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Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI N. 3 GIUGNO - LUGLIO 2011 Contiene inserto redazionale

2011-3 Oratorio di Anghiari

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N. 3 GIUGNO - LUGLIO 2011 Con tien e PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI P o s te I ta li a n e S .p .A . - S p e d . in A .P . D .L . 3 5 3 /2 0 0 3 ( c o n v . in L . 2 7 /0 2 /2 0 0 4 n ° 4 6 ) a r t. 1 , c o m m a 2 , D C B /5 2 /2 0 0 4 - A R E Z Z O - T a r if f a p a g a ta - T a x e p e r ç u e

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Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHIN. 3 GIUGNO - LUGLIO 2011

Contiene

inserto redazionale

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L'ORATORIO DI ANGHIARI - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçueAnno XLIV - Periodico del Vicariato di Anghiari e Monterchi. Con approvazione della Curia di ArezzoAut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Enzo Papi - Stampa: Grafiche Borgo, Sansepolcro.Redazione:donmarcosalvienzopapimariodelpiaalessandrobivignanistefanobigiarinimonicaredenti.

l'editoriale di enzo papi

Pasqua 2011: Andiamo a Betania

Monotoniadi Franca Ciucoli

La monotoniadel viver quotidianouccide la creatività,la vivacità dell’allegriacede il passo all’apatiae il silenzio diventarifugio predilettodella malinconia.

Grafiche Borgo

Si sa, l'Oratorio vive dell'aiuto che voi lettori ci date.

Ma vive anche della collaborazione fattiva dove il giornale viene composto e stampato, cioè dalle Grafiche Borgo di Santa Fiora.

Il nostro periodico è giunto, con il 2011, al quarantaquattresimo anno di vita e per molti di essi ci siamo avvalsi dell'opera di questa azienda editoriale e, con loro, speriamo anche noi di essere cresciuti nel vostro consenso.

Questo numero, come ricordiamo in altra pagina, è stato stampato gratuitamente dalle Grafiche Borgo che con questo gesto intendono dare un supporto economico ad una iniziativa nella quale anch'essi credono.

Grazie!

In copertina: Il chiostro del Santuario del Carmine. Una volta questo era un Convento Francescano e la località si chiamava Combarbio. Proprio qui la Vergine, l'11 luglio del 1536, apparve alla giovane Marietta.

Successivamente, non molto tempo dopo, il complesso venne gestito dai Carmelitani della Congregazione di Mantova e, proprio da loro, il nome del luogo si è mutato in Carmine.

Il 5 giugno di quest'anno cade la Festa dell'Ascensione e in luglio, l'11 e il 16, si ricordano altre due ricorrenze (vedi pag 32).

Don Marco a Vézelay, nell’alta Borgogna, con un gruppetto di amici? Certo, alla basilica della Madelaine! Santuario illustre per la fede -qui si sono accalcate folle di pellegrini-, luogo importante per la storia -qui S.

Bernardo ha predicato la 2° crociata infiammando gli animi di tanti-, sito bellissimo per l’arte –qui la scultura romanica ha raggiunto una delle sue stagioni più alte.

Un luogo di eccellenza, insomma; mille e passa chilometri dalla nostra valle. Una smacchinata rapida e intensa verso le reliquie della Maddalena per sottolineare, con un gesto itinerante, la Pasqua 2011 appena trascorsa. Non è forse la Maddalena la prima persona che ha visto Gesù Risorto? Non è lei che ha portato per prima la notizia agli apostoli?

Il santuario di Vezélay come il santuario degli amici di Gesù! I testimoni della Resurrezione, la famiglia di Betania. Per l’appunto l’Alta Borgogna presenta un numero importante di santuari intestati ai fratelli della settimana santa: Marta, colei che si affanna per servire Gesù e i suoi compagni quando scendono a casa sua, Maria, al contrario, che si siede per bere le parole del Salvatore, suscitando anche l’irritazione della sorella, Lazzaro il resuscitato dopo il terzo giorno: forse già puzza, si lamentano le donne quando Gesù dice di aprire la tomba!

A Vézelay la Maddalena, dunque! La suora laica del book shop -la figlioletta, dietro il banco con lei, si sente importante per il colloquio della madre con questi italiani- appartiene ad un ordine nuovo -femminile, maschile e laico, Les Fraternités Monastiques de Jerusalem- che fa servizio pastorale e di accoglienza dei pellegrini presso il santuario della Madelaine. Ci dà una notizia importante: la Francia, la laicissima Francia, è la Béthanie de l’Occident, perché è stata il campo di evangelizzazione della famiglia di Betania, i fratelli amici e ospiti di Gesù.

* * *

La Francia sa di essere la Betania d’Occidente? Non credo proprio, ma non importa. L’importante infatti è che nella suora del bookshop questa coscienza sia chiara e la trasmetta con assoluta certezza e tranquilla serenità.

Il volto è aperto, chiaro, ancora giovanile; la figlioletta, alla sua destra, si aggrappa all’avambraccio come a dire ‘ci sono anch’io, guardatemi!’. Mi torna in mente un’affermazione famosa di Solgenitsin, che mi ha sempre colpito e conosco ormai a memoria: Basta che nel villaggio ci sia un giusto! Grazie a lui il villaggio è salvo!

Usciamo dalla metafora: pensiamo alla condizione spirituale della nostra civiltà; se non ci fosse anche solo un giusto cosa sarebbe di noi? Riscopro l’importanza del giusto che vive di Dio proprio sotto il grande portico sulla facciata della basilica di Vézelay; proprio qui dove hanno bivaccato e dormito chi sa quante migliaia di pellegrini, di poveri di Dio, di crociati entusiasti, di popolo esausto che è venuto e viene dal santo per impetrare aiuto, misericordia, benedizione.Mi tornano in mente quei giovani che su, per l’unica via lungo la quale si allunga il villaggio di Vèzelay, ciondolano senza meta e quasi a perder tempo. Non giovani qualsiasi! Tratto distintivo? Vesti normali, ma ciabatte ai piedi, anche solo infradito. Evidente: pellegrini venuti sin qui a piedi, che, per riposo, girellano per il paese; una delle Betanie di Francia! Gente che è tornata a Betania! Poveri di Dio e cercatori di Dio: segni di una nuova primavera dello spirito? Un tratto distintivo, anche qui, è evidente: decisione nella scelta per Dio. Chi era la donna del bookshop prima di farsi suora laica? Scelta condivisa anche dal marito? Chi sa! E perché quei giovani si son messi per strada, invece di fare lo struscio come tutti? Cosa cercano? Ancora un tratto distintivo: una scelta coraggiosa che lascia la comodità e non si spaventa davanti alla fatica; come i crociati di S. Bernardo, ma 800 anni dopo…

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Le omelie di don Marcotenute nella chiesa di Santo Stefano ad Anghiari

La cacciata dei mercanti dal Tempio

Di solito Gesù è mite, accogliente con tutti, non gliene frega niente

se incontra una prostituta o un pubblicano, non sta attento alle convenzioni, è uno che accetta anche in una maniera grande la fragilità e la debolezza umana e l’abbraccia.

Qui però rivela un volto strano, arrabbiato, incavolato. E proprio il fare una cordicella di funi, fare una frusta e cominciare a menare a destra e a manca che ce lo rivela. Strana questa figura di Gesù!

Che cosa succedeva nel tempio, cerchiamo di capirlo. Di fronte a Dio non ci si poteva recare a mani vuote. “Non ti presenterai, dice il Detereunomio, di fronte a Dio con mani vuote.” Allora tutta la gente che andava al tempio portava qualcosa da sacrificare a Dio, da offrire a Dio. Sacrificare quindi: cioè i poveri portavano due colombe, i ricchi le pecore o un bue, o chi non aveva gli animali portava al tesoro del Tempio le monete, il denaro. Però non si poteva mettere il denaro nel Tempio dove nelle monete c’era l’effige umana perché Dio non voleva altre effigi oltre la sua. “Adorerai solo lui!” E allora c’erano i cambiamonete; nell’atrio del tempio c’erano tanti banchetti di cambiamonete, controllati dai sacerdoti del Tempio (anche questo è importante) che cambiavano queste monete: cioè ritiravano la moneta con l’effigie, non so dell’imperatore, e davano altre monete che potevano essere gettate nel Tempio.

Gesù, di fronte a tutto questo mercato, quelli che vendevano le colombe, quelli che cambiavano le monete, cos’è che fa, prende la frusta e comincia a menare. Strano questo. Che cos’è che ci vuol dire. Ci vuol dire che Gesù combatte il formalismo della legge, provate a pensare a questa gente che si sentiva giustificata, io vado da Dio e gli porto una colomba e gli porto dei soldi; io sono giustificato da Dio, io sono salvato da Dio. Gesù non accetta questa mercificazione del rapporto con Dio. Chiede, Gesù, che di fronte a Dio non gli vengano portati animali, soldi o quant’altro, ma che gli venga portato il cuore dell’uomo che è la persona da sacrificare, da offrire.

La parola sacrificio (dal latino=sacrum facere) che significa rendere sacro quello che hai, significa che

prima ancora che qualcosa di esterno di te c’è bisogno di render sacrificio con il tuo cuore, è la tua persona che interessa Dio; non i buoi, non le pecore, né i soldi. A Dio gli interessa il tuo cuore e la tua vita. Render lode a Dio, presentarsi a Dio senza la propria vita fa arrabbiare Gesù.

Vedeva il formalismo di questa gente che andava di fronte a Dio, gettava i soldi, più ne gettava più si sentiva giustificata e si arrabbia, si arrabbia; perché a lui gli interessa il cuore dell’uomo, gli interessa la persona.

E noi nella nostra fede siamo chiamati a offrire a Dio il proprio cuore, l’intimo di noi; sacrum facere, rendere sacra la nostra vita. È un invito che viene rivolto anche a noi. Un invito che ci coglie anche a noi. È Dio che vuole te e non altro di te. Per questo nel periodo della Quaresima la conversione si rinnova ogni anno non tanto sulle cose concrete, anche se poi l’esito sono le cose concrete, la conversione prima di tutto è del tuo cuore e della tua persona.

Chiediamo allora proprio che la nostra fede non sia formalismo, non si attacchi a delle cose da fare ma soprattutto la nostra fede offra il proprio cuore a Dio perché tutto sia reso sacro, tutto sia “sacrum facere”.Nell’immagine in alto è raffigurata La cacciata dei mercanti dal tempio. L’affresco di Giotto si trova nella Cappella degli Scrovegni a Padova.

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CALENDARIO LITURGICO a cura di Franco Cristini

Mese di Giugno 2011 Mese di Luglio 2011

Mese dedicatoal Sacro Cuore di Gesù

2 giugno giovedì - Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni.3 giugno venerdì - Primo Venerdì del mese. Nella Pieve di Micciano, alle ore 20,30 S. Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza.Alle ore 21, presso il Santuario del Carmine, S. Messa con Adorazione.5 giugno domenica - Domenica VII di Pasqua. Ascensione. Festa al Santuario del Carmine ove verranno celebrate le S. Messe alle ore7, 8 , 9, 10 e 11,15. Nel pomeriggio benedizione dei bambini alle ore 16. Ultima Messa alle ore 18 in suffragio dei festarini e dei benefattori defunti. In Anghiari unica S. Messa alle ore 9,30 in Propositura.7 giungo martedì - Primo martedì del mese. In Propositura alle or 17 Ora di Guardia con recita del S. Rosario.11 giugno sabato - San Barnaba apostolo: fu compagno di San Paolo nel suo primo viaggio apostolico. Fu presente al Concilio di Gerusalemme. Ritornato in patria a Cipro vi predicò il Vangelo e vi morì.12 giugno domenica. Pentecoste. S. Messe secondo l’orario festivo. Sono trascorsi cinquanta giorni dalla Pasqua e lo Spirito Santo, dopo l’Ascensione del Signore, venne sui discepoli con la volontà e il potere di introdurre tutte le nazioni alla vita e alla rivelazione del Nuovo Testamento.13 giugno lunedì - S. Antonio di Padova sacerdote e dottore della Chiesa: nacque a Lisbona verso la fine del secolo XII. Morì a Padova nel 1231 dove è tuttora venerato.19 giugno domenica - Domenica XII del Tempo Ordinario. SS. Trinità. S. Messe secondo l’orario festivo.24 giugno venerdì - Natività di San Giovanni Battista: figlio di Elisabetta e di Zaccaria, una coppia sterile già avanti negli anni, è cugino di Gesù. Si ritirò ancora giovane nel deserto fino a quando non fu adulto; comparve allora sulle rive del Giordano vestito poveramente per predicare l’imminente avvento del Messia.26 giugno domenica - Domenica XIII del Tempo Ordinario. Corpus Domini. In Propositura alle ore 9,30 S. Messa, alle ore 11 in Propositura Messa solenne in occasione della Prima Comunione dei bambini della parrocchia. Al termine processione con il SS. Sacramento fino alla chiesa della Croce. Alle ore 18 S. Messa nella chiesa della Croce.29 giugno mercoledì - Ss. Pietro e Paolo apostoli: vengono festeggiati lo stesso giorno perché, come attestano alcune fonti, nel 67 d. C. furono entrambi a Roma dove furono incarcerati e giustiziati: Paolo per decapitazione, Pietro con la Crocifissione (la tradizione vuole a testa in giù). “Pietro, il primo degli apostolo e Paolo il maestro dei pagani ci insegnano la legge del Signore.”

1° luglio venerdì - Sacro Cuore di Gesù. Primo Venerdì del mese. Nella Pieve di Micciano, alle ore 20,30 S. Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza.Alle ore 21, presso il Santuario del Carmine, S. Messa con Adorazione.3 luglio domenica – Domenica XIV del Tempo Ordinario. San Tommaso apostolo. S. Messe secondo l’orario festivo.5 luglio martedì - Primo martedì del mese. In Propositura alle or 17 Ora di Guardia con recita del S. Rosario.7 luglio giovedì - Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni.10 luglio domenica – Domenica XV del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.11 luglio lunedì - San Benedetto da Norcia abate, patrono d’Europa. Anniversario dell’apparizione della Madonna al Combarbio, oggi Carmine. Alle ore 20,30 pellegrinaggio verso il Santuario del Carmine per partecipare alla S. Messa delle ore 21,30.16 luglio sabato - Beata Vergine Maria del Carmelo. Festa solenne al Carmine con S. Messa alle ore 21 e processione intorno al Santuario.Nei giorni 14 e 15 luglio, alle ore 21, preghiera comunitaria nel Santuario del Carmine.17 luglio domenica - Domenica XVI del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.22 luglio venerdì - S. Maria Maddalena: S. Messa delle ore 18 nella chiesa della Maddalena nel Borgo della Croce.24 luglio domenica - Domenica XVII del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.25 luglio lunedì - San Giacomo apostolo, detto il Maggiore. È venerato soprattutto in Spagna a Santiago de Compostela dove esiste la celebre basilica a lui dedicata.29 luglio venerdì - Santa Marta di Betania, sorella di Lazzaro e di Maria. A Betania ricevette Gesù come ospite, lo servì con delicatezza, con le sue preghiere ottenne la risurrezione di Lazzaro.

31 luglio domenica - Domenica XVIII del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.

Qui a sinistra la raffigurazione di Santa Maria Maddalena quando le appare per prima Gesù risorto.Si festeggia il 22 di luglio. Questa immagine si trova nella Cappella della Maddalena nel Borgo della Croce.

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S. MESSE FESTIVECELEBRATE NELLE CHIESEDEL VICARIATO DI ANGHIARI...

Ore 8,00 -PIEVE DI MICCIANOOre 8,30 -ANGHIARI: Chiesa di S. StefanoOre 9,00 -CENACOLO DI MONTAUTOOre 9,30 -ANGHIARI: Chiesa di ProposituraOre 10,00 -SANTUARIO DEL CARMINE “ -SAN LEO (sospesa per lavori) “ -TUBBIANOOre 11,00 -ANGHIARI: Chiesa di Propositura " -PIEVE DI MICCIANO " -PIEVE SOVARA " -TAVERNELLEOre 11,30 -VIAIOOre 12,00 -TOPPOLEOre 16,00 -PONTE ALLA PIERAOre 18,00 -ANGHIARI: Chiesa della Croce

... E DI MONTERCHI

Ore 8,45 San Michele Arc.lo a PadonchiaOre 9,30 S. Maria della Pace Le VilleOre 10,00 CHIESA della Madonna Bella PocaiaOre 11,15 San Simeone profeta a MonterchiOre 17 (ore 18 estivo) San Simeone a Monterchi

Ultima domenica del mese chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze ore 16 (ore 17 estivo).

MESSE PREFESTIVE:

Ore 16 (ore 17 estivo) TavernelleOre 16,00 (ore 18 estivo) Arcipretura Monterchi " Catigliano (ogni 15 giorni)Ore 17,00 Madonna Bella a PocaiaOre 18,00 Propositura Anghiari

FESTA DELLA FAMIGLIADomenica 19 giugno 2011

Centro parrocchiale di Tavernelle

Ore 11 S. Messa nel prato

Dalle ore 16 in poi:giochi per tutti e merenda

Ore 20: estrazione lotteria

Siamo tutti invitati

Primo venerdì del meseal Carmine

Ogni primo venerdì del mese, al Santuario del Carmine, S. Messa con adorazione alle ore 21.

A MiccianoOgni Primo Venerdì del meseper il Gruppo Uomini dei

Ritiri di Perseveranza

S. Messa alle ore 20,30

AvvisiMartedì 31 maggio

Madonna del Buon Consiglio

Conclusione del Mese Mariano con la processione e il Rosario nella chiesa di S. Agostino.

Appuntamento in Propositura per le ore 21.

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IL PALTERRE*: dove gli Anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo* Queste pagine possono essere lette dagli anghiaresi senza particolari prescrizioni. Per gli altri si consiglia moderazione.

La storia della mia cicatrice

Santa Chialli

Ricordo bene una cicatrice che ho in un ginocchio. Me la sono fatta, anzi, me l’ha fatta la mia mamma.

Il fatto avvenne così. A quei tempi, parlo di oltre ses-sant’anni fa, la mia famiglia stava alla Bernocca, l’unica casa dopo il giardinetto della Croce per la Via del carmine, e la mia mamma stava friggendo qualcosa sul fuoco. Non so se friggesse le polpette o i fiori di zucca, comunque aveva piaz-zato la padella sopra il fuoco ed il manico, le padelle allora avevano un manico lunghissimo per non bruciarsi, era ap-poggiato sopra una sedia.

Lei era impegnata nel preparare e girare il fritto nella pa-della e toglierlo prima che si bruciasse. Io invece mi ero mes-sa in testa di prendere proprio la sedia su cui era appoggiata la padella e probabilmente la stavo facendo lunga.

Mia madre prima mi brontolò diverse volte perché stassi al largo dalla padella e poi alla fine, visto che insistevo e non riusciva a farmi smettere, mi trasse un coltello con un bella punta che stava “adoprando”. Mi prese proprio in un ginoc-chio. Mi misi a piangere naturalmente perché mi scappava il sangue. Quando lei vide quello che era successo, mi ricordo che io feci uno strillo, si mise a piangere “pora” donna ma fortunatamente non era niente di grave, solo un po’ di san-gue.

E comunque la cicatrice, che allora si vedeva bene, ora è sbiadita ma ancora si può vedere.

In programmazione a Monterchi

Dal corrispondente M.R. - Sabato 23 luglio in piazza Umberto I, spettacolo con cena TUTTO IN PIAZZA, organizzato dalla Pro Loco di Monterchi, in collaborazione con La Compagnia d’Ercole.

Nei mesi di giugno, luglio e agosto anche quest’anno si terrà il MONTERCHI FESTIVAL, rassegna di mostre d’arte e concerti musicali con in cartellone diversi eventi che si svolgeranno in Piazza Umberto I, nel Museo della Madonna del Parto, nel Teatro comunale, nelle chiese di S. Michele Arc.lo a Padonchia, S. Simeone Profeta a Monterchi e nel Santuario della Madonna Bella a Pocaia.

Le marmellate

Adesso che di frutta ne abbiamo in abbondanzaA mio marito dispiace che molto spesso avanza.

Così per evitare che essa venga buttataMi dice: “Ho un’idea, prepara marmellata”Ed a me che dispiace dovergli dire di noMi metto giù e ogni giorno ne preparo un po’.

Di fichi per la Titty, di cotogne per meDi uva perché adesso tantissima ce n’è.

Di albicocche è speciale per fare la crostataPoi mele con susine è davvero pregiataDevo fare dei dolci come usano dalla DoraEcco anche le prugne, su via fammene ancora.

Ho trentadue barattoli di varie marmellateSon tutte belle e pronte, vanno solo mangiate.E adesso amore mio mi son proprio stancataNon mi chiedere ancora di farti marmellata.

Lela - Estate 2010

Giostra

In attesa della Tombola ad Anghiari, ogni tre di maggio, la piazza eleva un brusio sempre più crescente man mano che essa si riempie fino al silenzio composto, ma non assolu-to, quando si comincia l’estrazione dei numeri. Si discute, si ricordano gli anni passati, sempre più belli di quelli di oggi, e, fra le tante amenitudini, si ricorda volentieri la giostra coi cavalli che, immancabilmente, era presente in ogni festa di maggio nella piazza del teatro. E giù sospiri a non finire per un mondo che non tornerà.

E invece, con qualche giorno di ritardo, la giostra è torna-ta, sistemata nel Palterre di piazza Baldaccio.

Per ricordare Delfo

Lo scorso 28 febbraio è scomparso Delfo Meazzini. Aveva 88 anni e tutti lo ricordiamo nel suo negozio di orologeria aperto in Via Mazzini, il Terrato per gli Anghiaresi.

Per trovare le origini dell’attività commerciale, portata avanti da Delfo, bisogna però andare al 1895 quando il nonno Bernardo inizia la sua attività a Caroni di Caprese Michelangelo. Dopo l’apertura di un negozio a Pieve, Anghiari diventa il luogo di lavoro definitivo per oltre cinquant’anni.

La riparazione degli orologi e la sua perizia in questo campo gli hanno valso una meritata fama.

L’attività continua ancora oggi con il figlio, e siamo alla quarta generazione, come orologeria, oreficeria e gioielleria.

La moglie Italia e i figli Norma e Paolo volentieri lo ricordano a quanti lo hanno conosciuto e si sono avvalsi delle sue capacità lavorative.

I gigli

Lungo la Via Nova sono ancora rimaste delle piante di giglio, soprattutto nella zona del Ponte dei Sospiri. Queste piante furono messe a dimora, tanti anni fa, dal conosciutissimo Santin di Berto che per abbellire questa strada ne mise tantissime dalla Maestà delle Forche (oggi della Battaglia) fino alla Pineta. Tutto questo perché il giglio è il simbolo del nostro stemma comunale, concesso nel 1385 dai Fiorentini. Infatti quando scoppiò la guerra fra Milanesi e Fiorentini, sugli spalti delle mura di Anghiari sventolavano già le bandiere con impresso il giglio.

Non sarebbe male poter ricollocare, come allora, i gigli lungo la nostra strada di circonvallazione per dare il benvenuto ai turisti e agli ospiti che vengono nel nostro paese.

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...il Palterre ovvero Ridendo castigat mores

Auguri ErmidaGiovedì 5 maggio

festeggiata con tutti gli onori Ermida Bergamini che ha compiuto la bel-lezza di cento anni. Un bel record per il quale volentieri mandiamo i nostro auguri e, ne sia-mo certi, a noi si uniran-no tutti i nostri lettori.

Ermida era nata alle Trappole e poi è vissuta ai Caldesoni. Sposatasi

con Angelo Bracci si è spostata a Tavernelle ed ora vive con il figlio Alfiero e la sua famiglia nella casa dopo la Maestà della Battaglia.

Ancora auguri Ermida!

La vignetta di Scacciapensieri:Nomen omen!

Il mio caro, vecchio salvadanaio anni '50

Cinque Lire

Che emozione ritrovare cinque Lire nel mio vecchio salvadanaio. Ricordo quando ogni tanto lo “votavo”, mi dava delle soddisfazioni, comprando, con i miei risparmi, solo per me, delle piccole cose.

Per questo ho nostalgia della Lira. Gli avevo dedicato queste due righe.

Salvadanaio, salvadanaio bello.Tieni io ti regalo un altro soldarello,lo so che un Soldo è poca cosa,ma altri ne verrannocosì soldo a soldo le Lire fioriranno!

Forse sarò solo io che la penso così. L'euro mi ha molto delusa.

Maria Senesi

La strada è di tutti(ma non sempre)

È di tutti quando ci butto le cicche delle sigarette o una cartaccia, anche quando ci svuoto l'intero portacenere della macchina è sempre di tutti.

È di tutti quando ci porto il mio cane che lascia ricordini che io non penso nem-meno lontanamente di ripulire. Quando ci deposito delle cose mie per mesi e mesi o ci metto vasi di fiori o altre ammenni-coli è ancora di tutti (ma io lo faccio per abbellire!).

Poi ci butto, a volte letteralmente, il sacchetto delle immondizie, invece di portarlo ai cassonetti, e anche in quel caso è di tutti. E siccome sono una persona pulita al mattino prendo i miei tappeti e li scrollo bene bene fuori della finestra e se sto a pian terreno spazzo ben bene in casa o nel corridoio di ingresso e butto tutto in strada, tanto la strada è di tutti.

Quando però un bel giorno vedo anche una semplice cartaccia per terra e ancora la Paola di turno non è passata, allora la strada è del Comune che non pulisce e che non provvede, che poi in alcuni casi basterebbe raccattare quella semplice cartaccia e metterla nei cestini.

Ma veniamo ad un aspetto che mi preme dire. Con un po' di buona volontà, ognuno di noi può contribuire al decoro del paese tenendo pulito perlomeno nei paraggi di casa sua.

Questo non esime la pubblica am-ministrazione dall'organizzare al meglio la pulizia e l'ordine dell'intero territorio comunale ma, come si sa ma come è anche bene ribadire, la collaborazione dei cittadini non guasta.

Anghiarino Anghiarese

Il banditoredi Clèto

L'esperimento sembra riuscito. Anzi è riuscito. Il compito che fu di Pippo per anni e anni, passato poi degnamente a Corea, con qualche intermezzo mo-mentaneo e fugace di altri personaggi, peraltro meritori, ha finalmente trovato il successore idoneo.

Stiamo parlando, come alcuni di voi avranno intuito, del banditore dei numeri della tombola che si estrae in Anghiari il 3 maggio, feste del SS. Crocifisso e della Misericordia. Il Maschio, tal Bruno Leo-nardi dall'Intoppo, valente giustiziatore della Scampanata, è risultato del tutto idoneo a questo compito di responsabi-lità: annunciare a voce alta e tuonante i numeri estratti di volta in volta dall'urna e tenere a bada il popolo presente nella piazza di Anghiari che reclama numeri e ognuno dei presenti che vuole vincere i premi in palio.

Auguri a SilviaIl giorno 14 marzo Silvia Fornacini

si è laureata presso l’Università Alma Mater Studiorum di Bologna, Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali, Corso di Laurea Magistrale in Cooperazione Internazionale, Tutela dei Diritti Umani e dei Beni Etno-culturali nel Mediterraneo e in Euroasia.

Ha discusso la tesi dal titolo: “Il ruolo del turismo culturale e la candidatura di Ravenna a capitale europea della cultura 2019. Un progetto concreto.”

Relatore è stato il professor Giovanni Domenico Benenati.

A Silvia, che attualmente vive a Cesena, gli auguri dei familiari e di tutti gli Anghiaresi

Nonnidi Emmedipì

Qualche tempo fa ho fatto sapere ad Antoni, un amico di Kracovia (come leggerete molto saggio perché sono molte le primavere che ha potuto vedere), la bella notizia dell’arrivo, in dicembre, di mio nipote Giorgio. Della sua risposta vi trascrivo un brano che mi sembra de-scrivere molto bene i nonni di qualunque latitudine:...Come tutti sappiamo, i nonni sono una speciale generazione della popo-lazione. È molto pericoloso incontrare un nonno. Parla solamente del suo nipote!

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LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL’ARTEdi don Quinto Giorgini

La Chiese scomparse del Plebanato di SovaraLa cartina storico-geografica

CARTINA STORICO-GEOGRAFICA DEGLI EDIFICI SACRI ESISTENTI E SCOMPARSI NEL PIVIERE DI S. MARIA ANNUNZIATA ALLA SOVARA IN TERRITORIO DI ANGHIARI

Presentiamo una nostra ricostruzione della cartina topografica della Valle del Sovara in comune di Anghiari, con i nomi e l’ubicazione, talora approssimativa, di quasi tutte le circa trenta chiese che nel sec. XIV erano tenute al pagamento delle decime. Nello scorso secolo, fino al 1986, vi erano 12 chiese parrocchiali, altre due appartenenti ad ordini religiosi ed inoltre qualche oratorio. Attualmente le chiese parrocchiali sono 4 (Sovara, Tavernelle, Catigliano e Toppole). Queste ultime sono evidenziate con una croce dentro un quadrato; le chiese ex-parrocchiali, con una croce su un punto mentre le chiese, oratori e cappelle scomparse, con un semplice puntino. Una croce contenuta in un cerchio indica la “Madre vegliarda”, cioè la Pieve di S. Maria Annunziata. Un rettangolo con una croce ad X segnala la presenza di un cimitero.

Le uniche due chiese moderne risultano la cappella del S. Cuore al Bagnolo costruita nel 1954 e quella parrocchiale di Tavernelle del 1961.

Non siamo riusciti ad identificare il luogo esatto delle

restanti chiese scomparse, i cui nomi sono riportati nel citato Decimario del 1349: S. Angelo di Celle (“lib. XVI”), S. Giovanni “de Curtis” (“lib. XII”). “Ecclesia S. Roselli” (“lib. XII”), S. Pietro (“lib. XXX”) in località Valialle e Voltenana, infine l’“Ecclesia de Sorci Cotto” (“lib. IX”).

Concludiamo l’interessante ricerca su queste chiese dell’antica Pieve di Sovara, le quali presentano quasi tutte un alto valore storico ed artistico e soprattutto di fede per gli abitanti che le hanno frequentate durante la loro vita. Nessuna chiesa dovrebbe essere chiusa al culto per la mancanza di sacerdoti, infatti in ogni ex-parrocchia ci sono ancora cristiani di buona volontà disponibili a riunirsi per pregare insieme, ascoltare la Parola di Dio e recitare il S. Rosario, soprattutto nel mese mariano, i parroci, purtroppo, vi potranno celebrare la S. Messa soltanto alcune volte durante l’anno, specialmente nella festa del S. Titolare.Dal prossimo numero inizieremo a presentare un’altra pieve di questo territorio, quella di Micciano, con le sue chiese filiali.

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Va di moda fare jogging, spinning, fitness etc etc,... ma proviamo a fare anche un po' di ginnastica mentale. Voglio proporvi dei semplici problemini di logica dove non occorre nessuna particolare conoscenza matema-tica ma solo un po' di ragionamento, qualche minuto di riflessione e, naturalmente, la voglia di pensare per arrivare alla scoperta della soluzione.

Cecco è un bel ragazzo che vive a Selci Lama ed ha due fidanzate, una che vive a Città di Castello e

l'altra che vive a Sansepolcro.Cecco vuol bene a tutt'e due e non sa decidersi tanto

che, quando deve andarle a trovare, non sa scegliere da

chi andare e lascia decidere al caso; infatti quando arriva alla stazione per prendere il treno prende il primo treno che passa.

Sia il treno per Castello che quello per il Borgo pas-sano ogni 10 minuti, eppure Cecco, che esce di casa in orari sempre diversi e casuali, prendendo il primo treno che passa si ritrova 9 volte su 10 a casa della ragazza del Borgo.

Com'è possibile?

...per chi non trova la soluzione guardi nel prossimo numero.

QUESTO NUMERO È STATO OFFERTODALLE GRAFICHE BORGO

Nell’ambito della collaborazione delle Grafiche Borgo con l’attività editoriale della Parrocchia di Anghiari, volentieri segnaliamo che questo numero dell’Oratorio è stato da loro stampato del tutto gratuitamente.

Sono ormai diversi i decenni che la qualità della produzione di questa impresa editoriale viene utilizzata per le esigenze della parrocchia.

La loro esperienza e la loro tecnica ormai consolidata nella stampa tradizionale ma anche per esigenze le più disparate, ci da la sicura conferma della loro qualità.

Il nostro grazie sentito va ai dirigenti e alle maestranze delle Grafiche Borgo.

L’angolo sprizzacervellidi Marisa

Gran luogo storicoe vecchia trattoriala vita lungapiù lunga della mia

Tanti i padronilui à ereditatoper dare gustoad un buon palato

La vecchia Asssuntinacon Lea e Collacchionifurono certii primi promotori

Giorni di festae giorni di mercatoqui tanta gentein questo scantinato

Gente del postoo gente di campagnatutti a mangiarebuon piatto di lasagna

Altra Assuntacon Ottavio il Mozzodel Cantinonelo presero il posto

Tanta gentea fare colazionegioco alle cartegiocando a scopone

Grandi avventoriamanti del buon vinopoco mettevanoscolarsi un quartino

Il Cantinonedi nuovo ereditatoGrazia e Alighierolo hanno prelevato

Con Alighieroil rango fu elevatoe lì il pienonemai è mancato

Buona cucinaquella della Grazialei fu cuocama di vera razza

Verso il Natalesentivi lì suonaree tanta gentevenivano a ballare

Erano festetutte di famigliae si ballavapure la quadriglia

Passa il tempogli anni stanno passandoe come tuttile cose stanno cambiando

Anche ad Alighierola trattoria pesalascia il suo lavororestando in attesa

Altro ricambiocon Silvia e Gianniloro son giovanisapranno andare avanti:

La vecchia trattoria del CantinoneDi Armando Zanchi29 dicembre 1998

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Anghiari: piccole storieScritte a quattro mani da Cesare e Ivano

con i disegni di Monica RedentiIl guardiano del mercato

Angolo della Missionea cura di Franco Cristini

Dovere e impegno personale

Al Campo della Fiera, nella casetta con la Madonna, accanto al cancello, abitava il guardiano del mercato, Mario, con il fratello Cesare.

Un mercoledì la sveglia del guardiano non funzionò e il fratello, sentendo che i contadini erano arrivati con le loro bestie, prese la chiave che era attaccata in fondo alle scale e aprì il cancello introducendo il bestiame.

Nel frattempo il guardiano si era svegliato, si rese conto che tutto era cominciato senza di lui, afferrò il cappello con il distintivo del Comune e uscì di corsa urlando:

«In nome de la placca e del sinnacheto tutti fora dal merchèto. E tu, Cesare, fa la via!»

Voglio raccontare come il casuale incontro fra il dott. Cristini e il giovane Sciadini Alessandro, di ritorno dall'Afganistan, per una licenza di dieci giorni, può trasformarsi nella testimonianza di chi ha fatto una scelta diversa per dare aiuto e solidarietà a chi ha bisogno di tutto, da un aiuto materiale a un gesto di amicizia.

Alessandro aspettava fuori della stazione ferroviaria di Arezzo la corriera per rientrare ad Anghiari. Dopo i calorosi saluti il giovane ha parlato a lungo della sua presenza in Afganistan in una base italiana avanzata a sud-est del paese al confine con il Pakistan. Un luogo tutt’altro che tranquillo. Ha spiegato subito al “suo dottore” la sua presenza in stazione, dopo un viaggio con un aereo militare che dal lontano paese lo aveva portato ad Abu Dabi dove l’Italia ha una base e da qui aveva proseguito, via Egitto-Cairo, per Fiumicino a Roma.

Finalmente aveva respirato un’aria diversa, quasi l’aria di casa.

La sua divisa stazzonata ballava un po’ su un corpo molto magro che il giovane soldato ha attribuito a un disturbo generale dovuto a un virus che ha colpito “allo stomaco” il suo gruppo costringendo tutti indistintamente ad una dieta ferrea.

Il giovane ha risposto poi alle numerose domande parlando delle quotidiane ristrettezze alimentari in quanto il cibo, molto razionato, viene rifornito con gli elicotteri, che spesso sono oggetto di attacchi e non scendono a posare l’atteso carico. Ogni cosa è misurata, ogni momento della giornata è occupato dalle necessità di chi si aspetta un aiuto. Ma è proprio aiutare gli altri ciò che gratifica il nostro concittadino, gli fa accettare tutti i disagi di una vita con molte ristrettezze e limitazioni e gli fa dimenticare la lotta continua con un nemico invisibile, ovvero la sabbia che turbina nell’aria e crea difficoltà a tutti i livelli.

La serenità con cui Sciadini Alessandro raccontava la sua esperienza, che dura ormai da circa quattro anni, è una testimonianza di come la “carità” possa esprimersi in modo diverso, in luoghi a noi estranei per religioni, per abitudini, per cultura.

Il racconto del quotidiano impegno di Alessandro manifestava una partecipazione umana ai problemi di chi ha bisogno di aiuto che andava ben oltre a un’esperienza di lavoro, retribuito quanto si vuole, ma che non darebbe alcun risultato pratico se non fosse accompagnato da una sincera condivisione della vita di coloro che hanno bisogno di giovani come lui per superare dolori e disagi.

L’incontro con un giovane come Alessandro, barbuto come un talebano ma con un cuore tutto anghiarese, arricchisce chi lo ascolta parlare per i valori che si colgono dalla sua testimonianza e che ci fanno riflettere sulla presenza dei nostri soldati quando sono “veramente” impegnati in operazioni di pace in un paese che ormai da troppi anni non conosce più il significato di questa parola.

V.P.

La porta della felicitàMartedì 3 maggio, Festa della S. Croce e della Misericordia,

si sono ritrovati come consuetudine i sacerdoti dei “monti” per commemorare i loro confratelli defunti: don Nilo, don Vittorio e don Fabio. Con don Edero Onofri di Alfero-Riofreddo hanno concelebrato don Berardo Calvini di Capanne, don Arialdo Ruggeri di Ca' Raffaello e don Vittorio Quercioli di Sarsina. A suo tempo avevano costituito un valido coro e si aiutavano l’un l’altro in occasione delle ricorrenze parrocchiali. Don Arialdo, anche per ricordare quei tempi ahimè lontani, ha voluto accompagnare con l’organo la celebrazione della S. Messa delle ore 11 nella antica Badia di Anghiari.

Ma torniamo al titolo: don Edero mi ha fatto avere un foglio parrocchiale che viene pubblicato nella parrocchia di Alfero-Riofreddo dal titolo: La conca dell'Alferello (dal nome di un torrentello che passa in quelle zone).

Volentieri riporto una citazione del vescovo di Cesena-Sarsina che conclude un suo intervento, pubblicata proprio in questo numero:

«La porta della felicità non si apre verso l'interno» (S. Kierkegaard)

E i complimenti vanno a don Edero e ai suoi collaboratori che si impegnano nella pubblicazione e nella diffusione di questo periodico.

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Presente a Firenze al Concorso di idee “Scenari di Innovazione”

Il Liceo Artistico si fa onoreP i e n o

s u c c e s s o della scuola anghiarese alla settima edizione di “ S c e n a r i di Innova-z i o n e ” , c o n c o r s o di idee per la proget-tazione di

oggettistica e complementi di arredo. Organizzato come sempre da ARTEX, il Centro per l’Artigianato Artistico e Tradizionale della Toscana, in collaborazione con CNA e Confartigianato Imprese Toscana, con le stesse Associazioni di Categoria provinciali e con il contributo determinante della Regione Toscana, era rivolto alle scuole ed agli istituti ed università italiane ad orientamento artistico progettuale.

Centinaia gli elaborati progettuali presentati entro i termini previsti (382 per la precisione), provenienti da 28 scuole di tutta Italia, tra Medie Superiori di secondo grado ed Università ad indirizzo artistico progettuali e corredati dalle relative tavole tecniche e fotografie.

Il Liceo Artistico di Anghiari, per l’arte del legno ed il restauro del mobile antico, con le nuove sezioni di Design ed Arredamento, ha partecipato con ben sette idee progettuali, frutto delle esperienze didattiche e dell’inventiva di alcuni studenti della classe quarta, coordinati dagli insegnanti di disegno tecnico Ugo Pagliaro e di laboratorio Fausto Chiasserini. Una di queste è stata ritenuta così originale ed innovativa dalla commissione giudicatrice da meritarsi il secondo posto in classifica nella relativa sezione. Emblematico il titolo del progetto: Una Morbida Vibrazione. Autore dell’elaborato il giovane Padelli Nicola che ha proposto il progetto per una moderna “chaise longue”, una sedia sdraio ergonomica, in legno, che segue nella sua forma le curve del corpo dalla testa ai piedi, assicurando una continua vibrazione grazie all’inserimento di un apposito dispositivo metallico.

Grande la soddisfazione di alunni e docenti del Liceo Artistico di Anghiari, nell’apprendere la notizia dell’importante riconoscimento conseguito da uno dei suoi migliori allievi. Esso, se da un lato attesta la giusta considerazione di capacità individuali, dall’altro testimonia la validità dell’azione didattico progettuale portata avanti quotidianamente da insegnanti e studenti della scuola anghiarese, che grazie al nuovo indirizzo di Design ed Arredamento potranno continuare a formare con sempre maggiore ricchezza ed efficacia quanti desiderano conseguire, accanto ad una più marcata preparazione culturale, un qualificato livello professionale con la possibilità, poi, di inserirsi al termine degli studi nel vasto settore della progettazione e del moderno design.

Alla cerimonia di premiazione, tenutasi giovedì scorso all’interno degli spazi espositivi della LXXV Mostra Internazionale dell’Artigianato di Firenze, hanno partecipato oltre al vincitore, l’intera classe quarta e gli insegnanti coordinatori (VEDI FOTO).

Tutti i progetti premiati e quelli segnalati dalla commissione del concorso “Scenari di Innovazione” sono stati esposti al pubblico, per tutta la durata dell’importante manifestazione espositiva fiorentina.

Lo dicono i reperti ritrovati negli scavi di Palazzo Pretorio

Anghiari romana

Gli anghiaresi disquisiscono sulle origini del loro paese da tempo immemore.

Già da prima che la storiografia nascesse nel significato contemporaneo del termine, Lorenzo Taglieschi (non finiremo mai di ribadire l’importanza del nostro concittadino) indagava sulla nascita del borgo toscano e sulle origini del suo nome, riportando tutte le ipotesi fino ad allora trattate, inclusa la sua personale opinione. In quest’ottica la scoperta fatta a Palazzo Pretorio ad Anghiari non è un rinvenimento che conferma o confuta l’una o l’altra tesi, ma è sicuramente un nuovo punto di partenza (si badi bene, solo di partenza) per ri-considerare certe affermazioni del passato e per ri-formulare ipotesi ancorate a basi storiche solide e riscontrabili. Non è sicuramente di mia competenza illustrare lo scavo, condotto da Archeologi della Cooperativa Archeologia sotto la direzione della Sovrintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, ma posso descriverne alcune caratteristiche salienti, anche citando parti del comunicato stampa diffuso congiuntamente dalla Sovrintendenza e dal Comune di Anghiari.

Allo stato attuale dello scavo archeologico, sono visibili, all’interno della stanza prima adibita ad archivio (al piano terra), testimonianze di differenti epoche, presumibilmente riconducibili ad un arco temporale che parte dall’Età romana (antecedente circa al III Sec. d. C.) fino alle porte del ‘400.

La presenza di una vasca rivestita in coccio pesto con due gradini all’interno conservata perfettamente e di un’altra di cui si è preservato quello che sembra il fondo, fa pensare ad un insediamento di Età romana di dimensioni da verificare, ma sulla cui funzione e sulla datazione saranno gli archeologi a darci risposta non appena verranno effettuate tutte le indagini necessarie.

Testimonianze più recenti si riscontrano in una poderosa muraglia di spessore considerevole, certamente anteriore alla costruzione dell’attuale palazzo pretorio e non ad esso connessa che risveglia l’eco di Bernardino di Sidonia ed in una canaletta in pietra, di vistosa ottima fattura, la quale alimentava, nei tempi in cui era in funzione, una cisterna, presumibilmente di origine medievale. A conclusione vorrei riportare un brano del comunicato stampa, che meglio riassume quanto sopra esposto:

«(…) Si fa notare che è la prima volta in assoluto che ad Anghiari è possibile documentare stratigraficamente in uno scavo archeologico una struttura romana in posto, la cui presenza, tra l’altro permette di anticipare l’insediamento della collina di Anghiari da epoca altomedievale e, più sicuramente, medievale, all’epoca romana.(…)

Il recupero stratigrafico, inoltre, di ceramiche e monete di epoca romana imperiale negli strati di riempimento della vasca stessa, apre una finestra di grande portata storica sul popolamento dell’Alta Valtiberina in epoca romana.»

Gabriele Mazzi

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150°Venerdì 17 marzo il tempo ha fatto alla peggio ma ha concesso dieci minuti di tregua.Sono serviti per dare inizio, alle 11 come da programma, alle cerimonie dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia con l’Alzabandiera e l’esibizione della Filarmonica Pietro Mascagni in piazza Baldaccio.Quindi le Autorità, le Associazioni, gli Enti e gli alunni delle scuole elementari e medie di Anghiari si sono portati al Teatro dove si è concluso il tutto.

Nella foto di Emmedipì il momento cruciale e conclusivo dell'Alzabandiera svoltosi nella piazza principale di Anghiari.

Venerdì Santo 2011In occasione della Settimana Santa 2011, e in

particolare per la processione serale del Venerdì Santo, tutte le compagnie anghiaresi erano presenti. Si tratta della Confraternita di Misericordia di Anghiari, della Compagnia del SS. Sacramento di Micciano, della Compagnia di Sant’Antonio di Anghiari, della Compagnia del Sacro Cuore di Gesù di Galbino e della Compagnia del SS. Sacramento di Casenovole.

Con le donne della Caritas erano oltre settanta le persone impegnate che hanno partecipato con devozione a questo importante rito della liturgia.

Come sempre la Società del Gesù Morto coordina il tutto assieme a don Marco, ai Camerlenghi delle varie compagnie ed ai collaboratori.

È doveroso qui ricordare il gruppo di persone che, come ogni anno, raccolgono le vostre offerte che vengono utilizzate per le spese correnti.

Oltre ai flambeaux e alle torce quest’anno abbiamo

provato a dislocare lungo il percorso un centinaio di fiaccole. Pensiamo per il prossimo anno di aumentare tale numero e questo sarà fatto distribuendo le fiaccole alle famiglie lungo il percorso della processione.

Quindi il ringraziamento va a tutti voi che ci aiutate o con le offerte e nell’organizzazione.

Ma un ringraziamento va anche a tutti coloro che hanno partecipato alla processione perché lo hanno fatto in modo corretto ascoltando le parole dei lettori o partecipando ai canti collettivi.

La Filarmonica Pietro Mascagni era presente con i suoi musicanti ed ha accompagnato con appropriati brani lo svolgersi della processione.

Come sempre, dopo la benedizione del paese di Anghiari fatta di fronte alla chiesa della Croce, la processione è terminata nella piazza di Sant’Agostino con la benedizione finale e la riposizione del simulacro del Gesù Morto nella chiesa di Sant’Agostino.

Il Gesù Morto

Qui a sinistra il disegno eseguito da Loris Babbini raffigurante il simulacro del Gesù Morto conservato dalla Pia Società del Gesù Morto e che viene portato in processione il Venerdì Santo di ogni anno.

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I tanti servizi della ConfraternitaSpigolature e aggiornamenti

Spigolature

Nell’anno passato il museo storico della Misericordia, in via Nenci,

aprì le porte alla mostra di pittura “Armonie di colori”, con protagoniste cinque concittadine anghiaresi che ricordiamo volentieri: Maria Grazia Conti, Daniela Ghignoni, Silvia Gigli, Maria Grazia Plini e Monica Redenti. Le loro opere per molte settimane condivisero gli spazi con tutti i reperti storici che tradizionalmente rammentano le passate vestigia della nostra Confraternita.

Quest’anno i locali del museo ospiteranno una rassegna fotografica avente per soggetto la Cina; l’iniziativa è al momento in fase di elaborazione per cui tema e titolo sono ancora da definire. La progettazione, le fotografie e l’allestimento della mostra sono a cura della nostra giovane anghiarese Simona Lazzerini, che proprio in Cina sta facendo importanti esperienze di studio e di lavoro.

Nei prossimi giorni la nostra Misericordia si arricchirà di un

importantissimo nuovo macchinario da installare in ambulanza; è in arrivo un “Life Pack 12”, un defibrillatore automatico che completerà di fatto la già sofisticata strumentazione in dotazione del nostro “parco macchine”. Lo strumento, del costo di oltre quindicimila euro, è indispensabile per una immediata lettura dei problemi cardiaci e dialoga direttamente dall’ambulanza con la centrale operativa del servizio di emergenza dell’ospedale di Arezzo (pronto soccorso e 118). Per questi motivi abbiamo pensato di investire una cifra importante che, ne siamo certi, aumenterà le speranze di vita di quanti dovessero esser colpiti da urgenti problemi cardiocircolatori.

Sono quasi terminati i lavori di ristrutturazione degli immobili

di proprietà della Confraternita; rimangono davvero pochi dettagli per completare la sistemazione del nuovo archivio/magazzino recentemente acquistato.

È nostra intenzione passare, entro i prossimi mesi, al recupero dell’ultima proprietà immobiliare in questi anni tralasciata troppo al proprio “destino”: si tratta dei due piccoli fondi situati

proprio sotto la sede del museo di via Nenci, situati nella strada sottostante (via della Misericordia). I due locali, con ingressi indipendenti, sono al momento inservibili, privi dell’impiantistica più elementare, imbevuti di umidità e di fatto inutilizzabili; riteniamo sia nostro dovere portarli ad uno stato minimo di utilizzo che necessariamente dovrà passare attraverso importanti lavori di consolidamento e di ristrutturazione.

I nuovi iscritti

Acquisti SimonettaAntonelli NerellaBaldi JohnnyBianchi SperanzaCarboni LuigiCheli GiuseppeColeschi PietroGhignoni LeonardoGiovagnini GinoLeonardi RinaPeluzzi CarlaPiccini Angela

Le vostre offerte

Alessandrini Varo - i familiari alla memoria 200Anonimo (L.L.) 50Bacci Mirella 100Bartoccini Giuseppina 10Bartolomei AnnaMaria in memoria di amici anghiaresi defunti 50

Bartoli Giuseppina 20Bergamaschi Ezio 20Bergamini Santino 5Bianchi Speranza 10Boriosi Danilo 10Braganti Rosa - i familiari alla memoria 135Calosi Sila in memoria del babbo Morando 30Canestrelli Marisa 10Carboni Luigi 55Carnevale della Gioventù - Anghiari 100Cestelli Lino - parenti ed amici alla memoria 320Citernesi Gianfranco 50Del Tasso Gilda - i familiari alla memoria 120Dragoni Ernesto 20Fancelli Gino 5Ferrini Vasco 10Fornacini Mario 10Franceschi Francesca 10Ghignoni Bruno 20Ghignoni Lazzero ed Emilia 30Giorgeschi Alfiero 15Giornelli Adriana in memoria della figlia Procelli Anna Maria 22Giorni Andrea 10Gorini Livio 10Guerri Piero 10Leonardi Italiano 10Leonessi Ermida 40Locci Irene 12M.P. in memoria di Dente Giovanni 1 0Meazzini Delfo - i familiari alla memoria 1.200Mercatelli Aldo - i familiari alla memoria 360Monini Santi 10Palazzeschi Ilda 10Pari Angiolo - i familiari alla memoria 300Pericchi Mario e famiglia in memoria di Mercatelli Aldo 20Raffaelli Benito 50Raffaelli Benito in memoria di Pari Angiolo 20Ridolfi Elia e Severina 10Ridolfi Mirella 15Santi Mario - i familiari alla memoria 210Scartoni Lorena in memoria del marito Carria Silvano 10Serafini Pasquale 10Superiora del Cenacolo di Montauto 10Valentini Landa 10Zafferani Lidia - i familiari alla memoria 435

Che Dio ve ne renda merito

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Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres”Anghiari

sito internet: www.fratresanghiari.it e.mail: [email protected]

Allegata al giornale la storia dei 35 anni di vita dell’AssociazioneUN OPUSCOLO DA NON DIMENTICARE…

“La Donazione del Sangue”, un fatto di cui si parla troppo poco, un’esperienza di vita ed un progetto di salute troppo spesso dimenticati.

In un momento di vita politico sociale così difficile, pieno di contraddizioni, drammi umani, sofferenze ed egoismi, siamo chiamati tutti quanti a riflettere seriamente su ciò ed a scendere concretamente in campo affinché fraternità, solidarietà e generosità prevalgano sempre ed ovunque.

Ed ecco, allora, come non approfittare dell’importante traguardo dei trentacinque anni di vita del Gruppo Donatori di Sangue Fratres di Anghiari, per poter realizzare una testimonianza scritta, una “piccola storia” che nel documentare il passato dell’associazione costituisse per tutti un costante richiamo all’importanza di quei valori di civiltà ed amore verso il prossimo, così profondamente radicati nel gesto della donazione del proprio sangue.

Trentacinquesimo compleanno, quindi, trentacinque anni di solidarietà verso tutti da non far passare sotto silenzio ma da festeggiare nel migliore dei modi, insieme a tutto il paese, perché tanti sono i motivi per fare festa.

Questa pubblicazione così modesta nell’aspetto ma per noi tanto significativa, vuole essere per tutti gli associati oltre che un libro dei ricordi da sfogliare e rileggere con piacere, un valido strumento nel grande sistema dell’informazione, che ci parla di UN DONO LUNGO… TRENTACINQUE ANNI, vero cuore del volontariato cristiano e continua icona di tenerezza e di divino sostegno per coloro che soffrono.

Un opuscolo, quindi, non da tenere dentro un cassetto o dimenticare in qualche ripostiglio, ma da diffondere più capillarmente possibile negli ambienti in cui quotidianamente ci troviamo a vivere, con lo scopo di arrivare alle coscienze di quanti ancora non donano e far comprendere loro quanto sia grande la gioia di questo gesto d’amore fraterno.

Che le celebrazioni del trentacinquesimo compleanno della grande famiglia dei fratres anghiaresi rafforzino tra la

nostra gente questa convinzione, così da poter continuare nel tempo ad elargire agli altri questo preziosissimo DONO!

Il presidentePietro Ganganelli

35° di Fondazione: 1976-2011

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GRUPPO DONATORI DI SANGUE FRATRES ANGHIARI (AR)

3 5 ° D I F O N D A Z I O N E1 9 7 6 - 2 0 11

Anghiari, Sabato 2 e Domenica 3 Luglio 2011

“Un dono lungo... 35 anni”

L’ORATORIO D’ANGHIARI

35° DI FONDAZIONE IL PROGRAMMA DEI FESTEGGIAMENTI

SABATO 2 LUGLIO 2011Santuario del Carmine

Ore 18.00 - Solenne CONCELEBRAZIONE LITURGICA alla presenza del Vescovo diocesano e delle autorità civili e militari.

Ore 19.00 - PREMIAZIONE dei donatori particolarmente attivi.

Ore 19.30 - CENA BUFFET per tutti nel chiostro del Santuario.

Ore 21.00 - CONCERTO.

DOMENICA 3 LUGLIO 2011 - Piazza Baldaccio

Ore 09.00- PREVENZIONE E’ VITA: controllo gratuito di pressione del sangue, colesterolo e glicemia.Ore 09.30 – LA PEDALATA DEL DONATORE: passeggiata in bicicletta per la campagna anghiarese. Rinfresco per tutti i partecipanti.Ore 17.00 – MAGO MERLETTO scende in piazza: magie, illusionismi, giochi vari.Ore 18.30 – Esibizione del Gruppo Storico di Porta Fiorentina del PALIO DEI RIONI DI CASTIGLION FIORENTINO con Musici e Sbandieratori.Ore 21.00 – GRANDE FESTA DA BALLO IN PIAZZA, con l’Orchestra Spettacolo “LA QUINTA STAGIONE”.

Il Consiglio Direttivo

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...dal Gruppo Fratres

ASSEMBLEA 2011: NOMINATI ALTRI SOCI BENEMERITI

Momento fondamentale per la vita dell’associazione quello dell’annuale Assemblea Sociale Ordinaria del Gruppo Donatori di Sangue Fratres di Anghiari,

svoltasi qualche settimana fa presso la sala conferenze della locale Confraternita di Misericordia. Al centro di essa, come sempre, la consueta relazione del presidente sulle attività sociali dell’anno appena trascorso e su quelle previste per l’anno in corso e l’approvazione da parte dei soci presenti dei bilanci finanziari consuntivo e preventivo, illustrati a tutti dal segretario economo del gruppo. Occasione importante, quindi, per analizzare lo stato di salute dell’associazione e programmare insieme agli iscritti le strategie future.A conclusione dei lavori assembleari, poi, si è tenuta anche quest’anno la cerimonia di nomina dei nuovi soci benemeriti.In base al nuovo statuto dei Gruppi “Fratres”, infatti, ogni associazione ha il dovere di non dimenticare quanti in passato hanno contribuito, quali donatori di sangue, ad assicurare al sistema trasfusionale le necessarie risorse e che hanno, poi, dovuto sospendere questo nobile gesto di carità umana e cristiana per raggiunti limiti di età o per problemi di salute. È giusto infatti che questi si sentano ancora parte viva

della grande famiglia dei “Fratres” e possano partecipare a pieno titolo a tutte le iniziative sociali del gruppo! Questi i nominativi degli iscritti che sono entrati a far parte della sezione Soci Benemeriti, ricevendo dalle mani del Presidente Pietro Ganganelli e del Governatore della Misericordia Massimo Redenti il diploma di nomina ed un libro sul tragico evento dello scoppio della bomba alla Caserma dei Carabinieri di Anghiari nell’agosto del ‘44, scritto da Daniele Finzi e pubblicato anche grazie al contributo del nostro gruppo: Acquisti Fabiano, Acquisti Simonetta, Carboni Vasco, Festini Assunta, Guerrieri Luigina, Iacopucci Achille, Livi Marino, Monaldi Giovanni, Parreschi Matteo, Pernici Ermindo, Rondoni Marco, Valbonetti Giampiero.

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Festeggiamenti del 150° dell’Unità d’Italia

C’ERAVAMO ANCHE NOI!!!Ore 10.00 del 17 Marzo 20011: tutti in piazza Baldaccio per

celebrare il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, nonostante l’inclemenza del tempo.

Tante le autorità civili e militari presenti, insieme ai vessilli e gonfaloni delle proprie associazioni, che hanno risposto all’invito del Commissario Prefettizio, a sottolineare l’importanza di questa manifestazione. Presente anche una folta delegazione di bambini della scuola primaria che, accompagnata dal suono dei musicanti della Filarmonica Mascagni, hanno cantato l’Inno di Mameli ed altre canzoni risorgimentali.

Doverosa la presenza del labaro del Gruppo Donatori di Sangue Fratres (vedi foto a lato) come segno di radicata presenza di questa associazione nel paese e di autentica condivisione dei sentimenti nazionali.

Il Consiglio Direttivo

A N C O R A A P E R T E L E I S C R I Z I O N I A L L A …GITA PELLEGRINAGGIO IN GERMANIA

IN OCCASIONE DEL 35° DI FONDAZIONE DEL GRUPPO“LA ROMANTISCHE STRASSE ED I SUOI SANTUARI”

DA LUNEDÌ 25 A GIOVEDÌ 28 LUGLIO 2011

IN COLLABORAZIONE CON LA PARROCCHIA DI ANGHIARI. Guida Spirituale: don Marco

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI presso la Parrocchia di Anghiari, l’Ufficio Pro Loco (tel. 0575/749279) o la sede della Misericordia (tel. 0575/789577).

RINGRAZIAMENTO PER OFFERTATanta gratitudine alle famiglie Donati Sarti Fabiana ed Emanuele per averci elargito la somma di € 50,00 in memoria della cara madre Lidia Zafferani.

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Per ricordare GinoUn po' di tempo fa è venuto a

mancare, in un tragico incidente, Gino Bartolommei di Sansepolcro. Era stato per anni messo comunale del Comune di Sansepolcro.

Ho avuto modo di conoscerlo in quanto zio di mio cognato.

Un uomo semplicemente meravi-glioso, distinto, discreto, gentile, sempre pronto ad aiutare tutti e grande amante della natura. Un po' introverso forse, ma capace di osservare tutto ciò che lo circondava. Anni indietro ho visto pub-blicata una sua raccolta di poesie e ce ne sono di bellissime. Mi regalò questo libro dopo una lunga e bella camminata organizzata dalla Vilma e da lui. Sono state diverse le camminate fatte insieme. Ringrazio Dio di avermelo fatto cono-scere. Vorrei far leggere anche a voi le sue poesie e ricordarlo così: un uomo dall'animo gentile, romantico e grande amante della natura!

Francesca

Con la finestra... apertaCampagna per me sei primordialeio sento il tuo richiamo.C'è l'aria sempre purae fra un coro d'uccelliammiro la natura.

Ci sono prati, farfalle e rosee limpidi ruscelli.Le rondini in stuolocol loro volteggiarecambiano altezza e volo;

godo questo incanto e son felice.Per ultima la ranache quando si fa seradel soave gracidioempie la valle intera.

Gli fa eco a volte un gran fragoree sul cielo si fa scuroche sembra una morale;invita a fratellanzaquel “dolce” temporale.

E dopo cena mi metto a lettocon la finestra... apertae mi sento più vivogustando dolcementescorrer nell'aia un rivo,

che il sonno concilia e mi addormentofra scrosci, tuoni e lampi.Ma nel mio sogno ancora,memore della sera,c'è pioggia e poi... l'aurora!

Ecco rilassante un altro giorno,lucente spunta il soleed io sono contento.Non ci sono aggettiviper dirvi quel che sento!

Ad Anghiarila mattinaper goderela Valtiberina

I suoi campiallungatitu li vedilavorati

Poi risaliper la chinail posteggiosi avvicina

trovi purel’ascensoreche pigiandoil suo bottone

Ti ritroviall’aria puradella bellaTralemura

Sotto chiesavi è un passaggioche ti portanell’altro raggio

Ti avvicinial Cantinonecol Fornaionel cantone

Più avantil’aria impazzaimboccandouna larga piazza

Di negoziun pienoneda Cicalinofai colazione

Da Priminoc’è il prosciuttoma nel bancoc’è di tutto

Chi vuol magliee maglionicalzettonie tovaglioli

Mezzovinofa mercatotrovi tuttopreparato

C’è chi stampae fa progetticon Compiutered altri oggetti

Farmaciea disposizioneper chiu prendeil raffreddore

Il macellosotto piazzabistecconipura razza

C’è le posteaffollatele pensionivengon date

Da una portagrande apertavedi un Vigileche esce in fretta

Fa il girodel paesee qualcunne fa le spese

I due Barcome supportoda sedervicon il cappotto

C’è il Fotografoe Banchieril’Antiquarioquelli veri

C’è l’Edicoladi giornalipoco parlanodi Anghiari

C’è una Chiesabella erettadove gentefa staffetta

I Barbierisi danno da faretante testeda rasare

C’è chi vendemaglie e stoffepantalonicon le toppe

Ora la modaè avanzatacon la robaun po’ stracciata

Gli eredidi Marcellinomettono fruttanel panierino

Ma nel fornodel nostro Binditanti i dolciper i bimbi

Le primiziedel nostro oliovengono tuttedal Frantoio

Chi vuol pranzoo pure cenasi rivolgadalla Nena

Ma i pranzipuri e veriRistorantelì del Chieli

Se ti voiriposareal centro Anzianidevi andare

Lì da Scuccoal Cantinonetu non perderel’occasione

A mangiarein allegriavai lìin Galleria

Se tu vaia Sant’Agostinoda mangiarein un posticino

Lì c’è Scuccoil camerieretiene allegrele tue sere

Se al Museovuoi andaretu lo puoivisitare:

Anghiaridi Armando Zanchi

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Sono state lette

Letterine a don Marco

Caro don Marco,ti chiedo di poter ricevere la Cresima, perché così io possa diventare, con la discesa dello Spirito Santo, un vero cristiano e possa essere un bravo messaggero di Dio.P.S. Mi piacerebbe anche continuare ad aiutare la mia carissima catechista e continuare ad essere il chierichetto di S. Stefano.

Caro don Marco,io ti scrivo questa lettera che racchiude le mie motivazioni per le quali voglio fare la Cresima.Io sono un ragazzo che ha molta fede in Dio e, per me, ricevere la Cresima è una cosa bellissima!Il giorno 3 maggio riceverò i 7 doni dello Spirito Santo che mi daranno Cristo nel cuore, e con il suo aiuto riuscirò sempre più a sfuggire alle occasioni prossime di peccato.

Caro don Marco, credo di essere pronto a ricevere la Cresima dopo aver trascorso un anno di intense preghiere perciò riceverla mi renderebbe molto felice in quanto credo fermamente in Dio, Gesù e nello Spirito Santo; perché spero di ubbidire a casa e a scuola e di migliorare il rapporto con alcuni amici, dopo essa spero di aiutare il prossimo e di essere un ragazzo migliore, continuare ad andare a Messa e a catechismo.Cordiali saluti

Caro don Marco,vorrei ricevere il sacramento della Cresima e per poter ricevere la grazia del Signore e per diventare un nuovo cristiano e testimone di Cristo nostro Signore.

Caro don Marco,io vorrei fare la Cresima perché secondo me, è un segno di crescita e di rifocillazione con Cristo, che con questo sacramento ci dona la forza e voglia di pregare.Diventiamo testimoni di Gesù e con questo possiamo dire che quello che ha fatto è tutto vero.

Caro don Marco,vorrei fare la Cresima, per ricevere i doni dello Spirito Santo e per diventare il testimone di Cristo. Per testimoniare quello che c’è scritto nel Vangelo.

Caro don Marco,io ti chiedo di concedermi il sacramento della Cresima per affrontare nuove avventure e per impegnarmi nella vita spirituale di chierichetto.Inoltre la Cresima aiuta a crescere ed entrare nel mondo degli adulti molto diverso ma con più difficoltà di quello di noi ragazzi.

Caro don Marco,io voglio fare la Cresima per essere un adulto che deve affrontare ogni pericolo.Non voglio essere un bambino che non sa fare niente.

Caro don Marco,io vorrei la Cresima perché ci tengo ad avvicinarmi a Dio ancora di più e perché credo che mi servirà per affrontare nuove avversità.

Caro don Marco,ti scrivo questa lettera per domandarti se puoi raccomandarmi al vescovo insieme ai miei compagni per fare la Cresima inoltre ti voglio dire le motivazioni per le quali vorrei ricevere il sacramento della Confermazione ad esempio essere d’aiuto nella comunità e per ricevere lo Spirito Santo.

Caro don Marco,le chiedo la Cresima perché vorrei continuare il mio cammino come cristiana e vorrei che lo Spirito Santo illumini la mia vita senza mai farmi perdere nel peccato e avvicinandomi a Dio.

Caro don Marco,ti chiedo di farmi ricevere la Cresima perché lo Spirito Santo mi aiuti nelle decisioni e mi faccia conoscere più cose cosicché io possa aiutare gli altri e insegnargli. Ti chiedo la Cresima anche per non farmi allontanare dalla Chiesa e dall’impegno del servizio all’Altare. Ti chiedo la cresima anche per aiutarmi a trovare la mia strada.

Caro don Marco,chiedo la Cresima perché voglio che lo Spirito santo mi illumini il buio che è intorno a me e che l’amore verso Dio mi rimanga per sempre nel cuore.

Caro don Marco,vorrei ricevere questo sacramento perché credo profondamente in Dio. Dopo la Cresima andrò ancora a catechismo e continuerò a fare la chierichetta perché i miei amici e la mia famiglia sono molto legati alla Chiesa. Io Dio lo vedo in loro e vorrei diventare come loro dopo aver ricevuto la Cresima.

Caro don Marco,quando ero piccola, i miei genitori fecero una scelta per me, quella di diventare una cristiana con il Battesimo, e con gli anni, con la Confessione e la Comunione. Ora è arrivato il momento di scegliere da sola come continuare il mio cammino, ma da una nuova cristiana; una cristiana adulta e matura.Spero che con la Cresima renderò orgogliosi di me i miei genitori e come loro in passato di ricevere i 7 doni:L’intelletto, La scienza, La sapienza, La fortezza, Il consiglio, La pietà, Il timor di Dio.

Queste sono le lettere che i ragazzi hanno scritto a don Marco in occasione della loro Cresima. A malincuore abbiamo dovuto pubblicarne solo alcune, mentre le troverete tutte nel sito della parrocchia. Ma la bellezza delle letterine è la loro confezione con disegni (alcuni sono riprodotti in questa pagina) foglie e fiori, per non parlare della loro chiusura con steli di erbe.

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Da Monterchi - a cura di Matteo RomanelliCalendario Liturgico

Dalle nostre Parrocchie

Domenica 29 maggio ore 17,30, a S. Lorenzo a Ricciano, Processione mariana in conclusione del mese di Maggio. Alla S. Messa parteciperà la Compagnia del SS.mo Sacramento di Monterchi. Seguirà una merenda all’aperto.

GIUGNO 2011

Sabato 18 giugno alle 19 nella chiesa di Padonchia S. Messa del XXVmo di matrimonio dei coniugi Pietro Romanelli e Daniela Scapecchi. Mercoledì 22 giugno XXVmo di matrimonio dei coniugi Mario Gioviti e Caterina Santinelli.Giovedì 23 giugno ore 21 solenne processione del Corpus Domini per le principali vie del paese, con la partecipazione delle compagnie del SS.mo S.to di Monterchi e di Padonchia, dei fanciulli della Prima Comunione e della Cresima, delle varie associazioni paesane e della filarmonica di Monte S. Maria Tiberina.Venerdì 24 giugno ore 19 nella frazione di Tarsignano S. Messa nel giorno della festa del S. Patrono Giovanni Battista.Domenica 26 giugno ore 11 S. Messa solenne della prima Comunione dei seguenti fanciulli nella chiesa arcipretale di Monterchi: CAPACCI SONIA, MANCINI FABIO, SEVERI NICOLAS.Mercoledì 29 giugno ore 19 S. Messa a Ripoli nel giorno dei S.S. Patroni Pietro e Paolo.

I nostri auguri ai coniugi che celebrano le loro nozze d’argento e ai diciottenni per aver raggiunto la loro maggiore età: Matilde Pierini, Elisabetta Romanelli, Manuela Malatesta, Federico Severini, Martina Romanelli, Giulia Migliorati, Filippo e Alberto Principi, Alice Goracci, Emilio Pancioni, Francesco Boncompagni, Jacopo Scatto, Nicola Dominici, Lucia Piccini, Daniele Angiolucci.

LUGLIO 2011

Venerdì 1° luglio Ritiro spirituale presso la Casa dello Studente – Cappuccini di Sansepolcro per tutti i cresimandi.Domenica 3 luglio ore 11 S. Messa della Cresima dei seguenti ragazzi:

ALVISI VASILISSA,BIAGIOLI MICHELE,CAPPIETTI GIULIA,CONTI LEONARDO,MALATESTA MARIANGELA,PATRIARCHI ELISA,PELI BENEDETTA,SENESI MARTINA,BALASSINI DIEGO,CESARI LUCREZIA-MARIA,FRATINI FRANCESCA,MARIANGIOLI ELISA,RAINI LUISA,ULIVI SARA.

Domenica 31 luglio nel pomeriggio S. Messa all’aperto al Poggio della Madonna presso la Maestà della Murcia di Pianezze.

Da tanti anni il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza, il primo venerdì di ogni mese, si ritrovano per assistere alla S. Messa e poi consumare insieme una conviviale cena. Questi incontri, da molti anni ormai, si svolgono nella antica pieve di Micciano. Venerdì 6 maggio, dopo la S. Messa celebrata da don Gianni, abbiamo avuto la soddisfazione e il piacere di consumare la cena nei locali della canonica ristrutturati e molto funzionali. Don Gianni ci ha aperto le porte di questi rinnovati locali dando a noi l’opportunità di partecipare alla loro inaugurazione. Si tratta in effetti di tre sale ben sistemate che sono state utilizzate per questa occasione e per le prossime ma che potranno essere utilizzate in servizio della parrocchia.

Un ringraziamento a tutte le persone che si sono prestate per portare a termine tale opera la quale certamente ha richiesto un bell’impegno. Grazie siete stati veramente bravi e noi sappiamo bene chi siete...

Dopodiché ora ci sentiamo in dovere di fare un plauso e ringraziare di cuore tutte le donne che da tempo ci preparano la cena che è sempre “ottima e abbondante”. Sarà questo un ulteriore motivo per non mancare agli appuntamenti mensili.

Un ex parrocchiano G.M.

Notizie da Micciano

* Domenica 1° maggio, festa del lavoro sì ma soprattutto Domenica in Albis, da Micciano è partito, nel pomeriggio,

il pellegrinaggio verso il Carmine.È una tradizione ormai plurisecolare rispettata pienamente

e i fedeli si sono diretti decisi verso Campalla, il Poggiolo e poi, dopo un breve percorso nel bosco, l’arrivo al Santuario del Carmine.

Non sono mancate le soste per la benedizione della campagna. La prima alla Croce di Campalla, eretta a suo tempo da Baldassarre Audiberti, così dice la tradizione, e la seconda sosta alla Croce del Paletti, poco dopo il Poggiolo.

La processione era aperta dalla Compagnia del SS. Sacramento di Micciano con tanto di bandiera e anche al ritorno sono state recitate delle preghiere durante il cammino.

I ricordi poi sono andati a quanti erano molto legati a questa tradizione e il primo è stato Luigi Alessandrini, Torchiana dei Renicci. È una tradizione tramandata nella loro famiglia che lui ha fatto sempre con devozione.

Un altro ricordo è andato a Duilio Foni della Cerbaia, presente alla processione per molti anni e l’ultimo anno è stato pochi giorni prima della sua morte.

* Il campo sportivo è di nuovo funzionale e funzionante e un gruppo di persone provvede alla sua manutenzione.

Ogni aiuto è ben accetto, anzi auspicato. Perché tanti sono i lavori che questa struttura richiede e, per citarne solo una, il taglio dell’erba.Segnaliamo che oltre al gruppo di ragazzi della Motina anche gruppi di Anghiari lo utilizzano e questo ci fa molto piacere perché è bene che questa struttura serva proprio per le attività sportive dei giovani.

da Micciano

1° Venerdì del mese

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Dalle nostre parrocchiedal Carmine

Alessandro da Santo Stefanoa cura di GM

Intervista alle donne di Tubbiano - Da quando la chiesa di Tubbiano è stata restaurata cerchiamo di tenerla il meglio possibile. Adesso viene usata anche dai parrocchiani di San Leo (la loro chiesa è chiusa per restauri). Durante la Settimana Santa qui a Tubbiano abbiamo realizzato il sepolcro per il giovedì sera, come è sempre stata consuetudine, utilizzando l'antica effige del Gesù Morto. Per il Venerdì Santo abbiamo fatto l'adorazione impegnandoci a turno ad essere presenti qui in chiesa.

Nel mese di maggio ci siamo ritrovati ogni sera. La Laura ci ha aiutato nella recita del Rosario e, quando non ha potuto, recitavamo le litanie da noi ma io le dico in latino perché sennò non me le ricordo.

La Messa la domenica adesso viene celebrata alle 10 e serve anche per San Leo. Una volta che verrà riaperto San Leo vedremo un po' come ci si potrà organizzare.

Domenica 10 aprile, V domenica di quare-sima, c'è stata l'Am-missione agli Ordini Sacri di Alessandro. Non conoscevo né sapevo di questo rito, ma ho saputo che veniva fatto in seminario in forma strettamente privata, invece è stato bellissi-mo, circondato dalla sua famiglia e da tutta la comunità, condividere con lui questa S. Messa.

Ho conosciuto Ale alla Scuola Materna [così si chiamava una volta la Scuola dell'Infanzia N.d.R.] di Anghiari, dove io lavoravo, era fin d'allora un bravo bambino, quando poi arrivò don Marco al Santuario del Carmine lui, ancora bambino, era già chierichetto; penso non ci sia stata Ascensione senza Alessandro.

Ogni qualvolta c'era una S. Messa solenne lui c'era, era lì sempre presente a servire, organizzare e suonare.

Poi ai campeggi, in parrocchia, insomma l'ho visto crescere ed ho sempre pensato che la sua strada fosse fare il prete.

Ma come era scritto nel volantino in chiesa, Gesù, dopo aver scelto gli Apostoli ha dato loro “un tempo”, un tempo per lui fondamentale, servito proprio per pensare bene alla sua scelta.

Devo confessare che quando il Vescovo lo ha chiamato e lui ha risposto “ECCOMI” mi sono commossa come fosse stato un figlio.

La Madonna del Carmine ci invita a pregare per lui e, sono certa, come una Madre buona lo guiderà durante tutta la sua vita.

Le rogazioni

In maggio, tempo indietro, si facevano le cosiddette rogazioni. Si andava cioè in processione pregando per le campagne, al levar del sole e nei crocevia, dove erano fissate le croci o qualche tabernacolo, ci si fermava e veniva fatta la benedizione particolare della campagna.

Adesso le croci esistenti nella nostra comunità ne sono rimaste solo tre, fortunatamente in buone condizioni perché restaurate recentemente: una a Pietto all’incrocio di Viaio, la seconda all’incrocio della vecchia via di Caprese con quella di Viaio e la terza all’incrocio con il semaforo nei pressi della Zi’ Teresa.

Un grazie a chi le tiene di conto e le ha restaurate. Speriamo che almeno queste rimangano a testimonianza delle rogazioni di un tempo.Nella foto una delle ultime rogazioni mattutine con don Giovanni de Robertis in una sosta alla Vigna di Santo Stefano.

Il prato

Il prato della chiesa da qualche giorno è stato completamente sistemato con i giochi già funzionanti, gioco di bocce già predisposto e perciò ci possiamo ritrovare nella zona per goderci qualche momento di svago con i bambini che si divertono e gli adulti che giocano e parlano fra di loro.

Siamo in attesa di poter finalmente sistemare il fatiscente capanno per gli attrezzi, quale da tempo aspettiamo di poter risolvere. Con il nuovo sindaco sarà senz’altro completata l’opera.

Le damigelle 2011Per il Lunedì di Pasqua, dopo la S. Messa delle ore 11

ci siamo recati alla Maestà della Vittoria o della Battaglia per fare le rogazioni (rogare vuol dire pregare) con relativa benedizione delle campagne.

Giunti alla meta si è fatta l’estrazione delle Damigelle della Battaglia a cui abbiamo consegnato un premio ciascuna. I premi sono andati a Santa Chialli e Rosanna Merendelli. Complimenti alle due damigelle che resteranno in carica fino al prossimo anno.

Ma prima di tutto questo Mario e Gastone hanno ricordato i fatti avvenuti in questo luogo il 29 di giungo del 1440.

Ma prima ancora don Mario e don Dario, che hanno guidato i fedeli con canti e litanie, hanno impartito la benedizione alle campagne e a tutti i presenti. Grazie a loro e a tutti coloro che erano con noi.

da Tubbiano

Notizie

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Alla presenza del vescovo Riccardo

Alessandro è stato ammesso agli Ordini sacri

Domenica 10 aprile u.s. in Propositura ad Anghiari ci fu l'Ammissione agli Ordini Sacri del nostro concittadino Alessandro Bivignani. Oltre ai familiari erano molti i giovani amici presenti alla Santa Messa delle ore 11 durante la quale si svolse la cerimonia alla presenza dell'Arcivescovo diocesano Monsignor Riccardo Fontana. Assieme ad Alessandro erano presenti gli altri seminaristi del seminario di Arezzo che non sono voluti mancare a questo momento significativo del suo cammino sacerdotale. Tutta la cerimonia è stata immortalata dall'amico Roberto che realizzò bellissime foto. Ad Alessandro gli auguri di tutta la Comunità di Anghiari e Tavernelle. Nella foto di Roberto Stowasser il vescovo Riccardo assieme ad Alessandro, ai sacerdoti: mons. Giovacchino Dall'Ara Vicario Generale, mons. Vittorio Gepponi, don Stanislaw Aimè e don Enrico Gilardoni Rettore del Seminario. Presente il nostro diacono Fabio Mondani.

Presenti i seminaristi: Leonardo Mancioppi, Aldo Manzetti, Domenico Vendemmiati, Luca Vannini, Gabriele Donnini e Matteo Ghezzi.

Numerosi poi i chierichetti della parrocchia guidati da Samuele Gaggiottini.

Auguri a Teresa

Un giorno speciale per la piccola Teresa e per la chiesa della Maddalena, quella che si trova giù per la Croce, vicino al Conventone. Per la prima volta il 7 maggio si è celebrato un battesimo.

Bellissima, Teresa Vecchiattini, figlia dell’anghiarese doc Laura Casucci e dell’ “importato” Marco. Mani bravissime (quelle della mamma di Marco) le hanno cucito un vestitino bianco, ricco di trine e piccolissimi fiori gialli. Sentita la cerimonia, grazie alle parole di Don Marco Salvi, che ha reso il battesimo di tutti e non solo della piccola Teresa.

Non resta che rinnovarle gli auguri di un cammino sempre in discesa e costellato di gioia e di felicità. Un bravo ai genitori (per il capolavoro) e una speranza: che presto la chiesina della Maddalena veda entrare un altro bambino.

Fogli volanti

E come non ripensare alla giovane età dai giorni incantati anche se vissuti da nomade? Da nomade che si muove verso nuovi campi e nuove pasture...?

In quel mondo magico dove tutto avrebbe potuto essere, e nulla aveva bisogno di essere, se non l’aspirazione a costruirsi una vita a guisa di edificio splendido...

Di tutto quanto succede a noi, elementi “terreni e fatui”, non ne siamo noi protagonisti, ma è piuttosto la vita umana che sale lenta, per gradini dal piccolo all’alto, dall’umile al Divino; e si purifica delle scorie; e quelle che non può eliminare le brucia perché almeno splendono...

In questa nostra fugace vita terrena, dopo tutto, non esiste uno specchio nel quale ognuno possa vedere i lineamenti della propria personalità.

Io penso che noi “terreni” soggettivamente non si muoia mai. È solo oggettivamente che ci attendiamo di lasciare questa vita...

Quello che fu l’incantesimo dell’infanzia e dell’adolescenza torna ora uguale e pur diverso: estasi ancora e pur coscienza sublimata, depurata, rasserenata.

Amedeo Vellati

Venerdì 16 luglio 2011 al CarmineAlle ore 21 - Solenne Concelebrazione Eucaristica

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I Soci si sono riuniti il 22 maggio 2011

L’assemblea approva il nuovo Statutoa cura della Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo

L’approvazione delle modifiche allo statuto, proposte dalla Federazione Italiana delle Banche di Credito Cooperativo ad ogni BCC associata perché possa ad esse adeguarsi, è stato uno dei punti all’ordine del giorno dell’annuale assemblea dei soci della Banca di Anghiari e Stia, svoltasi nella mattinata di domenica 22 maggio al Palazzetto dello Sport di Anghiari. Il direttorio della Banca d’Italia ha già dato il via libera lo scorso 21 febbraio ad una serie di modifiche che traggono origine da istanze diverse, ma da un punto di partenza comune, specie in questo periodo: efficaci modelli di governo societario possono evitare o ridurre le conseguenze della crisi.

Lo scopo rappresentato dal fine pubblico delle Banche -e sintetizzato nella clausola della “sana e prudente gestione”- richiede che anche la struttura societaria debba rispondere a determinati requisiti di governo equilibrato e virtuoso; un governo verso il quale si sono orientate le iniziative regolatrici a seguito dell’inizio del periodo di difficoltà economiche. È classica delle BCC la capacità di autoregolamentarsi per affinare ancora di più la qualità della cosiddetta “governance”, ossia l’insieme di regole di ogni livello che disciplinano la gestione della società. In questo caso, della Banca. Per esaminare le proposte di modifica dello statuto, è stato costituito un apposito gruppo di lavoro nazionale, i cui risultati sono stati oggetto di costante confronto e condivisione in tutte le sedi del Credito Cooperativo. Tali proposte sono il frutto di un ampio dibattito tenutosi all’interno del sistema del Credito Cooperativo, dal quale è emersa la necessità di una conduzione delle tante Banche che si adegui ai tempi e in grado anche di prevenire le fasi congiunturali meno favorevoli. Per ciò che riguarda i contenuti, la revisione sottoposta al vaglio di ogni singola Banca tende a perseguire obiettivi ben precisi e a fissare determinate clausole.

Nello specifico: garantire la continuità e un graduale rinnovamento nel governo del credito cooperativo; favorire ancora di più la partecipazione dei soci alla vita della Banca; ridurre il rischio di conflitti di interesse, vedi l’istituzione dell’incompatibilità fra il ruolo di amministratore e gli incarichi politico-amministrativi pubblici; prevedere limiti alla concessione dei fidi; porre vincoli alla possibilità di affidare appalti a parti correlate di amministratori e direttori; stabilire la non eleggibilità per chi ha contribuito a causare crisi aziendali; rafforzare il monitoraggio sull’autonomia e sull’indipendenza di chi è membro dell’organo di controllo; incoraggiare l’istituzione di comitati tecnici nei consigli di amministrazione, di cui sia garantita l’indipendenza.

Come si può notare, è una sorta di codice di autoregolamentazione abbastanza rigido al quale la Banca dovrà attenersi. Questi gli argomenti sui quali sono state ipotizzate soluzioni statutarie. Nel contesto della normativa tendente a prevenire le criticità del governo delle Banche si collocano le disposizioni di ancor fresca emanazione o in fase di recepimento da parte della Banca d’Italia. Nelle modifiche sono stati inoltre condensati spunti e suggerimenti emersi nel corso delle riflessioni svolte con la Banca d’Italia. In ultimo, anche le esperienze maturate nel corso delle attività di vigilanza cooperativa attribuite agli stessi organi associativi del Credito Cooperativo hanno suggerito interventi chiarificatori nell’articolato dello statuto.

Come anticipato, di questo argomento si è parlato il 22 maggio in occasione dell’assemblea straordinaria dei soci, convocata anche, in sede ordinaria, per procedere con il rinnovo delle cariche sociali oltre che per l’approvazione del bilancio di esercizio 2010, anno nel quale la Banca ha dovuto fare i conti con gli effetti negativi di un andamento economico stagnante, che hanno portato il bilancio a chiudersi con una perdita, dovuta in ultima analisi al sostegno a imprese e famiglie che la Banca ha voluto – comunque sia – garantire. In altre parole, la Banca di Anghiari e Stia ha esercitato anche in questa circostanza il proprio ruolo di Banca locale, non intimorita di fronte alla crisi ma stimolata dal fatto di poter esercitare un ruolo chiave nella ripresa che tutti attendono ed auspicano. Una visione di lungo periodo, basata sul rilancio e il rafforzamento dell’intero sistema economico locale.

Nel disegno la sede storica della Banca in un disegno di Loris Babbini.

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Da Tavernelle Rubrica a cura di Alessandro Bivignani

Auguri suore!

La Comunità parrocchiale di Tavernelle si unisce con un corale abbraccio ai rallegramenti per la ricorrenza giubilare delle suore di Montauto. Cinquanta anni di Cenacolo!

In così poche righe sarebbe davvero impossibile raccontare le tantissime cose per cui la gente di Tavernelle si sente in dovere di ringraziare il Signore per una presenza tanto significativa e preziosa. Le generazioni che in questo mezzo secolo sono passate dal Cenacolo di Montauto hanno incontrato un luogo bello e ospitale, un luogo di preghiera e di fraternità: insomma un vero Cenacolo!

Vogliamo ricordare le “nostre” suore con una simpatica foto, scattata durante i memorabili carnevali degli anni ottanta e novanta. Quell’anno (siamo a fine anni ’80) il concorso mascherato era sul cappello più bello, e le suore non si sottrassero alla partecipazione.

Auguri suore/2Penso che ogni Tavernellino abbia qualcosa di personale

da raccontare sulle suore di Montauto. Io voglio raccontare quello che riguarda la mia famiglia e cioè che all’arrivo delle prime tre suore (suor Angela, suor Adriana e suor Pasqua Rosa) ad accoglierle ci fu il mio bisnonno Santi, che diventò un uomo di fiducia per la nascente comunità religiosa.

In occasione della festa, mi ha fatto piacere vedere come due delle tre prime suore arrivate a Montauto (una è ormai in cielo) si ricordando il mio bisnonno con tanto affetto.

Prima Comunione

Il 12 giugno 2011 Cassio, Nicola, Chiara, Luca e Tristano riceveranno per la prima volta Gesù nell’Eucaristia, nella chiesa dell’Assunzione di Maria Vergine a Tavernelle. Il giorno della Prima Comunione sarà un giorno molto importante anche per tutta la nostra comunità parrocchiale. Siamo tutti impegnati a pregare e a fare vivere ai nostri ragazzi e alle loro famiglie un giorno di festa, che è l’incontro con Gesù. Ci ritroveremo per preparare i canti, la chiesa e tutto quello che riterremo di fare. E l’augurio è per tutte le loro famiglie affinché siano sempre più impegnate nella trasmissione della fede ai loro figli.

Le catechiste

Processione del Corpus Domini

Domenica 12 giugno 2011 in occasione delle Prime Comunioni la parrocchia di Tavernelle festeggerà la ricorrenza del Corpus Domini. Dall’anno scorso avevamo deciso di anticiparla alla domenica della Santissima Trinità, ma visto che quella domenica coinciderà con la festa della famiglia, la anticiperemo ancora.

Dopo la S. Messa delle 11, durante la quale alcuni ragazzi della nostra parrocchia faranno la Prima Comunione, ci sarà la Processione. A questo momento parteciperanno anche i Confratelli della Compagnia. Ai tempi di don Gino la processione arrivava fino in fondo a via della Chiesa e poi tornava in su, e quest’anno siamo intenzionati a rifarla così.

Invitiamo tutte le persone di buona volontà a realizzare una semplice ma bella “infiorata” durante il passaggio della Processione con SS. Sacramento e, come tradizione, a mettere davanti alle case di via della Chiesa fiori e coperte.

3 maggio 2011: foto ricordo al termine della S. Messa con il Vescovo Giacomo Babini che ha amministrato il Sacramento della Cresima, insieme ai neo-cresimati Luca, Daniele, Nicola e Noemi.

Assieme a loro don Marco, don Mario, il diacono Fabio e le catechiste Patrizia e Nerella.

3 maggio a Tavernelle

FESTA DELLA FAMIGLIADomenica 19 giugno 2011

Centro parrocchiale di Tavernelle

Ore 11 S. Messa nel prato

Dalle ore 16 in poi: giochi per tutti e merenda

Ore 20: estrazione lotteria

Siamo tutti invitati

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C a m p e g g i e G r e s tGià dal prossimo mese di giugno riprende l’attività estiva della parrocchia. Per le notizie precise, iscrizioni e maggiori informazioni, vi potete rivolgere in parrocchia da don Marco e dalla Donatella.

Campeggi per le medie: si svolgeranno dal 26 al 30 giugno ad Arcidosso, nell’Amiata.

Campeggi per le superiori: si svolgeranno dal 9 al 15 luglio al Tonale.

Il GREST, i Gruppi Estivi per i più piccoli, verranno organizzati in una settimana della seconda metà di luglio.

Santuario Madonna del Carmine - Anghiari

La Bussola del CarmineErano ormai tanti gli anni che si sentiva la

necessità di intervenire sulla bussola di ingresso del Santuario. Quella in legno, attualmente istallata, non è più funzionale e inoltre si sentiva la necessità di un manufatto che permettesse di tenere chiusa la chiesa sì ma con la possibilità, per i turisti o i fedeli di passaggio, di poter comunque vedere l’interno del Santuario.

La soluzione è venuta con la progettazione e, si spera per le feste di luglio, la collocazione della nuova bussola in cristallo come raffigurato nel disegno qui a destra.

Parte del ricavato della festa dell’Ascensione di quest’anno verrà proprio utilizzato per questo lavoro.

Quanto prima poi si pensa di procedere con il restauro del portone in legno dell’ingresso principale in modo da completare l'intervento e rendere sempre più bello questo nostro Santuario di vallata.

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Ecco i vostri contributi pervenuti in parrocchia

Offerte per l’Oratorio del 2011Adriana Cristini, GenovaAlberto Manenti, CasanovaAlessia Pacini, VicenzaAndrea Pennacchini, Rio BoAngelo Madiai, PolverieraAngiolino Roselli, I CordoniAngiolo Dragoni, PadovaAnnunziata Lapi, I FabbriAntonietta Pagani, Mezzavilla CatiglianoAntonio De Jaco, Molin d’AgnoloBruno Leonardi, IntoppoCaterina Chialli, Ca’ de CioCesarina Giorgeschi, Via di San LeoClaudia Guadagni, Borgo della CroceCristina Monini, San LeoDelfo Draghi, Borgo della CroceDiana Cantelli, UpacchiElena e Lorenzo Comanducci, Via LibbiaEnrico Orlandi, Villa Pitignano PGEva Gallai Giabbanelli, TerratoEzio Bergamaschi, LibbianoFranco Chiasserini, Casella Ponte alla PieraGiancarlo Guiducci, ImprunetaGino Cipriani, CapannucciaGiovan Battista e Nella BoschiGiovan battista Pulcinelli, ChiarabelleGiovanna Gamberonci, MilanoGiovanni Poggini, CasalandaGiuseppe Matteucci, Ponte dei Sospiri

Giuseppe Ricceri, BadiaGuido Tofanelli, InfrantoioIvana e Graziella Parrucchiere, TerratoLazzaro Ghignoni, RomaLilli Cerboni, BernoccaLina Bozzi, Borghetto della BadiaLorena Scartoni, Via per ArezzoLoretta Santi, PalaiaLucia Lazzeri, TofanicchioLuigi Del Pianta, BelvederinoLuisella Capaccini, viaMarco Stanghellini, BolognaMaria Manfroni, RenicciMaria Rosa Pancioni, Via di San LeoMariella Guerrini, RenicciMarino Del Pia, Via di San LeoMario Fornacini, GiardinellaMarisa Villarecci, GhettoMarisella Lanzi, San RoccoMichele Baggi, FighilleMirella Dragoni, Via NovaNovella Ceppodomo, Il FossoPierangelo Acquisti, FirenzePiero Pacini, VicenzaPietro Cangi, Campo della FieraPietro Cangi, Campo della FieraPietro Gattari, Via di PinoPrimo Del Sere, SansepolcroPrimo Franchini, Lodi

Renata Salvi, InfrantoioRoberto Chieli, AcquedottoSantino Del Sere, CasanovaSaul Comparini, PianacceSecondo Bartolomei, Campo della FieraSergio Montagnoli, Via NovaSilvana Bacci, Via NovaSilvana Ruggeri, Via TaglieschiSilvia Del Pia, InfrantoioSirio Ruggeri, Via del CarmineSocietà Carnevale, AnghiariTeresa Mercati, Via di San LeoTito Bartolomei, Via novaVincenza Ruscetti, Borghetto di sopraDon Vittorio Quercioli, AlferoVladimiro Dragonetti, San Remo

Milena Testa da Roncadello manda la sua offerta in memoria di Anna e Do-menico e Adria Cerboni da Latina in memoria del coniuge Alfonso; Giancar-lo Giabbanelli in memoria della moglie Serpi Maria.La famiglia Alessandrini da San Leo ha fatto pervenire un’offerta in memoria di Varo ed è pervenuta anche l’offerta in memoria di Del Tasso Rina.

Spero Lucem

Quest'oggi mi sento proprio spentadall'acutissima malinconia.È un pezzo grandeche non torno alla mia badia!Quegli spessi amati muricamaldolesi che hannocondiviso meco ebbrezza,felicità e tristezza,adesso piangono tacitamentela troppa solitudineche regna in casa mia.Essi attendono da immemorabile tempolo “Spero Lucem” scolpitodai biancovestiti monaci sullo stipite di pietradel portone, sull'antica ventosa via,dove da piccina giocavo spesso a “campana”e, se vincevo, me ne sentivo la sovrana.

Carla Leonardi

Elenco delle persone scelte per la Lavanda dei piedi nella sera del Giovedì Santo 21 aprile 2011 in Propositura

Andrea IacopucciFabrizio ScartoniFedele BoncompagniFrancesco TesteriniFranco CristiniFrido CamaitiGasparino VichiGastone MafucciGiovanni ValbonettiMario redentiMoreno BassaniSirio Ruggeri

Santuario del Carmine lunedì 11 luglio 2011

A n n i v e r s a r i o d e l l ’ A p p a r i z i o n e

L’Ave Mariadi Paolino VeriMentre il rutilante soledietro l’occiduo monte s’immergela tenebra lenta e silenteil manto lugubre stendeSu piano e pianura addirittura.La luna nel risveglio serotinosorge dall’altra parte per incantospecchiandosi nelle acque lagunarimentre il povero contadino stancoritorna ai tristi casolari.La campana vigile soltantoquando anima torna al creatorelancia in alto fitto clangoreè preghiera sacrosantaper chi soffre o pianga in quelle ore.E mentre l’eco sonorosul monte s’infrangele mamme la cena dispongonomentre le nonnine con labbra tremulecon Ave Maria all’eco rispondono.

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Simona Lazzerini ci manda questa sua testimonianza

Io e i cinesiScrivo questo secondo articolo dopo il grande

successo del primo. Innanzi tutto voglio ringraziare tutti quanti per i complimenti e il supporto. Sto scrivendo direttamente da Shanghai e questa volta ho deciso di parlarvi della mia esperienza personale con i cinesi. Per prima cosa dovete sapere che noi occidentali, o “bianconi” come amo chiamarli io, siamo il modello di bellezza perfetta per i cinesi. Alti, pelle chiara, occhi grandi, naso “lungo” e capelli color oro o bronzo, gli occidentali sono amati dai cinesi… anche quelli più bruttini. È normale vedere cinesi scattare foto a stranieri o sentirli parlare di quanto tu sia carina e alla moda. Shanghai è una metropoli e i residenti cinesi sono abituati a vedere stranieri ovunque. Ma se vai in campagna o nei paesini piccoli (come Anghiari) gli abitanti strabuzzano gli occhi e si accalcano attorno a te estasiati dalla tua presenza.

Ad Aprile sono stata a Tongli, una piccola Venezia cinese a due ore da Shanghai. Appena arrivata sono stata circondata da un gruppo di ragazze della mia età o forse più piccole e ciascuna di loro ha voluto fare la foto con me! Mi hanno riempita di complimenti e scattato foto a me ed ai miei amici. Proprio come dei VIP! All’inizio la cosa è un po’ scioccante, ma poi ci fai l’abitudine. Anche i miei genitori, quando sono venuti in ottobre, hanno riscosso un gran successo e sono stati “sequestrati” per ben mezz’ora in cima ad un monte buddhista. C’era una fila talmente lunga di studenti che volevano fare foto con loro che era impossibile scappare! Questo perché fino agli anni ’70 la Cina si era chiusa in se stessa e gli stranieri non erano autorizzati ad entrare

nel paese. Dopo gli anni ’80, con le riforme più aperte inaugurate da Deng Xiaoping, il boom economico e l’accesso al WTO, la Cina ha aperto le sue porte al resto del mondo ed è stata “invasa” da stranieri: turisti, studenti e lavoratori. Tuttavia, per molti cinesi vedere uno straniero è ancora fonte di sorpresa e meraviglia.

Altro fattore estremamente singolare è l’interesse che molti cinesi gentili nutrono nei confronti di noi stranieri. Non di tutti eh! Io cerco sempre di evitare il centro e il luoghi occidentalizzati perché amo vivere nella vera Cina, lontano dagli uomini d’affari europei e i turisti sofisticati. Non appena i cinesi scoprono che parli la loro lingua e conosci i loro costumi diventano immediatamente tuoi amici.

Spesso rivedo mia nonna in loro: “Hai mangiato? Guarda che non hai abbastanza vestiti addosso, copriti di più o ti ammali. Se hai il raffreddore stai a letto al caldo! Studia, sii una brava studentessa!” Questi sono esempi di conversazioni avute con vicini di casa, negozianti o semplicemente il tizio seduto vicino a te in metropolitana. È bello vedere come un popolo si apre a te straniero perché cerchi di capire ed adeguarti alla loro cultura, soprattutto pensando a quanto era chiusa la Cina anni fa e a tutte le brutte esperienze avute con gli Europei colonizzatori nel 19 e 20 secolo. Ovviamente ci sono anche cinesi meno gentili, che si rifiutano di parlare con te o che ti aumentano i prezzi il triplo… ma questo succede ovunque nel mondo.

Studiare una civiltà nei libri è una bella cosa, ma viverla e cercare di esserne parte è un’esperienza unica. Salutare per strada i miei amici negozianti o i vicini

di casa mi fa sentire come se fossi a casa mia, ad Anghiari. Solo che la gente ha gli occhi a mandorla e i fuochi anziché il 3 maggio li scoppiano tutto l’anno!

Alla prossima, 再�!

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La nona edizione il 29 giugno 2011

Il Palio della Vittoria1940/1944 - Una piccola Gerusalemme sulle sponde del Tevere

LA VIA DEL TREBBIO

Ispirato alla vicenda personale di Alvaro Lucer-nesi, la cui fami-glia nascose e aiutò alcuni ebrei provenienti da Trieste, esso riper-corre le esperienze legate all’ultimo periodo della guerra attraverso le pagine del suo taccuino e la descrizione degli eventi visti dagli occhi di un ragazzo di sedici anni, assistente del giovane don Duilio Mengozzi.

Pagine eroi-che, che si intrec-ciano con le vicende personali di personaggi come il famoso critico letterario Attilio Momigliano (nascosto con la moglie nel reparto malattie infettive dell’ospedale di Sansepolcro, dove compose il commento alla “Gerusalemme liberata” del Tasso), o come la signora triestina Emma Goldschmied Varadi (spacciata per la madre di don Mengozzi e ospitata nella sua canonica nella parrocchia di campagna del Trebbio). Proprio da questa località, posta ad alcune centinaia di metri dal Tevere, transita un grande numero di fuggitivi nel tentativo di raggiungere le linee inglesi, attestate sulla riva opposta del fiume.

Su questo scenario convulso, eppure palpitante di vita, si stagliano figure come quelle del vescovo Pompeo Ghezzi e del dottor Carlo Vigo, ma anche dei fratelli Buitoni che, titolari del noto pastificio, assunsero e sostennero il medico ebreo Marino Finzi, pur contravvenendo alle disposizioni del regime in materia di leggi razziali.

Ma i fatti di Sansepolcro non corrisposero a comportamenti isolati. Con la regia delle autorità ecclesiastiche e l’assistenza fornita da sacerdoti e suore, molte famiglie di ebrei in fuga dalle città poterono sottrarsi alle deportazioni trovando rifugio nei conventi o presso famiglie di parrocchiani.

Il libro si conclude con una panoramica delle storie di ebrei nascosti nel borgo di Anghiari (dove furono accolte numerose famiglie tra cui, sotto falso nome, quella fiorentina dell’archeologo Aldo Neppi Modona) e a Città di Castello (con le storie di monsignor Beniamino Schivo e Osea Argenti), destando la curiosità del lettore per fatti generalmente poco conosciuti.

Alvaro Lucernesi e Andrea Bertocci, La via del Trebbio, Via Maior.

Mercoledì 29 giugno 2011.A ricordo della storica Battaglia di Anghiari,

combattuta il 29 Giugno 1440 nella piana sottostante il paese tra l’esercito fiorentino e quello milanese e conclusasi con la vittoria delle truppe gigliate, ritornano puntualmente, da nove anni a questa parte, le celebrazioni del Palio della Vittoria, che culmineranno con l’epica sfida dei corridori rappresentanti i rispettivi Comuni di residenza, su per l’aspra ruga, a perdifiato, fino alla piazza.

Al vincitore sarà consegnato il Palio 2011 che ornerà il Comune vincitore. Il palio è realizzato, come ogni anno, dagli studenti del locale Istituto d’Arte.

Questo il programma delle manifestazioni:Domenica 26 Giugno, ore 21.30: benedizione del

Palio presso la Chiesa della Croce e corteo storico per le vie e la piazza principale del paese, alla presenza del Vicario e della sua Dama, con scorta di armati a piedi ed a cavallo. A seguire, seconda edizione del palio dei bambini.

Mercoledì 29 Giugno, dalle ore 18.00, in piazza Baldaccio: Il Palio della Vittoria con la partecipazione di Associazioni, Gruppi Storici, Musici e Sbandieratori. Alle ore 20.15, partenza dei corridori dalla Cappella della Vittoria con successiva premiazione del vincitore. Alle ore 21.30, tutti al Castello di Sorci per la Cena della Vittoria con gli armati, i figuranti ed i corridori tutti.

La lavanda

Qualche mese fa è stata restaurata la tela raffigurante La lavanda e che si trova nel Santuario del Carmine. Quest’opera prende spunto da un altro quadro con lo stesso soggetto, La lavanda, e che si trova nella Propositura di Anghiari ma dipinto su tavola dal pittore fiorentino Giovanni Antonio Sogliani.

Sempre in Propositura e dello stesso autore c’è poi il grande dipinto raffigurante L’ultima cena.

Ebbene anche al Carmine, suddiviso in quattro porzioni ritroviamo la riproduzione anche di quest’opera. L’autore delle opere del Carmine per ora è ignoto, ci auguriamo che si possa giungere ad una sua identificazione.

Ora vogliamo ricordare che questo primo restauro è stato offerto dalla Pia Società del Gesù Morto che lo ha potuto fare grazie alle offerte che ogni anno i soci versano ai collaboratori della Società.

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In occasione del centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, proclamata a Torino il 17 marzo 1861, con la formula di Regno d’Italia, ci è sembrato opportuno parlare di Giuseppe Garibaldi, il personaggio che, più di ogni altro, incarna l’immagine e l’ideale del Risorgimento. Noi ne parliamo in riferimento alla sua ritirata da Roma con il suo piccolo esercito, dopo la caduta della Repubblica Romana, poiché, in questa fuga verso l’Adriatico, passò in zone confinanti con le nostre, o comunque vicine, e noi faremo soprattutto una specie di cronaca di questo passaggio basandoci sui testimonianze storiche.

Giuseppe Garibaldi, dopo la caduta della Repubblica romana (1849), partì da Roma, da piazza San Pietro,

sulla sera del 2 luglio 1849 dirigendosi con le sue truppe di volontari verso altre regioni, pensando di costituirvi un governo simile a quello che era stato costituito a Roma e che poi era stato abbattuto da quattro eserciti: austriaco, francese, spagnolo e napoletano.

Passò per Tivoli, Monterotondo, Poggio Mirteto, Terni, Orvieto, sempre inseguito dai francesi. Passò poi per Montepulciano, e da lì se ne venne fino ad Arezzo, dove arrivò la sera del 23 luglio e dove, però, trovò anche truppe austriache ad aspettarlo.

Avrebbe voluto soggiornare un po’ in questa località, per dare un certo respiro ai suoi volontari, affaticati dalla lunga fuga, invece vi passò solo la notte fra il 23 e il 24 luglio, dopo aver racimolato qualcosa da mangiare, accampato sul colle di Santa Maria delle Grazie. Il giorno dopo, 24 luglio, per sfuggire ai suoi nemici imboccò la vallata dello Scopetone, per Città di Castello.

Un’altra fonte afferma, invece, che Garibaldi, arrivato ad Arezzo, siccome nei paraggi c’erano i suoi nemici, rimediata qualcosa da mangiare, se ne venne subito via per la vallata dello Scopetone e passò la notte fra il 23 e il 24 luglio a Ville di Monterchi. Quindi, per maggior sicurezza, si accampò nella stessa giornata del 24 sulle colline di Citerna, ritenendo il luogo più adatto alla resistenza, se i nemici lo avessero raggiunto.

Don Ugo Bassi, il sacerdote barnabita che lo seguiva, con l’ufficiale Zambianchi andò a Città di Castello con 9 soldati a cavallo e chiese al Gonfaloniere Amilcare Mattiucci 2000 razioni per le truppe garibaldine dirette colà. Le razioni, però, non furono consegnate per il sopraggiungere degli austriaci. Cosicché Garibaldi fu costretto a fermarsi nella zona di Citerna e pose la sede del suo Stato Maggiore nel Convento dei PP. Cappuccini1.

Qui ricevette una delegazione Castellana, venuta a vedere il tanto celebrato Generale. Erano arrivati da poco, quando sulla porta del convento si presentò il padre Bassi, il quale, con molta cortesia, li salutò e domandò loro se fossero Citernesi. Saputo che erano invece Castellani, disse: «Passate pure. Se lo desiderate, vi condurrò dal Generale».

Attraversate le file dei soldati, entrarono nel bosco e giunsero ad una piccola capanna2, dove trovarono Garibaldi, seduto sopra un masso. Aveva la camicia rossa, i calzoni di pelle bianca con una striscia d'oro, gli stivali alti alla scudiera, il mantello bianco, il cappello di feltro nero all'italiana con una gran penna nera; alla cintura, fatta di una larga striscia d'oro, un piccolo pugnale col fodero di velluto rosso, col manico pure d'oro e ornato di pietre preziose. Accanto a lui stava la moglie Anita3 che, pallida come un morto, mangiava

delle noci che aveva schiacciato sul masso dove pur essa era seduta. Appena ebbe scorto i visitatori, il Generale si alzò, appoggiando ambedue le mani dinanzi a sé sull’impugnatura della sciabola. Il padre Bassi disse:

«Generale vi presento questi signori, che sono di Città di Castello, e che vi potranno dare tutte le infiorazioni che desiderate».

«Badate», rispose Garibaldi, «prima di tutto vi dico una cosa. Se aveste la volontà di venir con me e di arruolarvi, dimettetene [sic] il pensiero. Sono circondato da tutte le parti, e non so ancora quale strada mi prendere per avere un passo libero. Il mio esercito è in dissoluzione. Non so ancora come anderà [sic] a finire».

«Noi Generale», soggiunse uno della comitiva, «non siamo venuti per arruolarci, ma siamo venuti solamente per salutarvi, spinti dal desiderio di conoscere di persona il Generale del popolo».

«Vi ringrazio...», rispose Garibaldi.Usciti dal convento tornarono a Citerna (come vedremo

nelle note, convento e capanno si trovavano e si trovano un po’ fuori del paese) e cammin facendo si imbatterono in un volontario, pure lui castellano, un certo Mancini, che raccontò loro come gli abitanti fossero fuggiti tutti e che i soldati non riuscivano a trovar nulla. Ed era proprio così. I soldati si erano accampati lungo le colline di Citerna, nel paese e tra i boschi, occupando i conventi degli Osservanti e dei Cappuccini. Dal paese fuggirono preti, frati e tutti i maggiorenti e alla testa del municipio erano rimasti, stando a quello che viene raccontato, i soli anziani Antonio Magroni citernese, e Francesco Gagliardi di Pistrino, che cercarono, come meglio poterono, di trovare per quelli vitto e alloggio. Citerna era troppo piccola per garantire il vettovagliamento a tutti quei garibaldini (erano circa 2000). Anche i macellai avevano preso il largo con la scusa di andare alla fiera ad Urbania, e quando li cercarono per macellare le bestie, li cercarono invano. Comunque non c’era neanche granché di bestie da macellare, quel giorno dové bastare per tutti un bove portato da Monterchi, e solamente la mattina dopo ne furono requisiti e macellati altri nove.

Garibaldi, conoscendo bene le difficoltà di trovare cibo sufficiente in quel luogo, per tanta gente, capitata all’improvviso, soleva ripetere ai suoi di contentarsi di sfamarsi alla meglio.

«Non sono venuto quassù», disse, «come conquistatore o nemico, ma come ospite, spinto dalla necessità di passare da queste parti, perché questa è la mia strada».

Garibaldi stava al convento dei PP. Cappuccini con i suoi ufficiali, mentre sua moglie Anita fu ospitata, dopo il soggiorno alla capanna, da una famiglia citernese, su, nel paese in una casa subito dopo l’entrata nel paese dalla porta nord, sulla sinistra; di fronte, oggi, vi è una lapide ricordo, sulla destra. La casa attuale è stata ricostruita dopo il terremoto del 1917. In questa famiglia, il giorno 26 luglio Garibaldi desinò, e poi prese commiato con gentilezza e gratitudiune.

Frattanto tra il 25 ed il 26 luglio erano giunti a Città di Castello 800 soldati austriaci e nella notte sul 26 ne erano giunti altri 400 e più ancora se ne aspettavano; da Firenze erano giunti ad Arezzo 5000 austriaci, dei quali 2000 si diressero subito verso Ville Monterchi alla caccia di Garibaldi. Avvennero anche piccoli scontri fra garibaldini e austriaci come quello sul ponte della Sovara. A tali notizie, Garibaldi, per non rischiare di rimanere accerchiato, ordinò ai suoi di partire da Citerna. Lasciò questa località la notte del 26 luglio, passò per Pistrino e all’alba4 del 27 era già a

Garibaldi: 1849 - Da Roma all’Adriaticodi Flavio Mercati

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San Giustino. Una parte delle sue truppe aveva deviato verso Sansepolcro, guidate da Angelo Brunetti, meglio conosciuto col nome di Ciceruacchio, ma a San Giustino si ricongiunsero alle altre.

Qui il Generale rilasciò quattro frati di Citerna, due del convento degli Osservanti e due di quello dei Cappuccini che si era portati dietro come ostaggi. Iniziò quindi la scalata al valico di Bocca Trabaria.

Rapporti con la popolazione

A questo proposito lasciamo parlare le testimonianze dirette. Giuseppe Donnini (Citerna) scrive: «L’avere

in casa alcuno di loro ed anche il semplice ricorso ad un ufficiale bastava per essere garantiti da qualsivoglia sorpresa. Al podere del vecchio speziale era stato portato via un paio di buoi; non sì tosto egli si presentò piagnucolando a’ suoi ospiti, che li riebbe immediatamente. A casa mia dimorarono tre ufficiali, che furono così gentili da voler visitare mio padre nell’ultima infermità; lo confortarono e colmarono di buone grazie; alla porta della cantina fecero mettere piantoni che mantenessero l’ordine; della mia assenza mai cercarono la cagione: nel salire o scendere le scale non una occhiata curiosa alle camere, non uno scherzo men che decente alle fanti, delle quali una ve n’era a quell’epoca piuttosto vistereccia. Alle monache impedì vessazioni e maltrattamenti Ugo Bassi, che anzi servì loro di qualche conforto colla sua giovialità».

Nelle memorie scritte dalle monache di Citerna in quel tempo si legge invece: «Il giorno 25 luglio 1849 essendo venuta in Paese una truppa con il suo capitano Garibaldi e non trovando chi li mantenesse... fuggirono tutti e si rimase noi Religiose sole in paese e non si volle andare via, benché ci fosse la licenza dell’Ill.mo e R.mo Vescovo... detti soldati vennero qui al Convento con cavalli ed altro e con prepotenza volevano da mangiare per loro e per i cavalli, altrimenti mettevano foco al Monastero e facevano morire le monache. Ognuno si figuri in che spavento si trovarono le povere religiose, raccomandandosi al Signore diedero pane, vino, foraggi per i cavalli, e tutto quello che chiedevano, in più vollero i corridori dei fondi e l’orto per abitare loro e i cavalli. Fummo costrette a dare a quei soldati lire 500 che noi per non averle ci convenne farcele imprestare, poi letti, materassi e coperte, vollero ancora un paio di buoi che mandammo a prendere al podere. E di tutta questa roba non ci resero nulla, tutto portarono via».

Nel diario di D. Cipriano Corsi si legge: «In Citerna quei pochi giorni [3] che vi dimorarono nel convento dei Cappuccini devastarono... e devastarono il convento degli Zoccolanti. Da Sfrilli a Pistrino fecero degli oltraggi e portarono via degli oggetti, e così dal Battaglini Priore di S. Croce a Citerna, indi a San Giustino fecero delle cosette ben favorevoli a loro e con pregiudizio di qualche privato, e così cammin facendo per mangiare si aiutavano qua e là a portare via, e già è istinto di natura. Convien sapere che quei soggetti del suo partito dicono che non è vero quello di cui si sparge la voce, anzi che pagavano tutto a contanti. Intanto quei tali che hanno sofferto dicono tutto il contrario, non si sa a chi credere».

In Anghiari al Cavaliere Balj (Cavaliere di Ordine Superiore), Angelo Corsi, nonno di Vittoria Corsi, proprietario della Villa dello Sterpeto ed ivi residente, un distaccamento di Cavalleria della Legione Garibaldina requisì due cavalli. Non pagarono, però rilasciarono un foglio di rivalsa verso la cassa comunale di Anghiari del preciso seguente tenore: “Villa dello Sterpeto 25 luglio 1849 – Buono per due cavalli morelli ricevuti dal Signor Cav. Balj Angelo Corsi da pagarsi dalla Comune di Anghiari per il prezzo che detta Comune crederà e farà di giustizia ecc. – Il Capitano Ajutante Maggiore della

Cavalleria Italiana Francesco Montanari”. Alla richiesta di risarcimento posta dal Cavaliere Corsi, il Comune oppose rifiuto e la cosa passò in causa al tribunale di Arezzo. Non sappiamo come andò a finire.

Per completare il quadro dei rapporti delle truppe garibaldine con la gente durante questa fuga bisogna, però, aggiungere anche altri elementi. Garibaldi aveva emanato disposizioni severissime per impedire razzie o furti ai danni delle popolazioni delle zone attraversate, tant’è vero che nei dintorni di Orvieto fece fucilare un soldato che aveva rubato un pollo ad una donna. Inoltre, quando partirono da Roma, avevano moneta cartacea per pagare la truppa (c’erano anche dei mercenari) ed acquistare provviste per quattro settimane, cioè per tutto il mese di luglio o quasi (erano partiti il 2), si potrebbe anche dire per tutta la durata della fuga che finì ai primi di agosto, tanto più che già sei giorni dopo la partenza da 4000 erano scesi a 2500 per le diserzioni che continuarono per tutto il tragitto e quindi c’erano meno bocche da sfamare. Ruberie, in nome di Garibaldi, furono compiute soprattutto dai disertori. Va anche aggiunto, a scusante del Generale, se volete, che egli coi pieni poteri conferitigli nell’ultimo periodo della Repubblica Romana, che teoricamente aveva giurisdizione su tutto lo Stato Pontificio comprendente oltre al Lazio, l’Umbria, le Marche e la Romagna, si sentiva autorizzato a requisire provviste, in questo Stato, ai ricchi, monasteri, ma anche ai contadini. Anche per questo, durante questa fuga, si tenne quasi sempre nei confini dello Stato della Chiesa.

L’epilogo

Ritorniamo ora al cammino delle truppe garibaldine. Le abbiamo lasciate a S. Giustino Umbro in procinto di

incamminarsi per la strada di Bocca Trabaria. Vediamo come un testimonio descrive con una prosa, a volte soffusa di romanticismo, la faticosa salita delle truppe:

“La colonna si svolge lenta, a spire gigantesche, quasi fosse un bello e grande serpente, verso la sommità.

Cavalcava Garibaldi alla testa, a lato dell’eroica moglie, seguito dal suo stato maggiore, visibile da lungi per i mantelli bianchi, coi quali scherzava il soffio fresco del vento montano. Seguivano i pochi lanceri, avanzi dell’ardito manipolo di Masina, avanti al quale abbassava le armi un intiero battaglione francese il 30 aprile e a Velletri aveva combattuto eroicamente e sulle gradinate di Villa Corsini aveva perduto il suo duce, che trovò colà una morte invidiabile. Veniva poi la nuova cavalleria in lunga fila per due, nel pittoresco costume. Il cappello piumato, il camiciotto rosso e il variato armamento davano a quella cavalleria improvvisata un aspetto strano e fantastico.

I cavalli vigorosi salivano, nitrendo, sbuffando. I conduttori si cacciavano innanzi le loro bestie da soma, 40 muli dal mantello scuro, bestemmiando e frustando. Seguivano una mandria di tori bianchi, dalle corna poderose

Garibaldi: 1849 - Da Roma all’Adriatico

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lunghe e ricurve, camminando con circospezione. A poca distanza seguiva la fanteria. Prima le tre deboli coorti della legione italiana, avendo in testa il bravo Sacchi. Dai cappelli alla calabrese spuntavano ancora gli stessi volti abbronzati e audacissimi che furono la superbia di Garibaldi, ora ridotti non altro che piccola guardia d’onore crivellata di palle. Tra essa e la seconda legione, quattro cavalli tiravano il nostro unico, ma apprezzato cannone. Conducevano la legione, Forbes (parteciperà anche all’impresa dei Mille), e il suo giovane figlio, i due stravaganti britanni in veste estiva, la cui truppa si distingueva dall’altre per le sue tuniche grigio chiaro e per il kepì. Chiudevano la marcia i bersaglieri e i finanzieri, che non ammontavano più che a cento uomini; unici rappresentanti di quei due distinti corpi, gli uni colle uniformi azzurre con le mostre rosse, gli altri coi noti cappelli tondi.

Non ammontavano a duemila uomini, che ora ascendevano il Monte Luna, le reliquie dell’esercito della repubblica; e anche queste dovevano ben presto sparire; e quasi ad aumentare il mio cordoglio, il sole tramontava lucido, mandando i suoi ultimi bei raggi sulle rocce bianchissime e sulle sottoposte ubertose colline. A quelle alpestri alture, quantunque di piena estate, il vento soffiava rigido; e giunti al supremo valico appenninico, avendo salito il Monte Giove e Monte Maggiore i garibaldini trovarono freddo intenso. Bocca Trabaria è detta la località alla sommità del valico».

Il 31 di luglio l’esercito garibaldino era a S. Marino e qui venne sciolto. Rimasero con Garibaldi 250 fedelissimi con i quali raggiunse Cesenatico, dove si imbarcarono su 12 bragozzi per raggiungere Venezia che si era ribellata all’Austria; ma furono avvistati ed intercettati dagli austriaci che catturarono molti prigionieri, alcuni dei quali furono passati per le armi, fra i quali Ugo Bassi. Garibaldi con alcuni dei suoi riuscì a tornare a riva, a Magnavacca, oggi Porto Garibaldi. Sempre tallonato dagli austriaci girovagava per le valli di Comacchio allorché gli morì la moglie Anita in una fattoria presso “Le Mandriole” il 4 agosto. Seppellitala alla meglio, continuò la fuga e, aiutato da simpatizzanti, riuscì dopo un mese di peripezie a ritornare in Piemonte.

L’anno seguente, il 1850, ripartì per l’America.Abbiamo parlato di una vicenda del Risorgimento Italiano,

cioè di quel movimento politico-culturale dell’ottocento che portò alla formazione dello Stato Italiano, non solo per ricordare la data indicata all’inizio, ma anche perché il concetto di Risorgimento è tutt’altro che sorpassato, poiché anche oggi occorrerebbe un Risorgimento, di tipo nuovo però, di carattere morale e di rispetto delle regole della civile convivenza.

Opere consultate

Angelo Ascani, Citerna, Città di Castello, 1967;Angelo Ascani, S. Giustino, Città di Castello, 1965

Denis Mack Smith, Garibaldi (titolo originale: Garibaldi. A Great Life in Brief), Arnoldo Mondadori, 1956 e 1995

Famiglia Cristiana, n. 26 del 2007 e n. 27 del 2008.Achille Bizzoni, Garibaldi e la sua epopea, L'Oratorio di Anghiari, marzo 1993.

Note1 Il convento dei Cappuccini, dove Garibaldi aveva posto il suo Quartier Generale, oggi è un’ampia abitazione privata con tanto di parco e piscina. Si trova, prendendo la strada che da Pantaneto conduce a Citerna, sulla destra, 300 metri circa prima di arrivare al convento delle monache, distante da tale strada 600-700 metri circa.2 La capanna esiste tuttora: è situata al confine fra il parco della casa ex convento dei Cappuccini ed un boschetto; è formata da alberelli ed arbusti con il loro fogliame, all’interno vi è un cippo con una lapide ricordo. Sia l’ex convento dei Cappuccini che la capanna non sono aperte al pubblico. Io ho potuto visitarli in occasione di una visita concessa alla “Associazione Storica dell’Alta Valle del Tevere” di cui faccio parte.3 Anna Ribeira da Silva, detta poi Anita,brasiliana, era una bellissima creola che aveva tutto il fascino delle seňoritas della vecchia Spagna, era pure una splendida amazzone e donna di grande temperamento. Si unì ufficialmente a Garibaldi nel 1842. Negli ultimi giorni della Repubblica Romana raggiunse il marito a Roma da Nizza (dove Garibaldi aveva dimora) con la corriera a cavalli, dopo aver pagato il regolare biglietto. Insistette per cavalcare al suo fianco durante la fuga, pur essendo incinta di 5 mesi. Si tagliò i magnifici capelli neri e, vestita da ufficiale, intraprese anche lei quella estenuante e pericolosissima marcia. Durante la ritirata, però, si ammalò di malaria. Morì alle valli di Comacchio in una fattoria, presso la località detta “Mandriole”. Fu sepolta in fretta e furia in un campo vicino. Successivamente, fu tumulata sotto l’altare della chiesa di Mandriole e poi nel sacello che ancora oggi si trova a 2 chilometri di distanza. Nel 1859 Garibaldi tornò sul posto e riprese il corpo della moglie che fu tumulato a Nizza che nel 1860 passò dal Piemonte alla Francia. Nel 1932, nel pieno delle celebrazioni per il cinquantenario della morte del generale, che Mussolini diresse di persona, il governo italiano, con un blitz, recuperò il corpo che venne posto alla base del monumento ad Anita sul Gianicolo a Roma, inaugurato proprio in quell’anno. Le Mandriole si trova a circa 20 chilometri a nord di Ravenna, poco distante dalla via Romea, sulla strada per S. Alberto. È visitabile dal pubblico la stanza dove morì Anita Garibaldi, io stesso l’ho visitata con la scuola. Nella casa vi è anche un piccolo museo, dove si conservano, tra l’altro, il biglietto per la corriera che lei prese per andare da Nizza a Roma, ed un suo ritratto.4 Circola fra la gente di san Giustino questo curioso aneddoto, non sappiamo quanto veritiero: Garibaldi giunse ad un gruppo di case vicino al paese, all’alba, e disse appunto «C’è l’alba», da quel giorno quel gruppo di case si chiama Celalba.

Illustrazioni: Nell’altra pagina la capanna dove Garibaldi ed Anita sostarono appena arrivati a Citerna.Qui sopra a sinistra l’esterno dell’ex Convento dei Cappuccini. Anche qui erano accampati i Garibaldini, all’interno vi era il quartier generale. La capanna si trova al di là di questo luogo.

Qui sopra la piazza di Anghiari con il monumento a Garibaldi, uno dei primi, o addirittura il primo, eretto in Italia all’eroe.

Garibaldi: 1849 - Da Roma all’Adriatico

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Con i Musei gestiti dalla Toscana d’Appennino Società Cooperativa

Sul filo della Memoria…

Sull’importanza del Rinascimento ad AnghiariCosa ci colpisce di più passeggiando per il centro storico

di Anghiari? È una domanda dalle mille risposte poiché mille saranno i particolari notati. Ma è su alcuni che l’occhio si sofferma sempre volentieri: le decorazioni architettoniche rinascimentali dalla ricercata arcaicità. Fu negligenza di quei tempi (il Medioevo n.d.a.), scrive Lorenzo Taglieschi nel ‘600, che le case furon mal compartite e non si disposero in diritta linea, ma seguirono l’andamento delle costruzioni preesistenti e soprattutto dell’orografia della collina sulle quali si disposero. Benché, quindi, ad Anghiari manchi un centro urbano di forme geometricamente perfette e soprattutto le assi viarie non si dispongano similmente a quelle ideate e volute dalle menti rinascimentali, sono presenti, disseminate per il centro storico, le testimonianze di quell’epoca, madre della civiltà moderna.

Le case che si affacciano sulla attuale piazza Mameli, per citare gli elementi più evidenti, sono vetusti frutti del XVI secolo, vetusti ma non ieratici, nella loro sobrietà di palazzotti borghesi dalle forme regolari. La regolarità, voluta dalle forme di quel tempo, non rispecchia la vita, sicuramente non banale e men che meno regolare di chi vi abitava. Nella prima metà del ‘400 ad Anghiari fu il desiderio di riscatto sociale che spinse gli uomini al mestiere delle armi, anima della borghesia italiana di quel secolo.

Le famiglie Taglieschi, Giusti, Mazzoni, solo per citarne alcune, senza tralasciare la figura di Baldaccio Bruni, devono la propria fortuna all’essere parti di meccanismi politici e militari che nella prima parte del ‘400 ebbero una poderosa positiva evoluzione, data dalla notoria frammentarietà politica ed amministrativa della penisola. Sono esse, grazie alla loro capacità di esprimere al contempo uomini d’azione e umanisti, a trasformare il paesaggio urbano. Ne è l’esempio il rifacimento, a partire dalla seconda metà del XVI secolo, della chiesa di S. Agostino, nella quale intervennero, con elargizioni e commissioni, la maggior parte delle famiglie dei capitani di ventura che questo borgo toscano espresse. In ciò si rileva come il mestiere delle armi ha contribuito efficacemente al cambiamento nel paesaggio urbano e ci fa notare, nell’analisi dell’evoluzione del borgo intra et extra moenia come, con l’affievolirsi della figura del condottiero di professione iniziata all’alba del ‘500, Anghiari ebbe un clamoroso arresto di espansione edilizia, blocco così repentino da lasciare l’esistente sostanzialmente invariato fino ai giorni nostri.

Gabriele Mazzi

Si coglie l’occasione per invitare i lettori ad alcuni appuntamenti presso il Palazzo della Battaglia:- 2 Giugno 2011, Ore 17:00 Laboratorio per famiglie: Sperimentando l’argilla. - 19 Giugno 2011, Ore 11:30 Visita guidata a tema: Dall’Aquila al Giglio.- 4 Luglio 2011 Incontro lettura-studio per i 150 anni dell’Unità italiana: Il monumento a Garibaldi di Anghiari. - 15 Luglio 2011, dalle ore 21:00 fino a mezzanotte. Notti dell’Archeologia. Passioni e Scoperte. Archeologia ad Anghiari dal 1979 ad Oggi.E presso il Museo Madonna del Parto:- 5 Giugno 2011, Ore 11:00 Visita guidata a tema: Arte a Monterchi

La Madonna del Latte di Pocaia. Riflessioni.

L’ipotesi del Sig. Chiasserini, sull’ultimo numero dell’Oratorio, circa un possibile collegamento tra la Madonna del Parto e la Madonna del Latte di Pocaia mi ha molto incuriosito. L’affresco era già stato segnalato dal Dini che, riprendendo la tradizione orale, lo classificava come una delle opere più venerate della zona. Dopo un primo e rapido sopralluogo posso dire con certezza che l’affresco non è assolutamente coevo alla Madonna del Parto, ma è da collocarsi nel pieno del XVII secolo. La pittura, nonostante il pessimo stato di conservazione e i vistosi rifacimenti probabilmente dovuti ad un maldestro tentativo di restauro, lascia trasparire una certa fiorentinità, soprattutto nella finestra che si apre a sinistra e ancor di più nel vaso di fiori dietro la Madonna, pregevole esempio di natura morta. L’opera è interessante e meriterebbe un’indagine più approfondita. Per alcuni indizi, come ad esempio il morbido panneggio delle vesti o l’accuratezza dei fiori, potrei avanzare il nome di Girolamo Monanni, pittore monterchiese che ha lasciato un’Annunciazione nel convento delle Benedettine e la tela con San Domenico e Santa Caterina che fanno da contorno alla Madonna del Buglioni nella Chiesa della Madonna Bella di Pocaia. L’affresco della Madonna del Latte, testimonianza della capillare diffusione dei culti mariani, non è sicuramente una rivalsa nei confronti di Piero della Francesca, ma lo scorcio su Monterchi inquadrato da Momentana e la veste bianca e azzurra della Madonna che allatta, come quella della Madonna del Parto, potrebbe indicare la volontà del pittore di unire idealmente le due opere.

Lorenzo Minozzi

Palazzo della Battaglia, tel. 0575 787023 E-mail: [email protected] Madonna del Parto, tel.0575 70713 - E-mail: [email protected]

La vignetta di Scacciapensieri:Una buona idea!

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CRONACHETTA dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Lunedì 15 novembre 2010. Oggi è nato Giovanni de Antoni di Giorgio e Alessandra Pacini. La sua famiglia abita a Vicenza ma i suoi genitori sono molto legati ad Anghiari, il paese della nonna Vanda Cecconi.

Martedì 1. Mi sa che febbraio non ha ferrato perché oggi il freddo spella.Mercoledì 2. Oggi è morto Angiolo Pari di anni 89. Abitava per la via dell'Infrantoio ed è stato un valido collaboratore della parrocchia di santo Stefano e di tutte le manifestazioni che qui avvenivano. Era nato a Caprile anzi ad Arsicci.Giovedì 3. Oggi è morta Volpi Maddalena vedova Chialli. Aveva 68 anni ed abitava ad Arezzo nella parrocchia di don Angelo Chiasserini ma era originaria di San Giustino Umbro e per qualche anno ha abitato alla Bernocca e poi a Ca' de Cio.Venerdì 4. Al Valbonetti gli sa che il gufo è ritornato nel suo pino a “pernottare” perché ha visto in terra i segni della sua presenza.Domenica 6. Oggi è morto Lino Cestelli di anni 81. Abitava alla Ripa, il podere per la via di Pino, ma era originario di Pieve S. Stefano.Martedì 8. Stasera ho cotto le castagne ma la Rina e la Rita, le donne di Tubbiano, mi hanno portato una bella fiamminga di castagnole. E poi anche buone!Mercoledì 9. Stamani, mentre andavo al mercato, mi si è fermata la macchina in mezzo al Ponte dei Sospiri. Ma subito Piero Lega si è fermato per darmi una mano. Lo vedi che ancora c'è gente che quando hai bisogno ti aiuta!* Nel pomeriggio ho portato mia madre alla Messa a Catigliano per le Ceneri perché oggi è cominciata la Quaresima.Giovedì 10. Oggi ho preso un mazzo di vinchi da Gastone di Ca' di Maurizio così domani c'è mio fratello e gli faccio legare le viti.Domenica 13. Oggi c’era Memorandia ma c’era un tempiccico strano e ha scoraggiato sia gli espositori che i visitatori.Martedì 15. Stamani ho visto che in piazza hanno montato un lungo palo. Mi sa che è per l'anniversario dell'Italia.* Oggi è morto Francesco Bonarini di anni 88. Abitava per la Via Nova, verso la curva del Mulino, ed è stato un collaboratore di tante manifestazioni anghiaresi nonché, per molte edizioni, Presidente della Società della Scampanata. * Oggi è morto anche Mario Santi detto Coppi. Aveva 75 anni ed abitava alla Croce del Fondo dopo Ponte Eleonora. Era nato a Monte, un podere dopo la chiesa di Galbino per la via di Casarecci.Giovedì 16. Oggi è morta Laurina Carboni in Canicchi. Abitava al Ghetto ma era nata a Gelle di Barliano.Venerdì 17. Stamani in piazza, nonostante l'acqua, c'è stata la cerimonia dell'alzabandiera per festeggiare i 150 anni di unità dell'Italia.Sabato 19. Beppe Fontana mi aveva detto che ieri sera voleva fare il fuoco a San Giuseppe ma mi sa che non ne ha fatto “gnente”.* Oggi a pranzo torta e spumante. Era la mia festa!Domenica 20. Oggi è morta Annina Gennari vedova Salvi aveva 89 anni ed abitava ai Sodi ma era nata a Casalta di Catigliano

Venerdì 1. Oggi volevo fare qualche scherzo ma poi mi è mancata l'occasione.Sabato 2. Oggi ho finito di tagliare l'erba del mio prato e sic-come c'era il sole ho messo il cappello di paglia che m'aveva regalato anno Celestino.Martedì 5. Oggi è morta Lucia Guadagni vedova Checcaglini. Abitava alle Ville Monterchi.Mercoledì 6. Oggi è morta Laura Mancini detta Dina, vedo-va Donnini. Aveva 89 anni ed abitava a Santa Fiora ma era nata al Podernuovo e la sua famiglia prima abitava a Ca' de Marchetto.* Verso le cinque sono passato dal Topo e ho visto il Maschio che faceva merenda sui scalini di casa sua.Giovedì 7. Stasera a cena abbiamo mangiato i fichi secchi comprati tassativamente alle Fiere al Borgo.Sabato 9. Dopo “mangio” ero a Tavernelle da Maurizio e ho visto un paio di rondini. Ma il Baggi m'ha detto che è già una settimana che erano arrivate.Mercoledì 13. Stamani col Panicucci (mi stava intonacando un fondo) si guardava sopra il Borgo che c'erano delle nuvolette che sembrava neve. Poi invece da Anghiari ho visto che era proprio neve.Giovedì 14. Stamani ho incrociato l'Elena dei Mori al Consorzio ma non mi ha riconosciuto perché avevo la macchina nuova.Venerdì 15. Stamani con Gastone abbiamo portato altre palme alla Badia che Palmiro, quello del Molin Bianco, quest'anno ne ha trovate meno.* Oggi è morto Aldo Mercatelli di anni 81. Abitava a Scoiano ma la sua famiglia è originaria di Badia San Veriano.Lunedì 18. Oggi è morto Varo Alessandrini di anni 75. Abitava a San Leo ma era nato alla Palaia, sotto il Campo della Fiera.Giovedì 21. Stamani presto, intanto che andavo a montare le lampadine per la processione col Draghi, ho visto il Piomboni Luciano che prendeva la benzina da Gino, ma Gino ancora dormiva.Lunedì 25. Stamani, dopo la Messa e le rogazioni, alla Mae-stà della battaglia c'è stata l'estrazione delle damigelle. Sono estratte Rosanna Merendelli e Santa Chialli.Martedì 26. Oggi è morta Lidia Zafferani vedova Donati Sarti. Aveva 73 anni ed abitava a Casolare, alla Motina, ma era originaria di Vallecalde.Giovedì 28. Oggi è morto Pietro Paletti di anni 85. Abitava a San Rocco ma era nato al Poggiolo di sopra, alla Motina, e la sua famiglia era originaria di verso Casteldelci.Sabato 30. M'ero dimenticato di scriverlo ma giorni fa ho visto Gastone che scaricava il concio nel suo campo sotto Fico. Sembrava un contadino vero.

ma poi ha abitato anche nella casa colonica che una volta era attaccata alla chiesa di Santo Stefano. Lunedì 21. Oggi doveva entrare la primavera ma mi sa che la tramontana non l'ha fatta entrare che era un gran freddo.Giovedì 24. Se ho voluto legare le viti m'è toccato “fallo” a me (vedi giovedì 10).Domenica 27. Oggi è morta Gilda Del Tasso vedova Elisei. Aveva 93 anni ed abitava a San Leo ma era nata al Botteghino, poco prima di Valealle.Mercoledì 30. Oggi al mercato c'era anche uno con la fisar-monica.Mese di Marzo 2011

Mese di Aprile 2011

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Questo giornale lo potrete trovate su Internetwww.parrocchiadianghiari.it

Scriveteci: [email protected]: Oratorio di Anghiari, Via della Propositura 6 - 52031 ANGHIARI

SANTUARIO MADONNA DEL CARMINESantuario mariano della Valtiberina

FESTA DELL’ASCENSIONE 2011

Giovedì 2 giugno: 40 giorni dalla Pasqua S. Messe alle ore 7 e ore 11.

Sabato 4 giugno: Vigilia della festaAlle ore 20,45 accensione del fuoco e canto dei Primi Vespri.

Domenica 5 giugno: AscensioneAlle ore 6,30: Apertura del Santuario.Dalle ore 7 alle ore 10: S. Messa ad ogni ora.Alle ore11,15:Solenne Celebrazione EucaristicaNel pomeriggio S. Messe alle ore 16 (benedizione dei bambini) e alle ore 18.

FESTE DI LUGLIOLunedì 11 luglio 2010

Anniversario dell’Apparizione della Madonna al Combarbio

Ore 20 - Partenza del pellegrinaggio da Anghiari, zona Acquedotto, da Tavernelle zona del Bagnolo: S. Rosario e canti.Ore 21 - Solenne Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo Riccardo Fontana, a cui sono invitati i Sacerdoti e le Comunità Parrocchiali della Zona Pastorale Valtiberina.

Giovedì 14 luglio e Venerdì 15 luglioOre 21 S. Rosario e meditazione.

Sabato 16 luglio 2011Memoria Liturgica della Beata Vergine del Carmelo

Ore 21 - Solenne Concelebrazione Eucaristica dei Sacerdoti del Vicariato e Processione Mariana attorno al Santuario.

Sono particolarmente invitati i fedeli consacrati allo Scapolare del Santuario del Car-mine.