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1. OBIETTIVO del CORSO Fornire allo studente le premesse per la comprensione dello studio dei modi in cui i nostri pensieri, i nostri sentimenti e le

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OBIETTIVO del CORSO OBIETTIVO del CORSO

Fornire allo studente le premesse per la comprensione dello studio dei modi in cui i nostri pensieri, i nostri sentimenti e le nostre azioni influenzano e sono influenzate dalla “presenza di altri” nelle relazioni intra e intergruppo .

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Partendo dalla definizione dei postulati del funzionamento dei gruppi, si analizzeranno i processi e le tappe evolutive di un gruppo, le dinamiche relative all’entrata e alla uscita dai gruppi .

Si affronteranno inoltre i fenomeni dinamici della vita di gruppo ( status, ruoli, norme e reti di comunicazione ) e i diversi modi in cui gli individui si formano le impressioni ( euristiche e attribuzione causale )e costruiscono la loro conoscenza del mondo.

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CONTENUTI DEL CORSO di PSICOLOGIA CONTENUTI DEL CORSO di PSICOLOGIA DINAMICADINAMICA

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Verranno inoltre affrontati alcuni fenomeni “relazionali” quali

l’aggressività e l’altruismo ( secondo le moderne teorie e

gli autori delle principali ricerche di riferimento ) Infine verrà affrontato il concetto di leadership

Il Corso prevede esercitazioni e simulazioni attive al fine di integrare i contenuti dell’apprendimento .

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CONTENUTI DEL CORSO di PSICOLOGIA CONTENUTI DEL CORSO di PSICOLOGIA DINAMICADINAMICA

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§ Speltini, Palmonari. (1998), I gruppi sociali, Il Mulino,

Bologna

§ Castelli L. (2004), Psicologia sociale cognitiva, Laterza,

Bari

§ Palmonari A., Cavazza N., Rubini M. (2003) , Ricerche e

Protagonisti della Psicologia Sociale, Il Mulino, Bologna

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TESTI di RIFERIMENTO TESTI di RIFERIMENTO

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§ Mucchielli. (1986), La dinamica di gruppo, Elle Di Ci ,Asti § Cialdini(1995) , Le armi della persuasione , Giunti , Firenze

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TESTI di APPROFONDIMENTOTESTI di APPROFONDIMENTO

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Etimologia della parola

L’etimologia di ‘gruppo’ viene fatto risalire ad un termine

tardo latino,

longobardo o germanico, “cruppa” o “kruppa” = qualcosa

che assume

“forma rotondeggiante per assemblaggio o viluppo di cavi” ed

al termine

italiano “groppo” .

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Gruppo …Gruppo …

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Il gruppo è una matassa da “districare “ : impulsività o Il gruppo è una matassa da “districare “ : impulsività o

riflessività ; riflessività ;

Emozioni a confronto e .. Emozioni a confronto e ..

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Ampiezza : rete di relazioni Ampiezza : rete di relazioni Ampiezza : Ampiezza : L'ampiezza è il primo dei parametri critici. Il limite inferiore perché si possa L'ampiezza è il primo dei parametri critici. Il limite inferiore perché si possa

dire inizi un dire inizi un

gruppo è 4 persone . Due individui fanno una coppia e non un gruppo. Ma anche in numero di gruppo è 4 persone . Due individui fanno una coppia e non un gruppo. Ma anche in numero di

tre è facile tre è facile

che i rapporti scivolino nell'accoppiamento di due, con la relativa esclusione del terzo.che i rapporti scivolino nell'accoppiamento di due, con la relativa esclusione del terzo.

R = N/2 x (N-1) R = N/2 x (N-1)

Formula questa che identifica il numero di relazioni da gestire in gruppo Formula questa che identifica il numero di relazioni da gestire in gruppo

Gruppo 5 persone = 5/2 x (5-1)=Gruppo 5 persone = 5/2 x (5-1)=10 10 Gruppo 10 persone = 10/2 x (10-1)=Gruppo 10 persone = 10/2 x (10-1)=4545 Gruppo 20 persone = 20/2 x (20-1)=Gruppo 20 persone = 20/2 x (20-1)=190190 Gruppo 30 persone = 30/2 x (30-1)=Gruppo 30 persone = 30/2 x (30-1)=435435

Quando il numero di persone supera il numero di canali di comunicazione che è Quando il numero di persone supera il numero di canali di comunicazione che è possibile gestire ragionevolmente da un essere umano, il grande gruppo sarà possibile gestire ragionevolmente da un essere umano, il grande gruppo sarà spinto a suddividersi in tanti piccoli sottogruppi. spinto a suddividersi in tanti piccoli sottogruppi.

Tutto questa rimanda all’idea della complessità che regna in ogni gruppo e che Tutto questa rimanda all’idea della complessità che regna in ogni gruppo e che nella “matassa “ tutto può accadere e succederenella “matassa “ tutto può accadere e succedere

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Definire il gruppo è una realtà complessa ; è difficile ,

infatti , tentare una definizione esauriente che evidenzia la specificità e che delimiti i confini mostrando i caratteri essenziali .Questo concetto è stato studiato da diverse

discipline e con diverse epistemologie

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Definire il gruppo …

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Una definizione sociologica distingue il gruppo sociale dall’aggregato e dalla categoria

sociale (Giddens, 1989) .

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Definizione dalla Sociologia

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Il Gruppo sociale è costituito da un certo numero di

membri che interagiscono l’uno con l’altro con regolarità. La regolarità di interazione tiene insieme

i partecipanti, crea una distinta identità sociale.

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Gruppo Sociale

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Gruppo sociale e ….

Aggregato: insiemi di persone che si trovano nello

stesso luogo, nello stesso momento senza condividere

alcun preciso legame ( es. i viaggiatori di un aeroporto) .

Esiste una interazione sociale non finalizzata

Categoria sociale: raggruppamento statistico, individui

classificati entro una categoria per una particolare

caratteristica comune ( es razza, professione, religione...)

Non si ha interazione tra i membri

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Mc Grath (1984 ) Sostiene che se è vero che ogni gruppo

è un aggregazione di individui ogni aggregazione di

individui non è necessariamente un gruppo .

Per cui prima di definire un gruppo definisce le aggregazioni sociali

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Gruppi Sociali e altri

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a. A. artificiali: classificazione in base a caratteristiche comuni (sesso, età, reddito), senza bisogno di relazione come nei gruppi statistici.b. A. non organizzate (aggregati): insiemi di individui presenti nello stesso luogo nello stesso momento senzaaltri legami.c. Unità sociali con modelli di relazione: insiemi di individui che condividono un set di valori, costumi, abitudini come le culture o le subculture.

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Le aggregazioni sociali di Mc Grath

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d. Unità sociali strutturate: con un forte carattere di

interdipendenza e di relazioni strutturate (società, famiglia, comunità).e. Unità sociali intenzionalmente progettate:

come organizzazioni o gruppi di lavoro (scopi comuni, ruoli differenziati).f. Unità sociali meno intenzionalmente

progettate: come associazioni volontarie o gruppi di amici.

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Le aggregazioni sociali di Mc Grath

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Queste aggregazioni non sono mutuamente esclusive,

ognuno partecipa a più di una di esse e differiscono su

due ampie dimensioni:

- le relazioni tra i membri (grado di strutturazione e intenzionalità di sviluppo)

- la grandezza dell’aggregato ( n° di individui coinvolti )

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Le aggregazioni sociali di Mc Grath

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 Proprio questi due elementi differenziano aggregati e

gruppi portando alla definizione “ i gruppi sarebbero

aggregazioni con reciproca consapevolezza e

interazione di dimensioni relativamente piccole e

organizzazione strutturata.”

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Le aggregazioni sociali di Mc Grath

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Ma non è sempre così ! non sempre è facile distinguere

gruppo da non – gruppo ( De Grada 1999) esistono infatti

gruppi in cui pur non essendoci interazioni dirette ci

sono processi di influenzamento del comportamento

sociale in varie direzioni

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Una classificazione Una classificazione descrittiva descrittiva

- GRUPPI ESTESI

- PICCOLI GRUPPI

- GRUPPI FACCIA A FACCIA

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GRUPPI ESTESI

Sono Collettività organizzate - Religiose - Professionali - Movimenti PoliticiSono insiemi di persone che hanno un

obiettivo da raggiungere , anche poco consapevole

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PICCOLI GRUPPI

E’ formata da un numero limitato di Membri ( da 3 a 15 persone ) - Classi scolastiche - Famiglie - Compagnie di amiciTutti i componenti sono in grado di avere

contatti tra loro Corso di Psicologia Dinamica : Relazioni in gruppo - Dott.

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GRUPPI FACCIA A FACCIA

I membri hanno interazioni dirette e

continuative a differenza dei piccoli gruppi

- i gruppi di lavoro

- Non ci sono gerarchie Corso di Psicologia Dinamica : Relazioni in gruppo - Dott.

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GRUPPI(Bales)

Istituzionali o

Spontanei

Primari o

Secondari

Formali o

Informali

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Una classificazione centrata sui Una classificazione centrata sui contenuti contenuti

- GRUPPI PRIMARI

- GRUPPI SECONDARI

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GRUPPI PRIMARI GRUPPI PRIMARI

Interagiscono direttamenteInteragiscono direttamente

Legati da vincoli affettivi (emozioni)Legati da vincoli affettivi (emozioni)

Forte senso di appartenenza e lealtàForte senso di appartenenza e lealtà

Unione morale, forte interdipendenzaUnione morale, forte interdipendenza

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GRUPPI SECONDARI GRUPPI SECONDARI

Scopi da raggiungereScopi da raggiungere

Ruoli differenziati in funzione degli Ruoli differenziati in funzione degli obiettivi (scuola , ospedale )obiettivi (scuola , ospedale )

Relazioni piuttosto impersonaliRelazioni piuttosto impersonali

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Una classificazione centrata sui Una classificazione centrata sui contenuti contenuti

- GRUPPI FORMALI : si formano sotto un’egida istituzione

(associazioni sportive, politiche, religiose).

- GRUPPI INFORMALI : aggregazioni spontanee, lo scopo è quello dell’interazione tra i membri.

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una funzione rilevante nella dinamica sociale è assicurata dai :

GRUPPI di RIFERIMENTO (Sherif )

Sono quelli con cui l’individuo si identifica, e ai

quali può anche appartenere, o aspira di appartenere. Sono portatori di valori.

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Possiamo esaminare altre definizioni applicate

ai vari tipi di gruppo e per i quali i criteri di grandezza e di interazione diretta non sono elementi sufficienti per parlare di gruppo in senso psicosociale : parliamo di Lewin , Sherif e Tajfel

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DEFINIZIONI di GRUPPO DEFINIZIONI di GRUPPO

- LEWIN (1951)

- SHERIF (1948)

- TAJFEL (1981)

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“Il gruppo è qualcosa di più o, per meglio dire, qualcosa di diverso dalla somma dei suoi membri: ha struttura propria, fini peculiari, e relazioni particolari con gli altri gruppi. Quel che ne costituisce l’essenza non è la somiglianza o la dissimiglianza riscontrabile tra i suoi membri, bensì la loro interdipendenza. Essa può definirsi come una totalità dinamica. Ciò significa che un cambiamento di stato di una sua parte o frazione qualsiasi interessa lo stato di tutte le altre. Il grado di interdipendenza delle frazioni del gruppo varia da una massa indefinita a un’unità compatta”

(Lewin, 1951; tr. it. p. 125)Corso di Psicologia Dinamica : Relazioni in gruppo - Dott. Daniele Bisagni 33

Il gruppo per LewinIl gruppo per Lewin

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Alcuni concetti ritornano

-il concetto di tutto: un gruppo è una totalità percepita come tale sia dall’interno che dall’esterno

 -il concetto di interdipendenza: nei membri è

presente unsentimento di reciproca dipendenza

-il concetto di dinamica: un gruppo è un’ entità in continuo

cambiamento, centro di forze che ne determinano continui

mutamenti 

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Il gruppo per LewinIl gruppo per Lewin

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-il concetto di equilibrio: un gruppo tende ad un equilibrio

dinamico tra forze che puntano ad una coesione e forze che

tendono alla disgregazione del gruppo stesso -il concetto di sistema: gli elementi di un gruppo

sono collegati tra loro da molteplici relazioni che attivano cambiamenti continui

 

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Il gruppo per LewinIl gruppo per Lewin

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Il gruppo per LewinIl gruppo per LewinINTERDIPENDENZA

DELLEPARTI COMPONGONO IL

GRUPPO

INTERDIPENDENZA DEL DESTINO

INTERDIPENDENZA DEL COMPITO

INTERDIPENDENZA POSITIVA

INTERDIPENDENZA NEGATIVA

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DUE TIPI di INTERDIPENDENZA:

A)DEL DESTINO: SPERIMENTARE UN SENSO di COESIONE IN RAGIONE di FATTI CASUALI es. SINDROME di STOCCOLMA

A) DEL COMPITO: più forte e duratura , fa si che lo scopo del gruppo determini un legame tra i membri in modo che i risultati delle azioni di ciascuno abbiano implicanze sugli altri - POSITIVA (COLLABORAZIONE) - NEGATIVA (COMPETIZIONE)

Il gruppo per LewinIl gruppo per Lewin

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Il gruppo per SherifIl gruppo per Sherif

LE PROPRIETA’ MINIME ED ESSENZIALI di UN GRUPPO SONO RAPPRESENTATE DA:

1.UNA STRUTTURA E ORGANIZZAZIONE DEI RUOLI DEI MEMBRI DIFFERENZIATA PER FUNZIONI E PER POTERE O POSIZIONE SOCIALE

2. UNA SERIE di NORME O VALORI CHE REGOLANO ILCOMPORTAMENTO DEI MEMBRI ALMENO NEI SETTORI di ATTIVITA’ IN CUI IL GRUPPO E’ PIU’ di FREQUENTE IMPEGNATO

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Il gruppo per Tajfel Il gruppo per Tajfel

Il concetto di gruppo utilizzato da Tajfel è mutuato dalla definizione di nazione proposto dallo storico Emerson e cioè che la nazione “ “ un corpo di un corpo di persone che sentono di essere una nazionepersone che sentono di essere una nazione “ “

Questa definizione si basandosi su un processo di autocategorizzazione invece che su elementi estrinseci ( eventi storici , economici che determinano il dentro/fuori del gruppo )

Ciò che costituisce un gruppo (o una nazione) è che l’individuo si senta parte di esso .

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Il gruppo per Tajfel Il gruppo per Tajfel

L’APPARTENENZA E’ DETERMINATA DA TRE FATTORI:

1. COGNITIVI: CONOSCERE di APPARTENERE AD UN GRUPPO2. VALUTATIVI: CONNOTAZIONE POSITIVA O NEGATIVA3. EMOZIONALI: EMOZIONI di AMORE E ODIO, PIACERE O DISPIACERE

IL COMPORTAMENTO SOCIALE E’ IN FUNZIONE di :• COMPORTAMENTO INTERPERSONALE• COMPORTAMENTO INTERGRUPPI

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IL GRUPPOIL GRUPPO

Definizione : Una pluralità in interazione con un valore di legame che ne determina l’emergenza sistemica

Pluralità : da 4 a 15 persone

Interazione : influenzamento reciproco / fare insieme / agire contingente ( “qui ed ora “)

Legame : vincolo che si instaura tra gli individui e che definisce i sentimenti di appartenenza ( emergenza psicologica )

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IL GRUPPO IL GRUPPO DI LAVORO

Definizione : Una pluralità in integrazione

Integrazione – Sviluppo della Collaborazione

Il gruppo Attrae per la possibilità di soddisfare i bisogni individuali Il gruppo Respinge per il limite costituito dalla presenza degli altri

Paradosso del gruppo : La possibilità di ciascuno di soddisfare i propri bisogni deriva dalla capacità di negoziare e mediare con gli altri la soddisfazione dei loro bisogni I bisogni individuali ( membership ) e i bisogni di gruppo ( groupship)

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IL IL LAVORO DI GRUPPOGRUPPO

Attraverso il lavoro di gruppo il Attraverso il lavoro di gruppo il gruppo può diventare gruppo di gruppo può diventare gruppo di lavoro lavoro

Definizione : È l’espressione dell’azione complessa del gruppo di lavoro. Il lavoro di gruppo prevedere la pianificazione del compito, lo svolgimento del compito, la gestione delle relazioni

PERTANTO

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L’entrata in un gruppo è un’esperienza che costella l’intera esistenza umana

Questa esperienza non è sempre facile e ciò

dipende :

dal tipo di gruppo a cui si accede dalle caratteristiche del Neofita

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• I passaggi scolastici

• Affiliazione a gruppi parrocchiali , sportivi , scoutistici

• Il Servizio Militare

* L’entrata nel lavoro

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Alcuni esempi di entrata in Alcuni esempi di entrata in gruppogruppo

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Nelle società tradizionali l’entrata in gruppo era segnata dai riti

d’iniziazione

Simbologia di vita e di morte

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Secondo Eliade grande storico delle religioni esistono 3 grandi categorie di riti di iniziazione 3 grandi categorie di riti di iniziazione

A . Riti Puberali

B. Riti per entrare nelle società segrete , nelle confraternite religiose o militari

C. I riti per una chiamata mistica particolare : lo sciamano e il “medicine

man”

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Riti di iniziazione : Funzioni

1. Per l’individuo - cambiamento dell’identità sociale - stimolo a maggiore lealtà - impara mediante fase di

apprendistato

2. Per il gruppo - rafforzamento dei confini

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Alcuni riti d’iniziazione comportano

PROVE SEVERE

in cui il neofita deve fronteggiare fatica dolore e paura

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a. IPOTESI : l’iniziazione severa sviluppa

preferenza per il gruppo

b. CAMPIONE : 63 studentesse che devono

partecipare ad una discussione sul sesso

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Esperimento di Aronson e Mills Esperimento di Aronson e Mills (1959 )(1959 )

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c. CONDIZIONI SPERIMENTALI1. Iniziazione severa 2. Iniziazione moderata 3. Controllo

RisultatiRisultati : nella condizione 1 massima preferenza per il gruppo

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Esperimento di Aronson e Mills Esperimento di Aronson e Mills (1959 )(1959 )

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§ Perché esistono prove severe ?

§ Che significato hanno?

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§ Suscitano per via della dissonanza un maggior impegno verso il gruppo

§ Scoraggiano gli aspiranti meno motivati

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Funzioni delle iniziazioni severe Funzioni delle iniziazioni severe

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§ Rendono più dipendente il neofita

§ Danno informazioni al gruppo sul neofita ( vedi es.

gruppi terroristici )

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Funzioni delle iniziazioni severe Funzioni delle iniziazioni severe

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Zazzo (1984 ) tre fasi nell’entrata della scuola

dell’infanzia :

1. Osservazione a distanza 2. Gioco in parallelo 3. Gioco interattivo

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Entrare in gruppo : IL CASO DEI Entrare in gruppo : IL CASO DEI BAMBINIBAMBINI

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Sono poco intrusive

Es. Gironzolare , Aspettare , Mimare giochi

Fare commenti su quello che fanno i membri del

gruppo

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Per l’entrata nei gruppi di gioco :Per l’entrata nei gruppi di gioco :TATTICHE A BASSO RISCHIO TATTICHE A BASSO RISCHIO

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Sono intrusive e dispongono al rifiuto di gruppo

Es. attirare l’attenzione su di sé , avvicinarsi , compiere azioni di disturbo

Fare commenti non pertinenti alle attività

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Per l’entrata nei gruppi di gioco :Per l’entrata nei gruppi di gioco :TATTICHE AD ALTO RISCHIO TATTICHE AD ALTO RISCHIO

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Ci vuole un passaggio GRADUALE

dada TATTICHE A BASSO TATTICHE A BASSO RISCHIO a RISCHIO a

TATTICHE AD ALTO TATTICHE AD ALTO RISCHIO RISCHIO

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Per accedere ad un nuovo gruppo Per accedere ad un nuovo gruppo

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Introduzione di un bambino sconosciuto più

grande di un anno , leader nel suo gruppo di

appartenenza

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Esperimento di Merei (1949 ) su Esperimento di Merei (1949 ) su gruppi di bambini di scuola gruppi di bambini di scuola

materna materna

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Due tipi di comportamento

1.Leader Attendista 2. Leader Interventista

Risultati : i leader attendisti sono accettati , mentre quelli interventisti

sono rifiutati

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Esperimento di Merei (1949 ) su Esperimento di Merei (1949 ) su gruppi di bambini di scuola gruppi di bambini di scuola

materna materna

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Teoria della SocializzazioneTeoria della Socializzazione di Moreland e Levine (1982 )di Moreland e Levine (1982 )

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La teoria si basa su 3 PROCESSI PSICOLOGICI ognuno dei quali può esser considerato dalla prospettiva :

- del gruppo - - dell’individuo

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Teoria della SocializzazioneTeoria della Socializzazione di Moreland e Levine (1982 )di Moreland e Levine (1982 )

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1. VALUTAZIONE : Sforzi compiuti da GRUPPO e INDIVIDUO per STIMARE e

MASSIMIZZARE LA REMUNERATIVITÀ

2. IMPEGNO : dipende dalla VALUTAZIONE

3. TRANSIZIONE di RUOLO : quando il livello di impegno reciproco si alza o si

abbassa

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Teoria della SocializzazioneTeoria della Socializzazione di Moreland e Levine (1982 )di Moreland e Levine (1982 )

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5 fasi della socializzazione di gruppo:

1) esplorazione

2) socializzazione

3) mantenimento

4) risocializzazione 5) ricordo

La socializzazione di gruppo La socializzazione di gruppo (Levine e Moreland 1994)(Levine e Moreland 1994)

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5 fasi della socializzazione di gruppo:

1) esplorazione

2) socializzazione

3) mantenimento

4) risocializzazione 5) ricordo

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Modello temporale della socializzazione al gruppodi Levine e Moreland (1994)

È possibile passare attraverso 5 fasi:

1. L’ESPLORAZIONE : ricerca 2. LA SOCIALIZZAZIONE : entrare nella cultura di gruppo 3. IL MANTENIMENTO : negoziazioni di ruolo 4. LA RISOCIALIZZAZIONE : dopo le divergenze 5. IL RICORDO : positivo o negativo

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FASE 1 : L’ESPLORAZIONE

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GRUPPO

RECLUTAMENTO

Il gruppo cerca persone che possano contribuire al raggiungimento degli

obiettivi

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ESPLORAZIONE ESPLORAZIONE

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INDIVIDUO

RICOGNIZIONE

L’individuo cerca gruppi che possano contribuire alla soddisfazione dei suoi

bisogni

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ESPLORAZIONE ESPLORAZIONE

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FASE 1 : L’ESPLORAZIONE

IL GRUPPO : RECLUTAMENTO

L’INDIVIDUO : RICOGNIZIONE

ENTRATA ENTRATA

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RICOGNIZIONE

- Conoscenza membri del gruppo- Attrazione per le attività

- Precedenti esperienze di gruppo - Fonti di ottimismo

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Elementi che incidono sulla fase di Elementi che incidono sulla fase di ESPLORAZIONE ESPLORAZIONE

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RECLUTAMENTO

Staffing Level = gruppi sovradimensionati o sottodimensionati rispetto allo scopo

Apertura e chiusura del gruppo

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Elementi che incidono sulla fase di Elementi che incidono sulla fase di ESPLORAZIONE ESPLORAZIONE

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- Alone di reputazione del nuovo venuto

- Strategie attendiste o interventiste

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Aspetti dell’individuo che incidono Aspetti dell’individuo che incidono sull’accettazione sull’accettazione

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a. Accurato esame di ricognizione b. Giocare il ruolo di pivellino ,

mostrandosi dipendente e attendista c. Cercare “tutori” , referenti di fiducia

nel gruppo ( modelli , sponsor , mentori , trainer )

d. Allearsi con altri nuovi arrivati

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Le 4 strategie per entrare in Le 4 strategie per entrare in gruppogruppo

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FASE 2 :LA SOCIALIZZAZIONE

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FASE 2 :LA SOCIALIZZAZIONE

IL GRUPPO

Cerca di cambiare il nuovo arrivato per renderlo più adatto agli scopi del gruppo

L’individuo

Cerca di produrre cambiamenti nel gruppo per realizzare i propri bisogni

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FASE 2 : LA SOCIALIZZAZIONE

IL GRUPPO : ASSIMILAZIONE

L’INDIVIDUO : ACCOMODAMENTO

ACCETTAZIONE

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FASE 3 :IL MANTENIMENTO

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FASE 3 :IL MANTENIMENTO

IL GRUPPO

Cerca di attribuire all’individuo un ruolo funzionale ai propri fini

L’individuo

Cerca un ruolo per soddisfare i propri bisogni

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FASE 3 : IL MANTENIMENTO

IL GRUPPO : NEGOZIA

L’INDIVIDUO : NEGOZIA

può nascere la DIVERGENZA

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FASE 4 :LA RISOCIALIZZAZIONE

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FASE 4 :LA RISOCIALIZZAZIONE

In questa fase che segue la divergenza, gruppo

e individuo cercano un nuovo equilibrio tra i reciproci bisogni

Se riescono a trovare accordo c’è la CONVERGENZA con ASSIMILIAZIONE e

ACCOMODAMENTO

Se non si riesce a ripristinare un equilibrio si ha l’USCITA Corso di Psicologia Dinamica : Relazioni in gruppo - Dott.

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FASE 5 :IL RICORDO

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FASE 5 :IL RICORDO

IL GRUPPO

Ricorda ciò che l’individuo ha dato per il raggiungimento degli scopi

L’individuo

Ricorda ciò che il gruppo ha dato (e non dato) per la soddisfazione dei bisogni

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Modello temporale della socializzazione al gruppodi Levine e Moreland (1994)

Le fasi descritte non si susseguono necessariamente nel modo previsto

dal modello

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LO SVILUPPO di GRUPPO

Ogni gruppo ha un suo decorso Ogni gruppo ha un suo decorso temporale , delle trasformazioni che temporale , delle trasformazioni che

segnanosegnano i passaggi dalla sua “nascita” alla i passaggi dalla sua “nascita” alla

sua “morte”sua “morte”

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IL MODELLO di Mc MURRAIN e GAZDA (1974)

è stato elaborato studiando le interazioni è stato elaborato studiando le interazioni di un gruppo di 8 psichiatri che si sono di un gruppo di 8 psichiatri che si sono incontrati una volta alla settimana per incontrati una volta alla settimana per due semestri allo scopo didue semestri allo scopo disviluppare la propria competenza nel sviluppare la propria competenza nel counselingcounseling

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IL MODELLO di Mc MURRAIN e GAZDA (1994)

1) lo stadio esplorativo: i membri del gruppo si comportano inmodo piuttosto esitante nell’affrontare il compito, probabilmenteper la necessità di conoscersi reciprocamente;

2) lo stadio di transizione: vengono approntate le regole chestrutturano il contesto di lavoro;

3) lo stadio dell’azione: i membri si concentrano sul compito chehanno deciso di affrontare;

4) lo stadio di conclusione: si presenta all’approssimarsi dellachiusura dell’attività, quando i partecipanti fronteggiamo ilconflitto tra sentimenti positivi legati all’aver costituito un gruppofunzionante e quelli negativi legati al prossimo scioglimento.

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IL MODELLO di TUCKMAN(1965)

Un secondo modello, elaborato da Tuckman passando in rassegna 50 studi sullo sviluppo di piccoli gruppi di vario genere(gruppi naturali, di laboratorio, di terapia, di formazione), ha il pregio di metter insieme gli aspetti :-centrati sul compito e -quelli di natura socio-emozionale;

esso individua 5 stadi di sviluppo

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IL MODELLO di TUCKMAN(1965)

1) forming (di formazione) : che è individuato dalla sensazione di dipendenza e dalla necessità di orientamento dei partecipanti: i membri del gruppo sono ansiosi ed incerti rispetto alla decisione di appartenere o meno al gruppo e, come conseguenza, il loro comportamento è piuttostocircospetto;

2) storming (di conflitto), che corrisponde all’emergere di aspetti emozionali e di conflitti; in questa fase i membri diventano più assertivi e cercano di modificare il gruppo secondo i propri bisogni. Come conseguenza scoppiano ostilità e risentimenti, dato che non di rado i bisogni dei vari individui sono differenti ed entrano in collisione tra loro;

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IL MODELLO di TUCKMAN(1965)

3) norming (normativo) che si caratterizza per la costruzionedella coesione e dello scambio; in questo stadio i membricercano di risolvere i conflitti precedenti e si impegnanospesso nella negoziazione di linee direttive e regole piùchiare per il comportamento del gruppo;

4) performing (di prestazione) che vede la comparsa di processidi role taking e di problem solving; in questa fase ognipartecipante lavora cooperativamente con gli altri perraggiungere gli scopi comuni che il gruppo si propone;

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IL MODELLO di TUCKMAN(1965)

5) adjourning (di sospensione), in cui ciascuno cominciagradualmente a ritirarsi sia dal coinvolgimento socioemozionale sia dalle attività centrate sul compito. In questa fase, che appare caratterizzata dal disimpegno progressivo, i membri cercano di fronteggiare l’approssimarsi della fine del gruppo.

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IL MODELLO di WORCHEL(1991)

Questo terzo modello nasce mediante un lavoro estensivo su gruppi di diversa natura (ampi movimenti sociali, partiti politici di recente formazione, piccoli gruppi sociali e religiosi …), la cui nascita avviene per distacco da gruppi preesistenti e la cui evoluzione avviene mediante linee di sviluppo prevedibili.

Il modello prevede le seguenti 6 tappe:

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IL MODELLO di WORCHEL(1991)

Il modello prevede le seguenti tappe:1. Periodo di malcontento: condizione preliminare al formarsi diun nuovo gruppo, sulla base di uno precedentemente esistente, nelquale alcuni membri cominciano ad essere insoddisfatti . Ciò accade spesso nei gruppi che hanno già raggiunto gli obiettivi chesi erano prefissati ed i cui membri non vedono però prospettiveper il futuro.

2. Evento precipitante: si tratta di un evento chiaro (eventopubblico, dell’espulsione di alcuni membri dal gruppo, dell’adozione da parte del gruppo di un nuovo statuto, ecc.) ed identificabile per cui gli individui che formeranno un nuovo gruppo si riconoscono in un terreno d’incontro e si differenziano dai membri “centrali” del gruppo precedente.

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IL MODELLO di WORCHEL(1991)

3. L’identificazione del gruppo. Il nuovo gruppo è impegnato nella costruzione della propria identità: si differenzia dagli altri gruppi, forma una struttura interna, composta da una leadership in genere centralizzata, da norme e valori, da ruoli differenziati.Il gruppo stabilisce i propri confini, quindi non accetta volentieri i nuovi arrivati, richiede conformismo e rifiuta il dissenso, è piuttosto rigido nella difesa dei propri principi

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IL MODELLO di WORCHEL(1991)

4. La produttività di gruppo. Il gruppo ha già una sua identità e sivolge alla definizione degli obiettivi da raggiungere; valuta imembri in base alle loro competenze e la leadership vieneassegnata in base all’abilità evidenziata. Si procede ad un esamerealistico delle risorse di gruppo, volgendo l’attenzione anche adaltri gruppi ed accettando nuovi membri, allo scopo di recuperare ulteriori risorse necessarie per raggiungere gli obiettivi.

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IL MODELLO di WORCHEL(1991)

5. L’individuazione. In questa fase della vita di gruppo l’interesse comune si sposta sugli individui, perché i membri cominciano a chiedersi quanto il gruppo sia per essi soddisfacente. Si rileva una diminuzione dello sforzo individuale nella produttività di gruppo e una buona accoglienza dei nuovi membri, attivamente cercati peravere nuove risorse e punti di vista alternativi. I membricominciano a percepirsi come eterogenei fra di loro ed esplorano la possibilità di ritirarsi dal gruppo ed accedere ad altri.

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IL MODELLO di WORCHEL(1991)

6. Il declino. Il valore del gruppo è messo in discussione, viene criticata la direzione interna, si accendono competizioni tra i membri e fra sottogruppi, si sottolineano i fallimenti del gruppo, vengono identificati capri espiatori, si diffonde l’inerzia sociale, cioè la demotivazione a lavorare attivamente per il gruppo.Vengono in tal modo create le condizioni per la diffusione del malcontento, in cui gli individui non hanno più le motivazioni per stare nel gruppo. Si procede così verso la fase 1 già in precedenza descritta.Corso di Psicologia Dinamica : Relazioni in gruppo - Dott.

Daniele Bisagni