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EVENTI

TOMBOLATA CON GLI AMICI DELL’UAL

Il giorno dell’Epifania, come ogni anno, insieme a tutti i nostri amici dell’U.A.L (Unione Amici di Lourdes), ammalati, barellieri, sorelle e dirigenti ci siamo ritrovati per condividere insieme momenti di svago, di amiciz ia e di fratellanza.

Nel tardo pomeriggio, quando siamo arrivati con gli ammalati presso la predetta sede tutto era pronto p er la tombolata, gli addobbi, la sala, le tovaglie colora te che le sorelle con tanta fantasia ed amore avevano prepara to.

La festa è cominciata con il gioco della Tombola, f atta con serietà, intercalata da qualche battuta scherzosa e tanta allegria.

Mentre si svolgeva la tombolata in un’altra sala ad iacente c’era tutto un movimento di sorelle che preparavano qualche dolce natalizio.

Alla fine della tombolata c’è stata una dolce sost a di convivialità con regalini per tutti e come gran finale baci e abbracci affe ttuosi e l’impegno di rivederci presto.

È sempre un piacere ritrovarci e farci mille manife stazioni di affetto sincero, nel riprendere i nostri discorsi interrotti, nel ra ccontarci le novità ma soprattutto è lo stare insieme e sentirci una famig lia unita, che ci vogliamo bene e che siamo importanti l’uno per l’altro.

Questo è lo spirito che noi ragazzi/e dell’Associa zione Don Bosco vogliamo trasmettere ed io spero che i nostri amici ammalati lo abbiano percepito con il nostro comportamento.

Questa esperienza, come tante altre, ogni anno rega la a ciascuno di noi qualcosa in più rispetto all’anno precedente, perch é in ogni ammalato c’è Gesù in persona che ci chiede di servirlo.

AngelicaAngelicaAngelicaAngelica DamianoDamianoDamianoDamiano

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31 GENNAIO SAN GIOVANNI BOSCO Il nostro educatore, Antonio DI NAPOLI, il nostro assistente spir ituale, Don Antonio D’AMICO, sacerdoti, laici e suore che sono venuti in quest o oratorio a trovarci e a parlarci hanno sempre trasmesso a tutti noi un me ssaggio: che la vita di gruppo e di oratorio unita all’allegria ed alla preghier a, era il metodo con cui San Giovanni Bosco educava i suoi giovani. Don Bosco con la sua perseveranza e l’ amore che provava per i giovani è riuscito a togliere tanti ragazzi dalla strada, sostenendo il principio di buon cristiano, buon cittadino. Per quattro giorni abbiamo onorato Don Bosco, nostro Santo protettor e come da programma sotto indicato:

1. Sabato 28, alle ore 20,00, Don Antonio D’Amico ha raccontato la vita di Don Bosco, soffermandosi su alcuni aspetti educativi e pedagogic i del santo e sul suo metodo preventivo.

2. Domenica 29 e Lunedì 30, visione del film SAN GIOVANNI BOSCO. 3. Martedì 31, alle ore 18,00 – Celebrazione Eucaristica presso la Chiesa di

San Francesco D’Assisi, animata sia per le letture che per i canti dai ragazzi di questa Associazione.

Un momento di preghiera che ha voluto insegnarci la vita cristi ana unita all’allegria; don Bosco diceva che un santo deve essere innanz itutto allegro. A fine della celebrazione Eucaristica il sacerdote ha fatt o i suoi auguri a tutti noi, con le congratulazioni del lavoro svolto per l’animazione della Santa Messa. La festa continua in oratorio per vivere un momento di convivialità . Il cristiano sa divertirsi in modo giusto senza esagerare, ecc o perché noi ringraziamo DIO perché ha trasmesso a tutti noi questa forza di lottare contro le cattive tendenze. Prendiamo esempio da questo Santo che ha saputo fare della sua vita uno strumento di amore per i giovani. I giovani sono il futuro della soc ietà, bisogna difenderli, dargli dei valori morali e sociali, non vanno lasci ati soli in questa situazione di crisi. Il giovane va amato e accolto proprio come faceva Don Bosco. M a per fare tutto questo c’è bisogno della collaborazione delle famiglie e dei sacer doti. E concludiamo con una frase dello stesso santo, che dovrebbe essere il motto di tutti noi:

MI BASTA SAPERE CHE SIETE GIOVANI, PERCHE’ IO VI AMI ASSAI!!!!!

Gianluca Spagnuolo e Antonio Lauriola

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IL DONO DEL DAREIL DONO DEL DAREIL DONO DEL DAREIL DONO DEL DARE

Il giorno 18 dicembre, insieme alle altre ragazze dell’Associazione siamo andate al “Centro Padre Pio ” di Manfredonia per vivere momenti di comunione fratern a con tutte le persone che vivono nel Centro.

E’ stata una esperienza meravigliosa ed emozionante .

Ho provato emozioni molto belle ed è per questo che ho deciso di renderle vive e di scriverle su carta, in modo che ogni pers ona che legge questo

giornalino possa comprendere: ““““IL DONO IL DONO IL DONO IL DONO DEL DAREDEL DAREDEL DAREDEL DARE” .” .” .” .

Il “DARE” non è riferito a ciò che riguarda la mate ria e i valori economici, bensì allo spirito e ai sentimenti.

Donare vuol dire fare felice l’altro e soprattutto arricchire se stessi perché secondo me ogni individuo è un “Tesoro Nascosto” e può darci tanto.

Quando sono entrata nel Centro Padre Pio, ho visto nei volti e soprattutto negli occhi di quella gente tanta sofferenza, e nel lo stesso tempo anche tanta felicità perché eravamo andate noi e sapevano quind i che per un po’ di tempo non erano soli perché potevano divertirsi e giocare con noi.

Mi ha molto colpito una ragazza di nome Katia con l a quale ho stretto subito un bel rapporto di amicizia. Lei aveva un sorriso m olto bello e rideva sempre. Il suo sorriso mi ha trasmesso tanto perché nella s ua sofferenza riusciva ad esprimere la voglia di vivere e di socializzare.

Questo mi ha fatto capire che in quel poco tempo ch e sono stata con lei le ho “dato” qualcosa che l’ha fatta stare bene e l’ha re sa felice.

Alla fine, prima di andare via, abbiamo donato loro un fiore di carta creato e confezionato da tutte le ragazze dell’Associazione.

Un piccolo dono senza valore economico che è stato per loro un grande gesto di affetto, perché sanno che non conta quanto si dà ma quanto amore si mette nel dare.

Marilena GiordanoMarilena GiordanoMarilena GiordanoMarilena Giordano

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VIGILATE. IL VOSTRO NEMICO, IL DIAVOLO, COME LEONE RUGGENTE VA IN GIRO, CERCANDO CHI DIVORA RE. RESISTETEGLI SALDI NELLA FEDE . (1 Pt 5, 8-9).

Io sono il diavolo! Piacere, io sono padre Cipriano ...

E' con questa frase che padre Cipriano de MEO incomincia il suo apostolato d'Esorcista. Un apostolato che lo vede impegnato, da circa 59 anni, in una lotta continua contro quel serpente antico che si chiama satana, principe dell’odio, della vendetta e della menzogna che contrasta e tenta l'uomo in ogni

istante della sua vita.

Satana ha la capacità di trasmettere pensieri alla mente umana, di conoscerne anche le emozioni e, inoltre, di agire sui suoi stati d’animo e sul suo fisico, nella misura in cui Dio g lielo consente.

Ormai a noi giovani dell'associazione San Giovanni Bosco questa lotta ci appartiene. Infatti, dal mese di luglio 20 09 che quasi ogni mercoledì ci rechiamo a San Severo, da padre Cipri ano per pregare durante gli esorcismi, per donare amore a coloro ch e l'amore forse non lo conoscono.

Oltre al mercoledì, anche il sabato ci rechiamo a S an Severo, presso il Convento di Padre Cipriano per ascoltare le sue catechesi su come i giovani possono difendersi dagli assalti di Satana il quale cerca di attirarli per avviarli sulle strade del male. Facendoci capire che la sua strategia è quella di sedurre i g iovani nel loro tempo libero, spingendoli verso attività apparentem ente innocenti, quali le discoteche dove i giovani si lasciano anda re a balli spossanti, tra musiche che danneggiano l'udito e sc uotono il sistema nervoso, bevendo alcool, fumando, facendo u so di droga, comunicano con un linguaggio denso di turpiloquio, esaltando il sesso al pari ad un buon pasto da consumare quotidi anamente.

Padre Cipriano ci ha indicato I mezzi per sconfigge re il Maligno: La preghiera, fatta con il cuore: il Rosario; l'Eucari stia; la Bibbia; il digiuno; la confessione".

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E, come ha detto Il Cardinale Tettamanzi in una sua pubblicazione dal titolo "DEMONIO, SE LO CONOSCI, LO EVITI", noi giovani di questa Associazione, siamo convinti che il nemico v a conosciuto il più possibile per evitare le sue trappole e difend ersi dai suoi attacchi.

In virtù di queste esperienze in noi è nato il des iderio di dare testimonianza della nostra fede ai tanti giovani ch e sono vittime dell'ignoranza e marionette nelle mani del diavolo il quale gioca con la loro stessa ignoranza.

C’è in noi un desiderio grande ed è quello di aiut are i tanti giovani, nostri coetanei, i quali sono i più esposti alle te ntazioni e agli attacchi del comune avversario il quale fà da padr one di un qualcosa che non gli appartiene.

Tengo a precisare che noi da Padre Cipriano ci andi amo volentieri e percorriamo decine di chilometri per andare da lui perché oltre agli insegnamenti che riceviamo sull’amore di Dio e di come si combatte il male, ci sentiamo accolti, capiti, ama ti ed ascoltati.

San Giovanni Bosco era amato ed è amato dai giovani perché egli per primo li amava. Anche i giovani carcerati gli v olevano bene e si convertivano semplicemente perché Don Bosco li amav a e li ascoltava.

“Li amava e li ascoltava”. Proprio le due cose che i giovani di oggi desiderano di più.

Matteo LamparellaMatteo LamparellaMatteo LamparellaMatteo Lamparella

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CRIMINALITA’ E DISAGIO GIOVANILE

In questi giorni, a Palazzo Dogana di Foggia Don An iello MANGANIELLO presenterà il suo libro “ Gesù è più forte della camorra” il libro che il Sacerdote ha scritto con Andrea MANZI, i cui proven ti andranno in beneficenza al Centro Don Guanella di Napoli (Scamp ia, Miano) e alle famiglie indigenti. Il libro racconta i sedici anni che l’ex scomodo parroco della chiesa di S. Maria della Provvidenza ha trascorso a Scampi a tra lotta e misericordia.

Don Aniello non ha avuto paura di alzare la voce co ntro la camorra. Il prete ha denunciato piazze di spaccio e ha strap pato al “sistema” tantissimi giovani, rifiutandosi di dare la comunione ai camor risti e di battezzare i loro figli.

“Il Profeta fa da sentinella: vede l’ingiustizia, l a denuncia e richiama il progetto originario di Dio” (Ezechiele 3,16-18).

Pochi preti in Italia hanno fatto proprio questo pa sso della Bibbia. Uomini – come don PUGLISI e don DIANA – che sentivano nel lo ro essere preti la responsabilità di contrastare la violenza e la prep otenza delle mafie. Lo stesso impegno che ha fatto di don Aniello MANGANIE LLO una sentinella di Scampia.

Ma, c’è una un’altra mafia di cui se ne parla poco: si tratta della mafia Garganica, protetta in questi anni da un muro fatto di omertà, intimidazioni, paure, ma anche di crimini sanguinari, violenti e c rudeli. Oggi questo muro è stato abbattuto, anche grazie al libro del Procurat ore di Lucera Domenico SECCIA, dal titolo emblematico “LA MAFIA INNOMINABI LE”.

La specificità principale di questo libro consiste proprio nel parlare, ammettere, raccontare quello che da anni nei Palazz i di Giustizia e nelle Commissioni Parlamentari Antimafia si dice e si sa, ma che purtroppo l’opinione pubblica non ha ancora ben compreso: e c ioè che in Puglia esiste una mafia, scritta nella stessa maniera con cui si scrive la mafia siciliana, la mafia napoletana e la n’drangheta calabrese. Una ma fia che sa essere spietata nel controllo del territorio e anche nel c ontrollo economico; una mafia che non è fatta solo di faide, ma che ha tutt e le caratteristiche della mafia vera e propria e che ha bisogno, pertanto, di un’antimafia sociale.

Il libro racconta storie di inaudita violenza di c adaveri gettati nelle grotte del Gargano, famiglie intere date in pasto ai maiali, b ambini uccisi o autistici costretti ad assistere allo sterminio delle loro fa miglie, volti sfigurati a colpi di fucile, sangue del nemico bevuto in segno di vit toria: potrebbero essere la

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trama di un film, ma si tratta della cruda realtà, passata per troppo tempo sotto silenzio. Ma quelle raccontate in “La mafia i nnominabile” sono anche storie di coraggio, come quello dimostrato da una m amma, divenuta collaboratrice di giustizia dopo aver compreso a qu ali rischi andavano incontro lei e i suoi quattro figli.

Quale futuro allora, ci presentano i tanti giovani di oggi i quali sembrano essere affascinati più da queste organizzazioni fon date sulla violenza che operano nell’illegalità e prepotenza che dalla lega lità la giustizia e l’amore verso il prossimo?

Mi viene in mente un articolo pubblicato sul quotid iano, “La Gazzetta del Mezzogiorno” di qualche anno fa, riguardo all’asces a della delinquenza giovanile nel nostro territorio, dove l’allora Que store della Provincia di Foggia CECERE, lanciava un grido di allarme alle fa miglie e alle Parrocchie.

Alle famiglie perché ci sia più dialogo con i propr i figli e alle parrocchie perché mettano a disposizione dei giovani idonei sp azi per accoglierli.

Purtroppo sono pochi quelli che, come don Aniello Manganiello, Don Pino PUGLISI(nasce nella borgata palermitana di Brancaccio il 15 settembre 1937, viene ucciso dalla mafia nella stessa borgata il 15 settembre 1993, giorno del suo 56° compleanno - La sua attenzione era rivolta al recupero dei giovani già reclutati dalla criminalità mafiosa) , don Giuseppe DIANA( ucciso dalla camorra il 19 marzo 1994 nella sua chiesa, mentre s i accingeva celebrare messa – Il suo scritto più noto: PER AMORE DEL MIO POPOLO NON TACERÒ), hanno avuto il coraggio di alzare la voce contro la mafia e di denunciare l’ingiustizia. Mentre siamo in tanti a f are gli struzzi fingendo di non vedere e di non sapere niente.

Concludo con le parole di Padre David Maria TUROLDO che diceva, per non sentirsi appagato del bene fatto: Domani un nuovo rimorso mi spingerà sulla strada.

Antonio DI NAPOLI

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DOPOSCUOLA Il servizio è rivolto a quattro ragazzi di cui una ragazza di 5^ elementare e tre ragazzi di scuola media che hanno bisogno di un sostegno didattico nello svolgimento dei compiti as segnati a scuola.

L’Associazione mette a disposizione un gruppo di gi ovani preparati in tutte le materie in quanto sono diplomati e/o is critti a varie facoltà universitarie che a turno si rendono dispon ibili per seguire individualmente i ragazzi per qualsiasi esigenza e per le ripetizioni.

Il progetto si propone come luogo di opportunità no n solo didattiche ma soprattutto di crescita, di apprendim ento, di sviluppo, di creazione di relazioni.

Il doposcuola è studiato anche per assecondare l’es igenza di quei genitori che non hanno la possibilità economica di far seguire i propri figli da insegnanti a pagamento.

Il primo obiettivo che l’Associazione si propone di raggiungere con il servizio doposcuola è chiaramente quello di offr ire assistenza per i compiti, preparazione alle interrogazioni e a lle verifiche scritte, esercitazioni periodiche e spiegazioni delle lezion i poco chiare.

Il doposcuola dell’Associazione San Giovanni Bosco accoglie in orario pomeridiano, dalle ore 15,30 alle ore 18,30 di tutti i giorni, esclusa la Domenica.