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MOBILITA’ CICLISTICA Legge 11 gennaio 2018, n. 2 Disposizioni per lo sviluppo della mobilità in bicicletta e la realizzazione della rete nazionale di percorribilità ciclistica (18G00013) (GU n. 25 del 31-1-2018). Entrata in vigore del provvedimento 15/02/2018 La presente legge persegue l’obiettivo di promuovere l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto sia per le esigenze quotidiane sia per le attività turistiche e ricreative, al fine di migliorare l’efficienza, la sicurezza e la sostenibilità della mobilità urbana, tutelare il patrimonio naturale e ambientale, ridurre gli effetti negativi della mobilità in relazione alla salute e al consumo di suolo, valorizzare il territorio e i beni culturali, accrescere e sviluppare l’attività turistica. Al fine di cogliere gli aspetti fondamentali e le novità apportate dal provvedimento in esame, si espongono i seguenti argomenti: 1. Le modifiche apportate al Codice della Strada (D. Lgs. 30 aprile 1992, n. 285) 2. Le definizioni di “mobilità sostenibile” 3. La progettualità europea, nazionale, regionale, comunale e di città metropolitana 4. Gli argomenti in evidenza di interesse alla Polizia Locale 5. Il Progetto “Biciplan” della Città di Bari e Area Metropolitana (riferimenti) Ripartizione Polizia Municipale Settore Affari Generali – Ufficio Centro Studi

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MOBILITA’ CICLISTICA

Legge 11 gennaio 2018, n. 2

Disposizioni per lo sviluppo della mobilità in bicicletta e la realizzazione della rete

nazionale di percorribilità ciclistica (18G00013) (GU n. 25 del 31-1-2018).

Entrata in vigore del provvedimento 15/02/2018

La presente legge persegue l’obiettivo di promuovere l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto sia per le esigenze quotidiane sia per le attività turistiche e ricreative, al fine di migliorare l’efficienza, la sicurezza e la sostenibilità della mobilità urbana, tutelare il patrimonio naturale e ambientale, ridurre gli effetti negativi della mobilità in relazione alla salute e al consumo di suolo, valorizzare il territorio e i beni culturali, accrescere e sviluppare l’attività turistica.

Al fine di cogliere gli aspetti fondamentali e le novità apportate dal provvedimento in esame, si espongono i seguenti argomenti:

1. Le modifiche apportate al Codice della Strada (D. Lgs. 30 aprile 1992, n. 285) 2. Le definizioni di “mobilità sostenibile” 3. La progettualità europea, nazionale, regionale, comunale e di città metropolitana 4. Gli argomenti in evidenza di interesse alla Polizia Locale 5. Il Progetto “Biciplan” della Città di Bari e Area Metropolitana (riferimenti)

Ripartizione Polizia Municipale Settore Affari Generali – Ufficio Centro Studi

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1. La modifiche apportate al Codice della Strada (decreto legislativo 30 aprile 1992, n.285) :

● Art. 1 - Principi generali

● all’art. 1, comma 2 le parole: <<al principio della sicurezza stradale>> sono sostituite dalle seguenti: <<ai principi della sicurezza stradale e della mobilità sostenibile>>;

e dopo le parole: <<fluidità della circolazione>> sono aggiunte le seguenti: <<di promuovere l’uso dei velocipedi>>.

● Art. 61 – Sagoma limite

● all’art. 61, comma 1, lett. c) le parole: <<gli autobus da noleggio, da gran turismo e di linea possono essere dotati di strutture portasci o portabagagli applicate posteriormente a sbalzo, in deroga alla predetta lunghezza massima>> sono sostituite dalle seguenti: <<Gli autobus da noleggio, da gran turismo e di linea possono essere dotati di strutture portasci, portabiciclette o portabagagli applicate a sbalzo posteriormente o, per le sole strutture portabiciclette, anche anteriormente>>.

● Art. 164 – Sistemazione del carico sui veicoli

● all’art. 164, dopo il comma 2 è aggiunto il comma 2-bis

<< 2-bis. Nel caso di autobus da noleggio, da gran turismo e di linea, in deroga al comma 2, è consentito l’utilizzo di strutture portabiciclette applicate a sbalzo anteriormente; tale struttura può sporgere longitudinalmente dalla parte anteriore fino ad un massimo di 80 cm. dalla sagoma propria del mezzo>>.

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2. Le definizioni

“ciclovia”: un itinerario che consenta il transito delle biciclette nelle due direzioni, dotato di diversi livelli di protezione determinati da provvedimenti o da infrastrutture che rendono la percorrenza ciclistica più agevole e sicura;

“rete cicloviaria”: l’insieme di diverse corsie o di segmenti di ciclovie raccordati tra loro, descritti, segnalati e legittimamente percorribili dal ciclista senza soluzione di continuità;

“ vie verde ciclabile o “green way”: pista o strada ciclabile in sede propria sulla quale non è consentito il traffico motorizzato;

“sentiero ciclabile e percorso natura”: itinerario in parchi e zone protette, sulle sponde di fiumi o in ambiti rurali, anche senza particolari caratteristiche costruttive, dove è ammessa la circolazione delle biciclette;

“ strade senza traffico”: strada con traffico motorizzato inferiore alla media di cinquanta veicoli al giorno calcolata su base annua;

“strade a basso traffico”: strada con traffico motorizzato inferiore alla media di cinquanta veicoli al giorno calcolata su base annua senza punte superiori a cinquanta veicoli all’ora;

“strada 30”: strada urbana o extraurbana sottoposta al limite di velocità di 30 chilometri orari o a un limite inferiore.

Ulteriori definizioni le ritroviamo con il riferimento ai parametri di traffico e sicurezza, che qualificano come “ciclovie” gli itinerari che comprendono una o più delle seguenti categorie:

le “piste o corsie ciclabili”, come definite all’art. 3, comma 1, n.39) del C.d.S., e all’art. 140, comma 7, del regolamento di cui al D.P.R. 495/1992: parte longitudinale della strada, opportunamente delimitata, riservata alla circolazione dei velocipedi;

gli “itinerari ciclo-pedonali”, come definiti dall’art. 2, comma 3 lettera F-bis, del C.d.S. (d. lgs. 30/04/1982, n. 285): “Strada locale, urbana, extraurbana o vicinale, destinata prevalentemente alla percorrenza pedonale e ciclabile e caratterizzata da una sicurezza intrinseca a tutela dell’utenza debole della strada”;

“le vie verdi ciclabili”, “i sentieri ciclabili o i percorsi natura”, “le strade senza traffico e a basso traffico”, “le strade 30”, altrimenti già definite;

“ le aree pedonali”, come definite dall’art. 3, comma 1, n. 2) del C.d.S.: zona interdetta alla circolazione dei veicoli, salvo quelli in servizio di emergenza, i velocipedi e i veicoli al servizio di persone con limitate o impedite capacità motorie, nonché eventuali deroghe per i veicoli ad emissioni zero aventi ingombro e velocità tali da poter essere assimilati ai

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velocipedi. In particolari situazioni i comuni possono introdurre, attraverso apposita segnalazione, ulteriori restrizioni alla circolazione su aree pedonali;

“le zone a traffico limitato”, come definite dall’art. 3, comma 1, n. 54) del C.d.S.: area in cui l’accesso e la circolazione veicolare sono limitati ad ore prestabilite o a particolari categorie di utenti e di veicoli;

“le zone residenziali”, come definite all’art. 3, comma 1, n. 58), del C.d.S.: zona urbana in cui vigono particolari regole di circolazione a protezione dei pedoni e dell’ambiente, delimitata lungo le vie di accesso dagli appositi segnali di inizio e di fine.

3. Approvazione dei progetti

Ad integrazione del Piano generale dei trasporti e della logistica, con l’attuazione della presente legge ne consegue la realizzazione:

- del piano generale della Mobilità Ciclistica, con la previsione per l’adozione del predetto piano, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, da adottarsi con dispositivo Ministeriale delle Infrastrutture e trasporti (di concerto con i Ministri interessati) previa intesa in sede di Conferenza Unificata di cui all’art. 8 del d. lgs. 28/08/1997, n. 281;

- del piano generale della Mobilità Ciclistica adottato in coerenza con il “sistema nazionale delle ciclovie turistiche” e con i “programmi per la mobilità sostenibile”, lo stesso è articolato con riferimento a due specifici settori :

1) allo sviluppo della mobilità ciclistica in ambito urbano e metropolitano - “Biciplan”;

2) allo sviluppo della mobilità ciclistica su percorsi definiti, tali,“Bicitalia” “EuroVelo”.

Tanto si realizza con l’individuazione di sistemi di rete ciclabili ai diversi livelli territoriali, quali:

livello regionale – “Bicitalia”, (art. 5, comma 2, legge n. 2/2018): “la rete ciclabile

regionale, è individuata in coerenza con la Rete ciclabile nazionale <<Bicitalia>> ed è

caratterizzata dall’integrazione e interconnessione con le reti infrastrutturali regionali a

supporto delle altre modalità di trasporto; l’intero sistema ciclabile regionale è redatto sulla

base dei piani urbani della mobilità sostenibile e dei relativi programmi e progetti presentati

dai comuni e dalle città metropolitane”;

livello nazionale – “Bicitalia”, (art. 3, commi 1 e 2, legge n. 2/2018): “la rete ciclabile

nazionale denominata <<Bicitalia>> costituisce la rete infrastrutturale di livello nazionale

integrata nel sistema della rete ciclabile trans europea “EuroVelo”. Essa è composta dalle

ciclovie di interesse nazionale di cui all’art. 3, comma 3 lett.b) della legge in esame,

compresi i relativi accessori e pertinenze, dedicate ai ciclisti e, in generale, agli utenti non

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motorizzati, l’individuazione delle ciclovie di interesse nazionale che costituiscono la Rete

ciclabile nazionale”;

livello europeo – “EuroVelo” (art. 4, comma 1, legge n. 2/2018): “la rete ciclabile

nazionale denominata <<Bicitalia>> costituisce rete infrastrutturale di livello nazionale

integrata nel sistema della rete ciclabile trans-europea”.

EUROVELO: the European, National, Regionale and Metropolitan Planned Bicycle Network

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3.1 La Progettualità

Le regioni provvedono, sentiti gli enti locali, a predisporre i progetti necessari alla

realizzazione della Rete ciclabile nazionale “Bicitalia” entro dodici mesi dall’approvazione del Piano generale della mobilità ciclistica e predispongono e approvano con cadenza triennale il “Piano Regionale della mobilità ciclistica”.

A sostegno delle citate progettualità è prevista la connessione della Rete ciclabile

nazionale “Bicitalia” con le altre modalità di trasporto.

BICITALIA: livello nazionale

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BICITALIA: livello regionale (mappa - itinerario dal progetto Cy.Ro.N.Med)

Ulteriori ambiti saranno interessati a livello locale con l’approvazione dei progetti che costituisce ai sensi del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia

edilizia, di cui al D.P.R. 6/6/2001, n. 380, variante a tutti gli strumenti urbanistici

vigenti.

Livello locale – “Biciplan”, (art. 6 comma 1, legge n. 2/2018): “i comuni non facenti parte di città metropolitane e le città metropolitane predispongono e adottano, nel rispetto del quadro finanziario definito ai sensi dell’art. 3, comma 3, lett. e), e dei suoi eventuali aggiornamenti, i piani urbani della mobilità ciclistica, denominati “Biciplan”, quali piani di settore dei piani urbani della mobilità sostenibile (PUMS), finalizzati a definire gli obiettivi, le strategie e le azioni necessari a promuovere e intensificare l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto sia per le esigenze quotidiane sia per le attività turistiche e ricreative e a migliorare la sicurezza dei ciclisti e dei pedoni. I “Biciplan” sono pubblicati in formato di tipo aperto nei siti internet istituzionali dei rispettivi enti”.

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4. In Evidenza

Da oggi più spazio ai ciclisti e cicloturisti

Per la prima volta nella storia della Repubblica Italiana, viene varata una legge per la mobilità ciclistica che consentirà la realizzazione della rete nazionale di percorribilità ciclistica”.

Fra le novità più interessanti introdotte da questa legge vi è l’introduzione del principio della “mobilità sostenibile” e della incentivazione dell’uso dei velocipedi, l’attuazione verte sullo sviluppo della rete <<Bicitalia>>, intesa come rete infrastrutturale di livello nazionale integrata nel sistema della rete ciclabile transeuropea «EuroVelo».

Al centro degli sviluppi progettuali si pongono i Piani regionali della mobilità ciclistica, intesi come sottoinsiemi del più ampio piano nazionale ma anche in senso intermodale (interscambio fra bicicletta e gli altri mezzi di trasporto, pubblici e privati, il sistema di aree di sosta attrezzate e non attrezzate, i servizi per i ciclisti con particolare attenzione ai percorsi extra-urbani).

I “Biciplan”, ovvero i piani urbani per la mobilità ciclistica, rappresentano lo strumento essenziale, utile a delineare la strategia delle singole città per la realizzazione del piano della mobilità ciclistica in territorio urbano, sia per gli spostamenti di tutti i giorni sia per la realizzazione di itinerari cicloturistici urbani.

Alcuni aspetti interessanti emergono dalle applicazioni progettuali della legge in esame, ovvero:

il sistema di interscambio tra la bicicletta e gli altri mezzi di trasporto, pubblici e privati, lungo le infrastrutture di livello provinciale, regionale e nazionale;

il sistema di aree di sosta, attrezzate e non attrezzate, e i servizi per i ciclisti con particolare attenzione ai percorsi extraurbani;

la pianificazione territoriale e urbanistica nei regolamenti edilizi e negli interventi di costruzione degli edifici pubblici, con particolare riferimento a quelli scolastici;

le azioni finalizzate ad incentivare l’uso della bicicletta negli spostamenti casa-scuola e casa-lavoro;

le azioni finalizzate a migliorare la sicurezza dei ciclisti (es.: applicazione del “trafic-calming” nelle strade30 o strade20, previsione progettuale “Biciplan-Bari”);

le azioni finalizzate a contrastare il furto delle biciclette (es.: la marchiatura delle biciclette, adoperata sul territorio di Bari dall’Associazione Ciclo Spazio);

la realizzazione del trasporto integrato tra biciclette e mezzi di trasporto pubblico, supportato da azioni di comunicazione, educazione e formazione per la promozione degli spostamenti in bicicletta;

l’utilizzo di servizi di condivisione delle biciclette, ovvero bike-sharing, attesa l’individuazione dei siti di interscambio modale;

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la previsione di servizi di trasporto di merci o persone da effettuarsi con velocipedi o biciclette;

la previsione che i Comuni possono realizzare, al fine di incentivare l’uso delle biciclette, le Velo-Stazioni, ossia di centri per il deposito custodito di biciclette, l’assistenza tecnica e l’eventuale servizio di noleggio. Infatti, la nuova legge consente ai comuni la possibilità di stipulare (con pratiche di evidenza pubblica) convenzioni con associazioni, cooperative sociali o aziende, convenzioni per la realizzazione di Velo-Stazioni in prossimità delle stazioni ferroviarie, metropolitane, porti o aeroporti, oppure realizzare le infrastrutture per i ciclisti nelle opere di edilizia agevolata o popolare.

Velo-Stazione

Curiosità

La legge sulla mobilità ciclistica é stata presentata al Parlamento, tre anni fa, dal Sindaco

di Bari, Antonio Decaro, fermo sostenitore dell’uso della bicicletta come mezzo di trasporto

da cogliere in tutte le sue varianti: casa, scuola, lavoro, servizi, sport, viaggi. Con la legge

n. 2/2018 si aprono gli scenari sulla mobilità sostenibile data dalla realizzazione di un

sistema di reti ciclabili ai diversi livelli territoriali, Europeo, Nazionale, Regionale e Locale.

Gli effetti positivi apportati dall’applicazione della mobilità ciclistica sono innumerevoli, fra i

tanti, emergono il rispetto dell’ambiente e la tutela del patrimonio naturale.

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5. Il progetto di Bari “Biciplan”.

Il nuovo piano della mobilità ciclistica progettato per la città di Bari prevede una rete di piste ciclabili lunga complessivamente 190 km, che si snoderà dal centro alle periferie e metterà in connessione tutti i quartieri della città, compresa la zona industriale. Dei 190 Km. di piste ciclabili, 15,5 sono già realizzati, 31 progettati ed in parte appaltati.

In considerazione del futuro potenziamento della mobilità ciclistica nella città di Bari, sia in ambito cittadino che periurbano, sono individuate cinque strategie:

1. Pianificare il nuovo Piano della Mobilità Ciclistica; 2. Promuovere gli standard funzionali tipici delle zone urbane dotate di dispositivi di

traffic calming per assicurare velocità veicolari contenuti (max 30 km/h, c.d. strada 30) con standard di sicurezza accettabili anche in presenza di percorsi promiscui con autoveicoli;

3. Integrare l’uso della bicicletta con il trasporto pubblico (potenziare l’interconnessione con il trasporto su ferro e istituire l’interconnessione con il trasporto su gomma)

4. Identificare, sviluppare e promuovere i percorsi casa-scuola e casa-lavoro; 5. Promuovere programmi di educazione e diffusione sulla mobilità sostenibile, aventi

come target varie fasce di utenti.

Emerge la necessità di dover classificare le strade con l’obiettivo di raggiungere una città sostenibile nei confronti della mobilità lenta, a fronte della questione è stata assegnata una gerarchia alle strade individuate al di sotto dei collettori urbani.

Il fine è di portare il limite di velocità pari a 30 km/h nell’intera città, escluse le “Arterie Urbane” (alto volume di traffico) e i “Collettori Urbani” (strade di quartiere in collegamento alle strade interne), tale limite sempre più diffuso a livello europeo a tutela dell’utente debole, è dimostrato scientificamente che può salvare numerose vite umane.

La cartografia, di seguito indicata, riporta la gerarchia delle strade di Bari e individua al fine dei percorsi ciclabili pianificati le strade come:

- Primaria: gli assi principali che collegano più quartieri della città (anche Arterie Urbane);

- Secondaria: strade principali inter-quartieri, derivazione e distribuzione del traffico veicolare nelle strade interne (anche Collettori Urbani);

- Terziaria: strade interne ai quartieri, interessate all’attuazione delle “strade 30”.

Alcune zone potrebbero implementarsi come Zone20 (massima velocità pari a 20 km/h e altre, ad esempio il centro storico, l’area fiera, l’area Policlinico e l’area Politecnico, come “Woonerf” (massima velocità pari a 10 km/h).

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Cartografia: gerarchia delle strade

Al fine di consentire alla città di Bari il raggiungimento di una dimensione “europea”, dovranno essere coinvolti tutti i principali Stake Holders, la partecipazione del pubblico coinvolto, la considerazione degli interessi locali, il supporto della municipalità e delle società di trasporto pubblico e private.

A tutela del cittadino in qualità di pedone o ciclista (fasce più deboli), si prevede nella progettazione futura della mobilità sostenibile della città di Bari gli interventi di “traffic calming” come anche i “Woonerf”(strade condivise, come spazio sociale in cui i residenti possono incontrarsi e i bambini possono giocare in sicurezza, fondamentale tutelare gli interessi dei pedoni e dei ciclisti, è consentito l’accesso ai veicoli ove il limite di velocità è attestato ai 10 km/h).

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Le caratteristiche fondamentali adoperate per l’ottenimento degli effetti dati dalle misure di traffic calming sono:

- ridurre la velocità dei veicoli a motore nelle zone pedonali;

- ridurre la frequenza e la gravità degli incidenti stradali che coinvolgono utenze deboli;

- aumentare la sicurezza e la percezione di sicurezza per gli utenti non motorizzati della strada;

- perseguire le esigenze dei residenti per una maggiore sicurezza e vivibilità degli archi e dei nodi di viabilità urbani;

- creare strade sicure, migliorando nel contempo l’ambiente strada (ad esempio borghi storici, etc.);

- contribuire a ridurre gli effetti negativi tipici dei veicoli a motore per l’ambiente;

- promuovere la pedonalità e la ciclabilità, oltre all’uso dei mezzi pubblici;

- ridurre la necessità di controlli di polizia.

Un esempio di misure di “traffic calming” già realizzata su Bari, la ritroviamo in via Melo da Bari, la si evince dalla dimensione allargata dei marciapiedi all’altezza delle intersezioni, induce, in tal senso, il rallentamento dei veicoli e la protezione dei ciclisti, come anche dei pedoni, ove nella fase di attraversamento dovranno interessare un tratto di strada inferiore a quello precedente.

I percorsi ciclabili possono distinguersi in cinque macro gruppi: le sedi ciclabili protette da flussi veicolari, le sedi su corsie riservate, le sedi promiscue con i veicoli, le sedi promiscue con i pedoni, le strade condivise.

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Cartografia: differenzazione dei percorsi ciclabili esistenti, già appaltati di pronta realizzazione e pianificati

Le zone interessate ai prossimi lavori, riguardanti la realizzazione delle piste ciclabili, sono il quartiere Libertà (tragitto compreso tra la via Tommaso Fiore e Piazza Garibaldi, inclusive delle vie della Carboneria, Mazzini, Trevisani e Perrone); il Lungomare, dal Castello Svevo alla Fiera del Levante (lavori d riqualificazione), il quartiere Japigia che interessa la via Caldarola e la zona di Lama Balice di collegamento con l’Aeroporto di Bari-Palese.

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Ulteriori realizzazioni di percorsi ciclabili sono previsti per il quartiere Poggiofranco, di cui la via Gandhi sarà di ricongiungimento alle via Giulio Petroni e Camillo Rosalba, come anche viale Kennedy e viale Papa Giovanni XXIII. L’accesso in bici all’ingresso della città per la Via Amendola confluirà al quartiere Murat attraverso una pista lungo il sottopassaggio di Sant’Antonio.

“Anagrafe delle due ruote” del Comune di Bari

Nelle previsioni progettuali ritroviamo l'anagrafe delle due ruote del Comune di Bari

(on-line), in cui saranno iscritte le bici appositamente targate per cercare di

contrastare il fenomeno dei furti. La marchiatura delle biciclette è un servizio, attualmente fornito dall’Associazione Culturale CicloSpazio di Bari, tale marchiatura indelebile è data da un codice di identificazione sul telaio delle biciclette, secondo un sistema adottato anche in altri paesi europei e città del nord Italia. Infatti, già alcuni ciclisti baresi hanno sottoposto le proprie bici alla punzonatura, nell’occasione di una dimostrazione tenutasi in piazza del Ferrarese per conto di volontari dell’associazione Ciclo Spazio.

L’operazione1 di marchiatura consiste nell’incisione tramite apparecchio a micro percussione di una targa formata da 9 cifre tra lettere e numeri (es.: BA0001CS) di circa 8 mm di altezza in un punto visibile del telaio in metallo (sono esclusi tutti gli altri materiali come il carbonio per il quale adoperiamo un sistema non invasivo). È possibile personalizzare la scritta della targa così come la larghezza e l’altezza delle cifre. La bicicletta marchiata viene fotografata ed inserita nel sito web contenente il database dell’Anagrafe della bici. Ogni bici ha una sua pagina web personale il cui indirizzo genera un codice Qr univoco che viene applicato tramite adesivo ultradistruttibile sul telaio della bici. Al proprietario viene consegnata una tessera della grandezza di una carta di credito contenente da un lato i suoi dati personali e dall’altro i dati relativi al mezzo, la foto e il codice Qr. In questo modo è possibile dimostrare di essere i legittimi proprietari della bici sia in caso di furto che di ritrovamento e al tempo stesso la bicicletta marchiata risulta invendibile se non accompagnata dalla tessera rilasciata al legittimo proprietario.

1 Anagrafe della bicicletta , Associazione Ciclospazio, in www.ciclospazio.it

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Volendo segnalare il furto di una bici il cittadino dovrà compilare un forum tracciabile sul sito dell’associazione “Ciclospazio”, in tal senso l’attività è finalizzata unicamente a facilitare la ricerca e l’eventuale recupero del veicolo rubato.

PUNZONATURA

TARGA

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CALL TO ACTION!

BA-00439-CS

BA-00427-CS

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5.1 Il “Biciplan” Metropolitano di Bari Il “Biciplan” prevede oltre 400 chilometri di percorsi ciclabili lungo le strade dell’area Metropolitana di Bari e si realizza sia in ambito urbano che extraurbano. La pianificazione presume l’integrazione con le pianificazioni di mobilità sostenibile a livello regionale, nazionale ed europeo.

Nell’ambito della Città metropolitana di Bari sono state individuate tre reti di ciclovie. Questi percorsi ciclopedonali si svilupperanno prevalentemente su strade comunali secondarie, vicinali, interpoderali e sentieri: ciclovia Adriatica e della Conca barese, ciclovia della Lame e ciclovia dell’Alta Murgia.

La Ciclovia adriatica e della conca barese prevede un’estensione di 125.658 metri, attraverso la creazione di percorsi ciclabili, inclusivi di aree attrezzate, di collegamento tra i comuni di Valenzano, Capurso e Cellamare lungo il quale insistono beni di rilevanza culturale, storica e religiosa, fra l’altro, intesi a valorizzare le tre lame (Balice, S. Giorgio e Giotta). Ulteriore, rimostranza sarà data dal percorso ciclabile intercomunale tra i comuni di Polignano a Mare, Monopoli, Mola di Bari, Conversano e Rutigliano, ambendo alla maggiore valutazione delle coste, dei centri abitati, dell’area archeologica di Madonna delle Grottole e di S. Vito.

La Ciclovia delle Lame della piana olivetana, fascia premurgiana e Valle d’Itria, comporta un’estensione di 194.054 metri, essa si estende su viabilità naturalistiche di collegamento tra la costa, i boschi e le foreste dell’Alta Murgia. La ciclovia prevede una rete di percorsi ciclo-pedonali che collegano l’aeroporto di Bari – Palese con il mare (Giovinazzo) passando per Bitonto, con l’area della conca barese (Modugno, Bitetto e Bitritto) sino a giungere alla foresta di Mercadante (Cassano delle Murge), alle ciclovie di Giano e ai boschi di querce nel territorio di Acquaviva delle Fonti.

La Ciclovia dell’Alta Murgia prevede un’estensione complessiva di 108.417 metri, di cui 20.005 metri da ricomprendere nel percorso Eurovelo 5, (tratto compreso tra Gravina in Puglia e Masseria lesce in agro di Altamura), è prevista la connessione in Agro di Altamura con Castel del Monte ed anche l’incontro di percorsi ciclabili dei comuni di Gioia del Colle, Santeramo in Colle, Altamura, Gravina in Puglia e Poggiorsini.

Un tratto di Ciclovia dell’Alta Murgia

Fondamentale importanza è data al collegamento con la Cava dei Dinosauri che a sua volta sarà collegata con Matera, già previsione dell’accordo di programma sottoscritto tra la Regione Puglia, il Parco dell’Alta Murgia, la Città Metropolitana di Bari e i Comuni di Gravina in Puglia, Altamura e Matera.

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Normativa di riferimento della Legge 11 gennaio 2018, n. 2

d.l. 18/10/2012, n. 179 , convertito con modificazioni in legge 17/12/2012, n.221, di cui all’art. 34- quinquies, comma 1, “Piano strategico di sviluppo del turismo in Italia”;

d.l. 31/05/2014, n. 83, convertita con modificazioni dalla legge 29/07/2014, n. 106 “Piano straordinario della mobilità turistica”

legge 9/8/2017, n. 128, in materia di ferrovie turistiche;

Codice della Strada – d. lgs. 30/04/1982, n. 285 e regolamento D.P.R. 495/1992

D.P.R. 6/6/2001, n. 380 T.U. delle delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di edilizia

Relazione annuale sulla mobilità ciclistica

Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti presenta entro il 30 giugno di ogni anno alle Camere una relazione sullo stato di attuazione della presente legge e della legge 19 ottobre 1998, n. 366;

Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano presentano una relazione al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti sullo stato di attuazione degli interventi previsti dalla presente legge.

Disposizioni finanziarie Alla definizione del quadro finanziario, concorrono:

legge 28/12/2015, n. 208 (risorse di cui all’art. 1, comma 640, primo periodo);

legge 11/12/2016, n. 232, destinate ai programmi per la mobilità sostenibile, ai sensi dell’art. 1, comma 1, del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 21/07/2017;

le risorse individuate dalle regioni e dagli enti locali a valere sui propri bilanci;

gli eventuali proventi di sponsorizzazioni da parte di soggetti privati, nonché i lasciti e le donazioni.

Pubblicità

C.A.D. d. lgs. 7/3/2005, n. 82 (di cui all’art. 68, comma 3) codice dell’amministrazione digitale.

Conferenza Unificata

d.l. 28 agosto 1997, n. 281.

Bari, 26 febbraio 2018

A cura del Centro Studi

Visto Il Comandante Delegato Col. PALUMBO dr. Michele