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MENSILE DELLE PARROCCHIE DI CASTELNUOVO SCRIVIA, ALZANO, GUAZZORA, MOLINO, OVA Giornale dell’Unità Pastorale S. Luigi Orione BOLLETTINO PARROCCHIALE Anno 94, n. 11 - 12 NOVEMBRE - DICEMBRE 2007 Lo splendore del Natale Segue a pagina 2 “una luce rifulse” Iscritto al Tribunale al n° 4/69 il 22 giugno 1969. Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/AL. Direttore editoriale: il parroco Don Costantino Marostegan Direttore Responsabile: Dott. Roberto Carlo Delconte Impaginazione e stampa: Dieffe s.n.c. - Castelnuovo Scrivia (AL) “S u coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse” (Is 9,1); ai pastori apparve la gloria di Dio e “li avvolse di luce” (Lc 2,9). Queste espressioni, che ascolteremo durante la liturgia della Notte santa, ci ricordano che dove compare la gloria di Dio, là si dif- fonde nel mondo la luce. “Dio è luce e in Lui non ci sono tenebre”, ci dice san Giovanni (1Gv 1,5). La luce è fonte di vita. Ma luce significa soprattutto conoscenza, significa verità in contrasto col buio della menzogna e dellʼignoranza. Così la luce ci fa vivere, ci indica la strada. Ma poi la luce, in quanto dona calore, significa anche amore. Dove cʼè amore, emerge una luce nel mondo; dove cʼè odio, il mondo è nel buio. Antonio del Massaro detto il Pastura - Presepe con S. Giovanni Battista e S. Bartolomeo, 1488

2007 - Novembre-Dicembre

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Giornale dell’Unità Pastorale S. Luigi Orione “ u n a l u c e r i f u l s e ” Anno 94, n. 11 - 12 NOVEMBRE - DICEMBRE 2007 MENSILE DELLE PARROCCHIE DI CASTELNUOVO SCRIVIA, ALZANO, GUAZZORA, MOLINO, OVA Direttore editoriale: il parroco Don Costantino Marostegan Direttore Responsabile: Dott. Roberto Carlo Delconte Impaginazione e stampa: Dieffe s.n.c. - Castelnuovo Scrivia (AL) Segue a pagina 2 Antonio del Massaro detto il Pastura - Presepe con S. Giovanni Battista e S. Bartolomeo, 1488

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MENSILE DELLE PARROCCHIE DI CASTELNUOVO SCRIVIA, ALZANO, GUAZZORA, MOLINO, OVA

Giornale dell’Unità Pastorale S. Luigi Orione

BOLLETTINOPARROCCHIALE

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Segue a pagina 2

“ u n a l u c e r i f u l s e ”

Iscritto al Tribunale al n° 4/69 il 22 giugno 1969.

Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro:Poste Italiane s.p.a. - Spedizione inAbbonamento Postale - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/AL.

Direttore editoriale: il parroco Don CostantinoMarostegan Direttore Responsabile: Dott. Roberto CarloDelconte Impaginazione e stampa: Dieffe s.n.c. -Castelnuovo Scrivia (AL)

“Su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse” (Is9,1); ai pastori apparve la gloria di Dio e “li avvolse di luce” (Lc2,9). Queste espressioni, che ascolteremo durante la liturgia

della Notte santa, ci ricordano che dove compare la gloria di Dio, là si dif-fonde nel mondo la luce. “Dio è luce e in Lui non ci sono tenebre”, ci dicesan Giovanni (1Gv 1,5). La luce è fonte di vita.Ma luce significa soprattutto conoscenza, significa verità in contrasto colbuio della menzogna e dellʼignoranza. Così la luce ci fa vivere, ci indica lastrada. Ma poi la luce, in quanto dona calore, significa anche amore. Dovecʼè amore, emerge una luce nel mondo; dove cʼè odio, il mondo è nel buio.

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Sì, nella stalla di Betlemme è apparsala grande luce che il mondo attende. Inquel Bimbo giacente nella stalla, Diomostra la sua gloria, la gloria dellʼamo-re che dà in dono sé stesso e che sipriva di ogni grandezza per condurcisulla via dellʼamore.La luce di Betlemme non si è mai piùspenta.

Dove è spuntata la fede in quelBambino, lì è sbocciata anche la cari-tà, la bontà verso gli altri, lʼattenzionepremurosa verso deboli ed i sofferen-ti, la grazia del perdono. I santi di ognitempo ci fanno intravedere questa viadi luce che parte da Betlemme in quelDio che si è fatto Bambino. Contro laviolenza e i mali di questo mondo Dio

oppone la sua bontà e lʼinvito a segui-re quel Bambino.Possa nella nostra Unità Pastoralerifulgere la luce di Cristo e ciascuno dinoi sia portatore di quella pace invoca-ta dagli angeli nella santa Notte.

Don Costantino M.

Don Oreste Benzi: una vita santa

Don Oreste Benzi nasce a SanClemente (20 Km. da Rimini)il 7 Settembre 1925 da una

povera famiglia di operai (settimo di9 figli). Allʼetà di 12 anni entra inseminario e viene ordinato sacerdo-te il 29 Giugno 1949. Divenuto assi-stente della Gioventù Cattolica diRimini matura in lui la convinzionedellʼimportanza di essere presenteai giovani adolescenti (la fascia deicosiddetti teen-agers) nei quali siformano i metri di misura definitividei valori della vita.Riteneva fondamentale, infatti, rea-lizzare una serie di attività che favo-rissero un «incontro simpatico conCristo» per coinvolgere la maggiorparte degli adolescenti ad avereincontri decisivi con Dio. In questoprogetto rientra la costruzione diuna casa alpina ad Alba di Canazei(TN) per soggiorni di adolescenti,realizzata dal 1958 al 1961. Migliaiadi adolescenti hanno potuto fare efanno tuttora unʼesperienza “libe-rante“ per scegliere i valori cristianifacendoli rientrare nel proprio ciclovitale.Lʼapprofondimento della conoscen-za dellʼanimo giovanile si realizzaanche in vari impegni come inse-gnante di religione nelle scuole;punti privilegiati di osservazione ecampi di azione nel mondo degliadolescenti.

Alla fine degli anni ʻ60 iniziò a lavo-rare con alcuni giovani che deciserodi impegnare le proprie vacanzenellʼanimazione dei soggiorni mon-tani per adolescenti in difficoltà. Nel1968, con questo gruppo di giovanie con alcuni altri sacerdoti dà vitaallʼAssociazione e Comunità PapaGiovanni XXIII. Grazie alla disponi-bilità a tempo pieno di alcuni, guidalʼapertura della prima Casa-famigliadellʼAssociazione a Coriano(Rimini) il 3 Luglio 1972.Poi, lʼimpegno per aiutare le giovaniprostitute e contro la prostituzione ingenerale e la lotta per salvare i gio-vani dalla droga, si è svolto spessodavanti agli occhi di tutti attraversomolte apparizioni televisive. Don Oreste Benzi è morto il 2Novembre 2007 alle 2:22 in seguitoa un attacco cardiaco nella suacasa di Rimini, allʼetà di 82 anni.Come sacerdote si è sempre distin-to per lʼattenzione prestata ai piùemarginati, a quelli che chiamava“gli ultimi“, definendoli: “coloro aiquali nessuno pensa. E se ci pensa,pensa male“.Un altro tratto caratteristico dellasua azione è stata la costante ricer-ca di soluzioni concrete per le per-sone alle quali rivolse le sue atten-zioni. In questo non si è mai limitatoai bisogni immediati, ma ha sempreesteso la sua opera alla rimozionedelle cause che provocano lʻemargi-nazione, facendosi anche promoto-re di iniziative di riforma delle leggi.Diceva: “La devozione senza rivolu-

zione non basta”. Don Benzi è statauna persona “vera”, si è caricatodella croce cioè dei problemi cheopprimono il prossimo. Non si è trin-cerato dietro una carità di facciata enon ha dato ai bisognosi solo paro-le. Ha sentito la necessità forte didare sollievo e di arrivare alla radicedei problemi. Ha saputo unire lafede e la carità, ha fatto la parte diMarta e di Maria; in questo sensopossiamo dire che è stato un uomodi Dio cioè ha risposto con la suastessa vita alla richiesta di Gesù,posta col Vangelo, di amare il pros-simo come sé stessi, di andare alavorare nella messe del Signore.Possiamo dire che è stato un verosacerdote, un vero cristiano, unservo fedele di Dio e del prossimo.Tutte le caratteristiche di una vitaSanta.

« Nel momento in cui chiuderò gli occhi a questa terra, la gente che sarà vicino dirà: è morto. In realtà è unabugia. Sono morto per chi mi vede, per chi sta lì. Le mie mani saranno fredde, il mio occhio non potrà più vedere,ma in realtà la morte non esiste perché appena chiudo gli occhi a questa terra mi apro allʼinfinito di Dio ».(Don Oreste Benzi. Commento al brano biblico di Giobbe (19,1.23-27) scritto per la commemorazione di tutti ifedeli defunti del 2 Novembre 2007, giorno della sua morte)

Gianluigi Zeme

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Così lo scrittorecastelnoveseSoldini (nella

sua famosa opera “Ilcavallo di Caligola” del1962, pag. 238) ciinvita seriamente ariflettere sulle nostrescelte di vita: senzamoralismi, ipocrisie origidezze ecomplicazioniintellettualistiche, macon quellaimmediatezza eschiettezza tipica deigrandi spiriti.La libertà è unprincipiofondamentale: ognunoè libero di fare quelloche vuole, sempre –ovviamente – nelrispetto delle leggi e,soprattutto, dellalibertà e dignità deglialtri. Ciascuno di noideve essere libero di

scegliere e diautodeterminarsi;compito di ognieducatore non è quellodi scegliere al posto dialtri, ma quello difornire le corretteinformazioni ed i validistrumenti affinché unapersona possa esserein grado di valutare escegliere liberamentee consapevolmente (lostesso Soldini scrive:“essere consapevoli ditutto quello che si fa.Essere semprepresenti a sé stessi.Questo è vivere”, in “Ilgiardino di Montaigne”,Samedan 1975, pag.145).Anche oggi – spesso –si ha lʼimpressioneche, da un lato, lanostra societàpermetta qualunquecosa, e, dallʼaltro, che

la Chiesa ponga uneccessivo numero didivieti. Come semprela verità sta nel mezzo,nel senso chelʼimportante non èvietare o permettere,ma spiegare le ragioniche suggeriscono quelcerto divieto opermesso, riuscendo –soprattutto - a rendereconsapevole ilsoggetto delleconseguenze delleproprie scelte. Si può prendere quelloche si vuole; però ognicosa deve esserepagata, vale a dire cheogni nostra sceltadetermina delleinevitabili (anche senon sempreprevedibili)conseguenze, negativeo positive che siano(anche il Libro

sapienziale delQohelet afferma: “siiallegro, o giovane,… fàtutto ciò che desideri eche i tuoi occhivagheggiano, ma tienipresente che, su tuttoquesto, ti giudicaIddio”, vers. 11,9).La libertà, allora, nondeve essere maidisgiunta dallaresponsabilità. Dʼaltronde – comediceva Antoine deSaint-Exupéry –“essere uomo èprecisamente essereresponsabile”; e anchese non sempre tuttodipende dalla nostravolontà, è altrettantovero che “nonfacciamo quello chevogliamo e tuttaviasiamo responsabili diquel che siamo” (Jean-Paul Sartre).

Oblòdi R. C. D.

“Cʼè un proverbio spagnoloche dice: puoi prendere quelloche vuoi, ma ricordati che devipagare”

(Pier Angelo Soldini)

Il nostro Bollettino, ormai giunto al suo

novantaquattresimo anno di vita, si è

molto rinnovato, sia nella veste grafica

che nei contenuti. In particolare, la scel-

ta di stamparlo parzialmente a colori ha

comportato una maggiore spesa.

Pertanto, per proseguire e migliorare il

cammino intrapreso, è anche necessaria

la vostra partecipazione.

Se volete aiutare il Bollettino potete recarvinellʼUfficio Parrocchiale di Castelnuovo, oppureutilizzare il conto corrente postale n° 11692159,intestato alla Parrocchia S.S. Pietro e Paolo -via M. DʼAzeglio n° 9, 15053 CastelnuovoScrivia, causale “PER BOLLETTINO”.Per Alzano e Guazzora rivolgersi agli ufficiparrocchiali la mattina dei giorni festivi.Per Molino rivolgersi in Canonica.

Vi preghiamo, inoltre, di segnalarci eventuali disguidi postali.

Un contr ibuto per i l “ tuo” Bol let t ino

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Sembra così strano pensareche con un semplice gestouna persona possa essere

magicamente trasportata nelpassato, eppure è proprio ciò cheè successo domenica 21 ottobreai ragazzi che hanno varcato leporte del salone dellʼoratorio:sono stati subito circondati daunʼatmosfera orientale. Musica,personaggi, piramidi, addiritturaun sarcofago contenente unaspaventosa mummia... insomma,tutto in stile egiziano!! Il Faraone,dallʼalto del suo trono, impugnavai due scettri e osservava conattenzione i giovani venuti dalfuturo studiando ogni loro singolomovimento.Bambini e ragazzi hanno potutoconfrontarsi tra loro partecipandoa sei diversi giochi: cʼera chi sicimentava nella costruzione dipiccole piramidi di sabbia, chiinvece preferiva esercitarsi nellamummificazione o addiritturaallenare la memoria facendo brevipartite a memory o rispondendo asemplici domande sullʼEgitto...invece i più sportivi e competitivisi sfidavano “a suon di biglie”facendo lunghi percorsi oppurecercando di ottenere i punteggipiù alti sfruttando la propria mira.Il tutto era controllato daglianimatori che, nel modo piùsemplice e con un poʼ di fantasia,hanno cercato di assumere unaspetto egiziano indossando buffivestiti.

Anche i genitori hannopartecipato alla giornata vincendopremi divertenti con la lotteria chesi è svolta dopo la merenda.Di certo non poteva mancare ilmomento dedicato alla preghiera,durante il quale sono stati letti edistribuiti dei piccoli ma preziosibiglietti riportanti i diecicomandamenti.Anche se il dover smontare tuttoha portato in noi animatori un poʼdi malinconia, perché ci ha fattopensare a tutti quei momentitrascorsi insieme per allestire lascenografia, è stato bello egratificante arrivare alla fine dellafesta e scoprire che i ragazzi eanche i bambini più piccoli, hannoavuto lʼoccasione di divertirsi e difare tesoro di una giornatasimpatica trascorsa con gli amici.Ci hanno dato la certezza diavere apprezzato ciò cheabbiamo cercato di rappresentarenel modo più semplice,permettendoci di tornare a casacol sorriso sulle labbra e, cosapiù importante, ci hanno fattocapire quanto è bello vedernascere unʼidea e poi scoprirequanto sono meravigliosi i suoifrutti. Perché alla fine è anchequesto che rende felice unanimatore: creare un qualcosa daportare a termine e poter sempregioire del risultato ottenuto.

Paola Capelli e Alessio Villani

Egyptlandia: una festa tutta orientale!

Venerdì 2 Novembre, giorno della commemorazione dei defunti, noi ragazzi dellʼ oratorio San Luigi Orione,accompagnati dal parroco, dal viceparroco, e da alcune assistenti, abbiamo fatto visita al cimitero. Dopoesserci radunati davanti allʼoratorio, ci siamo incamminati verso il cimitero, recitando il Santo Rosario.

Là, ad attenderci, cʼera il professor Brunetti che ci ha dato spiegazioni sui particolari di alcune tombe e ci ha rac-contato alcuni fatti importanti del passato.Ci siamo soffermati su diversi punti, ognuno dei quali con una propria storia alle spalle.Dopo ciò, abbiamo fatto visita ai nostri conoscenti defunti . Al ritorno, in oratorio ci attendeva una bella cioccolatacalda.FELICI DI AVERE TRASCORSO UNA SERENA GIORNATA…

Luca e Simone

V i s i t a a l c i m i t e r o

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Il Coro dei giovani, cheaccompagna le funzionireligiose domenicali, ha

compiuto dieci anni. Lʼattivitàrichiede volontà, capacità,impegno, ed il traguardo chenel tempo il gruppo ha rag-giunto, va a merito di tutti. LaComunità parrocchiale rin-grazia e si augura che laloro presenza duri “ad mul-tos annos”.Prima di ricordare ufficial-mente lʼavvenimento, con lapenna dellʼindimenticato viceparroco Don Paolo Civillini(ora parroco a Zavattarello),rivolgiamo un pensiero aipionieri che con grandedisponibilità sono stati pre-senti in Parrocchia al terminedegli anni settanta del seco-lo scorso. Don PasqualinoNegri, altro indimenticatovice parroco, poi parroco aFortunago e Mezzana Bigli,raccolse attorno a sé dei gio-vani che amavano il canto ela musica, e li lanciò in uncoro , che accompagnava lamessa domenicale a SantʼIgnazio. Erano tempi difficiliper un certo tipo di musica:una chitarra, in chiesa, eraper i benpensanti motivo di

scandalo! Quei ragazziaffrontarono difficoltà dʼognigenere. Anche le proveerano un problema: in chie-sa, non si poteva; presso pri-vati disponibili, disturbavanotuttavia i vicini…Il sindacoCurone, restio a spenderedanaro pubblico in cose fri-vole, venne tuttavia loroincontro, acquistando, usa-tissimo ma efficiente, unimpianto di diffusione, con ilquale le loro esibizioni purriuscivano. Quando DonPasqualino lasciò laParrocchia, il coro si sciolse.Qualche anno dopo, mutatala guida della Parrocchia,sarebbe nato il LiturgicalSong Emmanuel.Ed ecco ciò che ricorda DonPaolo.“Poteva sembrare un anno ditransizione, è stato inveceun periodo fecondo per laParrocchia.Il 1997 si era presentato dasubito come un anno partico-lare: a gennaio già si parlavadi un possibile trasferimentodi don Bruno ad altraParrocchia, decisamente piùimpegnativa. Non passaronomolti mesi, e la comunitàdovette fare i conti con lastraordinaria capacità di donGianfranco.Intanto ricordo con piacere

quegli anni trascorsi inOratorio, con tanta gioventù,mettendo a disposizionequei pochi doni che Dio miha dato, cercando di comuni-care un poʼ di entusiasmoalle giovani generazioni, condolcezza ma anche condeterminazione. Non è man-cato chi ha saputo seguire iconsigli dei sacerdoti, e nonsono venuti meno i donidello Spirito che proprio nelʼ97 sono emersi in modovistoso soprattutto dopoalcune esperienze vissuteproprio in quellʼanno.In Aprile, a Rimini, un piccologruppo decide di parteciparecon me al Convegno annua-le del Rinnovamento delloSpirito Santo. Quel gruppettone rimase affascinato, si riu-scì a pregare molto, loSpirito, che sempre agiscenella Chiesa, toccò sicura-mente il cuore di qualcuno!Ma forse non era sufficientequella breve esperienza:molti sentirono il desiderio diiscriversi presso la Diocesiper partecipare, a Parigi, allaGMG, per incontrare il PapaGiovanni Paolo II. Lì fu laPentecoste per tutti, ancheper me!Il lungo viaggio in treno, lafatica del cammino, i nume-rosi disagi di quei giorni li

ricordo ora con piacere.Hanno fatto bene anche ame, prete; ma.. hanno fattobene soprattutto a loro, gio-vani castelnovesi che, sullavia del ritorno, mi si avvicina-rono chiedendo udienza periniziare a spargere i primisemi di servizio nella chiesalocale che è in Castelnuovo.“Don” – mi dicono – “ sedopo aver incontrato il Papae tanti giovani del mondo,rientrando in Parrocchiasiamo ancora gli stessi e nonfacciamo nulla di significati-vo, siamo proprio stupidi”.Rimasi sorpreso e affascina-to nello stesso tempo nelpercepire che il Signorestava toccando il loro cuore.Così, proprio nel mese diSettembre del 1997, nacqueil Gruppo Missionario(GRU.MI) di cui ora ho persole tracce, ma che aveva lʼin-tento di dare una mano con-creta alle famiglie disagiatedel paese.Non solo, diversi partecipan-ti alla Giornata Mondialedella Gioventù avevano ilgrande dono di saper suona-re uno strumento, e lo sape-vano fare anche bene.Allora, perché non far nasce-re un gruppo trainante che

I l c o r o d e i g i o v a n i

D i e c i a n n i !

Don G. Paolo

segue a pag. 7

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Natale

Èla festa del BambinoGesù. È lui che è nato.

Fino a quando non dette-ranno legge quei mostri incamice bianco , che si sen-tono dei , ed in nome dellanuova morale si sforzano diviolentare la natura, i bam-bini nasceranno dalle loromamme. Non ci si può noncommuovere allo spettaco-lo, antico come il mondo,ma sempre attuale, dʼunamamma con il suo bambi-no. Tante bimbe, poi ragaz-zine, che vedevi formarsisui banchi della scuola,sono diventate mamme. Livedi per strada a spingere ilpasseggino, magari vuoto,perché i bimbi crescono evogliono da soli avventurasinel mondo. È così naturale,che pochi si accorgono diessere di fronte ad un mira-colo. I veri miracoli sononella natura, non fuori diessa, eventi straordinari. Èmiracolo un seme chediventa pianta, un uovo chedà vita ad un pulcino, unfunghettino che fermenta etrasforma la pasta in pane oil mosto in vino. Non so semolti politici che abbiamodelegato a rappresentarci inParlamento hanno maiammirato i miracoli che cioffre la natura. Eccoli pron-ti ad eliminare lo spirito delNatale. Qualcuno ha giàideato di cancellare il riferi-mento temporale dellanascita di Cristo. Perché ilCristo vero è nato almenosei anni prima? Forse, lʼalbero natalizio habisogno dʼuna energicapotatura. Sfrondiamolo datutti gli orpelli, che nullahanno di cristiano! Natale èun semplice episodio di sto-ria. Due giovani sposi sisono trovati per strada, nel

rispetto della legge romana,che non pensava ai proble-mi dʼuna prossima mamma.La casa di Giuseppe eratroppo piena di parenti; erapiù tranquillo il locale alpiano terra. Scavato nellaroccia ed adibito al ricoverodegli animali. Così Gesùnacque in una grotta. Ilresto è fantasia, anche senon possiamo non accetta-re la presenza dei semplici(i pastori) e la gioia sopran-naturale dei cori celesti (gliangeli). Era semplicementenato un bimbo. Ma era Dio.Le vetrine e le strade illumi-nate portano tanto gelo alcuore. Addobbo natalizio?Ma la gente sta dimentican-do che la festa ricorda unanascita vera, dʼuna personavero uomo. Non quelpagliaccio vestito di rossoche guida una slitta tirata darenne volanti. Diamo anco-ra ai nostri bimbi il veroNatale!Un esercito di mamme con-tinua a dire sì alla vita. Sonofelici. Non altrettanto glistregoni in camice bianco,sempre truci, contro tutti.Non sono felici. Il loro orgo-glio impedisce di compren-dere la letizia del nostroNatale. Cristiano Un innoalla gioia. Sulla volta dellaParrocchiale sta scritto:“Non praevalebunt”.

Le nostre campane

Nellʼ instancabile lavorodi recupero della chiesa

parrocchiale ci si sta inqualche modo sollevando…da terra. Si progetta, intempi diversi successivi, lasistemazione dellʼinternodel campanile e dellʼ orga-no. Prioritaria la scala diacceso.Il campanile comprende

cinque campane, che daoltre centocinquantʼ annicompiono il loro lavoro quo-tidiano, resistendo a tutti gliagenti esterni. Noi, che levediamo e udiamo da sem-pre siamo per nulla portati aconoscerle. Eppure, comeogni cosa voluta e proget-tata dallʼuomo, hanno unastoria degna dʼessere cono-sciuta.Sono nate nel 1850. Siamonel regno di Sardegna, apochi mesi dalla sconfitta diNovara. Don GiuseppeLugano è stato nominatoprevosto, dopo la morte didon Giovanni Fornasari, unparroco umano e diligentis-simo, a giudicare dai docu-menti che ci ha lasciati. Sulcampanile si trovano quat-tro campane. Il loro pesolascia intendere che noncostituiscono un concerto.Si conosce il loro peso,complessivamente attornoai sedici quintali. Sono statefuse dopo la caduta diNapoleone; sappiamo chelʼimperatore francese hafatto frantumare le campa-ne precedenti, per la scarsapartecipazione del popoloagli ideali della rivoluzionefrancese. Da un documentodel 1726, durante la sovra-nità austriaca, cʼerano inpaese ventisei campane,distribuite nei vari campani-li. Don Lugano volle dotarela chiesa Parrocchiale dʼunconcerto di campane valido.Cambiò le quattro campanecon altre cinque. Partendodalla più grande (nota Do,peso 9.6 quintali) vʼè unaRe di 6,8 quintali (lato est,la più loquace che suonalʼAve e comunica il trapas-so dei fedeli; poi vi è una Mi(4.8 quintali, lato sud) unaFa e una Sol nel lato nord,rispettivamente di 4.10 e2.75 quintali. Al collaudo, laSol fu trovata scarsa dal

collaudatore Desiderio Torti.Fu rifusa e completata.Esecutore del lavoro il fon-ditore alessandrino Fran-cesco Zerbino. ImpresarioGiuseppe Credassi. Lecampane furono collocatein sede nel 1852. Da alloraguidano la nostra vita.Fascisti e badogliani, nel1943, tentarono di sottrar-cene due (la Do e la Re) perdestinarle ad usi bellici efinirono di offrirle ai tedeschidopo lʼ8 settembre; il parro-co Don Bianchi riuscì fortu-nosamente a recuperarle,riportandole in paese. Siprese una denuncia perfurto di materiale metallico!“Avevo rubato le mie cam-pane” scrisse sul Bollettinoparrocchiale a sua difesa.La magistratura, sempretempestiva nei suoi inter-venti, fu sorpresa dal 25aprile 1945… Le campane rimasero sal-damente nostre.Quando, la domenica matti-na, sentite le note dellʼ “AveMaria” di Fatima salutare ilgiorno che nasce, pensatea quale perfetto strumentomusicale programmò per isuoi fedeli presenti e futuri ilPrevosto Don GiuseppeLugano nel 1850. Ora,saremo presto messi incondizione di avvicinaremeglio le nostre campane,con una scala sicura. Unosplendido regalo. Non aisacerdoti o ai componentidella varie commissioni par-rocchiali. A tutta la comuni-tà. Con le stesse motivazio-ni che mossero nel 1850Don Giuseppe Lugano.

Un ricordo

Il mese di ottobre si è acca-nito con la classe del ven-

tinove. Tra gli scomparsi

c r o n a c h edi L. Stella

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c a s t e l n o v e s iricordo due “ragazzi” chelasciano perplessi molti deicontemporanei: chi sonostati?Sono due castelnovesi perorigine e per mentalità,anche se le necessità delloro lavoro li hanno trasferitidal luogo dʼorigine. Con unanostalgia per Castelnuovoche, con il passare deglianni, era diventata semprepiù struggente.Ricordiamo Tito Berri per lasua giovialità, il suo spirito,la sua capigliatura rossa.Visse, come tutti i suoi coe-tanei, la triste esperienzadella guerra, che non lʼosta-colò nello studio, grazie alquale conseguì un diploma.Nel quarantotto, valevasicuramente molto più diadesso. Divenne espertoconoscitore della qualità

della nostra produzioneagricola; la sua competenzaebbe modo di brillare inunʼimportante azienda ita-liana di prodotti confeziona-ti. Che molto dovette allʼin-traprendenza di Tito.Ezio Bettini ebbe una vitaavventurosa, come capitò apochi. Nacque ad AlessandriadʼEgitto da genitori castel-novesi, che portarono inAfrica la loro abilità nel lavo-ro. Poi, il fanatismo mussul-mano divise i genitori; ilpadre si trasferì in Eritrea,allora colonia italiana, conlʼidea di trasferivi la fami-glia. Quando fu raggiuntodalla moglie , era in atto laguerra contro lʼEtiopia.Ezio fu mandato dai parentidi Castelnuovo. Qui siformò culturalmente ed

assorbì quella “castelnove-sità” che non lo abbandonòpiù in tutta la sua esisten-za. La seconda guerramondiale bloccò il suo tra-sferimento in Eritrea. Provòqui, come tutti, la lotta quo-tidiana per lʼesistenza inquei momenti tanto tragici.Si diplomò perito elettrotec-nico. Partito finalmente perlʼEritrea, con la sua capaci-tà raggiunse i vertici delladitta di produzione e distri-buzione dellʼenergia elettri-ca. Lʼinstabilità politica inquella repubblica africana lospinse ad un forzato rientroin Italia.Venne assuntodallʼENEL e vi concluse lasua carriera.Non tralasciò mai di utilizza-re il tempo libero nellʼattua-re geniali intuizioni, per lequali era già famoso da

ragazzino. Ricordo tra i suc-cessi una pentola a pressio-ne ad energia solare diretta.In questi tempi stava pro-vando a Castelnuovo a pro-durre il freddo sempre sfrut-tando lʼenergia solare…Volle bene a tutti. Il prossi-mo lo ricompensò con cat-tiverie dʼogni genere. Riposa nella nostra terra,dove avrebbe voluto tra-scorrere gli ultimi anni dellasua vita: ma le Marche lotrattennero oltre la suavolontà di ritorno.I due “ragazzi del ventino-ve”, insieme ai tanti coeta-nei che sono stati, tutti,qualcuno, meritano un ricor-do e una preghiera.Saranno in pace; ma quan-to a riposo non certo: nonriusciamo ad immaginarliinattivi...

potesse coinvolgere anchequalche elemento lontanodalla Chiesa per un servizioalla Parrocchia? In quellʼannotante volte ci siamo interrogatisu questa possibilità che poi èdiventata realtà. Ne furono entusiasti tutti, e dasubito!Da Settembre a Dicembre vierano ancora due SanteMesse importanti alle 10 e alle11.15; loro animavano tuttedue la celebrazioni con gran-de sacrificio.Dal mese di Gennaio dellʼan-no successivo, la Messa dellaComunità divenne unica alle10.30 e fu proprio in queglianni che si iniziò a coinvolge-re tanta gente sia per la partestrumentale , sia per quellacanora. Si pensò da subitoallʼattrezzatura per lʼamplifica-zione e unʼ adeguata strumen-tazione, perfezionata poi neltempo, ma la parte forte eranoi canti.

Le parole di alcuni mi ritorna-no ancora alla mente per laloro semplicità e dolcezza.Mai scelti a sproposito, sem-pre molto coinvolgenti tantoda aiutare i fedeli ad assimila-re le Scritture della domenica.Una liturgia sempre preparatain anticipo col carissimoMarco che veniva nel mio stu-dio per scegliere i canti cheavessero un testo inerente almessaggio evangelico, pre-stando attenzione ai TempidellʼAnno liturgico, senza maiirritare la sensibilità dellagente , anzi, aprendo il cuoreverso una maggiore interioriz-zazione del Sacrificio di Cristonella Santa Messa.Quando nellʼanno giubilare misono reso conto che dovevopartire, con le valigie ormai trale mani abbiamo coniato per igruppo un nome dʼanagrafeper perpetuare nel tempo ilricordo di chi si impegna tuttele domeniche in spirito di ser-

vizio. “Liturgical SongEmmanuel – giovani in coro”;ben presto il sottotitolo lodepennarono perché sapevadi vecchio, mentre lʼEm -manuele ricordava il Dio connoi: lo slogan del Giubileo, chedava una spinta in avanti,verso il terzo millennio.Andava bene a tutti? Sì, atutti! Nacquero così i“Liturgicali” e… solo io soquanto mi mancano!Ora festeggiamo il primodecennio e sono felice dipoterlo ricordare ai cari castel-novesi con queste pocherighe scardinate. Non possia-mo non farlo, perchè noisacerdoti desideriamo ricono-scere che ogni gruppo checanta in Parrocchia è un aiutoper tutti, è unʼautentica risorsaper la comunità, è un donodallʼ Alto, segno carismatico dibenedizione.Unʼultima raccomandazioneperò scaturisce dal cuore di

chi li ha ancora un poʼ cono-sciuti e incoraggiati in queglianni: cari giovani, non dimen-ticate quella sana umiltà cherende il vostro servizio allaChiesa di Dio più vero ed effi-cace; solo così il vostro cantodiventerà annuncio e testimo-nianza della presenza diCristo, diventerà armonia nonsolo di voci ma anche di cuoriche amano e di mani che sitendono in segno di accoglien-za di altri carismi per arricchireil gruppo, dilatandosi a talpunto da contenere ogni figliodi Dio che vuole spendersiper gli altri.Lʼaugurio è di ritrovarci tra altridieci anni per rivedere i fonda-tori che a suo tempo hannoaperto la strada e apprezzareanche volti nuovi, nel segno diquel rinnovamento che richia-ma la giovinezza e la fre-schezza della Chiesa diCristo.

Don G. Paolo

D i e c i a n n i ! da pag. 5

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G u a z z o r a

Domenica 30 settem-bre una ventina diguazzoresi si trova-

no in Piazza Fausto Coppiper la gita interparrocchia-le . Meta San BenedettoPo, Abbazia di sanBenedetto Polirone eMantova. Si unisconoalcuni castelnovesi, moli-nesi e alzanesi e alle ore7,00 si parte per questalocalità a molti sconosciu-ta. Il tempo, alquantoincerto alla partenza conqualche spruzzo di piog-gia, si apre lungo il percor-so e nel pomeriggio lasce-rà posto ad un caldo sole.San Benedetto Po, paesedi circa cinquemila abitan-ti, provincia di Mantova suiconfini con la provincia diReggio Emilia, vanta unaabbazia millenaria fondatadal marchese Tedaldo diCanossa nellʼanno 1007.Ricorrono quindi mille annidalla fondazione. Dopoanni di grande splendore sisuccedono anni di vitastentata fino alla buferanapoleonica che spazzeràvia la presenza dei religio-si sino alla soppressionedel monastero nel 1797.Adiacente al monastero viè la bellissima chiesaabbaziale in onore di SanSimeone armeno divenutaora chiesa parrocchiale.Al nostro arrivo, alle ore10,00 ci attende una genti-le guida che ci illustra isuggestivi e vari chiostriche compongono la strut-tura conventuale (chiostrodi San Benedetto, chiostrodi San Simeone, chiostrodegli Abati o dei secolari,Refettorio grande eInfermeria Nuova) nonchéla basilica che inglobaallʼinterno lʼoratorio di

Santa Maria che conservastupendi mosaici pavimen-tali del 1151. La strutturaabbaziale si deve al gran-de architetto GiulioRomano che fece di que-sta un capolavoro dellʼar-chitettura cinquecentesca.Nellʼantico refettorio, cheoggi ospita il MuseodellʼAbbazia è conservatoun grande affresco delCorreggio che contenevainserita la tela raffigurantelʼUltima Cena opera collo-cata nel museo di BadiaPolesine . Nellʼabbazia eraconservata la tomba diMatilde di Canossa, i cuiresti sono stati trasferiti nel1633 a Roma in san Pietronella splendida tombamonumento di GianLorenzo Bernini.La Chiesa parrocchialecontiene il ricordo marmo-reo di un grande ecclesia-stico nativo di SanBenedetto Po, ErnestoRuffini, Cardinale - Arci-vescovo di Palermo dal

1967 al 1988 e fra i prota-gonisti del ConcilioEcumenico Vaticano II.Conclusa la visita verso leore 12,00 e dopo il pranzochi al sacco chi in un ele-gante ristorante, partenzaper Mantova, già capitaledel ducato dei Gonzaga .Visita dʼobbligo al Palazzoducale, la cattedrale, labasilica di SantʼAndrea(che conserva in una tecauna zolletta di terreno delGolgota imbevuto del san-gue di Cristo), il MuseoDiocesano e la passeggia-

ta lungo i laghi formati dalfiume Mincio.Durante il viaggio di ritor-no, sosta dʼobbligo in unapiazzola per una merenda-cena a base di salame,gorgonzola innaffiati daottima “bonarda”e tortevarie confezionate dabrave parrocchiane diGuazzora.Lʼarrivo a Guazzora alleore 22,00 stanchi ma con-tenti di una bella giornatapassata insieme, arricchitispiritualmente ma ancheculturalmente.

Gita a San Benedetto Po (Mantova)

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La Comunità guazzorese ha ricordato la ricorrenza deiSanti il giorno 1 novembre alle ore 15,00 con la liturgia

celebrata dal diacono Ernesto, nella chiesetta dei cimite-ro. Il giorno 2 novembre, nella stessa chiesetta, il ParrocoDon Costantino ha celebrato la S.Messa alle ore 10,30 inmemoria dei defunti e dei caduti di tutte le guerre, alla pre-senza del Sindaco Piera Vignoli, di altri componentidellʼAmministrazione Comunale e di numerosi fedeli.Anche questʼanno molte persone, con il diacono, hannomantenuto fede allʼantica tradizione di ritrovarsi la sera delgiorno dei Santi e la sera del giorno dei defunti per la reci-ta del S.Rosario, accanto alle tombe dei propri cari.

RICORRENZA DI OGNISSANTI, DEI DEFUNTI E MEMORIA DEI CADUTI

Si avvicinava il Natale e la neve tar-dava a cadere. Senza neve, pernoi ragazzi, sarebbe stato un

Natale anomalo. A malincuore ci stava-mo rassegnando quando, nella mattina-ta dellʼantivigilia, la nonna, venendoci asvegliare ci disse: “U cincè dra nev ucanta” (lo scricciolo, lʼuccellino cheannuncia la neve, canta). Incominciavaa svolazzare qualche bianca farfallina dineve e per noi fu un gioioso annuncio.Ben presto, le farfalline divennero lar-ghe falde, finalmente nevicava! Ci incol-lammo ai vetri ad osservare, scaldati daltepore del camino, la neve che svolaz-zava, volteggiava, sbatteva contro ivetri, si ammucchiava sui davanzalidelle finestre, sulle strade, sui tetti, sem-pre più copiosa. La coltre biancaaumentava di spessore a vista dʼocchio,il fringuello era andato a ripararsi fra icespugli del giardino e si vedeva saltel-lare tra i rami. I passeri infreddoliti, ripa-rati sotto i portici e sui fienili, beccavanoin terra cercando qualche seme. I merlistavano fra i rami dellʼedera che coprivail muro sconnesso del giardino. Le galli-ne si erano ritirate nel pollaio, solo alcu-ne erano rimaste al riparo della gronda-ia a guardare, silenziose e stupite, laneve che scendeva.Il suono delle campane, le voci dellastrada e tutti i rumori giungevano ovat-tati; come provenienti da luoghi remoti.Cichè De Filippi, il giornalaio, che ognimattina arrivava con la Gazzetta, si

fermò davanti al portone, tirò il ferrodella campanella e, mentre il battacchiola faceva suonare, sbatté i piedi sullasoglia per scrollare la neve dalle scarpeed esclamò: “Adès sì clʼè Nadal!”.Quella neve aveva portato lʼatmosferanatalizia.Nevicò tutto il giorno e tutta la notte. Almattino seguente, quando le campanechiamarono alla funzione della novena,mentre era ancora buio, gli uominierano già in strada a spalare. Si sentivail ferrigno rumore dei badili, aprivano unsentiero verso la chiesa. Anche i botte-gai si davano da fare per togliere laneve davanti ai loro negozi e staccare leante di legno dalle vetrine.Non appena le nostre mamme ci lascia-rono uscire, corremmo in piazza. Si formarono alcune squadre.Incominciarono a volare palle di neve.La piazza si era trasformata in uncampo di battaglia. La guardia comuna-le, Oreste Molla, cercava invano diporre fine alla tenzone gridando asquarcia gola: “Piantela, piantela! Andèa cà!”.In quel giorno di vigilia, a casa, si face-vano gli ultimi preparativi per il Natale.Nonna Pina, aiutata da “Pipina ʻraPrandena” e da “Angiolina ʻra giardinie-ra” (Angela Garavelli), preparava lacamera detta “dei forestieri”; da unʼanti-ca cassa, dalla serratura di ferro e dallapesante chiave, tirava fuori le lenzuolabelle di lino, tessute con vecchi telai.Erano le lenzuola del suo corredo e,mentre le disponeva sul letto, tutto intor-no si diffondeva lʼaroma del pulito, delbucato fatto con la cenere di pioppo(profumo che si confondeva con quello

delle mele cotogne messe sullʼarma-dio). Quel buon odore di cotogne era latipica essenza campagnola dei raccoltiche dava alla famiglia la speranza di uninverno sereno.Anche per le strade si sentivano invitan-ti profumi. Vicino a casa mia la pasticce-ria Lanati sfornava cannoncini e bignèed il profumo si diffondeva per tuttolʼisolato. Il fornaio Oreste Arzani cuoce-va in continuazione pane e focacce (darcarsènt). Parlando del fornaio nonposso non ricordare il suo antico e gran-de forno la cui costruzione, risalente alsettecento, era un vero monumento chefaceva da sfondo ad un grande stanzo-ne dove sʼimpastava a mano la farina esi preparavano le micche di pane.Mentre il pane cuoceva, le donne,salendo una scaletta di pietra, andava-no nella camera posta sopra il forno e lìsi scaldavano nellʼattesa che si compis-se la cottura.Quando si sfornava, allo spuntare del-lʼalba, per Oreste il lavoro non era finito:puliva il forno mentre la moglie Vigia,con le figlie Maria e Pinetta, riordinava-no lo stanzone. Mi sembra ancora disentire la voce acuta di Oreste chiama-re: “Pinetta! Pinetta, levat sù!”. Pinetta,ancora giovane, faceva fatica a scende-re dal letto.Un altro invitante profumo veniva dallʼal-bergo Tre Corone. Era il profumo dellostufato che sarebbe servito per il ripienodegli agnolotti che Fundè confezionavaper la tradizionale “agnolottata”. Erainfatti usanza che un gruppo di gauden-ti amici (alcuni impegnati per lavorofuori paese) si trovassero nella notte diNatale, dopo la Messa, al Tre Corone

UN NATALE DI TANTI ANNI FA

Lelio Sottotetti

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per scambiarsi gli auguri e fare unamangiata di agnolotti. Fra questi amicicʼerano: Giovanni Arona (capitano dimarina, figlio dellʼoste Carlo Fundè), ilDottor Carlo Setti (veterinario, cofonda-tore della gaudente associazione deno-minata “Gatala”, animatore di allegreserate conviviali), il Geometra MatteoGuagnini (proveniente da Milano doveaveva un avviato studio tecnico), RaulBasiglio (che lavorava nello studioGuagnini), Edoardo Concaro (produtto-re, a Villanterio, del formaggioGioconda in concorrenza con il BelPaese di Galbani), Francesco Brunetti(direttore di unʼazienda importatrice ditappeti), Gino Brunetti (amministratoredi unʼargenteria milanese), VittorioStringa (alimentarista) e Fausto Stringa(funzionario della dolciaria Alemagna).In quella Santa Vigilia, il Parroco, Mons.Agostino Bianchi, quale presidentedellʼOspizio dei vecchi, volle si compis-se qualche atto dʼamore e di carità perprocurare a quelle anziane persone lagioia di un sorriso. LʼIstituto, che si trovava nel complessoBalduzzi, allora non ancora ristrutturato,era posto in grandi camerate non suffi-cientemente riscaldate causa la vastitàdegli ambienti.Pochi degli anziani ospiti percepivano lapensione e lʼIstituto non aveva rendite.Vivevano, quindi, della carità dei com-paesani che, per il vero, non lasciavanomancare loro: grano, patate, ortaggi,vino, legna e latte (proveniente dallebergamine di Ova), confermando lagenerosità dei castelnovesi. Il necessa-rio per vivere cʼera ma anche tanta soli-tudine e tristezza. Il parroco, dunque,voleva portare una parola dʼamore, ilcalore del cuore.Dal pulpito mobilitò la comunità, presecontatto con la “schola cantorum”, conGiovanni Dax (del gruppo mandonilisti-co) e con alcuni studenti affinché prepa-rassero degli sketch umoristici. Ogni

castelnovese doveva fare qualcosa esoprattutto essere fisicamente presentead augurare a quelle persone: BuonNatale!Tutti si misero allʼopera. Il gruppettodegli studenti si riunì per diverse serenella cucina del Parroco, attorno allastufa di ghisa sulla quale, per tutto lʼin-verno, stavano ad arrostire le castagne.Glie le portavano i suoi parenti delle col-line sopra Villalvernia, suo paese dʼori-gine. Ricordo quella vecchia cara enor-me cucina dal pavimento di cotto scon-nesso, perchè per secoli vi spaccaronola legna. Cʼerano i fornelli a carbone, illungo tavolo , le sedie impagliate e lefinestre che guardavano sullʼorto. Lequattro porte conducevano nel piccolostudio, in cantina, nel cortile della topiae verso la scala.Lʼinvito fu accolto con slancio e lʼappun-tamento fissato per le ore quindici dellavigilia. In uno dei cameroni fu preparatoil palco per i debuttanti dal falegnameSabbione e da Ravetti (Primo ad SanRòc).I cantori si esibirono con alcuni pezzi“forti”, accompagnati dalla professores-sa Teresa Vigna al pianoforte. MarioPessini (Giacob), con tuba e pastrano,suscitò grande ilarità presentando alcu-ne sue macchiette. Dietro il palco cʼera-vamo noi ragazzi (“del cortile del parro-co”) per distribuire, nel momento oppor-tuno, un cestino a tutti i ricoverati condolci e altri regali (preparati dalle suorecon le ragazze della scuola di cucito).Poiché alcuni ricoverati non potevanolasciare il letto, Dax ed altri due mando-linisti si portarono ai loro capezzali edaccompagnarono le romanze cheAngiulè ad Ciaplena e Pipè dra Griladedicarono loro. In quegli occhi stanchiera ritornata la luce! Mons. Bianchi,mentre abbozzava un sorriso, non trat-teneva le lacrime. Lasciammo lʼospiziomentre si faceva sera e le campaneinvitavano alla Novena che in quella

sera si sarebbe conclusa. Sul sagratopassavano i pastori che, suonando lecornamuse, portavano le greggi allestalle dei Chiappedi (Falcunè), postenella grande corte della signora NinaGastaldi, ora casa Alfredo Maggi.Conclusa la novena, quando tornammoa casa per la cena, brillavano già le stel-le ma la giornata non era ancora con-clusa. A mezzanotte partecipammo alla solen-ne Messa del Natale e quindi al rito delbacio al Bambino, prima che fossedepositato nella mangiatoia del presepeallestito nella cappella lunga. Era pienanotte quando, stanchi ma con il cuoretraboccante di intima gioia, andammo aletto. Ricordo che lʼemozione di quellagiornata così intensa non mi lasciòprendere sonno. Nel letto rimasi sveglioe osservai a lungo, oltre la finestra, iraggi della luna riflessi sulla neve chepareva dʼargento. Grande era il silenziodella notte. Non cʼerano tutti i rumori dioggi e i suoni, anche se lontani, si pote-vano distinguere. Erano lʼabbaiare di uncane, il passaggio di un carro, il rumoredello sferragliare del treno aPontecurone o il fischio di una locomo-tiva.La mente vagava e immaginava.Senzʼaltro, fra i passeggeri di quei treni,ci saranno stati gli operai della Ferrieradi Novi, dove i forni non si spegnevanomai. Terminato il turno serale, avrannopreso il treno della notte per tornare acasa ed essere in famiglia per il pranzodi Natale. Certamente avranno sognatoi loro bimbi, ansiosi di stringere a sé laloro testolina, di accarezzare le “treccio-line bionde o le chiome nere…” comecantava una vecchia canzone.Mentre nella mente si accavallavanoquesti pensieri tenevo gli occhi rivoltialla finestra, al cielo, dove brillavanomiriadi di stelle; quante! Quante!Mentre cercavo quella di natale... miaddormentai.

LA PREGHIERA NASCE DALLA FEDE E AD ESSA RICONDUCE

Tutti i cristiani conoscono il valore della preghiera, ben sottolineato dallʼevangelista Luca. Gesù aveva parlato dellʼinsistenza chedeve contraddistinguere la preghiera mediante la parabola dellʼamico che disturba un altro amico nel cuore della notte o dellavedova che, grazie alla sua perseveranza, piega lʼindifferenza di un giudice iniquo, costringendolo a farle giustizia. Non solo, ma

lo stesso Gesù pratica quotidianamente la preghiera nel deserto, nella notte, al mattino presto preservando tenacemente il tempoessenziale per nutrire la relazione con Dio. Qualità indispensabile della preghiera è la fedeltà anche nei momenti del silenzio di Dio, neltempo dellʼamarezza. Gesù dunque insegna quello che Lui vive e richiede a noi una preghiera costante, che non si stanca mai di chie-dere, di cercare, di bussare presso Dio. Ed è proprio questo lo spirito che anima il gruppo, piuttosto esiguo, ma saldo, che tutte le mat-tine, ad eccezione della domenica, si raduna alle 8.30 in chiesa e con grande devozione recita il S. Rosario, pregando per tutti coloroche, nella nostra comunità, attraversano momenti di difficoltà e di prova, soprattutto per gli ammalati.Inoltre, ogni primo venerdì del mese, ricorrendo la devozione al Sacro Cuore di Gesù, il gruppo si associa a tutta la Chiesa e presentale intenzioni affidate allʼApostolato della Preghiera che si suddividono in generale, missionaria, dei vescovi e mariana.Tutti possono unirsi alla preghiera, anche da casa, grazie alla trasmissione via radio inaugurata una decina di anni fa.Tuttavia il gruppo invita chiunque avesse del tempo disponibile e avvertisse un desiderio quotidiano di testimoniare con la propria pre-senza il valore della preghiera, ad aggregarsi, con la certezza che invocazioni costanti e fiduciose troveranno ascolto da parte di Dio.

Il gruppo di preghiera

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il personaggio

Antonio Rosmini nasce aRovereto (Trento) il 24marzo 1797 da Pier

Modesto e da Giovanna deiConti Formenti. Da giovane simanifesta subito in lui unaserietà morale e unʼaperturaagli interessi culturali conspiccata inclinazione allafilosofia; decide di farsisacerdote vincendo leresistenze dei familiari, chevedono in lui lʼerede delcasato e nel 1816 èallʼUniversità di Padova,dedicandosi come studente adogni specie di ricercafilosofica, scientifica, storica eletteraria. Viene ordinatosacerdote il 21 aprile 1821.Spirito straordinariamentericco di doti, giovanesacerdote gli viene da S.Maddalena di Canossa,lʼinvito a dar vita ad un Istitutoreligioso, ma egli non si sentepronto e solo nel 1827 aMilano, capirà che è giunto ilmomento. Il 18 febbraio 1828è solo sul Monte Calvario diDomodossola a preparare leCostituzioni del nascenteIstituto e attende che Dio glimandi compagni, chearriveranno man mano neltempo; lʼOpera si chiamerà“Istituto della Carità” che avràcome base il professare lacarità ʻuniversaleʼ, ossia lacarità spirituale, intellettuale ecorporale, per il bene delprossimo ed ai religiosi sichiede di essere disposti aqualunque opera venga loroaffidata. Nel 1828 papa PioVIII approva lʼIstituzione,incoraggiandolo a dareprecedenza allo scrivere perinfluire utilmente sullecoscienze scosse dalle teoriescaturite dalla RivoluzioneFrancese, dallʼordine impostoda Napoleone Bonaparte,dalla Restaurazione, dal climaanticlericale imperante. Nel1830 pubblica la sua primagrande opera filosofica“Nuovo saggio sullʼoriginedelle idee”; nel 1832 dà inizioalla Congregazione delle

ʻSuore della Provvidenzaʼ conle stesse basi ascetichedellʼIstituto della Carità; isacerdoti e le suore vengonorichiesti ormai da moltescuole, iniziando così lʼoperadei “maestri” e “maestre”rosminiane. Nel 1839 pubblica“Nuovo saggio” e il “Trattatodella coscienza morale”,fondamenti del suo pensierofilosofico e cioé lʼaffermazioneche lʼintelligenza è illuminatadalla luce dellʼessere - oessere ideale che è la lucedella verità, per cui vi ènellʼuomo qualcosa di “divino”.Cominciano per lui le primecontestazioni degli avversarial suo pensiero, che accusanole sue dottrine come contrariealla fede e alla morale. Lapolemica dopo un suopersonale intervento,prosegue con la difesa daparte dei suoi amici ediscepoli; deve intervenire ilpapa stesso imponendo ilsilenzio a Rosmini ed alSuperiore dei Gesuiti, suocontraddittore. Il Manzoni cheda laico lo difendeva disse dilui: “una delle cinque o sei piùgrandi intelligenze, chelʼumanità aveva prodotto adistanza di secoli”. Conlʼostilità dellʼAustria, si creaper Rosmini un climasfavorevole, tanto più chepoco prima era statopubblicato il suo libro “Dellecinque piaghe della santaChiesa”, frutto di un ardenteamore per la Chiesa, emessa in guardia sui pericoliche minacciavano lʼunità e lalibertà della Chiesa. Il governoborbonico di Napoli, non lovuole sulle sue terre, leudienze al papa gli vengonoostacolate, il papa stessopreoccupato per le ombre chesi addensano sulle suedottrine, nel 1849 lo esortaper iscritto a “riflettere,modificare, correggere oritrattare le opere stampate”. Due suoi libri vengono messiallʼIndice nel giugno 1849 consuo grande dolore. Inquellʼoscuro periodo, alseguito del papa a Napoli,scrive lʼ “Introduzione delVangelo secondo Giovannicommentata”, pagine di alta

teologia spirituale e diindubbia testimonianza diintima esperienza mistica. In quella situazione di dubbiodottrinario e con due libricondannati, non poteva starepiù vicino al papa, che lolascia libero di rientrare aStresa per raggiungere i suoiconfratelli. Rosmini ubbidisce,sempre più convinto chequesto è tutta opera dellaProvvidenza. Nel suo ritiro diStresa, continua a guidare ledue Congregazioni scrivendola sua opera più alta la“Teosofia”, ma i suoiavversari riprendono adattaccarlo, finendo perprovocare da parte di Pio IXun esame approfondito di tuttele opere di Rosmini; lʼesamedura quattro anni conlʼangoscia dello scrittore nonper sé, ma per il danno chevenivano a subire le dueCongregazioni. Lʼesame sisvolge presso laCongregazione dellʼIndice efinisce nel 1854. Alla sedutafinale partecipa lo stessopapa, che dopo la sentenzadefinitiva di assoluzione,esclama: “Sia lodato Iddio,che manda di quando inquando di questi uomini per ilbene della Chiesa”. Ma il grande filosofo efondatore è ormai prossimoalla fine della sua vita diprofeta disarmato eubbidiente; la malattia alfegato che lʼavevaaccompagnato per tutta lavita, si acutizza procurandoglimesi di malattia checonsumeranno il suo fisico tradolori senza sosta e conlʼelevarsi dello spirito che siaffina nella sofferenza. Al suocapezzale si alternano amici,ammiratori, discepoli, personeche vogliono esternarglilʼaffetto, la stima, lagratitudine, chiedendo da luiancora una benedizione, unabuona parola; lo stessoAlessandro Manzoni, benchéammalato, corre dallʼamicopiangendo, incredulo chepossa spegnersi sulla terrauna intelligenza come quelladi Rosmini. Muore il 1° luglio 1855, a 58anni, le sue spoglie mortali

riposano in una cripta dellachiesa del Ss. Crocifissoannessa al noviziatodellʼIstituto di Stresa. Il suopensiero scritto non ebbeancora pace; nel 1888vengono condannate dalSantʼUffizio, 40 proposizionidei suoi scritti precedenti,perché non sembrano consonialla verità cattolica. Ètrascorso più di un secolo daallora e gli ampi e numerosistudi sulla dottrina rosminiana,hanno dimostrato la loroarmonia con la veritàcattolica. Quello che unsecolo fa poteva non esserechiaro, alla luce dellʼaperturaverificatasi con il ConcilioVaticano II (di cui Rosmini fuun anticipatore lungimirante inalcune sue intuizioni) è statoampiamente chiarito. PapaBenedetto XVI lo ha dichiarato“venerabile” il 26 giugno 2006e lo ha proclamato beato il 18novembre 2007.

Ernesto Stramesi

Antonio Rosmini

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M o l i n o d e i T o r t i

Offerte pervenute dallʼ8 settembre al 14 novembre (si intendono in euro):

Impianto di riscaldamentoGenitori e Padrini per il battesimo di Simone 150. – Rag. Nicolini 50. – Genitori per il battesimo di Carolina 50. - Ifamiliari , ricordando Alessio 130. – Sposi Stefano e Piera 200. - Roberto Gavio 30. - Anna Greco , ricordandoBruna e Rina Granellini 100. – Sorelle Massini, ricordando Vito 200. - I nipoti di Ginetta 75. - Rione Livelli 130. -La Corale, ricordando Cristiana e Fabrizio 50. - Gianni Gorrani, ricordando i genitori 30. La moglie di Primo 20. -I familiari, ricordando Virginio, Maria ed Angiolino 30. – A.P. 10. - Familiari di Silvio Angeleri 100. - Coscritti diClaudina 40. - Pina Merlo 25. - I familiari di Claudina 200. - Cognato e cugini di Mario Torti 90. - Sposi Elisa ePaolo 100. - Familiari di Mario Torti 200.

BollettinoMaria Torti 10. - Teresa Balduzzi 10. - N.N. 10.

Una trasmissione televisiva recente, su RAI 3, hapresentato Molino dei Torti come centro “mondia-le” della produzione dellʼaglio. Si possono apprez-

zare o meno le qualità del “profumato” bulbo, ma la famasua è vera e nota. Vogliamo ora per cenni tracciare lastoria di questʼultimo comune della Valle Scrivia , vicinoal punto dove il torrente si getta nel Po. Molino non hauna storia ricca di avvenimenti: poche sono le documen-tazioni nellʼarchivio parrocchiale; forse le affermazioni piùsicure derivano dagli elenchi dei cittadini, che dovevanonei secoli pagare le tasse: ad esempio sul sale… Sipensa che sia esistito anticamente un mulino, alimentatodalle acque della Scrivia e del Po, che scorreva molto piùa sud, attorno al quale sorsero abitazioni, prima costrui-te con mattoni di argilla non cotta (trò), poi via via sosti-tuite da case in laterizi. Centro di aggregazione era unʼOratorio dedicato a S. Francesco dʼAssisi. Nelle vicinan-ze, regione Montemerlo, la tradizione collocava uncastello, la cui costruzione era attribuita allʼ imperatore

Federico II nel1220, poi fortificato da Matteo Visconti, perassicurarsi il passaggio del Po. Unʼ alluvione travolsetutto, anche il centro vicino di Rotta dei Torti; si salvò unaporta del castello, che si dice sia stata collocata nellʼattuale chiesa parrocchiale, che ha preso il posto dellachiesa di S. Francesco. La Parrocchia venne istituita nel1810. La piazza antistante è ornata di colonnine di grani-to, datate tre secoli prima, e perciò provenienti o da Rottao dal Castello. Il campanile risale invece al 1928. I moli-nesi, stanchi di sentirsi dire dʼavere un campanile “nano”,lo ricostruirono più alto di tutti quelli dei centri vicini.Nel 1964 fu rifatta la facciata della chiesa; nel 1968 fu lavolta del tetto e dellʼorologio della torre campanaria.Questʼanno, tuttavia, è particolarmente ricordato per ilpassaggio del corpo di S. Paolo della Croce, fondatoredellʼOrdine dei Passionisti. Seguirono, nel 1972, le SanteMissioni predicate dai Padri dello stesso ordine (comeera già avvenuto nel 1901, in occasione del Giubileo).

P.

Anniversario dellʼistituto Don Orione

Domenica 7 ottobre è stato ricordato il 70° dʼapertura dellʼistituto Don Orione alla presenza di tutte le suoreche nel corso della propria vita hanno prestato servizio nellʼistituto. La giornata si è articolata nei suoi vari

momenti di festeggiamento e riflessione. Tutto èiniziato con la S. Messa delle 10,30 e al terminedella stessa cʼè stato un rinfresco per tutti nel cor-tile dellʼoratorio. Finito il rinfresco le suore, i sacer-doti e i volontari del C.A.V.F. si sono recati nellasala superiore dellʼoratorio per pranzare festeg-giando lʼanniversario tutti insieme.Al termine del pranzo, una torta, un bicchiere dichampagne e una preghiera di ringraziamentohanno concluso i festeggiamenti. Dopo il caffé inoratorio si è svolta una piccola riflessione sullʼat-tuale situazione del C.A.V.F. ma anche sui proget-ti futuri con lʼaugurio di ritrovarsi di nuovo insiemeper festeggiare nuovi anniversari.

Matteo Di Gaetano

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B o l l e t t i n o P a r r o c c h i a l e 13Novembre - Dicembre 2007

Nel 1987 il Comune mise in sicu-rezza è trasformò le scalelignee in un solido e sicuro per-

corso con rampe di ferro. Venti annidopo tocca alla seconda strutturaantica del paese, in ordine di altezza,(la torre m.39,02 - il campanile 35,10)ricuperare agibilità. E ciò sulla basedei programmi delineati tre anni fadalla Commissione lavori. La scala inpietra che sale dalla Sacrestia al bal-latoio del campanile da tempo pre-senta lesioni, mentre la scala ligneaallʼinterno del campanile è pericolan-te e non più accessibile. Per gli ultimi interventi nella cellacampanaria si è dovuto far ricorsoalle costose autogru e quindi è venu-to il tempo di restituire agli operatoriun confortevole accesso alla zonacampane.Si approfitterà di questo interventosulle scale per procedere anche alconsolidamento generale del campa-nile, al restauro esterno, alla revisio-ne dei meccanismi delle campane edelle strutture collocate sul campani-le. Il lavoro è stato diviso in due lotti eil primo, vista lʼurgenza di ricuperarelʼuso delle scale, deve essere avviatoal più presto. Per ottenere contributi sono già stateinoltrate domande alla CEI (dal fondo8 per mille), al Comune (legge 15) ealla Regione (legge 58). A coperturadellʼintera spesa provvederà, comun-que, la Parrocchia, certamente sor-retta dalla provvidenziale generositàdei Castelnovesi.Progettista Paola Pleba, Coordi -

natore sicurezza Monica Rossi,impresa edile Castagnaro Gino,Carpenteria metallica MaimoneEmilio, impianti elettrici Di GaetanoNicola.L'antico campanile quattrocentesco,come testimoniano i resti della deco-razione in cotto databili alla primametà del XV secolo rinvenuti nel1993 durante il rifacimento del tettodella Parrocchiale, fu edificato su diun primitivo basamento romanicoassai robusto, composto di blocchi dipietra e di mattoni della stessa epocadi quelli che compongono la contro-facciata e la struttura dei due pilastridel transetto (XII secolo).L'incuria e la grandine, che nel 1846provocò ingente danno non solo airaccolti ma anche alle strutture archi-tettoniche, spinse il Comune adavviare le pratiche per la ristruttura-zione del manufatto e per un inalza-mento ulteriore di 8 metri e mezzo.Il Comune, che finanziò lʼopera, comedocumenta lʼarchivio storico comuna-le, affidò nellʼagosto 1850 il progettoall'ingegner Pietro Belloni di Mede. I lavori furono assegnati, attraversouna regolare gara d'appalto, aGiuseppe Nani e costarono quattro-milacinquecento lire, escluse le cam-pane. Gli interventi si conclusero nelgiugno del 1852, come attesta unalettera dell'impresario Giuseppe Nani.Da allora gli interventi sul campanilefurono solo quelli di normale manu-tenzione (copertura, intonaci, tinteg-giatura, scala e campane). Negli anni Sessanta il meccanismo disuoneria delle campane venne auto-matizzato dalla ditta Trebino di Uscio.Lʼultimo intervento sui rivestimentiperimetrali risale al 1968.

C O N S O L I D A M E N T O D E L C A M P A N I L EAntonello Brunetti

Si è concluso positivamente ilrestauro del portale dimagister Albertus, lavoro

svolto con perizia dai parmensiStefano Volta e Silvia Simeti.Finanziamento della FondazioneCR di Alessandria. È in faseconclusiva il ripristino dei treingressi e delle bussole lignee, conun ritardo dovuto alla difficoltà direperire le piastrelle originali perconservare intatte le carattistichedel pavimento (mancano anche leporte di accesso per i disabili e le finiture). In questo caso le spesesono coperte da un generosostanziamento della FondazioneC.R. di Tortona.

m 35,10

m 31,05

m 24,60

m 21,40

m 10,57

m 7,77

m 7,10

cm 30

0

Prospetto est – vista dal cortile del PresbiterioLa cupola (m. 3,60 di diametro) a quota 35 metri.

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Suffragio Defunti

N.N. ricordando Miranda Ragni 30.- N.N. 15. - Laura Sacco 20. -Dino Rossi, ricordando Ada 25 -Maria 30. - La figlia in ricordo diLuigi e Angiolina Bloise 20. -Balduzzi / Pranzo Zaccaria 150. -Margherita Ferrari, ricordando Irenee Pietro 50. - AntoniettaFerramosca 25. - De Mattei 30. -Anna Emanuelli 50. - C.P. 20. -N.N. 50. - Maurizio Rizzo 20. -Teresa Musarò 20. - Fam. Pellizzari20. - N.N. 50. - Fam. Breglia 50. -Carmela Cotroneo 20. - Fam.Baudassi 50. - Anna Rossi 200. -N.N. 20. - Jessica Castellazzi eMarina Corbo, ricordando il nonnoGiuseppe Carlo e il piccolo Davide50. - N.N. 300. - Ada Concaro 15.- Famiglia Licata / Corbo 130. -Carmela Chilelli 50. - N.N. 20. –Fam. Tollentino 50. - Carla Burlon100. - Pietro Suigo 30. (a S.Domenico) - B.M. 15. - (a S.Domenico) 15. - Fam. Beccarla 25.- Angela De Siato 50. - N.N. 50. -N.N. 40. - Samantha Alfarano 50. -N.N. 50. - Familiari di Pierino 10. -Eufemia Lanzillotta 30. - GiuseppeArzani 20. - Fam. Berri 120. - N.N.15. - N.N. 15. - N.N. 40. - LuigiaDamiani 25. - Fam. Desiato 30. -Teresa Calabrò 15. - Pisa 20. -N.N. 25. - La consorella A. ricordan-do Don Bruno 15. - Antonietta

Crivellari, ricordando Rinaldo 30. -Taverna Balduzzi 50. - PinettaViviani 15. - Fam. Lavezzari 50. -Jole e Gianna Maniezzo 20. - Ezioe Claudio Trovamala 100. -Carega 25. - N.N. ricordandoFranca Cassola 50. - M. RosaBassi 15. Alessandro e FrancescaBassi, ricordando Nonno Virginio50. - N.N. 100. - Sig.ra De Siato150. - Fam. Torti/ Rivera / Giraniricordando Mario Torti 200. - Enricae Bruno, ricordando Lina 50. - Fam.Corbo 20. - N.N. 15. - Fam.Maresca / Bellettato 100. - MarioSacco 50. - Fam. Ricci, ricordandoMaddalena Capelli 200. - Fam.Bergaglio 250. - Rosetta Gavio 40.- N. N. 30. - Severina Cialotti ricor-dando Agostino e Silvana 40. -Liliana Novelli 50. - Agnese e AnnaBramato 50. - N.N. 50. - Fam. Berri100. - Sig.ra Burlon 20. – N.N. 50.- Remo Calcagni 150. - TeresaCalabroso 20. - Giuliana Ghigne50. - Fam. Celotti 100. - Fam.Chilelli 25. - Fam. Freddo 50. -Carmela Cotroneo 20. - Fam.Granata 50. - Adriano Pavani 50. -Alessandro Cairo 50. - R.G. 25. -

Maria Mazzeo 50. - Fam. Lombardi15. - Marco Curone 100. - Fam.Pavani 50. - Fam. Lenti 30. - Fam.Carlo Rossi 50. - Fam. Cadamuro20. - Familiari di Venanzio, Maria,Agostino, Emma e Giuseppina 20. -N.N. , ricordando Mariangela eparenti 50. – N.N. 30. - Francesco,

Ada e Cristina, ricordando Ivo 30. -Fam. Bordon 150. - MaurizioConcaro 100. - N.N. 50. - Elio edElena Angeleri 50. - Orcello Scelfo20. - N.N. 20. - N.N. 20. - MariaCereda Bensi 20. - Pina Curone30. - Laura Giglio 20. - Coscritti1958, ricordando Silvana ViolaGavio 100. - Le figlie , ricordandoAlberto e Mariuccia Stella 1000. -Fam. Pastore 50. - DaniloCallegher 20. - Albini e Arzani,ricordando Gabriele Novelli 100. -Dipendenti Ditta Gavio, ricordandoSilvana 50. - Fam. Novelli 250 -Maria Maradei 30. - Sig. Ghibaudi50. - Fam. Lenti / Notaro 50. -Fam. Bassi 100. ( a S: Domenico )- N.N. 25. - Pierina Emanuelli 50. -Sig. Frattini, ricordando Suor Aurelia50. - Vargas 30. – N.N., ricordandoMaria e Giuseppe Scaglia 50. -Giuseppe Tripepi 20. - Chiesa diSan Carlo 50. - Marilena Oliva 50.- Rosetta Gavio 20. - I figli di LuigiZanchetta 100. - Rosetta Gavio100. - Aldo Poggi 20. - GiovannaDavide e Fabrizio Tognoli 30. - N.N.ricordando Silvana Viola 100. –Giovanna Rolandi 30. - RaffaellaBurlon 20. - M. Ida Devecchi 50. -N.N. 20. - Fam. Cairo, ricordandoAda Inveraldi 300. - N.N. 100. -N.N. 20. - Enrico Cicciarella 120. -Fam. Chinaglia, in ricordo di Ada100. - Fam. Dondi 120 + 50 (a S.Domenico ) - Giuseppino Leva100. –

Le vostre offerte a Castelnuovo Scriviadal 6 Settembre al 15 Novembre 2007, in euro

Ci scusiamo per eventuali errori e omissioni

La confraternita di San Desiderio rivolge un particolare ringraziamento al parroco don Costantino, al vice don Fabrizio e a tutti colo-ro che si sono curati del decoro della chiesa e della buona riuscita della pesca di beneficenza, ai volontari del centro San Rocco,

alla corale Beato Stefano Bandello voluta già al tempo della confraternita. Per quanto concerne la corale sappiamo che in questimesi sta attraversando un periodo di assestamento, quindi assicuro che la confraternita è in attesa di conoscere il nuovo program-ma e le relative necessità pronta a dare il proprio solidale contributo.Circa la pesca di beneficenza, principale fonte di entrate, anche questʼanno ha avuto un brillante esito che ci permette di destinare6500 euro come segue: 2000 euro alla parrocchia per i lavori; 2000 euro per il restauro di confessionali e grossi armadi dove si con-serva il crocifisso del Maragliano; 2500 euro per le missioni di madre Teresa Spinelli a Togaytay City nelle Filippine dirette da suorCarmen Borg. Parte di questi 2500 euro verranno impiegati per lʼarredamento di una multi sala destinata ad aula scolastica per ibambini di strada.Prima di concludere, con viva soddisfazione, sento il dovere di informarvi che “Foglie al Vento”, il libro pubblicato a cura della con-fraternita, il cui ricavato è destinato alla parrocchia per i lavori di restauro, è stato bene accolto, le richieste continuano. Spero chein occasione delle feste natalizie serva come simpatica strenna per parenti ed amici non solo di Castelnuovo.Grazie ancora e Buon Natale a tutti!Vi stringo in un affettuoso abbraccio anche a nome di tutti i confratelli.

Per la confraternita, il priore Lelio Sottotetti

UN SERENO NATALE A TUTTI

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Lavori in Parrocchia

N.N. (ricordando Claudio) 10. -Fam. Bloise 50. - Genitori diClaudio 2500. – GiuseppinaOldrini 20. - Sig.ra Bruna 40. -Virginio Pisa 50. - Bruna Violato50. - F.N.P. CISL 50. - LiturgicalSong Emmanuel 384. - MariaTorti Curone 100. - Fam. Grupillo100. - Fedeli Cappelletta dellaStrada Viguzzolo 200. - Coscritti1957, ricordando Dino e Almeris450. - N.N. 100. - Maria Simaz10. - Fam. Brenzi 50. - N.N. 20.– Felice Colombassi 20.- FamigliaAngeleri 50. - Classe 1947 100. –Maria Alessandra Stella 100. -Fam. Stella 20. – Mary ed Enrica200. - N.N. 29. - Rita Rapetti 10.- Maria Curone 10. - AnnaCurone 20. - Classe 1937 100.- Coldiretti Alessandria 100.Nota: tra le offerte per Giacomovanno aggiunti 90 euro a quelli giàindicati degli ex allievi della scuolaelementare di Alzano.

Oratorio

Fam. Santi 50. - N.N. 50, - PietroConcaro 100 .- Condominio IlMulino 20. - Giovanni Bandiani50. – N.N. 20. - Animatori 29. -Familiari di Bruno Taverna 100. -Alessandra Gatti, in occasionedella festa di compleanno 30. -N.N. 100. - N.N. 50. - Fam.Cresta 50. - N.N. ricordandoMariangela 50. - Coscritti 1957,ricordando Dino e Almeris 240. -Stefano Lo Bianco 50. - PietroNovelli 50. - Simona Martino(compleanno) 50. - Carolina,Sebastiano e Ludovico 100. -Coscritti 1967 120. - SilvioAngeleri 50. - Sara Rizzone(compleanno) 30. - Piero Drisaldi20. - III elementare 40. - FannyScabini 20.

Bollettino

Balduzzi/Pranzo Zaccaria 100. -N.N. 10. - N.N. 10. - Fam.Lavezzari 20. - Bruna e LuigiViolato 50. - Antonella TimoFerretti 20. - Giovanni e LuiginaStella 50. - Maria Torti Curone 20.- N.N. 30. - Fam. Sottotetti 20. -Marco e Sara Oriali 10. - GiovanniTesta 30. - M. Jole De Vecchi 20.– Fam. Dondi 20.

Oratorio di San Rocco

Genitori di Claudio 150. -Argenide e Francesca Torti 100. -Maria Paola Ghibaudi Bergaglio50.

Varie

Genitori di Claudio (Croce) 150. -Elisa Balduzzi (Croce) 50. - N.N.per restauri Santuario delle Grazie150. - N.N. per i poveri 60. -Roberto Paura e Fabiana Fanelliin occasione del matrimonio 100. -N.N. (Sant. delle Grazie) 15. -Genitori di Elisabetta Orsi, in occa-sione del matrimonio 150. –Genitori e nonni per il battesimo diCamilla Stella 200. - N.N. per il70° dellʼIstituto San Luigi Orione50. - I genitori, ringraziandoAndrea e Marco 200. - N.N. (mis-sioni) 50. - Aurelio Rapetti, per ipoveri 100. - FamigliaLombardo/Musarò in occasionedel battesimo di Aurora 100. -Francesco Franco (in occasionebenedizione della nuova casa) 50.- Famiglia Giacobone (battesimodi Ilan) 50. - Coscritti 1947 (mis-sioni) 100. - Coscritti 1957 (mis-sioni) 100. - N.N. per Madonna diLourdes 50. - N.N. (missioni) 20.- Fam. Dondi (per San Domenico)ricordando la Mamma 50.

Oratorio della Croce

Bruna Brandolini Alberico 50. -Franca Chicchino Isetta 50. -Mariuccia, Luigi e Pietro Stringa100. - Angelo Novelli 50. -Serafina Novelli 50. - FamigliaAndrea Stringa 50. - FamigliaDott. Granata 50. - N.N. 25. -Mario Verna 20. - Paola Isetta10. - N.N. 50. - Pinetta Granelli50. – Maria Massa Curone 50. -Rosetta e Bruna Granelli 100. -N.N. 100. - Mansueto Goggi 36. -N.N. 20. - Fam. Alberto Occhi 50.- Fam. Giovanni Novelli 100. -Fam. Pietro Novelli 50. - FamigliaDuilio Alessandrin 50. - Fam.Peppino Leva 50. - Gianni e DinoGranelli 100. – Liliana Novelli,ricordando Luigi Sacchi 50. - N.N.50. - N.N. 50. -

B o l l e t t i n o P a r r o c c h i a l e 15Novembre - Dicembre 2007

TORNATI AL PADREMaria Teresa De Siato (1938/2007)Giulia Oginto (30.5.1907/13.11.2007)Giuseppe Corbo (1932/2007)Bianca Bodoni Bellettato(1927/2007)Giuseppe Berri (1927/2007)Silvana Viola Gavio (1958/2007)Raffaela Arena Bordon (1945/2007)Mario Torti (1915/2007)Maddalena Capelli Ricci(1922/2007)Pietro Bergaglio (1947/2007)Paolina Stella (1921/2007)Giuseppe Bassi (1931/2007)Maria Orfea Ferrati Pavani(1910/2007)Almeris Picelli (1957/2007)Gabriele Novelli (1927/2007)Ezio Bettini (1929/2007)Luigi Zanchetta (1934/2007)Ada Inveraldi Cairo (1936/2007)Paolina Colla Laino (1920/2007).

BATTESIMI16 Settembre:Beatrice Medagliani, Camilla Stella,Ilan Giacobone, Aurora LombardoPontillo.

18 Novembre:Daniele DʼAnzi, Andrea Rizzo,Matilde Goggi.

MATRIMONIRoberto Paura con Fabiana Fanelliil 23 settembre.

C a s t e l n u o v o S c r i v i a

TORNATI AL PADREAngrisani Arturo Eugenio di anni 64il 24 ottobre;Morano Francesco di anni 84 il 1°novembre.

A l z a n o S c r i v i a

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B o l l e t t i n o P a r r o c c h i a l e 16 Novembre - Dicembre 2007

Il corso di preparazione al matrimonioI partecipanti al secondo corso di preparazione al matrimonio del 2007.

Si consiglia la partecipazione al suddetto corso almeno un anno prima dellacelebrazione del matrimonio. Il prossimo corso inizierà a febbraio 2008.Iscrizioni in parrocchia.

Dal l ʼorator io di San Damiano

In occasione della FESTA NELLEVIGNE, tenutasi lʼ8 settembre 2007,è stato realizzato un utile di 1077

euro destinato a coprire le spese effet-tuate per la pavimentazione di matto-nelle in cotto della chiesa.

Ultime offerte (in euro):

Angela Lazzaro 30. – Mario Spinola25. – Giuseppe Prandi 20. – LuisaSottotetti 25. - Luigi Motta 10. -Alessia Ferrante 10. - Pinetta Marini5. - G.P. 20. - N.N. 10. Ringraziamotutti quanti gli amici che ci hanno datouna mano lʼ 8 settembre e anche lafamiglia castelnovese, assai vicina aSan Damiano, che ha offerto 500 europer il ripristino dellʼaffresco realizzatonel 1997 sopra il portale della chiesa.

Nella foto: Cosma e Damiano, medici, offrono alla Madonna, che sorregge ilBambino e una rondinella, i loro strumenti di lavoro e un modellino della chieset-ta. Un melograno, in mano al Bambino, raffigura la passione di Gesù in croce.Sullo sfondo, un campo di gualdo in fiore, circondato da tralci di viti. In alto, lacometa di Hale-Bopp, che transitava nel cielo al momento dellʼesecuzione deldipinto.

LAVORI 2005 - 2006

Spesa ripristino impiantoriscaldamento

€ 65.152

Spesa ripristino cappellalunga

€ 22.884

Spesa restauri affreschinavata centrale

€ 183.447

Ammontare complessivodella spesa

€ 271.483

Offerte e contributi fino al 07.11.07

€ 223.679

Importo ancora scoperto

€ 47.804