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Indicatori ( di processo, di risultato) 1) REGIONE CALABRIA 2) Titolo del progetto o del pro- gramma Sistema regionale di sorveglianza degli incidenti stradali e domestici 3) Identificativo della linea o del- le linee di intervento generale ( indicate nel quadro d’insieme) 2.1 - Prevenzione degli eventi infortunistici in ambito stradale e domestico 4) Numero identificativo del pro- getto o del programma all’interno del piano operativo regionale 2.1 5) Breve descrizione dell’intervento programmato * 6) Beneficiari ( target dell’intervento) La comunità, i Decisori politici, i Decisori in materia di sicu- rezza pubblica e i Decisori sanitari 7)Obiettivi di salute ( e/o obietti- vi di processo) perseguiti** Sperimentazione di un sistema di sorveglianza basato su dati integrati, in grado di migliorare la conoscenza dell’incidentistica per orientare la programmazione e con- sentire la valutazione dell’efficacia degli interventi sanitari, infrastrutturali e sul contesto ambientale. Indicatori Fonte di verifica Valore al 31/12/2012 Valore al 31/12/2013 Valore al 31/12/2013 Osservato Atteso Osservato Sviluppo di una reportistica relativa agli inci- denti stradali Rapporto Presente Presente Sviluppo di una reportistica relativa agli inci- denti domestici Rapporto Non Presente Presente Sperimentazione di un modello di analisi di dati relativi agli incidenti stradali provenienti da dif- ferenti flussi (sanitari, Istat) Gruppo tecnico regionale Non presente Presente

1) REGIONE CALABRIAold.regione.calabria.it/sanita/allegati/dpgr_2014/proget...2) Titolo del progetto o del pro-gramma Sistema regionale di sorveglianza degli incidenti stradali e domestici

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Indicatori ( di processo, di risultato)

1) REGIONE CALABRIA

2) Titolo del progetto o del pro-

gramma Sistema regionale di sorveglianza degli incidenti stradali e domestici

3) Identificativo della linea o del-

le linee di intervento generale (

indicate nel quadro d’insieme)

2.1 - Prevenzione degli eventi infortunistici in ambito stradale e domestico

4) Numero identificativo del pro-

getto o del programma all’interno

del piano operativo regionale

2.1

5) Breve descrizione

dell’intervento programmato *

6) Beneficiari ( target

dell’intervento)

La comunità, i Decisori politici, i Decisori in materia di sicu-

rezza pubblica e i Decisori sanitari

7)Obiettivi di salute ( e/o obietti-

vi di processo) perseguiti** Sperimentazione di un sistema di sorveglianza basato su dati integrati, in grado di migliorare la conoscenza dell’incidentistica per orientare la programmazione e con-sentire la valutazione dell’efficacia degli interventi sanitari, infrastrutturali e sul contesto ambientale.

Indicatori Fonte di

verifica

Valore al

31/12/2012

Valore al

31/12/2013

Valore al

31/12/2013

Osservato Atteso Osservato

Sviluppo di una reportistica relativa agli inci-

denti stradali

Rapporto Presente Presente

Sviluppo di una reportistica relativa agli inci-

denti domestici

Rapporto Non Presente Presente

Sperimentazione di un modello di analisi di dati

relativi agli incidenti stradali provenienti da dif-

ferenti flussi (sanitari, Istat)

Gruppo

tecnico

regionale

Non presente Presente

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Breve descrizione dell’intervento programmato*

Razionale

dell’intervento even-

tualmente supportato

da elementi oggettivi

Il razionale

In Calabria gli incidenti stradali e domestici rappresentano, come nel resto

del Paese, un problema di rilevante interesse per la Sanità Pubblica: nel

Piano Regionale per la Prevenzione è stato pertanto avviato uno specifico

progetto finalizzato alla realizzazione di un sistema di sorveglianza

degli incidenti stradali e domestici quale base conoscitiva per orientare le

successive azioni di prevenzione.

In Italia la rilevazione dell'incidentalità stradale è demandata ai seguenti

enti: ACI, Ministero dell'Interno, Polizia Stradale, Carabinieri, Polizie

Municipali, Province che hanno sottoscritto una convenzione con

l’ISTAT mirata alla raccolta, al controllo, alla registrazione su supporto

informatico e al successivo invio dei dati allo stesso Istituto. La rilevazio-

ne avviene tramite la compilazione del modello IstatCtt/Inc, che raccoglie

informazioni necessarie a identificare localizzazione e dinamica

dell’incidente, mancano tuttavia dati sul tipo e sull’entità delle lesioni

traumatiche necessitanti di trattamento sanitario.

Il progetto intende raggiungere lo scopo prepostosi attraverso

un’evoluzione del sistema di raccolta dati CTT-INC di ISTAT con le se-

guenti caratteristiche:

utilizzo di nuove metodologie e mezzi messi a disposizione dalle

moderne tecnologie (informatizzazione del processo);

integrazione del sistema di rilevazione ISTAT, mantenendone co-

munque la piena compatibilità (miglioramento qualitativo del dato

ISTAT);

estendendo le conoscenze anche alle abitudini comportamentali connesse

alla guida rilevate con il sistema di sorveglianza PASSI.

A tal fine sarebbe opportuno utilizzare il sistema in atto presso

l’Amministrazione Provinciale di Crotone ed individuare l’ASP di

Crotone quale capofila, che per rendere operativo il progetto provvederà

alla sottoscrizione di apposita convenzione con la Provincia di Crotone.

Inoltre, sarà potenziato e migliorato il processo di informatizzazione dei

PP.SS. ospedalieri e si possono integrare i flussi della sorveglianza PASSI

a regime su tutto il territorio regionale.

Il progetto iniziale viene riformulato estendendo la sorveglianza, per il

2013, anche alle quattro ASP di Catanzaro, Cosenza, Crotone e Vibo Va-

lentia che dispongono dei suddetti flussi sanitari e che proseguiranno la

collaborazione già avviata con il Centro di Monitoraggio della Sicurezza

Stradale della Provincia di Crotone (convenzionato con l’ISTAT), finaliz-

zata alla sperimentazione di un modello di analisi che permetta la stesura

di un report analitico e, successivamente,la georeferenziazione degli inci-

denti stradali.Tali dati potranno essere utilizzati sia per ottimizzare la ri-

sposta sanitaria nella fase acuta dell’intervento (118, Pronto Soccorso), sia

per gestire il sistema dei trasporti, la manutenzione stradale, la regolazio-

ne della circolazione e il controllo del territorio.

Per quanto riguarda gli incidenti domestici, non esiste un analogo

modello per la rilevazione degli stessi necessitanti di prestazioni sanitari:

la sorveglianza farà, pertanto, riferimento ai soli dati di Pronto Soccorso,

118, registri di mortalità, ricovero (S.D.O) e a quelli rilevati dalla

sorveglianza PASSI e PASSI d’Argento o dalle indagini ISTAT, per la

redazione di un report dedicato.

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Scopi generali che si

propone

Creare e sperimentare una struttura di monitoraggio regionale

dell’incidentalità stradale denominata “Centro Regionale sugli Incidenti

Stradali nella Regione Calabria(CRISC)” in grado di fornire i dati relativi

all’incidentalità, in rispetto delle tempistiche adottate per la rilevazione

statistica ISTAT sugli incidenti stradali e divenire strumento per il gover-

no del fenomeno dell’incidentalità stradale.

Fasi e attività Ottimizzazione della collaborazione per la costituzione del centro

regionale per la sorveglianza degli incidenti stradali e domestici in seguito

alla stipula della convezione tra Azienda sanitaria capofila e la Provincia

di Crotone

Attivazione e nomina responsabili e componenti dei gruppi aziendali.

Acquisizione flussi informativi settore sanitario.

Acquisizione flussi informativi settore extrasanitario.

Analisi completezza e qualità dei dati.

Elaborazione dei dati.

Stesura rapporti (entro 12 mesi dalla fine dell’anno di riferimento).

Comunicazione dei dati ai portatori di interesse.

Attori e portatori di

interesse coinvolti

Regione (sanità, infrastrutture, trasporti) – Aziende Sanitarie Provinciali

(ASP) (Pronto Soccorsi, 118, flussi informativi amministrativi e sanitari) -

Istat – ACI – Prefetture – Province – Comuni - Polizia stradale - Carabi-

nieri - Polizia urbana– Polizia provinciale – Pubblica Istruzione – Moto-

rizzazione – ANAS – Organizzazioni e Associazioni di cittadini.

Tempi di attuazione Dal 01/01/2103 al 31/12/2013

Risultati attesi Costituzione del Centro Regionale sugli incidenti stradali ( CRIS) –

Produzione di due rapporti sull’incidentalità stradale e domestica nelle

ASP di Catanzaro, Cosenza, Crotone e Vibo Valentia.

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1) REGIONE

CALABRIA

2) Titolo del progetto o del

programma Giovani e sicurezza stradale – Interventi preventivi

nell’Azienda Sanitaria di Cosenza

3) Identificativo della linea o

delle linee di intervento genera-

le (indicate nel quadro

d’insieme)

2.1 Prevenzione degli eventi infortunistici in ambito stradale

4) Numero identificativo del

progetto o del programma

all’interno del piano operativo

regionale

2.1.2

5) Breve descrizione

dell’intervento programmato *

6) Beneficiari ( target

dell’intervento)

Target finale: giovani 13– 24 anni, residenti nella provincia di

Cosenza

7) Obiettivi di salute ( e/o obiet-

tivi di processo) perseguiti**

Obiettivo di salute Riduzione della mortalità e disabilità

conseguenti ad incidenti stradali, connessi alla guida sotto

l’effetto di alcol e/o sostanze, nei giovani.

Obiettivo specifico n. 1 Mantenimento di collaborazioni con en-

ti e associazioni di categoria e volontariato coinvolti e interessati

al tema della prevenzione degli incidenti stradali, al fine di dif-

fondere la cultura di guida sicura e favorire un uso consapevole e

responsabile di bevande alcoliche.

Obiettivo specifico n. 2 aumentare nei giovani conoscenze e

competenze per una guida responsabile e favorire un uso consa-

pevole e responsabile di bevande alcoliche

(attraverso la realizzazione di interventi informativi – educativi.)

Indicatori Fonte di

verifica

Valore al 31/12/2013 Valore al 31/12/2013

Atteso Osservato

Numero di moltiplicatori già formati coin-

volti in iniaziative di prevenzione nei con-

testi educativi

Report degli inter-

venti

Almeno 10 moltiplicatori

nell’ASP di Cosenza

Numero di interventi attuati nei contesti

educativi/formativi

Documenti formali

di collaborazione

con gli Enti/ Istitu-

zioni .

Almeno n° 10 interventi

attuati nei contesti educa-

tivi/formativi dell'ASP di

Cosenza

Numero di giovani raggiunti

Enti/Istituzioni

con cui si atti-

vano gli

interventi

Almeno N° 300 giovani

raggiunti per l’ambito

provinciale

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Breve descrizione dell’intervento programmato*

Razionale

dell’intervento

eventualmente

supportato da

elementi ogget-

tivi

Gli incidenti stradali in Italia sono la principale causa di morte e di disabilità nella

popolazione al di sotto dei 40anni ed il 25% dei decessi per tale causa interessa i

giovani con meno di 23 anni. Da dati Istat risulta che in Italia nel 2011 gli inci-

denti stradali rilevati sono stati 205.638 che hanno causato 3.860 morti e 292.019

feriti. In Italia, tra il 2001 e il 2011, gli incidenti stradali con lesioni a persone so-

no passati da 263.100 a 205.638,con un calo del 21,8%; i morti sono passati da

7.096 a 3.860 (-45,6%) e i feriti da 373.286 a 292.019(-21,8%). Nello stesso pe-

riodo si è registrata anche una costante riduzione dell’indice di mortalità (numero

di morti ogni 100 incidenti), passato da 2,70 nel 2001 a 1,88 nel 2011. La varia-

zione percentuale annua del numero dei morti evidenzia, a partire dal 2002, una

riduzione della mortalità sempre più consistente nel tempo. (RAPPORTO ACI-ISTAT

2011 ).Tra il 2010 e il 2011 la diminuzione del numero dei morti è stata del 5,6%

.Rispetto al 2001, nel 2010 l’Italia ha registrato una diminuzione del numero di

morti del 45,6% negli incidenti stradali, risultato importante anche se non si è

raggiunta la riduzione della mortalità del 50% entro il 2010 raccomandata dal

Libro Bianco dell’Unione Europea. Nel RAPPORTO ACI-ISTAT 2011 sugli incidenti

stradali (pubblicato Il 31 ottobre 2012 ) si evidenzia che, rispetto al 2010, l’anno

scorso si è riscontrato un calo nel numero di incidenti stradali (-2,7%), di feriti (-

3,5%) e di morti (-5,6%) e i giovani 20-24enni sono le principali vittime di inci-

denti stradali.

In Calabria, nel 2011, si sono verificati n° 2.989 incidenti, che hanno causato

n°104 morti e n°5.116 feriti. Anche in Calabria,come nelle altre Regioni italiane,

il numero di morti per incidenti stradali in termini mortalità, è costantemente di-

minuito dal 2001 al 2011. Questi risultati sono stati raggiunti grazie alla sinergia

delle diverse azioni di prevenzione degli incidenti stradali promosse da da En-

ti,Istituzioni, Associazioni, Forze dell’Ordine e dalle Campagne di Comunicazio-

ne.

Al fine di rafforzare e migliorare i risultati fin ora raggiunti, è necessario prose-

guire nelle attività di prevenzione dimostratisi efficaci.

Le cause principali degli incidenti stradali, riferite ai fattori umani, restano

attribuibili al consumo di alcol, alla distrazione alla guida e al mancato rispetto

delle regole del Codice della Strada .

La Regione Calabria ha aderito, nei precedenti Piani Regionali di Prevenzione, ai

Progetti Nazionali di prevenzione degli incidenti stradali “ Scegliere la Strada del-

la Sicurezza (2006-2011)” e “Insieme x la sicurezza: Moltliplichiamo le azioni

preventive” promossi dal Ministero della Salute e dal CCM .

L’efficacia riscontrata, nell’esperienze pregresse, delle strategie comunicative

previste dai Progetti CCM, orienta la scelta di proseguire le azioni preventive nei

contesti educativi/formativi, utilizzando la metodologia informativa interattiva ed

il materiale didattico proposto dai Programmi Nazionali (video, slides, spot pub-

blicitari e campagne pubblicitarie, video musicali, giochi multimediali) al fine ,

non solo, di veicolare informazioni, ma stimolare e rafforzare le abilità individuali

(life skills). L’adolescenza è il periodo della vita in cui si struttura la personalità e

si acquisiscono atteggiamenti e comportamenti, per cui è utile proporre iniziative

di promozione di corretti stili di vita in questa fascia di età anche per contrastare

l’influenza dei pari e le pressioni della pubblicità.

Saranno proposti interventi focalizzati sulle conseguenze del mancato rispetto

delle norme relative alla sicurezza stradale ( distrazione, uso del cellulare, rischi

correlati alla guida sotto effetto di bevande alcoliche, ecc).

In Calabria gli adolescenti che vivono nelle zone più periferiche e disagiate han-

no minori opportunità di essere raggiunti da programmi/iniziative di promozione

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della sicurezza stradale e per contrastare questa diseguaglianza è opportuno privi-

legiare questi contesti educativi/formativi .

Scopi generali

che si propone

Obiettivo generale. Riduzione nei giovani, della mortalità e disabilità per inci-

denti stradali conseguenti a guida sotto l’effetto di alcol e/o sostanze, distrazione,

mancato rispetto delle norme.

Fasi in cui si

articola

Il progetto prevede attività informative/educative rivolte ai giovani e caratterizza-

te dall’utilizzo del materiale didattico proposto dal Programma Nazionale Pre-

venzione Incidenti Stradali(video, slides, spot pubblicitari e campagne pubblicita-

rie, video musicali, giochi multimediali) per creare situazioni stimolo con mo-

menti di confronto fra i giovani e condotte nei contesti educativi/formativi, dagli

Operatori Sanitari e/o dai “Moltiplicatori “già formati nei precedenti Progetti Na-

zionali “Scegliere la Strada della Sicurezza” e“Insieme per la sicurezza”

La metodologia educativa prevista mira a stimolare la capacità decisionale (capa-

cità di prendere decisioni in modo consapevole e costruttivo, considerando le di-

verse opportunità e le possibili conseguenze che ogni scelta implica) e

l’autoefficacia regolatoria (capacità di resistere alle influenze dei pari,

soprattutto quando questi invitano a cimentarsi in comportamenti che possono

mettere a rischio la propria salute.

Le fasi del progetto pertanto sono le seguenti:

fase 1: Individuazione degli operatori sanitari e dei “moltiplicatori dell’azione

preventiva”( già formati negli anni precedenti) e inoltre dei “contesti educati-

vi/formativi” (autoscuole, scuole) in cui attivare gli interventi, individuandoli tra

le sedi periferiche meno raggiunte da programmi/iniziative di sicurezza stradale

rivolta ai giovani.

fase 2: Pianificazione delle attività di prevenzione degli incidenti stradali nei

“contesti educativi/formativi”individuati.

fase 3: Attivazione degli interventi di prevenzione degli incidenti stradali nei

“contesti educativi/formativi” a cura degli operatori sanitari e dei “moltiplicatori

dell’azione preventiva” individuati localmente.

fase 4: Valutazione degli interventi.

Attività di cui

si compone

Selezione della/e strategia/e di intervento scelte: Valorizzare le competenze ac-

quisite dagli Operatori Sanitari e dai “moltiplicatori dell’azione preventiva” già

formati e coinvolti nei precedenti Programmi, per attivare interventi nei contesti

educativi applicando la strategia comunicativa interattiva e i materiali didattici

stimolo dei precedenti Progetti Nazionali (in considerazione dell’efficacia rilevata

e dell’esperienza maturata).

Attori e porta-

tori di interesse

coinvolti

Operatori sanitari della Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza i “Moltiplica-

tori dell’azione preventiva”( Associazioni di volontariato, Docenti della Scuola,

Insegnanti/istruttori di Autoscuole, Forze dell’Ordine,Volontari del soccorso)

Scuole e Autoscuole.

Tempi di attua-

zione (crono-

programma)

Anno 2013

Indicatori ( di

processo, di ri-

sultato)**

Numero di moltiplicatori già formati coinvolti in iniziative di prevenzione nei

contesti educativi

Numero di interventi attuati nei contesti educativi/formativi

Numero di giovani raggiunti

Risultati attesi Aumento delle competenze di “guida responsabile” nei giovani 13 – 24 anni

(modifiche attitudinali e comportamentali).

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Indicatori (di processo e di risultato)

Breve descrizione dell’intervento programmato*

Razionale dell’intervento

eventualmente supportato da

elementi oggettivi

L’agricoltura, dal punto di vista infortunistico, è da sempre uno dei settori ad alto

rischio insieme al settore delle costruzioni. Negli ultimi anni si è riscontrata una

costante diminuzione del numero di infortuni che nel 2011 sono stati 47054 (dato

nazionale) con una flessione di circa il 18% rispetto al 2007. Aumentano, tuttavia,

gli infortuni mortali del 5% circa nel quinquennio che va dal 2007 al 2011 atte-

standosi nel 2011 su 109 casi (104 nel 2007), di cui oltre il 90% in occasione di la-

voro ossia nell’esercizio effettivo dell’attività lavorativa. Molteplici sono i fattori

che contribuiscono al fenomeno infortunistico in agricoltura: la frammentarietà

della realtà produttiva, la tipologia di azienda spesso a conduzione familiare, l’età

elevata, il basso grado di formazione e addestramento, l’utilizzo di manodopera

straniera migrante spesso non formata se non addirittura improvvisata, il lavoro

sommerso, la presenza di persone che si dedicano all’attività agricola in maniera

saltuaria (hobby farmer).

Dall’analisi dei dati, in Calabria, risultano denunciati, nel 2011, 1118 infortuni con

una flessione rispetto al 2010 del 2,2%. La provincia con il più alto numero risulta

Cosenza con 565 infortuni seguita da Catanzaro con 235. Rimane costante invece

il numero di infortuni mortali pari a 4 sia nel 2010 che nel 2011. Nel 2012 risulta-

no avvenuti complessivamente 916 infortuni

1) REGIONE CALABRIA

2) Titolo del progetto o del

programma Prevenzione infortuni in agricoltura attraverso azioni di controllo in attua-

zione del Piano Regionale Agricoltura

3) Identificativo della linea o

delle linee di intervento

generale ( indicate nel

quadro d’insieme)

2.2 Prevenzione degli eventi infortunistici in ambito lavorativo e delle

patologie lavoro correlate

4) Numero identificativo del

progetto o del programma

all’interno del piano opera-

tivo regionale

2.2.1

5) Breve descrizione

dell’intervento program-

mato *

Vedi sotto

6) Beneficiari ( target

dell’intervento)

Popolazione occupata in agricoltura

7) Obiettivi di salute ( e/o

obiettivi di processo) per-

seguiti**

Riduzione degli infortuni in agricoltura attraverso un’efficace azione di controllo

in almeno 250 aziende e 300 macchine agricole.

Indicatori Fonte di verifi-

ca

Valore

dell’indicatore al

31 dicembre 2012

Valore dell’indicatore al 31 dicembre 2013

Atteso Osservato

1) N. ro aziende

agricole con-

trollate sul ter-

ritorio regiona-

le

Report annuale

276 Ulteriori 250

2) N.ro macchine

agricole con-

trollate

Report annuale

638 Ulteriori 300

Page 8: 1) REGIONE CALABRIAold.regione.calabria.it/sanita/allegati/dpgr_2014/proget...2) Titolo del progetto o del pro-gramma Sistema regionale di sorveglianza degli incidenti stradali e domestici

Un’efficace azione di informazione, assistenza e formazione insieme al migliora-

mento dell’attività di prevenzione e vigilanza, in prosecuzione di quanto già attuato

dai Servizi PISAL nel biennio 2011/2012, può consentire il raggiungimento degli

obiettivi di salute del progetto.

Scopi generali che si propone Lo scopo generale dell’intervento è la prevenzione degli infortuni attraverso

l’intensificazione dei controlli sulle aziende agricole e sulle macchine agricole uti-

lizzate con azioni di prevenzione e vigilanza ed interventi di formazio-

ne/informazione ed assistenza alle aziende al fine di accrescere la cultura della si-

curezza.

Fasi in cui si articola - Valutazione delle aziende da ispezionare secondo criteri ben definiti.

- Aggiornamento operatori SPISAL

- Campagna di sensibilizzazione ai gruppi di interesse.

- Monitoraggio attività di vigilanza eseguita.

- Monitoraggio prescrizioni impartite.

- Valutazione dei dati di reporting.

Attività di cui si compone - Realizzazione piani di intervento.

- Percorsi di aggiornamento mirati agli operatori addetti al controllo.

- Seminari e diffusione di materiale informativo per le aziende.

- Attività di vigilanza mirata alle macchine agricole.

- Controllo di 250 aziende agricole e 300 macchine agricole.

- Analisi, valutazione dei dati e presentazione risultati.

Attori e portatori di interesse

coinvolti Lavoratori del comparto agricolo; Datori di lavoro; Rappresentanti dei lavora-

tori per la sicurezza, associazioni di categoria, Dipartimento Regionale Tutela

della Salute e Politiche Sanitarie, DPL, INPS, INAIL, AA.SS.PP.

Criticità Livello di sensibilità e consapevolezza dei rischi inadeguati.

Gran numero di imprese a conduzione familiare e/o con elevata prevalenza di

lavoratori stranieri e/o rilevante presenza di lavoratori in nero.

Consolidate abitudini lavorative e/o comportamenti errati.

Attrezzature di lavoro tecnologicamente obsolete.

Caratteristiche oleografiche dei terreni coltivati.

Mancanza di un’anagrafe informatizzata delle aziende agricole.

- Insufficienza di risorse umane.

Indicatori ( di processo, di ri-

sultato)**

1 N. ro di aziende agricole controllate.

2 N.ro di macchine agricole controllate.

Tempi di attuazione Annualità 2013

Risultati attesi Consolidamento delle azioni di vigilanza nelle aziende agricole del territorio cala-

brese mirate prevalentemente alla sicurezza delle macchine agricole, quale stru-

mento di riduzione del numero di infortuni nell’anno 2013

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Indicatori (di processo e di risultato)

1) REGIONE CALABRIA

2) Titolo del progetto o del

programma Prevenzione degli infortuni in edilizia attraverso azioni di controllo in attua-

zione del Piano Regionale Edilizia

3) Identificativo della linea o

delle linee di intervento

generale ( indicate nel

quadro d’insieme)

2.2 Prevenzione degli eventi infortunistici in ambito lavorativo e delle

patologie lavoro correlate

4) Numero identificativo del

progetto o del programma

all’interno del piano opera-

tivo regionale

2.2.2

5) Breve descrizione

dell’intervento program-

mato *

Vedi sotto

6) Beneficiari ( target

dell’intervento)

Lavoratori comparto Edilizia

7) Obiettivi di salute ( e/o

obiettivi di processo) per-

seguiti**

Il presente progetto porta avanti gli obiettivi e gli impegni che sono stati perseguiti

dagli SPISAL negli anni 2011/2012 nel mantenere i trend di riduzione degli infor-

tuni mortali e con esiti invalidanti registrati negli ultimi anni nel settore

dell’edilizia.

Il Piano Nazionale di Prevenzione prevedeva come obiettivo il mantenimento dei

trend di riduzione degli infortuni mortali e con esiti invalidanti nell’ottica della ri-

duzione del 15% nel triennio, declinati nel Piano Regionale 2011-2012 come ri-

duzione del 5% su base annua .

Considerato che la prosecuzione del Piano Regionale di Prevenzione interesserà il

2013, si ritiene opportuno confermare la percentuale di riduzione nel 5%: non es-

sendo tuttavia tale dato disponibile a fine anno, per i tempi di elaborazione delle

statistiche INAIL, non sarà adottato come indicatore di risultato.

Come stabilito dalle linee di intervento del Coordinamento interregionale,

nell’ambito del Piano nazionale Edilizia, per l’attività di vigilanza, ad ogni regione

è stata assegnata una quota di cantieri da controllare ogni anno al fine di raggiun-

gere l’obiettivo di 50.000 cantieri/anno su tutto il territorio nazionale.

Per la Regione Calabria tale quota è pari a 1370 cantieri/anno di cui il 20% da

ispezionare in collaborazione con le DPL, l’INAIL e l’INPS, quota che, per la rile-

vanza delle ricadute sull’obiettivo di salute prefissato, si assume come indicatore

di risultato per l’anno 2013 .

Il progetto, inoltre, si prefigge di utilizzare e perfezionare le procedure, utilizzate

negli anni 2011/2012, per il monitoraggio ed il controllo dei cantieri al fine di uni-

formare le azioni di vigilanza secondo il modello del PNE, inoltre, migliorare le

capacità e le competenze degli operatori SPISAL attraverso momenti formativi,

costruire un archivio di buone pratiche, collaborare all’attività interregionale sulla

sicurezza in edilizia e promuovere la cultura della sicurezza coinvolgendo i lavora-

tori e le altre figure interessate, nonché le associazioni di categoria, gli organismi

paritetici, gli enti e le istituzioni.

Page 10: 1) REGIONE CALABRIAold.regione.calabria.it/sanita/allegati/dpgr_2014/proget...2) Titolo del progetto o del pro-gramma Sistema regionale di sorveglianza degli incidenti stradali e domestici

Breve descrizione dell’intervento programmato*

Razionale dell’intervento

eventualmente supportato da

elementi oggettivi

Il settore delle costruzioni rimane una delle priorità di rischio nazionale con circa

63331 denunce di infortuni nel 2011 a fronte di 74485 nel 2010 con un calo del

10,9%. Anche gli eventi mortali, passando da 218 nel 2010 a 186 nel 2011, segna-

no un calo del 14,7%. Dai dati INAIL risulta che in Calabria, nell’anno 2011, il

numero degli infortuni denunciati in questo comparto è pari a 1279 a fronte di

1528 denunciati nel 2010 mentre il numero di eventi mortali è pari a 5. Il bilancio

si presenta quindi decisamente migliore, ma i dati rimangono comunque inaccetta-

bili se consideriamo, da un lato, il forte impegno profuso dalle varie amministra-

zioni per arginare il fenomeno infortunistico e dall’altro il fortissimo calo occupa-

zionale che ha caratterizzato questo settore negli ultimi anni. Il contesto sul quale

consolidare gli interventi progettuali è infatti rappresentato da una realtà lavorati-

va, quella del cantiere edile, che è molto complessa, trattandosi di luogo tempora-

neo e mobile e, per forza di cose, molto precario, in cui spesso vengono disattese le

norme in materia di sicurezza, per cui è elevato il numero degli stessi che si trova-

no in condizioni al di sotto del minimo etico di sicurezza. E’ inoltre un contesto la-

vorativo in cui è abbastanza abituale l’utilizzo di lavoratori in “nero”, di minori, di

immigrati, di popolazione anziana, di manodopera non ben addestrata e non forma-

ta sui rischi legati all’attività lavorativa. I problemi più presenti sono rappresentati

da un inadeguato livello di sensibilità e di consapevolezza del rischio con conse-

guente assunzione di abitudini e comportamenti errati da parte dei lavoratori che in

ogni caso si trovano a lavorare con opere provvisionali non a norma, con attrezza-

ture obsolete e spesso prive dei dispositivi di sicurezza, in assenza di dispositivi

individuali di protezione ecc. Un dato allarmante diffuso dal Ministero del lavoro è

che il 59% delle aziende ispezionate opera in situazioni di irregolarità.

Le attività progettuali messe in atto nel biennio 2011-2012 hanno consentito , pur

permanendo le carenze di personale negli organici , di migliorare l’organizzazione

e quindi l’efficacia delle azioni di vigilanza, nonché di avviare su tutto il territorio

regionale l’attività di vigilanza congiunta con gli altri soggetti titolari di funzioni di

controllo (DPL, INAIL, INPS), conseguendo risultati positivi misurabili e in linea

con le attese, che evidenziano la necessità di proseguire e consolidare le azioni

avviate, anche nell’anno 2013 .

Scopi generali che si propone Prevenzione degli infortuni mortali e con esiti invalidanti nel settore dell’edilizia

attraverso la realizzazione di azioni di coordinamento con altri enti, campagne di

sensibilizzazione e di informazione al fine di aumentare la cultura della prevenzio-

ne, monitoraggio del territorio e sopralluoghi nei cantieri.

Indicatori Fonte di verifi-

ca

Valore

dell’indicatore al

31 dicembre 2012

Valore dell’indicatore al 31 dicembre 2013

Atteso Osservato

3) N. ro cantieri

sottoposti a

controllo

Report annuale

1240 ulteriori 1200

4) Percentuale di

adempimenti

rispetto alle

violazioni con-

testate nei ver-

bali elevati in

sede di sopral-

luogo

Verbali e Co-

municazioni

notizia di reato

alla Procura

della Repubbli-

ca

90% (+ 10% rispet-

to al valore atteso) >80%

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Fasi in cui si articola - Revisione programmi di intervento

- Aggiornamento operatori SPISAL

- Campagna informative

- Controllo sui cantieri

- Verifica prescrizioni

- Valutazione dei dati di reporting e condivisione con G.I.

Attività di cui si compone - Redazione dei Piani di controllo in base alla quota cantieri da ispezionare in-

dicati nella programmazione nazionale e regionale, in collaborazione con

DPL, INAIL, INPS.

- Percorsi di aggiornamento mirati agli operatori addetti al controllo

- Seminari e diffusione di materiale informativo per le imprese

- Attività di monitoraggio e controllo sul territorio

- Analisi dei dati e presentazione risultati ai G.I.

Attori e portatori di interesse

coinvolti Lavoratori del comparto edile; Datori di lavoro; Rappresentanti dei lavoratori

per la sicurezza, associazioni di categoria, DPL, INPS, INAIL, AA.SS.PP.

Criticità In passato la programmazione centrale è stata carente, così come i percorsi

formativi spesso privi di un coordinamento adeguato.

- Insufficienza di risorse umane.

Indicatori ( di processo, di ri-

sultato)**

3 N. ro di cantieri sottoposti a controllo.

4 Percentuale di adempimenti rispetto alle violazioni contestate nei verbali

elevati in sede di sopralluogo.

Tempi di attuazione Annualità 2013

Risultati attesi Consolidamento delle azioni di vigilanza nei cantieri del territorio ed implementa-

zione delle % di adeguamento alle norme, quale strumento del mantenimento del

trend di riduzione del numero di infortuni nell’anno 2013.

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1) REGIONE CALABRIA

2) Titolo del progetto o del pro-

gramma

Programma di interventi rivolto ai genitori dei bambini tra 0

e 4 anni ed agli insegnanti delle scuole dell’infanzia calabresi

3) Identificativo della linea o delle li-

nee di intervento generale ( indicate

nel quadro d’insieme)

Prevenzione degli eventi infortunistici in ambito domestico

4) Numero identificativo del progetto

o del programma all’interno del piano

operativo regionale

2.3.2

5) Breve descrizio-

ne dell’intervento

programmato *

Il progetto è la prosecuzione dello stesso già avviato nell’anno 2011/2012 che

ha coinvolto: 5 Istituti scolastici; 8 Plessi; 31 Classi; 708 Alunni; 62 Insegnan-

ti; 5 Dirigenti Scolastici; 206 Genitori.

Sono stati realizzati:

L’opuscolo informativo “ La famiglia casa pericoli” Prevenzione degli inci-

denti domestici per gli insegnanti

L’opuscolo informativo “ La famiglia casa pericoli” Prevenzione degli inci-

denti domestici per i genitori

Il Cd esplicativo del progetto

Si ritiene, pertanto, opportuno proseguire questa attività di prevenzione degli

incidenti domestici sul territorio, mediante la prosecuzione del progetto in real-

tà scolastiche diverse da quelle precedentemente coinvolte e precisamente in

ulteriori tre scuole dell’ASP di Catanzaro.

6) Beneficiari (target dell’intervento) Insegnanti, Genitori, Alunni.

7) Obiettivi di salute ( e/o obiettivi di

processo) perseguiti**

Gli obiettivi perseguiti a breve termini sono di tipo compor-

tamentale per gli alunni: acquisizione della consapevolezza

delle potenzialità di pericolo in casa e a scuola; attuazione di

comportamenti corretti atti a prevenire gli incidenti; per in-

segnanti e genitori anche conoscenze teoriche ed abilità pra-

tiche da attuare sul bambino incidentato.

A lungo termine gli obiettivi di salute si ripercuoteranno in

una riduzione del numero degli infortuni, in età pediatrica,

in ambito domestico ed in una riduzione del numero di le-

sioni da incidente domestico con l’applicazione delle mano-

vre salva-vita

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Breve descrizione dell’intervento programmato*

Razionale dell’intervento

eventualmente supportato da

elementi oggettivi

Gli incidenti rappresentano la prima causa di morte e di invalidità tra

i bambini e gli adolescenti. In Italia si stima che ogni anno il 10% dei

bambini subisca un incidente per il quale si ricorre al pronto soccor-

so. In Calabria il 2,9 degli accessi al pronto soccorso è dovuto ad in-

cidenti domestici. La maggior parte di essi è prevenibile e prevedibi-

le con azioni mirate alla modifica dei comportamenti scorretti, attra-

verso l’educazione di genitori, insegnanti ed alunni. Un adeguato e

tempestivo soccorso, inoltre, atto a sostenere le funzioni vitali nei

primi 15 minuti dal trauma è in grado di salvare una vita umana, o

nella peggiore delle ipotesi di limitare i danni da invalidità.

Scopi generali che si propone Realizzare un percorso formativo rivolto a genitori ed insegnanti per

debellare cattive abitudini ed indurre comportamenti corretti.

Far acquisire abilità sulle manovre di primo soccorso in situazioni di

emergenza, nel bambino incidentato.

Fasi in cui si articola 1)Individuazione delle scuole target

2)Richiesta delle adesioni

3)Formalizzazione del gruppo di lavoro con operatori socio sanitari e

scolastici per le modalità di esecuzione del programma.

4)Pianificazione della strategia comunicativa relativa alle modifiche

ed agli accorgimenti per la rimozione dei pericoli in casa

5)Studio ed ideazione delle relazioni teoriche e pratiche

6) Coinvolgimento di Ordini Professionali, USR

7) Organizzazione del corso di formazione per genitori ed insegnanti

Attività di cui si compone 1)Individuazione equipe di esperti e rete di referenti aziendali e non

aziendali

2) Ideazione, confronto e produzione del materiale da utilizzare

3)Diffusione del materiale prodotto

4)Contatti con tutto il personale interessato per la divulgazione e la

promozione dell’attività di formazione e di prevenzione degli inci-

denti domestici

5)Attività formativa teorica (es .traumi e cadute ustioni, tagli, avve-

lenamenti, folgorazioni, trauma dentali) rivolta alla popolazione tar-

get

6) Attività formativa pratica rivolta alla popolazione target:

Manovra di disostruzione delle vie aeree Massaggio cardiaco

Indicatori Fonte di

verifica

Valore al 31/12/2013 Valore al

31/12/2013

Atteso Osservato

Numero di moltiplicatori già formati coin-

volti in iniaziative di prevenzione nei con-

testi educativi

Report degli inter-

venti

Almeno 10 moltiplicatori

nell’ASP di Cosenza

Numero di interventi attuati nei contesti

educativi/formativi

Documenti formali

di collaborazione

con gli Enti/ Istitu-

zioni .

Almeno n° 10 interventi

attuati nei contesti educa-

tivi/formativi dell'ASP di

Cosenza

Numero di giovani raggiunti

Enti/Istituzioni

con cui si atti-

vano gli

interventi

Almeno N° 300 giovani

raggiunti per l’ambito

provinciale

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Respirazione bocca a bocca

Incontro educativo con gli alunni

10)Stesura di un report finale

Attori e portatori di interesse

coinvolti

Insegnanti, Genitori, Alunni, PLS, Pediatri di comunità, Esecutori di

PBLS, MMG, Assistenti sociali, Infermieri professionali, Psicologi,

Farmacisti.

Criticità Ritardi causati dalla difficoltà di collaborazione con l’USP.

Assenza di dati epidemiologi di riferimento nella nostra azienda sani-

taria. Strutture scolastiche inidonee . Limitata adesioni dei genitori al

programma. Scarsa percezione del pericolo da parte dei genitori.

Tempi di attuazione (crono-

programma)

Anno 2013

Indicatori (di processo, di ri-

sultato)**

N.ro di insegnanti formati e N.ro di genitori formati

N.ro di scuole fruitrici coinvolte nel progetto e

N.ro di alunni fruitori del progetto

N.ro opuscoli distribuiti, N.ro di corsi di formazione e

N.ro di convegni provinciali

Risultati attesi Almeno:

ulteriori 35 insegnanti e 206 genitori formati

ulteriori 5 scuole e 300 alunni coinvolti

ulteriori 200 opuscoli distribuiti, 3 corsi di Formazione e 1 convegno

provinciale

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1) REGIONE

CALABRIA

2) Titolo del progetto o del programma

Nuovo “Piano nazionale per l’eliminazione

del morbillo e della rosolia congenita 2010-

2012” : consolidamento delle coperture

vaccinali, sorveglianza epidemiologica e

conferma di laboratorio dei casi nella Re-

gione Calabria.

3) Identificativo della linea o delle linee di interven-

to generale (indicate nel quadro d’insieme)

2.4 Prevenzione delle malattie suscettibili

di vaccinazione.

4) Numero identificativo del progetto o del pro-

gramma all’interno del piano operativo regionale

2.4.1

5) Breve descrizione dell’intervento programmato*

6) Beneficiari (target dell’intervento)

Nuovi nati, bambini e adolescenti, donne in

età fertile suscettibili.

7) Obiettivi di salute perseguiti Aumentare e consolidare le coperture vac-

cinali in età evolutiva per il morbillo e la

rosolia, aumentare la percentuale delle

donne in età fertile immuni alla rosolia, po-

tenziare e consolidare la diagnostica nei

confronti del morbillo della parotite e della

rosolia”.

Indicatori

(di risultato)

Fonte di veri-

fiva

Valore al

31/12/2012

Valore al 31/12/2013

Atteso Osservato

Percentuale bambini età 24

mesi vaccinati con 1 dose di

vaccino MPR

Calcolo an-

nuale coper-

ture vacci-

nali a 24

mesi

88,76% 90% di vaccinati

con 1 dose di vacci-

no MPR calcolati

all’età di 24 mesi

Percentuale bambini età 5-6

anni vaccinati con 2 dose di

vaccino MPR

Calcolo an-

nuale coper-

ture vacci-

nali

78,24% 81% di vaccinati

con 2 dose di vacci-

no MPR calcolati

all’età di 5-6 anni

Predisporre un Protocollo

Operativo regionale per la

vaccinazione delle donne su-

scettibili nel post partum, nel

post-IVG o aborto sponta-

neo.

Protollo

Regionale

Definizione del pro-

tocollo

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Breve descrizione dell’intervento programmato

Razionale

dell’intervento

Le Coperture vaccinali MPR nei nuovi nati a 24 mesi nel 2012 ha raggiunto

l'88,76%, nei bambini 5-6 anni con due dosi il 78,24% .

Al fine di poter raggiungere gli obiettivi sopraindicati sono state realizzate,

sia attività di informazione rivolte alla popolazione sia corsi di formazione

rivolti al personale sanitario. I corsi di formazione hanno coinvolto oltre

agli operatori dei centri vaccinali anche gli operatori sanitari dei punti na-

scita e dei consultori familiari, ciò al fine di poter implementare l’offerta

vaccinale alle donne suscettibili nel post-partum e post I.V.G. ed aumentare

la consapevolezza nelle donne in gravidanza dei benefici legati alla vacci-

nazione dei propri figli. Nonostante gli obiettivi raggiunti occorre migliora-

re la copertura vaccinale affinchè si possa raggiungere quanto previsto dal

Piano di eliminazione del morbillo e della rosolia congenita.e per come ri-

portato nel Piano Operativo 2013-2015 dove sono previste le azioni per

raggiungere una copertura al 90% entro il 31.12.2014 e al 95% entro il

31.12.2015.

Scopi generali che

si propone

Aumentare e consolidare le coperture vaccinali in età evolutiva per il mor-

billo e la rosolia, aumentare la percentuale delle donne in età fertile immuni

alla rosolia, potenziare e consolidare la diagnostica nei confronti del mor-

billo della parotite e della rosolia”.

Fasi e attività

Offerta attiva della Vaccinazione MPR a tutti i nuovi nati e solleci-

to degli inadempienti;

Offerta attiva della vaccinazione MPR a tutte le donne in età fertile

negative al rubeo test o con stato immunitario incerto in ogni occa-

sione opportuna (idoneità al lavoro,iscrizione università, screening

per pap-test, visite preassuntive o periodiche per idoneità mansio-

ne specifica ,certificazioni medico-legali,viaggi );

Offerta attiva della vaccinazione MPR o MPRV in ogni altra sedu-

ta vaccinale utile del calendario vaccinale vigente (richiamo dTp

,vaccinazione HPV etc );

Offerta attiva della vaccinazione alle madri negative in occasione

delle vaccinazioni programmate dei figli ;

Divulgare informativa specifica agli operatori sanitari (MMG, PLS,

ginecologi, ostetrici, neonatologi, medici competenti) sui rischi del-

la rosolia in gravidanza, sui benefici e rischi della vaccinazione

MPR o MPRV, sulla sicurezza della vaccinazione nel postpartum, e

IVG ,sull'importanza di utilizzare tutte le occasioni opportune per

informare le donne in età fertile, verificarne la situazione immunita-

ria e indirizzare le suscettibili ai servizi vaccinali.

Predisporre un Protocollo Operativo Regionale tra Laboratori e Di-

partimento di Prevenzione per l'individuazione delle donne in età

fertile suscettibili per rosolia che preveda un flusso diretto dai labo-

ratori analisi ai Servizi di Igiene e Sanità Pubblica per la comunica-

zione dei dati delle donne in età fertile risultate negative al rubeo

test (IgG), eseguito per qualunque motivo, in modo da invitarle atti-

vamente a sottoporsi a vaccinazione.

Predisporre un Protocollo Operativo regionale (Attivare i Protocolli

aziendali) per la vaccinazione delle donne suscettibili nel post par-

tum, nel post-interruzione volontaria di gravidanza o aborto, da dif-

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fondere a tutti i punti nascita del territorio condividendo le seguenti

possibili strategie: a) Vaccinazione somministrata in corso di rico-

vero prima della dimissione. b) Vaccinazione somministrata presso

il servizio vaccinale con chiamata ad hoc. c) Vaccinazione sommi-

nistrata presso il servizio vaccinale in occasione della somministra-

zione della prima dose di vaccini al neonato.

Attori e portatori di

interesse coinvolti

Le famiglie;

o le donne suscettibili in età fertile;

o MMG e PLS;

o Ostetriche;

o Ginecologi;

o Medici dei Centri Vaccinali e Operatori Sanitari dei Consultori;

o Dipartimenti Prevenzione ASP;Aziende Ospedaliere;

o Altri stakeolders (Altri Operatori Sanitari , mediatori culturali ,Personale

Pubblica Istruzione, ecc.)

Criticità

Condizione necessaria e imprescindibile per il raggiungimento degli obiet-

tivi di salute esplicitati sono l’adeguamento agli standard di qualità degli

centri vaccinali territoriali esistenti ,presenza di personale sanitario e am-

ministrativo esclusivamente dedicato alle attività vaccinali e adesione ai

protocolli stabiliti da parte di tutti gli operatori sanitari coinvolti.

Tempi di attuazio-

ne

Anno 2013

Risultati attesi

Miglioramento delle coperture vaccinali.

Definizione protocollo operativo.

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1) REGIONE CALABRIA

2) Titolo del progetto o del

programma

Monitoraggio delle coperture vaccinali e uniformazio-

ne/informatizzazione delle anagrafi vaccinali.

3) Identificativo della linea o

delle linee di intervento gene-

rale (indicate nel quadro

d’insieme)

2.4 Prevenzione delle malattie suscettibili di vaccinazione.

4) Numero identificativo del

progetto o del programma

all’interno del piano operativo

regionale

2.4.2

5) Breve descrizione

dell’intervento programmato

6) Beneficiari (target

dell’intervento)

Coorte dei nuovi nati sottoposti alle vaccinazioni dell’infanzia,

bambini fino a 6 anni, bambini e adolescenti dai 6 ai 15 anni, ado-

lescenti e adulti dai 15 anni in poi, anziani.

7) Obiettivi di salute persegui-

ti

Definire strategie vaccinali per la popolazione calabrese.

Monitorare e migliorare le coperture vaccinali. Integrare i sistemi

informativi esistenti con raccolta dei dati che confluiscono su un

connettore regionale unico.

Indicatori

(di risultato)

Fonte di veri-

fiva

Valore al

31/12/2012

Valore al 31/12/2013

Atteso Osservato

Numero Centri vaccinali in-

formatizzati

Schede regione

50%

Numero Centri Vaccinali

Informatizzati 55%

Coorti di nascita informatiz-

zate

Schede ASP

10% della prima

Coorte

Coorti di nascita informa-

tizzate 20% di una coorte

Breve descrizione dell’intervento programmato

Razionale dell’intervento

Nel biennio 2010-2012, l’informatizzazione dell’ anagrafe vacci-

nale è stata avviata nel 50% dei centri vaccinali ed è stato infor-

matizzato il 10% della prima coorte dei nuovi nati sottoposti a

vaccinazione inoltre sono state attivate le procedure per il riuso

del software della Regione Puglia che sarà l’unico utilizzato in

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tutte le Aziende Sanitarie, con delibera di Giunta Regionale n. 273

del 15.6.2012.

Nel frattempo in continuazione del raggiungimento degli obiettivi

del Piano di Rientro è stato predisposto il Piano Operativo Trien-

nale 2013/1015 che prevede l’informatizzazione dei Centri Vacci-

nali con l’attivazione dell’anagrafe vaccinale informatizzata entro

il 31/12/2014.

Scopi generali che si propo-

ne

Implementare l’Informatizzazione dei centri vaccinali.

Fasi e attività

Acquisizione ed Installazione software, in riuso della Regione Pu-

glia, inserimento nuovi nati e soggetti sotto i quindici anni com-

piuti

Formazione operatori sanitari su utilizzo anagrafe informatizzata

Realizzazione campagne informazione a tutti i soggetti vaccinabili

Attori e portatori di interes-

se coinvolti

Coorte dei nuovi nati sottoposti alle vaccinazioni dell’infanzia.

Bambini fino a 6 anni. Bambini e adolescenti dai 6 ai 15 anni.

Adolescenti e adulti >=15 anni. Anziani

Tempi di attuazione

Anno 2013

Risultati attesi

Informatizzazione di almeno il 55% dei centri vaccinali.

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1) REGIONE CALABRIA

2) Titolo del progetto o del programma

Miglioramento della qualità vaccinale

3) Identificativo della linea o delle linee

di intervento generale (indicate nel qua-

dro d’insieme)

2.4

4) Numero identificativo del progetto o

del programma all’interno del piano ope-

rativo regionale 2.4.3

5) Breve descrizione dell’intervento pro-

grammato*

6) Beneficiari (target dell’intervento)

Popolazione generale, in particolare bambini ed adole-

scenti.

7) Obiettivi di salute perseguiti

Rendere omogenea l'offerta vaccinale sul territorio re-

gionale. Aumentare le coperture vaccinali generali e la

proporzione di vaccini effettuati al momento più op-

portuno.

Indicatori

Fonte di verifica Valore al

31/12/2012 Valore al 31/12/2013

Atteso Osservato

Adeguamento dei centri

vaccinali agli standard

descritti nelle linee guida

regionali.

Schede azien-

dali

50%

55%

Adeguamento dei centri

vaccinali alle linee guida

di qualità dell’offerta vac-

cinale

Atti aziendali

50%

55%

Breve descrizione dell’intervento programmato*

Razionale dell’intervento

Nel biennio 2010-2012 sono state avviate azioni volte a censire i cen-

tri vaccinali al fine di poterli adeguare a quanto stabilito dalle linee

guida regionali. Sono stati realizzati corsi di formazione rivolti al per-

sonale dei centri vaccinali. Le azioni svolte hanno permesso di ade-

guare il 50% dei centri vaccinali presenti sul territorio. Nell’anno

2013 si proseguirà con le attività di adeguamento dei centri vaccinali

di un ulteriore 5%, tra quelli censiti.

Scopi generali che si

propone

Implementazione del numero dei Centri Vaccinali adeguati agli

standard e alle Linee Guida Regionali.

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Fasi e attività

Riunioni del gruppo di lavoro regionale

Individuazione dei centri da adeguare

Sopralluoghi ed analisi documentale

Indicazioni per il miglioramento

Valutazione dell’adeguamento dei centri vaccinali agli standard de-

scritti nelle linee guida regionali.

Valutazione dell’adeguamento dei centri vaccinali alle linee guida di

qualità dell’offerta vaccinale.

Attori e portatori di in-

teresse coinvolti

Popolazione generale, in particolare bambini ed adolescenti.

Operatori dei Centri Vaccinali

Regione

ASP

Tempi di attuazione

Anno 2013

Risultati attesi

Adeguamento di almeno il 55% dei centri vaccinali agli standard de-

scritti nelle linee guida regionali.

Adeguamento di almeno il 55% dei centri vaccinali alle linee guida di

qualità dell’offerta vaccinale .

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1) REGIONE CALABRIA

2) Titolo del progetto o del programma La Peer Education. Prevenzione delle infezio-

ni sessualmente trasmissibili.

3) Identificativo della linea o delle linee di in-

tervento generale ( indicate nel quadro

d’insieme)

2.6 La prevenzione delle malattie infettive per le

quali non vi è disponibilità di vaccinazione.

4) Numero identificativo del progetto o del pro-

gramma all’interno del piano operativo regiona-

le

2.6.1

5) Breve descrizione dell’intervento program-

mato *

Promuovere la partecipazione attiva dei giovani,

per mezzo della peer education nelle azioni di

prevenzione sui temi dell’educazione sessuale e

delle M.S.T. e HIV

6) Beneficiari ( target dell’intervento) Giovani 15-16 anni, studenti delle II e III classi

destinatarie dei messaggi tra pari

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Indicatori

Fonte di verifica

Valore al 31 /12/ 2013

Atteso

Osservato

Numero di scuole

coinvolte

Dati AASSPP Ulteriori 20

Numero di nuovi

gruppi peer attivati

Dati AASSPP Ulteriori 20

Numero di studenti

coinvolte

Dati AASSPP Ulteriori 2000

Numero di interventi Dati AASSPP Ulteriori 40

Breve descrizione dell’intervento programmato*

Razionale dell’intervento

eventualmente supportato da

elementi oggettivi

Molti percepiscono l’AIDS e le MST come problemi soltanto di “catego-

rie a rischio”, invece appartengono a tutta la popolazione e per questo

non bisogna mai abbassare la guardia. Negli ultimi anni, nonostante le

campagne di prevenzione, si contano ogni anno nuovi casi di infezione

da HIV e IST particolarmente nella fascia di età 14/24 anni.

La peer education (educazione tra pari) rappresenta oggi uno dei più si-

gnificativi modelli di lavoro con e per gli adolescenti. Consiste nel for-

mare un gruppo di studenti (peer educator) che si fa promotore di benes-

sere all’interno della scuola realizzando varie attività rivolte ai pari.

Questa metodologia ha riscosso grande interesse nel contesto

dell’educazione alla salute soprattutto in settori come la prevenzione

dell’ HIV e la sessualità, ed è stata già attuata nella Regione Calabria in

numerosi Istituti Superiori, con risultati di buon coinvolgimento e parte-

cipazione attiva dei giovani..

Ci si prefigge di realizzare la formazione di nuovi peer e di attuare azioni

di rinforzo destinate ai Peer già formati, affinché questi propongano

nuovi interventi di sensibilizzazione tra pari nelle classi dei loro Istituti

non ancora raggiunte dai messaggi di prevenzione, nonché attività di

consolidamento degli stessi messaggi nelle classi in cui hanno già svolto

gli interventi nel precedente anno scolastico.

7)Obiettivi di salute e/o di processo perseguiti

Aumento conoscenze e abilità dei giovani

sul tema dei comportamenti sessuali a ri-

schio

Partecipazione attiva dei giovani nelle

azioni di prevenzione delle M.S.T.

Mantenimento della risorsa dei Peer e po-

tenziamento delle competenze acquisite

Diffusione ad un target di studenti più

ampio delle conoscenze ed acquisizione

di corretti comportamenti di prevenzione

nella sfera della sessualità

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Scopi generali che si propo-

ne

Raggiungere elevati livelli delle precauzioni universali nei contesti di ri-

ferimento dei giovani

Fasi in cui si articola Formazione continua dei Peer Educators

Iniziative tra pari

Attività di cui si compone Costituzione di nuovi gruppi peer

Individuazione insegnanti referenti

Individuazione Peer Educators

Formazione Peer Educators

Individuazione scuole e classi

Interventi tra pari

Attori e portatori di interesse

coinvolti Peer Educator

Operatori Sanitari (conduttore/formatore dei gruppi: Psicologo,

Medico, Sociologo. Esperti: Ginecologo, Infettivologo)

Insegnanti Referenti alla Salute

Tempi di attuazione (crono-

programma)

Anno 2013

Indicatori ( di processo, di

risultato)** Numero di scuole partecipanti

Numero di nuovi gruppi peer attivati

Numero di studenti coinvolti

Numero di interventi effettuati

Risultati attesi Almeno 20 nuove scuole coinvolte

Almeno 20 nuovi gruppi peer

Almeno ulteriori 2000 studenti coinvolti

Almeno ulteriori 40 interventi

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1) REGIONE Calabria

2) Titolo del progetto o del programma 2.6.2 Ridurre i casi di infezione tubercolare nella

popolazione immigrata del territorio della Regione

Calabria

3) Identificativo della linea o delle linee

di intervento generale ( indicate nel qua-

dro d’insieme)

2.6. Prevenzione delle malattie infettive non suscetti-

bili di vaccinazione

4) Numero identificativo del progetto o

del programma all’interno del piano ope-

rativo regionale

5) Breve descrizione dell’intervento

programmato *

La popolazione immigrata ha un rischio relativo di

sviluppare una TBC 10-15 volte superiore rispetto al-

la popolazione italiana.

Migliorare l’accesso degli immigrati alle strutture

sanitarie.

Formazione e sensibilizzazione degli operatori sanita-

ri alla problematica tubercolare. Informazione degli

immigrati attraverso il coinvolgimento di mediatori

culturali. Interventi per identificare tempestivamente i

casi di Tbc e garantire un trattamento efficace presso

strutture dedicate (Dispensari Funzionali, Centro di

Medicina delle Migrazioni). Applicazione della DOT

. Ricerca attiva dei contatti.ed eventuale chemioprofi-

lassi.

6) Beneficiari ( target dell’intervento) Cittadini stranieri regolari e non presenti nel territo-

rio dell’ASP di Catanzaro

7)Obiettivi di salute ( e/o obiettivi di

processo) perseguiti**

Limitare il verificarsi di focolai autoctoni di patologie

da importazione.

Controllo e sorveglianza della tubercolosi nelle popo-

lazioni immigrate.

Indicatori Fonte di verifica Valore

dell’indicatore

al 31 dicembre

2012

Valore dell’indicatore al 31

dicembre 2013

Atteso Osservato

Riduzione dei casi TB

negli immigrati/casi totali Dati notifiche

Ministero salu-

te 50% 40 %

Percentuale di immigrati sotto-

posti a screening/ degli immigrati

afferenti al Centro di Medicina

delle Migrazioni nel corso

dell’anno 2013

Dati dei Regi-

stri presso le

Strutture dedi-

cate

30% 70%

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Breve descrizione dell’intervento programmato*

Razionale dell’intervento even-

tualmente

supportato da elementi oggettivi

L’aumento del flusso di immigrati nella regione Calabria e il

concomitante aumento del numero di casi di tubercolosi os-

servati in persone immigrate rispetto alla popolazione autoc-

tona in cui l’incidenza di TB è rimasta stabile giustifica inter-

venti mirati per ridurre il rischio di TB in questa fascia di po-

polazione

Scopi generali che si propone Interventi per favorire l’integrazione degli immigrati, la cor-

retta informazione sui rischi della malattia, facilitare l’accesso

alle strutture sanitarie dedicate alla cura della TB

Fasi in cui si articola Informazione agli immigrati;

Formazione degli operatori;

Avvio screening immigrati;

Attività di cui si compone Formazione degli operatori;

Campagne di informazione per i migranti;

Implementare attività di screening

Migliorare l’offerta alla vaccinazione antitubercolare;

Diagnosi precoce;

Trattamento tempestivo ed efficace;

Attori e portatori di interesse

coinvolti

Operatori del Dispensario antitubercolare;

Operatori del Centro di Medicina delle Migrazioni;

Operatori dell’area di emergenza;

Medici di Medicina Generale e Pediatri di libera scelta;

Mediatori Culturali;

Associazioni di volontariato;

Tempi di attuazione (cronopro-

gramma)

Anno 2013

Indicatori ( di processo, di risul-

tato)**

Percentuale casi TB immigrati/casi totali

Percentuale di immigrati sottoposti a screening/ degli immi-

grati afferenti al Centro di Medicina delle Migrazioni nel cor-

so dell’anno 2013

Risultati attesi Riduzione dei casi di malattia tubercolare negli immigrati;

Incremento della porzione di immigrati sottoposti a screening

sul totale degli immigrati afferenti al centro di Medicina delle

Migrazioni.

** almeno due indicatori

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REGIONE CALABRIA

1) Titolo del progetto o del programma Sistema di sorveglianza della qualità degli scari-chi e dei corpi recettori in relazione agli usi degli stessi e della protezione della salute pubblica

2) Identificativo della linea o delle linee di intervento generale (indicate nel quadro d’insieme)

2.7 Prevenzione delle Patologie da esposizione, pro-fessionale e non, ad agenti chimici, fisici e biologici

3) Numero identificativo del progetto o del programma all’interno del piano operativo regionale

2.7.1

4) Breve descrizione dell’intervento pro-grammato *

Vedi sotto

5) Beneficiari (target dell’intervento) 1. Popolazione Generale 2. Enti di Ispezione e di Vigilanza ASP e Arpacal 3. Insediamenti produttivi, associazioni di imprese, comuni

6) Obiettivi di salute (e/o obiettivi di pro-cesso) perseguiti**

Contenimento, entro i limiti previsti, degli inquinanti da emissioni e scarichi degli insediamenti produttivi e civili per la prevenzione delle patologie da esposi-zione ad agenti chimici, fisici e biologici

Indicatori (di processo e di risultato)

Indicatori Fonte di verifica Valore

dell’indicatore al

31.12.2012

Valore

dell’indicatore al 31.12.2013

Atteso Osservato

Riduzione

degli scarichi

non control-

lati su / totale

scarichi rile-

vati e non

controllati.

Censimento regio-

nale scarichi, Pro-

vincie, Arpacal,

Dipartimento delle

Politiche ambienta-

li.

Verbali ispezioni

ASP

Verba-

li/prelievi/analisi

ASP

Scarichi abusivi

=26%; scarichi non

conformi = 42%

5 %

Formazione

personale di

vigilanza/ tot

operatori del

Sistema di

Sorveglianza

qualità scarichi e corpi

recettori

ASP Cosenza e

Crotone

100% totale operatori

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Breve descrizione dell’intervento programmato*

Razionale dell’intervento eventualmente supporta-to da elementi oggettivi

Il progetto nel periodo 2010/2012 è stato realizzato in via sperimen-tale nella Azienda Sanitaria di Crotone. Nel 2013 si intende proseguire nell’ASP di Crotone la sperimentazione di un Sistema di Sorveglianza sulla qualità dei corpi recettori e degli scarichi mirato alla riduzione di almeno il 5% degli scarichi non controllati sul totale degli scarichi ri-levati e non controllati, estendendo tale attività alla ASP limitrofa di Cosenza, realizzando best practices da implementare in futuro sull’intero territorio regionale.

Scopi generali che si pro-pone

Contenimento entro i limiti previsti degli inquinanti da emissioni e scarichi degli insediamenti produttivi e civili per la prevenzione delle patologie da esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici

Fasi e attività di cui si compone

1. Formazione operatori delle AASSPP di Cosenza e Crotone, Ar-pacal, Asp, Province su Sistema di Sorveglianza

2. Predisposizione e attuazione programma di attività di sorve-glianza e protocollo di coordinamento per le attività dei vari Enti, Asp/Arpacal (attività laboratorio, criteri di azione e com-piti)

3. Workshop e campagne di informazione rivolti ai diversi Gruppi di Interesse per aumentare la sensibilità al problema dell’inquinamento dei corpi idrici e per aumentare il senso di responsabilità

Attori e portatori di inte-resse coinvolti

Enti: Regione, AA.SS.PP, Arpacal, Province, Comuni, Associazioni di Imprese, Associazioni Ambientaliste

Tempi di attuazione (cronoprogramma)

Anno 2013

Indicatori (di processo, di risultato)

1 - Riduzione degli scarichi non controllati sul totale degli scarichi ri-levati e non controllati. 2 - Formazione personale di vigilanza Asp, Arpacal, Provincia regione/ tot previsto / tot n° operatori del Sistema di Sorveglianza qualità sca-richi e corpi recettori

Risultati attesi - Riduzione degli scarichi non controllati sul totale scarichi rile-vati e non controllati. monitorati. nell’ottica del 5% nell’anno -2013

- Formazione del 100% degli operatori ASP

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1) REGIONE Calabria

2) Titolo del progetto o del

programma

Rete Regionale di Vigilanza sul Regolamento REACH e CLP

3) Identificativo della linea o

delle linee di intervento gene-

rale ( indicate nel quadro

d’insieme)

2. Prevenzione Universale – 2.7 Prevenzione delle Patologie da esposi-

zione, professionale e non, ad agenti chimici, fisici e biologici

4) Numero identificativo del

progetto o del programma

all’interno del piano operativo

regionale

2.7.2

5) Breve descrizione

dell’intervento programmato *

Il 1 giugno 2007 è entrato in vigore il Regolamento REACH (Regola-

mento CE n.1907/2006 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 di-

cembre 2006)

Il sistema REACH si basa su quattro elementi fondamentali: Registrazio-

ne;Valutazione;Autorizzazione; Restrizioni.

Il nuovo regolamento comunitario sul controllo delle sostanze chimiche

prevede un forte coinvolgimento dell’industria europea e pertanto anche

di quella italiana, sia quella produttrice che quella utilizzatrice. Le impre-

se hanno la responsabilità di raccogliere informazioni adeguate sulle so-

stanze di loro pertinenza e di utilizzare dette informazioni per una corretta

valutazione e gestione del rischio lungo l’intera catena di approvvigiona-

mento. L’intero sistema è applicabile sia alle sostanze prodotte in Europa,

sia alle sostanze prodotte in Paesi terzi e importate in Europa come tali o

sotto forma di preparati o articoli. Analogamente il Regolamento

1272/2008 (CLP) del 16 dicembre 2008 , introduce in Europa il nuovo si-

stema di classificazione etichettatura e imballaggio delle sostanze e delle

miscele pericolose ed abroga le direttive 67/548 (classificazione ed eti-

chettatura delle sostanze pericolose) e 1999/45 (classificazione ed etichet-

tatura dei preparati).

La credibilità dell’intero sistema normativo dipende in buona parte da un

efficace sistema di controllo e vigilanza, che spetta alle Regioni. La Re-

gione Calabria ha recepito con DGR 26/2010 e DDG n. 10118/2010

l’Accordo Stato-Regioni Rep. n. 181/CSR del 29 ottobre 2009, identifi-

cando le strutture competenti a livello regionale e territoriale deputate alla

vigilanza in materia; con il presente progetto si intende rendere maggior-

mente operative tali strutture ed organizzazione. Si intende realizzare

quanto sopra anche attraverso l’Incremento del numero di figure profes-

sionali con specifica formazione universitaria sul REACH-CLP, di sup-

porto alle ACL in materia.

Inoltre si vuole realizzare un’azione informativa mirate alle imprese sog-gette all’applicazione dei Regolamenti Comunitari L’intervento pro-grammato ha infatti come principale beneficiario la popolazione genera-le, che in via indiretta, attraverso le azioni di vigilanza e controllo condot-te dalle strutture individuate e previste nel Sistema di Vigilanza e Con-trollo REACH e CLP su imprese che producono e/o importano sostanze chimiche o che si configurano come “utilizzatori a valle”, si prefigge il raggiungimento dell’obiettivo generale di salute.

6) Beneficiari ( target

dell’intervento)

Popolazione Generale residente nella Regione Calabria, AASSPP, Autori-

tà Regionale, Imprese

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Indicatori Fonte di

verifica

Valore dell’indicatore al

31 dicembre 2012

Valore dell’indicatore al 31 di-

cembre 2013

Atteso Osservato

1. Numero di con-

trolli da effettuarsi

in ambito REACH

e CLP

2.realizzazione di

Piani di controllo

in linea con gli in-

dirizzi nazionali e

comunitari

atti regionali e del-

le AASSPP

atti regionali

4

1

Breve descrizione dell’intervento programmato*

7) Obiettivi di salute ( e/o

obiettivi di processo) persegui-

ti**

Obiettivo generale di salute: Riduzione di incidenza delle patologie da

Esposizione ad agenti chimici .

Aumentare il livello di protezione della salute umana dal rischio di espo-

sizione a sostanze chimiche attraverso:

1. l’adozione di Piani di controllo regionali in linea con le linee na-

zionali ed europee e la relativa esecuzione di tali controlli;

2. la formazione anche specifica universitaria (Master REACH/CLP)

di personale addetto alla vigilanza in servizio presso le AA.SS.PP.,

con successiva implementazione della Rete Regionale di vigilanza

e controllo su Industrie e Utilizzatori, in merito alla corretta appli-

cazione degli adempimenti previsti nei Regolamenti “REACH” e

“CLP”.

3. l’attivazione di attività informative per le imprese, ai fini della più

ampia divulgazione delle conoscenze e degli adempimenti connes-

si all’entrata in vigore delle nuove normative del settore.

Ciò consentirà una efficace azione preventiva per il raggiungimento

dell’obiettivo di salute.

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Razionale dell’intervento

eventualmente supportato da

elementi oggettivi

L’esposizione della popolazione ad agenti chimici, rappresenta uno dei

principali problemi di sanità pubblica attuale. I dati statistici di morbosità e

mortalità per patologie correlate ad esposizione, professionale e non, ad

agenti chimici depongono per un incremento dell’incidenza di patologie ad

esso correlate, in primis le patologie oncologiche e, pertanto, l’attivazione

del Sistema di vigilanza e controllo REACH e CLP rappresenta un valido

strumento per la prevenzione ed il contenimento del rischio di esposizione

ad agenti chimici per la popolazione generale.

Scopi generali che si propone Ridurre l’esposizione della popolazione ad agenti chimici mediante imple-

mentazione della Rete regionale di vigilanza e controllo REACH e CLP

Fasi in cui si articola La linea progettuale prevede una fase pianificazione dei controlli secondo

le indicazioni nazionali e comunitarie e l’esecuzione di quanto programma-

to; inoltre attraverso specifica formazione universitaria (Master

REACH/CLP) del personale delle AA.SS.PP. (almeno un operatore in pos-

sesso di specifica formazione di base, per ciascuna ASP) propedeutica alla

realizzazione di ulteriori programmi regionali annuali, linee guida operati-

ve e check list e, si realizzaerà la piena operatività delle strutture dell’A.C.

Regionale individuate.

In questo senso il Dipartimento Regionale Tutela della Salute e Politiche

Sanitarie, collaborerà con gli Atenei regionali, al fine di promuovere

l’attivazione di un master universitario specifico su REACH e CLP.

In questo ambito la partecipazione di operatori delle AASSPP di cui sopra,

sarà realizzata all’interno della linea progettuale.

Contemporaneamente le imprese e i vari attori interessati, avranno

l’opportunità di migliorare le proprie conoscenze con l’eventuale parteci-

pazione al master.

L’ulteriore linea di azione prevede la fase divulgativa ed informativa da

realizzarsi nei confronti delle imprese.

Attività di cui si compone 1. Promozione dell’Autorità regionale competente per l’organizzazione di un Master Universitario regionale

2. Avvio alla formazione universitaria del personale AA.SS.PP. (che abbia già una formazione di base in materia di REACH e CLP) addetto alla vigi-lanza e controllo in ambito REACH e CLP

3. Implementazione della Rete di vigilanza e controllo REACH e CLP a livel-lo territoriale (ambiti ASP) con approvazione di un Piano dei controlli 2013

4. Esecuzione dei controlli programmati 5. Realizzazione di campagne di informazione/seminari sul rischio chimico

e sugli adempimenti previsti dai regolamenti REACH e CLP rivolti ai di-versi gruppi di interesse (imprese).

Attori e portatori di interesse

coinvolti

Dipartimento Regionale Tutela della Salute, AA.SS.PP., Imprese e Associa-

zioni

Criticità Il dato fornito dall’Autorità Nazionale REACH per la Regione Calabria (ri-

sultano effettuate 45 pre-registrazioni) non dà una dimensione reale del con-

testo regionale sul quale si vuole incidere, anche in relazione alla necessità

di individuare i target di utilizzatori a valle e le eventuali imprese che igno-

rano o omettono di adempiere agli obblighi normativi.

Le Strutture dell’Autorità Regionale Competente, la formazione di base,

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l’attivazione di sportelli informativi, sono state già realizzati con atti forma-

li; tuttavia la loro piena operatività è strettamente correlata da un lato alla

formazione universitaria specifica di operatori addetti al controllo, dall’altra

alla concreta possibilità di interfacciarsi con le imprese o loro associazioni

rappresentative, ai fini di una partecipazione condivisa alle scelte istituzio-

nali.

Inoltre, allo stato attuale, mancano sufficienti percorsi formativi sulle tema-

tiche REACH e CLP da destinarsi agli operatori dei Servizi AA.SS.PP. ad-

detti al controllo, e, conseguentemente, anche la relativa programmazione è

da realizzare.

Tempi di attuazione 2013

Indicatori (di processo, di ri-

sultato)**

1. Numero di programmi di attività approvati

2. Numero di controlli effettuati

Risultati attesi 1. Almeno un programma di attività REACH – CLP approvato per l’anno

2013

2. Almeno 4 controlli effettuati sul territorio regionale in linea con gli in-

dirizzi nazionali e comunitari

Tali risultati, che costituiscono il raggiungimento di obiettivi specifici (di

processo) in via indiretta mirano a perseguire l’obiettivo generale di salute.

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Indicatori Fonte di

verifica

Valore

dell’indicato

re al 31 di-

cembre 2012

Valore dell’indicatore al

31 dicembre 2013

Atteso Osservato

procedure operative emanate e modulistica

per la gestione delle non conformità rilevate

a seguito dei controlli esterni

Atti regio-

nali

1

Report delle non conformità ai parametri in-

dicatori come definiti dal D.lgs. 31/01 presso

ogni AASSPP in linea con le procedure

Atti delle

AASSPP;

Atti regiona-

li

5

1) REGIONE CALABRIA

2) Titolo del progetto “Controlli esterni ai fini della verifica della qualità dell’acqua

destinata al consumo umano: valutazione delle non conformità

ai parametri indicatori del D. Lgs. 31/01”

3) Identificativo della linea o

delle linee di intervento gene-

rale ( indicate nel quadro

d’insieme)

2.8 - prevenzione delle malattie determinate da alimenti, ivi

compresa l’acqua destinata a consumo umano -

4) Numero identificativo del

progetto o del programma

all’interno del piano operativo

regionale

2.8.1

5) Breve descrizione

dell’intervento programmato *

6) Beneficiari (target

dell’intervento)

Popolazione generale residente nella Regione Calabria; Servizi

ASP addetti ai controlli esterni, utenze sensibili (scuole, ospe-

dali, OSA ecc), operatori degli Enti Gestori addetti al controllo

interno.

7) Obiettivi di salute (e/o obiet-

tivi di processo) perseguiti**

Contenimento e monitoraggio delle malattie legate alla conta-

minazione chimica, fisica e microbiologica delle acque destina-

te al consumo umano

Obiettivi di processo:

1. Approvazione indicazioni operative per le non confor-

mità

2. Report delle non conformità ai parametri indicatori per

come definiti nel D. Lgs. 31/01

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Breve descrizione dell’intervento programmato*

Razionale dell’intervento

eventualmente supportato

da elementi oggettivi

Il D. Lgs. 31/2001 e s.m.i. ha innovato il sistema dei controlli in

materia di acque destinate al consumo umano, operando una netta

distinzione tra gli adempimenti dovuti dal gestore (controlli inter-

ni) e l’attività di verifica e vigilanza in capo alle Aziende Sanitarie

Provinciali (controlli esterni).

Il ruolo dell’Ente gestore è divenuto, pertanto, fondamentale nelle

attività di tutela e garanzia di salubrità delle acque destinate al

consumo umano, mentre alle Autorità Sanitarie, spetta il compito

di verificare se le procedure adottate siano adeguate e in grado di

monitorare adeguatamente il sistema.

Nella Regione Calabria la suddetta normativa non ha avuto appli-

cazione omogenea su tutto il territorio e persistono situazioni di

criticità che hanno ingenerato incertezze e confusioni su ruoli e

competenze dei diversi attori. Anche se per i controlli esterni di

competenza ASP esiste una adeguata programmazione che è parte

integrante del Piano dei Controlli Ufficiali (DGR 752/2010, Ac-

cordo Stato Regioni rep. 1941 del

29 aprile 2004 e Conferenza Unificata n.742cu del 20 maggio

2004), le recenti numerose problematiche emerse su tutto il territo-

rio regionale, impongono un miglioramento delle competenze tec-

niche necessarie ed un sistema di gestione delle non conformità

rilevate a seguito dei controlli esterni, che fin’ora ha evidenziato

notevoli difficoltà applicative.

Il presente progetto intende superare tale criticità partendo da una

definizione di tutti gli adempimenti procedurali conseguenti ai

controlli esterni, nonché dalla analisi, presso ciascuna Azienda Sa-

nitaria Provinciale, delle non conformità ai parametri indicatori

per come definiti nel D. LGS. 31/01, che fornirà una base di con-

fronto con i gestori per migliorare la qualità delle acque destinate

al consumo umano.

Scopi generali che si pro-

pone

Assicurare la qualità, salubrità e potabilità delle acque destinate a

consumo umano attraverso la applicazione di procedure condivise

per i controlli ESTERNI (linee guida ).

Fasi in cui si articola 1) Riunioni preliminari e workshop operativi;

2) definizione procedure operative

3) esecuzione dei controlli esterni sulle acque destinate al con-

sumo umano

4) Valutazione dei report delle non conformità in ciascuna ASP

Attività di cui si compone 1) Studio preliminare delle problematiche emerse sulle acque

destinate al consumo umano, loro censimento e categorizza-

zione presso ogni Servizio ASP;

2) Approvazione delle procedure di controllo e rendicontazione

3) Elaborazione dei report

Attori e portatori di interes-

se coinvolti

Popolazione generale residente nella Regione Calabria, AASSPP,

Comuni e/o consorzi di comuni, Enti Gestori, utenze sensibili

(Ospedali, Scuole, Caserme, Industrie alimentari ecc ), Laboratori

dedicati/accreditati.

Criticità - Disomogeneità nella gestione delle non conformità conseguenti

ai controlli esterni;

- Assenza di procedure condivise.

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- Personale addetto spesso non adeguatamente addestrato in mate-

ria.

- Intempestive comunicazioni delle non conformità e degli inter-

venti sulle reti

- Cittadini non sufficientemente informati sui controlli delle acque

destinate a consumo umano;

Tempi di attuazione 1) 2013

Indicatori (di processo, di

risultato)**

Indicatori di processo:

1) Procedure relative alle non conformità

2) Redazione di Report delle non conformità ai parametri indica-

tori come definiti dal D.lgs. 31/01 presso ogni AASSPP in li-

nea con le procedure

Risultati attesi Almeno un documento adottato a livello regionale con in-

dirizzi e procedure;

Report delle non conformità ai parametri indicatori presso

ciascuna ASP;

Tali risultati, che costituiscono il raggiungimento di obiettivi spe-

cifici (di processo) in via indiretta mirano a perseguire l’obiettivo

generale di salute (Miglioramento della qualità delle acque potabili

e prevenzione/contenimento delle malattie ad esse correlate).

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1) REGIONE CALABRIA

2) Titolo del programma SICUREZZA.ALIMENTARE,AUDIT E AUTOCONTROLLO :

PROGETTO 1 “Implementazione Audit su OSA “

PROGETTO 2 “Miglioramento dei Piani di controllo e campio-

namento alimenti”

3) Identificativo della linea o

delle linee di intervento gene-

rale ( indicate nel quadro

d’insieme)

2. PREVENZIONE UNIVERSALE

2.8 Prevenzione delle malattie determinate da alimenti, ivi com-

presa l’acqua destinata al consumo umano

4) Numero identificativo del

progetto o del programma

all’interno del piano operativo

regionale

2.8.2 Programma Sicurezza.alimentare, audit e autocontrollo

2.8.2 (1) progetto 1

2.8.2(2) progetto 2

5) Breve descrizione

dell’intervento programmato *

Quello degli alimenti non sicuri, è stato un problema per la salute

umana fin dagli albori della storiografia e molti dei problemi di

sicurezza alimentare oggi conosciuti non costituiscono una novità.

Sebbene i governi di tutto il mondo stiano facendo del loro meglio

per aumentare la sicurezza dei cibi, l’incidenza di malattie tra-

smesse dagli alimenti resta un significativo problema di salute

pubblica sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo.

È stato stimato che ogni anno 1.8 milioni di persone muoiano in

seguito a malattie gastrointestinali e la maggior parte di tali episo-

di possa essere attribuita all’assunzione di cibo o acqua contami-

nati.

Un’adeguata preparazione degli alimenti è in grado di prevenire la

maggior parte delle malattie trasmesse dagli stessi.

Più di 200 malattie conosciute sono trasmesse dagli alimenti.

(FONTE OMS)

La Prevenzione ed il contenimento delle MTA rappresenta dun-

que l’obiettivo di salute che il progetto si pone, attraverso la rea-

lizzazione delle due linee progettuali che consentiranno di:

1) analizzare e valutare attraverso l’utilizzo sistematico degli

Audit sugli OSA, l’organizzazione ed i processi collegati

alla sicurezza degli alimenti, identificando le aree di po-

tenziale miglioramento e le eventuali anomalie ed azioni

che devono essere implementate per correggerle, al fine di

aumentare il livello di sicurezza delle lavorazio-

ni/produzioni alimentari;

2) migliorare la qualità degli interventi del controllo ufficiale,

inclusi i campionamenti di matrici alimentari, attraverso la

costituzione di una anagrafe aggiornata e fruibile degli

stabilimenti, a livello delle AASSPP e Regionale, che con-

senta una programmazione integrata e mirata, in grado di

determinare l’innalzamento della qualità e dell’igiene delle

lavorazioni/produzioni alimentari; Contestualmente, favo-

rire la conoscenza dei cittadini, ad ogni livello, sulla com-

posizione dei prodotti alimentari e sulla corretta lettura

delle etichette.

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Indicatori Fonte di

verifica

Valore

dell’indicatore

al 31 dicembre

2012

Valore dell’indicatore al 31 di-

cembre 2013

Atteso Osservato

Numero di addetti al controllo

ufficiale formati secondo quanto

previsto dallo standard AC

dati atti del

Dipartimento

Tutela Salute

30 90

Procedure e check list operative dati atti del

Dipartimento

Tutela Salute

1 1

audit effettuati su Imprese ali-

mentari

atti delle

Aziende Sa-

nitarie Pro-

vinciali

60 90

Attività di verifica dell’efficacia dati atti del

Dipartimento

Tutela Salute

nd 3

Breve descrizione dell’intervento programmato*

1) REGIONE CALABRIA

2) Titolo del progetto o del programma SICUREZZA ALIMENTARE, AUDIT E AUTOCON-

TROLLO – PROGETTO 1 “ Implementazione Audit su

OSA “

3) Identificativo della linea o delle linee

di intervento generale ( indicate nel qua-

dro d’insieme)

2.8. Prevenzione delle malattie determinate da alimenti,

ivi compresa l’acqua destinata al consumo umano

4) Numero identificativo del progetto o

del programma all’interno del piano ope-

rativo regionale

2.8.2.(1)

5) Breve descrizione dell’intervento

programmato *

Vedi sotto

6) Beneficiari (target dell’intervento) POPOLAZIONE GENERALE RESIDENTE NELLA

REGIONE CALABRIA

7) Obiettivi di salute ( e/o obiettivi di

processo) perseguiti**

Controllo e contenimento delle malattie trasmesse da

alimenti attraverso:

- l’utilizzo dello strumento audit, con l’utilizzo di

auditor qualificati all’interno dei servizi

SIAN/SVET;

- la realizzazione di Audit su OSA finalizzati al ri-

spetto degli adempimenti normativi e alla modi-

fica dei comportamenti capaci di migliorare la

qualità delle produzioni/lavorazioni

- la verifica dell’efficacia dei controlli

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Razionale dell’intervento

eventualmente supportato da

elementi oggettivi

L’implementazione dello strumento Audit nel controllo ufficiale degli ali-

menti e bevande costituisce obiettivo prioritario nella realizzazione delle at-

tività di prevenzione finalizzate ad ottenere risultati efficaci in termini di

contenimento delle MTA, attraverso l’innalzamento della qualità delle pro-

duzioni alimentari e la consapevolezza degli OSA circa le corrette prassi

operative da adottare. Il Regolamento 882/04 contempla tale adempimento

quale elemento di trasparenza nei confronti degli OSA e, di riflesso, sulla

salute dei consumatori.

Con l’approvazione dello Standard dell’Autorità Competente (Accordo Sta-

to – Regioni 46/csr del 07/02/2013) sono stati definiti, tra l’altro, i requisiti

formativi necessari all’esecuzione degli Audit su OSA da parte del persona-

le dell’Autorità Competente

Scopi generali che si propone Prevenire e contenere le MTA mediante l’attivazione e l’implementazione

sistematica dello strumento Audit sugli OSA, capace di migliorare i proces-

si di sicurezza alimentare, nell’ambito delle lavorazioni/produzioni, verifi-

candone l’efficacia.

Fasi in cui si articola La linea progettuale prevede una fase di realizzazione formazione del per-

sonale secondo lo Standard dell’A.C. (Accordo Stato – Regioni 46/csr del

07/02/2013), di programmi regionali annuali, linee guida e check list opera-

tive e individuazione di gruppi di audit. Si prevede così di proseguire

l’implementazione multidisciplinare di tale strumento di controllo sugli

OSA sul territorio regionale nel 2013, ampliando il numero degli OSA ad

oggi auditati.

Nell’ambito della verifica dell’efficacia dei controlli è prevista la verifica di

audit condotti da team multidisciplinari, quale attività di supervisione ed

addestramento.

Attività di cui si compone 1. Coinvolgimento e sensibilizzazione degli OSA attraverso le Associa-

zioni di Categoria

2. Formazione del personale in linea con i criteri fissati dallo Standard AC

3. Creazione di gruppi di audit multidisciplinari presso le AA.SS.PP.

4. Redazione ed approvazione di Piani di Audit, check list e linee guida

operative

5. Realizzazione di Audit su OSA quale attività supplementare alle attività

istituzionali

6. Attività di verifica dell’efficacia, quale supervisione e addestramento

degli auditor

7. Analisi dei dati di reporting circa la verifica e la garanzia di risponden-

za ai criteri operativi delle good practices

Attori e portatori di interesse

coinvolti

Dipartimento Regionale Tutela della Salute, Servizi IAN e VET delle

AA.SS.PP., Associazioni di Categoria degli OSA e Operatori degli Stabili-

menti alimentari

Criticità La situazione di partenza, che ne rappresenta la principale criticità, vede

ancora i Servizi delle AA.SS.PP orientati su modalità tradizionali di con-

trollo non rispondenti, spesso, a criteri di evidenza scientifica.

La programmazione centrale non si è ancora sufficientemente estesa a tali

tipologie di verifiche ed è risultata problematica l’integrazione e

l’armonizzazione tra i Servizi del Controllo Ufficiale.

E’ cogente la necessità di rispondere ai requisiti del Reg. 882/04 e ai conte-

nuti dell’Accordo Stato Regioni del 07/02/2013

Tempi di attuazione (crono-

programma)

2013

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Indicatori ( di processo, di

risultato)**

1. Formazione degli operatori in linea con le indicazioni dello Standard

dell’AC

2. Redazione ed approvazione di Piani di Audit, check list e linee guida

operative in linea con gli indirizzi regionali

3. Numero programmato di Audit su OSA regionali (n° di audit pro-

grammati ed eseguiti su Stabilimenti registrati/riconosciuti nella Regio-

ne) quale attività supplementare alle attività istituzionali

4. Numero di verifiche dell’efficacia sul campo, quale supervisione e ad-

destramento degli auditor

Risultati attesi 1. Almeno ulteriori 60 operatori del CU formati secondo le linee guida

dello Standard dell’AC

2. Redazione ed approvazione di Piani di Audit, check list e linee guida

operative in linea con le indicazioni regionali ( 1)

3. Realizzazione di un ulteriore numero di audit su OSA pari a 30, en-

tro fine 2013

4. realizzazione di almeno 3 verifiche dell’efficacia quale supervisione e

addestramento degli auditor

Tali risultati, che costituiscono il raggiungimento di obiettivi specifici (di

processo) in via indiretta mirano a perseguire l’obiettivo generale di salute.

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1) REGIONE CALABRIA

2) Titolo del programma SICUREZZA.ALIMENTARE,AUDIT E AUTOCONTROLLO :

PROGETTO 1 “Implementazione Audit su OSA “

PROGETTO 2 “Miglioramento dei Piani di controllo e campio-

namento alimenti”

3) Identificativo della linea o

delle linee di intervento gene-

rale ( indicate nel quadro

d’insieme)

2. PREVENZIONE UNIVERSALE

2.8 Prevenzione delle malattie determinate da alimenti, ivi com-

presa l’acqua destinata al consumo umano

4) Numero identificativo del

progetto o del programma

all’interno del piano operativo

regionale

2.8.2 (2) Programma Sicurezza.alimentare, audit e autocontrollo

progetto 2

5) Breve descrizione

dell’intervento programmato *

Quello degli alimenti non sicuri, è stato un problema per la salute

umana fin dagli albori della storiografia e molti dei problemi di

sicurezza alimentare oggi conosciuti non costituiscono una novità.

Sebbene i governi di tutto il mondo stiano facendo del loro meglio

per aumentare la sicurezza dei cibi, l’incidenza di malattie tra-

smesse dagli alimenti resta un significativo problema di salute

pubblica sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo.

È stato stimato che ogni anno 1.8 milioni di persone muoiano in

seguito a malattie gastrointestinali e la maggior parte di tali episo-

di possa essere attribuita all’assunzione di cibo o acqua contami-

nati.

Un’adeguata preparazione degli alimenti è in grado di prevenire la

maggior parte delle malattie trasmesse dagli stessi.

Più di 200 malattie conosciute sono trasmesse dagli alimenti.

(FONTE OMS)

La Prevenzione ed il contenimento delle MTA rappresenta dun-

que l’obiettivo di salute che il progetto si pone, attraverso la rea-

lizzazione delle due linee progettuali che consentiranno di:

3) analizzare e valutare attraverso l’utilizzo sistematico degli

Audit sugli OSA, l’organizzazione ed i processi collegati

alla sicurezza degli alimenti, identificando le aree di po-

tenziale miglioramento e le eventuali anomalie ed azioni

che devono essere implementate per correggerle, al fine di

aumentare il livello di sicurezza delle lavorazio-

ni/produzioni alimentari;

4) migliorare la qualità degli interventi del controllo ufficiale,

inclusi i campionamenti di matrici alimentari, attraverso la

costituzione di una anagrafe aggiornata e fruibile degli

stabilimenti, a livello delle AASSPP e Regionale, che con-

senta una programmazione integrata e mirata, in grado di

determinare l’innalzamento della qualità e dell’igiene delle

lavorazioni/produzioni alimentari; Contestualmente, favo-

rire la conoscenza dei cittadini, ad ogni livello, sulla com-

posizione dei prodotti alimentari e sulla corretta lettura

delle etichette.

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Indicatori Fonte di

verifica

Valore

dell’indicatore

Valore dell’indicatore

al 31 dicembre 2013

1) REGIONE CALABRIA

2) Titolo del progetto o del pro-

gramma

SICUREZZA ALIMENTARE, AUDIT E AUTOCONTROLLO

– PROGETTO 2 “Miglioramento dei Piani di controllo e

campionamento alimenti“

3) Identificativo della linea o delle

linee di intervento generale ( indi-

cate nel quadro d’insieme)

2.8. Prevenzione delle malattie determinate da alimenti, ivi

compresa l’acqua destinata al consumo umano

4) Numero identificativo del pro-

getto o del programma all’interno

del piano operativo regionale

2.8.2.(2)

5) Breve descrizione

dell’intervento programmato *

Vedi sotto

6) Beneficiari ( target

dell’intervento)

Popolazione generale residente nella Regione Calabria

7)Obiettivi di salute ( e/o obiettivi

di processo) perseguiti**

CONTROLLO E CONTENIMENTO DELLE MALATTIE

TRASMESSE DA ALIMENTI attraverso:

la classificazione e valutazione del rischio degli stabilimenti

alimentari presso ciascuna ASP e con:

- la formazione del personale addetto al controllo ufficiale ope-

rante nei Servizi SIAN/SVET sulle normative cogenti e le cor-

rette tecniche e metodologie di campionamento e trasporto di

matrici alimentari;

- la realizzazione di piani regionali di controllo ufficiale, con de-

finizione di procedure operative, check list e modulistica uni-

forme;

- la realizzazione di ispezioni e campionamenti presso le indu-

strie alimentari finalizzati alla verifica di piani di autocontrollo

efficaci e condivisi con gli addetti, capaci di incidere in maniera

sostanziale sulle criticità relative all’igiene delle lavorazio-

ni/produzioni e, conseguentemente, sulla qualità e salvaguardia

della sicurezza dei prodotti destinati al consumatore finale.

- la realizzazione di una guida per i consumatori, ad ogni livello,

in grado di favorire la conoscenza e la interpretazione delle eti-

chette ai consumatori, quale strumento di informazione e di edu-

cazione per una sicurezza alimentare partendo dalla trasparenza

delle etichette medesime,considerato che si tratta dell'unico

strumento che il consumatore possiede per potere scegliere con

oculatezza.

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al 31 dicembre

2010

Atteso Osservato

Numero di addetti al controllo ufficiale

formati sulle normative cogenti standard

AC

dati atti del

Dipartimento

Tutela Salute

30

Programmazione di Piani di campionamen-

to e procedure in tutte le AASSPP in linea

con le indicazioni regionali

dati atti delle

AASSPP

5

Attività da espletarsi a cura del livello regionale

Breve descrizione dell’intervento programmato*

Razionale

dell’intervento even-

tualmente supportato da

elementi oggettivi

La rivisitazione del sistema di controllo ufficiale per come previsto dai Regola-

menti CE del cosiddetto “pacchetto igiene” e dalle Linee Guida approvate in

Conferenza “Stato – Regioni”, impone che gli Organi di Controllo esercitino la

propria azione ponendo al centro dell’attenzione le modalità con le quali gli ope-

ratori del settore alimentare organizzano e gestiscono la loro attività. Inoltre la

programmazione dei controlli, tenendo conto di quanto previsto dal DPR

14/07/1995, deve necessariamente essere legata alla categorizzazione e valuta-

zione del rischio degli stabilimenti alimentari.

L’art. 31 del Reg. CE 882/04 dispone che l’A.C. debba elaborare e tenere aggior-

nato l’elenco degli OSA registrati ne territorio di competenza.

Il Regolamento (CE) 882/2004 relativo ai controlli ufficiali intesi a verificare la

conformità alla normativa in materia di mangimi e di alimenti e alle norme sulla

salute e sul benessere degli animali prevede anche (articolo 6) che il personale

che esegue i controlli ufficiali:

- riceva, per il proprio ambito di competenza, una formazione adeguata che

gli consenta di espletare i propri compiti con competenza e svolgere i

controlli ufficiali in modo coerente.

- si mantenga aggiornato nella sua sfera di competenze e riceva, se del ca-

so, un’ulteriore formazione su base regolare; c) abbia la capacità di prati-

care la cooperazione multidisciplinare.

Scopi generali che si

propone

Prevenire e contenere le MTA mediante l’attuazione di piani di controllo basati

sulla valutazione del rischio, capace di migliorare i processi di sicurezza alimen-

tare, nell’ambito delle lavorazioni/produzioni e vendita

Fasi in cui si articola La formazione di almeno 30 operatori, su tematiche peculiari del campionamento

(Reg. 2073/05 e s.m.i., additivi, materiali a contatto, micotossine) che sono risul-

tate più problematiche nelle evidenze degli audit sperimentali effettuati.

Contemporaneamente, sulla base delle indicazioni nazionali relative al nomencla-

tore degli stabilimenti, presso ciascuna ASP e presso il Dipartimento Regionale

Tutela della Salute e Politiche Sanitarie, si procederà all’implementazione di un

software di gestione delle anagrafe degli stabilimenti e degli OSA registrati, coe-

rente con la master list approvata in coordinamento interregionale ed in grado di

interfacciarsi con i sistemi nazionali vigenti.

Ciò dovrà consentire presso ogni ASP una programmazione annuale coordinata,

che trova la sua finalità nella volontà di rendere operativi e sistematici piani di

controllo omogenei su tutto il territorio regionale, che garantiscano un’azione ef-

ficace di controllo e, conseguentemente, la prevenzione delle malattie trasmesse

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da alimenti e la tutela della salute pubblica, anche in relazione agli adempimenti

che derivano dalla Legislazione Comunitaria e Nazionale.

Contestualmente realizzare, pubblicare e diffondere una guida per i consumatori

come strumento di informazione e di educazione per la sicurezza alimenta-

re, partendo dalla lettura delle etichette medesime, considerato che si tratta dell'u-

nico strumento che il consumatore possiede per potere scegliere con oculatezza.

Attività di cui si com-

pone

1. implementazione di un software di gestione delle anagrafe degli stabilimenti

e degli OSA registrati coerente con la master list approvata a livello interre-

gionale.

2. completamento degli Elenchi degli OSA

3. Classificazione e valutazione degli Stabilimenti in base al rischio presso tutte

le AA.SS.PP.

4. Formazione specifica, diretta al personale di vigilanza sulla normativa cogen-

te e la campionatura degli alimenti

5. Adozione di Piani e procedure di campionamento presso ciascuna ASP, in li-

nea con gli indirizzi regionali

6. Coinvolgimento e sensibilizzazione degli OSA attraverso le Associazioni di

Categoria

7. Pubblicazione e diffusione di una guida per i consumatori sulla corretta lettu-

ra delle etichette alimentari;

8. Realizzazione dei campioni di alimenti programmati con priorità agli Stabi-

limenti classificati ad alto rischio

9. Valutazione dei dati di report circa gli esiti dei controlli e delle analisi

Attori e portatori di in-

teresse coinvolti

Dipartimento Regionale Tutela della Salute, Servizi IAN e VET delle AA.SS.PP.,

Associazioni di Categoria degli OSA e Operatore degli Stabilimenti alimentari;

CRA (ex INCA); cittadini consumatori.

Criticità Il sistema del controllo ufficiale regionale, anche per pregresse carenze organiz-

zative e formative specifiche, non ha consentito ad oggi, una applicazione esten-

siva delle modalità di supervisione dei piani di autocontrollo, soprattutto delle

Imprese a rischio elevato, per le quali il coinvolgimento dei Servizi di vigilanza

costituisce una delle modalità di verifica del sistema di qualità delle produzioni.

L’incompletezza degli elenchi degli OSA e delle anagrafe degli Stabilimenti,

presso i Servizi territoriali, determina l’impossibilità di programmare efficace-

mente gli interventi, classificando gli OSA in base al rischio.

Inoltre, vanno altresì aggiornate e riqualificate, anche alla luce delle sempre nuo-

ve problematiche legate agli alimenti e alla conseguente richieste di controlli ana-

litici, le conoscenze e le competenze degli operatori addetti al controllo ufficiale

in ordine alle tecniche e modalità di campionamento delle diverse matrici alimen-

tari, nonché delle norme di buona prassi operativa e di conferimento dei campioni

da destinarsi alle analisi.

Analogamente devono essere ampliate le conoscenze dei consumatori sull’attenta

lettura delle etichette alimentari.

Tempi di attuazione

(cronoprogramma)

2013

Indicatori (di processo,

di risultato)**

1.Formazione specifica del personale addetto al controllo ufficiale sei Servizi

IAN/VET (n° di operatori formati sul totale degli Operatori dei Servizi IAN/VET

delle AA.SS.PP.)

2.implementazione nelle AASSPP di un programma di campionamento alimenti

presso gli OSA in linea con gli indirizzi regionali

Risultati attesi 1. Formazione su tematiche peculiari del campionamento (Reg. 2073/05 e

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s.m.i., additivi, materiali a contatto, micotossine) di almeno ulteriori 30 ope-

ratori del Controllo Ufficiale nell’anno 2013

2. implementazione sistematica delle procedure e dei piani di campionamento

in ciascuna Azienda Sanitaria Provinciale

Tali risultati, che costituiscono il raggiungimento di obiettivi specifici (di pro-

cesso) in via indiretta mirano a perseguire l’obiettivo generale di salute.

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Indicatori Fonte di

verifica

Valore

dell’indicatore

al 31 dicembre

2012

Valore dell’indicatore al 31 dicembre 2013

Atteso Osservato

Numero di responsa-

bili e di operatori

formati in relazione

all’Accordo del

07/02/2013

regionale

30

Recepimento Accordo

46/csr 2013

regionale

1

Numero di audit di

settore e di sistema ef-

fettuati a livello re-

gionale sui servizi

ispettivi

regionale

3

Attività da espletarsi a cura del livello regionale

Breve descrizione dell’intervento programmato*

Razionale dell’intervento

eventualmente supportato da

elementi oggettivi

Assicurare il raggiungimento degli obiettivi di salute assegnati attraver-

so la verifica e garanzia di rispondenza ai criteri operativo-gestionali

previsti dalla programmazione regionale da attuarsi a cura dei Servizi

(SIAN e SVET) deputati al controllo ufficiale del settore alimentare, per

il continuo miglioramento degli interventi in questo ambito.

Prima fase di adeguamento al documento n. 46/csr del 07/02/2013

1) REGIONE Calabria

2) Titolo del progetto o del programma “Valutazione della Qualità e Appropriatezza dei Servizi

di Sicurezza alimentare”

3) Identificativo della linea o delle linee

di intervento generale ( indicate nel qua-

dro d’insieme)

2.8 Prevenzione delle malattie determinate da alimenti, ivi

compresa l’acqua destinata al consumo umano

4) Numero identificativo del progetto o

del programma all’interno del piano

operativo regionale

2.8.3

5) Breve descrizione dell’intervento

programmato

(*)

6) Beneficiari (target dell’intervento) Popolazione generale residente nella Regione Calabria

7) Obiettivi di salute (e/o obiettivi di

processo) perseguiti**

Miglioramento del livello della Sicurezza alimentare, attra-

verso la prima applicazione di modelli di Audit di Settore e

di Sistema sui Servizi di controllo Ufficiale, finalizzati alla

verifica del raggiungimento degli obiettivi della programma-

zione regionale

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Scopi generali che si propo-

ne

Attraverso la formazione di responsabili ed operatori dei Servizi Territo-

riali di Sicurezza Alimentare il progetto si propone di avviare un percor-

so di adeguamento al documento n. 46/csr del 07/02/2013 (Linee Guida

per il funzionamento ed il miglioramento delle attività di Controllo Uffi-

ciale in materia di sicurezza degli alimenti e di sanità pubblica veterina-

ria) sia per quanto riguarda il livello organizzativo che per quel che con-

cerne il livello operativo.

Contestualmente, con gli auditor già formati, si darà avvio alla prima

sperimentazione degli Audit di Settore e si proseguirà nella fase di veri-

fica dei Piani di Azione approvati a seguito della fase sperimentale degli

audit di Sistema, sarà possibile verificare la qualità e l’appropriatezza del

sistema dei controlli messi in atto nei confronti degli Operatori del Setto-

re Alimentare dai Servizi SIAN e SVET delle AA.SS.PP., individuando-

ne eventuali carenze e definendone misure correttive, capaci di incidere

sostanzialmente sull’organizzazione e la metodologia del sistema genera-

le dei controlli e, conseguentemente, tendere ad un efficace livello di

sicurezza alimentare nella Regione Calabria, capace di prevenire e/o

contenere le malattie determinate da alimenti.

Fasi in cui si articola La linea progettuale prevede una fase di formazione di responsabili e

operatori dei Servizi territoriali di Sicurezza Alimentare, sugli specifici

contenuti dello Standard dell’Autorità Competente (Accordo 46/csr

2013), propedeutica alla realizzazione di programmi regionali annuali,

linee guida e procedure organizzative ed operative.

Contestualmente si prevede di implementare lo strumento di Audit di

Settore quale verifica sui Servizi territoriali deputati al controllo ufficiale

delle AA.SS.PP. realizzando anche una verifica dei Piani di Azione ap-

provati a seguito della fase sperimentale degli audit di Sistema.

Attività di cui si compone 1. Realizzazione di Corsi di formazione e addestramento specifici

per responsabili ed operatori dei Servizi Territoriali di Sicurezza

Alimentare;

2. Approvazione di programmi linee guida regionali e procedure

organizzative ed operative e loro condivisione;

3. Formalizzazione degli auditor accreditati e degli Uffici di Audit

regionali

4. Recepimento Accordo 46/csr

5. Stesura ed approvazione dei programmi di audit regionali;

6. Esecuzione degli audit di Settore sui Servizi

7. Verifica dei Piani di azione conseguenti gli Audit sperimentali di

sistema

8. Analisi dei risultati e prescrizioni per eventuali azioni corretti-

ve/migliorative

Attori e portatori di interesse

coinvolti

Servizi regionali SIAN e SVET del Dipartimento Tutela della Salute

SIAN territoriali, Servizi Veterinari territoriali aree A, B e C

Criticità Le principali criticità sono rappresentate dal fatto che i Servizi territoria-

li, fino al recente passato, hanno lavorato spesso in forma disarticolata e

non omogenea sul territorio, anche a causa di una incostante program-

mazione del livello centrale e della carenza di procedure operative for-

malizzate, anche in relazione alla verifica dell’efficacia dei controlli.

Inoltre il personale appare spesso demotivato o con scarsa attitudine a

cambiamenti ed innovazioni, il tutto favorito dalla carente programma-

zione formativa e di aggiornamento specifiche

Tempi di attuazione

Entro il 31/12/2013 è prevista la formazione di un primo gruppo regiona-

le di operatori, l’approvazione della programmazione regionale di audit e

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la prima applicazione dell’audit di Settore sui Servizi delle AA.SS.PP.

nonché di verifica dei Piani di azione conseguenti gli Audit sperimentali

di sistema

Indicatori (di processo, di ri-

sultato)**

1. Numero di operatori formati sul documento Standard dell’A.C.

2. Numero di provvedimenti attuativi dell’Accordo Stato Regioni

del 07/02/2013

3. Numero di audit di SETTORE effettuati a livello regionale sui

servizi ispettivi delle AA.SS.PP.

Risultati attesi 1. Formazione di 30 responsabili ed operatori al 31/12/2013

2. Formalizzazione di almeno 1 provvedimento attuativo

dell’Accordo Stato Regioni del 07/02/2013

3. Realizzazione di almeno 3 audit di Settore/Sistema sui Servizi

che si occupano di sicurezza alimentare

Tali risultati, che costituiscono il raggiungimento di obiettivi specifici (di

processo), mirano a perseguire il miglioramento della qualità e appro-

priatezza dei Servizi Ispettivi delle AA.SS.PP. che, in via indiretta, potrà

tendere al raggiungimento di un efficace livello di sicurezza alimentare

nella Regione Calabria, capace di prevenire e/o contenere le malattie de-

terminate da alimenti

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Indicatori ( di processo, di risultato)

Breve descrizione dell’intervento programmato*

Razionale

dell’intervento even-

tualmente supportato

da elementi oggettivi

L’adozione di stili di vita non corretti rappresenta oggi una vera e propria emer-

genza sanitaria che comporta l’aumento di rischio di malattie cardiovascolari,

tumori e diabete, le principali cause di mortalità e morbilità nella popolazione

adulta.

Nel 2006 il Ministero della Salute ha affidato al Centro Nazionale di Epidemio-

logia, Sorveglianza e Promozione della Salute (CNESPS) dell’Istituto Superiore

di Sanità il compito di sperimentare un sistema di sorveglianza della popolazione

1) REGIONE CALABRIA

2) Titolo del progetto o del programma Sistema di sorveglianza PASSI nella Re-

gione Calabria: consolidamento e sviluppo

3) Identificativo della linea o delle linee di interven-

to generale ( indicate nel quadro d’insieme)

2.9 Prevenzione e sorveglianza di abitudini,

comportamenti, stili di vita non salutari e

patologie correlate (alimentazione scorretta,

sedentarietà, abuso di alcol, tabagismo,

abuso di sostanze)

4) Numero identificativo del progetto o del pro-

gramma all’interno del piano operativo regionale

2.9.1.

5) Breve descrizione dell’intervento programmato *

6) Beneficiari ( target dell’intervento) Popolazione adulta

Decisori Regionali, Direttori di ASL, di Dipar-

timento e di Distretto, Operatori di strutture sa-

nitarie, MMG, Sindaci, Esponenti delle Comu-

nità locali

7)Obiettivi di salute ( e/o obiettivi di processo) per-

seguiti**

Dare continuità nel 2013, su tutto il territorio

regionale, alla sorveglianza PASSI, ottimizzan-

done fasi e attività.

Indicatori Fonte di

verifica

Valore al

31/12/2012

Valore al

31/12/2013

Osservato Atteso

Report sintetico annuale regionale relativo all’ultimo

anno disponibile (compatibilmente con la pubblicazione

del dataset e dei PGM regionali sul sito PASSIDATI)

Pubblicazione Presente 1

N° eventi formativi per l’aggiornamento, la valutazione

e il monitoraggio del sistema.

Certificazione

del gruppo di-

coordinamento

regionale

4 ≥ 4

Report sintetico annuale aziendale relativo all’ultimo

anno disponibile (compatibilmente con la pubblicazione

del dataset e dei PGM regionali sul sito PASSIDATI)

Pubblicazione Presente 3

Page 49: 1) REGIONE CALABRIAold.regione.calabria.it/sanita/allegati/dpgr_2014/proget...2) Titolo del progetto o del pro-gramma Sistema regionale di sorveglianza degli incidenti stradali e domestici

adulta dedicato a questi temi: PASSI, acronimo di Progressi delle Aziende Sani-

tarie per la Salute in Italia.

PASSI è concepito per fornire informazioni di dettaglio a livello regionale e

aziendale, sì da occasionare confronti tra le Regioni e le ASL partecipanti e for-

nire elementi utili all’orientamento delle attività locali di programmazione e va-

lutazione.

La Calabria ha formalizzato con delibera di Giunta regionale l’adesione alla sor-

veglianza e nel 2012 sono state effettuate, in tutte e cinque le ASP calabresi,

1.490 interviste relative a un campione rappresentativo di una popolazione di

circa 1.334.253 residenti di 18-69 anni. Dall’esame dei dati del sistema di moni-

toraggio si avverte la necessità di ottimizzare alcune fasi e attività della sorve-

glianza, realizzata nel 2012 in tutte le cinque ASP calabresi con campionamento

aziendale.

Scopi generali che si

propone

L’obiettivo generale della sorveglianza di popolazione è monitorare alcuni aspet-

ti della salute di tutta la popolazione calabrese di età compresa fra i 18 e i 69 an-

ni, relativamente ai principali fattori di rischio comportamentali, e valutare la

diffusione delle misure preventive attivate.

Fasi e attività Le principali azioni previste dal protocollo nazionale:

- Aggiornamento del gruppo tecnico regionale, coordinatori e intervistatori

aziendali.

- Formazione e aggiornamento di coordinatori e intervistatori aziendali.

- Campionamento

- Attivazione procedure per i contatti iniziali (lettere per le persone da intervi-

stare, per i MMG, per i Sindaci, Ordine dei Medici, Dirigenti ASP, Me-

dia,…)

- Somministrazione questionario telefonico secondo procedure

- Raccolta, verifica, validazione, inserimento e invio dati, creazione dataset

- Analisi dati

- Edizione schede tematiche e report

- Comunicazione risultati

- Monitoraggio (dati di processo)

Attori e portatori di

interesse coinvolti

Popolazione, Decisori Regionali, Direttori di ASL, di Dipartimento e di Distret-

to, Operatori di strutture sanitarie, MMG, Sindaci, Esponenti delle Comunità lo-

cali, Operatori della Sorveglianza

Criticità Anagrafe assistiti non sufficientemente completa

Turnover operatori

Parziale carenza negli operatori di abilità informatiche.

Parziale carenza di strumenti informatici.

Tempi di attuazione Dal 01/01/2103 al 31/12/2013

Risultati attesi Proseguire la sorveglianza PASSI nel corso del 2013 su tutto il territorio regio-

nale, ottimizzandone fasi e attività,; l’implementazione del database regionale e

delle singole ASP consentirà di produrre informazioni di maggior dettaglio in

grado di meglio orientare azioni, progetti e programmi di promozione della salu-

te (v. Guadagnare Salute).

Page 50: 1) REGIONE CALABRIAold.regione.calabria.it/sanita/allegati/dpgr_2014/proget...2) Titolo del progetto o del pro-gramma Sistema regionale di sorveglianza degli incidenti stradali e domestici

1) REGIONE Calabria

2) Titolo del progetto o del pro-

gramma Sistema di sorveglianza “HBSC (Health Behaviour in School-aged

Children)” nella Regione Calabria: strategie di comunicazione

3) Identificativo della linea o delle

linee di intervento generale ( indica-

te nel quadro d’insieme)

2.9 Prevenzione e sorveglianza di abitudini, comportamenti, stili di vita

non salutari e patologie correlate (alimentazione scorretta, sedentarietà,

abuso di alcol, tabagismo, abuso di sostanze)

4) Numero identificativo del proget-to o del programma all’interno del

piano operativo regionale

2.9.2

5) Breve descrizione dell’intervento programmato *

Nei paesi industrializzati le malattie cronico-degenerative rappresentano la prima cau-

sa di morbosità e mortalità della popolazione. Queste malattie sono dovute, in larga

parte, ad alcuni fattori di rischio modificabili, conoscerne la distribuzione nello spazio

e sapere come si modificano nel tempo ci permette di orientare la realizzazione di ini-

ziative utili ed efficaci per il miglioramento delle condizioni di vita e di salute degli

adolescenti. Adottare uno stile di vita salutare (una sana alimentazione, praticare atti-

vità fisica, mantenere il peso nella norma, non fumare, non eccedere nel bere alcolici)

non solo migliora lo stato di salute in età evolutiva ma riduce significativamente il ri-

schio di sviluppare malattie cronico degenerative in età adulta e permette di rimanere a

lungo in buona salute. Al fine di intraprendere interventi che impegnino il sistema sco-

lastico nella promozione di comportamenti salutari il Ministero della Salute ha pro-

mosso il progetto il progetto “Sistema di indagini sui rischi comportamentali in età 6-

17 anni” di cui HBSC (Health Behaviour in School-aged Children) costituisce parte

integrante. Nel 2009 è stata realizzata, per la prima volta con la partecipazione di tutte

le Regioni, la rilevazione dati HBSC.

La survey, coordinata dall’ISS – CNESPS in collaborazione con le Università di Tori-

no (principal investigator), Siena e Padova, prevede, ogni 4 anni, la raccolta di infor-

mazioni mediante un questionario autocompilato in un campione rappresentativo re-

gionale di studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado di età 11, 13 e 15

anni. Le aree indagate attraverso la somministrazione del questionario sono:

- i comportamenti correlati alla salute;

- la salute ed il benessere individuale;

- il contesto sociale;

- il contesto ambientale di sviluppo delle competenze relazionali.

Per quanto riguarda i comportamenti correlati alla salute, che rappresentano la par-

te fondamentale del questionario, le aree esplorate sono state:

a) l’alimentazione (consumo di frutta, verdura, dolci e bibite con zucchero, ecc.);

b) l’igiene orale giornaliera;

c) l’attività fisica e la sedentarietà;

d) i comportamenti a rischio (l’abitudine al fumo, eventuale abuso di alcolici e uso di

cannabis);

e) i comportamenti sessuali;

f) i fenomeni di violenza e gli infortuni (eventuali atti di “bullismo”, agiti o subiti,

nell’ambito del gruppo dei pari, e frequenza di infortuni).

Le domande sui comportamenti sessuali e sull’uso della cannabis sono state rivolte

solo ai quindicenni.

L’indagine ha previsto anche la somministrazione di un questionario al Dirigente di

ciascuna scuola coinvolta, allo scopo di rilevare informazioni circa il contesto scola-

stico sia in termini organizzativi (contesto fisico/strutturale dell’istituto), che di inter-

venti di promozione della salute.

Per l’anno 2013 vengono programmate le attività relative al completamento della

survey 2009-2010, cioè ultimazione della restituzione dati e valutazione della sor-

veglianza. Viene inoltre definita l’implemntazione delle attività di comunicazione

che favoriscono l’attivazione di processi di consapevolezza e di empowermnt nella

popolazione target e la realizzazione di prodotti di comunicazione che forniscono

informazioni coerenti tra loro.

Inoltre viene realizzato il materiale di comunicazione rivolto ai genitori degli

alunni coinvolti nella rilevazione.

Si definisce altresì la messa a punto di strumenti per l’avvio delle attività della

nuova raccolta dati da realizzare nel 2014.

Page 51: 1) REGIONE CALABRIAold.regione.calabria.it/sanita/allegati/dpgr_2014/proget...2) Titolo del progetto o del pro-gramma Sistema regionale di sorveglianza degli incidenti stradali e domestici

Indicatori Fonte di

verifica

Valore

dell’indicatore al

31 dicembre 2012

Valore

dell’indicatore al 31

dicembre 2013

Atteso Osservato

% di scuole coinvolte nel-

la comunicazione (n.

scuole campionate/ tot

scuole)

Dati ASP 50%

% di genitori interessati

dalla comunicazione (n

genitori coinvolti/n. tot.

genitori degli alunni og-

getto della rilevazione

Dati ASP 50%

Breve descrizione dell’intervento programmato*

Razionale dell’intervento eventualmente supportato da elementi oggettivi *

Vedi sopra

Scopi generali che si propone L’obiettivo di questa sorveglianza, sostenibile nel tempo ed efficace nel

guidare gli interventi di sanità pubblica, è quello di monitorare alcuni

aspetti relativi agli stili di vita degli adolescenti calabresi in età 11-17

anni, orientare la realizzazione di iniziative utili ed efficaci per il miglio-

ramento delle loro condizioni di vita e di salute e valutare la diffusione e

l’efficacia delle misure preventive attivate, utilizzando anche adeguate

strategie di comunicazione.

Fasi in cui si articola Preparazione dei materiali di comunicazione

Comunicazione dei risultati ai target secondari (genitori, insegnanti, PLS

e MMG e operatori sanitari, comunità locale)

Messa a punto di strumenti per l’avvio delle attività della nuova raccolta

dati da realizzare nel 2014.

Attività di cui si compone Comunicazione risultati

Monitoraggio (dati di processo)

6) Beneficiari (target dell’intervento) Target primario: ragazzi e ragazze in età scolare (11, 13 e 15 anni). Questa fa-

scia di età rappresenta l’inizio dell’adolescenza, una fase di forti cambiamenti

sia a livello fisico che emozionale, ma anche il periodo della vita in cui vengo-

no prese importanti decisioni riguardanti la salute e la carriera futura (scolasti-

ca e lavorativa).

Target secondari: genitori, insegnanti, PLS e MMG e operatori sanitari, comu-

nità locale

7) Obiettivi di salute (e/o obiettivi di

processo) perseguiti**

Miglioramento delle condizioni di vita e di salute degli adolescenti, attraverso

la messa a regime su tutto il territorio regionale della sorveglianza dei princi-

pali fattori di rischio comportamentali e dello stato delle misure preventive per

gli adolescenti calabresi (11 – 17 anni)

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Valutazione Sorveglianza ed eventuale riprogrammazione.

Attori e portatori di interesse coinvolti ragazzi e ragazze in età scolare (11, 13 e 15 anni), genitori, insegnanti,

PLS e MMG e operatori sanitari, comunità locale

Tempi di attuazione 2013

Indicatori (di processo, di risultato)** - % di scuole coinvolte nella comunicazione (n. scuole campiona-

te/ tot scuole)

- % di genitori interessati dalla comunicazione (n genitori coin-

volti/n. tot. genitori degli alunni oggetto della rilevazione

Risultati attesi Almeno il 50% di scuole coinvolte e almeno il 50% di genitori raggiunti

dalla comunicazione

Page 53: 1) REGIONE CALABRIAold.regione.calabria.it/sanita/allegati/dpgr_2014/proget...2) Titolo del progetto o del pro-gramma Sistema regionale di sorveglianza degli incidenti stradali e domestici

1) REGIONE Calabria

2) Titolo del progetto o del pro-

gramma Sistema di sorveglianza “Okkio alla Salute”: strategie di comunica-

zione

3) Identificativo della linea o delle linee di intervento generale ( indica-

te nel quadro d’insieme)

2.9 Prevenzione e sorveglianza di abitudini, comportamenti, stili di vi-

ta non salutari e patologie correlate (alimentazione scorretta, sedentarie-

tà, abuso di alcol, tabagismo, abuso di sostanze)

4) Numero identificativo del proget-

to o del programma all’interno del piano operativo regionale

2.9.3

5) Breve descrizione dell’intervento

programmato *

Nei paesi industrializzati le malattie cronico-degenerative rappresentano la

prima causa di morbosità e mortalità della popolazione. Queste malattie sono

dovute, in larga parte, ad alcuni fattori di rischio modificabili; conoscerne la

distribuzione nello spazio e sapere come si modificano nel tempo ci permette

di orientare la realizzazione di iniziative utili ed efficaci per il miglioramento

delle condizioni di vita e di salute dei bambini delle scuole primarie. Adottare

uno stile di vita salutare (una sana alimentazione, praticare attività fisica, man-

tenere il peso nella norma) non solo migliora lo stato di salute in età evolutiva

ma riduce significativamente il rischio di sviluppare malattie cronico degene-

rative in età adulta e permette di rimanere a lungo in buona salute. Per com-

prendere la dimensione di questo importante fenomeno in Italia, nel 2007, il

Ministero della Salute/CCM ha promosso e finanziato il progetto “Sistema di

indagini sui rischi comportamentali in età 6-17 anni”, coordinato dall’Istituto

Superiore di Sanità in collaborazione con le Regioni, il Ministero

dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca l’INRAN. Nell’ambito del pro-

getto è stato sviluppato il sistema di sorveglianza sullo stato ponderale e i

comportamenti a rischio nei bambini delle scuole primarie “OKkio alla SA-

LUTE”, collegato al programma europeo “Guadagnare salute” e ai Piani di

Prevenzione nazionali e regionali, con lo scopo di fornire elementi utili

all’orientamento delle attività locali di programmazione e valutazione.

OKkio alla SALUTE prevede una periodicità di raccolta dati biennale e per-

mette di descrivere la variabilità geografica e l’evoluzione nel tempo della sta-

to ponderale, degli stili alimentari, dell’abitudine all’esercizio fisico dei bam-

bini e delle attività scolastiche favorenti la sana nutrizione e l’attività fisica.

L’iniziativa fa parte del progetto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità

Regione Europea “Childhood Obesity Surveillance Initiative”. La realizzazione del progetto, affidata alle Regioni e alle Asl, in colla-

borazione con la scuola, prevede:

- registrazione delle misure antropometriche dei bambini;

- raccolta di informazioni sulle abitudini alimentari, sull’attività

fisica e la sedentarietà dagli alunni delle scuole primarie, effet-

tuata tramite un questionario riempito dai bambini in classe;

- raccolta di informazioni sulle abitudini alimentari, sull’attività

fisica e la sedentarietà dei bambini, effettuata tramite un que-

stionario rivolto ai genitori;

- raccolta di informazioni sull’ambiente scolastico, sulle attività

formative riguardanti l’attività fisica e la nutrizione svolte dalla

scuola, attraverso un questionario compilato dal Dirigente sco-

lastico

La Calabria ha aderito alla sorveglianza, affidandone la realizzazione a

livello locale ai Servizi Igiene Alimenti e Nutrizione dei Dipartimenti di

Prevenzione, ed ha partecipato alle tre raccolte dati effettuate nel 2008,

nel 2010 e nel 2012. Tali indagini hanno permesso di ottenere informa-

zioni in tempi brevi e a costi limitati, grazie al lavoro e all’efficiente re-

te di collaborazione realizzata fra gli operatori del mondo della scuola e

della salute. I risultati del 2012 confermano i dati delle precedenti rac-

Page 54: 1) REGIONE CALABRIAold.regione.calabria.it/sanita/allegati/dpgr_2014/proget...2) Titolo del progetto o del pro-gramma Sistema regionale di sorveglianza degli incidenti stradali e domestici

Indicatori Fonte di

verifica

Valore

dell’indicatore al

31 dicembre 2012

Valore

dell’indicatore al 31

dicembre 2013

Atteso Osservato

Numero di eventi regiona-

li per la divulgazione dei

risultati

Dati regionali

1

PLS della Regione che

hanno ricevuto materiale

informativo sulla rileva-

zione 2012

Dati regionali 80%

colte, con elevata prevalenza di eccesso ponderale, di cattive abitudini

alimentari e stili di vita sedentari. Per valutare l’andamento del fenome-

no è importante assicurare la continuazione negli anni del sistema di

sorveglianza attraverso la cooperazione avviata tra salute e scuola. Per l’anno 2013 viene definita l’implementazione delle attività di comuni-

cazione che favorisce. l’attivazione di processi di consapevolezza e di

empowerment nella popolazione target e la realizzazione di prodotti di

comunicazione che forniscono informazioni coerenti tra loro.

Inoltre viene realizzato il materiale di comunicazione rivolto ai genitori

degli alunni coinvolti nella rilevazione.

Si definisce altresì la messa a punto di strumenti per l’avvio delle attività

della nuova raccolta dati da realizzare nel 2014.

6) Beneficiari (target dell’intervento) Target primario: Bambini di età di 8 anni, per ragioni di carattere biologico, in

quanto la situazione nutrizionale è ancora poco influenzata dalla pubertà, e per

questioni di sviluppo cognitivo, in quanto i bambini sono già in grado di ri-

spondere con precisione e validità ad alcune semplici domande.

Target secondari: genitori, insegnanti, operatori di strutture sanitarie, PLS e

MMG, Comunità locale

7) Obiettivi di salute ( e/o obiettivi

di processo) perseguiti**

Miglioramento su tutto il territorio regionale della sorveglianza dei principali

fattori di rischio comportamentali della popolazione calabrese in età evolutiva

per la riduzione dell’incidenza delle malattie cronico degenerative attraverso

l’incremento dell’attività fisica e l’acquisizione di corrette abitudini alimentari.

Page 55: 1) REGIONE CALABRIAold.regione.calabria.it/sanita/allegati/dpgr_2014/proget...2) Titolo del progetto o del pro-gramma Sistema regionale di sorveglianza degli incidenti stradali e domestici

Breve descrizione dell’intervento programmato*

Razionale dell’intervento eventualmente

supportato da elementi oggettivi *

Vedi sopra

Scopi generali che si propone L’obiettivo di questa sorveglianza, sostenibile nel tempo ed efficace nel

guidare gli interventi di sanità pubblica, è quello di monitorare alcuni

aspetti relativi agli stili di vita dei bambini calabresi in età 6-10 anni,

orientare la realizzazione di iniziative utili ed efficaci per il migliora-

mento delle loro condizioni di vita e di salute e valutare la diffusione e

l’efficacia delle misure preventive attivate, comprese le strategie di co-

municazione.

Fasi in cui si articola Preparazione dei materiali di comunicazione

Comunicazione dei risultati ai target secondari (genitori, insegnanti, PLS

e MMG e operatori sanitari, comunità locale)

Messa a punto di strumenti per l’avvio delle attività della nuova raccolta

dati da realizzare nel 2014.

Attività di cui si compone Edizione del Rapporto

Comunicazione risultati

Monitoraggio (dati di processo)

Valutazione della Sorveglianza ed eventuale riprogrammazione.

Attori e portatori di interesse coinvolti Target primario: Bambini di età di 8 anni, per ragioni di carattere biolo-

gico, in quanto la situazione nutrizionale è ancora poco influenzata dalla

pubertà, e per questioni di sviluppo cognitivo, in quanto i bambini sono

già in grado di rispondere con precisione e validità ad alcune semplici

domande.

Target secondari: genitori, insegnanti, operatori di strutture sanitarie,

PLS e MMG, Comunità locale

Tempi di attuazione 2013

Indicatori (di processo, di risultato)** - Numero di eventi regionali per la divulgazione dei risultati

- PLS della Regione che hanno ricevuto materiale informati-

vo sulla rilevazione 2012

Risultati attesi Almeno un evento regionale di divulgazione

100% dei PLS raggiunti dalla comunicazione

Page 56: 1) REGIONE CALABRIAold.regione.calabria.it/sanita/allegati/dpgr_2014/proget...2) Titolo del progetto o del pro-gramma Sistema regionale di sorveglianza degli incidenti stradali e domestici

INDICATORI FONTE

DI VERIFICA

VALORE

DELL’INDICATORE

AL 31 DICEMBRE 2012

VALORE

DELL’INDICATORE

AL 31 DICEMBRE 2013

OSSERVATO ATTESO OSSERVATO

Numero Scuole aderenti Relazioni, accordi

formalizzati

9 ulteriori 12

Numero insegnanti Schede, verbali 193 ulteriori 60

Numero Ragazzi peer reclu-

tati

Schede, elaborati ecc 425

ulteriori 100

Breve descrizione dell’intervento programmato*

Razionale dell’intervento eventualmente

supportato da elementi oggettivi

Nell’ottica delle azioni svolte nel periodo 2010-2012

il presente progetto intende reclutare nuovi Istituti e

creare all’interno degli Istituti già coinvolti un mi-

glioramento degli ambienti scolastici per aumentare il

senso di appartenenza e di benessere nella scuola.

.1) REGIONE CALABRIA

2) Titolo del progetto o del programma Benessere relazionale degli adolescenti:

Peer to Peer

3) Identificativo della linea o delle linee di intervento

generale ( indicate nel quadro d’insieme)

2.9 Prevenzione e sorveglianza di abitudini,

comportamenti, stili di vita non salutari e pa-

tologie correlate (alimentazione scorretta,

sedentarietà, abuso di alcol, fumo)

4) Numero identificativo del progetto o del program-

ma all’interno del piano operativo regionale

2.9.4

5) Breve descrizio-

ne dell’intervento

programmato *

Promuovere le life skill nei ragazzi e aumentare l’empowerment negli adole-

scenti che diventano sempre più promotori di azioni che mirino al migliora-

mento del proprio e altrui benessere all’interno del setting scolastico e nel con-

tempo costituire una seconda generazione di peer educator all’interno degli

Istituti Scolastici coinvolti ad opera dei Peer della prima generazione. I Peer

Educator completeranno le attività programmate all’interno dei loro Istituti e

costituiranno così un nuovo gruppo di peer tra i ragazzi delle terze classi. Sarà

presentato il Progetto anche a due nuovi Istituti. Si prevede inoltre una giornata

di formazione advanced rivolta agli operatori dell’equipe aziendale capofila ed

una rivolta agli operatori delle equipe delle altre aziende nelle quali il progetto

è in itinere.

6) Beneficiari ( target dell’intervento) Adolescenti 14-20 anni

7) Obiettivi di salute ( e/o obiettivi di

processo) perseguiti**

Acquisizione di competenze sulle metodologie didattiche

ludico-creative, sui laboratori, sugli strumenti di lavoro al

fine di aumentare nei ragazzi l’empowerment stimolando le

loro abilità di vita

Page 57: 1) REGIONE CALABRIAold.regione.calabria.it/sanita/allegati/dpgr_2014/proget...2) Titolo del progetto o del pro-gramma Sistema regionale di sorveglianza degli incidenti stradali e domestici

Scopi generali che si propone Promuovere il benessere scolastico ed il senso di ap-

partenenza alla scuola migliorando anche la relazione

tra studenti, docenti e dirigenti.

Fasi in cui si articola - Convegno per la comunicazione delle attività

svolte e quelle programmate

- Reclutamento di altri Istituti

- Costituzione della II generazione Peer Educa-

tor all’interno degli Istituti già coinvolti e co-

stituzione dei gruppi peer dei nuovi Istituti

- Attività dei peer di sensibilizzazione sui temi

scelti dagli stessi e relativi al benessere rela-

zionale

Attori e portatori di interesse coinvolti Peer educator, studenti delle terze classi, dirigenti

scolastici, docenti referenti, operatori ASP delle equi-

pe operative

Tempi di attuazione (cronoprogramma) Anno 2013

Indicatori (di processo, di risultato)** Adesione delle Scuole, nuovi Peer Educator, nuovi

docenti referenti

Risultati attesi Implementazione del Progetto in nuovi Istituti Scola-

stici, individuazione di nuovi docenti referenti, costi-

tuzione di nuovi gruppi di Peer Educator

Page 58: 1) REGIONE CALABRIAold.regione.calabria.it/sanita/allegati/dpgr_2014/proget...2) Titolo del progetto o del pro-gramma Sistema regionale di sorveglianza degli incidenti stradali e domestici

Indicatori di processo e di risultato

Breve descrizione dell’intervento programmato*

Razionale dell’intervento

eventualmente supportato

da elementi oggettivi

La situazione nutrizionale di una popolazione è

un determinante importante delle sue condizioni di salute. In

particolare l’eccesso di peso, favorendo l’insorgenza o

l’aggravamento di patologie preesistenti, riduce la durata della

vita e ne peggiora la qualità.

In Italia, come nella gran parte dei Paesi a medio e alto reddito,

l’eccesso ponderale è uno dei principali fattori che sostengono

l’aumento delle malattie croniche non trasmissibili. Per questo,

si compiono molti sforzi per monitorare l’andamento

1) REGIONE CALABRIA

2) Titolo del progetto o del programma Guadagnare salute negli adolescenti:

attività fisica e alimentazione

3) Identificativo della linea o delle linee di interven-

to generale ( indicate nel quadro d’insieme)

Prevenzione e sorveglianza di abitudini,

comportamenti, stili di vita non salutari e

patologie correlate

4) Numero identificativo del progetto o del pro-

gramma all’interno del piano operativo regionale

2.9.5

5) Breve descrizione dell’intervento programmato * Vedi sotto

6) Beneficiari (target dell’intervento) Popolazione scolastica 14-16 anni scuole

secondarie della Calabria

7) Obiettivi di salute ( e/o obiettivi di processo) per-

seguiti**

Promuovere stili di vita sani di alimenta-

zione ed attività fisica negli adolescenti

Indicatori Fonte di verifi-

ca

Valore al 31/12/2012 Valore al 31/12/2013

Atteso Osservato Atteso Osservato

Scuole aderenti Atti aziendali e

griglie di valu-

tazione

6 Ulteriori

6

programmi ef-

fettuati

Atti aziendali e

griglie di valu-

tazione

2 Ulteriori

3

Page 59: 1) REGIONE CALABRIAold.regione.calabria.it/sanita/allegati/dpgr_2014/proget...2) Titolo del progetto o del pro-gramma Sistema regionale di sorveglianza degli incidenti stradali e domestici

dell’eccesso ponderale nei bambini, negli adulti e nella terza

età.

I dati di sorveglianza nazionali e regionali evidenziano seden-

tarietà e sovrappeso/obesità nella popolazione, per cui è indi-

cato promuovere una campagna di promozione di corretti stili

di vita e di sensibilizzazione nonché di informazione sui ser-

vizi sanitari territoriali che si occupano di alimentazione e atti-

vità fisica.

Sovrappeso e obesità, legati a scorretti stili di vita, possono fa-

vorire l’insorgenza di patologie cronico-degenerative. Pertanto

è necessario focalizzare l’interesse sulla promozione della sa-

lute fin dall’ infanzia, prima che si instauri una patologia, an-

che per ridurre le disuguaglianze in salute ed i costi sanitari

nonché sociali.

I risultati 2012 della terza raccolta dati del sistema di sorve-

glianza nazionale Okkio alla salute confermano livelli di ec-

cesso ponderale in età infantile, ( 22% sovrappeso e 10,6%

obesità)pur rilevando segnali di miglioramento anche nella

Regione Calabria . Dati di soprappeso e ridotta attività fisica

nella popolazione scolastica, rilevati da indagini nazionali e

locali (HBSC). I dati HBSC in Calabria evidenziano livelli di

soprappeso/obesità in entrambi i generi, soprattutto nei maschi.

Si segnalano l’assenza di un’appropriata prima colazione e uno

scarso consumo di frutta e verdura. Circa il 42% dei quindi-

cenni (Italia 40%) ed il 20% delle quindicenni (Italia 24%)

consuma alcool almeno una volta alla settimana.

Scopi generali che si propone Coinvolgere gli studenti 14-16 anni con programmi congiunti

di educazione e promozione di corretti stili di vita

Fasi in cui si articola

I fase: selezione di scuole aderenti al progetto

II fase: formazione operatori di scuola e sanità

III fase: attuazione di interventi

IV fase: verifica e diffusione risultati

Attività di cui si compone I fase: Invio della proposta del progetto alle scuole, raccolta

delle adesioni, selezione tra le scuole interessate in base a cri-

teri di rappresentatività territoriale

II fase: Istituzione gruppo di lavoro intersettoriale per la pro-

gettazione e l’organizzazione della formazione congiunta di

operatori di scuola e sanità, attuazione formazione

III fase: Programmazione interventi congiunti di educazione

alla salute rivolti a studenti, docenti e genitori referenti, indi-

viduazione ed elaborazione di strumenti, attuazione degli in-

terventi programmati da parte dei docenti e/o dei sanitari,

IV fase: Rilevazione degli indicatori di risultato, diffusione

dei dati di attività svolta

Attori e portatori di interesse

coinvolti

Operatori dei servizi ASP coinvolti; Docenti e genitori refe-

renti; Studenti

Tempi di attuazione Anno 2013

Indicatori ( di processo, di ri-

sultato)**

Numero di Scuole aderenti

Numero di programmi effettuati

Risultati attesi Ulteriore coinvolgimento di scuole e ulteriori programmi effet-

tuati

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1) REGIONE CALABRIA

2) Titolo del progetto o del programma

“Promozione dell’allattamento materno,

come diritto di salute per ogni bambino”

3) Identificativo della linea o delle linee di interven-

to generale (indicate nel quadro d’insieme)

2.9 Prevenzione e sorveglianza di abitudini,

comportamenti e stili di vita non salutari.

4) Numero identificativo del progetto o del pro-

gramma all’interno del piano operativo regionale.

2.9.6.

5) Breve descrizione dell’intervento programmato

6) Beneficiari (target dell’intervento)

Donne gravide

7) Obiettivi di salute perseguiti

Prevenzione dell’obesità infantile, attraver-

so la promozione, protezione e sostegno

dell’allattamento al seno nelle strutture

ospedaliere e territoriali.

Indicatori ( di processo, di risultato)

Indicatori

(di risultato)

Fonte di verifiva Valore al

31/12/2012 Valore al 31/12/2013

Atteso Osservato

Corsi di formazione

OMS/UNICEF 20 ore rivolto

al personale sanitario coinvolto

nel percorso nascita e dei centri

vaccinali.

Delibere uf-

ficio forma-

zione

Due corsi di 40 ore

ciascuno

OMS/UNICEF

Realizzati

nell’ASP di Croto-

ne e Vibo

Realizzazione di al-

meno 2 corsi di 20

ore modello

OMS/UNICEF

Corsi di peer-counsellors 20

ore rivolto alle mamme.

Relazione

Due corsi realizza-

ti nell’ASP di Co-

senza

Realizzazione di al-

meno 2 corsi di 20

ore rivolto alle

mamme.

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Breve descrizione dell’intervento programmato

Razionale dell’intervento

Raggiunto l’obiettivo che il progetto si prefiggeva, nel biennio 2011-

2012, che era quello di incrementare il tasso di allattamento al seno

esclusivo alla dimissione e completo a sei mesi di vita, del 10%; per

l’anno 2013 s’intende completare il piano di formazione rivolto agli

operatori sanitari coinvolti nel percorso nascita e dei centri vaccinali,

mediante corsi di 20 ore secondo il modello OMS/UNICEF.

Inoltre, considerata l’importanza che rivestono i

gruppi delle donne per la consulenza alla pari, la cui efficacia è com-

pravata da evidenze scientifiche, oltre all’esperienza positiva e signi-

ficativa maturata nell’ASP di Cosenza, ulteriore obiettivo per il 2013

è quello di realizzare almeno altri due corsi di formazione di 20 ore,

rivolte a donne che hanno partorito ed allattato i propri figli, che in-

tendono sostenere le mamme che si trovano in difficoltà nella gestio-

ne dell’allattamento al seno. Il programma d'azione per l'allattamento

al seno è un progetto che mira ad aiutare le donne ad avere un atteg-

giamento positivo nei confronti di questa metodologia ed ad aumenta-

re il numero di quelle che scelgono di alimentare in questo modo i lo-

ro figli.

L'esigenza è quella di ricostruire, sul territorio regionale, una "cultura

dell'allattamento materno", creando figure orientate positivamente in

tal senso e sensibilizzate al sostegno di altre donne, come era un tem-

po garantito dalle figure appartenenti all'ambito parentale e familiare

allargato.

Scopi generali che si

propone

Migliorare e rafforzare le conoscenze sulla promozione, protezione e

sostegno dell’allattamento al seno, negli operatori sanitari coinvolti

nel percorso nascita e dei centri vaccinali. Creazione di peer counsel-

lor.

Attori e portatori di in-

teresse coinvolti

1) PLS

2) Ostetriche

3) Infermieri

4) Operatori dei Centri Vaccinali

5) Ginecologi

6) Pediatri

7) Neonatologi

8) Donne che hanno partorito

Criticità

Scarsa collaborazione da parte di alcuni uffici formazione, delle ASP.

Difficoltà nel reperire mamme che allattano disponibili a diventare

peer-counsellor.

Tempi di attuazione 12 mesi

Risultati attesi

Realizzazione di almeno 2 corsi di formazione rivolti agli operatori

sanitari e di almeno due corsi rivolti alle mamme per consulenti alla

pari.

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INDICATORI Fonte di Verifica

Valore dell'indicatore al 31/12/2013

Atteso Osservato

n. scuole coinvolte Atti ASP Ulteriori 5

N° eventi formativi per docenti Atti ASP Ulteriori 5

% adolescenti delle scuole

coinvolte Atti ASP 25%

1) REGIONE CALABRIA

2) Titolo del progetto o del programma “Unplugged” Programma per la prevenzione

dell’uso di tabacco, alcool e droghe nelle scuole ca-

labresi

3) Identificativo della linea o delle linee

di intervento generale ( indicate nel qua-

dro d’insieme)

2.9 Prevenzione e sorveglianza di abitudini, compor-

tamenti, stili di vita non salutari e patologie correlate

(alimentazione scorretta, sedentarietà, abuso di alcol,

tabagismo, abuso di sostanze)

4) Numero identificativo del progetto o

del programma all’interno del piano

operativo regionale

2.9.7

5) Breve descrizione dell’intervento

programmato *

Migliorare negli adolescenti le conoscenze sui rischi

dell’uso e dell’abuso di tabacco, alcool e sostanze

psicoattive per sviluppare un atteggiamento non favo-

revole verso queste sostanze, ridurre l’iniziazione

all’uso delle stesse favorendo stili e comportamenti di

vita corretti sostenuti dalla metodologia dei moltipli-

catori delle azioni preventive: i docenti specificata-

mente formati che realizzano il programma unplug-

ged nei gruppi classe.

6) Beneficiari ( target dell’intervento) Popolazione target: adolescenti delle province cala-

bresi

Target intermedio: docenti delle scuole primarie e se-

condarie - Moltiplicatori delle azioni della prevenzio-

ne

7) Obiettivi di salute (e/o obiettivi di

processo) perseguiti**

Diminuire negli adolescenti i comportamenti a rischio

per l’uso e l’abuso di sostanze: alcool, tabacco e so-

stanze illecite, estendendo e consolidando, nel territo-

rio regionale la metodologia di intervento “Unplug-

ged”

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Breve descrizione dell’intervento programmato*

Razionale

dell’intervento

eventualmente sup-

portato da elementi

oggettivi

L’uso di sostanze stupefacenti, il consumo di tabacco e l’abuso di alcool sono

stati e continuano ad essere un serio problema di sanità pubblica.

Le conseguenze di queste sostanze sullo stato di salute possono presentarsi a

breve e a lungo termine: dalla mortalità per incidenti alla mortalità per patologie

tumorali.

Il Report HBSC Italia indica che:

- la frequenza di fumatori che dichiara di fumare ogni giorno cresce in misura

evidente nel passaggio tra i 13 ed i 15 anni, attestandosi, per i più grandi, intorno

al 16%.

- il consumo di alcool e l’abuso è più rilevante nei maschi e dimostra un anda-

mento crescente con l’età. Il consumo di alcool tra gli adolescenti è un fenomeno

da non sottovalutare in quanto è in questa età che si stabiliscono quei modelli di

consumo che, verosimilmente, verranno mantenuti nell’età adulta. Più precisa-

mente, sembra esistere un legame tra l’iniziazione in giovane età e l’abuso in età

adulta (De Wit, 2000; Poikolainen, 2001). Comunque bisogna considerare che

per molti giovani il consumo di alcool costituisce una fase del percorso di cresci-

ta dell’adolescente, ed in questo caso la frequenza del consumo è solo un indica-

tore di scorrette abitudini alimentari.

- L’uso di droghe quali la cannabis o la sperimentazione di altre sostanze stupe-

facenti sono tra i comportamenti a rischio più frequenti in età adolescenziale.

L’uso di sostanze illecite sembra mostrare un incremento soprattutto per quanto

riguarda l’età di inizio.

- La percentuale di consumatori di sostanze psicoattive, indipendentemente dal

sesso, varia tra l’1 e il 5% nei ragazzi tra i 15 ed i 16 anni.

Scopi generali che

si propone

Contrastare l’uso di sostanze utilizzando il modello unplugged dell’influenza

sociale: educazione normativa e life skills

Fasi in cui si artico-

la

- Coinvolgere i Servizi / UO di promozione/educazione sanitaria e servizi

delle tossicodipendenze

- Realizzare percorsi di formazione continua dei formatori locali

- Sostenere le equipe dei formatori locali

- Coinvolgere le scuole

- Realizzare i corsi di formazione per i docenti disponibili a realizzare

l’intervento

- Sensibilizzare gli adolescenti

Attività di cui si

compone

Mantenimento delle equipe territoriali

Sostenere la formazione continua dei formatori locali

Individuare nuove scuole da coinvolgere nel progetto

Attivare nuovi corsi di formazione per i docenti delle scuole partecipanti

Attori e portatori di

interesse coinvolti

Referenti dei Dipartimenti e dei servizi delle AASSPP, Uffici scolastici provin-

ciali e Dirigenti scolastici, docenti, adolescenti

Tempi di attuazione 2013

Indicatori ( di pro-

cesso, di risulta-

to)**

Numero di nuovi corsi di formazione per i docenti realizzati dall’equipe locali

Numero di nuove scuole coinvolte

% di adolescenti coinvolti

Risultati attesi Almeno ulteriori 5 scuole coinvolte nel progetto e n. 5 eventi formativi per do-

centi

Coinvolgimento almeno del 25% di adolescenti delle scuole coinvolte

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Indicatori ( di processo, di risultato)

Breve descrizione dell’intervento programmato*

1) REGIONE CALABRIA

2) Titolo del progetto o

del programma

Diffusione delle buone pratiche identificate dal progetto “Guadagna-

re salute negli adolescenti” – Luoghi di prevenzione

3) Identificativo della li-

nea o delle linee di inter-

vento generale ( indicate

nel quadro d’insieme)

2.9 Prevenzione e sorveglianza di abitudini,comportamenti e stili di

vita non salutari e patologie correlate

( alimentazione scorretta, sedentarietà, abuso di alcol, fumo)

4) Numero identificativo

del progetto o del pro-

gramma all’interno del

piano operativo regionale

2.9.8

5) Breve descrizione

dell’intervento program-

mato *

Vedi sotto

6) Beneficiari ( target

dell’intervento)

popolazione studentesca classi medie inferiori ( età 11-15 anni ) e

superiori ( fino a 18 anni)

7)Obiettivi di salute ( e/o

obiettivi di processo) per-

seguiti**

Istituire e implementare un LUOGO DI PREVENZIONE dedito al-

la popolazione della scuola dell’obbligo primaria e secondaria , per

la realizzazione di azioni finalizzate a sensibilizzare le Istituzioni

Scolastiche alla promozione della salute degli studenti soprattutto in

merito all’uso di alcol, tabacco e comportamenti a rischio

Indicatori Fonte di verifica

Valore al

31/12/20

12

Valore al 31/12/2013

Atteso Osservato

Numero Istituti

Scolastici del di-

stretto di Soverato

ASP CZ

registri laboratorio

luoghi di prevenzione

ASP CZ 70% 80% 80%

Numero Studenti

coinvolti

registri laboratorio

luoghi di prevenzione

ASP CZ

400 600 930

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Razionale

dell’intervento even-

tualmente supportato

da elementi oggettivi

Il consumo dell’alcol fra gli adolescenti è un fenomeno che non puo’

essere sottovalutato e rappresenta un comportamento a rischio sempre

più diffuso tra i giovani. La scuola, soprattutto nelle classi medie infe-

riori puo’ esse un utilissimo supporto per l’attuazione di azioni di pre-

venzione ed educazione alla salute all’uopo finalizzati. Il modello di

LUOGHI DI PREVENZIONE prevede una modalità lavorativa origina-

le ed efficace; gli educatori non si recano nelle scuole ma sono le scuole

ovvero le classi degli studenti , previo appuntamento, a spostarsi in

LUOGHI DI PREVENZIONE, per effettuare, in orario antimeridiano, i

laboratori tecnico-ludico-ricreativi, finalizzati ad una maggiore cono-

scenza dei comportamenti a rischio alcol correlati e/o correlati ad altri

stili di vita scorretti ( tabagismo, alimentazione e sedentarietà).

L’esperienza – pilota già avviata ed in itinere nel distretto di Soverato,

dal SerT di Soverato , per conto dell’ASP-CZ ha dato risultati positivi,

evidenziati dall’alto grado di coinvolgimento degli Istituti Scolastici (

circa l’80%) e degli studenti ( oltre 400 ); anche gli indicatori hanno

evidenziato un importante incremento del gradi di percezione del rischio

alcol correlato e di interesse all’iniziativa, peraltro molto coinvolgente

con il minimo dispendio di tempo ed energie ( una mattinata per ogni

classe studentesca); il lavoro è proseguito durante l’anno scolastico con

il coinvolgimento anche dei docenti e la produzione , alla fine del corso

scolastico, di lavori inerenti l’argomento esposti in mostra ( cartelloni,

filmati, ecc.).

La prosecuzione del progetto in oggetto è essenziale durante l’anno

2013 affinchè non si interrompi bruscamente , vanificando quanto finora

attuato, potendosi invece raggiungere definitivamente gli obiettivi pre-

fissati.

Scopi generali che si

propone

Realizzare un sito all’uopo identificato e definitivo, denominato LUO-

GHI DI PREVENZIONE, dove programmare ed attuare gli interventi

di prevenzione ed educazione alla salute, all’uopo pianificati e finalizza-

ti soprattutto alla sensibilizzazione dei giovani studenti al cambiamento

degli stili di vita comportamentali a rischio , soprattutto legati al consu-

mo di alcol, ma anche di tabacco e sostanze psicoattive nonchè ai disor-

dini alimentari e alla sedentarietà; in tale sito dovrebbero essere convo-

gliate tutte le risorse umane e progettuali riguardanti le finalità sudde-

scritte da rivolgere alla popolazione giovanile per tramite degli Istituti

Scolastici.

Fasi e attività Il Centro sperimentale denominato LUOGHI DI PREVENZIONE , già

attivo nel distretto di Soverato – ASP CZ, si basa su modalità di appren-

dimento cognitivo emotivo ed interpersonale , soprattutto rivolto si gio-

vani, relativamente ai comportamenti a rischio soprattutto alcol correla-

ti.

Esso è situato attualmente in alcuni locali dell’Istituto Scolastico “U.

Foscolo” di Soverato all’uopo adattati e ben utili allo scopo .

Andranno ulteriormente ristrutturati, arredati ed attrezzati per

l’effettuazione di laboratori : dell’immaginario, educativi e tecnico-

ludici.

La fase attuale prevede l’attività suddetta estesa a tutti gli Istituti Scola-

stici del comprensorio nell’anno scolastico 2012/13 e fino al Dicembre

2013, con il coinvolgimento di docenti referenti e operatori formati.

L’attività viene espletata nel corso della settimana, nelle ore antimeri-

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diane dei giorni feriali; gli studenti vengono coinvolti , previa sensibi-

lizzazione dei dirigenti scolastici, tramite appuntamento per classe; ven-

gono anche coinvolti i comuni di riferimento soprattutto per la fornitura

dell’autobus di trasporto degli studenti dalla loro sede a LUOGHI DI

PREVENZIONE e viceversa. I moduli dei laboratori durano in genere

circa 5 ore. Il restante lavoro viene continuato in classe con i docenti e

finalizzato alla produzione di lavori sul tema nonché alla verifica dei

cambiamenti comportamentali richiesti e della percezione culturale dei

rischi correlati ai comportamenti definiti a rischio.

Attori e portatori di

interesse coinvolti

Operatori ASP ( U.O. SerT , Educazione alla Salute , ecc.) ; Docenti

Istituti Scolastici Scuole Medie iNf. E Sup. ; Dirigenti Istituti Scolastici;

Studenti e Familiari Studenti ; Sindaci e Assessori coinvolti dei Comuni

interessati.

Criticità I giovani non avvertono concretamente i rischi connessi ad alcuni com-

portamenti specie alcol-correlati; anche le famiglie sembrano sottovalu-

tare il problema soprattutto per la cultura antropologica alcologica esi-

stente che accetta se non sostiene il bere. Perfino la Scuola non da la

dovuta rilevanza ai comportamenti a rischio che possono caratterizzare

gli stili di vita dei giovani.

Nella fattispecie è necessario poter utilizzare a pieno i fondi finalizzati

per ultimare la ristrutturazione dei locali all’uopo destinati, arredare e

dotare degli strumenti tecnici LUOGHI DI PREVENZIONE , assicurare

la necessaria continuità all’esperienza già positivamente avviata indivi-

duando le procedure necessarie per renderla definitivamente ed autono-

mamente fattibile nell’ambito delle attività scolastiche e sanitarie, con-

giuntamente.

Tempi di attuazione Anno 2013

Risultati attesi Istituzione ed implementazione di un LUOGO DI PREVENZIONE de-

dito alla popolazione della scuola dell’obbligo primaria e secondaria in

merito all’uso di alcol, tabacco e comportamenti a rischio.

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3.1.2. Piano di Comunicazione degli screening oncologici

1) REGIONE Calabria

2) Titolo del progetto o del programma Piano di informazione/comunicazione degli screening oncologici

3) Identificativo della linea o delle linee di interven-

to generale ( indicate nel quadro d’insieme)

3.1 Tumori e screening

4) Numero identificativo del progetto o del pro-

gramma all’interno del piano operativo regionale

3.1.1.

5) Breve descrizione dell’intervento programmato * Vedi sotto

6) Beneficiari ( target dell’intervento) Donne e uomini in fascia d’età

7)Obiettivi di salute ( e/o obiettivi di processo) per-

seguiti**

Ridurre la mortalità per cancro della mammella, dell’utero e del colon retto at-traverso il miglioramento delle azioni di prevenzione.

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Allegato 1: Breve descrizione dell’intervento programmato*

Razionale dell’intervento

eventualmente supportato da

elementi oggettivi

Obiettivo strategico di sanità pubblica è la formazione di una

cultura della prevenzione, attualmente unica vera arma in grado

di ridurre drasticamente la mortalità per cancro.

Diffondere la cultura della prevenzione significa modificare le

abitudini ed i comportamenti della popolazione e ottenere un at-

teggiamento attivo nei confronti della lotta contro il cancro.

La popolazione calabrese, per quanto consapevole

dell’importanza di fare prevenzione, non partecipa nella misura

sperata ai programmi di screening per il cancro del seno, della

cervice uterina e del colon retto. Infatti, sebbene si è registrato

negli ultimi anni un progressivo e graduale miglioramento

dell’accesso alla diagnosi precoce basato prevalentemente

sull’iniziativa personale, la paura, il poco tempo da dedicare a

se stessi, la mancanza di consigli e le difficoltà legate

all’organizzazione del servizio pubblico, sono alcuni dei tanti

motivi per cui la prevenzione è ancora oggi scarsa.

Questo è emerso anche dall’indagine conoscitiva effettuata nel

corso del progetto regionale “Costituzione della rete epidemio-

logica regionale”.

La comunicazione è uno strumento efficace per promuovere una

cultura della prevenzione, in quanto aumenta l’autonomia deci-

sionale individuale per raggiungere una più ampia e consapevo-

le partecipazione delle persone agli interventi di promozione

della salute.

Nei programmi di screening la comunicazione occupa un posto

significativamente rilevante e indica l’insieme dei flussi infor-

mativi e delle relazioni che legano i diversi soggetti coinvolti

(operatori sanitari-cittadini utenti).

Il“sistema screening” rappresenta un tipico esempio di inversio-

ne nel rapporto utente-struttura, proprio perché è la struttura sa-

nitaria a rivolgersi a tutti quei cittadini che, rispondendo a parti-

colari caratteristiche (età, sesso, ecc…), ne diventano la “popo-

lazione bersaglio”.

Pertanto, è necessario promuovere una scelta consapevole e ma-

tura da parte dei cittadini rispetto ai programmi di screening, in-

crementare la partecipazione e la motivazione degli operatori e

coinvolgere le associazioni della società civile.

Scopi generali che si propo-

ne

Sensibilizzare la popolazione ad una maggiore adesione consa-

pevole ai programmi di prevenzione contro i tumori del collo

dell’utero, della mammella e del colon retto.

Fasi in cui si articola informare la popolazione sulla prevenzione ed in parti-

colare sull’opportunità dei programmi di screening;

favorire e facilitare la partecipazione della popolazione

target ai programmi di screening;

raggiungere tutte le fasce della popolazione, in particola-

re quelle più deboli, garantendo accesso informato e

consapevole agli screening;

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Attività di cui si compone Il progetto prevede le seguenti attività:

1. elaborare in ciascuna Azienda Sanitaria un piano di in-

formazione/comunicazione che preveda una vera e pro-

pria campagna di comunicazione sociale e di educazione

sanitaria, articolata in incontri organizzati che coprano

un ampio spazio temporale in modo che rimanga sempre

alta l’attenzione e l’interesse verso lo screening;

2. realizzare incontri operativi nei Comuni, con le istitu-

zioni e con le associazioni della società civile, al fine di

diffondere messaggi univoci su tutto il territorio regio-

nale e amplificando il più possibile il significato di que-

sta particolare azione di prevenzione e sanità pubblica.

Attori e portatori di interesse

coinvolti Donne e uomini in fascia d’età

Operatori sanitari

Indicatori Fonte di

verifica

Valore dell’indicatore al

31 dicembre 2013

Atteso osservato

Programma aziendale di in-

formazione/comunicazione

degli screening oncologici

Dati

aziendali

Programmazione

eventi di infor-

mazione/ comu-

nicazione in

ogni azienda

Incontri con la popolazione 5 (almeno uno in

ogni ASP)

Nelle Aziende Sanitarie è stata pianificata una campagna di informazione/comunicazione, che si è

tradotta in una serie di incontri con la popolazione interessata, presso i Comuni, le scuole, e con il

coinvolgimento del volontariato.

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1) REGIONE Calabria

2) Titolo del progetto o del programma Campagna di informazione sullo scree-

ning spontaneo del carcinoma della pro-

stata

3) Identificativo della linea o delle linee di interven-

to generale ( indicate nel quadro d’insieme)

3.1 Tumori e screening

4) Numero identificativo del progetto o del pro-

gramma all’interno del piano operativo regionale

3.1.2

5) Breve descrizione dell’intervento programmato * Vedi sotto

6) Beneficiari ( target dell’intervento) Uomini dai 50 anni in su

7)Obiettivi di salute ( e/o obiettivi di processo) per-

seguiti**

Migliorare la qualità di vita delle persone

attraverso un’informazione corretta.

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Allegato 1: Breve descrizione dell’intervento programmato*

Razionale dell’intervento

eventualmente supportato da

elementi oggettivi

E’fondamentale che la decisione di effettuare o meno un test di

screening con PSA sia fondata su una esaustiva ed adeguata in-

formazione ai soggetti eventualmente interessati a sottoporsi a

dosaggio del PSA, sui potenziali benefici e rischi associati a tale

intervento diagnostico. La corretta informazione è fondamentale

assai prima della diagnosi.

Nel caso di soggetti asintomatici che si rivolgono spontaneamen-

te al medico di famiglia o allo specialista richiedendo

l’esecuzione di un test di screening, è dovere del medico illustra-

re chiaramente lo stato attuale delle conoscenze, in particolare le

attuali limitate evidenze di efficacia dello screening e le numero-

se evidenze circa le possibili conseguenze negative che possono

derivarne. Lo stesso processo di screening può comportare effetti

psicologici importanti ed un maggior ricorso sanitario tra gli uo-

mini che eseguono una biopsia, anche se essi ricevono una dia-

gnosi negativa per carcinoma.

A tal proposito, il PRP 2010-2012 ha approvato un progetto che

ha portato alla elaborazione delle “Linee guida per lo screening

spontaneo del carcinoma della prostata”, con l’obiettivo di rego-

lamentare e orientare l’uso spontaneo del test, al fine di ricondur-

re in un percorso monitorato lo screening spontaneo e di ridurre

l’inappropriatezza delle procedure diagnostiche e l’over treat-

ment.

Pertanto, è necessario predisporre una campagna di informazione

sullo screening spontaneo del carcinoma della prostata basata

sulla diffusione delle linee guida regionali e rivolta a tutti gli

operatori sanitari coinvolti, per facilitare una scelta consapevole

della popolazione interessata nel ricorso al test.

Scopi generali che si propo-

ne

Migliorare l'appropriatezza del percorso di screening spontaneo

per l'individuazione del carcinoma della prostata, attraverso una

campagna di diffusione delle linee guida regionali, al fine di

fornire una corretta informazione agli operatori sanitari coinvol-

ti.

Fasi in cui si articola

Costituzione di un gruppo di lavoro a livello aziendale

Elaborazione di una strategia di informazione

Attività di cui si compone

Il progetto prevede le seguenti attività:

1.costituire un gruppo di lavoro a livello aziendale tra gli opera-

tori sanitari coinvolti;

2.diffondere e condividere le linee guida regionali;

3.informare correttamente la popolazione interessata circa le in-

certezze, i rischi ed i potenziali benefici che si associano con la

decisione di sottoporsi a questo screening.

Attori e portatori di interesse

coinvolti Uomini dai 50 anni di età in su

Personale sanitario

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Indicatori Fonte di

verifica

Valore dell’indicatore al 31

dicembre 2013

Atteso osservato

Costituzione

gruppo di la-

voro aziendale

Dati azien-

dali

Costituzione

gruppo di la-

voro in ogni

azienda

Produzione di

materiale in-

formativo

Produzione

di materiale

informativo

Nelle Aziende Sanitarie sono stati costituiti gruppi di lavoro tra gli operatori sanitari coinvolti che

hanno condiviso le linee guida regionali, sulla base delle quali hanno prodotto materiale informati-

vo.

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Indicatori di processo e di risultato

Breve descrizione dell’intervento programmato*

Razionale dell’intervento

eventualmente supportato

da elementi oggettivi

Le persone anziane, in particolare con disabilità, tendono molto

spesso a contenere la loro attività fisica sia per motivi di tipo bio

funzionale sia per ragioni di tipo contestuale (ICF). Questo tipo di

comportamento produce nel tempo conseguenze negative che con-

sistono in complicanze di vario genere, che si aggravano nella ri-

duzione ulteriore dei livelli di autonomia e di partecipazione

1) REGIONE CALABRIA

2) Titolo del programma La prescrizione dell’attività motoria: Strategie e

azioni di educazione motoria ed attività fisica per la

popolazione anziana e disabili in particolare in con-

seguenza di stroke o di M. di Parkinson.

3) Identificativo della linea o delle li-

nee di intervento generale ( indicate

nel quadro d’insieme)

3.2 Ridurre incidenza e mortalità per malattie ischemiche del

cuore e cerebrovascolari

4) Numero identificativo del progetto

o del programma all’interno del piano

operativo regionale

3.2.2

5) Breve descrizione dell’intervento

programmato *

Realizzare, sul territorio delle aree coinvolte, iniziative

concrete di tipo AFA (Attività Fisica Adattata) e di altro

tipo, alle quali indirizzare differenti tipologie di soggetti

anziani, anche disabili, per la attuazione di una reale

implementazione dell’attività fisica, attraverso un lavo-

ro in equipe multidisciplinare, finalizzata ai soggetti di-

sabili, in particolare in conseguenza di stroke o di M. di

Parkinson.

6) Beneficiari ( target dell’intervento) Popolazione anziana e disabili conseguenti a stroke o

di M. di Parkinson

7)Obiettivi di salute ( e/o obiettivi di

processo) perseguiti**

Riduzione delle cadute e del rischio di cadere e delle

conseguenze traumatiche delle cadute stesse, migliora-

mento della qualità della vita e della Partecipazione

(ICF).

Indicatori

Fonte di

verifica

Valore

dell’indicatore al

31 dicembre 2012

Valore dell’indicatore al 31 dicem-

bre 2013

Osservato Atteso Osservato

Riduzione del numero globale

delle cadute/anno nella popola-

zione partecipante

Cartellino

Individuale

-15%

Ulteriore

-15%

Riduzione del rischio di cadere

per ciascuno dei partecipanti

Test clinici e

strumentali - 10% Ulteriore

- 10%

Numero strutture aderenti Lettere di ade-

sione 2 Ulteriori 3

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(ICF) sociale ed alla vita. Questi studi evidenziano che interventi

realizzati attraverso l’incremento dell’attività fisica di tipo genera-

le producono risultati realmente terapeutici e di prevenzione delle

complicanze fisiche, funzionali e sulla partecipazione sunnomina-

te. Esperienze applicative di questi concetti sono state realizzate

anche in Italia (Benvenuti F. et alii: Attività fisica adattata Ital J.

Rehab. Med. 2009; 23:45-6) in più sedi con interessanti risultati

ed appaiono riproponibili ed ulteriormente migliorabili con risulta-

ti positivi sulla salute dei cittadini disabili e riduzione dei costi per

il Sistema Sanitario.

Scopi generali che si pro-

pone

Il progetto è indirizzato a modificare i fattori di contesto personali,

culturali e sociali che ostacolano il regolare svolgimento di

un’attività fisica nei soggetti disabili, in particolare in conseguenza

di stroke o di M. di Parkinson, migliorandone la qualità della vita e

riducendo la restrizione della partecipazione, riducendo altresì gli

interventi sanitari ambulatoriali, il ricorso alla degenza ospedalie-

ra, l’utilizzo di farmaci con un risparmi globale per la spesa sanita-

ria.

Fasi in cui si articola Fase 1: Reclutamento popolazione anziana e formazione profes-

sionisti

Fase: 2: Esecuzione dei programmi terapeutici di Attività Fisica

Adattata (AFA) in palestra ed educazione dei pazienti

Fase 3: Autotrattamento domiciliare

Fase 4:Valutazione dei risultati

Fase 5: Periodicizzazione delle attività di palestra e domiciliare

Attività di cui si compone a)identificazione della popolazione di riferimento per il progetto

b)reclutamento e formazione dei professionisti e organizzazione

del circuito

b)valutazione di parametri prevalentemente funzionali

c)realizzazione di Attività Fisica Adattata (AFA: protocollo di

esercizi mirato per coloro che hanno algie della colonna, del gi-

nocchio e dell’anca, o hanno subito un ictus, ora stabilizzato, o so-

no parkinsoniane.) per i soggetti anziani selezionati per un periodo

di almeno 4 mesi presso palestre con addestramento per

l’autogestione domiciliare

d)fase di automantenimento con esercizi domiciliari

e) rivalutazione a 10 mesi

e) riprogrammazione attività periodica annuale

Attori e portatori di interes-

se coinvolti

Medici di Medicina Generale; Specialisti di Medicina Fisica e

Riabilitativa ed in Geriatria; Fisioterapisti; Laureati in S.M.; Strut-

ture riabilitative, palestre.

Criticità Disponibilità di collaborazione dei professionisti

Disponibilità locali idonei all’esercizio

Tempi di attuazione (cro-

noprogramma)

Anno 2013

Indicatori (di processo, di

risultato)**

Valutazione ripetuta nel tempo: ICF – Check List, indici di

qualità della vita, parametri clinici, nella popolazione par-

tecipante.

Riduzione del numero delle cadute e del rischio di cadere

e degli accessi ai servizi ambulatoriali di Riabilitazione per

complicanze, rispetto ad una popolazione di controllo.

Riduzione del numero di ricorsi al SS per eventi traumatici

da caduta, rispetto ad una popolazione di controllo

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Numero di strutture e professionisti partecipanti.

Risultati attesi Miglioramento dello stato di salute dei cittadini disabili

presi in carico

Riduzione di complicanze quali: deformità secondarie, ca-

dute accidentali con complicanze di rilievo, dolore.

Riduzione della spesa in farmaci ed interventi sanitari sulle

complicanze

Modificazione dell’abitudine alla vita sedentaria dei disabi-

li e del loro ambiente familiare

Aumento della relazione con il contesto sociale ed ambien-

tale

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INDICATORI FONTE

DI VERIFICA

VALORE DELL’INDICATORE

AL 31 DICEMBRE 2013

ATTESO OSSERVATO

N.ro di insegnanti formati

NN

Dati AASSPP n. 20 ulteriori insegnanti formati

N.ro di scuole coinvolte e n. classi Dati AASSPP n.5 ulteriori scuole coinvolte e n. 5 ulte-

riori classi

N.ro alunni e famiglie coinvolti Dati AASSPP n. 100 ulteriori alunni e n.100 famiglie

coinvolte

1) REGIONE CALABRIA

2) Titolo del progetto o del

programma

Prevenzione della carie in età pediatrica

3) Identificativo della linea o

delle linee di intervento gene-

rale (indicate nel quadro

d’insieme)

Patologie orali

4) Numero identificativo del

progetto o del programma

all’interno del piano operativo

regionale

3.6.1

5) Breve descrizione

dell’intervento programmato *

Il progetto è la prosecuzione di quello avviato nell’anno

2011/2012 che aveva coinvolto: 33 Istituti scolastici, 50 Plessi, 99

Classi, 1711 Alunni, 97 Insegnanti,33 Dirigenti Scolastici.

Sono stati formati 35 operatori socio sanitari e 35 insegnanti.

Sono stati realizzati:

Il libro didattico “Percorso Educativo Promozione della Salute Ora-

le”

Il Cd del Corso di Formazione

La cartellonistica a scopo didattico

Con il presente progetto si ritiene, pertanto, opportuno proseguire

questa attività di prevenzione della patologia orale sul territorio, me-

diante il coinvolgimento di ulteriori realtà scolastiche diverse da

quelle precedentemente coinvolte e conseguentemente, la formazio-

ne di nuovi insegnati e la sensibilizzazione di alunni e famiglie

6) Beneficiari (target

dell’intervento)

Insegnanti, Genitori, Alunni, PLS, MMG, Odontoiatri, Igienisti den-

tali

7) Obiettivi di salute ( e/o

obiettivi di processo) perse-

guiti**

Gli obiettivi perseguiti a breve termini sono di tipo comportamenta-

le: incremento delle pratiche di igiene orale e dei controlli periodici

dal dentista ed acquisizione di più corrette abitudini alimentari. A

lungo termine gli obiettivi di salute si ripercuoteranno in un decre-

mento della prevalenza e dell’incidenza della patologia cariosa, in

età pediatrica.

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Breve descrizione dell’intervento programmato*

Razionale

dell’intervento even-

tualmente supportato da

elementi oggettivi

La carie secondo i dati dell’OMS è la patologia più diffusa nel mondo ed è

uno dei maggiori problemi di spesa sanitaria. Anche in Calabria i dati di pre-

valenza sono in aumento anche per via del notevole numero di bambini im-

migrati. Questa patologia è, però, prevenibile con adeguati comportamenti di

tipo alimentare e di igiene orale, oltre che con controlli periodici dal dentista.

L’opportunità di intervenire in tenera età con percorsi educazionali che modi-

fichino i comportamenti scorretti, in un lavoro di equipe con le varie profes-

sionalità e di rete con le istituzioni, rende possibile il decremento della preva-

lenza di tale patologia.

Scopi generali che si

propone

Ideare un percorso formativo rivolto agli addetti ai lavori che venga successi-

vamente traslato agli alunni sotto forma di input educazionali tali da far at-

tuare comportamenti corretti e finalizzati alla prevenzione della carie.

Ampliare il programma educativo nelle classi non coinvolte con il precedente

progetto

Fasi in cui si articola Mantenimento del gruppo di lavoro con operatori sanitari;

Preparazione dei materiali

Identificazione e selezione delle ulteriori scuole da coinvolgere

Interventi formativi

Interventi divulgativi

Diffusione opuscoli e report

Attività di cui si compo-

ne Ideazione, confronto e produzione del materiale da utilizzare

Presa di contatto con gli istituti da coinvolgere

Pianificazione degli interventi

Contatti con tutto il personale interessato per la divulgazione e la

promozione dell’attività di formazione sulla prevenzione della carie

Organizzazione dei corsi di formazione per gli insegnanti

Attività educativa rivolta alla popolazione target

Presentazione in workshop del report finale

Attori e portatori di inte-

resse coinvolti

Insegnanti, Genitori, Alunni, PLS, MMG, Odontoiatri, Igienisti dentali, Psi-

cologi, Operatori socio-sanitari.

Tempi di attuazione

(cronoprogramma)

Anno 2013

Indicatori (di processo,

di risultato)**

N.ro di ulteriori scuole fruitrici del progetto

N.ro di ulteriori alunni e genitori coinvolti nel progetto

N.ro di ulteriori insegnanti formati

Risultati attesi Almeno ulteriori …scuole

Almeno ulteriori …alunni e genitori coinvolti

Almeno ulteriori….insegnanti formati

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Indicatori (di processo, di risultato)

Breve descrizione dell’intervento programmato*

Razionale

dell’intervento even-

tualmente supportato

da elementi oggettivi.

L’ictus cerebri rappresenta ancora oggi la più frequente causa neurolo-

gica di disabilità severa. È assolutamente riconosciuto in tutta la lettera-

tura internazionale che di fondamentale importanza, ai fini del conteni-

mento della disabilità secondaria e della restrizione della Partecipazione

1) REGIONE CALABRIA

2) Titolo del progetto o del

programma La presa in carico delle persone con ictus cerebrale: ulte-

riore implementazione dei percorsi di cura integrati e degli

strumenti di gestione della continuità riabilitativa.

3) Identificativo della linea o

delle linee di intervento genera-

le ( indicate nel quadro

d’insieme)

Malattie Neurologiche

4) Numero identificativo del

progetto o del programma

all’interno del piano operativo

regionale

3.8.1

5) Breve descrizione

dell’intervento programmato *

Facilitazione della continuità nei vari punti critici del percorso

riabilitativo e valutazione periodica, stadio per stadio, dei pa-

zienti con Stroke recente, attraverso specifica schedatura, vali-

data per fotografare la situazione del percorso riabilitativo dei

pazienti emiplegici o emiparetici e la loro condizione di out-

come a sei mesi.

6) Beneficiari (target

dell’intervento)

Pazienti emiplegici/emiparetici da ictus cerebri recente.

7) Obiettivi di salute (e/o obiet-

tivi di processo) perseguiti**

Ampliamento di una rete riabilitativa post-Stroke, che renda

effettiva la continuità del percorso riabilitativo e migliori la

sua efficacia complessiva.

Consolidazione della disciplina di flusso al suo interno con ve-

rifica dei risultati ottenuti.

Indicatori Fonte di

verifica

Valore al 31/12/2013

Atteso Osservato

n. pazienti in carico "in continuità riabilitativa" Dati

aziendali 120

tempo di attesa tra eventi ictale e ricovero riabilitativo Dati

aziendali 4,5 gg

Modifica dei tempi di degenza in fase post-acuta Dati

aziendali 55gg

Incremento del turnover Dati

aziendali

4%

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ad essa conseguente, risulta l‘intervento riabilitativo (SPREAD 2007).

Questo deve avere le caratteristiche di precocità, adeguatezza e conti-

nuità in tutte e tre le fasi di evoluzione della sua storia riabilitativa: acu-

ta, postacuta ospedaliera (intensiva o estensiva), territoriale, come rico-

nosciuto e previsto anche nel “Documento di indirizzo per la defini-

zione del percorso assistenziale ai pazienti con ictus cerebrale”della

Conferenza Stato-Regioni del 2005.

Il processo di riabilitazione per fluire con la massima continuità ed effi-

cacia abbisogna di realizzarsi all’interno di una rete territoriale in cui sia

possibile da un lato avere criteri valutativi omogenei per la condizione

presa in carico e dall’altra si sia concordi su quali siano condivisi i crite-

ri di scelta del setting riabilitativo più adeguato fase per fase e delle

condizioni di passaggio da un setting al successivo del percorso proget-

tato. Questi sono spesso i punti di crisi del funzionamento della rete.

Questo progetto prevede l’utilizzo prevede ai fini della prima esigenza,

citata al capo precedente, l’utilizzo delle tre schede valutative proposte

dal Protocollo di minima dell’ictus cerebri SIMFER - SIRN [France-

schini M, Paolucci S. Basic assessment of stroke. Protocollo di minima

per l'ictus cerebrale (PMIC). Eur J Phys Rehabil Med. 2008

Mar;44(1):100-1] (modificate per l’utilizzo nel Progetto CCM “La pre-

sa in carico delle persone con ictus cerebrale : implementazione dei per-

corsi di cura integrati e degli strumenti di gestione relativo alla stessa te-

matica per gli anni 2010-2011) per la fase acuta ospedaliera, la fase de-

genziale riabilitativa e la fase riabilitativa territoriale, già da qualche

tempo in uso da parte di diversi gruppi di lavoro tra cui alcuni degli at-

tuali partecipanti (Alii et M. Iocco. Up-Dating Dei Dati Sul Pmic Rac-

colti In Regione Calabria. 37° Congresso Nazionale SIMFER, Settem-

bre 2009, Campobasso). Per la seconda l’utilizzo di uno schema di

comportamento clinico ed organizzativo, da condividere all’interno del-

le AA.S e tra le stesse, per rendere fluido e di massima continuità il

passaggio da una fase alla successiva.

Il lavoro già svolto nell’ambito delle prevedenti annualità di questo pro-

getto ha già portato ad interessanti risultati, soddisfacendo gli obiettivi

previsti di quasi tutti gl’indicatori previsti precedentemente.

Sono, infatti, stati raggiunti e superati gli indicatori relativi a:

Unico indicatore non soddisfatto il miglioramento del Turnover che si è

limitato al 5%, rispetto all’8% previsto.

Il metodo di lavoro del progetto si può pertanto considerare valido ed

efficace, ma da migliorare ulteriormente nella sua applicazione e nel suo

rendimento.

Scopi generali che il

progetto si propone.

L’ampliamento e la consolidazione di un’efficace ed efficiente rete ria-

bilitativa post-Stroke, che renda effettiva la continuità del percorso ria-

bilitativo e migliori la sua efficacia complessiva, disciplinandone il flus-

so e verificandone i risultati complessivi e per aree e/o singole strutture.

Fasi e attività. Fase 1: Analisi delle criticità rilevate nel precedente percorso del pro-

getto.

Fase 2: Diffusione ulteriore della costituzione del Percorso e recluta-

mento delle strutture partecipanti.

Fase 3: Formazione dei nuovi operatori all’utilizzo degli strumenti valu-

tativi e gestionali.

Fase 4: Reclutamento e valutazione pazienti

Fase 5: Raccolta dei dati

Fase 6: Elaborazione dei dati

Fase 7: Valutazione dei risultati ed eventuali ulteriori interventi.

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Attori e portatori

d’interesse coinvolti

Neurologi e Specialisti della fase acuta

Fisiatri e Geriatri delle strutture territoriali e di degenza riabilitativa

Fisioterapisti, Terapisti Occupazionali e logopedisti

Gruppo Regionale Calabrese della SIMFER (Società italiana di Medici-

na Fisica e Riabilitativa) e SIRN (Società Italiana di Riabilitazione Neu-

rologica)

Associazioni di Volontariato Sociale

Persone colpite da Ictus Cerebri in un arco di 6 mesi.

Tempi di attuazione Attività 1° semestre

Fase 1: mesi 1

Fase 2: mesi 4

Fase 3: mesi 2

Attività del 1° e 2° semestre

Fase 4: mesi 6

Fase 5: mesi 6

Attività del 2° semestre (ultimi 2 mesi)

Fase 6

Fase 7

Risultati attesi Ampliamento e consolidazione di un’efficace ed efficiente rete riabilita-

tiva post-Stroke.

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Indicatori Fonte di

verifica

Valore

dell’indicatore al

31 dicembre 2011

Valore dell’indicatore al 31 di-

cembre 2012

Valore dell’indicatore al 31 dicem-

bre 2013

Atteso osservato Atteso Osservato

Acuità visiva

Ottotipo (ETDRS)

acuita’ visiva me-

dia: 0.4 logMar

acuita’ visiva

media: 0.5

logMar

acuita’ visiva

media: 0.4 log-

Mar

acuita’ visiva

media: 0.5

logMar

micron

Spessore ma-

culare

Tomografo a coe-

renza ottica

spessore medio

maculare 480 mi-

cron

spessore medio

maculare 400

micron

spessore medio

maculare 460

micron

spessore me-

dio maculare

440

Sensibilità

retinica

Microperimetro sensibilità retinica

media 5 dB

sensibilità reti-

nica media 12

dB

sensibilità retini-

ca media 8.5 dB

sensibilità

retinica me-

dia12 dB

Breve descrizione dell’intervento programmato*

Razionale

dell’intervento even-

tualmente supportato

da elementi oggettivi

La retinopatia diabetica è oggi considerata una delle quattro principali

cause di cecità e, nel nostro Paese, è addirittura al primo posto se si

prendono in considerazione i pazienti in età adulta. Da questo dato

emerge chiaramente l’importanza che riveste la retinopatia diabetica dal

punto di vista clinico, sociale ed economico.

Gli strumenti diagnostici e le possibilità terapeutiche oggi a nostra di-

sposizione consentono, nella grande maggioranza dei casi e se corretta-

mente e tempestivamente impiegati, di rallentare o arrestare l’evoluzione

delle complicanze retiniche. È possibile pertanto garantire al diabetico

un’acuità visiva utile ai fini di una vita lavorativa e di relazione accetta-

bili. Purtroppo accade ancora oggi di vedere pazienti affetti da retinopa-

tia diabetica in uno stadio avanzato interessante anche l’area maculare

(maculopatia diabetica) tale da rendere difficile qualsiasi proficuo trat-

1) REGIONE CALABRIA

2) Titolo del progetto o del

programma

Screening della retinopatia diabetica ai fini della riabilitazione

visiva

3) Identificativo della linea o

delle linee di intervento gene-

rale ( indicate nel quadro

d’insieme)

3.9. CECITA’ E IPOVISIONE/ DIABETE

4) Numero identificativo del

progetto o del programma

all’interno del piano operativo

regionale

3.9.1

5) Breve descrizione

dell’intervento programmato *

6) Beneficiari ( target

dell’intervento)

Soggetti Diabetici per retinopatia diabetica con edema macu-

lare

7)Obiettivi di salute ( e/o

obiettivi di processo) perse-

guiti**

1) riduzione dell’incidenza dell’ ipovisione centrale da maculo-

patia diabetica

2) correlazione della retinopatia diabetica nei diversi stadi e/o

edema maculare con le altre alterazioni metaboliche che caratte-

rizzano il diabete mellito di tipo 2

2) efficacia riabilitativa

Page 82: 1) REGIONE CALABRIAold.regione.calabria.it/sanita/allegati/dpgr_2014/proget...2) Titolo del progetto o del pro-gramma Sistema regionale di sorveglianza degli incidenti stradali e domestici

tamento. In alcuni di questi casi si possono riscontrare responsabilità da

parte dello stesso paziente, che non ha prestato un’adeguata attenzione,

ma talvolta viene anche ravvisata una non sufficiente diligenza da parte

del curante..

Scopi generali che si

propone

Gli obiettivi del progetto proposto sono:

1) Di effettuare uno screening per la retinopatia diabetica nei sog-

getti diabetici di tipo 2 afferenti al nostro Policlinico presso la

Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di

Catanzaro Magna Græcia. 2) di valutare l’associazione della retinopatia diabetica nei diversi

stadi e/o edema maculare con le altre alterazioni metaboliche che

caratterizzano il diabete mellito di tipo 2

3) di valutare l’efficacia riabilitativa degli affetti da maculopatia

diabetica

Fasi in cui si articola Primi 15 mesi: Selezione dei pazienti , visita internistica, visita oculi-

stica completa di esame tomografico a coerenza ottica

Successivi 6 mesi : trattamento riabilitativo con relativo follow up

Ultimi 3 mesi: Analisi Statistica Attività di cui si

compone

Selezione dei pazienti

saranno inclusi pazienti diabetici di tipo 2 afferenti al policlinico al

nostro Policlinico presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia

dell’Università degli Studi di Catanzaro Magna Græcia.

Tutti i pazienti reclutati verranno sottoposti a :

A. valutazione clinica che comprende:

- visita internistica (diabetologia e fattori di rischio cardiovascola-

ri)

- visita oculistica : misurazione dell’ acuità visiva attraverso le ta-

vole ETDRS, misurazione del tono oculare, obiettività del seg-

mento anteriore e del fondo oculare con retino grafo.

B. valutazione strumentale:

- per l’analisi morfologica retinica:

Tomografia a Coerenza Ottica (OCT)

Trattamento riabilitativo:

- Tutti i pazienti affetti da maculopatia diabetica verranno sotto-

posti a 10 sedute a cadenza settimanale di riabilitazione visiva at-

traverso tecniche di foto stimolazione con apparecchio MP1 Ni-

dek

- Follow up a tre mesi del trattamento riabilitativo mediante esame

micro perimetrico che valuta la fissazione e la sensibilità retinica

ed esame OCT che valuta lo spessore maculare.

Analisi Statistica

L’ elaborazione dei dati ottenuti:

1) incidenza della retinopatia diabetica con e senza maculopatia

2) correlazione tra incidenza della retinopatia diabetica ed altera-

zioni metaboliche

3) efficacia del trattamento riabilitativo della maculopatia diabetica.

Attori e portatori di

interesse coinvolti

Operatori: internisti, oculisti ed ortottisti

Destinatari: pazienti affetti diabete di tipo II

Criticità Sensibilizzazione e informazione del territorio e medici di medicina ge-

nerale sulla gestione dei pazienti affetti da diabete al fine di limitare le

complicanze microangiopatiche oculari.

Tempi di attuazione

(cronoprogramma)

24 mesi

Page 83: 1) REGIONE CALABRIAold.regione.calabria.it/sanita/allegati/dpgr_2014/proget...2) Titolo del progetto o del pro-gramma Sistema regionale di sorveglianza degli incidenti stradali e domestici

Indicatori ( di proces-

so, di risultato)**

1) Incidenza della retinopatia diabetica e maculopatia diabetica

2) Acuità visiva e spessore maculare come indicatori della funzione e

morfologia maculare

3) Efficacia riabilitativa negli affetti in termini di sensibilità retinica

e della fissazione retinica

Risultati attesi a. Incidenza della retinopatia diabetica in pazienti affetti da diabe-

te di tipo 2 in terapia con ipoglicemizzanti 45%

b. Il 25% circa dei pazienti esaminati potrebbe presentare una

maculopatia diabetica diagnosticata mediante esame OCT

c. Efficacia del trattamento riabilitativo in termini di miglioramen-

to della fissazione retinica con relativa sensibilità retinica media

di circa 12 dB

Page 84: 1) REGIONE CALABRIAold.regione.calabria.it/sanita/allegati/dpgr_2014/proget...2) Titolo del progetto o del pro-gramma Sistema regionale di sorveglianza degli incidenti stradali e domestici

Indicatori ( di processo, di risultato)

Breve descrizione dell’intervento programmato*

Razionale

dell’intervento even-

tualmente supportato

da elementi oggettivi

Lo screening audiologico universale neonatale da effettuare presso tutti i

Punti nascita della Regione, TIN e Reparti Patologia neonatale prevede

la somministrazione di otoemissioni evocate da transienti (TEOAE) con

strumenti di tipo palmare, che forniscono risultati “PASS” normale e

“REFER” sospetto. Nel secondo caso i neonati vengono sottoposti a un

ulteriore controllo (Retest) entro le tre settimane successive. I casi con-

fermati REFER vengono convocati per una rivalutazione con Potenziali

evocati Uditivi (PEU) entro il 3° mese dalla nascita presso Centri di Au-

diologia e/o ORL specializzati di II° livello. Il Centro di Audiologia /ORL

che effettua la conferma della sordità deve interfacciarsi con l’Unità Ope-

rativa di Audiologia e Foniatria P.O. Lamezia Terme che effettuerà la

diagnosi e l’impostazione dell’iter terapeutico-riabilitativo.

In caso di ipoacusia:

- il risultato dell’esame deve essere comunicato sia al Centro che ha

effettuato lo screening sia al pediatra di famiglia.

- è necessario che i professionisti impegnati nella conferma del livello di

sordità acquisiscano abilità alla comunicazione con i genitori attraverso

una formazione specifica (tecniche di counseling).

- sarà cura del Centro che ha effettuato la diagnosi, fissare

l’appuntamento entro un mese con il Centro che completerà

l’inquadramento diagnostico e imposterà l’iter terapeutico-riabilitativo

(centro di III livello), non demandando alla famiglia tale onere.

1) REGIONE CALABRIA

2) Titolo del progetto o del programma Prevenzione primaria e diagnosi precoce

delle sordità infantili

3) Identificativo della linea o delle linee di interven-

to generale ( indicate nel quadro d’insieme)

3.10 Ipoacusia e Sordità

4) Numero identificativo del progetto o del pro-

gramma all’interno del piano operativo regionale

3.10.1

5) Breve descrizione dell’intervento programmato * Screening audiologico sordità infantili

6) Beneficiari ( target dell’intervento) Nuovi nati nel territorio regionale

7)Obiettivi di salute ( e/o obiettivi di processo) per-

seguiti**

Diagnosi precoce delle sordità infantili e

corretto trattamento

Indicatori Fonte di ve-

rifica

Valore al

31/12/2012

Valore al 31/12/2013

Atteso Osservato

% dei centri individuati or-

ganizzati ( punti nascita e

U.O. di audiologia /ORL)

Atti aziendali e

regionali N. 21 centri in-

dividuati 50%

% personale formato dei pun-

ti nascita e U.O. Audiolo-

gia/ORL

Atti aziendali e

regionali 80% 90%

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In tutti i diversi momenti del programma, oltre alla somministrazione

dei test, viene fornita ai genitori un’accurata informazione relativamente

a scopi e metodi dello screening e ai suoi risultati, attraverso materiale

di documentazione e colloqui con gli stessi medici.

Numerose variabili ambientali e legate all’interfaccia strumento-paziente

possono alterare tali risultati o fornire dati non attendibili. E necessario a

tal fine formare compiutamente il personale deputato alla registrazione

dell’esame ed alla trascrizione su supporto cartaceo e digitale delle rispo-

ste ottenute.

Scopi generali che si

propone

Uniformare il personale dei punti nascita alle metodologie per la corretta

esecuzione delle procedure di preparazione del neonato e somministrazio-

ne del test ed inserimento dati nella rete web. Corretta identificazione dei

soggetti sospetti ipoacusici e informazione ai genitori.

Fasi e attività I fase acquisizione palmari e formazione del personale

II fase organizzazione rete web acquisizione PC per punti nascita indivi-

duati

III fase formazione operatori all’uso della piattaforma web ed

all’archiviazione su cartaceo eseguita in più sessioni nei diversi punti na-

scita.

Attori e portatori di

interesse coinvolti

Personale in servizio presso i centri nascita e centri di Audiologia e Fo-

niatria ed Otorinolaringoiatria di II e III livello

Criticità Attitudine del personale all’utilizzo del PC e dei dispositivi palmari.

Tempi di attuazione Acquisizione palmari e formazione personale entro agosto 2013

Organizzazione rete web e formazione operatori da luglio 2013

Formazione operatori all’uso della rete da ottobre 2013

Risultati attesi Attivazione delle procedure di identificazione ed inserimento in protocol-

lo diagnostico dei bambini ipoacusici in almeno il 50% dei punti nascita;

formazione di almeno il 90% degli operatori dei punti nascita coinvolti nel

progetto.

CRONOGRAMMA

ATTIVITA’ 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

1. acquisizione palmari e

formazione del personale

2. organizzazione rete web

acquisizione PC per punti na-

scita individuati

3. formazione operatori

all’uso della piattaforma web

ed all’archiviazione su carta-

ceo nei diversi punti nascita.

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Indicatori (di processo, di risultato)

1) REGIONE CALABRIA

2) Titolo del progetto o del programma Sorveglianza Passi d’Argento: predi-

sposizione e realizzazione del piano di

comunicazione dei risultati

dell’indagine 2012; valutazione e ripro-

grammazione delle attività.

3) Identificativo della linea o delle linee di interven-

to generale ( indicate nel quadro d’insieme)

Prevenzione e Sorveglianza della disabili-

tà e della non autosufficienza

4) Numero identificativo del progetto o del pro-

gramma all’interno del piano operativo regionale 4.2.1

5) Breve descrizione dell’intervento programmato *

6) Beneficiari ( target dell’intervento) Decisori regionali, Direttori di ASL e di

Distretto, Responsabili servizi socio-

assistenziali, Anziani e loro famiglie

7)Obiettivi di salute ( e/o obiettivi di processo) per-

seguiti**

Validazione, analisi dei dati e predisposi-

zione degli strumenti per la comunicazio-

ne dei risultati

Indicatori Fonte di verifica

Valore al

31/12/2012 Valore al 31/12/2013

Osservato Atteso Osservato

Predisposizione del report regionale

per gli operatori sanitari e sociali Report regionale - 1 1

Predisposizione del report regionale

per i decisori Report regionale - 1 1

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Breve descrizione dell’intervento programmato*

Razionale

dell’intervento even-

tualmente supportato

da elementi oggettivi

Nel 2012 la sorveglianza PASSI d’Argento è stata messa a regime in

tutte le 5 Aziende Sanitarie Provinciali della Regione. Sono state realiz-

zate complessivamente 1850 interviste mediante un questionario valida-

to e standardizzato; le informazioni raccolte sono state inserite in un ap-

posito programma, fornito dal Gruppo Tecnico Operativo (GTO) CNE-

SPS – ISS. Dopo una prima validazione a cura del coordinatore e del vi-

ce coordinatore regionale, i dati sono stati inviati alla piattaforma onli-

ne, appositamente predisposta. Al termine dell’indagine in tutte le ASL

italiane partecipanti, si procederà alla chiusura del dataset nazionale ed

alla validazione finale dei dati da parte del GTO, con il coinvolgimento

attivo del coordinatore, del vice coordinatore regionale e dei coordinato-

ri aziendali. Mediante l’utilizzo di un apposito programma, verrà effet-

tuata un’analisi preliminare dei dati della sorveglianza, cui seguiranno

analisi più approfondite. La fase successiva prevederà la predisposizione

e realizzazione di strumenti per la comunicazione dei risultati

dell’indagine a tutti i gruppi di interesse, tra cui i decisori impegnati nel-

la programmazione di politiche sanitarie in favore degli ultra64enni del-

la Regione.

Scopi generali che si

propone

Validazione, analisi dei dati e predisposizione degli strumenti per la

comunicazione dei risultati

Fasi e attività Fase 1 Validazione dei dati a livello regionale e aziendale

1.1 Attività di verifica del dataset regionale su segnalazione del GTO

1.2 Attività di verifica dei dataset aziendali su segnalazione del coordi-

natore e vice coordinatore regionale

1.3 Pulizia guidata dei dataset

Fase 2: Analisi dei dati con apposito programma

2.1 addestramento all’utilizzo degli strumenti di analisi (PGM)

2.2 Produzione degli output regionali mediante Epi-info 3.5.3

Fase 3:Predisposizione degli strumenti per la comunicazione dei ri-

sultati

3.1 Lettura ed interpretazione partecipata dei risultati

3.2 Utilizzo del format di report regionale fornito dal GTO per la comu-

nicazione dei risultati ai gruppi di interesse

3.3 Predisposizione del format per i report aziendali

Attori e portatori di

interesse coinvolti

Operatori della sorveglianza, decisori regionali, direttori di ASL e di Di-

stretto, responsabili servizi socio-assistenziali, anziani e loro famiglie

Criticità Disponibilità dei risultati completi dell’indagine

Mantenimento della sorveglianza a livello nazionale

Tempi di attuazione 1 anno

Risultati attesi 1 È disponibile una base dati di cui è stata verificata la qualità e la va-

lidità

2 È stata portata a termine l’analisi dei dati

3 Sono stati predisposti gli strumenti per la comunicazione dei risultati