento della Direttiva Europea 89/391, e delle altre direttive contenute nelDecreto, sottolinea come i principi inno-vativi contenuti nelle norme comunitarie,così come tradotte nell'ordinamento legi-slativo nazionale, possono e devono costi-tuire un'importante occasione di impulsoe rilancio delle attività di prevenzione ne-gli ambienti di lavoro.Principi fondamentali quali la responsabi-lizzazione diretta dei datori di lavoro nellavalutazione del rischio, nella programma-zione delle misure di tutela e nella predi-sposizione di iniziative di informazione eformazione dei lavoratori (peraltro già pre-senti, sia pure in forma meno esplicita edettagliata, anche nell'ordinamento legi-slativo preesistente), unitamente a misurequali l'istituzione del Servizio di Protezio-ne e Prevenzione Aziendale, il Rappresen-tante dei Lavoratori per la sicurezza, ilMedico Competente, possono costituirel'occasione, se correttamente e puntual-mente applicati, per dare inizio ad unanuova e interessante fase nelle politiche ditutela del lavoro e della sua sicurezza.In questo contesto, improntato innanzitut-to alla cooperazione attiva fra i soggettiproduttori per l'obiettivo comune dellatutela della sicurezza e della salute deilavoratori, la Pubblica Amministrazionee, in particolare, i Dipartimenti di Preven-zione attraverso i Servizi di Prevenzione eSicurezza degli Ambienti di Lavoro, de-vono saper giocare un ruolo attivo qualipromotori di prevenzione, mettendo in

Oggetto: Decreto Legislativo 626194 emandato istituzionale dei Servizi di Pre-venzione

campo tutta l'esperienza e la professiona-lità che caratterizzano gli Operatori dellaPrevenzione, anche attraverso le modalitàpreviste dall'art. 24 del D. Lgs. 626194 inmateria di informazione ed assistenza cosìcome prefigurato anche dal Coordinamen-to delle Regioni.In questa ottica Snop rifiuta impostazionitendenti a configurare i Servizi di Preven-zione come meri organi di vigilanza econtrollo sul rispetto formale degli obbli-ghi legislativi imposti dal D.Lgs. 626/94(così come dell'intera legislazione sullasicurezza e la salute dei lavoratori), impo-stazione che prefigurerebbe da un latol'impoverimento professionale e culturaledegli operatori, e dall'altro lo stravolgi-mento del mandato istituzionale dei Servi-zi stessi mediante l'identificazione deglistessi come appendici esecutive dellaMagistratura.Snop attribuisce grande importanza allefunzioni di vigilanza esercitate dai Servizidi Prevenzione e Sicurezza degli Ambien-ti di Lavoro, nel quadro delle attività diPrevenzione, e denuncia come provocato-ria, strumentale e priva di fondamento(anche in termini giuridici) la pretesa, avan-zata recentemente dall'Inail, di vedersiattribuite tali funzioniTuttavia, pur nella condivisa necessità cheoccorra, a distanza di anni, ridisegnare unnuovo modello operativo di intervento diprevenzione nei luoghi di lavoro (Snop hain programma iniziative di studio in talsenso), si intende ribadire come le funzio-ni di vigilanza debbano costituire uno stru-mento per l'espletamento in maniera effi-cace delle attività di prevenzione.Tale strumento è da intendersi trasversalea tutte le attività esercitate dai Servizi, siapure in diversa misura e con diverse speci-ficità.In ogni caso la vigilanza non deve costitui-re ,almeno come principio operativo ,un'at-

tività fine a sé stessa: di qui la tenaceopposizione della Snop, oggi come nelpassato, alle ipotesi di costituzione di set-tori di vigilanza o, peggio, di distacco dioperatori presso preture o procure.Riteniamo che il principio che identifica lefunzioni di vigilanza quale supporto alleattività di prevenzione e, come tali, eserci-tate dal Servizio nel suo complesso, siatuttora valido e, anzi, costituisca l'unicomodo per garantire una reale efficacia allefunzioni di vigilanza stesse, che altrimentisi configurerebbero come mera attività direpressione dei reati, senza alcuna conno-tazione preventiva.La emanazione recente delle modifiche alsistema sanzionatorio in materia di sicu-rezza sul lavoro (D.Lgs. 758/94) costitui-sce del resto una ulteriore positiva confer-ma del primato della prevenzione rispettoall'esercizio fine a sé stesso delle funzionidi vigilanza.Giova peraltro ricordare che le DirettiveEuropee stabiliscono non già il massimolivello di protezione cui tendere, ma esat-tamente il contrario, vale a dire i requisitiminimi inderogabili di sicurezza.Il rispetto di tali requisiti, pertanto, non è ilfine cui tendere ma il livello di base da cuipartire per sviluppare le iniziative di pre-venzione e sicurezza.Ne consegue che i Servizi, in quanto orga-ni di vigilanza, dovranno far rispettare talilivelli minimi mentre dovranno favorire,anche mediante iniziative di informazionee assistenza ,tutte le azioni tese a realizzarecondizioni di sicurezza e salute che sicollochino al di sopra dei livelli minimidefiniti dal Decreto.Questa scelta riflette l'impostazione difondo con la quale i Servizi hanno operato,operano e, ci auguriamo, continuerannoad operare: considerare la prevenzione,cioè il miglioramento delle condizionidell'ambiente di lavoro e la protezione

26

Page 30: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

Al Presidente del Consiglio dei Ministri Oggetto: Dipartimenti di Prevenzione eAI Ministro della Sanità Agenzie per l'AmbienteAI Ministro dell 'AmbienteAI Ministro per il Coordinamento dellePolitiche ComunitarieAi Presidenti delle Giunte RegionaliAgli Assessori Regionali alla SanitàAgli Assessori Regionali all'AmbienteAlle Confederazioni SindacaliAlle Istituzioni in indirizzo

della salute dei lavoratori, come il fineprincipale, e la vigilanza come uno deimezzi per conseguire tale fine.Le Direttive Europee possono e devonocostituire un'occasione di potenziamentoe sviluppo delle attività di prevenzione.Non possono in alcun caso costituirne unlimite, pena il tradimento palese dei prin-cipi della stessa legislazione europea. Sitratta di operare perché esse rappresentinol'inizio di una grande stagione di coopera-zione tra produttori (imprese e lavoratori)e pubblica amministrazione per l'obietti-vo comune della tutela del lavoro e dellasua sicurezza.

p. Il Direttivo Nazionale SnopIl Presidente

Graziano Frigeri

Bologna, 19 Gennaio 1995

Lp

1l Direttivo Nazionale della Snop, riunito aBologna il 19 gennaio 1995, ha preso inesame il processo di riorganizzazione isti-tuzionale concernente le funzioni di pre-venzione negli ambienti di vita e di lavoroe di tutela dell'ambiente, osservando comeancora si sia lontani dalla istituzione, al dilà delle decisioni formali, dell'AgenziaNazionale per la Protezione dell'Ambien-te che, allo stato attuale, risulta costituitadi fatto solo sulla carta.La Snop, che pure si era dichiarata contra-ria alla separazione fra prevenzione collet-tiva e tutela dell'ambiente, non può chedenunciare come tale stato di fatto vanifichigli sforzi e tradisca le speranze di quanti inbuona fede ritennero, il 18 aprile 1993, chela sottrazione delle competenze ambienta-li al Servizio Sanitario Nazionale potessetradursi in un impulso significativo alleattività di tutela dell'Ambiente: non solociò non è avvenuto ma, al contrario, solol'impegno e il senso del dovere degli Ope-ratori e dei Servizi di Prevenzione (Servizidi Igiene Pubblica, Presidi Multizonali diPrevenzione) hanno fino ad oggi garantitoquantomeno il mantenimento dei livelli ditutela preesistenti, livelli che nelle regionimeglio organizzate erano e sono tutt'altroche trascurabili.Tuttavia l'incertezza istituzionale e l'iner-zia che hanno caratterizzato i Governi chesi sono succeduti dal 18 aprile ad oggi,rischiano di giorno in giorno di far precipi-tare la situazione.Urge pertanto che il Governo dia corsoagli impegni assunti mettendo l'AgenziaNazionale per la Protezione dell' Ambien-te in grado di funzionare e di interagire coni livelli istituzionali regionali e territoriali,al fine di creare una autentica "rete" diservizi e presidi atti a migliorare significa-tivamente i livelli quantitativi e, soprattut-to, qualitativi delle attività di tutela am-bientale, che non possono in nessun caso

ridursi ai meri controlli, ma devono preve-dere la programmazione di interventi epiani di protezione e risanamento.Se l'inerzia del Governo è certamente gra-ve, essa non può giustificare l'atteggia-mento della maggior parte delle Regioniche, a tutt'oggi, non hanno provvedutoalla istituzione delle Agenzie Regionali.Snop ha sostenuto, e tuttora sostiene, latesi di un governo unico delle problemati-che di prevenzione in campo sanitario edambientale, e caldeggia soluzioni istitu-zionali che prevedano la possibilità di co-stituire Agenzie Regionali unitarie, secon-do lo spirito del documento approvato 1' 1 1Luglio 1994 a Venezia, sottoscritto daiPresidenti delle Regioni ,dai Segretari del-le Confederaziomi Sindacali e dalle So-cietà Scientifiche dell'area della Preven-zione della Tutela Ambientale.Tuttavia il dibattito e le divergenze diopinione non devono costituire alibi perl'immobilità: l'auspicio è che si procedaspeditamente alla istituzione delle Agen-zie, secondo modalità che, al di là dellepossibili diverse soluzioni istituzionali,garantiscano comunque a livello regionalela possibilità di una programmazione e diun governo unitari e sinergici delle politi-che di prevenzione primaria collettiva e ditutela ambientale.In questo contesto Snop riterrebbe gravequalsiasi tentativo di "sottralTe preventi-vamente" competenze e personale alleAgenzie Regionali attraverso il ritiro si-stematico degli Operatori in passato impe-gnati nel campo della tutela del l' ambiente,o attraverso dichiarazioni "al ribasso" inordine alle percentuali di attività prece-dentemente destinate a tali funzioni. Delledue l'una: o effettivamente prima del refe-rendum pressoché nessuno si occupava diambiente (e allora avevano ragione i pro-motori del referendum) o, poiché così nonè, gli operatorie le strutture deputati alla

27

Page 31: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

tutela dell'ambiente devono essere asse-gnati senza indugio alle Agenzie Regiona-li che vanno rapidamente costituite.Ugualmente gravi sarebbero ipotesi orga-n izzative quali: assegnazione del persona-le tecnico alle Agenzie e del personalemedico ai Dipartimenti; costituzione diunità operative o settori dedicati esclusi-vamente alle funzioni di vigilanza; costi-tuzione, anche ali' interno dei Dipartimen-ti, di unità operative monoprofessionali(soli medici o soli tecnici).In tutti i casi si tratterebbe di un colpomortale inferto al concetto di prevenzionecome approccio globale alle problemati-che della tutela della salute e della salva-guardia dell'ambiente, con disastrosi ri-sultati in termini di qualità della vita deicittadini.Nell'ambito dei necessari riassetti istitu-zionali ,particolare attenzione va posta allaquestione del destino delle strutture e delpersonale dei Presidi Multizonali di Pre-venzione.L'opzione fondamentale sostenuta da Snop(e ribadita nel citato documento di Vene-zia) rimane quella della creazione di unsistema integrato della Prevenzione, chepreveda anche per le Agenzia una reale eforte presenza sul territorio, nonché larealizzazione di forti sinergie e collega-menti, sia in fase di programmazione chedi esecuzione degli interventi, con i Dipar-timenti di Prevenzione.Snop è contraria in ogni caso alla duplica-zione delle strutture esistenti sul territorio,e ribadisce la scelta della multireferenzialitàsia delle Agenzie che dei Dipartimenti,nell'ambito della rete Regionale e Nazio-nale dei Servizi e Presidi di Prevenzione.Anche per questo auspichiamo che si adot-tino soluzioni che permettano di non di-sperdere il potenziale di risorse e profes-sionalità presenti nei Presidi Multizonalidi Prevenzione, operando in modo che tale

potenziale, a prescindere dalla specificacollocazione istituzionale,possacontinua-re a costituire patrimonio comune dell' in-tera area della Prevenzione e della tuteladell'Ambiente: la costituzione di AgenzieUniche, in questa ottica, si configurerebbecome la soluzione ottimale.Una particolare riflessione merita il pro-blema della collocazione dei settori im-piantistici.Qualora non si adotti il modello dellaAgenzia Unica, Snop ritiene in via di prin-cipio che poiché le competenze relativeappartengono indiscutibilmente ai Dipar-timenti di Prevenzione, strutture e perso-nale dei settori impiantistici debbano tran-sitare ai Dipartimenti stessi, adottando tut-tavia soluzioni tese a salvaguardare e valo-rizzare le competenze e le professionalitàdegli Operatori, mediante l'identificazio-ne all'interno dei Dipartimenti di unitàoperative flessibili che siano in grado dirispondere ai bisogni complessivi del Di-partimento, e non dei soli Servizi di Pre-venzione e Sicurezza degli Ambienti diLavoro.Snop constata con soddisfazione che, siapure con modalità e tempi diversi, in molteregioni si va delineando la scelta di istitui-re Dipartimenti di Prevenzione dotati diautonomia funzionale, comprendenti tuttii Servizi previsti dal DL.vo 502192, comemodificato dal DL.vo 517193.Peraltro sono ancora poche le situazioninelle quali il concetto di autonomia fun-zionale viene portato a compimento attri-buendo ai Dipartimenti anche l'autonomiafinanziaria nell'ambito del bilancio unicodelle Aziende Usi, al pari dei Distretti e deiPresidi Ospedalieri: Snop ritiene che que-st'ultimo aspetto vada generalizzato, poi-ché l'autonomia funzionale non può nonpresupporre autonomia nella negoziazio-ne, allocazione e impiego delle risorse.Snop si adopererà in ogni caso, nelle sedi

opportune, affinché i principi che sonostati recepiti in molte legislazioni regiona-li disponibili, si traducano nella effettivarealizzazione di Servizi e Presidi dotati dirisorse e professionalità adeguate rispettoal territorio e alle competenze di riferi-mento. In questo senso Snop afferma cheil livello minimo al di sotto del qualel'obbligo istituzionale deve ritenersi nonadempiuto, è costituito dalla attribuzioneai Dipartimenti della intera quota capitariadefinita in sede nazionale per le prestazio-ni di prevenzione.Su questo livello minimo "etico" Snopeserciterà una attenta e puntuale opera divigilanza.

P. 11 Direttivo Nazionale SnopIl Presidente

Graziano Frigeri

Bologna, 19/1/95

28

Page 32: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

FORUM

BOTTO E RISPOSTAUn intervento sul problemadel diritto all'informazione

Torniamo sull'episodio dell'incidente diBottegone (vedi Bollettino n.32 p. 37) peraprire un dibattito a più voci sul problemadell ' informazione e della trasparenza del-le pubbliche istituzioni. Partecipano aldialogo il Comitato dei cittadini pronta-mente formatosi all 'indomani dell 'eventoe gli operatori del servizio della Usl re-sponsabile per territorio (dott. CesareCiapini del Servizio di Prevenzione, Igie-ne e Sicurezza e il dott. MichelangeloBolognini, del Servizio di Igiene Pubblicae del Territorio). Lasciamo quindi la pa-rola ai diretti interessati.

CiapiniIl racconto pubblicato sul Bollettino n. 32"Snopscoop Scoppia una fabbrica nelpistoiese...." ricostruisce (ottimo lo stileletterario]) una situazione paradigmaticache offre tutti i necessari spunti di rifles-sione: un incidente rilevante annunciato,"il cittadino inerme di fronte alla nube diveleno", "una piccola sfiorata catastrofeecologica",unamultinazionale, "tedesca",che produce anche per l'industria militare,l' improvvisazione delle autorità e del ser-vizio pubblico, "tutti gli abitanti perfetta-mente coscienti della pericolosità di quel-i' impianto, una evacuazione mancata...".

Dal mio punto di vista, quello dell'opera-tore tecnico direttamente coinvolto nel-l ' accaduto, mi limiterò ad alcune brevipuntualizzazioni.1. L'incidente si è verificato a seguito deldecorso anomalo della reazione di bromu-razione della resina epossidica contetrabromobisfenolo A. Ciò ha determina-to, in ultima analisi, un aumento di pres-sione all'interno del reattore chimico, ilcedimento della sua chiusura, l'espulsionedel portello e la proiezione della massaviscosa di resine contenute nel reattore,nelle immediate vicinanze di questo, congrave pericolo di infortunio.Si é avuta inoltre emissione di sostanze, inparticolare acido bromidrico, fenoli e loroderivati bromurati. Quantità infinitesimalidi bromodiossine, nell'ordine dei pico-grammi/grammo, sono state reperite nelmateriale emesso, prelevato in prossimitàdel reattore.La sorveglianza sanitaria cui sono statitempestivamente sottoposti tutti gli addet-ti della fabbrica, ha evidenziato, allo statodelle cose, solo disturbi di tipo irritativo.2. Occorre ricordare la distinzione concet-tuale fra industria insalubre ed attività arischio di incidente rilevante: la prima è"abitualmente" fonte potenziale di inqui-

namento, la seconda può essere causa diun pericolo grave in conseguenza di avve-nimenti "incidentali" di rilievo.Si tratta dunque di ambiti distinti, che nonsono consequenziali e che solo in qualchecaso si sovrappongono.3. La vicenda ha riaperto la discussionesulla utilizzabilità dell'art. 3 del DPR 175,i cui limiti ed ambiguità sono noti agliaddetti ai lavori.La mia convinzione è che il rischio diincidente rilevante derivi dalla presenza,in deposito o in processo, di sostanze peri-colose in quantità significative e non dallasemplice appartenenza della attività indu-striale ad una voce dell'allegato I.E auspicabile, a proposito dell'art. 3, unchiarimento definitivo da parte delle auto-rità competenti, in termini di ambito diapplicazione e procedure da seguire.4. Appare evidente ed è ormai convinzionediffusa e pienamente condivisibile la ne-cessità di lavorare alla costruzione dellastruttura territoriale preposta alla gestionedell'emergenza.I Servizi della Usi, in questo caso, hannorealizzato buone forme di coordinamentofra loro e con l'Amministrazione Comu-nale, ma sicuramente non si configurano,da soli, come Servizi di protezione civile.

29

Page 33: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

Aldilà di polemiche su responsabilità neiconfronti di ciò che è accaduto, qualipensi che siano i compiti e i debiti informa-tivi che l 'ente pubblico preposto contraeverso i cittadini che vengano coinvolti daeventi di inquinamento accidentale?

ComitatoL'ente pubblico, in caso d'incidente comequello verificatosi a Bottegone, riteniamoabbia innanzitutto il dovere di intervenirein modo idoneo, tempestivo e capillare. Aciò naturalmente si deve affiancare un'in-formazione chiara, obiettiva e rapida chenon drammatizzi e neppure minimizzi l'ac-caduto e capace di raggiungere la totalitàdella popolazione interessata.Riteniamo che questo compito non si esau-risca nell' immediatezza dell'incidente ,mavi debba essere anche un follow-up sullapopolazione e sul territorio.

CiapiniIl debito informativo verso il cittadino e lacollettività è ampio: riguardale conoscen-ze dell'accaduto, i rischi ed i modi perproteggersi, i motivi dei provvedimentiadottati, le attività compiute e quelle pre-viste, i risultati delle indagini, gli eventualiproblemi.E decisiva inoltre la tempestività dell'in-formazione - difficile se non impossibilenelle prime fasi dell'emergenza - e la suacompletezza e comprensibilità in relazio-ne alle esigenze specifiche, molteplici elegittime, anche se non completamenterisolvibili.La risposta data, pur tecnicamente corret-ta, può non corrispondere a quella attesadai creditori di informazione, e questomoltiplica la conflittualità.

BologniniIn merito ai compiti informativi, mi sem-bra del tutto evidente che l'ente pubblico(l'Azienda Usl) debba informare la popo-lazione interessata, basta ricordarsi del-l'esistenza del punto b) dell' art. 20 della L.833178; che non è stata abrogata dal fami-gerato referendum sui controlli ambienta-li,

Sull'altro versante, quello dei cittadini, ègiusto identificare sempre la Usi in modounitario, come se in essa non operasseropersone diverse, dotate ognuna di propriesensibilità ed anche di compiti e responsa-bilità diverse?

ComitatoGli operatori di ogni settore devono assu-mersi la responsabilità delle proprie azionied affermazioni, d'altra parte l'ente dalquale dipendono attua nel suo insieme uncondizionamento al quale è difficile sfug-gire. In ogni caso bisogna comunque affer-mare che ogni esperto si deve assumere laresponsabilità del proprio operato.

CiapiniLa Usl non è un soggetto unico ma uninsieme di persone, di professionalità e distrutture che lavorano (o dovrebbero lavo-rare) su programmi comuni con obiettivicondivisi.Dal punto di vista dei cittadini, rispettoalla soluzione dei problemi, è naturaleaspettarsi risposte univoche anche se co-municate con stili diversi.

BologniniIl problema di identità della Usl è cruciale,i cittadini e spesso anche gli operatori dialtri settori della sanità non hanno alcunaidea precisa su cosa siano o cosa faccianole strutture pubbliche preposte alla pre-venzione, già parlare di Usi significa, perla gente, identificare il tutto con malasani-tà, lottizzazioni, tangenti, ecc., non a casol'esito del referendum dei controlli am-bientali è stato quello che è stato: altro chepar-condicio.Il problema è "mass mediologico"; è ridi-colo credere di poter risolvere il problemacon l'opuscolino artigianale, le informa-zioni devono passare sui mezzi di comuni-cazione di massa e devono essere elabora-te da professionisti del settore su preciseindicazioni degli operatori pubblici.

Dire sempre tutto, confessando anche dub-bi, incertezze, timori del momento, deri-vanti da fasi anche convulse che si susse-guono nell ' immediatezza di eventi cosìdrammatici, è sempre giusto? Qual è l'in-terlocutore giusto da mettere a parte ditali preoccupazioni (tutti i cittadiniindiscriminatamente, quelli culturalmen-te dotati di mezzi per orientarsi nel caosinformativo, i medici di base, i cittadini"esperti della materia")?

ComitatoA nostro parere è giusto dare un'informa-zione completa a tutti, in modo razionale eresponsabile. Per far questo riteniamo ne-cessario che ci sia un'efficace collabora-zione tra i responsabili dei vari servizi eche vi siano dei bollettini ufficiali checontengano informazioni sugli sviluppidella situazione ed indicazioni sui com-portamenti che la popolazione deve tene-re. Particolare attenzione dovrebbe essererivolta al rapporto con i medici di base.Inoltre sarebbe auspicabile l'istituzione diun servizio sanitario specifico sul territo-rio, appositamente costituito.

CiapiniLe circostanze non consentono selezioniné il ricorso a procedure proprie dei tempinormali; non è possibile filtrare la doman-da né rispondere tramite l'ufficio informa-zioni. Il tecnico è quotidianamente a con-tatto diretto con la domanda, o meglio conchi domanda e si trova nella necessità dirispondere rapidamente al cittadino, al la-voratore, al comitato, al giornalista.La richiesta di notizie è incalzante, concre-ta, di solito non rinviabile.Al di là di una questione di correttezza e diillecite censure, è buona regola dire tutto.Dire la verità consente al tecnico compor-tamenti lineari, non dispersivi, positivi edefficaci, oltre che rispettosi degli interlo-cutori . Inoltre le bugie hanno le gambecorte: i diversi soggetti tecnici competentisono sottoposti a richiestelverifiche con-temporanee sui problemi aperti. Sarebbefacile dunque cadere in contraddizionecon conseguenze disastrose sulla credibi-lità del servizio pubblico. E opportunocercare di dare a ognuno la risposta al"suo" quesito nella forma più chiara.Riguardo all'interlocutore giusto cui con-fessare incertezze, non credo possibile fareselezioni: il tipo di interlocutore modula illivello tecnico della risposta ma la sostan-za delle cose (certezza-incertezza) passacomunque.Quanto al confessare dubbi, incertezze,timori del momento, basta intendersi: leincertezze di carattere psicologico del tec-nico non hanno alcuna rilevanza esterna. Iltecnico viene interpellato perché dia ri-sposte tempestive ai problemi o indichi lestrade che si stanno percorrendo per risol-verli.

30

Page 34: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

BologniniIl problema informativo alla popolazionenelle prime fasi convulse che si susseguo-no nell'immediatezza di eventi critici nonriguarda, in assoluto, direttamente i tecni-ci impegnati nell'emergenza, bensì unacentrale informativa unica alla quale i cit-tadini possono fare riferimento, mi sem-brerebbe un compito specifico della prote-zione civile.Per quanto riguarda i flussi informativisuccessivi è obbligatorio coinvolgere tuttele strutture sanitarie o rappresentative esi-stenti nel territorio (medici di base, organidel decentramento comunale): rileggersial proposito il già citato art. 20 della L.833178.

In questa vicenda, come in tante altre,hanno avuto grande importanza i mass-media: qual è il vostro giudizio sul lorointervento? Hanno esasperato i toni, han-no riferito voci non verificate, hanno esa-gerato, hanno minimizzato?

ComitatoI mass-media potranno aver commessoanche degli errori, ma sicuramente hannoavuto un ruolo determinante nel mantene-re viva l'attenzione sull 'evento verificato-si. Infatti senza di questi gli enti pubblici,gli operatori sanitari e l'azienda, con illoro atteggiamento, avrebbero concluso inbreve tempo la vicenda facendo dimenti-care l'incidente.

CiapiniNiente di nuovo sotto il sole: grandi titoli,lunghi articoli costruiti sulla base di fugaciconversazioni telefoniche, la rappresenta-zione schematica del gioco delle parti, delteatrino ,per fare audience con beneficio dierrori anche marchiani dettati da un ap-proccio approssimativo e dalla necessitàdi tenere a galla la notizia. Con pocheeccezioni.

BologniniLa domanda sul comportamento dei massmedia in caso di incidente mi sembra diun'ingenuità disarmante, il compito deimass media (giornali, Tv locali, Tv pub-blica) è quello di vendere un prodotto, ènella loro logica gridare una notizia nonquella di fare informazione asettica, a taleproposito riterrei utilissimo per tutti chefossero pubblicati gli atti del seminario"La comunicazione dell'informazione"organizzato dalla U.O. Epidemiologia dellaUsi 10E il 10-1113193 che coinvolgeva suqueste tematiche giornalisti scientifici,epidemiologi ed operatori di sanità pub-blica.

Come suggerireste di comportarsi ad unfuturo operatore della prevenzione del-l ' ente pubblico che si trovasse ad affron-tare analoga situazione?

ComitatoAgire tempestivamente e cercare di otte-nere quanto prima la collaborazione e laconsulenza di personale altamente qualifi-cato ed esperto a trattare simili situazioni.Inoltre sarebbe opportuno che mantenesseuna stretta collaborazione con la popola-zione.

CiapiniLa mia esperienza diretta e quello che so suincidenti industriali dicono che è abituale(inevitabile?) in questi casi un rapportoconflittuale, di sfiducia e di sospetto neiconfronti dell'Ente pubblico.E poco probabile la costruzione di unrapporto di fiducia fra cittadini e istituzio-ni/strutture sanitarie nel corso di un eventoincidentale, se non c'è stato un lavoroprecedente di buone relazioni "in tempo dipace". Allora occorre far questo, prima;dare risposta tempestiva ed accurata findalle prime richieste, ai primi segni delproblema.Certo, la posizione dell'operatore di Igie-ne Pubblica è più problematica rispetto aquella dell'operatore di Prevenzione neiluoghi di lavoro che ha interlocutori preci-si e bene identificabili.Il suggerimento per l'operatore della pre-venzione in circostanze analoghe: pallalunga e pedalare. Anche qualche certezza:poter contare su una rete di validi colleghied un sistema informativo funzionante.

BologniniPer l'operatore della prevenzione: contri-buire a risolvere l'emergenza secondoscienza e coscienza in accordo con tutte leprofessionalità e gli enti interessati.

31

Page 35: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

Come suggerireste di comportarsi ai futu-ri gruppi di cittadini coinvolti in analoghecircostanze?

ComitatoMuoversi subito organizzandosi in unComitato.- Documentarsi in maniera approfonditasull'accaduto.- Coinvolgere il più possibile la popolazio-ne.- Confrontarsi con tutte le autorità coin-volte.- Accettare meno compromessi possibili.- Pretendere la verità e verificare quantodetto ufficialmente ricorrendo anche a fontidi parte.- Se vi sono danni, costituirsi parte civile.

BologniniPer i cittadini organizzare una strutturarappresentativa di pressione .possibilmentecoinvolgendo il comune o gli organi deldecentramento comunale.

Dando per acquisito che la situazione deilavoratori della fabbrica è in questi casi lapiù difficile (come lavoratori perché col-piti essi stessi dai rischi, ma anche a ri-schio di perdita del posto di lavoro edinoltre molto spesso a rischio in quantoanche cittadini residenti nelle immediatevicinanze), quali pensate siano i doveriinformativi di questi ultimi? (riferire sucircostanze di malfunzionamenti non sfo-ciate in incidenti, denunciare carenze dimanutenzione, di conduzione degli im-pianti; a chi rivolgersi, come garantire1 'assenza di ritorsioni da parte dell 'azien-da, ecc.)

ComitatoRiteniamo che la rigorosità del dovereinformativo in generale debba essere ri-chiesta a tutti. Certamente per gli operaiassolvere a questo dovere risulta più diffi-cile essendo una parte fortemente soggettaa ricatti da parte del datore di lavoro. Sidevono evitare comunque, da parte deglioperai, atteggiamenti irrazionali e pregiu-diziali. L'organo più idoneo a comunicareciò che si verifica all'interno di una indu-stria riteniamo sia il sindacato e nel nostrocaso il responsabile della sicurezza e iconsulenti esterni.

CiapiniLa domanda è retorica quanto ai doveriinformativi dei lavoratori: evidentementeessi li hanno. E i primi riferimenti sonosicuramente le loro rappresentanze, il rap-presentante alla sicurezza, la Usi..La mia opinione è che i lavoratori, quandosono consapevoli dei rischi, si battono pereliminarli, mi sembra poco probabile unaanomala persistente convergenza di inte-ressi contrapposti quando è in gioco la lorosalute.

BologniniMi sembra che l'applicazione del D.L.626194 possa rispondere al quesito, certo èche tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare,il problema è sempre lo stesso; ed è enor-me, che prezzo ha la salute? O quello checrediamo sia la salute (spesso ridotta aduno status symbol puramente estetico).

Quali altri attori possono partecipare allarappresentazione: da parte dell ' azienda,da parte dei lavoratori organizzati nelsindacato?

ComitatoFra gli attori di questa rappresentazione,l'attore protagonista non si è ancora pre-sentato sulla scena: l'azienda.

CiapiniA questo proposito mi sono domandato ilperché del mancato invito a questo forumdi un rappresentante dei lavoratori.

BologniniDire la società civile sarebbe velleitario.mi sembrano in ogni caso importanti leassociazioni locali ed il volontariato.

In questo numero presentiamo le opinionidei primi due interlocutori. Nel prossimocompleteremo il giro con il contributodella Dr.ssa Eva Buiatti, esperta per ilsindacato, e con una nota redazionale.

AvP,fl

<e 416 ro

D Gn2/

W_N

zWJ

INAIL CI PROVA

In una recente Conferenza stampa il nuovopresidente dell'Inail, Pietro Magno, ed ilnuovo direttore generale Roberto Urbanihanno candidato l'Istituto a essere il garantee il "vero" controllore delle condizioni disicurezza e igiene del lavoro nelle impre-se. L'lnail si candida a istituto "guida"nella prevenzione degli infortuni sul lavo-ro, attaccando gli inefficienti servizi delleUsl e gli Ispettorati del Lavoro.Citando il presidente: "L'Inail è l'unicoEnte che ha strutture e capacità per fareseriamente la prevenzione. Per ora in Ita-lia, la prevenzione degli infortuni è fattapoco e male. L 'Inail deve fare prevenzionesia per i vantaggi sociali ai quali è finaliz-zata, sia per i risvolti economici sull 'atti-vità assicurativa dell'ente".L'Istituto aspira insomma a svolgere icompiti ora assegnati ai servizi Usl e al-l'Ispettorato del Lavoro.In questi anni come Snop abbiamo apprez-zato e sostenuto lo sforzo di modernizza-zione dell'Istituto, nella gestione dei datisu infortuni e malattie professionali, neltrattamento delle informazioni per com-parto produttivo (o meglio per codice Inail)che permette alla singola impresa di "posi-zionarsi" nel settore di appartenenza trabuoni e cattivi.Si pensi ai contributi di Ortolani in moltenostre iniziative.Francamente non riusciamo a capire quin-di i toni polemici. Ben più utile sarebbestato un atteggiamento di collaborazione,la promozione di piani di lavoro comuni,di obbligo di (inter) comunicazione.

32

Page 36: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

DIRETTIVASEVESO DUE

AMBIENTE E LAVORO.E DINI LO PRESEALLA LETTERA!

11 sistema di gestione della sicurezza pre-visto dalla nuova direttiva "Seveso" indiscussione al Parlamento Europeo e chedovrà essere approvata dalla UE entrogiugno 1995, è finalizzato alla realizzazio-ne negli stabilimenti industriali di un pro-cesso permanente di autod iagnos i e poten-ziamento dei livelli di sicurezza e di tutelaambientale, affidato alla diretta responsa-bilità dell ' impresa.L'analisi storica degli incidenti accadutidal 1982 ad oggi negli impianti industrialidei paesi maggiormente sviluppati (sino aquelli dell'Atochem di Rho e della Isola-Mas di Bottegone di Pistoia, segnalati nelnumero scorso di questa rivista) ha messoin evidenza che la sicurezza non è il risul-tato di una procedura amministrativa diautorizzazione "esterna" agli impianti. 11"bollo" dell'autorità competente non puòche essere una statica presa d'atto dellasituazione al momento dell'istruttoria, manon è garanzia di sicurezza nel tempo, chedipende invece dalla qualità dell'esercizioe della manutenzione degli impianti.Il 90% degli incidenti è infatti riferibilealla qualità e affidabilità del managementdegli impianti a rischio, piuttosto che alle(sole) caratteristiche degli impianti stessi.L'estrema centralizzazione delle procedu-re italiane poi ha di fatto bloccato l ' esamedei rapporti e quindi le stesse prescrizionidi adeguamento.Si pensi che gli organismi incaricati (V igi-li del Fuoco. Istituto Superiore di Sanità,Ispesl,CNR e dal 1994 i comitati regionalidei VVFF) hanno sino ad ora esaminatomeno della metà dei quasi 920 rapporti disicurezza delle imprese e sono pervenuti aconclusioni per una cinquantina di essi.In questa incertezza non sono certamenteavanzate iniziative e investimenti delleimprese per la sicurezza degli impianti.Come Snop abbiamo - anche se troppodebolmente - sostenuto il decentramentodegli esami dei rapporti e soprattutto unasemplificazione delle procedure con unamaggiore responsabilità diretta delle im-prese.L'esperienza della Regione Toscana che,con legge regionale, ha invece portato atermine l ' esame in tempi contenuti di tuttele dichiarazioni pervenute,risulta purtrop-po isolata.Oggi la revisione della direttiva Seveso insede europea punta appunto su un sistema

digestione della sicurezza dove le impresecertificano l'affidabilità degli impianti, iprogrammi e l'organizzazione per la pre-venzione dei rischi ambientali e degli inci-denti, le procedure di informazione al pub-blico sulla sicurezza degli impianti.1 do-cumenti predisposti dalle aziende, che co-stituiscono un impegno legale, sono valu-tati da verificatori indipendenti e sottopo-ste successivamente alla autorità di con-trollo che mantiene ovviamente tutte lesue prerogative di vigilanza. Si superal'istruttoria e si responsabilizza maggior-mente l'impresa.Con le norme sull'autocertificazione inmolti campi, con il Decreto 626 e la revi-sione della direttiva Seveso si spera cheanche in Italia, come già negli altri paesieuropei e negli Stati Uniti, crescano lecompetenze nel campo privato della certi-ficazione ambientale e di sicurezza.

La cancellazione nel Governo Dini delMinistero dell'Ambiente, accorpato alMinistero dei Lavori Pubblici, ha creatoqualche sconcerto e preoccupazione.Neanche il precedente governo aveva osa-to tanto.Ci si ricorda nel passato le battaglie am-bientaliste contro la gestione cementifica-trice e tangentizia del Ministro Prandini.L'unificazione della gestione delle politi-che del territorio e della salvaguardia am-bientale in un unico Ministero del territo-rio e dell'ambiente avrebbe avuto un ap-poggio più solido.La scelta è invece asimmetrica e sbilancia-ta sui lavori pubblici. Grandi opere pubbli-che volano dell'economia?La nomina di Emilio Gerelli come sottose-gretario all' Ambiente ha però attenuato leprime preoccupazioni.Gerelli, direttore del dipartimento di eco-nomia pubblica e territoriale dell'Univer-sità di Pavia e da sempre teorico del bino-mio economia-ecologia, presidente delgruppo economia ambientale dell'OCSE,fu tra i primi a parlare in Italia di "tasseecologiche", ad esempio alla nascita diAmbiente e Lavoro, Milano 10 marzo 1987 ,ha delle carte in regola, insomma.Citando Massimo Scalia "non appartienealla scuola di pensiero dominante tra glieconomisti secondo la quale le proposteambientaliste vanno scartate perché pocoredditizie".Nello scorso numero di Snop, in pienaderegulation, condoni e silenzi, eravamopreoccupati dell'impatto ambientale delGoverno Berluscon i. Oggi prendiamo tem-po. Finirà prima il Governo Dini o potre-mo fare nel numero Snop dell'autunno unpiccolo, speriamo più positivo, bilanciodelle sue politiche ambientali?

33

Page 37: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

INTEL '95APPUNTAMENTOCON ELETTRONICA EAMBIENTE

Organizzato dall'ANIE (AssociazioneNazionale Industrie Elettroniche) in colla-borazione con la Federazione NazionaleGrossisti Distributori di Materiale Elettri-co, si terrà a Milano dall' 8 al 12 giugno unseminario sulla ricaduta ambientale deiprodotti elettrici ed elettronici." Canalizzazioni per impianti elettrici inPVC senza stabilizzanti e relativi metallitossici come piombo e cadmio, ma chemantengono ovviamente le caratteristichedi resistenza a calore, urti ed invecchia-mento. Queste canalizzazioni dovrebberogarantire maggiormente il rispetto del-l'ambiente dal momento della produzio-ne, alla messa in opera sino al recuperodegli scarti..." così sostiene l'ANIE.In questi mesi stanno tornando d ' attualitàle vicende legate alle decine di morti ditumore da cloruro di vinile a Marghera equindi, quando si parla di PVC, non siamomai tranquilli e non solo per la presenza distabilizzanti tossici.A conferma di ciò a Berlino è stato infattireiterato il bando all'uso del PVC nelle

costruzioni pubbliche (anche per il rischiodel rilascio di diossine in caso di incendio)ed è stato deciso di eliminare i cavi elettricirivestiti in questo materiale entro la finedel 1996.A Intel '95 saranno presentati inoltre nuo-vi materiali (tessuti in alluminio elettroli-tico accoppiato con film di poliestere) perschermare radiazioni elettromagnetiche dasistemi per telecomunicazioni e informati-ca (computer e stampanti ).Così ci saranno "cronotennostati intelli-genti" per risparmiare energia e rumorenell'uso degli elettrodomestici.Per quanto riguarda il rischio elettroma-gnetico, oltre alla direttiva che il Parla-mento Europeo dovrà emanare, i verdi -progressisti Mattioli e Scalia hanno pre-sentato una proposta di legge per rivederei limiti, spostare i tracciati degli elettrodottia maggiore distanza dalle abitazioni, usaretecnologie innovative come le linee com-patte o l' interramento dei cavi. Uno sforzogigantesco se si tiene conto dei 50.000kilometri di cavi ad alta tensione e delquasi milione di cavi di altre linee, una checonsentirebbe oltre alla diminuzione delrischio e un minore impatto ambientale epaesaggistico, anche un risparmio dei co-sti di manutenzione e sostituzione.Non è "archivio soluzioni questo"?

Per saperne di più:Associazione Intel

Via Algardi 220148 Milano

fax 02-3264212

CRONACHEDALL'EUROPAUn seminario a Lussemburgosu potenzialità e limiti degliaccertamenti sanitaripreventivi e periodici per ilavoratori

Si è svolto nello scorso mese di gennaio,organizzato dal centro studi del sindacatoeuropeo, rappresentato da Karol VanDamme e da Ludwin Kastelin, un semina-rio che ha avuto come tema al centro delladiscussione le potenzialità ed i limiti degliaccertamenti sanitari preventivi e periodi-ci per i lavoratori. Pur senza aprire nuoviscenari rispetto a quelli già noti , il semina-rio è stato utile per favorire la conoscenzae lo scambio di esperienze tra operatori siaappartenenti all'ambito della ricerca, sia aquello della pratica sanitaria sul campo. Di

particolare interesse è stata la relazione diGrcgory Wagner, del NIOSH diMorgantown in West Virginia, il quale haesemplificato il significato che assume algiorno d ' oggi la sorveglianza sanitaria dipopolazioni esposte a livelli molto bassi disilice. Katerine Venables,del Saint GeorgeHospital di Londra ,ha invece puntualizzatoi limiti esistenti nel basare una pratica diselezione del personale da adibire a lavo-razioni con esposizioni a sostanze allergizzanti,su screen i ng allergologici. RobertLawerys, prestigioso conduttore di moltedelle sessioni, ha invece trattato, insiemeal più giovane Bernard, dei problemi ine-renti la sorveglianza sanitaria di esposti acadmio. Molto stimolante anche l'inter-vento di un medico "competente" di fab-brica del Belgio, il quale ha ripreso inesame un problema, quello del daltonismo,spesso mal posto in sede di visite medichepreassuntive . Egli ha infatti ricordato comesia improprio per il medico, chiamato avalutare i rischi perla salute che potrebbe-ro venire al candidato nell'affrontare uncerto tipo di lavoro, sottoporlo ad un test,

quello della visione ai colori, quasi semprepertinente alle abilità lavorative, più che airischi perla propria salute. Da parte italia-na si sono riferite le esperienze di lavoronel campo dell'idoneità al lavoro per ap-prendisti e minori e alcune prime esperien-ze di sorveglianza sanitaria in lavoratoripensionati ex-esposti a sostanze cancero-gene. Gli interventi italiani con la riccaesperienza presentata, hanno acceso unnotevole dibattito, segno di un'attenzioneampiamente riconosciuta per questo gene-re di attività e soprattutto per le peculiaritàe potenzialità che il modello di prevenzio-ne adottato finora nel nostro paese conti-nuano ad avere all'estero.

Alberto Baldasseroni

34

Page 38: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

CONCORSO A PREMI"UNAVISITANON SI NEGAA NESSUNO (E DUEANCORA MEGLIO)"

Segnalato massiccio afflusso di artigianimeccanici, elettrauto, carrozzieri, gommi-sti presso i servizi di prevenzione delle Usial fine di ottenere il fatidico "certificato"medico necessario (chissà perché?) al-l'esercizio della qualifica di responsabiletecnico di centro autorizzato alla revisioneperiodica delle autovetture ex legge 122192. Registrati episodi di cannibalismo pres-so alcuni servizi di igiene pubblica che allavista dei disorientati artigiani hanno subi-to provveduto alla somministrazione diappositi bollettini (sic!) di conto correntepostale da compilarsi e riscuotersi pressosportelli postali per supposti diritti sanitariin vista di improprie sane e robuste costi-tuzioni. I malcapitati, chiarito l'equivoco,sono stati poi indirizzati al Servizio dimedicina del lavoro dove hanno potutofinalmente ottenere l'agognato pezzo dicarta da parte di un medico veramentecompetente, previo, naturalmente ulterio-re pagamento della prestazione.Visto tutto ciò la Direzione del Bollettino,

per celebrare degnamente l'inizio di unnuovo filone di attività preventive chepromette grandi orizzonti per il futuro,lancia un Concorso a premi tra tutti i lettoriper una composizione dal titolo "Quattrobuone ragioni per sottoporre a visita me-dica da parte dell ' Ufficiale Sanitario tito-lari e responsabili tecnici di autofficine,elettrauto, carrozzieri, gommisti e quan-t'altro ai sensi dell'art. 7, comma 1, lette-ra e, della legge n. 122 del 5 febbraio1992". Tra tutte le risposte pervenute sa-ranno scelte le tre più intelligenti che ver-ranno pubblicate sul Bollettino. Agli auto-ri andrà un abbonamento gratuito alla rivi-sta per i prossimi dieci anni. Si prega diastenersi dall'inviare contumelie, espres-sioni in-iguardose nei confronti dell'Auto-rità Legislativa autrice del suddetto detta-to, qualsivoglia facezia o lepidezza vacua.Serietà colleghi ,qui si sta facendo Preven-zione!!

Firmato Rossovergogna

LE STREGHESON TORNATEFirenze, 4 e 5 maggio 1995

La salute della donna è oggetto di grandeattenzione non solo in riferimento ai temipiù specifici della salute femminile, maanche perché il movimento delle donne hasollecitato nuove prospettive nel modo diguardare alla vita, alla salute e alla malat-tia.Vi è oggi un crescente interesse aconside-rare dimensioni diverse da quelle stretta-mente "mediche" e a studiare la salutedella donna tenendo conto del suo impe-gno nella rete familiare, sociale e lavorati-va.Questi temi sono però assai poco dibattutinell'ambito della comunità scientifica(come peraltro la maggioranza dei temi disociologia sanitaria) e modesta rimane lariflessione sul significato che le nuove

acqu i n i z i on i della ricerca medica potrannoavere per la salute e la "qualità della vita"e come il punto di vista femminile possaorientare la ricerca stessa.L'epidemiologia è una disciplina che sipone come obiettivo la produzione di co-noscenze soprattutto per la prevenzione ela sanità pubblica: in ultima analisi per ilmiglioramento delle condizioni sociali esanitarie della collettività.Su questo tema si terrà a Firenze il 4 e 5maggio 1995 un Convegno promosso dal-la Associazione Italiana di Epidemiolo-gia, in collaborazione con le Regioni To-scana e Emilia Romagna e il CSPO. Aquesto appuntamento parteciperanno moltie diversi interlocutori: dalla miticaStelmann della Columbia University a ri-cercatori di area sanitaria e sociale del-l'Università e di vari Enti e Istituti qualiCNR, Biometria, IARC, Mario Negri.Tra i temi: la salute della riproduzione(assistenza alla gravidanza, interruzionevolontaria di gravidanza, frequenze e de-terminanti d 'uso dei contraccettivi,fertilitàe fattori di rischio associati); argomenti di

prevenzione: dall'infezione da HIV ai fat-tori di rischio per i tumori del seno.Venerdì 5 maggio la sessione dedicataall'ambiente di lavoro. Verranno presen-tati i risultati di ricerche epidemiologiche,ad esempio lo studio europeo su malfor-mazioni congenite e occupazione mater-na. Concluderanno il Convegno riflessio-ni sulle differenze tra uomini e donne, maanche diseguaglianze tra donne di fronte amortalità o migrazioni.Un appuntamento importante anche pernoi, per rendere meno asettico e burocrati-co il nostro "valutare il rischio" (: sempreuguale se maschi o femmine?) o applicareuna Sentenza (dimenticata?) della Cassa-zione.

rif. C.S.P.O.Via San Salvi 12

50136 Firenzefax 055-679954

35

Page 39: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

VO

ASPALCUNI RISULTATI

a cura di Celestino Piz*,Emanuela Bellotto*,

Alberto Acqua**e Ivo Dagazzini **

Obiettivo di questo studio è di sottoporre averifica l'utilità di elaborare i dati che imedici di fabbrica forniscono ai Servizi diPrevenzione. Sono stati considerati i para-metri che possono fornire un'immaginereale: dei rischi presenti nelle ditte,della popolazione esposta a rischio,della qualità dell'intervento sanitario,dei danni presenti tra i lavoratori.Dal 1989 le ULSS n. 5 Schio-Thiene e n.6 Vicenza hanno collaborato con i medicidi fabbrica perché i dati sanitari dei lavo-ratori esposti a rischio fossero forniti, alloSPISAL ed ai titolari d'Azienda, utiliz-zando la modulistica proposta dal Coordi-namento dei responsabili SPISAL dellaregione Veneto.Verranno descritte di seguito le modalitàdi conduzione di questo lavoro, i mezziimpiegati, i risultati ottenuti e le problema-tiche messe a fuoco.

1) Dati raccolti ed elaboratiI due servizi si sono accordati sulle infor-mazioni giudicate irrinunciabili, sullemodalità di valutazione delle relazioni edelle registrazioni dei dati, si è quindideciso di elaborarli per:

• anagrafe azienda e settore produttivo;• numero di esposti a rischio (consideran-

do: rumore, acrodispersi, sostanze chi-miche, solventi e metalli);

• bonifiche eseguite o da eseguire (segna-late dal medico di fabbrica);

• lavoratori visitati;• tipo di accertamenti svolti e relativi risul-

tati (classificati in normali ed alterati);• malattie professionali;• qualità della relazione (in base a parame-

tri concordati).Ciascuna relazione, al momento dell'im-missione in computer, viene valutata an-che in rapporto alle precedenti. Alla valu-tazione può far quindi seguito la richiestadi ulteriori informazioni. Si sono così con-tattati a più riprese e per un anno i medicicompetenti perché le relazioni contenes-sero informazioni esaustive. Si controlla-va in tal modo che fossero corrette e com-plete anche le informazioni fornite ai lavo-ratori e al titolare dell'azienda.

2) Modalità di incremento del numerodi ditte conosciuteNei due SPISAL esisteva un "archiviobase" contenente le ditte "storicamente"

conosciute per rischio e per addetti e cheinviavano regolarmente le relazioni sugliASPP.Si è posto quindi il problema di incremen-tare questo patrimonio utilizzando:A) l'archivio della Camera di Commer-

cio;13) le attività del Servizio (Ispezioni Nuo-

vi Insediamenti Produttivi - Indaginiper Malattie Professionali - Richiesteper il raddoppio della periodicità divisite ex art. 35 DPR 303156 - Interven-ti di Comparto etc.).

La ricerca delle nuove Ditte da conoscereè avvenuta seguendo due criteri:a)rilevanza e certezza dell'esistenza del

rischio. Questa direttrice è stata integra-ta poi con le iniziative svolte per ilD.L.gs 277/91 costituite da campagnemirate alle esposizioni al rischio piom-bo cd amianto e da un indagine nelleaziende ad elevata rumorosità.Per inciso, i dati raccolti prima del D.L.gs277 si sono rivelati di grande utilità perindividuare gli esposti ai rischi citati neldecreto e quali ditte andassero contatta-te.

b) completamento della conoscenza dicomparti già indagati a campione. Perentrambe le ULSS si è trattato di galva-nica, metalmeccanica, legno, cave. Peruna ULSS si sono aggiunte attività par-ticolari quali l'orafa, la serigrafia e lafotoccramica.

3) Mantenimento del rapporto con leditte già conosciuteIl compito di inviare le relazioni è statoaffidato alle ditte attraverso l'informazio-ne di tutti i medici d'azienda. Già dopo ilprimo annodi registrazione si è però con-statato che senza solleciti un terzo delleaziende non inviava informazioni (o perdimenticanza o perché le visite non veni-vano ripetute).Persisteva quindi la necessità di informarele aziende sulle modalità e sul significatodell 'esecuzione delle A SPP, ricercando incomputer le ditte "inadempienti" per po-terle contattare periodicamente.Il primo contatto avviene mediante unalettera alla quale fa seguito, in caso di nonrisposta, dapprima una telefonata e poi unsopralluogo.Con questa procedura, dopo tre anni diattività, si è riusciti ad ottenere una basecostante di aziende che inviano le relazio-ni, anche se un ristretto numero continuaad attendere i nostri solleciti.

4) Risultati ottenutiNella tabella 1 si illustra la crescita nei varianni del numero di relazioni pervenute edel numero di ditte ed addetti di cui sonogiunte notizie. Risulta evidente l'incre-mento dei dati numerici che per tutti iparametri considerati supera il 60%. Al-l'interno di questo aumento generalizzato

36

Page 40: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

spiccano gli incrementi dei settori produt-tivi oggetto di uno specifico intervento dicomparto, in particolare: tessile (+372%),orafo (+221%), stampa editoria (+219%),legno (+137%).Nella tabella 2 si riporta il numero dispirometrie ed audiometrie eseguite neivari anni rapportato con il numero di esamirisultati alterati, con la relativa percentua-le. Confrontando il 1991 con il 1992 si puònotare che a parità di visite (+1,9%) si èverificato un forte incremento di audiome-trie (+26,4%) e questo è stato indubbia-mente determinato dalla più precisa cono-scenza della diffusione del rischio rumoreconseguita con le rilevazioni stabilite dalD.L.gs 277/91.Nella tabella 3, si riportano, solo per l ' an-no 1992, il numero di accertamentibiotossicologiei eseguiti, quelli risultatialterati e le relative percentuali.Nelle due ULSS, le attività che espongonoa metalli, sono le fonderie artistiche, lagalvanica e l'orafa ma è soprattutto inquest'ultima che si riscontrano superamentidei limiti ammessi, determinati dalle ca-ratteristiche biotossicologiche del cadm io.Nella tabella 4 sono illustrati i dati delleaudiometrie del 1991 suddivisi per attivitàed ordine decrescente delle % derivantidai seguenti rapporti:A) Numero di audiometrie eseguite rispet-to alle visite. Fornisce indicazioni su comeè percepita l'esposizione a rumore daimedici aziendali (rischio stimato). La mag-gior "copertura" viene assicurata daimarmisti con il 75% di audiometrie, segui-ti dagli addetti alle fornaci (67%), metal-lurgia (60%), acciaieria (60%), legno(60%) e meccanica (50%).B) Numero di audiometrie alterate rispettoalle totali; questo rapporto fornisce indica-zioni sulla diffusione del danno. Nelleacciaierie il 52% degli esami risulta altera-to. I lavoratori delle imprese edili stradalicontribuiscono con un 50% di alterazionidegli esami, mentre l'indice ricavato per ilcomparto legno è 40%. Considerando l' in-sieme dei settori risulta invece alterato unterzo delle audiometrie.I lavoratori delle acciaierie risultano quar-ti come livello di "copertura" ma priminella colonna di frequenza del danno.L'elevata percentuale di marmisti sotto-posti ad accertamenti non ha una altrettan-to elevata percentuale di danno, essa siriscontra invece nei lavoratori dell'edili-zia stradale che risultano poco indagati.Nei comparti legno e siderurgia esiste cor-rispondenza tra "copertura" e percentualedi danno. L'esame comparato delle trecolonne può quindi risultare utile ad unoSPISAL per valutare se l'intervento delmedico d'azienda ri su l ta "centrato" n spettoalla valutazione del rischio rumore.Abbiamo voluto ripetere questi confrontianche con i dati del 1992 per far emergereeventuali variazioni indotte dalla appli-

BDanno rilevatoAcciaieria (52%)Edili Stradali (50%)Precompressi (46%)Legno (40%)Meccanica (35%)

Tab n. 5A

Rischio misuratoPrecompressi (89%) Precompressi (55%)Marmo (84%) Acciaieria (54%)Acciaieria (76,5%) Ed. Stradale (50%)Legno (64,5%) Fornaci (45%)Sbavatura (63%) Meccanica (37%)Tessile (62%) Legno (3 I %)

cazione del D.L.gs 277/91.1 risultati sonoillustrati nella tabella n. 5Si può notare che la misurazione del rumo-re e della esposizione dei lavoratori hafatto emergere come lavorazione più arischio quella dei precompressi (cemento)che conferma la sua posizione anche perquanto riguarda la diffusione del danno. Inprecedenza il rischio in questa lavorazioneera misconosciuto o comunque gli espostinon erano controllati con un esame audio-metrico. Le restanti attività, pur con alcu-ne variazioni delle percentuali, conferma-no la loro posizione e quindi che in prece-denza l'attribuzione dell'esposizione a ri-schio era corretta.

5) Prime valutazioniIl metodo di lavoro adottato, al di là deirisultati numerici che comunque sono ga-ranzia del rispetto delle normative, per-mette di costruire la prima base informati-va generale sullo stato di salute nei luoghidi lavoro, in relazione ai potenziali rischi.Molto positiva risulta la possibilità di ave-re dati aggiornati con uno sforzo organiz-zativo non rilevante. l dati sono elaboratiliper ditta, settore produttivo, rischio e dan-no.Essi hanno fornito le prime indicazioni perapprofondimenti da parte dello SPISAL,ad esempio la necessità di:• eseguire direttamente gli ASPP o gli esa-

mi sanitari integrativi per chiarire situa-zioni emerse in alcune ditte

• effettuare i rilievi ambientali. Oggi congli obblighi introdotti dal D. L.gs 626 sientra nella prospettiva di chiedere la va-lutazione di rischio direttamente alleaziende.

1 dati degli anni 1993-94, comprese ledenunce di malattia professionale, sonopraticamente sovrapponibili ad esclusionedi una lenta diminuzione della percentualedi esami alterati peri metalli che si può confacilità attribuire anche al nostro interven-to.

6) ProspettiveQuesti primi risultati positivi pongono lebasi per perfezionare il lavoro e per isuccessivi passi da compiere quali:• migliorare la definizione dei profili di

rischio e dei relativi protocolli di ASPP,collaborando con i medici competenti;

ARischio stimatoMarmo (75%)Fornaci (67%)Legno (60%)Acciaieria (60%)Meccanica (49%)

BDanno rilevato

Tab n. IAnno Relazioni Ditte

e

Addetti visitati1989 932 614 144721990 1437 874 212501991 1539 1001 237821992 1689 II09 24233

Tab n. 2Anno Spiro ALTIES % Audio ALTIES %I989 412/6291 6,55 1669/5492 30,391990 521/8089 6,48 3082186I8 35,781991 724/9870 7,47 3241/9368 34,601992 536/8815 6, I 0 3866/11843 32,60

Tab n. 3Anno Metalli ALTIES % Solv. ALTIES %1992 292/2578 I I 3211 140 2,8

Tab n. 4

37

Page 41: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

• definire le tecniche di esecuzione e lettu-ra degli esami svolti a completamentodelle visite mediche. Una prima indica-zione in tal senso è contenuta nel D.L.g277191 in merito alle modalità di esecu-zione delle audiometrie;

• verificare la possibilità di classificare ecomputerizzare i fenomeni morbosi an-che in base alla loro gravità (ad es. con laclassificazione delle. audiometrie);

• valutare, partendo dai dati già in nostropossesso, la possibilità di programmareindagini epidemiologiche ad hoc , soprat-tutto per ricercare patologie attualmentemisconosciute (e che anche in questolavoro non sono emerse). Citiamo adesempio quelle dovute ali' utilizzo di stru-menti vibranti o a posture o movimentiripetitivi e più in generale i danni rilevabilicon diagnostica clinica e non con accer-tamenti strumentali.

La valutazione del rischio cd altre indica-zioni innovative (es. quelle riguardantil'uso dei VDT, il rischio biologico e lamovimentazione dei carichi) previste dalDLgs 626194 dovrebbero costituire unabuona base di partenza.

*Spisal Ulss 6via IV Novembre, 46 - 36100 Vicenza

**Spisal Ulss 5via Rasa, 9 - 36016 Thiene

zO

JOdz

Commissione EuropeaSistema di informazionecomunitario sulla sicurezzae la salute nei luoghi di lavoroJANUS

Bibliografia• Relazioni del 2116189 e 16/10/89 a cura

di Marcello Potì ULSS n. 20 per il Grup-po di Lavoro Regionale Veneto ASPP

• Relazione di Leopoldo Magelli, Conve-gno Snop 1985 Arezzo

• Relazione di B attev i -Bodini-Fantini Con-vegno Snop 1988 Roma

• Regione Toscana Dipartimento Sicurez-za Sociale "Attività sanitaria e accerta-menti sanitari preventivi e periodici",relazione a cura di Sonia Bacetti 2017189Firenze

• II medico del lavoro nei servizi di medi-cina e igiene del lavoro: competenzespecifiche e formazione professionale.Di S. Candela-M. Maganani-F. Ferri se-minario regionale Ferrara ottobre 1986

La modulistica per la raccolta dei dati è adisposizione presso le due ULSS, si trattacomunque di schemi ri assuntivi molto sem-plici.

Quanti servizi conoscono questa rivista?Spero molti.A me è capitato per caso di vedere ilnumero 17 regalatomi da Vera Squarcia-lupi, ex-parlamentare europeo, con la qua-le - correva l'anno 1976 - lavoravo intornoalle prime direttive europee sulla sicurez-za e che sa il mio amore verso la cartastampata.Solo i titoli degli articoli dei vari corri-spondenti esteri: incidenti mortali nell' usodegli elevatori a forca, muscoli e lavororipetitivo, l'uso dei solventi in laboratorio,affezioni della regione lombare in allieviinfermieri, valutazione delle condizioni dilavoro nel settore industria grafica, unsistema informatizzato di audit per analiz-zare e migliorare le condizioni di vita e dilavoro nelle case di riposo ... e poi recen-sioni di congressi, audiovisivi, notizie dal-le Commissioni europee, nuovi standard enuove direttive in dirittura d'arrivo e grup-pi di lavoro internazionali, preziosi indi-rizzi di riferimento.Una miniera di notizie agilissime (tra l'al-tro in lingua italiana) che in una trentina dipagine informano non di ricerche acca-demiche e di buone intenzioni, ma dellavoro reale in Europa, con un approcciomoderno e interdisciplinare.Purtroppo la corrispondenza italiana si1 imita a poco più di una paginetta dell'lspeslsugli alberi cardanici.

Già in un precedente numero di Snopavevamo amaramente polemizzato per ilblack-out informativo del lavoro dei servi-zi nell'anno europeo sulla sicurezza.Occorre riprendere voce in questo sistemainformativo comunitario.La Commissione europea, Direzione "Sa-nità e sicurezza" propone un piano entro il2000 basato su quattro temi prioritari:- realizzazione, consolidamento, raziona-

lizzazione e completamento della legi-slazione comunitaria;

- collaborazione extra-comunitaria;- informazione, formazione e istruzione

con particolare attenzione per le piccolee medie imprese;

- elaborazione di misure di accompagna-mento non legislative volte a sosteneregli obiettivi legislativi.

Vogliamo uscire dalle tane e collaborarein futuro come servizi, come coordina-mento delle Regioni, come Snop?

Laura Budini

Per avere Janus e contribuirvi, tempestaredi fax il silenzioso corrispondente italia-no:

Mario AlvinoMinistero del Lavoro

Via Flavia 6tel. 06-486520

fax 06-4819727

38

Page 42: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

Cpt TorinoIL CANTIERE EDILE

Recentemente ho richiesto al ComitatoParitetico Territoriale Prevenzione Infor-tuni, Igiene e Ambiente di Lavoro di Tori-no e Provincia informazioni in merito almateriale da loro prodotto in questi anni.Ho, così, ricevuto delle pubblicazioni amio avviso molto interessanti e utili per glioperatori che intervengono nel settore.

Il Primo soccorso nel cantiere edile.Manuale praticoE un opuscoletto a colori che illustra conestrema semplicità e chiarezza gli inter-venti di primo soccorso da attuare neiconfronti di lavoratori infortunati, in casodi: ustione grave, trauma cranico, perditadi coscienza, ferite e fratture. E stato pro-dotto anche un pieghevole su: visite medi-che e vaccinazioni per i lavoratori ediliScheda informativa OOVM-0694.

Conoscere per prevenire.Manuale della sicurezza sul lavoro perle maestranze ediliE in commercio l'edizione del 1989 econtiene: le principali norme sui diritti e idoveri dei lavoratori; immagini che illu-strano l'abbigliamento e i mezzi personalidi protezione, i servizi igienico-assisten-ziali e il pronto soccorso; la segnaleticagenerale di sicurezza e la cartellonistica dirischio e di prevenzione.

Conoscere per prevenire/DL 277/91Opuscolo di informazione per i lavoratorisui rischi derivanti da esposizione a rumo-re, amianto e piombo metallico.

Manuale della sicurezza, dell'igiene edell'ambiente di lavoro nelle costruzio-ni edili/disposizioni di Legge coordinateed aggiornate con note tecniche, consi-gli pratici e norme di buona tecnicaIl volume edito nel '92 costituisce un pre-zioso ed esauriente vademecum per glioperatori del settore; esso è diviso in sezio-ni: norme generali e norme speciali per laprevenzione degli infortuni nelle costru-zioni edili; norme speciali per la preven-zione degli infortuni nelle gallerie e neicassoni ad aria compressa; norme specialiper la prevenzione degli infortuni ed im-pianti gestiti dall'Azienda autonoma delleFerrovie dello Stato; norme speciali per gliimpianti telefonici e la cinematografia e latelevisione; ed infine un'appendice cheillustra alcune norme generali: omologa-zione, smaltimento dei rifiuti, sistemianticaduta, prefabbricati, mole abrasive,sicurezza degli impianti (legge 46/90), ri-

fornimento dei carburanti nei cantieri, ru-more in ambienti abitativi ed esterno, ru-more, amianto e piombo metallico (dl 277/91), emissioni in atmosfera e piani sicu-rezza.

Piani delle misure per la sicurezza fisicadei lavoratori/corso monografico perdirigenti tecnici e responsabili di cantie-re (2' edizione 1993)La dispensa del corso illustra gli aspettigenerali di igiene e sicurezza; le normeCee; alcune norme legislative italiane (L.55/90, DPCM 55/91, L. 203/91, DL 406/91 ); un capitolo dedicato alla identifica-zione e ai compiti dei soggetti responsabi-li; di seguito sono definiti i piani di sicu-rezza e illustrati i criteri orientativi per laloro redazione (CCNL 23.5.91).

Conoscere per prevenire /Valutazionedel rischio derivante dall'esposizione arumore durante il lavoro nelle attivitàedili (DL 277/91)Il volume edito nel '94 è il frutto di unaricerca condotta sulla valutazione del ri-schio derivante dall'esposizione a rumoredurante il lavoro nel settore delle costru-zioni, alla luce del dl 277/91; nel corsodella trattazione vengono illustrate le mi-sure di protezione, le interpretazioni, lederoghe, i criteri di prevenzione, le diffi-coltà specifiche di applicazione delle nor-me nei cantieri temporanei e mobili, lavalutazione del rumore nel caso di attivitàtemporanee (cantieri di costruzione ), gliaspetti da curare in occasione dell'acqui-sto di nuove attrezzature, l'informazionedei titolari e dei lavoratori.La ricerca del CPT di Torino ha riguardatoun campione di 1756 cantieri variamenteubicati, con diverse tipologie e fasi dilavoro predeterminate che hanno compor-tato 2100 rilevazioni strumentali. Vengo-no illustrate le indagini sul campo, il pron-tuario dei rilievi strumentali, la mappaturariepilogativa dell'agente rumore per espo-sizioni generiche e specifiche, la mappaturadei livelli di esposizione personale riferitaai gruppi omogenei di lavoratori edili, ilprontuario delle analisi spettrali, lamappatura delle analisi spettrali e i dispo-sitivi di protezione individuale, le istruzio-ni per l'uso della ricerca e gli esempipratici: situazioni di rischio a Lep crescen-ti, il rapporto di valutazione del rischio, lelettere da inviare ai lavoratori, la co-municazione da inviare alla Ussl, le letteredi coordinamento tra imprese, il dpcm delmarzo 91, la richiesta di autorizzazione inderoga per i cantieri.Gli interessati possono richiedere il mate-riale direttamente, in contrassegno, a:Edizioni Edilscuolavia G. Quarello, 15/17 - 10135 TorinoTel. 011/ 340043

Giuseppe Leocata

LAVORO E SALUTENELL'INDUSTRIADELL'ABBIGLIAMENTO

È disponibile il Manuale "Lavoro e salutenell'industria dell'abbigliamento: la pre-venzione dei disturbi dell'apparato loco-motore", nato dalla collaborazione tra ilservizio di medicina del lavoro di Seriate(BG), EPM, Regione Lombardia e laLovable Italiana.L'opuscolo illustra in una prima parte, tral'altro utilissima nella informazione e for-mazione di lavoratori e delegati sul rischioda movimentazione dei carichi e relatividisturbi posturali, informazione semprepiù "dovuta" dopo il Decreto 626. Si parladel rachide e di quali sono le alterazionipiù comuni, dei disturbi della colonnavertebrale, muscolari e dell'arto superioree delle loro principali cause lavorative.Ma non solamente: in questa prima partesono illustrati i disturbi oculo-visivi e lepossibili cause lavorative.Il settore dell'abbigliamento per l ' impe-gno di attenzione e la fissità posturalerichiesti, infatti, impegna soprattutto que-sti due sistemi.Nel manuale sempre simpaticamente illu-strato da Colombini 2 vengono indicati iconsigli per la prevenzione dei disturbidurante le varie operazioni: cucitura amacchina, stiratura, taglio manuale.Grande spazio hanno i consigli per la pre-venzione dei disturbi nella vita "extra la-vorativa" durante il lavoro domestico, iltempo libero (dalla guida della macchinaal riposo), in un concetto globale di salutee di benessere, che nasce dall'occasionedel lavoro.

Per averlo:

EPMVia Riva Villasanta 11

20145 Milanotel 02-33029.747

fax 02-33029.667

Uotsll Ussl 30Via Mazzini 13

24069 Trescore Balneario

I,ovable Italiana SpaVia Boschetti 53/55

24050 Grassobbio (BG)fax 035-678337

39

Page 43: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

Paolo Vineis, Stefano CapriLA SALUTE NON E UNA MERCEEfficacia della medicina e politica sanitariaBollati Bonnghieri - 994£. 24.000

La nuova fatica di Paolo Vineis, stavoltavalidamente affiancato da un economistasanitario come Stefano Capri, si inseriscein un coerente percorso intellettuale. Sipotrebbe definire il libro come di altadivulgazione scientifica sui terni del dirit-to alla salute e sull'equità nella distribu-zione delle risorse. Ma così facendo ri-schierebbe di essere ridotta la profonditàdelle conoscenze scientifiche e delle espe-rienze culturali che sottendono necessa-riamente ad una così sapiente trattazionedell'argomento. Spaziando nei diversi cam-pi della medicina preventiva, con un oc-chio attento alle non poche esperienzeitaliane sul tema, Vineis e Capri attaccanonel primo capitolo le abusate credenzecirca le basi scientifiche di molte pratichemedico-curative, dimostrando come vice-versa non di rado siano le mode, i pregiu-dizi, una malintesa tradizione a guidare imedici nelle loro scelte terapeutiche. Congrave nocumento non solo della salute deipazienti in tal modo trattati ma anche dellacomunità nel suo complesso, gravata diinutili costi e privata di risorse da megliodestinare. Essenziale ma estremamentedocumentato, il capitolo seguente che sioccupa della "Prevenzione", descrivendoil grado delle evidenze scientifiche chesono ai giorno d'oggi raccolte per la pre-venzione di malattie cardiovascolari, tu-mori, malattie dell'apparato respiratorio.Non manca un cenno anche ad una stimadel potenziale preventivo insito negli in-terventi di prevenzione primaria nei luo-ghi di lavoro e nei confronti, più in gene-rale, del fenomeno delle morti traumati-che. Nei successivi articoli gli autori de-scrivono i problemi del l'accesso alle strut-ture sanitarie (cap.3), la dipendenza delladiffusione della patologia dalla classe so-ciale di appartenenza (cap.4), la frequenzae la distribuzione delle malattie in Italia enel mondo (cap. 5).11 libro nella sua parteoriginale si conclude con un capitolo su "Icosti e l'allocazione delle risorse" che nerappresenta forse il contributo più impor-tante. Vengono infatti presi in considera-zione i diversi modelli di organizzazionedei Sistemi Sanitari Nazionali, a partire dauna descrizione di quello del nostro paese.In termini chiari e didattici vengono messea fuoco le caratteristiche e le scelti, difondo che stanno alla base delle diversescelte operate dai diversi paesi. Un'ampiadescrizione è dedicata a quello che va sottoil nome di "Esperimento dell'Oregon",vera e propria esperienza di "razionamentodelle risorse" su base di consenso demo-cratico e partecipato. Tale esperienza vie-ne analizzata in tutti i suoi aspetti,

evidenziandone pregi, ma anche limitiinsuperabili . II libro è concluso dalla ripro-duzione di un testo "Rapporto della Com-missione governativa olandese" del 1992dedicato proprio ai criteri di scelta dellepriorità nell'allocazione delle risorse chesi raccomanda alla lettura sia per il suocontenuto, sia per il modo estremamenteesplicito e diretto con cui questioni cosìcomplesse vengono trattate. Insomma, unosforzo ben riuscito di offrire alla portata clitutti argomenti convincenti e documentaticontro i nuovi "Signori della Sanità", ma-nager di dubbia origine e capacità,carrieristi della linea aziendale, novelliCatoni dei presunti sprechi della sanitàpubblica. Infine un'osservazione per gliautori: non sarebbe il caso di cominciare adistinguere quando si mostrano le statisti-che delle malattie nei paesi che una voltaappartenevano all'area sovietica, tra paesee paese, senza fare di ogni erba un fascio(tab. 5.3, pag.73)? Proprio seguendo lediverse strade intraprese da ognuno di queipaesi per uscire dalle tragedie dei regimiscomparsi si può, a mio avviso, anche nelcampo della sanità, osservare una sorta di"esperimento naturale" sull'efficacia diquesta o quella via.

Alberto Baldasseroni

Cedoc - Regione ToscanaLAVORO E GRAVIDANZARicerca e formazioneluglio 1994

È disponibile da qualche mese questo indi-spensabile libro su lavoro e gravidanza,tema riemerso dagli anni Settanta anchegrazie alla sentenza n. 58 della Corte Co-stituzionale e alla direttiva europea 85/92di prossimo recepimento.Alle basi normative della tutela della gra-vidanza sul lavoro è dedicato il primoampio capitolo (i testi per esteso delleleggi sono negli allegati); seguono i datistatistici demografici e sanitari per la Re-gione Toscana: natalità, mortalità, interru-zioni volontarie di gravidanza , aborti spon-tanei e gli strumenti in uso: registri dimortalità, registri-tumori, registri dei di-fetti congeniti.Ampio spazio è dedicato alla salute ripro-duttiva nelle lavoratrici: dalla fisiologiadella gravidanza e aumentata suscettibilitàai rischi occupazionali, alla patologia del-la riproduzione e cause di lavoro (i nfertil ità,abortività "spontanea", malformazioni etumori infantili).Vi sono schede specifiche sui principalifattori di rischio: biologico, rumore, vibra-zioni, solventi organici, metalli e fitofar-maci.Interessanti la trentina di profili di rischioper comparto ed i relativi riferimenti nor-mativi specifici (Legge 1204 del 1971 eDPR 1026 del 1976 ) per l'allontanamentoe spostamento dal lavoro delle lavoratrici.Questo capitolo è di particolare attualitànon solo per una gestione informata daparte delle strutture pubbliche della sen-tenza della Corte Costituzionale, ma an-che della valutazione del rischio (sempreuguale se maschi o femmine?) e sul pesospecifico del rischio cancerogeno in alcu-ni settori produttivi del recente Decreto626, che all ' articolo definisce una partico-lare tutela di lavoratori particolarmentesuscettibili e crediamo che la condizionedi gravidanza tale debba essere considera-ta.Conclude il capitolo sulla formazione el'informazione con tre progetti di corso dieducazione alla salute per le lavoratrici, diformazione per gli operatori dei servizi diprevenzione e di consultori e ospedali,segno della particolare attenzione chel'esperienza toscana ha sempre dato a que-sti temi.

da richiedere a CedocVia degli Alfani 43

50121 Firenzetel. 055-213279fax 055-212127

in,.

40

Page 44: SOMMARIOsitiwebshop.it/nuovo-snop/wp-content/uploads/2020/04/33...SOMMARIO Rivista trimestrale della società nazionale degli operatori della prevenzione NUMERO 33 aprile 1995 Autorizzazione

DIRETTIVO SNOP APRILE '95

Marcello PotiSPISAL-USSL n,20via P. Cosma, I35012 Camposampiero (PD)Tel 049/9 3 24 1 ! iFax 049/9324343

PIEMONTEVALLE D'AOSTASilvano Bosia(segretario regionale)via Baracca, 614100 ASTITel. 0141/392226Fax 0141/21733

Andrea Dotti(SISL - USSL n. Ivia Lombroso, 1610125 TorinoTel. 01 1/6698822Fax 0€1/6503149

Franco Pugliese(segretario regionale)USL n. 2 %r.corso Colombo, 2629010 S.Polo di Podenzano (PC) Claudio CalabresiTel. 0523/302022 {ufficio di presidenza)Fax 0523/302066 USL n. 15

via Molassana, 3816138 GENOVATel. 010/8365654Fax 0 1 0/83668 1 4VENETO

Flavio Coato(vicepresidente SNOP)Emilio Cipriani(segretario regionale)SPISAL-USL n. 26via Foro Boario, 2837012 Bussolengo (VR)Tel. 045/6769427Fax 045/6700347

EMILIA ROMAGNAGraziano Frigeri(presidente SNOP)Azienda-USL Parmadistretto Sud - Estpiazza Garibaldi, 943013 Langhirano (PR)Tel. 052 I /858279Fax 0521/852712

LOMBARDIA^^Laura,Bpdini

rr (tiare dello rivista)_WOTSLL _ ASL n. 3 I

via Oslavia, I20099 Sesto San Giovanni (MI)Te!. 02/26257631Fax 02/26223083

Dario Tagini(segretario "regionale)Tel. 02/98058517

Enrico Cigada(tesoreria)Servizio n. I - ASL n, 31via Oslavia, I20099 Sesto San Giovanni (M I)Tel. 02/26257625Fax 02/26223083

LIGURIAStefania Silvano(segretario regionale)USL 19Corso Sardegna19100 LA SPEZIATel. 0187/533741Fax 0 1 87/5 3 3472

Domenico Taddeo(vicepresidente SNOP)SPISL - USL n. 5via Fantozzi, 1456025 Pontedera (PI)Tel. 0587/2735 I2Fax 0587/2735 19

SARDEGNAAntonio Omnis(segretario regionale)USL n. 15via Tirso, 7109037 S. Gavino (CA)Te I. 070/9375204Fax 070/9375205

LAZIOFabrizio Magrelli(segretario regionale)USL RM/3via F. Meda, 3500157 ROMATel. 06/4 I 60 1 207Fax 06/4 1 60 1 220

MARCHERoberto Scielzo(segretario regionale)Servizio n. I - USL n. 4via Ceccarini, 661032 Fano (PS)Tei. 0721/882573Fax 0721/882548

TOSCANAAlberto Baldasseroni(segretario regionalevicedirettore rivista)SPISLL - USSL n. I O/Dviale Guidoni, I78/A50125 FirenzeTel. 055/4224407Fax 055/4224405

FRIULICristina Driussi(segretario regionale)USL n. 6via Sottomonte, 833038 S. Daniele dei Friuli (UD)Tel. 0432/955674Fax 04321949355

UMBRIAArmando Mattioli(segretario regionale)via del Campanile, 12/A06034 Foligno (PG)Tel. 0742/339580 - 339502Fax 0742/340501

CAMPANIADomenico della Porta(segretario regionale)via Posidonia, 53/C84100 SALERNOTel. 089/756070

CALABRIACirillo Bernardo(segretario regionale)UOMLvia Discesa Poerio, 388100 CATANZAROTel. 0961/8871 I IFax 0961/747556

PUGLIERoberto Giua(segretario regionale)USL TA 4corso Umberto, 7974 100 TARANTOTEL. 099/486235Fax 099/486276

Fulvio Longo(vicepresidente SNOP)USL BA/14via Lecce, 570010 Casamassima (BA)Tel. 080/674832

SICILIAPaolo Ravalli(segretario regionale)USL 22via Roma, 509701 I Acate (RG)Tel 0932/8665 I 6Fax 0932/8665 I4

ALTRI RIFERIMENTIAntonio CristofoliniServizio Medicina del Lavorovia Malta, 638100 TRENTOTel. 0461/230030Fax 0461/894683

Stefan Faes(laboratorio medico provinciale)via Amba Alagi, 539100 BOLZANOTel. 047 I /286530Fax 047 I /27263 I

Annamaria di GianmarcoUsi n. 12via della Stazione, I65026 Scafa (PE)Tel. 085/8541276Fax 085/8543123

Sergio ScorpioUSL n. 01via Conca Casale, 1586079 Venafro (IS)Tel. 0865/900952