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28-05-2018 Media Monitoring per Rassegna stampa del 28-05-2018

28-05-2018...Contattai il mio ginecologo che mi fece ricoverare in un ospedale per una settimana senza che mi fossero date speranze per il bambino, anzi, mi fu suggerito di abortire

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28-05-2018

Media Monitoring per

Rassegna stampa del 28-05-2018

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AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona 1 ................................................................................ Il miracolo della vita a Salerno: il sacco si rompe, madre e figlio salvi 1 ........................... Espianto multiorgano all' Ospedale del Mare 2 ....................................................................... Mamma e bimbo salvi grazie al reparto Gravidanza a rischio del 'Ruggi' 4 ....................... Al via la decima edizione delle Giornate Mediche, Rossella Lamberti: «Cava fucina di

competenze» 5 ....................................................................................................................... Mario Forlenza, un manager poliedrico 7 .................................................................................

Sanità Salerno e provincia 11 ............................................................................................................ Educazione mirata e mense doc la scuola frena il grasso in eccesso 11 ............................. Giudizio di otemperanza, l' azienda recupera oltre un milione di crediti 13 ...................... Salerno per tre giorni caput mundi dell' urologia e dell' andrologia italiana. 15 .............. Sovrappeso un bambino su tre il pasto «scorretto» dei piccoli 17 .......................................

Sanità Campania 20 ............................................................................................................................. «Dopo 9 anni torno a sorridere» 20 ........................................................................................... «Madri oltre il tumore», è nato il centro che aiuta la vita 22 ................................................ «Presto sarò mamma» Dalla gestazione al parto ecco le istruzioni per l'uso 23 ............... Bronchite ecco le cure per batterla 26 ...................................................................................... Glaucoma , c' è la nuova terapia La molecola che protegge la vista 28 .............................. L' Ordine dei medicie i manifesti affissicontro le fake news 30 ............................................ Malattie rare, la Campania si riorganizza seguendo il modello veneto e pugliese 31 ...... Morte sospetta in corsia I giudici salvano i medici 33 ............................................................ Nessuna dolce attesa è esente da rischi 35 ............................................................................. Nuovo decreto del Consiglio di Stato Romeo Gestioni resta al Cardarelli 37 ..................... Ortopedia rigenerativa I concentrati piastrinici per riparare le articolazioni 39 ............... Ospedali riuniti, rivolta di Mastella: ricorso al Tar 41 ............................................................ Sanità: il napoletano Ricciardi diventa presidente Wfpha 43 ............................................... Schizofrenia serve la diagnosi 44 .............................................................................................. Sinergia tra Inps e Aism Certificato neurologico per la sclerosi multipla 46 ...................... Solidarietà a Vico Donato all'ospedale un nuovo ecografo 48 .............................................. Solo tutti assieme unendo le forze salveremo la sanità 50 ................................................... Test genetici , la prima diagnosi del feto 52 ............................................................................ Uso dei videoterminali Ora le linee guida vanno aggiornate 54 ...........................................

Sanità nazionale 56 ............................................................................................................................. Biotestamento, i primi passi di medici e notai 56 ................................................................... Dichiarazioni in crescita nei Comuni 58 .................................................................................... Italia senza figli e senza ginecologi 60 .....................................................................................

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26/05/2018 ilgiornaledisalerno.it

Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

EAV: € 465Lettori: 1.000

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Il miracolo della vita a Salerno: il sacco si rompe, madre efiglio salvi

«Una storia incredibile, adesso che tuttosi è concluso nel migliore dei modi». Èuna emozionata neomamma, LuanaSpagnuolo, a raccontare la suaesperienza prima dell’arrivo del figlioMatteo. «Il mio dramma – dice –incomincia quando alla 19esimasettimana improvvisamente si è rotto ilsacco per cui usciva liquido amniotico.Contattai il mio ginecologo che mi fece ricoverare in un ospedale per una settimanasenza che mi fossero date speranze per il bambino, anzi, mi fu suggerito di abortire.Ma io volevo quel bambino e non avevo alcuna voglia di abbandonare il mio sogno.Solo casualmente venni a conoscenza del Reparto Gravidanza a rischio dell’ospedalesalernitano San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, diretto dal dottore Raffaele Pettaal quale manifestai il mio fortissimo desiderio di diventare mamma. Lui mi illustròtutti i rischi legati alla rottura del sacco, tra cui un’infezione gravissima che potevacomportare anche pericolo di vita per me e per il bambino che portavo il grembo.Sottoposta a controlli quotidiani e a terapie con antibiotici, sono riuscita ad arrivarealla 30esima settimana». «Il 19 maggio – prosegue – il mio bimbo cominciò a fare lebizze e il suo cuoricino ha iniziato ad avere delle decelerazioni per cui i medici diguardia decisero di intervenire. Informai immediatamente il ginecologo che pur nonessendo in servizio, accorse al mio capezzale perché mi disse era un caso moltodelicato e non si sentiva di lasciarmi. Poco prima di mezzanotte è nato Matteo, di 1,3chili». La signora Spagnuolo, già mamma di un altro bambino, insieme al dottorPetta, ha voluto ringraziare i direttori del nosocomio salernitano, i dottori, leostetriche e tutti i sanitari che hanno accompagnato il suo percorso culminato con lanascita di Matteo, «un vero, grande miracolo».

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27/05/2018

Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

Pagina 10 EAV: € 1.081Lettori: 29.750

Espianto multiorgano all' Ospedale del Mare

SU UN PAZIENTE DI 62 ANNI. FORLENZA:«GRAZIE ALLA FAMIGLIA PER IL GESTO»NAPOLI. Espianto multiorgano all'Ospedale del Mare su un paziente di 62anni. L' uomo era stato sottoposto adangioplastica dall' equipe del dottorTuccillo con ottimo risultato e il cuoreaveva ripreso a funzionareperfettamente. Purtroppo dopo 24 ore siè realizzata una terribile e drammaticacomplicanza: una emorragia cerebralemassiva.Prontamente soccorso è statointubato e trasferito in Rianimazionedove le condizioni sono subito apparsedisperate. L' assistenza intensiva hapermesso di scongiurare l' arresto delcuore, ma purtroppo per il cervello nonc' era più nulla da fare.L' intera equipemedico infermieristica della TerapiaIntensiva dell' Odm, caratterizzata dauna particolare propensione allarianimazione aperta si è stretta vicinoalla famiglia che, con encomiabile ecommovente disponibilità ha offerto,prima ancora che venisse prospettata la possibilità, gli organi per eventuali riceventiche ne avessero bisogno.La commissione per l' accertamento, un neurologo, unanestesista, un medico legale, ha certificato dopo sei ore lo stato di "mortecerebrale". La macchina della donazione si è prontamente attivata e dopo meno di24 ore una equipe della Aou Ruggi di Salerno, coordinata dal dottor De Rosa, e unadal Cardarelli, coordinata dal dottor Santa niello, si sono recate nel complessooperatorio dell' Ospedale del Mare dove i dottori Sterni e De Rosa, sotto lasupervisione del Direttore della Unità operativa Rianimazione, Zannetti,conservavano in piena efficienza gli organi. L' intero staff infermieristico dellaRianimazione e del complesso operatorio ha partecipato con emozione ed impegnoall' intera procedura, dando onore ad un gesto così nobile effettuatospontaneamente.Gli organi sono stati portati al Cardarelli, il fegato, ed in Sicilia, ireni, per una emergenza nazionale.Anche le cornee sono state prelevate econservate presso la banca esistente al Pellegrini. Il direttore dell' Odm Nunzio

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Quinto e la dottoressa Focaccio, responsabile delle attività sulla divulgazione delladonazione di organi, hanno personalmente ringraziato ed assistito la famiglia del62enne. «Una terribile complicanza è diventata una opportunità per 5 persone inattesa di un trapianto di organi» ha detto Mario Forlenza, direttore generale dell' AslNapoli 1 Centro il quale ha anche precisato «che le numerose iniziative disensibilizzazione ed informazione sulla divulgazione della cultura di donazione degliorgani organizzate dall' Asl sono servite a rafforzare quella "cultura" della donazionedegli organi. Un grazie alla famiglia del 62enne perché attraverso il nobile gestospontaneo ha dato una speranza di vita agli altri».

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27/05/2018 salernonotizie.it

Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

EAV: € 915Lettori: 10.300

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Mamma e bimbo salvi grazie al reparto Gravidanza a rischiodel 'Ruggi'

“Una storia incredibile, adesso che tuttosi è concluso nel migliore dei modi”. E’una emozionata neomamma, LuanaSpagnuolo, a raccontare la suaesperienza prima dell’arrivo del figlioMatteo. “Il mio dramma – dice –incomincia quando alla 19esimasettimana improvvisamente si è rotto ilsacco per cui usciva liquido amniotico.Contattai il mio ginecologo che mi fecericoverare in un ospedale per unasettimana senza che mi fossero datesperanze per il bambino, anzi, mi fusuggerito di abortire. Ma io volevo quelbambino e non avevo alcuna voglia diabbandonare il mio sogno. Solocasualmente venni a conoscenza delReparto Gravidanza a rischiodell’ospedale salernitano San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, diretto dal dottoreRaffaele Petta al quale manifestai il mio fortissimo desiderio di diventare mamma.Lui mi illustrò tutti i rischi legati alla rottura del sacco, tra cui un’infezionegravissima che poteva comportare anche pericolo di vita per me e per il bambinoche portavo il grembo. Sottoposta a controlli quotidiani e a terapie con antibiotici,sono riuscita ad arrivare alla 30esima settimana”. “Il 19 maggio – prosegue – il miobimbo cominciò a fare le bizze e il suo cuoricino ha iniziato ad avere delledecelerazioni per cui i medici di guardia decisero di intervenire.

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28/05/2018

Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

Pagina 18 EAV: € 1.517Lettori: 29.750

Al via la decima edizione delle Giornate Mediche, RossellaLamberti: «Cava fucina di competenze»

CAVA DE' TIRRENI. Al via la decimaedizione delle Giornate Mediche -Città diCava de' Tirreni, nella sala conferenzedell' Holiday Inn, l' associazioneOperatori Sanitari Cava dei Tirreni Vietrisul Mare che da anni si impegna neldibattito e nella soluzione delleproblematiche che riguardano la salutepubblica, quelle del cittadino nonchédella qualità dell' ambiente, presiedutadal dottor Pasquale Lamberti, grazie alcertosino lavoro di Rossella Lambertinoto chirurgo plastico cavese, lancia unimportante messaggio ai numerosicittadini e professionalità intervenute,quello della prevenzione che devetrovare una conciliazione obbligatoria diadeguate politiche ambientali e dimiglioramento della qualità della vita atutela del cittadino oggi sempre piùesposto a patologie derivanti da unacattiva condotta della vita condizionataritmi frenetici e scarso interesse per se stessi incentivato da sempre più crescentipro blematiche. Le giornate inaugurate lo scorso 24 maggio e che termineranno ilprossimo 8 e 9 giugno saranno scandite da sette sessioni scientifiche con lapartecipazione di professionisti altamente qualificati delle varie branche mediche inparticolare cavesi noti alla comunità scientifica ed universitaria sanitaria regionale enazionale. La prevenzione nella cura delle malattie ed una risposta territoriale diefficientamento dei servizi sanitari territoriali sono sempre stati temi cari ainumerosi associati della associazione Operatori Sanitari Cava dei Tirreni Vietri sulMare che conta oltre 200 associati tra medici, operatori e professionisti quali biologi,infermieri e farmacisti. Nella sua introduzione il dottore Pasquale Lamberti ha postol' attenzione sulla carenza in organico di diverse professionalità al nosocomio cavese"Santa Maria Incoronata dell' Olmo" e che Cava per storia e prestigio professionalemedico deve continuare ad essere protagonista nell' offerta sanitaria in qualità efunzionalità dei servizi connessi proprio alla rete ospedaliera e territoriale. Presenti

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numerose autorità tra le quali il sindaco Vincenzo Servalli che si è impegnato daprimo cittadino e massima autorità sanitaria del territorio a sostenere le propostedell' associazione nonché a potenziare l' offerta sanitaria sul territorio:organizzazione ed ammodernamento basato su parametri di efficienza, efficacia,razionalità e oculatezza saranno la risposta dei tagli indiscriminati che si sonoconsumati in passato e che oggi dopo la salvezza dell' Ospedale di Cava non ciapparterranno più. Hanno partecipato al prestigioso incontro anche il presidentedell' ordine dei medici chirurghi ed odontoiatri Giovanni D' Angelo, il dottor GiovanniBaldi, Germano Baldi ed il dottor Luigi Napoli da sempre attenti alle problematichesanitarie del territorio. I responsabili scientifici, inoltre, nel corso del primoappuntamento, Rossella Lamberti noto chirurgo plastico cavese ed dottor VittorioSalvatore direttore responsabile reparto medicina generale dell' ospedale di Cava,hanno candidato la città metelliana da anni meta di formazione ed aggiornamentocontinuo in campo medico, perché solo attraverso di essa si può continuare acompetere con importanti realtà regionali e nazionali che sono all' avanguardia permezzi e risorse, dunque il made in italy per combattere ancora una volta la fuga divalidi professionisti verso l' estero che nel proprio Paese non riescono a trovare l'apparato infrastrutturale idoneo al progresso delle proprie capacità indi dell' interacomunità.

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28/05/2018

Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

Pagina 34 EAV: € 4.449Lettori: 29.750

Mario Forlenza, un manager poliedrico

Adesso il suo nuovo obiettivo è l'apertura completa dell' Ospedale delMare Mario Forlenza (nella foto), abilitatoallesercizio della professione diavvocato, è il Direttore Generale dellaAsl Napoli 1 Centro, una delle aziendesanitarie più grandi dItalia, cuiafferiscono dieci distretti sanitari e gliospedali San Paolo, Loreto Nuovo,Incurabili, San Giovanni Bosco, VecchioPellegrini e lospedale del Mare. Il suolungo curriculum è caratterizzato daimportanti esperienze anche in ambitidiversi. È iscritto nellalbo nazionalespecifico dei Direttori Generali che èrequisito fondamentale per avereincarichi di vertice nelle Asl. «Sono natoa Contursi Terme, in provincia diSalerno, ma ci ho abitato poco perchémio padre, direttore delle Poste,cambiava spesso la sede di lavoro. Misono laureato in GiurisprudenzaallUniversità Federico II. Sono semprestato appassionato di diritto e hoconseguito anche labilitazione per fare lavvocato». Però non ha mai esercitato laprofessione. Perché? «Eravamo sei figli e occorreva alleggerire il carico familiare.Mentre studiavo ho cominciato a partecipare a diversi concorsi sempre ad indirizzogiuridico. Ne vinsi uno nel 1977 al ministero della Giustizia, come collaboratore dicancelleria, e fui assegnato alla Procura della Repubblica di Roma. È stataunesperienza bellissima che mi ha formato molto e mi ha fatto conoscere magistratie avvocati e di alto livello. Ci sono rimasto nove anni. Ricordo con terrore i viaggi intreni affollatissimi che arrivavano sempre in ritardo. Per questo motivo, ancora oggi,uso solo l' automobile». E dopo? «Ottenni il trasferimento alla Procura dellaRepubblica di Salerno. Dopo poco tempo dal trasferimento mi sono sposato e, se hofatto carriera, lo devo sicuramente anche a mia moglie Antonella». Queltrasferimento fu prodromico di una svolta importante nella sua vita.Quale? «Fin daragazzo ho militato attivamente nella Fgci (giovani comunisti) e successivamente,dopo il trasferimento da Roma, sono stato dal 1986 al 1997 anche segretario

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generale della Cgil del comparto pubblico per il comprensorio Sele- Diano -Cilento.Per questa notevole esperienza politica -sindacale che avevo maturato, il sindaco diEboli mi propose di fare l' assessore nella sua giunta. Qualora avessi accettato misarei dovuto dimettere dal sindacato per incompatibilità. Sorprendendo tutti, in 24ore decisi di accettare». Che delega ebbe? «Quella al Bilancio. Anche quel periododal 1997-'99, ha rappresentato per me un' importante scuola di vita e un' esperienzaimportante. Tra i tanti progetti realizzati ne ricordo due: il rifacimento totale dipiazza della Repubblica a Eboli e la demolizione delle costruzioni abusive costruitesu suolo demaniale lungo la fascia costiera del comune, area interessata di oltrecinque km compresa tra i comuni di Capaccio e Battipaglia. Nessuna ditta sipresentò alla gara per ottenere l' appalto per la demolizione e la portammo atermine con il Genio Civile. All' epoca fu il primo abbattimento a livello nazionale diquesto genere ed ebbe grande scalpore mediati co Durante il mandato, partecipaiad un concorso per dirigente amministrativo all' Asl di Matera». A seguito di taleconcorso è transitato nel Ssn? «Sì.Era il 1999. Il concorso era per tre posti e iorisultai quinto. Per lo scorrimento della graduatoria dopo poco fui assunto "a tempoindeterminato" e fui assegnato all' ospedale di Matera come vicedirettoreamministrati vo». Come fu il suo primo giorno di lavoro da dirigente? «Carico ditensione e preoccupazione. Arrivai in ospedale con tre ore di ritardo perché le stradeerano coperte dalla neve caduta in abbondanza durante la notte. Pensai: "Ora nonmi assumono più". Ma quando mi presentai dal direttore generale fui accolto con untranquillizzante "non si preoccupi per il ritardo" che mi ridiede la serenità». Dopoqualche tempo quello stesso Direttore la sorprese per la seconda volta. Perché? «Ungiorno mi chiamò e mi disse: "Oggi farò una cosa che a Matera non si è mai fatta.Darò la nomina di capo del personale a un dirigente che non è nativo di questacittà". Da quel momento non firmò nessun provvedimento in materia di personaleche non fosse stato prima esaminato e siglato da me». L' esperienza fatta a Materaè stata particolarmente importante per lei. Qual è il motivo? «L' Asl era piccola eavevo responsabilità che in altre realtà di dimensioni più grandi erano e sonoaffidate a più dirigenti. Praticamente mi occupavo di tutto e questo ha costituito perme una scuola di formazione unica che mi ha consentito di dirigere nel tempostrutture molto più difficili e complesse. Di quel periodo ho solo un ricordo negativo:quello di mia figlia che, all' epoca aveva 4 anni, la quale, diventata più grande,qualche volta mi ha rimproverato rinfacciandomi "quando avevo bisogno di te dapiccola, dove eri?"». Dopo cinque anni in Basilicata è ritornato nella "sua" Salerno,questa volta alla Asl Sa2 cioè quella cittadina. Con quali mansioni? «Anche lì ho fattoil capo del personale, dirigevo il Servizio Sviluppo Risorse Umane. Poi una parentesialla Asl Sa3 di Vallo della Lucania tra il 2006-2007 quale direttore amministrativoaziendale, quindi nuovamente a Salerno, all' ospedale Da Procida dove ci sonorimasto per sei anni sempre come direttore amministrativo». Napoli è ancoralontana... «Sì, ma e iniziato il cammino di avvicinamento. Sono stato nominatosubcommissario alla Asl di Caserta quando il governatore Antonio Bassolinocommissariò tutte le Asl della Campania. Successivamente, il governatore Caldororimosse tutti i Commissari e i sub Commissari nominati dalla precedenteamministrazione e sono ritornato al Da Procida, che poco dopo fu accorpato all'

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Azienda ospedaliera Ruggi di Salerno. Nel novembre 2016 sono stato nominatodirettore amministrativo dellAsl di Benevento. Sono rimasto a Benevento fino al 18giugno 2017». Il giorno dopo si e insediato alla Asl Napoli 1 Centro a seguito dellanomina a Direttore Generale. Come ha trovato l' Azienda? «Io mi sono insediato inuno dei momenti piu difficili per la sanità a Napoli. Tutti ricorderanno la vicendadelle formiche all' ospedale San Paolo, quella delle blatte al San Giovanni Bosco.Ancora viva era la vicenda degli 84 assenteisti arrestati al Loreto Nuovo. L'immagine della Asl Napoli 1 era ai minimi storici. Andava recuperata. Inoltre pochigiorni prima del mio insediamento era stato presentato il cronoprogramma per l'apertura dell' ospedale del Mare. La linea strategica e le decisioni di vertice eranogià state prese e mi sono trovato a dover garantire il rispetto degli obiettivi con untriplice impegno: bisognava aprire l' ospedale, ma garantire anche il funzionamentonei dieci distretti e l' assistenza negli altri cinque plessi ospedalieri che non sono dipoco conto, e contemporaneamente avviare un' azione di controllo della spesa e delbilancio aziendale per ridurre il deficit economico della Asl». Aveva anche il difficilecompito di redigere l' atto aziendale, cioè l' organigramma... «L' ultimo attoaziendale della Asl Na 1 formalmente approvato dalla Regione era del 2004. Dopo diallora tanti tentativi ma nessuna condivisione da parte della Regione. Ho dovutoquindi deliberare il nuovo atto aziendale, che è stato anche approvatodefinitivamente dalla Regione ed è in fase di attuazione. La regola imposta dallanuova governance regionale per la redazione dell' atto aziendale è statacompletamente diversa dal passato. Il criterio di definizione del numero dellestrutture complesse e semplici si e basato sulla oggettività dei numeri: tot numero diabitanti per Asl, tot strutture complesse e tot strutture semplici». Ma i problemi nonfiniscono qui perché ne ha avuto un altro molto importante. Quale? «I bilanci dal2012 al 2016 che non erano mai stati approvati dalla Regione. Abbiamo dovutoprodurre tutta una corposa documentazione richiestaci dalla Regione e i bilanci sonostati finalmente approvati anche se con prescrizioni. Ne è venuto fuori un disavanzodi circa 65 milioni di euro solo nel consuntivo 2016. Poi abbiamo trovato ancorafatture non registrate e dovuto recuperare somme ingenti per i famosi doppi e triplipagamenti. Abbiamo dovuto avviare le procedure di recupero nei confronti diprecedenti amministratori condannati con sentenza passata in giudicato dalla Cortedei Conti. Uno di essi e stato condannato ad un milione di euro proprio per la notavicenda dei doppi pagamenti. Il contenzioso è ancora in corso». Ritornando all'ospedale del Mare, al suo insediamento qual' era la forza lavoro occupata? «Cilavoravano circa 150 unità, anche perché a giugno 2017 quasi tutte le procedureconcorsuali erano praticamente ferme». Lei cosa ha fatto in questi undici mesi? «Hostressato l' Ufficio Personale a dare seguito a tutte le procedure attivate o daattivare (concorsi, mobilita, avvisi a tempo determinato) ed il risultato è che ad oggici lavorano ben 800 persone. Questo significa che abbiamo assunto mediamentecirca 65 persone al mese». A regime quale sarà l' organico dell' ospedale del Mare?«Secondo una stima circa 1.500 unità. Quando ne ho avuto coscienza mi sonoimmedia tamente attivato presso la Regione per avere ulteriori autorizzazioni inderoga al blocco di assunzioni e ne ho avuto complessivamente altre per 492 unità.Ma per completare l' organico occorreranno altre autorizzazioni in deroga». Quali

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concorsi ad oggi sono stati portati a termine? «Quelli delle discipline piu importanti,cioé di radiologia, di anestesista, di ortopedia. A fine maggio si completera anche ilconcorso di medici da destinare ai presidi sanitari. Per quanto riguarda i direttori distruttura complessa, su 11 concorsi attivati ne abbiamo portati a termine 5. Gli altri6 sono in corso di definizione. L' obiettivo è avere tutte eccellenze in campo medicoin questa struttura che, è bene ricordarlo, è all' avanguardia per requisiti strutturali,antisismici e per apparecchiature di alta tecnologia di cui attualmente e dotata».Quanti reparti sono stati aperti? «È più facile dire quali sono ancora chiusi: inparticolare la cardiochirurgia che inizialmente non era prevista e il Pronto Soccorsoed altri reparti minori. L' obiettivo è di aprire il presidio sanitario entro il 30 giugnoprossimo salvo eventuali difficoltà operative nell' acquisizione del personalenecessario». Di cosa si occupa un' Asl? «Ha il compito e la responsabilita, a tuteladella salute dei cittadini, di svolgere su un determinato territorio di competenza lefunzioni sanitarie di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione. È a stretto contattocon la salute dei cittadini e perciò svolge un' attività di "front line" insostituibile incampo sanitario». Esiste un indice che misura la capacità del Ssn di "dare risposta"ai cittadini al loro bisogno di salute? «Il più significativo è il livello di professionalitaed i risultati che si sono raggiunti nel campo dei trapianti di organi e tessuti, cioe direne, cuore, polmoni, cornee etc. Ricordo che quando mi sono insediato era inpreparazione un convegno su questo tema che poi si è tenuto il 5 luglio al MaschioAngioino. È stata la mia prima uscita pubblica. Fu organizzato molto bene da unamia collaboratice, la dr.ssa Focaccio che, di recente, il direttore del Centro RegionaleTrapianti, Antonio Corcione, l' ha nominata coordinatrice regionale delle attività didiffusione e divulgazione in materia donazione di organi». Che impronta ha dato allasua Asl? «Innanzitutto ho cercato di risvegliare nelle dirigenza e nel personale tuttoil senso di appartenenza aziendale che è fondamentale. Poi ho cercato di daredinamismo all' azione amministrativa facendo prevalere la sostanza alla forma. Hosconvolto la regola secondo cui chi voleva parlare con il direttore generale dovevaprendere appuntamento telefonico con la Segreteria. Ho sempre ritenuto che ilrapporto diretto con i dirigenti è fondamentale per un direttore generale, e perciò hocreato con loro anche una chat. Tutti si sono accorti che sono pragmatico e cheaffronto i problemi con l' intento di trovare immediate soluzioni. Inizio a lavorare alle8,30 e finisco in serata.Vivo a Battipaglia e faccio quasi 3 ore di viaggio ogni giornoguidando io la mia macchina». Ha qualche hobby? «La corsa e la pesca subacquea,soprattutto nel mare del Cilento. Fino a qualche anno fa, quando durante le ferieandavo in viaggio nelle città europee, mi portavo dietro tuta e scarpette e facevo lamia oretta di corsa. Ora non lo faccio più ma continuo a correre perlomeno una voltala settimana».

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28/05/2018 Il Mattino (ed. Salerno)

Argomento: Sanità Salerno e provincia

Pagina 24 EAV: € 8.270Lettori: 133.364

Educazione mirata e mense doc la scuola frena il grasso ineccesso

La scuola può giocare un ruolofondamentale per una correttaalimentazione e per lo svolgimento dell'attività motoria strutturata,promuovendo, attraverso l' educazione,abitudini alimentari adeguate. Se da unlato, sono ancora troppo poche le mensescolastiche, dall' altro negli istitutiprimari della provincia si registra unaparticolare attenzione all' educazionenutrizionale e all' attività motoria siacurriculare che extracurriculare, cioèofferta dalla scuola. Nell' Asl di Salerno il37 per cento delle scuole campionate hauna mensa scolastica funzionante e il 73per cento di esse sono aperte almeno 5giorni la settimana. La mensa vieneutilizzata mediamente dalla metà deibambini. Secondo il giudizio dei dirigentiscolastici la totalità delle mense risultaessere adeguata per i bisogni dei piccolialunni. Negli ultimi anni, poi, sempre piùscuole hanno avviato distribuzioni dialimenti allo scopo di integrare emigliorare l' alimentazione. A Salerno le scuole che distribuiscono ai bambini frutta olatte o yogurt, nel corso della giornata, sono il 60 per cento e la distribuzione sieffettua prevalentemente a metà mattina (89%). Durante l' anno scolastico il 69 percento delle classi ha partecipato ad attività di promozione del consumo di alimentisani all' interno della scuola. Lo scorso anno scolastico il 58,6 per cento delle classiha partecipato alla distribuzione di frutta, verdura o yogurt come spuntino e il 20,7per cento ha ricevuto materiale informativo. Il 24,1 per cento ha organizzato incontricon esperti esterni alla scuola. Lo sviluppo di sovrappeso e obesità nei bimbi puòessere favorito dalla presenza nelle scuole di distributori automatici di merendine obevande zuccherate di libero accesso agli alunni. I distributori automatici di alimentisono presenti nel 23 per cento delle scuole; il 17 per cento è accessibile sia agliadulti che ai bambini. Altro aspetto fondamentale, oltre all' educazione nutrizionale,

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è l' attività motoria. Complessivamente, nel 68,4 per cento delle classi delle scuolesalernitane si svolgono normalmente almeno 2 ore di attività motoria a settimana,mentre sono poche le classi in cui si fa meno di un' ora a settimana (1,3%). Lescuole che offrono agli alunni la possibilità di effettuare all' interno dell' istitutooccasioni di attività motoria sono il 40 per cento. Laddove offerta, l' attività motoriaviene svolta più frequentemente nel pomeriggio. Queste attività si svolgono piùfrequentemente in palestra (58,3%), nel giardino (25%), in piscina (8,3%), in altrastruttura sportiva (16,7%). Per poter svolgere un ruolo nella promozione della salutedei bambini, la scuola necessita di risorse adeguate nel proprio plesso e nelterritorio. Secondo i dirigenti scolastici, il 93,1 per cento dell' attrezzaturainformatica (computer), il 72,4 pr cento dei cortili e il 58,6 per cento delle palestresono adeguate. Sono meno adeguate la biblioteca e la mensa. sa.ru. ©RIPRODUZIONE RISERVATA.

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28/05/2018 Il Mattino (ed. Salerno)

Argomento: Sanità Salerno e provincia

Pagina 24 EAV: € 8.725Lettori: 133.364

Giudizio di otemperanza, l' azienda recupera oltre unmilione di crediti

Il contenzioso Iniziativa apripista neiconfronti dell' Asl tempi veloci dirimborso delle spettanze saltata laprocedura di pignoramento Centro diriabilitazione partenopeo recupera 1milione e mezzo di crediti vantati dall'Asl Napoli 1 centro. La liquidazione deititoli delle prestazioni sanitarie erogate,che potrebbe fare da apripista per altresituazioni simili anche a Salerno, è stataottenuta optando per la via alternativadel giudizio di ottemperanza rispetto alpignoramento presso terzi, iter giudizialeordinario più lungo e difficoltoso. I creditivantati dalla struttura sanitariapartenopea risalivano agli anni2013/2014/2015. A incidere sul buonesito della controversia, l' attivazione diuna procedura innovativa come ilgiudizio di ottemperanza, più efficace econ tempi più brevi, nei confronti dell'Asl. A seguire la vicenda lo studio legaleCavallaro & partners, una delle primesocietà per azioni tra avvocati in materiadi diritto sanitario e farmaceutico su tutto il territorio nazionale. Si è arrivati alladetermina dei titoli delle prestazioni sanitarie, in corso di pubblicazione sull' albopretorio dell' Asl Napoli 1 Centro, con un accordo extragiudiziale, raggiunto a seguitodel ricorso di ottemperanza proposto dallo studio legale Cavallaro dinanzi al TarCampania sezione di Napoli. «Recuperare i crediti verso le pubbliche amministrazioniè un diritto di ogni impresa sottolinea Gennaro Cavallaro Nel settore sanitario, inparticolare, questa problematica crea difficoltà di illiquidità alle imprese fornitrici diprodotti e servizi, con la conseguenza che le stesse devono far ricorso al mercatofinanziario che incide notevolmente sull' intera organizzazione aziendale e su tutto l'indotto. Questo accordo, ottenuto grazie all' attivazione del giudizio di ottemperanzaanziché tramite le vie ordinarie, e quindi attraverso lo strumento del pignoramentopresso terzi, può rappresentare un caso di riferimento nel settore, in grado di

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tracciare una nuova strada nei rapporti tra imprese e pubbliche amministrazioni». Ilgiudizio di ottemperanza è un istituto dell' ordinamento giuridico italiano. La suafunzione è quella di permettere alla parte risultata vittoriosa di dare esecuzione auna sentenza nel processo amministrativo, qualora la pubblica amministrazione nonabbia adempiuto spontaneamente. I presupposti fondamentali sono che la sentenza,il lodo arbitrale o anche le ordinanze (come quelle di assegnazione del credito) nonsiano state eseguite dall' amministrazione pubblica; il provvedimento di cui si chiedel' ottemperanza deve essere passato in giudicato; la stessa sentenza non deveessere autoapplicativa, non deve cioè esaurire il proprio contenuto in un effettodemolitoro. «Il risultato ottenuto è il frutto della nostra visione del settore,improntata alla risoluzione stragiudiziale delle controversie conclude Cavallaro Anostro avviso, questo è l' approccio migliore per garantire, in un settore delicatocome quello sanitario, la soddisfazione delle parti dal punto di vista economico edelle tempistiche di risoluzione». sa.ru. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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28/05/2018

Argomento: Sanità Salerno e provincia

Pagina 9 EAV: € 1.593Lettori: 29.750

Salerno per tre giorni caput mundi dell' urologia e dell'andrologia italiana.

Salerno per tre giorni caput mundi dell'urologia e dell' andrologia italiana. Si èchiuso sabato il tredicesimo congressoUrop, l' appuntamento multidisciplinaredegli urologi dell' ospedalità a gestioneprivata, che ha tenuto banco dal 24 al 26maggio. Una vetrina d' eccellenza ditutto ciò che è la salute del "pianetauomo", con la presentazione diesperienze cliniche e interventi chirurgiciin sinergia con le avanguardietecnologiche del mondo urologico. Nonsono mancati spazi di confronto suargomenti particolarmente significatividella salute e del benessereuroandrologico. Molte anche le occasionidi formazione per i medici, con undibattito approfondito e interdisciplinaresu ciò che è oggi la medicina al maschileper definizione: un paradigma clinicocertamente, ma necessariamente anchealtro. Stefano Pecoraro, direttoredipartimento di urologia gruppo MalzoniNeuromed di Avellino e presidente del congresso ha spiegato che «È crucialeriaffermare il valore del paziente. Bisogna abbattere i tabù sulle malattie urologiche,che ancora incredibilmente esistono. Per farlo occorre lavorare in network, inalleanza con i medici di medicina generale e con gli altri specialisti della salute peruna gestione realmente integrata del benessere del paziente. Sono milioni lepersone che in Italia soffrono di problematiche genitali e sessuali con unacompromissione della qualità della vita personale e di coppia». Quali? «Infertilità,prostatiti, disfunzioni erettili sono emergenze comuni. Il messaggio che vogliamolanciare è: vietato rassegnarsi e non curarsi. Abbiamo strumenti di prevenzione, diindagine, di cura sempre più efficaci. Ogni fase della vita ha le sue problematiche e l'urologo è l' alleato della salute di tutti, anche in giovane età, perché la prevenzioneresta il fattore decisivo per intercettare in tempo ogni tipo di patologia odisfunzione». Per questo è essenziale comunicare efficacemente e Luca Carmignani,

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direttore dell' urologia all' Irccs Policlinico San Donato, Università degli Studi diMilano, mette l' accento su un altro problema: «Tutti vogliono saperne di più sullemalattie, sulla salute. In pochi anni siamo passati dalla medicina di Esculapio aquella del dottor Google. Oggi le fake news, le "bufale" viaggiano su internet con lestesse modalità della buona informazione. Anzi, in alcuni casi con più efficacia dicome riescono a fare le riviste scientifiche, il giornalismo e l' attività delle societàscientifiche. Noi medici dobbiamo fare uno sforzo decisivo per uscire dall'autoreferenzialità e misurarci con le richieste che ci vengono dalle persone di ognietà che cercano sul web le risposte sulla propria salute. Come urologi e andrologiabbiamo anche una funzione psicologica, oltre che clinica. I giovanissimi, peresempio, formano la propria sessualità principalmente sui siti porno e in età semprepiù precoce: questo non può non avere conseguenze sulla percezione di sé e delsesso. Da quando non esiste più la leva militare obbligatoria - prosegue - i giovanimaschi sono abbandonati a loro stessi per quanto riguarda la salute genitale. Sonopochissimi i genitori che comprendono il valore della visita uro-andrologica per gliadolescenti. Su questo, come specialisti, dobbiamo e possiamo fare molto a partiredalla comunicazione sui nostri siti web». Nei Paesi anglosassoni si sta facendomoltissimo per la comunicazione medico-paziente non solo in corsia, dove restaovviamente strategica, ma anche su internet. «Ci vogliono anni per smontare unabufala - conclude Carmignani - si veda il caso vaccini-autismo o la truffa Stamina.Noi medici abbiamo la responsabilità di rispondere ai pazienti con tutti i mezzi che latecnologia ci offre. È finito il tempo in cui il dottore si chiudeva nel suo ambulatorio,oggi deve saper parlare e spiegare anche sul web. È l' unico antidoto alla falsascienza che imperversa sulla Rete».

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28/05/2018 Il Mattino (ed. Salerno)

Argomento: Sanità Salerno e provincia

Pagina 24 EAV: € 14.574Lettori: 133.364

Sovrappeso un bambino su tre il pasto «scorretto» deipiccoli

Sabino Russo

La sanità, il dossier Diminuiscono nelsalernitano i bambini obesi esovrappeso, ma restano ancora troppi icasi all' interno della popolazioneinfantile, dove 1 piccolo su 3 mostraancora problemi con la bilancia e conuna corretta alimentazione. Dai dati diOkkio salute, la piattaforma delministero, emerge che tra i bambini dell'Asl di Salerno, dove l' indagine è statacurata Maria Grazia Panico e Adele D'Anna del servizio Epidemiologia, il 3,6per cento risulta in condizioni di obesitàgrave, l' 8,2 risulta obeso, il 23,7 percento sovrappeso, il 61,5 normopeso e il3 per cento sottopeso.Complessivamente il 36 per centopresenta un eccesso ponderale, checomprende sia sovrappeso che obesità.Se riportiamo la prevalenza disovrappeso e obesità a tutto il gruppo dibambini di età 6-11 anni, il numero dipiccoli sovrappeso e obesi nelsalernitano sarebbe pari a 22722, di cuiobesi 7574. Stato ponderale dei bambini. Rispetto al 2014 si assiste a unadiminuzione significativa della prevalenza di bambini in sovrappeso (era il 16,2 percento) e obesi (31 per cento). La prevalenza di obesità è maggiore tra i bambini di 8anni e tra quelli che frequentano scuole in centri con meno di 10 mila abitanti. Ilrischio diminuisce con il crescere della scolarità della madre, dal 17 per cento pertitolo di scuola elementare o media, all' 11 per cento per diploma di scuolasuperiore, al 6 per cento per la laurea. Dai dati riferiti ai genitori emerge che il 24per cento delle madri è in sovrappeso e l' 8 per cento è obeso; i padri, invece, sononel 48 per cento sovrappeso e 15 per cento obesi. Quando almeno uno dei duegenitori è in sovrappeso il 22 per cento dei bambini risulta in sovrappeso e il 7 percento obeso. Quando almeno un genitore è obeso il 31 per cento dei bambini è insovrappeso e il 26 per cento obeso. Rispetto al 2008, al 2010, al 2012 e al 2014 la

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prevalenza di bambini in sovrappeso diminuisce del 7 per cento, mentre di quelliobesi del 4. I bambini della Asl Salerno, inoltre, mostrano una diminuzione dell'indice di massa corporea che si avvicina così alla media nazionale. Le abitudinialimentari. Nell' Asl di Salerno, con la quinta raccolta dei dati, si conferma la grandediffusione fra i bambini di abitudini alimentari che non favoriscono una crescitaarmonica e sono fortemente predisponenti all' aumento di peso; tuttavia, rispetto lerilevazioni precedenti, si nota l' aumento della prevalenza di bambini che assumonouna merenda adeguata a metà mattina e la riduzione di quelli che assumono bibitezuccherate e/o gassate almeno una volta al giorno. Per contro osserviamo unariduzione dell' abitudine alla prima colazione. Solo il 53,2 per cento dei bambini fauna colazione qualitativamente adeguata. Il 15,3 per cento non fa colazione e il 31,5per cento inadeguata. La prevalenza del non fare colazione è più alta nei bambini dimadri con titolo di studio più basso (elementare o media). Nel 41,4 per cento delleclassi viene distribuita una merenda di metà mattina. Il 43,2 consuma una merendaadeguata di metà mattina. Più di 1 bambino su 2 (55,8%) la fa inadeguata e l' 1,9non la fa per niente. Consumo di frutta, verdura e bevande zuccherate. I genitoririferiscono che solo il 27,8 per cento dei bambini consuma la frutta 2-3 al giorno; il43,1 una sola porzione; il 27 per cento mangia frutta meno di una volta al giorno omai nell' intera settimana. Il 12,6 per cento consuma verdura 2-3 al giorno; il 29,3una sola porzione; il 57,6 per cento la consuma meno di una volta al giorno o mainell' intera settimana. Solo il 65 per cento dei bambini consuma meno di una volta algiorno o mai delle bevande zuccherate. Il 24,8 per cento le assume una volta algiorno e il 10,7 più volte. Il consumo diminuisce con il crescere della scolarità dellamadre, da 46,1 per cento per titolo di scuola elementare o media, a 34,3 perdiploma di scuola superiore, a 23,4 per la laurea. L' 87 per cento dei bambiniconsuma meno di una volta al giorno o mai delle bevande gassate. Il 9,2% deibambini assume bevande gassate una volta e il 4,0% più volte al giorno. Anche quila prevalenza di consumo diminuisce con il crescere della scolarità della madre, da23,5 per titolo di scuola elementare o media, a 10,2 per diploma di scuola superiore,a 7,8 pe cento per la laurea. Tempo libero e l' attività fisica. A Salerno circa 4bambini su 10 (43,8%) fa almeno un' ora di attività sportiva strutturata per 2 giornila settimana, il 24 per cento neanche un giorno e solo il 2 per cento da 5 a 7 giorni.Per quanto riguarda i giochi di movimento, circa 2 bambini su 10 (19,7%) fa almenoun' ora di attività per 2 giorni la settimana, il 10,5 neanche un giorno e il 29,8 percento da 5 a 7 giorni. La televisione e i videogiochi/tablet/cellulare rappresentanouna parte importante dell' uso del tempo e delle attività sedentarie nellaquotidianità dei bambini. Generalmente si ritiene che vi sia un rapporto fra le attivitàsedentarie e la tendenza verso il sovrappeso/obesità, per cui si raccomanda dicontrollarne e limitarne, quando necessario, la quantità di tempo. Nell' Asl di Salernoil 38,2 per cento dei bambini ha guardato la tv la mattina prima di andare a scuola, l'81 per cento il pomeriggio del giorno precedente e il 74,7 per cento la sera. Solo l'8,5 per cento dei bambini non ha guardato e utilizzato nulla nelle 24 ore antecedentil' indagine, mentre il 19,2 per cento lo ha fatto in un periodo della giornata, il 42,4 indue periodi e il 29,9 per cento ne ha fatto uso durante la mattina il pomeriggio e lasera. L' esposizione a tre momenti di utilizzo è più frequente tra i maschi (32,3%

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versus 27,3%) e diminuisce con l' aumento del livello di istruzione della madre. ©RIPRODUZIONE RISERVATA.

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28/05/2018

Argomento: Sanità Campania

Pagina 10 EAV: € 1.411Lettori: 29.750

«Dopo 9 anni torno a sorridere»

Giacomo Alvino, 46 anni, che convivedalla nascita con una tetraparesispastica, ha ritrovato il sorriso. La sua èuna storia che ha commosso il web ed èsul web, in particolare su Facebook, cheGiacomo ha dato a tutti la buona notizia.«Sorridere era diventato un incubo perme, a causa del bruxismo. Un po' ditempo fa ho scritto un post per chiedereaiuto. Grazie alle condivisioni suFacebook e ad un articolo pubblicato sulCorriere del Mezzogiorno , il direttoresanitario dell' azienda universitariaFederico II di Napoli, Gaetano D' Onofrio,si è mosso per trovare una soluzione».Nel post prosegue parlando dell' equipedi protesi dentaria guidata dal professorFernando Zarone. «È stato lui,coadiuvato dalla professoressa AmbraMichelotti, ortodontista, a studiare unaprotesi estetica adatta alle mieproblematiche, realizzata con le piùavanzate tecnologie digitali e i materialipiù innovativi. Possibilità fino a quel momento mai prese in considerazione dagli altrispecialisti che avevo interpellato». Giacomo ringrazia su Facebook anche il professorMarcello Esposito, la dottoressa Raiano (per il trattamento del bruxismo) e il dottorIannuzzi (anestesista) che ha messo l' equipe protesica in condizione di «farmi unascansione digitale 3D a me!», come a sottolineare la straordinarietà dellaprocedura.Giacomo, comprensibilmente, non nasconde la sua gioia. «Finalmente -scrive fiero su Facebook - dopo anni di sofferenza e richieste di aiuto in tutta Italia, aNapoli le professionalità del Policlinico mi hanno "rigenerato", salvando la mia gioiadi vivere». Consumati dal bruxismo, i denti e il sorriso di Giacomo erano quasi deltutto spariti. Un dramma, soprattutto per un uomo che ha sempre fatto del sorriso lasua arma contro il pregiudizio.Aveva affidato ai social la sua disperazione, scrivendosu Facebook: «Da 9 anni sorridere è un incubo per me, ormai ho i denti consumati. Èun incubo perché amo ridere, vivere uscire "parlare" ed essere protagonista. Tuttociò lo continuo a fare, me lo impongo ogni giorno, altrimenti sarebbe finita».Giacomo aveva consultato vari dentisti, ottenendo solo risposte negative. Due i

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problemi da superare: l' anestesia, a causa di una spasticità di origine neurotraumatica, e il fatto che il bruxismo avrebbe distrutto in breve tempo ognieventuale protesi, o quasi. Tant' è che nel centro d' eccellenza della Federico II èstato possibile trovare una soluzione. Il professor Zarone ha scelto di utilizzare unmateriale innovativo, ancora poco utilizzato in Italia, un tecnopolimero di ultimissimagenerazione in origine creato per motivi estetici. Zarone, con il supporto dellaboratorio De Stefano, usa da qualche tempo questo materiale per testare, a mediotermine, la nuova morfologia delle arcate dentarie nei pazienti che richiedonoprofonde modificazioni protesiche fisse della loro dentatura. Si parla sempre di dentiprofondamente abrasi. Il vantaggio di questo tecnopolimero acetalico è che èparticolarmente resistente e al tempo stesso parzialmente elastico, in grado ditollerare carichi per periodi abbastanza prolungati e offrire al tempo stesso unabuona estetica. Per potersi adattare alle esigenze di Giacomo è stata realizzata un'impronta digitale con gli scanner intraorali più avanzati (in sala operatoria, conanestesia totale) e Giacomo è stato anche sottoposto a terapia con botulino, perridurre le contrazioni muscolari violente legate alla tetraparesi. Periodicamente, isuoi denti verranno sostituiti, avendo a disposizione i files per la sua produzioneCas/Cam (al computer). «Il sorriso - dice Giacomo - era, ed è, il mio modo percomunicare. Ora ho voglia di lavorare, non è che non l' avessi prima, ma ero un po'reticente. Non vedo l' ora di riprendere le redini della mia vita».

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28/05/2018

Argomento: Sanità Campania

Pagina 8 EAV: € 504Lettori: 29.750

«Madri oltre il tumore», è nato il centro che aiuta la vita

Il servizio è a cura del polo ostetrico-ginecologico della Vanvitelli Un centroper madri e future madri con problemioncologici. Si chiama «Madri oltre iltumore» il nuovo servizio del poloostetrico-ginecologico dell' universitàVanvitelli. I temi da affrontare con unadonna malata di cancro che pensa a unprogetto genitoriale sono molti ecomplessi. Finora le pazienti sono statecostrette a rivolgersi a centri, anche dieccellenza, che però non affrontano iproblemi (la terapia del tumore, o lapreservazione della fertilità, o lagestione della gravidanza) in manieraglobale. La migliore offerta assistenzialeè invece nella creazione di un unicocentro che ha la capacità di fornirerisposte organiche e complessive a tuttele problematiche, dalla sceltaterapeutica, alla preservazione dellafertilità, alla programmazione dellagravidanza ai controlli post-partum.

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28/05/2018

Argomento: Sanità Campania

Pagina 2 EAV: € 2.508Lettori: 29.750

«Presto sarò mamma» Dalla gestazione al parto ecco leistruzioni per l'uso

Per ogni coppia la gravidanza, prima, ela maternità, poi, sono un po' come unpercorso a ostacoli. Ci sono lepreoccupazioni che precedono il parto e idubbi, tantissimi, dei primi mesi. Ce n' èabbastanza, insomma, per far passarepiù di una notte insonne ai neo genitori,che - soprattutto se alle prime armi -hanno bisogno di essere guidati passodopo passo.La prima domanda che, beneo male, ogni coppia in dolce attesa sipone è sempre la stessa: «Parto naturaleo cesareo?» Nicola Colacurci,responsabile del centro di infertilità oltreche primario di ginecologia presso l'azienda universitaria della CampaniaLuigi Vanvitelli, non ha dubbi: «Il partonaturale è da preferire sempre, a menoche non ci siano ragioni cliniche asconsigliarlo. Quindi la prima cosa dafare è procedere con le dovute indaginiper il controllo del benessere materno efetale». In questo senso la Vanvitelli èormai un polo d' eccellenza, dove le future mamme possono scegliere (con ilsupporto dei medici) il parto in acqua, per un controllo fisiologico del dolore; inposizioni alternative o con la parto analgesia. «La riduzione del dolore - spiegaColacurci - è un diritto, grazie al supporto di un anestesista le donne possono avereun travaglio e un parto meno traumatico e del tutto sicuro».La serenità è anchequella di essere in una struttura dotata di terapia intensiva neonatale, un dea di IIIlivello e con la presenza costante di anestesisti, ginecologi e ostetriche. «Tuttoquesto ci permette di superare una visione tipicamente campanilistica del parto,nella quale la donna sceglie il ginecologo più che la struttura». Riferirsi ad un centrod' eccellenza significa invece sapere di essere in ottime mani a prescindere dal turnodi un medico, anche perché il parto è per sua natura uno degli eventi menoprevedibili che possano esserci.Ciò che ogni donna può fare per arrivare al parto nelmigliore dei modi è seguire quelle che si potrebbero definire «le 10 regole d' oro».

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«La prima, la più ovvia, è preferire un parto in età giovanile o comunque non oltre i40 anni. Perché, con l' avanzare dell' età aumenta la possibilità che ci sianocomplicazioni». Regola numero due: «Attente al peso. Una gestione a basso rischioparte da un indice di massa corporea equilibrato. Per fare un esempio, una donna di170 centimetri non dovrebbe mai pesare più di 80 chili prima di una gravidanza».Ideale, ma questo non sempre è possibile, avere una gravidanza singola. Mentre stasolo alla futura mamma essere lungimirante e «scegliere di sottoporsi ad uncontrollo preconcezionale per la valutazione dei rischi». Inoltre, chiarisce lospecialista, tre mesi prima di una gravidanza, sarebbe sempre bene implementare l'assunzione di acido folico. Durante tutto il periodo della gestazione sono cruciali icontrolli che, seppure di routine, non devono essere presi sottogamba. Regolanumero 7, «mantenere uno stile di vita sano e, numero 8, evitare di mangiare perdue. In gravidanza - dice Colacurci - non si dovrebbero mai prendere più di 12 chili».Penultima raccomandazione: «Niente alcol e niente fumo. Anche qui con tanto buonsenso» e, ultima regola, «cercare di mantenere un approccio positivo nonostante idiversi fastidi che si possono avere. L' aspetto psicologico - conclude il medico - nonva mai sottovalutato, eventualmente anche con il supporto di uno specialista». Dopoil parto, ogni genitore lo sa, è il pediatra a diventare una sorta di «padre spirituale»per la coppia. Oltre ad essere un medico, il pediatra è anche un amico, pronto arispondere ad ogni ora del giorno e, spesso, della notte. Del resto, in un attimo ci sitrova ad avere la responsabilità di un «cucciolo di uomo» che dipende in tutto e pertutto dalla mamma. E non è facile capire se un pianto voglia significare «ho fame»,«voglio dormire» o invece «sto male». Lo sa bene Antonio D' Avino, pediatra di liberascelta e segretario provinciale della Federazione italiana dei medici pediatri (Fimp).«Per una donna - dice - la prima gravidanza è un vero e proprio rebus. Il nostrocompito è anche quello di aiutare le neomamme in questo senso». Entrando nelmerito, D' Avino chiarisce un aspetto spesso controverso che riguarda l'alimentazione: «Un buon pediatra deve stimolare l' allattamento materno». Persapere fino a che età basta consultare le linee guida dell' Organizzazione mondialedella sanità che, ricorda D' Avino, prescrivono di allattare al seno sino a 24 mesi.«Del resto il latte materno è fondamentale, perché nessun tipo di latte "adattato"può avere la stessa composizione». Il latte materno trasmette infatti una serie disostanze che servono a immunizzare il bambino nei primi mesi di vita e ad adattarsiall' ambiente extrauterino. D' Avino raccomanda anche di «imparare ad ascoltare isegnali del proprio corpo. In gravidanza - aggiunge - ogni mamma deve saperascoltare se stessa. Poi, dopo il parto, sarà importante che faccia assieme alpediatra dei bilanci di crescita». Molte mamme si chiedono se al latte del seno vadaaggiunto anche quello "artificiale". E qui c' è da sfatare un mito: «Fino al sesto mese,se non ci sono problemi di crescita, sarebbe bene evitare latte adattato, che inalcuni casi può anche far aumentare le coliche dei bimbi». Tema al quale ineogenitori sono particolarmente sensibili, non fosse per altro che per il disperatodesiderio di poter dormire un po'. Su questo tema il pediatra D' Avino chiarisce: «Lecoliche del primo trimestre sono quanto di più normale possa esserci. Il bambino vasolo aiutato con un po' di stimolazione o con dei massaggi al pancino.Assolutamente da evitare sono gli alimenti zuccherini, ad esempio la camomilla

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finocchietto e malva e altre tisane che vanno per la maggiore». Infine, il terrore (deltutto ingiustificato) per le vaccinazioni. Nelle scorse settimane, a Ischia per ilcongresso Fimp, il gotha della pediatria ha discusso anche di questo. D' Avino spiegache non si deve avere alcun timore. «La prima vaccinazione va fatta a sei settimaneed è per il rotavirus. Si fa presso lo studio del pediatra, poi le altre tra vannoprogrammate tra il 61esimo e il 91esimo giorno di vita». Importante rispettare ilcalendario vaccinale, fidandosi dei consigli del pediatra e confrontandosi con lui perogni perplessità. Non esiste infatti un manuale d' istruzione «universale», valido perla gravidanza o per il parto, né tantomeno una guida all' essere genitori. Il modomigliore per «cavarsela» è seguire l' istinto, fidarsi degli specialisti e, come sempre,usare il buon senso.

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28/05/2018

Argomento: Sanità Campania

Pagina 15 EAV: € 1.500Lettori: 29.750

Bronchite ecco le cure per batterla

Sono diverse le forme cliniche e adognuna deve corrispondere un' adeguataterapiaQuella acuta va sospettata neipazienti che presentano tosse peralmeno cinque giorni Molto spesso sisente parlare di bronchite, maaltrettanto di frequente il termine vieneusato in maniera impropria Ecco perchéè importante cercare di fare un po' dichiarezza, e lo si può fare soloanalizzando le diverse forme cliniche, lagenesi, i criteri diagnostici e i percorsiterapeutici. Dora Maria Nicotra, medicospecializzato in malattie dell' apparatorespiratorio, spiega che per bronchite siintende «un' infezione del trattorespiratorio che coinvolge le grandi vieaeree, quindi i bronchi». Sono addiritturaquattro le forme cliniche che si possonodistinguere: «Una acuta, nel caso di un'infezione del tratto respiratorio inferiorea carico dei bronchi. Una forma cronicasemplice, caratterizzata da tosse con unespettorato mucoso, che ricorra per almeno tre mesi l' anno (anche non consecutivi)e per almeno due anni successivi. Si può avere una forma cronica muco purulenta,che è l' evoluzione della forma cronica, e una forma cronica ostruttiva. In quest'ultimo caso si parla di broncopneumopatia cronica ostruttiva. All' infiammazione deibronchi si associa una componente disfunzionale ostruttiva irreversibile». Ma, cosac' è alla base di una bronchite? A scatenarla nella sua forma acuta è, nella maggiorparte dei casi, un' infezione virale. Nicotra spiega che «i maggiori "indiziati" sono ivirus responsabili dell' influenza di tipo A e B, Parainfluenza, Coronavirus,Rhinovirus, Virus respiratorio sinciziale, Human metapneumovirus. I batteri sonomeno coinvolti, tuttavia quelli di più frequente riscontro sono Bordetella pertussis,Mycoplasma pneumoniae, e Chlamydia pneumoniae».Ben diversa, chiarisce laspecialista, è la genesi della bronchite cronica. «Il primo fattore scatenante è l'esposizione cronica al fumo di tabacco e agli inquinanti ambientali, associata allasuscettibilità individuale. Il fumo di sigaretta determina un' iperplasia (un aumentodella crescita in numero, ndr) delle ghiandole presenti nella sottomucosa dei

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bronchi. Ne consegue l' aumento di secrezioni che caratterizza l' evoluzione dellabronchite cronica con associata riduzione del riflesso della tosse. L' effetto finale èun ingombro delle vie aeree che facilita il prodursi di infezioni e il perpetuarsi dell'infiammazione. Si instaura dunque un circolo vizioso che sostiene questo processopatologico». Nonostante si tratti di una patologia frequente, non sempre si arrivacelermente ad una diagnosi tramite una seria "raccolta anamnestica". «La bronchiteacuta - dice Nicotra - va sospettata nei pazienti che presentino tosse per almenocinque giorni (spesso da una a tre settimane) e che non abbiano riscontri cliniciindicativi di una polmonite. La bronchite cronica viene diagnosticata in relazione aisintomi descritti dal paziente in associazione a esami di funzionalità respiratoria(esame spirometrico) con riscontro di deficit ostruttivo non reversibile allasomministrazione di broncodilatatori». Fatta la diagnosi, è importante intervenire sinda subito con la terapia adeguata. «Per la forma muco purulenta è utile l'associazione di una terapia a base di antibiotico con un esame microbiologico dell'espettorato. Per la forma cronica ostruttiva la terapia è in relazione alla gravità diostruzione funzionale riscontrata alla spirometria, unita all' entità dei sintomi. Per lostadio lieve la terapia è basata sull' utilizzo di broncodilatatori a rapida azione albisogno, per la forma moderata si provvederà all' associazione di piùbroncodilatatori a azione prolungata, per la forma severa vanno associaticorticosteroidi inalatori e un programma di riabilitazione respiratoria. Mentre, per laforma molto severa, la terapia è la medesima della forma severa con l' aggiunta diossigeno terapia domiciliare a lungo termine indicata per i pazienti che presentanouna saturazione periferica di ossigeno minore al 90%».

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28/05/2018

Argomento: Sanità Campania

Pagina 13 EAV: € 1.569Lettori: 29.750

Glaucoma , c' è la nuova terapia La molecola che protegge lavista

La ricerca si sposta verso sostanze adazione antiossidante e bioenergetica Sichiama «neuroprotezione» ed è unadelle novità più interessanti nella lotta alglaucoma. A parlarne è Paolo Lepre, giàresponsabile di Unità funzionale dioftalmologia e past president dell'associazione campana glaucoma. Serveperò una premessa, è importantechiarire in cosa consiste questa malattiache colpisce circa 600mila persone inItalia e avrà, secondo le ultime stime, unincremento superiore al 30% neiprossimi vent' anni. «Il glaucoma -spiega Lepre - è una malattia ocularecorrelata nella maggior parte dei casi adun aumento della pressione dell' occhio.In condizioni normali all' interno dell'occhio è presente un liquido (umoreacqueo) che viene continuamenteprodotto e riassorbito. Se questomeccanismo non funziona e aumenta lapressione all' interno dell' occhio, alungo andare il bulbo si danneggia a livello della testa del nervo ottico (che si trovanella zona centrale della retina)». In linea di massima l' aumento dei casi diglaucoma è legato all' aumento della vita media, ma questo incremento non èuguale da regione a regione: le ultime stime disponibili individuano il 48% circa deipazienti glaucomatosi nelle regioni del Nord Italia, mentre il 24% nel Centro Italia e il28% nelle regioni del Sud. Per tutti i pazienti, però, resta il problema di dover fare iconti con una malattia che incide notevolmente sulla qualità di vita, persino quandoviene curata. Le terapie, infatti, sono croniche e a lungo andare possono provocarequalche fastidio. «La ricerca - prosegue Lepre - sta facendo passi in avanti e oggi glioculisti hanno a disposizione un' opportunità terapeutica in più: la neuroprotezione,da affiancare sempre e comunque alla terapia ipotonizzante, cioè quella che abbassala pressione dell' occhio». Anche se la riduzione della pressione oculare rappresentail "gold standard" per il trattamento del glaucoma, varie ricerche stanno puntando

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ad altri approcci terapeutici che agiscano sulla cosiddetta «cellula ganglionare» dellaretina, parte del nervo ottico. «Il glaucoma - prosegue lo specialista - è unaneuropatia ottica cronica progressiva che condivide alcune caratteristiche con altremalattie neurodegenerative come la malattia di Alzheimer ed il morbo di Parkinson.È ormai aperta la via alla terapia farmacologica della neuroprotezione, ovvero allaterapia capace di proteggere le cellule ganglionari da una morte precoce. La ricerca,infatti, si sta spostando sempre più verso sostanze con capacità di neuro-modulazione o "neuroenhancement". A mio avviso la neuroprotezione è un supportoindispensabile e andrebbe applicata in tutte le forme di glaucoma perché arreca unreale beneficio al paziente evitando la progressione drammatica della malattia». Trale varie sostanze ad azione anti-ossidante e bio-energetica, il coenzima Q10 èconsiderato una delle molecole più promettenti da affiancare alla terapiatradizionale del glaucoma. Si tratta di una molecola simile ad una vitamina che haun ruolo nei meccanismi di rimozione dei radicali liberi. Alcuni studi sperimentalihanno dimostrato che esercita un' attività neuroprotettiva ed è stato ampiamentestudiato in varie forme di neurodegenerazione come la malattia di Parkinson, ilmorbo di Alzheimer e la corea di Huntington. Studi recenti hanno dimostrato l'impatto positivo del coenzima Q10 che attualmente viene utilizzato per via topica ingocce con la possibilità di raggiungere la retina, il nervo ottico e le fibre nervoseattraversando rapidamente camera anteriore, cristallino e vitreo. Dolente per laCampania, infine, è il dato relativo alla diagnosi in quanto allo stato attuale non sonomolti i centri d' eccellenza sul territorio. Così, in alcuni casi è possibile che si arrivitardi ad una diagnosi corretta perché i pazienti campani hanno difficoltà a rivolgersia centri di eccellenza per la cura del glaucoma.

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28/05/2018

Argomento: Sanità Campania

Pagina 10 EAV: € 536Lettori: 29.750

L' Ordine dei medicie i manifesti affissicontro le fake news

Ha preso il via nelle scorse settimane lacampagna voluta dalla Federazionenazionale degli Ordini dei medici erealizzata con il supporto degli Ordiniprovinciali per allertare la popolazionesui rischi delle «fake news» in tema disalute. L' Ordine di Napoli ha provvedutoad affiggere in città una serie dimanifesti di 6 metri per 3 nei luoghistrategici della città, così da veicolare unmessaggio che, si spera, possa farriflettere. «Far capire ai cittadini - diceSilvestro Scotti - quali danni possanoarrivare da queste "bufale" èdeterminante. Ormai tutti noi usiamo isocial network, e spesso è su questepiattaforme che certe "notiziespazzatura" vengono prese per vere. Lacolpa naturalmente non è delletecnologie, che sono solo uno strumento,bensì di chi li usa in maniera impropria, ilpiù delle volte per ragioni economiche».Tra i temi sensibili, quelli sui quali l'Ordine dei medici di Napoli ha iniziato da anni una vera e propria battaglia: i vaccinie le diete.

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28/05/2018

Argomento: Sanità Campania

Pagina 7 EAV: € 1.741Lettori: 29.750

Malattie rare, la Campania si riorganizza seguendo ilmodello veneto e pugliese

Quello delle malattie rare è un vero eproprio universo, tanto sconfinatoquanto complesso da gestire. Per ipazienti questo significa spesso vivereuna condizione di solitudine, mentre peri clinici e per i tecnici che devonoorganizzare la rete assistenziale la sfidasi gioca sul terreno della prossimità edella capacità di creare un network dicompetenze. In questo senso, Campaniae Puglia sono regini che hanno saputofare molto. L' esperienza della Campaniaè ben rappresentata da Antonella Guida,dirigente di staff tecnico operativopresso la direzione generale tutela dellasalute e coordinamento del sistemasanitario regionale.«Sul tema dellemalattie rare c' è grande attenzione»,spiega. «Del resto i pazienti hannobisogno di un' assistenza quasipersonalizzata, con una grandeattenzione clinica e un pressante lavorodi presa in carico». Di qui nasce laprofonda riorganizzazione del sistema, anche sulla scorta del nuovo Dpcm che haaumentato il novero delle malattie rare ricomprese nei Lea. «Come Regione -prosegue Guida - è stato varato un decreto del Commissario ad acta che spiegacome il paziente debba essere preso in carico tramite un Pdta che, in parole povere,chiarisce chi debba fare cosa». Guida chiarisce anche che nella lotta alle malattierare è cruciale il rapporto con le associazioni di pazienti, che per questo siedono altavolo preposto. In regione si sta anche rafforzando un call center dedicato apazienti e famiglie. «Alcune diagnosi conclude Guida - sono devastanti e in molti casiper fare una diagnosi serve una profonda anamnesi familiare». Al dottor GiuseppeLimongelli è stato assegnato il ruolo di responsabile del Centro regionale dicoordinamento sulle malattie rare. Ed è lui a spiegare che in Campania il numero dicertificati di malati rari è di 20mila circa. Ma, verosimilmente, il numero dei pazientiè ben più alto. Limongelli guarda al futuro con ottimismo. Sono ottimi segnali il

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Dpcm che ha aggiornato l' elenco delle malattie rare e la nascita degli Europeanreference network (Ern). «Si tratta - spiega Limongelli - di centri riconosciuti dall'Europa, che aggregano le maggiori strutture d' eccellenza. Un vanto per laCampania è il fatto di avere 12 centri d' eccellenza riconosciuti dall' Ue, centri chefanno capo all' Azienda dei Colli, alla Federico II, alla Vanvitelli e al Santobono».Altra regione che sulle malattie rare ha fatto molto è la Puglia. «Partendo nel 2003dall' autocandidatura - dice Giuseppina Annicchiarico, responsabile delcoordinamento regionale per le malattie rare - abbiamo avviato la costruzione di unnetwork oggi particolarmente efficace». In pratica, nel 2003 si chiese ai vari ospedalidi esprimere le proprie competenze, da allora il sistema si è evoluto implementandoun registro che si basa su un solo sistema informativo (adottato oggi da 8 Regioni).«Quando si affrontano le malattie rare - prosegue Annicchiarico - fare rete è cruciale.In questo modo l' esperienza comune consente di lavorare sul piano assistenziale edepidemiologico, ma anche nell' ambito della ricerca». L' idea è quella di avere undettagliato quadro della situazione e riuscire in questo modo non solo a rispondere,ma a "predire" il bisogno assistenziale. «Abbiamo dati omogenei da tutto il territorioregionale (ospedali e distretti socio-sanitari), tuttavia il nostro obiettivo è piùambizioso: essere prossimi al paziente e poterlo seguire in tutto il suo percorso,anche fuori regione. Oggi, se un paziente pugliese si sposta per curarsi, il serviziosanitario regionale ne rintraccia il percorso». Tutte le regioni contribuiscono con ipropri flussi informativi ad arricchire il registro nazionale ed è grazie a questosistema informativo sulle malattie rare che in Puglia, come in altre regioni, si èriusciti a passare al setaccio i centri e ad individuare i punti di forza nella cura deipazienti. «Ci siamo evoluti - conclude Annicchiarico - anche perché siamo stati laseconda Regione (dopo il Veneto, ndr) che in conformità con quanto sancito dall'Europa ha individuato i centri per la cura delle malattie rare negli ospedali di terzolivello. Lo abbiamo fatto mettendo al centro il paziente e il suo percorso di cura. Perquesto è stata valorizzata la rete degli ospedale territoriali collegati funzionalmentea quelli di terzo livello».

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28/05/2018

Argomento: Sanità Campania

Pagina 16

Morte sospetta in corsia I giudici salvano i medici

Si chiude con 3 assoluzioni perché il«fatto non sussiste» il processo, di primogrado, per la morte di Ciro D'Auria,l'uomo deceduto il 14 ottobre del 2010 aScafati. E' il verdetto firmato, nei giorniscorsi, dal giudice del tribunale di TorreAnnunziata Federica De Maio a carico deimedici finiti alla sbarra con l'accusa dinon essersi accorti che D'Auria avesseun femore rotto. Tutti assolti, a dispettodelle richieste di condanna del pubblicoministero, che aveva invocato pene percomplessivi 3 anni e mezzo di reclusione. L'inchiesta D'Auria - secondo unaricostruzione confermata anche dalla Corte di Cassazione nella condanna definitivadell'unico medico che ha scelto il rito abbreviato - tra il 21 e il 22 settembre del2010 avrebbe riportato - durante il ricovero nel centro di riabilitazione La Primula diPoggiomarino - la frattura del femore destro. Il paziente, affetto da tetraparesispastica e cerebropatia si trovava da anni in cura a La Primula. Il 23 settembre -sempre secondo la ricostruzione venuta fuori dal processo già celebrato sarebbestato visitato da altri medici. A.B., l'unico medico condannato per questa vicenda,non avrebbe nemmeno visionato gli arti del paziente, «limitandosi a somministrareun antibiotico per un pregresso problema dentario», scrivono i giudici dellaCassazione nella sentenza del 14 dicembre 2017. Diversi medici avrebbero tentatodi curare il giovane, ma nessuno si sarebbe accorto delle reali ragioni dei doloriavvertiti da D'Auria. La frattura al femore è venuta fuori - il 10 ottobre del 2010 -grazie all'intervento dei medici dell'ospedale di Scafati, struttura nella quale vennesuccessivamente ricoverato D'Auria dopo un lungo calvario. A causa «della mancatatempestiva diagnosi e cura della frattura» D'Auria è deceduto il 14 ottobre 2010 peruna complicanza dovuta a «tromboembolia polmonare». Dalla denuncia dei familiaridell'uomo scatta un'inchiesta che porta nel mirino della Procura della Repubblica diTorre Annunziata le presunte omissioni che avrebbero causato il decesso dell'uomo.La sentenza Una «via Crucis» quella di Ciro, come l'ha definita nelle precedentiudienze anche il pubblico ministero della Procura di Torre Annunziata. Dai dubbi sultrauma che avrebbe generato la frattura del femore, passando per «l'omessadiagnosi» e le «negligenze» di cui sono accusati i medici. Il collegio difensivo ha peròprovato a dimostrare, nelle discussioni finali, che non c'è stata nessuna negligenzada parte dei camici bianchi. Puntando sul fatto che i medici a processo «hanno fattotutto ciò che potevano» per salvare la vita all'uomo. Una tesi che evidentemente ha

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convinto il giudice che ha deciso di assolvere i 3 imputati. Ora sarà la Procura avalutare - una volta depositate le motivazioni della sentenza - se presentare o menoricorso in appello.

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28/05/2018

Argomento: Sanità Campania

Pagina 4 EAV: € 1.515Lettori: 29.750

Nessuna dolce attesa è esente da rischi

Ogni donna vive il periodo dellagravidanza in modo diverso, c' è chi èmolto tranquilla, chi, invece, più agitata.Ma le 40 settimane di attesa noncambiano da persona a persona solo dalpunto di vista dell' atteggiamentopsicologico con cui le si affronta, maanche per quanto riguarda i problemifisici a cui si può andare in contro. L'importante è non trascurare i controlliperiodici ed essere consapevoli chedurante i 9 mesi la situazione puòevolvere. Anna Franca Cavaliere,ginecologa del dipartimento scienzedella salute della donna e del bambinodella fondazione policlinico universitarioGemelli di Roma, spiega come nessunadolce attesa possa considerarsi esenteda rischi: «Nel corso della gravidanza,anche se si parte senza problematicheparticolari, possono manifestarsi oindividuarsi delle condizioni chetrasformano l' entità del rischio». Unadonna giovane, senza problemi legati al peso, - continua la dottoressa - «che nonfuma, non beve alcolici, non usa sostanze di abuso, come le droghe, e non ha di suodelle patologie croniche, inizia la gravidanza senza rischi, ma durante la gestazionesi può manifestare un rialzo della pressione o delle contrazioni uterine chedeterminano minacce di aborto o di parto prematuro. Ci possono poi essere dellecondizioni come la non tolleranza agli zuccheri in gravidanza o a un certo punto sipuò manifestare qualcosa di non fisiologico a livello del prodotto del concepimento,cioè del feto o della placenta, come un bambino che non cresce in modo adeguato ouna placenta che non dà un supporto sufficiente a quel feto per svilupparsi. Tuttoquesto modifica il rischio di partenza. In questi casi, quando la gravidanza dafisiologica diventa a rischio, il consiglio è quello di farsi seguire da centrispecializzati». Per tenere sotto controllo la situazione è necessario rivalutareperiodicamente durante la gestazione alcuni fattori, come ad esempio la pressionearteriosa. Infatti, l' ipertensione in gravidanza può comportare problemi nontrascurabili, come la pre-eclampsia. «Nel caso di rialzo pressorio in gravidanza si

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somministrano dei farmaci anti-ipertensione sicuri per il bambino, che non hannoeffetti teratogeni, ma nello stesso tempo riducono i rischi di complicanze materne.Se, invece, non si è sensibili ai trattamenti, è possibile, in alcuni casi, programmarein maniera intelligente il parto, per evitare complicazioni. Anche nel caso del diabeteci sono terapie che è possibile svolgere durante l' attesa, oltre ad una dietaspecifica», spiega Cavaliere. Se le possibilità di non portare serenamente a terminela gravidanza dipendono da comportamenti a rischio si può intervenire sugli stili divita. Ci si può, infatti, preparare ad avere un figlio, come chiarisce la dottoressa: «Seil fattore di pericolo è collegato a modi di vivere come bere alcolici, fumare e fareuso di droghe, ancora prima del concepimento bisognerebbe iniziare a smettere. Sela criticità riguarda il sovrappeso o il sottopeso della futura mamma, l' idealesarebbe provare a rientrare nel normopeso, anche perché il peso è un altro fattoreda tenere sempre sotto osservazione quando si è in attesa, non si deve aumentaretroppo, ma nemmeno troppo poco. Importanti sono poi le vaccinazioni, se unapaziente in gravidanza è immuno recettiva per il morbillo, la gestazione si puòcomplicare se quella mamma contrae la malattia, ad esempio». Lo scenario dellegravidanze a rischio sta cambiando e richiede una maggiore attenzione, in quanto -aggiunge la ginecologa - «negli ultimi anni ci sono molte più persone con più di 40anni, che hanno figli grazie alla fecondazione assistita. In queste situazioni, c' è unamaggiore possibilità di aver già manifestato patologie croniche legate all' età, comead esempio il diabete. In questo caso, i pericoli si ridurranno notevolmente se ladonna raggiunge prima della gravidanza un buon bilanciamento delle glicemie,perché non averle sotto controllo può portare al rischio di malformazioni per ilbambino».

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28/05/2018

Argomento: Sanità Campania

Pagina 31 EAV: € 13.371Lettori: 133.364

Nuovo decreto del Consiglio di Stato Romeo Gestioni restaal Cardarelli

Viviana Lanza

Appalto di pulizie, il provvedimentomodifica la scelta monocratica Romeo:«Noi sempre trasparenti» Appalto all'ospedale Cardarelli: la Romeo Gestionirimarrà operativa nell' erogazione delservizio di pulizie del più grandeospedale del Mezzogiorno. In attesa dellacamera di consiglio, prevista per il 7giugno prossimo, in cui il Consiglio diStato si riunirà in composizionecollegiale per decidere sull' annosavicenda che ruota attorno all' appalto inquestione, il 25 maggio, su ricorsourgente della Romeo Gestioni che avevaimpugnato, chiedendone la revoca, ildecreto presidenziale di sospensionefirmato il 21 maggio scorso dalpresidente Franco Frattini, il consiglieredelegato Giulia Ferrari, della terzasezione, ha firmato un decreto in cui sichiarisce che «il decreto del 21 maggioespressamente dispone solo lasospensione della esecutività dell'impugnata sentenza fino alla discussionecollegiale in camera di consiglio con la conseguenza che certamente non può essereinterpretato nel senso di prevedere il subentro nell' appalto della Florida 2000»,respingendo l' istanza di revoca. La Florida 2000 srl è il precedente gestore delservizio di pulizie, che nel 2014 non si aggiudicò l' appalto, vinto invece dalla Romeospa. La Romeo Gestioni, dunque, in considerazione di questa più recente pronuncia,fa sapere che resterà «operativa a tutti gli effetti», confidando nel fatto che «il 7giugno il Consiglio di Stato, in composizione collegiale, porrà probabilmente fine aquesta annosa vicenda in cui - sostiene - la Florida 2000 cerca di rientrare dallafinestra in un appalto che aveva perso in sede di gara a vantaggio di RomeoGestioni». L' appalto fu affidato alla Romeo in considerazione dell' offerta tecnica,ritenuta «più performante», e dell' offerta economica che «consentiva (e consente)al Cardarelli - sottolinea la società - il risparmio complessivo di circa 20 milioni di

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euro in quattro anni per la gestione della complessa gamma di pulizie di cuinecessita la grande azienda ospedaliera». Dalle scale ai giardini, dalle corsie allecamere operatorie. Un appalto importante, finito al centro di un braccio di ferrogiudiziario portato avanti a forza di ricorsi, finanche con l' interessamento dell' Anac(l' Autorità nazionale anticorruzione) che ha posto la sua attenzione sulla faseesecutiva del contratto e ha trasmesso gli atti alla Procura della Repubblica e allaProcura della Corte dei Conti. «I rilievi avanzati dall' Anac - è la replica della RomeoGestioni - sono infondati perché puntano il dito su aumenti di corrispettivi che sonoprevisti, nei modi e nelle misure, dalla gara di appalto, e soprattutto perché sonostati trasferiti alla conoscenza della Florida e dell' amministrazione del Cardarellisenza darne comunicazione alla Romeo Gestioni con la richiesta delle eventuali enormali chiarificazioni e controdeduzioni. Non a caso contro questa procedura èstato presentato ricorso di urgenza al Tar del Lazio». La tesi della Romeo Gestioni faleva non solo sull' aspetto economico («gli enormi risparmi garantiti al Cardarellisono tutti all' evidenza dei rendiconti» sostiene), ma anche sulla qualità del servizio(indicando «gli oltre 150 encomi da parte dei reparti e delle strutture interne dell'ospedale che hanno avuto un riscontro costante sul piano della ottimizzazione delservizio») e sulla posizione assunta per portare il livello delle prestazioni a standardeuropei sul fronte della disciplina e del decoro sul posto di lavoro. «Dal 2014 a oggila Romeo Gestioni, che per legge ha dovuto assorbire il personale in carico delprecedente gestore, e cioè della Florida 2000, ha presentato 9 esposti all' autoritàgiudiziaria su possibili rischi di infiltrazioni criminali. Esposti - sottolinea la società -tutti indistintamente archiviati da Anac, Prefettura, Questura, Regione e Cardarelli».Tra le decisioni prese in questi anni la società evidenzia, inoltre, i 400 provvedimentidi contestazione a carico di 200 diversi dipendenti, 6 provvedimenti di ammonizione,134 applicazioni di multe, 60 provvedimenti di sospensione dal lavoro, 10provvedimenti di licenziamento, 6 trasferimenti ad altri cantieri. La Romeo Gestionipunta, dunque, sulla politica di trasparenza adottata negli anni e su una serie dialtre argomentazioni, anche più strettamente tecniche e legate ai dettagli dellagara, e sostiene di essersi aggiudicata l' appalto regolarmente. La Florida 2000, ilprecedente gestore che ha perso l' affare posizionandosi secondo nella graduatoria,ha ingaggiato la battaglia legale ipotizzando presunte irregolarità, con riferimento auna presunta «rinegoziazione» non consentita dalla legge. Ne è nato un caso,discusso dinanzi al Tar della Campania nel gennaio 2015, poi al Consiglio di Stato nelluglio di quello stesso anno, e di nuovo impugnato fino ad arrivare dinanzi al Tar delLazio per la delibera Anac e ancora, più di recente, dinanzi al Consiglio di Stato (laterza sezione) per la vicenda dell' appalto. Per garantire il servizio di pulizie nellevarie aree dell' ospedale Cardarelli sono impiegati circa 350 lavoratori. ©RIPRODUZIONE RISERVATA.

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28/05/2018

Argomento: Sanità Campania

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Ortopedia rigenerativa I concentrati piastrinici per ripararele articolazioni

Fino al decennio scorso l' ortopedico eraimpegnato essenzialmente nell'ortopedia "sostitutiva", cioè si occupavadi sostituire le articolazioni danneggiateo i legamenti lesi con impianti protesici olegamenti sintetici. Oggi gli ortopedicihanno una nuova prospettiva di lavoro edi ricerca, la cosiddetta "ortopediarigenerativa", che ha come obiettivorigenerare e non più sostituire ciò che èstato leso dall' usura, dai traumi o damalattie delle articolazioni. Il dottorFerdinando Landolfi, ortopedico del Ctodi Napoli usa concentrati piastrinici comefonte di fattori di crescita autologhi,molto utili nella chirurgia ortopedica peril trattamento delle tendinopatie, inparticolare quando queste nonrispondono ai trattamenti convenzionali.«Da alcuni anni - spiega - conosciamo l'importanza dei concentrati piastrinici neimeccanismi di riparazione tissutale.Sono piccoli frammenti cellulari ricchi digranuli, contenuti nel sangue periferico che elaborano, immagazzinano e rilasciano(quando sono attivati) numerosi fattori di crescita capaci di stimolare la replicazionedi alcune cellule. La loro capacità di interferire nei meccanismi di riparazionetissutale ha costituito la base per l' utilizzo del gel piastrinico, l' azione terapeuticadel Platelet-rich plasma (letteralmente plasma ricco di piastrine o Prp), risiedeproprio nei numerosi fattori di crescita contenuti nei granuli». Questo plasma ricco dipiastrine si ottiene da un prelievo di sangue venoso realizzato attraverso unaprocedura di centrifugazione. Il risultato è proprio questo concentrato di piastrineche poi verrà iniettato rilasciando fattori di crescita che possono stimolare inmaniera naturale e selettiva la rigenerazione e la guarigione del tessuto lesionato. Èanche bene chiarire che la sicurezza di queste iniezioni è massima, perché ilconcentrato di piastrine si ottiene dal sangue stesso del paziente. Quindi senzanessun donatore esterno. In particolare, in ambito ortopedico, il Prp viene utilizzato

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per la cura di malattie ossee e dei legamenti. Più di recente anche nelle patologieinfiammatorie tendinee. «Dopo i 30-40 anni - procede lo specialista - i tendini sonosoggetti ad un fisiologico invecchiamento con perdita di elasticità e resistenzacausate da un basso turnover metabolico, scarsa vascolarizzazione amicrotraumatismi ripetuti (sportivi o lavorativi). Ma anche da preesistenti malattiedei tendini e malattie metaboliche (iperuricemia, ipertiroidismo)». Il chirurgo spiegache la risposta biologica del tendine lesionato dipende sempre dallavascolarizzazione, all' innervazione e dall' infiammazione. Comunque, «con i derivatipiastrinici è possibile ottenere importanti fattori di espansione cellulare chestimolano la migrazione e la crescita cellulare, la formazione di vasi sanguigni, lasintesi di collagene e la differenziazione cellulare». Sono molte le patologie chepossono essere trattate con queste infiltrazioni: si va dalle tendinopatie degliadduttori della coscia agli esiti del Morbo di Osgood Schlatter, ma anchetendinopatie del tibiale anteriore e posteriore, fascite plantare e molto altro. E inquesto modo è possibile evitare l' intervento chirurgico. «Sono stati dimostrati -conclude il chirurgo - risultati molto positivi dall' applicazione nelle lesioni deilegamenti collaterali del ginocchio (di 2° e 3° grado) e in quelle dell' apparatolegamentoso della caviglia. Ancor più interessante è che in nessun caso si sonoriscontrate complicanze locali né sistemiche, mentre tutti hanno ottenuto risultatiincoraggianti per quanto riguarda la risoluzione del dolore e il tempo di recupero».

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28/05/2018 Il Mattino (ed. Benevento)

Argomento: Sanità Campania

Pagina 25 EAV: € 10.292Lettori: 133.364

Ospedali riuniti, rivolta di Mastella: ricorso al TarGianni De Blasio

La sanità, lo scontro Il sindaco: l' attoaziendale è nullo. Paolucci (FdI): sceltacondivisa. Errico: mi opporrò all' AslRicorso al Tar avverso l' Atto aziendaledel «San Pio» ma pure per quello dell'Asl. Per l' Azienda ospedaliera, Mastellalo aveva preannunciato. Adesso ha datomandato all' ufficio legale di fare ricorsoal Tar per contestare il documentoprodotto dalla direzione generale del«Rummo», per la mancanza delpreventivo parere dell' Organismo deisindaci della provincia e del Consiglio deisanitari. «Ritenendo viziato, anzi nullo, l'Atto - dice Mastella - appare questa lalogica conclusione di una vicenda chepenalizza Benevento e la sua provincia».Il sindaco del capoluogo ritiene che l'esito del ricorso non potrà discostarsi daquanto già deciso dal Tribunale aproposito dell' Azienda ospedaliera Sant'Anna e San Sebastiano di Caserta. Ilsindaco Marino aveva evidenziato chenel procedimento di approvazione dell'Atto aziendale non vi era stata la consultazione del comitato di rappresentanza deiSindaci dell' ambito territoriale di riferimento. Ignorando, quindi, il decreto delcommissario ad acta numero 18 del 18 febbraio 2013, per il quale «l' atto aziendaleè adottato dal digì con proprio provvedimento, previo parere del Collegio didirezione, informati preventivamente e sentiti il Comitato di rappresentanza deisindaci, il Consiglio dei sanitari e le organizzazioni sindacali». Il Tar Napoli, consentenza numero 1609/2017, accolse il ricorso annullando l' Atto aziendale. Ma purequello dell' Asl è finito nel mirino delle critiche. Molti i rilievi già sollevati nell'assemblea dei sindaci di aprile. «Dimostrate qualità manageriali indubbie ma validese vi trovaste ad amministrare un' azienda privata, non quella pubblica. Ma è diquest' ultima che vi trovate a capo», disse il sindaco di Guardia Floriano Panza,rivolgendosi ai manager Picker e Pizzuti. Corposo il dossier di contestazioniconsegnato dal Comune di S. Nicola Manfredi. Ora, il sindaco Fernando Erricoufficializza: «Condivido l' iniziativa di Mastella, che ha deciso di proporre ricorso al

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Tar. Altrettanto farò io per l' Atto aziendale dell' Asl, colmo di discrepanze eincongruenze, a partire dall' eccessivo numero di strutture complesse previste.Questo, nonostante la Regione avesse fornito precise indicazioni, ma il managementha preferito ignorarle. E, inoltre, si continua a conferire incarichi senza alcuna logicaimprontata alla buona sanità. I criteri sono stati elusi». Il tema sanità resta all'attenzione anche dei 5 Stelle: «Da parlamentari neoeletti dice la deputata AngelaIanaro - ci siamo scontrati immediatamente con una miriade di problemi che, negliultimi anni, si sono aggravati e incancreniti, portando allo sfascio la sanitàbeneventana. Non appena sarà operativo il nuovo governo, rappresenteremo alministro della Salute i problemi che affliggono la sanità a Benevento, sottoponendoin particolare la proposta di considerare un intervento urgente per sospendere leindicazioni contenute nell' atto aziendale voluto da De Luca, che determinerebberounicamente lo smantellamento del Rummo e la chiusura dell' ospedale di Sant'Agata. Insieme a Pasquale Maglione ed in accordo con le senatrici Sabrina Ricciardi eDanila De Lucia abbiamo presentato un' interrogazione a risposta scritta propriosulla problematica dell' accorpamento dell' Azienda ospedaliera Rummo». Secondo ilportavoce di FdI è corretta la decisione di impugnare l' atto aziendale da parte diMastella. «I profili di illegittimità sono evidenti rileva Federico Paolucci - pertantoappare un atto dovuto che avrebbero fatto bene i sindaci della provincia a sostenerenel luogo istituzionalmente preposto, che hanno colpevolmente disertato. In ognicaso alla battaglia sulla legittimità amministrativa degli atti, bisogna continuare adaffiancare quella politica sul futuro della sanità, nel Sannio e nei rapporti con l'Irpinia». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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28/05/2018

Argomento: Sanità Campania

Pagina 73 EAV: € 411Lettori: 29.750

Sanità: il napoletano Ricciardi diventa presidente Wfpha

Il medico napoletano Walter Ricciardi,presidente dell' Istituto Superiore diSanità, è stato eletto a Ginevrapresidente della World Federation ofPublic Health Association (Wfpha), laFederazione mondiale della Sanitàpubblica, con il sostegno della SocietàItaliana Medicina Preventiva e SanitàPubblica (Siti) e dell' European PublicHealth Association, (Eupha). Nata nel1967 a Washington, la Wfpha è un'organizzazione internazionale, nongovernativa e multiprofessionale cheriunisce professionisti della salutepubblica coinvolti nella tutela epromozione della salute pubblicaattraverso lo scambio, la collaborazionee l' azione professionale

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28/05/2018

Argomento: Sanità Campania

Pagina 5 EAV: € 1.484Lettori: 29.750

Schizofrenia serve la diagnosi

Nell' immaginario collettivo uno deidisturbi mentali più temuti è laschizofrenia, più frequente di quanto sipossa pensare: in Campania le diagnosisono addirittura più di 3.400 ogni anno eriguardano soprattutto i giovani.Campanelli d' allarme sono i deliri,soprattutto di persecuzione e diinfluenzamento; le allucinazioni, chespesso si manifestano sotto forma divoci che insultano, che comandano, checommentano le azioni del paziente, chedialogano tra loro riferendosi a lui interza persona.Purtroppo, molte volte nonsi riesce ad avere una diagnosi precoce,l' intervallo medio tra la comparsa deisintomi e il primo trattamento adeguato,in Italia, è di circa 30 settimane: mediaben al di sopra rispetto ad altri paesieuropei. Perché tanto tempo? Spesso peril contesto familiare dei pazienti, maanche per il pregiudizio che circondaquesta malattia. Per quanto riguarda lafamiglia, il ritardo con cui si accede ai servizi di salute mentale è dovuto soprattuttoall' ignoranza, in molti casi i primi sintomi della malattia vengono interpretatierroneamente come dovuti a «crisi adole-scenziale». C' è poi la vergogna legata alpregiudizio. Per cercare di rispondere a quest' enorme problema, il dipartimento diPsichiatria dell' università della Campania Luigi Vanvitelli ha attivato un ambulatorioper la diagnosi e il trattamento precoce dei pazienti con psicosi, attivo tutti i giorniferiali dalle 9 alle 14, nonché un servizio di ascolto e supporto per le famiglie deipazienti con esordi psicotici. «Abbiamo attivato un piano di lavoro specifico per lagestione precoce dei pazienti con esordio psicotico», spiega Andrea Fiorillo,professore associato presso il dipartimento e responsabile dell' ambulatorio dedicatoa queste problematiche. «Questo piano di lavoro, già attivo in alcuni centri pilota,prevede diversi step: in primo luogo il coinvolgimento dei familiari, degli insegnantie dei medici di medicina generale nel processo di identificazione precoce del disagiopsichico. Serve una formazione degli psichiatri e degli altri operatori della salutementale in tema di diagnosi e trattamento precoce delle psicosi e sono essenziali

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campagne antistigma, per combattere il pregiudizio e la discriminazione che spessoaccompagnano il tema della salute mentale. È quindi molto importante in caso disospetto affidarsi ai nostri servizi, ufficiali e sicuri. Spesso infatti il primo operatoresanitario che viene solitamente contattato è il medico di medicina generale, cheperò non sempre ha le competenze adeguate per formulare una diagnosi corretta, enon fornisce alcun trattamento, né indirizza correttamente il paziente ai servizi disalute mentale. La malattia può a volte manifestarsi inizialmente anche con aspettidi tipo ansioso o depressivo, che possono indurre lo psichiatra ad una diagnosierrata». Sono molti gli strumenti che possono aiutare il clinico a fare una diagnosidifferenziale tra gli esordi psicotici e altri disturbi mentali come alcuni di personalità,il disturbo affettivo bipolare, la depressione e il disturbo ossessivo-compulsivo. Perquanto riguarda il trattamento, le linee guida internazionali prevedono un interventointegrato con farmaci antipsicotici di nuova generazione a basso dosaggio einterventi psicosociali di provata efficacia.Negli ultimi anni, il dipartimento dipsichiatria dell' università Vanvitelli, centro collaboratore dell' Oms, diretto dalprofessor Mario Maj, ha partecipato a vari progetti di ricerca internazionali finanziatidalla Commissione europea, con l' obiettivo di migliorare la caratterizzazione clinicae diagnostica degli esordi psicotici e di ottimizzarne il trattamento. Temi che sonostati anche discussi nel corso del congresso della Società italiana di psichiatriasociale, presieduta da Fiorillo, tenutosi di recente a Napoli con la partecipazione dioltre 2.000 operatori della salute mentale e con la presenza tra i relatori deiprincipali esperti internazionali sulla prevenzione e il trattamento precoce dellaschizofrenia.

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28/05/2018

Argomento: Sanità Campania

Pagina 7 EAV: € 1.383Lettori: 29.750

Sinergia tra Inps e Aism Certificato neurologico per lasclerosi multipla

Parla di «andare oltre» il professorMassimo Piccioni, coordinatore generalemedico-legale dell' Inps, di stabilire, apartire dalla nuova comunicazionetecnico scientifica, un forte rapporto disinergia con Associazione italianasclerosi multipla. L' obiettivo è arrivare auna certificazione neurologicaintroduttiva, che analogamente a quantoprevisto per il paziente pediatrico eoncologico, consenta ai neurologi dellarete dei centri clinici di avviare l' iter diaccertamento. «Questo - proseguePiccioni - garantirà gratuità dellacertificazione, qualità del procedimentoe omogeneità valutativa, evitandorichieste di ulteriori accertamentispecialistici da parte delle commissioni.Inoltre si dovranno sviluppare contenutispecifici per le valutazioni degli aspettiprevidenziali, a maggiore tutela deilavoratori con sclerosi multipla condisabilità». Le parole di Piccioniribadiscono, nella sostanza, l' impegno comunicato dall' Inps a margine dellaconferenza stampa di presentazione della nuova comunicazione tecnico scientificaper la valutazione degli stati invalidanti nella sclerosi multipla. Iniziativa sviluppatadall' Inps in collaborazione con l' Associazione italiana sclerosi multipla (Aism) e conla Fism. Il tutto con il patrocinio della Società italiana di neurologia e di Scienzeneurologiche ospedaliere Italia.Il tema è ovviamente quello dell' accesso ai beneficie alle tutele previsti a favore delle persone con disabilità. Questione delicata per lepersone con sclerosi multipla che si confrontano con il processo di valutazione per ilriconoscimento di una condizione di invalidità civile, stato di handicap o disabilità aifini lavorativi. Del resto, il tema dell' accertamento medico legale rappresenta unadelle priorità per le persone con sclerosi multipla, come messo in evidenza nell'Agenda della sclerosi multipla 2020 che afferma l' esigenza di garantire valutazioni eaccertamenti dell' invalidità, handicap e disabilità adeguati e tempestivi.Nelle more

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della revisione del sistema generale di valutazione della disabilità previsto dalsecondo programma d' azione governativo elaborato dall' osservatorio convenzioneOnu sui diritti delle persone con disabilità, Aism e Inps hanno condiviso da tempo l'importanza di fornire ai componenti delle commissioni medico-legali responsabili delprocesso valutativo, adeguati strumenti e supporti: si tratta infatti di una condizionela cui valutazione differisce da individuo a individuo e richiede un' attentavalutazione riferita alla complessità di sintomi, degli effetti collaterali dei farmaci,delle conseguenze della malattia sulla vita quotidiana, con una ancora presentesottovalutazione di sintomi meno visibili (esempio la fatica) così come dell' impegnoterapeutico-riabilitativo richiesto, che debbono essere considerati combinatamenteal dato di disabilità fornito dall' Edss. Il rischio è che in assenza di adeguatistrumenti e supporti vengano assegnate percentuali di invalidità non pienamenteaderenti alle reali condizioni della persona valutata, vi siano difficoltà per ciò checoncerne l' appropriatezza valutativa.«La strada che stiamo percorrendo assiemecon Aism - commenta Raffaele Migliorini, dirigente medico-legale Inps - è un modellocollaborativo di particolare valore che l' Istituto sta espandendo anche ad altrepatologie».

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28/05/2018

Argomento: Sanità Campania

Pagina 10

Solidarietà a Vico Donato all'ospedale un nuovo ecografoSalvatore Dare

Il cuore grande di Vico Equense aiutal'ospedale De Luca e Rossano. E grazie aifondi raccolti l'anno scorso durante lamanifestazione Pizza a Vico, il Comune el'omonima associazione che cural'evento riescono ad acquistare unecografo per il presidio. La spesa siaggira su poco meno di 30mila euro e astretto giro il macchinario sarà operativoin ospedale. Il via libera definitivo èarrivato l'altro giorno quando l'ufficioturismo dell'amministrazione comunaleha approvato la determina con cui concede il benestare all'intera operazione. Lasvolta A detta del direttore generale dell'Asl Napoli 3 Sud Antonietta Costantini, sista facendo il possibile per garantire un salto di qualità dei servizi negli ospedaliriuniti della penisola sorrentina. Ma è praticamente innegabile che la realtàquotidiana nelle corsie è tutt'altro che di eccellenza. E' cronica la carenza dipersonale, si registrano spesso disservizi con la Tac dell'ospedale Santa Maria dellaMisericordia di Sorrento e non mancano polemiche. Ed è per questo che l'acquisto diun ecografo per il presidio De Luca e Rossano è un segnale importante chetestimonia quanto i cittadini possono recitare un ruolo importante per ilmiglioramento della sanità locale. Tutto parte l'anno scorso quando si tiene cometradizione Pizza a Vico. Vengono raccolti quasi 70mila euro con la somma che vieneiscritta puntualmente a bilancio. Come precisato anche dagli organizzatori, l'eventoha anche uno scopo benefico: ed è qui che si converge sulla necessità di provvedereall'acquisto di un ecografo per l'ospedale cittadino. A questo punto,l'amministrazione del sindaco Andrea Buonocore comunica all'azienda sanitaria lavolontà di provvedere all'acquisto dell'ecografo, fa una valutazione di mercato el'altro giorno conclude la procedura spendendo 25mila euro circa. Gli scenari Labuona notizia testimonia quanto Vico Equense tenga a cuore le sorti dell'ospedaleDe Luca e Rossano. L'acquisto dell'ecografo arriva puntualmente nei giorni in cui lostesso direttore generale Costantini ha riaperto il discorso dell'ospedale unico dellapenisola sorrentina. Il ministero della salute ha sbloccato di recente 60 milioni dieuro e si prevede la realizzazione di un maxi presidio a Sant'Agnello, al postodell'attuale fabbricato del distretto sanitario 59. Di rimbalzo, a Vico Equense si temela chiusura dell'ospedale De Luca e Rossano. Un vero e proprio spauracchio che giàin passato ha visto il circolo locale del Partito democratico stigmatizzare la sceltadell'azienda sanitaria. E che manco a dirlo è destinata ancora a far discutere. Anche

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se la dottoressa Costantini ha ipotizzato la permanenza di un presidio di primosoccorso.

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28/05/2018

Argomento: Sanità Campania

Pagina 1 EAV: € 944Lettori: 29.750

Solo tutti assieme unendo le forze salveremo la sanità

Si dice di Antonio Cardarelli che riuscissea individuare l' aneurisma aorticofacendo solamente pronunciare la lettera"a" agli ammalati. Aveva quello che inmedicina si definisce "occhio clinico", lacapacità di leggere i segnali che il corpoci manda per arrivare ad una diagnosi.Mi chiedo a quale diagnosi arriverebbeoggi Antonio Cardarelli osservando isegnali che giungono dalla Sanitàregionale. Del resto, non più tardi di unasettimana fa, è stato proprio "AntonioCardarelli" ad ospitare gli Stati generalivoluti dal governatore De Luca. Vienefacile credere che avrebbe storto il nasonell' apprendere che la passione di tantigiovani medici è costretta a piegarsi alleragioni della spending review , facendosparire da Napoli e dalla Campania mentibrillanti e volitive. Mi piace credere che'o professore , avvezzo com' era alpragmatismo, si sarebbe rimboccato lemaniche per fare la propria parte. Cosìcome ogni giorno se le rimboccano migliaia di colleghi che, senza clamori némedaglie, si prendono cura dei loro pazienti. Sono certo che Cardarelli, napoletanod' adozione, apprezzerebbe lo sforzo che si sta facendo per rimettere in piedi ilsistema sanitario, per rialzare la testa e fare emergere quanto di buono questa terrasa esprimere. Ma soprattutto per offrire agli ammalati risposte concrete. Allo stessomodo, al suo occhio clinico non sfuggirebbero i sintomi di un male che da troppotempo infetta il corpo della Sanità campana. Saprebbe ben leggere la frustrazione, l'ansia, talvolta la disperazione dei pazienti. E si sorprenderebbe nel vedere gli stessisintomi manifestarsi su molti colleghi medici. Forse nessuno più di lui spingerebbe aldialogo chi ha il compito di programmare e chi, invece, è tenuto a lavorare sulcampo. Al netto di tutto ciò mi chiedo, alla fine, quale sarebbe la sua diagnosi.Voglio credere che, seppure con preoccupazione, ci lascerebbe con l'incoraggiamento di chi ha speranza di farcela. Del resto, riuscire a farcela è, per lasanità campana, più che un obiettivo un dovere. Abbiamo il dovere, tutti, di unire leforze e fare squadra. Disinfettando le ferite purulente del malaffare e valorizzando le

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parti sane. Solo così potremo sperare di salvarci la vita.

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28/05/2018

Argomento: Sanità Campania

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Test genetici , la prima diagnosi del fetoAl. Ca.

L' amniocentesi e la villocentesi sonoconsiderate tecniche efficaci mainvasiveNegli ultimi anni si è sviluppata l'analisi prenatale del dna sul sanguematerno Nel corso della gravidanza ainormali controlli periodici per valutare l'evoluzione della gestazione, si possonoaggiungere i test genetici. Dal risultatodi questi esami è possibile sapere se ilfeto presenta alterazioni cromosomiche.«Quello delle malattie genetiche,soprattutto dal punto di vista di quellerare, è un campo di ricerca che negliultimi 10 anni è andato molto avanti,perché sono aumentate le conoscenze, emigliorate la tecnologie», spiega NicolaBrunetti Pierri, professore associato diPediatria alle Federico II di Napoli ericercatore del Tigem di Pozzuoli, che sioccupa di malattie genetiche. Le analisiprenatali più diffuse sono l' amniocentesie la villocentesi, come chiarisce ilprofessore: «Si tratta di due procedureche consentono di prelevare del materiale del feto, che può essere analizzato pereffettuare i vari test genetici. Sul campione a disposizione, si fanno analisi comequella del cariotipo che consiste nella visualizzazione dei cromosomi e un altro testche si chiama Array CGH, per identificare le anomalie cromosomiche».Da questi testsi può valutare la presenza di alterazioni a livello dei cromosomi, come ad esempiola trisomia 21, quella responsabile della sindrome di Down. L' amniocentesi e lavillocentesi sono considerate tecniche efficaci, ma invasive. Negli ultimi anni peròsono stati sviluppati nuove tipologie di esami. «Un test come il NIPT- aggiungeBrunetti Pierri-, che sta per "non invasive preanatal testing", cioè test prenatale noninvasivo, consente di isolare dal sangue materno del dna fetale e su questocampione è possibile fare l' analisi di alcuni difetti cromosomici. Quindi, basta unprelievo di sangue per ottenere una parte dei risultati che si avrebbero anche con l'amniocentesi. Con questa metodologia si possono individuare le alterazionicromosomiche più comuni, oltre alla trisomia 21, anche altre anomalie deicromosomi 13 e 18, che sono responsabili di malattie molto più gravi nel feto

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associate a malformazioni multiple e anomalie dei cromosomi sessuali, ad esempiola sindrome di Turner e quella di Klinefelter, cioè alterazioni dei cromosomi X e Y».Se questi sono gli esami che si possono fare durante le 40 settimane dell' attesa,altri si può scegliere di farli prima, quando si è consapevoli di avere una storiafamiliare di malattie genetiche.«Prima della gravidanza- continua il professore- èpossibile stabilire, nel caso ci siano stati precedenti in famiglia di malattie genetiche,se i genitori sono portatori sani. Il caso più comune è quello della fibrosi cistica, cheè una delle malattie genetiche più frequenti. Se c' è un familiare affetto da questapatologia, un futuro genitore può verificare se è portatore. Nel caso lo fosse, sarebbeopportuno che anche il partner facesse lo stesso esame, perché se entrambi igenitori sono portatori sani si ha una probabilità del 25% di avere un figlio affetto».Questi accertamenti, sia prima che durante la gravidanza, non sono però obbligatori,ma facoltativi, infatti, sottolinea il ricercatore: «I test genetici vengono offerti alledonne in gravidanza e poi sono loro a dover scegliere se effettuarli o no. È moltoimportante informarsi ed essere consapevoli del significato di queste analisi, perchécomportano una diagnosi fatta prima della nascita e, in alcuni casi, è su questi esitiche si prendono decisioni importanti».

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28/05/2018

Argomento: Sanità Campania

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Uso dei videoterminali Ora le linee guida vanno aggiornate

La tutela della salute per alcunecategorie di lavoratori rischia di nonpoter tenere il passo della folle velocitàdella tecnologia. Con il cambiamentodelle dinamiche professionali negli ultimi20 anni, infatti, sono cambiate anche lepostazioni di lavoro al videoterminale.Un tempo fisse e predefinite, oggi mobilie molto legate allo sviluppo tecnologico.Oggi i lavoratori non dispongono di unapostazione assegnata, spesso, com' ènoto, si lavora da remoto, da casa efinanche dal luogo di vacanza. «Bisognaaiutare chi utilizza i videoterminali adallestire correttamente la propriapostazione di lavoro quando è fuori dall'ufficio tradizionale - dice Angelo Sacco,medico chirurgo, specialista in medicinadel lavoro e medico autorizzato allaradioprotezione dei lavoratori, dal 1999dirigente medico del lavoro nel ServizioSanitario Nazionale nonché docente dimedicina del lavoro all' Università TorVergata di Roma e alla Cattolica di Roma - Purtroppo, le linee guida delle societàscientifiche (e ancor più le norme e le direttive ministeriali) richiedono un lungoprocesso di aggiornamento che per ovvi motivi non riesce a stare al passo con leinnovazioni tecnologiche». «Le più recenti indicazioni ministeriali per l' uso deivideoterminali risalgono al 2000 mentre le prime linee guida della Società Italiana diMedicina del Lavoro furono pubblicate nel 2003 e successivamente aggiornate nelsettembre 2013 - fa notare Sacco che a marzo scorso ha pubblicato per Ferrari eSinibaldi Editore (Milano) la monografia dal titolo I videoterminali negli ambienti dilavoro - L' ulteriore revisione delle linee guida, come annunciato nel corso dell' 80°Congresso Nazionale Siml di Padova, anche estesa alle nuove forme di lavoro construmenti informatici portatili, non ha ancora visto la luce. Se pensiamo che il primoiPhone è stato introdotto nel 2007 e che dal 2010 sono stati immessi sul mercato itablet, è possibile percepire come le linee guida rischiano di non essere al passo coni tempi. Adesso la tecnologia ci accompagna ovunque senza differenza alcuna tracasa e lavoro. Sono diventati talmente pervasivi che l' utente-lavoratore risulta

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collegato h24». Secondo dati Assinform del 2016, il 73.7% degli italiani naviga suinternet e il 64,8% possiede uno smartphone, mentre secondo i report annuali dell'Organo di Vigilanza risulta che i lavoratori soggetti a sorveglianza sanitaria per l'esposizione ai videoterminali in Italia erano nel 2013 quasi 3 milioni (49,9% femminee 50,1% maschi) pari al 14,3% di tutti i lavoratori soggetti a sorveglianza sanitaria.Di questi 3 milioni, nello stesso 2013 è stato sottoposto a sorveglianza sanitariapoco più di un milione di persone, pari al 7.6% di tutti i lavoratori sottoposti, in quell'anno, a sorveglianza sanitaria (dati Inail 2013). «Per il 94% dei 1062 mediciintervistati per il progetto Insula - spiega l' esperto - quello da esposizione avideoterminali era il rischio in assoluto più rappresentato nelle aziende precedendoin questa speciale classifica la movimentazione manuale dei carichi (92,7%) e ilrumore (81,4%)». Cosa ritiene si possa fare per migliorare la salute della persona? «Idatori di lavoro dovranno trovare le misure più adeguate per evitare disturbi per ilavoratori, tra queste ci sono la scelta e l' acquisto di strumenti di lavoro concaratteristiche ergonomiche e la formazione del personale alla correttaindividuazione e all' allestimento della postazione di lavoro e all' uso in sicurezza deinuovi dispositivi portatili. Queste sono informazioni importanti da sapere soprattuttoper gli smart worker», conclude Sacco.

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28/05/2018

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 11 EAV: € 46.211Lettori: 281.841

Biotestamento, i primi passi di medici e notaiDario AquaroValentina Melis

Mancano linee guida professionali e unRegistro unico delle «Dat» - Laformazione non è ancora diffusa Registro unico nazionale delle Dat (ledisposizioni anticipate di trattamento),formazione dei medici, linee guidaprofessionali per il personale sanitario eper i notai. Sono i tre tasselli mancantiper completare l' operatività della legge219/2017 sul "testamento biologico", invigore dal 31 gennaio. Il bilancio deiprimi quattro mesi di applicazioneevidenzia che nei Comuni c' è unaumento delle dichiarazioni depositatedai cittadini, ma che sul fronte deiprofessionisti coinvolti resta ancoramolto da fare. Oltre che per attopubblico o scrittura privata autenticata(quindi tramite un notaio), le Dat sipossono redigere per scrittura privata"semplice", da consegnare all' ufficio distato civile del Comune di residenza o alle strutture sanitarie, se la Regione adotta ilfascicolo sanitario elettronico (Fse), o altre modalità informatiche di gestione dei datidegli iscritti, e regolamenta la raccolta delle dichiarazioni. La cornice "rassicurante"della legge e il lavoro di informazione delle associazioni e fondazioni impegnate sultema hanno diradato molte nebbie attorno ai cittadini interessati a indicare itrattamenti sanitari da ricevere o da rifiutare, in caso di perdita dell' autonomia discelta. La strada della "carta semplice" e dello sportello comunale pare aver ricevutomaggiore impulso rispetto all' alternativa del ricorso allo studio notarile. «Ma mentrelo sportello comunale, come chiarito dal Viminale, deve limitarsi a ricevere ildocumento, il notaio offre un dialogo e una possibilità di riflessione, per questo -commenta Enrico Sironi, consigliere nazionale del Notariato - ci stiamo muovendo incollaborazione con medici e bioetici per disegnare delle linee guida e avviare uncanale di confronto stabile, affinché l' atto contenente le Dat sia idoneo adocumentare un' effettiva informazione medica preliminare». Una criticità rilevante,al momento, è l' assenza di un Registro nazionale delle Dat, che - in caso diemergenza - aiuterebbe a conoscere in tempo le disposizioni lasciate dal cittadino ea individuare la persona nominata come fiduciario, per rappresentarlo nel rapporto

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con il medico e con le strutture sanitarie. L' istituzione del Registro è già previstadalla legge di Bilancio 2018, che ha stanziato a questo scopo due milioni di euro. Edentro fine giugno un decreto del ministero della Salute dovrebbe stabilire le modalitàper inserire le Dat in questa banca dati. Ma i tempi, con i passaggi legati all'insediamento del nuovo Governo, potrebbero allungarsi, penalizzando così icittadini. «In questo senso - aggiunge Sironi - abbiamo indicato al ministero dellaSalute la possibilità di mettere gratuitamente a servizio le strutture informatiche delNotariato, nel rispetto della privacy». Sul fronte della formazione dei medici e delpersonale sanitario, che secondo le norme sul testamento biologico dovrebbecomprendere la comunicazione con il paziente, la terapia del dolore e le curepalliative, non sono state avviate iniziative su larga scala. «Siamo appena all' inizio»,spiega Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici.«L' applicazione della nuova normativa non è uniforme sul territorio nazionale esiamo ancora in attesa delle linee guida del ministero della Salute. Non abbiamo unosservatorio che monitori l' attuazione della legge - continua - e sul fronte dellaformazione sono stati avviati per ora solo congressi». Eppure, come puntualizzaAnelli, il ruolo del medico è fondamentale, dato che alla base delle disposizionianticipate di trattamento dovrebbe esserci il consenso informato del paziente. «Vedoil rischio di una certa semplificazione nei modelli che i cittadini possono compilareper le Dat», aggiunge il Presidente della Fnomceo. «Si può rinunciare a determinatecure barrando una serie di caselle - prosegue - ma non è prevista l' assistenza delmedico nella compilazione. Questo può creare da un lato una mancanza diconsapevolezza nel redigere le Dat, dall' altro una conflittualità con il personalemedico in futuro». La legge prevede che le Dat siano redatte in forma scritta, ma èammessa la registrazione video delle volontà del paziente, se le sue condizionifisiche non gli permettono di scrivere. Nello stesso tempo, però, è imposto che nonci siano nuove spese per lo Stato, quindi non sono stati previsti fondi per dotare leAsl e gli ospedali di strumenti che consentano di registrare e conservare questivideo-documenti. Già prima che entrasse in vigore la legge 219, nell' aziendasanitaria Toscana Sud-est, che comprende Arezzo, Grosseto e Siena, è stata avviatauna collaborazione con l' ufficio del giudice tutelare, che in 24 ore consente dinominare un amministratore di sostegno per persone incapaci o minori, nel caso sianecessario prendere rapidamente decisioni su cure e trattamenti medici, in assenzadi disposizioni anticipate o di un fiduciario. «Questa collaborazione, in corso dacinque anni - spiega Pasquale Macrì, direttore medicina legale della Asl Toscana Sud-est e segretario nazionale della Melco, la società interdisciplinare di medicina legalecontemporanea - continuerà anche nell' applicazione della legge 219, nel caso dicontrasti sull' applicazione delle Dat o sulla loro interpretazione. Il ricorso al giudicetutelare - aggiunge - è un momento non contenzioso e una forma di tutela per isoggetti più fragili». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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28/05/2018

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 11 EAV: € 27.189Lettori: 281.841

Dichiarazioni in crescita nei ComuniD. Aq.V. Me.

I modelli. L' arrivo della legge ha datoimpulso alle scritture presentate e allaricerca degli schemi fai-da-te In attesache il gruppo di lavoro istituito dalministero della Salute definisca contenutie modalità della banca dati nazionale,diversi Comuni hanno già scelto dicreare un proprio registro informaticodelle Dat. Pur non avendone necessità,visto che sono tenuti solo a raccogliere«un ordinato elenco cronologico delledichiarazioni presentate», assicurandone«la loro adeguata conservazione», comechiarisce la circolare 1/2018 delministero dell' Interno. Secondo laricognizione (in progress) dell'Associazione Luca Coscioni, i Comuni chehanno istituito il registro sono 410:inclusi quelli partiti già prima del varodella legge 219/2017 sul biotestamento.Comuni che si troveranno favoritiquando verrà attivata la banca dati nazionale, che metterà in rete tutte leamministrazioni. «In ogni caso - sottolinea il segretario dell' associazione, FilomenaGallo - i singoli enti non possono rifiutarsi di ricevere le Dat, perché sarebbe un'omissione di atti d' ufficio». Quanto alla forma delle dichiarazioni, la legge parla di«scrittura privata» e non indica uno schema preciso, motivo per cui alcuni soggettiimpegnati sul tema (ma pure alcune amministrazioni locali) hanno predisposto deimoduli-base. «Quello dell' Associazione Luca Coscioni, realizzato con il contributo dimedici ed esperti legali, da gennaio è stato scaricato 14.850 volte. Dopo il piccoiniziale - prosegue Gallo - siamo su una media di 1.500 al mese». La spinta arrivatadalla legge, insomma, si traduce anche così. La Fondazione Umberto Veronesi, cheda tempo ha predisposto anch' essa un modulo ad hoc, ora ulteriormente aggiornatoin virtù delle nuova normativa, ha visto 1.176 download: di cui 630 negli ultimicinque mesi. «È importante che il modulo sia semplice e fruibile, che offra solo unatraccia e sia modificabile», osserva Marco Annoni, ricercatore e segretario scientificodel Comitato etico della Fondazione. «Il cardine - continua - è infatti la possibilità dinominare un fiduciario e un suo sostituto. Da questo punto di vista pesa l' assenza diun Registro nazionale, perché in molti casi non c' è tanto tempo per decidere e il

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fiduciario deve essere facilmente reperibile». Le Dat presentate ai Comuni ecompilate con il fai-da-te sono dunque in crescita, come testimonia la verifica delSole 24 Ore del Lunedì sulle principali città (tra le prime dieci per popolazione, soloRoma non ha fornito i dati richiesti). A Milano, per esempio, dal 31 gennaio sonostate raccolte 697 Dat, in confronto alle 858 ricevute dal 2013. A Genova negli ultimiquattro mesi ne sono giunte 93: un quarto di tutte quelle registrate negli otto anniprecedenti. E a Bologna, dove le Dat registrate dal 2012 al 2017 sono state 264, nel2018 ne sono finora pervenute 158: quattro volte in più rispetto all' anno scorso. Leragioni di questa crescita? «Il contesto di garanzia offerto dalla legge e la maggiorconsapevolezza dei cittadini», chiosa l' assessore ai servizi demografici delcapoluogo emiliano, Susanna Zaccaria. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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28/05/2018

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 22 EAV: € 5.260Lettori: 129.749

Italia senza figli e senza ginecologiChiara Daina

Sanità Ko - A rischio tutti i punti nascitaIn un' Italia che non fa figli non sitrovano più neanche i ginecologi. Vannodeserti i bandi nelle regioni del Nord,perché non ci sono abbastanzaspecializzati. Non se ne assumono piùnelle regioni del Sud, perché strettenella morsa del piano di rientro. Un'emergenza del genere non si era maivista nella storia del nostro sistemasanitario. Ora rischiano di chiudereanche i punti nascita con più di 500 partil' anno (il numero minimo per garantiregli standard operativi di sicurezza).Come quello di Melzo (Mi) dove entro lafine del 2018 cinque ginecologi andrannoin pensione e l' equipe verrà dimezzata.O quello di Saronno (Mi), dove mancanodue medici e i turni sono giàinsostenibili. Quello di Codogno (Lo), con536 parti l' anno, in aprile lo hannodovuto smantellare. A Casalmaggiore(Cr), anche se nel 2017 i parti sono stati382, il punto nascita è di vitale importanza. Mancano 3 ginecologi, dopo diversibandi falliti, il prossimo concorso sarà a giugno. Speriamo che i vincitori accettino ilposto. Se dovesse chiudere bisognerà andare a partorire ad almeno 30 km didistanza. Un' impresa troppo rischiosa.