1
24 dicembre 2011 2 primo piano Giovani attivi costruiscono Raccogliamo le storie di alcuni ragazzi, di diverse età e ambizioni, che a questo periodo di Elisa dopo il tirocinio all’estero ha trovato un impiego migliore Giada in Irlanda ha scoperto l’importanza di una laurea e oggi studia le lingue Due storie di vita diverse, con un punto in comune: un tirocinio formativo al- l’estero effettuato grazie alle borse di studio del progetto "Formando gio- vani in Europa", promos- so dalla Fondazione delle fabbriche e dalla Bcc ra- vennate e imolese. Le pro- tagoniste sono la massese Elisa Alberti (nella foto in basso a sinistra) e l’imo- lese Giada Nigro (in basso a destra). «Il mio percorso è un po’ particolare - afferma Elisa -. Dopo la laurea in scien- ze politiche e il master, ho trovato un lavoro con contratto a tempo deter- minato nel campo della formazione aziendale po- st-universitaria. Era un buon lavoro, non ero in- soddisfatta». Ma la relativa sicurezza di uno stipendio non ha im- pedito ad Elisa di insegui- re i suoi sogni, lasciando il lavoro per intraprende- re il tirocinio all’estero. «Volevo fare un’esperien- za fuori dall’Italia, per al- largare la mia visione del- le cose. Così grazie alla Bcc sono andata a Bruxel- les a lavorare in una so- cietà che si occupa di lobby e di europrogetta- zione, un’attività che im- plica la ricerca di finan- ziamenti provenienti dal- la Commissione europea e che coinvolge diversi paesi. Io mi sono occupa- ta soprattutto dell’analisi documentale». Un’avventura intrapresa nel 2009 e durata circa 4 mesi, che ha permesso al- la giovane massese di par- tecipare anche ad attività collaterali promosse dalla Commissione, e di respi- rare un clima veramente europeo nel cuore del suo impianto amministrativo. «È sicuramente stata un’esperienza superiore alle aspettative: mi ha in- segnato tanto dal punto di vista della formazione professionale, ma soprat- tutto mi ha lasciato mol- tissimo sul piano perso- nale. È proprio questo il consiglio che mi sento di dare a chi volesse intra- prendere percorsi di que- sto tipo: non viverli solo in una prospettiva lavora- tiva, con l’ansia di trovare un impiego subito dopo. A volte dopo il tirocinio si aprono delle porte nel mondo del lavoro, altre volte rimane solo un otti- mo tassello curricolare. Ma in ogni caso l’impron- ta che lascia sulla persona resta indelebile». Elisa, che oggi ha 31 anni, è stata però fortunata an- che dal punto di vista oc- cupazionale, avendo tro- vato dopo una sola setti- mana dal suo rientro un impiego in una società di telecomunicazioni a Pon- tecchio Marconi. «Mi ave- vano anche offerto di ri- manere a Bruxelles proro- gando il tirocinio, ma ho preferito rientrare, visto che avevo già contatti a li- vello italiano. Oggi sono molto soddisfatta perché nella mia ditta mi occupo proprio di europro- gettazione e di consulenze in am- bito europeo, ri- cercando bandi di finanziamento». Un percorso differente è quello di Giada Nigro. Do- po aver ottenuto il diplo- ma presso l’Istituto pro- fessionale Cassiano di Imola, con indirizzo di tecnico della gestione aziendale corrispondente in lingue estere, Giada ha lavorato come impiegata in una ditta di pulizie. Al termine del contratto, alla fine di gennaio 2011, è partita per Dublino con la borsa di studio di "For- mando giovani in Euro- pa". «Ero in una sorta di agen- zia per badanti, e mi oc- cupavo principalmente di amministrazione e marketing, gestendo l’ar- chivio. Avevo sempre de- siderato fare un’esperien- za all’estero, anche per migliorare la conoscenza dell’inglese». A questo scopo Giada ha anche frequentato un cor- so di lingua a Dublino, presso lo Swan institute. «Il periodo in Irlanda mi ha insegnato a cavarmela da sola e ad essere indi- pendente, oltre ad avermi fatto conoscere meglio una cultura diversa dalla mia». La giovane imolese ha maturato un’idea ben pre- cisa sul mondo lavorativo che l’ha ospitata: «A Du- blino il lavoro delle perso- ne è più premiato, c’è più meritocrazia e i giovani hanno maggiori possibi- lità che da noi. Ad esem- pio nella mia agenzia c’era una ragazza di 27 anni che era già mana- ger, e un mio coinquilino, pur essendo molto giovane e avendo appena finito l’u- niversità, era già stato assunto co- me giornalista». Di ritorno dall’Irlanda, e dopo due esperienze la- vorative, Giada ha fatto una scelta per certi versi sorprendente: «Ho deciso di iscrivermi all’università di Lingue e letterature straniere, a Bologna. È stato proprio il periodo all’estero a farmi capire l’importanza di una lau- rea per inserirmi appieno nel mondo occupaziona- le. La mia vita universita- ria è appena cominciata, ma al momento sono molto soddisfatta». Nicola Montecalvo Idee e macch Nel mondo m Nel team di Stefano Ca Un imprenditore che, con i suoi 37 anni, può ben defi- nirsi giovane, anche perché la sua attività è cominciata più di un decennio fa, con le idee innovative che ne han- no da subito contraddistinto l’operato. Stiamo parlando di Stefano Cassani, noto in- gegnere meccanico imolese. Laureatosi all’Università di Bologna con una tesi segui- ta dal direttore tecnico della Ducati Gianluigi Mengoli, ha da subito (nel 1998) co- minciato a lavorare per la casa motociclistica come consulente esterno. «Non ho voluto entrare a pieno titolo nell’azienda, perché preferivo mantenere la possibilità di offrire la mia consulenza anche ad altre ditte. Poi, nel 2005, ho aper- to un mio studio; all’inizio eravamo solo in due, ma poi siamo decisamente cresciu- ti». La nuova ditta si è da subito impegnata nel campo del ri- ciclaggio, progettando una macchina innovativa in gra- do di separare i diversi tipi di plastica. Sfruttando una sor- ta di effetto calamita creata da diversi campi energetici, il macchinario è in grado, ad esempio, di dividere auto- nomamente i tappi di plasti- ca (in polietilene) dal corpo della bottiglia (in polietilene tereftalato). Ciò permette di ottenere una massima qua- lità di separazione, unita ad un’elevata efficienza e ad un netto risparmio, quantifica- bile intorno al 10%. «Con il nostro metodo sarà ancora più facile produrre plastica da altra plastica, senza dover ricorrere al pe- trolio, con indubbi vantaggi dal punto di vista ambienta- le ed economico». Il progetto ha vinto in giu- gno il primo premio del concorso nazionale "Il ta- lento delle idee", e le mac- chine, che saranno pronte dalla primavera, sono già ri- chiestissime. Stare fermi e aspettare che passi la buriana? Per i giovani,il cui tasso di disoccupazione in Italia è del 30%,non pare essere la soluzione più intelligente.In molti hanno deciso di darsi da fare. C’è chi cerca la propria strada nello studio,magari scegliendo una scuola che prepara ad un settore,la ristorazione,che pare dare ottime prospettive di occupazione.E ci sono i giovani che decidono di mettersi alla prova andando a fare esperienza all’estero.Poi c’è chi ce l’ha fatta grazie ad idee nuove in un ambito produttivo dal presente promettente e dal futuro certo: la separazione dei rifiuti.A chi potevamo chiedere di raccogliere e raccontare queste storie se non ai "nostri" giovani,che in queste settimane di stage a Il Nuovo Diario Messaggero stanno dando prova di possedere qualità e voglia di fare?

2 24 dicembre 2011 Giovani attivi costruiscono...Imola, con indirizzo di tecnico della gestione aziendale corrispondente in lingue estere, Giada ha lavorato come impiegata in una ditta

  • Upload
    others

  • View
    0

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: 2 24 dicembre 2011 Giovani attivi costruiscono...Imola, con indirizzo di tecnico della gestione aziendale corrispondente in lingue estere, Giada ha lavorato come impiegata in una ditta

24 dicembre 20112 pprimo ppiano

Giovani attivi costruiscono Raccogliamo le storie di alcuni ragazzi, di diverse età e ambizioni, che a questo periodo di

Elisa dopo il tirocinio all’estero ha trovato un impiego migliore

Giada in Irlanda ha scoperto l’importanza di una laurea e oggi studia le lingue

Due storie di vita diverse,con un punto in comune:un tirocinio formativo al-l’estero effettuato graziealle borse di studio delprogetto "Formando gio-vani in Europa", promos-so dalla Fondazione dellefabbriche e dalla Bcc ra-vennate e imolese. Le pro-tagoniste sono la masseseElisa Alberti (nella foto inbasso a sinistra) e l’imo-lese Giada Nigro (in bassoa destra).«Il mio percorso è un po’particolare - afferma Elisa-. Dopo la laurea in scien-ze politiche e il master, hotrovato un lavoro concontratto a tempo deter-minato nel campo dellaformazione aziendale po-st-universitaria. Era unbuon lavoro, non ero in-soddisfatta».Ma la relativa sicurezza diuno stipendio non ha im-pedito ad Elisa di insegui-re i suoi sogni, lasciandoil lavoro per intraprende-re il tirocinio all’estero.«Volevo fare un’esperien-za fuori dall’Italia, per al-largare la mia visione del-le cose. Così grazie allaBcc sono andata a Bruxel-les a lavorare in una so-cietà che si occupa dilobby e di europrogetta-zione, un’attività che im-plica la ricerca di finan-ziamenti provenienti dal-la Commissione europea

e che coinvolge diversipaesi. Io mi sono occupa-ta soprattutto dell’analisidocumentale».Un’avventura intrapresanel 2009 e durata circa 4mesi, che ha permesso al-la giovane massese di par-tecipare anche ad attivitàcollaterali promosse dallaCommissione, e di respi-rare un clima veramenteeuropeo nel cuore del suoimpianto amministrativo.«È sicuramente stataun’esperienza superiorealle aspettative: mi ha in-segnato tanto dal punto divista della formazioneprofessionale, ma soprat-tutto mi ha lasciato mol-tissimo sul piano perso-nale. È proprio questo ilconsiglio che mi sento didare a chi volesse intra-prendere percorsi di que-sto tipo: non viverli soloin una prospettiva lavora-tiva, con l’ansia di trovareun impiego subito dopo.A volte dopo il tirocinio siaprono delle porte nelmondo del lavoro, altrevolte rimane solo un otti-mo tassello curricolare.Ma in ogni caso l’impron-ta che lascia sulla personaresta indelebile».Elisa, che oggi ha 31 anni,è stata però fortunata an-che dal punto di vista oc-cupazionale, avendo tro-vato dopo una sola setti-mana dal suo rientro unimpiego in una società ditelecomunicazioni a Pon-tecchio Marconi. «Mi ave-vano anche offerto di ri-manere a Bruxelles proro-gando il tirocinio, ma hopreferito rientrare, vistoche avevo già contatti a li-vello italiano. Oggi sonomolto soddisfatta perchénella mia ditta mi occupo

proprio di europro-gettazione e diconsulenze in am-bito europeo, ri-cercando bandi

di finanziamento».Un percorso differente èquello di Giada Nigro. Do-po aver ottenuto il diplo-ma presso l’Istituto pro-fessionale Cassiano diImola, con indirizzo ditecnico della gestioneaziendale corrispondentein lingue estere, Giada halavorato come impiegatain una ditta di pulizie. Altermine del contratto, allafine di gennaio 2011, èpartita per Dublino con laborsa di studio di "For-mando giovani in Euro-pa".«Ero in una sorta di agen-zia per badanti, e mi oc-cupavo principalmente diamministrazione emarketing, gestendo l’ar-chivio. Avevo sempre de-siderato fare un’esperien-za all’estero, anche permigliorare la conoscenzadell’inglese».A questo scopo Giada haanche frequentato un cor-so di lingua a Dublino,presso lo Swan institute.«Il periodo in Irlanda miha insegnato a cavarmelada sola e ad essere indi-pendente, oltre ad avermifatto conoscere megliouna cultura diversa dallamia».La giovane imolese hamaturato un’idea ben pre-cisa sul mondo lavorativoche l’ha ospitata: «A Du-blino il lavoro delle perso-ne è più premiato, c’è piùmeritocrazia e i giovanihanno maggiori possibi-lità che da noi. Ad esem-pio nella miaagenzia c’era unaragazza di 27 anniche era già mana-ger, e un miocoinquilino, puressendo moltogiovane e avendoappena finito l’u-niversità, era giàstato assunto co-me giornalista».

Di ritorno dall’Irlanda, edopo due esperienze la-vorative, Giada ha fattouna scelta per certi versisorprendente: «Ho decisodi iscrivermi all’universitàdi Lingue e letteraturestraniere, a Bologna. Èstato proprio il periodoall’estero a farmi capirel’importanza di una lau-rea per inserirmi appienonel mondo occupaziona-le. La mia vita universita-ria è appena cominciata,ma al momento sonomolto soddisfatta».

Nicola Montecalvo

Idee e macchNel mondo mNel team di Stefano Ca

Un imprenditore che, con isuoi 37 anni, può ben defi-nirsi giovane, anche perchéla sua attività è cominciatapiù di un decennio fa, con leidee innovative che ne han-no da subito contraddistintol’operato. Stiamo parlandodi Stefano Cassani, noto in-gegnere meccanico imolese.Laureatosi all’Università diBologna con una tesi segui-ta dal direttore tecnico dellaDucati Gianluigi Mengoli,ha da subito (nel 1998) co-minciato a lavorare per lacasa motociclistica comeconsulente esterno. «Non ho voluto entrare apieno titolo nell’azienda,perché preferivo mantenerela possibilità di offrire la miaconsulenza anche ad altreditte. Poi, nel 2005, ho aper-to un mio studio; all’inizioeravamo solo in due, ma poisiamo decisamente cresciu-ti».La nuova ditta si è da subitoimpegnata nel campo del ri-ciclaggio, progettando unamacchina innovativa in gra-do di separare i diversi tipi diplastica. Sfruttando una sor-

ta di effetto calamita creatada diversi campi energetici,il macchinario è in grado, adesempio, di dividere auto-nomamente i tappi di plasti-ca (in polietilene) dal corpodella bottiglia (in polietilenetereftalato). Ciò permette diottenere una massima qua-lità di separazione, unita adun’elevata efficienza e ad unnetto risparmio, quantifica-bile intorno al 10%.«Con il nostro metodo saràancora più facile produrreplastica da altra plastica,senza dover ricorrere al pe-trolio, con indubbi vantaggidal punto di vista ambienta-le ed economico». Il progetto ha vinto in giu-gno il primo premio delconcorso nazionale "Il ta-lento delle idee", e le mac-chine, che saranno prontedalla primavera, sono già ri-chiestissime.

Stare fermi e aspettare che passi la buriana? Per i giovani,il cuitasso di disoccupazione in Italia è del 30%,non pare essere la

soluzione più intelligente.In molti hanno deciso di darsi da fare.C’è chi cerca la propria strada nello studio,magari scegliendouna scuola che prepara ad un settore,la ristorazione,che paredare ottime prospettive di occupazione.E ci sono i giovani che

decidono di mettersi alla prova andando a fare esperienzaall’estero.Poi c’è chi ce l’ha fatta grazie ad idee nuove in un

ambito produttivo dal presente promettente e dal futuro certo:la separazione dei rifiuti.A chi potevamo chiedere di raccoglieree raccontare queste storie se non ai "nostri" giovani,che in questesettimane di stage a Il Nuovo Diario Messaggero stanno dando

prova di possedere qualità e voglia di fare?