32
PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI N. 6 DICEMBRE 2002 - GENNAIO 2003 Sped. in A.P. - art.2 comma 20c legge 662/96 Filiale E.P.T. 52100 AREZZO aut. Nr. 909 del 29/9/1997-Anno XXXVI-Per. del Vic. di Anghiari e Monterchi Con approvazione della Curia di Arezzo - Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Renato Bertini - Stampa Grafiche Borgo, Sansepolcro Contiene inserto Redazionale

2002-6 Oratorio di Anghiari

Embed Size (px)

DESCRIPTION

PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI Contiene inserto Redazionale 1 Sped. in A.P. - art.2 comma 20c legge 662/96 Filiale E.P.T. 52100 AREZZO aut. Nr. 909 del 29/9/1997-Anno XXXVI-Per. del Vic. di Anghiari e Monterchi Con approvazione della Curia di Arezzo - Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Renato Bertini - Stampa Grafiche Borgo, Sansepolcro Calendari In copertina: Luca Pucci visto da... Luca Pucci - vedi articolo a pag. 17 2 di Vera Cuccini

Citation preview

Page 1: 2002-6 Oratorio di Anghiari

1

PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHIN. 6 DICEMBRE 2002 - GENNAIO 2003

Sped. in A.P. - art.2 comma 20c legge 662/96 Filiale E.P.T. 52100 AREZZO aut. Nr. 909 del 29/9/1997-Anno XXXVI-Per. del Vic. di Anghiari e MonterchiCon approvazione della Curia di Arezzo - Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Renato Bertini - Stampa Grafiche Borgo, Sansepolcro

Con

tien

e in

sert

o R

edaz

ion

ale

Page 2: 2002-6 Oratorio di Anghiari

2

In copertina: Luca Pucci visto da... Luca Pucci - vedi articolo a pag. 17

SommarioCalendari di Vera Cuccini pag. 2L'organo della Propositura " 3La sottoscrizione " 3Calendario Liturgico dicembre 2002 " 4Calendario Liturgico gennaio 2003 " 4La gita dei presepi " 5Il Palterre: dove gli anghiaresi parlano di Anghiari

Ricordando il maestro Carlotti di S. Lombardi " 6Scuola materna è anche sviluppo del paese di Civis " 6I miserabili di Fabiano Giabbanell i " 6Insegnami a invecchiare di Cmr " 7Francesca si è laureata " 7Scope, montagna e globalizzazione di M. Del Pia " 7

La chiesa di Borgacciano di Quinto Giorgini " 8Due persone care di Assuntina Ruggeri " 9I muratori di Mario Del Pia " 9Proseguono le offerte per l'ambulanza " 10Catechesi per le famiglie " 10Auguri a Simona " 11Un saluto da Anghiari " 11Per fortuna di Maria Pia Fabiani " 11Un'insegna, un locale pubblico, una casata " 11Parrocchia: Comunità viva di don A. Chiasserini " 12Resoconto Giornate Missionarie a cura di F. Cristini" 13Dal Gruppo “Fratres” a cura di P. Ganganelli

Il Tempio del Donatore " 14Non negare " 15Entusiasmo per il Rapper Donatore " 15

All'onorevole Berlusconi pag.16Commercianti, turismo e ferragosto " 16I “Quadri viventi” " 17L'autoritratto non è facile di Cmr " 17Dalle Parrocchie " 18Scuola Lizard ad Anghiari " 20Giardini silenziosi di Vera Cuccini " 20Io ti perdono di Cmr " 20Una banca che guarda al futuro " 21Da Tavernelle a cura di A. Bivignani

Il pranzo "Pro-missioni" " 22Attività del gruppo giovani di Laura Giuliattini " 22Appuntamenti: chiesa di Galbino " 22Noi lo annunciamo anche a voi di Laura Taddei " 23

La Chiesa siamo noi di Laura Taddei " 23Il regalo per i lettori " 24Il ritorno del crociato di Aldo Tognetti " 24Don Fabio Bartolomei: nobile figura di prete " 25Da due mesi ci manca don Fabio di don Arialdo " 26La colpa è della televisione che non c'era di Cmr " 26Per ricordare Franca Bagnoli " 27Mi garba l'acqua di Ilaria Andreozzi " 27Gino Ceppodomo: Questa è la mia vita II parte " 28La lista dei morti Anghiaresi si allunga di A. Zanchi " 29Fatti di casa nostra di W. Del Sere

Ciao Vené " 30Bringoli per tutti " 30

Cronachetta dei fatti... di Anghiarino Anghiarese " 31

Calendaridi Vera Cuccini

Una dolce malinconiaha invaso l’animo mionel rimuovere il vecchiocaro calendario, non servepiù, è parte del passato.Fedele amico mi fudi giorno in giorno,tra le sue pagineormai un po’ scoloritesi perdono tanti ricordior belli, or tristi,indelebili nella mia mente.Al suo posto, adesso,fa bella mostra il nuovoancora odoroso di stampa.Lo guardo con curiositàe mi domando ansiosa:“Come saranno i giornia venire?”Solo il buon Dio lo saed io m’inchino con fiduciaalla sua Santa Volontà.

Ai nostri lettorie a tutti gli Anghiaresi

BUON NATALEE BUON 2003

Page 3: 2002-6 Oratorio di Anghiari

3

L'organo della Proposituraè restaurato

Sabato 23 Novembre, nella Propositura di Anghiari, si ètenuto un concerto vocale-strumentale a conclusione deilavori di restauro dell’organo che, tranne saltuarie manuten-zioni, non era mai stato sottoposto ad un serio intervento inquasi quarant’anni di vita.

Infatti lo strumento fu costruito nel 1963 dalla DittaGiovanni Tamburini di Crema, scelta dal Parroco pro-tempore,tra una rosa di vari candidati, nonostante il prezzo fosse il piùalto; tale scelta si è dimostrata lungimirante in quanto atutt’oggi l’opera, nel suo genere, è una delle più apprezzatedella Valtiberina.

L’organo è dotato di 18 registri di canne che permettono,attraverso le varie combinazioni, di spaziare nella letteraturadelle varie epoche, mutando le qualità timbriche a secondadelle necessità.

È fornito di due tastiere di 61 note e pedaliera di 32 pedali;speciali elettromagneti sono adibiti al funzionamento deitasti, dei registri e dei meccanismi necessari che concorronoal suo funzionamento.

L’incarico del restauro è stato affidato alla Ditta ClaudioAnselmi Tamburini continuatrice della tradizione di famigliache si è avvalsa della valente collaborazione dei due tecnici,Fabrizio Ori Saitta e Luigi Lombardo, che da anni coadiuvanoil titolare sig. Claudio.

Senza dubbio, dopo questo intervento, risentiremo ilsuono originale in tutte le sue molteplici varianti cosicché,oltre a espletare la normale funzione di accompagnamentoalla liturgia, l’organo potrà essere un punto di riferimento permolteplici manifestazioni culturali.

Offerte per l'OrganoElenchiamo ora le offerte pervenute alla parrocchia per il re-stauro dell’organo della Propositura.

EuroLoris Calli 100Tessuti Busatti 300Fratelli Guiducci in memoria della madre Ines Poggini 150Corale di Anghiari 117Frido Camaiti in memoria della madre Enrica Mondani 50Bruno Mangoni 25Compagnia dei Propheti 305Concerto della Corale del 31 agosto c.a. 260Banca Popolare di Anghiari 51Calli Mara e Ascanio in memoria dei genitori Argenide e Galliano 1.500Fratelli Fornacini in memoria della madre Vittoria 181

La sottoscrizioneQuando il giornale giungerà nelle vostre case

l'organo della Propositura sarà già stato restau-rato.

L'impegno di spesa per questo importanteintervento supera i 10.000 euro ma siamo sod-disfatti per aver trovato dei tecnici competentiche hanno svolto il loro lavoro al meglio.

Abbiamo già iniziato una sottoscrizione (tro-vate un primo elenco in questa pagina) e vi ri-cordiamo che le somme versate potranno esse-re dedotte nella dichiarazione dei redditi. Vipotete rivolgere in parrocchia o a Frido Camaitiper ogni eventuale chiarimento e per ottenerela documentazione necessaria.

Un grazie ai primi sottoscrittori e a tutti voiche ne seguirete l'esempio.

Nella foto in alto un gruppo delle canne dell'organo,già controllate, ricollocate al loro posto dopo una ac-curata pulizia. Qui sopra la parte ancora da sistemare.

digi

talfo

to e

mm

edip

ì

Page 4: 2002-6 Oratorio di Anghiari

4

CALENDARIO LITURGICO

Mese di DicembreTempo di Avvento

Tempo di attesa, attendiamo il Signore che viene

Mese di Gennaio 2003

1° gennaio mercoledì – Capodanno. Maria SantissimaMadre di Dio. Sante Messe secondo l’orario festivo. Giorna-ta mondiale della pace.2 gennaio - Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli allapreghiera per le vocazioni.3 gennaio - Primo Venerdì del mese. Nella Pieve di Miccia-no, alle ore 20 Santa Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiridi Perseveranza . Al Santuario del Carmine alle ore 21, recitadel Santo Rosario.5 gennaio - Domenica II dopo NATALE. Sante Messesecondo l’orario festivo.6 gennaio lunedì – EPIFANIA di nostro Signore Gesù Cristo– Santi MAGI. Sante Messe secondo l’orario festivo.7 gennaio - Primo martedì del mese: in Propositura alle ore17 Ora di Guardia con recita del Santo Rosario.12 gennaio domenica - BATTESIMO DI GESÙ. SanteMesse secondo l’orario festivo.17 gennaio venerdì – Sant’Antonio abate. Nacque in Egittoverso il 250; spinto dal desiderio di una profonda solitudinesi diede a vita eremitica nel deserto dove, raggiunto da alcuniuomini desiderosi di emulare il suo esempio, fondò una

1° dicembre - Domenica I di AVVENTO. Sante Messesecondo l’orario festivo.3 dicembre - Primo martedì del mese: in Propositura alle ore17 Ora di Guardia con recita del Santo Rosario.5 dicembre - Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli allapreghiera per le vocazioni.6 dicembre - Primo Venerdì del mese. Nella Pieve diMicciano, alle ore 20 Santa Messa per il Gruppo Uomini deiRitiri di Perseveranza .Al Santuario del Carmine alle ore 21 recita del santo Rosario.8 dicembre - Domenica II di AVVENTO. Immacolata Con-cezione della Beata Vergine Maria. Sante Messe secondol’orario festivo.

“Tutta Santa, senza ombra di peccato,sei diventata la madre del Signore”

10 dicembre martedì – Beata Vergine di Loreto. Dopo laMessa delle ore 18 celebrata nella chiesa di Badia, verràeffettuata la consueta processione per le strade del castelloantico dove verranno composti i Quadri Viventi della vita diGesù, di Maria e dei Santi.13 dicembre venerdì – Santa Lucia vergine e martire. S.Messa alle ore 18 nella chiesa di Propositura. Lucia, nata aSiracusa verso la fine del III secolo da nobile e potentefamiglia convertita al cristianesimo, pronunciò giovanissi-ma il voto di castità, aprì le porte della sua casa ai bisognosie ai malati. Denunciata alle autorità fu condannata al marti-rio dal proconsole Pascazio. Vuole la leggenda che prima delsupplizio le siano stai strappati gli occhi; dopo lunghe torturela Santa fu finita con un colpo di spada.15 dicembre - Domenica III di AVVENTO. Sante Messesecondo l’orario festivo.Nella chiesa di Propositura alle ore 18 inizia la Novena inpreparazione del Santo Natale; per tutto il periodo dellaNovena la S. Messa vespertina viene anticipata alle ore 17circa. Domenica 15 e domenica 22 dicembre la Novenanon avrà luogo e la Messa delle ore 18 sarà semprecelebrata nella chiesa della Croce.22 dicembre - Domenica IV di AVVENTO. Sante Messesecondo l’orario festivo.24 dicembre martedì – Vigilia del santo Natale. Nellachiesa di Propositura e nella chiesa di Tavernelle dalle ore 15confessioni. Un invito ai fedeli alla preghiera e ad un attentoesame di coscienza senza lasciarsi distrarre più di tanto dalfrastuono del mondo che ci circonda. Alle ore 23,45 inPropositura ed Anghiari e al Cenacolo di Montauto SantaMessa solenne .25 dicembre – Natale di Gesù . Sante Messe secondo l’orariofestivo. L’Avvento di Cristo mette in fuga le tenebre dalmondo e lo inonda di un fulgore celeste.26 dicembre giovedì – Santo Stefano , primo martire(protomartire). Nella chiesa di Santo Stefano S. Messa alleore 8,30. Stefano, primo dei sette diaconi ellenisti, cioè di

origine ebraica ma di lingua greca, fu incaricato di occuparsidei bisognosi. Dotato di un carisma straordinario e del donodi poter compiere miracoli, venne arrestato per ordine delSinedrio e, convocato a dare spiegazioni del suo operato,propugnò senza paura e con fermezza la sua fede. Fu quinditrascinato fuori da Gerusalemme e lapidato ( fra il 31 e il 36).Stefano fu dunque il primo martire a versare il suo sangue innome di Cristo.27 dicembre venerdì – San Giovanni apostolo ed evangeli-sta. Giovanni era fratello di Giacomo ed originario dellaGalilea. Fu chiamato dal Messia mentre era intento a ripara-re le reti in riva al lago. Apostolo prediletto di Gesù, fupresente sul Calvario dove ricevette l’incarico di prendersicura di Maria. Dopo la Pentecoste fu sempre vicino a Pietroe soggiornò quasi sempre a Gerusalemme per adempiere allapromessa fatta a Gesù sulla croce. Alla morte di Maria sistabilì ad Efeso dove secondo alcuni morì sotto il regno diTraiano, secondo altre fonti fu martirizzato a Roma sottoDomiziano.28 dicembre sabato – Santi Innocenti martiri. Erode ordinòdi uccidere tutti i bambini maschi da 2 anni in giù perassicurarsi che il profetizzato avvento del nuovo re deiGiudei non potesse avverarsi. “Bambini innocenti furonouccisi per Cristo: lattanti, massacrati dal re. Cantano aipiccoli la lode di Dio: vivi non potevano parlare, da mortiacclamano il Signore.”29 dicembre – Santa Famiglia di Nazareth. Sante Messesecondo l’orario festivo.31 dicembre martedì – San Silvestro I papa. Alla S. MessaVespertina (ore 17 Tavernelle, ore 18 in Propositura) TeDeum, canto di lode e di ringraziamento per tutto ciò che ilSignore ci ha donato in questo anno passato.

Page 5: 2002-6 Oratorio di Anghiari

5

SANTE MESSE FESTIVECELEBRATE NELLE CHIESEDEL VICARIATO DI ANGHIARI...

Ore 8,00 -PIEVE DI MICCIANO-CHIESA DI SAN LEO

Ore 8,30 -ANGHIARI: Chiesa di S. StefanoOre 8,40 -PIEVE DI SOVARAOre 9,00 -CHIESA DEL PONTE ALLA PIERA

-CHIESA DI TUBBIANO-CHIESA DI CATIGLIANO

Ore 9,30 -ANGHIARI: Chiesa di ProposituraOre 10,00 -SANTUARIO DEL CARMINE

-CENACOLO DI MONTAUTOOre 10,30 -CHIESA DI SAN LEOOre 11,00 -ANGHIARI: Chiesa di Propositura

-PIEVE DI MICCIANOOre 11,30 -CHIESA DI TAVERNELLE

-CHIESA DI VIAIOOre 12,00 -CHIESA DI TOPPOLEOre 18,00 -ANGHIARI: Chiesa della Croce

... E DI MONTERCHI

Ore 8,30 S. Maria della Pace Le VilleOre 8,45 San Michele Arc.lo a PadonchiaOre 9,30 CHIESA delle monache MonterchiOre 10 CHIESA della Madonna Bella PocaiaOre 11 S. Maria della Pace Le VilleOre 11,15 San Simeone profeta a MonterchiOre 16,30 (ore 18 estivo) San Simeone a Monterchi

Ultima domenica del mese chiesa di San Michele Arc.lo aPianezze ore 15 (ore 17 estivo).

BENVENUTIA SAN LORENZO

piccola comunità. Morì nel 356. La devozione popolareconsidera Antonio il guaritore di una forma molto dolorosadi “herpes zoster” nota appunto con il nome di “fuoco diSant’Antonio”. Protettore degli animali domestici, soprat-tutto dei maiali.19 gennaio - Domenica II del TEMPO ORDINARIO. SanteMesse secondo l’orario festivo.21 gennaio martedì – Sant’Agnese vergine e martire. Si saper certo che visse sotto il regno di Diocleziano (284-305)accanito persecutore dei cristiani e che in giovanissima età(13 anni) rifiutò la proposta matrimoniale del figlio delprefetto di Roma per cui fu denunciata come cristiana. Sioppose con fermezza al volere dell’autorità che voleva obbli-garla a compiere sacrifici alla dea Vesta. Affrontò la morteper decapitazione con coraggio e con l’incrollabile forzadella fede. La tradizione vuole che il giorno della sua festasi benedicano gli agnellini.25 gennaio sabato – Conversione di San Paolo. Benedicia-mo il Signore: egli ha chiamato Paolo da nemico ad apostolodi Cristo.26 gennaio - Domenica III del TEMPO ORDINARIO .- SantiTito e Timoteo. Sante Messe secondo l’orario festivo.28 gennaio martedì – San Tommaso d’Aquino, sacerdote edottore della Chiesa: nacque a Roccasecca vicino a Frosinonenel 1225, morì presso Latina nel 1274. Scrisse la “Summateologica” opera celeberrima.31 gennaio venerdì – San Giovanni Bosco sacerdote. Fon-datore dei Salesiani è nato a Castelnuovo d’Asti nel 1815;divenne sacerdote nel 1841 e da allora si occupò dellagioventù, dei poveri, dei diseredati e a questo fine diede vitaalla Pia Società di San Francesco di Sales. Morì nel 1888.

La gita dei presepi

Dopo le feste di Natale, in un giorno dastabilire, i ragazzi e i giovani delle parroc-chie di An- ghiari e Ta-vernelle si ritroveran-no per una gitapremio per vi-s i t a r e presepiallestiti da altrecomu- nità.Ogni primo venerdì del mese,

alle ore 21, recita delSanto Rosario

SANTUARIO DEL CARMINE

Cenacolo di MontautoCatechesi per le famiglie

sempre alle ore 18,30

programmi incontri16 Novembre: Ripartire dallo Spirito per essere Chiesa

21 dicembre: La Chiesa dello Spirito è una Chiesa che prega

18 gennaio: È una Chiesa in comunione

15 febbraio: È una Chiesa al servizio della parola

15 marzo: È una Chiesa dove fioriscono i Santi

Page 6: 2002-6 Oratorio di Anghiari

6

IL PALTERRE: dove gli Anghiaresi parlano di Anghiari, e non solodi

gita

lfoto

em

med

ipì

Scuola materna è anchesviluppo del paesedi Civis

Sono già iniziati i lavori per la costru-zione di nuovi ambienti che dovrebberoaccogliere, a fianco del nido, anche laScuola materna. Il piano seminterrato ègià stato realizzato come struttura etutto sta procedendo.

Si dice che la scelta sia obbligata.Precarietà del luogo dove si trova at-tualmente la scuola materna, impossi-bilità di accedervi con auto, mancanzadi parcheggi per le auto di genitori einsegnanti e altro, sono i motivi ritenutivalidi.

Questa decisione avrà delle riper-cussioni notevoli sullo sviluppo dellavita paesana. In particolare si creanodei cambiamenti, e forse anche squili-bri, fra centro storico e il rimanente delpaese. Quello che vorrei sottolineare èche non so se gli amministratori si sonoposti il problema quando hanno delibe-rato in tal senso.

Concludendo: ho qualche perples-sità per questo spostamento come sareicontrario a “mettere” troppe attivitàcommerciali, e comunque non abitative,dentro il centro murato di Anghiari.

RICORDANDO IL MAESTROVITO CARLOTTI

Il Maestro VitoCarlotti è nato a S.Marino nell’anno1886 e dal 1970 ri-posa nel cimitero lo-cale di Anghiari.

Lo stesso maestroCarlotti è venuto adAnghiari il 17 Lu-

glio 1910, come risulta da documentoolografo rilasciato dal comune di An-ghiari. Con tale documento si nomina ilsuddetto maestro a direttore effettivo ilquale con impareggiabile amore e va-lentia non comune si dedicò all’incre-mento della scuola di musica e tennemolto in considerazione lo sviluppoartistico della Filarmonica. Nell’anno1913 ed esattamente il 18 NovembreVito Carlotti diresse “LA TRAVIA-TA” opera di Giuseppe Verdi. La sud-detta opera fu eseguita nel Teatro diAnghiari, da fonte accertata risulta cheil coro fu composto da tutti elementiAnghiaresi, mentre le voci soliste prin-cipali furono richieste al conservatoriomusicale di Pesaro. In questa occasionefu consegnata al maestro Vito Carlottiuna Pergamena dall’architetto R.Magrini e le parole della stessa furonoscritte dal dott. Busatti.

Nel giorno di S. Cecilia, 22 Novem-bre 1924, fu rilasciata al maestro un’al-tra pergamena da parte del consigliodirettivo e dai musicanti della bandacittadina. Il maestro Vito Carlotti oltreche la Traviata diresse anche “CA-VALLERIA RUSTICANA” e“ZANETTO” di Pietro Mascagni.

Il Maestro Vito Carlotti rimase adA n g h i a r idal 1910 al1932, dopodi che si tra-sferì a S.S e p o l c r odove conti-

nuò la sua attività musicale e dove si èspento alla veneranda età di 84 anni,ma per sua espressa volontà riposa contutta la famiglia nel cimitero locale diANGHIARI, ma non riesco a capireperché una persona valente, che hadimostrato ampiamente di aver volutobene ad Anghiari e agli Anghiaresi,non ha neanche una strada che lo ricor-di.

Altri documenti e attestazioni delMaestro Vito Carlotti, del suo periodoAnghiarese, si possono trovare pressoil Maestro Fabio Gigli, erede degli in-segnamenti del Maestro Carlotti, necontinua l’opera, e la speranza è chefinalmente il comune di Anghiari vo-glia onorare il Maestro Carlotti attra-verso una mostra che faccia conosceree apprezzare il passaggio in Anghiaridi una così nobile persona che ha real-mente contribuito ad alzare il livelloculturale del paese.

La pergamenaconsegnata alm a e s t r oCarlotti dise-gnata dal-l'Arch. R. Ma-grini con leparole deldott. G. Bu-satti.

I miserabilidi Fabiano Giabbanelli

Da quando ho assunto l’incarico diaprire e chiudere la chiesa della Badia,già due volte mi e capitato di registrareuna rozza effrazione della cassetta del-le elemosine. Forse si tratta di un ripe-tente: entrambe le volte la tecnica è stataidentica.

Comunque, la sensazione è sempresgradevole. Per due motivi: il primo èperché qualsiasi violenza che in qual-che modo ci coinvolge la sentiamo comediretta “fisicamente” a noi. Ricordobene, con l’amaro in bocca, quando tan-ti anni fa rientrammo in casa, la seratardi, e la trovammo sottosopra; piccolidelinquenti avevano rotto una finestra,erano entrati, avevano rubato il televi-sore e qualche cianfrusaglia. II dannofu poco. Forte il pugno allo stomaco.

Il secondo perché, subito dopo, pen-si che chi scende così in basso di certosta peggio di noi. E, ancora una volta,non puoi farci niente. È solo un’ombrae, quindi, non puoi tentare di aiutarlo,né conoscere i veri motivi che lo spin-gono a un’azione così degradante.

Allora, per consolarmi, preferiscopensare che costui sia un Jean Valjeandei nostri giorni, costretto a rubare solodalle circostanze e che prima o poirestituirà, pentito, il maltolto. Peccatonon avere la penna di Victor Hugo.

Ma chi lascia i soldi in chiesa disicuro non vorrebbe che facessero que-sta fine. Così ho deciso che vuoterò tuttii giorni le cassette delle elemosine.Quindi, caro ladro sconosciuto, se mileggi ti consiglio di lasciare in pace laBadia, perché i rischi che correrestinon sarebbero compensati dal ricavato.

Martedì 24 dicembretorna il

Ceppo in Piazza

Page 7: 2002-6 Oratorio di Anghiari

7

Beatitudini della seradi Cmr

Insegnami a invecchiare

Insegnami a invecchiare

Signore, insegnami a invecchiare!Convincimi che la comunitànon compie alcun torto verso di mese mi va esonerando da responsabilità,se ha indicato altria subentrare al mio posto.Togli da me l’orgogliodella mia esperienza fattae il senso della mia indispensabilità.Che io colga, in questo gradualedistacco dalle cose,unicamente la legge del tempo e avverta,in questo avvicendamento di compiti,una delle espressioni più interessantidella vita che si rinnovasotto l’impulso della Provvidenza.Fa’, o Signore, che io riescaancora utile al mondo,contribuendo con l’ottimismoe la preghieraalla gioia e al coraggiodi chi è di turno nelle responsabilità,vivendo uno stiledi contatto umile e serenocon il mondo in trasformazione,senza rimpianti sul passato,facendo delle mie sofferenze umaneun dono di riparazione sociale.Che la mia uscita dal campo d’azionesia semplice e naturalecome un felice tramonto.

Giacomo Perico

Scusate la mia ignoranza se non sochi è questo signor Giacomo Perico cheha scritto per una pubblicazione delleedizioni Paoline. Ma ha scritto tantobene quello che, in maniera un po’confusa e imprecisa, avrei voluto scri-vere io. Niente c’è da aggiungere o datogliere: seguendo questa falsariga sa-remo dei “vecchietti” accettabili, sim-patici ed anche intelligenti, perché cifaremo volontariamente da parte, sen-za aspettare il classico calcetto neifondelli.

E poiché si invecchia pian piano,impiegandoci tanti anni, le parole delsignor Perico sono valide anche per chi,anagraficamente, vecchio non è.

Nella nostra comunità ci sono molte“ritrosie” a cedere il posto, l’incarico,la mansione, ad accettare chi si mettedisponibile per dare un contributo, se-condo le proprie capacità.

In ogni realtà sociale, se vi regna lademocrazia, c’è alternanza.

C’è chi governa e chi sta a vederecome si governa, fornendo suggerimentied anche critiche, purché non strumen-tali.

Amici anghiaresi, chi esce di sce-na… lo faccia con stile!

A tutti pace e bene, buon Natale efelice Anno Nuovo.Invecchiare è bello!

Scope, montagnae globalizzazionedi Mario Del Pia

Venerdì 27 settembre, di buon mat-tino (per le mie abitudini), il Pari, aGastone Mafucci ed io, siamo andati avedere la Fiera del Ranco a Ponte Pre-sale. Quando siamo giunti, di bestiamece n’era ben poco, solo tre somari venu-ti da Anghiari. In compenso ci eravamofermati a Badia per una breve sosta,siamo andati a Colcellalto a vedere latomba di don Gerico Babini e a trovareuna nostra “connazionale” - la Mariadella Casaccia- e, infine, ci siamo recatinel luogo dove anticamente avveniva lafiera, vale a dire alla confluenza delPresale con il Marecchia in uno spiazzochiamato appunto il Ranco.

Qui forse esisteva un importanteitinerario ed esistono ancora oggi ungruppo di case, anche se diverse avreb-bero bisogno di un sostanzioso consoli-damento. Nella cappellina ancora agi-bile un motto di Tonino Guerra.

Ma torniamo alla fiera. C’era unconvegno con la presenza di varie per-sonalità. Ho riconosciuto il presidentedella Comunità Montana Roberto Ros-si ed il sindaco di Sestino GiancarloRenzi.

All’esterno di una struttura ho no-tato una scopa di quelle che usano glispazzini, però realizzata in canna dibambù. Allora mi sono ricordato di unasimile esperienza accadutami a Bagnodi Romagna, gironzorellante per curetermali. Il Paese era pulito e ben tenutoed infatti poco dopo passò lo spazzinocon il suo carretto e tutto l’occorrenteper pulire. Solo che la scopa che stavausando veniva… dalla Cina. Si tratta diquelle scope fatte di canne di bambùvendute nei supermercati.

La conclusione: come è possibileche delle amministrazioni locali abbia-no deciso l’acquisto di questi oggetticosì “stranieri” in dei luoghi dove le“scope” abbondano?

Evidentemente ha influito il costo eforse il fatto che ormai nessuno è più ingrado di fornire le altre scope “fatte incasa”.

E così anche dei paesi di montagnasi sono lasciati “inglobare” dallaglobalizzazione.

Francesca si è laureataIl giorno 2 ottobre Francesca Bellini ha discusso la tesi: “La paga del

sabato, il romanzo dimenticato di Fenoglio” presso l’Università degliStudi di Siena, Facoltà di Lettere e Filosofia, sede di Arezzo, ottenendo lavotazione di 107/110.

Relatore è stato il Ch.mo Prof. Roberto Bigazzi; correlatore Ch.moProf. Andrea Matucci.

A Francesca gli auguri della Redazione e degli amici.

Page 8: 2002-6 Oratorio di Anghiari

8

LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL'ARTEdi don Quinto Giorgini

La Chiesa di S. Luca Evangelista a Borgacciano

È situata lungo la stradacomunale che si snoda sulcrinale della collina pano-ramica tra i torrentiPadonchia e il Riccianelloche segna il confine tra laToscana e l’Umbria, traMonterchi e Lippiano.

La Chiesa è orientata asud, tra la contigua casacanonica ed un bel campa-nile a torre con piramide,

bisognoso di urgenti restauri in seguito alle scosse degliultimi due terremoti. Le tre campane diffondono unmelodioso suono sulle due valli in occasione della Festadella Madonna della Consolazione la prima domenica disettembre e di quella del S. Patrono il 18 ottobre.

Fino al 1986 è stata “chiesa parrocchiale”, poi è stataannessa a quella di Padonchia insieme al suo territorio edi suoi pochi abitanti. Dista poche centinaia di metridall’agglomerato rustico di Borgacciano, costituito dafatiscenti case coloniche in pietra con scale esterne arampa diretta.

L’attuale chiesa, a forma rettangolare, della superfi-cie di circa mq. 50, ha subito molte trasformazioniattraverso la sua lunga storia che è iniziata nel 1150 comesi legge a pag. 78 del 2° Volume delle Memorie Ecclesia-stiche di Città di Castello dello storico MUZI (vedi nelriquadro).

L’antica Chie-sa di Borgacciano,sicuramente scom-parsa, fu consacra-ta dal VescovoUbaldo di Città diCastello “SEXTOIDUS JUNII” del1150 e dedicata alSS.mo SALVA-TORE e ai SantiSimone, Giuda,Stefano, Giovannie Paolo. Si affer-ma inoltre l’esi-stenza anche di un Cimitero. L’interessante suddettaiscrizione era scolpita intorno alla pietra della mensadell’altare di questa chiesa e, trascritta dal suo rettore protempore D. Pietro Ferretti in una lettera inviata in data 18aprile 1739 allo storico D. Domenico Pazzi di Città di

Castello. Il nuovo Titolare S. Luca, lo troviamo per laprima volta nel 1508, al tempo del rettore D. GiulioVitelli che aveva presentato le sue dimissioni. Nel 1230il prete Ugo “de Bulgacciano”, il 26 settembre, erapresente, con gli altri sacerdoti della zona, nella Pieve diS. Antimo in occasione della Visita del vescovo Matteo.

Nella Decima del 1349 la “Ecclesia deBULGACIANO” era tassata con Lib. XV.

Nel Repertorio delle chiese soggette al giuspatronato deisignori Capitani di parte di Firenze, si afferma che questachiesa “appartiene” per una voce aiCapitani e per l’altra a Giovannid’Agnolo e Biagio di Bernardo daMonterchi. Nella Visita Apostolicadel luglio 1583 fatta da Mons. A.Peruzzi troviamo rettore di questachiesa D. Sebastiano Alberti che nonrisiedeva in canonica. Il Visitatorel’obbliga a risiedere in parrocchiasotto pena di privazione del benefi-cio il cui reddito era di 40 scudi. IlSacro Edificio era ben tenuto in ognisingola sua parte con un altare deco-rosamente sistemato ma il Visitatorecomanda al curato di acquistare untabernacolo per conservarvi il Sacramento in una pisside perle 55 anime ammesse alla Comunione, di costruire unconfessionale, di insegnare la dottrina cristiana ai giovanitutti i giorni festivi e di migliorare gli arredi sacri che sonoabbastanza decenti ed in numero sufficiente.

Nel 1593 vi eraancora parroco ilsuddetto D. Albertiche percepiva dalbeneficio la sommadi 60 monete d’oroe teneva in parroc-chia il cappellano D.Costanzo. Un certoMattia di Carlo fapresente al Vescovodi aver venduto unaselva di castagni aD. Alberti che gli hadato la somma di 64fiorini mentre ne va-leva oltre cento... ilvescovo avrebbe vo-

luto informarsi direttamente della cosa con lo stesso parroco,ma questi era fuori Diocesi e quindi non poté farlo.

Nella visita del 1623, sull’altare c’era una tavola con leimmagini del Crocifisso, della Madonna e di S. Luca. Ilrettore si chiamava D. Francesco Fiori da Monterchi di anni

REVERENDUS UBALDUSREVERENDISSIMÆ CASTELLANÆ ECCLESIAE EPISCOPUS

CONSACRAVIT HANC ECCLESIAM IN HONOREMS. SALVATORIS ET SS.CONSANCTORUM

APOSTOLORUM SIMONIS ET JUDÆ ET STEPHANIET SS.MARTIRUM JANNIS ET PAULI

MILLESIMO CENTESIMO QUINQUAGESIMOSEXTO IDUS JUNII

INSUPER TOTUM QUOQUE ECCLESIÆCOEMETERIUM

digi

talfo

to e

mm

edip

ì

Page 9: 2002-6 Oratorio di Anghiari

9

La vignetta di Scacciapensieri

40, gli abitanti erano 90. Lacanonica era distaccata dallachiesa.

Nel 1636 era rettore D.Ludovico Farsetti, nel 1651 D.Acquilante Gennaioli e D. Fran-cesco Graziani dal 1664 al1688... nel 1726 c’era D. SimoneMassi.

Dal 1739 al 1771 resse lachiesa di Borgacciano quel D.Pietro Ferretti che ne trascrissela data della consacrazione scol-pita sull’altare della primitivachiesa medievale che dovevaessere orientata.

L’attuale chiesa è stata edifi-cata nel 1742 e restaurata nel

1888. Nella Visita Pastorale del 1899 la piccola chiesa diBorgacciano era talmente bella da essere considerata un

“gioiello” ed inoltre il parroco benemerito, D. MarcelloPasqui, che la servì per circa 60 anni, nel settembre dellostesso anno fece costruire, in pietra, un alto campanile a torrecon piramide in mattoni sopra la cella campanaria.

L’ultimo parroco residente a Borgacciano fu D. EzioBagnara agli inizi degli anni 1960 e poi fu servita da D.Rinaldi parroco di Ripoli.

La chiesa lesionata dai terremoti del 1997 e del 2001presenta numerose crepe nelle pareti e nelle volte e lapiramide del campanile minaccia di cadere per cui è statafatta transennare dai vigili del fuoco. Se non si intervienepresto per i restauri, alle prossime scosse sismiche, cadràtutto.

Nell'altra pagina: L'interno della chie-sa allo stato attuale ed una veduta trat-ta dal Libro di don E. Agnoletti (1980).Qui a sinistra la chiesa com'è oggi. Afianco il timbro della parrocchia diBorgacciano nel 1896

I muratoridi Mario Del Pia

Quando penso ai muratori mi viene in mente l’amicoPaolo Maggini, del Ponte alla Piera, scomparso nelfebbraio di quest’anno.

Si pensa a loro come ad una categoria di persone che,per il loro lavoro, sono costrette a cancellare le tracce delpassato. Pensiamo agli affreschi scalpellinati perché ilnuovo intonaco vi attacchi meglio.

Ma invece non è così. È evidente che possono averfatto dei “danni” ma in generale, almeno fino a qualchedecennio fa, la loro opera di trasformazione riutilizzavae a volte lasciava in evidenza i segni del passato.

Un esempio con il quale ritorna in campo il nostroamico Paolo. Durante i lavori di muratura egli avevaindividuato una pietra particolare e l’aveva messa daparte. Nel 1968 egli consegnò quella pietra a GinoCeppodomo, a Maurizio Camaiti e a me e forse erapresente anche Giuseppe Mazzi. Oggi quella pietra sitrova al Museo Taglieschi classificata come pilastrino diepoca altomedievale. Un altro esempio ce lo offrono imuratori che, nello scavare i fondamenti per la chiesa diSanto Stefano (quella modificata nel 1733) trovata unapietra di travertino con iscrizioni, la rimurarono nelcampanile. Anche questa è al museo Taglieschi.

Ancora un esempio e sempre da S. Stefano. Allorchéfu mutato l’assetto della chiesa, con aggiunta di edificilaterali, fu però lasciata una piccola apertura dalla qualesi poteva intravedere una parte del capitello delle colonneinglobate nella nuova muratura. Grazie a quella tracciae a documenti di archivio furono eseguiti lavori diripristino di questa antica struttura.

Per concludere, mi piace ricordare l’amico PaoloMaggini e tutta la categoria dei muratori come coloroche, senza aver studiato più di quel tanto, guidati dal lorointuito, hanno salvato numerose tracce del passato.

Due persone caredi Assuntina Ruggeri Senesi

Avvicinandosi alle Feste del S. Nataleripenso a due persone a me molto care.Le ricordo con tanta nostalgiasi tratta di zio Angiolino e di mia suocera Maria.

Tra di loro non c’era nessuna appartenenzaio spesso di loro non potevo fare senza.Ad ogni ora a casa sua potevo andareper un consiglio una parola buona su di loro potevo contare.Vedendoli ancora giovani e senza malannimi ero illusa che campassero cento anniinvece in un batter d’occhio son volati via.

Tante cose buone mi hanno insegnatomi han voluto bene più che a una figliama soprattutto mi hanno insegnato a voler bene alla famiglia.Così nei momenti tristi e di malinconiale ricordo con tanta nostalgia.

Page 10: 2002-6 Oratorio di Anghiari

10

NOTE DALLA MISERICORDIAa cura di Massimo Redenti

Proseguiamo con l’aggiornamento dei dati sulla raccolta a favore della nuova ambu-lanza e dell’autovettura da utilizzare per i servizi sociali del paese.

EURODel Sere Assunta in memoria del marito Ottavio Barfucci 145Bartolomei Don Fabio - Raffaelli Benito alla memoria 25Bartolomei Dr. Pietro 100Bevignani Vasco 20Boriosi Danilo 20Boriosi Renato e Severina 100Caporali Igino - i figli alla memoria 250Casi Egidio - la famiglia alla memoria 100Comunità Montana 770Giornelli Adriana 50Guerrieri Fernando 20Inghirami Itala - Guadagni Antonella alla memoria 20Inghirami Itala - i familiari alla memoria 200Madiai Fiora - Giovagnoli Donato alla memoria 145Mangoni Bruno 25Mariani Santi 20Meozzi Moreno - gli amici alla memoria 60Meozzi Moreno - la Casa delle Libertà alla memoria 150Mondani Enrica - la famiglia Camaiti alla memoria 150

EUROMorvidoni Stefano - Lazzerini Fabrizio e Daniela alla memoria 50Papini Benedetto 30Pierantoni Sirio - la famiglia alla memoria 91Plini Dr. Piero 150Rondoni Nicola 50Ruggeri Rita in memoria dei genitori 30Scortecci Giancarlo 50Secondini Settimio - gli amici più cari alla memoria 60Serafini Gina - alla memoria 50Vichi Angiolino 50

Raccolta attuale 2.981Precedente segnalazione 44.963Totale raccolta 47.944

Aiutateci ancora. Siamo sulla buona strada.Tutti assieme raggiungeremo l’obiettivo prefissato.

Anghiari, 31 ottobre 2002

Cenacolo di MontautoCatechesi per le famiglie

sempre dalle ore 18,30 alle 21,30

incontri

Svolgimento degli incontri:

Ore 18,30: accoglienza-catechesi " 19,30: riflessione personale " 19,50: preghiera comunitaria " 20,15: cena " 21,00: condivisione di fede

Info: 0575/723072

16 novembre: Ripartire dallo Spirito per essere Chiesa21 dicembre: La Chiesa dello Spirito è una Chiesa che prega18 gennaio: È una Chiesa in comunione15 febbraio: È una Chiesa al servizio della parola15 marzo: È una Chiesa dove fioriscono i Santi

Gli incontri sono un momento aperto a tutti gli adulti e alle famiglie delleparrocchie di Anghiari e Tavernelle per approfondire la realtà della Chiesa eil significato che essa ha nella vita dell’uomo.

Ci sarà un momento di meditazione e di preghiera e di convivialità con unacena in comunità.

Suor Germana e don Marco terranno la catechesi e, insieme, cercheremodi imparare vivendo come le prime comunità degli Apostoli.

Page 11: 2002-6 Oratorio di Anghiari

11

Per fortunadi Maria Pia Fabiani

Delle mie gambe, una è sfortunata:prima le ha preso un bel malanno grosso:una bella braciola ne han tagliatae per fortuna han risparmiato l’osso.

Ora che mi credevo ormai guaritae ne abusavo un po’, certo, lo ammetto,che mi combina questa scimunita?Ha una trombosi e mi rimette a letto!

Dieci giorni passati all’ospedaleparecchie cose m’han fatto capire.E finalmente un giorno, meno male!,dissero che oramai potevo uscire.

C’era solo da fare una cosetta:indossare una calza molto forteche tenendo ogni vena bella strettatiene lontani pure male e morte.

Ma quella calza sai quant’è costata?Sessanta euro! Per una gamba sola!Dico la verità, fui sconcertatae restai per un po’ senza parola.

Ma ragionando più tranquillamentemi sono consolata, come vedi,pensando ad una cosa divertente:“Fortuna che non sono un millepiedi!”

25 settembre 2002

Auguri a Simona

Il giorno 23 ottobre Simona Corsi ha discusso latesi: “Sicurezza gastrointestinale ed effettiantiaggreganti della nitroaspirina: ruolo del tissuefactor” presso l’Università di Perugia facoltà di medi-cina e chirurgia.

Simona si è laureata in gastroenterologia ottenendola lusinghiera votazione di 110 e lode.

Relatore prof. Antonio Morelli; controrelatore prof.Patrizia Mecocci.

A Simona gli auguri della Redazione e degli amici.

Un saluto da Anghiari

Come diciamo in altra parte del giornale fra i nuovilettori dell’Oratorio c’è anche Bruno Valbonetti. An-ghiarese, è fratello dei Valbonetti di Maccarino, èreligioso in Perù da 50 anni. Si tratta dei Fratellimaristi, docenti in scuole cattoliche dalle elementariall’università gestite da loro stessi in varie parti delpaese. Ha insegnato per anni Fisica ed è stato Direttorein vari collegi da Lima a Sullana. Ora, da pensionato,pensa solo a curare l’orto e il giardino nella casacollegio di Chosica a 15 chilometri da Lima. Gli giungail saluto caloroso di tutti gli Anghiaresi.

Un'insegna, un locale pubblico, una casatadi Casimiro Taddeucci

Per i vecchi anghiaresi si potrebbe dire che è tornato, in Piazza S. Agostino, il caffè dell’Armida. L’Armida erala mamma di “Guido de Aglio” detto “Raschiata”, indimenticato Barbiere del borgo della Croce e il suo vecchiocaffè era un locale, per i tempi, niente affatto ordinario. Si trovava dove è ora l’ingresso del Museo, aveva un

grande specchio inclinato a 45° sulla parete nel quale le ragazze della zona andavano appositamente a specchiarsi(di specchi grandi non è che ce ne fossero tanti nella case di allora). I tavoli erano di quelli con le gambe in fusionedi ghisa con il pianetto di marmo, alle pareti piccole stampe con le battaglie e gli episodi della grande guerra 15-18.Insomma il locale era gradevole, soprattutto comodo, se si pensa che serviva soprattutto la clientela di “Tralemura”.

Poi, per lungo tempo, questa parte del centro storico è rimasta sprovvista di locali veloci. C’è sì un ristorante digran livello, come quello di Gianni e Silvia, ma per uno spuntino veloce per un buon bicchiere di vino od un caffèsi doveva arrivare alla piazza.

Ora tutto questo è superato grazie alla intuizione di Alessandro Bartolomei e Paola Mencaroni.Infatti in “piazza di Sant'Agostino” (P.za Mameli per i turisti), dove essa si restringe per

imboccare la singolare gradinata dei “Cordoni” (Via della Torre) è apparsa una bellissimainsegna a forma di scudo che raffigura lo stemma dei nostri Granduchi di Toscana (Alsazia-Lorena).

All’interno colpisce il rigore del restauro, l’armonia del doppio arco, i mobili e i tavoliclassici in legno di castagno chiaro che ricordano quelli della cantinetta Antinori in Firenze.Dopo poco che uno è entrato e ha visitato la saletta di degustazione vini si accorge chel’ospitalità è assolutamente perfetta perché l’accoglienza è garbata, non invadente, profes-sionale. Ciò è dovuto anche ai corsi di cucina e Bon Ton effettuati presso Casa Buitoni inSansepolcro. La cosa più importante e simpatica è comunque questa riscoperta del centrostorico, come posto dove vivere e divertirsi, questo creare servizi per i residenti e per i turistiche sempre più numerosi vengono a visitare questo nostro sottovalutato gioiello d’arte e diarchitettura medievale.

Page 12: 2002-6 Oratorio di Anghiari

12

La parrocchia è unarealtà ecclesiale cheperò ha anche moltefunzioni sociali. Al suointerno si possonoprendere tantissimeiniziative che hanno unevidente valore assi-stenziale, socializzan-te, culturale, ricreati-vo, sportivo, ecc. In-somma tantissime at-tività che la rendonointeressante alle per-sone più disparate. Po-tremmo pensare cheuna parrocchia è “viva”quanto più queste ini-

ziative sono numerose e efficienti.Certamente che in una parrocchia ci sia movimento, che

ci si dia da fare, non è un fatto da disprezzare in se stesso:potrebbe essere anche segno che c’è una comunità viva ma,purtroppo, non lo garantisce. Il dinamismo delle moltepliciiniziative potrebbe essere segno anche di uno snaturamentodella parrocchia stessa, della sua riduzione a comunità diservizi sociali, potrebbe essere espressione di un vitalismoumano piuttosto che di vitalità cristiana.

Può essere utile dunque riflettere sulla natura e le finalitàproprie e irrinunciabili della parrocchia che è una articola-zione della chiesa Diocesana di cui condivide la natura e lefinalità e le attua nel territorio.

La Diocesi e la ParrocchiaLa Diocesi è la forma completa della Chiesa: la presenza

del vescovo, successore degli Apostoli, in comunione di fedee di carità con il collegio episcopale universale e con il Papa,dà la garanzia di essere nella chiesa di Cristo, di avereaccesso ai canali autentici della Grazia che Cristo stesso haistituito (l’autentico Vangelo, i veri ed efficaci Sacramenti,ecc.). Insomma la Diocesi, che chiamiamo Chiesa istituzio-nale perché ha tutte le caratteristiche della Chiesa che Cristostesso ha istituito, offre la garanzia, la certezza, di uncollegamento con l’Evento Salvifico di Cristo, con le originie con la sua realtà universale presente oggi.

La parrocchia è poi la forma ordinaria, così capillarmentepresente nel territorio che è accessibile a tutti, attraverso laquale ognuno può partecipare alla vita della Diocesi. Ilparroco e gli altri sacerdoti rappresentano il Vescovo eoperano in comunione con lui e così in ogni parrocchia èpresente, oggettivamente, la Chiesa universale, la ChiesaUna, Santa, Cattolica e Apostolica, è cioè presente il CristoRisorto che dona il suo Santo Spirito e salva l’uomo.

Ogni parrocchia è questo, lo è oggettivamente, anche seil parroco mi fosse antipatico o io lo ritenessi indegno dellamia stima, anche se non predica bene, anche se non ha spiritodi iniziativa, anche se nessuno dei parrocchiani lo segue,anche se non si vedono i frutti della grazia.

Parrocchia: Comunità vivadi don Angelo Chiasserini*

Oggettività e esistenzialità

Ma occorre distinguere ciò che la parrocchia è oggettiva-mente in quanto articolazione della chiesa diocesana e quelloche noi chiamiamo “comunità viva”. La parrocchia restasempre, oggettivamente, strumento, canale di trasmissionedella vita di Cristo. Ma esistenzialmente potrebbe non ma-nifestare questa vita. Occorre infatti distinguere tra oggetti-vità e esistenzialità. Parliamo di comunità viva quando unarealtà ecclesiale non solo rende disponibile e accessibile laGrazia di Cristo, ma quando di fatto quando questa Grazia èaccolta in modo tale da trasformare l’esistenza, la vita.Ambedue gli aspetti debbono essere valorizzati: Parlaredell’oggettività ci porta a riconoscere che è Cristo che cisalva, non le nostre virtù, ci porta a fidarci delle sue promessee a stringerci intorno alla sua Presenza, ad invocare da lui ildono dello Spirito. Parlare dell’esistenzialità mette in evi-denza che noi dobbiamo fare la nostra parte, che la nostradecisione, il coinvolgimento della nostra libertà sono condi-zione indispensabile perché la Grazia di Cristo possa portarefrutti visibili.

Il segno della vita cristiana:l’uomo di fede

L’unico segno sicuro di “vita cristiana” è un uomo che vivedi fede, un uomo per cui la fede è diventata il principio ispiratoredella sua esistenza. Nell’uomo che vive di fede la Grazia diCristo è presente oggettivamente ed esistenzialmente. L’uomodi fede, l’uomo nel quale vive Cristo, l’Uomo Nuovo, è il segnodella potenza e della presenza del Cristo Risorto che comunicail suo Spirito e rinnova la faccia della terra. La Chiesa tutta (equindi la Diocesi, la Parrocchia e qualsiasi altra realtà ecclesia-le) esiste solo per questo, per generare uomini di fede. Uominiche vivano la fede in modo consapevole, critico, gioioso, pieno;uomini che sappiano manifestare le ragioni della propria fede edel proprio vivere da cristiani.

Se la persona di fede è il segno decisivo, si deve dire che c’èuna comunità viva ovunque alcuni uomini di fede sono unitifraternamente tra loro, in nome di Cristo, per aiutarsi a far sì chela fede in Cristo pervada e trasformi sempre più la loro vita. Unacomunità del genere potrebbe non essere la parrocchia e laparrocchia potrebbe non essere così. Infatti la parrocchia garan-tisce la oggettività non la esistenzialità della fede. Una comunitàviva che non fosse parrocchiale non offrirebbe da sé né legaranzie di piena autenticità né la certezza di completezza dellachiesa. Solo il rapporto con la chiesa istituzionale, con ilVescovo garantisce l’oggettività. Una comunità del generepotrebbe non avere le garanzie ma avere di fatto la sostanza. Inuna bottiglia ci può essere veramente dell’autentico vino D.O.C.anche se manca l’etichetta. L’etichetta mi dà la garanzia, ma iomi preoccupo della sostanza. Purtroppo a volte ci si preoccupasolo dell’etichetta. Certo che se abbiamo etichetta e sostanza, labottiglia di vino vale di più nel commercio. L’etichetta consistenel riconoscimento della Chiesa, nella visibilità della comunio-ne con la chiesa Istituzionale.

Page 13: 2002-6 Oratorio di Anghiari

13

Angolo della MissioneRubrica a cura di Franco Cristini

Resoconto delle Giornate MissionarieDomenica 27 ottobre si è svolta presso la nostra parroc-

chia di Anghiari e Tavernelle la Giornata missionaria;inoltre il giorno 3 novembre presso l’Oratorio di Tavernellesi è tenuta una riunione conviviale il cui ricavato si èaggiunto all’incasso della domenica precedente.

Ebbene, possiamo essere veramente soddisfatti del buonrisultato di queste manifestazioni e di questo il buon Diorenderà grazia a tutti i fedeli che con le loro offerte hannocontribuito ad aiutare le missioni.

Il ricavato è stato il seguente: Giornata missionaria euro1.825 così suddivisi: Messa in Propositura del sabato seraeuro 240, Messe mattutine in Propositura domenica euro720, mercatino dei ragazzi dell’Oratorio di Anghiari euro125, Messa della Domenica sera nella chiesa della Croceeuro 385, Messe nella chiesa di Tavernelle euro 245, Messanella chiesa del Carmine euro 60; convivio presso l’Oratorio

di Tavernelle euro 550 per untotale di euro 2.375.

Si è pensato di distribuire que-sti denari nella seguente maniera.Euro 475 alla diocesi di Arezzoper le missioni da essa sostenute.Euro 400 ad un missionariovenezuelano amico di Juan Carlos.Euro 500 alla Missione Tanzaniadove opera la dottoressa Bartolo-mei. Euro 1000 per mantenereallo studio un seminarista del ter-zo mondo e a padre Remo, missio-

nario di nostra conoscenza in Brasile.Un gruppo di sorelle e fratelli della nostra parrocchia si

è fatto carico di organizzare queste manifestazioni predispo-nendo in fondo alle varie chiese una vendita di dolci,castagne, e bottiglie di vino per la raccolta di questi denari;orbene questo gruppo, con la preghiera e l’aiuto di Dio, hatutta l’intenzione di proseguire su questa strada fino acostituire, se possibile, la “Caritas Parrocchiale” onde aiuta-re, non solo i fratelli lontani, ma anche quelli più vicini a noisia materialmente che spiritualmente. Il gruppo dovrà essereaperto alle proposte e all’aiuto di chiunque voglia collabora-re e chiede la preghiera di tutti i fedeli affinché la Parola diDio venga testimoniata sempre più con le opere nella nostraparrocchia. Anche questo è, del resto, un modo di faremissione: far conoscere a tutti la buona novella che il SantoNatale ormai prossimo sta per annunziare di nuovo almondo.

Un augurio di buon lavoro, con l’aiuto di Dio, alladottoressa Bartolomei che è ripartita per la missione inTanzania portandosi un bel gruzzolo di denari, frutto delbuon cuore di tanti fratelli, da destinare alle opere di sussi-stenza organizzate dai frati minori cappuccini per gli abitan-ti diseredati di quella terra. Da tenere sempre presente per noicristiani che l’aiuto materiale è anche il tramite per farconoscere, grazie ai missionari, il Santo Vangelo. È questolo spirito giusto che ci deve spingere sempre ad aiutarel’azione missionaria.

Pace e beneAuguri di Buon Natale a tutti

La comunità viva

Anche una parrocchia scalcinata porta comunque l’“etichetta” perché il Vescovo garantisce che quel vino èD.O.C., anche se è rimasto poco, anche se nessuno lo beve esi lascia inebriare. Ma noi vogliamo che ci siano personeebbre dello Spirito di Cristo, cioè che ci siano comunità vive.E la parrocchia deve tendere a completare la oggettività di cuiè sempre portatrice con una fede vissuta esistenzialmente. Laquestione è insomma che la parrocchia sia realmente comu-nità di uomini di fede.

Essa deve tendere ad essere sempre meno clericale. Nonbasta il parroco per fare comunità. Una parrocchia è comu-nità viva se essa in essa vi sono dei laici adulti nella fede chevivono in unità tra di loro a motivo della fede. Adulti nellafede possono essere anche dei ragazzi. Ma anche il fatto chenella parrocchia ci siano persone umanamente mature chevivono la fede è un segno di non secondaria importanza.

Che caratteristiche tende ad assumere una tale comunità?La prima caratteristica è proprio l’unità. L’adesione

critica e consapevole a Cristo e la decisione a portare la fedenella propria vita spinge inevitabilmente a ricercare lafraternità, l’amicizia, lo scambio di esperienze, il sostegnonel cammino cristiano con i fratelli nella fede. In ognicomunità cristiana c’è un centro dell’unità e questo è colui

che svolge il ministero dell’autorità. In una comunità parroc-chiale è di primaria importanza l’unità con il parroco analo-gamente all’unità intorno al Vescovo nella Diocesi.

Inoltre una tale comunità viva ha la costante preoccupa-zione della propria crescita nella fede. La fede, cioè ilrapporto con Cristo, la dipendenza da Lui, resta sempre laquestione centrale e fondamentale. Ora la fede è alimentataattraverso l’ascolto della Parola (catechesi) è celebrata (pre-ghiera, Eucaristia, Sacramenti), è comunicata (testimo-nianza reciproca e missione) è tradotta in opere di carità eresa presente nel mondo.

In una tale comunità in cui la gloria di Dio per mezzo diCristo è al centro dell’attenzione di tutti, anche i carismi ditutti vengono valorizzati, nascono delle vocazioni personali,familiari, di gruppi. E anche la creatività di gesti e iniziativetrova il suo spazio. Giornali manifesti, teatro, coro, gite,vacanze insieme, attività ricreative di tutti i tipi, opereassistenziali, culturali e chi più ne ha più ne metta: tutto puòessere utilizzato. Tutto può essere assunto dentro il progettodi vivere di Cristo e di comunicare Cristo ad altri: quanto piùuna comunità è viva nella fede tanto dimostra che Cristorinnova la vita delle persone e del mondo.

*Don Angelo Chiasserini, originario di Sansepolcro, è damolti anni parroco della chiesa del Sacro Cuore ad Arezzo.

Page 14: 2002-6 Oratorio di Anghiari

14

Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres”Anghiari

Quarant’anni di vita per il Tempio Internazionale delDonatore di Sangue di Pianezze, Treviso. Il simbolo pereccellenza dell’amore per il prossimo e della solidarietà, hafesteggiato ad agosto la posa della sua prima pietra. Unacelebrazione, questo 40°, che è stata “anticipata” al 7 luglioin onore del ”Preziosissimo Sangue”, dalla tradizionale“Giornata del Tempio”.

Il “Tempio del Donatore di Sangue” (ora “del Donatore”tout court) nacque da una felice intuizione di un grandeamico dei Donatori di sangue, Giovanni Battista “Titta”Cecchella, fondatore nel ‘58 dell’ AVIS di Valdobbiadene.

Fin dall’inizio, ma soprattutto dal 1979, anno di consa-crazione da parte del vescovo di Padova, mons. GirolamoBortignon ( Pianezze è in provincia di Treviso, ma fa partedella diocesi padovana) il Tempio è punto di riferimento perpellegrini da ogni parte del Veneto e d’Italia, con presenzeanche straniere soprattutto in questi ultimi anni.

Immerso nella suggestiva natura del Monte Cesen, ilTempio dedicato al Preziosissimo Sangue di Gesù e aiDonatori di ogni tipo è frutto della generosità di tantissimepersone. Dei primi volontari, studenti, agricoltori ed operai,che raccolsero dal greto del Piave e trasportarono su carri etrattori, i sassi usati per le fondamenta, dell’Amministrazio-ne comunale di Valdobbiadene che donò alla parrocchia ilcucuzzolo su cui sorge il Tempio, di tante AVIS che contri-buirono con proprie offerte, seguite da altre associazioni diDonatori come FIDAS, Misericordie d’Italia-FRATRES,AIDO ... e di altro Volontariato, da privati e ditte. Oltre,naturalmente, che da coloro che si sono impegnati, costitu-endosi in Comitato, a seguire ogni singolo passo dellacostruzione e nella crescita del Tempio. L’opera è stataimpreziosita da un calice donato dal Papa Giovanni Paolo II,dall’affresco dell’abside di Carmelo Puzzolo che descrive le“opere di Misericordia” e vede raffigurati due personaggi cherappresentano il dono del sangue e degli organi (vedi foto),ma anche ogni altro gesto d’amore reso possibile dalVolontariato. Tale opera pittorica è stata offerta al Tempiodalla Confederazione Nazionale delle Misericordie e deidonatori di sangue “Fratres”, nel lontano 1986. Nel giornodell’inaugurazione era presente anche una folta delegazionedi Anghiaresi, guidata dall’allora Governatore FedeleBoncompagni e comprendente, tra gli altri, Vesta e VenieroVellati, Cambi Saura, Bindi Walter, Meoni Olga e PaterniSilvano.

Tutti insieme per fare grande il Tempio di tutti! L’opera,già di per sé estremamente significativa, però, non è rimasta

sola: accanto, per accogliere le numerose comitive di pelle-grini che continuamente salgono a Pianezze e che in molticasi arrivano da lontano e si fermano fino a sera, è sorta direcente una struttura polifunzionale. I lavori sono partiti nel1993 e sono quasi completati, pur tra mille difficoltà.

Il “Centro Don Vittorio Gomiero”, in ricordo del primoRettore del Tempio che già aveva avuto un’idea di questogenere, è centro di accoglienza, ristorazione e sede di conve-gni con capienza di circa 600 persone. Il Tempio, infatti, èstato pensato sì con una finalità religiosa, e pure patriotticadata la vicinanza con i luoghi (il fiume Piave, il MonteGrappa, il Montello) che hanno segnato con il dolore e ilsacrificio degli Italiani e non solo un periodo della storiad’Europa, ma anche e soprattutto umana e sociale. Il Tempiovuol essere luogo che richiama i sacri valori della vita e ildovere della solidarietà, che promuove la fraterna amiciziafra tutte le associazioni di Donatori e di volontariato, cosìcome gli incontri di studio e di approfondimento dei temilegati al dono del sangue e degli organi.

Chi è stato a Pianezze nell’ultimo anno avrà sicuramentenotato la nuova funzionalità e ricettività della grande strut-tura che sostituisce, in pratica, i tendoni ed i capannoni chevenivano noleggiati nei periodi di maggiore affluenza dicomitive. Risposta alle esigenze dei visitatori, dunque, checosì possono fermarsi anche per una intera giornata. È passa-to ormaitanto tem-po dall’ul-tima visitache rap-presentan-ti del no-stro grup-po e dellaMisericor-dia an-g h i a r e s ehanno fat-to al Tempio del donatore. Sono maturi i tempi per comin-ciare a pensare di programmarne un’altra. Può senza dubbioessere una possibile iniziativa turistica della prossima estate2003!

La Presidenza

I L T E M P I O D E L D O N A T O R E: quarant’anni di solidarietà senza confini e “bandiere”

Nella foto l'affresco donato dalla Confraternita Nazionale delleMisericordie e dei "Fratres" per il Tempio del Donatore a Pianezze.

DONARE SANGUE, UN IMPEGNO PER TUTTI !!!SE HAI COMPIUTO 18 ANNI E GODI DI BUONA SALUTE, CON VENTIMINUTI DEL TUO TEMPO PUOI SALVARE UNA VITA UMANA?DIVENTA… UNO DI NOI !Informati presso i nostri uffici o presso quello della Pro Loco (sig.ra Vesta).

Page 15: 2002-6 Oratorio di Anghiari

15

NON NEGARE

Con grande piacere riportiamo di seguito il testo di uncomponimento poetico relativo alla donazione di sangue,che abbiamo ricevuto qualche tempo addietro. Esso èopera di una nostra concittadina, nel ricordo indelebiledi una esperienza di malattia vissuta sulla propria pelle,qualche decina di anni fa e felicemente conclusasi graziead una serie di trasfusioni rese possibili dalla solidarietàdi familiari ed amici. Più che una poesia, è un inno allavita ed un invito caloroso per tutti a NON NEGARE GIO-IA COSÌ GRANDE !!!

LA TRASFUSIONE

Goccia dopo gocciasenti la vita che torna.Senti il caldo che ti avvolgee la forza per stendere una mano.

Senti timido il desideriod’oltrepassarl’angusto limitedel letto.Senti che hai vogliadi un fragrante “cornetto”immerso nella tazza del caffè.

Tutto questo ho provato.Avevo cinquant’anni,poco più,e sono sempre grataa familiari e amiciche dalle loro venedettero vita a me.

Fratelli, non negateGioia così grande. (Cmr)

Entusiasmoper il Rapper Donatore

I donatori di sangue della vicina Valdichiana annove-rano tra loro un socio in più, un socio eccellente: il suonome è Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti.

Alcune settimane fa, Lorenzo, ha abbandonato ilruolo di “rapper” che l’ha reso famoso ed ha assunto perun giorno quello di donatore.

In forma riservata e senza suscitare clamori intorno alsuo gesto di umana solidarietà, si è presentato al CentroTrasfusionale dell’Ospedale di zona, per sottoporsi allasua prima donazione di sangue.

Un gesto naturale ed in sintonia con il suo stile, quellodi Jovanotti, che ha dato prova della sua sensibilità versole tematiche sociaIi, rendendosi portavoce di una dimen-sione esistenziale “a misura d’uomo”. Solo per questomotivo Lorenzo si è reso disponibile a rendere pubblicauna notizia di carattere privato, con l’unico intento dipromuovere, soprattutto tra i giovani, la donazione delsangue e suggerire comportamenti solidali e socialmentecorretti.

(dal quotidiano LA NAZIONE)

26ª GIORNATA DEL DONATORE DI SANGUE “Fratres”

Sabato 14 e Domenica 15 dicembre 2002

ProgrammaSabato 14:

Ore 21.00 - Teatro Comunale: Spettacolo natalizio con "La Compagnia dei Ricomposti".Presenta Ilaria Lorenzini di Teletruria. (ingresso libero);

" " - Premiazione dei Donatori più attivi.Domenica 15:

Ore 09.30 - Assemblea Sociale Ordinaria, presso la sala della Misericordia (g.c.). " 11.00 - CELEBRAZIONE EUCARISTICA in suffragio dei soci defunti: Chiesa

della Propositura. " 13.00 – PRANZO SOCIALE, gratuito per i donatori attivi, presso il nuovo ri-

storante “L’ISOLA CHE NON C’È”, FIGHILLE di Citerna (Pg).

Prenotazione obbligatoria per tutti presso sig.ra Vesta Vellati, ufficio Pro Loco diAnghiari (tel. 0575/749279). Costo euro 20,00. Sconti per i bambini.

T u t t i p o s s o n o p a r t e c i p a r e !!!Il Presidente

(Pietro Ganganelli)

Jovanottimentre donasangue al

CentroTrasfusionale.

Page 16: 2002-6 Oratorio di Anghiari

16

Signor Presidente,

Lei sta chiedendo sacrifici agli Ita-liani in conseguenza della difficile si-tuazione che stiamo attraversando.

Per la mia esperienza personale, edato che di anni ne ho molti mi augurodi avere anche altrettanta saggezza,nelle famiglie che si vogliono risanaresono i genitori per primi che danno ilbuon esempio e fanno sacrifici più grossidi quelli che chiedono ai figli.

Si potrebbe dimezzare i parlamen-tari (la metà servono e avanzano) edanche ridurre gli stipendi che superano10 milioni di vecchie lire (moneta cheuserò anche per i successivi esempi)cominciando proprio dai ministeri. In-fatti si dice che i ministri prendano piùdi trecento milioni all’anno che gli civorrà un segretario che gli dica comespenderli tutti quei soldi. Come si fa afare un confronto con un operaio (senzaparlare di chi il lavoro non ce l’ha) cheprende un milione e mezzo, due milio-ni. Le persone sono “compagne”, anzi,l’operaio consuma di più a causa delsuo lavoro manuale.

Mi piacerebbe che il Capo delloStato, che quando parla dice delle bellecose (ma le cose belle non vanno dettema vanno soprattutto fatte), assieme alCapo del Governo, prendessero insie-me questa iniziativa dei sacrifici. E lostesso discorso vale per tutti i deputati,i ministri e tutti i ministeri. Poi, unavolta fatto questo lavoro e ridotti i pro-pri stipendi, si può cominciare a chie-dere sacrifici anche al popolo e anche sequelli che si chiedono sono grossi sacri-fici non ci saranno obiezioni, propriograzie ai sacrifici che i “dirigenti” han-no già fatto.

Mi sembra di ricordare che in Sve-zia, nel dopoguerra, succedeva che unprofessore o un impiegato guadagnava-no uguale, anzi l’impiegato qualcosinameno di un operaio perché quest'ultimoaveva più bisogno di indumenti checonsumava più velocemente e avevabisogno di più alimenti perché consu-mava più energie e mi sembra che lacosa lì abbia funzionato.

Qui si parla tanto di giustizia, diuguaglianza. Ma l’uguaglianza nonesiste e non può esistere con questidislivelli di stipendi.

Come si fa, torno a dire, a chiederei sacrifici al popolo quando ci sonoqueste grandi disuguaglianze? Se sivuol risanare, si riducano questi spre-chi e si sfoltisca queste grandi casermedi impiegati, che poi tutto sommatosono gente brava che alcuni di loro silamentano che dalla mattina alla seranon hanno che fare.

Perché la società vada bene andreb-bero eliminati tutti questi posti: non sose l’attuale maggioranza sarà in gradodi fare una cosa simile.

Potrei aggiungere anche altri esem-pi. Il comunismo è bellissimo ma checomunismo è quello che è qui da noi?L’unico vero comunismo è quello deiconventi, che lì non possiede nientenessuno e anche il priore, il capo, nonsi può permettere di prendere neanchemezza salsiccia in più perché verrebbepunito ma, soprattutto, quella è unascelta volontaria, non obbligata. Unaltro comunismo fatto bene era quellodi Mao, in Cina. Lì non c’era disoccu-pazione, tutti lavoravano e anche l’ar-chitetto, quando non c’erano altri postidisponibili, prendeva e andava alle ri-saie a lavorare senza discussione e ilsuo stipendio era come l’analfabeta.Però questo sistema, come i fatti hannodimostrato, sarebbe bello ma non èrealizzabile. E infatti lo stesso Mao loha superato.

Quindi, per ritornare al nostro tema,ridurre queste sperequazioni.

Auguro di cuore buon lavoro sia alCapo dello Stato che al Capo del Gover-no, a tutti gli altri dipendenti dei mini-steri, ai ministri e faccio tanti auguri.

Io forse avrò anche esagerato, ma ilsucco, la forma migliore è questa: dareil buon esempio da parte dei genitori.Se la famiglia ha debiti, è in miseria, eil padre va nei locali notturni e poi diceai figli che non ci sono i soldi è una cosache non può stare in piedi.

Il padre per primo rinunci a tantecose e poi le cose si aggiusteranno“quasi” da sole.

Con stimaGiuseppe Del Pia

Anghiari, 20 ottobre 2002

Lettera aperta

All'Onorevole Presidente del Consiglio Silvio BerlusconiCommercianti,turisti e ferragosto

In merito all’articolo apparso nelnumero scorso che lamentava la chiu-sura di tutti i negozi in occasione delFerragosto, i commercianti vorreb-bero fare alcune precisazioni.

È già da tempo che la categoriadei commercianti si sta rendendo con-to che occorre far fronte alle nuovesituazioni di mercato, e non solo dimercato, adeguandosi alle mutatecondizioni e adottando strategia ecomportamenti diversi.

Siamo i primi a renderci conto chel’apertura nei giorni festivi è un fat-to assolutamente inevitabile, sia nelnostro interesse che in quello di que-sto delizioso gioiello della Valtiberinache è il paese di Anghiari. Prova nesia che da tempo ormai in occasionedelle feste di maggio e nel periodonatalizio ci siamo sempre mossi intal senso, pertanto l’episodio del Fer-ragosto costituisce comunque un’ec-cezione rispetto alla nostra abitualecondotta. Alcuni di noi, non senzadubbi e perplessità, hanno addirittu-ra ipotizzato la possibilità di allun-gare l’orario di lavoro almeno in al-cuni periodi particolari, come quelloestivo.

Tuttavia vorremmo fare alcuneprecisazioni che ci sembrano dove-rose e che nascono dalla nostra espe-rienza quotidiana non solo di lavora-tori ma in prima istanza di persone eche forse possono sfuggire a chi nonappartiene alla nostra categoria.

Essendo le nostre attività a ge-stione familiare, è evidente che iltenere aperto nei giorni festivi impli-ca il sottrarre tempo alla nostra vitaprivata e noi crediamo che, al di làdella professione, dello status socia-le o delle opinioni politiche, tuttipossiamo concordare nel fatto che illavoro è per la famiglia e non vice-versa: pertanto l’elemento che ha lapriorità nella nostra gerarchia di va-lori è senz’altro la famiglia. La mag-gior parte delle attività offre la pos-sibilità a chi le pratica di trascorreretempo con i propri figli almeno neigiorni di festa e non ci sembra cosìfuori luogo reclamare ogni tanto que-sto diritto anche noi.

I commercianti di Anghiari

Page 17: 2002-6 Oratorio di Anghiari

17

I “Quadri viventi” e le donne di Anghiari vecchio

Il giorno 10 dicembre, le donne e le famiglie di Anghiari vecchio (con unaiuto di quelle “emigrate” nelle nuove dimore fuori dalle mura) prepareran-no i “Quadri viventi” lungo le caratteristiche strade del nostro centro storicoper onorare la Madonna di Loreto. I ragazzi saranno i “primi” attori di que-ste sacre rappresentazioni. La spontaneità delle scene preparate sulla vita diGesù e dei Santi come sempre affascineranno i fedeli che, processionalmente,percorreranno l'antico itinerario.

Quest'anno abbiamo tutte le strade agibili e, anche se non potrà essereportata in processione l'antica Madonna lignea di Tino da Camaino perchéesposta ad una Mostra ad Arezzo ed in fase di restauro, la partecipazione,come sempre, sarà notevole. Le donne sono, da sempre, quelle che gestisco-no questa festa che le vede impegnate in prima persona.

La festa della Madonna di Loreto ha caratterizzato la pietà popolare diAnghiari da moltissimo tempo e si fonda sulla devozione che il popoloanghiarese ha per la Madonna. Importanza particolare riveste l’impegno e laresponsabilità delle persone di Anghiari vecchio che vogliono vivere questafesta in una maniera un po' più profonda. La preparazione della processione,con l’allestimento dei “Quadri viventi” che coinvolge in particolare i ragazzied i giovani, non è solo un fatto folcloristico ma può diventare un motivo diapprofondimento per vivere la festa con una maggiore profondità e conmaggior partecipazione.

L’autoritratto non è faciledi Cmr

Se tu avessi avuto possibilità discelta, certamente saresti arrivato sul-la terra in sella ad una piccola, rom-bante moto, ma scelta non avevi e cosìhai viaggiato nel modo tradizionale:avvolto in un bel fazzolettone a qua-

dri, appesoal beccodella cico-gna.

È statala tua for-tuna, per-ché quellac i c o g n a ,per goder-si un meri-tato riposo,ti deve averappoggia-to con cura

in un comignolo speciale, il comigno-lo di qualche museo o pinacoteca e lospirito di un pittore famoso, venuto arimirare una sua opera, ti deve esserpassato molto vicino, forse ti ha fattouna carezza e ti ha trasfuso un po’ delsuo talento. Così sei diventato il LucaPucci de “L’ORATORIO” di Anghia-ri, il futuro (tra breve) ArchitettoPucci.

E tanto titubante, ma altrettantobravo, sei stato nel cercare di coglierequalche cosa nel tuo io segreto, pereffigiarti in maniera caricaturale suquesto periodico. Io ho inteso comegesto di umiltà, quel tuo mostrartinudo e di spalle alla comunità an-ghiarese. Bravo, meriteresti un postonel Corridoio Vasariano!

Ma non sei solo bravo. Comespericolato centauro sei stato anche

fortunato, quando con la tua Ducati916, a quel raduno di moto d’epocasei andato a finire al fuori programmadel Pronto Soccorso! Era il 23-6-2002e quasi quasi ci tiro fuori un bel ternoal Lotto da quei numeri, senza che siscandalizzino i nostri parroci, vistoche dalla lauta vincita detrarrò ladecima per la Chiesa, come recita lalegge.

Il vento che, maligno, ora soffiacontro di te e alza il pudico velo, soffialle tue spalle e ti faccia percorreresenza molta fatica le tappe della vita.

Rimani nella famiglia de “L’ORA-TORIO” e regalaci ancora tanti dise-gni, frutto di quel talento che Dio havoluto fosse in te.

GRAZIE

Nozze d'oro

P i e t r o G a t t a r i e A r g e n t i n aPenciani hanno festeggiato leloro nozze d'oro. Si sono infattis p o s a t i i l 2 5 o t t o b r e d i c i n -quant'anni fa a Cessapalomba(Macerata). Auguri.

Presepi ad AnghiariLa Cooperativa Anghiari Vecchio , Federimpresa e il Comune di Anghiari realizzano per le prossime feste

di Natale una esposizione di prodotti artigianali. Alcuni dei 25 artigiani che espongono i loro prodotti nel centrostorico di Anghiari realizzeranno dei presepi nelle loro botteghe assieme ai loro prodotti migliori. Altrimetteranno in vendita anche le classiche statuine per il presepe. Sarà un’occasione per molti per visitare il centrostorico di Anghiari. Nel palazzo del Marzocco e nel Palazzo comunale verranno inoltre esposti dei presepiartistici.

Infine in piazza Baldaccio verrà allestito un presepe con i personaggi in terra refrattaria realizzato dallaScuola d’Arte e a Santo Stefano un altro presepe realizzato in vimini. In questo progetto verranno inoltrecoinvolte anche le frazioni.

Page 18: 2002-6 Oratorio di Anghiari

18

Dalle nostre Parrocchie

Da MonterchiG.Q.

Con il primo di dicembre inizia il periodo di preparazio-ne all’Avvento. Sono quattro domeniche importanti. Il pri-mo avvenimento è la festa dell’Immacolata Concezione chefin dai tempi antichi viene celebrata nella chiesa di SanMichele S. Arcangelo della Padonchia. La S. Messa alle 9 e,alle 11,30, la Messa solenne alla quale interverrà il piccolocoro di Pocaia che sta preparando dei canti mariani e poi unreligioso della Fraternità di Betania celebrerà la Messatenendo anche l’omelia. Tutto il periodo dell’Avvento sarà inpreparazione al Natale insieme alla Madonna e, proprio laquarta domenica di Avvento, la dedichiamo alla celebrazio-ne alla Madonna dell’attesa del parto. È la Madonna del-l’Avvento ed è il periodo più adatto per spiegare ai fedeli ilsignificato religioso di questa immagine e poi per ravvivarela fede. Sappiamo che l'immagine della Madonna adesso nonè in una chiesa come invece la comunità cristiana ed ilvescovo in prima persona auspicano, ma la preghiamougualmente.

Dal 15 inizierà la novena di natale che avrà anche questocarattere mariano ed in più saranno presenti i confratellidella Fraternità di Betania e, anche se ancora non è statodeciso, troveremo delle modalità che permettano a tutti ifedeli di partecipare ai sacri riti.

Poi ci sono le feste natalizie. Nella vigilia ci sarà la Messasolenne a mezzanotte nell’Arcipretura con i canti eseguitidal coro di Pocaia mentre il giorno di Natale alla S. Messadelle 11,15 sarà presente il coro di Monterchi guidato dalmaestro Vittorio Perla.

Un’altra data molto importante per la Chiesa è l’ultimodell’anno. Siamo ormai nel nuovo millennio, non c’è piùquell’aspettativa, ma evidentemente per i cristiani l’occasio-ne rimane basilare ed il canto del Te Deum è per ringrazia-mento dell’anno trascorso.

Con l’anno nuovo oltre la festa del primo dell’anno unaltro appuntamento importante è il giorno 6 con l’Epifaniagiorno in cui facciamo delle manifestazioni adatte ai ragazzi.

Il giorno 17 ricade la festa di Sant’Antonio, molto sentitadalla popolazione, con la benedizione del mangime destinatoagli animali alla sera alle ore 15,30 presso il monastero dellaFraternità di Betania.

Infine il 2 e il 3 febbraio facciamo la festa di San Biagiotitolare di Pocaia che la tradizione vuole protettore dellagola.

È mia intenzione potenziare l’impegno dei ragazzi deldopo-cresima e penso di impegnare in questa importanteattività anche i fratelli della Fraternità di Betania ed anche seancora non c’è niente di concreto mi auguro che questo possaessere realizzato perché è molto importante seguire questigiovani distratti da tante cose a volte non proprio utili.

Per il presepio ricordo che nel 2000 i giovani hannorealizzato un presepe che occupava tutta la cripta della chiesadi san Simeone. Rimase per tutto l’anno. Adesso è statoridotto e viene aggiornato ogni anno pur riutilizzando quelmateriale dato che è costato tanta fatica e tanto impegno.Verrà aperto la vigilia di Natale. Poi quest’anno probabil-mente ci sarà la novità dell’allestimento di un presepe da

Da San LeoC.F.

Qui in parrocchia si fa la novena dell’Immacolata e nelgiorno della festa (l’8 dicembre) si faceva festa anche nellachiesa di Corsano. Successivamente non fu più possibileutilizzarla ed ultimamente era bisognosa di interventi direstauro. Ora i lavori sono già iniziati e mi piacerebbe poterridire di nuovo la Messa in questa nostra bellissima chiesa.

Mi auguro che venga riaperta al culto e venga valorizzataanche per pellegrini e turisti che vengono da ogni parted’Italia ma anche dall'estero. Molti tedeschi ed americanochiedono di sovente di poter visitare questa chiesa. Oraquindi ci auguriamo di poter vedere di nuovo funzionalequesto interessantissimo monumento della nostra zona.

Dopo la festa dell’Immacolata viene la festa di SantaLucia. Anche questa è una festa molto sentita dalla popola-zione del posto. Per tradizione Santa Lucia è protettrice dellavista, anche il nome stesso richiama la luce. La chiesa quindiè affollata, si riempie di parrocchiani convenuti in questogiorno per chiedere grazie.

Dal 15 inizia la novena di Natale la sera alle 18. Unavolta si cantava il Tota pulchra, inno gregoriano dedicatoalla Madonna. Oggi la gente non è più abituata a questobellissimo canto e per fortuna la Chiesa adesso sta rivalutan-do il canto gregoriano, questa musica sacra che si deve ingran parte a Guido Monaco di Arezzo. Ci sono delle bellis-sime armonie nel canto gregoriano che non andrebberodisperse. Dopo la Santa Messa faremo dei canti particolari.

Poi per Natale faremo qualcosa con i ragazzi. Verràallestito il presepio, qualche anno abbiamo fatto delle recite.

L’ultimo giorno dell’anno ci sarà il Te Deum di ringra-ziamento.In gennaio arriva subito la festa dell’Epifania che fortunata-mente è stata rimessa come festa di precetto affinché questafesta legata ai ricordi di tutti non venga dimenticata. Subitodopo arriva le festa di S. Antonio.

Festa grandissima, ancora oggi è molto sentita per leparticolari protezioni degli animali, delle case e contro gliincendi che vengono rivolte al santo. Fra l’altro oggi si fal’apologia dell’ecologia, ecco questo santo ne è stato ilprecursore. Una pia tradizione vuole che un corvo gli portas-se mezzo pane ogni giorno. Un giorno che andò a fargli visitaSan Paolo eremita gliene portò uno intero. Era molto legatoal mondo agreste e agli animali.

parte della Fraternità di Betania dato che prima le monache,per motivi comprensibili, non lo preparavano.

In occasione dell’Epifania le associazioni paesane orga-nizzano delle manifestazione per i ragazzi al teatro.

L’amministrazione comunale capeggiata dal sindaco Ga-briele Severi ha potenziato e valorizzato l’antichissima fieradi Sant’Antonio (17 gennaio) e da molti paesi vicini inter-vengono tante persone.

Per Natale inoltre si riuniscono le varie associazionipaesane e i commercianti, favoriti dall'amministrazionecomunale, per la realizzazione dell'illuminazione natalizia.Qualcuno ritiene che sarebbe più opportuno aiutare le popo-lazioni terremotate del Molise ma probabilmente si potràfare l'una e l'altra cosa e provvedere all'illuminazione delcentro storico, della zona di Mercatale, di Pocaia e delleVille.

Page 19: 2002-6 Oratorio di Anghiari

19

Dal CarmineM.F.

La sera del 15 settembre i ragazzi del dopo-cresima,guidati dai loro catechisti, Katia, Paolo, Alessandro e Fede-rico si sono incontrati all’oratorio per partire poi alla voltadel Santuario. Camminando e pregando sono così giunti allameta.

Insieme ai nostri sacerdoti hanno ringraziato la Madonnaper averli guidati nelle varie attività estive e per chiedere lasua protezione per il nuovo anno scolastico che stava periniziare.

Una modesta cena ha poi concluso la serata.Il 14 ottobre, a cinque anni dalla sua scomparsa, con una

sorpresa, abbiamo voluto ricordare Rosita Ruggeri (Loly)Pur non avendola conosciuta erano presenti le amiche più

care della sua mamma Assuntina. Ritenevo doveroso ringra-ziare queste persone che con noi hanno pregato per questaamatissima ragazza che troppo precocemente ci ha lasciato.

***I lavori di ristrutturazione e consolidamento statico al

Santuario del Carmine dovevano essere completati verso ilmese di settembre scorso. Purtroppo l’ultima scossa di terre-moto di quest’anno ha lesionato anche la volta della cappellae le opere, quasi terminate, sono state così interrotte.Essendosi infatti lesionata la volta, e non essendo preventi-vati questi lavori, il cantiere è stato bloccato in attesa delbenestare della regione Toscana, la disponibilità finanziariae soprattutto i criteri per la presentazione del progetto.Manca l’autorizzazione della Sovrintendenza che ancoranon è stata concessa. Siamo quindi in attesa sia delle autoriz-zazioni che dei finanziamenti che sono stati previsti ma nonsono stati stanziati.

Come molti sanno si continua così ad utilizzare, per lecerimonie religiose, la sala del Capitolo, nel chiostro, augu-randoci che per la festa del prossimo anno tutto sia messo aposto.

Da Santo Stefano

Avanti tutta

Già dagli ultimi giorni di ottobre si va lavorando perpreparare il presepio. Il gruppo dei giovani festarini, aiutatida validissimi collaboratori, hanno predisposto già la strut-tura basilare e cominciato anche a costruire l’immaginegenerale. Naturalmente per poter portare a termine il lavoroè un’impresa non facile e molto impegnativa.

Ma conoscendo la loro tenacia e determinazione dimo-streranno ancora una volta che, con la buona volontà (e anchecon grande sacrificio), sapranno portare a termine la loroopera. Forti dei risultati dei presepi passati, siamo certi cheanche quest'anno non rimarremo delusi.

Un augurio di buon lavoro e un incoraggiamento dallacomunità di Santo Stefano che ancor una volta vi è grata perciò che state facendo.

La Franca

Il 22 ottobre la comunità di Santo Stefano è stata privatadi una persona a tutti cara, Franca Bagnoli Valbonetti. La suascomparsa ha lasciato un vuoto immenso. Nel percorso dellasua vita seppe distinguersi per il suo attaccamento allafamiglia. È stata attiva per la società conducendo il suoimpegno professionale con esemplare dedizione facendosiapprezzare in ogni occasione per la sua gentilezza e il suomodo di fare.

La comunità tutta rivolge motivate parole di cordoglio aifigli e con il rammarico della sua prematura scomparsaconserverà di lei un grato ricordo per sempre.

Sia a Tubbiano che a San Leo facciamo i panini in onoredi Sant’Antonio e poi benediciamo il mangime destinato aglianimali. Per opportunità della gente la festa sarà a Tubbianoil giorno 12 e a San Leo il giorno 19 gennaio.

In questo giorno c’era la riunione delle famiglie maancora oggi sfruttiamo l’occasione per ritrovarci con lefamiglie della zona.

Il nostro gruppo dei giovani naturalmente si rinnova permotivi generazionali. Infatti dopo qualche anno i ragazzicrescono si fidanzano e quindi chi va da una parte chidall’altra. Ora c’è la fortuna di avere di nuovo alcunielementi che penso riusciranno a realizzare delle buone cose.Il circolo è intestato a Roberto Procelli. Stiamo preparandociper il Natale con dei canti e l’allestimento del presepio.

MESSAGGI: Ecco uno di alcuni messaggi letti in un ufficio a Londra dall’amico Piero Lega che lo ha tradotto pernoi. A voi la conclusione!

SICKNESSAbsolutely no excuses. We will no longer accept yourdoctor’s statement a proof, as we believe that if you areable to go the doctor, you are able to come to work.

MALATTIANon ci sono assolutamente scuse. Noi non possiamo piùaccettare la lettera del vostro dottore come prova, perchénoi crediamo che se tu sei potuto andare dal dottore allostesso modo potevi venire al lavoro.

Partecipazione di nozzeCari lettori dell’ “Oratorio” di AnghiariÈ con grande letizia che vi comunico che, il 3 agosto

2002, nel Duomo di Sansepolcro alle ore 11, è statocelebrato il matrimonio del mio amato nipote Filippo,figlio maggiore di mio fratello Orazio, con la sig.naFederica Monti.

Invito, pertanto, voi tutti a unirvi alla mia devotapreghiera al Sacro Cuore di Gesù, protettore delle fami-glie, perché la serenità e la pace di oggi accompagninosempre questi giovani sposi.

Un grazie sinceroCarla Leonardi

Torre Pedrera, 1° settembre 2002

Page 20: 2002-6 Oratorio di Anghiari

20

Giardini silenziosidi Vera Cuccini

Non avevo mai vistoil Campo della Fierasì spoglio e triste.Non un gridogarrulo di bimbogli dava vita,non il vociare allegrodei giovani intentia rincorrere il pallone,non il parlottar sommessodelle mamme nelle panchinema sempre vigili ai giochidei più piccoli…Udivo solo il frusciod’un vento gelidoche agitava i rami spoglidegli alberi addormentatie la breve danzad’una qualche fogliaancora rimastasulla bruma terra.Vedevo ombre diafaneproiettate da un pallidosole ed avvertivo,tanta, tanta tristezzaintorno…

Scuola LIZARD ad AnghiariL’Accademia Lizard di Fiesole, qualificata e ambita scuola di moderna metodologia

musicale e strumentale fondata e diretta dal celebre musicista Giovanni Unterberger,ha aperto un laboratorio ad Anghiari in Via Giacomo Matteotti 121/a (davanti alparcheggio sotto le mura).

In Italia sono operativi solamente altri cinque opifici patrocinati dall’Accademia:rilevante, quindi, l’immagine che il nostro paese ne trae.

L’istruttore è il concittadino Davide Baccanelli (nella foto con un allievo), delegatodalla Lizard ed unico allievo dell’Ente ad aver conseguito due licenze in chitarra(elettrica e acustica) che, oltre ad insegnare presso l’Accademia Fiesolana, formeràad Anghiari i nuovi allievi chitarristi provenienti dalle province di competenza (centro Italia), istituendo corsi che liporteranno ad ottenere il diploma attestato dall’Accademia Fiorentina.

Presso il distaccamento anghiarese, oltre l’insegnamento di chitarra moderna, la Lizard metterà a disposizionealtri docenti: per chitarra basso, pianoforte e tastiere.

Al concittadino Davide Baccanelli vanno gli auguri del giornale per il saliente lavoro che, di riflesso, è sicuramenteimportante per la promozione del nostro Anghiari.

Io ti perdonodi Cmr

Allo specchiomi son guardatae sciupacchiata un po’certo lo sonocausa il passar degli annie l’ambientale inquinamento,ma brutta come tu mi hai fatta,MARIO DEL PIA,proprio non mi son vista!Potrei in giudizio citartiper danneggiamentodell’immagine mia,e vado oltre:IO TI PERDONO, MARIO DEL PIA.Quando lassù mi peserannoil bene e il male della vita,forse della bilanciai piatti saranno in paritàe allora io dirò:“Ho perdonato il sor Del Pia”e salva diverròperché d’un mezzo chilo almenoil piatto, quello buono,andrà d’un colpo giù.

I “bottegai” d'Anghiari

Gianni Papini,Ristorante “DaAlighiero” al

Cantinone

Il Puligo

Venerdì 27 settembre, a Palaz-zo Pitti a Firenze è stata inaugu-rata la Mostra sul Puligo. Ildottor Speranza, in rappresentan-za della Cassa di Risparmio di Fi-renze, sponsor della manifestazio-ne, ha delineato l’intento di porta-re alla conoscenza di un pubblicopiù vasto autori minori. Per avva-lorare la sua tesi ha riferito unmotto latino che io ho visto scrittoa lettere cubitali in una abitazionea Città di Castello lungo la viaper Fano e che dice:

PARVA SED APTA MIHI(piccola ma adatta per me)Questa mostra è importante

per noi Anghiaresi perché vi èesposta la Deposizione conservatanella Propositura e che è stata re-staurata nel 1998. L'opera è statarealizzata nel 1515 da DomenicoPuligo (Firenze 1492-1527) per laCompagnia del Corpus Domini.

Notizie dal libro di BadiaLeggendo alcuni appunti su un libro della Badia si vengono a conoscere

notizie veramente interessanti. Ad esempio che nel 1848 fu fatta unaspedizione in Lombardia e si pensò di iniziare un triduo.

Veniamo poi a sapere che ad Anghiari esistevano fra le altre la Societàdi S. Margherita, quella delle Tessitrici e la Società della Madonna diLoreto (di quest'ultima ne abbiamo parlato anche nel n. 4/2001). Nel 1855si trova poi notizia della Compagnia del SS. Crocifisso.

Page 21: 2002-6 Oratorio di Anghiari

21

UNA BANCA CHE GUARDA AL FUTUROa cura della Banca di Anghiari e Stia – Credito Cooperativo

Ogni azienda che operi con serietà e professionalità non può fare ameno di programmare la propria attività, fissare gli obiettivi che vuole rag-giungere, prevedere nei limiti del possibile i risultati che sarà in grado diottenere. Ciò è tanto più necessario per l’azienda bancaria che, più di ognialtra, ha bisogno di lasciare il minor numero possibile di eventi in balìa delcaso.

È ovvio che la previsione non può basarsi su dati certi ed assoluti ma soltanto probabili e relativi:l’andamento dei mercati finanziari e l’evoluzione della situazione economica internazionale, ad esem-pio, si rivelano spesso talmente incerti che risulta difficile formulare ipotesi attendibili.

Eppure proprio valutando accuratamente tutte le variabili di gestione, ponderando ed analizzan-do le alternative, è possibile non restare impreparati di fronte agli eventi futuri ed operare con ladovuta prudenza e cautela.

Allo stesso tempo il momento della programmazione è fondamentale per verificare la coerenzadella gestione con i princìpi ispiratori dell’azienda: solo una banca che saprà impostare la propriaattività in sintonia con i suoi valori di riferimento potrà veramente riscuotere la simpatia e la fiducia disoci e clienti.

Tuttavia questa fase di programmazione risulterà veramente proficua solo se al momento dellaprevisione si accompagnerà quello altrettanto importante della verifica dei risultati: al termine di ogniperiodo di lavoro bisogna riconoscere con onestà gli obiettivi raggiunti ed ammettere con umiltà itraguardi mancati.

È in questa ottica che il Consiglio di Amministrazione della nostra Banca ha varato lo scorso 31maggio un documento di programmazione e previsione di fondamentale importanza, denominatoPiano Strategico 2002-2005; esso traccia le linee di intervento della Banca per il prossimo triennioed inaugura così una politica di ampio respiro. Il dato saliente che emerge è certamente il posto diprimo piano che avranno anche in futuro le nostre comunità locali: pur proseguendo nel processo diespansione territoriale già positivamente avviato, le aree “storiche” di insediamento della Banca, trale quali occupa una posizione di primissimo piano Anghiari, non perderanno affatto di centralità nelleintenzioni di amministratori e dirigenti: è previsto anzi un incremento delle attività a sostegno dellosviluppo del territorio di origine, una valorizzazione delle sue peculiarità e tradizioni, investimentinell’economia e nelle risorse umane e professionali del luogo.

Riconosciamo infatti che le nostre origini e la nostra storia sono profondamente radicatenell’economia locale; sappiamo che una banca come la nostra potrà prosperare in futuro solo seriuscirà a non smarrire la propria identità, fatta di localismo, attenzione al sociale, allo sviluppo globaledella persona e alla cooperazione solidale.

Per perseguire al meglio questi obiettivi, è stato recentemente istituito il Comitato di Sconto dellaValtiberina Toscana, che si viene ad affiancare a quelli già esistenti per la Valtiberina Umbra e perla zona Arezzo-Casentino: si tratta di un organismo consultivo composto da personalità delcomprensorio, che si propone di aumentare la vicinanza della Banca alla società civile, rafforzare ilsenso di appartenenza e di integrazione fra gli abitanti del nostro territorio e un’istituzione quale ilCredito Cooperativo. Siamo infatti convinti che solo intensificando le occasioni di incontro e discambio di idee con persone che vivono e lavorano in Valtiberina sia possibile comprenderne appienole esigenze e focalizzare la nostra attività su quegli interventi che mirino effettivamente a crearebenessere economico e sociale.

Page 22: 2002-6 Oratorio di Anghiari

22

Da Tavernelle Rubrica a cura di Alessandro Bivignani

Attività del gruppo giovanidi Laura Giuliattini

E anche quest’anno stiamo arrivan-do a grandi passi al Natale, e quindicome oramai avviene da due anni a que-sta parte abbiamo anche cominciato i“lavori” per il presepe che poi parteci-perà al concorso organizzato dalla par-rocchia di Laterina. La simpatica ma-nifestazione avverrà nei giorni 1, 7 e 8dicembre prossimi. Questo è oramai ilterzo anno che partecipiamo e voglioricordare che le due volte scorse ci sia-mo aggiudicati sempre un bel premio:due anni fa il primo premio, mentre l’anno seguente il secondo. Con questovorrei invitare tutti a visitare la mo-stra, che tra l’altro è anche molto bella,e a votare (chiaramente!!) per il Prese-pio dei ragazzi di TAVERNELLE e....chissà, forse riusciremo a farcela anchequest’anno!!

Poi, oltre alla preparazione del pre-sepe (che più che uno sforzo è un di-vertimento) partecipiamo anche ad al-tre iniziative. Lo scorso giovedì 31 ot-tobre insieme ad altri ragazzi di An-ghiari e di Tavernelle siamo andatiad Arezzo, più precisamente al centroPastorale di S. Leo, dove una volta almese vengono organizzati incontri as-sieme a tutti i giovani della Diocesi, eproponendo ogni volta un tema diver-so. Una serie di incontri, fino alla pros-sima estate, che si chiama “giovani instage” e che la nostra parrocchia orga-nizza per i ragazzi più grandi e per glianimatori. L’incontro di giovedì 31 ot-tobre era incentrato sui nuovi mezzi dicomunicazione, guidato da Padre FabioPasqualetti. È stato interessante, ma se-condo me a volte era un po' troppo dif-ficile!!

Insomma dopo la pausa estiva le at-tività della parrocchia hanno ripreso apieno ritmo!!!

Il pranzo “Pro – Missioni”

Si è svolto domenica 3 novembrescorso, come tappa finale delle iniziati-ve del gruppo missionario parrocchia-le, il pranzo “pro-missioni” il cui rica-vato ha contribuito all’attività missio-naria delle nostre Comunità.

Cornice dell’iniziativa è stato ilCentro Parrocchiale “La Famiglia” diTavernelle, che ha messo a disposizio-ne i propri locali, mentre delle validevolontarie hanno preparato il deliziosopranzo.

Nel discorso finale di ringraziamen-to, tenuto dal dott. Franco Cristini,organizzatore e responsabile del Grup-po Caritativo Parrocchiale, c’è stato,oltre al plauso pienamente meritato dallecuoche, un forte appello a continuare ilcammino della carità e dellamissionarietà intrapreso, non solo den-tro al gruppo organizzatore, ma anchecoinvolgendo e lasciandosi coinvolge-re in una appartenenza che ci aiutaprima ancora di fare qualcosa, a stareinsieme fraternamente. E nella stessalunghezza d’onda, anche il DiaconoFabio Mondani ha ribadito che senzauno spirito di preghiera che possa dareun senso al nostro agire, le nostre operenon sarebbero così belle e fruttuose.Solo in una unione di spirito, ricono-scendo anzitutto la signoria di Cristonella nostra vita, diventiamo capaci dicontinuare il cammino del fare missio-ne in Parrocchia.

Infine la Laura ringraziando tutti ipresenti, e anche il gruppetto di ameri-cani, ha concluso con la simpatica rima,della quale riportiamo solamente laparte finale:(…) o che sian Euro, o che sian Dollàri,quando avete pagato, siamo pari!

Appuntamenti:Chiesa di Galbino

La seconda domenica di ottobre si ècelebrata la consueta festa in onore dellaMadonna del Rosario. In occasione del-la ricorrenza liturgica, nel sereno po-meriggio del 13 ottobre scorso moltagente è tornata ad affollare la piccolachiesa, che ancora oggi resta significa-tiva per le radici storiche della nostracomunità cristiana di Tavernelle. Dopoil rosario è stata celebrata la S. Messadal parroco don Marco, concludendocon una particolare preghiera alla Ma-donna per la nostra Parrocchia. Infineuna simpatica merenda ha concluso lagiornata.

La solennità di tutti i Santi rappre-senta una sosta obbligata per la chiesadi Galbino. Molte persone, recandosi alvicino cimitero, si fermano volentieriin questo giorno per la Solenne Messadel pomeriggio, che quest’anno è statacelebrata per la prima volta da don JuanCarlos. È seguita poi la piccola Proces-sione fino al cimitero, dove è stata im-partita una speciale benedizione a tuttele tombe, e dove abbiamo pregato pertutti i morti della Parrocchia di Taver-nelle.

Ultimo appuntamento è la festa diS. Andrea, titolare della chiesa diGalbino, e per secoli patrono della Par-rocchia, che viene festeggiato il 30 no-vembre.

La merenda La preparazione L'apprezzamento

Page 23: 2002-6 Oratorio di Anghiari

23

GIORNATA MISSIONARIA:

“Noi lo annunciamo anchea voi”

Un bel successo della giornatamissionaria del 27 ottobre, in cui perla prima volta nelle nostre parrocchiesono stati allestiti mercatini di soli-darietà in tutte le chiese.

I fedeli che hanno offerto ed ac-quistato dolci, castagne e vino, han-no aderito con generosità alle operemissionarie delle proprie parrocchie.

La stessa collaborazione fra lecomunità di Anghiari e Tavernelle,dimostra come le persone sentano ilbisogno di superare i particolarismi edi sentirsi uniti in una gioiosa appar-tenenza.

Con lo stesso spirito è stato poiallestito il pranzo di domenica 3 no-vembre al Centro Parrocchiale “LaFamiglia” di Tavernelle.

Grazie a tutti!Laura Taddei

La Chiesa è il popolo di Dio: l’af-fermazione del Concilio Vaticano II, dicui si celebrano i quaranta anni dal-l’inaugurazione, ha bisogno ancora oggidi essere recepita non solo sul piano teo-rico nelle nostre comunità.

Anche il richiamo all’unità “Utunum sint” (che siano una cosa sola) èpiù che mai necessario non solo a livel-lo universale ma anche all’interno del-la nostra realtà locale.

Il Convegno Parrocchiale di Mon-tauto del 14 settembre scorso sul tema“Parrocchia: Comunità viva” è stato unprimo passo verso la presa di coscienzache tutti, anche noi laici, siamo chia-mati ad una responsabilità nella costru-zione della Comunità. Non possiamopiù aspettarci che i parroci ed i religiosiin genere si assumano anche i compitie prerogative che sono di pertinenzadelle famiglie, dei catechisti e non solodei laici cosiddetti impegnati, ma diogni cristiano che, in quanto battezza-to, è messo in grado di essere testimoneed evangelizzatore.

Purtroppo però, ancora oggi, dopoLettere Apostoliche del Papa e richiamipastorali diocesani sul tema, siamoancora noi laici ad opporre resistenzaad un rinnovamento nelle Parrocchiecon tante obiezioni che possono sem-brare legittime (non ho tempo, nonsono capace…) in una mentalità chevede ancora la Chiesa strutturata insenso piramidale come gerarchia, conal vertice il capo e alla base il popolo,ma che sono del tutto immotivate in unavisione in cui ogni membro è partedell’unico corpo e partecipa a un servi-zio insostituibile.

Mi piace ricordare l’immagine pro-postaci ad un corso per catechisti che

rappresenta la Chiesa come una strut-tura a cerchi concentrici, il cui centroirradia i cerchi più vicini raggiungendovia via i più esterni. In questo modo laComunità si allarga sempre più al paridei cerchi formati da un sasso gettatonell’acqua.

La Comunità è viva non perché sifanno più attività ma nella misura incui è la fede che si muove. Allora laparrocchia non è sclerotizzata ma acco-gliente; imparando da Gesù a non averepreclusione di persone o pregiudizi disorta, forse scopriremo che i cosiddetti“lontani” sono spesso i più vicini.

D’altro canto, noi che ci consideria-mo “i vicini” non possiamo ridurre ilnostro compito ad un mero attivismo(do una mano in parrocchia) mainnanzitutto occorre riscoprire e matu-rare la nostra fede, convertirci noi perprimi riconoscendo in Cristo l’unicoSignore della nostra vita: affidando tut-to nelle Sue mani, Lui farà attraverso lenostre mani. È necessario “essere” piùche “fare”, ma non facciamoci prende-re dallo scoraggiamento fraintendendoin senso moralistico queste affermazio-ne: non bisogna aspettare di essere per-fetti ma solo essere consapevoli che loscopo di tutto quello che facciamo èl’annuncio del Vangelo.

Parte importante del Convegno,sono stati i gruppi che si sono formatidopo la relazione di don AngeloChiasserini, ed hanno posto le basi diuna concretezza nelle varie attività par-rocchiali: Carità e Missione, Liturgia,Catechesi…

Credo che sia infine scaturito ildesiderio di perseguire l’unità non soloformale e la volontà di mettersi al ser-vizio della Comunità senza pretese di

IL DOPO CONVEGNO: Una esperienza

“La Chiesa siamo noi”di Laura Taddei*

affermazione personale.Soprattutto, supera-

ta la tendenza al facilelamento, sono prevalsil’entusiasmo e la spe-ranza nella ProvvidenzaDivina che, anche attra-verso la nostra fragilità,porterà a compimento lasua opera.

* catechista di Taver-nelle.

Nell 'altra pagina tre momenti diconvivialità a Galbino in occasionedella festa della Madonna del Rosario.Qui sopra la visita al cimitero e, a de-stra, uno dei gruppi formatisi alCenacolo di Montauto dopo la lezionetenuta da don Angelo Chiasserini sultema: Parrocchia: Comunità viva (vediarticolo a pag. 12).

Foto A.B.

Page 24: 2002-6 Oratorio di Anghiari

24

Il regalo per i lettoriCon questo numero troverete allegato il

calendario 2003. L’idea era di realizzarequalcosa fra il calendario e l'almanacco connotizie, proverbi e curiosità. Speriamo diavere realizzato una cosa di vostro gradimen-to.

Abbiamo inserito ricette di cucina (rigo-rosamente locali), curiosità e proverbi. Sia-mo poi riusciti ad ottenere le previsioni del tempo fatte daFridus Meterelologicus che abita… nelle grotte del “borro”della Vigna del Poggio.

Laggiù, lontano dal mondo civile e dalla televisione, egliannota tutti i fenomeni naturali essendo quindi in grado dieffettuare previsioni “quasi” precise. Giudicheremo durantel’anno.

Soggetto principale del calendario sono le edicole e lemaestà sparse nel nostro territorio. Di ognuna abbiamo datoqualche dato storico ma lo scopo principale è quello disegnalare lo stato di degrado in cui alcune di esse si trovano.Basterebbe poco, l’impegno delle famiglie che abitano vici-no, della parrocchia e del Comune, per riportarle all’anticodecoro.

Noi ci auguriamo che questo possa essere fatto. Natural-mente essendo il loro numero elevato abbiamo dovuto fareuna selezione. Durante l’anno inseriremo nel giornale noti-zie di altre maestà o edicole o croci e, spazio permettendo,anche proverbi e modi di dire tradizionali.

Per le copertine del 2003, il nostro disegnatoreconsenziente, vorremmo illustrare dei fatti di cronaca o deipersonaggi storici anghiaresi. Cammin facendo vedremo ilrisultato.

Intanto i nostri lettori aumentano. Una nuova lettrice,Maria Volpi è di Saint Jan Cap Ferrat in Francia mentreBruno Valbonetti ci leggerà da ora in poi dal Perù. Poil'Erboristeria di Anghiari, il signor Duguid e Paolo Mazzi daRevello che, complice una cena ai funghi, tornerà a riceveredi nuovo il giornale. Un grazie a tutti voi che, con il vostrocontributo, apprezzate il giornale e, comunque, ci tenete ache la parrocchia continui a pubblicare questo periodico. Dasegnalare fra gli amici il dottor Fulvio Floridi che, per itantissimi anni che opera ad Anghiari e per l'amore che portaal nostro paese, può senz'altro essere considerato anghiaresea tutti gli effetti.

Oltre al bollettino postale che troverete inserito in questonumero vi ricordiamo che potrete utilizzare, per le vostreofferte, le banche locali (a fianco i dati necessari), senzaalcun aggravio di spesa.

Il vostro contributo

Anche in questo ultimo periodo di tempo sono giuntele vostre offerte per contribuire alla pubblicazionedell'Oratorio. Sotto trovate l'elenco.Chi non lo ha ancora fatto può rivolgersi all'UfficioPostale di Anghiari:

C/C N. 11802527 intestato a PROPOSITURA S.BARTOLOMEO ANGHIARI

Potrete inoltre servirvi delle banche locali, senza nes-sun aggravio di spesa, sui conti intestati alla Parroc-chia di Anghiari.

Banca di Credito Cooperativo C/C N. 5053

Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio C/C N: 3389

Monte dei Paschi di Siena C/C N. 2643/46

* * *Alessandrini Luigi, RenicciBaccanelli AdrianoBassini A. Maria, Via CarmineBigioli MariaBruschetti Francesco, PalazzoCamaiti DernaCancellieri Roberto, RomaCantelli Diana, UpacchiCasacci MorenoChiarini MeryChiribini Fabrizio, ScoianoElisei Libera e TamaraFloridi dr Fulvio, C. di Castello

Giovagnini Teresa, I CordoniMignoni Maria, IntoppoMondani Francesco, La StazionePapini Benedetto, Campo Fie-raPapini GianniParente Ernesto, PocaiaPoggini Sofia, le BertineRicci Matusali GiovannaRosadi Osvaldo, Ponte alla PieraSannai Bruno ed ElenaTavernelli MarisaVillarecci Marisa, il GhettoVolpi Maria Saint Jan (F)

La vignetta di Scacciapensieri

Il ritorno del crociatodi Aldo Tognetti

Appena ricevé la cartolinaspedita da Goffredo di Buglioneladdove gli ordinava, in conclusione,che bisognav’andasse in Palestina

a liberar la terra del Signore,lui mise la “cintura” alla sposina,la chiuse col lucchetto e di fraìna,partì per imbarcarsi sul vapore.

Tornò dopo tre anni, e l’adorataa cui il lucchetto mèzzo arrugginitole dava veramente un gran pruritolo supplicò per esser liberata.

Ma lui, che nel frattempo, lèmme lèmme,in camera da letto si spogliava,le disse: -Chiama ‘l fabbro Miroslava,la chiave l’ho lasciata a Betelèmme!

Page 25: 2002-6 Oratorio di Anghiari

25

Ricordo di don Fabio

Don Fabio Bartolomei: nobile figura di pretedi don Romano Manfredi

Con la morte di don Fabio scompareuna delle più alte figure del clerodiocesano, soprattutto di quella che ful’amata diocesi di Sansepolcro. Una fi-gura dai lineamenti umani e spirituali for-temente marcati. Io lo conobbi nel fioredei suoi 22 anni, nel lontano 1946, quan-do sembrava che invano, contro un gio-vane così aitante, si sarebbe accanital’azione inesorabile e rovinosa del tem-po. Mi colpì subito quella giovanissimafigura di prete: alto, slanciato, gagliardo,dai tratti gentili e leggiadri. Insegnava,in Seminario a Sansepolcro, latino e ita-liano nei primi tre anni del ginnasio. Danoi ragazzi, disastrati dalla guerra e dal-la scuola elementare multiclasse, si fecesubito apprezzare ed amare per la suagrande umanità, comprensione, pazien-za, bontà, regina di tutte le virtù.

La gentilezza dei lineamenti esteriorie interiori, l’entusiasmo e l’amore per lecose che compiva ne fecero ai nostri oc-chi un tipo esemplare ed estremamentesimpatico di prete e di insegnante. Que-ste impressioni di quegli anni lontani, donFabio non le avrebbe mai smentite. Anzi,la lunga familiarità con lui non ha fattoaltro che rafforzarle. Ma le mie impres-sioni su di lui non si fermarono solo qui.Ammirai anche la bella voce, la bella cal-ligrafia, quasi specchio del suo animo, lariservatezza, il senso dell’humour, il vol-to lieto e sorridente. Mi sembravano per-fino belle, nella veste e nel contenuto,quelle sue correzioni nei temi e nelle fra-si di latino e quei suoi giudizi incorag-gianti anche quando ahimè le cose nonerano andate bene. Era davvero un pa-ziente educatore e un fine pedagogo. Ma-nifestava fin d’allora quei lineamenti difondo e quelle qualità che avrebbero poicontraddistinto il suo essere e il suo stilesacerdotale. Dio per lui non era nel ventoimpetuoso e gagliardo, non era nel terre-moto, non era nel fuoco, ma nel mormo-rio di un vento leggero, che parla dolce-mente al cuore.

Su questo comportamento di Dio ave-va ritagliato la sua carta d’identità. Ave-va colto del messaggio evangelico il datodi fondo: Dio è amore. Aveva fissato untaglio altissimo al suo essere e fare il pre-te; direi scoraggiante, ma non impossibi-le per chi si affidi alla grazia divina. Untaglio fatto di contemplazione e di azio-ne. Consapevole in partenza che

un’angolazione di tale altezza non puòprescindere dalla contemplazione del di-vino esemplare. Solo dopo la contempla-zione, la preghiera e il divino ascolto,l’azione pastorale può scendere in pro-fondità e incidere nella vita.

Per vivere in questa dimensione spi-rituale , aveva collocato al centro della suavita e del suo ministero l’Eucarestia, laliturgia, la parola di Dio, di cui era unfine gioioso annunciatore. Lo animava laferma consapevolezza che il suo ministe-ro scaturiva dall’Eucarestia ed era perl’Eucarestia. E come fa la Chiesa e la li-turgia, guarda ad essa come centro digravitazione e polo di santificazione.

Con lo sguardo puntato sulla divinascaturigine, attentamente e devotamenteamministrava gli altri sacramenti nellacelebrazione poi della Riconciliazione,per quella sua finezza d’animo, era davve-ro un maestro nello stabilire nel cuore delpenitente il contatto con l’acqua viva chezampilla per l’eternità. Alimentava poi lasua spiritualità con la preghiera, la medi-tazione, la recita del Rosario, la lettura dibuoni libri. Nella conversazione con luisempre piacevole e interessante, si avver-tiva un livello culturale di notevole spes-sore. I suoi parrocchiani dellaMadonnuccia, di Gricignano, di SantaSofia di Romagna, di Sigliano, di Miccia-no e di Anghiari, avendo capito la stoffa dicui era fatto don Fabio e l’hanno stimatoe amato. E lui recentemente nella conver-sazione, quando il dolore gli concedevaun po’ di tregua, mi parlava dei luoghi incui aveva esercitato il suo ministero, comedi un amore che non si può scordare.Soprattutto della sua e mia Santa Sofia, incui era stato parroco dal 1961 al 1968.Anni difficili, ma anni belli durante iquali ebbe modo di apprezzare la sinceri-tà, il calore umano e la gentilezza deiRomagnoli. Mi ricordava spesso questafrase, udita in occasione della Benedizio-ne alle case: “Sgnor arcipret cus-degna,cu-ceta, cus-facia sto piasé” (Signorarciprete che si degni, che accetti, che cifaccia questo piacere). Avvertivo nel tonodella voce, che me la ripeteva, tutto ilcalore e l’affetto e come l’incontro di unareciproca gentilezza del cuore secondo ilnoto verso: “Al cor gentil reimpara sem-pre amore…”

Già la nobiltà del cuore era un fattodistintivo della sua persona, come lo era

del compianto don Vittorio. Una nobiltàche era poi un tutt’uno con lo spiritoevangelico, dal momento che Dio ci haamato per primo. Una sensibilità del cuo-re che lo portava a comprendere, a perdo-nare, a non giudicare e a non dire male olamentarsi mai di nessuno. Era convintoche non si può insegnare ad amare, se nonlo si fa per primi. Animato da tale spirito,non poteva essere il prete delle rotture,delle cupe minacce, ma del lieto annun-cio, dei fili, dei ponti, delle onde di ognitipo di lunghezza, perché ciascuno in unmondo in cui “La bussola va impazzitaall’avventura/ e il calcolo dei dadi più nontorna”, potesse ritrovare, seppure nel buiodella notte, la luce del mattino senzatramonti. Le roventi battaglie del 1948, igrandi sconvolgimenti della storia recen-te non lo appassionarono più di tanto.Credeva che negli uomini ci sono più coseda ammirare che da condannare. Era unanobile figura di prete di antico stampo, maanche di grande attualità perché ancoratoalla parola che non passa. Ultimamente losentii più volte salutare con grande spon-taneità i suoi interlocutori telefonici così:“Se poi non ci vediamo più quaggiù, ciritroveremo in Paradiso. Certamente sipuò dire che don Fabio, provenendo dauna famiglia di forti convinzioni religio-se, con gli zii don Alessandro e donFrancesco e con il già ricordato fratellodon Vittorio la religiosità l’abbia succhia-ta con il latte materno, l’abbia respiratacon l’aria stessa della sua Campalla. Sideve però anche dire che era fatto di unafede profonda. Ricorderò in proposito cheuna domenica, dopo la messa delle 11, mitrovavo ancora in sacrestia, quando im-provvisamente, fui chiamato ad accorrereda lui, perché colpito da un attacco cardia -co. Come fui al suo capezzale, mentrerespirava faticosamente, mi disse: “Dam-mi l’olio santo.” E durante l’amministra-zione della Sacra unzione, alle nipotipresenti con gli occhi gonfi di lacrimedisse: “Su, rispondete.” Indubbiamentequeste sono espressioni di un’intensa spi-ritualità. Lui, uomo della comunione edella fraternità e del perdono, gioiosoannunciatore della parola di Dio, ci halasciati il due Agosto, giorno del Perdonodi Assisi. Per il suo spirito non c’eradavvero un giorno più bello per entrarenella gloria del Signore.

Page 26: 2002-6 Oratorio di Anghiari

26

Mi arrendo, caro don Fabio: devoproprio credere che ci hai lasciato.

La sera dello scorso 15 settembrefissando qualche nota sulla Festa delCrocifisso a S. Gianni, che si celebrasempre la terza domenica, sono anda-to a rivedere quelle dello scorso annoe fra i tenori presenti della “Te Deum”che si cantò, ho letto: “don Fabio”!Da quella volta non l’abbiamo piùeseguita insieme. Quest’anno manca-vi.

Anche 4 anni or sono il carissimodon Vittorio il 20 settembre del 1998,sempre fedele, venne a suonarla (quel“prete a tempo pieno”) se pur consacrificio per la sua salute, ma sem-pre con grande amicizia e spirito diservizio; e fu per lui l’ultima volta.

Quanto vuoto avete lasciato franoi preti del “coro presbiterale”, comelo battezzò con un certo orgoglio donGerico.

La colpa è della televisione che non c’era (1929)di Cmr

Finivano gli anni ’20 ed io di anni ne avevo solo 7 ed ero fornita di una incontenibile fantasia. Non c’era, allora, la pappascodellata della televisione ed i giochi te li dovevi un po’ inventare, dovevi rubare qua e là, dai racconti dei grandi, dalle“figure” dei giornali, dagli spettacoli che i più fortunati potevano vedere. Io ero tra quei fortunati.

Mio padre mi raccontava della guerra che aveva combattuto, delle tante opere liriche che aveva veduto, delle avventuredella sua vita scolastica e mi portava spesso a teatro, così piccola, alla Pergola, al Verdi, al Circo, ai concerti, ma quelli mipiacevano meno.

Mia madre mi portava in Chiesa. Prima alla parrocchia di San Salvi, di cui non ho ricordo, poi nel magnifico Duomodi Santa Maria del Fiore e fu là, in Duomo, che la mia fantasia fu captata dalla liturgia e dai paramenti sacri, che per me erano“costumi” di uno “spettacolo” bello, pieno di canti e di gesti armoniosi. Mi piacque molto la fase di incensamento dell’altarecol turibolo fumante di incenso. Ecco che subito mi venne in mente lo scaldapiedi della nonna, volata in cielo da due anni.Lo scaldapiedi non aveva tre catenelle lunghe, ma dondolava, appeso al lungo manico di ottone con l’impugnatura in legno,poteva contenere la brace accesa ed in casa c’era l’incenso che serviva per profumare gli ambienti, quando persisteval’odoraccio dopo che era stato cotto il cavolo o quant’altro. Detto e fatto: dovevo trasformarmi in prete e incensare l’altarecon lo scaldapiedi.

Nella stanza degli armadi, come io chiamavo il guardaroba, c’era una cassapanca piena di biancheria fuori uso, che servivaalla mamma (munita delle così dette mani d’oro) per accomodare altra biancheria usurata e per tirarci fuori sottovesti evestitini per me. Lì avevo libero accesso e trovai una camicia da notte bianca della mamma, che divenne il camice, strettoin vita da un cordone a cui, dietro, appesi un vecchio asciugamani con la trina (come quelli esposti nella vetrina del Busatti)perché mi sembrava che lo “strascico” desse più solennità a tutta la messa in scena.

Altro asciugamani stesi sulla cassapanca che divenne altare, corredato da vasi sacri prelevati tra i coccini delle bambole.Con mille raccomandazioni ottenni anche la brace accesa e l’incenso profumato. Che soddisfazione! Non ricordo cosacantavo, ma ricordo che la faccenda non si protrasse a lungo e che non riuscivo a capire perché da grande non avessi potutofare il prete!

Perdonino don Marco e don Juan Carlos se una vecchia parrocchiana ha avuto… in gioventù la pretesa di rubare loro il“mestiere”.

La colpa è tutta della televisione che non c’era, a tutto vantaggio della fantasia!

Ora le nostre Feste, per la parteliturgica cantata, sono meno brillan-ti, meno melodiose: più povere. Ilvostro forte sostegno ci manca tanto.

Mi tornano in mente mille ricordi:i nostri incontri fraterni alle prove, lenostre belle feste nelle parrocchie sper-dute nei monti, come anche le solennicelebrazioni da requiem di Perosi fat-te con fede, affetto e professionalità ele agapi gioiose e generose, quelle aCampalla le più raffinate! Momentidi squisita amicizia, di fraternità sa-cerdotale che ha lasciato un segno.

Anche la gente gioiva nel vederequei Preti che si volevano bene e siaiutavano, portando un’atmosfera difesta che si respirava in Chiesa efuori.

Ora ci avete messo in minoranza:lassù siete in 10 a cantare al buon Diolodi polifoniche, mentre quaggiù deveaccontentarsi di canti fiacchi a una

voce o di un po’ di “gregoriano”.Grazie Fabio, mio insegnante di

italiano e latino, poi fratello nel sa-cerdozio, concittadino e amico. Sap-piamo che la vita non è tolta ma solotrasformata: ricomporremo il “Coro”nella Basilica del Regno dell’Amore.

Don Arialdo24 settembre 2002

Ricordo di don Fabio

Da due mesi ci manca don Fabio (da quattro anni don Vittorio)

L'antica Pieve di Micciano in un dipinto diLeone Bruschi.

Page 27: 2002-6 Oratorio di Anghiari

27

Mi garba l’acquadi Ilaria Andreazzi

Mi garba l’acqua, quella di sorgenteche sgorga fresca dalla roccia nera,quella che batte ai vetri debolmentea Marzo, quando arriva Primavera...

Quella del mare, forte e prepotenteche imbianca di trinato la scogliera,e quella che dai monti, dolcemente,si spande dissetando la brughiera,

E quella che al battesimo ha bagnatocol valore cristiano più profondo,il capo d’un bambino appena nato.

E perché d’acqua sono fatta anch’io,e perché l’acqua quando fece il mondo,la fece solo per salvarci, Iddio!

Di noi eri la miglioremirabile esempiodi generoso cuorefiore recisoperché troppo bello.

Vestita di lucee priva di fardello,seco Dio, ti ha accoltanel supremo regnoche beltà tua onora.

Anima eletta,con religiosa accettazionevissuta, ha da eroinala passione.

Lieve non ti è statoil giogo,né il carico leggero,dignitosa e silentenella sofferenza,ermetica nel dolore,che agli altri nascondevicelando la tua pena in cuore.

Cara Prof.Noi ti ricordiamo così…Forte, serena, calorosa, con tanta forza inte-

riore, una forza che numerose volte ti ha spinto adaffermarti, ti ha spinto a trasmettere soprattuttoagli altri la tanta voglia di vivere.

Noi alunni e colleghi ti ricordiamo così, comeuna mamma, come un’amica.

Fin da bambina sei stata amata da tutti, rap-presentavi ciò che qualsiasi persona voleva esse-re, eri un diamante, il più prezioso, eri come unsole, il più luminoso, un sole che con i suoi raggiriscaldava la nostra vita soprattutto a noi alunni,che ti abbiamo sempre visto come colei che volevainsegnare ma che voleva anche imparare; comecolei che per prima ci diceva di lasciare i nostriproblemi a casa, e di essere solo noi stessi ascuola, proprio come facevi tu.

Purtroppo noi tutti abbiamo avuto la fortuna diaverti al nostro fianco nel cammino scolastico mati ricordiamo nei tuoi sorrisi, nei tuoi rimproveri,nel tuo modo così adorabile di chiamarci “lillini”.

Sei riuscita a far nascere in noi la voglia dicredere in ciò che hai dato a questo istituto, non loscorderemo mai, anzi, continueremo a lavorarecon la stessa grinta che tu, prima di chiunque, haiavuto nella tua vita.

Il tuo ricordo vive con noi perché in ogni cosache hai fatto sei riuscita a carpire l’essenza, seiriuscita a cogliere l’attimo fuggente. Haiassaporato il gusto di ogni singolo minuto dellatua esistenza…

Ti vogliamo bene.

Era tua dottrina,donarti a chi di tebisogno aveva,ultima, di chi a cuor ti stava,dimentica ognora di te stessa,annullata ti sei per tutti.

In questa amara terra,lasciato hai il cuoreai tuoi figli dilettie a chi di essobeneficerà ancora.

Guidarli di lassù ti vedo,negli ardui passidella loro vita.

In terra, angelo sei stataor fior di luce sei nell’eternità!

Rimarrai nel ricordodi chi ti ha conosciutaperché questa è di tel’immagine che non si dimentica.

Per ricordare Franca Bagnoli

El mèl de golaBeppe - Cecco, t’ho visto iell’altro che passevi ratto ratto co’ la tu’ nora. Ma‘nd’andèvi?

Cecco - Sta zitto Beppe! M’haia preso un po’ de mèl de gola. Alora la mi’nora me fa: “È tanto che ve lo dico che dovete andère a le terme, che ve fa bene.Tanto ‘n paghète gnente!

B. - E tu che gnè ditto?

C. - Gnò ditto che ai mi’ tempi quande faciva mèle la gola o s’aia ‘lraffreddore se faciva i fumenti! O ‘n m’ha vuluto portère dal dottore? Ecco‘nd’andèvo iell’altro.

B. - I tempi son cambi. Te n’accordi, ‘na volta se diciva la sementa de SanMartino la sementa del pigarino. Adesso sementino anche a Natale.

C. - Caro Beppe, el mondo cambia. Però tutto sommèto ‘n’è tutto mèle, Ciao,a domèni.

LE LOGGEdi Clèto

A Francadi Maria Raffaelli

Page 28: 2002-6 Oratorio di Anghiari

28

Gino Ceppodomo: Questa è stata la mia vitaConfidenze dell'Autore in appendice alla sua ricerca su Pieve alla Sovara

II e ultima parte

Dopo la guerra

I primi momenti del dopo guerranon furono felici sotto ogni aspetto,compreso quello della sicurezza perso-nale. Infatti furono molte le aggressio-ni personali contro uomini e donne:molte di queste subirono l’oltraggiodella rapatura. Più furibonde furono le“fiere” e mercati comandate dal “mare-sciallo T.” il quale poi, divenuto asses-sore, fu emulo di Attila contro le strut-ture che oggi vengono chiamate “BeniCulturali”.

In questo grigio periodo, non mi eroaccostato ai nuovi padroni come aveva-no fatto molti di quelli che prima sifacevano chiamare “camerati”. Per que-sto ero un sorvegliato speciale e fino adoggi, nelle diverse stanze.... sono con-siderato come persona ex, oppure unnostalgico del tempo che fu, con tutte leconseguenze morali e materialiimmaginabili.

Ciò nonostante, per la limpidezza ecoerenza del mio agire nell’ambito so-ciale (non politico) ho dovuto accettareper impegno (non per ambizione) di-verse cariche amministrative, fra cui danotare quella di Presidente dell’ospe-dale; di Governatore della Confraterni-ta della Misericordia (sei anni); di Com-missario della Sezione ex Combattenti(due volte); di Consigliere della Fede-razione Provinciale dell’Artigianato edinfine una lunga militanza direttivanella Conferenza di S. Vincenzo dePaoli.

A onore di queste spontanee attivitàsociali, ho ricevuto due medaglie d’oroal merito. La prima di queste mi fuofferta dall’industriale Soldini, anche anome dei circa trecento operai per atte-stare ricono-scenza al fat-to di averdato inizioalla C.I.S.A.,l’ industr iache per circatrentacinqueanni rappre-sentò il car-dine del-l’economiaanghiarese.

Una cultura popolare

Frequentai le prime tre classi ele-mentari con qualche difficoltà, mi sen-tivo a disagio nel grigiore dell’aula,dove le poche cose davano un senso dipena.

Era grigia anche la maestra, unfragile essere, sbattuto qua dalla lonta-na Cremona per via dell’avvicenda-mento culturale linguisticointerregionale d’Italia.

Ricordo la sua crocchietta di capelligrigi, posta al centro della testa e alcu-ne “biette” oscillanti dalla nuca che misfioravano il viso quando si chinava sudi me per insegnarmi a fare le aste.

Fra me e lei non c’era alcuna simpa-tia; subivo il suo atteggiamento aspro epunitivo. Mi fece ripetere la prima e laterza classe. Uscito che fui dal suociclo, avvenne il miracolo, che in segui-to, ripensandoci chiamai il miorinascimento; tant’è che durante laquinta e la sesta ero alla pari con icapofila della classe.

Dell’ultimo periodo scolastico ram-mento la preferenza che davo ad alcunematerie, cioè geografia, scienze e storiaantica. Ciò dipendeva dal fatto che eroun avido lettore extra-scolastico. Aquattordici anni avevo già letto, spessoa lume di candela, molti volumi dellalocale biblioteca popolare. Oltre ai ro-manzi storici, prestavo attenzione aquelli che trattavano gli argomenti ge-nerali della cultura.

Il guaio era che leggevo, leggevo,solo per avidità di conoscenza, ma sen-za metodo; tuttavia memorizzavo no-zioni disparate di molte cose, che poinei momenti utili di ricerca, mi ritorna-vano alla mente.

Prima di arrivare agli anni più ma-turi, avevo avuto alcune occasioni discrivere su argomenti che, anche se dilimitata importanza, furono per me si-gnificativi.

Il primo episodio ebbe luogo quan-do detti gli esami di ammissione alla VIclasse elementare. Avvenne che, finitoper primo il compito-racconto uscii dallascuola e mi recai a “bottega” a lavorare,ma, a fine scrutinio, gli esaminatori micercarono per tornare in aula, perché fossipresente alla rilettura del mio compito.

Alcuni anni doposuccesse un fatto ana-logo alla scuola aero-nautica di Capua, dovemi vennero a ricerca-re per farmi assisterealla rilettura di uncompito-esame di am-missione: ero risulta-to primo fra icentoventi concorren-ti.

Ma il fatto più ri-levante mi capitò a Palermo dove eromilitare e fui convocato al Comando diCorpo d’Armata, assieme ad ottantainviati da altrettante compagnie, persostenere un esame per addetto scrittu-rale presso l’Ufficio pratiche Ufficiali.Risultai il primo, nonostante che ilsuccesso non mi interessasse. Non an-dai ad occupare quel posto perché ilcapitano non volle privarsi della miacollaborazione.

Fu ugualmente interessante quellalettera che scrissi, per conto di un ami-co artigiano, al presidente di una mo-stra internazionale che si teneva a Pari-gi, dove illustravo pregi e qualità del-l’oggetto esposto. A presiedere quellamostra era il Presidente della Repubbli-ca Francese, il quale rispose alla letteracon il suo personale apprezzamento,concedendo al mio amico la medagliad’oro.

Ho rievocato questi piccoli episodiletterari per chiarire le opache opinionidi alcuni critici (pochi in verità), cheperò hanno giustificato la latitanza de-gli organi decisionali, responsabili del-la valorizzazione dei nostri beni cultu-rali “ingenti” senza alcuna forzaturadel termine. Non saranno i figli, masicuramente i nipoti o pronipoti a chie-dersi il perché di tanta indifferenza.

Il mio “credo”

Quando nacqui mio padre non volleche fossi battezzato, si limitò a denun-ciare la mia nascita col nome di “Avan-ti”; egli era socialista, massimalista eateo.

Mia madre, che non condividevatali posizioni estremiste, mi fece bat-tezzare di nascosto e iscrivere nel regi-

Page 29: 2002-6 Oratorio di Anghiari

29

stro della parrocchia col nome di“Gino”.

La morte di mio padre avvenutadopo quattro anni e mezzo, pose fine aquella situazione ambigua, ma la miaeducazione religiosa non fu curata af-fatto. Mia madre infatti era una creden-te non praticante: era troppo impegnatanella casa, con i figli e con l’osteria cheera aperta dall’alba alle undici di sera.Non c’era il giorno di chiusura settima-nale e neppure le ferie.

Tirai avanti con le mie povere co-gnizioni dei principi fondamentali del-la dottrina cristiana fino all’età matura.Poi successe un fatto determinante chemi mise a tu per tu con il mondo del-l’anima, con la quale dialogai dura-mente per un tempo indefinito e distac-cato dalla realtà.

Il tre ottobre del 1938 fui assalitonella notte da una improvvisa e altissi-ma febbre che mi tenne sospeso fra lavita e la morte per diciassette giorni, gliultimi sette in coma.

A intervalli ricuperavo il solo usodella mente. Durante quei brevi mo-menti, vedevo avvicinarsi l’ora del tra-passo, per il quale non sentivo alcuntimore o rammarico.

In seguito ho attribuito questa resapacifica all’ineluttabile, al fatto chedurante i lunghi periodi di smarrimen-to, il pensiero espresso dalla facoltàmnemonica, aveva lasciato spazio aimisteriosi aneliti dello spirito, che siera affacciato all’orlo d’una spirale or-rida, spaventosa, popolata di immaginigrottesche.

Ricordo il mio estremo pensiero aDio, al quale riconoscevo la totale pote-stà; ricordo pure quella sensazione cheprovai dopo aver superato quella tre-menda crisi patologica. Mi pareva diaver cancellato tutto il tran tran dellavita precedente e ritrovarmi all’iniziodi una nuova. Da questo fatto accaduto-mi, ho recepito la visione “eccelsa” (semi è consentita l’espressione) di undisegno “Superiore”, mercé il quale iodovevo scampare, oltre al grave trava-glio sopra descritto, anche ad altre si-tuazioni mortali accadutemi che nonsto a descrivere. Io dovevo vivere.

Le ragioni le ho immaginate con uncerto arbitrio, associando la ragione

u m a -na aquellad i v i -na: ri-salirea miopadrea t e o ,p e rgiungere al figlio (ego) che doveva inun certo modo riscattarlo.

Se questo fosse vero, non so quantoci sia riuscito, anche perché nel temposuccessivo non ho mai avuto presentequesta missione, infatti sono vissutonella media dei mortali: con pochi pre-gi e molti difetti.

Di certo c’è il fatto che ho semprereso testimonianza alla Maestà Divina,e non ho trascurato l’occasione di capi-re i contenuti dei testi sacri, per trovarele ragioni della fede e uscire dallo statod’ignoranza iniziale.

10-4-1997

Nell'altra pagina. In alto: una foto eseguita in occasione delle feste del 3 maggio forsedel 1928. È una foto eseguita senza negativo con quelle grosse macchine appoggiate sucavalletti che i fotografi ambulanti facevano in occasione di feste. Dopo aver scattato la

foto mettevano le mani dentro quella "Scatola" di legno e... dopo pochi minutine usciva la stampa già pronta. In quella occasione si era “piazzato” dietro leLogge, vicino alla fontana. Nella foto sono rappresentati: Chieli Carlo,Poggini Angiolino (Vestrino), Ceppodomo Gino. In basso: Gino sulle mura,anno 1932.In questa pagina. In alto l'anniversario di matrimonio nell'anno 1964 celebrato dadon Nilo nella chiesa di Santo Stefano, non ancora restaurata. In basso una fotosignificativa della vita di Gino in occasione di una ricorrenza al calzaturificioistallato al “Conventone” quello che avrebbe dato inizio alla C.I.S.A. Si possonoriconoscere: Procelli Tina, Pernici Falsetti Maria, Bartolini Paci Marianna, PaciAssunta, bambina Loredana Bruschi sorella della moglie di Aldo Bartolomei, cittadella Fulvia Magrini Rosina, Calli Romana, Lapini Piera, Ceppodomo Gino.Davanti: Rossi Tullio, Comanducci Santino, Dragoni Ernesto (Ernestino), Paci Ivo,uno girato, Franchini Giovan Battista, Matteucci Niviano, Comanducci Nevio.

La settimanasi vede proprio nerodopo la visitafatta la Cimitero

Altri tre mortidue uomini e una donnami sembra a meche a tutti morte affonda

Prima il Nello Senesidetto ad Anghiari Ideaper la sua famigliadolore quella vera

Prima il figlioed ora anche il padrela più desolatarimane la cara Ave

La figlia al fiancole farà coraggioduro sarà levarsidi dosso questo oltraggio

Poi c’è il nostrocaro Musichiereché della Scampanataè stato il suo erede

Lascia la mogliecon tanti cari figliper la sua giovane etàpoteva dare consigli

Un’altra vittimadi questa triste storiac’è pure la mortedella Rossi Vittoria

Tre Anghiaresidi questo diletto paesema tutti e trela morte se le prese

Ormai c’è affannodolore e tanto dannoma nella vitaqualcosa è tiranno

La morte cercain tutte le direzionie giunta l’orapropensa le sue azioni

A queste famiglieprovate dal doloreci sia l’affettoper colui che stava a cuore

Si sa la vitaè tutta una tendenzacosì per tuttila strada è in pendenza

Nessuno sgarraa prendere un’altra viasolo la morteraddrizza anche la mia:

La lista dei morti Anghiaresi si allungadi Armando Zanchi

Page 30: 2002-6 Oratorio di Anghiari

30

Fatti di casa nostraovvero la pagina di Walter Del Sere

Ciao Vené

Il 3 novembre del1992 dopo una breve ecrudele malattia mori-va a Milano all’età di57 anni lo scrittore,giornalista, CittadinoOnorario di Anghiari,Gian Franco Vené. Iltempo che passa ci ri-corda che sono passati10 anni. Tra gli anni 70e 80, grazie alla sua in-telligenza ed all’intui-zione del Sindaco Fran-co Talozzi, che ne fu

amico fraterno, Anghiari si conquistò una invidiata visibilitàa livello nazionale con il Premio Internazionale di CulturaCittà di Anghiari inventato dallo stesso Vené. Siamo statifortunati a vivere quegli anni noi allora giovani abitanti delpaese che, all’incirca ogni 2 settimane, grazie alle attivitàcollaterali del Premio, avevamo l’opportunità di confrontar-ci a viso aperto con i maggiori personaggi della politica,società e costume d’Italia.

Conobbi Vené nel lontano 1975 quando a bordo di unaspider di marca anglosassone arrivò a Sorci qui portatodall’amico fotografo Duilio Pallottelli. Noi lavoravamo nel-l’azienda agricola di Primetto a raccogliere patate e all’oradi pranzo incontravamo Vené il quale ci raccontava della suaavventurosa intervista a Gheddafi, dei reportage dal Vietnam,del Laos, della Cambogia. Musica per le nostre orecchie. Dalì, grazie anche alla mia personale amicizia e più con lafamiglia del Talozzi, si sviluppò tra noi un’intesa e unlegame forte.

Per un verso o per l’altro siamo in tanti a dovere qualcosaa Gian Franco Vené. Uno dei tanti regali che ci ha fatto è statala scrittura di testi teatrali che avevano come soggetto ipersonaggi che nei secoli hanno segnato la storia della nostra

cittadina: da “Baldaccio d’Anghiari Storia e Leggenda di uncapitano di Ventura” ad “Antonio d’Anghiari Maestro dicolore”.

Anche Saverio Tutino, ideatore del fortunato PremioDiari, scoprì la Valle Tiberina grazie a Vené che lo invitò adAnghiari per un dibattito su Cuba e Fidel Castro.

Un grande Anghiarese quale è stato Loris Babbini, glisvelò i segreti dell’Archivio Storico Comunale: una veraminiera d’oro per Vené che da lì aveva avuto l’idea perscrivere un libro su duemila anni di vita italiana vistaattraverso le vicende accadute in un piccolo paese toscano. Iltitolo al quale pensava era “Un milione di giorni”. Di quellamonumentale opera incompiuta non ne sappiamo più nulla.Per Vené, che aveva raggiunto il successo editoriale con“Mille lire al mese”, “Vola colomba” e “Coprifuoco”, unatrilogia sulla vita quotidiana degli italiani dal 1920 al 1960,quell’ultima opera doveva rappresentare la definitiva consa-crazione tra i migliori scrittori d’Italia. Vené volle che fossiil testimone alle sue nozze con l’amatissima Federica. Ades-so, tutti e 2 giacciono insieme nel Cimitero di Anghiari doveanche Federica (morta pochi anni dopo) riposa per l’eternitàassieme al marito.

Tante cose non sarebbero successe.È stato l’unico milanese (pur di adozione visto che era

nato a Monfalcone ma aveva vissuto tanti anni in Liguria) aconquistare metaforicamente Anghiari. Dove non riuscì ilCondottiero Niccolò Piccinino a capo delle milizie del Vi-sconti quel 29 giugno del 1440 nel corso della Battagliad’Anghiari, era riuscito un gior-nalista “amarcord” che avevascoperto questo borgo della mar-ca toscana nel 1977 e qui si eracomprato la casa dove avrebbevoluto trascorrere la vecchiaia.Non c’è riuscito. Ma noi lo pen-siamo lo stesso tra i vicoli diAnghiari con la pipa fumante ela macchina da scrivere, intentoa finire la sua storia del mondo.Ciao Vené.

Bringoli per tutti

Un pubblico da record ha salutato la Festa dei Bringoli e di San Martino, tenutasi “sotto le Logge” per il ventiduesimoanno consecutivo. Specialmente nel pomeriggio della domenica tantissime persone sono arrivate ad Anghiari per rendereomaggio alla tradizionale festa organizzata dalla Pro Loco. La giornata era iniziata con la “Bringolata in Mountain Bike”che ha visto 140 ciclisti percorrere sentieri di campagna prima di giungere a gustarsi il tipico piatto della cucina anghiarese.Nel pomeriggio applausi scroscianti alla Banda paesana che si è esibita in un brillante repertorio musicale. All’ex Conventodella Croce buona affluenza alla mostra micologica come per la lotteria a premi organizzata dai commercianti per finanziaregli addobbi natalizi. Intanto agli stand gastronomici i volontari della Pro Loco avevano il loro bel da fare per soddisfare ipalati di così tante persone giunte per farsi una sana e robusta merenda con il classico brustichino, salsicce, castagne arrostoe vino novello, visto che “per San Martino si chiude la botte del buon vino”.

Ma la vera attrattiva, e non poteva essere altrimenti, sono stati i Bringoli conditi con sugo ai funghi o ragù, dei quali nesono stati venduti non meno di 10 quintali. E questo dato la dice tutta su quanta gente ha scelto la Galleria intitolata aGirolamo Magi per passare un pomeriggio all’insegna della sagra paesana: niente di più, niente di meno.

Page 31: 2002-6 Oratorio di Anghiari

31

CRONACHETTAdei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenutiad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Settembre 2002

Mercoledì 4. Stamani è arrivato il circo alla Stazione.

Giovedì 5. Stamani ho visto Piero sotto il portico della Croce.Qualunque sia la stagione lui si gode il panorama da quel

posto privilegiato.

Mercoledì 11. Oggi è morta Maria Dina Giornelli di anni 82.

Abitava al “Topo” ma per molti anni aveva abitato a “Trom-

bone” ed era la zia del fotografo Valentino.Giovedì 12. Oggi è morta Livia Rosadi vedova Capacci di

anni 91. Livia abitava verso l’Infrantoio ma era originaria

del Ponte.

Venerdì 13. Avevo detto ad Agonia che mettesse a posto lospecchio all’Infrantoio ma ancora non l’ha fatto.

Sabato 14. Oggi è morto Settimio Secondini di anni 86.

Abitava all’Infrantoio ma era originario di Pistrino.

Giovedì 19. Oggi è morta Rina Rubbiani vedova Corazzini

di anni 82. Rina abitava alla Casanova.

Mercoledì 23. Oggi è nata Gaia Leprai di Sauro e Paola Casi.La sua famiglia abita nelle prime case di San Leo.

Martedì 24. Oggi in Propositura hanno montato l’impalca-

tura per il restauro della Cena del Sogliani.

Mercoledì 25. Verso le 8,30 ha piovuto un poco ma ormai ibanchi avevano aperto però verso le dieci ha cominciato a

piovere forte e ha messo in difficoltà i commercianti. A

“buio” con Michele siamo passati da Francesco Iacopucci e

la sua mamma ci ha dato due “farinate”.

Venerdì 27. Stamani col Pari e col Mafucci siamo andati allaFiera del Ranco al Ponte del Presale. E la sera con mio figlio

sono andato all’inaugurazione della Mostra sul Puligo a

Firenze.

Sabato 28. Oggi è morto Sirio Pierantoni di anni 84. Abitavasopra la bottega di Marcellino e tutti lo ricordano per il banco

di merceria de “Gigi Nero” gestito dalla sua famiglia.

Lunedì 30. Oggi è morto Nello Mazzoni di anni 62. Nello

abitava a Barliano.

Ottobre 2002

Martedì 1. Stamani verso le dieci ero al forno a prendere ilpane quando è passata un’ambulanza che s’era fatta maleuna ragazza alla Scuola d’Arte (niente di grave!).Mercoledì 6. Oggi è morto Igino Caporali di anni 88. Iginoabitava al Bagnolo, anzi alla Gualchiera.- Oggi è morto anche Lea Pieracci in Torelli di anni 63. Leaabitava a Campodazzi, dopo Viaio.Sabato 12. Oggi è nata Noemy Ghignoni di Riccardo eCinzia Giorni. La sua famiglia abita vicino alla Polveriera.- Oggi è morta Eugenia Acquisti vedova Lacrimini di anni83. Eugenia, la mamma del postino “Baffo”, abitava allaPolveriera, era originaria di “Catorcio ma per tanti anni haabitato a Sant’Antonio.Lunedì 14. Stamani è passato a trovarci mio zio Fernando diFrancia che erano tre anni che non ritornava e ci ha fatto unabella sorpresa.Mercoledì 16. Stasera mentre andavo al Borgo, alla Maestà,ho visto la Rosa “de Cicciotto” con un paniere di erba medicaper i suoi conigli.Sabato 19. Oggi è nato Lorenzo Maggini di Claudio ePatrizia Cangi. Il suo babbo è originario del Ponte alla Piera.Lunedì 21. Oggi è morta Franca Bagnoli vedova Valbonettidi anni 55. Franca abitava a Maccarino e tutti la ricordanoper la passione e l’impegno del suo insegnamento all’Istitutod’Arte di Anghiari.- Oggi è morta Fiorinda Madiai vedova Giovagnoli di anni94. Fiorinda abitava per il Borgo della Croce, dopo i “Fabbri”ed era la figlia del “Pecoraino”, il poeta di Monte.- Oggi è morto Angiolo Bartolini di anni 78. Angiolo abitavavicino alla Fornace Vagnetti per la via di Tavernelle.Venerdì 25. Oggi è morta Bianca Origeni di anni 92. Biancaabitava per la via della Libbia ma per tantissimi anni, con lasua famiglia, ha abitato al “Conventone” del Borgo dellaCroce.Domenica 27. Stamani ho dormito un po’ di più che c’eral’ora solareMartedì 29. Stamani un’autobotte è caduta sul campo di“Cicciotto”, vicino al vecchio cimitero di S. Stefano.- Oggi è morto Gino Ruggeri di anni 91. Abitava al Molin delCaccia.Mercoledì 30. Stamani sono andato a vedere il mercato dellecastagne ma non c’era nessuno.Giovedì 31. Oggi ho visto Nèno, il fratello di Gastone, cheritornava a casa con la zappa in spalla.

PresepiCome avrete letto nelle altre pagine del giornale, si stanno preparando nelle varie chiese dei bellissmi presepi.Non ci rimane che invitare tutte le famiglie a realizzare anche in casa un presepe nel ricordo del santo poverello,Francesco, che per primo lo realizzò a Greccio.Da segnalare infine che verranno realizzati altri presepi nella chiesa della Maddalena nel Borgo della Croce,nella chiesa della Croce e alla Badia dove si pensa di utilizzare delle tecniche particolari. I gruppi sono già allavoro e vedremo senz'altro dei buoni risultati.

Page 32: 2002-6 Oratorio di Anghiari

32

Questo giornale lo potrete trovate su InternetSiamo ospiti nello spazio della Banca di Anghiari e Stia:

www.bancadianghiariestia.itLi potrete trovare il collegamento con il nostro giornale oppure andarcidirettamente: www.bancadianghiariestia.it/oratorio/index.html

Scrivete a: [email protected] i vostri scritti Oratorio di Anghiari - 52031 ANGHIARI