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MAGAZINE n.92 / 14 23 GIUGNO 2014 Copia privata e l’opacità di Stato Venerdì sera d’inizio estate con brutta figura: non stiamo parlando della nazionale italiana, ma del Ministro Dario Franceschini che proprio venerdì scorso ha firmato il decreto di adeguamento dei compensi per copia privata. Non è tanto la sostanza che dà fastidio: 4 euro per uno smartphone da 16 GB sono comunque tanti per una non-contropartita come la copia privata; ma data la completa arbitrarietà del sistema dei compensi, sia nella ratio originaria che nella raccolta e nella ridistribuzione, se fossero stati 5, 6 o 20 euro non si sarebbe po- tuto obiettare nulla. Sono cifre a caso (per non dir di peggio), senza alcun fondamento reale e anzi ampiamente contraddette dagli studi commissionati (e mai contestati) dallo stesso Ministero dei Beni Culturali, che dimostrano come la copia privata sia oramai una pratica residuale e in via di esaurimento. Quello che è offensivo è il modo in cui il Ministro Franceschini e il suo staff hanno comu- nicato l’avvenuta firma del decreto. Innanzitutto il momento: dopo settimane di attesa, Fran- ceschini comunica con un tweet e un post su Facebook l’avvenuta firma poco dopo le 20 di venerdì sera, subito dopo la conclusione della partita dell’Italia, ovverosia nel momento in cui, per mille motivi, la notizia ha meno chance di essere ripresa con tempismo e quindi anche letta; strategicamente dopo le elezioni e nel cono d’ombra del primo weekend d’estate e delle discussioni sull’Italia calcistica. Unica fonte di informazione, un lungo ma incompletissimo comunicato stampa, privo della sostanza, ovverosia i nuovi compensi (se non pochi esempi); un’accozzaglia di excusatio non petita e falsi argomenti, come l’ampia citazione della petizione di 4000 auto- ri (e come tali ben interessati ad un aumento) tacendo colpevolmente le petizioni firmate da decine di migliaia di comuni cittadini. Le tante falle della nota del Ministero sono state ampiamente descritte in queste ore nel bell’articolo di Guido Scorza su Il Fatto Quotidiano, a cui rimandiamo volentieri. La nota del Ministero, di cui abbiamo dato completa pubblicazione, è tutt’altro che equidistante, come si richiederebbe alle Istituzioni e riporta una a una tutte le mozioni sostenute da SIAE e aventi diritto, trascurando le altre (compreso il fatto, da noi più volte dimostrato, di come alla fine paghino i consu- matori): una brutta figura la cui responsabilità oggettiva è senza dubbio in capo al Ministro Franceschini ma della quale pare plausibile ritenere responsabili anche gli apparati del Ministero che hanno favorito questo tipo di comunicazione. Tanto che l’ufficio stampa del Ministero, perseverando nella medesima linea di non- trasparenza, per tutta la giornata di sabato e di lunedì (giorno in cui scriviamo) si è rifiutata di condividere il testo del decreto come anche solo la tabella completa dei compensi riade- guati: si tratta di fatti, non più di anticipazioni; di numeri passati alla firma: nasconderli all’opinione pubblica, tanto per far sbollire un po’ dello sdegno che nel frattempo si sta diffondendo, è offensivo nei confronti dei cittadini e contraddittorio rispetto alla tanta sbandierata trasparenza. Ma c’è un’altra vulnerabilità in tutta questa storia: il comunicato stampa del Ministero inizia con la celebrazione di un accordo tra il Ministro e Gino Paoli finalizzato a destinare l’incremento del gettito delle nuove tariffe Amazon Fire Phone Bello e innovativo Lo smartphone è integrato nell’ecosistema Amazon Riconosce oggetti, canzoni, film 02 Samsung HU8200 Il TV curvo ora costa meno Nokia Lumia 930 Un piccolo gioiello da 599 euro Yamaha YSP 2500 Il proiettore sonoro super versatile 05 09 23 AKG Y50, qualità e design alla moda LG G2 Mini, del G2 ha solo il design 33 Huawei Ascend P7 OK il prezzo è giusto 30 35 08 “alla promozione di giovani autori e artisti e di opere prime”. In questa vicenda di cui la trasparenza non è certo la migliore qualità, il Ministro Franceschini si sostituisce al legi- slatore e addirittura determina con una delle parti interessate una nuova destinazione dei compensi che, invece, secondo la legge vigente, vanno semplicemente ridistribuiti agli aventi diritto. E qui si apre una discrezionalità – l’ennesima in questa storia - molto pericolo- sa: chi decide chi sono i giovani autori e artisti a dover beneficiare? E con quali meccanismi? Si tratterà delle solite discrezionalità all’ita- liana per sostenere autori ed artisti “amici” o peggio ancora organizzatori di eventi e manifestazioni ancora più “amici”? Vorremmo poter credere che la finalità sia davvero quella di aiutare i giovani autori e artisti. Permetteteci, nell’Italia dell’Expo e del Mose, di non nutrire questa fiducia, almeno a priori. Gianfranco GIARDINA Copia Privata Franceschini firma Via libera al decreto legge Compensi a 4 euro su smartphone e tablet da 16 GB 02 IN PROVA Con Creative Cloud Adobe esplora nuove strade Le app sono totalmente rinnovate. C’è anche kit con righello e penna digitali per disegnare con l’iPad Tutti i giochi più “forti” della prossima stagione Direttamente dall’Electronic Entertainment Expo tutti i giochi che ci faranno sognare 19 15

23 GIUGNO 2014 Copia privata e Samsung HU8200 …d’autore. Il Ministro Franceschini e il Presidente della Siae, Gino Paoli hanno convenuto di impegnarsi, per la parte incrementale

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Page 1: 23 GIUGNO 2014 Copia privata e Samsung HU8200 …d’autore. Il Ministro Franceschini e il Presidente della Siae, Gino Paoli hanno convenuto di impegnarsi, per la parte incrementale

MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014

Copia privata e l’opacità di StatoVenerdì sera d’inizio estate con brutta figura: non stiamo parlando della nazionale italiana, ma del Ministro Dario Franceschini che proprio venerdì scorso ha firmato il decreto di adeguamento dei compensi per copia privata.

Non è tanto la sostanza che dà fastidio: 4 euro per uno smartphone da 16 GB sono comunque tanti per una non-contropartita come la copia privata; ma data la completa arbitrarietà del sistema dei compensi, sia nella ratio originaria che nella raccolta e nella ridistribuzione, se fossero stati 5, 6 o 20 euro non si sarebbe po-tuto obiettare nulla. Sono cifre a caso (per non dir di peggio), senza alcun fondamento reale e anzi ampiamente contraddette dagli studi commissionati (e mai contestati) dallo stesso Ministero dei Beni Culturali, che dimostrano come la copia privata sia oramai una pratica residuale e in via di esaurimento.

Quello che è offensivo è il modo in cui il Ministro Franceschini e il suo staff hanno comu-nicato l’avvenuta firma del decreto. Innanzitutto il momento: dopo settimane di attesa, Fran-ceschini comunica con un tweet e un post su Facebook l’avvenuta firma poco dopo le 20 di venerdì sera, subito dopo la conclusione della partita dell’Italia, ovverosia nel momento in cui, per mille motivi, la notizia ha meno chance di essere ripresa con tempismo e quindi anche letta; strategicamente dopo le elezioni e nel cono d’ombra del primo weekend d’estate e delle discussioni sull’Italia calcistica.

Unica fonte di informazione, un lungo ma incompletissimo comunicato stampa, privo della sostanza, ovverosia i nuovi compensi (se non pochi esempi); un’accozzaglia di excusatio non petita e falsi argomenti, come l’ampia citazione della petizione di 4000 auto-ri (e come tali ben interessati ad un aumento) tacendo colpevolmente le petizioni firmate da decine di migliaia di comuni cittadini. Le tante falle della nota del Ministero sono state ampiamente descritte in queste ore nel bell’articolo di Guido Scorza su Il Fatto Quotidiano, a cui rimandiamo volentieri.

La nota del Ministero, di cui abbiamo dato completa pubblicazione, è tutt’altro che equidistante, come si richiederebbe alle Istituzioni e riporta una a una tutte le mozioni sostenute da SIAE e aventi diritto, trascurando le altre (compreso il fatto, da noi più volte dimostrato, di come alla fine paghino i consu-matori): una brutta figura la cui responsabilità oggettiva è senza dubbio in capo al Ministro Franceschini ma della quale pare plausibile ritenere responsabili anche gli apparati del Ministero che hanno favorito questo tipo di comunicazione.

Tanto che l’ufficio stampa del Ministero, perseverando nella medesima linea di non-trasparenza, per tutta la giornata di sabato e di lunedì (giorno in cui scriviamo) si è rifiutata di condividere il testo del decreto come anche solo la tabella completa dei compensi riade-guati: si tratta di fatti, non più di anticipazioni; di numeri passati alla firma: nasconderli all’opinione pubblica, tanto per far sbollire un po’ dello sdegno che nel frattempo si sta diffondendo, è offensivo nei confronti dei cittadini e contraddittorio rispetto alla tanta sbandierata trasparenza.

Ma c’è un’altra vulnerabilità in tutta questa storia: il comunicato stampa del Ministero inizia con la celebrazione di un accordo tra il Ministro e Gino Paoli finalizzato a destinare l’incremento del gettito delle nuove tariffe

Amazon Fire Phone Bello e innovativo Lo smartphone è integrato nell’ecosistema Amazon Riconosce oggetti, canzoni, film

02

Samsung HU8200 Il TV curvo ora costa meno

Nokia Lumia 930 Un piccolo gioiello da 599 euro

Yamaha YSP 2500 Il proiettore sonoro super versatile05 09 23

AKG Y50, qualità e design alla moda

LG G2 Mini, del G2 ha solo il design

33

Huawei Ascend P7 OK il prezzo è giusto

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08

“alla promozione di giovani autori e artisti e di opere prime”. In questa vicenda di cui la trasparenza non è certo la migliore qualità, il Ministro Franceschini si sostituisce al legi-slatore e addirittura determina con una delle parti interessate una nuova destinazione dei compensi che, invece, secondo la legge vigente, vanno semplicemente ridistribuiti agli aventi diritto. E qui si apre una discrezionalità – l’ennesima in questa storia - molto pericolo-sa: chi decide chi sono i giovani autori e artisti

a dover beneficiare? E con quali meccanismi? Si tratterà delle solite discrezionalità all’ita-liana per sostenere autori ed artisti “amici” o peggio ancora organizzatori di eventi e manifestazioni ancora più “amici”? Vorremmo poter credere che la finalità sia davvero quella di aiutare i giovani autori e artisti. Permetteteci, nell’Italia dell’Expo e del Mose, di non nutrire questa fiducia, almeno a priori.

Gianfranco GIARDINA

Copia Privata Franceschini firma Via libera al decreto legge Compensi a 4 euro su smartphone e tablet da 16 GB02

IN PROVACon Creative Cloud Adobe esplora nuove strade Le app sono totalmente rinnovate. C’è anche kit con righello e penna digitali per disegnare con l’iPad

Tutti i giochi più “forti” della prossima stagioneDirettamente dall’Electronic Entertainment Expo tutti i giochi che ci faranno sognare19

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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014

MERCATO Franceschini firma, via alla riderminazione dei compensi per copia privata applicati ad apparecchi e supporti

Copia privata: compensi a 4 euro su smartphone e tabletSi prende dove “girano i soldi”: diminuzioni solo per CD-R e DVD-R, che nessuno compra più. Per la serie “ti piace vincere facile...”

di Gianfranco GIARDINA

È lo stesso Ministro Dario Franceschini

a darne conferma via Twitter (di venerdì

sera e in pieno “cono d’ombra” da Ita-

lia-Costa Rica): “Firmato decreto copia

privata. Il diritto d’autore garantisce la

libertà degli artisti e i costi vanno sui

produttori, non sui consumatori”

La telenovela sui compensi per copia

privata, stagione 2013-14 si chiude quin-

di qui: il Ministro dei beni e delle attività

culturali e del turismo ha infatti promul-

gato l’atteso e discusso decreto mini-

steriale di riadeguamento dei compensi.

Non si conosce ancora il testo preciso

del decreto, ma in una nota diffusa dal

- sono stati comunicati alcuni (pochi)

elementi chiave: innanzitutto i compensi

su smartphone e tablet, che passano a

4 euro (un aumento di circa il 350% per

gli smartphone, che partivano da 0,90);

sono stati poi comunicati anche i com-

pensi relativi ad altre fattispecie oramai

in completo abbandono, guarda caso

questi al ribasso: i CD-R passano da 0,14

a 0,10 e i DVD-R da 0,41 a 0,20. Ma nul-

la si sa, per ora, relativamente al resto

delle categorie soggette, come PC, TV,

hard disk e altri apparecchi con memoria

integrata. Qui di seguito le uniche cifre

comunicate per ora dal Ministero, con il

solito confronto con Francia e Germania

e la consueta omissione degli altri Paesi

che non hanno compenso o ce l’hanno

inferiore al nostro.

Una nota, quella diffusa dal Ministero,

scritta evidentemente con il contributo

di SIAE: Franceschini e Gino Paoli si im-

pegnano, non potendo cambiare il det-

tato di legge, a far sì che le associazioni

che percepiscono i compensi destinino

l’incremento generato dalle nuove tarif-

fe (e quindi si sa già che si tratta di in-

cremento) ad attività di “promozione di

giovani autori e artisti e di opere prime”.

Inoltre si cita ampiamente la raccolta di

firme tra artisti promossa da SIAE, che

ha raccolto 4000 sottoscrizioni da parte

di una parte evidentemente interessata

ad incassare, ma si trascura di citare le

petizioni con molte più adesioni realiz-

zate per esempio da alcune associazioni

dei consumatori. Come dire: vale di più

il parere di pochi aventi diritto (che sono

ovviamente favorevoli agli aumenti dei

propri guardagni) rispetto all’appello di

molti cittadini. Una spiacevole asimme-

tria: il Ministro avrebbe fatto meglio a

non citare né gli uni né gli altri e limitarsi

al suo ruolo istituzionale, che non do-

vrebbe essere schierato.

La nota ministeriale dedica poi ampio

spazio a sottolineare, come già nel tweet

di Franceschini, che l’incremento dei

compensi non graverà sui consumatori.

Come abbiamo più volte sottolineato,

ovviamente le industrie che pagano il

compenso non sostengono certo diret-

tamente il costo ma lo ribaltano, in modo

più o meno trasparente, sul consuma-

tore, che è quello che paga davvero: il

Ministro sostiene – non sappiamo sulla

base di quale elementi – che invece i

consumatori saranno tenuti indenni.

Vi aggiorneremo preso sui dettagli del

decreto non appena questi verranno

resi disponibili. Qui a fianco l’intero testo

della nota del Ministero.

La nota del Ministero del 20-6-2014FRANCESCHINI FIRMA DECRETO EQUO COMPENSO, SALVAGUARDATO DIRIT-TO D’AUTORE PER GLI ARTISTI, NESSUNA TASSA SUI TELEFONINI

NUOVE RISORSE SERVIRANNO A PROMUOVERE ESORDIENTI E OPERE PRIME

Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, dopo un’ap-profondita istruttoria e un confronto che ha visto coinvolte tutte le categorie interessate, ha firmato il decreto ministeriale che aggiorna per il prossimo triennio il compenso per la riproduzione privata di fonogrammi e di videogrammi previsto dalla legge sul diritto d’autore. Il Ministro Franceschini e il Presidente della Siae, Gino Paoli hanno convenuto di impegnarsi, per la parte incrementale di gettito delle nuove tariffe, affinché tutte le catego-rie di titolari dei diritti di copia privata impieghino una quota di tali somme alla promozione di giovani autori e artisti e di opere prime.

GARANTITA LA CREATIVITÀ

“Con questo intervento - ha commentato Franceschini - si garantisce il diritto degli autori e degli artisti alla giusta remunerazione delle loro attività creative, senza gravare sui consumatori.”

CAPZIOSO CHI PARLA DI TASSA SUI TELEFONINI A CARICO DEI CONSUMATORI

“Parlare di tassa sui telefonini è capzioso e strumentale: il decreto non introduce alcuna nuova tassa ma si limita a rimodulare ed aggiornare le tariffe che i produttori di dispositivi tecnologici dovranno corrispondere (a titolo di indennizzo forfettario sui nuovi prodotti) agli autori e agli artisti per la concessione della riproduzione ad uso personale di opere musicali e audiovisive scaricate dal web. Un meccanismo esistente dal 2009 che doveva essere aggiornato per legge”.

NESSUN AUTOMATISMO SUI PREZZI DI VENDITA

“Il decreto non prevede alcun incremento automatico dei prezzi di vendita. Peraltro, com’è noto, in larga parte gli smartphone e tablet sono venduti a prezzo fisso”.

AGGIORNAMENTO PREVISTO DALLA LEGGE

“Ho applicato doverosamente una norma di legge vigente” ha concluso il ministro France-schini ricordando che “è dal 2012 che le tabelle sull’equo compenso attendevano di essere aggiornate. E ho anche ricostituito il tavolo tecnico che dovrà monitorare l’evoluzione e le tendenze del mercato e che, entro 12 mesi, verificherà lo stato di applicazione di questo provvedimento. Governo e parlamento dovranno adesso riflettere sulla necessità di adeguare la norma di legge ai cambiamenti tecnologici e di mercato, in parte già avvenuti e in parte prevedibili”.

L’APPELLO DEL MONDO DELLA CULTURA

Il decreto corrisponde alle tante sollecitazioni del mondo della cultura. Solo un mese fa, oltre 4.000 autori hanno chiesto al governo di intervenire a tutela del diritto alla creatività e di monitorare i riflessi della costante e rapida evoluzione tecnologica nel mondo dell’arte.

I FIRMATARI: DA SORRENTINO A MORRICONE

Hanno firmato l’appello al ministro Franceschini tra gli altri: Paolo Sorrentino, Toni Servillo, Roberto Andò, Renzo Arbore, Pupi Avati, Malika Ayane, Claudio Baglioni, Al Bano, Angelo Barbagallo, Franco Battiato, Pippo Baudo, Andrea Bocelli, Fausto Brizzi, Caterina Caselli, Luca Carboni, Riccardo Cocciante, Paolo Conte, Paola Cortellesi, Maurizio Costanzo, Simone Cristicchi, Gigi D’Alessio, Maria De Filippi, Francesco De Gregori, Elisa, Roby Fac-chinetti, Fedez, Sabrina Ferilli, Tiziano Ferro, Elio Germano, Paolo Genovese, Dori Ghezzi, Irene Grandi, Raphael Gualazzi, Francesco Guccini, Luciano Ligabue, Daniele Luchetti, Neri Marcoré, Franco Migliacci, Riccardo Milani, Mogol, Enzo Monteleone, Gianni Morandi, Ennio Morricone, Orchestra Piazza Vittorio, Laura Pausini, Piero Pelù, Max Pezzali, Nicola Piovani, Eros Ramazzotti, Danilo Rea, Antonio Ricci, Marco Risi, Kim Rossi Stuart, Stefano Rulli, Renzo Rubino, Stefano Rulli, Claudio Santamaria, Enrico e Carlo Vanzina, Antonello Venditti, Carlo Verdone, Renato Zero, Nina Zilli e Zucchero.

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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014

PlayStation TV In Europa dopo l’estateDopo un anno di commercializzazione in Giappone, la versione “domestica” di PS Vita si prepara al mercato americano ed europeo di Michele LEPORI

All’E3, Sony ha annunciato il lancio di PlayStation TV, una sorta di “versione da salotto” di PlayStation Vita, in America ed Europa dal prossimo autunno. Ma di cosa si tratta? PS Vita, la piccola console portatile lanciata nel dicembre 2011 come erede della PSP, non ha mai fatto brec-cia nel cuore dei videogiocatori e la grande S ha tentato di reinven-tarla come console da casa con “Vita TV”, che ora è pronta a espor-tare in tutto il mondo. PlayStation TV, questo il nome che avrà fuori dal Giappone, è l’hardware di una PS Vita dentro uno chassis che ha le uscite e gli ingressi di una console da salotto, per collegarsi a un TV e alla rete. Le app a uso TV sono un’incognita sulla quale per ora Sony non ha fornito in-formazioni: in Giappone, gli utenti possono fruire contenuti cinema-tografici e musicali in streaming o in abbonamento in alternativa ai contenuti del PlayStation Store, cosa che non sembra sarà possibi-le in Occidente, perlomeno al lan-cio. PlayStation TV usa l’hardware della sorellina portatile e per i co-mandi ecco il DualShock 3, con cui sarà anche proposta in bundle con cavo HDMI, SD da 8GB e il gioco Lego Movie, in America a 139 dollari. PlayStation TV potrà es-sere usata per accedere e giocare anche col servizio di cloud gaming PlayStation Now. Per chi vuole ac-quistare la sola PlayStation TV, il prezzo è di 99 dollari.

di Roberto PEZZALI

A breve la Lega Calcio dovrà de-

cidere a chi affidare i diritti TV

per la trasmissione delle stagioni

2015-2018 della Serie A e la situazio-

ne non è mai stata ingarbugliata come

in questa ultima asta. Sul tavolo sono

arrivate offerte per circa 1.1 miliardi di

euro, una cifra superiore a quanto la

Lega si aspettava di incassare. Ma il

rischio di dover rifare tutto è concreto,

anche perché alla Lega Calcio spetta

ora una decisione delicata visto che,

al contrario di quanto si pensava inizialmente, Sky Italia ha spaccato

la barriera tra digitale terrestre e sa-

tellite, facendo l’offerta migliore per

entrambe le piattaforme. Una cosa che

ha fatto anche Mediaset, ma mettendo

sul piatto meno soldi. Per il pacchetto

A, infatti, quello che offre le migliori

8 squadre via satellite, Sky ha offer-

to 355 milioni di euro superando la

base d’asta di 273 milioni. Dopo Sky

ci sono le offerte di Mediaset e Fox,

decisamente inferiori. Il colpo a sor-

presa però c’è stato nel

pacchetto B, la versione

DVB-T del pacchetto A:

secondo alcune agenzie

di stampa Sky ha offerto

420 milioni, seguita da

Fox con 400 milioni e,

solo dopo, da Mediaset.

La Pay TV di Piersilvio

Berlusconi avrebbe però

presentato la migliore offerta per il

pacchetto D, ovvero l’esclusiva delle

altre 12 squadre, mentre il pacchetto

integrativo di interviste e immagini

dagli spogliatoio non ha raggiunto la

base d’asta: Sky ha offerto solo 15 mi-

lioni, la base d’asta era 66.

Difficile capire cosa deciderà la Lega

Calcio, anche perché le soluzioni sul ta-

volo sono tante. Si potrebbe, ad esem-

pio, rifare l’asta, puntando sul fatto che

il pacchetto E è risultato invenduto, ma

con una nuova asta il rischio di non

raggiungere più queste cifre è concre-

to. I presidenti dei Club premono per

accettare la situazione attuale (con i

ENTERTAINMENT La Lega Calcio ha ricevuto per i diritti TV offerte per circa 1.1 mld di euro

Serie A esclusiva Sky. A breve la veritàManca poco all’assegnazione dei diritti TV 2015-2018 per la trasmissione della Serie A Sky sembra essere in vantaggio con una offerta mangiatutto, digitale terrestre incluso

soldi dei diritti TV le società minori de-

vono fare il mercato), ma scegliendo

l’offerta di Sky si potrebbe aprire un

complicato ricorso legale. L’ipotesi più

credibile, a questo punto, è una asse-

gnazione dei diritti a Sky con una sorta

di accordo che prevede uno scambio,

per lo stesso triennio, con i diritti della

Champions League che si è aggiu-dicata proprio Mediaset. Una pace

forzata che ristabilisce l’equilibrio tele-

visivo degli ultimi anni, una soluzione

che accontenta tutti i consumatori che

non si vedono costretti a pagare due

abbonamenti per poter seguire Coppe

e Campionati di calcio.

di Gianfranco GIARDINA

Avevamo già visto questa “acro-

bazia” digitale di Rai, ma mai

su Rai 1 e mai in prima serata.

Lunedì 16 giugno, l’emittente di Stato si è

superata: la fiction L’uomo che cavalca-va nel buio con Terence Hill è stata man-

data in onda in primissima serata e su Rai

1 in un originalissimo “black box”, ovvero-

sia con spesse bande nere su tutti e quat-

tro i lati. In pratica, il master utilizzato è

formattato su un canvas 4:3 ma essendo

girato in widescreen è stato ovviamente

trasferito in letterbox. Mandando questo

master in onda su un canvas che ora è

nativamente 16:9, vengono aggiunte le

bande nere anche ai lati. Il risultato è quel-

lo che si vede nello screen capture in alto

a destra. In questo modo la porzione utile

dello schermo si riduce sulla diagonale al

ENTERTAINMENT La fiction in questione, L’uomo che cavalcava nel buio, risale al 2009

Rai 1, la fiction in prima serata è...“riquadrata” Il 16 giugno, su Rai 1 in onda una fiction recente di produzione Rai in formato “riquadrato” Bande nere sopra, sotto, a destra e a sinistra. Così Rai 1 ha trasformato i televisori 50” in 37”

75%: tanto per fare un esempio

un 50” diventa equivalente a

un 37”, praticamente la metà

della superficie dello schermo

diventa inutile e dedicata alle

bande nere. Se lo spettatore

provvede autonomamente e

manualmente a fare lo zoom

dell’immagine operando sul

TV, lo schermo si riempie ma

con una risoluzione dimezzata e quindi

con una qualità di certo non accettabile.

La cosa che rende tutta questa storia ai

limiti del credibile è che L’uomo che ca-

valcava nel buio, la fiction mandata in

onda in questa originale modalità, è del

2009 ed è di produzione Rai: possibile

che in Rai non avessero un master cor-

rettamente formattato in 16:9? E soprat-

tutto, possibile che nessun tecnico in Rai

abbia intercettato il problema, ponendo

rimedio per tempo? Siamo oramai ai limiti

del sabotaggio tecnico.

Tanto per rendere la cosa ancora più

grottesca, la Rai ha provato l’esperimento

del “black box” anche in alta definizione

nell’emissione sul canale Rai 1 HD. E per

non farsi mancare nulla, per una settima-

na la fiction riquadrata sarà liberamente

visibile su Rai Replay a questo indirizzo.

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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014

di Gianfranco GIARDINA

D olby cerca di rivoluzionare (ancora) il mondo

dell’audio, questa volta con particolare atten-

zione al mondo dello sport. Infatti, nel conte-

sto del Forum Digitale Europeo di Lucca, Dolby ha

presentato una soluzione di audio evoluto pensato

per le trasmissioni TV, soprattutto per quelle delle

trasmissioni sportive; una specie di rideclinazione

dell’audio multicanale finalizzato a una personalizza-

zione dello spettacolo da parte dello spettatore.

In pratica, la proposta di Dolby indirizzata ai broadca-

ster è quella di integrare nel flusso una serie di tracce

audio diverse, permettendo allo spettatore una serie

di opzioni di mix, alcune decisamente interessanti.

Si parte, ovviamente, dagli aspetti più “scontati”,

come per esempio il commento in lingue diverse:

l’utente può scegliere di ascoltare in commento in

una delle lingue disponibili, cosa che si fa già oggi

con gli stream con più tracce audio. Ma dato che,

nel progetto Dolby, la traccia audio degli effetti del-

lo stadio è separata da quella del commento, poi lo

spettatore può scegliere come miscelare la voce con

i cori dei tifosi arrivando addirittura, se lo desidera, ad

escludere completamente lo speaker o ad eliminare

del tutto i rumori dello stadio.

Inoltre, Dolby ha previsto anche un remix particolare

dei microfoni attorno al campo, che ricrei direttamen-

te l’esperienza audio vissuta dall’atleta in gioco. Nella

demo alla quale abbiamo assistito (una partita di Hoc-

key), una volta inserita la “On The Ice Experience” è

ENTERTAINMENT Al Forum Digitale Europeo di Lucca Dolby ha dimostrato come potranno essere le trasmissioni sportive del futuro

Audio evoluto Dolby: lo spettatore TV decide cosa sentireSi potrà scegliere il mix tra le tracce audio e persino chattare a voce con gli amici, proprio come se ci trovassimo al bar

stato escluso il commento e sono stati decisamente

enfatizzati i rumori di gioco, come i colpi sul dischet-

to, mentre i suoni del tifo sono stati spostati sui canali

surround.

La cosa che abbiamo ritenuto più interessante e in-

novativa è la modalità social: lo spettatore può unire

allo stream audio della partita quello proveniente da

una app social, per commentare in viva voce l’anda-

mento del match con gli amici: addio partite al bar, il

bar lo si fa in casa propria... Il tutto mantenendo il mix

con i rumori dello stadio e quindi senza una separa-

zione “brusca” tra effetti sonori e chat audio.

Dolby ha integrato nel proprio sistema di audio

evoluto anche una serie di strumenti informativi:

per esempio, lo spettatore può essere informato

sia acusticamente che in grafica che su altri campi

è cambiato un risultato. In un opportuno pannello si

possono configurare gli eventi che devono scatenare

una notifica.

Si tratta, per ora, semplicemente di una proposta ai

broacaster, che addirittura non ha neppure un nome

commerciale: solo se si riuscirà a convincere con-

temporaneamente le emittenti e i produttori di TV ad

aderire a questo standard potrà nascere e svilupparsi

questo nuovo ecosistema audio TV. Ma Dolby ci ha

insegnato negli anni che quello che gli riesce meglio

è senza dubbio riuscire a mettere d’accordo tante

parti diverse sul fatto che il proprio standard sia van-

taggioso. Scopriremo nei prossimi anni se ce l’avrà

fatta anche questa volta.

Commento in lingue diverse, lo spettatore può scegliere di volta in volta quale ascoltare.

La traccia audio degli effetti dello stadio è sea-parata e può essere miscelata con il commento.

Utilizzando microfoni posti a bordo campo è possibile ricreare l’esperienza vissuta dall’atleta.

I rumori di gioco possono essere enfatizzati ottenendo un effetto molto coinvolgente.

È possibile unire allo stream audio della partita il proprio commento e condividerlo con gli amici.

Sono previsti anche strumenti informativi che mantengono sempre aggiornato lo spettatore.

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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014

Costa più di 1 milione di euro il TV da 370”Zeus è il TV più grande al mondo, misura 8x5m metri e pesa più di 1 tonnellata, ma è solo un esercizio di stile di Vittorio Romano BARASSI

Qualche giorno fa, giusto in tempo per l’inizio dei Mondiali di calcio (il tempismo è tutto nella vita!), l’azienda britannica Titan ha annunciato Zeus, un televisore mastodontico desti-nato a pochi fortunati che pos-sono permettersi di spendere 1 milione di sterline, al cambio attuale circa 1,25 milioni di euro.Sì, perchè la cosa diverten-te è che questo TV ambisce a un’utenza domestica o comun-que indoor (musei/mostre...), per quanto sia difficile ipotizzare chi possa esserne davvero attratto.Stiamo parlando del televisore più grande al mondo e che è, e ci mancherebbe, anche 4K. La diagonale è impressionante: 370 pollici. Ciò significa che per farlo entrare in casa ci sarà biso-gno di uno spazio di 8x5 metri e di un pavimento in grado di sostenere l’imponente mole di circa una tonnellata. I facoltosi acquirenti di Titan Zeus saranno felici di sapere che nel prezzo fi-nale è compreso sia il trasporto che l’installazione su un suppor-to ad hoc, effettuata da parte di tecnici specializzati. E non fa niente che i mondiali nessuno li farà vedere in 4K; mostrare agli amici il TV più grande al mondo: questo non ha davvero prezzo.

di Roberto PEZZALI

S amsung aggiunge alla lineup di

TV 4K due nuovi modelli, conti-

nuando a premere l’acceleratore

sul concetto di “curvo è bello”. La nuova

gamma HU8200 arriverà presto in Italia

in due diversi tagli, 55” e 65”, ai prez-

zi di 2999 euro per il 55HU8200 e di

4499 euro per il 65HU8200.

Proprio il prezzo è il nodo chiave: se gli

appassionati continuano a ritenere il TV

curvo tanto fumo e poco arrosto, basta

fare quattro passi presso i negozi della

grande distribuzione per rendersi conto

che effettivamente il TV curvo colpisce,

proprio perchè diverso da quanto si è

visto negli ultimi 15 anni (leggi: i pro e

i contro di un TV curvo). Finora, però, il

prezzo elevato della soluzione ha sco-

raggiato gli acquirenti: circa 1000 euro

di differenza per la curvatura sono una

cifra che in pochi sono disposti a paga-

re per avere l’ultimo ritrovato nel cam-

po del design dei TV, ecco quindi che

Samsung prova ad accontentare tutti

con la serie HU8200.

Come si intuisce dal nome, la serie è una

via di mezzo tra la 8500 da noi provata (e

risultata eccellente) e la serie HU7500,

il modello Ultra HD piatto che viene

venduto a 2799 euro di listino. Appa-

rentemente tra HU8500 e HU8200 non

ci sono differenze, tuttavia l’HU8500 di-

spone di One Box Connector esterno,

mentre i TV HU8200 hanno i connettori

integrati (ma possono essere aggiorna-

ti tramite Evolution Kit 2.0).

Tutte da verificare ovviamente le per-

formance, ma se la serie HU8200 do-

vesse vedersi come la serie HU8500

da noi provata, a 500 euro in meno il

nuovo Samsung sarebbe davvero un

prodotto interessante.

TV E VIDEO Samsung ha lanciato sul mercato due nuovi televisori Ultra HD con schermo curvo

Samsung HU8200: il TV curvo costa menoLa gamma HU8200 in vendita con schermo da 55” (2999 euro) e da 65” (4499 euro)

di Paolo CENTOFANTI

D iciamocelo, sembra quasi un

film già visto. La stessa situa-

zione infatti l’avevamo vissuta

con l’avvento dei TV full HD: conte-

nuti in HD inesistenti, ma tanti DVD e

scaler all’interno dei TV non sempre

all’altezza per visualizzarli al meglio.

Ora siamo a punto a capo, con i TV

Ultra HD e con i Blu-ray Disc o i canali

HD a fare le veci dei contenuti in bas-

sa definizione, che comunque non ci

hanno ancora abbandonato neppure

loro. Ecco allora che torna alla carica

DVDO, marchio famoso per i suoi pro-

cessori video capaci di ottimizzare e

migliorare ogni tipo di contenuto alla

risoluzione di uscita voluta. Pronto

per il 4K arriva il DVDO iScan Mini, un

piccolissimo processore con ingresso

e uscita HDMI 2.0 e capace di effet-

tuare al meglio l’upscaling di qualsiasi

contenuto in 4K. Il processore integra

il rinomato sistema di elaborazione

di immagine VRS ClearView, che ridi-

TV E VIDEO Sono arrivati i TV 4K ma i contenuti latitano, ci viene in aiuto DVDO con iScan Mini

DVDO lancia iScan Mini, lo scaler 4K ultra compattoLo scaler è in grado di ottimizzare video SD e HD sui pannelli Ultra HD, costa 349 euro

mensiona il segna-

le video filtrando il

rumore e miglioran-

do il dettaglio delle

immagini.

Il DVDO iScan Mini

può funzionare sia

in modalità automa-

tica che manuale,

per offrire agli ap-

passionati la possi-

bilità di intervenire

su ogni parametro.

Il processore utilizza preset separati

per ogni tipo di contenuto (definizio-

ne standard e HD) e offre una moda-

lità che applica i filtri di riduzione del

rumore ed edge enhancement, ma

senza upscaling. In più offre la funzio-

ne di “audio stripping”, per collegare

tramite uscita digitale ottica dispositivi

audio privi di ingresso HDMI.

Tra le altre funzionalità si segnalano

anche il generatore di segnale inte-

grato e la possibilità di forzare un se-

gnale video tramite l’editor di EDID.

Il DVDO iScan Mini è disponibile in Ita-

lia a un prezzo di listino di 349 euro.

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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014

di Gianfranco GIARDINA

S ta per arrivare la app TV di

RAI News. Si tratta di una applica-

zione mhp che utilizza la rete come

canale di approvvigionamento delle in-

formazioni e che offre un’aggregazione

delle principali notizie, sia testuali che vi-

deo, da fruire on demand. A mostrare in

anteprima la nuova applicazione, ancora

in versione beta, sono stati i tecnici del

Centro Ricerche e Innovazione Tecnolo-

gica RAI di Torino, durante la conferenza

nazionale di HD Forum Italia a Lucca. Si

tratta di una buona integrazione tra con-

tenuti testuali e immagini, rapida nella na-

vigazione e nell’erogazione di contenuti

proprio grazie al collegamento di rete. La

nuova App di Rai News sarà disponibile

su tutti i canali RAI, insieme alle altre app

come Rai Replay e TGR, per fruirne è ne-

cessario un TV “Bollino Gold”, ovverosia

dotato di interattività mhp e presa di rete,

oltre che un collegamento a Internet.

Le diverse sezioni della app aggrega-

no contenuti secondo l’argomento o la

tipologia. Nella sezione principale (pri-

ma pagina) si trovano tutte le news più

importanti, con la possibilità di scorrere

in orizzontale le pagine per accedere al

altri contenuti. La presentazione è grafi-

ca e coinvolgente, non certo sul modello

“televideo” o simili. Ogni “tile” contiene

un articolo o un servizio filmato.

Per avere molta più profondità di notizia,

ENTERTAINMENT Svelata l’app di Rai News, arriverà nei prossimi mesi su tutti i canali RAI

Con l’app mhp Rai News TG sempre in lineaÈ una specie di TG interattivo sempre online per costruirsi la propria informazione su TV Offre tutti i vantaggi delle news presenti sul Web, insieme a quelli del grande schermo

si può consultare la sezione tematica: è

possibile scegliere un settore e appro-

fondire tutte le notizie relative allo spe-

cifico argomento. Interessante anche

la possibilità di vedere in streaming in

qualsiasi momento l’ultima edizione di

tutti i notiziari Rai. C’è poi una sezione

che aggrega tutte le fotogallery, conte-

nuti che sono spesso molto consultati su

Web ma che difficilmente trovano spazio

nelle app TV. L’ottima reattività della app

è solo un po’ compromessa dalla logica

di navigazione che, ovviamente, è le-

gata ai tasti colorati del telecomando e

che quindi non è sempre così intuitiva

come si potrebbe desiderare. Speriamo

che questa bella app riceva l’opportuna

visibilità e che venga promossa almeno

sui canali RAI e non nascosta come ac-

caduto per molti mesi a RAI Replay: non

sarebbe la prima volta che l’ottimo lavo-

ro del Centro Ricerche RAI finisce per

essere vanificato e messo in second’or-

dine nel viaggio tra Torino e Roma.

È partito Prime MusicLo streaming di AmazonAmazon ha lanciato negli Stati Uniti Prime Music, il suo servizio di streaming musicale ora incluso nell’abbonamento Prime. Un milioni di brani e niente artisti Universal di Paolo CENTOFANTI

Amazon entra nell’arena del-la musica in streaming. Lo fa a modo suo e, come da ulti-me anticipazioni, si tratta di un servizio integrato all’inter-no dell’abbonamento Amazon Prime, al momento per i soli utenti statunitensi. Amazon ha deciso di accorpare tutti i ser-vizi musicali sotto l’unico om-brello di Amazon Music: MP3, Cloud Player e AutoRip. Per gli abbonati Prime a queste funzio-nalità si aggiungono ora anche circa 1 milione di brani disponi-bili in streaming e per l’ascolto off-line, tramite app per desktop e mobile e dispositivi Kindle. E come era già emerso dalle indiscrezioni, non ci sono le ulti-missime uscite discografiche.Quello che però manca di più al momento è un accordo con una delle tre major del disco, Uni-versal, e con esso i tantissimi ar-tisti di primo piano dell’etichetta (U2, Madonna, Bon Jovi, Lady Gaga, giusto per citare alcuni due più famosi). Insomma, un servizio decisa-mente più limitato rispetto a Deezer o Spotify, ma essendo già incluso in Prime è comun-que un’interessante aggiunta per gli abbonati Amazon.

di Emanuele VILLA

Questa volta parliamo di chi vuole

costruirsi un futuro professionale

nel mondo della tecnologia, gio-

vani, ma anche chi decide di lanciarsi

in una nuova avventura professionale:

a tal fine, due nomi storici della forma-

zione, Eurosatellite e Rener, hanno an-

nunciato la loro fusione e la contestuale

creazione di un nuovo soggetto giuridi-

co, Next Generation Training (NGT), un

centro di formazione tecnica per pro-

fessionisti e non, legato all’innovazione

tecnologica. NGT nasce dalla confluenza

MERCATO Eurosatellite e Rener si fondono e creano NGT: formazione professionale al top

Nasce NGT, il nuovo nome della formazione hi-tech Pronti diversi Corsi e Master, tra i più interessanti figurano quelli legati all’economia verde

di Eurosatellite e Rener: il primo, nato nel

1989, si è sempre occupato di formare

tecnici specializzati nell’ambito della

ricezione satellitare di tipo domestico,

mentre Rener è, invece, un nome noto

nel mondo delle energie rinnovabili;

insieme le due realtà si propongono,

mediante la tradizionale formazione in

aula e piattaforme online, di formare e

certificare la competenza dei professio-

nisti del futuro. NGT ha sviluppato il por-

tale www.ilmioinstallatore.it e un’app per

pubblicizzare e geolocalizzare i tecnici

adatti per le proprie esigenze.

Attualmente tra i progetti più interessanti

troviamo i Master e Corsi di Mobile Appli-

cation Development su piattaforma iOs:

Developer iOS Basic da 40 ore, Account

Manager iOS da 40 ore e Master svilppa-

tori App iOS da 160 ore, mentre chi voles-

se crearsi un profilo professionale legato

all’economia verde e rinnovabile sarà

interessato ai Master e Corsi in Gestione

dell’energia, tra cui Esperto in gestione

dell’energia da 40 ore + e-learning e il

master Energy & Business Management

da 200 ore. Per ulteriori informazioni

www.eurosatellite.it e www.rener.it

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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014

di Massimiliano ZOCCHI

I device Lumia continueranno ad es-

sere brandizzati Nokia ancora per

alcuni mesi e troveremo lo storico

nome anche sulla gamma Nokia X, ma

solo fino alla fine del 2015. Il marchio,

a cui molti clienti sono affezionati, con-

tinuerà ad esistere solo sulla gamma

economica e per i cosiddetti feature

phone per altri dieci anni. In pratica

una conferma di quanto trapelato al-

cuni mesi fa, ma un documento interno

all’azienda, scovato e pubblicato da

Evleaks, aggiunge altri dettagli.

Per quanto riguarda gli store con in-

segna Nokia e i Care Centers, la nota

indica che per il momento rimarranno

tali, per non generare confusione nei

clienti, mentre da un punto di vista

istituzionale Microsoft consiglia a tutti

i dipendenti di attuare il cambiamento

quanto prima, a partire dai semplici bi-

glietti da visita, stampe ufficiali e pro-

mozionali, o anche

slide di presentazio-

ni. Tutto questo ma-

teriale dovrà utiliz-

zare da subito i loghi

Microsoft e non fare

più cenno a Nokia.

Dettagli importanti

uniti a cambiamen-

ti più di contorno,

come gli account

Twitter di alcuni di-

pendenti, che spes-

so contenevano nel

nome un riferimento

a Nokia, dovranno

essere adeguata-

mente modificati. Inoltre, sarà richiesta

maggiore attenzione nella realizzazio-

ne di campagne pubblicitarie e mate-

riale informativo, dato che i cavilli del-

l’acquisizione sono molti. Ad esempio il

contratto non prevede l’uso del famoso

slogan “Connecting People”, che quin-

di dovrà essere evitato od eliminato

dal materiale già preparato. Un cam-

biamento graduale, che alla fine porte-

rà alla scomparsa del marchio Nokia in

favore del nuovo Microsoft Mobile.

MERCATO Dagli smartphone sparirà il marchio Nokia, destinato solo alla gamma economica

Addio a Nokia, dal 2015 il brand sarà Microsoft Evleaks pubblica un documento destinato ai dipendenti con una tabella di marcia precisa

di Roberto PEZZALI

P rezzofelice.it, dopo tre anni di bi-

lanci in perdita, è stata messa in

liquidazione. “Siamo spiacenti di

comunicarvi che i servizi di prezzofelice.

it saranno sospesi a partire da giovedì

12 giugno” campeggia sul sito, sotto un

beffardo slogan “Felice lui, felice tu”,

frase che ovviamente ha scatenato su

Facebook le proteste di coloro che ave-

vano appena ordinato l’ultimo ritrovato

in termini di smartphone ad un prezzo

scontatissimo, senza però averlo ancora

ricevuto. Prezzofelice, fondata nel 2010

da Raffaele Giovine, è anche la società

dei figli di secondo letto di Berlusconi,

che detenevano il 40% delle quote: la

colpa, secondo il CDA, sarebbe dell’ex

amministratore delegato Pietro Dore

che ha nascosto il cattivo andamento

dei conti e le problematiche emerse nel-

l’ultimo periodo. La vera causa del falli-

mento di Prezzofelice sembrano però

essere gli smartphone che, grazie al

prezzo super aggressivo, erano il caval-

lo di battaglia dell’azienda: con un solo

fornitore e una vendita praticamente al

costo Prezzofelice si è concentrata trop-

po su un prodotto a basso margine sen-

za riuscire a far fruttare abbigliamento,

turismo e altri settori merceologici che

avrebbero, invece, garantito un certo

guadagno. Anche le campagne pubbli-

citarie, andate in onda sulle emittenti

Mediaset, erano focalizzate su prodotti

a bassissimo margine, spesso tecnologi-

ci, cosa che ha portato al rapido deterio-

ramento dei conti. Non è la prima volta

che Prezzofelice finisce sotto i riflettori:

già negli anni passati era stato denun-

ciato all’antitrust per pratiche commer-

ciali scorrette, con smartphone appena

lanciati venduti sottocosto e misterio-

samente esauriti a pochi secondi dal

lancio dell’offerta, salvo poi essere so-

stituiti con prodotti meno allettanti. Chi

ha comprato su Prezzofelice uno smar-

tphone (a quanto pare sono in tanti) dif-

ficilmente riceverà qualcosa a casa, così

come coloro che hanno in mano coupon

e buoni per ristoranti e hotel: i fornitori

dei servizi, infatti, non li accettano più.

L’unica possibilità è scrivere al supporto

clienti ([email protected]), ma il

rimborso è una ipotesi remota.

MERCATO La società che fa capo per il 40% ai figli di Berlusconi, è stata messa in liquidazione

Prezzofelice chiude: tutta colpa degli smartphoneProtestano i clienti che non hanno ricevuto i loro acquisti e, a quanto pare, sono in tanti

Arrivano le scuse per il venerdì 13 di Wind25 milioni di clienti Wind sono stati colpiti da un blackout totale di 5 ore: l’azienda si scusa ufficialmente e spiega l’accaduto di Emanuele VILLA

Com’è noto, nella giornata di venerdì 13 (guarda caso) i clienti Wind, a prescindere dalla natura e dal tipo di contratto (fisso/mo-bile, consumer/business) hanno dovuto sopportare un blackout totale della durata di qualche ora. In particolare, le prime av-visaglie del problema si sono avute verso le ore 11 e, mentre quasi tutti gli utenti hanno con-fermato la rimessa in servizio verso le ore 16, alcuni hanno dovuto invece attendere fino alla tarda serata per poter tele-fonare, inviare sms e navigare in Internet. A dire il vero, Wind ha comunicato tempestivamente un danno sulla linea, ma senza dare indicazioni precise sui tem-pi di recupero (che poi si sono concretizzati in qualche ora) e, soprattutto, sulle cause del dis-servizio. Parliamo di 25 milioni di utenti, un numero enorme di persone coinvolte in quello che verrà ricordato come il venerdì nero di Wind. In tutto questo, va comunque segnalato il comportamento trasparente dell’azienda, che venerdi è intervenuta più vol-te via tweet per far sapere ai propri clienti di essere attiva in merito (“Abbiamo ancora diffi-coltà generalizzate sulla rete: i nostri tecnici sono a lavoro. Comprendiamo e ci scusiamo per il grosso disagio”), poi nella giornata di domenica ha dira-mato un comunicato stampa in cui, oltre alle scuse del caso e alla definizione del fenomeno come “anomalo, di carattere eccezionale e (soprattutto, ndr) irripetibile”, comunica ai propri utenti le cause del disservizio. A questo indirizzo il comunicato stampa integrale.

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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014

di Emanuele VILLA

Jeff Bezos aveva promesso qualcosa di innovativo,

di bellissimo ma soprattutto di diverso. Diverso dai

soliti smartphone con potenza da vendere, design

sempre più curato ma che, in fondo, fanno tutti le stes-

se cose. E non ci si può stupire che qualcosa di inno-

vativo arrivi proprio da Amazon, dall’azienda che (unica

nella storia recente) ha deciso di prendere Android, di

abbatterlo e ricostruirlo completamente, di mettere al

centro i contenuti, costruirgli uno store ad hoc (d’al-

tronde chi più di Amazon ha esperienza di “store”?) e

di venderlo come strumento d’intrattenimento e non

come concentrato di tecnologia alla ricerca di 1 GHz

più degli altri o di quel GB di memoria extra che farà la

differenza. All’evento di Seattle, attesissimo dalla stam-

pa di tutto il mondo, Jeff Bezos ha inizialmente mostra-

to al pubblico una serie di slide relative alla crescita

esponenziale dei servizi dell’azienda, in particolare di

quel Prime il cui boom è stato la diretta conseguenza

dell’efficienza del servizio, dell’introduzione di funzio-

nalità extra (come Prime Instant Video, che da 5.000

titoli è passato rapidamente a 40.000) e, soprattutto,

della sempre crescente fiducia dei consumatori nei

confronti del marchio Amazon. Bezos sostiene che gli

abbonati a Prime rinnovino sempre perché la qualità

paga, e in più ormai ci sono decine di milioni di utenti

di Kindle Tablet. Inoltre, anche il Fire TV, ultimo nato in

casa Amazon, sta crescendo a ritmo incalzante. Prime

esiste anche in Italia, per quanto i due servizi non siano

paragonabili: mentre il nostro è un abbonamento men-

sile che consente spedizioni illimitate con consegne

in 2-3 giorni lavorativi, in America è più un ecosistema

che un servizio, consente l’accesso a Prime Music, un

database di milioni di brani audio e playlist da ascolta-

re in streaming, a Prime Instant Video, che sostanzial-

mente incarna lo stesso concetto di Prime Music ma è

rivolto a film e serie tv, e a 500.000 eBook.

Ecosistema Amazon che ovviamente è il cuore pul-

sante del prodotto che tutti stavano aspettando: Fire

Phone. Guardando le prime foto,

sembrerebbe avere uno stret-

to rapporto di parentela con

iPhone, ma addentrandoci nel-

le specifiche e nella finalità del

prodotto, le differenze sono

molteplici. Come volevasi di-

mostrare, le caratteristiche

tecniche sono buone, ma

ben lontane da un “effetto

wow”: il display è un 4,7’’

HD IPS, quindi non il top

di gamma a livello tecni-

co (altrove si è già due

passi avanti, prima col

Full HD poi col Quad

HD) ma ugualmente

interessante poi-

ché luminosissimo

MOBILE Amazon presenta l’innovativo smartphone Fire Phone, integrato nell’ecosistema Amazon. Scopriamolo insieme

Amazon Fire Phone vede e riconosce le cose Riconosce oggetti, canzoni, film e offre un sistema di “prospettiva dinamica” grazie a quattro fotocamere frontali

(590 nits), con polarizzazione circolare e dall’angolo

visuale esteso. A livello di pura potenza troviamo un

processore quad core da 2,2 GHz con grafica Adreno

330 e 2 GB di RAM, oltre alla camera principale di alto

profilo, da 13 Megapixel a cinque elementi f/2.0 e con

stabilizzazione ottica; le foto possono essere salvate

su Amazon Cloud Drive (viene offerto spazio illimita-

to) e a livello audio c’è un doppio speaker stereo con

Dolby Digital Plus. Più che le specifiche, ciò che conta

è l’integrazione con l’ecosistema Amazon, che come

abbiamo già detto ormai comprende qualsiasi cosa,

dalla musica in streaming agli eBook, ai film e alle serie

tv. Inoltre, Fire Phone è integrato con i servizi di Fire

TV come Second Screen e supporta ASAP, il servizio

che impara i gusti dell’utente, prevede ciò che questo

vorrà vedere in streaming e lo precarica. Visto che è un

telefono improntato sui servizi, non potevano mancare

Netflix, HBO, Hulu, ESPN e via dicendo, nonostante al

“core” dell’esperienza vi siano quelli di Amazon.

Una Lucciola per riconoscere 100 milioni di cose diverseGiungiamo finalmente all’elemento innovativo: FireFly,

letteralmente “lucciola”, il servizio di cui si parla da mesi

tra congetture e indizi più o meno verosimili. FireFly è

un servizio integrato nel telefono che permette il rico-

noscimento, non solo via fotocamera, di QR Code, co-

dici a barre, indirizzi web, numeri di telefono, ma anche

100 milioni (sì, milioni) di oggetti ed elementi diversi,

offrendo informazioni e, qualora possibile, permetten-

done l’acquisto. Con la musica funziona tipo Shazam,

ma riconosce anche oggetti fisici (alla presentazione,

ne è stato mostrato il funzionamento con un baratto-

lo di Nutella, tra l’altro), opere d’arte mostrandone la

scheda di Wikipedia, insegne e via dicendo.

Bezos parla di una tecnologia di Semantic Boosting

per migliorare il riconoscimento di ciò che viene inqua-

drato e, inoltre, FireFly usa il cloud di Amazon per tutte

le operazioni di computing. Al cloud, FireFly invia solo

le informazioni essenziali per non sprecare banda (da

una foto, per esempio, elimina lo sfondo e invia solo

l’oggetto da analizzare). Morale: con Fire Phone uno

vede un oggetto, gli piace, gli fa la foto e se lo compra

online. Che sia un oggetto “in carne ed ossa”, una can-

zone, un film e via discorrendo: la Lucciola ha tra l’altro

il suo tasto dedicato sul bordo del telefono.

Quattro fotocamere per l’effetto di “prospettiva dinamica”Dimenticate il 3D di qualche anno fa, o il fatto che il

telefono possa scattare immagini 3D: Fire Phone non

fa nulla di tutto ciò. Piuttosto, ha quattro camere frontali

che gli permettono di proporre un’interfaccia utente e

segue a pagina 09

Localizza un luogo e mostra le informazioni, comprese le valutazioni di Yelp.

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torna al sommario 9

MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014

una funzionalità assolutamente innovativa: la prospet-

tiva dinamica. In poche parole: le quattro fotocamere

grandangolari frontali (che agiscono a coppie, ognuna

copre un campo visivo di 120 gradi e sono pure dotate

di raggi infrarossi), tengono traccia, istante per istante,

della posizione degli occhi e del viso dell’utente rispet-

to al telefono e propongono un quadro che tiene con-

to della prospettiva di visione. Spostandosi, cambia la

prospettiva e il quadro si sposta in modo fluido e natu-

rale, generando un vero e proprio effetto 3D.

È quindi una combinazione di hardware (le fotocamere

frontali) e software, un meccanismo che arriva ad ag-

giornamenti fino a 60 fps per seguire la posizione del

viso e offrirgli una vera e propria visione prospettica di

quanto vi è sullo schermo. Nelle intenzioni di Amazon,

la prospettiva dinamica non è solo un esercizio di stile:

nelle mappe, per esempio, modificando la posizione

del telefono rispetto ai propri occhi cambia automatica-

mente la prospettiva degli edifici, e a seconda di come

si pone l’utente gli sviluppatori possono decidere di

mostrare solo alcuni layer, ovvero solo alcune informa-

zioni (è l’effetto dell’immagine di cui sopra: inclinando il

telefono cambia la prospettiva di visione e vengono vi-

sualizzare informazioni aggiuntive). È quell’effetto che

Amazon voleva trasmettere nel suo teaser, un effetto

che è molto difficile da descrivere a parole e che bi-

sogna vedere per capire al 100%: quando lo vedremo

in azione, ne valuteremo l’efficacia pratica. Ed è vero,

come sostiene qualche commentatore d’oltreoceano,

che siamo solo agli albori: se anche oggi la prospettiva

dinamica può sembrare un “di più” di limitato valore,

con una community di milioni di sviluppatori attivi sul

fronte, sarà senz’altro possibile ottenere risultati tan-

to affascinanti quanto utili. Uno di questi è già stato

mostrato: sfogliare le pagine del Washington Post

semplicemente inclinando il telefono; non che non sia

MOBILE

Smartphone Amazon Fire Phonesegue Da pagina 08

Basta premere il pulsante FireFly sullo smartphone per identificare film, musica, oggetti e molto altro ancora.

già possibile, ma pare che col metodo 3D di Amazon

il risultato sia estremamente preciso e fluido. Staremo

a vedere. Fire Phone è al momento previsto in uscita

solo in USA, a 199 $ con piano AT&T (649 $ senza pia-

no) nella versione da 32 GB di storage e con 12 mesi

di Prime incluso. Tutto sta, a questo punto, ad essere

capaci di attendere…

di Roberto PEZZALI

S arà di 599 euro il prezzo di listi-

no dell’ultimo gioiellino Nokia, il

Lumia 930. Presentato ufficial-

mente, lo smartphone con Windows

Phone 8.1 sarà disponibile a partire da

luglio, seguendo quindi il debutto dei

fortunati Lumia 630 (leggi la prova completa) e Lumia 635 dotati già del

nuovo sistema operativo Microsoft.

Il Lumia 930 è il nuovo top di gamma

Nokia (o Microsoft) e come i modelli

precedenti integra tutte le più evolute

tecnologie Nokia in campo mobile, dal

PureView per le foto alla ricari-

ca wireless con caricabatterie,

questa volta incluso.

Il Lumia 930, che abbiamo avu-

to modo di toccare con mano,

giustifica il suo prezzo comun-

que elevato con una scocca in

alluminio rivestita, per dare un

tocco di colore, con il classico

pannello in policarbonato sul

retro.

Lumia 930 può contare, inol-

tre, su uno schermo OLED Full

HD con Gorilla Glass 3, su un

processore Snapdragon quad

core da 2.2 GHz e ovviamente

di connettività LTE. Con 2 GB di

RAM (32 GB di memoria interna) le pre-

stazioni dello smartphone Nokia 930

ci sono sembrate davvero ottime, an-

che perché l’hardware è pari a quello

di un top di gamma Android ma come

sappiamo Windows Phone è molto più

leggero e snello del sistema operativo

di Google. Quattro le colorazioni in cui

MOBILE Prestazioni ottime anche grazie all’integrazione del sistema operativo Windows Phone 8.1, completo e “leggero”

Nokia Lumia 930 arriva a luglio. Un gioiellino da 599 €Top di gamma Microsoft Mobile per la prossima stagione. Colorato con scocca in alluminio, schermo OLED Full HD e PureView

Lumia 930 sarà disponibile: arancio,

nero, verde e bianco, anche se for-

se l’arancio e il verde sono quelli più

caratteristici che colpiscono di più. A

bordo Windows Phone 8.1, un sistema

rivoluzionato e completissimo: tutte le

novità della nuova release sono state approfondite in questo articolo.

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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014

di Emanuele VILLA

Tutto come da previsione. Samsung

ha concluso il suo evento “Premiere”

di New York, dove il grande annun-

cio è stato Galaxy Tab S, il nuovo tablet

top di gamma che entra direttamente in

competizione con i riferimenti del setto-

re, iPad in primis.

Tutto confermato, dicevamo: Galaxy Tab S

uscirà in America prima dell’estate e do-

vrebbe arrivare anche da questa parte

dell’oceano a luglio; sarà disponibile in

due versioni, da 8,4’’ e 10,5’’ a seconda

delle esigenze ed entrambe disponibili

in versione Wi-Fi o con (anche) connet-

tività cellulare 3G/LTE. In attesa di una

conferma da parte dell’azienda, si voci-

fera di un prezzo al pubblico di 399 euro

e 499 euro per le due versioni Wi-Fi e di

100 euro in più per quelle con connetti-

vità cellulare.

Confermato anche il fatto che, nono-

stante i due apparecchi abbiano (ovvia-

mente) un look diverso, le caratteristiche

tecniche sono analoghe. Partiamo con

il display, che è il fiore all’occhiello del

prodotto: entrambi i Galaxy Tab S dispor-

ranno di un display AMOLED in formato

16:10 con risoluzione WQXGA, ovvero

2.560 x 1.600, con tre preset a secon-

da della modalità di visione; troviamo,

infatti, Amoled Cinema, Amoled Photo e

Basic. Tra i dati di targa del display trovia-

mo un rapporto di contrasto di 100.000:1

e una copertura di più del 90% dello

spazio colore RGB. Altre caratteristiche

fondamentali sono innanzitutto il design,

classico ma con un peso di 465 grammi

(versione Wi-Fi) e 6,6 mm di spessore

per la versione da 10,5’’ e di 294 grammi

e 6,6 mm per quella più piccola. Dentro

troviamo 3 GB di RAM con 16 o 32 GB

di storage rigorosamente espandibili via

micro SD (fino a 128 GB), la batteria da

7.900 mAh (per la versione da 10.5’’) e da

4.900 mAh (per la versione da 8,4”), con

capacità di riproduzione di 11 ore conse-

cutive di video 1080p. Il processore sarà

il già citato Exynos 5 Octa (1,9 GHz + 1,3

GHz), ma è prevista anche la variante do-

tata di Snapdragon 800 a 2,3 GHz. No-

tevole, per essere un tablet, il comparto

fotografico, con una camera principale

da 8 Megapixel e quella frontale da 2,1

Megapixel con capacità di ripresa Full

HD. Entrambi i modelli disporranno di

un lettore Fingerprint, derivato diretta-

mente da Galaxy S5, e sono ovviamente

basati su Android 4.4 KitKat, con diverse

app e servizi preinstallati. Sotto questo

profilo, Samsung segnala che, grazie ad

accordi con oltre 30 aziende che si oc-

cupano di sviluppo di contenuti mobile,

Galaxy Tab S dispone di alcuni servizi

esclusivi, tra cui tre mesi gratis di Marvel

Unlimited per accedere al catalogo di

15.000 fumetti e Kindle for Samsung per

ricevere un libro gratis al mese. Clicca

per vedere l’elenco di servizi previsti,

con la premessa che non tutti potrebbe-

ro essere disponibili anche in Italia.

MOBILE Look diverso per i due modelli ma caratteristiche tecniche analoghe e Fingerprint

Galaxy Tab S, il tablet senza compromessiPresentato a New York, il tablet top di gamma con schermo AMOLED da 2.560 x 1.600 pixel Sono previste due versioni, da 8,4’’ e 10,5 pollici, in arrivo sul mercato italiano entro l’estate

di Paolo CENTOFANTI

Apple ha annunciato un programma

di sostituzione per l’alimentatore

USB venduto insieme agli iPhone

3GS, iPhone 4 e iPhone 4S. L’alimenta-

tore per il mercato europeo “in rari casi”

potrebbe, infatti, surriscaldarsi tanto da

compromettere la sicurezza degli utenti. Il

richiamo dell’alimentatore prevede la so-

stituzione gratuita per tutti gli utenti pres-

so gli Apple Store, i rivenditori autorizzati

o i negozi degli operatori telefonici che of-

frono iPhone in Italia. La sostituzione con

il nuovo modello esente da difetti inizierà

il 18 giugno e tutto quello che occorrerà

fare sarà recarsi in un punto vendita con

l’alimentatore e il proprio iPhone, visto

che per la sostituzione verrà presa nota

del numero di serie. Ulteriori informazioni

sul richiamo e l’operazione di sostituzio-

ne si possono trovare alla pagine ufficiale

dell’avviso: http://www.apple.com/it/sup-port/usbadapter-european/.

MOBILE La causa è un difetto che porta al surriscaldamento. Cambio gratuito dal 18 giugno

Apple sostituisce l’alimentatore di iPhone 3GS, 4 e 4SL’alimentatore A1300 venduto in bundle con gli iPhone dal 2009 al 2012 viene cambiato

Triplicato il numero di app su Amazon AppShopAmazon, presentato il suo smartphone, dichiara che le app di App Shop sono passate da 80.000 a 240.000 in un anno. Raddoppiato anche il numero di sviluppatori

di Emanuele VILLA

Dopo aver presentato il suo primo smartphone (che promette fun-zionalità innovative), Amazon ha diffuso un comunicato stampa in cui annuncia che il suo Appstore (App-Shop in Italia) è letteralmente triplicato nell’ultimo anno, passan-do da 80.000 a 240.000 app e di-ventando così sempre più influente nel mondo mobile. Nel comunica-to, Amazon parla non solo dell’au-mento esponenziale di volume di app (3x rispetto allo scorso anno), ma anche del fatto che i propri Coin stanno diventando sempre più popolari e che il numero di nuovi sviluppatori che entrano nel mondo Amazon è quasi raddop-piato rispetto allo scorso anno. Lo stesso comunicato cita uno studio di IDC secondo cui il ritorno eco-nomico per gli sviluppatori di App è almeno pari (ma spesso superio-re) rispetto a quello offerto dalle piattaforme concorrenti, ovvero in particolare AppStore di Apple e Play Store di Google; il 65% degli sviluppatori ha comunicato che il proprio ricavo totale è lo stesso o superiore rispetto a quello delle altre piattaforme, ma soprattutto il 76% degli sviluppatori indica che la piattaforma Kindle Fire li ha aiu-tati a raggiungere nuovi segmenti di mercato, ampliando considere-volmente il proprio target e otte-nendo così nuove opportunità di business.

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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014

Microsoft verso lo smartphone con 1 settimana di autonomiaLa divisione ricerca e sviluppo di Microsoft sta studiando diversi metodi per migliorare l’autonomia dei device portatili

di Massimiliano ZOCCHIArrivare a sette giorni di autonomia senza mai ricaricare, senza batterie di scorta e senza l’aiuto di battery pack o mini-pannelli fotovoltaici. Questo l’obiettivo da raggiungere per il dipartimento di ricerca Mi-crosoft: focus sulle batterie degli smartphone, ma più avanti anche per altre applicazioni. È quanto è emerso durante il MIT Digital Sum-mit in San Francisco. La ricerca è stata focalizzata su due aspetti: ri-durre al minimo gli sprechi e la di-spersione di energia, e ottimizzare il software per ridurre i consumi. Per il primo aspetto Microsoft ha pensato a una batteria composta da due unità al litio. Prendendo spunto un po’ dal funzionamento dei processori ARM multi core, in questa batteria troviamo un’unità principale che eroga corrente in modo massiccio quando il carico di lavoro lo richiede, e una seconda unità che invece mantiene lo stato di stand-by e le funzioni minime in assenza di richieste esose. Se-condo Ranveer Chandra, questo meccanismo aiuterebbe non poco a risparmiare energia dispersa sot-to forma di calore. Sul lato softwa-re, invece, gli uomini di Redmond stanno lavorando a “E-Loupe”, una tecnologia capace di identificare le applicazioni che consumano più batteria e di controllarle me-glio, fino a congelarle quando non sono utilizzate dall’utente. Al momento il traguardo dei sette giorni è lontano, ma Microsoft di-chiara che tramite i primi prototipi ha già raggiunto miglioramenti tra il 20 e il 50% dell’autonomia. Nei piani futuri dell’azienda c’è anche la possibilità di adattare il software per essere utilizzato in altri settori, come, ad esempio, quello delle vetture elettriche.

di Emanuele VILLA

Chili, noto servizio di video on de-

mand, ha annunciato il rinnova-

mento della propria app Android,

un cambiamento totale e pensato per

rendere l’esperienza utente più sempli-

ce e appagante.

Parliamo di rinnovamento estetico, quin-

di, e di contenuti, mentre le funzionalità

restano le stesse della precedente ver-

sione. Ciò nonostante, Chili è già al la-

voro su alcune funzionalità che verran-

no rilasciate a breve: per esempio, tra

un mese sarà possibile navigare anche

nel catalogo delle serie TV, acquistan-

dole o noleggiandole (oggi è possibile

lo streaming e il download delle serie

TV acquistate via PC e TV), mentre è

prevista nel prossimo futuro anche la

compatibilità Chromecast. Per quanto

concerne le funzionalità già disponibili,

segnaliamo la navigazione nel catalogo

di oltre 3.000 film, con tanto di acqui-

sto, noleggio e streaming degli stessi,

lo scaricamento del film per la fruizione

offline, lo streaming e il download delle

serie TV (acquistate dal sito o dalla TV)

e funzionalità WatchON su tutti i device

Samsung. La nuova app di Chili è già

disponibile su Google Play e a breve lo

sarà anche su Samsung Apps e Ama-

zon Store.

MOBILE Non è un segreto che Samsung stia lavorando alla versione “compatta” del suo top di gamma

Samsung Galaxy S5 mini è quasi pronto al debuttoAlcune immagini leaked su SamMobile.com mostrano S5 mini insieme al fratello maggiore

di Massimiliano ZOCCHI

Q ualche settimane fa era spuntata

una prima immagine rubata del

presunto Galaxy S5 mini. Il sito

SamMobile.com mostra un reportage

completo di foto leaked di quello che

sembra in effetti il modello mini del top

di gamma Samsung Galaxy S5. Stesso

design del modello più grande, anche

per quanto riguarda la parte posteriore

con la cover puntinata che tanto ha fat-

to discutere.

Non ci sono ancora comunicati ufficia-

MOBILE L’app è già disponibile su Google Play e a breve lo sarà su Samsung Apps e Amazon

Rinnovamento per l’app Android di ChiliUser experience rivista e nuove funzionalità, tra cui Chromecast e il catalogo delle serie TV

li da parte di Samsung ma i ragazzi di

SamMobile sono sicurissimi di quelle

che saranno le specifiche tecniche,

che come al solito per la versione mini

sono riviste un po’ verso il basso: pro-

cessore Exynos quad core con archi-

tettura Cortex A7 da 1,4 GHz, 1.5 GB

RAM, GPU Mali 400, 16 GB di storage

oltre alla solita micro SD, fotocamera

principale da 8 Megapixel e frontale

da 2.1. Il tutto racchiuso nella classica

scocca di policarbonato con display da

4.5 pollici Super Amoled con risoluzio-

ne 720p. Tutto

il resto rimane

invariato rispet-

to al Galaxy S5,

compreso il let-

tore di impron-

te digitali, il

sensore per il

battito cardiaco

e anche la cer-

tificazione IP67,

tra l’altro senza

l’uso di flap di gomma a protezione

della presa micro USB. Non potevano

mancare le consuete schermate dei

più noti benchmark, che sembrano

confermare le specifiche citate. Imma-

gini e informazioni molto dettagliate

dunque, ma trattandosi di rumor dob-

biamo sempre prenderle con le pin-

ze. Al momento l’unica informazione

mancante è una data di rilascio. Manca

poco all’evento Samsung Galaxy Pre-

mière 2014, ma pare che in quest’oc-

casione verrà presentato solo il tablet

Galaxy Tab S.

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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014

MOBILE Affiancare due app nello screen di iPad si può

Prove di multitasking per iPad In un video la dimostrazione

di Andrea ZUFFI

N ei mesi immediatamente prece-

denti la presentazione di iOS 8 si

sono susseguiti vari rumor sulle

novità che sarebbero state introdotte

da Apple. Una delle voci era relativa

alla possibilità che su iPad si sarebbe

potuta ridimensionare la schermata per

ottenere un multitasking con più qua-

dranti visibili contemporaneamente. Stando a un video divulgato, lo sviluppato-

re Steve Troughton-Smith (sempre intento ad armeggiare con ogni nuova riga di

codice iOS) sembrerebbe aver trovato riscontro di questa feature di split-screen.

Il video mostra su un simulatore con orientazione landscape come sia possibile,

tramite uno swipe a due dita, modificare le dimensioni della schermata visibile

lasciando così spazio alla possibilità di aprire due app da utilizzare in contempo-

ranea. La sequenza in realtà mostra solo il ridimensionamento al 75%, 50% o 25%,

non dando evidenza di una seconda

applicazione veramente “up and run-

ning”. Questa feature di sicuro interes-

se, peraltro già presente nel Surface di

Microsoft, rimane al momento solo una

porzione di codice in fase di sviluppo,

che potrebbe non vedere la luce con

il primo rilascio ma rappresentare una

delle chicche pronte a giustificare una

versione 8.1 di iOS.

MOBILE

Vodafone spinge sul 4G con copertura e promozioniVodafone Italia ha annunciato un’im-portante accelerazione nell’esten-sione della copertura LTE nel resto di Italia. Come parte degli investimenti Spring sulle proprie infrastrutture (3,6 miliardi di euro), Vodafone a partire da giugno ha acceso il 4G in 100 nuovi comuni ogni mese, fino ad arrivare a una copertura del 90% della popolazione entro il 2016. Oggi sono 300 i comuni coperti dall’LTE Vodafone ed entro fine anno arri-veranno a 1.000, per toccare quota 1.500 a marzo 2015. In concomitanza con l’allargamento della copertura LTE, Vodafone lancia anche una nuo-va tariffa promozionale per spingere la scoperta e l’utilizzo del 4G tra i suoi utenti. La nuova promozione di chia-ma Giga Summer e consente ai clienti Vodafone di avere per i tre mesi estivi 2 Gigabyte di traffico al mese su rete LTE, al costo di 9,90 euro una tantum. La promozione è sottoscrivibile con qualsiasi SIM Vodafone, anche quelle con solo piano vocale attivo. L’offerta è attivabile fino al 30 giugno 2014.

Galaxy Note 4 avrà un display da 5,7’’ Quad HDMancano un paio di mesi alla presentazione di Galaxy Note 4, ma parrebbe già sicura (o quasi) la presenza del display da 5,7’’ Quad HD e del processore Snapdragon 805 di Emanuele VILLA

Considerando la timeline seguita da Samsung per l’introduzione di nuovi device, non ci stupiremmo di vedere un Galaxy Note 4 come protagonista del prossimo IFA di Berlino. Del tutto naturale, quindi, iniziare ad assistere ai primi leak di informazioni e rumor da ogni par-te del globo. Uno di questi indica che Samsung non “ingrandisce” ulteriormente il display, puntando al suo posto su un incremento di

qualità. Parliamo dunque di un di-splay da 5,7’’ con risoluzione Quad HD (2.560x1.440 pixel) allineata con quella dei top di gamma della prossima generazione, cui LG G3 è il precursore. Display Amoled ultradefinito, design come sempre sottile e leggero, ma per il momen-to non si parla di versioni in allumi-nio o affini (in attesa del “famoso” S5 Prime di cui si parla da mesi ma che ancora non si vede all’orizzon-te); presumibilmente, Samsung confermerà il look del Galaxy S5, che infatti ha riproposto anche sui nuovi tablet, i Galaxy Tab S. Un po’ presto per le specifiche tecniche, ma avremo quasi sicuramente la medesima gamma di sensori di S5, un processore Snapdragon 805 per non rischiare rallentamenti su un display così definito, 3 GB di RAM, 16 Megapixel di fotocamera con probabile stabilizzatore ottico, certifica IP67 e lettore di impronte.

di Paolo CENTOFANTI

U no dei migliori programmi per la ge-

stione di account e password sbar-

ca anche su Android. 1Password di

Agile Bits diventa così multi piattaforma,

con la versione per Android che va ad af-

fiancarsi a quella già disponibile per PC,

Mac e dispositivi iOS. L’app non solo me-

morizza i nostri account già esistenti, ma

suggerisce anche nuove password robu-

ste e permette di memorizzare anche i

dati di carte di credito per l’inserimento

automatico sui siti di e-commerce, il tutto

protetto da un’unica password. I dati me-

morizzati all’interno di 1Password sono

protetti con crittografia AES a 256 bit e

le password possono venire sincronizza-

te tra le varie istanze dell’app su diversi

dispositivi via Dropbox. Per presentare

l’app anche agli utenti Android, Agile Bits

ha deciso di distribuire 1Password gratui-

tamente sul Play Store fino ad agosto,

dopo l’app sarà accessibile in sola lettura

e occorrerà acquistare la versione com-

pleta. Attualmente l’app ha un costo di

15,99 € su iOS e 50 dollari su Windows,

quindi probabilmente non sarà economi-

ca neppure su Android a regime.

MOBILE L’applicazione memorizza gli account esistenti e suggerisce nuove robuste password

1Password disponibile anche per AndroidIl pratico password manager diventa completamente multi piattaforma. Gratis fino ad agosto

1Password

Split screen su iPad

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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014

Android Wear punta tutto sulla semplicitàIn un video, Timothy Jordan di Google spiega come funziona Android Wear per i dispositivi portatili di V. R. BARASSI

Timothy Jordan di Google ci in-troduce in Android Wear, variante di Android che presto vedremo operare su diversi dispositivi indossabili (attualmente tutto è focalizzato sugli smartwatch) sviluppati da terze parti come Motorola e LG. Secondo Google, oggi passiamo troppo tempo ad estrarre lo smartphone dalla tasca e controllare le varie noti-fiche, operazioni che potranno essere svolte in meno tempo e in modo “smart”, senza di fatto estraniarsi da ciò che ci circonda. Tutto questo grazie, ovviamente, ad Android Wear.Google ci dà anche un assag-gio dell’interfaccia standard di Android Wear, che non sarà una versione “in piccolo” del drawer per le app dello smartphone ma qualcosa a sé: semplice, intuitiva, smart e interattiva. Si potrà par-lare al dispositivo e il dispositivo potrà parlare con l’utente; tutto sarà sempre sotto controllo e con un paio di tap e slide si potrà cer-care ogni tipo di informazione.Qualche indicazione anche per gli sviluppatori: il sistema delle notifiche è praticamente stan-dard e non ci sarà bisogno di fare nulla per rendere compatibili queste con la propria applicazio-ne. Qualche linea di codice in più sarà necessaria se si vogliono sfruttare alcune funzionalità ex-tra, ma Google assicura che il tut-to sarà estremamente facile.

di Roberto PEZZALI

L ascia lo smartphone in tasca e lui

si ricarica: l’ultima frontiera del

wearable sono i pantaloni dise-

gnati per Microsoft e Nokia da Adrien

Sauvage, uno stilista e designer che ha

presentato i primi pantaloni in grado

di caricare senza fili uno smartphone

una volta infilato in tasca. Un’idea nata

in collaborazione con Microsoft, e non

è un caso infatti che lo smartphone

ricaricato sia un Nokia Lumia: Adrien

Sauvage ha smontato e integrato in

una delle tasche frontali dei pantaloni

un caricatore wireless Nokia DC50.

Tutto bello, anche se il costo dei pan-

taloni è decisamente elevato (340 $) e

qualche dubbio da chiarire ancora c’è:

che i pantaloni non possano essere la-

vati, sempre che il dispositivo non sia

stato isolato, è abbastanza chiaro ma

non si capisce neppure dove venga

presa l’energia per la ricarica. Il carica-

tore Wireless Nokia DC50, infatti, deve

essere in qualche modo alimentato, e

utilizzare un battery pack nei pantalo-

ni sarebbe davvero poco efficace vi-

sta anche la dispersione della ricarica

wireless e il peso. “È stato difficile la-

vorare con la tecnologia”, - ha afferma-

to Sauvage - “anche perché abbiamo

dovuto fare i conti con la dispersione

del calore, all’inizio chi indossava i

pantaloni si sentiva come all’interno di

una sauna”.

MOBILE È possibile che una versione con caratteristiche analoghe arrivi in Europa e Stati Uniti

Samsung Galaxy S5 LTE-A “super” arriva in CoreaIl nuovo modello rinnova anche il comparto hardware: Snapdragon 805 e display WQHD

di Emanuele VILLA

A giudicare dai rumor, notizie e an-

nunci degli ultimi mesi, sembra

proprio che molti si aspettassero

di più (a livello tecnico) dal Galaxy S5

di Samsung. Appena uscito non fece

gridare al miracolo causa dell’eccessiva

- a detta di molti - somiglianza con l’S4,

poi si iniziò a parlare di una versione

Prime con cover in alluminio, infine di

MOBILE Costeranno 340 dollari e saranno in vendita su Amazon. Funzioneranno davvero?

La ricarica wireless è integrata nei pantaloniDalla collaborazione tra Nokia, Microsoft e lo stilista Sauvage arrivano i pantaloni che ricaricano

un Galaxy F e via dicendo. L’annuncio di

questi giorni, sebbene (al momento) li-

mitato al mercato coreano, suona come

una prima risposta ufficiale a tutti questi

rumor: Samsung ha presentato Galaxy

S5 LTE-A, un modello che, nonostante

sia finalizzato al supporto per la rete

LTE Advanced coreana a 225 Mb/s di

banda, rinnova un po’ tutto il compar-

to hardware del telefono: sì, perché

nonostante il display continui a esse-

re un 5.1 pollici, ora la risoluzione è da

2.560 x 1.440 (WQHD) con un valore di

PPI molto elevato, pari a 576. Non plus

ultra anche il processore: si passa dal-

l’attuale Snapdragon 801 di Qualcomm

a uno Snapdragon 805 da 2,5 GHz

che, a dispetto della vicinanza numeri-

ca, rappresenta un vero e proprio salto

generazionale grazie anche alla GPU

Adreno 420. Nessuna variazione di ri-

lievo per quanto concerne il design e

la dotazione di memoria di storage, che

però in questo caso parte da 32 GB,

mentre la RAM, complice il nuovo SoC

e un display più “oneroso” in termini di

potenza, passa da 2 a 3 GB. Identica la

batteria, da 2800 mAh, e nessuna va-

riazione di rilievo sul sistema operativo,

che è Android KitKat con personalizza-

zione TouchWiz. Possibile (probabile?),

che una versione dotata di caratteristi-

che analoghe diventi sul serio il Galaxy

S5 “Prime” per Europa e Stati Uniti: ma

c’è ancora da attendere.Android Wear

“Energia wireless in tasca, co-moda ma pochi si fidano”

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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014

Auto elettrica Tesla regala i suoi brevettiI brevetti accumulati da Tesla in questi anni nello sviluppo delle sue auto elettriche sono disponibili gratuitamente per tutti coloro che vorranno produrre i propri autoveicoli basati sulle tecnologie Tesla di Paolo CENTOFANTII

Sono queste giornate importanti per il mercato delle auto elettri-che. Elon Musk, il giovane im-prenditore e fondatore di Tesla Motors, infatti, ha deciso di ren-dere “open source” tutti i brevet-ti relativi alle tecnologie svilup-pate dall’azienda nello sviluppo delle proprie auto elettriche. Si tratta di una mossa che punta a scuotere il mercato, incentivan-do altri costruttori a iniziare a sviluppare auto completamen-te elettriche, anche utilizzando quanto già sviluppato da Tesla Motors. In un appassionato mes-saggio sul blog aziendale, Elon Musk ha ribadito come la mis-sion principale di Tesla sia quella di mandare in pensione una vol-ta per tutte il motore a scoppio, ma per farlo occorre che anche altre aziende entrino con mag-giore impegno sul mercato. In questa ottica, proteggere con dei brevetti le tecnologie che potrebbero accelerare la produ-zione di veicoli elettrici efficienti non sarebbe la strada giusta secondo Musk, da qui la scelta di “donare” a tutti il patrimonio di know-how acquisito in questi anni da Tesla. La sfida è lancia-ta, ma davvero le auto a benzina hanno i giorni contati?

di Roberto PEZZALI

C reative Cloud cambia ancora: gli

oltre due milioni di abbonati al

servizio Adobe possono ora ag-

giornare interamente la suite per avere

accesso ai nuovi programmi creativi

che Adobe ha sviluppato per questa

release. Creative Cloud, ricordiamo, è

il nome che Adobe ha dato a quella che

fino a pochi anni fa era la Creative Sui-

te, un gruppo di programmi votati alla

creatività che includono anche i noti

Photoshop, Premiere, Illustrator, Audi-

tion e After Effects (in tutto sono 14).

La nuova soluzione Adobe rappresenta

un po’ una chiusura del cerchio rispetto

a quanto fatto fino ad oggi ma anche

una apertura di nuove strade, che pas-

sano inevitabilmente tra mobile, cloud

e hardware. Le novità principali sono

sicuramente gli strumenti che fino ad oggi erano conosciuti come “Project Napoleon”: Adobe Ink e Adobe Slide,

rispettivamente una penna e un righel-

lo digitale, permettono di trasformare

l’iPad in una tavola da disegno profes-

sionale con possibilità di gestire pro-

spettiva, disegni tecnici oppure sempli-

ci disegni artistici.

Ink è in alluminio, utilizza la tecnologia

Adonit Pixelpoint e permette con il ta-

sto di accedere ai profili personali del

creativo memorizzati sul proprio ac-

count Adobe. A complemento di Ink e

Slide, che verranno venduti in kit a 199

euro, Adobe ha preparato una serie di

nuove app (solo iOS) che non hanno

bisogno necessariamente dei due stru-

menti per funzionare, Adobe Sketch e

Adobe Line.

Se Sketch è una app per iPad per rea-

lizzare schizzi e disegni di forme libere

(ce ne sono però tante), Adobe Line è

la prima app al mondo per il disegno

e la scrittura di precisione su iPad. In-

teressante anche Photoshop Mix, una

app per iPad che permette di mesco-

lare immagini ritagliando elementi e

incollandoli su altre foto alla quale

sono state aggiunte potenti funzioni

come il Content Aware Fill e Camera

Shake Reduction, strumenti presenti su

Photoshop per desktop. Adobe in que-

sto caso sfrutta il cloud per ovviare alle

performance non eccellenti dell’iPad

con carichi di lavoro così complessi: la

foto è inviata al server cloud per la ridu-

zione del mosso e il server, dopo averla

elaborata, restituisce diverse versioni

processate in remoto.

Adobe però non si ferma qui: nei pros-

simi mesi sarà disponibile per gli svilup-

patori l’SDK completo per sfruttare sia i

servizi cloud sia l’hardware, che potrà

così dialogare anche con applicazio-

ni di terze parti. Le novità di Creative

Cloud si allargano anche al desktop,

ma ovviamente la parte hardware e mo-

bile è quella più interes-

sante e anche in eviden-

za: nel corso dell’anno

le applicazioni classiche

sono state costantemen-

te aggiornate e le nuove

versioni racchiudono un

po’ gli annunci fatti da

Adobe in occasione di

manifestazioni come il

NAB, la fiera del video

professionale per eccel-

lenza. Adobe ha comun-

que annunciato che, oltre

FOTOGRAFIA Per accedere alle tante novità di Adobe è necessario aggiornare la suite

Adobe lancia la sua nuova Creative Cloud Nuove app e arriva anche un kit hardwareAlle app desktop si aggiunge un kit con righello e penna oltre alle nuove app mobile

ad aver migliorato radicalmente le pre-

stazioni delle app, ha anche aggiunto

una serie di funzionalità molto richie-

ste. In Photoshop CC sono presenti ad

esempio novità per i fotografi, come gli

effetti di motion Blur Gallery che crea-

no una sensazione di movimento; Fo-

cus Mask, che fa risaltare i ritratti con

scarsa profondità di campo, le nuove

funzioni Content-Aware e il nuovo stru-

mento Perspective Warp che è in gra-

do di aggiustare la prospettiva di una

parte specifica di un’immagine senza

distorcere l’area circostante. Photo-

shop è stato anche rivisto per assicu-

rare un’esperienza d’uso più reattiva

sui dispositivi Windows 8 Touch come

Microsoft Surface Pro 3. Per quanto ri-

guarda Premiere la novità principale è

l’integrazione di alcune librerie di After

Effects che permettono funzioni video

evolute sulla timeline, come i Live Text

Templates e Masking and Tracking,

ovvero la possibilità di applicare il

tracking a un effetto senza passare dal

più evoluto programma di video com-

positing. Ogni applicazione Adobe ha

subìto molte migliorie, ma ovviamente

non è questo l’ambiente per descriver-

le minuziosamente.

Interessante anche il piano destinato ai

fotografi: quello che fino ad oggi era una trial diventa ora un piano fisso,

12,29 euro al mese per Photoshop CC

e Lightroom, due strumenti indispensa-

bili per il fotoritocco e lo sviluppo dei

file RAW. L’accesso al piano dà diritto

ovviamente anche allo spazio cloud

e alle app per iPad e iPhone di Li-ghtroom, sincronizzabili con l’applica-

zione desktop.

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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014

di Michele LEPORI

P anasonic potrebbe aver presen-

tato con la Lumix FZ1000 la solu-

zione ideale per unire prestazioni

e praticità. La nuova Lumix FZ1000 alza

l’asticella sul curriculum delle ultrazoom

avvicinandole alle sorelle maggiori DSLR:

montati su questo body, dove il family

feeling con l’ammiraglia GH4 è eviden-

te, troviamo infatti un generoso sensore

CMOS da 1” e 20 MP di risoluzione: le

notevoli dimensioni del sensore vanno di

pari passo con quelle dei suoi fotodiodi

che sono quindi in grado di assorbire più

luce e garantire risultati migliori rispetto

alle compatte.

Non dimentichiamo poi che la lente mon-

tata sulla FZ1000 è Leica, che questa vol-

ta installa un 25-400 f/2,8-4,0 con zoom

ottico 16x in grado di compensare tanto

le curvature della focale grandangolare

quanto le aberrazioni cromatiche “a tut-

to tele”. Sotto il versante software, è da

segnalare come Panasonic abbia riscritto

dalle basi il proprio Venus Engine: sulla

Lumix FZ1000 troviamo prestazioni netta-

mente migliorate in termini di resa croma-

tica, mentre sull’acquisizione immagine

il nuovo filtro rumore riduce eventuali

FOTOGRAFIA Tra le specifiche, in primo piano il sensore CMOS da 1” e 20 MP di risoluzione

Panasonic FZ1000, la prima bridge 4KL’azienda di Osaka presenta la prima unione tra una vera fotocamera DSLR e una ultrazoom Ciliegina sulla torta della Lumix FZ1000, la possibilità di riprendere filmati in qualità 4K

disturbi e - trattando il segnale sulla base

dell’apertura focale - il Venus Engine

elabora dettagli fini come ad esempio i

capelli a frequenze molto più alte.

Una fotocamera che riprende in Full

HD ormai è quasi una non-notizia, ecco

perché la FZ1000 vuole far parlare di sé

sotto l’aspetto video poiché è la prima fo-

tocamera “compatta” in grado di ripren-

dere filmati in qualità 4K (3840x2160) a

25 fps ma anche nel “normale” Full HD

(1920 x 1080), stavolta però a 100 fps: la

capacità di riprendere tanto in MP4 quan-

to in AVCHD è pensata per permettere

facilità di esportazione e lavorazione dei

progetti mentre l’accoppiata sensore

e ottica Leica, supportata da 7 opzioni

di messa a fuoco (Full Area, 49-Area, 1-

Area, PinPoint, Low Light, Focus Peaking

ed Eye Detection) e stabilizzazione ottica

su 5 assi (Hybrid 5-axis Optical Image

Stabilization), intende garantire risultati

ottimali per ogni scena e in ogni condi-

zione, anche in precario equilibrio.

Panasonic annuncia la disponibilità sul

mercato italiano per agosto ma non si

hanno ancora indicazioni precise sul

prezzo. Indicativamente, sul mercato

americano la Lumix FZ1000 è proposta

a 899 dollari.

FOTOGRAFIA Per ora è un prototipo, ma la mass production potrebbe non essere lontana

Da Sony un sensore curvo simile all’occhio umanoIl sensore Sony promette fotocamere più semplici e migliore resa in condizioni di poca luce

di Roberto PEZZALI

Sony ha realizzato una serie di sen-

sori ispirati alla superficie interna

dell’occhio sfruttando una partico-

lare macchina capace di curvare la su-

perficie dei sensori rendendola conves-

sa. Il risultato è stato esposto nel corso

di un simposio alle Hawaii da Kazuichiro

Itonaga, ingegnere di Sony, che ha de-

lineato i vantaggi di un sensore curvo

rispetto a uno piatto di tipo tradizionale,

focalizzandosi sulla migliore efficacia nel

catturare la luce. Come succede all’inter-

no dell’occhio umano, con un sensore

curvo la luce impatta in modo ortogona-

le sui fotodiodi periferici, permettendo di

sfruttare al meglio tutta la superficie. Un

sensore curvo, secondo Sony, è 1.4 volte

più sensibile di uno tradizionale al

centro e due volte più sensibile ai

bordi, oltre ad avere migliori perfor-

mance in termini di rumore grazie a

una riduzione del gap tra i diversi

fotoricettori e un abbassamento

della “corrente oscura”, ovvero la

corrente che transita nei fotodiodi

quando non sono esposti alla luce.

La curvatura del sensore è stata

fatta con un particolare strumento, par-

tendo da un sensore piatto, e per sta-

bilizzare il chip dopo il processo è stato

applicato un substrato ceramico. La cur-

vatura dovrebbe essere simile a quella

dell’occhio umano, quindi un angolo

abbastanza spinto. Sony al momento ha

realizzato due versioni di questi sensori:

uno con diagonale di 43 mm destinato

alle fotocamere e uno da 11 mm destina-

to agli smartphone. Al momento ha cur-

vato circa 100 sensori e il passaggio dal

prototipo alla produzione potrebbe non

essere così complesso, anche se difficil-

mente ai nuovi sensori potranno essere

abbinate vecchie ottiche.

PSVita Slim in Italia a 200 €Dopo essere stata presentata al TGS 2013 lo scorso settembre e poi commercializzata sul mercato giapponese prima (ottobre) e su statunitense poi (febbraio), la nuova PS Vita Slim sbarca in Europa ed è disponibile in tutti i principali punti vendita italiani al prezzo di 199,99 €. La nuova PS Vita Slim,(PCH-2000) ha la stessa potenza di calcolo del pre-cedente modello (processore, GPU e RAM non cambiano) ma può contare su un nuovo display LCD IPS - sempre da 960x544 pixel - che manda in pensione l’ottimo OLED visto sul mo-dello originale e vanta un design più moderno e snello (20% più sottile e il 15% più leggera). Grandi sforzi sono stati fatti per innalzare l’autonomia della console di Sony la quale ora riesce a spuntare mediamente un’ora di più nelle sessioni di gioco (si passa da 3-5 ore a 4-6 ore) e un paio di ore in più nella visualizzazione dei filmati (da 5 a 7 ore). Presente 1 GB di stora-ge interno, ottimo per giocare anche senza scheda di memoria esterna.

FOTOGRAFIA

Fujifilm XF18 135mm, super stabilizzatore e waterproofFujifilm presenta il nuovo zoom XF18-135mm F3.5-5.6 R LM OIS WR, il primo obiettivo della serie X water resistant pensato per la sua mirrorless X-T1. Un obiettivo con un’avanzatissima tecnologia di stabilizzazione dell’immagine a 5 stop e una struttura sigillata in 20 diversi punti per una protezione quasi totale da acqua e polvere. Il nuovo XF può essere visto come uno zoom universale, con una copertura da 27 mm a 206 mm (equivalenti) che equivale a 7.5x come fattore di ingrandimento. Sarà in vendita da luglio 2014 al prezzo al pubblico di 869,99 euro.

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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014

PC Estensione della gamma iMac, il nuovo entry level è in vendita a partire da 1129 euro

Apple presenta il suo iMac più economico Offre display da 21,5’’, CPU Core i5 da 1,4GHz, 8 GB di RAM e completa dotazione software

di Emanuele VILLA

Apple annuncia l’estensione della

linea di desktop all-in-one con

un nuovo modello dedicato alla

massima convenienza e all’ottimizzazio-

ne del rapporto qualità/prezzo: parliamo

di un modello da 21,5’’ che, oltre a man-

tenere intatte le caratteristiche di design

dei modelli superiori, offre caratteristiche

tecniche quali il processore Core i5 dual

core da 1,4GHz con grafica integrata

Intel HD 5000, Wi-Fi ac, 8 GB di memoria

RAM e un disco rigido da 500 GB.

Tutto questo per un listino al pubblico

di 1129 euro: di fatto si tratta di un entry

level per la gamma Apple, ma pur sem-

pre con caratteristiche tecniche tali da

permettergli l’impiego in ogni ambito,

semplicemente con prestazioni inferiori

rispetto ai modelli superiori. A livello di

connettività, il nuovo iMac da 21,5’’ offre

due porte Thunderbolt e quattro porte

USB 3.0, mentre per quanto concerne

il software, oltre all’immancabile OS X

(aggiornabile gratuitamente a Yosemite

il prossimo autunno), il nuovo iMac di-

spone delle suite iLife e iWork: la prima

permette di montare video con iMovie,

suonare con GarageBand e organizzare,

modificare e condividere gli scatti con

iPhoto. Dal canto suo, invece, iWork si

compone dei noti tool di produttività Pa-

ges, Numbers e Keynote.

Il nuovo iMac da 21,5’’ è già disponibile

sull’Apple Store: le possibili personaliz-

zazioni della configurazione base com-

prendono un disco rigido da 1TB, Fusion

Drive da 1TB e unità flash fino a 256GB.

PC HP rilascerà i primi prototipi l’anno prossimo, ma non sarà in vendita prima del 2018

The Machine è il computer “più veloce della luce” Può elaborare calcoli esponenziali in tempi irrisori: per HP è la nuova frontiera dell’IT

di Michele LEPORI

C i sono delle volte in cui, per

spiegare qualcosa, è necessario

usare più numeri che parole. È il

caso di The Machine e della sua capa-

cità di elaborare 160 petabyte di dati in

250 nanosecondi. Numeri quasi extra-

terrestri, che cerchiamo di tradurre in

linguaggio più comprensibile.

Secondo gli stessi creatori, The Machine

nasce per gestire la Internet of Things, un

concetto molto di moda negli ultimi tem-

pi, ma che ha visto la luce verso la fine

degli anni ’90 e nel quale si ipotizza che

una miriade di oggetti di uso comune

siano connessi alla rete per dialogare.

Se una quindicina di anni fa poteva

sembrare lo scenario perfetto per un

progetto cinematografico dei fratelli

Wachowski, oggi è normale avere TV,

console, le luci di casa e la fotocamera

connesse e pronte a rispondere ai no-

stri input da computer o smartphone.

Per gestire questa montagna di dati,

The Machine usa un’architettura a

gruppi di core specializzati che lavora-

no in parallelo con altri gruppi di core

generici collegati non dai “vecchi” cavi

di rame, bensì da un complesso al si-

licio che sfrutta la tecnologia fotonica

per comunicare ad altissima velocità,

consumando 8 volte meno degli attuali

server.

A dispetto di queste spiegazioni tecni-

che, HP vede vantaggi tangibili appli-

cabili nella vita di tutti i giorni: Martin

Fink, Chief Technology Officer del pro-

getto The Machine (video) spiega che

un medico potrebbe essere in grado di

mettere a confronto le analisi dei propri

pazienti collegandosi ad un database

mondiale quasi infinito ed ottenere le

informazioni necessarie ad identificare

le patologie in tempi brevissimi.

Come spesso accade con innovazioni

di questa portata, HP prevede di rila-

sciare i primi prototipi l’anno prossimo

ma l’avvento commerciale non avverrà

prima del 2018.

Intel ricavi record grazie al pensionamento di Windows XPPer Intel il secondo trimestre 2014 dovrebbe chiudere con un risultato economico superiore alle aspettati-ve. Merito, sostiene Intel stessa, del rinnovo del parco PC per il business, innescatosi in molte aziende da quando Microsoft ha terminato il supporto per Windows XP. Secondo quanto stimato da Intel, i ricavi del periodo aprile-giugno 2014 sfiorerebbero i 13,7 miliardi di dollari, questo rappresenterebbe un discreto rialzo rispetto alle proie-zioni dell’azienda, che si attendeva entrate per 13 miliardi di dollari. Intel prevede, comunque, solo un lieve aumento degli utili, a causa del concomitante aumento dei costi. Oltre a beneficiare del turnover dei PC aziendali, Intel potrebbe trovare nuovo vigore per il futuro aumen-tando la sua presenza nel settore mobile e continuando a coltivare le nuove tendenze, in particolare nel segmento dei dispositivi indossabili.

MAGAZINEEstratto dal quotidiano online

www.DDAY.itRegistrazione Tribunale di Milano

n. 416 del 28 settembre 2009

direttore responsabileGianfranco Giardina

editingClaudio Stellari, Maria Chiara Candiago,

Alessandra Lojacono, Simona Zucca

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via Gallarate, 76 - 20151 MilanoP.I. 11967100154

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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014

di Michele LEPORI

S ono stati tre giorni intensi, tre giorni importan-

ti e che gli appassionati di videogame hanno

vissuto, come sempre, come un evento unico

nel panorama mondiale. Se l’anno scorso le console

next-gen erano le indubbie protagoniste, con l’an-

nuncio di giochi ad hoc ma, soprattutto, con la cu-

riosità di poterle vedere e “toccare con mano” per la

prima volta, l’E3 2014 è stato completamente dedi-

cato ai videogiochi, con qualche timida comparsa di

hardware come la PlayStation TV che, peraltro, non

è altro che la PS Vita TV con un nuovo nome.

PlayStation avanza, Xbox avara di “hit”Nella classica sfida tra Sony e Microsoft, quest’an-

no ha vinto la prima: mentre Phil Schiller parla di sé,

del mercato, e di come “… you are shaping the fu-

ture of Xbox, and we are better for it”, in realtà le

hit Microsoft sono un video pre-renderizzato di 60

secondi scarsi di Halo 5 e uno Scalebound intrigan-

te ma di cui non si sa ancora nulla. Un po’ pochino

per rispondere degnamente alla rivale che regala

ai suoi fan qualcosa di cui parlare: una nuova livrea

PS4 glossy white dedicata all’uscita dell’attesissi-

mo Destiny, beta pubblica di PlayStation Now, data

d’uscita di PlayStation TV, Morpheus VR che inizia

a prendere corpo e una sfilza di giochi come No

Man’s Sky, Uncharted 4, il remake di Grim Fandango

e l’annuncio che no, The Last Guardian non è stato

cancellato: è “solo” in riscrittura completa per PS4.

Millemila anni di lavoro per PS3 buttati via, ma va

bene così.

Microsoft, dal canto suo, ha mostrato una sfilza di

giochi ma è sembrata avara di novità davvero di spic-

co o che generassero il più genuino “effetto wow”:

dopo lo smembramento di Kinect dalla console e le

pubblicità che fanno bella mostra del nuovo prezzo,

puntare su nuove feature del rilevatore di movimenti

sarebbe stato impossibile, ma si poteva comunque

proporre qualcosa di nuovo sul fronte del design,

che continua ad essere argomento di discussioni.

Oppure pensiamo anche a nuove funzionalità di

dashboard o Xbox Live che potevano catturare l’at-

tenzione… Invece no, tutta l’attenzione di Microsoft

è riservata ai giochi, molti dei quali senza dubbio

eccellenti (pensiamo a un Assassin’s Creed: Unity,

il più classico dei Call of Duty o a un The Witcher

3), ma non esclusivi o comunque difficilmente adat-

ti a spostare gli equilibri tra le due console (diversi

DLC, Project Spark, Fable Legends e i citati Halo 5

e Scalebound, per esempio). La guerra è tutt’altro

che decisa e l’impegno di entrambe le aziende è

davvero notevole, ma l’impressione è che Microsoft,

Halo 5 a parte (e di cui si sa ancora pochino), debba

davvero calare qualche asso se vuole recuperare il

terreno perduto.

Un buon E3 per NintendoLa casa di Kyoto, dal canto suo, ha giocato d’astuzia:

basse aspettative e altrettanto basse speranze di

pubblico causa nessun keynote scoppiettante han-

no fatto sì che la presentazione pre-registrata con gli

effetti speciali giusti al momento giusto colpisse al

cuore gli affezionatissimi fan. Il nuovo Zelda, il nuovo

Star Fox, Yoshi e gli Amiibo piazzano i colpi vincenti

anche se praticamente tutto quanto annunciato non

arriverà nei negozi prima di ottobre, ad essere otti-

misti. Probabilmente è troppo tardi per recuperare

terreno sulle rivali, ma storicamente i titoloni forti di

Kyoto hanno contribuito a vendere milioni di console

nel mondo e anche questa volta la storia potrebbe

essere pronta a ripetersi.

Che tifiate per una console o per l’altra, alla fine

quello che conta sono i giochi e le emozioni che ci

trasmettono nel tempo che trascorriamo in compa-

gnia dei loro protagonisti: ecco perché ogni idea,

ogni annuncio e ogni nuovo progetto presentato

sotto le luci della ribalta californiane ci accompagne-

ranno da questo rovente inizio d’estate fino ai mesi

invernali, momento in cui inizieranno a comparire

sugli scaffali blockbuster e attesissimi sequel. Abbia-

mo fatto un’attenta selezione di tutto quanto è stato

presentato alla fiera californiana o che, nonostante

fosse stato annunciato in precedenza, ha comunque

occupato un ruolo da protagonista.

Metal Gear Solid V: The Phantom Pain(PS3, PS4, Xbox 360, Xbox One)L’ultimo, spettacolare lavoro di Hideo Kojima e

Konami. Sull’eterna saga di Solid Snake si potreb-

bero scrivere tesi e articoli ma probabilmente ci si

dimenticherebbe qualcosa: arrivata fino al 2014 dagli

albori degli anni ’80 e del NES 8-bit, l’ultimo capitolo

di questa saga è in realtà la seconda parte del pro-

getto Metal Gear Solid: Ground Zeroes dove i gioca-

tori impersoneranno Big Boss aka “Venom Snake”

che - dopo i tragici eventi di Ground Zeroes e del-

GAMING L’ultima edizione dell’Electronic Entertainment Expo si è tenuta a Los Angeles dal 10 al 12 giugno di quest’anno

Da Halo 5 a Uncharted 4: i giochi “top” dell’E3Sony, Nintendo e Microsoft hanno mostrato i muscoli sui palchi delle conferenze stampa della fiera a Los Angeles I giochi rimangono i protagonisti della kermesse californiana: andiamo alla scoperta dei titoli che ci faranno sognare

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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014

l’annientamento dell’unità Militaires Sans Frontières

- finisce in coma. Il risveglio avviene 9 anni dopo e

coincide con la nuova fondazione di un gruppo di

mercenari chiamati Diamond Dogs con i quali ten-

ta di infiltrarsi in Afghanistan durante la guerra con

l’Unione Sovietica. Lo scopo primario è la vendet-

ta, ma la scoperta del progetto per la creazione di

un’arma ancora più potente di un Metal Gear da par-

te dell’organizzazione Cipher cambierà i piani della

missione. Clicca qui per il video.

No Man’s Sky (PS4, PC)Il gioco che ha letteralmente stregato la platea pre-

sente alla conferenza stampa e che si sta imponendo

su tutta la stampa specializzata pur avendo mostrato

pochissimo delle sue potenzialità. In No Man’s Sky

il giocatore potrà farà tutto quello che vuole, lette-

ralmente. Il gioco prevede la possibilità di esplorare

liberamente il pianeta di partenza e scoprire le spe-

cie che lo abitano, le razze che lo governano, esplo-

rare la terra e le profondità dell’oceano aggiornando

il database con dati che vanno in condivisione con

la comunità dei giocatori ma - e qui entra in scena

l’elemento wow - il giocatore potrà prendere una

navicella spaziale ed uscire dall’atmosfera del pia-

neta per poter viaggiare su altri mondi liberamente

esplorabili, combattere nello spazio, atterrare su sta-

zioni orbitanti ed interagire con chi le abita, prendere

parte ad alleanze intergalattiche o esplorare libera-

mente il mondo alla ricerca di... beh, ancora non si

sa bene cosa. Hello Games promette l’infinito e noi

non vediamo l’ora di metterci le mani sopra. Clicca

qui per il video.

Far Cry 4 (PS3, PS4, Xbox 360, Xbox One, PC)Il grandissimo ritorno di uno sparatutto che si è già

conquistato un posto d’onore sul podio dei più amati

dai giocatori. Ubisoft Montréal in collaborazione con

altre sue filiali sparse nel mondo annuncia il nuovo

capitolo che vedrà protagonista Ajay Ghale che, al

suo ritorno nel villaggio natio sull’Himalaya si troverà

coinvolto in una guerra civile molto più grande di lui.

Tantissima attesa anche e soprattutto per la modalità

multiplayer, da sempre cuore pulsante del genere.

Clicca qui per il video.

FIFA 15 (PS3, PS4, Xbox 360, Xbox One, PC, iOS, Android, PS Vita, Nintendo 3DS)U blockbuster autunnale per antonomasia, riveduto e

corretto per la nuova stagione calcistica. Con una co-

munità online che vive praticamente solo di Ultimate

Team e sfide con altri utenti sparsi nel mondo, EA do-

vrà solo preoccuparsi di tenere stabili i server e siste-

mare qualche bug di troppo del capitolo 14, specie

su prestanza dei giocatori e “papere” dell’IA. Le pre-

messe, come sempre, sono eccellenti, più che altro

bisognerà valutare sul campo le differenze, in termini

tecnici e di giocabilità, rispetto al già valido Fifa 14. Nel

frattempo, EA ha presentato all’E3 il primo Gamaplay

Trailer ufficiale. Clicca qui per il video.

Assassin’s Creed: Unity(PC, Xbox One, PlayStation 4)Ubisoft non lascia ma anzi, raddoppia. La gallina dal-

le uova d’oro autunnale della software house cana-

dese non mancherà l’appuntamento con i suoi fan

alla fine di ottobre: quest’anno la guerra fra Assassini

e Templari si svolgerà all’ombra di Nôtre Dame, nel-

la Francia alle porte della rivoluzione del 1789. Arno

Dorian, questo il nome del personaggio che inter-

preteremo, combatterà al fianco del popolo contro i

reali e contro l’esercito al loro servizio: le probabilità

che a Versailles si nascondano dei Templari è molto,

molto alta. Clicca qui per il video.

The Witcher 3: Wild Hunt (PS4, Xbox One, PC)Tempo di sequel anche per la saga RPG-fantasy

targata CD Projekt RED, la relativamente piccola

software house polacca che ha trasportato in video-

gioco l’omonima saga fantasy cartacea delle avven-

ture di Geralt. Questo terzo capitolo prenderà il via

dove partivano i titoli di coda del precedente episo-

dio e questa volta ci troveremo ad affrontare un eser-

cito invasore chiamato Wild Hunt che sta mettendo

a ferro e fuoco i Northern Kingdoms. Il giocatore è

chiamato a prendere in mano il destino di Geralt e

farlo crescere di quest in quest in un mondo che i

ragazzi di CD Projekt RED promettono essere più

grande di quello di Skyrim di un buon 20%. Appunta-

mento all’inizio del 2015 per imbracciare la spada e il

libro degli incantesimi. Clicca qui per il video.

Alien: Isolation(PC, PS3, PS4, Xbox 360, Xbox One)Tante volte si è cercato di portare il franchise Alien

anche in ambito videoludico e altrettante volte ci

siamo trovati di fronte a sonori fallimenti, con titoli

pensati quasi esclusivamente a capitalizzare la po-

polarità della saga cinematografica, oppure capaci

di cogliere il solo aspetto action del secondo film,

diretto da James Cameron. Con Alien: Isolation, for-

se è la volta buona e i primi riscontri dicono che una

cosa è certa: questo gioco fa paura, tanta paura. Il

gioco prodotto da SEGA e sviluppato da Creative

Assembly è un vero e proprio survival horror che ha

l’obiettivo di proiettarci nelle atmosfere claustrofobi-

che del primo Alien di Ridley Scott. In Alien: Isolation

impersoniamo Amanda Ripley, figlia di Ellen, intrap-

polata su una stazione spaziale con il mortale xeno-

morfo. Non avremo armi efficaci contro l’alieno, e

tutto quello che possiamo fare è scappare. Se l’alie-

no ci vede siamo morti. Se l’alieno ci sente siamo

morti. Se sente il nostro odore siamo morti. Per farci

strada negli spazi contorti dell’astronave nella nostra

fuga, avremo l’iconico sensore di movimento, oltre a

qualche arnese di fortuna con cui affrontare gli altri

abitanti della stazione spaziale, a quanto pare non

meno letali dell’alieno. Insomma, un approccio molto

diverso da quanto visto fino ad ora e chi ha provato il

gioco ne è uscito terrorizzato. L’appuntamento è per

ottobre 2014. Clicca qui per il video.

Grim Fandango Remaster (PlayStation 4, PS Vita)Manny Calavera sta per tornare sulle console

next-gen. I più giovani probabilmente non cono-

scono l’originale uscito su PSX nel 1998, quel Grim

Fandango che assieme ai Monkey Island e a Full

Throttle rappresenta il meglio delle avventure grafi-

che degli anni ‘90. Poco da dire e tanta attesa nostal-

gica per un grande ritorno che speriamo non soffra

più delle lacune di gameplay causate - all’epoca - da

poca precisione nell’interfaccia utente con tastiera e

joypad. Clicca qui per il video.

The Legend of Zelda (Wii U)I fan Nintendo lo aspettavano dalla presentazione

della Wii U, finalmente è arrivato. Sono bastati po-

chi secondi di un trailer che sembra un filmato più

che un pezzo di gameplay vero e proprio (ma non

GAMING

I giochi “top” dell’E3segue Da pagina 19

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Page 21: 23 GIUGNO 2014 Copia privata e Samsung HU8200 …d’autore. Il Ministro Franceschini e il Presidente della Siae, Gino Paoli hanno convenuto di impegnarsi, per la parte incrementale

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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014

ditelo ad Aonuma-sensei, che giura essere un pezzo

assolutamente in-game) per far gridare al miracolo

e rimettere la povera, bistrattata Wii U sulla bocca

di tutti.

Prendete una grafica a metà tra Wind Waker e

Skyrim, in un mondo completamente aperto ed

esplorabile, mescolatelo con le atmosfere magiche

di Zelda ed ecco servito il gioco che - probabilmente

- farà vendere da solo milioni di console nel mondo.

In attesa di qualcosa di più concreto, iniziamo il con-

to alla rovescia per il 2015. Clicca qui per il video.

Uncharted 4: A Thief’s End (PlayStation 4)Naughty Dog presenta quello che - perlomeno

stando a quello che il titolo sembra suggerire - sarà

l’ultimo capitolo delle avventure di Nathan Drake. Il

nostro Drake intraprende un viaggio in giro per il

mondo alla ricerca dei misteri che coinvolgono una

cospirazione storica che sta dietro a un favoloso te-

soro di pirati.

Viene definita dagli sviluppatori “La sua più grande

avventura” che metterà alla prova le sue capacità,

i suoi limiti e ciò che sarà disposto a sacrificare

per salvare coloro che ama. Una trama più oscura

rispetto al passato, figlia probabilmente dell’espe-

rienza e del successo ottenuto con The last of us a

cui questo Uncharted 4 deve più di qualcosa. Clicca

qui per il video.

Bloodborne (PlayStation 4)Miyazaki Hidetaka e From Software: un’accoppiata

che i fan dei giochi difficili e con pochissimo margine

d’errore conosceranno senza dubbio per Demon’s

Soul e Dark Souls. L’E3 è l’occasione colta dal team

giapponese per presentare Bloodborne, horror in

salsa RPG in cui i giocatori si troveranno catapultati a

Yharnam, una cittadina di epoca simil-vittoriana col-

pita da una epidemia. La malattia è talmente potente

da trasformare i cittadini in mostri, di conseguenza

una squadra di cacciatori avrà il compito di debellare

la pericolosa minaccia. Clicca qui per il video.

Scalebound (Xbox One)Platinum Games, la software responsabile di Metal

Gear: Rising e The Wonderful 101 presenta a questo

E3 2014 una delle pochissime esclusive per la con-

sole Made in Redmond. Scalebound, questo il titolo

del gioco, decide di sfruttare un vecchio adagio del

mondo dello spettacolo per creare aspettativa: non

rivelare praticamente nulla. Ci dobbiamo quindi affi-

dare al solo virgolettato di Kamiya Hideki, direttore

creativo del progetto, che afferma: “Il focus del mio

nuovo gioco è la gigantesca bestia che regna sul

genere fantasy: il drago. I draghi hanno un potere

unico di catturare l’immaginazione e ho amato i dra-

ghi sin da quando ero un bambino. Ho sempre spe-

rato di poter creare un gioco con questa magnifica

creatura; ora, è giunto il momento per me di realiz-

zare il mio sogno”. Clicca qui per il video.

Halo 5: Guardians (Xbox One)Il titolo che ogni possessore di Xbox One aspetta.

Il ritorno di Master Chief. Una Collector’s Edition in

uscita a dicembre che conterrà la beta di Halo 5 in

anteprima esclusiva. Queste, e praticamente solo

queste le notizie rilasciate da Microsoft sulla sua

killer application, anch’essa impegnata a giocare a

nascondino con i fan. Clicca qui per il video.

Xenoblade Chronicles X (Wii U)Tutti i fan di RPG cresciuti a pane e Final Fantasy

(quelli belli) ogni volta che leggono “Xeno...”, ma-

gari accompagnato da una X rossa pennellata

hanno quantomeno un tuffo al cuore: il ricordo di

Xenogears è ancora indelebile e difficilmente se ne

potrà mai andare.

Monolith Software lo sa bene, e ha infatti rilanciato

qualche anno fa il brand Xeno con discutibile succes-

so: all’E3 la software house nipponica prova a calare

l’asso con un titolone vecchio stampo tutto mecha e

statistiche per fare la gioia dei fan più hardcore, sen-

za perdere di vista grafica dettagliata, mondi com-

pletamente esplorabili e battaglie spaziali campali: il

trailer, che strizza l’occhio agli anime di genere, ne è

un ottimo esempio. Clicca qui per il video.

Yoshi’s Wooly World (Wii U)Nintendo ha dato spettacolo durante il suo evento

e con la presentazione di Yoshi’s Wooly World ha

dimostrato di essere in forma smagliante nonostan-

te Wii U non stia ottendendo il successo di vendite

sperato.

In questo platform con protagonista il simpatico di-

nosauro Yoshi, il giocatore dovrà esplorare un mon-

do aperto e mutevole in quanto composto di... lana!

Yoshi, i sentieri, le montagne e i personaggi... tutto

sarà composto di lana e quindi soggetto a muta-

menti continui e imprevedibili: più che le parole, mai

come in questo caso un video può rendere al meglio

l’idea del gameplay. Clicca qui per il video.

GAMING

I giochi “top” dell’E3segue Da pagina 20

Qui sopra a sinistra, Uncharted 4, forse l’ultima avventura di Nathan Drake, e a destra Halo 5, di cui si sa ancora molto poco.

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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014

di Massimiliano ZOCCHI

Oculus Rift sarà pronto per il mer-

cato di massa entro il 2015, parola

di Brendan Iribe, CEO di Oculus,

che dopo l’acquisizione da parte di

Facebook ha mantenuto una propria

identità e indipendenza aziendale. Iribe

si sbilancia anche sul numero di unità

che spera di vendere al lancio, circa un

milione. Numeri bassi rispetto al merca-

to delle console, e questo perché lo sco-

po iniziale sarà di soddisfare al meglio i

pionieri che si lanceranno nell’acquisto,

e grazie a loro attirare quanti più svilup-

patori possibile per creare contenuti che

faranno alzare gradualmente il livello del

prodotto e ampliare il suo target.

Iribe ha spiegato che, al momento, l’in-

fluenza di Facebook non sta pesando

sul progetto. È troppo

tardi per intervenire

su un prodotto già in

stato avanzato, per

cui il “peso econo-

mico” di Zuckerberg

tornerà utile quando

si passerà a proget-

tare la seconda ver-

sione di Oculus Rift. Tuttavia il leader di

Facebook non sta certo a guardare, e

ha espresso il suo pensiero riguardo al

prezzo di vendita. Zuckerberg vorrebbe

al momento ignorare il profitto diretto

per puntare a guadagni futuri dati da

servizi e contenuti vendibili agli utenti.

Iribe, pur non completamente d’accor-

do, ritiene che il prezzo di vendita deb-

ba essere il più basso possibile, ma non

al costo come vorrebbe Mark.

Brendan Iribe ha concluso ricordando

che senza gli sviluppatori Oculus può

fare ben poco: non bastano, infatti,

normali videogames “convertiti”, ma

sono necessari contenuti creati ap-

positamente per alzare il livello della

proposta e dare ai clienti la vera realtà

virtuale. Sicuramente i 40.000 deve-

loper kit che saranno spediti il mese

prossimo aiuteranno a raggiungere

questo scopo.

GAMING Oculus è stata recentemente acquistata da Facebook per circa 2 miliardi di dollari

Oculus Rift pronto non prima del 2015, costerà poco Oculus Rift non sarà pronto per il mercato prima del 2015, ma Zuckerberg ha le idee chiare Venderà al prezzo più basso possibile e punterà ai profitti tramite contenuti e servizi

di Michele LEPORI

L’annuncio shock, l’aveva fatto al

CES, ma all’Electronic Entertain-

ment Expo Sony rincara la dose e

incendia il cuore dei suoi milioni di fan an-

nunciando l’apertura del servizio PlaySta-

tion Now a tutta la community, in versione

beta e per PlayStation 4. Si parte da USA

e Canada, ma il resto del mondo seguirà

nel 2015. L’annuncio a gennaio del pro-

getto PlayStation Now ruotava attorno a

Gaikai, un servizio di cloud gaming che

permette lo streaming di videogame ridu-

cendo al minimo i lag. Il gioco che normal-

mente gira sulla console di fianco al TV

ora “gira” su un server da cui il giocatore

sceglie fra centinaia di giochi quello che

preferisce e dal quale la console attinge

i dati previo login dell’utente (pagante) e

lo trasmette al TV: una realtà futuristica e

agli antipodi del concetto tradizionale di

home entertainment. PlayStation Now è

tutto questo, è stato testato in closed beta

da gennaio e diventerà pubblico dal 31 lu-

glio su PS 4 e da settembre anche su PS

3 e PS Vita ma anche sui terminali di fa-

scia alta Xperia, che diventano veri e pro-

pri strumenti di visualizzazione o fruizione

dei contenuti. Si parla anche di alcuni TV

Sony di fascia alta in grado di accedere

direttamente a PlayStation Now senza

console: il controller potrebbe essere di-

rettamente lo smartphone/tablet Xperia

o un DualShock. Sony sta giocando una

partita importante e rischiosa al tempo

stesso, il cui premio sarebbe una futura

console streaming-only, punto focale di

un ecosistema proprietario che potreb-

be abbattere il costo dei giochi a fronte

di un canone mensile o modulare che

al lancio sarà di 2,99 dollari al mese per

l’accesso a PlayStation Now e con giochi

che oscillano fra i 2,99 e i 19,99 dollari.

Il grosso nodo che il colosso nipponico

sarà chiamato a sbrogliare è l’Europa,

dove le infrastrutture Internet sono un’in-

cognita variabile da Paese a Paese e che

- salvo alcuni casi - mal si sposa con una

politica interamente basata su servizi

cloud e streaming: PS 3 era Blu-Ray only,

PS 4 fa del digital delivery una colonna

portante… Chissà che PS 5 non sia solo

un piccolo ricevitore da cui sincronizzare

i dispositivi e giocare su di essi.

GAMING L’annuncio alla recente conferenza dell’E3 era stato preceduto da uno fatto al CES

Sony apre PlayStation Now in versione beta Annunciata l’apertura della beta pubblica di PlayStation Now. Nel 2015 anche in Europa Accesso a videogame da giocare in streaming tramite le console, TV e prodotti Xperia

Venduta la più grande collezione di videogiochi 750.000 dollariLa collezione di videogiochi più grande al mondo è stata venduta per 750.000 dollari; l’anonimo compratore si porta a casa oltre 11.000 videogame di Vittorio Romano BARASSI

Se la sono giocata in due ma alla fine l’asta si è conclusa a favore dell’anonimo personaggio nasco-sto dietro il nickname di peeps_10091970; questo, con un’offerta di 750.250 dollari, ha vinto un’asta la cui base era di 150.000 dollari.L’oggetto della contesa non è un’automobile e neppure un’ope-ra di un artista famoso, bensì la più grande collezione di video-giochi del mondo appartenente al tutt’altro che ragazzino Michaer Thomasson, il quale a seguito di un “trauma infantile” piuttosto singolare (i nonni gli regalarono una console a Natale, ma dovet-te aspettare quello successivo per giocare al primo videogame) decise di acquistare praticamen-te ogni videogioco che sarebbe uscito da lì in avanti (per oltre 25 anni). Ovviamente, com’è facile in-tuire, i soldi per lui non sono mai stati un problema. A molti anni di distanza, decine di console dopo e migliaia di videogiochi giocati (più di 2600 sono però ancora nella plastica originale), Thomas-son ha messo su famiglia e per necessità di spazio ha deciso di vendere tutto su Internet. La col-lezione, certificata dal Guinness dei Primati e composta da oltre 11mila videogiochi, passa dunque di mano per 750.000 dollari.

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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014

di Emanuele VILLA

Se l’anno scorso, in occasione dei 125 anni del-

l’azienda, Yamaha aveva deciso di premiare i pro-

pri fan proponendo loro l’accoppiata pre-finale

multicanale, le novità di quest’anno sono dedicate a

una fetta più ampia di pubblico e, pur non dimentican-

do la tradizione del gruppo, si allineano con la tenden-

za di “compattare” il cinema in casa in oggetti facilmen-

te integrabili in ambiente e dal design curato. Stiamo

parlando di soundbar, di proiettori sonori, di speaker

portatili, di tutto ciò che rappresenta l’ultima tendenza

in fatto di audio domestico, una tendenza che fa di ver-

satilità e minimo ingombro i propri punti di forza.

Rinnovamento in chiave soundbarAd Amburgo veniamo condotti nella sala d’ascolto e

di test audio/video per una dimostrazione dell’attuale

gamma di sintoampli: si tratta di una sala da una trentina

di metri quadri trattata acusticamente, dove ascoltiamo

in azione l’accoppiata Blu-ray BD-S477 e amplificazio-

ne RX-V677, alternando brani tratti da Blu-ray musicali

ad altri appartenenti ai blockbuster più recenti. Tutto

questo col tradizionale coinvolgimento offerto dai pro-

dotti Yamaha e dal loro “mitico” DSP; ma più che sulle

doti sonore, molta enfasi è stata data alle funzionalità

connesse, a partire dalle regolazioni DSP tramite smar-

tphone (nella fattispecie, si trattava di un Galaxy Note

2) fino al meccanismo di funzionamento di Spotify Con-

nect. Passiamo alle novità: da qui a fine anno Yamaha

espanderà buona parte della propria offerta, dai pro-

dotti di Desktop Audio all’Hi-Fi, ma senza dimentica-

re i sintoampli “tradizionali” e il segmento dell’Interior

Audio, i cui prodotti sono veri e propri oggetti d’arredo

con un’anima musicale (per esempio, il Relit LSX-700).

Ma il segmento che negli ultimi anni ha offerto le più

ampie possibilità di crescita è quello delle soundbar,

mercato nel quale Yamaha è presente fin dagli albori

e che vede un’offerta strutturata in diverse sottocate-

gorie, tra cui sound-bar, sound-base, sound-projector

e sound-booster. Il prodotto che viene presentato è

l’YSP-2500, ovvero il sound-projector dedicato a chi

vuole il massimo risultato senza dover ricorrere a un

impianto a diffusori separati.

YSP-2500, il proiettore sonoro hi-techYSP-2500 è l’erede diretto di YSP-2200, dal quale de-

riva parte delle soluzioni tecniche e costruttive appor-

tandovi tante novità: innanzitutto è più sottile, 53 mm o

73 mm con i piedini regolabili fino a 88 mm, la base è

di 94,4 cm ed è spesso 144 mm; in questo modo può

essere posto subito di fronte al TV (pur non potendo

fungere da base) oppure anche appeso. Inoltre, è do-

tato di subwoofer wireless e di bluetooth aptX per la

riproduzione sonora da apparecchi mobile come smar-

tphone e tablet. Più in dettaglio, YSP-2500 è basato su

uno chassis in alluminio anti vibrazioni e si compone

di un array di 16 speaker (2W) con raggio di emissione

“orientabile” a seconda del materiale sorgente e della

HI-FI E HOME CINEMA Ci siamo recati ad Amburgo, alla sede europea di Yamaha, per assistere alla presentazione dell’YSP-2500

In casa Yamaha per ascoltare il nuovo YSP 2500ll proiettore sonoro coniuga qualità, versatilità e ingombri contenuti. Sarà in vendita da luglio, al prezzo di 899 euro

modalità di ascolto, che passa da un comunissimo ste-

reo fino a 5Beam+2 pensato per riprodurre in modo

realistico sorgenti audio a 7.1 canali. Ma abbiamo an-

che il 3 Beam adatto alla maggior parte dei film e un 3

Beam + stereo pensato per la riproduzione delle sor-

genti video musicali. Interessante, a tal fine, la possibili-

tà di intervenire con l’app per smartphone Home Thea-

ter Controller (disponibile sia per iOS che per Android)

modificando non solo il campo sonoro via preset, ma

anche con regolazioni fini sul volume e l’angolazione

di ciascun raggio sonoro, di modo tale da ottenere le

riflessioni volute e quindi il coinvolgimento che si desi-

dera. YSP-2500 si completa con il subwoofer wireless

a doppio woofer da 10 cm e amplificatore analogico da

75 watt integrato. La sua conformazione assicura rigi-

dità e, soprattutto, possibilità di installazione in orizzon-

tale o verticale, tra l’altro senza l’assillo di cavi sparsi

per la casa. Infine, l’altra novità degna di rilievo è il sup-

porto per HDMI 2.0 con 4K a 50/60p pass-through e

supporto 3D, mentre per quanto concerne i connettori,

troviamo 3 ingressi HDMI, 2 digitali ottici, 1 coassiale e

un ingresso analogico; le uscite sono 1 HDMI, 1 presa

subwoofer e l’uscita per le cuffie. La disponibilità del

prodotto sul nostro mercato è prevista per luglio, con

un prezzo al pubblico di 899 euro.

Coinvolgente il giusto: da provareLa visita alla sede Yamaha è stata l’occasione per vede-

re il nuovo prodotto in azione: considerando che l’am-

biente era di fatto una piccola sala conferenze, e quindi

ben più ampia rispetto a un comune salotto, la calibra-

zione automatica e la riproduzione alternata di brani

musicali e spezzoni di blockbuster recenti ha suscitato

impressioni positive. Quello che ha colpito gli spetta-

tori, in particolare, è stata la capacità di YSP-2500 di

“scomparire” quasi completamente: i dialoghi prove-

nivano sì da un centrale virtuale, ma localizzarne la

provenienza sotto il televisore (dov’era posto il proiet-

tore sonoro) era pressochè impossibile; poteva essere

tranquillamente dietro o sopra, l’unica certezza era la

provenienza frontale. Appagante, in attesa ovviamente

di una prova approfondita, la capacità surround trami-

te riflessione delle onde sonore: pur nei limiti di una

sala enorme, la localizzazione degli effetti era precisa

e solo leggermente ovattata, rischio tipico di questa

categoria di prodotti. Davvero notevole la pressione

sonora e precisi gli interventi del subwoofer, che ci è

sembrato dotato del giusto controllo e incisività. Torne-

remo sull’argomento con una prova approfondita, ma

già così sembra che YSP-2500 abbia tutte le carte in

regola per ottenere ciò che promette: coinvolgimento,

minimo ingombro e versatilità assoluta.

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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014

Proiettore LED Optoma HD90 100” di schermo da 3 metri L’HD90 è il nuovo proiettore home Optoma con tecnologia LED Offre un’elevata luminosità e può proiettare immagini fino a 100 pollici da meno di 3 metri di distanza di Michele LEPORI

Optoma annuncia la disponibilità del proiettore HD90, che si af-fianca al modello esistente HD91 estendendone le caratteristiche di luminosità a 1200 Lumen e aumen-tando la dimensione dell’immagi-ne proiettata. Grazie alla combi-nazione di una lente short throw e di una notevole gamma di zoom, è possibile ottenere un’immagine da 100 pollici da una distanza infe-riore a 3 metri. La tecnologia LED fornisce una maggiore profondità di colore e una luminosità costan-te che, per il fenomeno chiamato effetto Helmholtz – Kohlrausch, viene percepita dall’osservatore come due volte superiore a quella di un proiettore equivalente che utilizza una tradizionale lampada. Tra i vantaggi dell’utilizzo dell’il-luminazione a LED ci sono anche una minore produzione di calore, ciò consente di installare il video-proiettore senza i vincoli di dissi-pazione imposti dai modelli con lampada ad incandescenza, una accensione diretta e una durata praticamente infinita. I proietto-ri HD91 e HD90, con 2 ingressi HDMI v1.4a 3D, uno VGA, uno Component e uno Video, permet-tono anche la visione in 3D trami-te gli occhiali wireless ricaricabili ZF2100 realizzati da Optoma. L’HD90 costerà 4.199 euro.

di Roberto FAGGIANO

I l marchio AKG festeggia i 20 anni

di appartenenza al gruppo Harman

e i suoi 65 anni di attività e ha col-

to l’occasione per invitare a Berlino la

stampa europea per presentare nuovi

prodotti e la nuova filosofia del grup-

po. Nello stesso periodo, infatti, è stato

completamente rinnovato anche il sito

Web del marchio austriaco, all’insegna

del motto Inspired e con il concorso

Inspired Award, dedicato ai creativi.

L’obiettivo è quello di attirare il pubbli-

co più giovane che probabilmente non

conosce la storia e la fama del marchio,

un blasone guadagnato in decenni di

produzione di microfoni e cuffie pro-

fessionali. Durante la presentazione, il

designer Rafal Czaniecki ha illustrato

le varie fasi del progetto e la ricerca

di ogni dettaglio per personalizzare il

prodotto, come la Y stilizzata presente

su ogni cuffia della serie. Il concorso

Inspired Awards è aperto a tutti i crea-

tivi che potranno proporre il loro dise-

gno per i padiglioni di una cuffia della

serie Y, il vincitore avrà un premio di

5.000 euro e vedrà entrare in produ-

zione la “sua” cuffia, mentre altri quattro

concorrenti meritevoli riceveranno un

premio di 1.000 euro ciascuno.

Per la prossima stagione, AKG strutture-

rà la sua gamma su tre linee di prodot-

to: la gamma K è quella già in vendita e

comprende modelli che sono diventati

veri best seller come la K45; in occasio-

ne dell’IFA verrà poi lanciata la nuova

gamma top N che comprenderà cuffie e

auricolari con il meglio della tecnologia

AKG in una veste curata e raffinata, con

prezzi conseguenti.

La gamma che invece sarà dispo-

nibile nel giro di pochi giorni è la Y o

Young Pro, dedicata al pubblico più

giovane che non si accontenta di un

prodotto qualsiasi ma è più orientato

sul migliore rapporto qualità/prezzo. La

nuova gamma inizia dagli auricolari Y10

(10 euro), Y15 (20 euro) e Y16 (30 euro)

già presenti sul mercato, prodotti affida-

bili per fare grandi numeri di vendita. i

prodotti più interessanti però sono le

cuffie Y40, Y45BT, Y50 e Y55DJ. Sono

tutte cuffie con un veste estetica molto

più personale che in passato, disponibili

in colori vivaci e con il marchio sempre

in bella mostra. I materiali sono studia-

ti per la migliore affidabilità nel tempo,

con particolare attenzione agli archetti

e ai meccanismi di ripiegamento.

Il modello di punta, e migliore rappre-

sentante del nuovo corso, è la Y50

(99 euro), caratterizzata dal vistoso

logo di fabbrica su entrambi i padiglio-

ni. La struttura è leggera con comodi

cuscini sui padiglioni, trasduttori da 40

mm, impedenza a 32 ohm, sensibilità di

115 dB SPL/V, archetto metallico, cavo

separabile con microfono di tipo uni-

versale e finitura molto vistosa, nelle

varianti rosso, giallo, azzurro e nero.

Dopo un breve test di ascolto della Y50,

eseguito a Berlino, una volta tornati a

casa abbiamo avuto modo di testare in

modo approfondito queste cuffie, trova-

te qui la nostra prova.

La Y40 (89 euro) è, invece, una cuffia

molto compatta e leggera, fatta per

ascolti prolungati senza fatica o fastidio.

Questo modello è disponibile in colore

nero, giallo e azzurro, ha il microfono

lungo il cavo, trasduttore da 40 mm,

impedenza di 32 ohm e sensibilità di

120 dB SPL/V, padiglioni ripiegabili e

cavo staccabile.

La Y45BT (129 euro) ha le stesse carat-

teristiche del modello precedente ma

è dotata di connessione Bluetooth con

NFC ed è disponibile in versione bianca

o nera. L’autonomia della batteria ricari-

cabile è di circa 8 ore.

La Y55 (119 euro) è una cuffia dedicata

ai deejay, con prestazioni professionali

nella risposta in frequenza e con il mas-

simo comfort per poter essere indossa-

ta molto a lungo. Anche questo modello

ha il trasduttore da 40 mm, impedenza

di 32 ohm, sensibilità di 115 dB SPL/V e il

meccanismo dei padiglioni snodabile; è

disponibile in colore nero con padiglioni

neri, bianchi, rossi o azzurri. Qui un vi-

deo di presentazione dei prodotti

HI-FI E HOME CINEMA Presentate a berlino le cuffie AKG Y, segnano l’inizio di una nuova era

AKG cambia la sua filosofia con le cuffie YOltre che sulla qualità si punta molto anche sul design, con il concorso Inspired Award

AKG Y40 AKG Y45

AKG Y50

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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014

di Paolo CENTOFANTI

D iverse associazioni di categoria

statunitensi, in accordo con le

principali etichette discografi-

che, hanno deciso di dare una defini-

zione precisa di audio ad alta risolu-

zione o High Resolution Audio, in vista

evidentemente di una prossima spinta

commerciale dei formati audio ad alta

qualità. La definizione è stata coniata

dalla Consumer Electronics Association

- l’associazione che tra le altre cose

promuove il CES di Las Vegas -

il Digital Entertainment Group e la

Recording Academy e stabilisce che

si parla di audio ad alta risoluzione in

riferimento a: “Audio lossless capace

di riprodurre l’intero spettro sonoro da

registrazioni che sono state masteriz-

zate da sorgenti con qualità superiore

a quella del CD”.

All’atto pratico, potremo parlare di

high resolution audio per qualsiasi file

in formato lossless con risoluzione su-

periore ai canonici 44.1 KHz e 16 bit, a

patto che anche il master di partenza

sia ad alta risoluzione. Per identificare

quest’ultima informazione, le associa-

zioni hanno deciso di definire anche dei

descrittori di Master Quality Recording,

per indicare appunto la qualità del

materiale sorgente. Questi “bollini”

sono quattro e ricordano le sigle

HI-FI E HOME CINEMA una serie di “bollini” identificherà la qualità delle registrazioni audio

Audio ad alta risoluzione, ora c’è una definizione La Consumer Electronics Association, il Digital Entertainment Group, la Recording Academy e le etichette discografiche hanno varato la definizione ufficiale di High-Resolution Audio

SPARS (Society of Professional Audio

Recording Services) che accompagna-

vano i primi Compact Disc per identi-

ficare quali dischi partivano da master

digitali (AAD, ADD, DDD). Gli identifica-

tori saranno i seguenti:

• MQ-P: per sorgente PCM a 48 KHz

e 20 bit o superiore (96/24 o 192/24)

• MQ-A: per master analogico

• MQ-C: per master di qualità CD

a 44.1 KHz e 16 bit

• MQ-D: per sorgente DSD/DSF a

2.8 o 5.6 MHz

Ciascuno di questi descrittori certi-

ficherà che il file è stato realizzato a

partire dal migliore master di parten-

za disponibile. Nel caso del “bollino”

MQ-C non si potrà parlare tecnicamen-

te di alta risoluzione, ma i file così con-

traddistinti consentiranno comunque

di ascoltare i brani “così come gli arti-

sti, i produttori e gli ingegneri del suo-

no gli hanno concepiti”. Per celebrare

la “pietra miliare”, le tre associazioni

hanno organizzato l’evento High Re-

solution Audio Listening Experience,

che si terrà a New York presso i Jungle

City Studios il 24 giugno. Qualche an-

nuncio in arrivo? Secondo indiscrezio-

ni, Apple avrebbe dovuto annunciare

l’arrivo dell’audio ad alta risoluzione

all’appena conclusasi WWDC, ma poi

non si è visto nulla. Non è da esclu-

dere che le novità relative ad iTunes

possano arrivare insieme ai prossimi

iPhone, prodotti che anche in questo

caso si mormora siano pronti per l’au-

dio ad alta risoluzione.

Tempo di Samba per Sennheiser Sennheiser tinge di verdeoro il piccolo gioiellino della famiglia Momentum: stessa qualità e stesso prezzo delle sorelle “regolari” in una veste limitata di Michele LEPORI

Sennheiser, per celebrare il Mon-diale di calcio 2014, presenta una nuova versione delle apprezza-tissime Momentum on-ear tutte dedicate al paese della Seleçao.Le Momentum on-ear sono tra le cuffie più apprezzate nella cate-goria. Tecnicamente interessanti, con una risposta in frequenza da 16 a 22.000 Hz, 112 dB di sensi-bilità e 18 Ohm di impedenza, queste piccole Momentum han-no saputo conquistare anche il cuore di chi vive la passione per la musica con attenzione alle ten-denze della moda, grazie a ma-teriali pregiati come l’alcantara, utilizzati per l’archetto e i padi-glioni. Questa particolare Limited Edition Samba vede come colore dominante l’oro, profilato da una fascia verde sulla giuntura con i padiglioni. Che le si voglia usare per vivere l’emozione e la tensio-ne dei match senza disturbare il resto della famiglia (che potreb-be voler dormire, vista la diffe-renza oraria con il Brasile), che le si voglia sfruttare per rilassarsi durante l’intervallo o nell’attesa del fischio d’inizio, le Momentum On-Ear si propongono per vivere il Mondiale 2014 a tutto volume. Sono disponibili sullo store onli-ne dell’azienda tedesca e in una selezioni di negozi specializzati, al prezzo di 199€.

di Paolo CENTOFANTI

P uò sembrare davvero strano, ma

fino ad oggi l’apprezzata gamma

di cuffie Beats by Dr.Dre non in-

cludeva anche degli auricolari wireless.

La musica cambia con le nuovissime

Powerbeats² Wireless, le prime cuffie

in-ear Bluetooth 4.0 del produttore

americano.

Si tratta di cuffie dedicate soprattutto

a chi pratica sport, con certificazione

IPX4 di resistenza all’acqua e un co-

modo archetto per un aderenza più

salda alle nostre orecchie durante

l’attività fisica. Le cuffie sono dotate di

HI-FI E HOME CINEMA Beats presenta Powerbeats², i suoi primi auricolari in-ear wireless

Beats lancia gli auricolari in-ear wireless per lo sportFino a 6 ore di autonomia e certificazione di resistenza all’acqua IPX4, prezzo 199,95 euro

sistema acustico a doppio driver per

restituire il distintivo suono profondo

del marchio e offrono un’autonomia di

circa 6 ore a carica completa.

Soli 15 minuti di carica, però, garan-

tiscono un’ora di ascolto, sufficiente

per un veloce allenamento. Le cuffie

sono anche dotate di telecomando a

filo RemoteTalk, che permette di con-

trollare la riproduzione e di effettuare

chiamate telefoniche.

Le Powerbeats² Wireless saranno

disponibili già a partire da questo

stesso mese, a un prezzo di listino di

199,95 euro, si può scegliere tra tre

colorazioni: nero, rosso e bianco.

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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014

Project LiveWireL’Harley-Davidson diventa elettrica Il rombo delle mitiche Harley diventa un sibilo nel video che annuncia Project LiveWire, la prima motocicletta elettrica dello storico marchio Per ora è solo un prototipo di Paolo CENTOFANTI

Pronti a dire addio al classi-co rombo potente e profondo che da sempre è sinonimo di Harley-Davidson? Lo storico mar-chio americano, infatti, ha svelato Project LiveWire: il suo primo pro-totipo di moto elettrica.

Per ora non ci sono molti detta-gli, se non una gallery fotogra-fica e il video introduttivo che pubblichiamo a fondo pagina. Harley porterà Project LiveWire in un viaggio attraverso gli Stati Uniti sulla storica Route 66 per racco-gliere feedback dai biker america-ni, prima di mostrarla in Europa e poi nel resto del mondo. Ma Project LiveWire è, per il mo-mento, solo un prototipo e non è ancora stato diramato alcun an-nuncio riguardo alla disponibilità ai primi modelli commerciali.

di Paolo CENTOFANTI

L ’appello lanciato da Neelie Kroes

per uno sviluppo armonizzato a

livello globale delle reti 5G sta

dando i primi frutti. L’Unione Europea

e la Corea del Sud hanno firmato, in-

fatti, un accordo per la collaborazione

nella definizione e realizzazione delle

reti mobili di prossima generazione.

L’accordo, firmato dal vice presidente

della Commissione Europea per l’Agen-

da Digitale Kroes e dal ministro della

Scienza, Telecomunicazioni e Sviluppo

della Corea Mun-Kee CHOI, propo-

ne una più stretta collaborazione sia

a livello governativo, che industriale,

con la prossima firma di un ulteriore

memorandum di intesa tra il gruppo

europeo 5G Infrastructure Associa-

tion (che include Alcatel-Lucent, Atos,

Deutsche Telekom, Ericsson, Nokia,

Orange, Telecom Italia, Telenor e Te-

lefonica) e il 5G Forum coreano (che

include LG, KT, Qualcomm, Samsung,

SK Telecom e altri). L’obiettivo dell’ac-

cordo è la stesura di standard tecnolo-

gici comuni e un’armonizzazione delle

frequenze da adibire ai nuovi servizi a

livello globale, per evitare il ripetersi di

quanto successo con il 4G. Tre in parti-

colare i punti dell’accordo:

• arrivare entro la fine del 2015 a un

consenso comune sulla definizione

di 5G, le sue funzionalità chiave e

una tabella di marcia verso il lancio

delle nuove reti;

• individuare e avviare progetti di

ricerca comuni sul 5G da lanciare nel

2016, per arrivare alla standardizza-

zione delle tecnologie in seno agli

organismi 3GPP e ITU;

• collaborazione per facilitare le indivi-

duazione delle frequenze più adatte

per soddisfare i nuovi requisiti posti

dal 5G a livello globale e in concerto

con l’ITU e il WRC.

La sfida delle reti di prossima genera-

zione non è solo quella di offrire sem-

plicemente connessioni più veloci per i

telefonini, ma di creare un’infrastruttura

wireless in grado di connettere i miliardi

di nuovi dispositivi che avranno bisogno

di un’accesso a Internet: dalla smart city

all’Internet delle cose, sono tantissime

le nuove categorie di apparecchi inte-

ressati, ma per far questo occorrono reti

ancora più veloci e in grado di gestire

sempre più dispositivi connessi.

SCIENZA E FUTURO Firmato un accordo stategico per lo sviluppo delle infrastrutture wireless

Unione Europea e Corea firmano l’accordo sul 5GDefinito lo sviluppo comune dello standard 5G, che dovrà connettere l’Internet delle cose

SCIENZA E FUTURO Sharp ha annunciato un nuovo processo di fabbricazione dei pannelli LCD

Sharp annuncia il display a forma liberaLe possibili applicazioni sono tantissime, dall’automotive alle installazioni commerciali

di Paolo CENTOFANTI

S harp ha annunciato lo sviluppo

del Free-Form Display: un nuo-

vo processo di fabbricazione dei

pannelli LCD che permette di realiz-

zare display di qualsiasi forma. Grazie

alla tecnologia IGZO e a un nuovo pro-

cesso di design dei circuiti elettronici,

Sharp è riuscita ad eliminare il vincolo

della forma rettangolare o quadrata dei

display LCD, dovuto all’integrazione

nella cornice di parte dell’elettronica di

controllo dei pannelli. Tramite la nuova

tecnologia infatti, l’elettronica può veni-

re distribuita uniformemente tra i pixel

del display portando così alla riduzione

non solo della cornice, ma eliminando

anche il vincolo della forma.

Tra le prime applicazioni Sharp ha pre-

sentato display su misura per il mondo

delle automobili, ad esempio per la

realizzazione di cruscotti. Le applica-

zioni sono chiaramente infinite, dagli

elettrodomestici, ai cartelloni pubblici-

tari, fino naturalmente alla tecnologia

indossabile. Per quanto riguarda la

disponibilità, Sharp ha annunciato che

punta a iniziare il prima possibile la

produzione di massa.

Harley-Davidson Project LiveWire

“Ci sono pietre miliari che cambiano la storia, momenti fondamentali in cui si cambia il futuro. Questo è uno di quei momenti.” Harley-Davidson

Page 27: 23 GIUGNO 2014 Copia privata e Samsung HU8200 …d’autore. Il Ministro Franceschini e il Presidente della Siae, Gino Paoli hanno convenuto di impegnarsi, per la parte incrementale

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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014

SMARTHOME Whirlpool ha presentato alcune novità in fatto di grandi elettrodomestici

Whirlpool: elettrodomestici sempre più eco Filo conduttore dei nuovi prodotti tutta una serie di tecnologie per la riduzione dei consumi

di Simona ZUCCA

L e ultime novità di Whirlpool in fatto

di grandi elettrodomestici a libera

installazione sono all’insegna della

lotta allo spreco. L’azienda, da sempre

sensibile al corretto utilizzo delle risor-

se, continua nel suo impegno di propor-

re apparecchi attenti ai consumi, la cui

durata sia più lunga, e che prolunghino

anche la vita dei nostri cibi o dei nostri

capi di abbigliamento. E lo fa con tutta

una serie di tecnologie proprietarie che

contraddistinguono il settore del lavag-

gio e della conservazione degli alimen-

ti, pensate per fa risparmiare energia,

soldi, tempo e fatica. Prodotti innovativi

che, come ci racconta Raffaella Berar-

do, Marketing Director, si basano fon-

damentalmente sui tre pilastri che da

sempre contraddistinguono Whirlpool:

performance superiori, un’esperienza

d’uso intuitiva e design.

6° Senso, la tecnologia Whirlpool in gra-

do di adattare parametri e consumi alle

reali esigenze, questa volta la ritrovia-

mo sulla nuova lavastoviglie a libera in-

stallazione PowerClean con tecnologia

PowerDry (prezzo al pubblico 749 euro)

che mira a risolvere il problema del-

l’asciugatura di stoviglie in plastica e

teflon. Un video dimostrativo realizzato

da Whirlpool ci mostra come in un’ora,

con un apposito programma, piatti e

pentole sono asciutti, anche quelli che

con programmi standard necessitano

di essere asciugati a mano, grazie a un

particolare condensatore che trasforma

il vapore in acqua e che tra l’altro risol-

ve il problema del vapore che fuoriesce

dall’apparecchio al termine del pro-

gramma rischiando spesso di rovinare i

mobili circostan-

ti. A questo si

aggiunge la tec-

nologia Power-

Clean i cui par-

ticolari sensori

rilevano il livello

di sporco e re-

golano i parame-

tri del lavaggio,

durata, acqua,

temperatura. La

classe energeti-

ca è A+++.

Nessuna novità

particolare, inve-

ce, per quanto riguarda il settore delle

lavatrici, che propone una nuova lava-

biancheria 6° Senso Slim (549 euro al

pubblico) dotata sì di tecnologie volte al

risparmio e a un attento utilizzo di ener-

gie (acqua, corrente e detersivo) ma co-

munque già viste in precedenza su altri

prodotti, come ad esempio EcoDose,

che suggerisce la giusta quantità di de-

tersivo in base al carico e al program-

ma, Ecomonitor che indica il livello di

consumi legato al programma scelto e

Colours 15° che lava a 15° con gli stessi

risultati di un lavaggio

a 40°. Whirlpool si è

concentrata, invece,

molto sul settore del

freddo ed è, infatti,

riuscita negli ultimi

mesi a immettere sul

mercato prodotti inte-

ressanti non solo dal

punto di vista del de-

sign. Cominciamo con

il nuovo congelatore

verticale monoporta

a libera installazione

Fjord con tecnologia

6° Senso e No Frost,

organizzato interna-Il congelatore e il frigorifero monoporta Fjord affiancati

mente con 5 cassetti e 2 sportelli. Il

congelatore è pensato per essere lette-

ralmente affiancato al frigorifero mono-

porta Fjord con 6° Senso Fresh Control,

esteticamente identico. Tecnologie,

queste, pensate per prolungare la vita

degli alimenti all’interno degli elettro-

domestici, creando all’interno l’ambien-

te ideale per loro. Entrambi con classe

energetica A+++, costano rispettiva-

mente 849 e 799 euro nella versione

inox (disponibili anche in bianco). Cer-

to, le dimensioni non li rendono proprio

alla portata di tutte le case (120 cm di

larghezza per averli entrambi), ma l’im-

patto estetico ci è sembrato decisamen-

te piacevole per coloro che dovessero

avere importanti necessità di conser-

vazione dei cibi. A questi si aggiunge

il combinato Absolute Pure (949 euro)

con Active0°, cassetto a circa 0° per

carne e pesce, e il combinato da incas-

so Everest (prezzo da rivenditore) con

la recente tecnologia Stop Frost per il

congelatore: un elemento estraibile fa-

cile da sbrinare con un semplice getto

di acqua e che lascia quindi più spazio

al congelatore stesso. Punto di forza di

questo combinato è la capienza netta

di 310 litri in 193 cm di altezza.

Tra le novità presentate, a destra il frigorifero Absolute Pure

Aston Martin rinfresca l’aria con l’energia solare Lo storico marchio britannico doterà alcune Aston Martin da corsa di un sistema di aria condizionata ad energia solare. Lo vedremo a breve anche sulle auto di serie? di Vittorio Romano BARASSI

Aston Martin ha annunciato di aver avviato una collaborazio-ne con Hanergy Global Solar Power & Applications Group per portare aria condizionata “green” a bordo delle sportive prodotte dalla casa. Inizialmente il tutto sarà testato su veicoli da gara e, se tut-to dovesse andare per il verso giu-sto, in men che non si dica potrem-mo vedere le stesse tecnologie anche sui modelli di serie. Punto centrale di tale studio è quello di offrire ai piloti delle Aston Martin da corsa (le V8 Vantage GTE) un ambiente “confortevole” nel quale guidare, senza intaccare le prestazioni globali delle vetture. I regolamenti FIA WEC, infatti, ob-bligano le case ad equipaggiare le vetture con sistemi di aria con-dizionata in grado di garantire una temperatura interna inferiore a 32 gradi o 12 gradi al di sotto di quella ambientale; i sistemi attuali riescono a “raffreddare” le vetture sfruttando l’energia del motore, ri-ducendo però la potenza a dispo-sizione e aumentando il consumo di carburante. Il nuovo sistema di aria condizionata permetterà di ottenere migliori risultati senza pesare su questi aspetti perchè sarà alimentato dall’energia sola-re. Se lo studio porterà a risultati incoraggianti la tecnologia sarà trasferita anche sulle V12 Vanta-ge GT3 e sulle V8 Vantage GT4; se tutto dovesse davvero andare bene, non è esclusa un’estensio-ne sulle vetture di serie.

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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014

Samsung SmartBike La sicurezza prima di tuttoDalla collaborazione tra un telaista italiano e una studentessa nasce una bicicletta connessa che fa della sicurezza il suo punto cardine di Vittorio Romano BARASSI

Dal programma Samsung Maestros Academy arriva Smart-Bike, bicicletta connessa che na-sce da un progetto tutto italiano frutto della collaborazione tra il telaista Giovanni Pelizzoli e la stu-dentessa Alice Biotti. L’idea era di creare un prodotto di nuova con-cezione con numerosi dispositivi di sicurezza e diversi “punti smart”. Il risultato è impressionante: na-scosti in una linea moderna vi sono un modulo Arduino (con bat-teria), WiFi, Bluetooth e un sistema di tracking GPS. Sul manubrio c’è uno spazio per il posizionamento dello smartphone e non manca una videocamera posteriore. Pez-zo forte del progetto è il sistema di LED e laser di cui è provvista la bici: i primi permettono di rendere visibile la bici anche nel bel mezzo della notte mentre i laser, due an-teriori e due posteriori, disegnano una vera e propria pista ciclabile davanti e dietro al ciclista, segna-lando e aiutando chi ci precede e chi ci segue la distanza di sicurez-za da rispettare. Tutte le funziona-lità sono orchestrate per lavorare in stretto connubio via software e la gestione di ogni caratteristica avviene tramite smartphone. C’è anche l’immancabile parte social: il ciclista potrà condividere in ogni momento il tragitto che sta per-correndo. Samsung SmartBike è solo un prototipo, ma l’idea è senza dubbio interessante e, ol-tretutto, totalmente italiana. Clicca qui per il video.

di Roberto PEZZALI

GoPro ha fatto scuola, e ora non c’è

produttore che non abbia a cata-

logo una sport cam o una video-

camera per ripresa soggettiva, di fatto

gli unici modelli di videocamera che si

riescono ancora a vendere. Chi usa as-

siduamente questo tipo di videocamere

tuttavia inizia a capire qual è il problema

principale, la modalità di ripresa a tratti

noiosa: o si inquadra l’attore, ma si per-

de la scena, o si inquadra la scena e non

si capisce chi è che compie l’azione.

Airdog è quello che molti definiscono

già come “l’accessorio definitivo” per

le videocamere stile GoPro: è un drone

cameraman, un quadricottero stabilizza-

to capace di seguire una persona effet-

tuando spettacolari riprese aeree.

Airdog è stato lanciato come campagna

su Kickstarter, ma il prodotto già esiste,

funziona e il sito sembra più una vetrina

per mostrare le potenzialità di questo

oggetto volante ben identificato. Gra-

zie a un GPS e a un sistema di object

tracking, Airdog è in grado di seguire

una persona sfruttando una GoPro come

videocamera: il sistema di mon-

taggio compensa le oscillazioni e

i movimenti del volo, permettendo

riprese stabili e continue. I creatori di Air-

dog hanno pensato quasi a tutto, anche

alla scarsa autonomia: avendo solo 15

minuti di autonomia di volo il drone può

essere richiamato da telecomando solo

quando serve, decollando ad esempio

dalla spiaggia. Il problema, ad oggi, è

la questione ostacoli: non c’è ancora un

sistema per evitare collisioni con oggetti

in volo anche se il team ci sta lavorando.

Per migliorare la qualità e l’efficacia delle

riprese, Airdog dispone di diversi profili:

a seconda dello sport selezionato cam-

bierà il tipo di riprese e l’altezza.

Oltre a funzionare come cameraman

per riprese aeree in perfetta autonomia

il drone può essere usato anche come

normale drone da ripresa con teleco-

mando separato; resta il neo del prezzo,

circa 1500 dollari quando arriverà sul

mercato anche se per i primi acquirenti

c’è il classico “early bid” a 999 dollari.

Un video di quello che Airdog può fare.

GADGET Il suo prezzo al momento dell’uscita sul mercato dovrebbe essere di 1500 dollari

Airdog, drone cameraman per riprese aereeAirdog è il drone che segue e riprende un soggetto da svariate altezze per riprese mozzafiato

di Emanuele VILLA

È senza dubbio il momento della tec-

nologia indossabile, tra sensori di

ogni genere, smartwatch, bracciali

per il fitness, life tracker, ecc. Ma una

cosa è certa: lo smartwatch “definitivo”,

quello che spingerà le persone a sosti-

tuire il proprio orologio classico, non è

ancora arrivato; molti parlano del futuro

iWatch, altri delle soluzioni LG e Moto-

rola basate su Android Watch, ma non

dobbiamo dimenticare un immenso sot-

tobosco di soluzioni meno altisonanti ma

anche più innovative rispetto a quelle dei

“mostri sacri”. È il caso dello smartwatch

Moment, realizzato da Momentum Labs

e pronto per la produzione, qualora ov-

viamente riesca a raggiungere il quo-

rum previsto in kickstarter; si tratta di

un braccialetto dal look estremamente

moderno e ricercato, con finitura lucida

e bordi interni metallici, il tut-

to per 100 grammi di peso e

0,9 mm di spessore ai bordi.

Innovativo lo è senz’altro: in

pratica è completamente av-

volto da uno (o più) display

e-paper flessibili con 150dpi

di risoluzione e rigorosa-

mente touch; quello esterno

mostra l’orologio, permette la

gestione via gesture delle funzionalità

del bracciale (per le quali l’azienda ha

già coinvolto produttori di terze parti) ed

eventualmente le notifiche, ma è nella

parte posteriore che si nasconde una

tastiera qwerty completa e che permette

di rispondere a email e interagire con il

massimo livello di privacy. Anche perché

qui non è previsto il collegamento con

uno smartphone: Moment è del tutto

indipendente e può essere personaliz-

zato con l’inserimento di moduli aggiun-

tivi che offrono allo smartwatch feature

extra come la ricarica a induzione, il mo-

nitoraggio della frequenza cardiaca, ecc.

Inoltre, sfruttando un display e-paper,

Moment può assicurare un livello di

autonomia da record (per essere uno

smartwatch, ovvio), ovvero un mese in

condizioni di uso costante.

Niente male, nella speranza di vederlo a

breve sul mercato.

Clicca qui per il video.

GADGET Particolarmente curato il design: finitura lucida, bordi in metallo, spessore di 0.9 mm

Lo smartwatch Moment ha un mese di autonomia Moment ha display e-paper curvo e touch e tastiera qwerty per rispondere ai messaggi

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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014

di Roberto PEZZALI

H uawei, forte della terza posizione come produtto-

re di smartphone a livello globale, sta lavorando

tantissimo per far crescere il suo marchio anche

a livello di riconoscibilità. In questo senso il nuovo

Ascend P7 vuole essere il prodotto “da vetrina”, quello

di punta con cui il produttore cinese non ha paura di

confrontarsi con nomi ben più altisonanti dell’attuale

panorama. L’Ascend P7 ha infatti caratteristiche da vero

top di gamma, sia per quanto riguarda i dati prettamen-

te tecnici, che per il design.

Design non originale, ma curatoHuawei durante la presentazione ha posto molto l’ac-

cento sulla qualità della costruzione del suo nuovo

dispositivo e a ragione: in questa fascia di prezzo è

infatti impossibile trovare prodotti così ben costruiti.

Se l’Ascend P7 ha un difetto è solo quello forse di non

spiccare per originalità: Huawei sembra aver pescato

un po’ dalla linea degli ultimi Sony Xperia e un po’ dagli

iPhone di Apple, il che non è necessariamente un male

intendiamoci. Di certo l’Ascend P7 è sottilissimo, appe-

na 6,5 mm, leggero e appunto denota una precisione

nella costruzione notevole: sono piacevoli i materiali,

giunzioni e spigoli, qualità dei tasti. Il profilo laterale è in

alluminio ben lavorato e il bordo inferiore è arrotondato

con al centro la porta micro USB. Huawei durante la pre-

sentazione ha parlato di nano coating per la protezione

dagli spruzzi accidentali, ma il telefono non ha alcuna

particolare certificazione per l’impermeabilità. Il display

è da 5 pollici e come impone la moda del momento con

risoluzione Full HD per una densità di

445 punti per pollice e riempie

ben il 72,16% della superficie

del frontale dello smartpho-

ne, con una cornice laterale

di meno di 3 mm. Huawei

TEST L’Ascend P7 è uno dei prodotti migliori del catalogo Huawei e non ha nulla da invidiare ai top di gamma del momento

Huawei Ascend P7: completo e al giusto prezzoUno smartphone Android “personalizzato” contraddistinto da un design molto curato e un’ottima costruzione tecnica

non dichiara esplicitamente il tipo di display se non che

utilizza la tecnologia touch “in cell” a indicare che lo stra-

to sensibile al tocco è direttamente integrato nel piccolo

pannello, il che lo rende più sottile e con immagini an-

cora più vicine alla superficie dello schermo stesso. Per

il processore Huawei ha deciso di giocare ancora una

volta in casa, optando per il SoC HiSilicon Kirin 910T che

integra una CPU quad core da 1.8 GHz basata su archi-

tettura ARM Cortex-A9, e GPU Mali-450. La verà novità è

però l’integrazione anche di un processore di immagine

della Altek completamente dedicato all’elaborazione

dei dati del sensore della fotocamera principale. Que-

st’ultima utilizza un sensore Sony Xmor da 13 Megapixel

anche se qui la vera sorpresa è la fotocamera frontale

con sensore da ben 8 Megapixel. La memoria RAM di

sistema è da 2 GB e troviamo 16 GB di memo-

ria integrata espandibili con lo

slot per schede microSD. Qui,

rispetto a quanto visto alla pre-

sentazione ufficiale dell’Ascend

P7, purtroppo dobbiamo segna-

lare che la versione distribuita in

Italia non implementa l’ingegnoso

slot doppia funzione che permette

di utilizzare lo smartphone anche

in modalità dual SIM. Per quanto

riguarda le restanti caratteristiche

tecniche c’è ancora da segnalare

la scelta di utilizzare un gel termico

per migliorare la dissipazione del ca-

lore all’interno del sottile chassis, e la

doppia antenna per migliorare le

performance della connetti-

vità LTE cat 4 a 150 Mbit/

s. Per il resto c’è tutto

quello che ci si aspetta

da un moderno smar-

tphone: Bluetooth 4.0

LE, NFC, completa

dotazione di sensori

e forse possiamo solo

lamentare la mancata

compatibilità con il Wi-Fi

802.11ac o l’802.11n dual

band. Vista la struttura uni-

body la batteria non è chiara-

mente csostituibile dall’utente e ha

una capacità da quasi 2500 mAh.

Interfaccia custom più elegante e ricca di funzioniL’Ascend P7 è naturalmente uno smartpho-

ne Android, in particolare nella versione

KitKat 4.4.2, con interfaccia custom di Huawei

denominata EmotionUI, giunta alla versione

2.3. La nuova interfaccia grafica di Huawei

presenta da una parte icone contraddistin-

te da un design nettamente migliorato, con

colori e forme più morbide, dall’altra un’im-

postazione dell’home screen che, fatta

segue a pagina 31

lab

video

Huawei Ascend P7DESIGN PREMIUM E PRESTAZIONI ADATTE A QUALSIASI UTILIZZO 399,00 €ll design non teme confronti con prodotti dai nomi molto più altisonanti e il display è molto bello sia come resa cromatica che per luminosità massima. Anche l’interfaccia personalizzata di Huawei è stata sensibilmente migliorata, è molto piacevole e troviamo alcune funzioni decisamente interessanti. Il processore non è forse al pari degli ultimi Qualcomm, ma nelle nostre prove, a parte qualche rallentamento, lo smartphone è risultato in grado di offrire un’esperienza di utilizzo sicuramente superiore a quella di tanti altri prodotti di fascia media. Buono il comparto fotografico anche se ci aspettavamo qualcosa di più dalla resa con scarsa luminosità. Nel complesso si tratta di un prodotto ben riuscito soprattutto alla luce del prezzo.

COSA CI PIACE COSA NON CI PIACEDisplay luminosoOttima qualità costruttivaFotocamera frontale da 8 Mp

Qualche rallentamentoProcessore non da top di gamma

Qualità Longevità Design Simplicità D-Factor Prezzo

7 8 9 8 8 98.0

La particolare finitura della scocca posteriore dove si può vedere il micro-pattern creato dal vetrino a sette strati.

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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014

eccezione per i widget e i tasti di navigazio-

ne/funzione nella parte bassa dello

schermo, può ricordare quella

di iOS. Le applicazioni, infatti,

non finiscono nel cassetto del-

le app, ma rimangono sull’home

screen. Più applicazioni abbiamo

installate, più pagine dovremo ag-

giungere. Le app possono essere

naturalmente raccolte in cartelle

e l’unica cosa che non ci è pia-

ciuta del tutto è proprio la grafi-

ca di queste ultime che stona un

po’ con il resto della home screen.

Per disinstallare un’app, basta tene-

re premuta un’icona e trascinarla sul

cestino che compare. Molte le funzio-

nalità aggiunte da Huawei all’Ascend

P7 specie per quanto riguarda l’ottimiz-

zazione dello smartphone e i consumi. Tra

le app pre-installate ne troviamo infatti una

denominata “Gestione telefono” che permette anche

in modo del tutto automatico di effettuare una sorta di

scansione per liberare la memoria del telefono, oltre

che controllare l’accesso a Internet delle singole app

e persino gestire un “filtro molestie” che permette di

nascondere chiamate e messaggi indesiderati, fino ad

arrivare al blocco totale di un contatto. Nel comples-

so si tratta di un’app davvero ben fatta e offre notevoli

possibilità di personalizzazione nell’utilizzo delle risor-

se dello smartphone. Le altre app di base (chiamate,

messaggi, ecc) sono abbastanza standard, ma vale la

pena di segnalare l’integrazione della tastiera Swype

all’interno di quella di sistema, con un tasto dedicato

per l’utilizzo e la sua personalizzazione. Tra le app pre-

installate si segnalano il registratore vocale, le note,

il file manager, la gallery con riproduzione via DLNA

integrata, un’app per la creazione di backup criptati

sulla memoria del telefono, la radio FM e Polaris Of-

fice. Completo il menù delle notifiche, con l’area delle

scorciatoie alle impostazioni di uso più comune che

si espande per mostrare praticamente tutto quanto ci

può servire davvero. Qui troviamo anche il comando

per avviare il mirroring dello schermo con display Mi-

racast compatibili. Da segnalare, oltre al risparmio

energetico configurabile, anche la modalità

di risparmio “ultra” che in sostanza

disattiva tutto tranne chiama-

te, SMS e rubrica. Con questa

modalità lo smartphone è in

grado di resistere in stand-by

per quasi un giorno con il 10% di

batteria a disposizione.

Fotocamera: focus sui selfiePer la fotocamera frontale abbiamo praticamente tutte le

stesse funzionalità che solitamente troviamo per quella

principale, come i filtri artistici, il riconoscimento del sor-

riso e soprattutto la modalità panorama che consente

di realizzare quelli che Huawei ha ribattezzato groufies,

cioè autoscatti realizzati combinando diverse immagini

tra loro per riprendere gruppi. Sempre per la fotocame-

ra frontale c’è poi la modalità di ripresa “bellezza”, un

filtro che permette di migliorare il nostro look, con tanto

di preview in tempo reale e possibilità di intervenire su

parametri come naso, occhi, pelle, ecc. Passando alla

fotocamera posteriore, aumentano il numero di regola-

zioni disponibili (ISO, bilanciamento del bianco, esposi-

zione, ecc.) e di modalità di scatto. Ci sono l’HDR, ma

anche un’interessante funzione di tracking per la messa

a fuoco. Altra particolarità è la modalità di scatto rapido

che consente di azionare la fotocamera posteriore da

schermo bloccato, con un doppio click. Huawei dichiara

un tempo di scatto minimo di 1,2 sec. dalla pressione

del tasto: nei nostri test ci siamo fermati a 1,3 sec. che

comunque è un valore degno di nota. La qualità della

fotocamera è decisamente buona in condizioni di lumi-

nosità favorevole. Ottimi sono il livello di dettaglio, bilan-

ciamento cromatico e pulizia delle immagini, la resa sui

primi piani delle persone. La gamma dinamica è discreta

e l’HDR è poco marcato e produce effetti abbastanza

naturali anche se introduce in alcune situazioni qual-

che alone. Quando la luce è inferiore la resa è meno

sensazionale. A dispetto del processore di immagine

dedicato, il rumore comunque si nota. In esterni, anche

all’imbrunire, nonostante un po’ di rumore sulle ombre la

resa è comunque convincente, ma in interni e con poca

luce il dettaglio può risentirne.

Impressioni d’usoUsare Huawei Ascend P7 non ci è dispiaciuto affatto.

La qualità della costruzione è qualcosa che si percepi-

sce immediatamente al tocco ed è senza dubbio uno

dei punti di forza di questo smartphone, che offre uno

schermo ampio e allo stesso tempo grande leggerez-

za. Il retro è molto bello, ma anche un po’ troppo liscio,

tanto che se non è appoggiato su una superficie perfet-

tamente piana lo smartphone tende a scivolare. Difficile

pensare di avere a che fare con uno smartphone che

costa così poco in rapporto alla qualità della costruzio-

ne e al bel display. Il display è molto luminoso e l’unico

limite per la visibilità

in pieno sole è dato

dai riflessi sullo

schermo. La defi-

nizione è ottimale

(pannello Full HD) e

le immagini sembra-

no davvero a pelo

della superficie.

Sempre precisa la

risposta anche del

touchscreen. L’in-

terfaccia a schermo

ci è parsa general-

mente fluida nelle

animazioni princi-

pali, anche se in al-

cuni menù abbiamo

riscontrato qualche

tentennamento, ma

niente da pregiudicare l’esperienza di utilizzo. Il passag-

gio da un’applicazione all’altra è quasi sempre rapido,

anche con diverse app aperte in background. D’altra

parte il processore scelto da Huawei non è esattamen-

te il più performante sulla piazza, con i benchmark che

mettono l’Ascend P7 comunque dalle parti dell’HTC One

dello scorso anno, il che non è poi poco. A penalizzare

un po’ l’Ascend P7 sono le prestazioni pure della CPU,

mentre la parte grafica non si comporta affatto male. Ab-

biamo giocato a Dead Trigger 2 con i dettagli al massi-

mo, in generale con prestazioni buone incappando solo

in qualche sporadico rallentamento. Stiamo parlando

ricordiamo sempre di uno smartphone che ha un prezzo

di listino di 399 euro. Anche la navigazione via browser

è in generale fluida, ma anche qui, dopo qualche ora di

utilizzo e molte app aperte si può assistere a un leggero

rallentamento per lo più con i siti più complessi (nella

nostra esperienza sono quelli con banner pubblicitario

sullo sfondo della pagina a creare più problemi). Per

quanto riguarda le funzioni prettamente telefoniche

l’Ascend P7 fa quello che deve fare. L’unica cosa che

ci sentiamo di segnalare è che lo speaker, anche se è

in grado di emettere un consistente volume, a causa

del retro completamente liscio, quando lo smartphone

è appoggiato, ad esempio, su un tavolo, il suono viene

soffocato di molto con il rischio che la suoneria non sia

più udibile. La batteria è da ben 2460 mAh, che per un

telefono così sottile non è cosa da poco e garantisce

un’autonomia tutto sommato buona, che ci ha permesso

di arrivare sempre a fine giornata. Difficile però arrivare

a superare le 24 ore (stand-by incluso), a meno di un

uso davvero light in cui si fa unicamente uso di mail e

social network. Fotocamera e giochi sono naturalmente

gli utilizzi che consumano maggiormente.

TEST

Huawei Ascend P7segue Da pagina 30

Molto pulita anche la lock screen. Un pannellino compare con un

meccanismo molto simile a quello del control center di iOS, con alcune

scorciatoie come la torcia o il calenda-rio, il meteo o il volume.

Huawei Ascend P7in prova

lab

video

Clicca per l’ingrandimento

Clicca per l’ingrandimento

Clicca per l’ingrandimento

Huawei punta molto sulla moda dei selfie e non è un caso che la fotocamera frontale sia mol-to curata, con un sensore BSI da ben 8 MP e obiettivo a 5 elementi con lenti asferiche.

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Cuffia P3. Un mix di alta qualità sonora e comfort di lusso, frut-to della fusione calcolata e calibrata tra materiali pregiati e tec-nologie raffinate. Nata dalla penna di Morten Warren, lo stes-so creatore dello Zeppelin Air iPod Speaker, la P3, disponibi-le in 4 colori, nero, bianco, rosso e blu, ne conserva la per-sonalità, il talento sonoro e la frequentazione privilegiata, ov-vero l’iPod e l’iPhone dai quali estrapola il meglio dei conte-

nuti sonori, ne integra la funzionalità e la cosmetica. P3 è in-fatti dotata di un cavo con comando per iPod/iPhone con mi-crofono e controllo volume/salto-traccia, utilissimo per tutti gliamanti dei player firmati dalla mela argentata. Ma –ovviamente-P3 è "anche" una cuffia Hi Fi tradizionale di elevatissimo livello,da poter collegare a qualsiasi sorgente standard, tramite ilcavo a corredo intercambiabile con quello per player Apple.

Concert for one

Zeppelin e Zeppelin Air sono marchi registrati di B&W Group Ltd. AirPlay, iPod, iPhone e iPad sono marchi di Apple Inc. registrati negli Stati Uniti e in altri paesi.

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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014

di Vittorio Romano BARASSI

P rima Samsung, poi HTC e Sony e infine anche LG:

da qualche tempo vanno di moda i “mini” e nessu-

no dei grandi produttori, per ovvi motivi di marke-

ting, sembra volerne fare a meno. Ma ci sono mini e mini:

il G2 mini di LG vuole offrire alla clientela un prodotto

dal design pressoché identico a quello del più grande

e costoso G2, ma in scala. Affermare che G2 Mini sia

piccolo in senso assoluto però è abbastanza difficile:

si tratta di un device di 129,6 x 66 x 9,8 mm che non

sorprende affatto per le dimensioni generali bensì per

il senso di leggerezza che si prova una volta preso in

mano. Il dispositivo pesa appena 121 gr e questi sono

ben distribuiti, elemento che contribuisce non poco

alla sensazione di peso piuma che contraddistingue il

telefono. Se da un lato fa molto piacere scoprire come

LG sia stata in grado di creare un prodotto così leggero,

fa meno piacere percepire come la qualità dei materiali

scelti dall’azienda coreana sia tutt’altro che eccelsa: una

plastica di modesta qualità avvolge l’intero dispositivo

e la particolare finitura “a griglia” della cover posteriore

rimovibile non aiuta a potenziare la sensazione di soli-

dità. LG G2 non è certo un “mostro” nella qualità delle

finiture ma LG ha fatto di tutto per limitare al massimo gli

scricchiolii che, pur essendo presenti, non sono mai così

gravi da essere percepibili durante l’uso di tutti i giorni.

Come già visto sul G2 e sul neo-arrivato G3, anche G2

mini non propone pulsanti sui lati ma questi sono rag-

gruppati nella porzione posteriore della scocca, al di sot-

to dello spazio riservato alla fotocamera da 8 Megapixel

(affiancata da un buon flash LED); i tasti sono

tre e tutti in rilievo, con i comandi del volume

che abbracciano il pulsante di accensione-

blocco-sblocco del dispositivo.

I pixel si vedono, ma colori e angolo di visione convinconoLa porzione anteriore di LG G2 mini è con-

traddistinta da un generoso display da 4,7

pollici che occupa circa il 71% dell’intera su-

perficie a disposizione; da spento l’impatto

TEST Il piccolo di casa LG oltre al design, ha poco a che vedere con il fratello maggiore, processore e performance diventano“mini”

LG G2 Mini: dimensioni e prestazioni “in scala”Un dispositivo di fascia media adatto a chi non ha grandi pretese ma non rinuncia ad estetica e funzionalità del top di gamma

è di rilievo ma una volta acceso il dispositivo non si fa

fatica a capire come la qualità del pannello scelto da LG

sia inferiore a quella eccelsa del Full HD da 5,2 pollici

visto sul G2 che abbiamo provato diversi mesi or sono.

Quello di G2 mini è un pannello qHD da soli 540x960

pixel che su una diagonale così ampia risultano forse un

po’ pochi; un occhio attento, infatti, non farà troppa fa-

tica a notare i circa 234 pixel per pollice, soprattutto in

ambienti particolarmente bui oppure con la luminosità

impostata a livelli medio-alti. A proposito di luminosità

è doveroso segnalare come LG abbia deciso di rispar-

miare sul sensore di luminosità ambientale: sul G2 mini

non c’è ed è presente solo quello di prossimità. Volendo

esprimere un parere generale sul pannello ci viene dif-

ficile elogiarlo incondizionatamente ma è giusto essere

obiettivi: G2 mini costa la metà di G2 e qualche rinuncia

è normale; il display non sarà paragonabile a quello del

fratello maggiore ma ci si fa lo stesso di tutto, inoltre par-

liamo di un pannello tutt’altro che risoluto ma dai colori

sempre molto realistici, Infine,

il fatto che sia un LCD IPS

permette sempre all’uten-

te di apprezzare tonalità

verosimili anche da angoli

di visione estremi. Davanti

al display c’è pure un Go-

rilla Glass 2 di Corning,

elemento che permetterà

di tenere il dispositivo al

riparo dai graffi.

Tutto è mini: anche processore e RAMDiminuiscono le dimensioni e diminuisce la potenza:

sembrerebbe una cosa naturale ma non

lo è affatto e Sony lo ha ben dimo-

strato con il suo Z1 Compact. LG

G2 mini non è sicuramente un

dispositivo dedicato ai ma-

niaci delle prestazioni: lo

smartphone è equipaggia-

to con lo Snapdragon 400

(Qualcomm MSM8226)

quad-core da 1,2 GHz or-

mai standard dei prodotti

di gamma media, supporta-

to per la parte grafica da una

GPU Adreno 305 e affiancato

da un solo GB di memoria RAM. Il

dispositivo resta decisamente piace-

vole da utilizzare nella routine quotidiana,

ma nelle situazioni più difficili fa intravedere tutti i suoi

limiti. Facendone un uso basilare difficilmente ci si ac-

corgerà della poca grinta del device, e d’altronde, consi-

derando prezzo, fascia di mercato e target preferenziale

(primo smartphone con buon rapporto qualità/prezzo), la

scelta di LG sulla dotazione hardware è comprensibile.

Con G2 mini si può lavorare, giocare e guardare video

senza problemi, ma ovviamente non si deve rientrare

nella cerchia degli appassionati, pena qualche attesa

di troppo (1 GB di RAM si nota) e qualche indecisione.

segue a pagina 34

lab

video

LG G2 miniUNA VERSIONE “CASUAL” DEL (MOLTO) PIÙ POTENTE G2

299,00 €LG G2 mini non è nato per assicurare la stessa identica esperienza d’uso del fratello maggiore, ma si rivolge a un’utenza più ampia, dalle pretese nettamente minori, pur mantenendo un approccio analogo al top di gamma. Ecco perché è sì più piccolo, ma anche le specifiche tecniche sono state ridimensionate. Un processore meno potente, un quantitativo di RAM inferiore e un display tutt’altro che eccezionale; alquanto positiva è però la presenza di una cover posteriore rimovibile che dà accesso all’ottima batteria e agli slot microSIM e microSD. Con G2 mini ci si fa di tutto, è discreto e completo, ma è un terminale di fascia media, alla quale assicura versatilità, ma attenzione a non stressarlo troppo: se dovete pesare fortemente sul multitasking o ci tenete alle prestazioni, qui troverete purtroppo qualche rallentamento di troppo.

COSA CI PIACE COSA NON CI PIACEBatteria eccezionale e rimovibilePresenza del modulo 4GBuona fotocamera

Performance non sempre di alto profiloDisplay poco risolutoPrezzo di listino

Qualità Longevità Design Simplicità D-Factor Prezzo

7 7 8 8 7 67.0LG G2 mini a confronto con G2: un paragone che stenta a stare in piedi. Meno potenza, meno RAM, fo-tocamera meno performante e un display meno definito. Ovvia-mente cambia anche il prezzo, e non di poco.

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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014

A puri fini di test, che come anticipato difficilmente an-

dranno a ricalcare le comuni condizioni di utilizzo, l’ab-

biamo stressato duramente, e in effetti in questo caso

le incertezze vengono fuori. Nel multitasking “estremo”,

per esempio: dopo aver aperto molte applicazioni lo

smartphone fatica a tenere il ritmo e ci vorrà più di qual-

che secondo per ritornare alla normalità; in questi casi

di multitasking avanzato si segnalano incertezze anche

in funzioni di base come le chiamate e la messaggistica,

con LG G2 mini spesso in netta difficoltà a capire quan-

do - ad esempio - stacchiamo il telefono dall’orecchio

per accedere al tastierino numerico on-screen. Morale:

è un terminale di fascia media, con dotazione hardware

di medio profilo e pensato per l’utilizzo “ca-

sual”. Se si vuole un telefono da stressare

con 1000 applicazioni aperte, passando da

una all’altra compulsivamente e non accet-

tando attese e indecisioni di alcun genere,

G2 (anzi, ora G3) è la soluzione cui puntare.

LG G2 mini gira su Android KitKat 4.4.2 e

presenta un’interfaccia utente molto pia-

cevole e “giovanile” (ottima la possibilità di

personalizzare i tasti on-screen); non ci ha

fatto impazzire forse il design un po’ anonimo di alcune

applicazioni standard come Galleria e Video (file .MOV a

parte apre tutto, compresi DivX e filmati con codec AC3),

ma non ci sembrerebbe giusto puntare il dito contro LG

per questi piccoli dettagli. Un dettaglio certamente più

importante è quello che riguarda il blocco/sblocco del

dispositivo; come abbiamo detto in precedenza lo smar-

tphone presenta tutti i tasti nella sua porzione

posteriore e, di conseguenza,

se LG non fosse intervenuta

in qualche maniera non si

sarebbe potuto sbloccare il

device quando appoggiato

da qualche parte. Per fortuna

(ovviamente) gli ingegneri co-

reani hanno riproposto il pra-

tico Knock On (doppio tap sullo schermo per il

blocco e lo sblocco del device) che su G2 mini è in

versione “evoluta”; il disposi-

tivo infatti è equipaggiato con

la tecnologia Knock Code, la

quale permette all’utente di im-

postare una sequenza di tap - da

2 a 8 tocchi sui quattro quadranti

del display - utile per lo sblocco. Il

sistema funziona davvero bene e lo

ab- biamo trovato addirittura più reattivo

del normale Knock On, a volte un po’ indeciso. Sco-

modo, secondo noi, il tasto di sblocco posteriore: è trop-

po prominente e spesso, soprattutto in tasche piuttosto

strette, si rischia di premerlo (più volte ci è successo di

tornare a casa con il telefono spento); stesso discordo

per gli altri due pulsanti: a display spento se si preme

Volume+ si accede a QuickMemo mentre tenendo pre-

muto Volume- si accende la fotocamera. Forse a cau-

sa dei soli 8 GB di memoria fisica installati (quantitativo

però espandibile tramite microSD fino a 32 GB ), LG non

ha esagerato sotto il profilo software: ci sono tutte la app

Google, un browser di sistema (ma funziona molto me-

glio Chrome) e poco altro. Da segnalare solo LG Backup,

RemoteCall Service (app per il supporto remoto), Think-

Free Viewer per l’apertura di documenti e file PDF, Box

(servizio di archiviazione cloud) e LG SmartWorld, una

sorta di store dove scaricare sfondi, temi e app per il

dispositivo.

Non è un camera-phone ma la fotocamera è promossaUna delle caratteristiche principali di LG G2 “normale”

è senza dubbio la fotocamera da 13 Megapixel con sta-

bilizzatore ottico, elemento che probabilmente l’azien-

da avrebbe potuto riproporre qui ma che, a causa del

ridimensionamento dell’hardware, non ritroviamo.

G2 mini monta un semplice modulo da 8 Megapixel (in

4:3, 6 Megapixel se si scatta in 16:9), senza OIS, che

se la cava bene in ogni situazione ma ha ben poco

a che vedere con quello del fratello maggiore. Di

giorno le foto e i video (1080/30p ma si può scende-

re fino a 176x144 pixel per gli MMS) sono sempre di

buonissima qualità; certo il dettaglio non è alle stelle

e la compressione JPEG degli scatti si fa sentire, ma

tutto sommato non ci si può affatto lamentare. Di sera

e di notte il sensore fa un po’ più di fatica ma non è

poi così difficile ottenere foto e video di qualità più

che sufficiente: basta stare lontano dalle luci troppo

forti che “mandano in confusione” il pacchetto. La

velocità di scatto non è fulminea, quasi sicuramente

a causa di un sistema di messa a fuoco non proprio

velocissimo. Per vedere i video di esempio clicca:

video notturno - video diurno

È anche un buon telefonoè 4G e la batteria duraSotto il profilo prettamente telefonico LG G2 si com-

porta in maniera molto positiva; la ricezione è molto

buona in ogni situazione e la qualità delle chiamate è

superiore alla media di categoria: dalla cuffia aurico-

lare si sente bene e anche chi ci ascolta riferisce di

sentirci molto bene. Piccolo appunto sulla vibrazione:

anche impostata al livello più alto spesso si fa fatica

a sentirla, sia che il telefono stia in una tasca sia che

esso stia, per esempio, sulla scrivania o sul comodino.

Lo smartphone in questione è 4G (LTE 800 / 900 / 1800

/ 2100 / 2600) e questo, a cui si aggiunge la presenza

dell’NFC, è certamente un punto a favore di un disposi-

tivo in vendita sotto i 300 euro. Altro punto nettamente

a favore di LG G2 mini è caratterizzato dalla batteria

che evidentemente non risente della presenza del già

citato modulo 4G: il pacchetto da 2440mAh - rimovibi-

le - permette di superare tranquillamente la normale

giornata lavorativa e se non si esagera con i giochi si

rischia addirittura di coprirne due senza mai dover ri-

correre al caricabatterie. LG G2 mini non manca poi di

Bluetooth 4.0, Wi-Fi a/b/g/n, Wi-Fi Direct, DLNA e GPS

con A-GPS e GLONASS. La piccola confezione di ven-

dita propone anche un paio di cuffie standard: la quali-

tà è nella media e certamente gli amanti del bel suono

dovranno guardare altrove. Buono il lettore musicale

proposto da LG, il quale è in grado di eseguire anche

file .FLAC e .WAV.

TEST

LG G2 Minisegue Da pagina 33

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Software fotocamera: ricco di funzionalità (alcune anche abbastanza simpatiche) e di opzioni, ma non spicca per rapidità e immediatezza

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MAGAZINEn.92 / 14 23 GIUGNO 2014

di Roberto FAGGIANO

I l mercato delle cuffie negli ultimi anni ha visto un

radicale cambiamento nelle prospettive di vendita:

non più strumenti per ascoltare musica a casa pro-

pria senza disturbare il resto della famiglia ma vero e

proprio status symbol da esibire in strada e sui mezzi di

trasporto pubblico. Alcuni marchi, in particolare, hanno

sfruttato l’immagine di vip assortiti, attraendo così chi li

voleva imitare. Altri marchi hanno proseguito sulla loro

buona strada, forti dell’esperienza sul campo e negli

studi di registrazione ma hanno poi dovuto fare i conti

con il pubblico più giovane, poco interessato alla tradi-

zione e molto sensibile all’immagine e alle mode.

65 anni e li dimostra tuttiNel campo musicale sono davvero pochi i marchi

che sono praticamente nati assieme agli studi di regi-

strazione. Tra loro AKG, Akustische und Kino-Geräte,

marchio austriaco specializzato in cuffie e microfoni;

modelli come le Kardan 140 e 240 sono state utiliz-

zate per registrare moltissimi dischi e hanno deliziato

gli ascoltatori di vinile negli anni ‘70 e ‘80 dello scor-

so secolo. Chi scrive ha avuto come prima cuffia una

K140, sostituita solo per il “fine vita” dei suoi cuscinetti,

ormai introvabili come ricambi. Potrete quindi immagi-

nare le nostre perplessità quando AKG ha lanciato i

nuovi modelli Y con estetica molto vistosa per attirare

i nuovi clienti più giovani. Non era forse meglio ricor-

dare la fama raggiunta nel passato? Probabilmente

ha, invece, avuto ragione il gruppo Harman, da tempo

proprietario del marchio europeo. Per toglierci ogni

dubbio abbiamo provato le nuove Y50 (99 euro), per

l’occasione in una vistosa finitura rossa. Si tratta di un

esemplare tra i primissimi usciti dalle linee di produ-

zione, ma ci assicurano del tutto comparabile a quelli

in vendita a breve. I dati tecnici parlano di impedenza

a 32 ohm, sensibilità di 115 dB e risposta in frequenza

tra 16 Hz e 24 kHz.

Linea vistosa, materiali di qualitàPer il nostro test abbiamo utilizzato un iPod Touch e

il convertitore Denon DA-300USB in modo da poter

ascoltare non solo MP3 ma anche musica su PC in

formato Flac e addirittura DSD. Nella dotazione della

cuffia c’è, infatti, oltre a una comoda sacca da viaggio,

anche un adattatore jack da 6 mm per l’utilizzo con

apparecchi casalinghi. L’analisi esterna della cuffia

deve partire dal vistoso logo sui padiglioni, in pochi

hanno osato tanto, nemmeno il celebrato marchio

americano che ha lanciato questa moda. Molte parti

sono metalliche, come il padiglione stesso e l’archet-

to; le parti in plastica sono di spessore adeguato e

senza apparenti punti deboli. Anche il meccanismo

di rotazione dei padiglioni ha un perno in metallo nei

punti critici. Ottima l’imbottitura dei cuscinetti, molto

morbida e avvolgente, più leggera quella sull’archet-

to. Il comfort è ottimo anche dopo ascolti molto pro-

lungati e non c’è nessuna pressione eccessiva sulle

TEST Cuffie più che ottime, comode da indossare e realizzate con materiali duraturi; buono anche il rapporto qualità/prezzo

AKG Y50, provata in anteprima la cuffia della svoltaVeste più moderna per avvicinarsi ai giovani, ma la qualità sonora per fortuna non è cambiata, adatta a ogni genere musicale

orecchie, nonostante il buon isolamento dai rumori

esterni. I canali destro e sinistro sono ben evidenziati

all’interno del padiglione, non come certi concorrenti

dove sembra abbiano studiato il punto meno visibile

dove contrassegnare i due canali. Unico punto miglio-

rabile ci pare il cavo di collegamento, separabile ma

molto sottile e con microfono a un solo pulsante uni-

versale per ogni smartphone: un modo semplice per

risparmiare sulla certificazione dai vari loghi di fabbri-

ca ma scomodo nell’uso quotidiano perché impone di

andare sul telefono per molte operazioni.

Nuova filosofia Vecchia (ottima) qualità d’ascoltoEd eccoci finalmente all’ascolto, dove AKG non do-

veva certo cambiare rispetto all’ottimo passato. Ave-

vamo già ascoltato le cuffie durante la presentazione

europea a Berlino, avendo come sorgente un banco

da deejay e un amplificatore Project Audio Head Box

S, ricavandone un’ottima impressione. Ora possiamo

dedicarci a un ascolto molto più attento e con musica

ben conosciuta. La sensibilità della cuffia è nella me-

dia ma la dinamica è di ottimo livello, anche alzando

al limite il volume non si colgono distorsioni o fatica

d’ascolto. La risposta in frequenza è molto estesa e

permette di cogliere nuovi dettagli in gamma acuta

con i brani meglio registrati e meno compressi; sui

bassi più profondi il controllo è notevole tranne con

brani malamente mixati per essere più coinvolgenti

con gli auricolari più economici. La tridimensionalità

c’è e questa è già una notizia, i suoni non vengono

compressi tra le due orecchie ma si espandono verso

l’esterno creando una bella scena frontale; meno ap-

prezzabile la profondità ma non possiamo chiedere

troppo a ua cuffia di questo prezzo. Dopo il primo ap-

proccio per saggiare i limiti della nuova AKG possia-

mo passare al piacere d’ascolto, lasciando scorrere

senza problemi interi brani, un fattore raro e segnale

che stiamo usando una buona cuffia. Ritorniamo sul-

l’estremo acuto perché nonostante il grande dettaglio

non si sconfina mai nel graffiante e le voci femminili

non vengono penalizzate. Con i brani in alta risolu-

zione dal convertitore Denon si va verso un ascolto

decisamente serio, dove ci siamo sforzati di trovare il

limite delle Y50. Sin dai primi brani si nota la raggiunta

profondità che mancava con gli MP3, con una collo-

cazione molto accurata degli strumenti e il cantante

al centro della scena. La gamma bassa è notevole ma

forse senza la dinamica perfetta; ottimo il dettaglio

degli strumenti e ancora nessuna fatica d’ascolto no-

nostante l’estrema precisione in gamma acuta. Solo a

volume davvero alto si nota l’arrivo della saturazione

in ingresso, ma abbiamo portato il volume del Denon

quasi al massimo. Nessuna preferenza per i generi

musicali, tutto scorre con la massima piacevolezza ed

è proprio l’ascolto della musica a prevalere su tutto.

lab

video

AKG Y50ESTETICA VISTOSA, BUONE PRESTAZIONI SONORE 99,00 €Per questo livello di prezzo è difficile chiedere - e ottenere - di più. Anzi bisognerà preoccuparsi di fornire alle cuffie sorgenti e musica alla loro altezza per non mortificarne le prestazioni. AKG ha cambiato filosofia ma per fortuna il progetto è rimasto quello di un tempo: passi pure l’estetica vistosa se questo può far avvicinare alla musica ben riprodotta anche quei giovani che non conoscevano il marchio austriaco. Il risultato è una cuf-fia di qualità più che ottima, adatta all’ascolto di ogni genere musicale, comoda da indossare e costruita con materiali duraturi. Se avesse potuto partecipare alla nostra comparativa di cuffie sotto i 100 euro, la Y50 sarebbe stata la vincitrice. Il rapporto qualità/prezzo è molto favorevole.

COSA CI PIACE COSA NON CI PIACEPrestazioni sonoreCostruzione accurataRapporto qualità/prezzo

Estetica vistosa dei padiglioniCavo di collegamento migliorabile

Qualità Longevità Design Simplicità D-Factor Prezzo

9 8 7 7 8 98.4