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N. 23 Venerdì 21 Giugno 2013 Periodico settimanale Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale -D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Fil. di Perugia Uff. A/P GIORNALE LOCALE ROC 14 9 15 3 l’editoriale Giovane convertito e morto per l’Islam di Elio Bromuri distanza di tempo e di spazio, in momenti inattesi e modi inconsueti, si torna a parlare di religioni in termini problematici e conflittuali. Per chi vive pacificamente installato sulle poltrone della pur traballante cultura occidentale, il problema non esiste e non esiste il pericolo di uno “scontro di civiltà”. Le religioni sono “ignoranza e barbarie”, ma quale civiltà! I benpensanti, sicuri di essere eredi del razionalismo illuminista e possessori del futuro tecnologico iper-sofisticato, non prendono neppure in considerazione che un giovane italiano possa recarsi in un Paese islamico e combattere fino a morire per la causa di una fede religiosa da loro considerata retrograda e superata dal A progresso. Considerano solo il lato politico. Non sanno che le due facce della medaglia, fede e politica, spesso si identificano e sempre si richiamano. È già avvenuto che giovani laureati, educati in Occidente nelle più prestigiose Università inglesi o americane, abbiano aderito all’islam anche nella sua corrente più radicale. Che cosa li attrae? Che cosa li convince? Come è possibile? Il recentissimo, tragico fatto del giovane genovese Giuliano Delnevo, studente, convertito a vent’anni all’islam, morto a fianco dei combattenti anti-Assad in Siria, suscita più di una domanda. Non è stata solo una scelta politica, ma una vera e propria conversione, quando ha scoperto la fede e ha iniziato a praticarne i precetti. Ha cambiato anche il nome - cioè la propria più profonda, interiore identità - in Ibrahim e di conseguenza si è sentito chiamato a combattere, secondo l’invito del Corano, per la liberazione di un popolo contro chi non osserva e non impone al popolo la legge che Dio comanda, la shari’a. Ricordate la rivoluzione di Khomeini in Iran? Sono le ragioni che stanno al fondo del movimento Al Qaeda, variamente rappresentato, che rende pieno di fermenti e conflitti le nazioni musulmane. Ma la domanda che ci preme di più è come possano esserci - e ce ne sono molti, anche se non moltissimi - giovani che si convertono all’islam. Fino a poco tempo fa, una tale conversione sembrava impossibile, del tutto fuori di ogni possibilità. Vi sono stati personaggi di prestigio che si sono convertiti in tempi insospettabili, come il nobile romano Pallavicini, per ragioni ideali (1951). Oggi la conversione ha motivazioni diverse. Non da una religione a un’altra, ma da uno stato di indifferenza a uno scatto di religiosità forte determinata, decisa, cui si accompagna l’estrema semplicità del credo e la fissa struttura della pratica religiosa. A ciò si accompagna l’idea che la religione musulmana sia una forza di rinnovamento e di liberazione di popoli che sono stati nei secoli passati sottomessi dalle nazioni cristiane occidentali, e ora si risvegliano per un futuro di libertà e indipendenza, e si vogliono emancipare dai loro capi secolarizzati che scimmiottano l’Occidente cristiano corrotto. C’è anche una propaganda assillante sostenuta dagli Stati arabi e dalle loro risorse economiche e finanziarie derivate dal petrolio. Una religione che odora di petrolio. Cristiano Magdi Allam direbbe che la causa delle conversioni dipende dall’abbandono da parte dei cristiani della difesa delle propria fede e dalla mancanza di coraggio nel criticare e condannare la religione musulmana. Egli sostiene che si è posta, con l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, la fede musulmana sullo stesso piano della fede cristiana. Magdi Allam si sbaglia. Nessuno ha mai fatto questa equiparazione. I cristiani, anche ammettendo che Maometto sia un profeta, cosa che non è stata mai affermata da documenti ufficiali della Chiesa, ha invece da sempre predicato che Dio, “dopo aver parlato molte volte e in diversi modi ai Padri per mezzo dei profeti, alla fine ha parlato a noi per mezzo del Figlio” (Eb 1,1). Non so se qualcuno questo lo abbia fatto sapere ai cristiani che si sono convertiti all’islam. Parola a... Mons. Giuseppe Chiaretti esami- na il difficile mestiere di “pastore” nel XXI secolo. Oggi serve più creatività Società Ieri era la Giornata del rifu- giato. In Umbria il fenomeno si è moltiplicato per 8 ma la rete di accoglienza regge Chiesa umbra Si è tenuta a Orvieto la Giornata di santi- ficazione del clero. Le parole di mons. Bassetti e di padre Amedeo Cencini Beatificazione Pagina speciale su Vittorio Trancanelli, con la biografia e un’intervista al postulatore della causa canonica La Ast, anzi tutta Terni, anzi tutta l’Umbria unita per difendere il diritto al lavoro. Il tracollo delle Acciaierie avrebbe effetti devastanti. Politica e sindacati umbri chiedono un deciso intervento del Governo. 4-5 16 18 21 24 26 27 1,10 euro SETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELL ’UMBRIA www.lavoce.it PERUGIA Diocesi e Cappuccini insieme per il Villaggio della carità DIOCESI CASTELLO Gli interventi all’Assemblea di verifica ACQUASPARTA I tesori che conterrà il futuro Museo della comunità ASSISI E DINTORNI Sarà appuntamento fisso la festa del volontariato GUBBIO Commemorazione dei Quaranta Martiri DIOCESI SPOLETO In pellegrinaggio a Roma i ragazzi della cresima

16 18 21 24 26 27 Martiri - LaVoce · 2018. 12. 5. · combattere, secondo l’invito del Corano, per la liberazione di un popolo contro chi non osserva e non impone al popolo la

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  • N. 23Venerdì

    21 Giugno 2013Periodico settimanale

    Poste Italiane S.p.A. - Spedizione inAbbonamento Postale -D.L. 353/2003

    (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCBFil. di Perugia Uff. A/P

    GIORNALE LOCALE ROC

    14

    915

    3l’editorialeGiovane convertitoe morto per l’Islam

    di Elio Bromuri

    distanza di tempo e di spazio, inmomenti inattesi e modi inconsueti, sitorna a parlare di religioni in termini

    problematici e conflittuali. Per chi vivepacificamente installato sulle poltrone dellapur traballante cultura occidentale, ilproblema non esiste e non esiste il pericolodi uno “scontro di civiltà”. Le religioni sono“ignoranza e barbarie”, ma quale civiltà! Ibenpensanti, sicuri di essere eredi delrazionalismo illuminista e possessori delfuturo tecnologico iper-sofisticato, nonprendono neppure in considerazione cheun giovane italiano possa recarsi in unPaese islamico e combattere fino a morireper la causa di una fede religiosa da loroconsiderata retrograda e superata dal

    A

    progresso. Considerano solo il lato politico.Non sanno che le due facce della medaglia,fede e politica, spesso si identificano esempre si richiamano. È già avvenuto chegiovani laureati, educati in Occidente nellepiù prestigiose Università inglesi oamericane, abbiano aderito all’islam anchenella sua corrente più radicale. Che cosa liattrae? Che cosa li convince? Come èpossibile? Il recentissimo, tragico fatto delgiovane genovese Giuliano Delnevo,studente, convertito a vent’anni all’islam,morto a fianco dei combattenti anti-Assad inSiria, suscita più di una domanda. Non èstata solo una scelta politica, ma una vera epropria conversione, quando ha scoperto lafede e ha iniziato a praticarne i precetti. Hacambiato anche il nome - cioè la propriapiù profonda, interiore identità - in Ibrahime di conseguenza si è sentito chiamato acombattere, secondo l’invito del Corano, perla liberazione di un popolo contro chi nonosserva e non impone al popolo la legge cheDio comanda, la shari’a. Ricordate larivoluzione di Khomeini in Iran? Sono leragioni che stanno al fondo del movimento

    Al Qaeda, variamente rappresentato, cherende pieno di fermenti e conflitti le nazionimusulmane. Ma la domanda che ci premedi più è come possano esserci - e ce ne sonomolti, anche se non moltissimi - giovani chesi convertono all’islam. Fino a poco tempofa, una tale conversione sembravaimpossibile, del tutto fuori di ognipossibilità. Vi sono stati personaggi diprestigio che si sono convertiti in tempiinsospettabili, come il nobile romanoPallavicini, per ragioni ideali (1951). Oggi laconversione ha motivazioni diverse. Non dauna religione a un’altra, ma da uno stato diindifferenza a uno scatto di religiosità fortedeterminata, decisa, cui si accompagnal’estrema semplicità del credo e la fissastruttura della pratica religiosa. A ciò siaccompagna l’idea che la religionemusulmana sia una forza di rinnovamentoe di liberazione di popoli che sono stati neisecoli passati sottomessi dalle nazionicristiane occidentali, e ora si risvegliano perun futuro di libertà e indipendenza, e sivogliono emancipare dai loro capisecolarizzati che scimmiottano l’Occidente

    cristiano corrotto. C’è anche unapropaganda assillante sostenuta dagli Statiarabi e dalle loro risorse economiche efinanziarie derivate dal petrolio. Unareligione che odora di petrolio. CristianoMagdi Allam direbbe che la causa delleconversioni dipende dall’abbandono daparte dei cristiani della difesa delle propriafede e dalla mancanza di coraggio nelcriticare e condannare la religionemusulmana. Egli sostiene che si è posta,con l’ecumenismo e il dialogointerreligioso, la fede musulmana sullostesso piano della fede cristiana. MagdiAllam si sbaglia. Nessuno ha mai fattoquesta equiparazione. I cristiani, ancheammettendo che Maometto sia un profeta,cosa che non è stata mai affermata dadocumenti ufficiali della Chiesa, ha inveceda sempre predicato che Dio, “dopo averparlato molte volte e in diversi modi aiPadri per mezzo dei profeti, alla fine haparlato a noi per mezzo del Figlio” (Eb 1,1).Non so se qualcuno questo lo abbia fattosapere ai cristiani che si sono convertitiall’islam.

    Parola a...Mons. GiuseppeChiaretti esami-na il difficilemestiere di“pastore” nel XXI secolo. Oggi serve più creatività

    SocietàIeri era laGiornata del rifu-giato. In Umbriail fenomeno si èmoltiplicato per8 ma la rete diaccoglienzaregge

    Chiesa umbraSi è tenuta aOrvieto laGiornata di santi-ficazione delclero. Le parole dimons. Bassetti edi padre AmedeoCencini

    BeatificazionePagina speciale suVittorio Trancanelli,con la biografia eun’intervista alpostulatore dellacausa canonica

    La Ast, anzi tutta Terni, anzitutta l’Umbria unita perdifendere il diritto al lavoro.Il tracollo delle Acciaierieavrebbe effetti devastanti.Politica e sindacati umbrichiedono un decisointervento del Governo.4-5

    16 18 21 24 26 27

    1,10 euro SETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELL’UMBRIA www.lavoce.it

    PERUGIADiocesi e Cappucciniinsieme per il Villaggiodella carità

    DIOCESI CASTELLO

    Gli interventiall’Assembleadi verifica

    ACQUASPARTA

    I tesori che conterràil futuro Museodella comunità

    ASSISI E DINTORNI

    Sarà appuntamentofisso la festa delvolontariato

    GUBBIO

    Commemorazionedei QuarantaMartiri

    DIOCESI SPOLETO

    In pellegrinaggioa Roma i ragazzidella cresima

  • Un percorso nel tempo:L’Acropoli Sacra di Perugia

    Perugia. Museo del Capitolodella Cattedrale di San Lorenzo

    Il Museo del Capitolo della Cattedrale di San Lorenzoin Perugia è ospitato nelle antiche residenze dei Ca-nonici della Cattedrale sul luogo ritenuto, fin dall'an-tichità, il più importante della città.In effetti, le campagne di scavo effettuate nel corsodell'ultimo trentennio, hanno confermato l'esistenza,nel luogo in cui sorge il Museo, di un tempio di etàetrusca e di altri importanti elementi di età romana ealto medievale. Questa zona di interesse archeologico, che si snodain un percorso lungo circa un chilometro, è stata di re-cente aperta la pubblico dei visitatori e completa lagià ricca offerta culturale del Museo. Infatti, Il Museo conserva una importante raccolta dimanoscritti che coprono un arco temporale compresotra il VI secolo dopo Cristo fino al Quattrocento e, soloper citare i più importanti, dipinti di Agnolo Gaddi (Fi-renze, doc. 1369 - 1396), di Benedetto Bonfigli (Pe-rugia, 1420 - 1496), Bartolomeo Caporali (Perugia,1420 - 1505) e l'unica opera di Luca Signorelli ( Cor-tona, 1445/50 - 1523) presente in città, la Pala di S.Onofrio (1484).

    Per info: Telefono: 075.5724853 - Fax 075.5724853Sito internet: www.museiecclesiastici.it - Email: [email protected]

    Orario estivo (valido dal 1 aprile 30 settembre) Lunedì chiuso Dal martedì alla domenica 10,00 - 17,00

    visite guidate alla zona archeologica h. 11,00 e 15,30 su prenotazione

  • eri, 20 giugno, ricorreva la Giornatamondiale del rifugiato. Un fenomeno,quello della fuga dai Paesi in guerra, e

    non solo, che continua a interessare l’Eu-ropa - e l’Italia, e l’Umbria - con cifre im-pressionanti. Si tratta di un flusso ormaitutt’altro che “improvviso”, ma che con-tinua a non trovare soluzioni adeguate.Per quanto riguarda l’Europa, sono oltre100 mila le persone provenienti da Paesiterzi che hanno ricevuto protezionenell’“Ue a 27” nel corso del 2012. Fuggi-tivi provenienti soprattutto da Siria, Af-ghanistan e Somalia, ma anche da Gui-nea, Bielorussia, Iraq, Russia. I dati sono contenuti in un corposo rap-porto pubblicato da Eurostat, ufficio sta-tistico dell’Unione europea, che fissa perl’esattezza a 102.700 le domande accoltelo scorso anno dai Paesi aderenti all’U-nione, con in testa la Germania (22.200richieste di protezione internazionale ac-cettate), seguita da Svezia (15.300), Re-gno Unito (14.600), Francia (14.300). L’I-talia è attorno alle 9.000 richieste accet-tate. I gruppi nazionali che hanno bene-ficiato del maggior numero di richiesteaccettate sono i siriani (oltre 18 mila), gliafghani (oltre 13 mila), i somali (8 mila). Nel 2012 le autorità dei 27 Stati Ue han-no valutato però oltre 400 mila domandedi protezione: ciò significa che il tasso po-sitivo di riconoscimento della protezione(asilo, status di rifugiato, protezione uma-nitaria) non va oltre il 28% delle doman-de pervenute.

    In Umbria, a causa delle ondate di im-migrazione dal Nord Africa è stata messaa dura prova - ma ha retto - la rete di ac-coglienza predisposta tra il 2010 e il 2011.L’anno successivo, tra il 2011 e il 2012,sono infatti diventati 706 i richiedenti asi-lo e rifugio nella nostra regione, cioè 8volte più del previsto. A distanza di tre anni dalla pubblicazionedel primo Rapporto regionale sul Siste-ma protezione richiedenti asilo e rifugia-ti (Sprar) in Umbria, l’Anci regionale (As-sociazione dei Comun) ha presentato al-l’inizio di giugno i dati relativi al secondo Rapporto, che rientra nell’ambito del pro-getto “Diritto di essere in Umbria”. Ne risulta che a seguito delle cosiddette“primavere arabe” il fenomeno, negli ul-timi due anni, ha comportato importanticambiamenti sia dal punto di vista quan-titativo che qualitativo, della rete Sprar.Sono - come detto - 706 i richiedenti asi-lo e i rifugiati accolti tra il 2001 e la finedi giugno 2012 in Umbria, provenienti da44 Paesi, a fronte dei 92 posti disponibili.Di queste 706 richieste di accoglienza,l’80 per cento è stata avanzata da uomini:il 57 per cento ha riguardato uomini adul-ti tra i 18 e i 27 anni. Per le tipologie: in questi 11 anni, il 23per cento dei richiedenti ha chiesto pro-

    I

    tezione umanitaria, il 16 per cento prote-zione sussidiaria, il 15 per cento di esse-re riconosciuto come rifugiato e il 46 percento lo status di asilo.

    La rete Sprar ha insomma subìto unostravolgimento dalla fine del 2010 e l’ini-zio del 2011 con l’ondata di immigrazio-ne proveniente dai Paesi del Nord Africa.Basti pensare che l’emergenza “Ena” haportato in Umbria in poco più di un annolo stesso numero accolto nei precedenti

    11 anni. Una emergenzache l’Umbria ha però sapu-to gestire bene grazie allasinergia tra Protezione civi-le, Regione, Anci, Arci e Ca-ritas.“L’immigrazione in quest’e-poca – ha affermato il pre-sidente di Anci Umbria, Wladimiro Boccali – nonpuò essere considerata una‘emergenza’ e non può es-sere affrontata con politichedemagogiche. Lo sa chi stanel territorio, i Comuni e leassociazioni, consapevoliche bisogna creare una retedi accoglienza, che è un in-sieme di diritti e doveri,quale quella Sprar”.

    La vice presidente regionale Carla Ca-sciari si è soffermata su come l’Umbria inpoco tempo sia riuscita ad attrezzarsi almeglio per fronteggiare l’emergenzaNord Africa. “La nostra Costituzione - haricordato - sancisce il diritto all’asilo a co-loro che subiscono violenze e soprusi neiloro Paesi di origine. Naturalmente inquesto momento particolare occorre fareuna riflessione, evitando la caccia allestreghe”.

    D. R.

    Don Andrea Gallo: “Quandoaiuto la gente che ha fame, midicono che sono un bravoprete; ma quando mi domandoperché quella gente ha fame,mi dicono che sono uncomunista”. Nella nostratradizione cristiana il dupliceatteggiamento (aiutare lagente che ha fame e chiedersiperché ha fame, e denunciaregli affamatori) è sempre statoben presente. Addirittura insan Vincenzo de’ Paoli, che allesue Dame della Carità, bardate

    di tutto punto, raccomandava:“Quando date un piatto diminestra a un povero,ricordatevi sempre dichiedergli scusa”. “Scusa”: diche? E a nome di chi? OggiPapa Francesco, secco: “È lavittoria della finanza sullapolitica a causare la fame nelmondo”. Don Gallo ha avuto ilcoraggio di conciliarel’appartenenza alla Chiesa conquella che lui chiamava “lastrada”, le lotte condotte inprima persona per il lavoro, gliscioperi per il diritto dicittadinanza agli stranieri, ladifesa degli ultimi per il solofatto che erano ultimi, aqualunque categoria sociale

    appartenessero. Don Milani,per esaminare l’attitudine dibase dei ragazzi che volevanoentrare nella sua scuola,mostrava loro un uomo inginocchio, con le mani piegatedietro la schiena, mentre da unlato spuntava una mano che glipiazzava una pistola contro latempia. “Da che parte stai?”. Sela risposta era esitante, secominciava con un “dipende”,la bocciatura era secca edefinitiva. A vent’anni, donAndrea entrò tra i Salesiani, a25 fu ordinato prete e chiese dipartire per il Brasile, da dovela dittatura lo respinse in Italia.Cappellano sulla nave scuoladella Garaventa, che in realtàera un riformatorio per minori,il suo tentativo di instaurare

    un metodo ispirato afiducia e libertàconsigliò aisuperiori di ritirarloda quell’incarico; ecosì nel 1964 donGallo, lasciata lacongregazione,viene incardinatonella diocesi diGenova, dovecomincia il suo difficilissimoed esaltante rapporto con ilcard. Siri, il primo ad averfastidio della sua predicazione“dai contenuti politici e nonreligiosi”, il primo a lasciarecapire quanto quellapredicazione fosse impregnatadi Vangelo. Quando lascerà ladiocesi, Siri vorrà celebrarel’ultima messa con don Andrea

    a San Benedetto alPorto, dove tantianni prima l’haaccolto il parrocodon FedericoRebora, insieme a unpiccolo gruppo:quello che sarebbecresciuto nel tempoper diventare laComunità di SanBenedetto al Porto. E

    nel cuore di quella Comunità ilgrande Principe della Chiesa, ilDelfino di Pio XII, colui cheper ben tre volte fu sul puntodi diventare Papa, vorràconcludere il suo ministero.Fianco a fianco con don Gallo.In nome di quello stesso Cristoche aveva appassionatoambedue.

    VENERDÌ 21 GIUGNO 2013

    Giornata del rifugiato. I dati relativi all’Ue eall’Umbria. In un anno,nella nostra regione, lostesso numero di rifugiatiche negli 11 anni precedenti messi insieme

    apa Francesco mercoledì ha lanciato un doppioappello: ad aiutare le famiglie rifugiate e a“difendere la vita in tutte le sue dimensioni e in

    tutte le sue fasi”. Riferendosi al tema della Giornatamondiale del rifugiato, il Vescovo di Roma haricordato che “quest’anno siamo invitati aconsiderare specialmente la situazione delle famiglierifugiate, costrette spesso a lasciare in fretta la lorocasa e la loro patria e a perdere ogni bene e sicurezzaper fuggire da violenze, persecuzioni, o gravidiscriminazioni a motivo della religione professata,dell’appartenenza ad un gruppo etnico, delle loroidee politiche. Oltre ai pericoli del viaggio, spessoqueste famiglie si trovano a rischio di disgregazionee, nel Paese che le accoglie, devono confrontarsi conculture e società diverse dalla propria”.

    P

    Osservatore Romanoil 12 giugno hapubblicato in prima

    pagina un articolo cheriprende in gran partel’intervento fatto da mons.Gualtiero Bassetti allapresentazione del rapportoSprar Umbria. “Due recentipubblicazioni - dice - ciforniscono uno spaccatoprezioso della realtà odierna,permettendoci di aprire gliocchi, la mente e anche ilcuore su un fenomeno quasisempre ai margini deldiscorso pubblico: ildocumento Accogliere Cristonei rifugiati e nelle personeforzatamente sradicate, redattocongiuntamente dal Pontificioconsiglio della pastorale per imigranti e gli itineranti e dalPontificio consiglio Cor Unum;e il Rapporto annuale delSistema di protezione perrichiedenti asilo e rifugiati -Atlante Sprar 2011-2012. Duepubblicazioni che mettono alcentro della propria riflessioneun elemento decisivo per lamissione della Chiesa e,soprattutto, non piùderogabile per le politichedegli Stati: la centralità dellapersona e la salvaguardia, adogni costo, della dignitàumana... Queste ‘situazionilimite’, rappresentate dalmondo delle migrazioni edella mobilità umana, e inparticolar modo dei rifugiati,ci esortano ad uscire dallenostre quotidiane certezze ead andare verso questi mondidi sofferenza. Mondi in cui sinasconde, tra l’altro, una dellepagine più penose e abbiettedel nostro tempo: la trattadegli esseri umani cherappresenta, come ha detto ilSanto Padre, la ‘schiavitù piùestesa in questo ventunesimosecolo’ e che riguarda, piùspesso, i bambini... I milioni dirifugiati, sfollati e apolidi - chevengono efficacemente‘raccontati’ attraverso questepubblicazioni – rappresentanol’umanità itinerante, carnedella nostra carne, sangue delnostro sangue, a cui noidobbiamo avvicinarci consguardo paterno e slanciomisericordioso, invocando,con forza, l’impegno diretto ditutte le organizzazioniinternazionali”.

    ’L

    LA VOCE ATTUALITÀ 3

    ABAT JOUR

    Un solo Cristo per ambedue

    Rifugiati:l’interventodi mons.Bassetti

    A cura di Angelo M. Fanucci

    Sono 706 i richiedenti asilo e irifugiati accolti tra il 2001 e la fine digiugno 2012 in Umbria, provenientida 44 Paesi. Un’emergenza chel’Umbria ha saputo gestire benegrazie alla sinergia tra Protezionecivile, Regione, Anci, Arci e Caritas

    L’appello del PapaUn gruppo di rifugiati libici ospitati a Colleumberto nel 2011

  • VENERDÌ 21 GIUGNO 2013

    Ast: agire dall’alto, e in frettaUmbria si è schieratacompatta nellamanifestazione a difesa

    dell’Acciaierie di Terni. I datiforniti dell’assessore regionale Fabio Paparelli danno il sensodell’importanza del sitoproduttivo ternano, per la regionema anche per l’intero Paese: “LeAcciaierie impiegano 2.862lavoratori diretti, generano unindotto di circa 110 milioni, con1.000 dipendenti e oltre 100aziende. Ast incide più del 20 percento sul prodotto interno lordoregionale, e ne rappresenta il 38per cento dell’export. Una risorsanon solo per Terni e per l’Umbria,ma anche, e soprattutto, per ilfuturo siderurgico dell’Italia edell’Europa”. Il problemaprincipale è il mantenimentodella capacità produttiva del sitoindustriale, che potrebbe esseremesso in pericolo da questaattesa snervante per la venditaannunciata dalla multinazionalefinlandese Outokumpu, con ilridimensionamento dellefunzioni e della capacità dimercato. In questo contesto, ilfuturo dell’Ast si gioca a livellonazionale ed internazionale, daRoma a Bruxelles, considerato ilfatto che l’acciaio – come ha fattorilevare la presidente dellaRegione Umbria, Catiuscia Marini –“viene prodotto in tutte le parti delmondo e venduto anche in Europa daproduzioni che vengono dalla Cina,dall’India e dal Nord America, motivo peril quale anche le Acciaierie di Ternidevono essere salvaguardate in questaloro capacità competitiva che hannoacquisito nel corso degli anni”. Èessenziale il ruolo congiunto e unitario diistituzioni, sindacati, forze politiche afavore di un’eccellenza produttivaitaliana per la tutela dell’occupazione inun momento tanto difficile. La

    ’L

    preoccupazione resta un’altra: quando simette in moto un meccanismo globale, incui le decisioni vengono prese a livellointernazionale sulla base di logichefinanziarie, è difficile che le istituzionilocali possano incidere in qualchemaniera. È doveroso far sentire in ognisede – la settimana scorsa c’è stato unincontro tra i rappresentanti degli entilocali umbri con il commissario europeoper la concorrenza, Joaquin Almunia –ma diventa difficile immaginare altro. Leistituzioni locali possono incidere ben

    poco, sono praticamente impotenti, c’èbisogno di un Governo che lotti con forzaper ottenere un risultato, e nel più brevetempo possibile. Ecco, la partitadell’acciaio deve essere condotta inmodo diverso dalla questione del polochimico ternano. Anche lì – per motividiversi rispetto ai vincoli dellaCommissione europea – unamultinazionale, in questo casoamericana, la Lyondell Basell, ha decisodi chiudere, senza avere problemi dimercato, la sede ternana. La trattativaper rilevare l’area industriale non èandata ancora a buon fine, nonostantel’impegno annunciato della Regione,perché la multinazionale ha rilanciato unprezzo molto più alto, 17 milioni di euro,rispetto ai 6,5 proposto a un consorziocostituito da più soggetti, facendoimmaginare una volontà di specularesull’area. E la decisione sul futuro dellaBasell slitta. Per l’Ast occorre, invece,fare in fretta.

    E. Q.

    La Ast incide più del 20% sul Pil regionale, e ne rappresenta il 38% dell’export. Una risorsanon solo per l’Umbria, ma anche e soprattutto per il futurosiderurgico dell’Italia e dell’Europa

    REGIONE. La presidente Marini in Israele per festeggiare i 90 anni di Shimon Peres

    na missione breve ma parti-colarmente intensa quellaappena conclusa in Israele e

    Palestina dalla presidente della Re-gione Umbria, Catiuscia Marini, in-vitata dal Peres Center for Peace inoccasione dei 90 anni del Presidenteisraeliano. La visita ha consentito al-la Marini di verificare lo stato di at-tuazione di due importanti progettidi cooperazione. Il primo con Israelee le Regioni italiane, “Ali della co-lomba”, di cui la Regione Umbria è

    U capofila; e l’altro con l’Autorità pale-stinese, per la realizzazione della Ca-mera arbitrale, progetto della Regio-ne Umbria e del ministero degli Af-fari esteri.Un incontro con il Console generaled’Italia ha consentito di constatare ipositivi risultati raggiunti dalla co-operazione italiana nei territori pa-lestinesi, in particolare il Pmsp (Pro-gramma italiano di sostegno alle mu-nicipalità palestinesi). La Regione vi èimpegnata in partenariato con diver-

    si Comuni, Felcos, le due Universitàumbre, il Centro studi sul turismo diAssisi, la Ong italo palestinese, la Fon-dazione Giovanni Paolo II, la Custo-dia francescana di Terra Santa. Successivamente la governatrice ha

    svolto incontri con associazioni e isti-tuzioni israeliane. Accompagnatadall’Ambasciatore d’Italia, ha quindivisitato lo Yad Vashem. Nel Giardinodei Giusti tra le nazioni ha sostato ac-canto all’albero piantato in ricordodi padre Rufino Niccacci, il france-scano che, ad Assisi e in altre città,assieme a mons. Giuseppe PlacidoNicolini e a don Aldo Brunacci, diedeprotezione a migliaia di ebrei sal-vandoli così dalla deportazione. Infine, accogliendo l’invito che Shi-mon Peres le aveva rivolto nella suarecente visita ad Assisi, ha partecipa-to ai festeggiamenti per il 90° com-pleanno del Presidente.

    Il comizio durante la manifestazione di protesta dell’Ast

    La Marini con Peres

    4 LA VOCE ACCADE IN UMBRIA

    SetteGIORNIa cura di Enzo Ferrini

    IL “DECRETO DEL FARE”E IL QUADRILATERO

    Con il “Decreto del fare” del governo Lettadovrebbero arrivare altri 250 milioni per ilcompletamento del cosiddetto Quadrila-tero, le due superstrade Foligno-Civitano-va Marche e Perugia-Ancona. Opere co-minciate negli anni Settanta, con cantieriche si aprono e si chiudono, ricorsi perl’aggiudicazione di appalti e subappalti,fallimenti delle imprese incaricate dei la-vori. Una giungla di burocrazia (e forse an-che di sperperi) che ha fatto di questi im-portanti collegamenti una sorta di percor-so a ostacoli, con strade a quattro corsieche improvvisamente finiscono per poitornare a essere superstrade. Con tanteinaugurazioni in pompa magna, nel corsodegli anni, dei vari tratti stradali nuovi, etante promesse non mantenute. L’ultimaera per il 2014. Con il “Decreto del fare”,come sembra promettere il nome delprovvedimento, ci sarà dunque la svolta?

    AUTO SULLE SCALETTEDI SANT’ERCOLANO

    La gente protesta sui giornali: le strade aPerugia sono piene di buche. C’è anche pe-rò chi protesta perché ogni tanto qualcheautomobilista si avventura pericolosa-mente per le scalette di Sant’Ercolano. Loraccontano al “Giornale dell’Umbria” al-cuni residenti e commercianti della zona:quasi ogni giorno - hanno detto - ci sonoautomobili che rimangono bloccate in ci-ma a via Campo di Battaglia e utilizzano lescalette come via d’uscita. Sono in granparte turisti che si fidano troppo dei loronavigatori satellitari.

    GLI UFO A PERUGIA...E LA NUVOLA-GRILLO

    Nel cielo di Perugia ultimamente sonocomparsi oggetti strani. Ai giornali giun-gono dai lettori segnalazioni sulla presen-za di Ufo. C’è anche chi ha fotografato lu-ci insolite sopra la città. Il celebre fotogra-fo perugino Pietro Crocchioni si è invecedivertito ad immortalare una nube con ilprofilo accigliato di Beppe Grillo. Comefondatore e leader del Movimento 5 stel-le, evidentemente nel firmamento si sen-te a suo agio.

    DALL’EMERGENZAPIOGGIA AL CALDO

    Ormai sembra sempre emergenza. La pri-mavera non c’è stata, all’inizio di giugnoabbiamo riacceso i termosifoni in casa, equando la settimana scorsa è sbucato ilsole, il caldo e l’afa si sono fatti sentire. Edè subito scattata l’emergenza, annunciatadai bollettini meteo e dalla protezione ci-vile. All’ospedale di Perugia, domenicascorsa, i ricoveri di anziani sono aumentatidel 20 per cento; e una donna di 78 anniè morta per strada per un malore mentreandava in lavanderia. Malore anche colle-gato al caldo, hanno spiegato i medici. Vabene, sarà anche emergenza, ma dopotanta pioggia godiamoci finalmente “fra-tello sole”... anche se con prudenza!

    VA IN CHIESA, MAA PESCA DI OFFERTE

    Lui in chiesa ci andava a pescare: le offer-te nella cassetta delle elemosine. Comecanna da pesca usava un metro a nastro.L’esca era un nastro bioadesivo. Con abili-tà e pazienza, pescava monetine e con piùfortuna anche banconote. La polizia, dopovari appostamenti, lo ha pizzicato all’ope-ra nella chiesa dell’ospedale perugino diSanta Maria della Misericordia e lo ha de-nunciato per furto. È un noto tossicodi-pendente perugino, già sorpreso in passa-to a “pescare” in una chiesa di Magione eche - secondo la polizia - forse è responsa-bile anche della pesca in altre cassette perle elemosine.

    Grifolatte lancia la nuova linea di latte “100% Umbria”ietro al lancio di una nuova con-fezione di latte si può nascondereuna filosofia aziendale orientata a

    una crescita lenta, ma continua, sul ter-ritorio. È il caso dell’operazione del grup-po Grifo agroalimentare sul nuovo for-mato delle buste latte “100% Umbria”,presentata il 14 giugno nella sede dellacooperativa di Ponte San Giovanni. A illustrarne i dettagli, Carlo Catanossi e Riziero Giovi, rispettivamente presi-dente e vice presidente del gruppo Grifoagroalimentare, insieme all’assessore al-le Politiche agricole e agroalimentari del-la Regione Umbria, Fernanda Cecchini.Tra i presenti, oltre ad alcuni soci delgruppo, anche il presidente dell’Associa-zione regionale allevatori (Ara) Umbria,Luca Panichi, insieme ad alcuni consi-glieri.Il nuovo brick, cosiddetto “Edge” è il nuo-vo packaging, firmato tetrapak, con cui sipresenteranno sugli scaffali dei super-

    D mercati i tre tipi di latte “100% Umbria”:“Delicato”, parzialmente scremato, “TreD”, delattosato e parzialmente scremato,con solo lo 0,5% di latte, e “Classico”, in-tero. La nuova macchina confezionatrice, chesi va ad aggiungere a quelle già in dota-zione della cooperativa, realizza 8.000pezzi all’ora. “Questa operazione – hadetto Carlo Catanossi – si colloca all’in-terno di un piano di investimenti inizia-to a maggio dello scorso anno, con l’a-pertura dello stabilimento di Norcia, eche la società porta a termine con questainiziativa. Si tratta anche di una strate-gia di trasparenza che il rispetto del‘brand Umbria’ ci impone. Per questo, adesempio, abbiamo deciso di marchiareanche la provenienza della mozzarellaper pizza, un prodotto che di solito ilcliente finale comunque non vede”. L’incontro, infine, è stato anche occasio-ne per presentare i nuovi prodotti a cui la

    cooperativa sta lavorando. “Anche se illatte rimane il nostro settore strategico –ha sottolineato Catanossi –, ci muoviamosu altri fronti. Per quanto riguarda la ga-stronomia, ad esempio, abbiamo realiz-zato i nuovi sughi pronti, tutti con l’Um-bria al centro: norcina, delicata alla ri-cotta, amatriciana, ragù di chianina e tar-tufona bianca”.

    Da sinistra Catanossi,Cecchini e Giovi

    IMPRESE. Nell’ambito di un piano nato con l’apertura dello stabilimento di Norcia

  • na città solidale,unita perdifendere il lavoro:

    le Acciaierie in primoluogo, e con esse l’interotessuto produttivo edeconomico di Terni edella regione. Unamanifestazione colorata epartecipata - le stimeparlano di 12.000 personepresenti al corteo - eun’adesione pressochétotale da parte deilavoratori, ma anche deicommercianti, che hanno chiuso iloro negozi per l’intera mattinata.Sulle vetrine un cartello:“Chiudiamo oggi per nonchiudere per sempre”. Il rischioche la vicenda della vendita delleAcciaierie ternane possadanneggiare pesantementel’economia regionale è reale,proprio perché l’industria ternanaè una delle maggiori produttricidi acciaio in Europa e del 40%dell’intero fabbisogno nazionaledi acciaio speciale, alla quale ècollegato tutto un indotto a livellolocale di notevole estensione. Losciopero generale ha portato inpiazza non solo l’orgoglio deglioperai ma la richiesta forte ditutta la comunità, che chiedefermezza e un futuro. “Dobbiamochiedere al Governo e all’Europa- ha detto al palco il segretarioconfederale Cisl, Pietro Cerrito -di non retrocedere di fronte aiPaesi emergenti e di costruire unpiano per la siderurgia. Ognunodi noi, allora, deve giocare il

    U

    a Re-pubbli-ca tute-

    la la salute comefondamentale di-ritto dell’individuoe interesse dellacollettività, e ga-rantisce cure gra-tuite agli indigen-ti” recita l’articolo

    32 della Costituzione, riportato nell’invitoal convegno “Universalismo e diritti deicittadini: le possibili sinergie tra sanitàpubblica e sanità integrativa” tenutosi aPerugia il 14 giugno.Nella sua relazione introduttiva Gabriel-la Parodi, presidente di FedermanagerPerugia che ha promosso l’evento, ha det-to che nella Sanità la politica deve daregli indirizzi ma deve ridurre notevol-mente la sua ingerenza nella gestione. Hapoi proposto un nuovo modello di sanitàda testare in Umbria, una delle sole tre

    L“ regioni italiane con un attivo nel bilanciosanitario, che veda coinvolte istituzioni,imprese, sindacati e società civile, analiz-zi gli scenari attuali e futuri della sanità emetta al centro i bisogni di salute dei cit-tadini, che sono in forte espansione, con-sentendo di tutelare veramente il dirittoalla salute e ripensando il rapporto trauniversalismo e mutualismo.Stefano Cuzzilla, presidente del Fasi -Fondo assistenza sanitaria integrativacreato nel 1977 da Federmanager e Con-findustria, ha difeso il sistema mutuali-stico che può offrire risposte concrete al-l’obiettivo di raggiungere una sanità so-stenibile, in complementarietà con il Si-stema sanitario nazionale.Ivan Cavicchi, dell’Università di Tor Ver-gata di Roma, pur essendo tra i difensoridel sistema universalistico, ha detto cheoggi non funziona, è un universalismo“rozzo”, perché non tiene conto delle di-verse esigenze delle persone che hannobisogni molto diversificati, mentre oc-

    corre arrivare ad un universalismo “di-screto”. È necessario trovare un’intesa suuna nuova concezione di welfare, perchésiamo in una situazione di “post-welfari-smo”, che non lo nega, ma lo vuole mo-dificare radicalmente, perché la crisi eco-nomica lo ha messo fortemente in di-scussione. Per fare questo occorre ripen-sare il rapporto tra universalismo e mu-tualismo dentro un nuovo concetto diequità e sostenibilità.Ha concluso i lavori Mario Cardoni, di-rettore generale Federmanager, che rile-vando come oggi non ci sia più un Servi-zio sanitario nazionale, ma tanti Servizisanitari regionali, ha concordato nella ne-cessità di attuare un universalismo “di-screto” individuando nella “complemen-tarietà” tra sanità pubblica e sanità inte-grativa la modalità per rendere sosteni-bile il sistema sanitario, tutelando nelcontempo i diritti alla salute dei cittadi-ni.

    Alberto Mossone

    VENERDÌ 21 GIUGNO 2013

    ❖ PRO CIVITATEViolenza sulle donne:uscire dal buioSabato 29 e domenica 30 giugno,presso la Cittadella di Assisi (viaAncajani, 3) si terrà un convegno su“Violenza sulle donne”, uscire dalbuio: parlare, agire, fare cultura.Sabato la giornata si svolgerà dalle 9alle 23, domenica dalle 9 alle 13.30.Le due giornate sono organizzatedalla Pro Civitate Christiana edall’associazione Ciformaper -Gestalt ecology, con il patrocinio del

    Centro Pari opportunità dellaRegione e degli assessorati alle Pariopportunità della Provincia e delComune di Perugia. Iscrizionegratuita. Nella mattinata di sabatosarà affrontato il tema a partiredalle iniziative istituzionali giàrealizzate e in progetto. Si proseguiràcon gli aspetti psicologici dellaviolenza di genere, non mancheràuno sguardo giuridico. Seguirannoesperienze di sostegno e assistenza.Domenica verranno propostetestimonianze in altri ambiti dellaviolenza di genere, legati allosfruttamento della prostituzione e

    alla mercificazione del corpofemminile. Seguirà un momento dibuone prassi. Interverranno DanielaAlbanesi, presidente Centro Pariopportunità Regione Umbria,Donatella Porzi, assessora alle Pariopportunità della Provincia diPerugia, Rosella De Leonibus,psicologa - psicoterapeuta eformatrice, associazione Ciformaper,Tonio dell’Olio, volontario della Pro Civitate Christiana, responsabiledi Libera international, RitaZampolini, assessora alla Politiche digenere e Pari opportunità delComune di Foligno.

    La Sanità tra pubblico e privatoa avutoluogomercoledì

    pomeriggio 19giugno a Romal’incontro sullaQuadrilateroMarche-Umbriaconvocato dalsottosegretarioalle

    Infrastrutture e Trasporti, Rocco Girlanda, acui hanno partecipato l’amministratore unicodell’Anas, Pietro Ciucci, i presidenti delleRegioni Umbria e Marche, Catiuscia Marini eGian Mario Spacca con gli assessori regionaliPaola Giorgi (Marche) e Silvano Rometti(Umbria). Nel corso dell’incontro, ilsottosegretario Girlanda ha ribadito“l’impegno del Governo per il completamentodella copertura finanziaria del progettoinfrastrutturale viario di Marche ed Umbria,già previsto nel decreto ‘Fare’ e che, nel suocomplesso, verrà concretamente affrontato inuna delle prossime riunioni del Cipe”.

    H

    A Perugia ilconvegnosullepossibilisinergie trasanitàpubblica esanitàintegrativa

    L’ Umbria - Marche

    Difenderemo il lavoro!

    AST. Forteadesione allo scioperogenerale di protesta

    Un manifestante porta un caschetto in ricordodella visita alle Acciaieriedi Giovanni Paolo II

    I Vescovi umbrisolidali con glioperai dell’Ast

    a Chiesa umbra èvicina e solidale con

    gli operai della Ast di Terniche si stanno mobilitandoper difendere una delleaziende più importantidell’Umbria e d’Italia,quella degli Acciai speciali.L’Europa ha deliberato inmerito alle quote diproduzione dell’acciaio perimpedire posizionidominanti; in questoquadro, ancora una volta, sitende a colpire un’area edun’azienda che, dati allamano, è altamenteproduttiva ed esprime lamigliore qualità del gruppo.Ancora una volta sembranoprevalere interessi dicarattere principalmentefinanziario, che rischiano diessere pagati dai lavoratorie, in questo caso, da unintero territorio regionale.Come Vescovi delle Chieseumbre, chiediamo aicompetenti organi diGoverno regionali enazionali di mettere in attotutte le iniziative possibiliper salvare l’aziendaternana, garantire unfuturo lavorativo aglioperai, e frenare il declinoindustriale della nostraregione, giàdrammaticamentetestimoniato dalla chiusuradi molte aziende piccole egrandi”.

    L“

    5LA VOCE ACCADE IN UMBRIA

    proprio ruolo. Nessuno si chiamifuori nella difesa del compartosiderurgico, vitale per l’Italia. Nonaccetteremo mai la vendita albuio, o a pezzetti, dell’Ast diTerni”. Alla manifestazione eranopresenti i Sindaci di Terni ePerugia, i gonfaloni dei Comunidell’Umbria, la Presidente dellaRegione Umbria, le delegazionidelle città siderurgiche: Taranto,Piombino e Civitavecchia. Nelcorteo anche i politici, daMassimo D’Alema ai deputati esenatori dell’Umbria, di tutti glischieramenti.

    “Qui a Terni oggi - ha detto lapresidente della Regione Umbria Catiuscia Marini - c’è l’Umbria intutte le sue espressioniistituzionali, politiche,economiche e sociali, cheintendono dire con forza, in modounitario, e in ogni sede, chevogliamo difendere le Acciaierieanche per difendere il futuroeconomico e industriale di tutta la

    regione, e anche della stessanazione. È giunto il momento cheil Governo italiano faccia sentirela sua voce a Bruxelles, così comela stessa Commissione europea èchiamata ad agire e dare risposteurgenti in difesa dell’Ast. Inquesto momento - ha proseguitola Marini - ciò che ci preme dipiù non è tanto l’aspettoeconomico delle offerte degliacquirenti, bensì il profiloindustriale del soggettoacquirente. Non possiamo inalcun modo correre il rischio cheil sito integrato di Terni,assolutamente sanoeconomicamente, non sia piùparte di un gruppo industriale dilivello internazionale e adeguatoalle sue capacità, e vengaridimensionato nelle sue funzionie capacità di mercato”. Aconcludere la manifestazione inpiazza della Repubblica gliintereventi dei rappresentantiistituzionali e dei sindacati,unanimi nel ribadire un

    intervento incisivo da parte delGoverno in sede Europea. “Oggi aTerni - ha detto il segretariogenerale della Cgil SusannaCamusso - si è ritrovata l’Umbriademocratica, che sa che innanzitutto la democrazia si difendegarantendo il lavoro ai cittadini.Uno sciopero come questo nonavremmo mai voluto vederlo aTerni per difendere una delleaziende che vanno meglio inquesto Paese, una dellestraordinarie ricchezze edeccellenze. L’attuale Governodelle larghe intese deve sbattereil pugno sul tavolo dellaCommissione Ue per difendere leAcciaierie di Terni: non si puòessere diplomatici quando stannosaltando gli assetti industriali delPaese. Non si può dire sottovoceche bisogna decidere, ma bisognadirlo con la forza di un Paese cheha la seconda produzioneindustriale, e non è dispostocederla ad altri”.

    Elisabetta Lomoro

    ❖ PERUGIAMerc’Ant d’Estate per laprevenzione oncologicaSabato 22 e domenica 23 giugno, inoccasione della Festa di San Giovanni inborgo Sant’Antonio a Porta Pesa a Perugia,arriva il Merc’Ant d’Estate, mercatino delleeccellenze enogastronomiche e artigianaliumbre della Fondazione Ant (Associazionenazionale tumori). New entrynell’organizzazione della manifestazionesono gli studenti del Laboratorio inFundraising del corso di Laurea in Scienzedella comunicazione dell’Università degli

    studi di Perugia, realizzato incollaborazione con Ant. L’evento saràoccasione per i giovani fundraiserdi metterein pratica teorie e tecniche della raccoltafondi acquisite durante il corso. Allo standAnt si potranno trovare prodotti alimentari,tessili, artigianato e tanto altro. Il ricavatodell’iniziativa sosterrà i progetti diprevenzione oncologica che la FondazioneAnt attua sul territorio, in particolare ilProgetto Melanoma, grazie al quale dal2011 ad oggi sono state offerte ai cittadinidi Perugia e Terni circa 1.500 visitedermatologiche gratuite. I fondi raccolti perl’occasione andranno ad implementare ilprogetto nei mesi di settembre e ottobre.

  • VENERDÌ 21 GIUGNO 2013

    Protocollo per il welfare

    COOPERATIVE. Sarà applicato anche in Umbria il protocollo d’intesatra Anci e Alleanza delle cooperativesociali - settore sociale

    ono una cinquantina (e il numero èdestinato ad aumentare) le cooperativeumbre che hanno aderito a Uecoop,

    associazione nazionale di rappresentanza etutela del movimento cooperativo, promossada Coldiretti, che raccoglie coop regionaliappartenenti a vari settori, dai servizi alsociale fino all’ambito agricolo. A livellonazionale sono 4.000 i soggetti aderenti, paria circa 285.000 soci. Obiettivo di Uecoop è,infatti, quello di mettere in campo un nuovomodello di sviluppo sostenibile che abbia alcentro il territorio e chi vi lavora. L’iniziativaè stata presentata lunedì mattina a palazzoDonini, alla presenza del presidentenazionale di Coldiretti e di Uecoop, SergioMarini, nonché di vari esponenti delleistituzioni locali come il sindaco di Perugia,Wladimiro Boccali, l’assessore regionaleall’Agricoltura, Fernanda Cecchini e ilpresidente di Coldiretti Umbria, AlbanoAgabiti. “Si può tornare a crescere – hasottolineato Marini – e noi vogliamo dare ilnostro contributo al Paese. Occorre puntaresu quelli che sono i punti forti dell’Italia: ilterritorio, il paesaggio, la cultura, il cibo e ivalori di sostenibilità e socialità. È possibileuna politica nuova, che basi la propriacompetitività non sullo sfruttamento dellerisorse e della forza lavoro, ma sulla qualità ela capacità di distinguersi. Possiamoinaugurare una nuova stagione di crescitache coniughi Pil e qualità di vita”. “La nostraavventura – ha spiegato Vincenzo Sette,coordinatore organizzativo di Uecoop – èiniziata a febbraio con 6 cooperative. Nel girodi pochi mesi siamo cresciuti tantissimo, finoa raggiungere i 4.000 soggetti attuali, e ledomande di adesione sono in costanteaumento. Al momento, stiamo facendo ungiro per tutte le regioni italiane perconoscervi e farci conoscere e stilare unelenco di proposte da portare alla prima convention nazionale di Uecoop, in ottobre aRoma, e poi al primo congresso nazionaledurante il quale saranno eletti i nostrireferenti”. Nel corso dell’incontro, inoltre,sono stati resi noti i servizi che la nuovacentrale mette a disposizione dei soci, chevanno dall’assistenza legale alla consulenzasulla comunicazione, dalla formazioneall’assistenza bancaria e finanziaria, fino allamessa in rete di realtà simili e alla possibilitàdi acquisti di beni e servizi in collettivo.

    Laura Lana

    S

    SICUREZZANELLE AZIENDE

    ualdo Tadino ospita dal 18giugno al 9 luglio la 2a

    edizione del progetto“Imprendosicuro”, iniziativarealizzata dalla Scuola umbra diamministrazione pubblicanell’ambito del protocollo d’intesatra l’Inail di Perugia, la Provincia,la Camera di commercio diPerugia, l’Usl Umbria 1 e l’Inps.“Imprendosicuro” è un progetto diformazione per la sicurezza e perla prevenzione degli infortunirivolto a nuovi imprenditori, eprevede open-day e un corso diformazione gratuito in ottolocalità. In tutto, 21 ore, in orariopreserale dalle 17 alle 20. Permaggiori informazioni: Scuolaumbra di amministrazionepubblica, tel. 075 5159702 o5159738.

    G

    Anche in Umbriaarriva Uecoopdi Coldiretti

    6 LA VOCE ACCADE IN UMBRIA

    Una cinquantina le coopaderenti nella nostraregione, e ben 4.000 in tutta Italia. A ottobre laconvention nationale

    errà applicato anche in Umbriail protocollo d’intesa siglato loscorso 5 giugno a Roma tra l’As-

    sociazione nazionale dei Comuni ita-liani (Anci) e l’Alleanza delle coope-rative sociali settore sociale, organi-smo unitario del mondo cooperativopromosso nel 2011 da Confcooperati-ve, Legacoop e Agci che associa il90% della cooperazione sociale im-pegnata nel welfare, con più di 9.000cooperative e 337.000 occupati, di cui35.000 svantaggiati.Nel protocollo si pongono alcuniobiettivi importanti tra i quali: la pro-mozione dei servizi e delle buoneprassi promosse dalle cooperative so-ciali tipo A e tipo B; la sperimentazio-ne di nuovi progetti innovativi rivoltiai bisogni della persona; l’aggiudica-zione di appalti rispettosi del Contrat-to collettivo nazionale di lavoro; la mi-gliore valorizzazione del patrimonioimmobiliare pubblico, anche inutiliz-zato, mediante concessione alle co-operative sociali per l’erogazione ser-vizi socio-sanitari di qualità; il coin-

    V volgimento attivo dei cittadini nellaprogrammazione, erogazione e valu-tazione della spesa pubblica assegna-ta alle cooperative sociali; l’attivazio-ne di pratiche virtuose di sussidiarie-tà orizzontale.A Perugia, lunedì scorso, il protocolloè stato illustrato ai presidenti delle co-operative sociali umbre e agli ammi-nistratori locali dal sindaco di Peru-gia Wladimiro Boccali che, in qualitàdi presidente regionale dell’Anci e de-legato nazionale in materia di prote-zione civile, l’ha siglato a Roma fa-cendo la veci del presidente Cattaneo.“Il Protocollo guarda al futuro delwelfare, in questo momento difficilis-simo per il nostro paese – ha sottoli-neato Boccali – valorizzando la colla-borazione tra i Comuni e Cooperazio-ne sociale basata sul principio dellasussidiarietà orizzontale, utilizzandostrumenti legislativi in vigore e/o pro-muovendone di nuovi”.Luciana Bianco, sindaco di Panicalee coordinatrice delle politiche socialidi Anci Umbria, ha sottolineato la

    grande novità che questo protocollopresenta ed ha auspicato “dovrà es-sere realmente applicato e non la-sciato come mero documento d’in-tenti”.Sono intervenuti la presidente nazio-nale di Legacoop sociali Paola Me-netti, il presidente di Agci solidarietàEugenio De Crecenzo e il vice presi-dente nazionale di Federsolidarietà -Confcooperative Andrea Fora, il qua-le ha sottolineato l’importanza di que-sto protocollo che “parla del futurodel welfare nella nostra regione, equindi parla direttamente agli oltre6.000 soci lavoratori delle 150 coope-rative sociali che fanno riferimentoall’Alleanza delle cooperative e cherappresentano il 90% del settore. Ilprotocollo si rivolge alle decine di mi-gliaia di utenti domiciliari, minori,anziani, non autosufficienti, diversa-mente abili, tossicodipendenti e svan-taggiati che vengono quotidianamen-te assistiti dalle imprese cooperativeumbre, in gran parte in convenzionecon i 92 Comuni della regione”.

    CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIAARTIGIANATO E AGRICOLTURADI PERUGIA

    BORSA MERCI DI PERUGIAListino del giorno 18-06-13

    QUOTAZIONI RIFERITE A TONNELLATA, SALVO DIVERSA INDICAZIONE

    FRUMENTIproduzione Provincia di Perugia

    a) tenerifino (peso spec. 79 kg/hl - glutine dibuona qualità - c.e. 1%) umidità13% ....................................................buono mercantile (peso spec. 78kg/hl- c.e. 2%) - umidità 13% ............mercantile (peso spec. 75 kg/hl - c.e.2%) - umidità 13% ............................

    FARINE DI FRUMENTOa) di grano tenero:(con caratteristiche di cui all’art. 7 dellaLegge 4-7-1967, n. 580)farina tipo 00 .....................................farina tipo 0 .......................................farina tipo integrale ..........................farina tipo 00 - sfarinato granulare(granito) .............................................b) di grano tenero ad alto tenore diglutine:farina tipo 00 (cenere 0,45 - glutine11-12, consistente) ...........................c) di grano duro:(con caratteristiche di cui all’art. 9 dellaLegge 4-7-1967, n. 580)semola ..............................................

    CASCAMI DI FRUMENTOa) tenero:farinaccio .........................................crusca e cruschello tenero...............crusca e cruschello cubettato tenerob) duro:farinaccio duro..................................crusca e cruschello duro...................crusca e cruschello cubettato............

    GRANTURCOlocale - umidità 14% ........................

    CEREALI MINORI ELEGUMINOSE

    orzo vestito nazionale p.hl. sop. 65. *orzo vestito nazionale p.hl. 60-64 ... *avena nazionale tipo Maremma ..... *avena estera (nazionalizzata) ........ *favino palombino per uso zootecnicofave per uso zootecnico.....................sorgo per uso zootecnico bianco ......sorgo per uso zootecnico rosato ......* impurità

    SEMI OLEAGINOSIgirasole .............................................

    FARINE PER USO ZOOTECNICOfarina estrazione di girasole..............farina estrazione di soia nazionale...farina integrale di granturco ..............

    OLIO DI OLIVA(Legge 13-11-1960, n. 1407)a) produzione Provincia di Perugia:olio extra vergine di oliva, con non piùdel 0,8% in peso di acidità G.P... al kg.

    DENOMINAZIONE DELLE MERCIPrezzi del 18.06.13

    da euro a euroDENOMINAZIONE DELLE MERCI

    Prezzi del 18.06.13

    da euro a euro

    n. q. n. q.

    n. q. n. q.

    n. q. n. q.

    445,000 450,000440,000 445,000440,000 445,000

    450,000 455,000

    605,000 615,000

    432,000 438,000

    220,000 221,000188,000 189,000185,000 186,000

    213,000 215,000182,000 183,000187,000 188,000

    232,000 238,000

    n. q. n. q. n. q. n. q. n. q. n. q. n. q. n. q. n. q. n. q. n. q. n. q.

    246,000 249,000 251,000 254,000

    ---- n. q.

    268,000 270,000 477,000 480,000289,000 290,000

    6,000 6,500

    b) altre provenienze:olio extra vergine di oliva,naz. con nonpiù dell’8% in peso di acidità al kg.olio di oliva, con non più del 2% inpeso di acidità .......................... al kg.olio extra vergine di oliva, est. con nonpiù dell’0,8% in peso di acidità al kg.

    OLII DI OLIVA RAFFINATI

    olio di oliva raffinato, con non più dello0,5% in peso di acidità ..... al kg.olio di sansa raffinato, con non piùdello 0,5% in peso di acidità...................................................al kg.

    OLII DI SEMIolio di semi vari ........................ al kg.olio di arachidi........................... al kg.

    olio di girasole .......................... al kg.olio di soja ................................ al kg.

    SEMENTIb) selezionate - esenti da cuscuta,purezza e germinazione e male erbepreviste dalla legge per le singole spe-cie - certificate - a seconda della varie-tà o ecotipo:erba medica varietale con calo 10% avena di 2a moltiplicazioneorzo di 2a moltiplicazione .................frumenti teneri di 2a riproduzione .......favino di 2^ moltiplicazione .......c) categoria commercialeselezionate - esenti da cuscuta, purez-za e germinazione e male erbe previ-ste dalla legge per le singole specie -certificate - a seconda della varietà oecotipo:favino ..................................................lupinella sgusciata ...........................

    UVE - MOSTI - VINI(di produzione Provincia di Perugia)Uva bianca sana, base ....................Uva nera sana, base .......................Grechetto..............................................Mosto bianco base ............................Mosto rosso base .............................Vino da tavola bianco fino a 11° agr./q.le ................................................Vino da tavola bianco oltre a 11° agr./q.le ................................................Vino da tavola rosso fino a 11° agr./q.le ................................................Vino da tavola rosso oltre 11° agr./q.le .................................................

    3,200 3,520

    2,600 2,650

    2,800 2,850

    2,700 2,750

    1,900 1,950

    1,070 1,0751,940 1,950

    1,050 1,0551,065 1,070

    – –– –– –

    470,000 500,000– –– –

    – –– –– –

    – –– –– –

    – –– –

    4,000 4,500

    4,500 5,000

    3,300 3,700

    3,800 4,200

    Variazioni percentuali indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (già indice costo vita)

    PERIODO NAZION. PERIODO NAZION.Capoluogoprov. di PGCapoluogoprov. di PG

    Genn. 2011-Genn. 2012 + 3,2 + 2,9Febbraio 2011 - Febbraio 2012 + 3,3 + 3,0Marzo 2011 - Marzo 2012 + 3,2 + 3,0Aprile 2011 - Aprile 2012 + 3,2 + 3,0Maggio 2011 - Maggio 2012 + 3,0 + 2,9Giugno 2011 - Giugno 2012 + 3,1 + 3,2

    Luglio 2011 - Luglio 2012 + 2,9 + 2,9Agosto 2011 - Agosto 2012 + 3,1 + 3,3Settembre 2011 - Settembre 2012 + 3,1 + 3,4Ottobre 2011 - Ottobre 2012 + 2,7 + 2,7Novembre 2011 - Novembre 2012 + 2,4 + 2,7Dicembre 2011 - Dicembre 2012 + 2,4 + 2,8

  • l bravo pit-tore peru-gino Ed-

    mondo Zaroli- purtropponon sufficien-temente cono-sciuto come lasua arte meri-terebbe - è sta-to l’unico pitto-re non soloumbro, ma ita-liano presentecon un proprio stand allaXV edizione della Koinédi Vicenza, dove ha espo-sto uno bel Crocifisso checerto non sfigurerebbe inqualche chiesa, basilica osantuario.Koiné è una importanteFiera biennale, riservataagli operatori del settore,dove espongono tutte leditte che produconoqualcosa che abbia a che

    I

    VENERDÌ 21 GIUGNO 2013

    ❖ MAB UMBRIACostituito ilComitato regionaleAnche in Umbria è nato il Mab,Musei archivi biblioteche.Professionisti del patrimonioculturale dell’Umbria, uncoordinamento territorialepermanente delle tre sezioni regionali diAib (Associazione italiana biblioteche) Anai(Associazione nazionale archivisticaitaliana) e Icom Italia (InternationalCouncil of museum). Martedì 18 giugno èstato firmato l’atto costitutivo dai rispettiviresponsabili delle sezioni regionali

    Gabriele De Veris(Aib), GiovanniDelogu (Icom),Cinzia Cardinali(Anai). Il nuovocoordinamento,che fa seguito aquelli giàcostituitisi dal2011 in altre

    regioni italiane, si propone come luogo dielaborazione di proposte e di azioni traprofessionisti del settore dei beni culturali,di promuovere soluzioni organizzative,normative tecnico scientifiche per gliistituti culturali e per il patrimonioculturale in genere.

    Arriva ad Assisila più granderaccoltamondiale diopere diAntonio Canova

    Noto come massimo esponentedel Neoclassicismo,Canova univa aivalori classici quellidella fede

    MOSTRA D’ARTE

    cultore, pittore, architetto, Antonio Canova, massimoesponente dell’arte

    neoclassica, fuconsideratodai criticid’arte l’ultimogrande nomeitaliano dilivelloeuropeo. Lesue opere inmarmo sonoancora oggiconsiderateuniche per la

    maestria con cui le realizzò,dimostrazione della grandepadronanza raggiunta nellalavorazione della materia. Dal 10agosto al 6 gennaio prossimo lacittà di Assisi, nel bellissimopalazzo Monte frumentariorimesso in luce dopo recentirestauri, ospiterà 60 opere delgrande scultore - di cui 30sculture di gessi e marmo, 20dipinti e 10 incisioni e unlaboratorio didattico -provenienti dal Museo egipsoteca “Antonio Canova” diPossagno (Treviso). È qui chesubito dopo la morte delloscultore, avvenuta nel 1822, sono

    S

    state raccolte tutte le opereprovenienti dal suo studio di viadelle Colonnette a Roma grazieall’impegno del fratello vescovoGiambattista Sartori Canova. AlComune di Possagno fudemandato il compito diamministrare l’importantepatrimonio culturale, che erafinalizzato a buone pratiche dicarità cristiana: aiutare i poveri einsegnare agli ignoranti. Canovaaveva sempre consideratoqueste virtù come fondamentaliper la sua fede cattolica. Oggi ilcompito affidato alla FondazioneCanova è quella disalvaguardarne il patrimonio. “Antonio Canova: sculture,dipinti e incisioni in mostra adAssisi” è il titolo dell’esposizione,

    presentata nei giorni scorsi nellasede della Provincia di Perugia.Tra le tematiche che sarannomesse in evidenza nel corsodella mostra, la più interessantesarà soprattutto quella religiosa,ricca di simbologia cristiana.Seguirà quella sulla storia, in cuile figure di Papa Pio VII e diNapoleone Bonapartecostituiscono i poli d’attrazionedi Canova, che fu presidentedella Commissione pontificia perla tutela del patrimonio artisticoitalico, e nello stesso tempo ildiplomatico che convinsel’Imperatore francese allarestituzione delle operetrafugate a Parigi, in seguito al Trattato di Tolentino (1797).Infine quello della mitologia

    visto che - è stato sottolineato -lo scultore ha rivestito le figurestoriche dei potenti a luicontemporanei delle fattezze esimbologie mitologiche. “Assisimeritava questa mostra - hadetto il presidente GiancarloGalan, presidente dellacommissione Cultura, scienza eistruzione della Camera, nonchépresidente della FondazioneCanova onlus - e non abbiamoavuto nessun dubbio a portarequi le sue opere, checompongono la più grandegipsoteca monografica delmondo”. “Questa è la terza volta,dopo San Pietroburgo eCracovia, che la mostra esce alloscoperto, fuori dal museo, maquesta di Assisi è sicuramente

    quella più consistente” haricordato il direttore dellagipsoteca Canova, MarioGuderzo. “Sarà una delle mostrepiù importanti ospitate inUmbria negli ultimi anni” l’hadefinita il sindaco Ricci, il qualeha ringraziato le due Fondazioni,Canova e Cassa di risparmio diPerugia, “senza le quali - haprecisato - l’iniziativa nonsarebbe stata possibile”. “Nontutte le richieste, comunqueintelligenti, che arrivano daAssisi possono essere accolte -ha detto il presidente dellaFondazione perugina CarloColaiacovo - ma un eventocome questo meritava il nostroappoggio perché dà prestigio atutto il territorio e crea flussituristici”. Anche perché, secondoquanto ricordato durante lapresentazione, il legame traAntonio Canova e l’Umbria èstato sempre intensamentevissuto dallo scultore, il quale fuanche illustre membrodell’Accademia di belle arti diPerugia, e in mostra verrannoesposte due delle operedell’artista conservate nel museodell’istituzione perugina.

    Manuela Acito

    Per riscoprire Dio, proviamoa partire dall’aria che respiriamo

    iamo arrivati al ter-zo millennio, maancora non ci po-

    niamo alcune domandefondamentali: “Perché cidiamo tanto da fare persoddisfarci in infinitimodi e non abbiamo maifatto nulla per procurar-ci due cose fondamenta-li per poter vivere; l’Aria,simbolo della vita, che ci

    accompagna senza lasciarci mai dal-la nascita alla morte ed il Bisogno,simbolo della crescita e del progres-so (mi riferisco al suo meccanismo,perciò a tutti i bisogni materiali enon)?”. Dobbiamo considerare che il Bisognoe l’Aria ci vengono regalati da Dio - odalla Vita per chi non crede -; nessu-no ha mai fatto qualcosa per procu-rarseli, non ci sarebbe vita senza diessi. Allora, chiediamoci: è normaleessere liberi senza essere capaci diprocurarci tutto il necessario per vi-vere? L’uomo si dà da fare più perprocurarsi cose futili che cose fonda-

    S mentali? Purtroppo sì, e c’è una ra-gione alla base.Un’altra strana domanda che do-vremmo porci è: “Perché nasciamopiccoli, dal minimo, una cellula nelmomento del concepimento per di-ventare l’adulto?”. Anche qui, c’è unaragione profonda alla base.Esiste un saggio di Ivana Mucciola, Terzo millennio. Scoperta di Dio e delsegreto della creazione (edizioni Heli-con, euro 15), il cui protagonista è ap-punto il Bisogno. Il libro contiene unnuovo pensiero di natura psicologica,elaborato in seguito ad un’intuizionedi alcuni anni fa; dimostra che l’u-manità non ha ancora raggiunto lamaturità (in riferimento al paralleli-smo di Giambattista Vico tra la vita diuna persona e quella dei popoli) ed èquesta la ragione della presenza delmale nel mondo. Per eliminarlo, ba-sta capire: la conoscenza è importan-tissima per poter saper vivere. La dif-ferenza tra Dio e l’uomo è che il Pri-mo rappresenta la Massima cono-scenza, l’altro la minima.

    I. M.

    Dopo la manifestazione nazionale Koiné

    Il perugino Edmondo Zaroli invoca un serio rilancio dell’arte sacra

    fare con laChiesa: da-gli oggettidevozionaliagli oggettiper il culto,dalle vetra-te ai mosai-ci agli abititalari e cosìvia.In tuttaquestaesposizio-

    ne, come ha notato lostesso Zaroli, mancaval’arte regina dell’esteticaitaliana, ossia la pittura.Certo è quantomenostrano che in una similemanifestazione non si siapensato di dare spazio erilevanza non alla pitturain se stessa, ma a quellarivolta all’arte sacra cheper secoli e secoli è statal’essenza stessa dell’arte

    italiana.Questa vistosa carenzanon solo ha indotto il pit-tore perugino a perorar-ne la presenza presso laDirezione della Koiné(che ha subito mostratoun forte interesse alla co-sa), ma lo ha stimolato,una volta tornato a Peru-gia, a costituire un Comi-tato di persone - intellet-tuali, artisti, religiosi,poeti, musicisti, scrittori,persone comunque cre-denti ed interessate - cheabbiano la volontà ed ilpiacere di ridare nuovoimpulso, dignità e visibi-lità all’arte cristiana, ingenerale, e a quella cat-tolica in particolare, at-traverso una sorta diavanguardia artistica delXXI secolo nel seno dellaChiesa.

    Luciano Lepri

    La firma

    Alcune opere di Canova esposte nel museo gipsoteca di Possagno

    ❖ ZENITH15 proiezioni per“Le strade del cinema”Prende il via con la prima proiezionedi venerdì 21 giugno a Todi, laseconda edizione della rassegna dicinema viaggiante “Le Strade delCinema. Il cinema d’autore incontrale eccellenze della Media valle delTevere” organizzata dal Gal MediaValle del Tevere in collaborazionecon il cinema Zenith di Perugia eConcordia. Il programma prevede 15proiezioni, una per ciascuno dei 15comuni della Media valle del Tevere

    che si svolgeranno tra giugno esettembre. Si parte da Todi perarrivare ad Avigliano Umbro,passando da Perugia, Corciano, Assisi,Bastia Umbra, Bettona, Torgiano,Deruta, Collazzone, Marsciano, FrattaTodina, Monte Castello di Vibio,Massa Martana e Acquasparta. Veraprotagonista delle serate sarà lapellicola che trasformerà ininconsuete arene cinematografichepiazze, borghi, castelli, giardini eabbazie. La regista SusannaNicchiarelli, direttore artistico dellarassegna, ha selezionato i film incartellone prediligendo opere digiovani autori e lavori di ampio

    spessore culturale, restituendoun’interessante panoramica dellamigliore produzione italianadell’ultimo anno. Due delle seraterenderanno omaggio ad AlbertoSordi, a 10 anni dalla sua scomparsa.Ciascuna serata (ingresso libero)vedrà la partecipazione di critici,autori, registi e attori del cast dei filmin programma. Ogni appuntamentosi aprirà con una degustazione di vinie prodotti tipici. Appuntamento il 21giugno alle ore 21 con il primo filmpresso il chiostro della CittadellaAgraria di Todi con “La scopertadell’alba” di Susanna Nichiarelli, saràpresente la regista.

    LA VOCE CULTURA 7

    Antonio Canova

  • VENERDÌ 21 GIUGNO 2013LA VOCE CHIESA&RELIGIONE8

    ari fratelli e sorelle - hadetto Papa Francescoall’udienza generale

    del 19 giugno -, oggi mi soffermosu un’altra espressione con cui ilConcilio Vaticano II indica la na-tura della Chiesa: quella del cor-po. Il Concilio dice che la Chiesaè Corpo di Cristo (Lumen gen-tium, 7)”. Di seguito, il suo dis-corso viene riportato quasi per in-tero; il testo integrale lo si puòtrovare su www.vatican.va.“L’immagine del corpo - ha sotto-lineato il Papa - ci aiuta a capirequesto profondo legame Chie-sa/Cristo, che san Paolo ha svi-luppato in modo particolare nella Prima lettera ai Corinzi (cap. 12).Anzitutto il corpo ci richiama aduna realtà viva. La Chiesa non èun’associazione assistenziale, cul-turale o politica, ma è un corpovivente, che cammina e agiscenella storia. E questo corpo ha uncapo, Gesù, che lo guida, lo nutree lo sorregge. Questo è un punto che vorrei sot-tolineare: se si separa il capo dalresto del corpo, l’intera personanon può sopravvivere. Così è nel-la Chiesa: dobbiamo rimanere le-gati in modo sempre più intenso aGesù. Ma non solo questo: comein un corpo è importante che pas-si la linfa vitale perché viva, così

    C“ dobbiamo permettere che Gesùoperi in noi, che la sua Parola ciguidi, che la sua presenza eucari-stica ci nutra, ci animi, che il suoamore dia forza al nostro amare ilprossimo. E questo sempre! Sem-pre, sempre! Cari fratelli e sorelle, rimaniamouniti a Gesù, fidiamoci di lui,orientiamo la nostra vita secondoil suo Vangelo, alimentiamoci conla preghiera quotidiana, l’ascoltodella Parola di Dio, la partecipa-zione ai sacramenti”.

    “E qui - ha proseguito - vengo adun secondo aspetto della Chiesacome Corpo di Cristo. San Paoloafferma che come le membra delcorpo umano, pur differenti e nu-merose, formano un solo corpo,così tutti noi siamo stati battezza-ti mediante un solo Spirito in unsolo Corpo (1Cor 12,12-13). NellaChiesa quindi, c’è una varietà,una diversità di compiti e di fun-zioni; non c’è la piatta uniformità,ma la ricchezza dei doni che dis-tribuisce lo Spirito santo. Però c’èla comunione e l’unità: tutti sonoin relazione gli uni con gli altri etutti concorrono a formare ununico Corpo vitale, profondamen-te legato a Cristo. Ricordiamolo bene: essere partedella Chiesa vuol dire essere uni-

    ti a Cristo e ricevere da lui la vitadivina che ci fa vivere come cri-stiani. Vuol dire rimanere uniti alPapa e ai vescovi, che sono stru-menti di unità e di comunione. Evuol dire anche imparare a supe-rare personalismi e divisioni, acomprendersi maggiormente, adarmonizzare le varietà e le ric-chezze di ciascuno; in una parola,a voler più bene a Dio e alle per-sone che ci sono accanto, in fami-glia, in parrocchia, nelle associa-zioni.

    scere, ma anche può dividerci.Non andiamo sulla strada delledivisioni, delle lotte fra noi! Tuttiuniti, tutti uniti con le nostre dif-ferenze, ma uniti, sempre: questaè la strada di Gesù. L’unità è su-periore ai conflitti. L’unità è unagrazia che dobbiamo chiedere alSignore perché ci liberi dalle ten-tazioni della divisione, delle lottetra noi, degli egoismi, delle chiac-chiere. Quanto male fanno lechiacchiere, quanto male! Maichiacchierare degli altri, mai!Quanto danno arrecano allaChiesa le divisioni tra i cristiani,l’essere di parte, gli interessi me-schini!”.“Le divisioni tra noi - ha conclusoil Papa -, ma anche le divisioni frale comunità: cristiani evangelici,cristiani ortodossi, cristiani catto-lici... ma perché divisi? Dobbiamocercare di portare l’unità. Vi rac-conto una cosa: oggi, prima diuscire da casa, sono stato più omeno mezz’ora con un Pastoreevangelico e abbiamo pregato in-sieme, e cercato l’unità. Ma dob-biamo pregare fra noi cattolici, eanche con gli altri cristiani, pre-gare perché il Signore ci doni l’u-nità, l’unità fra noi. Ma come avremo l’unità fra i cri-stiani se non siamo capaci di aver-la tra noi cattolici? Di averla nel-la famiglia? Quante famiglie lot-tano e si dividono! Cercate l’unità,l’unità che fa la Chiesa. L’unitàviene da Gesù Cristo. Lui ci invialo Spirito santo per fare l’unità”.

    Tre richiestein preghiera

    ari fratelli e sorelle - haconcluso Francesco -,

    chiediamo a Dio: aiutaci adessere membra del Corpo dellaChiesa sempre profondamenteunite a Cristo. Aiutaci a non far soffrire ilCorpo della Chiesa con i nostriconflitti, le nostre divisioni, inostri egoismi. Aiutaci a essere membra vivelegate le une con le altre daun’unica forza, quelladell’amore, che lo Spiritosanto riversa nei nostri cuori”(Lettera ai Romani 5,5).

    C“

    Siamo vivise uniti a Cristo

    Catechesi sulla Chiesa. Il Papa esaminaun’altra delle espressioni usate dal Concilio

    “L’immagine del corpo- ha detto il Papa - ciaiuta a capire ilprofondo legame traChiesa e Cristo”

    domanda: introdurrel’insegnamento sulla propriaidentità. La risposta dei discepolici fu; ma, come era prevedibile,era orecchiata; in sostanza nonavevano capito bene quello cheavevano detto. La parola“Messia” infatti richiamava allaloro mente ciò che richiamavaalla mentalità corrente: unrivoluzionario che avrebbeliberato Israele dall’oppressionestraniera, dall’attuale governocorrotto e compromesso conl’invasore, e finalmente avrebbericostituito il regno che fu diDavide, in tutto il suo anticosplendore; e i suoi seguaciavrebbero condiviso il nuovopotere. Pertanto, dire in pubblicoche Gesù era il Messiasignificava mettere in allarme leautorità costituite. In quelperiodo, inoltre, circolavano altripersonaggi che si spacciavanoper Messia; e che uno dopol’altro fecero tutti una brutta fine.Dopo questa premessa, Gesùcominciò a parlare di sé come

    “Figliodell’uomo”;termine cherimandava nona personaggiomondano, ma auna figuraultraterrena dicui avevanoparlato i profeti(Dn 7,13).Aggiunse: “Devesoffrire molto,essere rifiutatodagli anziani,dai capi deisacerdoti e dagli

    “Ma voi chi dite che io sia?” Vangeloentre Gesù stava pregando in disparte, i discepoli eranocon lui; ed egli domandò loro: “Chi dice la gente che iosia?”. E quelli risposero: “Alcuni dicono Giovanni il

    battista; altri, Elia, e altri, uno dei profeti antichi che è risuscitato”.Ed egli disse loro: “E voi, chi dite che io sia?”. Pietro rispose: “IlCristo di Dio”. Ed egli ordinò loro di non dirlo a nessuno, eaggiunse: “Bisogna che il Figlio dell’uomo soffra molte cose e siarespinto dagli anziani, dai capi dei sacerdoti, dagli scribi, siaucciso, e risusciti il terzo giorno”. Diceva poi a tutti: “Se uno vuolvenire dietro a me, rinunci a se stesso, prenda ogni giorno la suacroce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà;ma chi avrà perduto la propria vita per amor mio, la salverà”.

    M

    Commento alla liturgia della Parola di Bruno Pennacchini*

    Alla domanda diGesù i discepolirispondonoanzitutto ‘persentito dire’.Ancora non sanno che tipo di Messia sarà

    LA PAROLAdella DomenicaPRIMA LETTURA

    Dal libro del profeta Zaccaria 12,10-11; 13,1

    SALMO RESPONSORIALESalmo 62

    SECONDA LETTURADalla Lettera ai Galati 3,26-29

    VANGELODal Vangelo secondo Luca 9,18-24

    XII DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO C

    a liturgia di oggi raggiungeil suo vertice nelle paroledella “confessione di fede”

    di Pietro, che Gesù corregge ecompleta. Anche gli altri dueevangelisti sinottici, Marco eMatteo, registrano lo stessoepisodio, che però collocano neipressi di Cesarea di Filippo,all’estremo nord della Palestina.Luca non ne specifica la località,ma precisa la circostanza: “stavapregando”. Immediatamenteprima, ha narrato il prodigiodella moltiplicazione dei paniche la liturgia ci ha proposto lascorsa domenica. Sebbene non sifaccia cenno alla reazione dellagente di fronte a quel pastogratuito ed abbondante, sidovettero pur domandare: chisarà mai costui?, come eraavvenuto in altre circostanze.Pochi versetti prima,l’evangelista aveva riferito cheperfino il re Erode Antipa sidomandava: “Chi è dunquecostui di cui sento dire questecose?” (Lc 9,9). La domanda suchi fosse Gesù era dunquenell’aria. In questo climainterrogativo sulla sua identità, siinserisce la domanda fattapersonalmente da Gesù: “Lagente che dice di me?”. Idiscepoli riferiscono alcune dellevoci correnti: “C’è chi dice chesei Giovanni Battista, chi Elia,chi qualcuno degli antichiprofeti, risorto dai morti”. Questoera il parere di quelli di fuori. Maloro, quelli di casa, che cosapensavano di Lui? La rispostavenne da colui che già allora erariconosciuto come capogruppo,Pietro: “Tu sei il Messia di Dio”.

    L

    Gesù interviene in manieradrastica e inaspettata: “Ordinòloro severamente di non dirlo anessuno”.

    Questo dialogo di Gesù con idiscepoli segna il punto di svoltadella vicenda pubblica di Gesù,che ora comincia a manifestarsiesplicitamente. Lo fa nello stileproprio delle scuole rabbiniche,dove l’insegnamento partesistematicamente da unadomanda posta ai discepoli. Èquesto il senso della sua

    scribi, venire ucciso e risorgere ilterzo giorno”. Non dunque untrionfatore politico-militare,come se lo aspettavano, ma unuomo sofferente, rifiutato da tuttiquelli che contavano, e che allafine lo avrebbero ucciso. Ma Diolo avrebbe salvato,risvegliandolo dalla morte alterzo giorno. Anche di questoavevano parlato gli antichiprofeti (Is 53). I discepoli loavrebbero constatato dopo pochimesi.

    A questo punto l’orizzonte siallarga. Gli interlocutori ora nonsono più i soli discepoli, ma lafolla: “Poi diceva a tutti...”. Fraquei tutti, ci siamo anche noi. Glistudiosi chiamano questiversetti: “detti sulla sequela diCristo”. Sono la risposta allanostra domanda: che cosa sideve fare per seguire Gesù? Trecose, risponde questa Parola. Trecose non facili da accettare dallenostre orecchie moderne esecolarizzate: rinnegare se stessi;prendere la propria croce ognigiorno; seguirlo. Proviamo acapire. In un’epoca in cuil’aspirazione massima è

    affermare se stessi nel successo,l’espressione più ostica è quel“rinnegare se stessi”. In questocontesto, essa va collegata con laseguente: prendere la propriacroce ogni giorno. Vale a dire:rinnega se stesso colui che nonrifiuta di sottoporsi ogni giornoai pesi e alle tribolazioni delproprio oggi, indipendentementedalla posizione sociale o dalruolo che ricopre. Non c’è uomoo donna al mondo che vedascorrere la sua giornata o il suolavoro senza intoppi, così comela sognerebbe. Di fronteall’inaspettato, ciascuno si irritae spesso impreca; cioè rifiuta lasua croce quotidiana. SeguireGesù è anzitutto - dunque - nonrifiutare la concreta quotidianità.Farlo in una societàsecolarizzata, consumistica espesso anticristiana, come è lanostra, richiede maggioreconsapevolezza e decisione.* Esegeta, già docenteall’Ita di Assisi

    (Il commento al Vangeloè anche sul sito www.lavoce.it. Collegatiutilizzando il QR code)

    Corpo e membra per vivere devo-no essere uniti! L’unità è superio-re ai conflitti, sempre! I conflitti,se non si sciolgono bene, ci sepa-rano tra di noi, ci separano daDio. Il conflitto può aiutarci a cre-

  • VENERDÌ 21 GIUGNO 2013

    BREVIDA S. MARTA

    Come ogni settimana, una sintesi delleomelie di Papa Francesco a casa SantaMarta. I testi completi si trovano sul sito www.vatican.va, sezione “Meditazioniquotidiane”.

    Venerdì 14 giugnoIl CV e il prontuarioI cristiani - per usare un’espressione disan Paolo - sono come i vasi di creta,perché sono deboli, in quanto peccatori.Ciononostante, ha detto Papa Francesco,tra “noi poveracci, vasi di creta” e “lapotenza di Gesù Cristo salvatore” siinstaura un dialogo: il “dialogo dellasalvezza”. Ma, ha avvertito, quandoquesto dialogo assume il tono diun’autogiustificazione vuol dire chequalcosa non funziona. Paolo - haproseguito Francesco - ci insegna la stradada seguire: infatti “tante volte ha parlato,quasi come un ritornello, dei suoi peccati:‘Io vi dico questo: sono stato unpersecutore della Chiesa... hoperseguitato’... Ogni volta che Paolo ciparla del suo curriculum di servizio: ‘Hofatto questo, ho fatto quell’altro, hopredicato’, ci parla anche del suo prontuario” cioè di tutto quello cheriguarda le sue debolezze, i suoi peccati.Noi invece - ha aggiunto - “abbiamosempre la tentazione del curriculum, e dinascondere un po’ il prontuario perchénon si veda tanto” quello che non va.L’umiltà del cristiano è quella che seguela strada indicata dall’Apostolo.

    Lunedì 17 giugno“Porgi l’altra guancia”“Il Nulla è seme di guerra, sempre;perché è seme di egoismo. Il Tutto, quellogrande, è Gesù” ha detto il Papasoffermandosi su quello che ha definito“un classico” degli insegnamentievangelici, cioè il “porgere l’altraguancia”. Qualcosa - ha detto - che vacontro la logica del mondo, secondo laquale a un’offesa si risponde con unareazione uguale e contraria, perché“dobbiamo difenderci, dobbiamo lottare,dobbiamo difendere il nostro posto. E seci danno uno schiaffo, noi ne daremodue, così ci difendiamo”. Invece questa èla legge di Gesù: “La giustizia che porta èun’altra giustizia, totalmente diversa daocchio per occhio, dente per dente”. SanPaolo da parte sua “ci dice una parola cheforse ci aiuterà a capire il significato delloschiaffo sulla guancia”, quando descrive icristiani come “gente che non ha nulla einvece possediamo tutto”. Il Tuttocostituisce la sicurezza cristiana: “Noisiamo sicuri che possediamo tutto, tuttocon la salvezza di Gesù Cristo. E Paolo neera convinto al punto che dice: ‘Ma, perme, quello che importa è Gesù Cristo,l’altro non importa; l’altro per me è dabuttare fuori’. Il Tutto è Gesù Cristo. Lealtre cose sono nulla, per il cristiano”.

    Martedì 18 giugnoPer amare i nemiciMartedì, Francesco si è soffermato sulladifficoltà dell’amore ai nemici: “Anchenoi, tutti noi, abbiamo nemici, tutti.Alcuni nemici deboli, alcuni forti. Anchenoi tante volte diventiamo nemici di altri;non gli vogliamo bene. Gesù ci dicedobbiamo amare i nemici”. Di fronte aitanti drammi che segnano l’umanità, èdifficile fare questa scelta: come sipossono amare “quelli che prendono ladecisione di fare un bombardamento eammazzare tante persone? Come sipossono amare quelli che per amore deisoldi non lasciano arrivare le medicine achi ne ha bisogno, agli anziani, e lilasciano morire?... Gesù ci dice due cose.Primo, guardare al Padre. Nostro Padre èDio: fa sorgere il sole sui cattivi e suibuoni; fa piovere sui giusti e sugliingiusti”. In secondo luogo, “Gesù ci dice:pregate, pregate per i vostri nemici”. Lapreghiera fa miracoli e ciò vale non soloquando siamo in presenza di nemici, valeanche quando nutriamo qualcheantipatia, “qualche piccola inimicizia”. Eallora bisogna pregare, perché “è come seil Signore venisse con l’olio e preparasse inostri cuori alla pace”.

    CHIESA UMBRA. Quest’anno si è svolta a Orvieto, dato ilGiubileo, la Giornata disantificazione del clero

    a tradizionale “Giornata di santifi-cazione del clero” delle otto dio-cesi umbre - un evento regionale

    che si è svolto con grande partecipazio-ne negli anni passati a Collevalenza, nelsantuario dell’Amore Misericordiosofondato da Madre Speranza -, quest’an-no si è celebrata a Orvieto per dare unsegno di partecipazione collettiva al Giu-bileo eucaristico. Evento che fa memo-ria del miracolo di Bolsena, quello cheha dato origine a quell’altro miracolo delduomo di Orvieto che ogni volta suscitaammirazione ed entusiasmo, per chinon è “stonato” e sa cogliere la bellezzae l’arte, messaggeri del Mistero. Anche se la partecipazione non è statapiena, erano presenti quasi tutti i Vesco-vi dell’Umbria e circa 200 preti bianco-vestiti che hanno dato vita a una sugge-stiva e solenne concelebrazione eucari-stica presieduta dal presidente della Ceumons. Bassetti. L’Arcivescovo ha invita-to il Presbiterio umbro a essere unito ein sintonia nel comune impegno di an-nuncio e santificazione della popolazio-ne regionale, ricordando la prossima vi-sita del Papa ad Assisi e il pellegrinaggioalla tomba di san Francesco con l’offer-ta dell’olio da parte dell’intera Regionecon i suoi rappresentanti. L’omelia è stata tenuta da padre Ame-deo Cencini, religioso canossiano, chein precedenza, all’inizio dell’incontro, hatenuto una ampia e ricca meditazionenella “sala dei Quattrocento” del palaz-zo dei Capitano del popolo sul tema “Eu-caristia e formazione permanente delclero. Prete, dov’è il tuo tesoro?”. La ri-flessione di padre Cencini ha preso l’av-vio dal battesimo di Gesù e dalla parola

    L

    del Padre: “Questo è il Figlio mio, il di-letto”, applicata al sacerdote. “Nella vita del prete - ha detto - il pro-blema è sentirsi guardato dal Padre. Sitratta di un problema di sensibilità, di‘udito spirituale’, che non cade dal cieloma è frutto di formazione. Il prete deveessere consapevole che il Padre lo av-volge con il Suo sguardo”.“Tra i concetti di cuore, sensibilità e te-soro - ha poi aggiunto - vige una sorta diequazione: occorre vedere e saper scru-tare le profondità del mondo interiore epensare all’eucaristia come sacramentodei sensi, ma anche investire nella for-

    mazione della sensibilità. I sensi vannoeducati alla sensibilità credente del pre-sbitero, che è in contatto quotidiano conDio, e per questo deve essere educato aconoscere per primo i suoi sensi. Stia-mo rischiando di perdere i sensi, cherappresentano le sponde del cuore e lostrumento di mediazione con la realtàper entrare in contatto con la Trascen-denza. I sensi come via alla fede. Ma ènecessario orientarli, senza subirli pas-sivamente, per saper controllare ciò cheentra attraverso di essi nel proprio mon-do interiore.” “Ogni persona, prete compreso - ha con-cluso Cencini - ha la sensibilità che si ècostruito anche attraverso scelte picco-le e quotidiane, e sulla scorta di esse agi-sce. Il presbitero dovrebbe dunque es-sere il primo a ragionare sui propri sen-si e sull’educazione che gli dà, Poichéogni giorno è a contatto con il Mistero,occorrono sensi pienamente funzionan-ti”.

    E. B.

    Due gli interventi-chiave: quello del presidente della Ceu,mons. Gualtiero Bassetti, e quello del noto autore di libridi psicologia e spiritualità padre Amedeo Cencini

    DAL MONDO / TURCHIA. I commenti delDomenicano a capo del Centro interreligioso

    involuzione autoritaria della leadership turca è stata “favoritadalla politica, o meglio dalla

    non-politica europea versol’integrazione della Turchia nell’Ue”. Loafferma padre Claudio Monge,superiore dei Domenicani di Istanbul,dove dirige anche il Centro per il dialogointerreligioso e culturale. “Fino almenoal 2006 - continua padre Monge -Erdogan e il suo partito avevano

    ’L scommesso molto sull’integrazione, esono state fatte molte riforme perfavorire questo passo. Ma la mancanzadi visione politica europea ha vanificatotutto”. Dapprima quindi si è perseguitoil tentativo di ri-situarsi nello scacchieredei Paesi arabi “fratelli nella fede”. Poila cosiddetta “primavera araba” e ilconflitto in Siria hanno fatto saltareprogetti e investimenti. A quel punto -ricorda il domenicano - “la reazione di

    Erdogan ha imboccato la stradadell’autoritarismo populista, con l’ideadi bastare a se stessi. In fondo,l’affermazione: ‘Non riconosco lalegittimità del Parlamento europeo’ nonè poi così scandalosa”. Secondo Monge,l’unica possibilità di ricondurre il primoministro a più miti consigli rimanequella di un’opposizione interna alloAkp (il partito islamico-conservatore alpotere), visto che “in Turchia non esisteun’opposizione politica, e le quasi tresettimane intercorse dall’inizio dellacrisi lo dimostrano ampiamente”.

    (fonte: Fides)

    ome già in altre occasioni, anche que-sta volta le elezioni iraniane hannoriservato sorprese, spiazzando perfi-

    no gli osservatori più attenti. Dopo unacampagna elettorale scialba, dominata daicandidati vicini all’ayatollah Khamenei,molti si aspettavano un’alta astensione ela vittoria di un candidato conservatore. Alcontrario, vi è stata un’alta affluenza alleurne e ha vinto, a sorpresa, un candidatomoderato. I leader del movimento di opposizione chefece tremare l’Iran nel 2009 sono tuttoraagli arresti o costretti a vivere all’estero. So-no dunque mancate voci che chiedesserocambiamenti radicali nelle settimane pre-cedenti alle elezioni. D’altra parte, dopo leviolente repressioni subite dal movimentoOnda verde, oggi i riformisti devono esseremolto più circospetti. La selezione dei can-didati operata dal Consiglio dei guardianiall’inizio della campagna elettorale avevachiuso le porte della competizione eletto-rale all’ex presidente Rafsanjani, notoria-mente avverso a Khamenei. Tuttavia, sial’illustre escluso che un altro ex presidentemoderato, Khatami, avevano cautamenteappoggiato la candidatura di Hassan Ro-

    C hani, risultato vincitore a sorpresa.Le ragioni della vittoria di quest’ultimosembrano fondamentalmente due. Primadi tutto, i conservatori si sono profonda-mente divisi, presentando ben quattro can-didati, variamente collegati ai pasdaran, adAhmadinejad e a Khamenei. In secondoluogo, l’accorto bilanciamento fra modera-zione e determinazione ha permesso ai ri-formisti, da un lato, di non rischiare la re-pressione e dall’altro di convincere larghistrati della popolazione a non ritirarsi nel-l’astensione.Che succederà? Non pare realistico aspet-tarsi cambiamenti radicali nella politica ira-niana, né inversioni di rotta nello sviluppodel programma nucleare. Rohani dovrà co-munque fare i conti con Khamenei, che ri-mane la Guida suprema. Inoltre, il nuovoPresidente è un religioso e un politico pru-dente, non un leader movimentista. Infi-ne, la scelta nucleare è largamente condi-visa in Iran, Paese in cui il nazionalismo èben radicato. Tuttavia, Khamenei dovrà te-nere conto del fatto che la maggioranzadella popolazione è ormai contraria allostrapotere dei pasdaran.

    Stefano Costalli

    ISLAM. Gli elettori premiano il riformismo di Rohani

    Svolta moderata in IranChiesa dell’Umbria

    Tariffe di Curia orauguali dappertutto

    a Conferenza episcopale umbra (Ceu),preso atto dell’elevata difformità tra lediocesi umbre circa le tasse e i tributi

    dovuti da parte delle parrocchie e dei fedeliper corrispondere alla erogazione di specificiservizi di Curia, ha elaborato un nuovotassario comune che mons. Bassetti, inqualità di presidente della Ceu, ha presentatoper l’approvazione a Roma allaCongregazione per il clero. Il 12 giugno ègiunta la risposta di approvazione da partedel card. Piacenza, prefetto della suddettaCongregazione. Il tassario precedente erastato approvato dalla Ceu nel 1987. Lanormativa in materia si ricollega a norme delCodice di diritto canonico e risponde alcriterio della comunione tra le variecomponenti di una Chiesa locale, checollegialmente devono assumere diritti edoveri e anche il costo vivo dei servizi resi. Iltariffario completo si trova sul sito www.lavoce.it. Per le pratiche più comuninotiamo: nulla osta per matrimoni - praticheordinarie 15 euro; dispensa e fuori diocesi 20euro; estero 50 euro; rilascio certificati 1euro; dispense e licenze 5 euro; contributoannuo degli insegnanti di Religione 50 euro.

    L

    Manifestanti in piazza Taksim

    9LA VOCE CHIESA&RELIGIONE

  • VENERDÌ 21 GIUGNO 2013

    Intervista a unodei massimiesperti, l’abateIldebrandoScicolone

    abate benedettino IldebrandoScicolone, nonostante l’età nonpiù giovanissima, rimane

    vulcanico come l’Etna presso il qualevive. Palermitano di origine, è uno deimassimi liturgisti italiani, già docente diLiturgia alla Gregoriana e preside dellafacoltà di Liturgia al pontificio ateneoSant’Anselmo di Roma, e già abate di SanMartino delle Scale (Pa). Si trova in questigiorni in Umbria per predicare un corsodi esercizi spirituali a una comunità direligiose a Santa Maria degli Angeli.Basta fare una breve ricerca su Googleper imbattersi in più di una accesapolemica contro le sue idee presunte“moderniste” in fatto di liturgia. Ma luinon si scompone, ed entra subito nel vivodel dibattito. “La gente non sa che cosaaccade nella messa - dice, tanto percominciare. - Ci si chiede come celebrarel’eucaristia, non cosa si celebra, chicelebra, e perché”. Pare strano, dopomezzo secolo di rinnovamento liturgico.Strano, ma vero: don Elio Bromuriinfatti ricorda la controversia, scoppiatadi recente proprio su La Voce, sul valoreo meno della messa della domenica sera in extremis. “Prendere messa ladomenica sera è come prendere lametropolitana a Londra: si pagaall’uscita” commenta padre Scicolone,che poi aggiunge un’altra metafora: “Se sivede la liturgia come precetto, è comequando si mangia per precetto. Se mangiperché te lo ha prescritto il medico, èsegno che sei malato... Il fatto è - precisa,passando su un tono più serio - che non èmai stata fatta, da parte dei sacerdoti, una

    ’L

    vera catechesi sulla messa. E pensareche il nuovo rito, nato dal ConcilioVaticano II, rende molto più facilecomprendere il senso e ilconcatenamento dei riti, e il loro scopo”.Con qualche eccezione, ad esempio “nel1956 il card. Lercaro obbligò i sacerdotidella sua diocesi a tenere ogni domenicaper un anno, all’omelia, una catechesi

    sulla messa. Ma, ingenerale, ci si è buttatisubito sulla riforma,dimenticando che laCostituzione SacrosanctumConcilium dedica a questotema i nn. 21-40, ma prima inn. 14-20 insistevano sullaformazione. Il Concilioafferma espressamente che‘non si può sperare larealizzazione di tutto ciò [la

    partecipazione consapevole dei fedeli] segli stessi pastori d’anime non sianopenetrati, loro per primi, dello spirito edella forza della liturgia, e ne diventinomaestri’ (SC, n. 14)”.

    In varie chiese, un po’ in tutta Italia, si èripreso a celebrare la messa in latinosecondo il rito tridentino. “Un rito della

    decadenza” lo definisce Scicolone, e nona causa della direzione in cui è giratol’altare o altri aspetti onestamentesecondari, ma perché il Concilio diTrento “fece diventare normativo loschema di celebrazione che era tipicodelle messe private. Per di più, non èneppure vero che il sacerdote, ancheallora, volgesse sempre le spalle alpopolo. Nelle basiliche di San Pietro eSan Paolo, ad esempio, per come sonostrutturate, il Papa in persona celebravavoltato verso l’assemblea”. L’obiezionedei filo-tridentini è che la liturgia è operadi Dio, quindi non occorre ‘capire’. “Laliturgia cristiana - ribadisce l’abate - è uncomplesso di segni. Ma di quale realtàsono segni? Della Pasqua. Il Concilio