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1. Le competenze degli operatori sociali 1.1 Evoluzione delle figure professionali dal punto di vista storico, normativo e formativo Le figure professionali impegnate nel settore socio-assistenziale hanno conosciuto, negli ultimi anni, profonde trasformazioni per quanto concerne il loro riconoscimento giuridico e professionale, il percorso formativo da seguire per essere riconosciute tali e, non ultimo, l’assetto gestionale dei servizi nei quali sono chiamate a spendere la loro professionalità 7 . Prendere in esame tali figure professionali, oggi, significa dunque tenere in considerazione tutti questi elementi nelle loro interazioni ed influenze reciproche. Sotto il profilo normativo la prima Legge regionale 8 intervenuta a riordinare questo settore è la L. R. n. 20 del 1982 che ha individuato le Unità Socio Sanitarie Locali, in forma associata con i Comuni, come i soggetti investiti delle funzioni socio-assistenziali previsti dal Piano socio- sanitario regionale con la possibilità, per i Comuni, di erogare in forma diretta alcune prestazioni e, in particolare, quelle rivolte ad adulti e anziani autosufficienti e riguardanti l’assistenza economica, domiciliare e la gestione dei presidi socio-assistenziali a carattere residenziale. Alla fine degli anni Novanta, la configurazione dell’assetto istituzionale caratterizzata dalla gestione in forma associata tramite la costituzione dei consorzi, può ritenersi consolidata. La L. R. n. 1 del 2004 9 , in attuazione della Legge di riforma Nazionale n. 328/2000 10 , conferma questa impostazione incentivando ulteriormente la gestione associata da parte dei Comuni e individuando nei Piani di zona lo strumento di integrazione della rete degli interventi e dei servizi sociali di cui fanno parte i fornitori di prestazioni del servizio pubblico, le IPAB, le organizzazioni afferenti al terzo settore ed i soggetti privati che svolgono attività di carattere sociale. È all’interno di queste strutture che operano i professionisti delle politiche sociali: gli assistenti sociali , gli educatori professionali , gli operatori socio sanitari e gli animatori professionali socio-educativi. 1.1.1 L’assistente sociale La storia degli assistenti sociali è strettamente legata alla storia e all’evoluzione che il Servizio Sociale ha conosciuto nel nostro Paese. Secondo quanto emerso dalla V Conferenza Internazionale di Servizio Sociale, questa storia ha attraversato quattro fasi. La prima, che arriva fino alla conclusione della Seconda Guerra Mondiale, si caratterizza per lo sviluppo di iniziative di carattere filantropico nelle fabbriche. Le persone incaricate di svolgervi compiti di assistenza sociale erano formate attraverso corsi accelerati a carattere informativo e venivano chiamate “assistenti di fabbrica” o “assistenti sociali dei lavoratori”, o ancora “assistenti addette al servizio sociale delle organizzazioni operaie”. Si tratta di una vicenda che risale alla fine del 1800 quando alcuni dirigenti d’azienda cominciarono ad 7 Per la ricostruzione dell’evoluzione dei profili professionali degli operatori sociali si veda Rei D., Maurizio R. (a cura di), Le professioni sociali, Edizioni Gruppo Abele, Torino, 1991. 8 Per le indicazioni relative alla normativa della Regione Piemonte si è fatto riferimento al project work di Antonella Gianesin “Studio e sperimentazione di strumenti omogenei per la rilevazione del personale operante nel sistema dei servizi sociali piemontesi, con particolare riferimento ai profili professionali del settore”, realizzato in conclusione del Master Management della formazione professionale e delle politiche del lavoro realizzato dall’Università degli Studi di Torino in collaborazione con il COREP. 9 “Norme per la realizzazione del sistema regionale integrato di interventi e servizi sociali e riordino della legislazione di riferimento”. 10 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali”. 11

1. Le competenze degli operatori sociali - Provincia di Torino · 1. Le competenze degli operatori sociali 1.1 Evoluzione delle figure professionali dal punto di vista storico, normativo

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1. Le competenze degli operatori sociali

1.1 Evoluzione delle figure professionali dal punto di vista storico, normativo e formativo

Le figure professionali impegnate nel settore socio-assistenziale hanno conosciuto, negli ultimi anni, profonde trasformazioni per quanto concerne il loro riconoscimento giuridico e professionale, il percorso formativo da seguire per essere riconosciute tali e, non ultimo, l’assetto gestionale dei servizi nei quali sono chiamate a spendere la loro professionalità7.

Prendere in esame tali figure professionali, oggi, significa dunque tenere in considerazione tutti questi elementi nelle loro interazioni ed influenze reciproche. Sotto il profilo normativo la prima Legge regionale8 intervenuta a riordinare questo settore è la L. R. n. 20 del 1982 che ha individuato le Unità Socio Sanitarie Locali, in forma associata con i Comuni, come i soggetti investiti delle funzioni socio-assistenziali previsti dal Piano socio-sanitario regionale con la possibilità, per i Comuni, di erogare in forma diretta alcune prestazioni e, in particolare, quelle rivolte ad adulti e anziani autosufficienti e riguardanti l’assistenza economica, domiciliare e la gestione dei presidi socio-assistenziali a carattere residenziale. Alla fine degli anni Novanta, la configurazione dell’assetto istituzionale caratterizzata dalla gestione in forma associata tramite la costituzione dei consorzi, può ritenersi consolidata.

La L. R. n. 1 del 20049, in attuazione della Legge di riforma Nazionale n. 328/200010, conferma questa impostazione incentivando ulteriormente la gestione associata da parte dei Comuni e individuando nei Piani di zona lo strumento di integrazione della rete degli interventi e dei servizi sociali di cui fanno parte i fornitori di prestazioni del servizio pubblico, le IPAB, le organizzazioni afferenti al terzo settore ed i soggetti privati che svolgono attività di carattere sociale.

È all’interno di queste strutture che operano i professionisti delle politiche sociali: gli assistenti sociali, gli educatori professionali, gli operatori socio sanitari e gli animatori professionali socio-educativi.

1.1.1 L’assistente sociale

La storia degli assistenti sociali è strettamente legata alla storia e all’evoluzione che il Servizio Sociale ha conosciuto nel nostro Paese. Secondo quanto emerso dalla V Conferenza Internazionale di Servizio Sociale, questa storia ha attraversato quattro fasi.

La prima, che arriva fino alla conclusione della Seconda Guerra Mondiale, si caratterizza per lo sviluppo di iniziative di carattere filantropico nelle fabbriche. Le persone incaricate di svolgervi compiti di assistenza sociale erano formate attraverso corsi accelerati a carattere informativo e venivano chiamate “assistenti di fabbrica” o “assistenti sociali dei lavoratori”, o ancora “assistenti addette al servizio sociale delle organizzazioni operaie”. Si tratta di una vicenda che risale alla fine del 1800 quando alcuni dirigenti d’azienda cominciarono ad 7 Per la ricostruzione dell’evoluzione dei profili professionali degli operatori sociali si veda Rei D., Maurizio R. (a cura di), Le professioni sociali, Edizioni Gruppo Abele, Torino, 1991. 8 Per le indicazioni relative alla normativa della Regione Piemonte si è fatto riferimento al project work di Antonella Gianesin “Studio e sperimentazione di strumenti omogenei per la rilevazione del personale operante nel sistema dei servizi sociali piemontesi, con particolare riferimento ai profili professionali del settore”, realizzato in conclusione del Master Management della formazione professionale e delle politiche del lavoro realizzato dall’Università degli Studi di Torino in collaborazione con il COREP. 9 “Norme per la realizzazione del sistema regionale integrato di interventi e servizi sociali e riordino della legislazione di riferimento”. 10 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali”.

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interessarsi al miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori. Nel 1920 viene fondato a Milano l’Istituto Italiano di Assistenza Sociale e nell’anno scolastico 1928/1929, viene istituita la prima scuola per assistenti sociali di fabbrica a carattere continuativo e con intenzioni formative presso la “Scuola Femminile Fascista di Economia Domestica ed Assistenza Sociale” di San Gregorio al Celio. Il 1928 è anche l’anno della Prima Conferenza Internazionale di servizio sociale, a Parigi. In quella sede, e successivamente nella seconda conferenza di Francoforte sul Meno, si comincia a diffondere in Europa il corpo delle conoscenze e di pratiche del servizio sociale che si era sviluppato negli Stati Uniti.

Nella seconda fase, che si estende dal secondo dopoguerra agli anni Settanta, comincia a farsi strada l’idea che debbano essere messe in atto iniziative pubbliche volte a promuovere la rinascita morale e civile del Paese, del tutto dipendente fino a quel momento dagli aiuti americani per la ricostruzione. Le politiche e gli interventi assistenziali da realizzarsi diventano oggetto di discussione tra gruppi di diversa provenienza politica e religiosa e matura la consapevolezza che sia necessario formare un “operatore nuovo” capace di svolgere un ruolo non solo tecnico ma anche politico nell’opera di risanamento del Paese. Sorgono così, in questo periodo, le Scuole di Servizio Sociale e si rafforza contemporaneamente il processo di penetrazione della cultura del servizio sociale elaborata negli Stati Uniti, che divengono meta, insieme ai Paesi di cultura anglosassone, di numerosi viaggi di specializzazione e borse di studio per assistenti sociali, docenti e direttori di scuola che intendono perfezionare la loro preparazione.

La terza fase, che va dagli anni Settanta ai primi anni Ottanta è attraversata dal clima carico di entusiasmo e di speranze degli anni della contestazione e dalla successiva stagione dell’istituzionalizzazione delle politiche sociali negli enti locali territoriali e nei servizi socio sanitari. La formazione degli assistenti sociali avviene, in questa fase, sia in scuole gestite da organizzazioni private, da enti locali o consorzi, sia in scuole già inserite in ambito universitario come le Scuole Dirette a Fini Speciali sorte alla fine degli anni Cinquanta.

La quarta ed ultima fase si apre con la definitiva scelta dell’università come luogo di formazione degli assistenti sociali. Con l’emanazione nel 1987 del D.P.R n. 1411, infatti, si stabilisce che la formazione possa avvenire solo in ambito universitario attraverso le Scuole Dirette a Fini Speciali (SDFS) e sulla base di un curriculum didattico definito con decreto ministeriale. Successivamente, con la Riforma degli Ordinamenti Universitari viene istituita la classe di laurea in Scienze del Servizio Sociale e la classe di laurea specialistica in Programmazione e gestione delle Politiche e dei Servizi Sociali.

Il processo di professionalizzazione arriva a compimento con il D.P.R. n. 328 del 2001, che istituisce le sezioni A e B dell’albo professionale degli assistenti sociali: la prima, per coloro che sono in possesso della laurea specialistica e la seconda, per coloro che hanno conseguito la laurea di primo livello. In entrambi i casi l’iscrizione è condizionata al superamento dell’esame di stato. I diplomi conseguiti in base al precedente ordinamento, secondo quanto stabilito dalla L. n. 1 del 200212, costituiscono titolo valido per l’accesso ai corsi di laurea specialistica, ai master e ai corsi di formazione di base.

Attualmente, quindi, per esercitare la professione, è richiesto alternativamente il possesso dei seguenti titoli:

- diploma di scuola media superiore quinquennale e titolo rilasciato da Scuole Dirette a Fini Speciali;

- diploma universitario triennale in servizio sociale (DUSS) e iscrizione all’Albo professionale mediante esame di stato;

- laurea in Scienze del servizio sociale e lauree specialistiche in Programmazione e Gestione delle politiche e dei servizi sociali ed iscrizione all’Albo professionale mediante esame di stato (sezione A per i laureati magistrali; sezione B per i laureati triennali).

11 “Valore abilitante del diploma di assistente sociale in attuazione dell’art. 9 del Decreto del Presidente della Repubblica 10 marzo 1982, N. 162”. 12 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 novembre 2001, n. 402, recante disposizioni urgenti in materia di personale sanitario".

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1.1.2 L’educatore professionale

L’educatore professionale nasce come figura professionale non riconosciuta giuridicamente, ma ampiamente utilizzata in strutture residenziali (istituti, case di rieducazione, opere pie rivolte alla cura dei poveri e degli emarginati, pensionati giovanili) negli anni Cinquanta, ma è soltanto verso la fine degli anni Settanta, con l’affermarsi di una politica sociale pubblica, che inizia a misurarsi con la realtà dei servizi e delle unità operative territoriali, degli uffici e degli assessorati ai servizi sociali.

Nella nostra Regione, il profilo professionale e il relativo percorso di formazione vengono definiti sin dal 1987. A quell’epoca si trattava di operatori e operatrici che, una volta acquisito il diploma triennale post-diploma rilasciato da scuole riconosciute dalla Regione, potevano operare sia nei servizi socio-assistenziali che in quelli sanitari. Le cose si complicano negli anni Novanta quando, a partire dall’anno accademico 1992/1993 l’Università degli Studi di Torino, attiva un corso di laurea in Scienze dell’Educazione – indirizzo educatore professionale extrascolastico – presso la Facoltà di Scienze della Formazione, riconvertito nell’anno accademico 2000/2001 in laurea di primo livello, senza che questo percorso formativo ottenga un formale riconoscimento dalla Regione. Successivamente, nel 1998, il Ministero della Sanità, con decreto n. 52013, istituisce la figura ed il relativo profilo professionale dell’educatore professionale da inserire nei servizi sanitari, stabilendo che siano le Università ad occuparsi della sua formazione attraverso la facoltà di Medicina e Chirurgia in collegamento con le facoltà di Psicologia, Sociologia e Scienze dell’Educazione. Di fronte al profilarsi di tre percorsi formativi diversi e al rischio di una netta separazione tra lavoro educativo in ambito socio-assistenziale e in ambito sanitario, nel novembre del 2000, Regione ed Università stipulano un protocollo d’intesa sulla base del quale si decide:

- di istituire un unico canale di formazione per l’educatore professionale e cioè il corso di laurea triennale interfacoltà tra Medicina, Scienze della Formazione e Psicologia (attivato a partire dall’anno accademico 2002/2003);

- di riservare alla Facoltà di Scienze della Formazione la formazione di un operatore destinato esclusivamente al comparto socio-assistenziale con denominazione di educatore socio culturale, attraverso un corso di laurea triennale;

- di sospendere l’attivazione dei corsi regionali di base per la formazione degli educatori professionali.

Attualmente, quindi, per esercitare la professione di educatore, occorre possedere uno dei seguenti titoli:

- diploma o attestato di qualifica di educatore professionale o di educatore specializzato o altro titolo equipollente conseguito in esito a corsi biennali o triennali post secondari, riconosciuti dalla Regione e sospesi nel 2002 o rilasciati dall’università;

- laurea in Scienze dell’educazione, indirizzo educatore professionale extra scolastico, indirizzo e curriculum educatore professionale (in esaurimento);

- laurea di Educatore Professionale conseguita ai sensi del D. M. 8 ottobre 1998, n. 520.

13 “Regolamento recante norme per l’individuazione della figura e del relativo profilo professionale dell’educatore professionale, ai sensi dell’art. 6, comma 3, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502”.

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1.1.3 L’operatore socio sanitario

Il profilo professionale dell’operatore socio sanitario nasce con un DM del 2000 per riunificare in un unico profilo ADEST (Assistente Domiciliare e dei Servizi Tutelari) e OTA (Operatore Tecnico Addetto all’Assistenza), due profili con competenze analoghe ma nati, il primo, in ambito assistenziale e il secondo in ambito sanitario.

Ad essere introdotto per primo nella normativa regionale era stato il profilo professionale dell’ADEST, definito dalla Regione sin dal 1984, per identificare una figura addetta ai servizi alla persona sia nei servizi residenziali che domiciliari, con competenze spendibili con differenti tipologie di utenti. Diversi interventi normativi (la L. R. n. 20 del 1982 e la Legge di Piano socio sanitario regionale) insieme al progressivo diffondersi di esperienze formative nel territorio piemontese, avevano contribuito al consolidarsi di questa figura che, nel tempo, aveva visto mutare il tipo di utenti a cui fornire il servizio e le funzioni da svolgere. Inserite a pieno titolo nell’équipe degli operatori sociali, con compiti di prevenzione e di recupero di situazioni problematiche e complesse, nel 1995, con D. C. R. n. 17-13219, il profilo professionale e i requisiti formativi sono stati aggiornati, per riconoscere loro un ruolo centrale all’interno dei servizi socio-assistenziali.

In verità le esperienze di formazione di questi operatori risalgono a molti anni prima. Alla fine degli anni Settanta le Regioni, in attuazione del D.P.R. 616 del 1977 e della L. 833 del 197814, avevano istituito corsi gestiti dagli Enti gestori delle funzioni socio-assistenziali al termine dei quali veniva rilasciato un attestato di qualifica professionale obbligatorio per lo svolgimento della professione.

Arriva più tardi la figura dell’OTA, istituita con D.P.R. n. 384 del 199015, con il compito di svolgere – nel settore sanitario - attività alberghiere, di pulizia e manutenzione di utensili, apparecchi, presidi e di collaborazione con il personale infermieristico per atti di cura semplice del malato.

In questo modo, si sono venute a creare due figure professionali di base con compiti e funzioni molto simili, l’ADEST destinato principalmente ai servizi socio-assistenziali e l’OTA a quelli sanitari. Le competenze di questi due operatori trovano soltanto nel 2000 un’unificazione nella figura dell’OSS, per la formazione del quale la Regione, a partire dal 2002, attiva corsi di formazione e riqualificazione.

Le linee di indirizzo per la formazione di base per il conseguimento della qualifica sono contenute nella D.G.R. 46/2002, mentre i moduli integrativi, sono stati regolamentati mediante la D.G.R. 26/2002 e sono indirizzati a: operatori già in possesso della qualifica ADEST, OTA, operatori che già lavorano privi di qualifica e ausiliari specializzati.

Attualmente, quindi, per esercitare la professione, è richiesto alternativamente il possesso dei seguenti titoli:

- attestato di qualifica di assistente domiciliare e dei servizi tutelari o altra qualifica equivalente, conseguito in esito a corsi specifici riconosciuti dalla Regione;

- attestato di qualifica di operatore socio sanitario.

14 “Istituzione del servizio sanitario nazionale”. 15 “Regolamento per il recepimento delle norme risultanti dalla disciplina prevista dall’accordo del 6 aprile 1990 concernente il personale del comparto del Servizio sanitario nazionale, di cui all’art. 6, D. P. R. 5 marzo 1986, n. 68 (2)”.

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1.1.4 L’animatore professionale socio-educativo

L’animatore professionale socio-educativo è riconosciuto dalla L. R. n. 1 del 2004 come una delle professioni sociali, anche se sulla sua identità continua ad aleggiare uno stato di incertezza e confusione. A creare questa situazione hanno concorso la connotazione politica delle attività di animazione tipiche degli anni Sessanta e Settanta, il mancato interesse delle istituzioni ad una definizione professionale e lo scarso dialogo tra scuole diverse di animazione.

In Italia, l’animazione nasce verso la fine degli anni Sessanta dalle esperienze di teatro sociale, di pedagogia attiva, di musica e teatro popolare, realizzate da educatori, teatranti, intellettuali, operatori sociali e volontari in sintonia con i valori e le speranze dei movimenti di contestazione che in quegli anni andavano sperimentando pratiche antiautoritarie di democrazia partecipativa. Si fondevano in quelle esperienze echi di tradizioni filosofiche orientali, di correnti artistiche libertarie, di istanze femministe di rivalutazione della corporeità, e altro ancora.

A metà degli anni Settanta, soprattutto in Italia Settentrionale, l’animazione è diventata una pratica diffusa nella scuola dell’obbligo, e si presenta come un metodo di fare scuola centrato sulla libertà del bambino e sui suoi bisogni di espressione. L’animatore, da intrattenitore–giocoliere diventa formatore e consulente degli insegnanti, acquisendo responsabilità sempre maggiori nei processi di socializzazione e di formazione della personalità.

Con la fine degli anni Settanta, l’animazione, arrivata al suo punto massimo di diffusione nelle scuole, si sposta verso il territorio, gli interventi nel sociale, le organizzazioni pubbliche di servizi che esprimono una richiesta crescente di animazione senza riuscire a tutelare i professionisti sotto il profilo del riconoscimento giuridico e a valorizzarli per le loro competenze specifiche.

La crisi di legittimità che investe gli operatori del settore chiamati a dare ragione dei fondamenti teorici del loro agire e a dimostrare l’efficacia dei loro metodi spinge alcuni gruppi verso nuovi tentativi di elaborazione metodologica maggiormente sostenuti da intenti psicopedagogici e socioassistenziali. A questo periodo risale anche il tentativo, effettuato a livello nazionale, di definire i profili professionali e i requisiti di formazione degli animatori. Nel quadro di uno studio promosso dal Ministero dell’Interno16, viene dedicata un’apposita riflessione sull’animatore del tempo libero e sull’animatore socio–culturale. Gli orientamenti emersi dal lavoro portano ad una distinzione meno netta tra servizi preventivi, curativi e riabilitativi e tra educatori–animatori impegnati con persone normali o a rischio, handicappate o disadattate. I comparti di servizi e interventi nei quali si ritiene che questi operatori possono operare sono quelli socio educativi (prevalentemente a carattere residenziale e semiresidenziale per utenti con bisogni di carattere educativo–assistenziale, di apprendimento e reinserimento sociale) e socio culturali (potenzialmente rivolti a tutta la popolazione e orientati a identificare e a rispondere a nuovi bisogni).

Si registrano in questi anni due movimenti di segno opposto. Da un lato si assiste a un ridimensionamento consistente dell’animazione, dall’altro si consolidano alcune esperienze di ricerca e di azione nell’ambito delle politiche giovanili degli enti locali, e le prime esperienze di formazione degli animatori all’interno di un più ampio dibattito sul futuro di questi operatori e sui differenti orientamenti culturali della professione. Quattro sono i filoni principali: 1. l’animazione teatrale ed espressiva focalizza l’attenzione sulla ricerca creativa e la

liberazione della fantasia attraverso la festa ed il gioco, negli ambiti della scuola e del quartiere;

2. l’animazione socio–culturale nasce dall’evoluzione dell’animazione teatrale e fa capo alle esperienze di educazione degli adulti, da un lato, e al modello francese dell’animazione socio–culturale, dall’altro. Le sue azioni si collocano come interventi nel territorio con

16 Nel 1983 il Ministero dell’Interno istituisce una Commissione Nazionale di studio per la definizione dei profili professionali e dei requisiti di formazione degli operatori sociali.

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l’obiettivo di far crescere le capacità dei gruppi di partecipare e gestire la realtà sociale e politica di appartenenza, in stretto contatto con il settore del volontariato;

3. l’animazione del tempo libero deriva dall’animazione robinsoniana ed interviene in maniera prioritaria sul tempo libero infantile attraverso attività ludiche nei centri ricreativi, campi gioco, ludoteche, ospedali, incontri sportivi. Il compito dell’animatore è quello di organizzare e promuovere attività motorie e creative secondo il modello proposto dalla pedagogia attiva;

4. l’animazione socio–educativa interpreta l’animazione come un modello educativo fondato su una teoria educativa, un metodo validato e una strumentazione particolare. Queste caratteristiche costituiscono la garanzia della sua efficacia sia in contesti scolatici che extra scolastici.

In assenza di una normativa di settore esplicita i titoli preferenziali richiesti per esercitare

la professione, sono: - attestato di qualifica di animatore professionale rilasciato in esito ai corsi post secondari

di durata triennale, attivati dal canale della formazione professionale regionale e sospesi nel 2002;

- laurea in Scienze dell’educazione, curriculum animatore professionale socio-educativo o lauree con contenuti formativi analoghi.

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1.2 I profili professionali condivisi

Riportiamo qui di seguito le schede relative ai profili professionali oggetto del nostro studio, elaborati con il contributo del gruppo di lavoro secondo il modello europeo KSC17. 1.2.1 Assistente sociale

DENOMINAZIONE Assistente sociale ALTRE DENOMINAZIONI SETTORE Socio-assistenziale DESCRIZIONE Finalità:

L’attività dell’assistente sociale consiste principalmente: nell’intervento sociale per la prevenzione, il sostegno e il recupero di persone, famiglie, gruppi e comunità in situazioni di bisogno e di disagio; nel coordinamento e direzione di interventi specifici nel campo delle politiche e dei servizi sociali; nell’informazione e comunicazione nei servizi sociali e sui diritti degli utenti. Riferimenti giuridici: La professione dell’assistente sociale è disciplinata dalla Legge 23 marzo 1993 n. 84, “Ordinamento della professione di assistente sociale e istituzione dell’albo professionale” e dalla Legge regionale 1/2004, “Norme per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali e riordino della legislazione di riferimento” che individua l’assistente sociale come una delle figure professionali dei servizi sociali. Contesti lavorativi possibili: L’attività dell’assistente sociale può essere svolta in strutture pubbliche e private (Asl, Enti Locali, servizi alla persona, terzo settore) e nei centri riabilitativi dove si richiedono le sue competenze professionali, in regime di dipendenza o libero-professionista. La figura è prevista in tutte le normative generali e di settore (handicap, tossicodipendenze, salute mentale, consultori, misure alternative alle pene detentive, extracomunitari). Può quindi operare in servizi e strutture di tutela socio-sanitaria dei minori, di consulenza alle scuole, di assistenza ospedaliera e di tutela della salute mentale, di assistenza a disabili ed anziani, di tutela della maternità e paternità (consultori), di cura e riabilitazione per tossicodipendenti e alcolisti, malati di AIDS, ecc.

BREVE DESCRIZIONE PREREQUISITI

Prima della riforma universitaria (D.M. 3/11/1999 n. 509, “Regolamento recante norme concernenti l’autonomia didattica degli atenei”) per diventare assistente sociale occorreva un diploma di scuola media superiore quinquennale e un titolo rilasciato da Scuole Dirette a Fini Speciali (SDFS) o un diploma universitario in servizio sociale di 3 anni (DUSS) e iscrizione all’albo professionale mediante Esame di Stato. Con la riforma universitaria è stata prevista la classe di laurea in Scienze del Servizio Sociale e la classe delle lauree specialistiche in Programmazione e Gestione delle Politiche e dei Servizi Sociali. Al termine del percorso formativo condizione necessaria per

17 Per maggiori dettagli vedi nota metodologica.

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l’esercizio della professione è il superamento dell’esame di stato e l’iscrizione obbligatoria all’albo professionale. L’albo è suddiviso in due categorie: A, per chi è in possesso della laurea specialistica e B, per chi è in possesso della laurea triennale.

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_________OSSERVATORIO SUGLI OPERATORI SOCIALI IN PROVINCIA DI TORINO___________

PROCESSI PRIMARI

1) ANALISI DEI BISOGNI DEL TERRITORIO 2) PROGETTAZIONE DI POLITICHE, INTERVENTI E AZIONI

3) INIZIALE PRESA IN CARICO DELL’UTENTE

4) MICROPROGETTAZIONE DEGLI INTERVENTI SUGLI UTENTI

5) GESTIONE, MONITORAGGIO E VERIFICA DELL’INTERVENTO

6) EROGAZIONE MISURE ASSISTENZIALI

PROCESSI DI SERVIZIO

1) COORDINAMENTO E ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO 2) GESTIONE DELLE INFORMAZIONI E DELLE CONOSCENZE

3) INTEGRAZIONE/COLLABORAZIONE CON LE RISORSE TERRITORIALI

4) VALUTAZIONE E VERIFICA

5) GESTIONE DELLA RELAZIONE CON I TIROCINANTI

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_________OSSERVATORIO SUGLI OPERATORI SOCIALI IN PROVINCIA DI TORINO___________

PROCESSI PRIMARI 1) ANALISI DEI BISOGNI DEL TERRITORIO ATTIVITA’:

- promuovere e coordinare ricerche qualitative e quantitative sul sistema del welfare locale;

- rilevare le fonti informative istituzionali presenti sul territorio (CPI, dati statistici, anagrafe, piani di zona…);

- rilevare informazioni, giudizi, suggerimenti e valutazioni presso gli “stake holders” (utenti, cittadini, colleghi…);

- rilevare le iniziative presenti sul territorio (Osservatori, ricerche, progetti, attività…); - evidenziare, a partire dall’analisi delle fonti e dall’elaborazione dei dati, i bisogni

espressi e potenziali del territorio; - fare una mappatura delle risorse presenti o attivabili sul territorio (servizi,

associazioni…); CONOSCENZE:

- metodologia della ricerca sociale (tecniche di osservazione, di analisi territoriale, di lettura dei dati e di progettazione educativa);

- statistica sociale; - politica sociale, legislazione socio-sanitaria ed organizzazione dei servizi sociali; - fonti normative di riferimento (leggi, circolari, regolamenti…); - sociologia generale (aspetti socio-demografici, culturali, politici ed economici del

territorio); - informatica;

ABILITA’:

- raccogliere informazioni da fonti diverse (biblioteche, Comuni, Province, regione, Asl, Istituti scolastici, altri operatori, utenti…);

- utilizzare tecniche di costruzione di strumenti per l’analisi e la lettura dei dati; - adattare gli strumenti di rilevazione già esistenti ai propri scopi (questionario, traccia,

intervista…); - interpretare i dati statistici; - utilizzare tecniche e software di elaborazione dei dati (access, excel…);

2) PROGETTAZIONE DI POLITICHE, INTERVENTI, AZIONI

ATTIVITA’: - progettare servizi ed attività in risposta a situazioni di bisogno e di disagio (a favore

di utenti, famiglie, gruppi, comunità ) anche in ottica preventiva; - partecipare alla realizzazione dei processi e dei prodotti di programmazione locale

(Piani di zona); - partecipare alla definizione di protocolli d’intesa e convenzioni per la gestione dei

progetti (tra servizi, enti pubblici, enti privati…); - predisporre strumenti di analisi quantitativi e qualitativi (per rilevazione fabbisogni, per

analisi storia personale…); - promuovere e sperimentare delle soluzioni e dei modelli innovativi di servizi e

strumenti di lavoro; CONOSCENZE: - metodologia della ricerca sociale (tecniche di osservazione, di analisi territoriale, di

lettura dei dati e di progettazione socio-assistenziale); - tecniche di Project Management;

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_________OSSERVATORIO SUGLI OPERATORI SOCIALI IN PROVINCIA DI TORINO___________

- statistica sociale; - sociologia generale (aspetti socio demografici, culturali, politici ed economici); - diritto amministrativo e pubblico; - politica sociale, legislazione socio-sanitaria e organizzazione dei servizi sociali; - tecniche di budgeting; - informatica;

ABILITA’: - utilizzare tecniche di Project Management per pianificare e programmare interventi di

politica sociale e azioni di monitoraggio e valutazione; - scegliere ed adattare tecniche di osservazione e di rilevazione dei bisogni in funzione

dell’obiettivo da raggiungere (colloqui individuali e di gruppo, interviste, questionari…);

- scegliere tecniche di costruzione di strumenti per l’analisi e la lettura dei dati; - predisporre e compilare protocolli d’intesa e convenzioni per la gestione dei progetti; - utilizzare tecniche e software di elaborazione dei dati (access, excel…);

3) INIZIALE PRESA IN CARICO DELL’UTENTE ATTIVITA’: - segretariato sociale (ascoltare la domanda, fornire informazioni e/o accogliere la

domanda); - condurre l’indagine socio-economico-famigliare e l’anamnesi attuale e remota; - orientare ai servizi di secondo livello; - predisporre il contratto assistenziale e l’inizio dell’intervento; - attivare l’équipe socio sanitaria;

CONOSCENZE: - psicologia (generale, sociale, dello sviluppo); - principi e fondamenti del servizio sociale; - metodi e tecniche del servizio sociale (tecniche del colloquio come strumento di

analisi dei bisogni); - teorie e tecniche di comunicazione interpersonale verbale e non verbale (ruoli,

dimensioni e fattori coinvolti); - politica sociale, legislazione socio-sanitaria e organizzazione dei servizi sociali; - codice deontologico, ambito di lavoro (struttura organizzativa, funzioni e ruoli) e altre

figure professionali; - sociologia generale (interazione sociale, famiglia, gruppi…); - diritto privato e penale; - procedure amministrative (iter procedurali delle più comuni pratiche burocratiche

sociali e sanitarie); - lingue straniere; - informatica;

ABILITA’: - rilevare le esigenze informative degli utenti ed individuare il tipo di problema; - tradurre l’informazione in contenuti informativi, sia verbali che scritti, adeguati e

comprensibili per l’utente; - realizzare, pubblicare, diffondere materiali ed opuscoli; - aggiornare le informazioni; - utilizzare tecniche di comunicazione verbale e non verbale; - utilizzare tecniche di osservazione e di rilevazione dei bisogni (colloqui individuali e di

gruppo, interviste, analisi di documenti…);

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_________OSSERVATORIO SUGLI OPERATORI SOCIALI IN PROVINCIA DI TORINO___________

- analizzare il bisogno (interpretazione dei dati raccolti); - proporre e negoziare con l’utente il servizio più idoneo rispetto al bisogno emerso; - compilare il contratto di presa in carico; - individuare gli operatori e le persone necessarie per la messa in atto di un intervento; - facilitare e favorire lo scambio d’informazioni e le collaborazioni tra le figure

professionali coinvolte nel progetto; - utilizzare correttamente le procedure di servizio e la metodologia professionale

dell’intervento; - utilizzare la rete; 4) MICROPROGETTAZIONE DEGLI INTERVENTI SUGLI UTENTI ATTIVITA’: - definire il progetto d’intervento per il singolo utente e/o la famiglia; CONOSCENZE: - tecniche di progettazione; - metodi e tecniche del servizio sociale; - psicologia (generale, sociale, dello sviluppo); - sociologia (della famiglia, della devianza); - principi e fondamenti del servizio sociale; - codice deontologico, ambito di lavoro (struttura organizzativa, funzioni e ruoli) e altre

figure professionali; - diritto privato, diritto penale; - tecniche di budgeting; - informatica;

ABILITA’: - utilizzare tecniche e metodi di progettazione per pianificare e programmare interventi

sul singolo utente e/o famiglia; - utilizzare correttamente le procedure di servizio e la metodologia professionale

dell’intervento; - scegliere ed adattare tecniche di osservazione e di rilevazione dei bisogni in funzione

dell’obiettivo da raggiungere (colloqui individuali e di gruppo, interviste, questionari…);

- utilizzare la rete; - utilizzare tecniche e software di elaborazione dei dati (access, excel…); 5) GESTIONE E MONITORAGGIO DELL’INTERVENTO ATTIVITA’

- gestire il progetto di intervento sociale in tutte le sue fasi per la prevenzione, il sostegno ed il recupero di persone , famiglie, gruppi e comunità in situazioni di bisogno e disagio autonomamente e/o in collaborazione con altre specificità professionali;

- progettare il monitoraggio dell’intervento; - condurre interventi di mediazione nelle dinamiche interpersonali (famiglia, coppia…); - gestire interventi di mediazione familiare (in fase di separazione e di divorzio); - gestire gruppi di auto-mutuo aiuto; - collaborare con l’autorità giudiziaria (Tribunale Civile, Penale e Minorenni, Giudice

Tutelare) per segnalazione e gestione caso; - gestire/partecipare a incontri di équipe;

CONOSCENZE: - politica sociale, legislazione socio-sanitaria e organizzazione dei servizi sociali;

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- principi e fondamenti del servizio sociale; - metodi e tecniche del servizio sociale; - psicologia sociale e dinamiche di gruppo; - teoria e tecniche di comunicazione interpersonale (ruoli, dimensioni e fattori coinvolti); - diritto (privato, di famiglia, penale, del lavoro con approfondimenti sulle relative norme

di settore); - codice deontologico, ambito di lavoro (struttura organizzativa, funzioni e ruoli) e altre

figure professionali; ABILITA’: - individuare le figure professionali necessarie per risolvere le problematiche rilevate

(Educatore, Oss, Psicologo, Psichiatra, Medico…); - individuare i servizi specialistici del territorio necessari per risolvere la problematiche

emerse (Salute Mentale, Consultori, Asl…); - utilizzare tecniche di comunicazione verbale e non verbale e di gestione delle

dinamiche di gruppo; - utilizzare tecniche di intervento sociale sul comportamento problematico; - rispettare e mettere in atto le procedure del servizio; - verificare la disponibilità e l’idoneità di posti vacanti in comunità/struttura in relazione

ai bisogni e alle caratteristiche dell’utente in carico; - utilizzare tecniche di monitoraggio e di riprogettazione dell’intervento; 6) EROGAZIONE MISURE ASSISTENZIALI ATTIVITA’ - attivare interventi di assistenza economica (integrazione rette, assegni di cura, buoni

alimentari, borse lavoro…); - predisporre relazioni sociali per ottenere altre misure assistenziali; - partecipare a commissioni istituzionali per il riconoscimento diritti socio-sanitari; CONOSCENZE: - fonti normative (leggi, regolamenti, circolari…); - sociologia del lavoro; - metodi e tecniche del servizio sociale; - teorie e tecniche di comunicazione verbale e non verbale (ruoli, dimensioni e fattori

coinvolti…); ABILITA’: - utilizzare tecniche di osservazione e di rilevazione dei bisogni per individuare i

soggetti beneficiari; - rispettare e mettere in atto le procedure necessarie per l’attivazione degli interventi di

assistenza economica;

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PROCESSI DI SERVIZIO 1) COORDINAMENTO ED ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO

- coordinare i servizi sociali; - coordinare l’assistenza domiciliare e l’educativa territoriale; - partecipare e coordinare incontri con altre strutture/servizi che si occupano delle

stesse problematiche; - coordinare gruppi di lavoro; - partecipare alla riunione periodica di staff o d’equipe; - collaborare alla selezione e formazione delle risorse umane; - collaborare alla progettazione/organizzazione dei corsi di formazione; CONOSCENZE: - codice deontologico, ambito di lavoro (struttura organizzativa, funzioni e ruoli) e altre

figure professionali; - sociologia dell’organizzazione; - politica sociale, legislazione socio-sanitaria e organizzazione dei servizi sociali; - il lavoro di rete; - procedure amministrative (iter procedurali delle più comuni pratiche burocratiche

sociali e sanitarie); - teoria e tecniche di comunicazione interpersonale (ruoli, dimensioni e fattori coinvolti); - psicologia del lavoro e di comunità; - metodi e tecniche del servizio sociale; - tecniche di conduzione di gruppi; ABILITA’: - utilizzare tecniche di comunicazione verbale e non verbale; - utilizzare tecniche di osservazione e di rilevazione dei bisogni del gruppo di lavoro; - individuare gli operatori competenti per la risoluzione dei problemi e assegnare loro i

compiti; - individuare le priorità da trattare nelle riunioni; - individuare i fabbisogni formativi del gruppo di lavoro;

1) GESTIONE DELLE INFORMAZIONI E DELLE CONOSCENZE ATTIVITA’

- predisporre, aggiornare, archiviare le cartelle degli utenti e il PAI; - progettare ed aggiornare il sistema informativo del Servizio e i suoi strumenti; - predisporre materiale illustrativo sulle iniziative o sui servizi erogati; - predisporre atti amministrativi; - rilevare ed elaborare dati su tipologia d’utenza, trattamenti, strutture; - svolgere attività didattico-formative; - curare lo sviluppo e l’aggiornamento della professionalità;

CONOSCENZE: - procedure amministrative (iter procedurali delle più comuni pratiche burocratiche

sociali e sanitarie, segreto professionale); - archiviazione (tecniche per la costruzione e la gestione di documenti e banche dati); - informatica; - metodi e tecniche del servizio sociale; - elementi di etica professionale (rispetto del segreto professionale e della privacy);

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- profilo professionale (elementi innovativi e in evoluzione caratterizzanti la professione);

ABILITA’:

- predisporre e compilare correttamente le cartelle degli utenti, le schede, i registri ed il PAI;

- realizzare materiale illustrativo chiaro sulle iniziative e sui servizi erogati; - organizzare la documentazione (integrare fonti ed informazioni diverse); - utilizzare tecniche e software di elaborazione dei dati (access, excel, …); - rispettare la confidenzialità del dossier; - evidenziare le problematiche dei fruitori nel corso delle attività didattico-formative; - mettere in atto delle soluzioni adeguate per la risoluzione dei problemi emersi; - individuare le opportunità formative utili per accrescere la propria competenza

professionale;

2) INTEGRAZIONE/COLLABORAZIONE CON LE RISORSE TERRITORIALI ATTIVITA’:

- progettare e coordinare delle reti integrate di servizi sul territorio; - attivare la rete territoriale per l’integrazione dei singoli, delle famiglie, dei gruppi e

delle comunità; - collaborare con i servizi specialistici del territorio (Salute Mentale, Psichiatria,

Consultori, Asl…); - promuovere e coordinare gruppi di volontariato e associazionismo; - promuovere momenti di confronto con gli organismi politici sui servizi realizzati/da

realizzare; - fornire consulenza alle famiglie, insegnanti, gruppi di volontariato, amministratori,

operatori dei servizi, forze dell’ordine sulla normativa, sul reperimento delle risorse e sulla politica sociale;

CONOSCENZE:

- sociologia generale (aspetti socio demografici, culturali, politici ed economici);; - diritto (costituzionale, amministrativo, pubblico, del lavoro con approfondimenti sulle

relative norme di settore); - politica sociale, legislazione socio-sanitaria e organizzazione dei servizi sociali; - economia politica; - teoria e tecniche di comunicazione interpersonale (ruoli, dimensioni e fattori coinvolti); - psicologia (sociale e dell’organizzazione); - il lavoro di rete;

ABILITA’:

- facilitare e favorire i contatti tra le persone e gli Enti coinvolti in un progetto educativo (creazione mailing list, organizzazione incontri, seminari…);

- evidenziare punti di forza e debolezza del progetto nell’ottica dei soggetti da coinvolgere;

- utilizzare tecniche di comunicazione e di gestione delle dinamiche di gruppo; - utilizzare tecniche di negoziazione; - segnalare ed inviare gli utenti ai servizi specialistici attraverso apposite procedure

codificate; - individuare gli operatori competenti per la risoluzione dei problemi; - rilevare le esigenze informative degli utenti ed individuare il tipo di problema; - tradurre l’informazione in contenuti informativi, sia verbali che scritti, adeguati e

comprensibili per l’utente;

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3) VALUTAZIONE E VERIFICA ATTIVITA’:

- progettare il monitoraggio e la valutazione dell’intervento e del servizio; - partecipare alla definizione di procedure di lavoro e di standard di qualità dei risultati; - monitorare gli interventi (attraverso riunioni periodiche con l’équipe di lavoro,

applicazione di strumenti specifici…); - valutare l’efficacia e l’efficienza degli interventi attivati e del Servizio; - valutare l’efficacia e l’efficienza dei servizi esternalizzati; - gestire momenti di supervisione; - partecipare a commissioni per gli standard di strutture, istituti, comunità;

CONOSCENZE:

- teorie e tecniche della valutazione degli interventi formativi; - teorie e tecniche di monitoraggio dei servizi erogati; - sistema di qualità del servizio; - pedagogia sperimentale (tecniche e strumenti per la verifica –colloqui, griglie di

osservazione-); - fonti normative (leggi, circolari, regolamenti);

ABILITA’:

- scegliere (se già esistenti), adattare o definire strumenti specifici di monitoraggio e valutazione;

- utilizzare procedure e modulistiche previste dal sistema qualità del servizio; - evidenziare scostamenti rispetto agli obiettivi prefissati; - individuare proposte per migliorare il servizio;

4) GESTIONE DELLA RELAZIONE CON I TIROCINANTI ATTIVITA’:

- facilitare l’inserimento e fornire supervisione ai tirocinanti; - accompagnare l’allievo nel percorso esperienziale; - tenere i contatti con l’organizzazione inviante;

CONOSCENZE:

- pedagogia generale e sociale; - psicologia sociale e dell’organizzazione; - teoria e tecniche di comunicazione interpersonale (ruoli, dimensioni e fattori coinvolti); - tecniche di supervisione e monitoraggio; - norme che disciplinano l’inserimento dei tirocinanti;

ABILITA’: - utilizzare tecniche di colloquio e di comunicazione verbale e non verbale per condurre

incontri finalizzati all’inserimento e alla supervisione dei tirocinanti; - individuare difficoltà e problematiche sperimentate dai tirocinanti; - facilitare la rielaborazione delle situazioni emotivamente difficili vissute dai tirocinanti; - individuare ipotesi di soluzione di problemi e difficoltà emersi;

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CARATTERISTICHE PERSONALI18

1) DI REALIZZAZIONE E OPERATIVE - orientamento al risultato (interesse a lavorare bene o a misurarsi con standard

d’eccellenza) - attenzione all’ordine, alla qualità e all’accuratezza (bisogno di ridurre l’incertezza della

realtà circostante) - spirito di iniziativa (predisposizione ad agire) - ricerca delle informazioni (desiderio di saperne di più su fatti, persone o questioni)

2) DI ASSISTENZA E SERVIZIO - sensibilità interpersonale (capacità di ascoltare, capire e rispondere ai desideri, ai

sentimenti e alle preoccupazioni degli altri anche se non manifestati o parzialmente espressi)

- orientamento al cliente (desiderio di aiutare o servire il cliente, di soddisfare i suoi bisogni) 3) D’INFLUENZA

- persuasività e influenza (desiderio d’avere un’influenza o un effetto specifico sugli altri, in modo da convincerli o indurli ad obbedire)

- consapevolezza organizzativa (capacità di comprendere ed utilizzare le diverse culture aziendali, oltre la propria)

- costruzione di relazioni (capacità di instaurare e mantenere rapporti cordiali con le persone che sono o possono essere utili per raggiungere gli obiettivi di lavoro) 4) MANAGERIALI

- sviluppo degli altri (intenzione di favorire l’apprendimento o lo sviluppo di una o più persone)

- attitudine al comando: assertività e uso del potere formale (capacità di farsi obbedire e rispettare senza prevaricare)

- lavoro di gruppo e cooperazione (desiderio di lavorare in collaborazione con gli altri e di essere parte d’un gruppo piuttosto che lavorare da soli o in competizione)

- leadership del gruppo (desiderio di assumere il ruolo di leader d’un gruppo) 5) COMPETENZE COGNITIVE

- pensiero analitico (capacità di comprendere le situazioni scomponendole nei loro elementi costitutivi e di valutare le conseguenze in una catena di cause ed effetti)

- pensiero concettuale (capacità di riconoscere modelli astratti o rapporti fra le situazioni più complesse e i loro elementi principali o sottostanti)

- capacità tecniche/professionali/manageriali (capacità di utilizzare queste conoscenze e di trasferire quelle più appropriate alle diverse situazioni di lavoro) 6) DI EFFICACIA PERSONALE

- autocontrollo (capacità di conservare il controllo delle proprie emozioni e di evitare comportamenti negativi di fronte all’opposizione o all’ostilità degli altri o in situazioni di lavoro emotive o stressanti)

- fiducia in sé (convinzione di poter assolvere un compito, di assumere decisioni o di convincere gli altri in qualunque situazione, anche critica, o di reagire costruttivamente agli insuccessi)

- flessibilità (capacità e la volontà di adattarsi e di lavorare efficacemente in un’ampia gamma di situazioni o con persone o gruppi diversi)

- impegno verso l’organizzazione (capacità e la volontà di allineare i propri comportamenti alle necessità, alle priorità ed agli obiettivi della propria organizzazione)

18 La declinazione di competenze che riportiamo di seguito si riferisce al “dizionario delle competenze” elaborato da L. Spencer e M.Spencer in Competenza nel lavoro, Franco Angeli, Milano, 1995.

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1.2.2 Educatore professionale DENOMINAZIONE Educatore professionale ALTRE DENOMINAZIONI

Educatore (formato dai corsi regionali)

SETTORE Sociale, sanitario, penitenziario DESCRIZIONE Finalità:

L’educatore professionale realizza specifici progetti educativi e riabilitativi, nell’ambito di un progetto elaborato da un’équipe multi disciplinare. Collabora all’attuazione di percorsi volti ad uno sviluppo equilibrato della personalità con obiettivi educativo/relazionali in un contesto di recupero e partecipazione alla vita quotidiana. Elemento caratterizzante l’attività dell’educatore professionale è la cura del positivo inserimento psico-sociale dei soggetti in difficoltà. Inoltre può svolgere la sua attività in servizi che si occupano di prevenzione e di promozione. Riferimenti normativi: La Legge regionale 1/2004 “Norme per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali e riordino della legislazione di riferimento”, individua l’educatore professionale come una delle figure professionali dei servizi sociali. Contesti lavorativi possibili: L’attività di educatore professionale può essere svolta in ambito sociale, sanitario e penitenziario in strutture pubbliche o private (comunità, centri diurni, residenze protette, servizi territoriali, centri di ascolto, centri per le famiglie, ecc.) che si occupano di minori, anziani, disabili, persone detenute ed ex detenute, persone senza fissa dimora, persone con problemi di dipendenza e altri gruppi di persone in difficoltà, in regime di dipendenza o libero-professionale.

BREVE DESCRIZIONE PREREQUISITI

Per l’esercizio della professione di Educatore professionale, è richiesto, alternativamente, il possesso dei seguenti titoli: a) diploma o attestato di qualifica di educatore professionale o di educatore specializzato o altro titolo equipollente conseguito in esito a corsi biennali o triennali post-secondari, riconosciuti dalla Regione o rilasciati dall’università; b) laurea in scienze dell’educazione-indirizzo educatore professionale extrascolastico, indirizzo e curriculum educatore professionale; c) laurea di educatore professionale conseguita ai sensi del decreto ministeriale 8 ottobre 1998, n. 520 (Regolamento recante norme per l’individuazione della figura e del relativo profilo professionale dell’educatore professionale, ai sensi dell’articolo 6, comma 3, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502). *I corsi biennali o triennali post secondari attivati dal canale professionale regionale sono stati attivati fino al 2001.

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PROCESSI PRIMARI

7) ANALISI DEI BISOGNI DEL TERRITORIO 8) PROGETTAZIONE DI POLITICHE, INTERVENTI E AZIONI

9) INIZIALE PRESA IN CARICO DELL’UTENTE

10) MICROPROGETTAZIONE DEGLI INTERVENTI SUGLI UTENTI

11) EDUCAZIONE, RIABILITAZIONE, CURA

12) PREVENZIONE E ANIMAZIONE

13) INSERIMENTO LAVORATIVO

14) GESTIONE ORGANIZZATIVA DI STRUTTURE EDUCATIVE

PROCESSI DI SERVIZIO

6) COORDINAMENTO ED ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO 7) GESTIONE DELLE INFORMAZIONI E DELLE CONOSCENZE

8) INTEGRAZIONE/COLLABORAZIONE CON LE RISORSE TERRITORIALI

9) VALUTAZIONE E VERIFICA

10) GESTIONE DELLA RELAZIONE CON I TIROCINANTI

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PROCESSI PRIMARI 1) ANALISI DEI BISOGNI DEL TERRITORIO ATTIVITA’:

- rilevare le fonti informative istituzionali presenti sul territorio (CPI, dati statistici, anagrafe, piani di zona…);

- rilevare informazioni, giudizi, suggerimenti e valutazioni presso gli “stake holders” (utenti, cittadini, colleghi…);

- rilevare le iniziative presenti sul territorio (Osservatori, ricerche, progetti, attività…); - evidenziare, a partire dall’analisi delle fonti e dall’elaborazione dei dati, i bisogni

espressi e potenziali del territorio; - fare una mappatura delle risorse presenti o attivabili sul territorio (servizi,

associazioni…); CONOSCENZE:

- metodologia della ricerca educativa (tecniche di osservazione, di analisi territoriale, di lettura dei dati e di progettazione educativa) e metterle in rete;

- statistica sociale; - politica sociale, legislazione socio-sanitaria e organizzazione dei servizi sociali; - fonti normative di riferimento (leggi, circolari, regolamenti…); - sociologia generale (aspetti socio-demografici, culturali, politici ed economici del

territorio); - informatica;

ABILITA’: - raccogliere informazioni da fonti diverse (biblioteche, Comuni, Province, Regione,

Asl, Istituti scolastici, altri operatori, utenti…); - utilizzare tecniche di costruzione di strumenti per l’analisi e la lettura dei dati; - adattare gli strumenti di rilevazione già esistenti ai propri scopi (questionario, traccia

intervista…); - utilizzare tecniche e software di elaborazione dei dati (Access, excel, ….); - interpretare i dati statistici;

2) PROGETTAZIONE DI POLITICHE, INTERVENTI E AZIONI ATTIVITA’

- progettare e realizzare il piano di ricerca (per investigare un fenomeno, per dare risposta ad un bisogno…);

- predisporre strumenti di analisi quantitativi e qualitativi (per rilevazione fabbisogni, per analisi storia personale…);

- definire il progetto socio educativo; - promuovere e sperimentare soluzioni e modelli innovativi di servizi e strumenti di

lavoro; - partecipare a commissioni istituzionali per il riconoscimento dei diritti socio-sanitari;

CONOSCENZE: - tecniche di Project Management; - metodologia della ricerca educativa (tecniche di osservazione, di analisi territoriale, di

lettura dei dati e di progettazione educativa); - statistica sociale;

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_________OSSERVATORIO SUGLI OPERATORI SOCIALI IN PROVINCIA DI TORINO___________

- politica sociale, legislazione socio-sanitaria e organizzazione dei servizi sociali; - sociologia generale (aspetti socio-demografici, culturali, politici ed economici del

territorio); - informatica;

ABILITA’:

- utilizzare tecniche di Project Management per collaborare alla pianificazione e alla programmazione di interventi di ricerca, di monitoraggio e valutazione;

- scegliere ed adattare tecniche di osservazione e di rilevazione dei bisogni in funzione dell’obiettivo da raggiungere (colloqui individuali e di gruppo, interviste, questionari…);

- scegliere tecniche di costruzione di strumenti per l’analisi e la lettura dei dati; - utilizzare tecniche e software di elaborazione dei dati (Access, excel, ….);

3) INIZIALE PRESA IN CARICO DELL’UTENTE ATTIVITA’

- accogliere e ascoltare l’utente e/o famiglia; - condurre l’indagine socio-economico-famigliare e l’anamnesi attuale e remota; - decodificare/analizzare la domanda espressa; - orientare ai servizi di secondo livello; - negoziare il progetto educativo con l’utente e l’inizio dell’intervento; - confrontarsi con l’équipe socio sanitaria; CONOSCENZE: - psicologia (delle emozioni e della comunicazione, dello sviluppo e delle relazioni

familiari); - pedagogia generale ed educazione degli adulti; - pedagogia speciale (disabilità, disagio e devianza nella relazione educativa); - metodi e pratiche dell’intervento educativo; - teoria e tecniche di comunicazione interpersonale verbale e non verbale (ruoli,

dimensioni e fattori coinvolti); - sociologia generale (interazione sociale, famiglia, gruppi…); - politica sociale, legislazione socio-sanitaria e organizzazione dei servizi sociali; - struttura organizzativa, funzioni e ruoli dell’educatore professionale e degli altri

operatori sociali; - procedure amministrative (iter procedurali delle più comuni pratiche burocratiche

sociali e sanitarie); ABILITA’: - gestire il momento dell’accoglienza (presentazione all’utente dell’équipe socio-

sanitaira, organizzazione della visita alla struttura…); - utilizzare tecniche di comunicazione verbale e non verbale; - utilizzare tecniche di osservazione e di rilevazione dei bisogni (colloqui individuali e di

gruppo, interviste, questionari…); - analizzare il bisogno (interpretazione dei dati raccolti); - proporre e negoziare con l’utente il servizio più idoneo rispetto al bisogno emerso; - compilare il contratto di presa in carico; - condividere gli obiettivi e le priorità con l’équipe socio sanitaria;

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4) MICROPROGETTAZIONE DEGLI INTERVENTI SUGLI UTENTI ATTIVITA’

- definire il progetto di intervento per il singolo utente e/o la famiglia, di tipo educativo e riabilitativo mirato al recupero e allo sviluppo delle potenzialità delle persone;

CONOSCENZE:

- tecniche di progettazione educativa; - metodi e pratiche dell’intervento educativo; - pedagogia speciale (disabilità, disagio e devianza nella relazione educativa); - neurologia, psicopatologia e psichiatria; - psicologia (delle emozioni e della comunicazione, dello sviluppo e delle relazioni

familiari, clinica); ABILITA’:

- utilizzare tecniche di progettazione educativa per pianificare e programmare interventi sul singolo utente e/o famiglia;

- scegliere ed adattare tecniche di osservazione e di rilevazione dei bisogni in funzione dell’obiettivo da raggiungere (colloqui individuali e di gruppo, interviste, questionari…);

- definire il progetto educativo;

5) EDUCAZIONE, RIABILITAZIONE, CURA ATTIVITA’

- realizzare e coordinare interventi domiciliari e di educativa territoriale per disabili, minori, adulti in difficoltà, anziani;

- realizzare assistenza individuale nei percorsi di crescita e di emancipazione dei soggetti deboli;

- assistere direttamente la persona nelle attività della vita quotidiana; - condurre interventi di mediazione nelle relazioni interpersonali (famiglia, coppia…); - partecipare e gestire gruppi di auto aiuto; - condurre colloqui di orientamento e di sostegno educativo mirato

all’accompagnamento delle persone; - condurre incontri di formazione/informazione su problematiche sociali, politiche e

culturali in vari ambienti (scuola, quartiere);

CONOSCENZE: - pedagogia speciale (disabilità, disagio e devianza nella relazione educativa); - pedagogia della devianza (il rischio ed il suo contenimento, recupero e rieducazione

sociale); - neurologia, psicopatologia e psichiatria; - metodi e pratiche dell’intervento educativo; - tecniche di riabilitazione fisica e psichica; - psicologia (delle emozioni e della comunicazione, dello sviluppo e delle relazioni

familiari, di comunità, clinica); - counselling (principi, metodi e procedure per la diagnosi e il trattamento di disfunzioni

fisiche e mentali); - teoria e tecniche di comunicazione interpersonale (ruoli, dimensioni e fattori coinvolti); - pedagogia generale ed educazione degli adulti;

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- medicina sociale, educazione sanitaria ed igiene (condizioni che promuovono e/o ostacolano la salute, strumenti di prevenzione ed educazione sanitaria, elementi di primo soccorso, uso e abuso di farmaci);

- struttura organizzativa, funzioni, ruoli dell’educatore professionale e degli altri operatori sociali;

ABILITA’: - evidenziare scostamenti e problematiche di ostacolo al raggiungimento dell’obiettivo

(progetto personale); - individuare gli operatori necessari per risolvere le problematiche rilevate (Oss,

Assistente sociale…); - utilizzare tecniche di counselling; - utilizzare tecniche di comunicazione verbale e non verbale; - utilizzare tecniche di intervento educativo; - trasmettere le norme attraverso l’esempio (norme vigenti nella struttura, di igiene

ambientale, personale, alimentare e azioni quotidiane quali la sveglia, i pasti); - utilizzare tecniche di riabilitazione fisica e psichica; - trasferire e applicare l’intervento nell’ambiente di vita della persona; - evidenziare le problematiche dei fruitori nel corso delle attività formative/informative; - coordinare la partecipazione di docenti, esperti, testimoni privilegiati (provenienti da

scuole, centri di aggregazione, ambiti extra scolatici) nelle attività formative/informative;

6) PREVENZIONE E ANIMAZIONE ATTIVITA’: - erogare, promuovere e coordinare interventi formativi/informativi di prevenzione rivolti

al territorio (scuole, consultori…) per genitori, insegnanti, volontari, minori, disabili; - attivare e gestire percorsi di prevenzione con soggetti a rischio; - attivare e gestire dei servizi di aggregazione per giovani ed anziani; - realizzare in équipe e coordinare interventi di animazione e socializzazione all’interno

di strutture residenziali e sul territorio (attività per il tempo libero, teatro, laboratori, centri estivi e soggiorni, attività di strada …);

CONOSCENZE: - pedagogia generale ed educazione degli adulti; - sociologia della devianza e dei processi culturali ed organizzativi; - medicina sociale ed educazione sanitaria (condizioni che promuovono e/o ostacolano

la salute, strumenti di prevenzione ed educazione sanitaria); - teoria e tecniche di comunicazione interpersonale (ruoli, dimensioni e fattori coinvolti); - psicologia (sociale e di comunità); - teorie e tecniche dell’animazione (metodologie per l’educazione motoria ed

espressiva, per l’animazione ed il gioco); - antropologia culturale; ABILITA’ - utilizzare tecniche di osservazione e di rilevazione dei bisogni per individuare i

soggetti a rischio (colloqui individuali e di gruppo, interviste, questionari…);

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_________OSSERVATORIO SUGLI OPERATORI SOCIALI IN PROVINCIA DI TORINO___________

- coordinare la partecipazione di docenti, esperti, testimoni privilegiati (provenienti da scuole, centri di aggregazione, ambiti extra scolastici) nelle attività formative/informative;

- evidenziare le problematiche dei fruitori nel corso delle attività formative/informative; - utilizzare tecniche di comunicazione e di gestione delle dinamiche di gruppo; - utilizzare tecniche di animazione di attività per il tempo libero (tecniche espressive e

creative, tecniche di motivazione dell’utente, di comunicazione verbale e non verbale, utilizzo di materiali specifici per le attività)

7) INSERIMENTO LAVORATIVO ATTIVITA’: - analizzare le risorse territoriali per l’inserimento lavorativo delle diverse tipologie di

utenti e per la loro formazione; - realizzare iniziative e laboratori di addestramento al lavoro a allo sviluppo di abilità di

base; - realizzare attività di orientamento professionale (suscitare motivazione, analizzare

prerequisiti e potenzialità individuali, favorire l’attivazione personale…); - favorire il processo di incontro tra domanda e offerta di lavoro; - coordinare ed affiancare i soggetti nei percorsi di inserimento lavorativo; CONOSCENZE: - sociologia generale (aspetti socio-demografici, culturali, politici, economici del

territorio); - sociologia del lavoro (mercato del lavoro locale, classificazione delle professioni e

repertori, profili professionali specifici del territorio, qualifiche del sistema della formazione professionale e del sistema scolastico…);

- sociologia dell’organizzazione delle imprese “profit” e “no profit”; - diritto del lavoro; - teoria e tecniche di comunicazione interpersonale (ruoli, dimensioni e fattori coinvolti); - psicologia del lavoro (motivazione al lavoro e altri fattori implicati); - pedagogia generale ed educazione degli adulti; - psicologia clinica (processi di apprendimento dei soggetti svantaggiati); ABILITA’: - individuare e reperire le fonti di informazioni esistenti a livello di sistema locale sul

mercato del lavoro (CPI, Agenzie interinali, Enti di formazione, Istituti scolastici, dati statistici, dati socio-demografici…);

- utilizzare tecniche di colloquio o di intervista approfondita al fine di acquisire dati sul pregresso educativo e lavorativo dell’utente;

- suscitare e sostenere la motivazione dell’utente; - accompagnare gli utenti nella ricerca, nell’inserimento e nel mantenimento del lavoro; - instaurare e mantenere rapporti con le aziende necessari per favorire l’inserimento

lavorativo degli utenti; 8) GESTIONE ORGANIZZATIVA DI STRUTTURE EDUCATIVE ATTIVITA’: - coordinare gli operatori che lavorano nella struttura;

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- definire il progetto della struttura; - programmare le attività della struttura; - coinvolgere ed attivare la famiglia dell’utente nel progetto educativo; - attivare la rete territoriale composta dagli altri servizi educativi; - provvedere alla manutenzione e alla logistica della struttura; - gestire le risorse finanziarie della struttura;

CONOSCENZE: - sociologia dell’organizzazione; - struttura organizzativa, funzioni, ruoli dell’educatore professionale e degli altri

operatori sociali; - tecniche di progettazione educativa; - psicologia (delle relazioni familiari, sociale e di comunità); - teoria e tecniche di comunicazione interpersonale (ruoli, dimensioni e fattori coinvolti)

e di gestione delle dinamiche di gruppo; - il lavoro di rete; - logistica; - teorie e tecniche di gestione del budget; - leggi, norme, circolari e regolamento che disciplinano la vita della struttura; - politica sociale, legislazione socio-sanitaria e organizzazione dei servizi sociali; - procedure amministrative (iter procedurali delle più comuni pratiche burocratiche

sociali e sanitarie);

ABILITA’: - utilizzare tecniche di comunicazione e di gestione delle dinamiche di gruppo; - individuare i problemi prioritari da risolvere all’interno della struttura; - utilizzare tecniche di osservazione e di rilevazione dei bisogni degli utenti della

struttura; - individuare i professionisti competenti per la risoluzione dei problemi e assegnare loro

i compiti; - adeguare la struttura (spazi, tempi, …) alle esigenze degli utenti; - promuovere occasioni e momenti di incontro tra l’utente e i suoi famigliari; - facilitare e favorire i contatti tra il servizio e gli altri servizi educativi presenti sul

territorio (creazione mailing list, organizzazione incontri, seminari…); - distribuire le risorse presenti in base alle priorità stabilite;

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_________OSSERVATORIO SUGLI OPERATORI SOCIALI IN PROVINCIA DI TORINO___________

PROCESSI DI SERVIZIO 5) COORDINAMENTO ED ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO ATTIVITA’:

- coordinare i servizi educativi; - coordinare l’educativa territoriale e l’educativa di strada; - partecipare e coordinare incontri con altre strutture/servizi che si occupano delle

stesse problematiche; - coordinare gruppi di lavoro; - partecipare alla riunione periodica di staff o d’equipe; - collaborare alla selezione e formazione delle risorse umane; - collaborare alla progettazione/organizzazione dei corsi di formazione;

CONOSCENZE:

- struttura organizzativa, funzioni, ruoli dell’educatore professionale e degli altri operatori sociali;

- sociologia dell’organizzazione; - politica sociale, legislazione socio-sanitaria e organizzazione dei servizi sociali; - il lavoro di rete; - procedure amministrative (iter procedurali delle più comuni pratiche burocratiche

sociali e sanitarie); - teoria e tecniche di comunicazione interpersonale (ruoli, dimensioni e fattori coinvolti); - psicologia del lavoro e di comunità; - metodi e pratiche dell’intervento educativo; - tecniche di conduzione di gruppi;

ABILITA’: - utilizzare tecniche di comunicazione verbale e non verbale; - utilizzare tecniche di osservazione e di rilevazione dei bisogni del gruppo di lavoro; - individuare gli operatori competenti per la risoluzione dei problemi e assegnare loro i

compiti; - individuare le priorità da trattare nelle riunioni; - individuare i fabbisogni formativi del gruppo di lavoro;

2) GESTIONE DELLE INFORMAZIONI E DELLE CONOSCENZE ATTIVITA’:

- predisporre, aggiornare, archiviare le cartelle degli utenti e il PEI; - progettare ed aggiornare il sistema informativo del Servizio e i suoi strumenti; - predisporre materiale illustrativo sulle iniziative o sui servizi erogati; - predisporre atti amministrativi; - rilevare ed elaborare dati su tipologia d’utenza, trattamenti, strutture; - svolgere attività didattico-formative; - curare lo sviluppo e l’aggiornamento della professionalità;

CONOSCENZE: - metodologia della ricerca sociale; - procedure amministrative (iter procedurali delle più comuni pratiche burocratiche

sociali e sanitarie); - archiviazione (tecniche per la costruzione e la gestione di documenti e banche dati); - informatica;

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- elementi di etica professionale (rispetto del segreto professionale e della privacy); - profilo professionale (elementi innovativi e in evoluzione caratterizzanti la

professione); ABILITA’: - predisporre e compilare correttamente le cartelle degli utenti, le schede, i registri ed il

PEI; - realizzare materiale illustrativo chiaro sulle iniziative e sui servizi erogati; - organizzare la documentazione (integrare fonti ed informazioni diverse); - utilizzare tecniche e software di elaborazione dei dati (access, excel, …); - rispettare la confidenzialità del dossier; - evidenziare le problematiche dei fruitori nel corso delle attività didattico-formative; - mettere in atto delle soluzioni adeguate per la risoluzione dei problemi emersi; - individuare le opportunità formative utili per accrescere la propria competenza

professionale; 3) INTEGRAZIONE/COLLABORAZIONE CON LE RISORSE TERRITORIALI ATTIVITA’:

- partecipare alla progettazione e al coordinamento delle reti integrate di servizi sul territorio;

- attivare la rete territoriale per l’integrazione del singolo (coinvolgimento delle famiglie, del contesto e dei servizi dislocati nel territorio nei progetti educativi attraverso azioni di sensibilizzazione);

- partecipare al coordinamento di progetti del/sul territorio di promozione del benessere;

- coinvolgere ed attivare le persone in attività di animazione culturale sul territorio; - collaborare con gli enti locali e le associazioni del territorio;

CONOSCENZE:

- sociologia generale (aspetti socio-demografici, culturali, politici ed economici del territorio);

- politica sociale, legislazione socio-sanitaria e organizzazione dei servizi sociali; - teoria e tecniche di comunicazione interpersonale (ruoli, dimensioni e fattori coinvolti); - psicologia (sociale e di comunità); - il lavoro di rete;

ABILITA’:

- facilitare e favorire i contatti tra le persone e gli Enti coinvolti in un progetto educativo (creazione mailing list, organizzazione incontri, seminari…);

- evidenziare punti di forza e di debolezza del progetto nell’ottica dei soggetti da coinvolgere;

- utilizzare tecniche di comunicazione e di gestione delle dinamiche di gruppo; - utilizzare tecniche di negoziazione;

4) VALUTAZIONE E VERIFICA ATTIVITA’:

- progettare il monitoraggio e la valutazione dell’intervento e del servizio; - realizzare attività di monitoraggio e valutazione degli interventi educativi;

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_________OSSERVATORIO SUGLI OPERATORI SOCIALI IN PROVINCIA DI TORINO___________

- collaborare al monitoraggio e alla valutazione dell’efficacia e dell’efficienza del servizio;

CONOSCENZE:

- teorie e tecniche della valutazione degli interventi educativi; - teorie e tecniche di monitoraggio dei servizi erogati; - sistema di qualità del servizio; - metodologia della ricerca sociale;

ABILITA’:

- scegliere (se già esistenti), adattare o definire strumenti specifici di monitoraggio e valutazione;

- utilizzare procedure e modulistiche previste dal sistema qualità del servizio; - evidenziare scostamenti rispetto agli obiettivi prefissati; - individuare proposte per migliorare il servizio;

5) GESTIONE DELLA RELAZIONE CON I TIROCINANTI ATTIVITA’:

- facilitare l’inserimento e fornire supervisione ai tirocinanti; - accompagnare l’allievo nel percorso esperienziale; - tenere i contatti con l’organizzazione inviante;

CONOSCENZE:

- pedagogia generale ed educazione degli adulti; - psicologia delle emozioni e della comunicazione; - teoria e tecniche di comunicazione interpersonale (ruoli, dimensioni e fattori coinvolti); - tecniche di supervisione e monitoraggio; - norme che disciplinano l’inserimento dei tirocinanti;

ABILITA’: - utilizzare tecniche di colloquio e di comunicazione verbale e non verbale per condurre

incontri finalizzati all’inserimento e alla supervisione dei tirocinanti; - individuare difficoltà e problematiche sperimentate dai tirocinanti; - facilitare la rielaborazione delle situazioni emotivamente difficili vissute dai tirocinanti; - individuare ipotesi di soluzione di problemi e difficoltà emersi;

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CARATTERISTICHE PERSONALI19 2) DI REALIZZAZIONE E OPERATIVE - orientamento al risultato (interesse a lavorare bene o a misurarsi con standard

d’eccellenza) - attenzione all’ordine, alla qualità e all’accuratezza (bisogno di ridurre l’incertezza della

realtà circostante) - spirito di iniziativa (predisposizione ad agire) - ricerca delle informazioni (desiderio di saperne di più su fatti, persone o questioni) 3) DI ASSISTENZA E SERVIZIO - sensibilità interpersonale (capacità di ascoltare, capire e rispondere ai desideri, ai

sentimenti e alle preoccupazioni degli altri anche se non manifestati o parzialmente espressi)

- orientamento al cliente (desiderio di aiutare o servire il cliente, di soddisfare i suoi bisogni)

4) D’INFLUENZA - persuasività e influenza (desiderio d’avere un’influenza o un effetto specifico sugli altri, in

modo da convincerli o indurli ad obbedire) - consapevolezza organizzativa (capacità di comprendere ed utilizzare le diverse culture

aziendali, oltre la propria) - costruzione di relazioni (capacità di instaurare e mantenere rapporti cordiali con le

persone che sono o possono essere utili per raggiungere gli obiettivi di lavoro) 5) MANAGERIALI - sviluppo degli altri (intenzione di favorire l’apprendimento o lo sviluppo di una o più

persone) - attitudine al comando: assertività e uso del potere formale (capacità di farsi obbedire e

rispettare senza prevaricare) - lavoro di gruppo e cooperazione (desiderio di lavorare in collaborazione con gli altri e di

essere parte d’un gruppo piuttosto che lavorare da soli o in competizione) - leadership del gruppo (desiderio di assumere il ruolo di leader d’un gruppo) 6) COMPETENZE COGNITIVE - pensiero analitico (capacità di comprendere le situazioni scomponendole nei loro

elementi costitutivi e di valutare le conseguenze in una catena di cause ed effetti) - pensiero concettuale (capacità di riconoscere modelli astratti o rapporti fra le situazioni

più complesse e i loro elementi principali o sottostanti) - capacità tecniche/professionali/manageriali (capacità di utilizzare queste conoscenze e di

trasferire quelle più appropriate alle diverse situazioni di lavoro) 7) DI EFFICACIA PERSONALE - autocontrollo (capacità di conservare il controllo delle proprie emozioni e di evitare

comportamenti negativi di fronte all’opposizione o all’ostilità degli altri o in situazioni di lavoro emotive o stressanti)

- fiducia in sé (convinzione di poter assolvere un compito, di assumere decisioni o di convincere gli altri in qualunque situazione, anche critica, o di reagire costruttivamente agli insuccessi)

- flessibilità (capacità e la volontà di adattarsi e di lavorare efficacemente in un’ampia gamma di situazioni o con persone o gruppi diversi)

- impegno verso l’organizzazione (capacità e la volontà di allineare i propri comportamenti alle necessità, alle priorità ed agli obiettivi della propria organizzazione)

19 La declinazione di competenze che riportiamo di seguito si riferisce al “dizionario delle competenze” elaborato da L. Spencer e M.Spencer in Competenza nel lavoro, Franco Angeli, Milano, 1995.

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1.2.3 Operatore socio sanitario DENOMINAZIONE Operatore socio-sanitario ALTRE DENOMINAZIONI

SETTORE Sanitario, sociale, socio-sanitario DESCRIZIONE Finalità:

L’attività dell’operatore socio-sanitario è finalizzata, nell’ambito delle proprie competenze, a soddisfare i bisogni primari della persona in un contesto sia sociale che sanitario. Elemento centrale della sua professione è la messa in atto di interventi volti a favorire il benessere e l’autonomia della persona attraverso assistenza diretta ed aiuto domestico alberghiero, interventi igienico-sanitari e di carattere sociale, supporto gestionale, organizzativo, formativo. Riferimenti giuridici: RIFERIMENTI NAZIONALI: -D.M. 18/02/2000 e PROVV. LEG. 22/02/2001 inerenti figura, profilo professionale, e ordinamento didattico; -L .n°1 del 8/01/2002 conversione in legge del decreto 402/2002; -CONFERENZA STATO-REGIONI del 16/01/2003 inerente la formazione complementare dell’OSS; RIFERIMENTI REGIONALI: -Prot.d’intesa tra la Regione e le OO.SS. del 21/03/2002; -D.G.R. 46/2002 inerente la formazione di base; -D.G.R. 26/2002 inerente i moduli integrativi; -D.G.R. 01/08/2003 recepimento accordi regionali con OO.SS.; -L.R. 1/2004 “Norme per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali e riordino della legislazione di riferimento”; La recente normativa relativa al riconoscimento della figura dell’OSS sostituisce la precedente regolamentazione regionale relativa alla figura dell’ADEST. Contesti lavorativi possibili: L’operatore socio-sanitario svolge la sua attività sia nel settore sociale che in quello sanitario, in servizi di tipo socio-assistenziale e socio-sanitario, residenziali e semiresidenziali, in ambito ospedaliero e al domicilio dell’utente. Egli svolge la sua attività in collaborazione con gli altri operatori professionali preposti all’assistenza sanitaria e a quella sociale, secondo il criterio del lavoro multi-professionale.

BREVE DESCRIZIONE PREREQUISITI

Secondo quanto disposto dalla L.R. 1/2004 per lo svolgimento delle funzioni proprie dell’assistente domiciliare e dei servizi tutelari è richiesto, alternativamente, il possesso dei seguenti titoli: a) attestato di qualifica di assistente domiciliare e dei servizi tutelari o altra qualifica equivalente, conseguito in esito a corsi specifici riconosciuti dalla Regione;

b) attestato di qualifica di operatore socio sanitario.

*La figura professionale di assistente domiciliare e dei servizi tutelari e’ considerata ad esaurimento in seguito all’istituzione della figura dell’operatore socio sanitario.

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PROCESSI PRIMARI

1) INIZIALE PRESA IN CARICO DELL’UTENTE

2) MICROPROGETTAZIONE DEGLI INTERVENTI SUGLI UTENTI

3) EDUCAZIONE, RIABILITAZIONE, CURA

PROCESSI DI SERVIZIO

1) COORDINAMENTO E ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO 2) GESTIONE DELLE INFORMAZIONI E DELLE CONOSCENZE

3) INTEGRAZIONE/COLLABORAZIONE CON LE RISORSE TERRITORIALI

4) VALUTAZIONE E VERIFICA

5) GESTIONE DELLA RELAZIONE CON I TIROCINANTI

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1) INIZIALE PRESA IN CARICO DELL’UTENTE ATTIVITA’:

- partecipare a colloqui preliminari con utente e famiglia; - collaborare alla decodificazione e alla valutazione della domanda espressa; - collaborare alla predisposizione del contratto assistenziale e dell’inizio dell’intervento;

CONOSCENZE:

- la relazione di aiuto: strategie e tecniche; - principali tipologie di utenza e problematiche connesse; - teorie e tecniche di comunicazione interpersonale verbale e non verbale (ruoli,

dimensioni e fattori coinvolti); - tecniche del colloquio come strumento di analisi dei bisogni; - tecniche contrattuali per la stesura del contratto di presa in carico;

ABILITA’:

- utilizzare tecniche di osservazione e di rilevazione dei bisogni; - analizzare il bisogno (interpretazione dei dati raccolti); - utilizzare tecniche del colloquio per la gestione dello stesso; - condividere gli obiettivi e le priorità con l’équipe socio sanitaria;

2) MICROPROGETTAZIONE DEGLI INTERVENTI SUGLI UTENTI ATTIVITA’:

- collaborare alla definizione del progetto di intervento per il singolo utente e/o famiglia e alla predisposizione del PAI;

CONOSCENZE:

- fasi di elaborazione dei progetti di intervento personalizzati; - strumenti di programmazione; - propri compiti di lavoro e delle altre figure professionali che operano in ambito socio

sanitario; - elementi di etica professionale (rispetto del segreto professionale e della privacy);

ABILITA’:

- utilizzare tecniche di progettazione; - collaborare alla definizione del progetto personale; - utilizzare strumenti specifici di monitoraggio e valutazione dell’intervento;

3) EDUCAZIONE, RIABILITAZIONE E CURA ATTIVITA’: interventi sanitari

- controllare costantemente lo stato generale di salute, rilevare gli stati di malessere e/o disagio ed effettuare la segnalazione;

- aiutare nella corretta assunzione dei farmaci prescritti e nel corretto utilizzo di apparecchi medicali di semplice uso;

- attuare interventi di primo soccorso; - effettuare piccole medicazioni; - garantire la raccolta e lo stoccaggio dei rifiuti; - garantire il trasporto del materiale biologico sanitario secondo protocolli stabiliti;

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interventi igienici - assistere nell’igiene quotidiana anche la persona allettata; - curare la sanificazione e disinfezione di ausili, protesi, strumenti; - curare la pulizia e l’igiene ambientale;

interventi assistenziali

- collaborare alla preparazione dei pasti e aiuto nella loro assunzione; - assistere l’utente e famiglia per acquisti e commissioni; - curare il trasporto di utenti (anche allettati); - collaborare alla cura della salma; - aiutare nel mantenere contatti sociali; - curare la sicurezza e la funzionalità dell’abitazione; - collaborare con personale sanitario e sociale nell’assistenza alla persona (anche

servizi specialistici); - curare la mobilizzazione giornaliera di singoli o gruppi; - organizzare attività per il recupero e mantenimento di capacità cognitive;

interventi educativi

- effettuare interventi con finalità educativa rivolti alla persona (educazione alla sicurezza, all’igiene ambientale e personale, alla conservazione degli alimenti, alimentare, alla salute, al movimento);

- realizzare in équipe e coordinare interventi di socializzazione all’interno di strutture residenziali e sul territorio (attività per il tempo libero, teatro, pittura, centri estivi e soggiorni);

- stimolare la partecipazione ad iniziative ricreative; CONOSCENZE:

- elementi di legislazione regionale e nazionale in ambito socio-sanitario; - organizzazione dei servizi socio-sanitari e delle reti informali di cura; - il territorio: reti informali e formali; - evoluzione del concetto di salute e benessere; - i bisogni primari: teorie, modelli e tecniche di base; - principali tipologie di utenza e problematiche connesse; - principali interventi semplici di educazione alla salute rivolti agli utenti e ai loro

familiari; - principali patologie fisiche, psichiche e sociali (malattie degenerative, rischi da

prolungato allettamento…); - elementi di primo soccorso; - funzionamento di protesi, ausili ed altri strumenti; - apparecchi medicali semplici: uso e manutenzione; - i farmaci: vie di somministrazione e di eliminazione, modalità di conservazione; - tecniche di mobilizzazione; - tecniche di riabilitazione; - norme di sicurezza e prevenzione; - elementari norme di autoprotezione (norme igieniche e di disinfezione relative alla

propria persona); - elementi di igiene personale; - elementi di igiene alimentare; - elementi di igiene ambientale a domicilio e nei presidi e negli ospedali; - elementi di economia domestica e di gestione del bilancio domestico; - modalità di rilevazione, segnalazione e comunicazione dei problemi generali e

specifici relativi all’utente; - la relazione di aiuto: strategie e tecniche; - teorie e tecniche di comunicazione verbale e non verbale (ruoli, dimensioni e fattori

coinvolti);

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_________OSSERVATORIO SUGLI OPERATORI SOCIALI IN PROVINCIA DI TORINO___________

- tecniche del colloquio come strumento di analisi dei bisogni; - ruoli, funzioni e dinamiche nei gruppi di lavoro; - tecniche di animazione; - elementi di etica professionale (rispetto del segreto professionale e della privacy); - propri compiti, ambito di lavoro (struttura organizzativa, funzioni e ruoli) e altre figure

professionali;

ABILITA’: - valutare lo stato di salute, identificare le modificazioni ed informare il responsabile e/o

il medico se necessario; - informare la persona sulle cure dispensate; - leggere correttamente le prescrizioni e le modalità di assunzione dei farmaci; - utilizzare tecniche per facilitare l’assunzione dei farmaci anche in assenza

dell’operatore - controllare la corretta assunzione dei farmaci; - svolgere attività finalizzate all’espletamento delle funzioni fisiologiche, all’aiuto nella

deambulazione, all’uso corretto dei presidi, ausili e strutture; - utilizzo di tecniche per l’igiene e la pulizia della persona (cambio biancheria) e

dell’ambiente; - utilizzare tecniche per l’igiene straordinaria (disinfestazione); - individuare le norme igienico-ambientali e igienico-alimentari di sicurezza e

conformarsi ad esse; - curare il lavaggio, l’asciugatura, la sterilizzazione e la preparazione del materiale da

utilizzare; - garantire la raccolta e lo stoccaggio corretto dei rifiuti ed il trasporto del materiale

biologico; - assistere l’utente nel vestirsi, mangiare, muoversi; - utilizzare tecniche per la preparazione dei pasti e per la conservazione degli alimenti; - controllare la dieta dei pazienti; - correlare patologie e aspetti dietetici; - utilizzare tecniche del colloquio; - utilizzare tecniche di comunicazione e di gestione delle dinamiche di gruppo; - riconoscere ed attuare le dinamiche relazionali adeguate rispetto alle caratteristiche

degli utenti; - utilizzo tecniche di animazione di attività per il tempo libero (tecniche espressive e

creative, tecniche di motivazione dell’utente, di comunicazione verbale e non verbale, utilizzo di materiali specifici per le attività);

- costruire materiali e supporti informativi;

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_________OSSERVATORIO SUGLI OPERATORI SOCIALI IN PROVINCIA DI TORINO___________

PROCESSI DI SERVIZIO 1) COORDINAMENTO ED ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO

ATTIVITA’ - coordinare l’assistenza domiciliare - partecipare e coordinare incontri con altre strutture/servizi - coordinare gruppi di lavoro - partecipare e coordinare la riunione periodica di coordinamento CONOSCENZE: - strumenti di programmazione; - propri compiti di lavoro e delle altre figure professionali che operano in ambito socio-

sanitario; - teorie e tecniche di comunicazione interpersonale verbale e non verbale (ruoli,

dimensioni e fattori coinvolti); - ruoli, funzioni e dinamiche nei gruppi di lavoro; - organizzazione dei servizi socio-sanitari e delle reti informali di cura. ABILITA’: - utilizzare tecniche di comunicazione verbale e non verbale; - utilizzare tecniche di osservazione e di rilevazione dei bisogni del gruppo di lavoro; - individuare gli operatori competenti per la risoluzione dei problemi e assegnare loro i

compiti; - individuare le priorità da trattare nelle riunioni; - individuare i fabbisogni formativi del gruppo di lavoro.

2) GESTIONE DELLE INFORMAZIONI E DELLE CONOSCENZE

ATTIVITA’: - compilare e aggiornare le cartelle degli utenti, le schede, i registri ed il PAI; - fornire informazioni agli utenti su servizi e pratiche; - curare lo sviluppo e l’aggiornamento della professionalità;

CONOSCENZE:

- teorie e tecniche di comunicazione verbale e non verbale (ruoli, dimensioni e fattori coinvolti);

- il territorio: reti formali (organizzazione e legislazione dei servizi sociali e sanitari) e informali;

- guida ai servizi, funzionamento del servizio e Carte dei servizi; - procedure amministrative: iter procedurali delle più comuni pratiche burocratiche

sociali e sanitarie; - propri compiti, ambito di lavoro (struttura organizzativa, funzioni e ruoli) e altre figure

professionali; - elementi di etica professionale (rispetto del segreto professionale e della privacy); - profilo professionale (elementi innovativi e in evoluzione caratterizzanti la

professione); ABILITA’:

- compilare correttamente le cartelle degli utenti, le schede, i registri ed il PAI; - rispettare la confidenzialità dei dossier; - rilevare le esigenze informative degli utenti ed individuare il tipo di problema;

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_________OSSERVATORIO SUGLI OPERATORI SOCIALI IN PROVINCIA DI TORINO___________

- tradurre l’informazione in contenuti informativi, sia verbali che scritti, adeguati e comprensibili per l’utente;

- individuare le opportunità formative utili per accrescere la propria competenza professionale;

3) INTEGRAZIONE/COLLABORAZIONE CON LE RISORSE TERRITORIALI ATTIVITA’:

- collaborare all’attivazione o alla creazione di una rete territoriale per l’integrazione del singolo (coinvolgimento delle famiglie, del contesto e dei servizi dislocati nel territorio nei progetti);

- partecipare a gruppi di lavoro per le attività integrate; CONOSCENZE:

- il territorio: reti informali e formali; - guida ai servizi, funzionamento del servizio e carte dei servizi; - propri compiti, ambito di lavoro (struttura organizzativa, funzioni e ruoli) e altre figure

professionali; - ruoli, funzioni e dinamiche nei gruppi di lavoro; - teorie e tecniche di comunicazione verbale e non verbale (ruoli, dimensioni e fattori

coinvolti); ABILITA’:

- rafforzare i livelli di integrazione attorno alla persona; - utilizzare tecniche di comunicazione e di gestione delle dinamiche di gruppo;

4) VALUTAZIONE E VERIFICA

ATTIVITA’:

- collaborare alla progettazione del monitoraggio e valutazione dell’intervento; - collaborare al monitoraggio degli interventi (attraverso la partecipazione di riunioni

periodiche dell’équipe di lavoro o applicazione di strumenti specifici…); - partecipare alla valutazione dell’efficacia degli interventi attivati;

CONOSCENZE:

- standard di qualità del servizio; - guida ai servizi, funzionamento del servizio e carte dei servizi;

ABILITA’:

- utilizzare strumenti specifici di monitoraggio e valutazione;

5) GESTIONE DELLA RELAZIONE CON I TIROCINANTI ATTIVITA’:

- facilitare l’inserimento e fornire supervisione ai tirocinanti; - accompagnare l’allievo nel percorso esperienziale; - tenere i contatti con l’organizzazione inviante;

CONOSCENZE:

- teorie e tecniche di comunicazione interpersonale verbale e non verbale (ruoli, dimensioni e fattori coinvolti);

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_________OSSERVATORIO SUGLI OPERATORI SOCIALI IN PROVINCIA DI TORINO___________

- propri compiti, ambito di lavoro (struttura organizzativa, funzioni e ruoli) e altre figure professionali;

- tecniche di supervisione e monitoraggio; - norme che disciplinano l’inserimento dei tirocinanti.

ABILITA’: - utilizzare tecniche di colloquio e di comunicazione verbale e non verbale per condurre

incontri finalizzati all’inserimento e alla supervisione dei tirocinanti; - individuare difficoltà e problematiche sperimentate dai tirocinanti; - facilitare la rielaborazione delle situazioni emotivamente difficili vissute dai tirocinanti; - individuare ipotesi di soluzione di problemi e difficoltà emersi;

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_________OSSERVATORIO SUGLI OPERATORI SOCIALI IN PROVINCIA DI TORINO___________

CARATTERISTICHE PERSONALI20

1) DI REALIZZAZIONE E OPERATIVE - orientamento al risultato (interesse a lavorare bene o a misurarsi con standard

d’eccellenza) - attenzione all’ordine, alla qualità e all’accuratezza (bisogno di ridurre l’incertezza della

realtà circostante) - spirito di iniziativa (predisposizione ad agire) - ricerca delle informazioni (desiderio di saperne di più su fatti, persone o questioni)

2) DI ASSISTENZA E SERVIZIO - sensibilità interpersonale (capacità di ascoltare, capire e rispondere ai desideri, ai

sentimenti e alle preoccupazioni degli altri anche se non manifestati o parzialmente espressi)

- orientamento al cliente (desiderio di aiutare o servire il cliente, di soddisfare i suoi bisogni) 3) D’INFLUENZA

- persuasività e influenza (desiderio d’avere un’influenza o un effetto specifico sugli altri, in modo da convincerli o indurli ad obbedire)

- consapevolezza organizzativa (capacità di comprendere ed utilizzare le diverse culture aziendali, oltre la propria)

- costruzione di relazioni (capacità di instaurare e mantenere rapporti cordiali con le persone che sono o possono essere utili per raggiungere gli obiettivi di lavoro) 4) MANAGERIALI

- sviluppo degli altri (intenzione di favorire l’apprendimento o lo sviluppo di una o più persone)

- attitudine al comando: assertività e uso del potere formale (capacità di farsi obbedire e rispettare senza prevaricare)

- lavoro di gruppo e cooperazione (desiderio di lavorare in collaborazione con gli altri e di essere parte d’un gruppo piuttosto che lavorare da soli o in competizione)

- leadership del gruppo (desiderio di assumere il ruolo di leader d’un gruppo) 5) COMPETENZE COGNITIVE

- pensiero analitico (capacità di comprendere le situazioni scomponendole nei loro elementi costitutivi e di valutare le conseguenze in una catena di cause ed effetti)

- pensiero concettuale (capacità di riconoscere modelli astratti o rapporti fra le situazioni più complesse e i loro elementi principali o sottostanti)

- capacità tecniche/professionali/manageriali (capacità di utilizzare queste conoscenze e di trasferire quelle più appropriate alle diverse situazioni di lavoro) 6) DI EFFICACIA PERSONALE

- autocontrollo (capacità di conservare il controllo delle proprie emozioni e di evitare comportamenti negativi di fronte all’opposizione o all’ostilità degli altri o in situazioni di lavoro emotive o stressanti)

- fiducia in sé (convinzione di poter assolvere un compito, di assumere decisioni o di convincere gli altri in qualunque situazione, anche critica, o di reagire costruttivamente agli insuccessi)

- flessibilità (capacità e la volontà di adattarsi e di lavorare efficacemente in un’ampia gamma di situazioni o con persone o gruppi diversi) impegno verso l’organizzazione (capacità e la volontà di allineare i propri comportamenti alle necessità, alle priorità ed agli obiettivi della propria organizzazione)

20 La declinazione di competenze che riportiamo di seguito si riferisce al “dizionario delle competenze” elaborato da L. Spencer e M.Spencer in Competenza nel lavoro, Franco Angeli, Milano, 1995.

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_________OSSERVATORIO SUGLI OPERATORI SOCIALI IN PROVINCIA DI TORINO___________

1.2.4 Animatore professionale socio- educativo DENOMINAZIONE Animatore professionale socio-educativo ALTRE DENOMINAZIONI

Educatore socio-culturale, animatore sociale

SETTORE Socio-sanitario, culturale e del tempo libero DESCRIZIONE Finalità:

L’animazione sociale consiste nella promozione e nella tutela delle capacità espressive, relazionali, di mutuo aiuto, di innovazione sociale e culturale, di comunicazione interculturale sia delle persone che dei gruppi. Elemento caratterizzante l’attività dell’animatore è lo sviluppo di attività di consulenza alle persone, di organizzazione di eventi e di luoghi di socialità, di mediazione dei conflitti in tutti quei luoghi in cui è possibile favorire l’incontro tra persone e gruppi e far crescere le loro capacità di partecipare attivamente alla vita pubblica. Riferimenti giuridici: La professione dell’animatore professionale socio-educativo è disciplinata dal DCR n.392-2437 del 20/02/95 e dalla Legge regionale 1/2004, “Norme per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali e riordino della legislazione di riferimento” che lo individua come una delle figure professionali dei servizi sociali. Contesti lavorativi possibili: Il campo d’impiego di questa figura, sia come lavoratore dipendente che come libero professionista, può essere molto ampio. Può, infatti, lavorare in strutture pubbliche, private e del Terzo Settore, residenziali o semiresidenziali, preposte a sviluppare attività di vita comunitaria sia occasionale che permanente con finalità preventive e di integrazione sociale. Queste possono essere centri sociali, centri gioco, centri per le famiglie, club giovanili, centri di quartiere, centri culturali ed interculturali, centri anziani, musei, biblioteche, scuole, ospedali, residenze protette, ecc. Può anche organizzare eventi come mostre, feste di quartiere, visite guidate allo scopo di offrire alle persone occasioni di incontro e di partecipazione culturale e civile. Nell’ambito socio-sanitario, l’animatore è chiamato anche ad un continuo lavoro di confronto in équipe. Questo significa che tutte le altre figure presenti nelle strutture protette (responsabili organizzativi, assistenti di base, terapisti della riabilitazione, assistenti sociali, educatori, psicologi) rappresentano gli interlocutori privilegiati con cui l’animatore collabora.

BREVE DESCRIZIONE PREREQUISITI

Per l’esercizio della professione dell’animatore socio-educativo è richiesto, alternativamente, il possesso dei seguenti titoli:

a) attestato di qualifica di animatore professionale di cui alla normativa regionale vigente;

b) laurea in scienze dell’educazione, curriculum educatore socio-culturale o lauree con contenuti formativi analoghi.

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_________OSSERVATORIO SUGLI OPERATORI SOCIALI IN PROVINCIA DI TORINO___________

PROCESSI PRIMARI

1) ANALISI DEI BISOGNI DEL TERRITORIO 2) PROGETTAZIONE DI POLITICHE, INTERVENTI E AZIONI

3) REALIZZAZIONE DI INTERVENTI DI ANIMAZIONE

4) ATTIVAZIONE DELLA RETE TERRITORIALE

PROCESSI DI SERVIZIO

1) GESTIONE DELLE INFORMAZIONI E DELLE CONOSCENZE

2) MONITORAGGIO E VALUTAZIONE

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_________OSSERVATORIO SUGLI OPERATORI SOCIALI IN PROVINCIA DI TORINO___________

PROCESSI PRIMARI 1) ANALISI DEI BISOGNI DEL TERRITORIO

ATTIVITA’: - rilevare le fonti informative istituzionali presenti sul territorio (Osservatori culturali e

sulle politiche giovanili, dati statistici ed anagrafici, piani di zona…); - rilevare le iniziative presenti sul territorio (Osservatori, ricerche, progetti, attività…); - promuovere e coordinare ricerche qualitative e quantitative sulle politiche locali; - rilevare informazioni, giudizi, suggerimenti e valutazioni presso gli “stakeholders”

(utenti, cittadini, colleghi…); - evidenziare, a partire dall’analisi delle fonti e dall’elaborazione dei dati, i bisogni

espressi e potenziali del territorio; - fare una ricostruzione delle risorse presenti o attivabili sul territorio (servizi,

associazioni…); CONOSCENZE: - pedagogia sperimentale; - metodologia della ricerca (tecniche di osservazione, di analisi territoriale, di lettura dei

dati e di progettazione educativa); - statistica sociale; - politiche sociali, culturali, d’istruzione, del tempo libero e di organizzazione dei servizi; - fonti normative di riferimento (leggi, circolari, regolamenti…); - sociologia generale (aspetti socio-demografici, culturali, politici, economici del

territorio); - sociologia dei processi culturali; - informatica; ABILITA’: - raccogliere informazioni da fonti diverse (biblioteche, Comuni, Province, Regione,

Asl, Istituti scolastici…); - utilizzare tecniche di costruzione di strumenti per l’analisi e la lettura dei dati; - adattare gli strumenti di rilevazione già esistenti ai propri scopi (questionario, traccia

intervista…); - utilizzare tecniche e software di elaborazione dei dati (Access, excel, ….); - interpretare i dati statistici;

2) PROGETTAZIONE DI POLITICHE, INTERVENTI E AZIONI

ATTIVITA’: - progettare e realizzare attività culturali e turistiche, servizi alle famiglie, servizi per

giovani e progetti di animazione territoriale; - definire il progetto d’intervento per gruppi di persone, ambiti di intervento e singoli

eventi; - promuovere e sperimentare soluzioni e modelli innovativi di servizi e strumenti di

lavoro; - stimare e reperire le risorse necessarie per la realizzazione dei progetti e degli

interventi; CONOSCENZE: - tecniche di Project Management; - metodologia della ricerca (tecniche di osservazione, di analisi territoriale, di lettura dei

dati e di progettazione educativa);

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_________OSSERVATORIO SUGLI OPERATORI SOCIALI IN PROVINCIA DI TORINO___________

- statistica sociale; - politiche sociali, culturali, d’istruzione, del tempo libero e di organizzazione dei servizi; - organizzazione ed economia dello spettacolo e degli eventi culturali; - elementi di budgeting e di fundraising; - sociologia generale (aspetti socio-demografici, culturali, politici ed economici del

territorio); - sociologia dei processi culturali; - sociologia dell’organizzazione; - metodi e pratiche di animazione; - teorie e tecniche di comunicazione interpersonale verbale e non verbale (ruoli,

dimensioni e fattori coinvolti); - psicologia sociale e di comunità; - pedagogia degli adulti; - informatica; ABILITA’: - utilizzare tecniche di Project Management; - elaborare strategie per reperire risorse pubbliche e private (attività di promozione

socio – culturale sui progetti realizzati, attenzione ai temi realmente sentiti dalle istituzioni, ricerca di alleanze strategiche);

- utilizzare la rete;

3) REALIZZAZIONE INTERVENTI DI ANIMAZIONE

ATTIVITA’: - fornire assistenza individuale nei percorsi di crescita e di emancipazione dei soggetti

deboli; - attivare e gestire servizi di aggregazione per giovani ed anziani; - realizzare in équipe e coordinare interventi di animazione e socializzazione all’interno

di strutture residenziali e sul territorio (attività per il tempo libero, laboratori di teatro, coro, pittura, centri estivi e soggiorni, ludoteche, spazi famiglia, centri di incontro giovani, baby parking, animazione anziani, incontri tematici…);

- predisporre e coordinare servizi ed attività culturali, mostre, convegni, spettacoli, feste pubbliche di quartiere…;

- predisporre e coordinare servizi ed attività turistiche volte al recupero e alla valorizzazione del territorio;

- animare incontri culturali e interculturali; - favorire l’incontro tra persone appartenenti a differenti culture, ai diversi gruppi etnici,

nazionali, linguistici e religiosi e le strutture, i servizi e le istituzioni locali e nazionali nel tentativo di offrire una risposta alle esigenze di integrazione degli immigrati;

- favorire e sostenere la relazione tra persone e gruppi; - mediare e gestire conflitti; - promuovere e organizzare interventi formativi/informativi di prevenzione rivolti al

territorio (scuole, consultori…) per genitori, insegnanti, volontari, minori, disabili; - organizzare incontri di formazione/informazione su sicurezza attiva e passiva, igiene,

educazione ambientale, educazione sessuale, educazione alimentare, salute…; CONOSCENZE: - pedagogia generale ed educazione degli adulti; - pedagogia interculturale; - pedagogia speciale (disabilità, disagio e devianza nella relazione educativa); - psicologia sociale (conoscenza delle dinamiche di gruppo) e di comunità; - educazione sanitaria

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- teorie e tecniche dell’animazione (metodologie per l’educazione motoria ed espressiva, per l’animazione ed il gioco);

- regole dei principali sport; - teorie e tecniche di comunicazione interpersonale verbale e non verbale (ruoli,

dimensioni e fattori coinvolti); - teorie e tecniche dei nuovi media; - sociologia dei processi culturali (processi cognitivi, di trasmissione della cultura, di

attribuzione di significato); - sociologia dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile; - marketing ambientale; - organizzazione della cultura; - istituzioni di storia dell’arte, del teatro, del cinema e della musica; - teorie e tecniche del teatro educativo e sociale; ABILITA’: - utilizzare tecniche di osservazione per individuare i gruppi destinatari degli interventi

(colloqui individuali e di gruppo, interviste, questionari…); - utilizzare tecniche di animazione finalizzate alla costruzione della comunità locale

(identificare, agganciare, coinvolgere e valorizzare la partecipazione dei cittadini…); - utilizzare tecniche e mezzi di comunicazione e di gestione delle dinamiche di gruppo; - utilizzare tecniche di ascolto; - utilizzare tecniche di animazione di attività per il tempo libero (tecniche manuali,

espressive e creative, recupero delle tradizioni popolari, tecniche di motivazione dell’utente, di comunicazione verbale e non verbale, utilizzo di materiali specifici per le attività, gestione di laboratori didattici, visite guidate alle strutture, siti archeologici od etnologici, percorsi naturalistici…);

4) ATTIVAZIONE DELLA RETE TERRITORIALE

ATTIVITA’: - progettare ed attivare delle reti integrate di servizi sul territorio; - aprire “canali di comunicazione” tra cittadini, responsabili delle istituzioni, soggetti

pubblici e privati che hanno la possibilità di governare i processi di cambiamento della società;

- attivare la rete territoriale per la realizzazione delle attività (coinvolgimento delle famiglie, degli enti locali, dei servizi dislocati nel territorio nei progetti educativi, degli sponsor);

- promuovere l’organizzazione di gruppi di volontariato, associazioni, cooperative, gruppi di auto/mutuo-aiuto…;

- coinvolgere ed attivare persone e gruppi in attività di animazione culturale sul territorio;

- realizzare scambi di informazioni e progettazioni comuni con organizzazioni ed istituzioni;

CONOSCENZE: - sociologia dell’organizzazione; - psicologia sociale (conoscenza delle dinamiche di gruppo) e di comunità; - teorie e tecniche di comunicazione interpersonale verbale e non verbale (ruoli,

dimensioni e fattori coinvolti); - teorie e tecniche del lavoro di rete; - metodi di negoziazione e di gestione dei conflitti;

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- elementi di normativa (di settore, locale, regionale, nazionale) per l’organizzazione di attività culturali;

ABILITA’: - utilizzare tecniche di comunicazione e di gestione delle dinamiche di gruppo; - utilizzare tecniche di negoziazione; - predisporre convenzioni e accordi per la realizzazione di attività; - gestire forme di comunicazione in rete;

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PROCESSI DI SERVIZIO 1) GESTIONE DELLE INFORMAZIONI E DELLE CONOSCENZE

ATTIVITA’: - organizzare il piano di comunicazione; - predisporre il materiale illustrativo sulle iniziative o sui servizi erogati; - costruire e gestire banche dati; - gestire la documentazione relativa ai progetti; - curare lo sviluppo e l’aggiornamento della professionalità; CONOSCENZE: - teorie e tecniche di comunicazione pubblica; - teorie e tecniche di knowledge management; - elementi di marketing; - procedure amministrative; - archiviazione (tecniche per la costruzione e la gestione di documenti e banche dati); - informatica; - elementi di etica professionale (rispetto del segreto professionale e della privacy); - profilo professionale (elementi innovativi e in evoluzione caratterizzanti la

professione); ABILITA’: - utilizzare tecniche e software di elaborazione dei dati (access, excel, …); - utilizzare programmi di grafica e tecniche audio-video; - utilizzare tecniche di comunicazione; - individuare le opportunità formative utili per accrescere la propria competenza

professionale; 2) MONITORAGGIO E VALUTAZIONE

ATTIVITA’: - progettare il monitoraggio e la valutazione degli interventi; - realizzare azioni di monitoraggio e valutazione; - evidenziare scostamenti rispetto agli obiettivi prefissati; - individuare proposte per migliorare il servizio o le attività svolte; CONOSCENZE: - teorie e tecniche di monitoraggio e valutazione; - sistema di qualità del servizio; - metodologia della ricerca (tecniche e strumenti per la verifica –colloqui, griglie di

osservazione-); ABILITA’: - scegliere (se già esistenti), adattare o definire strumenti specifici di monitoraggio e

valutazione; - utilizzare procedure di certificazione della qualità; - utilizzare tecniche di customer satisfaction;

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CARATTERISTICHE PERSONALI21

1) DI REALIZZAZIONE E OPERATIVE - orientamento al risultato (interesse a lavorare bene o a misurarsi con standard

d’eccellenza) - attenzione all’ordine, alla qualità e all’accuratezza (bisogno di ridurre l’incertezza della

realtà circostante) - spirito di iniziativa (predisposizione ad agire) - ricerca delle informazioni (desiderio di saperne di più su fatti, persone o questioni)

2) DI ASSISTENZA E SERVIZIO - sensibilità interpersonale (capacità di ascoltare, capire e rispondere ai desideri, ai

sentimenti e alle preoccupazioni degli altri anche se non manifestati o parzialmente espressi)

- orientamento al cliente (desiderio di aiutare o servire il cliente, di soddisfare i suoi bisogni) 3) D’INFLUENZA

- persuasività e influenza (desiderio d’avere un’influenza o un effetto specifico sugli altri, in modo da convincerli o indurli ad obbedire)

- consapevolezza organizzativa (capacità di comprendere ed utilizzare le diverse culture aziendali, oltre la propria)

- costruzione di relazioni (capacità di instaurare e mantenere rapporti cordiali con le persone che sono o possono essere utili per raggiungere gli obiettivi di lavoro) 4) MANAGERIALI

- sviluppo degli altri (intenzione di favorire l’apprendimento o lo sviluppo di una o più persone)

- attitudine al comando: assertività e uso del potere formale (capacità di farsi obbedire e rispettare senza prevaricare)

- lavoro di gruppo e cooperazione (desiderio di lavorare in collaborazione con gli altri e di essere parte d’un gruppo piuttosto che lavorare da soli o in competizione)

- leadership del gruppo (desiderio di assumere il ruolo di leader d’un gruppo) 5) COMPETENZE COGNITIVE

- pensiero analitico (capacità di comprendere le situazioni scomponendole nei loro elementi costitutivi e di valutare le conseguenze in una catena di cause ed effetti)

- pensiero concettuale (capacità di riconoscere modelli astratti o rapporti fra le situazioni più complesse e i loro elementi principali o sottostanti)

- capacità tecniche/professionali/manageriali (capacità di utilizzare queste conoscenze e di trasferire quelle più appropriate alle diverse situazioni di lavoro) 6) DI EFFICACIA PERSONALE

- autocontrollo (capacità di conservare il controllo delle proprie emozioni e di evitare comportamenti negativi di fronte all’opposizione o all’ostilità degli altri o in situazioni di lavoro emotive o stressanti)

- fiducia in sé (convinzione di poter assolvere un compito, di assumere decisioni o di convincere gli altri in qualunque situazione, anche critica, o di reagire costruttivamente agli insuccessi)

- flessibilità (capacità e la volontà di adattarsi e di lavorare efficacemente in un’ampia gamma di situazioni o con persone o gruppi diversi) impegno verso l’organizzazione (capacità e la volontà di allineare i propri comportamenti alle necessità, alle priorità ed agli obiettivi della propria organizzazione)

21 La declinazione di competenze che riportiamo di seguito si riferisce al “dizionario delle competenze” elaborato da L. Spencer e M.Spencer in Competenza nel lavoro, Franco Angeli, Milano, 1995.

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