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Esercitazioni di Geomatica I DRM | Introduzione alle misure geodetiche 5 1 Introduzione alle misure geodetiche Le misure geodetiche (o topografia) sono una disciplina antica, ma in continua evoluzione, che insieme alla geodesia, la fotogrammetria, il telerilevamento ed i sistemi informativi territoriali costituisce quella scienza che oggi si definisce geomatica. 1.1 Storia della topografia Il termine topografia, che deriva dal greco topos(luogo) e graphein (scrivere), è la scienza che studia gli strumenti ed i metodi operativi, sia di calcolo sia di disegno, che sono necessari per ottenere una rappresentazione grafica, più o meno particolareggiata, di una parte della superficie terrestre: la topografia ha carattere applicativo e trae la sua base teorica dalla matematica, dalla geometria e dalla fisica. Da un punto di vista storico, alcune delle più antiche rappresentazioni a noi note furono create in Mesopotamia, nell’attuale area occupata dallo stato dell’Iran, intorno al 2400 A.C.; queste carte topografiche rappresentanti i confini delle proprietà private furono realizzate ed utilizzate al fine di determinare le tassazioni. nonostante la pratica di rilievo e rappresentazione cartografica continua ad evolversi ed essere praticata, il termine topografia viene invece introdotto solo molto dopo da Strabone (geografo greco, 58 A.C.). I romani utilizzavano già già metodi di rilievo ben definiti e basati sull’utilizzo di due assi perpendicolari per procedere al rilevamento delle proprie urbanizzazioni. Tali assi, orientati da Est ad Ovest (il cardo) e dal Nord a Sud (il decumano), venivano tracciati con la Groma, il precursore dello squadro agrimensorio, utilizzato sino a pochi decenni fa. Le misurazioni lineari venivano invece realizzate tramite pertiche, sia in planimetria, sia in altimetria. Metodi simili furono usati fino alla fine del Medioevo. Sebbene fosse in vigore l’utilizzo di tali strumenti e metodologie, l’utilizzo di queste tecniche era limitato al rilievo di oggetti limitati nella loro estensione come edifici, città o piccole aree. La mappatura a grande scala che era invece ancora basata su appunti, racconti e giornali di bordo tenuti dai grandi esploratori conteneva ancora forti elementi di immaginazione piuttosto che di osservazione. Come risultato, mentre le carte a piccola scala riuscivano a rappresentare con “piccoli errori” la realtà, quelle a grande scala contenevano “errori grossolani” ed il loro utilizzo risultava quindi molto limitato. Solo nel XVII sec. in Svezia, in Olanda e in Francia, si cominciarono a eseguire lavori topografici di una certa importanza Per vedere un primo rilievo topografico effettuata a grande scala (e quindi con buone precisioni), occorre attendere il 1793 quando la Francia pubblicò la Carta Cassini: la prima carta a scala nazionale basata sui rilievi topografici iniziati dallo stesso Giovanni Domenico Cassini nel 1670 e terminati nel secolo successivo dai suoi figli e nipoti. L’unico limite di questa carta è dato dal fatto che la rappresentazione, ad esclusione di alcuni punti limitati, è piana e non contiene informazioni dettagliate sulle quote. Sebbene il concetto di curve di livello (che consente di rappresentare su di un piano l’informazione legata all’altimetria) venne elaborato per la prima volta dall’ingegnere francese J.L. DupainTriel nel 1791, questo non fu applicato fino alla seconda metà dell’800. Figura 1 Antica tavola topografica Figura 2 Antico teodolite

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Esercitazioni di Geomatica I 

 

 

DRM | Introduzione alle misure geodetiche  5 

 

1 Introduzione alle misure geodetiche 

Le misure geodetiche (o topografia) sono una disciplina antica, ma in continua evoluzione, che in‐sieme alla geodesia, la fotogrammetria, il telerilevamento ed i sistemi informativi territoriali costitui‐sce quella scienza che oggi si definisce geomatica. 

1.1 Storia della topografia Il  termine  topografia,  che  deriva  dal  greco  topos(luogo)  e 

graphein (scrivere), è la scienza che studia gli strumenti ed i me‐todi operativi,  sia di  calcolo  sia di disegno,  che  sono necessari per ottenere una rappresentazione grafica, più o meno partico‐lareggiata, di una parte della  superficie  terrestre:  la  topografia ha carattere applicativo e trae la sua base teorica dalla matema‐tica, dalla geometria e dalla fisica. 

Da un punto di vista storico, alcune delle più antiche rappre‐sentazioni a noi note furono create in Mesopotamia, nell’attuale area occupata dallo stato dell’Iran,  intorno al 2400 A.C.; queste carte topografiche rappresentanti i confini delle proprietà priva‐te furono realizzate ed utilizzate al fine di determinare le tassa‐zioni. nonostante  la pratica di rilievo e rappresentazione carto‐grafica  continua  ad  evolversi  ed  essere  praticata,  il  termine topografia viene invece introdotto solo molto dopo da Strabone (geografo greco, 58 A.C.). 

I romani utilizzavano già già metodi di rilievo ben definiti e basati sull’utilizzo di due assi perpendi‐colari per procedere al rilevamento delle proprie urbanizzazioni. Tali assi, orientati da Est ad Ovest (il cardo) e dal Nord a Sud (il decumano), venivano tracciati con  la Groma,  il precursore dello squadro agrimensorio, utilizzato sino a pochi decenni fa. Le misurazioni lineari venivano invece realizzate tra‐mite pertiche, sia in planimetria, sia in altimetria. Metodi simili furono usati fino alla fine del Medioe‐vo. Sebbene fosse in vigore l’utilizzo di tali strumenti e metodologie, l’utilizzo di queste tecniche era 

limitato al rilievo di oggetti limitati nella loro estensione come edifici, cit‐tà o piccole aree. La mappatura a grande scala che era invece ancora ba‐sata su appunti, racconti e giornali di bordo tenuti dai grandi esploratori conteneva ancora forti elementi di immaginazione piuttosto che di osser‐vazione. Come risultato, mentre  le carte a piccola scala riuscivano a rap‐presentare con “piccoli errori” la realtà, quelle a grande scala conteneva‐no “errori grossolani” ed il loro utilizzo risultava quindi molto limitato. 

Solo nel XVII  sec.  in Svezia,  in Olanda e  in Francia,  si cominciarono a eseguire  lavori topografici di una certa  importanza Per vedere un primo rilievo  topografico effettuata a grande  scala  (e quindi  con buone preci‐sioni), occorre attendere il 1793 quando la Francia pubblicò la Carta Cas‐sini:  la prima  carta a  scala nazionale basata  sui  rilievi  topografici  iniziati 

dallo stesso Giovanni Domenico Cassini nel 1670 e terminati nel secolo successivo dai suoi figli e ni‐poti. L’unico  limite di questa carta è dato dal fatto che  la rappresentazione, ad esclusione di alcuni punti limitati, è piana e non contiene informazioni dettagliate sulle quote. 

Sebbene il concetto di curve di livello (che consente di rappresentare su di un piano l’informazione legata all’altimetria) venne elaborato per  la prima volta dall’ingegnere francese J.L. Dupain‐Triel nel 1791, questo non fu applicato fino alla seconda metà dell’800. 

Figura 1 ‐ Antica tavola topografica

Figura 2 ‐ Antico teodolite

Esercitazioni di Geomatica I

 

 

6  Introduzione alle misure geodetiche | SUPSI‐DACD 

 

In Svizzera, la commissione di topografia elaborò per la prima volta nel 1832 un criterio completo per  il  rilevamento del  territorio e per  la  realizzazione di una carta  topografica dell’intero  territorio svizzero. Nel 1832 Dufour fu nominato dallo Stato Maggiore Generale alla direzione dei rilevamenti. La suddivisione in fogli da lui prevista (tutta la carta topografica è formata da 25 fogli) viene usata an‐cora oggi per la carta geografica in scala 1:100.000. Nel 1861 le misurazioni e i rilevamenti erano con‐clusi, nel 1865 fu stampato l’ultimo foglio e l’Ufficio topografico federale svizzero fu trasferito a Ber‐na. Tra il 1845 e il 1865 furono stampate 57.952 copie della carta topografica della Svizzera. 

1.2 Applicazioni delle misure geodetiche Le misure geodetiche consistono essenzialmente nell’applicare delle  tecniche di  rilievo al  fine di 

determinare le coordinate planimetriche ed altimetriche di punti. Queste coordinate sono utili sia in fase di progettazione che di realizzazione in numerose attività. 

Costruzione 

In questo caso  il  rilievo mira a determinare sul  territorio  tutti quei punti  fissi ed a  rilevare  tutte quelle informazioni necessarie per la preparazione dei documenti di base per i diversi progetti di co‐struzione. Queste sono necessarie infatti sia per la realizzazione di semplici opere che di grandi opere quali ponti, gallerie, complessi immobiliari, dighe, etc. 

Viabilità 

Il rilievo fornisce vitali informazioni per la progettazione di strade e ferrovie dove è necessario di‐sporre di tutte quelle informazioni sul terreno che verrà toccato dal percorso, in particolare interes‐sano le pendenze e la presenza di elementi di ostacolo. Anche però in fase realizzativa la topografia dà un enorme contributo alla realizzazione dell’opera, infatti è necessario mantenere con precisione i percorsi progettati, le curvature studiate e le pendenze previste per poter realizzare strutture di qua‐lità. In questo caso quindi l’oggetto della topografia in questo tipo di applicazioni è la determinazione di sezioni, profili, e modelli delle altezze del terreno. 

Monitoraggio 

Molto spesso dopo  la realizzazione di opere civili è necessario effettuare dei controlli di stabilità. Nell’effettuare  questi  controlli  è  indispensabile  identificare  la  posizione  nel  tempo  di  determinati punti chiave della struttura, al fine di determinare gli spostamenti (cedimenti, ribaltamenti, etc.) e le velocità. Questi strumenti  al fine di prevenire disastri. 

Opere Sotterranee 

In questo tipo d’applicazione è particolarmente importante determinare angoli e direzioni con ele‐vata precisione. Nella  costruzione di  gallerie, miniere o  tunnel  è necessario operare  con  tecniche specifiche che spesso differiscono da quelle normalmente utilizzate in superficie. 

Industriale 

La  topografia  interviene anche nei progetti di  realizzazione di  impianti  industriali a grande  scala come il posizionamento di ponti mobili, o la realizzazione di veicoli di grande taglia quali aerei o navi, o ancora l’installazione di grandi macchine come turbine o acceleratori. In tutti questi campi, la topo‐grafia deve determinare coordinate molto accurate. 

Idrografia 

Il rilievo dei corsi d’acqua non può prescindere dal rilievo di profili, pendenze e percorsi. Sono in‐fatti informazioni vitali per determinare i volumi, le portate e le aree inondabili. Anche per la naviga‐zione è indispensabile conoscere l’andamento dei fondali (di laghi, fiumi o mari) al fine di garantire la 

Eserci

 

 

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Esercitazioni di Geomatica I

 

 

8  Unità di misura e grandezze misurabili | SUPSI‐DACD 

 

2 Unità di misura e grandezze misurabili  

Le osservazioni  topografiche  sono  costituite principalmente da misure  lineari e misure angolari. Queste misure sono sempre espresse nelle unità di misura del sistema internazionale (SI, Système In‐ternational d'unités). 

2.1 Misure lineari Si utilizza come unità di misura il metro (m) così come definito dal Sistema Internazionale: 

 

Cioè: 

 

dove  

t = 1/299'792’458 [s] , c = 299'792’458 [m/s] 

I simboli c, t e s indicano rispettivamente la velocità della luce nel vuoto, il tempo e i secondi. Poi‐ché la costante universale della velocità della luce c non è misurabile, ma è assunta come valore noto e fisso, ne consegue che la definizione di metro dipende dalla componente temporale t.  

2.2 Misure di angoli Sebbene l’unità di misura degli angoli piani definita dal SI sia il radiante (rad): 

 

nelle applicazioni topografiche si tende ad usare il grado centesimale (gon o grad), che è una uni‐tà derivata, ma anche altre unità di misura quali i gradi sessagesimali (deg o °). 

Le seguenti conversioni sono definite: 

 

Allo stesso modo delle altre unità di misura sono definite delle sotto unità, ed in particolare: 

Gon (grad)  Deg (°) 

Decigon:  1 dgon = 0.1 gon 

Centigon: 1 cgon = 0.01 gon 

Milligon:  1 mgon = 0.001 gon 

Minuto centesimale:   1 C = 0.01 gon = 1 cgon 

Secondo centesimale: 1 CC = 0.0001 gon = 0.1 mgon 

Minuto:    1’ = 1 deg / 60 

Secondo:  1’’ = 1’ / 60 

 

2π = 400 Gon = 360 Deg 

“rapporto tra la lunghezza di un arco di circonferenza spazzato dall'angolo, diviso per la lunghezza del raggio di tale circonferenza”. 

1 ·  

“unità di spazio vuoto percorso da un raggio di luce nel tempo di 1/299'792’458 di secondo” 

Eserci

 

 

Dalle 

Da cu

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6366.2

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2.3 EseEser

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Eser

Scrive

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Eser

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Eser

Noto lati, e no

       

       

       

 

     Si calc

 

 

Unità d

ercizi 

cizio 2.1 

una circonfehezza pari a 6

cizio 2.2 

ere in ordine

a. 84° 16’ 36b. 84,18653. 1,489945d. 92,84151e. 88g 93c 16

cizio 2.4 

n triangolo Adel triangolo

rcizio 2.5 

 che la sommoti i seguenti

   EAB = 120

   ABC =  98g

   BCD =  81,

   DEA =  2,0

coli l’angolo 

i misura e gr

erenza di rag600 m. 

e decrescent

6,8’’ 39 deg 5 rad 15 gon 6,82 cc 

ABC,  l’angoloo (espresse i

ma degli ang angoli inter

0° 32’ 51.8’’ g 94c 90,74cc 

,614568 gon

0276897 rad

CDE espress

 

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Esercita

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Esercitazioni di Geomatica I 

 

 

DRM | Sistemi di riferimento geodetici  11 

 

3 Sistemi di riferimento geodetici 

3.1 La forma della Terra Sin dagli albori dell’umanità la superficie della Terra è stata percepita come una superficie piana. 

Sebbene già nel IV secolo A.C. Pitagora formulò l’ipotesi di una terra sferica occorre attendere sino al  230  A.C.  per  vedere  un  primo  tentativo  della  determinazione  del  raggio  terrestre.  Fu  infatti l’astronomo egiziano Eratostane che ricavò per primo una stima delle dimensioni della Terra. 

Eratostane era venuto a conoscenza del fatto che a Syene (l'attuale Assuan), a mezzo giorno del solstizio d'estate, il Sole si trovava proprio sullo zenit (verticale), tanto che il fondo di un pozzo pro‐fondo ne veniva  illuminato, perciò un bastone piantato verticalmente  in un  terreno perfettamente pianeggiante non avrebbe proiettato alcuna ombra in terra. Invece ad Alessandria questo non succe‐deva mai, gli obelischi proiettavano comunque la loro ombra sul terreno. 

Ciò era già una dimostrazione pratica della rotondità della Terra (come ampiamente dimostrato da Aristotele, 384‐322 A.C.). L'idea che  la Terra dovesse avere una forma sferica era comunque già ac‐cettata. Questa convinzione scaturiva dall'osservazione delle eclissi di Luna durante le quali la forma 

dell'ombra terrestre appariva sempre come un arco di circon‐ferenza. 

Eratostene perciò, per procedere con i suoi calcoli, ipotizzò la Terra perfettamente sferica ed  il Sole sufficientemente di‐stante da considerare paralleli i raggi che la investono. Inoltre assunse  che  Alessandria  e  Syene  si  trovassero  sullo  stesso meridiano. 

Durante  il  solstizio d'estate  calcolò  l'angolo di elevazione del  Sole  ad  Alessandria, misurando  l'ombra  proiettata  pro‐prio da un bastone piantato in terra, ricavando approssimati‐vamente un valore di 1/50 di circonferenza (cioè 7° 12'). 

La distanza  tra  le due città, basata  sui  trasferimenti delle carovane, era stimata in 5’000 stadie (circa 800 km, tuttavia il valore preciso dello stadium, usato a quell'epoca ad Alessan‐dria, non è attualmente conosciuto). 

Perciò  la  circonferenza della Terra doveva essere di 50 * 5’000  = 250’000  stadie  (circa 40’000  km,  valore  straordina‐riamente  vicino  a  quello  ottenuto  con  metodi  moderni: 40’075 km). 

Una volta stabilito un valore per essa, il raggio terrestre si ricavava dalla nota relazione che lega la circonferenza ed il suo raggio, ottenendo un valore di 6’314,5 km (incredibilmente prossimo alla sti‐ma media condotta con mezzi attuali) 

Dopo aver considerato a  lungo  la Terra di  forma sferica, verso  la  fine del XVII secolo,  l’olandese Huygens e l’inglese Newton formularono l’ipotesi che non fosse perfettamente sferica ma che fosse quella di un ellissoide di rivoluzione schiacciato ai poli. Per verificare questa teoria, che era in contra‐sto  con  le misure  del  geodeta  francese  Cassini  che  notava  invece  un  allungamento  vero  i  poli, l’Accademia delle Scienze di Parigi decise d’inviare due spedizioni per misurare gli archi di meridiano a latitudini molto differenti: una nel 1735 in Perù e l’altra nel 1736 in Lapponia.  

Figura 5 ‐ Calcolo del raggio terrestre  secondo Eratostene 

 

 

12 

 

I risulrapporto

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Si notla superfquindi, la

Sistemi

tati  indicaroo tra la differ

dopo Brougue la misura de misurazionndice di appsonde spazia

il meridianominore (Sud) 

a di Newton vimento giore. Invece, pr

altà oggi si saorma geome

uesto motivoovvero una 

ti come il Geficie media da superficie 

 di riferimen

ono chiaramerenza dei sem

uer, La Condael semiasse ni furono effiattimento tali si è potut

o "medio" è 6’356,912 km

sulla quale rnaliero, sareroprio per la 

a che la formetrica perfett

o, rispetto asuperficie pe

oide, che nodegli oceani media della 

nto geodetici

ente che  la Tmiassi e il sem

Figura 

amine, Boscmaggiore teettuate in seterrestre e dto affinare an

lungo 40’00m. Il valore d

si basava  la ebbe stata psua rotazion

ma della Terrata a causa de

ll’ellissoide, erpendicolar

on è la superf(a meno delTerra.  

 | SUPSI‐DAC

Terra aveva miasse equa

6 ‐ Ellissoide d

ovich e Mairerrestre a 6’3eguito e portdella  lunghezncora queste

09,152 km,  idi appiattime

sua teoria eperfettamenne essa prend

a presenta della non omo

la superficiere in ogni pun

Figura 7 ‐ Il Geo

ficie topograll'influenza d

CD 

uno schiacctoriale, che 

i rotazione 

re, che lo qu376,83 km etarono alla dzza del meride misure.  

il  semiasse mento ritenuto

era quella chte sferica a de, a suo par

diverse irregoogeneità dei 

e fisica della nto alla direz

oide 

afica reale, èdi maree, cor

Esercita

ciamento ai pcorrispondev

 

uantificaronoe del semiassdeterminaziodiano terrest

maggiore  (No attualment

e se  la Terracausa dell’urere, una for

olarità e che suoi compon

Terra è megzione della fo

 

 la superficierrenti ed effe

azioni di Geo

poli,  indicatova a 1/200. 

o, Bessel riusse minore a one sempre ptre ma solo 

ord) 6’378,3te valido è 1/

a non avesseuguale gravitrma ellissoid

non è rapprnenti. 

glio rappreseorza di gravit

e che meglioetti meteoro

omatica I

o come  il 

scì (1841) 6’355,10 più preci‐con  l'im‐

388 km e /298,25. 

e avuto  il tà  in ogni ale.  

resentata 

ntata dal tà.  

o descrive ologici) e, 

Esercitazioni di Geomatica I 

 

 

DRM | Sistemi di riferimento geodetici  13 

 

Il Geoide è definibile come la superficie equipotenziale (in cui, cioè, il potenziale gravitazionale ha valore uguale) che presenta i minimi scostamenti dal livello medio del mare. 

 Figura 8 ‐ Campo gravitazionale terrestre 

3.2 Sistemi di riferimento Un sistema di riferimento è un modo di descrivere numericamente lo spazio che si realizza fissan‐

do una legge che associa ai punti dello spazio i numeri reali che ne caratterizzano la posizione. 

Dovendo descrivere  la superficie della Terra e gli oggetti  ivi posizionati, si utilizzerà quindi un si‐stema di riferimento che descrive matematicamente la superficie della Terra. 

In pratica, per quanto visto precedentemente sulla forma della Terra, come superficie di riferimen‐to si utilizzano delle superfici differenti a seconda dello scopo richiesto. 

Queste superfici sono descritte dalle seguenti relazioni matematiche: 

Piano: 

    ax + by +cz + d= 0 

Sfera: 

    x2 + y2 + z2 + ax + by +cz + d= 0 

Ellissoide: 

    0 

Geoide: 

     

    dove: 

    ∑ ∑        potenziale gravitazionale 

             potenziale centrifugo 

Esercitazioni di Geomatica I

 

 

14  Sistemi di riferimento geodetici | SUPSI‐DACD 

 

    | || | | |    

    nelle quali: 

    1        funzioni associate di Legendre 

    2 1        polinomi di Legendre 

   √2 cos 00 0√2 sen | | 0

 

    ,      coefficienti di Stokes 

    rPQ   :   distanza tra il punto Q ed il punto P in cui si valuta il potenziale 

    dmQ   :  elemento di massa della Terra posto in Q 

    G   :   costante gravitazionale universale (6.67 10‐11) 

    w   :   velocità angolare di rotazione della Terra (7.292155 10‐5 rad/s) 

Per poter scegliere il sistema di riferimento più opportuno è necessario fare alcune considerazioni: 

1. Il geoide è la superficie che meglio approssima la vera superficie della Terra ma è espresso da una formulazione matematica estremamente complicata da trattare. Ha  inoltre  il pre‐gio di avere la verticale alla superficie coincidente con la direzione di gravità misurabile da un filo a piombo. 

2. L’ellissoide di  rotazione approssima  in maniera soddisfacente  il geoide ed è espresso da un’equazione relativamente semplice. Per contro la verticale sull’ellissoide non coincide in genere con la verticale fisica (direzione di gravità) e quindi difficilmente misurabile. 

3. La sfera offre una formulazione matematica semplice, sulla quale è possibile applicare  la trigonometria sferica. Di conseguenza i calcoli di angoli e distanze risultano più agevoli. Per contro, questa superficie offre un’approssimazione accettabile solo per porzioni di super‐ficie Terrestre di limitata estensione. 

4. Il piano è la rappresentazione matematica più semplice ed agevola notevolmente il calcolo poiché  in questo caso è possibile utilizzare  la trigonometria piana. Per contro questa su‐perficie  offre  un’approssimazione  accettabile  solo  su  porzioni  di  superficie  terrestre  e‐stremamente limitate (nell’ordine di chilometri) 

3.3 Sistemi di coordinate Esistono diverse tipologie di sistemi di coordinate utilizzabili per descrivere la posizione di un pun‐

to sulla superficie di riferimento: 

• le coordinate geografiche,  • le coordinate geografiche ellissoidiche • le coordinate cartesiane geocentriche,  • le coordinate geodetiche polari, • le coordinate geodetiche ortogonali, e • le coordinate cartesiane locali su un piano di proiezione 

Eserci

 

 

3.3.1 C

Le coomeridianper i Pol

Meridian

Parallelo

Equatore

Longitudsume va

Latitudintivi verso

3.3.2 C

La def

Si diff

Si  notl’ellissoid

Si def

Meridian

Parallelo

Equatore

itazioni di Ge

Coordinate

ordinate geoni, paralleli, ui. Si definisco

no: intersezi

o: intersezion

e: particolar

dine ( ): anglori positivam

ne ( ): angoo nord (da 0°

Coordinate

finizione di c

ferenziano ne

ti  infine  comde non passa

iniscono qui

no: intersezi

o: intersezion

e: particolar

eomatica I 

e geografich

ografiche in qun punto di ono quindi: 

one della sfe

ne della sfer

e parallelo in

golo misuratomente verso

olo formato d° a +90°) e ne

e geografich

coordinate ge

ella notazion

me  la  norma per il centr

ndi: 

one della sfe

ne della sfer

e parallelo in

he 

questo caso origine situa

era di riferim

a di riferime

ndividuato d

o sull’equatoo est (da 0° a 

dalla normaleegativi verso

Figura 9 ‐ Coo

he ellissoid

eografiche s

ne e si indica

ale  alla  supro di riferime

era di riferim

a di riferime

ndividuato d

DRM

sono esprimato al centro 

mento con un

ento con un p

a un piano p

ore a partire +180°) e neg

e alla sfera co sud (da 0° a

ordinate Geogr

diche 

ull’ellissoide

 la longitudi

perficie,  a  diento. 

mento con un

ento con un p

a un piano p

M | Sistemi d

mibili da un sdella Terra, 

n piano passa

piano perpen

passante per 

dal meridiangativamente

con il il pianoa ‐90°). 

rafiche sulla sfe

 è pressoché

ne con Λ e la

ifferenza  de

n piano passa

piano perpen

passante per 

di riferimento

sistema di rifed un asse d

ante per i po

ndicolare all’

l’origine. 

no di Greenwe verso Ovest

o equatoriale

 era 

é identica a q

a latitudine c

el  caso  di  su

ante per i po

ndicolare all’

l’origine. 

o geodetici 

ferimento dedi rotazione 

oli. 

’asse dei pol

weech (Londt (da 0° a ‐18

e. Assume va

quella per la 

con Φ. 

uperficie  sfe

oli. 

’asse dei pol

 

15 

efinito da passante 

i. 

ra). As‐80°). 

lori posi‐

sfera. 

erica,  per 

i. 

 

 

16 

 

Longitudsume va

Latitudinpositivi v

Quota e

3.3.3 C

Le coomassa dpiano eq

Sistemi

dine ( ): anglori positivam

ne ( ): angoverso nord (d

llissoidica (h

Coordinate

ordinate cartella terra, asquatoriale, ed

 di riferimen

golo misuratomente verso

olo formato dda 0° a +90°)

h): la distanza

F

e cartesiane

tesiane geocsse Z coincidd asse X pass

nto geodetici

o sull’equatoo est (da 0° a 

dalla normal) e negativi v

a lungo la no

Figura 10 ‐ Coo

e geocentri

centriche utidente con l’asante per il m

Figura 11 ‐ Coo

 | SUPSI‐DAC

ore a partire +180°) e neg

e all’ellissoidverso sud (da

ormale all’ell

ordinate geogra

che 

lizzano un siasse polare mmeridiano di

ordinate cartes

CD 

dal meridiangativamente

de con il il pia 0° a ‐90°): S

lissoide.  

afiche sull'elliss

stema di coomedio di rot Greenwich.

siane geocentri

Esercita

no di Greenwe verso Ovest

ano equatorSi noti che no

soide 

ordinate conazione terre 

 iche 

azioni di Geo

weech (Londt (da 0° a ‐18

riale. Assumeon passa per

 

n origine nel stre, piano X

omatica I

ra). As‐80°). 

e valori r il centro 

centro di XY pari al 

Eserci

 

 

3.3.4 C

Le coopuò quin

Introdbreve pe

Da unpunti  chquindi es

• •

3.3.5 C

Questno la pos

• •

 

itazioni di Ge

Coordinate

ordinate geondi indicare l

duciamo quier congiunge

n punto di  vhe  ha  semprsprimere la p

s, distanz, azimut

Coordinate

te coordinatsizione di un

X: lunghezY: lunghez

eomatica I 

e geodetich

odetiche polla posizione 

ndi  il  concetere due punti

vista matemre  la  normaposizione di 

a polare: lunt = angolo or

e geodetich

e si basano n punto tram

zza dell’arcozza dell’arco

e polari 

lari sono esprispetto a qu

tto di  linea i 

atico  la  geole  coincidenun punto P s

nghezza dell’rario tra il me

Figura 12 ‐

e ortogona

sugli stessi cite X e Y così

o di meridian di geodetica

Figura 13 ‐ Co

DRM

presse  in  funuesta origine

geodetica:  i

odetica  si dente  con  la  nsu di una sup

’arco di geoderidiano per

Coordinate ge

ali 

concetti delleì definite in r

o OQ a QP ortogon

oordinate geod

M | Sistemi d

nzione di une utilizzando 

il percorso  s

efinisce  comeormale  alla perficie in rif

detica OP O e la geode

odetiche polar

e coordinaterelazione alla

nale in Q al m

detiche ortogon

di riferimento

 punto O suil concetto d

sulla  superfic

e quella  linesuperficie  eerimento ad

etica OP 

 i 

e geodetichea Figura 12: 

meridiano pe

 nali 

o geodetici 

u di una supedi angoli e di

cie di  riferim

ea  congiungeellissoidica.  Pd O indicando

e polari, ma 

er O 

 

17 

erficie. Si stanze. 

mento più 

ente due Possiamo o: 

descrivo‐

 

 

18 

 

3.3.6 C

Le cooun punto

Le coodefinisco

• • • •

 

Si notpiano EN

  

Sistemi

Coordinate

ordinate su do di tangenza

ordinate carono quindi u

piano EN:asse N: taasse E: taasse h: lu

ti che h,  in qN e non dall’e

 di riferimen

e cartesiane

di un piano da tra un ellis

tesiane locana terna di a

: definito dalangente al mngente al pango la vertic

questo caso ellissoide: le 

 

nto geodetici

e locali pian

di proiezionesoide di rifer

li sono quindassi N, E, h co

l piano tangeeridiano perarallelo per Pale al piano 

Figura 14 ‐

non è ugualdue coincid

 | SUPSI‐DAC

ne 

e sono coordrimento ed u

di definite aosì posiziona

ente all’ellissr P0 con direP0 con direzioEN passante

‐ Coordinate ca

le alla quotaono solo nel

CD 

dinate cartesun piano. 

 partire da uata: 

soide zione nordone est e per P0 

artesiane locali

a ellissoidica, punto di tan

Esercita

siane piane, 

un punto P0 

 

,  in quanto  ingenza P0. 

azioni di Geo

misurate a p

su di un ellis

indica  la dist

omatica I

partire da 

ssoide. Si 

tanza dal 

Eserci

 

 

3.4 AltDa qu

nizione d

Mentquesta v

Ne codirezione

 

In rife

• • •

 

Per pi

 

itazioni di Ge

tezze del te

uanto visto indella loro ve

re per l’ellissviene misurat

onsegue che e. 

erimento alla

H, quota oH, quota eN,  ondulanormale fε, Deviazicale fisica

iccoli valori d

eomatica I 

erreno 

n relazione articale. 

soide, la vertta lungo le li

le quote mi

a Figura 3Figu

ortometrica ellissoidica (azione  del  gfisica. ione della ve. 

di ε possiamo

 

alle superfici 

ticale è misunee di gravit

surate sull’e

Figura 15 ‐ Qu

ura 15, si def

(PP0): altezz(PQ): altezzageoide  (P0Q0

erticale (

o assumere:

DRM

di riferimen

rata lungo latà. 

ellissoide diff

uote ellissoidich

finiscono qu

za misurata l misurata lu0):  differenza

): angolo 

M | Sistemi d

nto, ellissoide

a perpendico

feriscono, no

he e ortometric

indi: 

ungo la vertngo la normaa  di  quota  t

formato da

 

di riferimento

e e geoide di

olare alla sup

on solo per v

che 

icale fisica suale all’ellissotra  geoide  e

lla normale 

o geodetici 

ifferiscono n

perficie, per 

valore, ma a

ul geoide. oide. ed  ellissoide 

ellissoidica e

 

19 

nella defi‐

il geoide, 

nche per 

 

lungo  la 

e la verti‐

Esercitazioni di Geomatica I

 

 

20  Sistemi di riferimento geodetici | SUPSI‐DACD 

 

3.5 Sistema Geodetico (Datum Geodetico)  È la definizione del modello matematico utilizzato per calcolare le coordinate geografiche. 

Si compone dei seguenti elementi: 

• Geometria della superficie di riferimento (forma e dimensioni) • Orientamento (posizionamento nello spazio) • Rete di inquadramento (materializzazione del sistema) 

3.5.1 Parametri dell’ellissoide 

Innanzitutto occorre definire  le caratteristiche geometriche della superficie di riferimento, quindi la sua forma e le sue dimensioni.  

Nel caso di ellissoide (stragrande maggioranza dei casi), ricordandone l’equazione: 

e definendo i seguenti parametri dimensionali: 

• schiacciamento:   

• (Prima) eccentricità:  1  

• Seconda eccentricità:  1 

dove a è il semiasse maggiore e b il semiasse minore; per definirne la forma si fornisco due valori caratteristici secondo una delle seguenti due opzioni:  

1. i valori dei due semiassi (a e b),  2. uno dei due semiassi (a o b), ed uno tra schiacciamento, eccentricità o seconda eccentrici‐

tà (α o e2 o e’2). 

 

Nella pratica si è soliti riferirsi ad una determinata forma di ellissoide, e quindi di parametri, asso‐ciandoci un nome universalmente riconosciuto, si hanno così ad esempio i seguenti ellissoidi: 

 

Ellissoide  a [m]  b [m]  α  e2 

WGS84    6378137  6356752,314  1/298,257223563  6,694379990 x 10‐3 

HAYFORD   6378388  6356911,946  1/297  6,7226700022 x 10‐3 

BESSEL   6377397,155  6356078,963  1/299,1528128  6,674372232 x 10‐3 

 

3.5.2 Parametri di Orientamento 

Poiché tutte le superfici di riferimento viste non sono altro che un’approssimazione della vera su‐perficie topografica, al fine di definire una relazione con la Terra, dopo aver fissato la geometria di ta‐le superficie occorre darne un orientamento. 

Tale orientamento consiste quindi nel definire la posizione della superficie di riferimento rispetto alla Terra e può essere di due tipi: 

Esercitazioni di Geomatica I 

 

 

DRM | Sistemi di riferimento geodetici  21 

 

• Orientamento  locale,  che accosta  la  superficie di  riferimento  (in genere  l’ellissoide) alla superficie  terrestre  in  un  punto  particolare  per migliorare  localmente  (scala  nazionale) l’accuratezza del modello. 

• Orientamento medio, che accosta la superficie di riferimento alla superficie terrestre in un certo numero di punti  in modo da  garantire  su un  ampio  territorio  (scala  continentale) l’accuratezza del modello. 

• Orientamento globale, che orienta la superficie di riferimento rispetto al centro della Ter‐ra per garantire un’accuratezza accettabile su scala globale. 

Orientamento Locale 

1. Si sceglie un punto nel quale si impone che la normale all’ellissoide coincida con la verti‐cale, o, equivalentemente,  che  le  coordinate astronomiche  longitudine e  latitudine  (che definiscono la direzione della verticale) coincidano con le coordinate ellissoidiche longitu‐dine e latitudine (che definiscono la direzione della normale); in altre parole, su quel punto si assume nulla la deviazione della verticale. 

2. Definita  la direzione della normale  in un punto,  l’ellissoide non e’  fissato nello spazio,  in quanto può ruotare attorno a questa direzione: per bloccare la posizione dell’ellissoide ri‐spetto al geoide, occorre fissare anche il valore di una direzione, dal punto origine ad un altro punto vicino, definendo  il valore dell’azimut ellissoidico della direzione; tale azimut ellissoidico  viene  fatto  coincidere  con  l’azimut  astronomico  che  e’  anch’esso misurabile con metodi astronomici sul terreno.  

3. Infine per bloccare movimenti dell’ellissoide lungo la normale (che lascerebbero inalterata la normale e  l’azimut della direzione)  si può anche  fissare  la ondulazione del geoide  in corrispondenza del punto di orientamento, ovvero lo scostamento altimetrico tra geoide ed ellissoide in corrispondenza del punto d’orientamento. 

 

 Figura 16 ‐ Orientamento locale dell'ellissoide 

In realtà  tradizionalmente  il problema altimetrico viene gestito autonomamente da quello plani‐metrico e  si  assume  a quota nota un  caposaldo origine  connesso  altimetricamente  al mareografo 

Esercitazioni di Geomatica I

 

 

22  Sistemi di riferimento geodetici | SUPSI‐DACD 

 

fondamentale e quindi  lontano dal punto di emanazione: quest’ultimo di conseguenza verrà ad as‐sumere una quota ben precisa, in relazione al suo dislivello rispetto il caposaldo fondamentale. 

Orientamento medio 

Se il territorio per il quale si sceglie il Sistema geodetico è vasto, l’orientamento dell’ellissoide di ri‐ferimento su di un punto può determinare elevati scostamenti in altre parti del territorio. Per ridurre l’entità dello  scostamento  tra  le due  superfici,  l’orientamento dell’ellissoide può essere effettuato considerando più punti del territorio, e imponendo che la posizione assunta rispetto al geoide sia tale che in corrispondenza di quei punti siano minime le deviazioni della verticale (differenza angolare tra geoide ed ellissoide), ad esempio secondo il criterio dei minimi quadrati. 

In questo modo si ha una migliore distribuzione delle ondulazioni residue tra geoide ed ellissoide, pur non essendoci nessun punto in cui verticale e normale coincidono. 

Si definisce quindi scegliendo: 

• un punto di riferimento (spesso punto d’emanazione della rete) e, • fissandone  la direzione della normale  indicandone una deviazione nota  (non più nulla 

come nel caso dell’orientamento su un singolo punto). 

Orientamento globale 

Questi sistemi orientati globalmente sono detti geocentrici in quanto l’origine della terna cartesia‐na solidale con gli assi dell’ellissoide associato viene fatta coincidere col baricentro terrestre. 

La definizione del Sistema Geodetico stesso viene fatta fissando rispetto la crosta terrestre la dire‐zione degli assi di una terna cartesiana ortogonale. Si fissa: 

• l’origine nel baricentro terrestre (tenendo conto delle masse dell’atmosfera e degli ocea‐ni) 

• l’asse Z lungo l’asse di rotazione (direzione riportata ad un valore convenzionale invariabi‐le nel tempo, come ad esempio il CIO o realizzazioni successive) 

• il piano XZ coincidente con un piano meridiano di riferimento convenzionale 

3.5.3 Rete d’inquadramento 

La definizione della forma ed orientamento della superficie di riferimento costituisce un modello geometrico “virtuale” della forma della Terra, cioè è un modello puramente matematico ma non fisi‐camente esistente. Per poter essere accessibile all’utenza in modo che chiunque esegua un rilievo e calcoli le posizioni di punti sia in grado di inserire i risultati del rilievo nel sistema geodetico, tale mo‐dello deve essere materializzato tramite la definizione di una serie di punti (rete di inquadramento) a coordinate note. 

A questo scopo vengono misurate e calcolate le posizioni di un insieme di punti a partire da quello di emanazione (o dalla serie di punti che definiscono il sistema geodetico) che costituisce la rete che realizza fisicamente il sistema di riferimento stesso. 

Chi esegue il rilievo avrà cura di inserirvi un sufficiente numero di punti già noti nel sistema geode‐tico e di basarsi sulle loro coordinate per ricavare quelle dei punti di nuova misura, che vengono ad essere di conseguenza inseriti nel sistema stesso. 

 

Esercitazioni di Geomatica I 

 

 

DRM | Sistemi di riferimento geodetici  23 

 

 Figura 17 ‐ Rete d'inquadramento svizzera (MN03) 

3.6 Sistemi di proiezione Le coordinate cartesiane  locali su un piano consentono di utilizzare tutte  le proprietà trigonome‐

triche piane semplificando notevolmente i calcoli. Inoltre queste consentono di rappresentare su una carta  le posizioni dei punti, dando  la possibilità di produrre piani e  cartografia di  comune utilizzo. Questi due aspetti ne spiegano il largo utilizzo. 

Va però considerato che pur essendo coordinate cartesiane piane, queste sono misurate a partire da un punto di tangenza tra una ellissoide di riferimento ed un piano. Fatto che presuppone  il pas‐saggio da un sistema di riferimento tridimensionale (ellissoide o sfera) ad un bidimensionale (piano). 

Il tipo di trasformazione che consente di passare da un sistema di riferimento a 3 dimensioni ad uno a 2 dimensioni è detto sistema di proiezione.  

Va notato come tutti i sistemi di proiezione inevitabilmente portano delle distorsioni,  le quali a seconda dello scopo di utilizzo, possono risultare accettabili o meno. Per questo motivo esistono di‐versi sistemi di proiezione che consentono di conservare o controllare alcune proprietà originarie, ma questo sempre a spese di altre. 

3.6.1 Classificazione in base alle deformazioni 

Diverse proprietà metriche di base possono essere misurate sulla superficie terrestre:  

• Aree • Forme • Direzioni • Angoli • Distanze 

Sulla base della capacità di conservare o controllare le deformazioni di alcune di queste proprietà metriche di base, è possibile classificare i sistemi di proiezione. 

Si individuano così proiezioni: 

• Azimutali: conservano le direzioni 

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24  Sistemi di riferimento geodetici | SUPSI‐DACD 

 

• Conformi: conservano le forme • Equivalenti: conservano le aree • Equidistanti: conservano le distanze • Lossodromiche:  trasformano  le  linee  lossodromiche  (costante angolo con  i meridiani)  in 

rette 

3.6.2 Classificazione in base alla superficie di proiezione 

I processi di proiezione presuppongono  la definizione di un sistema di riferimento (generalmente sfera o ellissoide) e di un metodo di trasformazione che consenta di trasformare la superfici di riferi‐mento espressa in genere da coordinate geografiche in coordinate cartesiane locali. 

La maggior parte delle proiezioni si basano su metodi di  trasformazione  fondati sulla proiezione della superficie di riferimento su di una superficie sviluppabile su di un piano (superficie di proiezio‐ne) e quindi si individuano proiezioni: 

• Cilindriche, • Coniche, e • Piane 

Mentre  le proiezioni su cilindro o cono vengono definite proiezioni per sviluppo, quelle su piano vengono dette proiezioni prospettiche Si noti però come esistano anche tipi di proiezione che si ba‐sano su trasformazioni puramente matematiche. 

A seconda dello scopo e posizione sul globo, queste superfici, rispetto al sistema geodetico, pos‐sono essere: 

• Tangenti, o  • Secanti 

 Figura 18 ‐ Principio di un sistema di proiezione 

Proiezioni cilindriche (proiezioni per sviluppo) 

Utilizzano un cilindro come superficie di proiezione, la cui posizione può essere 

• Normale (asse come l’asse dei poli) • Traversa (asse lungo il piano equatoriale), o 

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DRM | Sistemi di riferimento geodetici  25 

 

• Obliqua, 

 Figura 19 ‐ Proiezioni cilindriche 

Tra le equazioni cilindriche si ricordano: 

Proiezione di Mercatore 

• Tipo: È una proiezione cilindrica normale tangente all’equatore (in alcuni casi secante) • Uso: per la navigazione o per mappare regioni equatoriali • Distorsioni:  

o ogni linea retta è una lossodromica;  o le distanze sono corrette solo all’equatore (linea di tangenza), ma sono ragionevoli 

entro i 15°;  o le  aree  e  le  forme  di  grandi  dimensioni  subiscono  distorsioni  all’allontanarsi 

dall’equatore; o forme ed angoli, entro piccole aree sono essenzialmente vere. 

• Classe:  la  proiezione  può  considerarsi  localmente  conforme  siccome  all’interno  di  ogni piccola area gli angoli e le forme sono essenzialmente vere. 

• Note: la proiezione non è prospettica, ad area uguale, o equidistante; fu ideata da Merca‐tore nel 1569.  

 Figura 20 ‐ Proiezione di Mercatore (fonte USGS) 

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Traversa di Mercatore 

• Tipo: proiezione cilindrica traversa tangente ad un meridiano (in alcuni casi secante) • Uso: per cartografare paesi allungati in direzione nord‐sud • Distorsioni:  

o le distanze sono vere solo lungo il meridiano di tangenza; o le distanze, direzioni, forme ed aree sono ragionevolmente accurate entro 15° del 

meridino di tangenza, mentre aumentano rapidamente oltre tale limite; o forme ed angoli, entro piccole aree sono essenzialmente vere 

• Classe:  la  proiezione  può  considerarsi  localmente  conforme  siccome  all’interno  di  ogni piccola area gli angoli e le forme sono essenzialmente vere 

• Note:  i paralleli  formano una  linea retta con  il meridiano di  tangenza, gli altri meridiano sono linee curve; fu ideata da Lambert nel 1772. 

 

Figura 21 ‐ Proiezione traversa di Mercatore (fonte USGS) 

Obliqua di Mercatore 

• Tipo: proiezione cilindrica obliqua tangente (o in alcuni casi secante) • Uso: per rappresentare regioni con sviluppo obliquo rispetto ai meridiani o all’equatore • Distorsioni:  

o le distanze sono vere solo lungo la linea di tangenza ( le due linee secanti) o le distanze, direzioni, forme ed aree sono ragionevolmente accurate entro 15° dal‐

la linea di tangenza, , mentre aumentano rapidamente oltre tale limite; o ed angoli, entro piccole aree sono essenzialmente vere 

• Classe:  la  proiezione  può  considerarsi  localmente  conforme  siccome  all’interno  di  ogni piccola area gli angoli e le forme sono essenzialmente vere 

• Note:  l’equatore e gli altri paralleli sono  linee curve complesse concave verso  il polo più vicino, i due meridiano a 180° dalla linea di tangenza sono linee rette, mentre gli altri sono linee concave verso tale linea di tangenza. Sviluppata tra il 1900 ed il 1950 da Rosenmund, Laborde, Hotine ed altri.  

 

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DRM | Sistemi di riferimento geodetici  27 

 

 Figura 22 ‐ Proiezione obliqua di Mercatore (fonte USGS) 

Proiezioni coniche (proiezioni per sviluppo) 

Utilizzano un cono come superficie di proiezione, tangente o secante. 

 Figura 23 ‐ Proiezioni coniche 

 

Tra le più diffuse si ricordano: 

Conica di Albers 

• Tipo: proiezione conica secante su due paralleli • Uso: per cartografare paesi grandi che si sviluppano principalmente in direzione est‐ovest 

e sono posti verso le estremità nord o sud del globo. • Distorsioni:  

o le aree cono mantenute proporzionali alle dimensioni vere; 

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28  Sistemi di riferimento geodetici | SUPSI‐DACD 

 

o le direzioni sono ragionevolmente accurate in aree limitate; o le distanze sono vere su entrambi i paralleli di intersezione; o le forme si distorgono maggiormente all’allontanarsi dalle linee secanti. 

• Classe: la proiezione è equivalente ma né conforme, né prospettica, né equidistante. • Note: fu presentata da H. C. Albers nel 1805. 

 Figura 24 ‐ Proiezione conica di Albers (fonte USGS) 

Conica di Lambert 

• Tipo: proiezione conica secante su due paralleli • Uso: per cartografare paesi grandi che si sviluppano principalmente in direzione est‐ovest 

e sono posti verso le estremità nord o sud del globo. • Distorsioni:  

o le aree si distorgono maggiormente all’allontanarsi dalle linee secanti; o le direzioni sono ragionevolmente accurate in aree limitate; o le distanze sono vere su entrambi i paralleli di intersezione; o le forme di piccole aree a grandi scale sono essenzialmente esatte; 

• Classe: la proiezione è conforme ma nè equivalente, nè prospettica, nè equidistante. • Note: fu presentata da Lambert nel 1772.  

 Figura 25 ‐ Proiezione conica di Lambert (fonte USGS) 

 

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Proiezioni piane (proiezioni prospettiche) 

Le proiezioni piane utilizzano  la proiezione della superficie di riferimento su di un piano a partire da un centro di proiezione. 

Si distinguono proiezioni: 

• polari,  • equatoriali, od  • oblique  

a seconda della posizione del punto di tangenza. 

Inoltre a secondo del centro di proiezione, si distinguono proiezioni: 

• gnomoniche, • stereografiche, ed • ortografiche 

a  seconda  che questo  sia posto nel  centro della  superficie di  riferimento, nel punto opposto  a quello di tangenza, od all’infinito. 

 Figura 26 ‐ Proiezioni piane 

 

Stereografica polare 

• Tipo: proiezione prospettica • Uso: per cartografare le aree ai poli, o sopra gli 80°. • Distorsioni:  

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30  Sistemi di riferimento geodetici | SUPSI‐DACD 

 

o le sono vere solo dal dal punto di tangenza; o la scala cresce all’allontanarsi dalla tangenza; o la aree e le forme grandi si distorgono maggiormente allontanandosi dal punto di 

tangenza. • Classe: la proiezione è conforme e prospettica ma nè equivalente, nè equidistante. • Note: risale al secondo secolo B.C, la si attribuisce ad Hypparco.  

 Figura 27 ‐ Proiezione stereografica (fonte USGS)