40
Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI N. 2 APRILE - MAGGIO 2012

2012-2 Oratorio di Anghiari

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Vita della parrocchia e del comune di Anghiari e Monterchi

Citation preview

Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A

.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, com

ma 2, D

CB

/52/2004 - AR

EZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue

PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHIN. 2 APRILE - MAGGIO 2012

2

L'ORATORIO DI ANGHIARI - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçueAnno XLIV - Periodico del Vicariato di Anghiari e Monterchi. Con approvazione della Curia di ArezzoAut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Enzo Papi - Stampa: Grafiche Borgo, Sansepolcro.Redazione:donmarcosalvienzopapimariodelpiaalessandrobivignanistefanobigiarinimonicaredentielisadelpianta.

l'editoriale di enzo papi

Il Papa in Valtiberina

Il frontespizioZibaldone del Vellati

MEMORIEAll’insegna del... “nulla”

Qui ho copiato e scritto per me

Quante volte a tu per tu con la morte(Una è la cronaca ed altri sono i fatti)

Da uno spirito... bizzarrouna strana raccolta di massime, brani

inediti, ricopiature e scritti propri.

In copertina

Ubi Petrus

Ben si addice alla copertina di questo numero il famoso adagio di Sant’Ambrogio Ubi petrus ibi ecclesia.

Arriva Papa Benedetto XVI e oltre alle grandi tappe di Arezzo e La Verna omaggia Sansepolcro e quindi la Valtiberina con la sua presenza.

Anche la copertina di questo numero ci è da richiamo per sentirci ancora di più Chiesa, cioè Popolo di Dio. Quello che ora vediamo solo disegnato lo vedremo dal vero domenica 13 maggio, una data che resterà nella nostra memoria a lungo.

Partecipiamo così della gioia di vivere un evento storico per la nostra terra.

Pietro viene tra breve a visitarci, pellegrino di pace, segno di unità, profeta della gioia cristiana” ha scritto l’Arcivescovo Riccardo Fontana in un passaggio della Preghiera per la visita del Papa. È vero,

ormai lo sappiamo tutti: il papa sarà in Valtiberina nel tardo pomeriggio del prossimo 13 maggio. Benedirà i fedeli e tutto il popolo convenuto in Piazza Torre di Berta, a Sansepolcro, città del Millenario in questo felice 2012. Tempo di grazia, di eventi straordinari. Che Pietro giunga fino a noi, nelle nostre strade, non è esperienza di tutti i giorni. Capita, forse, una volta nella vita! La straordinarietà del fatto è tale che l’evento stesso di per sé interessa la vita di ognuno, impegna la vita di tutti. Quella del Papa non è una visita turistica, un visitatore illustre che viene e lascia le cose come sono. È una visita pastorale: Pietro viene per confermare la vita ed impegnarla nuovamente e più in profondità.

Preparazione! La Valtiberina non è un deserto. Un popolo, una storia, il lavoro quotidiano di tanti l’hanno resa un giardino, uno scrigno di tesori di fede e di arte. Una terra di qualità generata dall’esperienza

cristiana. Ovunque il guardo miro –è L’infinito di Leopardi- non vedo nulla che mi spaura, ma tutto, ancora, parla di Dio. Bellezza, ordine, organizzazione, attese, speranze, ansie e progetti. Ancora! L’assalto della secolarizzazione si è dispiegato per decenni, ma ancora Dio si vede e si sente. Il tempo dell’indifferentismo religioso è cominciato da anni, ma la nostalgia è sempre lì a roderci come un tarlo: sete di senso intramontabile! Siamo fatti a somiglianza di Dio e il cuore resta inquieto finché non torna a lui. Benedetto XVI viene a riproporci la bellezza della fede e noi portiamo a lui la nostra inquietudine. Preparazione! Nell’attesa lavorare sul senso, tornare in noi stessi, fare il deserto che nel silenzio ci porta a riscoprire le parole vere. Per ascoltare e far fruttificare la parola che Benedetto consegnerà alla nostra Chiesa e, con essa, alla nostra valle.

Opera! Figli del carisma benedettino –secondo la riforma camaldolese- sappiamo che la preghiera non è completa senza il lavoro. Anzi il catechismo ci ha spiegato che il lavoro è un altro

modo di pregare; per questo sappiamo che il lavoro santifica la terra. Ecco perché, nonostante la secolarizzazione e l’indifferentismo, la nostra terra e la nostra valle parlano ancora tanto di Dio, mostrano splendidi segni di fede e grandi esperienze di carità. Prima di noi, altri, hanno pregato secondo il metodo del lavoro ed hanno prodotto tanta bellezza e tanta armonia, tanta speranza e tanta sensibilità. Opera! Pietro viene fino a noi per riprenderci da qui, come siamo e al punto dove siamo arrivati. Perché abbiamo bisogno di spinta, di rilancio. E Pietro viene a noi come pellegrino di pace, segno di unità e profeta di gioia cristiana; e viene per rimetterci nel cammino della fede e per spingerci di nuovo a santificare la realtà; perché siamo tornati santi noi. Dalla fede l’opera. Ora et labora.

In occasione della visita del papa alla nostra diocesi la par-rocchia prenderà iniziative che saranno comunicate per tempo con avvisi alle porte delle chiese.

3

Benedetto XVI:la visita, l’attesa, l’occasione

La visita del Papa: finalmente, dopo 500 anni, un Pontefice torna nella nostra vallata. Un giro turistico? Un bagno di folla e via? No, è

qualcosa di più di un semplice fatto storico. Per noi tutti, non solo per Sansepolcro, quella domenica 13 maggio potrà trasformarsi in un messaggio forte: “pellegrino di pace, segno di unità”. Lui, Benedetto XVI, anziano e tanto fragile al vedersi, che reca sulle spalle il peso della croce di Cristo, quel “giogo leggero” che è tanta responsabilità ma anche segno di Amore e Paternità per tutta la Chiesa (che siamo noi!). Cammina, sì, forse un po’ a fatica ma in ogni luogo portando con se più che una semplice benedizione: porta la presenza viva della Chiesa; da pellegrino annuncia prima di tutto la testimonianza di una Fede che c’è e che si può sentire, che non vive lontana chissà dove, ma passeggia per le strade dei nostri borghi, delle piazze.

L’attesa: ci sta davanti ancora un po’ di tempo, un mese circa. Pian piano però cominciamo a sentire la fretta, la curiosità, l’agitazione… è la conseguenza naturale quando sappiamo che un grande fatto sta per accadere. Bisogna stare attenti perché questa attesa non finisca in una smania per poi svanire in poco tempo; è ciò che ci viene chiesto, cioè non far volare via le settimane standocene con le braccia incrociate e le macchine fotografiche già pronte a fare scatti.

Questa è l’occasione: che questo nostro attendere “sia fecondo di interiorità, ricco di impegno per il bene comune”.

E qui un po’ si chiude il cerchio. La visita comporta attesa, l’attesa crea impazienza, l’impazienza fa svanire l’occasione. Sarà quindi il caso di trasformare in positivo quell’irrequietezza per mutarla in desiderio e soprattutto partecipazione: allora tutto avrà senso, anche l’esteriorità di un evento si caricherà di speranza (quella che viene dalla Fede) e, vivendo da cristiani, sapremo accogliere a braccia aperte il nostro Papa, quell’abbraccio vivo della Chiesa universale. Quella di tutti che non esclude nessuno e che dei posti riservati non sa che farsene.

È una Grazia per una Diocesi, per un popolo, ricevere il Pontefice, ma soprattutto per ognuno di noi che con poco sforzo di memoria corre veloce ad una ventina di anni fa quando a volare sopra i cieli delle vallate fu il Papa Giovanni Paolo II, oggi Beato. Quanti possono vantarsi, in senso buono, di simili ricordi? Ogni attimo, prima e dopo, va conservato non nella polvere di qualche scaffale ma nella grandezza del cuore.

L’Arcivescovo Riccardo ci ha rivolto a tutti noi una lettera preparatoria, che è un programma tutto da

scoprire, tutto da comprendere, tutto da vivere realmente. Una missiva che si conclude con la preghiera che a frasi sparse abbiamo già citato sopra. Non è la preghierina da citare solo per la circostanza, non una poesia da imparare a pappagallo, è la via che ci è tracciata dal nostro pastore per prepararci profondamente e cristianamente ad incontrare Benedetto XVI, Pietro.

Ecco Pietro che viene a trovare Donato. Ecco il Papa e il Vescovo, il Successore dell’Apostolo e l’Apostolo della Tuscia. E questi i tre sguardi da imparare: la visita, l’attesa, l’occasione: sono i messaggi racchiusi nella preghiera che l’Arcivescovo Riccardo ci ha scritto per la Quaresima, da cui ci è sembrato valere la pena trarre un piccolo pensiero.

San Donato, il primo vescovo aretino e nostro evangelizzatore, non è un antico ricordo ma siamo proprio noi, una chiesa, un popolo che da quasi venti secoli irradia il cammino della nostra grande Arezzo-Cortona-Sansepolcro.

Con il 13 maggio il Tevere torna navigabile, il fiume sacro ai destini di Roma è nuovamente come una corda che lega il nostro Borgo alla Città Eterna; il Santo Padre ci offre la possibilità di riguardare alla nostra vita, ai nostri modi di fare, ai nostri progetti, alle nostre aspettative, al nostro profondo. Ci ottenga la Madonna questa celeste benedizione.

PreghieraPadre Santo,come i fiori di primavera,la nostra Chiesa vuole diventare giovane e bella,unita e armoniosa, al servizio del Vangelo.Fai che la nostra fatica nella ricerca di imitare Gesùaiuti i piccoli a credere, i poveri a sperare,tutti a diffondere attorno a sé amore e solidarietà.Pietro viene tra breve a trovarci pellegrino di pace, segno di unità,profeta della gioia cristiana.Aiutaci ad accoglierlo, nella semplicità del veroe nella ricchezza delle virtùche il Signore ci ha insegnato.I Santi Donato, Romualdo e Francesco intercedano,perché il girotondo dei giorni in attesa del Papasia fecondo di interiorità,ricco di impegno per il bene comune.Maria, Madre della Chiesa,modello di santità e di bellezza,ci ottenga la benedizionee il dono del tuo Spirito.Amen.

4

CALENDARIO LITURGICO a cura di Franco Cristini

Mese di Aprile 2012

Mese di Maggio 2012

INIZIO SETTIMANA SANTA

1° aprile – Domenica delle Palme “De Passione Domini”. Alle ore 9,30 S. Messa nella chiesa di Badia. Alle ore 10,45 circa inizio della S. Messa solenne con la Benedizione delle palme nella piazzetta della Badia, a seguire in processione in Propositura dove continuerà la liturgia.La processione ricorda l’accoglienza festosa riservata a Gesù dagli abitanti di Gerusalemme; saranno poi, in parte, quelle stesse persone a tradirlo preferendo la morte in croce di Gesù a quella del ladrone Barabba.2 aprile – Lunedì Santo: alle ore 21 in Propositura Liturgia Penitenziale e Sacramento della Confessione in preparazione della Santa Pasqua.3 aprile – Martedì Santo: Primo Martedì del Mese. In Propositura alle ore 17, “Ora di Guardia” con recita del Santo Rosario.

Triduo pasquale della Passionee Resurrezione del Signore

Il Triduo pasquale comprende il Venerdì Santo, il Sabato Santo e la Domenica di risurrezione. Dato però il carattere pasquale della Cena del Signore, entra nella celebrazione del Triduo anche la S. Messa vespertina del Giovedì Santo. La Domenica di Pasqua è insieme l’ultimo giorno del Triduo e il primo del Tempo di Pasqua.5 aprile – Giovedì Santo: Ultima Cena di Gesù. Alle ore 18,30 in Propositura S. Messa vespertina “In Coena Domini” con il rito della Lavanda dei piedi. La Chiesa celebra in questo giorno l’istituzione della SS. Eucaristia. Al termine della messa visita in preghiera alle chiese paesane. Alle ore 21 nella chiesa di Propositura ad Anghiari e nella chiesa di Tavernelle “Ora di meditazione”.Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni.6 aprile – Venerdì Santo: Passione e morte di Gesù “In Passione Domini”. Alle ore 11,30 ritrovo nella chiesa di Sant’Agostino per portare il simulacro del Gesù Morto in Propositura. Un invito particolare ai giovani ed ai bambini ad essere presenti a questa celebrazione. Alle ore 19 in Propositura solenne liturgia “In Passione Domini”. Al termine processione tradizionale per le vie del paese. In questo giorno celebriamo e meditiamo la passione di nostro Signore Gesù Cristo che culmina con la sua morte in croce.7 aprile – Sabato Santo: “Gesù nel sepolcro”. Giornata di silenzio, di speranza, di intensa riflessione. Alle ore 23,30 nella chiesa di Propositura, Veglia pasquale della Notte Santa “In Resurrectione Domini”. Liturgia della benedizione del fuoco, della nuova luce, del cero pasquale e dell’acqua, quindi annuncio della Risurrezione.

Tempo di Pasquadura 50 giorni

8 aprile – Domenica – Pasqua di Risurrezione. Sante Messe secondo l’orario festivo.9 aprile – Lunedì dell’angelo – Pasquetta.15 aprile – Domenica in Albis, seconda di Pasqua. Sante

È il mese dedicato alla MadonnaNei giorni feriali, ad iniziare dal 4 maggio, alle ore 21, nella chiesa di Propositura ad Anghiari, e nella chiesa di Tavernelle, recita del Santo Rosario con breve riflessione.

1° maggio – Martedì – San Giuseppe artigiano. Primo Martedì del Mese. In Propositura alle ore 17 “Ora di Guardia” con recita del Santo Rosario.3 maggio – Giovedì – San Filippo e Giacomo apostoli. In Anghiari festa del SS. Crocifisso. S. Messe nella chiesa di badia alle ore 9,30 e alle ore 11. Alle ore 17 in Propositura S. Messa solenne dove il vescovo amministrerà il Sacramento della Cresima ai nostri giovani. Seguirà quindi la processione per le strade del paese fino alla Badia. Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni.4 maggio – Primo Venerdì del mese. Nella chiesa di Micciano alle ore 20,30, S. Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Nel Santuario del Carmine, alle ore 21, adorazione e S. Messa.6 maggio – Domenica V di Pasqua. Sante Messe secondo l’orario festivo.13 maggio – Domenica VI di Pasqua. Il Papa visita la diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro e ad Anghiari ci sarà l’unica Messa alle ore 8 in Propositura. Beata Vergine Maria di Fatima.14 maggio – Lunedì – San Mattia apostolo. Mattia fu eletto dagli apostoli al posto di Giuda.20 maggio – Domenica VII di Pasqua. Ascensione del Nostro Signore Gesù Cristo. Festa nel Santuario del Carmine con Sante Messe dalle ore 7 alle ore 11. Alle ore 16 benedizione dei bambini e alle ore 18 S. Messa in suffragio dei benefattori e dei festarini defunti. Ad Anghiari unica Messa alle ore 9,30 in Propositura.22 maggio – Martedì – Santa Rita da Cascia. Festa presso la chiesetta delle suore della Ripa preceduta da un triduo serale di preghiera.27 maggio – Domenica – Pentecoste. Sante Messe secondo l’orario festivo “Manda, o Padre, lo Spirito Santo alla tua Chiesa”. Finisce il Tempo di Pasqua e riprende il Tempo Ordinario.31 maggio – Giovedì – Visitazione della Beata Vergine Maria a Santa Elisabetta: Con un grido profetico Elisabetta accolse Maria “Come mai viene a me la madre del mio Signore?”

Messe secondo l’orario festivo.16 aprile – Lunedì – Santa Bernardetta Soubirous.22 aprile – Domenica III di Pasqua.25 aprile – Mercoledì – San Marco evangelista. S. Messa alle ore 9,30 nella Cappella di San Marco presso la Misericordia: saranno benedette le foglie di giglio da mettere sulle croci dei campi. Festa anche nella chiesa di S. Stefano dove, alle ore 11, verrà celebrata la S. Messa. Come al solito la messa delle ore 18 sarà celebrata in Propositura.29 aprile – Domenica IV di Pasqua. Sante Messe secondo l’orario festivo. Santa Caterina da Siena vergine e dottore, patrona d’Italia. La santa è nata a Siena nel 1347, ancora adolescente entrò fra le Mantellate di San Domenico. Promosse la pace e la concordia tra le città d’Italia; difese i diritti e la libertà del santo Pontefice. Morì nel 1380.

5

S. MESSE FESTIVECELEBRATE NELLE CHIESEDEL VICARIATO DI ANGHIARI...

Ore 8,00 -PIEVE DI MICCIANOOre 8,30 -ANGHIARI: Chiesa di S. StefanoOre 9,00 -CENACOLO DI MONTAUTOOre 9,30 -ANGHIARI: Chiesa di ProposituraOre 10,00 -SANTUARIO DEL CARMINE “ -SAN LEO (sospesa per lavori) “ -TUBBIANOOre 11,00 -ANGHIARI: Chiesa di Propositura “ -PIEVE DI MICCIANO “ -PIEVE SOVARA “ -TAVERNELLEOre 11,30 -VIAIOOre 12,00 -TOPPOLEOre 16,00 -PONTE ALLA PIERAOre 18,00 -ANGHIARI: Chiesa della Croce

... E DI MONTERCHI

Ore 8,45 -San Michele Arc.lo a PadonchiaOre 9,30 -S. Maria della Pace a Le VilleOre 10,00 -Madonna Bella a PocaiaOre 11,15 -San Simeone profeta a MonterchiOre 17 (ore 18 estivo) -San Simeone a Monterchi

Ultima domenica del mese Chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze: ore 16 (ore 17 estivo).

MESSE PREFESTIVE:

Ore 16 (ore 17 estivo) -TavernelleOre 16,00 (ore 18 estivo) -Arcipretura Monterchi “ -Catigliano (ogni 15 giorni)Ore 17,00 -Madonna Bella a PocaiaOre 17,00 -Tubbiano (estivo ore 18)Ore 18,00 -Propositura Anghiari

Primo venerdì del meseal Carmine

Ogni primo venerdì del mese, al Santuario del Carmine, S. Messa con adorazione alle ore 21.

Corso in preparazioneal Matrimonio

Continua il corso in preparazione al Matrimonio.

Le coppie interessate a sposarsi in que-sto anno possono rivolgersi in parrocchia (0575-788041) oppure da suor Claudia di Montauto (0575-723072).

Scuola di Comunità

Ogni due settimane, il giovedì, proponia-mo la Scuola di Comunità con la lettura del libro “Il senso religioso”.Gli incontri alle ore 21 in parrocchia.Info 0575-788041.

Chiesa di CorsanoOgni primo venerdì del mese, durante l’orario estivo, S. Messa alle ore 18.

Feste del Crocefisso

giovedì 3 maggionella chiesa di Badia

S. Messa, ore 11, in suffragiodei Sacerdoti

Don NiloDon VittorioDon Fabio

Don Giovanni

6

IL PALTERRE*: dove gli Anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo* Queste pagine possono essere lette dagli anghiaresi senza particolari prescrizioni. Per gli altri si consiglia moderazione.

Piazza BaldaccioEchi e voci del passato

Un tesoro ad Anghiari: l’archivio storico.

Una comunità senza memoria non va da nessuna parte perché non viene da nessuna parte. Senza memoria non esistono punti di riferimento, non si realizza la riflessione collettiva, quella sola può dirci chi siamo e da dove e come veniamo.

Se non abbiamo coscienza di chi siamo, se non abbiamo punti di riferimento, possiamo venire facilmente manipolati.

L’esperienza storica ha il valore di farci capire e comprendere dove abbiamo sbagliato in passato, e arricchire così il nostro cammino nel presente e proiettarci più consapevoli verso il futuro.

Questa premessa per comprendere l’importanza dell’archivio storico del nostro comune.

I primi manoscritti in esso contenuti risalgono all’origine di Anghiari¸ quasi mille anni di storia sono racchiusi in quei documenti che attestano la storia e l’evolversi delle generazioni con tutti i loro contenuti di lotte e di conquiste che hanno determinato il cammino di Anghiari nelle varie epoche.

Da questa pagina dell’Oratorio lancio un vero “grido d’allarme” rivolto all’amministrazione comunale, affinché il nostro archivio sia attivo, aperto agli studiosi, agli studenti, agli appassionati della ricerca storica, anche per rispettare la memoria del nostro concittadino Loris Babbini che fattivamente operò, assieme al sottoscritto, per rendere pubblico e utile a tutti il nostro patrimonio, prima riordinando le varie carte, i vari documenti e manoscritti che erano dimenticati e sparsi un po’ dappertutto nei recessi più nascosti del Palazzo Pretorio d’Anghiari e assegnandogli poi una sede appropriata.

Oggi si fa un gran parlare di cultura, delle bellezze e del valore del nostro centro storico, dei nostri beni culturali.

Bene! Tutto questo però, non può avvenire se ci si dimentica del tesoro più importante, cioè della nostra memoria, delle nostre radici, che sono scritte su quei libri, su quei documenti che adesso giacciono nell’oblio e non studiati, nell’archivio abbandonato del nostro comune.

27/10/2011 f.t.

Controllate l’indirizzo

Invitiamo i nostri lettori a controllare il loro indirizzo e a segnalarci eventuali imprecisioni.

Segnalateci anche la mancata consegna del giornale.

***Lo potete fare per email:

[email protected] telefonando qui:

0575- 788041

Ecco Zanetto

Il 6 gennaio 2012 Zanetto Fabbriciani ha festeggiato i suoi 90 anni. A spegnere le candeline con lui, la moglie Assuntina, Erika, Silvia e tutti gli amici e parenti che gli vogliono bene.

Zanetto è nato a Campa-lone alto, sarebbe l'ultimo della serie lungo la strada per la Gattina. Qui al momento opportuno lavorava il podere dei Bartolomei. Successivamente ha abitato ai Mori e poi infine ad Anghiari, verso la Fonte, di fronte a quel-la che fu la bottega di marmista di Assunto Innocenti (Sperandio) e vicino al forno di Beppolino Minelli poi preso dai Dragoni.

Ad Anghiari era operaio presso la Fattoria Bartolo-mei-Corsi e ricorda ancora le grandi botti della fattoria che venivano riempite di mosto dal piano superiore con l'uva portata dai carri, con un via vai incredibile per oggi, dai vari poderi. Stessa storia al momento della battitura quando il grano veniva ammassato nella torre, il bastione di sant'Agostino.

A Zanetto gli auguri dei familiari, degli amici e quelli della Redazione che volentieri scendono giù alla Fonte.

Oche selvatichedi Emmedipì

Nel mese di febbraio ho assistito ad uno spettacolo che, per quanto mi ricordo, non avevo mai visto. Un gruppo di oltre cinquanta oche selvatiche sorvolava Anghiari nella loro caratteristica formazione a V.

Le ho potuto vedere perché mi trovavo per la Bozia e, in mancanza di traffico, ho potute sentire il loro caratteristico verso (se ero in macchina me le potevo dimenticare).

Purtroppo la foschia presente quella mattina non mi ha permesso di seguirle per molto. Ho solo visto che in un primo momento erano dirette verso Monte Santa Maria poi hanno girato verso Castello. Penso che ricorderò questo episodio con piacere e con rammarico per non poterlo vedere più spesso.

Sito in tilt

Per qualche tempo il sito della parrocchia ha avuto dei problemi di visibilità. Con un messaggio ho avvisato i lettori più assidui. Ecco la risposta dal Molin Bianco di Tavernelle.

“Ciao, dimmi se posso fare qualcosa per il tuo sito (con la ruspa naturalmente). Palmiro”

7

...il Palterre, ovvero Ridendo castigat mores

DanteÈ da 35 anni circa che viviamo in questa casa e condi-

vidiamo il piazzale con la famiglia Comanducci . La vita è scorsa via con la consueta normalità, loro con la propria attività e noi con la nostra.

Abbiamo trascorso momenti felici insieme, festeggiato insieme i matrimoni dei nostri figli, trascorso serate allegre giocando a carte o ci siamo semplicemente salutati percor-rendo il vialetto in comune delle nostre case. Il vialetto, percorso sempre da tante macchine, che venivano a bussare alla tua porta per chiederti un servizio e tu sempre dispo-nibile ad ogni ora del giorno e della notte.

Poi, improvvisamente, quella porta si è sempre più chiusa e il via vai delle macchine è diminuito. Ci hai lasciato in silenzio e con la tua riservatezza senza mai lamentarti di niente. Hai lasciato i tuoi cari che, con la loro dolcezza, non ti hanno mai fatto trapelare il dolore che avevano dentro. Hai lasciato tanta solitudine e un vuoto incolmabile in tutti noi. Ciao Dante.

Fam. Poderini

La vignetta di Scacciapensieri:Difesa da chi?!

Auguri a Sara

Il giorno 21 dicembre, presso l'Università degli Studi di Perugia, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Corso di Laurea in Tecniche della Prevenzione nell’Ambiente dei Luo-ghi di Lavoro, Sara Biancheri si è laureata ottenendo la bella votazione di 98 su 110.

Ha discusso una tesi dal titolo: “Il benzene nei luoghi di lavoro.”

Relatore è stato il professor Pa-trizio Rosini.

A questa bella notizia si aggiunge quella della nascita, poco più di un mese dopo, di Pietro e allora doppi auguri a Sara ma anche a Daniele in particolare da parte del nipotino Samuel Santi.

A Borgacciano arriveranno anche gli auguri della Redazione che prima devono passare dalla Croce del fondo, poco dopo il Braccini.

Nonna Ida

Jeanine ci scrive dalla Francia, da Grasse [Per la cronaca il caporedat-tore c'è stato diversi anni fa N.d.R.], la città dei profumi.

Dopo il suo recente soggiorno in Anghiari Jeanine ci fa sapere con quanta emozione ricorda che i nonni erano di San Lorenzo e la nonna Ida Paceschi nacque il 28 maggio del 1905, figlia di Primo ed Erminia Mattei, e fu battezzata

nella Propositura di S. Maria delle Grazie. Dopo due anni la famiglia si sposterà a San Giustino dove Ida sposerà Nazzareno Cacciamani e, nel 1920, andranno a Nizza per lavoro. La nonna, molto credente, parlava sovente del Santuario di Canoscio e di Sansepolcro.

Manda un saluto infine ad An-ghiari ed ai lettori dell'Oratorio in attesa del suo prossimo ritorno da queste parti.

Siate felici!Che meraviglia girare per le stra-

de di Anghiari e dintorni e vedere tanti bimbi nelle carrozzine o uno in braccio e l'altro per mano ai loro giovani genitori.

Ho anche notato che i maschi sono dei veri “mammi”.

Nel nostro rione, ‘N Tralemura, sempre chiassoso e pieno di allegria per tante ragioni, ultimamente è calato silenzio e solitudine ma nell'anno appena passato, per le nascite, c'è stato una buona luna.

Anche i nostri figli o nipoti che hanno costruito fuori paese le loro famiglie, tornano con i loro bei pargoletti spesso affidati all'occhio vigile dei nonni.

Ci sono sì dei bravi giovanottelli e qualche ragazzina, ma loro, come è giusto che sia, hanno altri interessi, passano, salutano, sorridono e vanno. Io non vedo l'ora che venga la bella stagione se Dio vorrà ci sederemo

nelle panchine per passare qualche ora in compagnia.

Oltre alle graziose bambine: la biondina Sofia e Angela la morettina (le nostre veline!), ci sar anno i furbi maschietti del Poggiolino: Duccio con la sua simpatia e vedendoci sedute a chiacchierare ci dirà: «O donne!» Assieme al fratello e cugino noi ascolteremo i loro buffi discorsi e sono certa che si faranno rispettare.

Bravi ragazzi, a tutti auguro un mondo di bene. Grazie a voi il nostro bel paese è tornato a fiorire.

Siate felici!!Maria Senesi

Queste mi sono piaciute

Epicuro dal libro di De Crescenzo* Meglio una società che speri nel-l'amicizia, che una che faccia affida-mento sulla giustizia.

**** Non sciupare il bene che hai col desiderio di quello che non hai.

Da Enzo Bianchi, Il pane di ieri* Mangiare solo se si ha fame; man-giare con calma, non come le oche; alzarsi da tavola con un po’ di fame; a tavola cercare di stare allegri.

Il ringraziamento della Parrocchia va alla famiglia Gattari che manda l’offerta di 100 euro per le opere parrocchiali in memoria della mamma Argentina Penciani.

8

LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL’ARTEdi don Quinto Giorgini

La Pieve di S. Maria Assunta a Micciano d’AnghiariQuinta parte

Dopo aver presentato ai nostri affezionati lettori le sette visite pastorali effettuate nel XVI secolo alla Parrocchia di Micciano, tralascio tutte le

altre fatte nei secoli successivi che dovrebbero essere studiate per un’eventuale ricerca storica completa su questa celebre Pieve, cosa che non rientra nelle mie finalità. Mi limito in questa ultima puntata a raccontare l’interessante visita del Vescovo Sebastiano Maggi avvenuta nel pomeriggio del 5 settembre 1831 alle ore 3, per quindi concludere con l’esposizione del lungo ma incompleto elenco dei nominativi dei suoi pievani.

Il Visitatore viene ricevuto dal rettore don Biagio Lapini. Adorato il SS.mo Sacramento, visita poi accuratamente la chiesa che si presenta con il soffitto a botte nel coro e presbiterio e a tetto nel resto delle tre navate. Le dimensioni sono di circa 44 m. di lunghezza e 24 m. di larghezza. Ha tre altari, Battistero, pulpito, Via Crucis, sacrestia, campanile a torre con due campane, stanza mortuaria che serve da camposanto con quattro sepolcri. La canonica annessa risulta in mediocre stato.

La Pieve dista dalla città di Arezzo 23 miglia e circa 2 miglia da Anghiari. Ha per suffraganee le chiese di Viaio, S. Martino a Montedoglio, S. Croce, S. Stefano a S. Stefano, S. Donato a Tubbiano e S. Leone a S. Leo. Nel verbale vengono poi descritti i tre altari:1) l’altare maggiore, di pietra, alla romana, con l’Immagine di Maria SS.ma dentro la residenza che si tiene coperta;2) l’altare della navata in cornu Epistulae, con un quadro di tela rappresentante la Madonna del Rosario;3) l’altare in cornu Evangelii, ha una quadro in tela rappresentante la discesa dello Spirito Santo in Cenacolo.

Il Battistero è di pietra, con un suo vaso di marmo e con tutto l’occorrente per il Battesimo in buono stato.

La Compagnia esistente in questa Pieve porta il titolo del SS.mo Sacramento e del Cuore di Gesù, eretta con Decreto Sovrano del 24 dicembre 1821 e Decreto Vescovile del 7 febbraio 1820, presta anche il servizio della Compagnia di Carità.

Il popolo ammonta a 486 anime suddivise in 80 famiglie sparse in un circondario di circa quattro miglia a confine del territorio delle chiese di Viaio, di S. Martino, S. Stefano, Propositura d’Anghiari e Ponte alla Piera nella Diocesi aretina e dell’arcipretura di Galbino e della Chiesa della Madonna della Selva nella Diocesi di Sansepolcro.

Nel distretto di questa Pieve esiste il “pubblico oratorio del Combarbio” e quello della Madonna a Sterpeto. Gli obblighi inerenti a questa Pieve consistono nell’applicazione della Messa pro populo tutti i giorni festivi, la Festa Titolare, S. Messe 12 nel mese di luglio di ciascun anno per l’anima di don Bernardino di Dacca, S. Messe 6 all’anno per l’anima di Paolo di Santino del Fondaccio e S. Messe 6 ogni anno in dicembre per l’anima di Francesco dalla Motina. Tutti i suddetti obblighi furono trovati soddisfatti dal Pievano.

Le Rendite della Pieve sono di 230 staia di grano, 25 staia di biade e legumi, 50 staia di granturco, 80 barili di

vino, dieci boccali d’olio e due staia di castagne. Si ritiravano inoltre 3 scudi all’anno per un censo che veniva pagato dal sig. Cesare Mergatante d’Anghiari e 3 lire dalla comunità di Anghiari per frutto di un pezzo di terreno occupato dalla nuova strada.

I giovani della Dottrina Cristiana furono trovati sufficientemente istruiti. Nell’atto della visita fu ordinato di porre il Padiglione bianco all’interno del ciborio, di rivestire di drappo paonazzo quello degli oli santi e di mettere una cannella d’ottone al lavabo della sacrestia.

Il Pievano nell’atto di consegnare l’inventario al Visitatore, viene da questi approvato e lodato. Mons. Vescovo, dopo aver pranzato e preso un po’ di riposo in canonica, monta di nuovo a cavallo, dirigendosi con tutto il suo seguito verso la Cura di S. Stefano nel Piano d’Anghiari ma giunto alla Villa di Sterpeto, di proprietà del sig. Angelo Corsi d’Anghiari, visitò l’Oratorio Pubblico dedicato alla Madonna del Latte, consistente in una pittura a fresco che insieme al muro fu ivi trasportata dall’oratorio della soppressa Compagnia dell’Intoppo.

9

Qui sotto trovate due preghiere ricordate dalla Apollonia Vichi nel 1968. In fondo ho trascritto anche il suo commento (Emmedipì).

Domattina voglio andare

Domattina voglio andareda Gesù caro pastorevoglio donar la mente e il cuoreper non mai perderlo piùma se arriva il lupo ingordoche mi voglia portar viavoglio dir che non son ioma son tutta di Gesùforte fortela battaglia finiràquando è fermo quando è sanopresto in ciel si voleràvola vola anima miasotto il manto di Mariavola vola un po’ più sunel costato di GesùGesù mio d’amore accesonon t’avessi mai offesomio caro buon Gesùnon ti voglio perder più.

Avemmaria piccolina

Avemmaria piccolina e grandemorì nostro Signorech’avea trentatre annie fu battuto dalle verghe nere.Il sangue usciva dalle veneil sangue gli usciva nella nottee la sua madre le andò a vedere.Figlio mio che farò di te!O madre mia che ne farete voiandate a chiamar quelle gente cristianeche vengano a vedere queste piaghechi per elemosina chi per caritàchi tre volte al dì questa orazion diràquanto la Messa acquisterà.Chi la dirà chi la farà diredi mala morte non potrà perire.Sant’Anna ebbe MariaMaria fece il fruttoche il mondo regge tuttomentre il frutto si facevala Messa si cantavaun’anima beataal Purgatorio fu cavata.

***Queste sono state raccontate dalle mie nonne. Fino a che non è nata la Marida questa si diceva tutte le sere. Quando è nata la Marida s’aveva di grazia stare zitti sennò non dormiva nemmeno “atacca” al petto.

Le nostre chiese...

Concludiamo con l’elenco incompleto dei pievani di Micciano:

don Bernardo de Mammonibus … 1500 …costruì il campanile

don Raffaele Michelangelo … 7 giugno 1521 …don Raffaele Maimoni 1535 – 1537don Francesco Corteccia de Florentia 1538 – 1567maestro di cappella dei Medicidon Bernardino Pargoletti … 1583

chierico fiorentino[...]don Benedetto Benedetti … 1798 …don Giuseppe Pieri 1812 – 1827don Graziolo Tuti 1827 – 1828don Biagio Lapini 1828 – 1839

don Antonio Rossi 1840 – 1874don Zanobi Azzani 1875 – 1885don Giuseppe Bartolomei 1886 – 1892don Pasquale Bartolomei 1893 – 1921don Francesco Bartolomei 1922 – 1942

ricordato in una lapidedon Giuliano Giglioni 1943 – 1981don Santi Chioccioli 1982 – 1983don Bruno Cortellazzi 1984 – 1990don Fabio Bartolomei 1990 – 2002don Bruno Cortellazzi 2002 – 2004don Julien Didier Beasara 2004 – 2005

amministratore parrocchialedon Giovanni Zanchi 2006 – 2011don Carlos Blanco da sett. 2011 al presente

amministratore parrocchiale

Nelle prossime puntate vi presenterò in sintesi le chiese suffraganee di questa Pieve, con la loro storia e le loro strutture architettoniche.

Nell’altra pagina: La Pieve di Micciano da un dipinto di Sergio Montagnoli e, sotto, una vecchia veduta della zona absidale.In questa pagina: La foto si riferisce al 1998 quando furono collocate nel campanile due nuove campane da Don Fabio Bartolomei che è raffigurato con a destra il fido Quinto Mazzoni. A sinistra Renato Acquisti del Molin di Catorcio, Francesco Poggini con il figlio Giacomo di Fontebrina, tutti valenti e volenterosi parrocchiani giunti a dare man forte. Davanti, i tecnici della ditta istallatrice e, naturalmente, le campane.

Q u e s t e l e h a r i c o rd a t e l ’ A p o l l o n i aP re g h i e re

10

Anghiari: piccole storieScritte a quattro mani da Cesare e Ivano

con i disegni di Monica RedentiIl geom. Santi e la moto

Il geometra Ezio Santi ci teneva al suo titolo ma nel contempo non voleva usurpare quello altrui come facevano i suoi colleghi chiamandosi ingegneri anche se non avevano fatto l’università.

Pertanto era benvoluto dalla popolazione anche perché gli piaceva stare in compagnia parlando di varie cose compreso di politica.

Lavorava sodo e i soldi non gli mancavano. Quando uscì la DKW, la nuova motocicletta tutta cromature, se ne innamorò subito e l’acquistò. Tornato a casa trovò un sacco di gente che l’aspettava in ufficio e si mise subito al lavoro dopo aver parcheggiato la moto davanti a Garibaldi vicino al bar di Chiodo.

Passano alcuni giorni e il geometra è sempre indaffarato e la moto era sempre là. Un giorno il Santi va a prendere un caffè con un cliente, vede la moto che è sempre lì e commenta:

«Ma di chi sarà ‘sta motocicletta uguale a la mia?»

[N.d.R. Sulla moto e il geometra Santi ci sono altre due o tre versioni. La fantasia quindi galoppa ma di solito c’è anche un punto di partenza vero.]

Domenica 13 maggio Benedetto XVI visita la diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro. Ad Anghiari ci sarà un’unica Messa alle ore 8 in Propositura

L’incontro ad Arezzo

Fra i seminaris t iFormare un gruppo di ragazzi che si prepara alla Cresima

significa anche affrontare con loro il tema della scelta: scegliere stando alla scuola del Vangelo, scegliere con consapevolezza nelle piccole e grandi circostanze della vita. Così i fragorosi ragazzi del gruppo della Cresima di Anghiari accompagnate dalla Catia e dalla Norma, hanno incontrato qualche giorno fa i seminaristi di Arezzo, invitati in modo particolare dal nostro Alessandro Bivignani, in cammino sulla strada del sacerdozio.

I ragazzi avevano preparato un cartellone che doveva servire a dare il là alla serata: una mappa di pensieri che si snodavano intorno a questi tre spunti: “chi siamo”, “cosa stiamo facendo” e “perché lo stiamo facendo”. I rumorosi cresimandi avevano già dato le loro risposte e ora aspettavano le risposte degli amici del seminario.

L’incontro è stato bello e animato: i ragazzi hanno fatto domande, alcune anche delicate e personali (Avete mai dei dubbi?) a cui i seminaristi non si sono sottratti rispondendo con sincerità e disponibilità. È stato bello vedere i ragazzi fuori dall’aula, anche se la parola aula sa un po’ troppo di scuola e il catechismo deve essere sì una scuola, ma una scuola di vita, in cui i compiti più che sul quaderno bisogna farli per la strada, in casa e nella quotidianità di ogni giorno.

È stato bello, si diceva, vedere i ragazzi fuori “contesto”: in questi momenti spesso vengono fuori qualità che durante l’ora di catechismo restano più in ombra, i più ti sorprendono con uscite, domande e interventi che, pur nel linguaggio semplice e immediato dei ragazzi (e anche con qualche oltraggio alla grammatica!), dimostrano sensibilità, profondità e maturità.

La serata ha avuto un graditissimo e inatteso “imprevisto”: la visita del vescovo con il quale i ragazzi hanno continuato il colloquio precedentemente iniziato. È stato un bel momento in cui il Vescovo è sceso ad un dialogo cordiale e paterno con le pecorelle più giovani del gregge che gli è stato affidato.

La serata è finita in allegria e patatine fritte! Un momento di preghiera prima di cena, e la visita al seminario: i ragazzi hanno visto la camera di Alessandro, la stanza della televisione, gli spazi di condivisone e di preghiera: osservare i luoghi è stato in realtà ascoltare la vita che vi si snoda dentro e capire che ragazzi assolutamente “normali”, ragazzi che amano la vita e vogliono godersela fino in fondo, scelgono di giocarla al servizio di Gesù e dei fratelli.

E alla fine una ghiottissima cena in allegria, un appuntamento su facebook, e un invito a ritrovare i ragazzi il 21 e 22 aprile quando i cresimandi vivranno due giorni di ritiro in preparazione al loro definitivo sì al Signore.

La Catia e la Norma

11

L’angolo sprizzacervellidi Ravella Merinista [email protected]

6° quesitoI vitelli

Un contadino di Viaio, morendo, lasciò i suoi beni a tre nipoti, con la disposizione che il maggiore ne avesse la metà, il secondo la terza parte e l’ultimo la nona parte.

Poiché i beni consistevano in 17 vitelli, nacquero subito accese discussioni fra gli eredi. Stanchi, alfine, di litigare i tre si affidarono al giudizio di un vecchio saggio della Motina . “Ero amico del vostro defunto zio e cercherò di esaudire le sue ultime volontà” egli disse.

“Prendete, dunque, un mio vitello e unitelo ai vostri; così ne avrete 18.”“La metà di 18 è 9, un terzo di 18 è 6 e un nono di 18 è 2”, aggiunse quando i 18 vitelli furono riuniti. “Prendete, quindi,

tu fortuna, è avanzato, dato che 9 + 6 + 2 è uguale a 17”.

Come si spiega tutto ciò?

Soluzione del quesito del numero scorso

Ed ora la soluzione del numero scorso, ma non c’è una soluzione perché… non c’è un problema; infatti i tre amici hanno speso 25 euro per la pizza + 2 euro di mancia e fanno 27, cioè 9 euro ciascuno che corrisponde a ciò che hanno pagato!Piuttosto è l’amico che ha fatto un ragionamento contorto su una domanda inutile.

[email protected]

La Caritas Parrocchiale di Anghiari ha compiuto 10 anni. Presieduta dal nostro parroco Don Marco e diretta dal nostro diacono Fabio, ha la sua sede naturale nei

locali della parrocchia di San Bartolomeo (Propositura) ed opera prevalentemente all’interno del paese.

Ma, cos’è veramente la Caritas?Cosa fa?A chi si rivolge?

Da questa pagine e nelle prossime “puntate”, cercheremo di “raccontare” la Caritas; racconteremo cosa la Caritas è, cosa fa e cosa vorrebbe fare, chi vuole aiutare e come vuole aiutare, e infine come vorrebbe essere aiutata.

Racconteremo anche lo statuto della Caritas parrocchiale, un po’ per volta, articolo per articolo, nella certezza che questo sarà lo strumento migliore per svelarla, per coglierne la struttura, l’anima e il cuore.

Il primo articolo dello statuto:Articolo 1: Natura

“La Caritas parrocchiale è un organismo pastorale col compito di animare, coordinare e promuovere la testimonianza della carità nella comunità parrocchiale con funzione prevalentemente pedagogica”.

Vi invitiamo a soffermarvi per qualche minuto su questo primo articolo, semplicissimo ed essenziale, fondamentale per la miglior comprensione dello stile di vita Caritas. Torneremo in seguito su queste argomentazioni.

Ha fatto qualcosa la Caritas parrocchiale nell’anno 2011?

Sì.

Ha avuto contatti, presso il Centro di Ascolto parrocchiale (parleremo in futuro anche di questo aspetto organizzativo), con 53 famiglie ( 47 “straniere” e 6 anghiaresi).

Ha distribuito 98 pacchi alimentari ( 87 a “stranieri” e 11 ad anghiaresi).

Ha effettuato 159 consegne di vestiario di vario genere (137 consegne a “stranieri” e 22 ad anghiaresi).

Ha anche consegnato giocattoli ai bimbi più bisognosi, e, su richiesta specifica, ha consegnato carrozzine, passeggini, lettini, e comunque materiale vario che la generosità dei nostri parrocchiani ha voluto mettere a disposizione dei più poveri.

Ha effettuato cinque interventi in denaro nella forma di aiuto per il pagamento di utenze (acqua, metano, corrente elettrica).

Ha effettuato visite a domicilio a malati ed anziani (Ripa, residenza protetta, ospedale e abitazioni private), per complessive 130 volte.

Ha fatto anche altre cose, ma dovrete avere pazienza. Ve le racconteremo presto, un po’ alla volta!

Ha compiuto 10 anni l’organismo pastorale della parrocchia di Anghiari

Momenti Caritas

C o n t r o l l a t e c h e i l v o s t r o i n d i r i z z o s u l g i o r n a l e s i a e s a t t o !

12

Ondata di gelo del febbraio 2012 su Anghiari

Dopo un gennaio che è servito a preparare il grande freddo con continui impulsi gelidi che sfioravano le nostre regioni adriatiche, il giorno 31 gennaio 2012 siamo tutti in attesa del freddo siberiano in arrivo. Il sig. Roberto Madrigali che a TV9 dirige il servizio meteo, aveva già da tempo (circa 15 giorni prima) annunciato l’arrivo certo del grande freddo russo. Nessun sito meteo e tanto meno i servizi delle nostre tv pubbliche avevano accennato all’arrivo di questo evento (numerosi erano stati i: sembra che…, ma…, vedremo…, è molto difficile però…). Tali incertezze avevano contrassegnato un po’ tutto il periodo invernale fino a questo momento, ma Madrigali insisteva tutte le sere e confermava, dando per certo, che in base agli indici termo-convettivi all’inizio di febbraio sarebbe arrivato il grande freddo dalla Russia con neve estesa e localmente abbondante. Poi, tre o quattro giorni prima della fine di gennaio tutti si sbilanciarono: arriva il generale inverno (espansione verso l’Europa dell’anticiclone russo-siberiano e richiamo nel Mediterraneo ad opera di una depressione nel mar Tirreno in formazione tra la Corsica e la Sardegna)!

Inizia a nevicare su Anghiari il 31 gennaio alle ore 14,40 quando i primi fiocchi, molto delicatamente, hanno cominciato a cadere al suolo. Già verso sera i tetti di Anghiari e le zone più alte erano bianchi. Dopo le 21 inizia a nevicare più intensamente, con la temperatura che comincia ad andare sotto lo zero termico: con il risultato che immediatamente anche le strade si tingono di bianco. Durante la notte e nella prima parte della giornata successiva si è scatenata un’autentica bufera di vento e neve, da non poter uscire di casa.

Immediatamente l’accumulo del vento faceva rivivere le bufere del 1929, 1956 e 1963 che sono state le più maestose del secolo scorso. Dai trenta centimetri di neve in zone coperte ai 60 – 90 centimetri dove il vento ha accumulato la neve con violenza: questo è quello che è successo in linea generale a casa mia per il Carmine e in varie zone dove ho potuto verificare personalmente. Si sono vissute anche situazioni estreme più importanti, raccontate da altre persone, nelle varie zone del territorio anghiarese.

Nella sera del 2 di febbraio la temperatura cominciava a scendere arrivando a meno 3 gradi alle ore 23 e meno 5 al mattino seguente. Si registrava meno 6 nella sera del giorno 3, con nevischio continuo che arrivava dai monti sopra al Borgo.

Il giorno 10 nuova mandata di freddo siberiano in arrivo: ha cominciato in mattinata a nevicare e poi c’è stato un aumento continuo durante il pomeriggio, la sera e la notte con tormenta di vento e la temperatura nell’arco della giornata è stata in media sui 5 sotto lo zero. Al mattino il viale di casa mia, precedentemente liberato dalla neve, era nuovamente bianco con cm 15 di neve fresca. Comincia a rasserenare a tratti e le temperature scendono ancora: meno 7 il giorno 12, meno 8 il giorno 13.

Il 16 di febbraio la temperatura comincia a risalire nelle ore centrali della giornata con più 5 il 16, il 17 l’ondata siberiana è finita.

Sintesi: i giorni di gelo assoluto sono stati ben quattordici, la temperatura più bassa si è verificata il giorno 13 di febbraio con meno 8 gradi (naturalmente in zone particolari di Anghiari ci sono state le famose “bolle” di freddo che hanno raggiunto estremi importanti di 11-12-15 gradi sotto lo zero termico). Dieci sono stati i giorni in cui è caduta la neve o a tratti nevischio. Alcuni laghi sono stati ghiacciati per quasi un mese. Prossimamente faremo un raffronto con l’inverno 1963, molto simile a questo, ma ben più potente.

Inverno 1985 - Grande Freddo!

L’irruzione fredda arriva proprio il giorno 1 gennaio: al mattino la temperatura minima era di -4 gradi con venti orientali di moderata intensità. Lo stato del cielo è per tutta la giornata un alternarsi di nubi e di sprazzi sereni, la pressione barometrica è alta e si approssima per l’intera giornata sui 1010 millibar. Temperatura alle ore 14 -3; alle ore 23 -2 con cielo nuvoloso e con nubi sempre in aumento. L’irruzione fredda ci porta nevischi al mattino della giornata del 2 gennaio con temperatura sui -3 gradi. Si annuncia freddo intenso per un bel periodo con l’avvento del Burian russo. Il giorno 3 gennaio è di attesa, con cielo sereno o poco nuvoloso da nord-est e temperature che vanno a -5 al mattino, 0° il pomeriggio e -4 alla sera. Il 4 ci alziamo con -7 al mattino, cielo sereno e pressione barometrica sui 1006 mb. Alle ore 13,30 la temperatura massima della giornata segnala -2 e cielo ancora sereno. Dopo le 19 inizia una nuvolosità più compatta che determina immediatamente una caduta di neve che a mezzanotte è arrivata a 10 centimetri misurata nei pressi della Bernocca. Il 6 di gennaio, festa dell’Epifania, al mattino si segnala: -8, nuvoloso e nevischio fitto da nord-est; alle 12,30 siamo a - 5,50 con cielo leggermente velato da est; alle 18,55 siamo a -8; alle 20, con cielo completamente sereno e quasi assenza di venti, siamo a -10 con pressione barometrica 1005 mb.

Il giorno 7 gennaio 1985, si tocca la temperatura più bassa di questa forte irruzione fredda.

Questa è la sequenza: al mattino -12 sereno; alle ore 13,45 -7; alle 18,30 -10, sereno con aumento della pressione ai 1009; alle 20,15 -11; alle 23,45 -13 gradi (ricordo che queste rilevazioni sono state effettuate con termometri appostati e orientati ad est nella zona della Bernocca).

Il giorno 8 è nuovamente nuvoloso da ovest, ed inizia a nevicare al mattino verso le sette e mezzo, con temperatura di - 8 gradi. Alle ore 14,30 è sempre nuvoloso con nevischio, ma al suolo ci sono già 15 centimetri di neve fresca. Ore 18,30 nevica, anche se debolmente, con temperatura a -5,50; ore 23,30 -5 nuvoloso con caduta di neve e pressione barometrica 1006. Dal giorno 9 gennaio al giorno 14: temperature costantemente sotto lo zero, tempo a tratti variabile con occasioni di nevischio, in accentuazione il 14 sera e il 15 quando alle ore 15 inizia a piovere con più tre di temperatura e cambio della circolazione che decreta la fine del freddo.

Nella foto in alto i ghiaccioli di questo freddo: non si vedevano da molti anni!

Qui a lato il Borgo del-la Croce (delizia per gli scivolatori ma croce per gli addetti alla sua pulizia dal-la neve e per gli abitanti).

Confronto tra il 2012 e il 1985

Ondate di gelo

13

Una sintesi del lavoro svolto nell’anno appena passatoSpigolature attività 2011

Le vostre offerteA.S.A. calcio - i ragazzi della squadra di calcio 250anonimi alla memoria (di L.G.) 286anonimo 50anonimo 20anonimo 20anonimo 50anonimo in memoria di Cherici Valfrido 20Bartoccini e Boschi 10Bartoli Giuseppina 15Bartolomei Michele - i familiari alla memoria 100Berni Giuseppe 10Bini Adriana 15Boncompagni Aldo 5Boriosi Teresa Calli 100Cerofolini Angiolo - i familiari alla memoria 300Cimbolini Luigi - i familiari alla memoria 250Comanducci Dante - i familiari alla memoria 500Comunità di Viaio 1.083Del Furia Leonardo 10Donatori di Sangue Fratres 2.000Dragoni Angiolo - i familiari alla memoria 270Dragoni Angiolo e Mirella 10Ercoli Rino - i familiari alla memoria 208Ghignoni Vasco e Maria 40Giglini Dionisio - i familiari alla memoria 30Gigliola e Giorgio 50Giorgeschi Alfiero 5Innocenti Giuseppe - i familiari alla memoria 42L.A.B.A. di Montemercole 200Lapini Pierina - i familiari alla memoria 122Leonardi Antonio - i familiari alla memoria 250Leonessi Ermida 40Locci Patrizia 20Lorent David 65Magri Angiolo 15Maurizi Palmira - familiari, amici e conoscenti alla memoria 150Maurizi Umberto e Pacini Vanda 50Meozzi Spinetta in memoria del marito Antonio 30Nazzareni Alessandro 30Pacini Iva - i familiari alla memoria 213Pancioni Maria Rosa in memoria di Pallini Ada 20Pancioni Maria Rosa in memoria di Pancioni Giustino, Dino e Dante 20Penciani Argentina - la famiglia Gattari alla memoria 500Poderini Giuseppe e Fausta in memoria di Comanducci Dante 25Radziwonik Roberta in memoria di Cherici Valfrido 20Radziwonik Roberta in memoria di Lapini Pierina 10Radziwonik Roberta in memoria di Tofanelli Pier Paolo 10Raffaelli Benito 10Rossi Piera 10Ruti Magda 10Savini Rodolfo 30Serafini Anna Comanducci 50Sovieri Maria - la famiglia Pancioni alla memoria 212Spaccio Soldini di Anghiari - le dipendenti 50Tofanelli Pier Paolo - i familiari alla memoria 305

Che Dio ve ne renda merito

Nuovi iscrittiBassani LucioBraganti AnnaCrociani RinoCuccardini BenitaDel Furia LeonardoDonati Sarti MarisaFanciullini AlessandroGiorgeschi NevioGiorni AnnettaInci LolaLocci GiancarloMaurizi UmbertoMencaroni Fernanda

Mondani LidiaMorganti VandaNazzareni AlessandroPacini AntoniettaPacini VandaPapini MauroRossetti MaraRossi GisleraSirianni RebeccaSovieri SerseTarducci Vittorio

A tutti loro il nostro più fraterno ringraziamento

Spigolature attività 2011Gennaio: Corso di formazione dei volontari per il conseguimento del brevetto di livello avanzatoFebbraio: Partecipazione alla “giornata del malato e dell’anziano”.Veglione di Carnevale in collaborazione con il Gruppo Donatori Sangue Fratres.Processione della “Madonna del Conforto” per le strade del centro storico di Arezzo.Marzo: Processione del Venerdì SantoAprile: Assemblea dei sociMaggio: Processione e serata del 3 maggio con tombola e fuochi pirotecniciAgosto: Riunione con la Compagnia di Sant’Antonio a MiccianoNovembre: Assemblea dei sociNovembre: Presenza a Galbino per la festa di Sant’Andrea e ritrovo a Tavernelle per la cena dei “Capifamiglia”Dicembre: Riunione a Tavernelle con la Compagnia Dicembre: Processione della “Madonna di Loreto”.Da aprile a dicembre: Apertura del Museo storico in via Nenci, il sabato pomeriggio, la domenica (mattina e pomeriggio) e in tutte le altre festività infrasettimanali.Da luglio a dicembre: Mostra fotografica sulla “Cina” presso il Museo storico - autrice Simona Lazzerini.Tutto l’anno: Apertura a nuovi professionisti in aggiunta al medico di base e al dentista già presenti da anni nei nostri locali.Tutto l’anno: Apertura dell’ufficio di segreteria, per quanto possibile, dal lunedì al sabato dalle ore 9 alle ore 13.Tutto l’anno: Servizio di prestito attrezzature sanitarie per uso temporaneo (carrozzelle, deambulatori, bastoni ortopedici) a disposizione di tutti.* Ristrutturazione del fondo di recente acquisto, adibito a nuovo archivio-magazzino.* Completamento della ristrutturazione del chiostro interno.* Acquisto nuova attrezzatura per il corretto allestimento delle nostre ambulanze.* Presenza dei nostri volontari presso l’ospedale di Sansepolcro per il servizio di chiamata del 118.* Presenza dei nostri volontari in emergenza-urgenza presso la nostra sede per il servizio di BLSD.* Servizio di reperibilità giornaliera diurna e notturna, con intervento su chiamata.

N. 3.339 servizi effettuati con i mezzi dell’associazione dai nostri volontari, con una percorrenza complessiva di Km. 135.509

14

Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres”Anghiari

sito internet: www.fratresanghiari.it e.mail: [email protected]

Assemblea particolarmente importante quella del dieci marzo ultimo scorso, per la grande famiglia dei Donatori di Sangue Fratres anghiaresi, durante la quale sono stati eletti i nuovi membri del Consiglio Direttivo e del Collegio dei Sindaci Revisori dei Conti che governeranno l’associazione nel prossimo quadriennio.

Tali organi, infatti, erano giunti alla loro naturale scadenza lo scorso 31 dicembre, dopo quattro anni di costante impegno. Eletti nell’assemblea sociale dell’ormai lontano marzo 2008, essi hanno gestito le sorti dell’importante associazione anghiarese con pieno spirito di volontariato e di servizio, conseguendo quei positivi risultati che sono sotto gli occhi di tutti e che hanno fatto del Gruppo Donatori di Sangue di Anghiari una tra le più dinamiche ed efficienti associazioni di volontariato non solo del comprensorio valtiberino ma anche dell’intera provincia aretina.

In una sala conferenze della Misericordia particolarmente affollata (vedi foto), il presidente uscente, alla presenza dell’assessore comunale Ricceri e del Governatore Redenti, ha tenuto la consueta relazione sociale sulle attività svolte in questi ultimi quattro anni e sui positivi risultati conseguiti sia in termini di donazioni di sangue effettuate che di livello di coinvolgimento raggiunto dalle varie iniziative promozionali, tra la nostra gente.

Approvati, poi, dopo la puntuale esposizione del segretario economo Pernici Ermindo i bilanci economici consuntivo 2011 e preventivo 2012, sono iniziate le operazioni di voto, alle quali hanno partecipato 57 iscritti.

Subito dopo, i componenti il seggio elettorale hanno proceduto allo scrutinio delle schede che ha prodotto il risultato ufficiale che segue. Per il Consiglio Direttivo: Ganganelli Pietro 45 preferenze, Bruttini Emanuela 36, Leonardi Carlo 36, Vellati Fabiano 34, Pompeo Chiara 25, Matteucci Piero 24, Pernici Ermindo 23, Bivignani Vittorio 23, Pernici Mirko 21, Bianchi Cristina 17, Bigiarini Stefano

16, Comanducci Sara 16, Mercatelli Gessica 15, Pacini Linda 14, Cesari Valentina 14, Mazzi Gabriele 13, Zanchi Roberta 12, Merendelli Fiorella 11, Burioni Sisto Leandro 10, Chierici Silvia 7, Tappeto Luigi 6, Cantelli Maurizio 5, Del Pia Rita 3. Per il Collegio dei Revisori dei Conti: Camaiti Frido 42, Pozzoli Agostino 32, Boncompagni Silvano 30 e Frosina Salvatore 29.

Tra qualche gior-no tutti gli eletti sa-ranno convocati per la seduta di insediamento dei due organismi, durante la quale verranno assegnate le cariche sociali (presidente, vicepresidente, segretario, economo, capogruppo) per il prossimo quadriennio e distribuiti gli altri incarichi operativi. Nell’augurare loro un buon lavoro al servizio dell’intera associazione, ci sembra doveroso ringraziare fraternamente tutti quei soci che hanno operato nei consigli precedenti, durante i trentacinque anni di vita del gruppo.

Orteip 2012

RINNOVATI GLI ORGANI SOCIALI DEL GRUPPO

AUMENTA LA SCHIERA DEI SOCI BENEMERITI

Inserita a pieno titolo all’interno dell’ordine del giorno della recente assemblea sociale, anche quest’anno si è tenuta la cerimonia di nomina dei nuovi soci benemeriti.

In base allo statuto nazionale dei Gruppi “Fratres”, infatti, ogni associazione ha il dovere di non dimenticare quanti in passato hanno contribuito, quali donatori di sangue, ad assicurare al sistema trasfusionale le necessarie risorse e che, poi, hanno dovuto sospendere questo nobile gesto di carità umana e cristiana per raggiunti limiti di età o per problemi di salute. È giusto infatti che questi si sentano ancora parte viva dell’associazione e possano partecipare a pieno titolo a tutte le iniziative del gruppo!

Questi i nominativi dei sedici volontari che sono entrati a far parte della sezione Soci Benemeriti, ricevendo dalle mani del Presidente Pietro Ganganelli, dell’Assessore Comunale Ricceri e del Governatore della Misericordia Massimo Redenti il diploma di nomina: Cangi Gregorio, Carria Eliana, Comanducci Giorgio, Comanducci Giuseppe, Corsi Dino, Degl’Innocenti Giuseppina, Del Puglia Dante, Giuliattini Palmiro, Graziotti Angelo, Lepri Maria, Memonti Alberto, Meoni Roberto, Mercati Luisa, Puleri Pierino, Redenti Mario, Zanchi Carla.

A tutti un doveroso ringraziamento da parte dell’intera associazione, con la convinzione che è grazie anche alla loro costante generosità che essa potrà continuare nel tempo a dare quel meraviglioso esempio di civiltà e di amore verso il prossimo, qual’è la donazione del proprio sangue. (Nelle foto a lato due momenti della premiazione.)

15

...dal Gruppo Fratres

TESTIMONIANZE DI FINE MANDATO

Riceviamo e con piacere pubblichiamo alcune considerazioni di due nostre donatrici attive che dopo tanti anni di servizio all’interno del consiglio direttivo hanno deciso, per motivi strettamente personali, di non ricandidarsi. Ecco i testi che ci hanno trasmesso.

“La mia bella esperienza nel direttivo del Gruppo Fratres cominciò circa venticinque anni fa, su invito dell’allora presidente Massimo Redenti. Tante le

iniziative intraprese in tutto questo tempo, unico e costante l’obiettivo: far conoscere l’importanza della donazione del proprio sangue e promuovere nel paese una sempre maggiore cultura della solidarietà e del volontariato.

Siamo entrati a più riprese nelle scuole del paese con concorsi ed incontri vari. Ci siamo trasformati in editori di libri finanziando almeno tre importanti pubblicazioni. Abbiamo recapitato per lungo tempo una lettera di sensibilizzazione a tutti i neo diciottenni, assieme agli auguri di buon compleanno ed all’invito di entrare a far parte della nostra grande famiglia. Siamo scesi spesso in piazza con spettacoli ed intrattenimenti vari in occasione dell’annuale festa estiva, abbiamo organizzato decine di viaggi turistici e sponsorizzato importanti realtà sportive del paese, conseguendo risultati così importanti in termini di donazioni di sangue da toccare la storica cifra delle 717 nell’ultimo anno di attività. Ma a parte questi numeri, la mia più grande soddisfazione è stata quella di aver fatto parte di questo gruppo sia come donatrice che come membro del direttivo. Quando queste mie riflessione saranno lette, sarà già stato eletto il nuovo consiglio con persone giovani disposte a dedicare un po’ del proprio tempo per questa importante causa.

In un mondo in cui tutto si fa sempre più per interesse, fare esperienza pratica di volontariato, vi garantisco, arricchisce molto!!!” Franca

“Il mio primo contatto con il “mondo” della donazione è avvenuto una mattina del 1999 quando, durante la ricreazione (all’epoca frequentavo il 4° anno

dell’Istituto d’Arte), il prof. di matematica Pietro Ganganelli è entrato in classe per parlarci della Fratres e dei donatori di sangue, consegnandoci un opuscolo con le informazioni generali insieme ad un modulo di iscrizione.

Ho preso subito in considerazione la proposta perché ero veramente felice all’idea di poter essere di aiuto ad altre persone.

Una volta fatti tutti gli accertamenti e ricevuto il consenso per diventare donatrice sono andata a donare. Il 3 agosto del 1999 mi sono recata, così, presso il centro Trasfusionale di Sansepolcro per fare la “mia prima donazione”. Qui ho trovato un personale stupendo (dottori e infermieri) una vera “famiglia” che ha fatto di tutto per farmi sentire a mio agio come a “casa”.

Nel 2001 mi è stato proposto, poi, di entrare a far parte del Consiglio Direttivo della Fratres dove ho ricoperto il ruolo di consigliere e successivamente di segretario.

Non mi sarei mai immaginata quello che c’è dietro ad un gruppo di donatori che funziona fino a che non sono

entrata a farne parte.Nel Consiglio della Fratres ho trovato un bellissimo

gruppo di persone e “amici” che ha lavorato e lavora per promuovere le donazioni: feste, gite, pranzi, concorsi... tutto quello che serve per far conoscere la Fratres e per far sì che vecchi, nuovi e futuri donatori continuino a seguire l’impegno preso di aiutare gli altri. Per motivi strettamente personali ho deciso, a malincuore, di non ricandidarmi, ma vorrei invitare tutti a prendere in considerazione l’ idea di collaborare direttamente o indirettamente anche per la gestione quotidiana del gruppo, perché con un piccolo impegno si può fare veramente tanto per aiutare gli altri e per far conoscere a tutti l’importanza della donazione del proprio sangue.

Un ultimo pensiero, ma non meno importante, va agli amici del Consiglio Direttivo uscente della Fratres con i quali ho trascorso, crescendo, gli ultimi 10 anni: grazie di tutto.” Giovanna

Un regalo per gli ospitidella residenza assistita

Il recente avvento del digitale terrestre ha sicuramente portato un po’ di d i s o r i e n t a m e n t o nelle nostre fami-glie: segnali tele-visivi non più presenti, centinaia di canali da gestire, vecchi apparecchi da buttare, antenne da sostituire. È stata sicuramente una vera e propria “rivoluzione” non solo per l’aspetto puramente tecnologico ma anche per le nostre quotidiane abitudini televisive, non ancora del tutto riconsolidate.

Prova ampiamente superata, invece, per quanto riguarda la locale Residenza Sociale Assistita, grazie all’inaspettato arrivo di un moderno apparecchio televisivo Sansung LCD 32, regalato dal Gruppo Donatori di Sangue Fratres. Ispiratori dell’operazione due storici donatori, Fabiano Acquisti e Cambi Ruggero (Il Gegio!) che, accortisi della inderogabile necessità, hanno iniziato a parlarne in giro fino ad incontrare la nostra disponibilità.

Non molto tempo fa, siamo andati a controllare di persona assieme all’assessore Ricceri e, come si può vedere dalla foto, abbiamo trovato i nostri vecchietti davanti al nuovo televisore, intenti a seguire il programma del momento. Dopo un cordiale scambio di saluti ed un breve scambio di opinioni, siamo usciti dalla residenza con nel cuore la soddisfazione di aver contribuito a rendere più serena e socievole la permanenza dei numerosi ospiti, in quella struttura sanitaria assistita.

Nella foto sotto il titolo l’Assessore Ricceri ed il Presidente Ganganelli in visita alla Residenza Assistita assieme ad un ospite.

16

SENZA PAROLE

In una casettavia del Campo della Fieravive una famigliadi Anghiari vera

Prima abitavanoin quell’Anghiari vecchiovia del Castello anticoposto prediletto

Poi si trasferironoin piazza del Comunedove Angiolinoviveva lì postume*

Lui fu garzonedell’apprendistatocon Giocondo Marconiaveva bottega a lato

Lì vi imparòi trucchi di falegnameed insieme al padreadoperava le mane

Fecero nuova casacon dentro laboratorioed anche i figlirimasero con loro

Era una famigliamolto amalgamatalui perse la moglieda lui tanto amata

Tragico destinocome l’altro Angiolinol’altro collegae amico da bambino

Io li ricordoin quella bottega strettadove il mestiereimpararono in fretta

E sempre insiemecurarono il mestiereora sono i suoi figlia fare da alfiere

Di questa famigliache mi abitavano accantolontani parentie con loro ò pianto

Un po’ per la famein quella giovinezzacon quella guerravera schifezza

La cara Nildel’Anna ed Ernestinoche lo ricordosempre da piccolino

Al padre Rodolfoun Dragoni schiettoe tanto da luimi sentivo protetto:

La morte di Angiolino Dragonidi Armando Zanchi

Paolo Rossi ci ha mandato questa considerazione sull’editoriale del numero 2 corredato da articoli di giornali e quant’altro. Sotto la risposta del Direttore.

Ho letto l’editoriale di Enzo Papi: "Asse Roma - Berlino”

A Berlino un costume e a Roma quello opposto??? Italia disonesta e Germania onesta???

Ecco che cosa scrive la BILD sui tedeschi che utilizzano i mezzi pubblici: 340 milioni (340.000.000) di viaggi in bus e metro senza che venga acquistato il relativo biglietto. Altro che senso di responsabilità per il bene comune... mi pare un luogo comune affermare che in Italia ci siano i soliti 60 milioni di furbi e all’estero invece siano tutti dotati di senso civico... per quanto mi riguarda NON ho mai utilizzato i mezzi pubblici privo di biglietto. Anche quando sapevo... spesso sono a Roma per ragioni sportive... che i controllori erano sicuramente a svolgere le loro mansioni su altre linee. E non credo di essere l’unico italiano a farlo.

Risponde il Direttore

Quello tedesco era un esempio polemico. Per di più motivato da piccole osservazioni parziali di un’esperienza di viaggio. Più che discutibile, quindi, vista la voluta forzatura della cosa.

Mi fa piacere, comunque, che se ne parli e che sia partita una discussione. Vuol dire che l’idea di fondo, inavvertitamente, è passata.

La ribadisco: il problema non sono i tedeschi, ma lo spread etico degli italiani. In politica, in economia, nel senso civico, il sabato sera e tutti quegli altri giorni, uomini e donne, giovani e vecchi, tutti compresi! O si sceglie -e va deciso una volta per tutte di imboccare come persone questa strada, tutti- di ridurre questo spread, di cambiare atteggiamenti e comportamenti, o non c’è speranza di poter tornare a condizioni di vivibilità più degne, più responsabili e più impegnate. La crisi italiana ha bisogno di italiani, sempre più numerosi, che si mettano su questa strada. Dove imparare a mettersi in cammino, poi, è un altro problema importante: coinvolge la questione degli esempi e dei luoghi educativi. Anche questa cosa non è di poco conto (e sarebbe pure bene parlarne!)

Quei furbetti

Il Centro Commerciale Naturale Vie d’Anghiari, nello scorso mese di dicembre ha promosso l’iniziativa “Disegna Anghiari di Natale”. Ne abbiamo dato conto nel numero 1, riservando la copertina al vincitore.Qui vi presentiamo la realizzazione della Scuola dell’Infan-zia di Anghiari capoluogo che presenta il caratteristico pro-filo del nostro paese con lo stradone rettilineo e il porticato della chiesa della Croce.

Anghiari di Natale

* postume = in quel posto.

Qu

ad

er

ni

di

st

or

ia

pa

es

an

a

-

9

pag II

In questa pagina e nella precedente trovate le prime due pagine del periodico delle parrocchie della Collegiata e de La Nave di Castiglion Fiorentino, Il Portico. È dedicato interamente a don Giovanni che ha esercitato il suo mini-stero sacerdotale in quelle zone per venti anni.Volentieri riportiamo anche, qui sotto, una poesia dedica-tagli da Galliano Calli quando era ancora ad Anghiari.

Al Professor Don Giovanni De Robertis per gli auguri di Natale

Re Erode, con arma taglientetagliar la testa a quel Giovan Battistade l’Apostol Giovanni fu precedentee nel Giordano battezzava gente mista.Un altro Giovanni di fede ardentetanto che sian di destra che sinistraun De Robertis, Don Giovanni, è ad Anghiariche gli altri due Giovanni di fede è pari.

Se i miei paragoni non sono ugualili altri Giovanni li conobbi pocobene conobbi questo qui d’Anghiariquando spiega il Vangelo prende foco.Se alla messa arrivi tardi non sia maio che tu sia distratto o ascolti pocoi suoi argomenti sono sempre prontidel resto il sangue c’è dei vecchi Conti.

Galliano Calli

pag III

Qui sotto troverete alcune notizie essenziali o caratteristiche tratte dai verbali della Società dal 1990 fino al 2011.

La Società del Gesù Morto provvede alle iniziative per celebrare con dignità e onore il Venerdì Santo, quando la Chiesa commemora l’estremo sacrificio redentore di Nostro Signore Gesù Cristo.

Tutto questo può essere fatto nel modo migliore grazie alle offerte che voi soci liberamente consegnate ai festieri. Un grazie a tutti. Chi vuol aderire a questa Società lo può fare rivolgendosi al Camerlengo Del Pia o ai Festieri: Polverini Anna per Anghiari; Papini Palmiro per il Campo della Fiera; Guadagni Pasquale per San Leo e Tubbiano; Iacopucci Andrea per San Lorenzo; Manenti Alberto per la Valle della Cestola; Cesari Roberto per Casale; Panichi Oliviero per Tavernelle; Maggini Francesco per il Ponte alla Piera; Del Barna Andrea per la Motina, Pompeo Giuseppe per la Motina e Viaio.

Dai Verbali:1990: Viene nominato Camerlengo Mario Del Pia. Sostituisce Vezio Ghignoni che era stato nominato nel 1973. In quest’anno la banda cittadina parteciperà di nuovo ma da ferma.1991: Alla processione interviene un gruppo di Confratelli della Misericordia con cappa nera.1992: I Confratelli della Misericordia aprono la processione e sono addetti al trasporto del Gesù Morto.1993: Partecipa un gruppo di otto giovani con cappa bianca della Compagnia di Sant’Antonio: Vincenzo Ortalli, Milton Sperone, Stefano Morvidoni, Federico Bartolucci, Federico Guiducci, Marco Papini, Michele Del Pia. Altri ragazzi si sono resi disponibili. Essi trasportano la Madonna addolorata a cui la Vittorina ha rinnovato la veste.1994: La Compagnia dei bianchi viene adibita al trasporto del Gesù Morto. Un gruppo di ragazze sono addette alla Madonna.1995: Si allunga l’itinerario per Anghiari vecchio e si toglie la Via Nova (ma l’anno dopo si ritorna al vecchio percorso). Si menzionano i mazzieri e le torce di chiusura. Si confezionano altre quattro cappe bianche. In quest’anno si è provveduto alla illuminazione di Anghiari per l’arrivo della Madonna del Conforto.1997: Entrano in funzione due altoparlanti mobili. Si menziona Danilo Draghi che provvede gratuitamente alle luci. Partecipano cinque Confratelli della Compagnia del SS. Sacramento di Micciano.1998: Si destina una somma adeguata per il restauro del crocifisso di Badia. La processione non avrà luogo per maltempo. Il Correttore don Vittorio Bartolomei muore il 22 settembre di questo anno.1999: Don Romano Manfredi è incaricato da don Fabio Bartolomei a presenziare l'annuale riunione.2000: Nuovo Correttore è don Marco Salvi nominato parroco di Anghiari. Le torce sono consegnate solo ai confratelli. La processione arriva fino alla Fonte con ritorno alle Logge. Partecipa anche la Compagnia di Casenovole. Palmiro Giuliattini dal Molin Bianco anche quest'anno provvede ai rami di ulivo per la Domenica delle Palme. Si provvede al restauro della tela della Crocifissione posta nella chiesa della Croce.

2001: Si mettono i lumi lungo il percorso ma si dimostrerà una iniziativa non idonea senza nessun responsabile che controlli il tutto. Si acquistano due nuove colonne di altoparlanti.2002: Le Compagnie si ritrovano alla Badia. Vengono confezionate altre 4 cappe bianche.2003: Si parla di sei mazzieri.2004: Interviene anche la Compagnia di Galbino. Vengono preparate altre 4 mazze e 25 portatorce in legno.2005. In occasione della festa della Misericordia si provvede all'affidamento della cappa ai nuovi Confratelli.2006: La Confraternita della Misericordia si ritrova alla Badia, le altre Compagnie a Sant’Agostino. La Compagnia di Galbino sarà presente quest'anno con il nuovo labaro.2007: A causa della chiusura della Cappella dei Caduti il simulacro del Gesù Morto è collocato a Sant’Agostino dove termina la processione e dove verrà confermata la sede della Pia Società del Gesù Morto. Le Compagnie quindi, prima della processione del Venerdì Santo, si ritroveranno da quest'anno nella chiesa di Sant'Agostino, la Confraternita di Misericordia si riunirà sempre alla Badia. La Compagnia di Micciano arricchisce la propria cappa con una mantellina rossa.2008. La sera del Venerdì di Passione, in Propositura, affidamento della cappa ai giovani della Compagnia di Sant'Antonio e processione verso Sant'Agostino per i vespri e le confessioni pasquali.2009. Si sorteggiano sei mazzieri. Il 25 settembre le Compagnie salutano il vescovo Gualtiero a Sansepolcro per il suo nuovo incarico nella Diocesi di Perugia-Città della Pieve. La Confraternita di Misericordia è presente assieme alla Compagnia di Sant'Antonio alla processione della Madonna di Loreto.2010. Viene proposta la realizzazione di una sacra rappresentazione pel Venerdì Santo ma poi non se ne fa nulla. Samuele Gaggiottini è nominato coordinatore dei giovani con cappa bianca. Le Compagnie sono presenti all'accoglienza del Patriarca di Gerusalemme a Sansepolcro. Sulle cappe dei giovani viene ricamato il logo della Compagnia.2011. Palmiro Papini e altri Confratelli provvedono, come consuetudine, all'allestimento del simulacro del Gesù Morto sin dal mercoledì precedente la Settimana Santa. Si rivolge un ringraziamento particolare ai festieri che raccolgono le offerte. Attualmente nella processione del Venerdì Santo ci sono 11 mazzieri. Le Compagnie hanno partecipato alle celebrazioni per l'annuale festa della Madonna del Conforto ad Arezzo.

In occasione della visita pastorale di Mgr. Volpi, nel 1907, viene descritta anche la “Società del Gesù Morto – Antica istituzione – Ricostituita dal Proposto Giuseppe Conti nel 1891”. Il loro scopo è “Omaggio e venerazione a Gesù Morto per la Salvazione della umanità. Processione nella sera del Venerdì Santo”. Gli Ascritti e Ascritte sono 176.

***Nel 2011 gli iscritti alla Pia Società del Gesù Morto erano 262.

Pia Società del Gesù MortoNotizie moderne riprese dai verbali

Baldassarre Audiberti: il “santo delle croci”di Santino Gallorini*

pag IV

Chi percorre l’antica strada che da Anghiari

va verso Casalanda e poi prosegue verso il Carmine, in località Campalla incontra un crocifisso. Altre croci si possono trovare a Micciano, alla Motina ed in altre località.

Oggi sarebbe difficile stabilire chi avesse innalzato questi simboli di Redenzione, se non ci venisse in aiuto un biglietto conservato nell’abitazione di Giacomo Bartolomei a Campalla. In esso vi è scritto che la croce vicina fu eretta il 6 aprile del 1834 da Baldassarre Audiberti, quando per alcuni giorni fu ospitato dalla famiglia Bartolomei. Nel 1871, Romilda Bartolomei, volle ricordare quell’episodio, facendo incidere sul basamento un’iscrizione con il nome di Baldassarre e la data in cui egli eresse quella croce. In casa Bartolomei, c’è anche una stampa che ritrae Baldassarre.

Credo che anche le altre croci della zona siano da assegnare all’opera dell’Audiberti.

In Valtiberina ci sono altre testimonianze di Baldassarre; sappiamo che egli frequentò più volte l’Eremo di Monte Casale ed il Granduca Leopoldo II racconta che si recò a Pieve Santo Stefano a dirimere certi contrasti tra fazioni della popolazione.

Ma chi era Baldassarre Audiberti? Oggi questa domanda è d’obbligo, ma fino a un secolo fa, sarebbe stata una domanda inutile, perché quasi tutti i nostri antenati sapevano chi fosse stato.

Le notizie sui primi trent’anni di Baldassarre, sono poche ed esse ci sono pervenute dai racconti di lui medesimo

In più occasioni egli affermò di essere nato nei pressi di Vercelli (in loc. Anatone, Anetone, Annotone, …) intorno al 1760 e che verso il 1790 partì da casa per visitare i Luoghi Santi d’Italia e della Palestina.

Lo troviamo sul finire del 1700 in Toscana, nel Lazio ed in Umbria, ma è nei primi decenni del 1800 che incominciò ad avere quella notorietà che poi lo portò ad essere ricercato ed amato in gran parte dell’Italia centrale.

Si autodefiniva un “pellegrino-penitente” e così spiegò alla Polizia granducale di Pontassieve il perché di quelle immense folle che lo cercavano e lo seguivano ovunque: “Chi mi chiede la benedizione, chi mi dimanda consiglio per salvare l’anima, chi vuol guarigione nelle malattie, chi direzione negli affari e simili e io do loro quei consigli che può dare un cristiano, cioè avere timor di Dio, fuggire i cattivi compagni, la cattiva pratica e le occasioni tutte pericolose o peccaminose”.

Anche il Granduca Leopoldo II, nel 1831, lo chiamò a Palazzo Pitti, al capezzale della moglie Nanny malata, per pregare e cercare di ottenerne la guarigione. Nelle sue memorie, Leopoldo annotò che la sera del giorno in cui Baldassarre pregò per Nanny, non ci fu il consueto picco di febbre.

Verso la metà degli anni Trenta dell’Ottocento, Baldassarre incominciò ad essere famoso per l’innalzamento di decine,

anzi centinaia, di croci con i vari simboli della Passione di Cristo. Non ci fu angolo della Toscana, dell’Umbria e dell’Alto Lazio che non avesse queste croci; prevalentemente venivano poste lungo le strade, agli incroci, nei luoghi in cui un tempo era esistita una chiesetta ecc.

Per avere un’idea dell’ampiezza di questa attività, basti dire che nel 1843, in tre giorni partecipò all’innalzamento di ben 24 croci presso Agliana (PT).

Molte di queste Croci sono ancora oggi documentate, seppur spesso sostituite da manufatti più recenti o da esemplari in ferro. Diverse se ne vedono nei paesi della Valdichiana, del Cetona, dell’Amiata, dell’area di Pisa e Volterra, del Senese, tra Prato e Pistoia.

Passò gli ultimi cinque anni della sua vita immobile su di un letto nella canonica della parrocchia di Ottavo (Arezzo). Vennero a trovarlo moltitudini di persone, bisognose di aiuto spirituale e materiale. Anche Leopoldo II inviò ad Ottavo i suoi messi per chiedere consiglio a Baldassarre su cosa fare nel difficile 1848.

Baldassarre morì ad Ottavo di Arezzo, l’8 luglio 1852, fu imbalsamato, esposto per ben 4 giorni alla venerazione dei fedeli di mezza Italia e quindi fu seppellito nella locale chiesetta, dove ancora riposa.

Subito dopo la sua morte, furono stampate delle pagine che autenticavano i frammenti della sua veste: si scrisse “per memoria”, ma si sperava che diventassero “reliquie” di un Santo. Recentemente mi sono state segnalate interessanti testimonianze della venerazione di cui godeva; tra queste, ricordo un plico sigillato con i suoi capelli, ritrovato da mons. Gianni Zanchi tra le reliquie della Cattedrale di Arezzo e un reliquiario a teca, conservato dalle Suore cappuccine di Colle Val d’Elsa, con dentro la “camicia” del “VENERABILE BALDASSARRE AUDIBERTI, EREMITA” ed una copia su lino della Sacra Sindone! Fu composta anche una storia della sua vita in ottava rima, che poi veniva cantata nei mercati e nelle fiere dai cantastorie.

Ci sarebbe da pensare che egli sia stato proclamato santo, ma non è stato così. Credo che il motivo sia da ricercare con il 1859 ed il passaggio della Toscana sotto il Piemonte e poi nel

pag VRegno d’Italia: Baldassarre, amato dal Granduca ormai deposto, non fu più “politicamente corretto” e non fu più portato avanti il processo di beatificazione. La gente della Toscana, però, non lo ha dimenticato e nel luglio 2002, quando ad Ottavo è stato ricordato il 150° anniversario della sua morte, sono arrivati alcuni sacerdoti e fedeli da mezza regione.

Baldassarre fu stimato dall’Arcivescovo di Firenze, dall’Arcivescovo di Siena, dai Vescovi di Arezzo, Sansepolcro, San Miniato, Volterra. Mentre era paralizzato nella parrocchia di Ottavo venne a visitarlo anche la cugina di Papa Pio IX, la contessa Guglielmi.

Di recente, Mario Del Pia ha rinvenuto nell’Archivio parrocchiale di Anghiari interessantissimi documenti, dai quali si evince che nei primi anni Settanta del passato secolo, don Nilo aveva commissionato, ad un ricercatore

di Montepulciano – Piero Tiraboschi – una ricerca su Baldassarre. Al momento non sappiamo ancora fino a che punto sia arrivata l’indagine, ma una lettera del Tiraboschi a don Nilo, datata 2 dicembre 1972, ci testimonia la serietà del progetto ed i tentativi fatti per reperire documenti perfino in Francia.

Spero che dall’Archivio di Anghiari vengano fuori altri documenti, in grado di darci ulteriori notizie sul “Santo delle croci”, come era chiamato Baldassarre nei dintorni di Fiesole.

* Santino Gallorini è autore del libro: Pellegrino verso il Cielo. Baldassarre Audiberti, il santo delle croci – Edizioni Effigi di Arcidosso (GR)

ImmaginiNell’altra pagina: in alto la croce di Campalla che ha sostituito quella messa dall’Audiberti (a destra il cippo con l’iscrizione fatta incidere dalla famiglia Bartolomei).Più sotto la Croce nei pressi di Casalanda e, in basso, la stampa riproducente il “santo delle croci” e le sue scarpe.In questa pagina la croce di Porciano, nei pressi di Lamporecchio.

Non mi piace che l’ostensione del crocifisso nei luoghi pubblici avvenga per decreto governativo, come obbligo imposto dallo Stato. La saggezza millenaria della Chiesa non impone alcun segno esteriore ai credenti e allo spazio privato della loro abitazione, concentrando il modellamento comunitario della prescrizione nello spazio etico dei comportamenti e in quello esistenziale della pratica religiosa: ogni forma di minuziosa regolamentazione esteriore è un di più rispetto alla libertà suprema dello Spirito che svincola dal giogo della Legge: il Sabato è fatto per l’uomo e non l’uomo per il Sabato - l’annuncio del Vangelo segna la rottura di principio con ogni forma di ritualismo convenzionale, affermando la priorità assoluta dell’amore sul sacrificio, dell’atto di fede e di carità sulla vuota esibizione del formalismo.

Ma dalla libera interiorità della fede scaturiscono spontaneamente, quando è genuina, quando è feconda, gesti esteriori che le danno visibilità nello spazio comune della sfera sociale: la carità modella le forme della convivenza, coniugandola in pratiche di pace, giustizia e solidarietà; la fede innalza testimonianze di lode e devozione al Signore: le città e le campagne si punteggiano di chiese, cappelle, edicole, croci. Se non mi piace l’esibizione religiosa decretata per legge, trovo negazione tristemente regressiva dell’integralità dell’essere umano (in cui la condivisione comunitaria della pratica religiosa è dimensione originaria ed essenziale) il rifiuto ‘laicista’ di ogni testimonianza pubblica della pratica e dei simboli religiosi in quanto ‘offensivi’ delle sensibilità non credenti. Piantare una croce, edificare una chiesa non costituiscono alcuna prevaricazione, ma la naturale attestazione della ricchezza feconda che la fede fa traboccare nella vita che irriga: è commovente percorrere la campagna toscana e ammirare la quieta, profondamente umana bellezza che in essa hanno scolpito due millenni di fede cristiana. È il miracolo di un paesaggio in cui l’uomo si è armoniosamente compenetrato con la natura, facendone la propria casa, arredandola di ciò che la rende più accogliente, più abitabile, e al tempo stesso più riconoscibilmente legata al suo ospite (ogni casa porta l’impronta del gusto, delle abitudini, delle esigenze di chi la abita). La chiesa che si

profila alla svolta di una strada di campagna si presenta così come il corrispettivo dell’immagine della Madonna sopra la testata del letto: dentro e fuori casa, senza soluzione di continuità tra il momento solenne della liturgia e le faccende di ogni giorno, fino al momento del riposo notturno, l’uomo vive nella serena prossimità della propria fede, nella sua operosa efficacia in tutto quello che egli fa. È nel flusso antico di questa ‘tradizione’ (di cui purtroppo oggi si è in gran parte perduta la vivente consapevolezza) che le nostre terre si sono riempite di croci, perché, come dice il bel detto aretino riportato in un articoletto del numero scorso dell’Oratorio, nelle campagne “I contadini erano i preti

Nel segno della crocedi Teresa Bartolomei

pag VIdi una messa perenne” e la fatica nei campi modulava il ritmo stagionale delle occupazioni sul calendario liturgico delle ricorrenze: coltivando la terra, percorrendo le strade, gli abitanti delle campagne innalzavano a Dio la preghiera della propria fatica e sottolineavano con un segno semplice e potente come la croce questa consacrazione umile e silenziosa della propria vita.

Nella croce di quel Gesù che per amore ha preso su di sé la sofferenza, il sacrificio e la sconfitta terrene come unica risposta capace di sconfiggere il male, l’uomo impara a leggere la propria vita in una luce che non viene dalla carne (cui ripugna ogni forma di dolore, sacrificio e umiliazione) ma che rivela alla carne la sua intima vocazione spirituale, l’apre al miracolo della salvezza e alla consolazione della sua promessa. L’esperienza quotidiana della sofferenza e dell’umiliazione trovano nella croce la trasfigurazione di un senso che da esse non germina spontaneamente, ma vi viene riversato dalla rivelazione dell’amore di Chi le ha scelte per noi. Al di là di ogni complessa speculazione teologica, l’immagine della croce ha perciò costituito da sempre il veicolo semplice ed efficace in cui si è trasmesso ai cuori di tutti i credenti il nucleo più profondo del messaggio evangelico, l’essenza semplice e infinita della sua risposta al mistero della condizione umana.

Certo, oggi, siamo lontani dalla sensibilità propria di forme di spontanea, ingenua, travolgente devozione popolare

come quella di cui è stato esemplare protagonista quel Baldassarre Audiberti che fu tanto popolare nelle campagne toscane del XIX secolo e del cui passaggio per Anghiari sono in corso interessanti ricerche negli archivi parrocchiali e non solo. Ma la vicenda un po’ anarchica ed eccentrica e al tempo stesso così calda e coinvolgente dell’ “Omo bono” che tanto entusiasmo suscitava tra i contemporanei e la cui instancabile attività di ‘piantatore di croci’ ha marcato indelebilmente il paesaggio delle nostre campagne, non può essere liquidata a mera curiosità storiografica. Nella storia ancora tutta da narrare del sedicente taumaturgo (esaltato e magari addirittura squilibrato per alcuni, santo per altri - compreso il Granduca che ricorse ai suoi buoni uffici - e di cui, al momento della morte, fu dato indimenticabile registro anagrafico: “professione: pellegrino errante”) pulsa vivo un bisogno profondo di fede semplice, libera e spontanea, che del tutto al di fuori di strategie istituzionali e di schemi sociali, ai margini dell’ordine costituito, in quella zona d’ombra ai limiti della legge in cui da sempre si muovono gli irregolari - i giullari (anche quelli di Dio), i nomadi, i clerici vaganti, i girovaghi, i clandestini...-, emerge sempre di nuovo come fermento profetico che sgorga dal cuore del popolo e dei suoi santi - che magari non sono meno grandi agli occhi di Dio, per non essere saliti all’onore degli altari.

Sotto il titolo la stampa del Crocifisso di Badia.

Lazzaro e Bista, due borghesi buontemponi erano a spasso per Santo Stefano ammirando gli alberi secolari lungo la via della stazione. Bista si fermò ad ammirare i prodotti dell’Antica Macelleria mentre Lazzaro fu attratto dalla pubblicità che era sulla vetrina del negozio accanto, quello della signora Catia. Chiamò Bista e gli fece notare quello che c’era scritto sulla vetrina.

- Vestito completo Euro 5 cadauno- Camicia Euro 2 cadauna- Pantaloni Euro 2,50 al paio

Bista disse: «Che prezzi eccezionali, qui c’è da far fortuna. Compriamo tutto lo stock e poi lo rivendiamo con gran profitto.»«Grande idea, rispose Lazzaro, però bisogna agire con furbizia. Tu dovresti contrattare parlando con accento forestiero perché gli anghiaresi ce l’hanno con noi per via di quel benedetto “catorcio” e sarebbero capaci di fregarci.»«Lascia fare a me, disse Bista, tu non aprire bocca.» E così entrarono nel negozio. «Buongiorno signora, disse Bista, noi veniamo da Firenze e vorremmo ‘omprare 100 vestiti da uomo, 100 paia di ‘alzoni e 100 ‘amicie di vario

‘olore. Vado a prendere il camioncino per caricare.»«Un momento! un momento!! disse la signora Catia, ma voi, non siete del Borgo?»Al che Bista molto sorpreso: «Ma come avete fatto a capirlo?»«Beh, rispose la signora Catia, Questa è una lavanderia!»

Qui sotto è raffigurato il ratto del Catorcio visto da Loris Babbini.

Due borghesi buontemponidi Peter

Dal Bollettino Parrocchiale dell’ottobre 1948.

Notiziario

* L’opera del Rev.mo Padre Como, S. J. in occasione del suo apostolato nella nostra Parrocchia, dal 22 al 26 agosto, è stata utile a tante anime. Opera instancabile, come hanno affermato quella ventina di Anghiaresi, i

quali hanno partecipato agli Esercizi Spirituali diretti dallo stesso Padre Guglielmo Como nei primi giorni di settembre, presso il Convento di Sargiano.

* Nell’adunanza dell’O.R. del 25 luglio è stata conferita un’alta onorificenza allo zelo del Direttore locale sig. Livio Busatti.

Una curiosa testimonianza dalla Valle del Padonchia

Bistarone e Teresina

pag VII

Sabatina Ulivi di Scandolaia e poi di Catigliano, per grazia di Dio ora vispa novantacin-quenne, così mi ha raccontato un po’ della sua vita vissuta che a mio avviso cambierebbe completamente una pagi-na di storia locale.

- Dimmi Sabatina. Ma chi era Bistarone?- Il vero nome non lo so. Alcuni lo chiamavano “Garavoni”, altri lo chiamavano “Burchio”. Ma era molto conosciuto come “Bistarone”.Io avevo 15 anni e stavo con la mia zia ai Tocci vicino Ripoli dove viveva anche Bistarone che già aveva una sessantina d’anni. Io l’ho conosciuto e con lui ci ho spesso ballato. Viveva in una misera stanza, dormiva su un letto di paglia ed altra paglia come cuscino. Andava qua e là, sbarcava il lunario suonando la fisarmonica per le case private. Allora non erano ancora di moda le sale da ballo. Quando, “poverino”, morì gli trovarono cucite addosso settecentomila lire.

Questa è la canzone così come la ricorda SabatinaNel popolo di Monterchi, c’era un suonatore,un giorno chiese amore a una ragazza là.Lei era una furbacchiona ma lui però non tantogli va a sedere accanto e gli disse così.Se tu mi amassi mia cara spemela vita insieme si passerà.Io son granito forte e robustoe qualunque gusto ci puoi trovà.Rispose la ragazza: Se tu mi fai ballare si potrà combinare ché il damo io non ho.E Bistarone tutto contentocol suo strumento se ne va sonàper quindici giorni con gran dilettocon grande foga se ne va sonà.“Ballate ragazzine stancatevi le gambinefinito carnevale mai più vi suonerò”Finito il carnevale se lo levò d’attornonemmeno un altro giorno ci volle ragionà.Allora Bistarone è andato dall’uscieree disse per piacere voi dovete cità la Teresinadelle sonate che io gli ho fatto per carnevàL’usciere mandò il foglio a questa ragazzinache giovedì mattina all’udienza entrò.Aver visto Monterchi sembrava Piazza Navonaché più di una persona all’udienza andò.Il giudice gli disse 15 lire a Bistarone dovete dàdelle sonate che lui va fatto che lui v’ha fatto per Carnevà.Rispose la ragazza: Sor Giudice voi avete sbagliatoA me no m’ha mai suonato e mai mi suonerà.Gli ho dato anche il mangiare mangiò per tre facchinise vuole anche i quattrini sto bene come sto.

Deduzione storica: Io credo che quella ragazzina era proprio Sabatina. Lei si schernisce ma alcuni dati sono incontrovertibili:- Lei aveva 15 anni ed era quindi una ragazzina.- Conosceva altri nomignoli appiccicati a Bistarone e da nessuno mai tramandati.- Aveva spesso ballato con lui.Quindi tutti gli indizi portano a Sabatina e sembrerebbe inconfutabile che il poeta di Upacchi si fosse ispirato proprio a lei per scrivere la poesia e per ragione molto probabilmente di privacy le cambiò il nome in Teresina.

Peter Lega (2012)

Il Sasso grossodai ricordi di Rita Milli di Tubbiano

Venendo dal Molindagnolo il Sasso grosso è la zona dove ci sono quelle due curve prima della Casaccia.

A tempo mio non c’era nessun sasso ma era chiamato comunque Sasso grosso. Ora ti racconto questo episodio.

Ero stata ad Anghiari, forse al mercato, e stavo tornando a casa in bicicletta. Avevo arnovato un impermeabile su l’avanina, un trench, nuovo nuovo. Avrò avuto diciott’anni. Io stavo a Villalta a quel tempo e stavo tornando a casa in biciletta e scendevo giù per

la via del Molindagnolo. La prima curva andò bene, la seconda curva la rota davanti me prese un sasso e cascai in terra, presi una grande botta e persi i sensi.

Io non mi ricordo, ma poi ho saputo che passò il poro Ernesto dal Palazzo, il Bivignanelli, co’ la cavalla, che tornava da Anghiari come me, e me caricò sul calesse e me riportò a casa. Quando si fu a un chilometro dalle Cordicelle, passato San Salvatore, ripresi i sensi. E dopo come Iddio volse me ripresi, ma la gran botta m’aveva cavato dai sensi. E il mio povero trench fu tutto rovinato!

Qu

ad

er

ni

di

st

or

ia

pa

es

an

a

-

9pag VIII

Gli aneddoti di Alfonso

Frammenti di vita

In un lontano giorno di sole, un allora giovanissimo seminarista di bell’aspetto (il futuro don Vittorio

Bartolomei!) passeggiava con il più anziano don Armando: Era, don Armando, un pretacchione che aveva una boccaccia larga con certi labbroni negroidi che sembrava fatta apposta per sparare contumelie e battute fulminanti, con un marcato accento del Lazio da cui proveniva.

Stava venendo incontro ai due una maestra del posto, brava ma irrimediabilmente brutta che si ferma di botto e indicando il pretino, osserva: “Ma come?! Un così bel giovane che si fa prete!”

E don Armando, pronto, rivolgendosi alla maestra: “E Lei, perché non si è fatta suora?”

Urio Alberti, un orologiaio di Anghiari di cui i maligni dicevano che qualche volta, nel riparare gli orologi, gli avanzava qualche rotella, stava

raccontando di un pellegrinaggio che alcuni Anghiaresi avevano fatto a Redipuglia (Com’è noto, a Redipuglia riposano i resti di migliaia di nostri soldati uccisi nella Ia Guerra Mondiale).

Raccontava che mentre salivano su per la scalinata dell’immenso cimitero, i gitanti piangevano tutti. Silenzio partecipe e commosso degli ascoltatori! Solo Pietro Romani, detto “il Billi” non poté stare zitto e proclamò: “a piangere saranno stati quelli a cui tu hai accomodato gli orologi!”

Coraggio e avanti!

Quando sono nato io, ancora si sentiva dire: “Meglio un vecchio al cantone che un giovane nel campo!” Infatti, fino ad allora, i vecchi erano depositari del sapere e, a veglia, le loro storie suggestive erano per noi quello che oggi è la TV.

Adesso, quando vado in piazza, la mia piazza Baldaccio dove sessant’anni fa caracollavo tronfio, inchiavardato dentro una cravatta sgargiante per rubare un’occhiata alle ragazze, chi ti trovo? I soliti quattro anziani (come me!) appoggiati al muro del Palterre che inseguono un raggio del pallido sole invernale ed i loro pensieri stagionati. (Negli anni “70” i giovani chiamavano quelli come me “semifreddi” come a dire mezzomorti!) Passano dei ragazzi: non mi conoscono ed io non li conosco: come se non fossimo tutti nati qui, nel nostro piccolo ombelico del mondo! Se mi tocca parlarci, per capire di quale famiglia sono il prodotto, mi tocca fare la domanda che ci rivolgeva “Fradamus” dalla sua finestra: “De chi sei, cittino?” Magari i nonni dei pischelli nostrani, li conosco!

Da poco, mi è arrivato il telefonino: pare che sia una protesi indispensabile! Ma nonostante le ripetute lezioni dell’Elisa non ho imparato a mandare gli SMS. Ma poi, a chi dovrei mandarli?

A complicarmi la vita è arrivato anche il “digitale terrestre” che devo ancora capire che roba è: un tipo di scoiattolo che non sa arrampicarsi? Per fortuna, ho un genero perito elettronico e per i problemi tecnologici che vanno oltre l’avvitare una lampadina, ci pensa lui.

Se vado a far gasolio di domenica e il benzinaio, legittimamente, fa festa, non provo nemmeno a discutere con “Pompa uno” o “Pompa due”. Ripasso domani!

Chiamo il call center dell’Enel, ascolto la litania del “digiti uno, digiti due” e naturalmente, sbaglio! Rosso di rabbia e di vergogna e definitivamente sul pallone, chiedo aiuto alla Fiorenza che, sul telefonare, non la batte nessuno.

Vado a pagare un ticket ospedaliero e sbircio di traverso la minacciosa macchinetta. Chiedo aiuto a un infermiere di passaggio che mi guarda con aria schifita come se fossi un gatto morto. Col suo aiuto (dopo aver preso un ennesimo caffè per cambiare i soldi!), pigio di qua, digito di là e l’automa infernale gorgoglia di stomaco e finalmente vomita la sospirata ricevuta: Alleluia! Mi sento un Einstein!

Ma, senza Facebook, Twitter, Skype, senza l’inglese, sono e resto un moderno analfabeta anche se, nel bagagliaio, ho ancora un po’ di francese arrugginito e di latino stantio (Nemmeno i preti lo masticano più!). Magari sono ancora capace di piantare un cavolo, di sminestrare in cucina e di trastullare i nipotini: ragazzi di ieri, non ci scoraggiamo! Finché c’è vita, c’è speranza!

Hanno detto

Mio padre mi ripeteva sempre: “devi lavorare come se avessi da vivere per l’eternità.Ma devi pregare come se tu dovessi morire stasera.”(Sissè - “vu cumprà” senegalese – Musulmano)

***Quando ero un ragazzino, andavo in montagna ad aiutare il babbo che faceva il carbonaio.Un giorno, avevamo caricato sul basto di un mulo piuttosto bisbetico diverse balle di carbone per portarle a valle ma, mentre passavamo lungo un burrone, il mulo prese a sgroppare e scalciare e alcune balle di carbone finirono in fondo al burrone.Il conducente del mulo, disperato, si buttò in ginocchio e, levando gli occhi e le mani verso il cielo, attaccò una fila di sonore bestemmie. Io che ero un bambino per benino, rimasi inorridito!Ora che sono un vecchio prete penso che quell’uomo ignorante, era, a modo suo, un uomo di fede.(Don Romano Nencioli - parroco di Grezzano, in Mugello)

***Se confessi davanti ad un giudice una colpa che hai commesso, vieni condannato.Se, mediante il sacramento della confessione, dichiari a Dio la tua colpa e sei sinceramente pentito, tu vieni assolto.Poiché i peccati dell’uomo, tutti insieme, sono come una goccia d’acqua che, cadendo nel braciere ardente della Misericordia divina, evapora e si dissolve. Quello di Dio è l’unico tribunale in cui il reo confesso viene assolto.(Don Matteo)

***La Terra promessa ai Cristiani è quella situata oltre l’ultimo incrocio, al di là dell’estremo confine dove tutto si annulla. Nella Luce.(Sen. Giuseppe Bartolomei - parlando del Carmine)

25

Ancora tante offerte per l'Oratoriole altre, già pervenute, nel prossimo numero

Adamo Balzani, PadonchiaAdelmo Piomboni, Campo FieraAdina Dini, CorcianoAdriana Cherici, CrocifissinoAduino Baldesi, MonterchiAgostino Ruggeri, PolverieraAlberto Benedetti, Slevella PieveAlessandro Boncompagni, Il BorgoAlessandro Martini, Via del CarmineAlfredina Donnini, PratoAmalia Salvi, Mura di sopraAndrea Iacopucci, Casina S. LorenzoAndrea Pennacchini, Rio BoAndrea Rossi, MolindagnoloAngelo Graziotti, GiardinellaAngelo Morvidoni, Campo della FieraAngiolino Meozzi, Ponte dei SospiriAngiolo Donati, MotinaAngiolo Ligi, MonterchiAngiolo Madiani, PolverieraAngiolo Magri, RenicciAngiolo Meucci, Via di San LeoAnita Fontana, CasacceAnna Arrighi, Via d’ArezzoAnna Maria Bartolomei, Via NovaAnna Maria Valentini, BucacceAnnamaria Camaiti, I FabbriAnnamaria Guiducci, ArezzoAntonietta Olivieri, GrossetoAntonio De Iaco, MolindagnoloAntonio Zineddu, TavernelleArialdo don Ruggeri, Ca’ RaffaelloAssunta Franceschini, FirenzeAtos Mariotti, GiardinellaAurelio Boriosi, CrocifissinoAve Rossi, MammaluccoBenedetto Cociani, Via di San LeoBenedetto Comanducci, CicognaBruno Gennari, S. StefanoBruno Nicchi, San RoccoBruno Polverini, PocaiaBruno Zanchi, Sant’AgostinoCarla Donati Sarti, Casa DonatiCarlo Leonardi, AcquedottoCarlo Tavernelli, TavernelleCesarina Donati Sarti, SerafinoCinzia Bianchi, ArezzoClara Roselli, Via di PinoClaudio Baggi, ValealleClaudio Boncompagni, Valle SterpetoClaudio Martini, AcquedottoConforta Leonardi, TavernelleCosimo Volpe, Borgo della CroceCostantino Mondani, Bagnolo di sopraDanilo Boriosi, TerrarossaDario Torelli, CampodazziDemetrio Carboni, Via NovaDina Lanzi, TubbianoDino Concu, San LeoDino Donati, ColcellaltoDomenica Nicchi Mugelli, InfrantoioDomenico Comanducci, Campo FieraDomenico Romani, MonterchiDomenico Rossi, Via di PinoDonatina Giorni, Quarrata PTDonatino Baldi, CasolareElda Polverini, Il BorgoElio Ragno, La BancaElisabetta Giovagnoli, I CordoniElvira Barfucci, TavernelleEnrico Baglioni, GiardinettoEnrico Camaiti, BernoccaEnrico Ghignoni, PalazzoloEnzo Matteucci, Motina

Enzo Papi, Il BorgoEnzo Rossi, PantanetoErmindo Pernici, Ponte CarlettoErnesto Dragoni, La CroceEugenio Giadagni, TavernelleEva Cangi Bartolini, GiardinellaEva Consonni, CaserecciFabio Rossi, BucacceFabrizio Fatti, Il BorgoFabrizio Lazzerini, I FabbriFabrizio Nasini, InfrantoioFaliero Merendelli, I FabbriFamiglia Bruttini, OspizioFamiglia Ceppodomo, Borgo della CroceFederico Foni, SienaFedora Zanchi, S. Giovanni V.noFernando Paletti, CasanovaFilomena Luongo, BernoccaFranca Cerbai, CrocifissinoFrancesco Comanducci, Via di TerrarossaFrancesco Guadagni, BernoccaFrancesco Rosadi, San LeoFrancesco Sassolini, Valle di ValdimonteFrancesco Testerini, Via per ArezzoFranco Donati, RenicciFranco Landini, MonterchiFranco Leonardi, InfrantoioFranco Rumori, Via del CarmineGabriella Camaiti, Borgo della CroceGabriella Lombardi, Motina altaGabriella Magrini, FornaceGaspero Vichi, CarmineGastone Mercati, IntoppoGemma Giorni, PerugiaGiacomo Marsupini, Mura di sopraGiampiero Marconi, Campo della FieraGian Carlo Casi, ZineproGian Pietro Rossi, Via della FossaGiancarlo Guiducci, TavarnuzzeGianfranco Acquisti, BadiaGianni Santi, Croce del fondoGilberto Roselli, Via del CarmineGina Magrini, Via NovaGiorgio Franchini, TavernelleGiorgio Giorgi, Borgo della CroceGiovacchino Buscosi, RenicciGiovan Battista Pulcinelli, San LeoGiovanna Belperio, San LeoGiovanna Gamberonci, MilanoGiovanna Marinuzzi, TriesteGiovanni Graziotti, PocaiaGiovanni Mirarchi, Arbia AscianoGiuliano Livi, RenicciGiuseppa Mionco, ArezzoGiuseppa Vera Chiasserini, Borgo CroceGiuseppe Comanducci, San RoccoGiuseppe Leonardi, Bagnolo di sottoGiuseppe Matteucci, Ponte SpospiriGraziano Zanchi, Campo FieraGraziella Bonarini, GiardinellaGuerrino Poderini, Santo StefanoGuido Guerrieri, CasacceIcaro Marconi, Bagnolo del PonteIva Polendoni, FrassinetoIvano Cesari, Via del CarmineIvano Leonardi, ArezzoKathy Ruggeri,ArgentinaLando Cangi, SamprocinoLaura Coleschi, Ponte alla PieraLaura Maurizi, GiardinellaLaurino Veri, InfrantoioLela Conti Lega, Via Nova bassaLeone Bruschi, Poggio del SoleLetizia Casi, Il Fosso

Liana Alberti, Via GaribaldiLiana Polverini, BernoccaLiborio Lamagna, BernoccaLilia Guadagni, TavernelleLina Milanini, InfrantoioLivia Cestelli, CicognaLorenzo e Elena Comanducci, TavernelleLoriano Rosadi, Ponte alla PieraLoris Omelli, PocaiaLotta Meozzi, Via NovaLuca Viviani, Campo della FieraLuciana Lanari, SansepolcroLuciano Monti, Pioltello MILuciano Piomboni, TavernelleLucio Carleschi, San Leo ARLuigi Del Pianta, BelvederinoLuigi Leonardi, BagnolettoLuigi Monini, CascineMarcella Mari, GiardinellaMarco Aglini, PiettoMargherita Pacini, TavernelleMaria Canicchi, Mura di sopraM. Clorinda Rogai, Meliciano C. FibocchiMaria e Donatella Riccardi, Il ColleMaria Elisei, San LeoMaria Faliera Tanfi, Mura di sopraMaria Manfroni Alessandrini, RenicciMaria Maranesi, RomaMaria Nocentini, I CordoniMaria Rosa Pancioni, Via di San LeoMariano Marsupini, ArezzoMaricla Staccini, Il BorgoMariella Mondani, FirenzeMarino Bazzurri, Via di San LeoMario Baggi, ValealleMario Brancaccio, TromaMario Corazzini, BernoccaMario Gioviti, MonterchiMario Mariani, BagnoloMario Mariotti, San RemoMario Mugelli, BernoccaMario Poggini, San LeoMario Zanchi, San GiulianoMarisa Gnaldi, OlmoMassimo Fragai, BagnoloMassimo Pernici, MontebelloMaurizio Girolimoni, GiardinellaMaurizio Checcaglini, Poggio del SoleMauro Baldi, MaravilleMauro Capacci, Via di ViaioMauro Martini, Il BorgoMeris Lola Acquisti, InfrantoioMichele Bruni, StazioneMichele Dini, Via di San LeoMilton Del Gaia, RoncioneMonica Magrini, La VignaMoreno Zanchi, Il FossoNathalie De Tollenaere, Mura di sopraNella Magri, CerbaiaNilo Nicchi, ArezzoNorma Madiai, Fraz. CignanoNunzia Peluzzi, San LeoOfferta con bollettino senza nomeOfferta con bollettino senza nomeOfferta anonima con bollettinoOretta Cambi, ArezzoOriana Boncompagni, Campo FieraOrietta Cesari, Via del CarmineOtello Comanducci, FirenzeOttavia Antonelli, Fraz. BasilicaOttavio Cangi,Vicolo della PiazzolaPamela Zanelli, Il GhettoPaola Antoniucci, La FossaPaola Del Pia, Quarata

Paola Lombardi, PalazzinaPaola Tuti, RomaPaolo Meazzini, TerratoPaolo Monini, San LeoPaolo Quarto, RomaPatrizia Cangi, Campo della FieraPatrizia Frini, MilanoPiera Rossi, TavernellePierino Pennacchini, PinoPiero Donati, ArezzoPiero e Silvia Matteucci, MotinaPiero Rossi, Ponte alla PieraPietro Bartolomei Corsi, CarmignanoPietro Bonucci, CerbaiaPietro Cangi, Campo FieraPietro Giabbanelli, GiardinellaPietro Petruccioli, PiettoPrimo Del Sere, Le ForchePrimo Franchini, LodiPrimo Mondani, Ponte alla PieraRalio Fornacini, Campo della FieraRenata Giovacchini, Via della RipaRenata Salvi, InfrantoioRenato Morelli, CasacciaRenato Capacci, BernoccaRinaldo ed Elena Mariani, TavernelleRinaldo Procelli, Via di PinoRomano e Concetta Romani, SvizzeraRosa Gennari Chieli, InfrantoioRosa Gullino, FranciaRosella Moscetti, Borghetto di sopraRossana Bruscoli, MonteRossano Omarini, TavernelleSantino Ferrini, Campo della FieraSaulle Comparini, PianacceSecondo Mariotti, MotinaSenio Ruggeri, Ponte dei SospiriSerenella Nieri Domestici, FirenzeSergio Polverini, Via ProposituraSilvana Pierantoni, Borgo della CroceSilvano Paceschi, Via ProposituraSilvano Rossi, il BraccioSilvia Senesi, FanciulleriSirio Ruggeri, Via del CarmineSiro Polverini, Via di S. LeoSonia e Giuliano Polverini, MonterchiSperanza Bianchi, Ponte alla PieraSpinetta Meozzi, ArezzoStefania Merendelli, InfrantoioTeresa Maurizi, TofanicchioTito Bartolomei, Via NovaTommasina Toriti, TavernelleUgo Bianchi, Cusago MIUmberto Bigioli, PolverieraValentina Pierantoni, Il FossoVally Fastacchini, ArezzoVasco Coleschi, TerrarossaVasco Ghignoni, Via di PalazzoloVelio Ortolani, MonterchiVeneranda Martinelli, Infrantoio20Ventura Pannilunghi, Pieve S. StefanoVerdiana Menzogni, CavrigliaVilma Sbragi, San LorenzoVilmo Chiasserini, Bagno a RipoliVincenzo Mazzoni, Via di ViaioVito Marzi, Ponte alla PieraVito Pennacchini, Via di PinoVittoria Giovagnini, San LeoVittorio Smacchia, PocaiaWalter Magrini, Via del CarmineWerther Canicchi, La VignaWillard Sperry, Casanova LaniPaola Conti in memoria del marito Azelio Gaggiottini.

26

da Monterchia cura di Matteo Romanelli

Dalle nostre Parrocchie

APRILE – PASQUA 2012

1 aprile Domenica delle Palme: S. Messa e benedizione delle palme. Ore 8,30 a Padonchia. Ore 10 nella chiesa della Madonna Bella. Ore 11,05 a Monterchi. Ore 16,30 Pianezze. Nel pomeriggio tradizionale Quarantore nella Pieve arcipretura di Monterchi, dalle ore 15 alle ore18. Con lo stesso orario nei pomeriggi del Lunedì e Martedì Santo.4 aprile – Mercoledì Santo. Dopo cena, alle ore 21, Confessioni pasquali per tutti nella chiesa parrocchiale di Padonchia.5 aprile – Giovedì Santo. Inizio Triduo pasquale. Ore 17 S. Messa a Pocaia. Ore 18 S. Messa a Monterchi seguita dall’adorazione personale dei gruppi di preghiera e delle famiglie a Gesù Eucaristico riposto nell’apposita urna circondata da lumi e fiori. Dopo cena, ora di adorazione da parte della Compagnia del SS. Sacramento e della Confraternita della Misericordia.6 aprile – Venerdì Santo. Pasqua della morte del Signore. Liturgia della morte del Signore alle ore 16 a Monterchi e alle ore 17 a Pocaia. Ore 21 a Monterchi solenne via Crucis e processione del Gesù Morto e della Madonna Addolorata con partenza dal piazzale del monastero verso la chiesa arcipretale dove la sacra celebrazione terminerà con la benedizione con la reliquia della S. Croce.7 aprile – Sabato Santo. Attesa della Resurrezione del Signore. Ore 21 veglia pasquale e S. Messa nel Santuario della Madonna Bella di Pocaia. Ore 23,30 veglia pasquale e S. Messa nella Pieve Arcipretura di Monterchi.8 aprile – Domenica di Pasqua. Ore 8 S. Messa a S. Biagio. Ore 9 S. Messa a Padonchia. Ore 10 S. Messa nella chiesa della Madonna Bella. Ore 11,15 nella chiesa arcipretale di Monterchi con la partecipazione del Piccolo coro di S. Simeone.9 aprile – Lunedì di Pasqua. Festa del perdono a S. Biagio con S. Messe e confessione dalle ore 8 alle 12. Nel pomeriggio ore 16,30 S. Messa a Fonaco.Domenica 15 aprile nella chiesa di S. Simeone a Monterchi alle ore 17,30 processione in onore di S. Vincenzo Ferreri con la partecipazione della Compagnia del SS.mo Sacramento e la solenne benedizione del paese e delle campagne.Lunedì 30 aprile. Alle ore 16 celebrazione della S. Messa nella cappella di Mariotto con tradizionale benedizione dei gigli.

MAGGIO 2012

Inizio del mese mariano. Il Santo Rosario verrà celebrato nella chiesa di S. Simeone a Monterchi alle ore 17,30 seguito dalla S. Messa ed alle ore 21 (eccetto il sabato e la domenica)Nel Santuario della Madonna Bella alle ore 21 (eccetto il sabato e la domenica quando il Rosario verrà recitato prima delle S. Messe festive).In tutte le altre chiese verrà celebrato nell’orario più opportuno secondo le esigenze di coloro che vi parteciperanno.Tutti siamo invitati a partecipare, ma soprattutto i ragazzi del catechismo, della prima Comunione e della S. Cresima.Prima domenica di maggio. Ore 12 S. Messa nella chiesa di Ripoli in onore della Divina Pastora.

Domenica 13 maggio. Visita di Sua Santità Benedetto XVI ad Arezzo, La Verna e Sansepolcro. Parteciperà anche una rappresentanza della popolazione di Monterchi. Tutte le Messe domenicali soppresse.Martedì 22 maggio. Festa di S. Rita, S. Messe a Monterchi alle ore 11,15 e 18 con benedizione delle rose.Domenica 27 maggio. Nel pomeriggio, alle ore 17, presso la chiesa di S. Lorenzo a Ricciano, processione mariana con S. Messa a conclusione del mese mariano. Con la partecipazione della Compagnia del SS.mo Sacramento. Seguirà la tradizionale merenda.

ALTRI APPUNTAMENTI

Si conclude nel mese di aprile l’VIII Rassegna di Teatro Popolare “Paesi a Teatro”, con le ultime due rappresentazioni del ciclo al Teatro Comunale di Monterchi: sabato 14 aprile, ore 21, la compagnia estemporanea “LAB(ORATORIO) Teatrale” di Città di Castello presenta “Fin che c’è vita…”, testo e regia della compagnia, mentre venerdì 20 aprile, ore 21, andrà in scena “La cena dei bugiardi amanti”, della “Compagnia d’Ercole” di Monterchi, testo della compagnia e regia di Leonardo Caprini.

Domenica 15 aprile si terranno le elezioni per il rinnovo delle cariche della Pro Loco di Monterchi

Giovedì 7 giugno, ore 21, solenne processione del Corpus Domini per le vie del paese di Monterchi, a cui sono invitati tutti i fedeli, i comunicandi e cresimandi, le Compagnie, la Confraternita della Misericordia, le varie associazioni paesane e le autorità civili e militari.Domenica 10 giugno, ore 11, S. Messa solenne della Prima Comunione dei fanciulli della quarta elementare.Domenica 24 giugno a Tarsignano, alle ore 18,30, S. Messa nel giorno della Natività di S. Giovanni Battista.

Ho adottato un cassonettoLa neve

Sono tornato dal mio cassonetto, dopo la neve.Subito m’ha rimproverato che non mi sono fatto vedere e

che il camion è passato solo diversi giorni ne addirittura un giorno non ha potuto scaricarlo perché c’era il ghiaccio.

Gli ho promesso allora che una cosa simile non sarebbe più successa. Che gli dovevo dire? Che la colpa era della Protezione Civile?

Poi abbiamo parlato un po’ e allora m’ha raccontato che certi suoi colleghi del ponte della Sovara, poco dopo la Fossa, quando si va per Casale e Montemercole, si sono lamentati degli abitanti di quelle zone.

Infatti intorno ai cassonetti vengono abbandonate le cose più starne: mobili, bombole del gas, materassi e chi più ne cha più ne metta.

Ma che gli ci vorrebbe a portare il tutto al centro di raccolta del Chiuso?

27

Dalle nostre parrocchie

da Miccianoa cura di Cristina e Giuseppe

da Santo Stefanoa cura di GM

Sant’Antonio a MiccianoDomenica 22 gennaio festeggiato a dovere Sant’Antonio

(la festa cade il 17).Alla S. Messa delle ore 8 benedizione dei mangimi per gli

animali mentre dopo la Messa delle 11, nel piazzale antistante l’antica Pieve, numerosa rappresentanza di animali. Cavalli (anche un pony), molti cani e qualche gatto, capre, addirittura una mucca.

Tutto secondo copione quindi per festeggiare i nostri animali e i loro padroni.

Ma la festa è continuata con il pranzo, nelle nuove sale, e con la tombola e la lotteria alla sera.

Se andiamo un po’ indietro ricordiamo che una volta erano i capoccia di due famiglie nominate una ogni anno che provvedevano, assieme al parroco, a tutto ciò che era necessario per la festa. Al pranzo di una volta partecipavano solo i capoccia (uno o due per famiglia). Ma forse è meglio oggi che è aperto a tutti.

Appuntamento al prossimo anno per la festa e, al prossimo numero, per altre notizie da Micciano.

Segnalazione

Volentieri segnaliamo che da qualche tempo un discreto gruppo di giovani partecipa al primo venerdì del mese a Micciano.

Anche nella Chiesa di Tubbiano verrà realizzato il “Sepolcro” nella Settimana Santa e a turno saranno presenti delle persone per l’adorazione. I parrocchiani sono invitati ad essere presenti alle celebrazioni i cui saranno comunicati per tempo.

Addio Dante

Di recente è scomparso, precocemente, Dante Comanducci, meccanico della Stazione. Così la nostra comunità è stata colpita da lutto, dispiacere ed un grande sconforto.Dante, meccanico, tipo bonario e sorridente, persona disponibile e amico di tutti, ha lottato con determinazione contro la malattia che lo aveva colpito ma che non gli ha dato scampo.Si vuole ricordare com’era nel suo eccezionale carattere accattivante e piacevole. Lascia un vuoto incolmabile in quanti lo conoscevano e in particolare nella nostra comunità di Santo Stefano.A nome di tutti, in un momento di profondo dolore, porgiamo ancora le più sentite condoglianze e siamo vicini alla moglie Catia e alla famiglia Comanducci.

Damigelle

Ricordiamo ai nostri lettori che il Lunedì di Pasqua, che quest’anno cade il 9 di aprile, dopo la S. Messa delle ore 11, ci rechiamo come di consueto alla Maestà della Vittoria, volgarmente detta anche “delle Forche”, per la benedizione delle campagne e l’estrazione del premio alle damigelle della battaglia che qui si è svolta nell’anno 1440.

Ricordiamo che le damigelle sorteggiate resteranno in carica per un anno e avranno diritto a molti privilegi: uno fra i tanti di potersi recare quando lo vogliono proprio qui dove avvenne la Battaglia.

Il luogo sarà raggiunto camminando a piedi e vi invitiamo quindi ad unirvi a noi.

Ecco come uno studente ha saggiamente raffigurato la Maestà della Battaglia. È qui che ci recheremo per il Lunedì di Pasqua!

Appuntamento a Santo Stefano.

da Tubbiano a cura della Rita e della RinaSettimana Santa

PellegriniCome abbiamo riferito anche negli anni passati, durante l’esate dalla nostra parrocchia passano alcuni gruppi scout o semplici pellegrini che venendo dalla Verna sono diretti ad Assisi.Qui trovate alcuni stralci delle loro annotazioni nell’apposito libro conservato in Propositura.

26-VIII-2011 – Siamo un gruppo di pellegrini/atipici. Partiti stamattina da Arezzo abbiamo incontrato qualche difficoltà e anche qualche imprevisto, ma alla fine siamo riusciti ad arrivare ad Anghiari. La vostra ospitalità ci ha rinfrancato il cuore facendoci dimenticare le insidie del viaggio.Il nostro immenso grazie (seguono cinque firme: Federico, Lorenzo,...)

***29/8/2011 – Siamo la squadriglia Squali del Piombino2, siamo venute ad Anghiari da Manzi dove abbiamo il campo estivo.Grazie mille per l’ospitalità che ci avete mostrato, siamo state molto bene.Sq. Squali, Piombino2 (seguono le firme: Marina, Sofia, ..., Matilde, Erika, Silvia)

28

Si è svolto sabato 3 marzo 2012 nella chiesa di san FrancescoMiniritiro a Montauto

Primavera al Cenacolo di Montauto

La primavera astronomica non è ancora iniziata ed anche quella meteorologica tarda ad arrivare ma oggi, nella chiesa di San Francesco a Montauto, gli alberi erano in fiore.Ventidue bellissimi fiori, azzurri e rosa, sono sbocciati da un ramo non più secco: i propositi che i nostri figli hanno fatto a Dio nella loro prima Confessione.Il giorno del Battesimo siamo stati noi genitori a scegliere per loro, a segnarli con la croce, a pregare, a tenerli in braccio davanti al fonte battesimale.Oggi li abbiamo solo accompagnati all’altare, per poi continuare a seguirli con lo sguardo e il cuore colmo di gioia ed emozione, mentre parlavano con Gesù riflettendo sulle loro azioni, ringraziando per i doni ricevuti e riconciliandosi con Lui nel sacramento della Penitenza.Con le loro mani hanno messo al collo una croce di legno, simbolo di redenzione, dell’accettazione di quel sigillo interiore ricevuto dallo Spirito Santo nel giorno del Battesimo.Li abbiamo guardati mentre, pazientemente e amorevolmente guidati dai sacerdoti e dalle catechiste, andavano incontro a Gesù, incamminandosi nella strada dell’Amore, del Perdono, della Speranza, della Luce, ritrovando l’unione e l’armonia con Dio.Una bella occasione per pregare e riflettere insieme, bambini e genitori, condividendo infine anche una squisita merenda, perfetta conclusione di una Festa speciale, la “Prima Vera” dei nostri figli al Cenacolo di Montauto.

Francesca Parati

La prima confessione

Il 3 marzo i bambini della classe terza elementare hanno ricevuto per la prima volta il sacramento della Riconciliazione.

In questo cammino i bambini sono stati aiutati a riflettere sull’importanza di questo sacramento e a viverlo nella maniera più semplice ma significativa.

Noi catechiste abbiamo capito che questi bambini sono dei capolavori di Dio, ci stupiscono con la loro ricchezza interiore.

La giornata è iniziata alle 10 con l’Angelus e poi via verso il Cenacolo di Montauto per un miniritiro dove abbiamo fatto un incontro con Suor Pinella e Patrizia (che ringraziamo tanto).

Finito l’incontro abbiamo preparato la chiesa, pranzato, camminato, giocato e cantato (e anche qui ci soffermiamo per ringraziare per i canti e la musica Chiara, Lucia, Andrea e Mattia).

Alle 15,30 celebrazione con don Marco e don Bartolomeo. I bambini emozionati, alcuni preoccupati ma sono pronti per ricevere questo nuovo dono. Fine della celebrazione e poi festa tutti insieme nel chiostro.

Un ultimo ringraziamento lo dobbiamo a suor Luisa per i suoi incontri “genitori-figli”, semplici ma concreti e al nostro amico don Bartolomeo che è sempre stato presente.

Le catechiste Gegia e Cristina

In alto a sinistra il gruppo dei bambini al Cenacolo con le catechiste e don Bartolomeo e, a destra, in Propositura con don Marco.

foto

stud

io F

10

Processione del Venerdì SantoAvviso

La Caritas e la Misericordia avvisano i nostri anziani che saranno disponibili dei volontari per accompagnarli durante il percorso della processione del Venerdì Santo. Si può contattare la Misericordia allo 0575-789577.

29

Un progetto rivolto al mondo giovanile

Innovazione e tradizione per i giovani socia cura della Banca di Anghiari e Stia

Al via la costituzione del Comitato Giovani Soci della Banca di Anghiari e Stia. Dopo l’incontro preliminare che si è tenuto lo

scorso 24 febbraio con la partecipazione di oltre 100 persone e la rappresentanza di tutte le categorie sociali –dagli agricoltori agli artigiani, dai professionisti agli imprenditori, dai dipendenti agli studenti– la Banca ha ricevuto molte adesioni da parte dei soci al di sotto dei 40 anni, chiamati a far parte del nuovo soggetto. Entusiasmo e condivisione, dunque, a tenere a battesimo il progetto che segnerà un ulteriore e importante passo in avanti da parte della Banca verso il mondo dei giovani. Un passo in avanti che vuole andare oltre le numerose e vantaggiose iniziative che da sempre l’Istituto riserva ai soci under 40, e che vede il loro coinvolgimento diretto in fase propositiva e decisionale per quanto riguarda le scelte rivolte ai loro ambiti di interesse.

Sviluppo del territorio e valorizzazione delle risorse locali a tutti i livelli: questi i valori che la Banca di Anghiari e Stia da sempre trasmette ai soci di tutte le età. Valori che, più che mai, devono essere condivisi con i più giovani, perché li mettano in pratica con coerenza e continuità. La continuità necessita però anche di innovazione e adeguamento alle nuove esigenze, specialmente in un periodo così critico per l’economia mondiale, di cui spesso sono proprio i più giovani a risentire maggiormente. Disoccupazione, precarietà, incertezza nel futuro sono problematiche che riguardano anche il nostro territorio. Anche per questo la Banca, oggi più che mai, sente il dovere e il bisogno di rivolgersi a quelli che, di fatto, ne sono i soggetti più interessati, ritenendo che il periodo di crisi possa trasformarsi in un momento di riflessione e compartecipazione volto alla soluzione delle singole difficoltà e alla stesura di un piano di azione per affrontarle e superarle. Come sempre, attraverso l’ascolto e il coinvolgimento dei suoi soci.

Il grande interesse riscontrato da parte dei soci provenienti da tutta l’area di competenza – dal Casentino fino a Città di Castello – è la conferma al fatto che il progetto rappresenti una risposta efficace alle esigenze delle nuove generazioni che, per formazione sociale e culturale, tendono sempre di più all’interazione e meno alla passività.

Cosa si aspetta la Banca di Anghiari e Stia dal Comitato Giovani Soci? In linea con le politiche che da sempre la contraddistinguono, la Banca punta a rafforzare il legame dei giovani con il proprio territorio, sempre all’insegna della cooperazione e della mutualità. Il Comitato Giovani Soci sarà un tavolo di lavoro, una sorta di osservatorio permanente sul contesto giovanile, una fucina di idee dalle quali partire per offrire soluzioni sempre più personalizzate e aderenti alle problematiche locali. Il Comitato si riunirà periodicamente per confrontarsi, avanzare proposte, fare il punto della situazione. Perché soltanto ascoltando le esperienze

di chi ogni giorno lavora e vive la realtà locale nei suoi singoli e differenziati aspetti è possibile capire davvero il territorio ed entrare in contatto con una realtà complessa come è oggi quella dell’universo giovanile. Per mettere insieme le energie più giovani e innovative. Per essere ancora di più e ancora una volta una banca realmente vicina ai proprio soci. In una parola: per migliorare.

Si tratta di un’esperienza nuova per il nostro territorio, che andrà a portare il valore aggiunto degli under 40 alla progettualità delle iniziative di ogni genere promosse dalla Banca.

Tra le iniziative rivolte ai più giovani ricordiamo le tradizionali borse di studio che anche quest’anno saranno conferite nel corso dell’Assemblea dei Soci, che si terrà a maggio. Le borse di studio sono riservate agli studenti soci o figli di soci che nell’anno scolastico 2010/2011 abbiano ottenuto il massimo dei voti nel rispetto della durata legale del corso di studi. A chi ha conseguito la licenza media con queste caratteristiche andranno 130 euro, a ciascun diplomato 260 euro e a ciascun laureato 500 euro.

Per ottenere la borsa di studio il socio dovrà inviare copia del certificato che comprovi la sussistenza dei requisiti richiesti (nel caso di diploma di laurea, lo studente dovrà produrre la documentazione attestante il conseguimento del titolo nel rispetto della durata legale del corso di studi e dovrà dichiarare di non aver già ottenuto in precedenza dal nostro istituto analoga borsa di studio per il conseguimento di un altro titolo universitario, di primo o secondo livello), unitamente ai dati anagrafici dello studente e dell’eventuale socio genitore, alla Segreteria Generale della Banca di Anghiari e Stia, Via Mazzini, 17 - 52031 Anghiari (AR), oppure rivolgersi, con la documentazione richiesta, alla propria Succursale di riferimento, entro e non oltre il giorno 20 aprile 2012.

Nella foto i giovani Soci della Banca di Anghiari e Stia in occasione dell’incontro a Citerna.

30

Da Tavernelle Rubrica a cura di Alessandro Bivignani

Vescovi toscani a Montauto

Anche il gruppo dei Vescovi di ogni regione ha il nome di conferenza episcopale. Quella toscana, la CET (Conferenza Episcopale Toscana), suole ritrovarsi sempre a Firenze. Ma per una volta il nostro Vescovo Riccardo ha invitato i suoi confratelli Vescovi a tenere la riunione nella nostra Diocesi. E il luogo indicato, e segnalato come uno dei più belli del nostro territorio, è stato il Cenacolo di Montauto.

Il 28 novembre 2011 i Vescovi della Toscana hanno così svolto la loro riunione a Montauto e hanno potuto ammirare l’antico leccio di san Francesco e il convento francescano. Insomma è un piccolo onore che noi tavernellini possiamo vantare, di aver ospitato tutti questi Vescovi nella nostra parrocchia!

Ultimo di Carnevale

Il calendario 2012 dell’Oratorio prevede per il menù dell’ultimo di Carnevale, cioè il martedì grasso, il tipico piatto di “maccaroni spenti d’ova”. Il problema è che quest’anno le donne di Tavernelle, non avendo ospiti particolari per cui cucinare, si stavano un po’ disperando. Ecco allora che sono venuti in loro soccorso i seminaristi di Arezzo che hanno fatto festa alla montagna di tagliatelle… scusate... maccheroni, che le brave donne avevano preparato.

Non è potuta mancare la fett’unta, benché tipica del giorno del ciccicocco, e poi una abbondante dose di secondi con agnello, nana e cinghiale. Essendo Carnevale la serata è stata suggellata con un paniere di buonissime castagnole. Così i nostri seminaristi si sono ben preparati all’austero periodo quaresimale e mandano i loro ringraziamenti alle donne di Tavernelle.

Elezioni nella Compagnia

In data venerdì 24 febbraio i Confratelli della Compagnia di Galbino si sono riuniti per approvare il resoconto dell’ anno 2011.

Anche dell’anno appena trascorso possiamo essere soddi-sfatti, perché gli impegni che ci eravamo prefissati li abbia-mo tutti portati a termine.

Siamo arrivati a 112 iscritti e per una piccola realtà come la nostra non è poco.

Oltre agli impegni all’interno della parrocchia, con le no-stre piccole risorse, siamo riusciti a rinnovare le due adozioni a distanza che avevamo attivato attraverso Padre Remo.

Un’altro punto all’ordine del giorno è stato il rinnovo del-le cariche, e all’unanimità abbiamo eletto il nuovo esecutivo e per un naturale avvicendamento abbiamo così deciso:

Camerlengo: Massimo Fragai Economo: Alfredo GiovagniniSegretario: il sottoscritto G.D. Baggi

Colgo l’occasione per ringraziare tutti i Confratelli che

nel periodo del mio mandato hanno collaborato con impe-gno.

Un grazie anche a tutti gli iscritti perché senza il loro pur modesto contributo avremmo fatto ben poco.

Auguro al nostro nuovo Camerlengo Massimo Fragai buon lavoro.

Giandomenico Baggiex Camerlengo ed ora Segretario

Le sette opere corporaline parliamo con la Carla di Tavernelle

Alle 10 della domenica a Tavernelle si riuniscono i bambini per il catechismo. Poi alle 10,45 la prova di canto con la Catia e la S. Messa alle ore 11.Quest’anno le catechiste di Tavernelle parlano ai ragazzi delle “Sette opere corporali” che sono queste:

1. Dar da mangiare agli affamati. 2. Dar da bere agli assetati. 3. Vestire gli ignudi. 4. Alloggiare i pellegrini. 5. Visitare gli infermi. 6. Visitare i carcerati. 7. Seppellire i morti.

Questa settimana è stata presentata ai bambini la quarta opera di misericordia che abbiamo modificato in “Alloggiare i forestieri”.

Durante tutto il periodo della quaresima ogni bambino rinuncia a qualcosa (e lo segna visivamente con dei piedini) da destinare alle opere di misericordia.

Il percorso si conclude con la Settimana Santa davanti al Sepolcro per Gesù sepolto e alla sua Resurrezione nel giorno di Pasqua.

Nelle foto in alto i “piedini” con le rinunce durante il periodo della quaresima. Qui sopra il “sepolcro” realizzato davanti all’altare maggiore.

31

Burraco

Anche Walfridoamico paesanogrande lavoratorenel tempo lontano

Colpito dal malequello più orrendoe contro il malenon à trovato sostegno

Lavorò durocome autistae con gli amiciera sempre in pista

Prestava la manoal Centro Anzianilo vedevi contentoin mezzo ai paesani

Grande amiconedell’amico Vaderofino da ragazziamici sul serio

Lui vivevaalla Capannaa questa notiziadi nuovo domanda

Quando ò appresola triste notiziami domandavase era veritizia

Si aveva progettatodi venire a trovarloora la morteci à dato l’abbaglio

Di rivederloancora in vitapassare da luiqualche ora infinita

Ma con la mortenessuno fa il pattoe ce ne accorgiamoquando è successo il fatto

Un caro amicosempre tra noicon i tanti ricordidi loro e di noi

Alla famigliaed al caro fratellolo avremmo salutatoin un momento più bello

Alla cara figliache ad Arezzo incontrammoe fu proprio leiparlare del malanno

Ma della vitanessuno è conoscitorequi un po’ si vivee poi si muore:

All'amico Walfridodi Armando Zanchi

Domenica 26 febbraio si è svolto presso il Centro Parrocchiale di Tavernelle il Torneo di Burraco a coppie. Il gioco può sembrare poco consono all’ambiente ma lo scopo era quello di raccogliere dei fondi per la Caritas e le Opere Parrocchiali. I premi (13) sono stati tutti gentilmente offerti. Dopo una breve introduzione di Massimo Redenti che ha spiegato le finalità della Caritas ha avuto inizio il torneo. Le coppie iscritte erano 26 per un totale di 52 concorrenti. La serata si è conclusa con una cena iniziata con un primo caldo preparato dalla Carla con l’aiuto della Nerella, seguito da tanti antipasti e dolci gentilmente portati dalle varie signore presenti; molto gradite sono state le castagnole della Vilma. Un grazie particolare va al Ristorante “Nena” per il primo premio (una cena per due persone), alla “Scucco’s pizzeria”, per il secondo premio (pizza e bibita per due persone), all’azienda Del Gaia per aver offerto il vino. Infine un grazie particolare agli organizzatori per l’impegno richiesto, prima e dopo la gara. La somma raccolta è stata di €. 1.002, cui hanno contribuito anche amici che non hanno partecipato al gioco e alla cena; la somma è stata consegnata a Don Marco per le finalità sopra espresse.

Il giorno 15 feb-braio 1962 presso il santuario del Car-mine (parrocchia della sposa), il par-roco don Giuliano Giglioni celebrò il matrimonio di Leo-nardo Del Furia e Giacomina Mon-dani.

La Giacomina stava al Carmine e quindi non dovrebbe essere arrivata in ritardo. Leonardo invece abitava al Vignolo, sopra Palazzolo.

Dopo la cerimonia in chiesa ci fu un primo rinfresco nel piazzale del chiostro organizzato a dovere dalla zia della sposa a base di zuccarini, affettato e dolci. La Giacomina si ricorda bene che "ancora lungo la strada c’era la neve perché aveva nevicato come quest’anno. Il pranzo invece fu preparato da Giubbone, aveva la locanda poco prima delle Due porte, insieme all’Anna e alla Dolinda. Anche qui grande festa a base di crostini bianchi e neri e antipasto, tortellini in brodo, tagliatelle, meglio conosciute come maccaroni, ravioli e arosto. Mi sembra che ci fu anche il pollo in galantina. Fra i dolci la torta era veramente bella, a tre piani. Fu insomma una bella festa.

Per il viaggio di nozze, in treno, la destinazione fu Roma, presso una cugina. Da un’altra cugina a Perugia ci fu poi una seconda sosta.

Oggi in occasione delle loro nozze d'oro, tutta la famiglia fa a Leonardo e Giacomina tanti, tanti auguri per ancora molti anni insieme. Doppi auguri a Leonardo (Nardo per gli amici) per i suoi ottant'anni compiuti il 16 febbraio scorso.

Auguri a Leonardo e Giacomina

Giovedì 3 maggio 2012Feste del SS. Crocifisso

Festa ad Anghiari

Alle ore 17, in Propositura, S. Messa solenne durante la quale il neo-cardinale Francesco Coccopalmerio amministrerà il Sacramento della Cresima ai nostri giovani. Seguirà la processione per le vie del paese.

32

Siamo giunti alla 44a edizione del Carnevale della Gioventù di Anghiari, con un rinvio causa maltempo a domenica 26 febbraio, ma che nulla ha tolto alla vivacità dell’iniziativa.Ne parliamo con il presidente Tiziana Buzzichini.

Ormai da qualche anno non abbiamo più il capannone e quindi ci dobbiamo arrangiare con i rioni e i vari capannoni messi a disposizione dalla gente che ci ospita e ai quali va un grande ringraziamento. Questo ci permette di andare avanti con la nostra attività. I rioni sono aumentati perché ogni anno aumentano i gruppi. Si è visto dalla lunghezza della sfilata anche se non si fanno più i carri che si faceva una volta che ci si lavorava i mesi, carta pesta e via dicendo. Non abbiamo il tempo e soprattutto non abbiamo il posto dove mettere queste realizzazioni.

Ma veniamo ai gruppi elencati un po’ in ordine sparso. Tavernelle (il gruppo dei Cagnacci per intendersi) con il suo gruppo ormai storico (Cappuccetto rosso). A Tavernelle era nato anche un altro gruppo di giovani che ora un po’ si sono smembrati e dall’anno scorso si sono messi insieme al gruppo giovani della Mòtina. Sicché si sono uniti e hanno chiamato il gruppo Motinelle (Walt Disney). È gruppo molto forte, i ragazzi hanno voglia di fare. Quest’anno hanno lavorato con tanto freddo al capannone del Pericchi e riescono a tirare dentro tanti ragazzi in più. S’è visto dalla presenza di tante persone nuove nel gruppo.

Il gruppo della Stazione (Carnevale sull’aia) che c’è sempre stato, è ormai un rione storico fin dai tempi del poro Ludovico e il Polcri. Da Augusto Polcri hanno fatto il carro il gruppo della Stazione. Anche qui non sono carri molto elaborati ma sono comunque carini perché sono diventati i carri delle famiglie. Così troviamo il babbo, la mamma, i bambini, i nonni, tutti a dare una mano per collaborare insieme.

Quest’anno è nato un altro gruppo alla Mòtina. Anzi tra la Motina e San Leo e hanno fatto un gruppo che l’hanno realizzato da Marco Salvi (Hawaiian Party) alla via per Catorcio, ai Sodi. Questo è un gruppo con tanto entusiasmo. Anche qui famiglie intere.

Poi abbiamo avuto il Ponte alla Piera (Grease). Al Ponte non hanno spazio per realizzarlo e così gli ultimi tre o quattro giorni devono lavorare fuori, all’aperto. Lì magari i bambini ce ne hanno meno ma i grandi sono quasi come i bambini.

Poi c’è il Gruppo Arcobaleno di Simone Rossi (Il bagno) e su questo c’è da dire che è lodevole quello che sta facendo Simone perché riesce a mettere insieme diversi ragazzi che porta in giro da tutte le parti e si divertono, non ti so dire quanto. Lui li apprezza e li valorizza. Loro il carro non lo fanno ma hanno sempre questi mascheroni e si vestono sempre con costumi nuovi.

Poi c’era le Bucacce che è uno dei primi gruppi (La prova del cuoco). Il Carnevale è nato con il Carro del Sambudellaio, con la Stazione, il Campo della Fiera e le Bucacce. Quest’anno le Bucacce erano un pochino più musci, si sono ridotti all’ultima settimana ma è giustificato per alcuni problemi di salute e, conseguentemente, mancava lo spirito e la voglia di fare.

Poi c’è il Gruppo del Campo alla Fiera (Scooby Doo)

che si sono presentati con l’ape ma sempre simpatici e divertenti. Un bravo anche a loro.

E per quanto riguar-da il carro del Sambu-dellaio?

Diciamo che quello rimane di competenza della Società e come ho già detto il non avere il capannone ci crea delle difficoltà, comunque sempre superate, e ci disloca qua e là.

Poi c’è il gruppo della Elena Bartolini dei Mori che, siccome non hanno dove andare, lo abbiamo ospitato qui alle Bucacce e potremmo dire il carro del Ponte dei Sospiri e la via di Viaio (Tirolanghiaresi). Qui a Torchiale quindi è stato realizzato il carro del Sambudellaio, quello delle Bucacce e quello del Ponte dei Sospiri.

Con soddisfazione comunque ho visto che le frazioni sono rientrate tutte, anche se si sono unite e accorpate.

Ma veniamo ai gruppi folcloristici.

Doveva venire il Gruppo di San Giustino Valdarno ma, dopo il rinvio, abbiamo dovuto cambiare qualcosa e siamo ricorsi al gruppo di Lama che era libero e sono venuti loro. Purtroppo di nuovo il tempo ha voluto fare quelle due o tre gocce che nel bello della festa hanno in parte sciupato il pomeriggio. Comunque non è andata male, nonostante nel consiglio ci fosse un po’ meno spirito per la morte di un consigliere. E quando la sera si rimette tutto dentro e non è successo niente, va già bene.

Il (trenino) quello rimesso a posto alla Stazione viaggia sempre, uno lo avevano fatto al Campo della Fiera.

Come presidente, come è stata la gestione di questa edizione.

C’è stato fare. C’è da contattare sempre tanta gente, c’è da stare sempre in allerta perché se abbassi un po’ la guardia è finita. Naturalmente trascinare la gente non è facile ma io, assieme a tutto il Consiglio, cerchiamo di fare del nostro meglio. Bisogna essere sempre presenti e disponibili. Arrivano i ragazzi più giovani con i loro gruppi.

Ora manca una cosa, ora ne manca un’altra.

Intervista di Mario Del Pia al Presidente Tiziana Buzzichini - Foto Paolo Gattari

Carnevale 2012

Foto di Paolo Gattari: In alto a sinistra il Capostazione Fabio che affianca il Macchinista Gino nella conduzione del treno delle Bucacce.A destra e dall’alto in basso: 1) Una inedita veduta di Garibaldi- 2) Il presidente Tiziana Buzzichini in mezzo a due figuranti- 3) Il Sambudellaio, figura emblematica del Carnevale di Anghiari, interpretata quest’anno da Fischio.

33

È un continuo venire qui a Torchiale dove c’è il punto di riferimento. Qui naturalmente, dopo tanti anni, abbiamo armadi pieni di costumi e si cerca di aiutarsi l’uno con l’altro. Qualche anno indietro invece, quando s’era tornati ai rioni, c’era la competizione e si stava chiusi per non svelare il soggetto del proprio carro. Ora la competizione non c’è più e c’è collaborazione fra tutti: è una bella cooperazione. Noi la sera qui si fa la pastasciutta o si fa qualcosa dopo cena, e magari arrivano gli altri gruppi e stiamo insieme un po’. D’altra parte per crescere bisogna fare così. Se qualcuno ha qualcosa che non gli serve lo mette a disposizione degli altri.

Certo, perlomeno per un mese, come Presidente devo essere a disposizione, perché ora c’è un problema, ora ce n’è un altro e a tutti bisogna dare soddisfazione. Poi naturalmente c’è anche tanta burocrazia, anche se necessaria, che ci dà un bell’impegno. Per esempio abbiamo fatto il corso per quelli del Brustichino e delle ciacce fritte che noi allestiamo sempre al Palterre e che vede impegnato un bel gruppo di persone. Ognuno ha il suo impegno ben preciso e se lo porta avanti. Il nostro Carnevale non può essere certo paragonato a quello di Cento o di Viareggio ma dietro ci sono oltre cento persone e penso si veda quando è il giorno della sfilata. Chi fa la vigilanza ai carri o al trenino, chi ai coriandoli, chi è addetto al brustichino, ognuno ha la sua mansione e sono tutta una serie di piccole cose ma necessarie. E se si riesce a coordinare bene s’arriva in fondo bene, altrimenti si vede.

Vorrei mettere in evidenza il fatto che la nostra Società è aperta a tutti. Chiunque voglia venire è ben accetto. Tutti possono partecipare sia come gruppi sia nelle altre mansioni.

La nostra Società è aperta a 360 gradi. Se vediamo una persona in difficoltà, sia io che gli altri consiglieri, andiamo a chiamarla anche a casa cercando di coinvolgerla per dare qualche momento piacevole da passare insieme. Questo lavoro lo sta facendo Simone in modo encomiabile e lo stiamo facendo anche come Società. Con noi collabora anche il Gruppo Altomare ed hanno a disposizione un apposito carrello. È un gruppo allegro e festoso che vivacizza la sfilata. Senza farla tanta lunga il nostro sforzo è quello di coinvolgere in questo giornata di festa, che è il Carnevale di Anghiari, proprio tutti senza lasciare nessuno in disparte.

Chi vuole partecipare si può rivolgere direttamente a me ma anche agli altri gruppi dove verrà accolto volentieri.

Ho visto che c’è un nuovo Sambudellaio...

Sì quest’anno abbiamo sostituito Giovanni, che era in ospedale, con Fischio di Viaio, il Lazzeroni, che devo dire è stato all’altezza del compito, ma dal prossimo anno tornerà il Popo, erede di questa figura caratteristica interpretata a suo tempo dal “poro Fagiolo”.

E lo spettacolo per le scuole?

Quest’anno, causa maltempo, non abbiamo potuto fare la sfilatina fra le due piazze e l’esibizione del Gruppo di animatori, appositamente impegnato, è avvenuta direttamente nelle sedi scolastiche sia della Scuola dell’Infanzia che della Scuola Primaria di Anghiari.

Spero che siano rimasti tutti contenti e possiamo solo dire arrivederci al prossimo anno.

Quest’anno il Carnevale è stato rinviato alla domenica successiva (26 Feb.), perché il tempo era piovoso, ma anche quel giorno il tempo non era bello e per fortuna ha iniziato a piovere solo alla fine! Tanti Anghiaresi erano in piazza, dai grandi ai piccini; i bambini erano tutti colorati e travestiti nei loro personaggi preferiti del mondo della fantasia, erano allegri, si divertivano a tirare coriandoli e stelle filanti agli amici; i grandi, invece preferivano guardare i carri e i loro bambini! Ho visto che tutti si sentivano coinvolti dalla musica e dalla gioventù e mi è piaciuto molto!!Ho notato che c’erano dei ragazzi (non di Anghiari), che erano emozionatissimi: si erano comprati degli arrangiamenti (stelle filanti, coriandoli e cappelli) nelle bancarelline qua e là per le vie d’Anghiari per divertirsi insieme a tutti noi!!!Erano venute anche due mie amiche del Borgo, perché adorano il nostro carnevale!! All’incirca c’erano 5-6 carri, tutti molto creativi e realizzati con cura! Me ne ricordo solo alcuni: quello con i personaggi della Disney (la Sirenetta, Minnie, Alice nel paese delle meraviglie, Biancaneve, ecc…), quello con gli oggetti da bagno (creme, water, lavandino, spazzolino, dentifricio, ecc...) e l’ultimo che mi ricordo è quello con i personaggi della prova del cuoco! Insomma un

carnevale all’insegna del divertimento, della gioventù, della fantasia e della FELICITÀ.Gloria

Un Carnevale speciale

Giovedì 3 maggio 2012Feste del SS.mo CrocifissoFesta della Misericordia

Alla sera, tombola in piazza Baldaccio e, a seguire, fuochi d’artificio sotto le antiche mura di Anghiari.

V i a s p e t t i a m o !

...sono di Paolo Gattari. E si vede!!

Le foto dalla piazza...

Bimbi con qualche genitore

34

Venerdì 27 gennaio 2012 è stato il Giorno della Memoria, in questa occasione si è tenuto il Consiglio Comunale in Sala Audiovisivi ad Anghiari e durante la mattinata sono state invitate le Terze Classi dell’Istituto Statale Comprensivo di primo grado e della Scuola Media annessa all’Istituto d’Arte di Anghiari.

La seduta si è aperta alle ore 10.30 con l’intervento del sindaco La Ferla e dell’assessore Ricceri in merito all’importanza, soprattutto per le nuove generazioni, del ricordo dell’olocausto.

Il Comune di Anghiari ha voluto, infatti, ricordare tale evento drammatico partendo dal libro, intitolato La via del Trebbio, di Andrea Bertocci ed Alvaro Lucernesi. Gli autori hanno raccolto vicende inedite della Seconda guerra mondiale in Valtiberina; la ricorrenza del Giorno della memoria ha permesso di porre l’attenzione sulla famiglia Neppi Modona.

Tale famiglia, essendo di religione ebraica, il 13 marzo del 1944 abbandonò Firenze per giungere ad Anghiari muniti di documenti che attestavano una diversa identità per ognuno dei membri della famiglia (composta da Alfonso, la moglie Riccarda e dai figli Luisa e Leonida).

Fu l’allora Proposto di Anghiari, don Nilo Conti, a incoraggiare i parrocchiani ad accogliere tale famiglia la quale, infatti, trovò aiuto grazie a Rosa Giabbanelli e alle famiglie Brandinelli e Guadagni.

La storia della famiglia Neppi Modona, dal loro arrivo ad Anghiari fino al loro ritorno a Firenze il 13 ottobre dello stesso anno, è stata letta da alcuni Alunni delle due Scuole partecipanti.

Altri Alunni hanno invece letto la poesia di Joyce Lussu dal titolo C’è un paio di scarpette rosse.

Infine, la presenza di Andrea Bertocci è stata l’occasione anche per la presentazione del suo ultimo libro dal titolo L’ultima cioccolata; l’autore ha raccolto le storie di civili assassinati nell’estate del 1944 e, grazie a delle slides fotografiche, ha potuto illustrare ai partecipanti alcuni passaggi fondamentali della sua ricerca storica.

Chiara Alberti e Niccolò Cantini (Alunni della Terza Classe dell’Istituto Comprensivo di primo grado di Anghiari).

È con profonda emozione che mi accingo a tracciare un ricordo di Gustavo Soldini. Non mi sembra vero che non sia più tra noi, perché per moltissimi della mia

generazione è stato colui che ci ha dato un futuro.Gustavo Soldini viene da una famiglia di calzolai, infatti

suo padre e suo nonno erano calzolai. Quando fu reclutato sotto le armi nel 1939, anche lui era calzolaio. Durante il periodo militare ebbe la fortuna di fare l’attendente e così, nel molto tempo libero che aveva a disposizione, poté iscriversi alla scuola di avviamento commerciale di Pavia e poté frequentare i calzolai più noti della città per vedere come lavoravano. Fu, per lui, una specie di specializzazione che gli consentì, una volta tornato a casa, di ammodernare ed ampliare la produzione.

Nel marzo del 1946, assieme ai fratelli Giuseppe ed Ermenegildo, costituisce a Ponte a Caliano la società di calzature denominata “Fratelli Soldini” e nel 1958 inaugurano un nuovo stabilimento a Capolona. Nell’agosto del 1959 viene costruita una nuova fabbrica di calzature denominata “Calzaturificio Adria” con sede legale in Capolona.

Risale subito al dopo guerra la conoscenza tra Gustavo Soldini ed il nostro compianto concittadino Gino Ceppodomo, esperto artigiano calzaturiero da molti anni. Gustavo, al momento dell’avvio della sua impresa a Capolona, aveva necessità di persone che conoscessero il mestiere per poter insegnare ai suoi operai e fu così che chiamò a Capolona Gino Ceppodomo.

Dopo il periodo trascorso a Capolona, Gino Ceppodomo rientrò ad Anghiari ed aprì una sua attività di calzature al Conventone, fino ad occupare 50 operai, Voleva crescere ancora, quindi si recò da Gustavo e gli disse che voleva “cavare la miseria da Anghiari”.

La decisione di aprire una nuova fabbrica ad Anghiari non fu facile. Furono i nostri concittadini Ario Tuti e l’On. Giuseppe Bartolomei a convincerlo definitivamente. Gustavo era profondamente cattolico e sentiva molto la solidarietà, capendo le esigenze sociali. Anghiari aveva bisogno di lavoro ed un’azienda ben organizzata poteva essere importante per modificarne la situazione economica. Lui accettò di investire nel nostro paese e rilevò l’azienda di Gino Ceppodomo creando il “Calzaturificio C.I.S.A.” (Calzaturificio Italiano Soldini Arezzo). Fu così che iniziò nel 1964 l’attività di calzature di Gustavo Soldini in Anghiari.

Lo stabilimento C.I.S.A. è stato, negli anni, una grande fonte di occupazione sia per gli anghiaresi che per gli abitanti delle zone limitrofe, grazie all’indotto di cui aveva necessità la fabbrica stessa. La nascita del calzaturificio C.I.S.A. è stata per l’economia di Anghiari un “tocca sana”. Quanti giovani, finalmente con la certezza di un lavoro, hanno potuto formarsi una famiglia ed un futuro! Tutti i settori del paese, con la crescita del reddito delle famiglie, hanno avuto un forte impulso,

Gustavo, in fabbrica, era un “burbero”, un “duro”, un “padre-padrone”, ma fuori dall’ambiente di lavoro era tutto l’opposto: era sereno, era scherzoso, era allegro, sapeva ascoltare, sapeva dare consigli, era… “un babbo”. Io che ho avuto la fortuna di lavorare alle sue dipendenze per 28 anni e grazie a lui potermi formare professionalmente e potermi creare una serena vita familiare, ho potuto conoscere ed apprezzare i suoi pregi.

Purtroppo, quella sera del 1994, un terribile incendio distrusse tutto. Le fiamme divamparono alle 23,30 del 13 aprile 1994 ed i vigili del fuoco riuscirono a placarle solo nella notte del 14 aprile. Fu la fine della C.I.S.A. Fu un dramma immane, di molti miliardi. Le assicurazioni pagarono quanto

dovevano, ma non ci poterono restituire la vita, la storia e la realtà dello stabilimento di Anghiari. Circa 230 dipendenti e 750-800 persone esterne dell’indotto videro letteralmente andare in fumo la loro fonte di lavoro.

Grazie alla forza economica ed al grande cuore di Gustavo nessun dipendente perse il posto di lavoro, in quanto tutti noi fummo riassunti nei suoi stabilimenti di Capolona.

Gustavo, nella sua vita, ha dovuto affrontare due grosse tragedie. La prima, quella più dolorosa, è stata la perdita del figlio Alberto, morto in un incidente stradale sulla strada della Libbia nel 1982 mentre tornava a casa dal lavoro dallo stabilimento di Anghiari. Aveva solo 26 anni ed era il più giovane dei suoi figli. La seconda, è stata l’incendio della C.I.S.A. Nessuna delle due, però, è stata in grado di bloccare le sue attività.

Vorrei concludere questo ricordo con un ringraziamento dal profondo del cuore:

“Grazie Gustavo da tutti gli Anghiaresi”

Gustavo Soldinidi Luigi Leonardi

27 gennaioil giorno della Memoria

35

Collabora con la parrocchia di AnghiariDon Bartłomiej

Alla mia mamma

Te ne sei andata nella fredda notte dell’ultimo giorno di gennaio. Poi è venuta la neve, tanta neve; tu che non la sopportavi perché ti ricordava il tanto freddo patito da giovane, quando gli inverni erano veramente duri. Ogni volta che nevicava ci ricordavi che nel febbraio del 1929 (anno del famoso nevone) erano morte una tua giovane sorella e anche la tua nonna e non potevano seppellirle perché la neve era altissima. Nel febbraio 2012, per la neve, siamo stati costretti a ritardare di un giorno la tua sepoltura nel paese natale e quando ti davamo l’ultimo saluto nevicava e i fiocchi (veramente) erano a forma di stella.

Dalle stelle rimani ancora vicina a noi; ci mancheranno la tua scherzosa ironia, i tuoi saggi proverbi e il senso pratico della vita. Vorrei tanto rivederti alla tua macchina da cucire mentre di notte, come eri solita fare, per accontentarmi, termini il vestito ammirato nelle riviste di moda da una giovane figlia, un po’ vanitosa. Ciao mamma, so che da lassù leggerai quello che ti ho scritto e come quando ti leggevo i temi del liceo, anche se non sempre era vero, dirai:

“che bello!”.Tua Giusi

AngiolinoRicordato dai figli

Il nostro Angiolino si presentava mostrando le sue mani. Le sue mani forti e ruvide raccontavano il suo tanto lavoro. Il suo lavoro era per lui motivo di orgoglio personale ma anche il modo di dimostrare alla sua famiglia il suo bene.

Angiolino è stato un babbo severo e autorevole, nella malattia però, è venuta fuori la sua fragilità e tante, tante volte ci ha detto quanto bene ci volesse e quanto fosse orgoglioso di noi.

Anche noi Babbo ti abbiamo voluto bene e siamo sempre stati orgogliosi di te!

Carla, Paolo, Marco, Laura e Silvia.

Trascriviamo ora la poesia che Angiolino aveva dedicato ai suoi nipoti qualche anno fa.

“Il Nonno”

Voi siete l’albaed io il tramonto,gli estremi di questo mondo.

I miei ricordi vengono da lontano,da quando in giovinezza ero forte e sano.

Il mio duro lavoro ha segnato le mie manima i miei sforzi non sono stati vani,siete nati voi che siete il domani.

Nonno Angiolino

Don Bartolomeo, da sei mesi tu collabori con la parrocchia di Anghiari nei fine settimana per dare una mano a don Marco nelle celebrazioni festive e nelle altre attività della parrocchia. Ci dai qualche informazione di te per i nostri lettori?

Il mio nome in polacco è Bartłomiej Koziej; sono a Roma per i miei studi sul matrimonio e sulla famiglia all’Istituto di Giovanni Paolo II presso l’Università Lateranense. Adesso sto facendo la Licenza e poi comincerà il Dottorato. Mi mancano ancora tre anni per terminare i miei studi.

Per il futuro tutto dipenderà dal mio vescovo ma penso che sarò responsabile del settore della famiglia e del matrimonio. Sono originario della Polonia, della diocesi di Warmia, che si trova a 230 chilometri a nord di Varsavia, la mia parrocchia ed il paese si chiamano Reszel. In questa zona della Polonia veniva il papa Giovanni Paolo II a passare le sue vacanze con il kayak. Questa zona è famosa per i tanti boschi e i mille laghi; è uno dei posti più belli della Polonia.

Ma veniamo agli anghiaresi. Come ti sono sembrati anche pensando alla differenza con i tuoi connazionali?

Ho potuto vedere che sono molto aperti, con il cuore aperto, sono uomini molto buoni, noi polacchi siamo un po’ più silenziosi, taciturni, non parliamo troppo.

Parlaci della tua attività in parrocchia.

Generalmente celebro la Santa Messa a Santo Stefano, qui in Propositura e a Tavernelle specialmente per la Messa prefestiva. Alla chiesa della Croce meno, perché già devo ritornare a Roma.

Assieme alla Gegia e alla Cristina abbiamo fatto il catechismo insieme con 22 ragazzi che si preparano per la prima Confessione. Pochi giorni fa ci siamo ritrovati a Montauto per una bella festa assieme ai genitori con il rito della Penitenza e della Riconciliazione. È per me molto importante e di grande esperienza per vedere come si fa il catechismo qui in Italia.

In questi giorni siete molto impegnati con la benedizione delle famiglie. Com’è andata? E in Polonia fate qualcosa di simile?

Ho incontrato molta gente. Da voi è molto diverso di come si fa noi. Gli incontri da noi avvengono durante il periodo dell’Avvento ed in particolare visitiamo le case per la benedizione ma soprattutto per incontrare le famiglie, per parlare dei matrimoni, cantiamo insieme i canti natalizi. Diciamo che la visita di ogni famiglia ci impegna per una mezz’ora e, in genere, la famiglia è tutta riunita. Mi sembra che, per quello che io ho visto, per voi è più importante la benedizione della famiglia e della casa per noi è un po’ come una visita pastorale.

Allora, don Bartolomeo, i nostri auguri per i tuoi studi e avremo modo di stare insieme in parrocchia ancora per i prossimi mesi.

36

Il risveglio

Il cristallo azzurro va vialasciando la piccola erbetta nata,le magnolie aprono i petali delicatiliberando armonia e serenità.Il vento sfiora appena i capelli,un meraviglioso trionfo di colori ti circondae parla, sussurrando brevi e dolci parole.

Un raggio di sole ti accarezzail viso, pian piano senti uno squittio.Un coniglio bianco ti saluta,ti stendi e sogni una piccola nuvolache ti porta in cielo.

Denise P.

Chi è l’altro?

L’altropuò essere un vecchioo un bambinoè chi ti ama.

L’altroè chi ti ascoltae ti rispetta.

L’altroè chi non conoscichi non guardichi fai finta di non vedereper non averlo come amico.

L’altroè sempre vicino a teper non lasciarti solo.

Silvia C.

Chi è l’altro?

L’altro è coluiche mi ascolta senza giudicareche resta accanto a me,sia nei momenti belliche nei momenti brutti,che piange,sorride,gioisceaccanto a me.

L’altro è coluiche non mi prende in giro,che mi vuole beneper quello che sono.

L’altro è coluiche deridi,di cui non parli,è la persona a cuinon porti rispettocome lui lo porta a te.L’altro siamo noi.

Rachele G.

Uccellino

All’alba si svegliainvece la notte veglia.Questo povero uccellino,forte, ma poco carinosi rovescia contro terra,si posa su un ramo,ci fa la sua casina, ci si posae prende sposa.Quella che ha costruito è la sua casinama per tutti e due è troppo piccina!

Vittorio C.

Rondini

Le rondini volano nel cielofelici, gioiose e con amore.Fanno i loro dolci nidi ecominciano a cinguettare.Sembrano dei bambiniche, sereni, giocano in un prato verde.

Ci sono rondini ovunque:gialle, rosse, variopinte.Tutto il mondo è pienodi un piacevole cinguettioche rallegra ogni cuore.

Michele V.

Nel mio zaino

Nel mio zainoc’è un posto per libri e quaderni,per astucci e diarie per molta voglia di gioia e di allegria.C’è un posto per una faccia simpatica,per dei fogli bianchiper chi non ha nulla da chiedereperché ha già chiesto.

Leonardo F.

Per fare un bosco

Per fare un boscoci vogliono alberi,per fare gli alberici vogliono i fiori,per fare i fiorici vogliono i semi.Ma bastano l’acqua e il solese gli alberi non sono soli.

Gabriele C.

Zefiro

Esco sul cortilee sento sfiorare la pelleè una persona trasparenteche mi saluta dolcemente.È Zefiro,il vento caldo della primavera.

Emily B.

Primavera

I fiori che sbocciano,le rondini che volano,questa è la primavera.Una primavera che vienee se ne va,portando con secolori e allegria.A cosa serve la primavera?Serve a prepararel’amore per l’estate.

Giulia S.

La mia vecchia scuola

Ormai sono grandevedo la mia scuolain cima al paesello,Anghiari per me è molto bello.

Mi ricordo quando ero piccinoil mio primo giorno di scuolavisto da bambino.

Li dentro ho trascorsocinque lunghi anni,pieni di insufficienze, egrida con i miei compagni:era sempre una lotta per chiarrivava prima ai bagni.

A giugno varcherò quella porta,ma a voi lettori, forse,nemmeno importa.

Un passo avanti devo fare,verso le medie devo andare.Alle mie maestre un grazie speciale,per tutto il bene che mi hanno saputo dare.Come alunno non sarò stato modello,vi ho fatto spesso arrabbiare,ma ora cercherò di migliorare.

Questo è il mio grazie,è un saluto speciale dal vostro diavolettoche vi ha fatto spolmonare.

Samuele B.

Le hanno scritte gli alunni della Scuola Primaria di Anghiari

Poesie

37

b i m b i d i o g g i b i m b i d i o g g iPietro

Quando è sta-ta scattata questa foto Pietro aveva nove mesi e, come vedete, vuol con-trollare cosa fa il fotografo.

La sua mam-ma, Lara Grottini, lavora in banca, anche se ora dedica molto tempo a lui, invece il babbo Andrea Giorni è un agricoltore nella zona di Santa Fiora dove abita tutta la famiglia e i nonni paterni. Quando siete al carro della rotonda di Santa Fiora siete arrivati a casa sua.

Dei nonni materni, quando vi ho detto che il suo nonno è Capruggine, non c’è bisogno di aggiungere altro e anche la nonna è d’accordo. Ma ora la zia Vanessa vuol dire la sua e infatti è lei che ha scelto la foto da pubblicare.

Diretti a Santa Fiora, dopo una breve sosta al Terrato, gli auguri della Redazione.

IreneAnzi, il nome

completo è Irene Margherita Car-delli ed abita a Mezzavia, per la precisione a San Clemente di Mezzavia. Qui la vedete sorridente mentre posa di-vertita. Il babbo Francesco fa la Guardia forestale a Pieve Santo Stefano, di dove è originario, ed è il fratello del vincitore di ben due Palii del 29 giugno. La mamma, Chiara Catacchini, ha lavorato in un bar lungo la via della Pieve ma ora si dedica completamente a lei. Il fratello di Irene, Vittorio, volentieri manda, tramite il giornale, un grande saluto alla sorellina.

C'è rimasto da dire della nonna Vittoria che abita a Pieve dove Irene andrà ogni tanto in escursione e dei nonni anghiaresi che ben conoscete: la Mirella che aveva il negozio di fiori in piazza ad Anghiari e il marito Franco, meglio conosciuto come Francone, cliente abituale del carretto della Scampanata.

Questa domanda mi evoca immediatamen-te una partenza per un

bel viaggio, per raggiungere una meta da sempre sognata; valigia da riempire, programma dettagliato dell’itinerario, ricer-ca di una bella compagnia sono gli ingredienti per realizzarla.

“Vorrei girare il cielo come le rondini / e ogni tanto fermarmi qua e là…”, cantava con accorata poesia Lucio Dalla.

Anche per me è sempre bello partire, muovermi alla scoperta di orizzonti nuovi che mi arricchiscano culturalmente e umanamente.

Il viaggio è sempre eccitante, ma è al ritorno a casa che assaporo più a fondo ciò che ho visto; ripercorro le tappe del mio cammino e gioisco nel rivedere con la mente i luoghi visitati.

In questo periodo pre-pasquale, ogni giovedì sera, vado alla STAZIONE, per un breve “viaggio”; trovo tutto organizzato e non mi resta che partire con entusiasmo.

Fuor di metafora, mi trovo a pregare insieme a tanti amici con cui mi fermo, come in una stazione, nelle varie Chiese della nostra zona.

La CHIESA mi invita a riscoprire la mia identità di cristiana e mi offre energia nuova per proseguire nel cammino

di fede, attraverso una preghiera comunitaria coinvolgente.E’ bello trovarsi insieme, alla fine di una giornata, spesso

densa di difficoltà e problematiche varie, per ripensare alla nostra “meta” finale, al nostro ultimo viaggio, non certo in termini apocalittici e di timore.

Le stazioni quaresimali mi offrono l’opportunità di vivere con gioia la mia esistenza ed in particolare il momento forte della Quaresima e non solo per rispettare antiche tradizioni o per zelo farisaico.

Ho bisogno di rinnovare continuamente il mio cuore per crescere spiritualmente e per avvicinarmi sempre più alla luce abbagliante della Resurrezione.

Una preghiera più assidua che mi aiuta a rivestirmi dell’ ”armatura” paolina per combattere le tentazioni, la ricerca dei valori essenziali e la pratica della carità fraterna sono gli strumenti che la Chiesa mi offre sempre, perché non venga meno la mia certezza di essere una scintilla di quel grande AMORE che si riversa su di me gratuitamente.

Le STAZIONI QUARESIMALI mi invitano a sostare, a riflettere, a meditare, perché il mio desiderio di crescita spirituale non sia solo velleitario e a parole.

“Vorrei capire che cos’è l’amore / dov’è che si prende, dov’è che si dà” cantava ancora il nostro Dalla: è l’anelito che faccio anche mio, sicura che solo in Cristo Risorto trovo la risposta. MaridaQuest’anno il tema della Stazioni quaresimali è stato: Il Primato di Pietro nella Chiesa. In alto il santo apostolo raffigurato in un caratteristico “santino”.

Lunedì 9 aprile a Santo Stefano, dopo la S. Messa delle ore 11,Benedizione delle campagne

38

Con i Musei gestiti dalla Toscana d’Appennino Società Cooperativa

Sul filo della Memoria…

La vignetta di Scacciapensieri:Così siamo ridotti!

* Non solo musei

Un museo oggi non è solamente un luogo di conservazione. Siamo stati abituati a pensarlo, è vero, da lungo tempo, ma da quando esistono le “esposizioni” la “wunderkammer” (come quella agli Uffizi a Firenze), l’intento non è solo quello di stupire con le collezioni e la conoscenza, ma educare e trasmettere valori: personali, di una società, di una città o di un paese.

Perciò è divenuta tanto importante quanto la collezione la capacità di un museo di esprimersi, attraverso attività straordinarie, aperte al pubblico, che abbiano attinenza con la missione che il museo si prefigge. Per questo il Palazzo della Battaglia apre le sue sale alle scuole ed al pubblico attraverso delle attività particolari, ad esempio il “ MUSEUM QUIZ”.

L’ultima significativa esperienza è stata con le classi III° e IV° del Liceo Artistico di Anghiari che, grazie alla disponibilità del Comune di Anghiari e della sua amministrazione, hanno partecipato ad un’esperienza nuova e “trasgressiva” rispetto alle comuni regole di visita ad un museo. Le stesse classi partecipano anche ad una visita dal titolo “M-Museum Quiz” al Museo Civico di Sansepolcro, attività doverosa per omaggiare i mille anni di quella città, realizzata, grazie al gentile consenso della direttrice di quel museo, dal personale della Toscana d’Appennino.

Mantenere nel futuro la collaborazione fra scuola e museo, realtà metodologicamente diverse ma unite dallo stesso obbiettivo di fondo, l’educazione, vorrà essere lo stimolo per far crescere una parte delle potenzialità che Anghiari possiede.

Gabriele MazziPalazzo della Battaglia, tel. 0575787023E-mail: [email protected]

* La didattica al Museo

Ormai da qualche anno il Museo della Madonna del Parto organizza attività didattiche per bambini, un modo singolare e divertente per vivere il Museo. Queste sono rivolte principalmente alle scuole che vogliono arricchire il programma scolastico ma rappresentano un’occasione di svago e apprendimento per gruppi di famiglie che vogliono visitare il museo in modo diverso. Benvenuti al Museo! è una visita guidata dedicata ai bambini, che di fatto ne sono i principali protagonisti.

Per coloro che vogliono cimentarsi direttamente con l’arte c’è il laboratorio creativo-espressivo A modo mio…, dove è possibile fantasticare con colori e materiali reinterpretare a proprio piacimento le opere di Piero della Francesca.

I più tradizionalisti possono riscoprire la tecnica dell’affresco con il laboratorio Affreschiamoci, un vero e proprio viaggio nelle tecniche e nei materiali del Rinascimento

che è possibile compiere anche con La prospettiva di Piero.Il personale del Museo è a completa disposizione per

dare informazioni più dettagliate e per collaborare con quanti vogliano passare qualche ora divertendosi imparando.

Lorenzo MinozziMuseo Madonna del Parto, tel. 0575 70713E-mail: [email protected]

Nella foto qui a sinistra il famigerato “Catorcio” trafugato dai Borghesi e divenuto l’emblema della rivalità fra Anghiari e Sansepolcro, ora esposto nel Museo della Battaglia.In questa colonna la “Madonna del parto” la celebre opera di Piero della Francesca collocata nel Museo della Madonna del Parto di Monterchi.

39

CRONACHETTA dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Mese di Febbraio 2012Mese di Gennaio 2012

Mercoledì 1. Stanotte, finalmente, ha bufato. La neve sarà stata 15 o 20 centimetri ma il vento di tramontana l'ha “abarcata” tutta alla poventa.Domenica 5. Oggi è morto Rino Ercoli di anni 75. Abitava verso la Giardinella e faceva parte del gruppo dei giocatori di rulla. Era nato a Pino, nella parrocchia di Pieve Sovara, dove suo padre era colono.Martedì 7. Oggi è morta Maria Serratore in Grazi a soli 60 anni. Abitava a San Tommaso di Mezzavia ed ha sofferto molto per la tragica morte del figlio Valerio. Era originaria di Curinga, in provincia di Catanzaro.Mercoledì 8. È un po' di giorni che zoppicchio e la gente pensa che sia per la neve. Invece mi ero slogato un ginocchio prima.* Oggi è morto Gustavo Soldini. Lo ricordiamo per la sua attività di industriale e per aver impiantato una fabbrica di scarpe anche ad Anghiari.Giovedì 9. I giornali hanno detto che il lago Trasimeno è ghiacciato.* Oggi è morta Pierina Lapini vedova Ceppodomo, da tutti conosciuta come Piera. Aveva 95 anni ed abitava per la via delle Tavernelle, dopo il Giardinetto della Croce. Era nata ad Anghiari ma la sua famiglia è originaria di Siena.* Oggi è morto anche Odilio Goretti. Era originario del Carmine poi trasferito alla Motina dove i genitori gestivano la bottega di alimentari e sale e tabacchi. A Campalla aveva una casa dove trascorreva molto tempo dell'estate.Mercoledì 15. Oggi è morto Angiolo Dragoni di anni 83. Abitava prima della Propositura ed era un bravo falegname. Era nato ad Anghiari ma da ragazzo per qualche anno è stato in Corsica.* Oggi è morto Pier Paolo Tofanelli, meglio conosciuto come Paolone, a soli 65 anni. Abitava a La Vigna, per la Via del Gioco, ma la casa paterna era al Topo. Lo ricordiamo per la sua passione per le ricerche storiche su Anghiari.Sabato 18. Oggi è morta Eugenia Donati Sarti vedova Camaiti. Aveva 89 anni ed abitava a Val della Pieve di Micciano ma era nata a La Casina che si trova poco prima della bottega della Motina.Domenica 19. Oggi è morto Gino Pigolotti, meglio conosciuto come Casetta. Aveva ben 98 anni ed abitava ai Manzi ma era nato a Bincino.* Oggi è morta Rina Ligi in Rosadi. Aveva 91 anni ed abitava ad Arezzo ma era originaria di Anghiari.Lunedì 20. Verso le 11 ho visto passare un branco di oche selvatiche sopra Anghiari.Giovedì 23. Oggi è morto Dionisio Giglini di anni 88. Abitava all'Invidiosa, dopo la Casaccia, ma era nato a Il Castagno, un podere lungo la Libbia, quasi di fronte alla Selva.Domenica 26. Oggi è morto Valfrido Cherici. Aveva 73 anni ed abitava verso l'Acquedotto. Era originario della Pieve di Sovara.* Oggi è morto anche Giuseppe Locci di anni 91. Abitava verso le Bucacce ma era originario di Pieve Santo Stefano.

Domenica 1°. Oggi è morta Iva Pacini vedova Foni. Aveva 78 anni ed abitava alla Motina ma era originaria di Catigliano.Lunedì 2. Oggi è morta Giuseppina Brandinelli vedova Cantini. Aveva 92 anni ed abitava nella casa vicino a Galbino dove è vissuta con il marito fattore di Galbino.* Ho visto che il Pernici i manifesti funebri adesso li stampa ridotti. Sarà per risparmiare?Mercoledì 4. Stamani sono passato dal Guiducci e c'era la nebbia anche lassù.* Sono passato poi dal Pernici per i manifesti e ha detto che sono così piccoli per adeguarli agli altri comuni.Venerdì 6. Stanotte ho sentito il vento ma stamani, sopra i monti del Borgo, ho visto nuova neve.* Oggi è morta Palmira Maurizi vedova Pallini. Abitava verso le Bucacce ma era nata ad Arezzo.* Oggi è morta Maria Beatrice Benci Smidt. Suo marito era socio delle Arti Grafiche del Borgo dove ai tempi di don Nilo si stampava l'Oratorio.Sabato 7. Oggi è morto Angiolo Cerofolini di anni 83. Abitava a Bagnaia ma era nato nella vicina Carciano.Giovedì 12. Oggi ho riportato le zucche di san Martino a Pal-miro del Molin Bianco e lui m'ha detto che ho una automobile invitante...!?? Pensandoci ha ragione, è una... Venga!Martedì 17. Stamani sono andato dalla Elida ma si stava trasferendo di fronte, nella bottega sotto alla Novella, perché sta rimettendo a posto la vecchia bottega.* In Piazza, verso le dieci, con meno due, la Rita di Sant'Ago-stino ha detto che a giugno andrà via e ritornerà a ottobre. Si sarà sbagliata anche questa volta?* Oggi è morta Bruna Brizzi vedova Puletti di anni 90. Abitava verso l'Acquedotto ed era originaria di San Giustino in Umbria.Mercoledì 18. Stamani, alle 9,30, giorno di mercato, sono passato per piazza ma c'erano solo 3 persone. Esclusi i mer-canti, che non erano più di 3. In compenso la temperatura era di meno 3.Giovedì 19. Stanotte ha rannuvolato sopra la brina. Vediamo se bufa stasera o domattina.Venerdì 20. Oggi è morto Dante Comanducci a soli 47 anni. Abitava alla Stazione e la gente ha appreso la notizia con tristezza.* Mi sa che tocca rifare i proverbi. Purtroppo non ha bufato né iersera né stamattina.* L'Elisa m'ha detto che un fagiano è andato a schiantarsi con-tro la finestra del suo ufficio (suicidio?). Anche i Calli hanno sentito il tonfo. Comunque meglio della bottega di Marco Pernici non poteva scegliere!Lunedì 23. Oggi è nato Pietro Santi di Daniele e Sara Bian-cheri. La sua famiglia abita a Borgacciano ma il suo babbo è originario di Tavernelle ed è il figlio del fabbro di Tavernelle, anzi del fabbro della Croce del fondo.* Oggi è morto Giuseppe Innocenti conosciuto come Beppi-

23 dicembre 2011. Oggi è nato Elia Graziotti di Alessandro e Stefania Nicchi. La sua famiglia abita verso la Giardinella e la sua mamma vende le scarpe dal Soldini. Il suo babbo invece vende i trattori alla fine della via del Braccio, in lo-calità Roccolo.

no. Aveva 77 anni ed abitava a Carboncione ma era nato al Maschino o Mirasole. Era giovanotto.Martedì 24. Ho visto che i ristoranti di Anghiari stanno promuovendo l'iniziativa denominata Pantagruel ma non ho capito perché l'han chiamata così.Domenica 29. Oggi è morto Luigi Cimbolini di anni 87. Abi-tava per la via del Molin Bianco ma era nato a Val di Petrino, comune di Castello, un po' prima di San Secondo.Martedì 31. Oggi è morta Argentina Penciani in Gattari. Aveva 87 anni ed abitava per la via di Pino. Era originaria di Cessapalombo in provincia di Macerata.* Oggi è morto anche Ottorino Zanchi.

Questo giornale lo potrete trovate su Internetwww.parrocchiadianghiari.it

Scriveteci: [email protected]: Oratorio di Anghiari, Via della Propositura 6 - 52031 ANGHIARI

Per le vostre offerte: Propositura Insigne Anghiari - C/C postale N. 11802527

Domenica 13 maggio 2012il Papa sarà in

Valtiberina“Pietro viene tra breve a visitarci, pellegrino di pace, segno di unità, profeta della gioia cristiana.”

“È una Grazia per una Diocesi, per un popolo, ricevere il Pontefice, ma soprattutto per ognuno di noi.”

Gli orari della visita saranno esposti alle porte delle chiese

Domenica 20 maggio 2012Ascensione del Nostro Signore Gesù Cristo

Festa nel Santuario del Carmine con Sante Messe dalle ore 7 alle ore 11. Alle ore 16 benedizione dei bambini e alle ore 18 S. Messa in suffragio dei benefattori e dei festarini defunti.Ad Anghiari unica Messa alle ore 9,30 in Propositura.

I Festarini vi aspettano nel chiostro per continuare la festa assieme a voi.