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A0742
Volume stampato con il contributo del Ministero dell'Università e della Ricerca nel-l'ambito del Programma di Ricerca Scientifica di Rilevante Interesse Nazionale(PRIN 2004) “Sviluppo rurale, distribuzione moderna, sicurezza alimentare: le pro-spettive dell'agricoltura biologica in Italia”
Unità di Ricerca PalermoResponsabile scientifico: prof. Giorgio SchifaniDipartimento di Economia dei Sistemi Agro ForestaliUniversità degli Studi di Palermo
ARACNE
La filieradell’Agricoltura
Biologica in Sicilia
Analisi della competitività dei prezzi tra GDO e distribuzione specializzata
a cura diGiorgio Schifani
Copyright © MMVIIARACNE editrice S.r.l.
via Raffaele Garofalo, 133 A/B00173 Roma
(06) 93781065
ISBN 978–88–548–1264–2
I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,
con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.
Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.
I edizione: luglio 2007
5
Indice
Premessa Pag 7 Cap. I La produzione biologica in Sicilia: evoluzione del quadro strutturale Pag 11 1.1 Introduzione Pag 11 1.2 L’andamento del settore Pag 14 1.3 Le strutture di produzione Pag 16 1.4 La distribuzione della superficie biologica e in con-versione in Sicilia Pag 20 1.4.1 Principali ordinamenti colturali Pag 23 1.4.1.1 I seminativi Pag 23 1.4.1.2 Le coltivazioni arboree Pag 27 1.5 Gli organismi di certificazione Pag 31 1.6 Le imprese di trasformazione e commercializzazio-ne dei prodotti biologici in Sicilia Pag 33 Cap. II La grande distribuzione organizzata alimentare in Sicilia Pag 41 2.1 Quadro strutturale della GDO in Italia Pag 41 2.1.1 Premessa Pag 41 2.1.2 I supermercati Pag 42 2.1.3 Gli Ipermercati Pag 45 2.2 Quadro strutturale della GDO in Sicilia Pag 48 2.2.1 Premessa Pag 48 2.2.2 I supermercati Pag 49 2.2.3 Gli Ipermercati Pag 55 Cap. III La distribuzione e la diffusione dei prodotti biologici nella città di Palermo Pag 59 3.1 Principali canali di distribuzione dei prodotti biolo-gici nella città di Palermo Pag 59 3.2 Caratteristiche generali dei supermercati oggetto della ricerca Pag 61
3.3 La diffusione dei prodotti biologici nella GDO della città di Palermo Pag 63 Cap. IV Prezzi dei prodotti biologici nella distribuzione specializzata e nella GDO: il caso della città di Palermo Pag 73 4.1 Premessa Pag 73 4.2 La competitività dei prezzi dei prodotti biologici: un confronto tra distribuzione specializzata e GDO nella città di Palermo Pag 74 4.3 La competitività dei prezzi dei prodotti biologici commerciali nella Grande Distribuzione della città di Palermo Pag 89 Conclusioni Pag 97 Bibliografia Pag 103
7
Premessa (G. Schifani)
Il presente studio si inquadra nell’ambito delle attività di ricerca condotte dall’Unità Operativa di Palermo durante lo svolgimento del Programma di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN 2004) dal titolo “Sviluppo rurale, distribuzione moderna, sicurezza alimentare: le pro-spettive dell’agricoltura biologica in Italia, sottoarea di ricerca “Di-stribuzione e prodotti tipici”. La ricerca, incentrata soprattutto a chiarire i principali aspetti relativi al ruolo svolto dalla Grande Distribuzione Organizzata nella commer-cializzazione dei prodotti dell’agricoltura biologica in Sicilia, ha ana-lizzato l’evoluzione del settore evidenziando le caratteristiche attuali dei tre segmenti della produzione, della trasformazione e della com-mercializzazione, e approfondendo in particolare alcuni aspetti relativi alla diffusione dei prodotti biologici nella GDO della città di Palermo, anche per quanto riguarda la loro competitività in termini di prezzo ri-spetto alla distribuzione specializzata. Per l’analisi della fase della produzione, che come è noto risulta nella regione particolarmente sviluppata sia per l’estensione delle superfici sia per l’elevato numero delle aziende, durante l’indagine, oltre ad uti-lizzare le serie storiche dei dati disponibili (Assessorato Agricoltura e Foreste della Regione Siciliana, BioBank, Mipaf, Ismea) per gli anni precedenti il 2005, il lavoro si è avvalso anche dei dati messi a dispo-sizione, con dettaglio comunale, dagli undici Organismi di Certifica-zione che operano sul territorio regionale (ICEA, CCPB, Codex, Suo-lo e Salute, ZooBio, Ecosystem, Ecocert, Imc, QC&I, Bios, Bioagri-cert) che hanno permesso di accertare l’estensione delle superfici per comparto, la loro distribuzione a livello comunale, e il numero di a-ziende; purtroppo, però, la disomogeneità dei dati che sono stati forni-ti, e la scarsa collaborazione che ha contraddistinto il rapporto con una parte degli Enti di certificazione, non ha facilitato il lavoro di aggre-gazione ed elaborazione, e alcuni aspetti, riguardanti in particolare il comparto zootecnico, come il numero complessivo di UBA e la distri-buzione comunale delle aziende, non si sono potuti chiarire con com-pletezza.
8 Giorgio Schifani
Tuttavia, oltre a delineare le caratteristiche dell’evoluzione del settore ed evidenziare, nonostante il ridimensionamento che si era registrato negli ultimi anni, il recente positivo trend, i dati e le successive elabo-razioni hanno consentito di chiarire e precisare con una certa puntuali-tà, per la prima volta a livello comunale, la localizzazione del notevole potenziale produttivo che caratterizza ancora la regione. Per il seg-mento della trasformazione, la scarsa disponibilità di dati puntuali, e soprattutto disaggregati, è stata in parte superata attraverso l’accertamento diretto, mediante contatti telefonici e interviste ad ope-ratori del settore, delle caratteristiche di alcune delle imprese che ope-rano in Sicilia, e delle principali problematiche di cui soffre questa importante e delicata fase della filiera. Come accennato, un approfon-dimento particolare ha riguardato la fase della distribuzione, analizzata operando attraverso tre differenti indagini: la prima ha preso in consi-derazione i dati statistici disponibili relativi alle principali caratteristi-che strutturali della GDO in Sicilia, con riferimento al quadro nazio-nale, evidenziando le differenze che caratterizzano il contesto della regione; la seconda è stata condotta attraverso interviste dirette ai re-sponsabili commerciali, o delle vendite, di alcuni esercizi appartenenti a catene nazionali della GDO particolarmente rappresentate in Sicilia (responsabili di quattro supermercati delle catene SMA, Sigma, GS, Coop, di due ipermercati SMA-Auchan, e della centrale della Coop), e al responsabile di un supermercato biologico specializzato nella città di Catania; la terza indagine, anche questa condotta attraverso rileva-zioni dirette, ha riguardato l’accertamento della presenza dei prodotti biologici nella DM della città di Palermo, prendendo in considerazio-ne tutti gli esercizi agroalimentari con dimensione pari o superiore a 400 mq. (complessivamente in numero di 84), accertando la diffusione dei prodotti biologici, di cui si sono rilevati le marche e i prezzi. Ottantanove prodotti, quelli di maggiore diffusione, sono stati succes-sivamente messi a confronto con quelli della distribuzione specializza-ta, rilevati nei quattro più importanti negozi della città, e negli unici due supermercati specializzati della regione, che si trovano uno nella città di Palermo e uno in quella di Catania; successivamente, si è pro-ceduto al confronto dei prezzi all’interno della DM, tra i supermercati delle catene nazionali e quelli classificati “indipendenti”.
Premessa 9
Lo studio ha così consentito di evidenziare alcuni aspetti ancora poco noti, che possono contribuire a comprendere meglio le problematiche che attraversano il settore nei diversi segmenti della filiera a livello regionale.
11
Capitolo I La produzione biologica in Sicilia: evoluzione del quadro
strutturale1 1.1 Introduzione
Com’è noto, e più volte evidenziato in passato in numerosi studi, sin dai primi anni di applicazione del Regolamento Cee 2078/92 (che istituiva un regime di aiuti agli agricoltori che avessero aderito al me-todo di produzione biologico), in Sicilia l’agricoltura biologica ha avuto una rapida e consistente diffusione, con un esponenziale crescita delle superfici e del numero degli operatori. Il positivo andamento del settore, che si è interrotto soltanto nel perio-do 2002-2004 per riprendere a crescere negli ultimi anni, ha ben pre-sto reso la regione prima per importanza sia in Italia che in Europa (per quanto riguarda la SAU biologica l’Italia con oltre un milione di ettari è il primo Paese per importanza in Europa e il terzo a livello mondiale). All’interno del diversificato panorama nazionale, la regione occupa però una posizione rilevante soprattutto per quanto riguarda l’estensione delle superfici biologiche e in conversione e il numero delle aziende di produzione, mentre, come si vedrà in seguito, sem-brano ancora fragili i segmenti della trasformazione e della commer-cializzazione, e gran parte della produzione biologica siciliana stenta a essere venduta sul mercato specializzato, poco sviluppato nella regio-ne, e presso la GDO. Il successo del metodo di produzione biologico, scelto in Sicilia da una così larga parte di agricoltori, è stato possibile anche grazie all’intensa attività di divulgazione condotta in passato da alcune Asso-ciazioni spontanee di appassionati produttori e tecnici dell’agricoltura biologica e biodinamica (quest’ultima è rappresentata nell’Isola da un
1In sede di stesura del testo Giorgio Schifani ha curato l’intero capitolo ad ec-
cezione del paragrafo 1.6, redatto da A.M. Di trapani.
12 Giorgio Schifani
nutrito gruppo di aziende che in gran parte confluiscono nella Coope-rativa Salamita, in Provincia di Messina),che negli anni ’70 del secolo scorso hanno intrapreso questo percorso, spinti soprattutto da motiva-zioni filosofiche, etiche e salutiste. I “pionieri” del biologico, con svariate centinaia di aziende e alcune migliaia di ettari di superficie già alla fine degli anni ’80, hanno dun-que rappresentato il nucleo fondante del nuovo scenario che si è defi-nito successivamente al cambiamento della PAC con la Riforma del ’92. Sin dall’inizio, comunque, l’agricoltura biologica si consolida nella regione anche per i positivi sbocchi economici delle produzioni, e in particolare per quelle agrumicole, vendute con una certa facilità sin dai primi anni sia in Italia che all’estero. Infatti, “l’origine dell’attuale assetto del biologico in Sicilia sembra potersi attribuire al forte inte-resse, manifestatosi a livello di domanda di mercato per alcune produ-zioni mediterranee, da parte dei paesi del Centro-nord Europa, dove i prodotti biologici sono da tempo affermati nei modelli di consumo a-limentare”, e “...la principale produzione biologica esportata dall’Italia verso il resto della CEE è stata quella agrumicola.” (D. Marino, G. Schifani 1995) I motivi dell’affermazione dell’agricoltura biologica in Sicilia sono da ricondurre a vari aspetti, tra i quali è opportuno, sinteticamente, ricor-dare: - le favorevoli condizioni ambientali, che anche per quanto riguarda l’agricoltura convenzionale permettono in molti casi interventi limitati per la difesa e il controllo dei parassiti e delle infestanti, e che nel caso della scelta biologica favoriscono la conversione (a questo proposito è indicativo il grande numero di produzioni “tipiche” presenti nell’isola, che dimostra l’elevato livello di adattamento di molte specie e varietà localmente coltivate); - il carattere già estensivo di molti ordinamenti colturali, che per que-sto hanno avuto una certa facilità a convertirsi al metodo biologico; - le opportunità di integrazione del reddito relative agli aiuti comunita-ri alla produzione attivati inizialmente con la Riforma Mc. Scharry, e successivamente offerte dal Piano di Sviluppo Rurale per il 2000-2006 e larapida attivazione della Regione Siciliana, tra le prime in Italia a predisporre il Piano Regionale;
I La produzione biologica in Sicilia: evoluzione del quadro strutturale 13
- la necessità di valorizzare i prodotti di un’agricoltura in parte in crisi perché povera e marginale, soprattutto negli ambienti più interni, ma dalle notevoli potenzialità relative alla tipicità e qualità di molte pro-duzioni; - le aspettative offerte dalle nuove opportunità di un mercato, quello del consumo dei prodotti biologici, in espansione, e rispondente alle nuove esigenze di qualità e sicurezza alimentare che manifestano i consumatori moderni dei Paesi industrializzati. Un elemento che attualmente riveste una certa importanza è, inoltre, riconducibile alle opportunità offerte dalla diffusa presenza sul territo-rio regionale di aree di rilevante interesse naturale sottoposte a vincolo di tutela2, privilegiate nelle misure di sostegno pubblico all’agricoltura biologica previste nel PSR in Sicilia, e dove il metodo di produzione si sta diffondendo e consolidando con un ritmo più sostenuto di quan-to avvenga mediamente nella regione3. La diffusione dell’agricoltura biologica in Sicilia riguarda sia i territo-ri più interni e tradizionalmente marginali, sia le aree di pianura e di collina dove si sono convertite forme di agricoltura moderne, spesso irrigue, e condotte con criteri razionali. Le tecniche dell’agricoltura biologica rispondono bene, non solo alle esigenze di tutela dell’ambiente, ma anche per quanto riguarda la valo-rizzazione delle produzioni e il miglioramento del reddito delle impre-se. Le pratiche agronomiche del metodo di produzione biologico, con-tribuiscono a preservare i terreni dai fenomeni erosivi, a salvaguardare le risorse idriche, a diminuire il carico degli inquinanti chimici dell’agricoltura convenzionale (fertilizzanti, insetticidi, erbicidi, anti-parassitari). L’applicazione del metodo di produzione biologico produce effetti po-sitivi anche per la difesa della biodiversità, sia per la auspicabile rea-lizzazione di appositi corridoi ecologici all’interno delle aziende, sia
2Con l’inizio degli anni ’90 si è concluso l’iter di definizione del quadro delle aree da sottoporre a vincolo di tutela, e si è dato avvio al processo istitutivo che ha dato luogo a quella che attualmente è una delle più interessanti e articolate “reti ecologiche” nazionali, costituita da quattro Parchi regionali, ottantadue Ri-serve, e oltre duecento tra Siti di Importanza Comunitaria e Zone di Protezione Speciale.
3G. Schifani, 2006
14 Giorgio Schifani
attraverso una migliore gestione della entomofauna terricola, sia per il recupero di specie e varietà locali spesso andate in disuso e a rischio di estinzione, che sono generalmente quelle che più facilmente si adat-tano agli ambienti e che dunque richiedono meno forzature e interven-ti per la difesa; inoltre, contribuisce a rafforzare tutte quelle azioni volte al mantenimento dell’attività agricola in aree destinate ad abban-dono e soggette a spopolamento, con effetti positivi anche per quanto riguarda il recupero del patrimonio agricolo, culturale e storico della regione, ricco di tradizioni e tecniche, e che molto spesso riguarda an-che la fase post raccolta (trasformazione). 1.2 L’andamento del settore
Dal 2002, dopo un lungo periodo segnato da consistenti incrementi del numero degli operatori biologici e delle superfici, parallelamente alla riduzione degli aiuti comunitari e in linea con quanto è avvenuto a livello europeo e nazionale, anche in Sicilia si è assistito ad un certo ridimensionamento del settore, con una diminuzione, nel triennio 2002-20044, pari a circa il 30% delle aziende e al 15% delle superfici, che si interrompe nel 2005, anno in cui si evidenzia una positiva in-versione di tendenza e una ripresa sia delle prime che delle seconde. Dai dati successivamente esposti si può osservare il rapido evolversi del settore, che dai 1.750 ettari circa presenti prima dell’applicazione dei regolamenti comunitari, passa rapidamente ai 70.593 ettari del 1996, e ai quasi 200.000 ettari del 2002, per attestarsi successivamente oltre i 180.00 ettari attuali, che rappresentano circa il 16% del totale della superficie biologica e in convenzionale nazionale, e il 14% della SAU regionale. Andamento simile si registra per il numero delle aziende di produzio-ne, che dopo aver raggiunto poco meno di 10.000 unità nel 2002, de- crescono progressivamente fino al 2004, e si incrementano nell’ultimo anno disponibile (2005), raggiungendo poco meno di 7.700 unità. Considerando il numero totale degli operatori, che comprendendo le
4Il dato disponibile per il 2001 non è stato considerato poiché lo si ritiene lar-
gamente impreciso.
I La produzione biologica in Sicilia: evoluzione del quadro strutturale 15
tre categorie dei produttori, produttori/trasformatori, e trasformatori, questo ammonta complessivamente a 8.217 unità con un incremento che, nell’ultimo anno esaminato è pari a circa il 25% a livello regiona-le e del 40% circa nei 62 comuni che costituiscono i comprensori inte-ressati dai quattro parchi istituiti nella regione.
Produttori/ trasformatori
112
Trasformatori 433
Produttori 7688
Produttori/ trasformatori Trasformatori Produttori
Fig. 1 Operatori certificati nel 2005 per categoria
Fonte: elaborazioni su dati forniti dall’Assessorato Agricoltura e Foreste e dagli Organismi di Certificazione (BAC, Codex, Icea, CCPB, Ecocert, Ecosystem, IMC, QC&I, Suolo e Salute, Biozoo).
267
937
6176
9625 95009959 8003
6446
7688
02000400060008000
1000012000
1992 1994 1996 1998 2000 2002 2003 2004 2005
Aziende di produzione
Fig.2 Andamento del numero delle aziende di produzione
Fonte: elaborazioni su dati forniti dall’Assessorato Agricoltura e Foreste e dagli Organismi di Certificazione (BAC, Codex, Icea, CCPB, Ecocert, Ecosystem, IMC, QC&I, Suolo e Salute, Biozoo).
16 Giorgio Schifani
Considerando il disaggregato delle tre categorie dei produttori (P), Produttori/Trasformatori (P/T) e Trasformatori (T), si evidenzia dun-que un sostanziale riallineamento ai valori del 2003 per la prima, un incremento di circa il 50% rispetto all’ultimo anno per le aziende di P/PT, e una sostanziale stabilità negli ultimi anni per la categoria dei Trasformatori, successivamente trattati con maggiore dettaglio.
27 66106 126
209151
86 112149
199
292
446503
403 402 433
0
100
200
300
400
500
600
1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005
PT T
Fig.3 Andamento del numero di aziende di Trasformazione e Produzione/Trasformazione
Fonte: elaborazioni su dati forniti dall’Assessorato Agricoltura e Foreste e dagli Organismi di Certificazione (BAC, Codex, Icea, CCPB, Ecocert, Ecosystem, IMC, QC&I, Suolo e Salute, Biozoo). 1.3 Le strutture di produzione
La distribuzione delle aziende di produzione risulta nella regione alquanto disomogenea: la provincia dove risulta certificato il maggior numero di aziende è quella di Enna, dove si trova poco meno di un quarto del totale delle strutture di produzione della regione, seguita dalla provincia di Messina (15% del totale), da quelle di Catania e Si-racusa (14% del totale), dalla provincia di Palermo (12% del totale), e con valori più modesti da quelle di Ragusa, Trapani, Agrigento, e Cal-tanissetta; quest’ultima risulta l’ultima per importanza sia per il nume-ro delle aziende di produzione sia, come si vedrà meglio in seguito, per l’estensione della superficie certificata biologia (fig.4).
I La produzione biologica in Sicilia: evoluzione del quadro strutturale 17
La superficie media regionale delle aziende di produzione biologica, che riflette in parte la localizzazione dei diversi ordinamenti colturali che caratterizzano la regione e le province, risulta pari a 23 ettari, con un campo di variazione compreso tra i 35,6 ettari per le aziende che ricadono nella provincia di Palermo, e gli 11,9 ettari di quelle della provincia di Agrigento; valori sopra la media si registrano per le strut-ture di produzione che ricadono in provincia di Enna (26,5 ettari) e in provincia di Messina (25,1 ettari).
Ct 14 %Rg 8 %
Pa 12 %
Me 15 %En 24 %
Sr 14 %
Ag 4 % Cl 4 % Tp 5 %
Fig. 4 Distribuzione provinciale delle aziende di produzione (P+PT)
Fonte: elaborazioni su dati forniti dall’Assessorato Agricoltura e Foreste e dagli Organismi di Certificazione (BAC, Codex, Icea, CCPB, Ecocert, Ecosystem, IMC, QC&I, Suolo e Salute, Biozoo). I dati forniti dagli Organismi di controllo non hanno permesso di ordi-nare le aziende secondo l’indirizzo produttivo, se non per quanto ri-guarda i soli macroaggregati “produttori vegetali” e “produttori zoo-tecnici”. I primi, che rappresentano il 75% circa del totale delle azien-de di produzione biologica in Sicilia, sono prevalentemente localizza-ti, in ordine di importanza, nelle province di Enna (15,6%), Siracusa (16,5%), Catania (15,6%), Palermo (11,9%), e Messina (10,0%), che complessivamente rappresentano il 70% circa del totale, e in quelle di Ragusa, Trapani, Agrigento, e Caltanissetta; le aziende di produzione animale, sia da latte che da carne e miste (il 25% circa del totale delle aziende di produzione), si trovano per oltre la metà (55,6%) localizza-
18 Giorgio Schifani
te nelle province di Messina (30,4%) ed Enna (25,2%), ma una certa consistenza si evidenzia anche nelle province di Palermo, dove si tro-va il 13,0% del totale degli allevamenti della regione, e in quelle di Ragusa (11,4%), e Catania (9,5%).
18,8 % Tp14,2 % Sr
20,5 % Rg35,6 % Pa
25,1 % Me26,5 % En
20,1 % Cl22,1% Ct
11,9 % Ag
0 10 20 30 40
Fonte: elaborazioni su dati forniti dall’Assessorato Agricoltura e Foreste e dagli Organismi di Certificazione (BAC, Codex, Icea, CCPB, Ecocert, Ecosystem, IMC, QC&I, Suolo e Salute, Biozoo). Tab.1 Distribuzione percentuale dei produttori biologici in Sicilia per categoria e provincia nel 2005
Provincia Produttori (a) PT Vegetali Zootecnici Tot. P.
Agrigento 4,6 1,0 3,7 6,3 Caltanissetta 4,0 1,9 3,5 6,3 Catania 15,6 9,5 14,1 7,1 Enna 24,4 25,2 24,6 4,5 Messina 10,0 30,4 15,2 15,2 Palermo 11,9 13,0 12,2 15,2 Ragusa 7,0 11,4 8,1 18,8 Siracusa 16,5 6,8 14,1 17,9 Trapani 5,8 0,4 4,5 8,9 Sicilia 100,0 100,0 100,0 100,0
Fonte: elaborazioni su dati forniti dall’Assessorato Agricoltura e Foreste e dagli Organismi di Certificazione (BAC, Codex, Icea, CCPB, Ecocert, Ecosystem, IMC, QC&I, Suolo e Salute, Biozoo).
I La produzione biologica in Sicilia: evoluzione del quadro strutturale 19
Tab.2 Distribuzione dei produttori biologici in Sicilia per categoria e provincia nel 2005
Provincia Produttori (a) PT Totale
Vegetali Zootecnici Tot. P. Agrigento 265 20 285 7 307 Caltanissetta 234 37 271 7 278 Catania 895 184 1079 8 1087 Enna 1398 488 1886 5 1891 Messina 575 589 1164 17 1181 Palermo 682 251 933 17 950 Ragusa 404 221 625 21 646 Siracusa 948 132 1080 20 1100 Trapani 335 7 342 10 352 Sicilia 5736 1936 7672 112 7784*
Fonte: elaborazioni su dati forniti dall’Assessorato Agricoltura e Foreste e dagli Organismi di Certificazione (BAC, Codex, Icea, CCPB, Ecocert, Ecosystem, IMC, QC&I, Suolo e Salute, Biozoo). *Il totale aziende differisce dalla somma dei parziali in quanto di sette aziende certificate da zoobio non si conosce la provincia.
Ct 16%
Rg 7%
Pa 12%
Me 10%En 24%
Sr 16%
Cl 4%
Ag 5% Tp 6%
Fig.6 Distribuzione provinciale delle aziende di produzione vegetale in Sicilia (2005)
Fonte: elaborazioni su dati forniti dall’Assessorato Agricoltura e Foreste e dagli Organismi di Certificazione (BAC, Codex, Icea, CCPB, Ecocert, Ecosystem, IMC, QC&I, Suolo e Salute, ZooBio).
20 Giorgio Schifani
Sr 7%
Rg 11%
Pa13%
Me 31%
En 25%
Ct 10%Cl 2% Ag 1%
Tp 0%
Fig.7 Distribuzione provinciale delle aziende di produzione zootecnica in Sicilia nel (2005)
Fonte: elaborazioni su dati forniti dall’Assessorato Agricoltura e Foreste e dagli Organismi di Certificazione (BAC, Codex, Icea, CCPB, Ecocert, Ecosystem, IMC, QC&I, Suolo e Salute, Biozoo).
L’attività zootecnica biologica risulta decisamente marginale solo nelle tre province di Trapani, Agrigento e Caltanissetta. 1.4 La distribuzione della superficie biologica e in conversione in Sicilia
Per quanto riguarda le superfici, che, come è stato detto, nel 2005, comprese quelle ancora in conversione, ammontavano a poco oltre 180 mila ettari, anche in questo caso la loro localizzazione risulta a li-vello provinciale fortemente differenziata: più in particolare, la super-ficie biologica risulta prevalentemente localizzata nelle tre province di Enna (27,8% del totale), Palermo (18,7%) e Messina (16,4%), che complessivamente rappresentano due terzi della superficie biologica regionale, seguite per importanza dalla provincia di Catania in cui ri-cade il 12,1% della superficie biologica regionale, e con valori via via più modesti da quelle di Siracusa (8,6%), Ragusa (7,3%), Trapani (3,7%) Caltanissetta (3,4%), e Agrigento (1,9%). In relazione all’estensione delle superfici certificate rilevate nel
I La produzione biologica in Sicilia: evoluzione del quadro strutturale 21
Sr 8,6% Rg 7,3%
Pa 18,7%
Me 16,4%En 27,8%
Ct 12,1%
Cl 3,4% Ag 1,9% Tp 3,7%
Fig.8 Distribuzione della superficie biologica e in convenzionale in Sicilia nel (2005)
Fonte: elaborazioni su dati forniti dall’Assessorato Agricoltura e Foreste e dagli Organismi di Certificazione (BAC, Codex, Icea, CCPB, Ecocert, Ecosystem, IMC, QC&I, Suolo e Salute Biozoo). 20055, i comuni siciliani dove si pratica l’agricoltura biologica sono stati ordinati in otto classi. La classe che comprende i comuni con ol-tre 4000 ettari complessivamente poco meno di 25.900 ettari di super-fici, pari al 14,3% della superficie biologica regionale, concentrate nei cinque comuni di Enna (6.597 ha), Ragusa (4.986 ha), Monreale (4.927 ha), Regalbuto (4.778 ha) e Troina (4.599 ha), che risultano quelli più importanti nella regione; la seconda classe, quella che rag-gruppa i comuni in cui sono risultate certificate superfici che vanno da 3000 a 4000 ettari, comprende altri sette comuni, per l’esattezza quelli di Cesarò (3.945 ha), Cerami (3.799 ha ), Piazza Armerina (3.576 ha ), Nicosia (3.547 ha ), Caronia (3.276 ha), Mistretta (3.177 ha) e Noto (3.086 ha); aggiungendo alle prime due la terza classe, quella che va da 2000 a 2999 ettari, composta da altri 11 comuni (Randazzo, Gagliano C., Agira, Capizzi, Siracusa, Vizzini, Barrafranca, Aidone, Calascibetta, Leonforte e Modica), in questi primi 23 comuni si
5Complessivamente l’elenco in cui sono rilevati operatori certificati com-
prende in tutto 367 comuni, ma in 14 casi si tratta di comuni con presenza di im-prese di “trasformazione”, senza terra.
22 Giorgio Schifani
concentra il 42% circa dell’intera superficie biologica della regione. Per quanto riguarda le altre classi, la quarta comprende 30 comuni6 per un totale di 45.300 ettari, che rappresentano poco oltre un quarto della intera superficie biologica siciliana (25,1%); il 15,3% delle su-perfici pari a 27.689 ettari, ricade nella classe 5, composta da un grup-po di 40 comuni, e il 14,7% della superficie (26.589 ha) si trova inve-ce nei 113 comuni della classe 6 (da 100 a 199 ettari di superficie). Nelle ultime due classi, la 7 e la 8, si trovano i comuni in cui la super-ficie certificata è compresa rispettivamente tra 50 e 99 ettari, e quelli dove questa è meno di 50 ettari: nella prima classe il numero dei co-muni, pari a 39, è relativamente contenuto, mentre nell’ultima classe si trovano ben 108 comuni. La superficie media comunale regionale risulta pari a 492 ettari, con un campo di variazione estremamente ampio che va dai 18 ettari della classe più bassa, quella dei comuni con meno di 50 ettari, ai quasi 5.200 ettari della prima classe. Tab.3 Distribuzione dei comuni siciliani per classi di superfici biologiche
Classi superficie (a) ha % comuni (b) n° a/b oltre 4000 25888,4 14,3 5 5178 3000 - 4000 24407,4 13,5 7 3487 2000-2999 25723,8 14,3 11 2339 1000 - 1999 45300,1 25,1 30 1510 500 - 999 27689,2 15,3 40 692 100 - 499 26584,8 14,7 113 235 50 - 99 2998,7 1,7 39 77 meno di 50 1900,3 1,1 108 18 totale 180492,6 100,0 353* 511
Fonte: elaborazioni su dati forniti dall’Assessorato Agricoltura e Foreste e dagli Organismi di Certificazione (BAC, Codex, Icea, CCPB, Ecocert, Ecosystem, IMC, QC&I, Suolo e Salute, Biozoo).
6Castel di Judica, Caltanissetta, Lentini, Mazzarino, Ramacca, Ispica, Centu-
ripe, Sclafani Bagni, Castronovo di Sicilia, Collesano, Sperlinga, Bronte, Carlen-tini, Contessa Entellina, Villarosa, Francavilla di Sicilia, Tripi, Assoro, Cacca-mo, Pietraperzia, Mineo, San Mauro Castelverde, Nissoria, Caltagirone, Paler-mo, Alcamo, San Fratello, Castiglione di Sicilia, Gangi, Vittoria.
I La produzione biologica in Sicilia: evoluzione del quadro strutturale 23
1.4.1 Principali ordinamenti colturali
La composizione delle superfici, in relazione alle principali catego-rie colturali (arboree, seminativi, pascolo e bosco), riguarda per la maggior parte i seminativi, che occupano poco oltre 75 mila e sette-cento ettari, pari a circa il 42% della superficie biologica totale regio-nale, seguiti dal pascolo, che interessa poco meno di 40 mila ettari, pa-ri al 22,0% circa della superficie biologica totale; di peso rilevante so-no inoltre le colture arboree, che con i loro 37.873 ettari,pari al 21% circa della superficie biologica totale, rivestono un peso non indiffe-rente soprattutto per le opportunità di reddito delle imprese, mentre poco oltre 4.660 ettari risultano a bosco, utilizzato soprattutto come pascolo dalle aziende zootecniche. Circa 10 mila ettari, classificati sot-to la voce “altre superfici”, riguardano incolti produttivi e superfici a riposo.
1.4.1.1 I seminativi
Tra le superfici investite a seminativi, che comprendono le superfi-ci delle foraggere e leguminose, quelle a grano duro, quelle coltivate ad altri cereali, e quelle orticole, rilevante importanza hanno soprattut-to le prime, che occupano il 23,6%, della superficie biologica regiona-le e il 56,1% delle superfici a seminativi. Quelle coltivate a grano duro, di norma in rotazione con le precedenti, si sviluppano complessivamente su 23.323 ettari, e incidono comples-sivamente nella misura del 14,6% sul totale delle superfici biologiche siciliane, e del 34,7% sul totale di quelle a seminativi. La coltivazione del grano duro risulta in gran parte localizzata nella provincia di Enna, dove ricade il 43% della superficie granoduricola biologica siciliana, e interessa soprattutto il comune capoluogo (1.746 ettari), e quelli di Troina (1.031 ettari), Regalbuto (907 ettari), Agira e Piazza Armerina (poco meno di 800 ettari ciascuno), e di Aidone (po-co meno di 700 ettari); a questi seguono, con superfici meno estese, e in ordine di importanza, i comuni di Pietraperzia, Barrafranca, Villa-rosa, Centuripe e Cascibetta, tutti con valori compresi tra 200 e 400 ettari. La seconda provincia per importanza è risultata quella di Cata-
24 Giorgio Schifani
nia, dove si trova il 17% della superficie a grano duro della regione; la coltura, in questo caso, assume una certa importanza nei comuni di Castel di Judica (circa 760 ettari), Vizzini (531 ettari), Ramacca (486 ettari), Catania (246 ettari), e Randazzo (242 ettari). Il 15% delle superfici ricade infine nella provincia di Palermo, dove assume una certa importanza soprattutto nel comune di Monreale (701 ettari); complessivamente, queste tre province (Enna, Catania e Pa-lermo) rappresentano il 75% della superficie a grano duro biologico della regione. Tab.4 Distribuzione della superficie biologica (e in conversione) per principali colture (2005)
Provincia SAU Tot. Di cui Arboree Seminativi Pascolo Bosco
Ag 3469,1 1331,6 920,7 400,0 28,2 Cl 6136,6 2217,8 2988,0 469,5 12,7 Ct 21844,2 4346,4 10849,2 2.978,5 286,7 En 50099,4 4534,7 27242,9 11.500,1 598,4 Me 29690,4 5254,0 4739,3 12.664,2 2.014,4 Pa 33801,3 6556,5 14764,3 7.449,6 1.593,0 Rg 13236,0 2645,1 6121,6 2.729,6 37,1 Sr 15610,6 6325,9 6976,2 1.132,5 47,5 Tp 6604,9 4661,0 1124,8 38,1 8,2 Totale 180492,6 37873,1 75727,0 39.363,0 4.626,1
Fonte: elaborazioni su dati forniti dall’Assessorato Agricoltura e Foreste e dagli Organismi di Certificazione (BAC, Codex, Icea, CCPB, Ecocert, Ecosystem, IMC, QC&I, Suolo e Salute, Biozoo). Valori decisamente più modesti, si rilevano in tutti gli altri casi: la provincia dove la coltivazione è meno sviluppata è quella di Agrigen-to, dove si trova rispettivamente l’1,3% della superficie regionale a grano duro, mentre nelle altre province i valori risultano compresi tra il 3,5% di quella di Trapani e il 6,1% di quella di Ragusa. Le superfici a ortaggi e quelle investite ad altri cereali incidono sulla superficie biologica della regione rispettivamente per il 1,3% e del 2,5%.
I La produzione biologica in Sicilia: evoluzione del quadro strutturale 25
Florovivaismo 0,0
11,5Pascolo 22,0%
For. Leg. 23,6%Altri cereali
2,5%
Frum. Duro 14,6%
Ortaggi 1,3%Fr. Secca 3,6%
Fr. Fresca 5,4%
Agrumi 2,0%Vite 4,2%
Olivo 5,8% Bosco 2,8%
Fig.9 Distribuzione % della SAU biologica per utilizzazione produttiva
Fonte: elaborazioni su dati forniti dall’Assessorato Agricoltura e Foreste e dagli Organismi di Certificazione (BAC, Codex, Icea, CCPB, Ecocert, Ecosystem, IMC, QC&I, Suolo e Salute, Biozoo).
Sr 9,9 %Rg 6,1 %
Pa 12,7 %
Me 3,7 %
En 40 %
Ct 17,4 %Cl 5,6 %
Ag 1,3 % Tp 3,5 %
Fig.10 Distribuzione provinciale della superficie biologica a grano duro in Sicilia
Fonte: elaborazioni su dati forniti dall’Assessorato Agricoltura e Foreste e dagli Organismi di Certificazione (BAC, Codex, Icea, CCPB, Ecocert, Ecosystem, IMC, QC&I, Suolo e Salute, Biozoo).
26 Giorgio Schifani
Le prime, di una certa importanza da punto di vista del reddito azien-dale, occupano complessivamente 2.371 ettari, e si trovano in gran parte concentrata nella provincia di Ragusa, dove ricade il 45% della superficie orticola biologica regionale, e per un quarto in quella di Si-racusa; i comuni di maggiore rilevanza sono Ispica (Rg), con ben 559 ettari, Siracusa, con 366 ettari circa, Vittoria (Rg), con 165 ettari, Sci-cli (Rg), con 150 ettari. In quest’area, che coincide con il più impor-tante polo regionale dell’orticoltura convenzionale in serra e fuori campo, sono coltivati prevalentemente carote, patate, zucchine, pomo-doro, fragole, ecc. Altri comuni che sono risultati di una certa importanza sono quello di Monreale (Pa), dove si trovano 86 ettari di superfici orticole, quello di Ragusa, dove la superficie orticola biologica è pari a 85 ettari, Rosoli-ni (Sr), con 57 ettari circa, Sclafani Bagni (Pa), Barrafranca (En) e Augusta (Sr), con superfici pari a poco oltre 50 ettari.
Sr 24 %
Rg 46 %
Pa 13 %
Me 4 %
En 4 % Ct 5 % 2Tp 1 %Ag 1 %
Fig.11 Distribuzione provinciale della superficie orticola biologica in Sicilia (2005)
Fonte: elaborazioni su dati forniti dall’Assessorato Agricoltura e Foreste e dagli Organismi di Certificazione (BAC, Codex, Icea, CCPB, Ecocert, Ecosystem, IMC, QC&I, Suolo e Salute, Biozoo).
I La produzione biologica in Sicilia: evoluzione del quadro strutturale 27
1.4.1.2 Le coltivazioni arboree
Tra le superfici interessate dalle colture arboree prevalgono invece quelle olivicole, quasi esclusivamente orientate alla produzione di olio extravergine, che risultano pari al 5,8% del totale della superficie bio-logica regionale, seguite da quelle viticole, in gran parte orientate alla produzione di uva da vino, che rappresentano il 4,2% della superficie biologica regionale, da quelle coltivate a frutta fresca, che incidono per il 5,4%, dalle superfici coltivate a frutta secca, che incidono per il 3,6% sul totale, e da quelle agrumicole, che occupano il 2,0% della superficie biologica regionale.
Sr 7 %Rg 6 %
Pa 25 %
Me 22 %
En 14 %
Ct 7 %
Cl 8 %
Ag 6 % Tp 5 %
Fig.12 Distribuzione provinciale delle superfici olivicole biologiche (2005)
Fonte: elaborazioni su dati forniti dall’Assessorato Agricoltura e Foreste e dagli Organismi di Certificazione (BAC, Codex, Icea, CCPB, Ecocert, Ecosystem, IMC, QC&I, Suolo e Salute, Biozoo). La superficie olivicola biologica regionale, quasi esclusivamente o-rientata alla produzione di olive da olio, pari a 10.451 ettari, si trova per un quarto del totale nella provincia di Palermo, per il 22% in quella di Messina, per il 14% in quella di Enna, e con percentuali va-riabili tra il 5% e l’8% nelle altre sei province della regione. In parti-colare, gli ambiti territoriali più interessati sono, in ordine di impor-tanza, quelli riguardanti i comuni di Patti (Me), Caltanissetta, Monrea-
28 Giorgio Schifani
le (Pa), Caronia (Sr), Noto (Sr), Piazza Armerina (En), Enna, Mazza-rino (Cl), e Barrafranca (En), tutti con superfici olivicole comprese tra poco oltre 200 ettari e 318 ettari, a cui seguono per estensione delle superfici quelli relativi ai comuni di Chiaramente Gulfi (Rg), Scillato (Pa), Castelvetrano (Tp), Butera (Cl), Palermo, Chiusa Sclafani (Pa), e Pietraterzia (En), tutti comuni con superfici comprese tra i 154 ettari e i 177 ettari circa. Per quanto riguarda la superficie viticola biologica, questa interessa complessivamente 7.625 ettari, e si trova per l’85% concentrata nelle province di Trapani (50% della superficie viticola regionale) e Palermo (35% della superficie viticola biologica regiona-le). Nella prima la viticoltura biologica assume rilievo in diversi co-muni quali Salemi, Alcamo, Mazzara del Vallo, Marsala, Calatafimi, Trapani, e Castellammare del Golfo, tutti con superfici comprese tra i poco oltre 200 ettari del comune di Castellammare, e i poco meno di settecento ettari del comune di Salemi; da soli, questi comuni, rappre-sentano circa il 42% della superficie viticola biologica della regione.
Cl 1 % Rg 2 %
Pa 35 %
Me 1 %
Sr 1 %
Ct 5 %
En 1 %Ag 4 %
Tp 50 %
Fig.13 Distribuzione delle superfici vitivinicole biologiche in Sicilia (2005)
Fonte: elaborazioni su dati forniti dall’Assessorato Agricoltura e Foreste e dagli Organismi di Certificazione (BAC, Codex, Icea, CCPB, Ecocert, Ecosystem, IMC, QC&I, Suolo e Salute, Biozoo).
I La produzione biologica in Sicilia: evoluzione del quadro strutturale 29
Differente la situazione nella provincia di Palermo, dove la superficie viticola è in gran parte concentrata nel solo comune di Monreale (il più importante della provincia anche per l’olivicoltura), dove si trova-no ben 1.467 ettari, che è anche quello dove in assoluto si trova la maggiore concentrazione di superfici viticole biologiche della regione; di un certo interesse, sempre nella stessa nella provincia, sono risultate le superfici rilevate nei comuni di Camporeale, San Giuseppe Jato, San Cipirrelloe Contessa Entellina, e in quelli di Buseto Palizzolo, in provincia di Trapani, e Sanbuca di Sicilia, in provincia di Agrigento, comprese tra i 100 e i 200 ettari. La superficie agrumicola biologica, in larghissima parte destinata alla produzione di arance e limoni, stimata complessivamente in 3.617 et-tari, interessa prevalentemente la provincia di Siracusa (29% del totale regionale) e quella di Catania (23,2%): più in particolare, estensioni di una certa rilevanza si riscontrano nel comune di Lentini, dove le su-perfici risultano pari a 278 ettari, nel comune di Noto, dove sono stati rilevati 251 ettari, nel comune di Siracusa, dove si trovano 236 ettari, e in quello di Vittoria (152 ettari), tutti in provincia di Siracusa, e nei comuni di Mineo e Ramacca (rispettivamente 154 e 144 ettari), en-trambi in provincia di Catania; da soli, questi sei comuni rappresenta-no il 35,5% della superficie agrumicola biologica della regione.
Sr 29 %
Rg 11 %
Pa 8,6 %Me 12,9 %
En 5,1 %
Ct 23,2 %
Cl 0,9 % Ag 3,7 %Tp 5,6 %
Fig.14 Distribuzione provinciale della superficie agrumicolabuologica in Sicilia (2005)
Fonte: elaborazioni su dati forniti dall’Assessorato Agricoltura e Foreste e dagli Organismi di Certificazione (BAC, Codex, Icea, CCPB, Ecocert, Ecosystem, IMC, QC&I, Suolo e Salute, Biozoo)
30 Giorgio Schifani
Sr 34 %
Rg 5,3 %Pa 8,5 %Me 11,5 %
En 7,9 %
Ct 21,2 %
Cl 10,4 % Ag 0,4 % Tp 0,7 %
Fig.15 Distribuzione provinciale delle superficie biologiche a frutta in Sicilia (2005)
Fonte: elaborazioni su dati forniti dall’Assessorato Agricoltura e Foreste e dagli Organismi di Certificazione BAC, Codex, Icea, CCPB, Ecocert, Ecosystem, IMC, QC&I, Suolo e Salute, Biozoo). Superfici agrumicole con valori compresi tra oltre 50 ettari a un mas-simo di 87,5 ettari si rilevano, in ordine di importanza, nei comuni di Centuripe (En), Carlentini (Sr), Acate (Rg), Campobello di Mazzara (Tp), Ispica (Rg), Augusta (Sr), Misterbianco (Ct), Pertrosino (Tp), Belpasso (Ct), Rosolini (Sr), Regalbuto (En), Barcellona Pozzo di Gotto (Me), Patti (Me), Catania, e Mascali (Ct). La superficie coltivata a frutta fresca biologica, che si estende nella regione su 9.735 ettari, interessa anche in questo caso in prevalenza le due province di Siracusa (34,0% della superficie regionale) e di Cata-nia (21,2% della superficie regionale), ma assume una certa rilevanza anche in quelle di Messina, Caltanissetta, Palermo, ed Enna, con valo-ri compresi tra poco meno dell’otto percento e l’11,5%. La superficie regionale occupata da coltivazioni che riguardano la frutta secca biologica si estende per 5.784 ettari, e riguarda soprattutto la coltivazione del nocciolo e quella del mandorlo; per oltre un terzo queste colture si trovano nella provincia di Catania (36%), a cui segue per importanza la provincia di Palermo (19,3% della superficie regio-nale), e le province di Ragusa (15,3% della superficie regionale) e di Siracusa (13,9%).
I La produzione biologica in Sicilia: evoluzione del quadro strutturale 31
Sr 13,9 %
Rg 15,3 %
Pa 2,4 %
Me 19,3 %
En 36 %
Ct 6 %
Cl 2,8 % Ag 3,4 % Tp 0,9 %
Fig.16 Distribuzione provinciale della superficie biologica investita a frutta secca in Sicilia (2005)
Fonte: elaborazioni su dati forniti dall’Assessorato Agricoltura e Foreste e dagli Organismi di Certificazione (BAC, Codex, Icea, CCPB, Ecocert, Ecosystem, IMC, QC&I, Suolo e Salute, Biozoo) 1.5 Gli Organismi di certificazione
In Sicilia la delicata fase della certificazione delle aziende biologi-che è affidata attualmente a undici Enti autorizzati dal Ministero (Icea, CCPB, Bioagricert, Biozoo, Codex, Suolo e Salute, Ecosystem, Eco-cert, Imc, QC&I, Bios) di cui sei (Suolo e Salute, Bioagricoop, Bios, CCPB, IMC, QC&I) risultano accreditati anche presso il Sincert. Il peso degli Organismi preposti al controllo e alla certificazione risul-ta oggi molto differente, anche in relazione alla storica attività svolta da alcuni di essi nella regione: in particolare si ricorda che “le prime strutture nazionali ad operare in Sicilia nel campo dell’agricoltura bio-logica sono state Suolo e Salute, la Demeter Italia, e il Coordinamento Siciliano per l’agricoltura biologica (SAB)” (Marino, Schifani, 1995), quest’ultimo successivamente espressione regionale dell’Associazione Italiana Agricoltura Biologica (AIAB). Gli Organismi più rappresentati risultano Ecocert, che certifica poco oltre 2000 operatori, pari a poco meno di un quarto del totale degli o-peratori della regione, e a un quarto della superficie biologica regiona-le,e Suolo e Salute, che certificano il 14,9% degli operatori e il 31,7% delle superfici: a questi seguono Bios (il 15,8% del totale degli opera-
32 Giorgio Schifani
tori, e l’8,7% delle superfici) e Icea (12,2% degli operatori, e 9,5% delle superfici), mentre marginalmente rappresentati sono Biozoo, che opera da pochissimo tempo, Ecosystem, il CCPB, e Codex, che certi-ficano tutti poche centinaia di operatori. Per quanto riguarda le sole strutture di produzione, a parte Biozoo, che certifica prevalentemente aziende ad indirizzo cerealicolo-zootecnico, o soltanto zootecnico, tra gli Enti di certificazione non risultano parti-colari specializzazioni, che si rilevano altresì nel caso delle strutture di P/T per oltre un quarto certificate da Bioagricert, e per i Trasformatori, che per il 33% circa sono invece certificati da Ecocert, che come già detto è l’Organismo più presente nella regione. Tab.5 Operatori e superfici certificate per Organismo di Certificazione
Organismi di controllo SAU
Aziende di P/T
Aziende di T
Totale Operatori
Ha % n° n° n° n°
Bioagricert 8152,4 4,8 30 50 809 9,8
Bios 14798,9 8,7 11 42 1298 15,8
CCPB 2792,7 1,6 7 41 241 2,9
Codex 2865,2 1,7 8 6 221 2,7
Ecocert 41156,1 24,1 5 144 2064 25,1
Ecosystem 3372,0 2,0 2 10 181 2,2
Icea 16226,3 9,5 0 62 1004 12,2
Imc 7728,7 4,5 12 14 388 4,7
Zoobio n.d n.d n.d 90 1,1
QC&I 19468,2 11,4 15 25 725 8,8 Suolo e Salute 54186,4 31,7 25 38 1224 14,9
Totale 170746,8 112 433 8217
Fonte: elaborazioni su dati forniti dall’Assessorato Agricoltura e Foreste e dagli Organismi di Certificazione (BAC, Codex, Icea, CCPB, Ecocert, Ecosystem, IMC, QC&I, Suolo e Salute, Biozoo).
I La produzione biologica in Sicilia: evoluzione del quadro strutturale 33
Bioagricert 10 %
Ecocert 24 %
Zoobio 1 %
Bios 16 %Ecosystem 2 %Qc%I 9 %
Codex 3 %
Icea 12 %
Suolo e Salute 15 %
CCPB 3 %Imc 5 %
Bioagricert Ecocert ZoobioBios Ecosystem QC%ICCPB Icea Suolo e SaluteCodex Imc
Fig. 17 Operatori certificati per Organismi di Controllo
Fonte: elaborazioni su dati forniti dall’Assessorato Agricoltura e Foreste e dagli Organismi di Certificazione (BAC, Codex, Icea, CCPB, Ecocert, Ecosystem, IMC, QC&I, Suolo e Salute, Biozoo). 1.6 Le imprese di trasformazione e commercializzazione dei pro-dotti biologici in Sicilia
Il segmento della trasformazione rimane in Sicilia uno dei punti deboli della filiera dei prodotti biologici; al notevole potenziale pro-duttivo della regione non corrisponde, infatti, un adeguato sviluppo dei cosiddetti “preparatori”, categoria che include tutte le imprese che trasformano, comprese quelle di produzione/trasformazione, e quelle che si occupano del condizionamento, confezionamento, e della com-mercializzazione dei prodotti biologici. In particolare, per alcuni comparti, come quello oleicolo, che ha ormai assunto una certa importanza e consistenza, il numero dei frantoi certi-ficati, per quanto non trascurabile, rimane sottodimensionato rispetto ai volumi di olive prodotti, e soprattutto non sufficientemente adegua-to dal punto di vista tecnologico. Stesse considerazioni possono essere fatte per quanto riguarda altri comparti quali quello del vino, del grano duro, della carne, del latte, ecc., nei quali gli impianti di trasformazione risultano limitati nel nu-mero, e poco specializzati e adatti alle esigenze di valorizzazione delle
34 Giorgio Schifani
produzioni. Altra considerazione che va fatta, anche alla luce delle dif-ficoltà di mercato che molte aziende di produzione evidenziano, ri-guarda il basso numero di imprese di commercializzazione presenti a livello regionale, e la loro scarsa capacità operativa, anche relativa-mente ai volumi trattati. Inoltre, abbastanza ridotto appare anche il numero delle aziende di produzione/trasformazione, elemento che evidenzia la scarsa integra-zione delle filiere alla produzione. Nonostante queste premesse, le imprese di “trasformazione” sono cre-sciute in Sicilia dalle 283 unità del 1998, alle 545 unità del 2005, con soltanto una leggerissima flessione nel biennio 2001/02 (il dato relati-vo al 2004 non è disponibile).
285 341368
496 491 486 545
0100200300400500600
1998 1999 2000 2001 2002 2003 2005
Anni
Fig. 18 Numero di aziende di PT e T in Sicilia dal 1998 al 2005
Fonte: elaborazioni su dati forniti dall’Assessorato Agricoltura e Foreste e dagli Organismi di Certificazione (BAC, Codex, Icea, CCPB, Ecocert, Ecosystem, IMC, QC&I, Suolo e Salute, Biozoo). In quest’ultimo anno il 61,2% delle imprese di “Trasformazione” della regione si concentra, in ordine di importanza, nella provincia di Mes-sina, dove si trovano ben 91 imprese, in quelle di Palermo e di Cata-nia, dove il numero delle imprese è risultato rispettivamente pari a 84 e 82, e in quella di Siracusa, dove le imprese di trasformazione sono in tutto 77; valori più modesti si rilevano nelle province di Agrigento e Caltanissetta, dove questa categoria di operatori biologici rappresenta
I La produzione biologica in Sicilia: evoluzione del quadro strutturale 35
rispettivamente il 5,3% e il 6,6% dei trasformatori biologici della re-gione. Tab.6 Trasformatori biologici per provincia in Sicilia nel 2005
Provincia PT T Totale N° % N° % N° %
Agrigento 7 6,3 22 5,1 29 5,3 Caltanissetta 7 6,3 29 6,7 36 6,6 Catania 8 7,1 74 17,1 82 15,0 Enna 5 4,5 37 8,5 42 7,7 Messina 17 15,2 74 17,1 91 16,7 Palermo 17 15,2 67 15,5 84 15,4 Ragusa 21 18,8 33 7,6 54 9,9 Siracusa 20 17,9 57 13,2 77 14,1 Trapani 10 8,9 40 9,2 50 9,2 Sicilia 112 100,0 433 100,0 545 100,0
Fonte: elaborazioni su dati forniti dall’Assessorato Agricoltura e Foreste e dagli Organismi di Certificazione (BAC, Codex, Icea, CCPB, Ecocert, Ecosystem, IMC, QC&I, Suolo e Salute, Biozoo) Il rapporto tra il numero di aziende di produzione e imprese di tra-sformazione risulta particolarmente sfavorevole nella provincia di En-na, che però si caratterizza per la ampia diffusione di imprese ad indi-rizzo produttivo cerealicolo/foraggero e cerealicolo/zootecnico, gene-ralmente di ampie dimensioni, nella quale ad ogni “trasformatore” corrispondono 45 aziende di produzione. Per quanto riguarda le altre province, rapporti particolarmente favore-voli si registrano in quelle di Trapani e di Caltanissetta, dove ad ogni trasformatore corrispondono rispettivamente 6,8 e 7,5 aziende di pro-duzione, mentre nelle altre i valori sono compresi tra 9,8 della provin-cia di Agrigento e 14 della provincia di Siracusa. L’unico dato dispo-nibile, che riguarda il disaggregato per comparto produttivo, è relativo all’anno 2003 (Regione Siciliana, 2004): il comparto con maggior numero di operatori risulta non a caso il comparto oleicolo, che inclu-de il 23% delle diverse categorie di operatori che vanno sotto la de-nominazione “Trasformatori”, in questo caso prevalentemente rappre-sentato da imprese di molitura (frantoi), e imbottigliatori; si tratta di
36 Giorgio Schifani
un comparto che da diversi anni mostra una certa vivacità imprendito-riale, grazie alla quale numerose imprese hanno raggiunto elevati standard di qualità dei prodotti, che sono commercializzati con suc-cesso in mercati di nicchia soprattutto all’estero.
Sr 14,1 %
Rg 9,9 %
Pa 15,4 %
Me 16,7 %En 7,7 %
Ct 15,0 %
Cl 6,6 %
Ag 5,3 % Tp 9,2 %
Fig. 19 Distribuzione provinciale delle aziende biologiche di PT e T in Sicilia (2005)
Fonte: elaborazioni su dati forniti dall’Assessorato Agricoltura e Foreste e dagli Organismi di Certificazione (BAC, Codex, Icea, CCPB, Ecocert, Ecosystem, IMC, QC&I, Suolo e Salute, Biozoo). Per numero di operatori della trasformazione, a quello oleicolo seguo-no per importanza i comparti della frutta fresca e degli agrumi, con ri-spettivamente il 16% e il 13% del totale dei trasformatori della regio-ne, costituiti soprattutto da imprese di condizionamento e commercia-lizzazione. In relazione all’estensione delle superfici, e del relativo po-tenziale produttivo, la percentuale relativa alle imprese di trasforma-zione che operano nel comparto viticolo può sembrare ridotta, ma si
I La produzione biologica in Sicilia: evoluzione del quadro strutturale 37
tratta soprattutto di cantine di una certa dimensione, e di un prodotto che, quando imbottigliato, nella maggior parte dei casi non dà luogo a vino biologico, ma a vino prodotto con “uve provenienti da agricoltura biologica”. Fonte: elaborazioni su dati forniti dall’Assessorato Agricoltura e Foreste e dagli Organismi di Certificazione (BAC, Codex, Icea, CCPB, Ecocert, Ecosystem, IMC, QC&I, Suolo e Salute, Biozoo Parte delle produzioni biologiche sono trasformate e commercializzate attraverso società cooperative o di altro tipo: nel comparto del grano duro si segnala l’attività della Cooperativa “Valle del Dittaino”, che si trova in provincia di Enna, nel comune di Assoro, e che dispone di un
9,8
7,5
13,2
44,9
12,8
11,0
11,6
14,0
6,8
0 10 20 30 40 50
Ag
Cl
Ct
En
Me
Pa
Rg
Sr
Tp
Fig.20 Imprese di trasformazione (PT+T) per aziende di produzione per provincia nel 2005
38 Giorgio Schifani
moderno panificio industriale con una linea dedicata al pane biologi-co; quella della cooperativa Placido Rizzotto, che produce la pasta “Libera terra” nell’”Antico Pastificio Colletti”, oggi “Corleone Tipica Sas”, situato nel comune di Corleone, in provincia di Palermo, (le at-tività produttive della cooperativa, che riguardano diversi altri prodotti tra cui legumi e vino, si sviluppano in circa 300 ettari di terreni confi-scati alla mafia, e i numerosi prodotti che la cooperativa realizza sono commercializzati presso la Coop Italia). Oltre alla Cooperativa Placido Rizzotto vanno inoltre ricordate altre due realtà aderenti al progetto “Libera Terra”7: la “Cooperativa NoE “ (NoEmarginazione) che di-spone di cinque ettari di SAU nel comune di Partinico, in provincia di Palermo, e che produce pane, olio, miele, marmellate, caponata ecc., e la “Cooperativa Sociale Lavoro e non solo” nata nel gennaio del 1998 nel comune di Corleone, con l’intento di realizzare un’azienda agrico-la per la produzione di Ficodindia (il progetto fu simbolicamente chiamato “Liberarci dalle spine”). Altre due importanti realtà “stori-che” dell’associazionismo siciliano sono rappresentate dalla Coopera-tiva Agrinova Bio 2000, di Acireale, in provincia di Catania, che commercializza soprattutto agrumi, ma anche numerosi altri prodotti, e dalla già citata Cooperativa biodinamica “Salamita”, che ha sede nel comune di Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina. Tra le altre sono ancora da ricordare per la loro attività la Cooperativa “Frutti del Sole” di Marsala, che commercializza cereali, ortofrutta, conserve, olio, olive, dolcificanti, e sale; la Cooperativa progresso Agricolo, che si trova nel comune di Terrasini, in provincia di Palermo, specializzata in ortofrutta, che aderisce alla O.P. Agro Bio Sud; il Consorzio Terre di Sicilia, che commercializza i prodotti dei suoi circa trenta soci con il marchio Bio Terre di Sicilia; la Cooperativa Ponte Verde, nel comu-ne di Cerda, che trasforma e commercializza ortaggi (in particolare carciofi), ecc.
7Le terre confiscate alla mafia sono di proprietà dei comuni in cui ricadono e sono assegnate, mediante contratto di comodato d’uso gratuito, alle cooperative sociali che le coltivano e le rendono produttive. Le cooperative Libera Terra so-no di tipo b, ovvero utilizzano le proprie attività produttive per effettuare inseri-menti lavorativi di ragazze e ragazzi con vario tipo di svantaggio. Tutte le coope-rative aderiscono a “ Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie”.
I La produzione biologica in Sicilia: evoluzione del quadro strutturale 39
Olio 23 %
Frutta F.16 %
Agrumi 13 %
Conserve V 4 %Frutta S. 4 %Miele 1 %
Mangimi 1 %Zootecnico 3 %
Cerealicolo 4 %
Pane Pasta e Gelati 3 %
Vari 21 %Vitivinicolo 7
%
Fig.21 Preparatori per principali comparti della trasformazione (preparazione, confezionamento, condizionamento, comme
rcializzazione) in Sicilia nel 2003
Fonte: Assessorato Agricoltura e Foreste Regione Siciliana.
41
Capitolo II La Grande Distribuzione Organizzata alimentare in Sicilia8-
2.1 Quadro Strutturale della GDO in Italia 2.1.1. Premessa
La distribuzione alimentare in Italia , ha manifestato negli anni re-centi una certa dinamicità sotto il profilo strutturale soprattutto in al-cune aree geografiche del Paese con il ridimensionamento della picco-la distribuzione e la crescita della Distribuzione Moderna. Nel contempo, tutto il settore della distribuzione alimentare (ma an-che non alimentare), si è trovato a fronteggiare una congiuntura eco-nomica generale sfavorevole (in Italia il PIL nel 2005 in valore reale ha avuto crescita zero) con effetti negativi sulla spesa delle famiglie e sui consumi (e viceversa stimolando una certa tendenza al risparmio dei consumatori). La prima, negli anni 2000-2005, in valori concate-nati (2000) mostra nel 2002 e nel 2005 persino valori decrescenti ri-spetto all’anno precedente. Per quanto riguarda la spesa alimentare delle famiglie i consumi alimentari delle stesse nel periodo considera-to, hanno assorbito il 17% o poco più della spesa familiare complessi-va con variazioni insignificanti tra i diversi anni. Sul fronte delle imprese, osservando l’andamento del valore tenden-ziale delle vendite relativamente al commercio fisso e al dettaglio ali-mentare emerge per il 2005 una dinamica positiva per la GDO (+2,2% rispetto al 2004) soprattutto nell’Italia centrale e nel Nord Est, una perdita di quasi un punto percentuale rispetto all’anno precedente de-gli altri esercizi commerciali rilevata in tutte le aree del Paese ecce-zion fatta per le regioni del centro e più marcata nel Nord Est, ed in-fine nel complesso una dinamica leggermente positiva (+0,7%) per l’alimentare in complesso. Per evidenziare il ruolo che la Distribuzio-ne Moderna può svolgere per ampliare il mercato dei prodotti biologi-ci anche grazie alla sua sempre più massiccia presenza sul territorio,
8Il paragrafo 2.1 è stato redatto da M. Crescimanno, il paragrafo 2.2 da C. Scaffidi Saggio.
42 Crescimanno Maria; Cesare Scaffidi Saggio
si è voluto disegnare di seguito un quadro sia pure sintetico della strut-tura della distribuzione alimentare in Italia e in Sicilia, con particolare riferimento ai supermercati e agli ipermercati, evidenziando come ne-gli anni si è evoluto anche il numero di punti vendita, nonché il rap-porto tra numero di addetti , superficie occupata e abitanti residenti. I dati sulla struttura della distribuzione alimentare sono di fonte Mini-stero delle Attività produttive e tratti in particolare dal Censimento pubblicato nell’Osservatorio nazionale del commercio, che dal 2000 fornisce informazioni sulla diffusione nel territorio nazionale , ma an-che nelle regioni e nei capoluoghi, di alcune tipologie di punti vendita. L’attenzione per la GDO scaturisce dal fatto che questa costruisce continuamente nuove politiche di fidelizzazione della clientela, anche ampliando la gamma di prodotti trattati, come è accaduto con i prodot-ti a marchio biologico solo recentemente inseriti tra le referenze tratta-te dalla gran parte dei gruppi commerciali: sotto questo profilo per i prodotti biologici questo format distributivo, apre nuovi scenari per-chè si può ancora incrementare la presenza di prodotti biologici, anche se non sempre con corner specializzati. L’indagine che viene presentata di seguito, come già detto, ha riguar-dato soltanto due tipologie di punti vendita : i supermercati e gli iper-mercati e ne risultano escluse altre tipologie (discount) che per le ca-ratteristiche specifiche non sono attualmente di interesse per la filiera del biologico. 2. 1. 2 I supermercati Secondo l’Osservatorio Nazionale del Commercio nel 2005 in Italia sono in attività 8.181 supermercati; per il 26,7% localizzati nelle re-gioni del Nord-Ovest, (nella regione Lombardia si concentra il mag-gior numero di punti vendita 1.367), per il 27,1% nel Nord-Est, per il 19,3% nelle regioni del centro Italia e di conseguenza per il restante 26,9% nel Sud e Isole. Gli addetti risultano circa 150 mila di cui il 59,8% donne e la superficie di vendita è di oltre 7 milioni di mq (tab.1).
II La Grande Distribuzione Organizzata in Sicilia 43
Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud e Isole ItaliaSupermercati (n.) 2.188 2.212 1.581 2.200 8.181Addetti (n.) 48.560 40.247 33.392 27.663 149.862Superficie (mq) 2.068.610 1.924.087 1.398.567 1.678.928 7.070.200Addetto/supermercato 22,19 18,19 21,12 12,57 18,32Addetto/1000mq 23,47 20,92 23,88 16,48 21,20Superficie media/supermercato 945,43 869,84 884,61 763,15 864,22Superficie di vendite/1000 abitanti 133,02 173,04 123,53 80,87 120,34
Tab. 1 Quadro strutturale della GDO alimentare in Italia nel 2005: ipermercati
Fonte: dell' Osservatori Nazionale del Commercio "Ministero dello sviluppo economico", ISTAT e nostre elaborazioni Con riferimento all’intero territorio nazionale (Fig. 1) e al periodo 2000-2005 le statistiche indicano un tasso di crescita generale del 27,6% e medio annuo del 5,5 %, corrispondente in termini assoluti a 354 punti vendita per anno. Risultano censiti, infatti, nel 2000, 6.413 supermercati. Il tasso di sviluppo è stato superiore alla media del pe-riodo nei primi anni, riducendosi tra il 2005 e il 2004 ( 4,6%). Con riferimento alle circoscrizioni geografiche si osservano situazioni non del tutto differenti.
1.690 1.837 1.799 1.853 2.043 2.2006.413
6.804 7.2737.209 7.821
8.181
01.0002.0003.0004.0005.0006.0007.0008.0009.000
2000 2001 2002 2003 2004 2005
Mezzogiorno Ita lia
Fig.1 Evoluzione del numero di Supermercati in Italia e nel Mezzogiorno nel periodo 2000 - 2005
Fonte: Osservatorio Nazionale del Commercio “Ministero dello sviluppo economico”
44 Maria Crescimanno; Cesare Scaffidi Saggio
In particolare nel Sud e Isole, attualmente (2005) rispetto al 2000 i supermercati sono soltanto il 30,2% in più con un tasso di crescita medio annuo del 6,0% circa, che in termini assoluti equivale a 102 supermercati per anno. Va segnalato, però che solo nel biennio 2004-2005 il tasso di crescita è stato del 7,7%. Tra le regioni del Mezzo-giorno, come sarà meglio evidenziato nel paragrafo seguente la Sicilia spicca per lo sviluppo davvero straordinario di questa specifica tipolo-gia di punto vendita al dettaglio. Il numero di addetti occupati nei supermercati italiani tra gli anni 2000 e 2005 si è incrementato del 31% , fenomeno che in termini assoluti si traduce in un incremento di 35.482 unità; il tasso di crescita è stato del 4,8% nel biennio 2004/2005. Nelle regioni del mezzogiorno dove lavorano il 18,4% degli addetti in complesso, rispetto al 2000 gli oc-cupati sono cresciuti di 7.130 unità, cioè del 35%, registrando un in-cremento medio annuo in termini assoluti di 1.426 unità (Fig. 2). Nell’ ultimo biennio di riferimento gli addetti sono cresciuti del 9,5% sottolineando la diversa dinamica strutturale che si ha in questo format distributivo nelle diverse aree del territorio nazionale. Negli stessi anni la superficie di vendita dei supermercati. risulta in crescita sia in Italia in complesso che nel Mezzogiorno con valori in entrambi i casi dell’ordine del 30% (Fig. 3).
20.533 22.755 22.427 23.568 25.258 27.663
114.380121.344 124.248
135.557 142.985
149.862
020.00040.00060.00080.000
100.000120.000140.000160.000
2000 2001 2002 2003 2004 2005
Mezzogiorno Italia
Fig.2 Evoluzione del numero di addetti nei Supermercati in Italia e nel Mezzogiorno nel periodo 2000 - 2005
Fonte: Osservatorio Nazionale del Commercio “Ministero dello sviluppo economico”
II La Grande Distribuzione Organizzata in Sicilia 45
1.289.783 1.396.149 1.370.339 1.430.345 1.556.8891.678.928
5.439.695 5.736.355 5.838.9226.216.904 6.698.590 7.070.200
01.000.0002.000.0003.000.0004.000.0005.000.0006.000.0007.000.0008.000.000
2000 2001 2002 2003 2004 2005
Mezzogiorno Italia
Fig.3 Evoluzione della superficie nei Supermercati in Italia e nel Mezzogiorno nel periodo 2000 - 2005
Fonte : Osservatorio Nazionale del Commercio “Ministero dello sviluppo economico” 2.1.3 Gli Ipermercati
Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud e Isole ItaliaIpermercati (n.) 185 109 79 86 459Addetti (n.) 32.193 17.585 12.790 13.501 76.069Superficie (mq) 596.516 333.737 235.297 273.655 1.439.205Addetto/ipermercato 174,02 161,33 161,90 156,99 165,73Addetto/1000mq 53,97 52,69 54,36 49,34 52,85Superficie media/ipermercato 3.224,41 3.061,81 2.978,44 3.182,03 3.135,52Superficie di vendite/1000 abitanti 38,36 30,01 20,78 13,18 24,50
Tab. 2 Quadro strutturale della GDO alimentare in Italia nel 2005: gli ipermercati
Fonte: dell' Osservatorio Nazionale del Commercio "Ministero dello sviluppo economico", ISTAT e nostre elaborazioni Gli Ipermercati presentano una struttura distributiva ben diversa da quella vista per il format dei supermercati. In numero sono 459 (2005), localizzati per il 65% nelle regioni del nord di Italia, per il 17% nel Centro e dunque per il restante 19% nelle regioni del mezzo-giorno d’Italia (tab. 2) . Quest’ultime sono penalizzate rispetto alla media nazionale per il numero di addetti per ipermercato dato che nel-la media nazionale è di 166 unità mentre si attesta a 157 unità nelle regioni meridionali; le differenze si attenuano con riferimento al nu-mero di addetti per 1000 mq si superficie di vendita; infatti, a fronte
46 Maria Crescimanno; Cesare Scaffidi Saggio
di un dato medio nazionale di 52,8 si registra per il mezzogiorno un indice di 49,3. I dati statistici evidenziano che la superficie alimentare di vendita per singolo ipermercato che nella media nazionale è di 3135 mq, o poco più tra le regioni che compongono il gruppo del Sud e Iso-le è addirittura superiore e si attesta a 3182 mq. Riguardo al rapporto tra la superficie di vendita e gli abitanti è emerso che sia le regioni del centro Italia che quelle del mezzogiorno presentano valori al di sotto della media nazionale che è di 24,5. Il dato medio sintetizza situazioni molto diversificate come il 13,2 del Mezzogiorno e il 38,4 del Nord-Ovest. Gli ipermercati sono entrati nel sistema distributivo di alcune regioni italiane solo recentemente: basti considerare l’esiguo numero di strut-ture presenti ancora oggi nelle regioni del centro e del mezzogiorno, anche se negli ultimi anni si è registrato uno sviluppo molto sostenuto. Difatti ad una crescita di punti vendita del 31% in Italia tra gli anni 2000 e 2005 se ne contrappone nel mezzogiorno una pari al 91% (Fig. 4).
45 55 55 58 67 86
349359 381 388 417
459
050
100150200250300350400450500
2000 2001 2002 2003 2004 2005
Mezzogiorno Italia
Fig.4 Evoluzione del numero di Ipermercati in Italia e nel Mezzogiorno nel periodo 2000 - 2005
Fonte: Osservatorio Nazionale del Commercio “Ministero dello sviluppo economico” Lo stesso fenomeno caratterizza il numero di addetti e la superficie vendite. Nel periodo considerato, infatti, il numero di addetti è cre-sciuto del 20,9% in ambito nazionale e del 51,5% nelle regioni meri-dionali; il tasso di crescita medio annuo è stato rispettivamente del 3,9% e dell’8,8%. Addirittura nell’ultimo biennio 2004-2005 nel Mezzogiorno si è avuta una performance positiva del 12,6% contro il 5,3% dell’Italia (Fig. 5).
II La Grande Distribuzione Organizzata in Sicilia 47
Anche in termini di superficie si riscontrano dinamiche evolutive dif-ferenti: rispetto al 2000 si è assistito ad una crescita del 45% in Italia e di oltre il 100% nel Mezzogiorno; l’incremento medio annuo che si riscontra in Italia è pari al 7,6%, nel Mezzogiorno è più del doppio è pari al 16,2% ( Fig. 6).
8.910 10.464 10.216 10.689 11.994 13.501
62.92363.399 66.288 69.948 72.210
76.069
010.00020.00030.00040.00050.00060.00070.00080.000
2000 2001 2002 2003 2004 2005
Mezzogiorno Italia
Fig.5 Evoluzione del numero di addetti negli Ipermercati in Italia e nel Mezzogiorno nel periodo 2000 - 2005
Fonte: Osservatorio Nazionale del Commercio “Ministero dello sviluppo economico”
131.039165.375 174.040 192.655 216.363 273.655
994.008
1.071.753 1.150.3241.211.456 1.284.318
1.439.205
0200.000400.000600.000800.000
1.000.0001.200.0001.400.0001.600.000
2000 2001 2002 2003 2004 2005
Mezzogiorno Italia
Fig.6 Evoluzione della superficie negli Ipermercati in Italia e nel Mezzogiorno nel periodo 2000 - 2005
Fonte: Osservatorio Nazionale del Commercio “Ministero dello sviluppo economico”
48 Maria Crescimanno; Cesare Scaffidi Saggio
2.2 Quadro strutturale della GDO alimentare in Sicilia 2.2.1 Premessa
Come nelle altre regioni italiane la grande distribuzione organizzata in Sicilia è inserita in un contesto economico che la influenza e che per il 2005 non si discosta di molto da quanto visto a livello nazionale. Con riferimento alle componenti della domanda si è visto che i con-sumi privati hanno avuto una flessione dello 0,1% sull’anno preceden-te ( secondo lo SVIMEZ dello -0,5%) mentre il credito al consumo cresce ad un ritmo ben più sostenuto rispetto al dato nazionale, ma ve-rosimilmente riguarda l’acquisto di beni durevoli. I numeri indici del commercio fisso al dettaglio, variazioni tendenziali delle vendite nell’anno 2005 registrano per la Regione una riduzione complessiva rispetto al 2004 (-0’5%) imputabile ad una riduzione del-le vendite alimentari ( -0’3%) cui si aggiunge una dinamica negativa per le vendite non alimentari (-0,6). In ambito alimentare sia la grande distribuzione (-0,2%) che gli altri format distributivi (-0,4%) registrano un decremento. Il DPEF 2007-2009 della Regione Siciliana indica per il 2005 un PIL pari a 81,3 miliardi di Euro cioè il 5,7% del totale nazionale, con una crescita in termini nominali rispetto all’anno precedente del 2,2% ma solo dello 0,1% in termini reali. Per i prodotti biologici la GDO rappresenta anche in Sicilia una op-portunità di sviluppo dei mercati, un sistema per capillarizzarne la dif-fusione, per ridurne il prezzo di vendita e per presentarsi ad una pla-tea di clienti che in alcuni casi è ancora disinformata sulla effettiva bontà e salubrità di questi prodotti. Si è ritenuto utile, dunque per le ragioni suddette, preliminarmente condurre una disamina della struttura della GDO in Sicilia con riferi-mento così come a livello nazionale, ai supermercati ed agli ipermer-cati.
II La Grande Distribuzione Organizzata in Sicilia 49
2.2.2. I supermercati
Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale del Commercio "Mini-stero dell' Attività Produttive” nel 2005 in Sicilia sono in attività 598 supermercati; rispetto al 2000, anno in cui il numero si è attestato a 388, si registra, dunque un incremento del 54 %, di gran lunga supe-riore rispetto a quello avutosi per l’Italia in complesso e per il Mezzo-giorno. Il ritmo di crescita di questa tipologia di punto vendita nel periodo e-saminato, è stato molto sostenuto negli ultimi anni : infatti, a fronte di un tasso del 9% medio annuo, (pari ad una crescita di 42 punti vendi-ta per anno) solo tra il 2005 e il 2004 è stato del 15,2% (79 punti ven-dita). L’unico anno in cui i punti vendita diminuiscono rispetto all’anno pre-cedente è il 2002 , ma in termini assoluti (-5) il dato è irrilevante (Fig. 7).
388444 439 471
519598
0100200300400500600700
2000 2001 2002 2003 2004 2005
Numero di Supermercati
Fig.7 Evoluzione del numero di Supermercati in Sicilia nel periodo 2000 - 2005
Fonte: Osservatorio Nazionale del Commercio “Ministero dello sviluppo economico” Nel 2005 il numero di addetti impiegati nei supermercati è di 7.894; rispetto al 2000, in cui il numero era pari a 5.230 si registra un incre-mento del 51%, anche questo superiore al dato medio nazionale; il ritmo di crescita medio annuo degli addetti nel periodo 2000-2005 è pari all’ 8,8% con una leggera flessione nel confronto 2001-2002 (-0,5%); solo tra gli anni 2005-2004 l’incremento è stato del 10,6% pas-sando in valore assoluto da 7.139 addetti a 7.894.
50 Maria Crescimanno; Cesare Scaffidi Saggio
La superficie di vendita nel 2005 risulta pari a 475.823 mq, incremen-tandosi rispetto al 2000 del 50,8%, registrando un incremento medio annuo del 7,3% e solo nell’ultimo biennio (2004-2005) del 12,4%, passando da 423.434 mq nel 2004 a 475.823 mq nel 2005 ( Fig. 8 e 9).
315.381
369.768 364.830 394.680423.434
475.823
050.000
100.000150.000200.000250.000300.000350.000400.000450.000500.000
2000 2001 2002 2003 2004 2005
Fig.8 Evoluzione della superficie dei Supermercati alimentari in Sicilia nel periodo 2000 - 2005
Anni
Fonte: Osservatorio Nazionale del Commercio “Ministero dello sviluppo economico”
5.230
6.388 6.357 6.927 7.1397.894
01.0002.0003.0004.0005.0006.0007.0008.0009.000
2000 2001 2002 2003 2004 2005
Fig.9 Evoluzione del numero di addetti dei Supermercati in Sicilia nel periodo 2000 - 2005
Anni
Fonte: Osservatorio Nazionale del Commercio “Ministero dello sviluppo economico”
II La Grande Distribuzione Organizzata in Sicilia 51
Analizzando la distribuzione dei punti vendita nelle singole province si rileva una certa disomogeneità e possono mettersi in evidenza al-cuni elementi di rilievo. La provincia con il numero più alto di supermercati risulta Catania con 115 punti vendita ovvero il 19,2% dei supermercati regionali se-guita da Palermo e Siracusa rispettivamente con 97 e 75 unità (16,2% e 12,5%); quella con il minor numero di supermercati è Enna con ap-pena 32 punti vendita , seguita da Caltanissetta con 33 unità (5,5%) (Fig. 10 e 11 ).
58
33
115
32
66
97
52
75
70
Agrigento
Caltanissetta
Catania
Enna
Messina
Palermo
Ragusa
Siracusa
Trapani
Numero di supermercati
Fig. 10 Supermercati per provincia in Sicilia 2005 (numero)
Fonte: Osservatorio Nazionale del Commercio “Ministero dello sviluppo economico”
9,7
5,5
19,2
5,4
11,0
16,2
8,7
12,5 11,7
0,0
5,0
10,0
15,0
20,0
25,0
Province
Fig. 11 Distribuzione dei Supermercati per provincia in Sicilia nel 2005 (valori in %)
Fonte: Osservatorio Nazionale del Commercio “Ministero dello sviluppo economico”
52 Maria Crescimanno; Cesare Scaffidi Saggio
Osservando il dato statistico relativo alla superficie di vendita si può osservare che la provincia con il numero di metri quadri più alto risul-ta Catania con 96.877 mq, il 20,3% della superficie regionale, seguita da Palermo con 77.946 mq (16,4%) e Siracusa con 68.979 mq (14,5%), mentre la province con il numero di addetti più alto sono Catania e Palermo, che nel complesso impiegano il 46,6% degli occu-pati nel complesso. Un parametro importante da analizzare è la superficie di vendita per 1000 abitanti, perché come già detto questo indicatore consente di ve-rificare se esistono ancora spazi di ampliamento per questa tipologia di punto vendita, tenendo conto che il limite di saturazione massimo come già detto è di 150 – 200 mq/1000 abitanti. Nella provincia di Ragusa questo rapporto è pari a 124,51 mq, segue Trapani con 115,88 mq, Enna con 111,87 mq e Caltanissetta con 107,16; la provincia di Palermo, pur presentando il secondo valore più alto come numero di supermercati, evidenzia come la superficie per 1000 abitanti risulti al disotto di quella media regionale (Tab. 3 e Grafico 12) che è di 94,8, sottolineando dunque una certa potenzialità di sviluppo.
N. Sup. / 1000 abitanti
Sup. vendite non alimentare
Sup. vendite alimentari
Superficie Totale
Adetti Uomini
Adetti Donne Totale
Agrigento 0 0 0 0 0 0 0 0Caltanissetta 0 0 0 0 0 0 0 0Catania 4 26,48 17.187 11.300 28.487 607 485 1.092Enna 0 0 0 0 0 0 0 0Messina 1 4,75 1.115 2.000 3.115 30 33 63Palermo 5 16,03 10.592 9.277 19.869 288 237 525Ragusa 1 15,6 1.500 3.300 4.800 75 45 120Siracusa 0 0 0 0 0 0 0 0Trapani 0 0 0 0 0 0 0 0Sicilia 11 11,22 30.394 25.877 56.271 1.000 800 1.800
Tab.3 Ipermercati per provincia in sicilia. 2005
Fonte: Nostre eleborazioni su dati dell' Osservatorio Nazionale del Commercio "Ministero dello sviluppo economico" Nella tabella 3 si può osservare anche la prevalenza di addetti uomini sul totale occupati con 4.867 unità rappresentando il 61,6% della forza lavoro impiegata nei supermercati siciliani; situazione analoga si ri-trova anche in tutte le provincie.
II La Grande Distribuzione Organizzata in Sicilia 53
Come evidenzia la tabella 4 il numero di supermercati per diecimila abitanti a livello regionale è pari ha 1,2; Siracusa presenta il valore più alto della regione (1,9) seguita da Enna, Ragusa e Trapani ; mentre Caltanissetta presenta un valore di 1,2 e soltanto Messina e Palermo al disotto del valore medio regionale.
Provincienumero
di abitanti (n.)supermercati per 10000 abitanti
Agrigento 457039 1,3Caltanissetta 274001 1,2Catania 1075657 1,1Enna 174199 1,8Messina 655640 1,0Palermo 1239808 0,8Ragusa 308103 1,7Siracusa 398330 1,9Trapani 434435 1,6Sicilia 5017212 1,2
Tab. 4- Supermercati per 10000 abitanti in Sicilia nel 2005
Fonte: nostre elaborazioni su dati dell'Osservatorio Nazionale del Commercio e ISTA "per gli abitanti si fa riferimanto al 1 gennaio 2005"
Provinciesupermercati
per 10000 abitanti
Provinciesupermercati
per 10000 abitanti
Provinciesupermercati
per 10000 abitanti
Provinciesupermercati
per 10000 abitanti
Agrigento 1,3 Bologna 1,3 Frosinone 0,8 Bari 0,9Caltanissetta 1,2 Ferrara 2 Latina 1,5 Brindisi 1,6Catania 1,1 Forlì-Cesana 1,5 Rieti 1,4 Foggia 0,6Enna 1,8 Modena 1,5 Roma 1,2 Lecce 1,2Messina 1 Parma 1,4 Viterbo 1,4 Taranto 0,8Palermo 0,8 Piacenza 2Ragusa 1,7 Ravenna 2Siracusa 1,9 Reggio nell'Emilia 2,8Trapani 1,6 Rimini 1,7Sicilia 1,2 Emilia Romagna 1,6 Lazio 1,2 Puglia 1,0
Tab. 5- Punti vendita 10000 abitanti in Sicilia, Emilia Romagna, Lazio e Puglia
Fonte: nostre elaborazioni su dati dell'Osservatorio Nazionale del Commercio e ISTA "per gli abitanti si fa riferimanto al 1 gennaio 2005"
54 Maria Crescimanno; Cesare Scaffidi Saggio
Risulta interessante confrontare il dato siciliano del numero di super-mercati per 10.000 abitanti con quello relativo ad altre regioni, sia del nord che del centro e del sud di Italia : questa disamina permette di constatare come la Sicilia presenti un valore di 1,2 per 10.000, dato che se confrontato con l ‘analogo dato dell’Emilia Romagna risulta molto inferiore, visto che in tale regione risulta pari a 1,6 , ma uguale al Lazio e superiore alla Puglia con 1,2 e 1; (tab. 5). L’evoluzione del-la superficie per 1000 abitanti e del numero di punti vendita che ogni provincia ha subito nel corso del periodo 2000 – 2005 evidenziata (tab. 6 e Fig. 12) che la provincia di Agrigento nel biennio 2004 – 2005 non solo ha incrementato il numero di punti vendita ma anche la superficie per 1000 abitanti; mentre la provincia di Catania registra nello stesso biennio una diminuzione sia dei punti vendita che della superficie per 1000 abitanti. Palermo provincia che nel 2000 risultava la quinta in ambito regionale per numero di supermercati nel corso del periodo ha registrato un forte incremento, che la porta al secondo po-sto; la superficie per 1000 abitanti ne risulta raddoppiata passando da 31,09 mq a 62,87, anche se rimane al disotto della media regionale. La provincia di Trapani che nel 2000 era quella con il minor numero di punti vendita con soltanto 18 supermercati, nel 2005 presenta 70 unità, valore più che triplicato.
N.Sup. /
1000abN.
Sup. / 1000ab
N.Sup. /
1000abN.
Sup. / 1000ab
N.Sup. /
1000abN.
Sup. / 1000ab
Agrigento 21 31,91 21 32,19 21 32,05 22 39,71 22 37,29 58 94,60Caltanissetta 22 67,91 25 82,00 26 86,67 26 100,00 27 88,60 33 107,16Catania 99 83,22 107 93,30 110 90,50 115 93,47 120 95,18 115 90,06Enna 27 89,26 31 105,50 28 96,67 28 87,90 30 94,51 32 111,87Messina 62 71,11 60 66,82 58 70,61 64 84,31 64 79,44 66 81,40Palermo 34 31,09 73 58,90 71 56,89 77 54,09 92 60,34 97 62,87Ragusa 43 101,25 43 101,32 41 96,83 42 99,32 42 102,89 52 124,51Siracusa 62 117,05 66 131,62 67 131,90 67 154,24 71 163,80 75 173,17Trapani 18 39,11 18 36,83 17 37,64 30 57,89 51 91,71 70 115,88Sicilia 388 63,35 444 74,42 439 73,38 471 78,88 519 84,47 598 94,84Fonte: Nostre eleborazioni su dati dell' Osservatorio Nazionale del Commercio e ISTAT i dati riguardanti il 2000 e il 2001 fanno riferimento alla ricostruzione della popolazione residente "bilancio demografico per sesso dal 20 ottobre 91al 21 ottobre 2001", mentre i restanti dati fanno tutti riferimento alla fine dell'anno "31 dicembre"
Tab. 6 - Supermercati : evoluzione della superficie per 1000 abitanti per provincia e Sicilia
2000 2001 2002 2003 2004 2005
II La Grande Distribuzione Organizzata in Sicilia 55
0,0
50,0
100,0
2000 2001 2002 2003 2004 2005Evoluzione della superficie per
1000 abitanti in sicilia (mq) 63,4 74,4 73,4 78,9 84,5 94,8
Fig. 12 Evoluzione della superficie dei supermercati per 1000 abitanti in Sicilia
Fonte: Osservatorio Nazionale del Commercio “Ministero dello sviluppo economico” 2.2.3 Gli Ipermercati
Dai dati forniti dall’Osservatorio Nazionale del Commercio risulta che sul territorio regionale sono presenti 11 ipermercati; rispetto al 2000, anno in cui il numero si attestava a 6, si registra un incremento dell’ 83,3 % con un ritmo di crescita nel periodo esaminato del 14% medio annuo, pari a 0,8 punti vendita ogni anno e solo tra il 2005 e il 2004 del 10%. L’unico anno in cui il numero di ipermercati risulta in diminuzione è il 2002, che in termini assoluti si traduce nella chiusura di un punto ven-dita, tale flessione comunque risulta riequilibrata l’anno seguente (2003) dall’apertura di due nuovi ipermercati (Fig. 13)
56 Maria Crescimanno; Cesare Scaffidi Saggio
6
87
910
11
0
2
4
6
8
10
12
2000 2001 2002 2003 2004 2005
Fig. 13 Evoluzione del numero di Ipermercati in Sicilia nel periodo 2000 - 2005
Anni
Fonte: Osservatorio Nazionale del Commercio “Ministero dello sviluppo economico” Il numero di addetti degli ipermercati, risulta nel 2005 pari a 1.800 u-nità, valore che nel 2000 era di 1.307, registrando un incremento dell’ 38%. Nel periodo 2000-2005 l’incremento medio annuo è stato dell’7,2%, solo tra il 2005 e il 2004 del 3,4%, passando da 1.741 unità (2004) a 1800 (2005) (Fig. 14).
1.307
1.660 1.529 1.692 1.741 1.800
0200400600800
1.0001.2001.4001.6001.8002.000
2000 2001 2002 2003 2004 2005
Fig. 14 Evoluzione del numero di addetti negli Ipermercati in Sicilia nel periodo 2000 - 2005
Anni
Fonte: Osservatorio Nazionale del Commercio “Ministero dello sviluppo economico”
II La Grande Distribuzione Organizzata in Sicilia 57
La superficie nel 2005 è pari a 56.271 mq, che rispetto al 2000 ha su-bito un incremento pari al 61%, mentre nell’ultimo biennio risulta in-crementata del 5,9% passando da 53.156 mq (2004) a 56.271 mq nel 2005 (Fig. 15).
35.054
58.534
41.68749.656 53.156 56.271
010.00020.00030.00040.00050.00060.00070.000
2000 2001 2002 2003 2004 2005
Fig. 15 Evoluzione della superficie degli Ipermercati alimentari in Sicilia nel periodo 2000 - 2005
Anni
Fonte: Osservatorio Nazionale del Commercio “Ministero dello sviluppo economico” La situazione regionale degli ipermercati evidenzia come soltanto 11 unità siano presenti sul territorio regionale, di cui 9 ubicati in 2 pro-vince, Palermo con 5 e Catania con 4, che rappresentano l’ 81,8% del totale; i restanti 2 si trovano rispettivamente nella provincia di Messi-na e nella provincia di Ragusa. Dei 25.887 mq di superficie vendite alimentari regionale il 43,66% si trova nella provincia di Catania che evidenzia come non solo sia la superficie alimentare più elevata del territorio regionale, ma che, se si considera il numero dei punti vendita presenti per provincia, risulta più alta di quella di Palermo che presenta 5 punti vendita e 9.277 mq di superficie alimentare (35,85%). Il numero di addetti in Sicilia è di 1800, che per 60,7% sono ascrivibi-li alla provincia di Catania; questo valore risulta il 50% circa del dato relativo alla provincia di Palermo (tab. 7 e Grafico 16).
58 Maria Crescimanno; Cesare Scaffidi Saggio
5
4
1 1
0
1
2
3
4
5
6
Provincie
Fig. 16 Ipermercati per provincia in Sicilia 2005 (numero)
Fonte: Osservatorio Nazionale del Commercio “Ministero dello sviluppo economico”
N.Sup. /
1000abN.
Sup. / 1000ab
N.Sup. /
1000abN.
Sup. / 1000ab
N.Sup. /
1000abN.
Sup. / 1000ab
Agrigento 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0Caltanissetta 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0Catania 3 9,58 3 9,58 3 9,54 3 9,46 4 10,54 4 10,51Enna 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0Messina 0 0 1 3,22 0 0 0 0 0 0 1 3,05Palermo 2 1,16 3 3,07 3 3,92 5 7,49 5 7,49 5 7,48Ragusa 1 11,17 1 11,18 1 11,12 1 10,84 1 10,76 1 10,71Siracusa 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0Trapani 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0Sicilia 6 2,98 8 3,89 7 3,67 9 4,53 10 4,76 11 5,16Fonte: Nostre eleborazioni su dati dell' Osservatorio Nazionale del Commercio e ISTAT i dati riguardanti il 2000 e il 2001 fanno riferimento alla ricostruzione della popolazione residente "bilancio demografico per sesso dal 20 ottobre 91al 21 ottobre 2001", mentre i restanti dati fanno tutti riferimento alla fine dell'anno "31 dicembre"
Tab. 7 - Evoluzione degli Ipermercati alimentari in Sicilia per provincia
2000 2001 2002 2003 2004 2005
59
Capitolo III La distribuzione e la diffusione dei prodotti biologici nella
città di Palermo9 3.1 Principali canali di distribuzione dei prodotti biologici nella città di Palermo
I prodotti biologici trovano attualmente larga diffusione nei punti vendita dell’agroalimentare nella città di Palermo, dove sono com-mercializzati sia nei negozi specializzati, sia in numerosi esercizi della Grande Distribuzione e del dettaglio non specializzato. Per quanto riguarda i primi, si tratta per la precisione di sei negozi, di cui uno con annesso ristorante e tavola calda, tre punti vendita di pro-dotti del Commercio Equo e Solidale, e un supermercato specializzato della catena nazionale “Natura Si” entrato in attività di recente. Naturalmente, anche in altri esercizi commerciali è possibile ritrovare con una certa frequenza, e in alcuni casi in numero elevato, prodotti dell’agricoltura biologica: la maggior parte dei negozi di prodotti “na-turali” e di erboristerie ne sono spesso provvisti, in alcuni casi metten-do a disposizione anche spazi attrezzati per piccoli assortimenti di or-tofrutta o di altri prodotti freschi, esposti in appositi banconi o celle frigo. La distribuzione dei prodotti biologici nella città di Palermo interessa inoltre altre due aree di consumo: una è quella rappresentata dalle quattro associazioni spontanee di consumatori che hanno costituito appositi “Gruppi di Consumo”, mentre l’altra riguarda la ristorazione scolastica, pubblica e privata, poco sviluppata in generale nell’Isola, sia per la mancanza di una legge regionale, sia per la scarsa sensibilità delle Istituzioni regionali e locali. La ristorazione biologica è attuata in città nella mensa della “Libera Scuola Waldorf, scuola privata con asilo, elementari e medie, che somministra circa 150 pasti al giorno costituiti da un primo, un con-torno e frutta, e che utilizza in gran parte prodotti biodinamici
9 Capitolo redatto da G. Schifani.
60 Giorgio Schifani
Superm. Specia liz.; 1
Negozi specializzati ;7 Gruppi di
consumo ;4Sma-Auchan ;7
Sisa; 7
Coop; 6
Conad; 12
GS-Carrefour; 19
Indipendenti; 20
Commercio equo e solidale;
3
Fig.1 Supermercati con prodotti biologici e canali di distribuzione specializzata nella città di Palermo
forniti dalla cooperativa Salamita e da altri piccoli produttori locali, e in alcune mense scolastiche pubbliche, tra cui quelle dei 25 asili nido Comunali, che somministrano però esclusivamente pasta, salsa di po-modoro, legumi e succhi. La convenzione stipulata tra il Comune di Palermo e la ditta appalta-trice del servizio prevede, inoltre, la possibilità da parte delle altre scuole comunali (in tutto cinquanta scuole materne, sei scuole elemen-tari, e tre scuole medie), di avere disponibili, su richiesta, pasti costi-tuiti da un primo e, a scelta, frutta o Yogurt. Tale opportunità, per vari motivi tra cui una scarsissima promozione dell’iniziativa, la totale assenza di programmi di educazione alimenta-re, ecc., è stata però sfruttata solo marginalmente, e nel 2006 le richie-ste sono state soltanto due: la prima relativa ad una scuola materna, che ha riguardato 30 studenti e due insegnanti per un totale di 32 pa-sti/giorno, e la seconda, relativa ad una scuola superiore per un totale complessivo di 35 pasti da somministrarsi due volte la settimana.
III La distribuzione e la diffusione dei prodotti biologici 61
3.2 Caratteristiche generali dei supermercati oggetto della ricerca
Per quanto riguarda la GDO, in questo studio si è accertata la even-tuale presenza di prodotti a marchio biologico in tutti i punti vendita dell’agroalimentare che si trovano nella città di Palermo, con dimen-sione pari o superiore ai 400 metri quadrati, risultati complessivamen-te in numero di 84. Tab.1 Incidenza % e caratteristiche dei principali gruppi della GDO nella città di Palermo (punti vendita con superficie maggiore di 400 mq.)
Punti vendita Con prod. Bio (a)
Senza prod. bio
Totale Sup. To-tale (a)
Sup. media
Marchio N° % N° % N° % (mq) (mq) Sisa 7 9,7 1 7,7 8 9,4 3.225 461 Sma-Auchan 7 9,7 1 7,7 8 9,4 4.116 588
Coop 6 8,3 0 0,0 6 7,1 7.294 1.215 Conad 12 16,7 2 15,4 14 16,5 26.055 2.170 GS-Carrefour
19 26,4 0 0,0 19 22,3 16.099** 894
Super. Special.
1 1,4 0 0,0 1 1,2
Indipendenti 20 27,8 9 69,2 29 34,1 22.342* 1.176 Totale 72 100,0 13 100,0 85 100,0 79.131 1.147
*Superficie accertata in 19 punti vendita; **superficie accertata in 18 punti vendita
I supermercati dove sono stati trovato prodotti biologici, e ai quali si farà in seguito riferimento, sono in tutto 71, pari all’84,5% del totale dei punti vendita censiti e rilevati, e sono stati distinti in: esercizi con marchi appartenenti a grandi catene largamente presenti nel territorio nazionale (in tutto 51 esercizi delle catene Conad, GS-Carrefour, Co-op, Sma-Auchan, e Sisa), ed esercizi a valenza locale, che in alcuni casi possono contare anche su due o più punti vendita appartenenti al-
62 Giorgio Schifani
la stessa proprietà, classificati come “Indipendenti” (in questo caso venti supermercati).
Indipendenti 27,8%
GS-Carrefour 26,4%
Conad 16,7%
Coop 8,3%
SMA-Auchan 9,7%
Sisa 9,7%Sup. special.
1,4%
Fig.2 Supermercati con prodotti biologici nella città di Palermo(%)
La superficie complessiva dei punti vendita della GDO che tratta pro-dotti biologici è risultata di poco inferiore a 80 mila mq., con una me-dia pari a poco meno di 1.150 mq. per punto vendita. In ordine di im-portanza le catene di distribuzione con maggiore superficie di vendita sono risultate: Conad, che conta in città dodici punti vendita con pro-dotti biologici (il 17% del totale), per un totale di poco oltre 26 mila mq. espositivi, e superfici medie pari a circa 1.200 mq.; GS-Carrefour, con una superficie complessiva di 16.100 mq. circa, e una superficie media assai più modesta, pari a 847 mq., che con i suoi diciannove punti vendita interessati dai prodotti biologici è la catena numerica-mente più rappresentata (26,4% del totale degli esercizi della GDO che vendono prodotti biologici); la Coop, con sei punti vendita (l’8,3% del totale) per un totale di circa 7.300 mq., e una superficie media di poco oltre 1.200 mq.; i gruppi Sma-Auchan e Sisa, entrambi con sette supermercati con prodotti biologici (che rappresentano en-trambe il 9,7% del totale degli esercizi con prodotti biologici),
III La distribuzione e la diffusione dei prodotti biologici 63
e superfici in assoluto più modeste, anche per quanto riguarda i valori medi dei singoli esercizi. Per quanto riguarda la categoria, certamente poco omogenea, degli “Indipendenti”, che con venti punti vendita rappresenta poco meno del 28% del totale degli esercizi nei quali sono stati rilevato prodotti bio-logici, la superficie totale è risultata pari a circa 22.300 mq., e quella media pari a 1.176 mq. 3.3 La diffusione dei prodotti biologici nella GDO della città di Pa-lermo
Nei settantuno punti vendita è stata accertata complessivamente la presenza di 140 differenti prodotti biologici, la maggior parte dei qua-li, ben centotrenta (93% circa) sono stati rilevati nei cinquantuno su-permercati delle cinque catene distributive nazionali presenti in città, (le catene Sisa, Coop, GS, Conad, e SMA, che rappresentano da sole il 70,8% dei supermercati con prodotti biologici nella città di Palermo), mentre settantasei prodotti sono stati rilevati nei venti supermercati “Indipendenti”. In questi ultimi, anche la frequenza delle rilevazioni è stata mediamen-te molto più bassa, risultando in molti casi la presenza dei prodotti biologici “occasionale” (spesso si sono trovati uno o due prodotti sol-tanto). Per quanto riguarda il numero di esercizi in cui sono stati rilevati i prodotti, i gruppi GS e Coop, che trattano rispettivamente settantatre e quarantasei diversi prodotti, sono quelli che sono risultati maggior-mente “specializzati”, in quanto, in entrambi i casi, tutti i punti vendita presenti nella città sono provvisti di prodotti biologici; in queste due catene il numero di prodotti rilevati varia da un massimo compreso tra nove e trentasei nel caso di GS, e tra diciassette e trentasette nel caso dei punti vendita della Coop. Per numerosità di prodotti la catena dove è stato complessivamente ri-scontrato il maggior numero di tipologie è risultata SMA, dove sono-stati rilevati settantotto prodotti di tipo differente, e dove il numero di prodotti varia da un minimo di tredici a un massimo di trentasei per punto vendita.
64 Giorgio Schifani
Tab.2 Caratteristiche della diffusione dei prodotti biologici nei punti vendita della GDO nella città di Palermo (punti vendita con superficie maggiore di 400 mq.)
Punti vendita Numero tipologie di prodotto
Marchio N° tot. prodotti Max. Min. SISA 7 44 40 1 COOP 6 46 37 17 CONAD 12 31 15 4 GS 19 73 36 9 SMA 7 78 36 13 Totale 51 130 Super. Special. 1 Indipendenti 20 76 46 1 Totale 72 140
la tte Uht 20%
latte fresco 10%
yogurt 37%
burro 32%mozzarella 1%
Fig.3 Categoria dei latticini: Incidenza % dei singoli prodotti
La catena con minor numero di prodotti è risultata invece Conad, dove sono stati rilevati soltanto trentuno prodotti di diverso tipo, e dove so-no stati trovati da un massimo di quindici a un minimo di quattro pro-dotti diversi per punto vendita.
III La distribuzione e la diffusione dei prodotti biologici 65
Una peculiarità emersa durante l’indagine riguarda inoltre alcune tipo-logie di prodotto, quali l’ortofrutta fresca e i diversi tipi di carne: nel primo caso prodotti orticoli e la frutta sono stati rilevati in un solo punto vendita del gruppo SMA-Auchan, nel secondo caso invece si è riscontrata la totale assenza. Raggruppando alcuni prodotti in alcune categorie, particolarmente dif-fusa è risultata la presenza dei “latticini”, che nel nostro caso com-prendono Yogurt, latte fresco, latte UHT, mozzarella, e burro, com-plessivamente rilevati in cinquantacinque punti vendita, pari al 77,5% del totale esercizi rilevati; più in particolare, il 43% delle rilevazioni riguardano la diffusione di yogurt, e il 28% quella del burro. A questa categoria segue per diffusione quella dei “succhi di frutta”, che comprende quelli che sono stati classificati come “succhi comuni” (succhi senza aggiunta di altri prodotti, nella cui composizione si trova in genere un solo tipo di frutta), i succhi con aggiunta di polpa, deno-minati “succo e polpa”, quelli misti con aggiunta di latte (pe-sca+albicocca+latte, mela+pera+latte), e il succo ai mirtilli; con una netta prevalenza dei succhi di tipo “comune”, i prodotti di questa cate-goria sono stati rilevati complessivamente nel 56,3% dei casi. Oltre le citate, altre due categorie di prodotti sono risultate significati-vamente diffuse: quella relativa agli “altri prodotti da forno”, e la ca-tegoria “biscotti”. La prima, presente nel 53,5% degli esercizi, comprende un ampio nu-mero di prodotti (fette biscottate, sfogliatine, crostatine, tortine al far-ro, grissoni light e grissini di riso) che, ad eccezione dei grissini light e dei tortini al farro, hanno tutti una diffusione compresa tra il 20% e il 29%. La seconda categoria, quella dei “biscotti”, è composta dai biscotti che non presentano particolari caratteristiche e che sono stati denomi-nati “vari”, dai biscotti integrali, dai frollini al mais, al miele e carote, e dai biscotti di riso soffiato. I prodotti di questo gruppo sono stati rilevati nel 47,9% dei punti ven-dita, e in questo caso prevalgono di gran lunga i biscotti integrali, che rappresentano oltre la metà delle rilevazioni, seguiti da quelli “vari” riscontrati in circa un terzo dei supermercati.
66 Giorgio Schifani
mela pera + latte 4
pesca alb. + latte 11%
Succo e polpa 9%
Succo di frutta 65%
mirtilli 11%
Fig.4 Categoria succhi: incidenza % dei singoli prodotti
Grissini riso 29%
Tortini farro 3%
Grissini light 3%
Fette bisc. 20%
Sogliatine 25%
Crostatine 20%
Fig.5 Prodotti da forno: incidenza % dei singoli prodotti
III La distribuzione e la diffusione dei prodotti biologici 67
Considerando l’insieme dei prodotti rilevati, quello in assoluto più dif-fuso è risultato lo yogurt, che è stato riscontrato nel 55,0% dei super-mercati, seguito dalla passata di pomodoro, presente nel 50,7% dei ca-si, dalle gallette, rilevate nel 49,3% dei casi, dai biscotti “vari”, in po-co meno del 48,0%, dai succhi di frutta “comuni”, che hanno riguarda-to il 40,1% dei supermercati, e con valori minori, compresi tra il 30% e il 40% dalle uova (38,0% dei casi), dal burro (36,6% dei casi), dalla pasta (35,2% dei casi), dall’orzo (33,8% dei casi), dai corn flakes (32,4% dei casi), e dal mais (30,1% dei casi).
Froll. mela carota4
Froll. mais 4%
Integrali 53%
Vari 32%
Di riso soffiato 7%
Fig.6 Categoria biscotti: incidenza % dei singoli prodotti
Come si potrà peraltro osservare anche in seguito, per quanto riguarda i prodotti biologici riportati nella tabella 3, che sono risultati quelli più diffusi nella GDO di Palermo, la frequenza con la quale si sono trovati nei supermercati “Indipendenti” risulta sempre poco significativa, ad eccezione dei casi che riguardano lo yogurt, le gallette, e la passata di pomodoro. Tra i prodotti con diffusione compresa tra il 20% e il 30% si trovano ai primi posti alcuni prodotti da forno, come i biscotti integrali, i gris-sini di riso e le sfogliatine, ma anche prodotti potenzialmente impor-tanti per la regione come l’olio, la polpa di pomodoro, il latte UHT, e le confetture.
68 Giorgio Schifani
Tra i prodotti rilevati con frequenza compresa tra il 10% e il 20%, maggiormente diffusi risultano la farina e la camomilla biologica, ri-scontrati entrambi nel 19,7% degli esercizi, seguiti dalla marmellata (16,9%), dalla cioccolata in tavolette, dal cacao, dalla bevanda di soia, dalla crusca, dalla zuppa pronta, e dai ceci. Tra gli altri prodotti rilevati con scarsa frequenza (tra il 5% e il 10%) se ne trovano anche alcuni di largo consumo quali il pane, il miele, il caffè, l’aceto di vino, le lenticchie, e i pomodori pelati, che presentano tutti valori di diffusione prossimi al 10%, mentre pochissimo rappre-sentati sono in linea di massima tutti gli altri prodotti censiti. Come già sottolineato, risulta particolarmente penalizzata tutta l’ortofrutta, rilevata in un solo punto vendita, come anche prodotti mi-nori quali farro, pomodorini in scatola, fagiolini scatola, albicocche denocciolate, crema di rucola, minestrone, camomilla, miglio, barrette cereali, drink di riso, fi-bran, tutta la “linea per l’infanzia”, ecc. Tab.3 Prodotti rilevati con frequenza % maggiore di 30
prodotto Rilevazioni totali
Frequenza sul totale esercizi
Di cui Ca-tene
nazionali
Di cui Indipendenti
n° % n° % n° % yogurt 39 54,9 26 36,6 13 18,3
passata pomodoro 36 50,7 27 38,0 9 12,7
gallette 35 49,3 21 29,6 14 19,7
biscotti vari 34 47,9 30 42,3 4 5,6
succo di frutta 29 40,8 23 32,4 6 8,5
uova 27 38,0 21 29,6 6 8,5
burro 26 36,6 23 32,4 3 4,2
pasta 25 35,2 22 31,0 3 4,2
orzo 24 33,8 21 29,6 3 4,2
cornflakes 23 32,4 23 32,4 0 0,0
mais 22 31,0 21 29,6 1 1,4
III La distribuzione e la diffusione dei prodotti biologici 69
54,950,7 49,3 47,9
40,8 38 36,6 35,2 33,8 32,4 31
0
1020
3040
5060
Fig.7 Incidenza % delle rilevazioni per prodotto
Tab.4 Prodotti rilevati con incidenza compresa tra il 20% e il 30% sul totale dei punti vendita esaminati
Rilevazioni totali
Incidenza sul totale esercizi
Di cui Ca-tene
nazionali
Di cui Indipendenti
prodotto
n° % n° % n° % biscotti integrali 21 29,6 18 25,4 3 4,2 grissini di riso 21 29,6 15 21,1 6 8,5 olio 20 28,2 19 26,8 1 1,4
chiccolat bev. riso 19 26,8 11 15,5 8 11,3 sfogliatine 18 25,4 18 25,4 0 0,0 latte uht 17 23,9 14 19,7 3 4,2 polpa pomodoro 17 23,9 14 19,7 3 4,2 confetture 17 23,9 14 19,7 3 4,2
riso 17 23,9 15 21,1 2 2,8 krakers 17 23,9 11 15,5 6 8,5 succo di carota 16 22,5 12 16,9 4 5,6 merendine 15 21,1 15 21,1 0 0,0
70 Giorgio Schifani
Complessivamente, dunque, emerge una situazione sicuramente inte-ressante, che per alcuni aspetti può essere considerata molto positiva, e per altri, abbastanza negativa. I lati positivi sono senza dubbio riconducibili sia al numero elevato di prodotti biologici che sono stati trovati durante la fase di rilevazione sia all’alta incidenza percentuale dei supermercati che nella città di Palermo commercializzano tali prodotti. Tab.5 Prodotti rilevati con incidenza compresa tra il 10% e il 20% sul totale dei punti vendita esaminati
Rilevazioni totali
Incidenza sul totale esercizi
Di cui Catene nazionali
Di cui Indipendenti prodotto
n° % n° % n° % farina 14 19,7 13 18,3 1 1,4 camomilla 14 19,7 13 18,3 1 1,4 marmellata 12 16,9 12 16,9 0 0,0 Cioccolata tavolette 10 14,1 9 12,7 1 1,4 cacao 10 14,1 9 12,7 1 1,4 soia bevanda 10 14,1 8 11,3 2 2,8 crusca 8 11,3 8 11,3 0 0,0 zuppa pronta 8 11,3 6 8,5 2 2,8 ceci 8 11,3 6 8,5 2 2,8
In questo senso, però, vanno ancora sottolineati alcuni caratteri distin-tivi: come già accennato, soprattutto nei punti vendita classificati co-me “Indipendenti”, il numero delle rilevazioni è risultato spesso piuttosto basso, tanto da poter affermare che in molti casi la presenza dei prodotti biologici è occasionale, o probabilmente “sperimentale”. Al contrario, le catene nazionali presenti nella città sembrano molto interessate alla commercializzazione dei prodotti biologici, e in molti supermercati la loro presenza è numerosa, variegata, e significativa. Va inoltre detto che, benché l’elevato numero di prodotti abbracci una larga e rappresentativa tipologia di prodotti dell’agroalimentare, nono-stante la presenza di imprese di produzione di una certa dimensione, che molto spesso intrattengono duraturi rapporti commerciali con la Grande Distribuzione all’estero, come si è già mancano o sono scarsa-
III La distribuzione e la diffusione dei prodotti biologici 71
mente diffuse alcune tipologie di prodotto di rilevante importanza e di interesse regionale, quali ad esempio gli ortaggi, la frutta e la carne, o ancora l’olio, le confetture e le marmellate, il miele, il latte, ecc. Tab.6 Prodotti rilevati con incidenza compresa tra il 5% e meno 10% sul totale dei punti vendita esaminati
Rilevazioni totali
Incidenza sul totale esercizi
Di cui Catene nazionali
Di cui Indipendenti prodotto
n° % n° % n° %
pane 7 9,9 7 9,9 0 0,0
muesli 7 9,9 7 9,9 0 0,0 aceto
di vino 7 9,9 6 8,5 1 1,4
lenticchie 7 9,9 6 8,5 1 1,4 pomodori
pelati 7 9,9 5 7,0 2 2,8
miele 7 9,9 5 7,0 3 4,2 brodo
vegetale 6 8,5 3 4,2 3 4,2
caffè 6 8,5 6 8,5 0 0,0 crema di nocciole 5 7,0 3 4,2 2 2,8
cotolette vegetali 5 7,0 3 4,2 2 2,8
polpette di soia 4 5,6 2 2,8 2 2,8
piselli in scatola 4 5,6 3 4,2 1 1,4
snack 4 5,6 2 2,8 2 2,8
72 Giorgio Schifani
Tab.7 Prodotti rilevati da una a tre volte
Frequenza 3 Frequenza 2 Frequenza 1
Prodotti vari Prodotti vari Prodotti vari ortofrutta
the verde polpette di soia farro, fagiolini
maionese cicerchia pomodorini in scatola carote
zucchero di canna snack kamut fagiolini scatola cetrioli
barrette cereali pesto albicocche denocciolate peperoni
fagioli in scatola condimento salsa pronta crema rucola Pomodoro
insalata fiocchi avena minestrone cipolle
farro camomilla aglio
miglio patate
barrette cereali zucchine
drink di riso mele start
fi-bran mele royal gala
corecof bevanda mele golden
kiwi
pere abate
73
Capitolo IV I prezzi dei prodotti biologici nella distribuzione specia-lizzata e nella GDO: il caso della città di Palermo10 4.1 Premessa
Come già detto nel capitolo precedente, durante la ricerca sono stati rilevati i prezzi e la marca dei centoquaranta diversi prodotti biologici che sono stati trovati nei supermercati. Al fine di evidenziare le diffe-renze tra le diverse tipologie di distributori di prodotti biologici, questi sono stati successivamente rilevati nei quattro più importanti negozi specializzati della città di Palermo, e negli unici due supermercati spe-cializzati che esistono nella regione, che si trovano uno nella città di Palermo e uno in quella di Catania. Questo lavoro ha così permesso di mettere a confronto i prezzi più convenienti (prezzo di vendita più basso) che attualmente la distribu-zione del biologico è in grado di offrire, sia all’interno della GDO, tra le varie catene nazionali e gli “Indipendenti”, trattati nel paragrafo 3, sia tra gli esercizi della distribuzione specializzata e la Grande Distri-buzione Organizzata, come sarà descritto nel paragrafo successivo. Per la comparazione dei prezzi, quando le confezioni non erano con-frontabili, il calcolo è stato fatto rapportando il prezzo all’unità di pro-dotto (Kg. o litro); per quanto riguarda invece le marche, si è avuto cura di rilevare tutte quelle relative ai prodotti di provenienza regiona-le, che sono risultate in numero modesto.
10In sede di stesura del testo Giorgio Schifani ha curato l’intero capitolo ad
eccezione del paragrafo 4.3, redatto da Emilia Machì.
74 Giorgio Schifani
4.2 La competitività dei prezzi dei prodotti biologici: un confronto tra distribuzione specializzata e GDO nella città di Palermo
Complessivamente l’indagine ha interessato settantasette punti vendita composti da quattro negozi e due supermercati specializzati, e 71 supermercati, questi ultimi tutti con superficie superiore a 400 mq., di cui venti “Indipendenti”, diciannove del gruppo GS-Carrefour, do-dici del gruppo Conad, sette del Gruppo SMA-Auchan, sette di quello Sisa, e sei della Coop. I prodotti che sono stati messi a confronto sono in tutto 8911 dei 140 rilevati durante l’indagine (63,6% del totale), e rappresentano quelli più diffusi nei punti vendita della GD nella città di Palermo. Il numero complessivo di marche messe a confronto tra specializzati e GD è stato invece di settantatre, di cui cinquantacinque rilevate nella distribuzione specializzata e solo diciotto nella GD, dove prevalgono i prodotti a marchio quali Scelgo bio, Coop, Conad, e Sma Bio, che si riferiscono ai gruppi di distribuzione nazionali. Come è possibile osservare dalle tabelle che sono successivamente e-sposte, di un certo interesse è la differenza di prezzo che si rileva in alcuni casi, che per alcuni prodotti può arrivare a valori pari a poco meno del 300% (come nel caso dell’orzo, o della farina di farro).
11Uova, marmellata, frollini di mais, merendine varie, gallette di riso al sesa-
mo, pan light, pane ai cereali, grissini di riso, farina di farro, orzo, pomodoro per insalata, mele royal, pere, carote, patate, olio, mais, confettura di arance, confet-tura ai mirtilli, latte UHT, burro, polpa di pomodoro, piselli in scatola, craker, biscotti integrali, biscotti vari, biscotti di riso soffiato, gallette di riso ai quattro cereali, fette biscottate, farina di kamut, riso integrale, chiccolat, peperoni, kiwi, confettura di albicocche, yogurt magro, latte fresco, mozzarella, succo di frutta, succo e polpa di frutta, succo ai mirtilli, passata di pomodoro, sugo pronto al ba-silico, passata rustica, ceci, zuppa rustica, cicerchia, minestrone, cornflakes, gal-lette di riso, gallette di riso integrali, sfogliatine, riso, farro, zucchero, mele gol-den, aglio, caffè, confettura di amarene, confettura di pesche, miele di acacia, miele di millefiori, zucchine, succo di carota, sugo alla napoletana, zuppa di le-gumi e cereali, zuppa fantasia, fagioli in scatola, pane alle spezie, pasta, pasta di kamut, farina, orzo perlato, miglio, mele start, cipolle, aceto di vino bianco, aceto di mele, crema di nocciole, yogurt intero, passata rustica con basilico, pomodori pelati, salsa di pomodoro pronta, pomodorini in scatola, craker di riso, frollini mela e carota.
IV I prezzi dei prodotti biologici nella GDO: il caso della città di Palermo 75
Meno dell'11%; 18%
Dall' 11% al 30%; 15%
Dal 31% al 50%; 27%
Dal 51% al 100% ; 27%
Oltre il 100%; 13%
Fig.1 Distribuzione dei prodotti per differenziale di prezzo rilevato tra GDO e distribuzione specializzata
Nella maggior parte dei prodotti, per l’esattezza in cinquantaquattro di essi, che rappresentano il 60,6% circa del totale di quelli confrontati, il differenziale di prezzo al bancone tra GD e distribuzione specializzata è comunque risultato maggiore del 30% (prodotti evidenziati in viola): in dieci casi il differenziale è risultato superiore al 100% (uova, mar-mellata, frollini di mais, merendine varie, gallette di riso al sesamo, pan light, pane ai cereali, grissini di riso, farina di farro, orzo); in ven-tidue tra il 51 e 100% (pomodoro per insalata, mele royal, pere, carote, patate, olio, mais, confettura di arance, confettura ai mirtilli, latte UHT, burro, polpa di pomodoro, piselli in scatola, craker, biscotti in-tegrali, biscotti vari, biscotti di riso soffiato, gallette di riso ai quattro cereali, fette biscottate, farina di kamut, riso integrale, chiccolat); in ventidue tra il 31 e il 50% (peperoni, kiwi, confettura di albicocche, yogurt magro, latte fresco, mozzarella, succo di frutta, succo e polpa di frutta, succo ai mirtilli, passata di pomodoro, sugo pronto al basili-co, passata rustica, ceci, zuppa rustica, cicerchia, minestrone, cornfla-kes, gallette di riso, gallette di riso integrali, sfogliatine, riso, farro); in venti casi il differenziale è stato compreso tra l’11 e il 30% ( zucchero,
76 Giorgio Schifani
mele golden, aglio, caffè, confettura di amarene, confettura di pesche, miele di acacia, miele di millefiori, zucchine, succo di carota, sugo al-la napoletana, zuppa di legumi e cereali, zuppa fantasia, fagioli in sca-tola, pane alle spezie, pasta, pasta di kamut, farina, orzo perlato, mi-glio); nei restanti dodici casi la differenza di prezzo è stata inferiore all’11% (mele start, cipolle, aceto di vino bianco, aceto di mele, crema di nocciole, yogurt intero, passata rustica con basilico, pomodori pela-ti, salsa di pomodoro pronta, pomodorini in scatola, craker di riso, frollini mela e carota).
Conad 5%Coop 9%
GS-Carrefour 16%
SMA-Auchan 16%
Indipendenti 8%
Super. Spec. 24%
Dett. Spec. 20% Sisa 2%
Fig.2 Percentuale di prodotti con prezzo più basso per tipologia di punto vendita
I prezzi più bassi, evidenziati in azzurro all’interno delle tabelle, sono stati riscontrati nel 46% circa dei casi (quarantadue prodotti, tra cui i tredici dell’ortofrutta) nei punti vendita della distribuzione specializ-zata, e nel 54% circa dei casi (quarantotto prodotti) nella GDO; in un caso soltanto, per i cetrioli, il prezzo del prodotto rilevato nella distri-buzione specializzata e nella GDO ha coinciso. Più in particolare, i prezzi più bassi sono stati rilevati: diciotto volte nei negozi specializ-zati (zucchine, mele Royal, mele golden, kiwi, pere, cipolle, patate, aceto di mele, uova, confetture di mirtilli, passata rustica, pomodori
IV I prezzi dei prodotti biologici nella GDO: il caso della città di Palermo 77
pelati, pomodorini in scatola, zuppa rustica, craker, pan light, pasta di kamut, miglio, riso integrale); ventuno volte nei due supermercati spe-cializzati (mais in scatola, zucchero, salsa d pomodoro pronta, carote, ceci, lenticchie, minestrone, piselli in scatola, biscotti di riso soffiato, gallette di riso integrale, gallette al mais, gallette di riso al sesamo, gallette di riso ai quattro cereali, pane alle spezie, pane ai cereali, gris-sini di riso, orzo, peperoni, pomodoro per insalata, mele start, aglio); sette volte nella categoria degli Indipendenti (latte fresco, sugo pronto con basilico, sugo alla napoletana, gallette di riso, pasta, chiccolat be-vanda di riso, farro); quattordici volte nei punti vendita GS (olio, con-fettura di pesche, miele millefiori, mozzarella, succo di mirtilli, succo di carota, passata di pomodoro con basilico, fagioli in scatola, meren-dine varie, fette biscottate, sfogliatine, farina di grano, farina di farro, farina di kamut); quattordici in quelli SMA (aceto bianco, confettura di arance, confettura di amarene, marmellata, crema di nocciole, miele di acacia, yogurt intero, yogurt magro12, burro, succo e polpa, biscotti integrali, riso, frollini al mais); otto nella Coop (succo di frutta, polpa di pomodoro, zuppa di legumi e cereali, zuppa fantasia, cicerchia, bi-scotti vari, cornflakes, orzo perlato); quattro volte soltanto nei super-mercati Conad (caffè, confettura di albicocche, latte UHT, passata di pomodoro); e due volte in quelli del gruppo Sisa (craker di riso, frolli-ni mela e carota, yogurt magro). Un elemento di un certo interesse si riferisce alla diffusione dei mar-chi relativi ai prodotti di provenienza regionale (nelle tabelle eviden-ziati in verde), rilevati complessivamente solamente in tredici casi, da-to che mortifica l’elevato e variegato potenziale produttivo della re-gione, anche per quanto riguarda i prodotti trasformati, per i quali si evidenzia dunque una certa difficoltà non solo a penetrare la GDO, dove risultano praticamente assenti, ma anche la distribuzione specia-lizzata. Del resto, la sostanziale esclusione dei prodotti siciliani dal mercato regionale è riconducibile al limitato sviluppo del segmento della trasformazione, e alla difficoltà di concentrazione dell’offerta e di commercializzazione, elementi che caratterizzano la maggior parte delle imprese.
12 Per questo prodotto si è rilevato lo stesso prezzo in un supermercato della catena Sisa)
78 Giorgio Schifani
Tab.1 Differenze % tra i prezzi minimi rilevati nella GDO e nella distri-buzione specializzata: frutta e ortaggi freschi
peperoniAgrinova Bio
2000 2,6 sct SMA bio 3,4 SMA 1,2 46,2
mele start(Prov.
Catania) 1,78 sct SMA bio 1,8 SMA 0,02 1,1
kiwi Ecor Italia 1,9 n SMA bio 4,4 SMA 2,5 31,6
mele golden Az. Pirrone 1,5 n SMA bio 1,8 SMA 0,3 20
pere abate Ecor Italia 1,7 n SMA bio 2,85 SMA 1,25 73,5carote (Italia-n.d.) 1,1 sct SMA bio 2,1 SMA 1 90,9
cetrioli Agroviva 2,8 n SMA bio 2,8 SMA 0 0
aglio Coop. Ecofruit 4,5 spa SMA bio 5,9 SMA 0,9 20
patate Ecor Italia 1 n SMA bio 1,99 SMA 0,99 99
I Frutti del Sole/ Ecocert
frutta e verdura fresca
Euro/Kg/l
Punto vendita
Euro/Kg/l
Prezzo min.
Prezzo min.Punto
vendita
pomodoro per insalate
Consorzio Terre di
sicilia
mele royal gala 0,9 60
cipolle 2,1 n SMA bio 2,2 SMA 0,1 4,8
Az. Pirrone 1,5 n SMA bio 2,4 SMA
1,41 64,4
zucchine 2,6 n SMA bio 3,3 SMA 0,7 26,9
Natura Si 2,19 spa SMA bio 3,6 SMA
ProdottoNegozi e super
specializzati GDO - Palermo Variazione
Categ. Tipo Marca Marca euro %
Leggenda: spa, sct = supermercati specializzati; n = negozi specializzati La competitività dei prodotti regionali è evidente soprattutto per quan-to riguarda l’orto-frutta (Tab.1), che peraltro è stata trovata solo in un punto vendita della GDO della città di Palermo (SMA-Auchan). In questo caso i prodotti rilevati e confrontati sono stati: i peperoni, che presentano un differenziale di prezzo a favore della distribuzione spe-cializzata pari al 60%, e i cetrioli (per questo prodotto non è stata rile-vata differenza di prezzo), entrambi prodotti in Sicilia dalla Associa-zione di Produttori Agrinova Bio 2000; le zucchine, le mele Start, Ro-
IV I prezzi dei prodotti biologici nella GDO: il caso della città di Palermo 79
yal Gala, e Golden, le cipolle e l’aglio, anche questi tutti prodotti nella regione, e con differenziali di prezzo che, se si escludono le mele start, dove questo è risultato prossimo allo zero (1,1%), variano dal 27% delle zucchine al 60% delle mele Royal; il pomodoro per insalata, di-stribuito nel supermercato specializzato di Palermo, e commercializza-to anche dal gruppo SMA con un prezzo maggiore del 64,4%; i Kiwi e le pere, distribuiti dalla Ecor Italia, e commercializzati nella GDO con una maggiorazione di prezzo rispettivamente pari al 31,6% e al 73,5% rispetto allo specializzato; le carote e le patate, dove i prezzi rilevati nella GDO sono prossimi al doppio di quelli della distribuzione spe-cializzata, che risulta essere più competitiva in termini di prezzi prati-camente in tutti i prodotti rilevati. Tra gli altri prodotti di provenienza regionale sono stati esaminati i prezzi delle uova, che risultano più convenienti rispetto a quelle offer-te nella GDO, mentre per i pochi prodotti trasformati di provenienza regionale, olio, marmellata, e miele, i differenziali di prezzo sono tutti a favore della GDO, che come accennato risulta in generale più com-petitiva per i prodotti trasformati. Tra gli ottantanove prodotti con minor prezzo rilevati nella GDO, il 60% è risultato “a marchio”, cioè etichettato con il marchio proprio della catena di distribuzione. Più in particolare, nelle catene Coop e Conad, tutti i prodotti sono ri-sultati a marchio (sono stati rilevati rispettivamente otto e cinque pro-dotti), nei supermercati del gruppo SMA i prodotti a marchio rappre-sentano il 74% dei prodotti biologici commercializzati dal gruppo, e nei supermercati del gruppo GS-Carrefour sono risultati diciotto su ventidue, pari all’82% circa del totale rilevato. Un’altra considerazione che può essere fatta riguarda alcune altre ca-tegorie di prodotti nelle quali i prezzi più competitivi risultano, come per l’ortofrutta, o in gran parte o esclusivamente rilevati nella distri-buzione specializzata, o nella GDO.Per quanto riguarda la GDO, que-sta circostanza è evidente per il gruppo dei “latticini”, che comprende yogurt magro e intero, latte fresco e UHT, burro e mozzarella; ma vale anche per le confetture; per la categoria dei succhi, che comprende va-ri tipi di succo di frutta e succo di carota; per prodotti quali i biscotti, le merendine, i corn flakes e per gli “altriprodotti da forno”
80 Giorgio Schifani
Tab.2 Differenze % tra i prezzi minimi rilevati nella GDO e nella distri-buzione specializzata: aceto, olio, caffè, uova, mais
Frutti del Sole/La
Gasena
caffè caffè Alce nero 11,64 spa Conad 10,44 Conad 1,2 11,5
uova uova frasche
Cocco n°6 2,49 n
Scelgo Bio n°6 5,36 GS 2,87 115,3
mais in scatola 96,7
Euro/Kg/l Punto vendita
Euro/Kg/l
Punto vendita
Negozi e supermercati specializzati
Prezzo min. GDO Palermo Prezzo
min.
Valle delle mele
3,83 75,1
mais Ecor 2,12 spa Scelgo Bio 4,17 GS 2,05
olio 8,93 n Scelgo Bio 5,1 GSd'oliva exstra
vergine
0,11 4,3
di Vino bianco Ecor 3,5 n 3,2 SMA 0,3 9,4
aceto
Baule Volante 2,53 n 2,64 SMAaceto di
mele
Villa Bellantani
Categ. Tipo Marca Marca euro %
Prodotto Variazione
Leggenda: spa, sct = supermercati specializzati; n = negozi specializzati (fette biscottate, grissini di riso, sfogliatine); e per le farine (di grano, di farro, di kamut) (Tab. 4,5,6,7,8). Una situazione mista si rileva per i trasformati del pomodoro (Tab.9), mentre in numerose altre categorie e prodotti come per i vari tipi di pane e di gallette, i prezzi di vendita più bassi sono stati riscontrati sempre nei negozi specializzati.
IV I prezzi dei prodotti biologici nella GDO: il caso della città di Palermo 81
Tab.3 Differenze % tra i prezzi minimi rilevati nella GDO e nella distri-buzione specializzata: derivati della trasformazione della frutta fresca e secca, miele, e zucchero
Prodotto Negozi e super specia-lizzati
Prezzo Min. GDO - Palermo Prezzo
Min. Variazione
Categoria Tipo Marca euro/Kg/l Punto vendita Marca euro/Kg/l Punto
vendita euro %
arance Bethel 8,28 n Sma Bio 4,28 SMA 4 93,5
amarene Allos 11,60 sct Rigoni d'Asiago 9,11 SMA 2,49 27,3
albicocche Bio Nature 7,64 sct Conad 5,57 Conad 2,07 37,2
pesche Bio Nature 6,9 spa Scelgo Bio 6,08 GS 0,82 13,5
confettura
mirtilli Baule Vo-lante 10,17 n Il Sarchio 16,17 Sisa 6 59,0
marmellata varie Frutti del Sole 11,9 n Sma Bio 5,57 SMA 6,33 113,6
crema di nocciole
crema di nocciole Pro Bios 11,12 n Rigoni
d'Asiago 10,4 SMA 0,72 6,9
di acacia Apicoltura G.Coniglio 9,02 Spa Sma Bio 7,36 SMA 1,66 22,6 miele
millefiori Miele di Sicilia 8,2 N Scelgo
Bio 7,2 GS 1 13,9
zucchero zucchero di canna Ecor 2,8 Spa Coop 3,5 Coop 0,7 25,0
Leggenda: spa, sct = supermercati specializzati; n = negozi specializzati Tab.4 Differenze % tra i prezzi minimi rilevati nella GDO e nella distri-buzione specializzata: latticini
Prodotto Negozi e super specializzati
Prezzo Min. GDO - Palermo Prezzo Min. Variazione
Categoria Tipo Marca Euro Kg/l
Punto vendita Marca Euro
/K/l Punto vendi-
ta euro %
yogurt intero Cà Verde 3,99 sct Sma frutta 3,60 SMA 0,39 10,8
yogurt magro Antico Po-dere Ber-
nardi 4,16 sct
Prima Na-tura
Bio magro 3,00 SMA/Sisa 1,16 38,7
latte fresco Consiglio 1,70 n Centrale
del latte
1,24 Indip. 0,46 37,1
latte UHT Isola bio 1,45 spa Conad 0,90 Conad 0,55 61,1
mozzarella Ecor 14,80 n Prima Na-
tura Bio
10,80 GS 4,00 37,0
latticini
burro Bio Malga 11,40 n Sma Bio 7,40 SMA 4,00 54,1
Leggenda: spa, sct = supermercati specializzati; n = negozi specializzati
82 Giorgio Schifani
Tab.5 Differenze % tra i prezzi minimi rilevati nella GDO e nella distri-buzione specializzata: pasta, farina, e altri prodotti da forno
Prodotto Negozi e super mer-
cati specializzati
Prezzo Min.
GDO – Palermo
Prezzo Min. Variazione
Categoria Tipo Marca euro/Kg/l Punto vendita Marca euro/Kg/l Punto
vendita euro %
fette biscottate Borsa 6,80 n Scelgo
Bio 4,6 GS 2,4 52,2
sfogliatine Ki 13,00 n Scelgo Bio 9,96 GS 3,04 30,5
altri pro-dotti
da forno grissini di
riso Pro Bios 7,20 sct Scotti 17,8 Indip. 10,6 147,2
varie Ecor 1,60 n Scelgo Bio 1,36 Indip. 0,24 17,6 pasta
kamut Pro Bios 5,00 n Il Sar-chio 6,1 Indip. 1,1 22,0
farina di farro SIMABIO 4,20 n Scelgo
Bio 1,08 GS 3,12 288,9 farina di kamut
Antico Molino 3,75 sct Scelgo
Bio 1,99 GS 1,76 88,4 farina
farina Ecor 1,40 n Scelgo Bio 1,08 GS 0,32 29,6
Leggenda: spa, sct = supermercati specializzati; n = negozi specializza Tab.6 Differenze % tra i prezzi minimi rilevati nella GDO e nella di-stribuzione specializzata: succhi
Prodotto Negozi e super
mercati specializzati
Prezzo Min.
GDO – Palermo
Prezzo Min. Variazione
Categoria Tipo Marca Euro /Kg/l
Punto vendita Marca euro/
Kg/l Punto
vendita euro %
succo di Frutta Nati puri 2,20 spa Coop 1,62 Coop 0,58 35,8
succo e polpa
di frutta Isola Bio 2,25 n Sma
Bio 1,66 SMA 0,59 35,5 succo
di frutta
ai mirtilli Achillea 3,46 n Scelgo Bio 2,38 GS 1,08 45,4
succo di carota
succo di carota Achillea 3,46 n Scelgo
Bio 2,98 GS 0,48 16,1
Leggenda: spa, sct = supermercati specializzati; n = negozi specializzati
IV I prezzi dei prodotti biologici nella GDO: il caso della città di Palermo 83
Tab.7 Differenze % tra i prezzi minimi rilevati nella GDO e nella distri-buzione specializzata: cracker, biscotti, merendine, cornflakes
Prodotto Negozi e super specializzati
Prezzo Min.
GDO - Paler-mo
Prezzo Min. Variazione
Categoria Tipo Marca Euro /Kg/l
Punto vendita Marca Euro
/Kg/l Punto
vendita euro %
cracker Baule Volante 5,22 n Germinal 9,98 SMA 4,76 91,2
Cracker cracker di
riso Alce nero 11,50 spa Scotti 11 Sisa 0,5 4,5
biscotti integrali
Alce nero 6,86 spa Sma Bio 3,57 SMA 3,29 92,2
biscotti vari Ecor 6,57 n Coop 3,32 Coop 3,25 97,9
Frollini al Mais
La Forneria
Biologica 8,10 spa Sma Bio 3,57 SMA 4,53 126,9
frollini mela
e carota Il Sarchio 13,50 n Il Sar-
chio 13,15 Sisa 0,35 2,7
Biscotti
biscotti di riso
Soffiato Ecor 7,10 spa Cereal 11,09 Sisa 3,99 56,2
merendine Merendine varie Ecor 10,70 n Scelgo
Bio 4,77 GS 5,93 124,3
cornflakes Cornflakes vari
Il Frantoio 5,33 n Coop 3,97 Coop 1,36 34,3
Leggenda: spa, sct = supermercati specializzati; n = negozi specializzati
84 Giorgio Schifani
Tab.8 Differenze % tra i prezzi minimi rilevati nella GDO e nella distri-buzione specializzata: gallette, pane
Prodotto Negozi e super-
mercati specializzati
Prezzo Min.
GDO – Palermo
Prezzo Min. Variazione
Categoria Tipo Marca euro/Kg/l Punto vendita Marca Euro
/Kg/l Punto
vendita euro %
di riso Finestra
sul Cielo
8,95 sct Scotti 6,69 Indip. 2,26 33,8
di riso integrale Ecor 7,00 spa Sma Bio 10,32 SMA 3,32 47,4
Al mais Probios 9,32 spa Fiorentini 14 Conad 4,68 50,2 Di riso
al Sesamo
Ecor 7,30 spa Il Sarchio 15 GS 7,7 105,5
Gallette
Di riso ai 4
cereali
Finestra sul
Cielo 8,95 sct Il Sarchio 14,8 Indip. 5,85 65,4
Pan light Baule Volante 4,87 n Matt e
Bio 13,15 SMA 8,28 170,0
pane spezie
Natura Bio 5,25 spa Matt e
Bio 6,22 GS 0,97 18,5 Pane
pane cereali
di segale Baule
Volante
3,48 sct Bjorg 10,73 SMA 7,25 208,3
Leggenda: spa, sct = supermercati specializzati; n = negozi specializzati
IV I prezzi dei prodotti biologici nella GDO: il caso della città di Palermo 85
Tab.9 Differenze % tra i prezzi minimi rilevati nella GDO e nella distri-buzione specializzata: derivati della trasformazione del pomodoro
Prodotto Negozi e super specializzati
Prezzo Min. GDO - Palermo Prezzo
Min. Variazione
Categoria Tipo Marca euro/Kg/l Punto vendita Marca euro/Kg/l Punto
vendita euro %
passata di Pomodoro
passata di Pomodoro
Natura si 1,5 n Conad 1,04 Conad 0,46 44,2
polpa di Pomodoro
polpa di Pomodoro Ecor 1,92 sct Coop 0,98 Coop 0,94 95,9
alla Napoletana
Bio Ita-lia 8 n Bioitalia 6,28 Indip. 1,72 27,4 Sugo
al basilico Natura si 6,11 spa Bioitalia 4,28 Indip. 1,83 42,8
passata Rustica
L'Orto delle
Delizie 1,9 n Scelgo
Bio 2,66 GS 0,76 40,0 Passata Rustica
con basilico Alce nero 4,34 spa Il Sar-
chio 4,24 GS 0,1 2,4 Pomodori
Pelati pomodori
Pelati GiGi 2,37 n Il Sar-chio 2,47 Indip. 0,1 4,2
salsa di Pomodoro
Pronta
salsa di pomodoro
pronta
Alce nero 5,28 spa Il Sar-
chio 5,66 Sisa 0,38 7,2
Pomodorini pomodorini in scatola
Baule Volante 2,91 n Scelgo
Bio 3,08 GS 0,17 5,8
Leggenda: spa, sct = supermercati specializzati; n = negozi specializzati
86 Giorgio Schifani
Tab.10 Differenze % tra i prezzi minimi rilevati nella GDO e nella di-stribuzione specializzata: legumi, zuppe, e minestrone
Prodotto Negozi e su-permercati
Specializzati
Prezzo Min.
GDO – Palermo
Prezzo Min. Variazione
Categoria Tipo Marca Euro /Kg/l
Punto vendita Marca Euro
/Kg/l Punto
vendita euro %
Ceci ceci Ecor 1,66 sct Coop 2,44 Coop 0,78 47,0 legumi e cereali
Finestra sul cielo 3,12 spa
Coop 2,76 Coop 0,36 13,0
Fantasia Baule Volante 3,40 n Coop 2,7 Coop 0,7 25,9
Zuppa
rustica Baule Volante 4,87 n Il Sarchio 6,82 Indip. 1,95 40,0
Lenticchie lenticchie Ecor 1,82 sct Bioitalia 2,1 Indip. 0,28 15,4
cicerchia cicerchia Libera Terra 5,87 n Libera
Terra 4,12 Coop 1,75 42,5 minestrone minestrone Ecor 4,65 sct Il Sarchio 6,17 GS 1,52 32,7
Fagioli fagioli in scatola Ecor 2,13 spa Scelgo
Bio 1,72 GS 0,41 23,8
Piselli piselli in scatola Ecor 2,13 spa Scelgo
Bio 3,5 GS 1,37 64,3
Leggenda: spa, sct = supermercati specializzati; n = negozi specializzati Durante l’indagine è stato inoltre possibile confrontare, per la sola di-stribuzione specializzata, alcuni prezzi di prodotti trovati in più punti vendita (sia dettaglianti che supermercati) aventi la stessa marca commerciale, e molto spesso lo stesso tipo di confezione. Più in particolare i prodotti esaminati sono: lo yogurt magro prodotto dall’Antico Podere Bernardi, i succhi di frutta della “Natipuri”, il pane di segale ai cereali del “Baule Volante”, l’orzo perlato e i piselli in scatola della “Ecor”, tutti con prezzi più competitivi nei due super-mercati specializzati; il burro “Bio Malga”, il succo di frutta con polpa di “Isola Bio”, quello ai mirtilli dell’”Achillea”, i biscotti, la pasta, l’orzo perlato, l’aceto di vino bianco e i piselli in scatola della “Ecor”, l’aceto balsamico, il pane e il pane ai cerali, del “Baule Volante”, la crema di nocciole prodotta da Probios, tutti con prezzi più bassi nel dettaglio specializzato.
IV I prezzi dei prodotti biologici nella GDO: il caso della città di Palermo 87
Tab.11 Differenze % tra i prezzi minimi rilevati nella GDO e nella di-stribuzione specializzata: riso, orzo, farro, miglio
Prodotto Negozi e super specializzati
Prezzo Min.
GDO – Palermo
Prezzo Min. Variazione
Categ. Tipo Marca Euro /Kg/l
Punto vendita Marca Euro
/Kg/l Punto
vendita euro %
riso Ecor 1,55 sct Sma Bio 1,45 SMA 0,46 31,7
riso Integrale
Baule Volante 2,01 n Il Sar-
chio 3,34 Indip. 1,33 66,2 Riso
Chiccolat Sole e Natura 2,3 n Scotti 1,45 Indip. 0,85 58,6
Perlato Ecor 2,42 n Coop 1,96 Coop 0,46 23,5
Orzo
Orzo Alce nero 2,23 spa Scotti 8,84 Indip. 6,61 296,4
Farro Farro Perlato Ecor 3,06 sct Bioitalia 1,55 Indip. 0,51 32,9
Miglio Miglio (de-corticato)
Baule Volante 3,56 n Vivibio 4,23 Indip. 0,73 20,5
Leggenda: spa, sct = supermercati specializzati; n = negozi specializzati
Complessivamente, per questi prodotti, il confronto tra i diversi prezzi mostra differenze generalmente contenute: gli unici due casi in cui il differenziale è superiore al 30% riguardano i succhi di frutta (45,4%), e il succo di mirtilli (38,2%), mentre i casi in cui il differenziale è in-feriore al 10% riguardano nove dei quattordici prodotti considerati, e
88 Giorgio Schifani
precisamente, in ordine decrescente, la crema di nocciole, l’aceto bal-samico, il succo e polpa di frutta, l’orzo perlato, i biscotti, la pasta, il burro, i piselli in scatola, e lo yogurt magro (Tab.12). Tab.12 Un confronto tra le marche nella distribuzione specializzata
Prodotto Negozi special. Supermercati Special. Prezzo più basso Variazione
Tipo Marca euro/Kg/L Marca euro/Kg/L Punto vendita euro %
yogurt ma-gro
Antico Podere
Bernardi 4,22
Antico Podere
Bernardi 4,16 sct 0,08 1,92
burro Bio Mal-ga 11,40 Bio Malga 11,90 n 0,50 4,20
succo di frutta Natipuri 3,20 Natipuri 2,20 spa 1,00 45,45
succo e pol-pa di frutta Isola Bio 2,25 Isola Bio 2,41 n 0,16 6,64
succo ai mirtilli Achillea 3,46 Achillea 5,60 n 2,14 38,21
biscotti vari Ecor 6,57 Ecor 6,97 n 0,40 5,74
pane Baule Vo-lante 5,00 baule Vo-
lante 7,03 n 2,03 28,88
pane cereali di segale
Baule Volante
3,84 di segale
Baule Vo-lante
3,48 sct 0,40 11,49
pasta Ecor 1,60 Ecor 1,68 n 0,08 4,76 orzo perlato Ecor 2,42 Ecor 2,59 sct 0,17 6,56
crema di nocciole Pro Bios 11,12 Probios 12,05 n 0,93 7,72
aceto di vi-no bianco Ecor 3,50 Ecor 4,18 n 0,68 16,27
aceto bal-samico
Baule Vo-lante 8,70 Baule Vo-
lante 9,34 n 0,64 6,85
piselli in scatola Ecor 2,19 Ecor 2,13 spa 0,06 2,82
Leggenda: spa, sct = supermercati specializzati; n = negozi specializzati
IV I prezzi dei prodotti biologici nella GDO: il caso della città di Palermo 89
4.3 La competitività dei prezzi dei prodotti biologici commercia-lizzati nella Grande Distribuzione della città di Palermo
Dal confronto tra i prezzi minimi dei prodotti biologici rilevati nel-le cinque catene della GDO presenti nella città di Palermo, e quelli ri-levati nei supermercati classificati come “indipendenti”, come si può osservare dalle tabelle seguenti, emergono significative differenze. Tab.13 Confronto tra i prezzi minimi rilevati nella GD della città di Pa-lermo
Prodotto Prezzo minimo as-soluto Prezzo meno conveniente Prezzo minimo 2
Categoria Tipo PV Marca euro/ Kg/l PV Marca Var.
% PV Marca Var. %
frollini al Mais Sma Sma
Bio 3,6 Indipend. Il Sarchio 261,3 Coop Coop 1,54
biscotti frollini mela carota
Sisa Il Sar-chio 13,2 Indipend. Vivibio 17,5 GS Germinal 13,7
succo ai mirtilli GS Scelgo
Bio 2,4 Indipend. Cereal 483,1 Sisa Cereal 470,4
riso riso Sma Sma Bio 1,4 GS Scelgo
Bio 37,2 Conad Conad 31,0
gallette riso al sesamo GS Il Sar-
chio 15,0 Indipend. Il Sarchio 131,5 Sma Bjorg 5,06
caffè caffè Conad Conad 10,4 Coop Coop 10,3 Sma SMA 9,2
mais mais in scatola GS Scelgo
Bio 4,2 Sisa Il Sarchio 77,5 Indipend. Il Sarchio 63,5
ceci ceci Coop Coop 2,4 GS Il Sarchio 129,5 Indipend. Bioitalia 71,3
marmell. varie Sma Sma Bio 5,6 GS Scelgobio 9,1 Conad Conad 0,5
orzo perlato Coop Coop 2,2 Indipend. Bioitalia 138,0 GS Il Sarchio 134,7
90 Giorgio Schifani
I prodotti messi a confronto, in tutto cinquantasei, sono quelli com-plessivamente rilevati in più di una delle categoria in cui sono stati or-dinati i punti vendita esaminati, che si ricorda riguardano le cinque ca-tene della GDO presenti nella città di Palermo, Sma-Auchan, GS-Carrefour, Coop, Conad, Sisa, e gli “Indipendenti”. I prodotti con prezzo più vantaggioso sono stati riscontrati: diciassette volte nei supermercati GS (succo di mirtilli, gallette di riso al sesamo, mais in scatola, farina di farro, farina di grano kamut, sfogliatine, gris-soni light, pane alle spezie, piselli in scatola, pomodorini in scatola, merendine, succo di carota, confettura di pesche, fagioli in scatola, fet-te biscottate, pasta), in questo caso per poco meno del 90% a marchio “Scelgo Bio”; sedici volte in quelli del gruppo SMA (frollini di mais, riso, marmellata, crostatine, succo e polpa di frutta, aceto, confettura di arance, olio di oliva, biscotti integrali, confettura di amarene, crema di nocciole, miele di acacia, miele millefiori, aceto di mele, burro) di cui circa il 70% a marchio “Sma Bio”; nove volte negli “Indipendenti” (pomodori pelati, farro perlato, riso integrale, grissini di riso, gallette di riso integrale, chiccolat bevanda di riso, orzo, latte fresco, gallette di riso); sette volte nei punti vendita della Coop (ceci, orzo perlato, zuppa di legumi e cereali, cornflakes, succo di frutta, polpa di pomo-doro, biscotti vari, tutti prodotti a marchio Coop); quattro volte in quelli Sisa (frollini mela e carote, salsa di pomodoro, biscotti di riso soffiato, craker di riso), e tre volte, tutti a marchio, in quelli Conad (caffè, latte Uht, passata di pomodoro). Le offerte a prezzo più basso riguardano nel 64,3% dei casi (36 pro-dotti su 56), tutti prodotti con marchi della GDO, tra i quali prevalgo-no quelli della linea “Scelgo Bio”, seguiti da quelli della linea “Sma Bio”, e da quelli a marchio Coop. Delle altre dieci marche che sono risultate quelle più competitive, in molti casi si tratta di marche industriali (Scotti, Rigoni D’Asiago, Bioitalia, Germinal, ecc.).
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IV I prezzi dei prodotti biologici nella GDO: il caso della città di Palermo 91
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IV I prezzi dei prodotti biologici nella GDO: il caso della città di Palermo 95
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Conclusioni13
Dall’analisi effettuata risulta una situazione complessa e per molti
aspetti di un certo interesse, che evidenzia alcune problematiche irri-solte che caratterizzano la filiera dei prodotti biologici in Sicilia. Come si è visto, l’andamento del settore è nuovamente in crescita, con incrementi sia delle superfici che del numero delle aziende, che dal 2002 al 2004 erano diminuite in maniera consistente, e che nel 2005 risultano rispettivamente di poco superiori ai 180 mila ettari e pari a 7.784 unità. La progressiva riduzione delle risorse finanziarie comunitarie destina-te all’agricoltura biologica, e l’esaurirsi degli impegni precedenti, coincidono in parte con gli anni di flessione del settore, che è rimasto comunque consistente e solido anche in quel periodo, e a questo pro-posito è opportuno ricordare che nella regione una parte non indiffe-rente delle imprese certificate ai sensi del Reg. Cee 2092/91, circa il 30%, non fa, o non ha mai fatto ricorso, ai contributi, evidenziando all’interno del settore un tessuto sano, imprenditorialmente autonomo, sganciato dal sostegno comunitario. Complessivamente, considerando oltre alle aziende di produzione e di produzione/trasformazione anche le imprese classificate di “trasfor-mazione”, che comprendono anche quelle di commercializzazione e condizionamento, il numero degli operatori biologici, pari nel 2005 a 8.217 unità, risulta maggiore di circa un quarto rispetto al 2004. Un aspetto non trascurabile riguarda la dimensione media delle azien-de, pari a ventidue ettari circa (con un campo di variazione che va da-gli 11,3 ettari nella Provincia di Siracusa ai 35,4 ettari in quella di Pa-lermo), che risulta circa cinque volte maggiore della dimensione me-dia regionale. Potenzialmente i quantitativi a disposizione della filiera si mantengo-no considerevoli, e interessano molteplici comparti di rilevante impor-tanza per l’agricoltura della regione, tra cui si ricorda l’olivicolo, il vi-ticolo, il cerealicolo, l’orticolo, l’agrumicolo, ecc.. Le produzioni si giovano di favorevoli condizioni climatiche, e i vari comparti hanno a
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98 Giorgio Schifani
disposizione un ampio numero di varietà, che in alcuni casi possono consentire di articolare le campagne di produzione e di commercializ-zazione in funzione delle richieste dei mercati; commercialmente i prodotti sono spesso sostenuti, oltre che dalla certificazione biologica, anche da altri marchi di qualità e tipicità, che rafforzano ulteriormente la loro immagine. Nonostante il rapporto tra aziende di produzione e “trasformatori” sia abbastanza favorevole (mediamente è risultato di 14,3 a uno, con dif-ferenze per le singole province che variano da 6,8 aziende per impresa di trasformazione nella provincia di Trapani, a 44,9 aziende per im-presa di trasformazione in quella di Enna, dove si concentrano mag-giormente le aziende più estensive, ad indirizzo cerealicolo e cereali-colo-zootecnico), il segmento della trasformazione non è di stimolo e non traina adeguatamente il settore: lo scarso numero di impianti, la bassa capacità lavorativa, la prevalenza di strutture di modesta dimen-sione, non sempre adeguate dal punto di vista tecnologico, non ri-spondono alle esigenze di un settore nuovamente in espansione. Il segmento della trasformazione risulta insufficientemente sviluppato soprattutto per alcuni comparti, che dai dati analizzati risultano parti-colarmente squilibrati anche nel rapporto superfici/numero di trasfor-matori; tra questi si ricordano ancora il vitivinicolo, quello della tra-sformazione del grano duro, che nella maggior parte dei casi è vendu-to nel mercato convenzionale o come prodotto biologico fuori dai con-fini regionali, in Italia e all’estero, e quello zootecnico, che a partire dai primi anni del 2000 ha fatto registrare una notevolissima espansio-ne, e i cui prodotti non hanno facile collocazione, né sul mercato re-gionale, né in altri mercati specializzati. Molto sinteticamente, in questi primi due segmenti della filiera si rile-va: una elevata capacità produttiva, solo in parte adeguatamente valo-rizzata e commercializzata nei circuiti specializzati soprattutto per le difficoltà di concentrazione dell’offerta; un significativo numero di imprese di successo, spesso anche di media dimensione, soprattutto per quei casi in cui avviene l’integrazione completa della filiera, o do-ve si sono sviluppate forme di organizzazione orizzontale; la vulnera-bilità del segmento della trasformazione, che comprende le imprese di commercializzazione, e che risulta poco sviluppato ad eccezione del-comparto oleicolo e di quello agrumicolo; la bassa quota di prodotto
Conclusioni 99
regionale trasformata, e l’obsolescenza degli impianti regionali, poco adeguati alle esigenze della qualità (scarsamente specializzati); il mo-desto sviluppo della filiera corta, che in molti contesti soffre per la scarsa attivazione delle potenziali sinergie necessarie alla valorizza-zione del territorio, e quindi dei suoi prodotti. Per quanto riguarda il mercato, si segnala la difficoltà di una buona parte delle imprese siciliane di soddisfare le esigenze della GDO (nuovi oneri per ulteriori certificazioni, volumi di prodotto, modalità di confezionamento, continuità e standardizzazione delle forniture, ecc.), specialmente dove non sono state sviluppate forme associative o una efficiente integrazione della filiera. La fase della commercializzazione risulta critica soprattutto per le a-ziende che si limitano a produrre senza trasformare, e per quelle che, pur trasformando, non attivano adeguate politiche di valorizzazione dei prodotti (marchio del produttore, certificazioni aggiuntive, strate-gie di marketing, ecc.). Nel caso preso in esame sembra evidente l’interesse della Distribuzio-ne Moderna: i supermercati dove sono stati trovato prodotti biologici sono in tutto 71, pari all’84,5% del totale dei punti vendita presenti nella città di Palermo, e di questi cinquantuno appartengono alle cate-ne nazionali Conad, GS-Carrefour, Coop, Sma-Auchan, Sisa (insieme rappresentano il 70,8% dei supermercati con prodotti biologici nella città di Palermo) e 20 a marchi locali. Complessivamente si è riscontrata la presenza di centoquaranta diffe-renti tipi di prodotti, di cui settantasei nei venti supermercati “Indi-pendenti”, e centotrenta nei cinquantuno supermercati delle cinque ca-tene nazionali. I gruppi GS e Coop sono quelli risultati maggiormente “specializzati” per quanto riguarda il numero di esercizi in cui sono stati rilevati i prodotti: infatti, in entrambi i casi tutti i punti vendita sono risultati provvisti di prodotti biologici, in numero variabile (considerando le diverse tipologie di prodotto) da un massimo compreso tra nove a set-tantatre nel caso di GS, e tra diciassette a quarantasei nel caso dei pun-ti vendita della Coop. Tra i prodotti rilevati, quelli in assoluto più dif-fusi, e probabilmente più consumati, sono lo yogurt, la passata di po-modoro, le gallette, i biscotti, i succhi di frutta, le uova, il burro, la pa-sta, l’orzo, i cornflakes, e il mais. Tra i prodotti con diffusione com-
100 Giorgio Schifani
presa tra il 20 e il 30% si trovano ai primi posti alcuni prodotti da for-no, come biscotti integrali, grissini di riso e sfogliatine, ma anche pro-dotti potenzialmente importanti per la regione come l’olio, la polpa di pomodoro, il latte UHT, e le confetture. Con scarsa frequenza sono stati rilevati anche alcuni prodotti di largo consumo e di una certa importanza quali il pane, il miele, il caffè, l’aceto e i pomodori pelati, che presentano tutti valori di diffusione prossimi al 10%. Per quanto riguarda il confronto con la distribuzione specializzata, so-no stati analizzati i prezzi degli 89 prodotti (63,6% del totale rilevati nella GDO) più diffusi nella GDO: questi fanno riferimento a settanta-trè diverse marche, di cui cinquantacinque rilevate nella distribuzione specializzata e solo diciotto nella GDO, dove prevalgono i prodotti a marchio quali Scelgo bio, Coop, Conad, Sma Bio. Nonostante le notevoli differenze di prezzo rilevate in alcuni casi, per la maggior parte dei prodotti (54 prodotti, pari al 60,6% del totale) il differenziale di prezzo al bancone tra GDO e distribuzione specializ-zata, è comunque risultato maggiore del 30%. Complessivamente i prezzi più bassi sono stati riscontrati nel 46% cir-ca dei casi nei punti vendita della distribuzione specializzata (quaran-tadue prodotti, tra cui i tredici dell’ortofrutta), e nel 54% circa dei casi (quarantotto prodotti) nella GDO. Un elemento di un certo interesse si riferisce alla scarsa diffusione dei marchi relativi ai prodotti di provenienza regionale, rilevati solamente in tredici casi, aspetto che evidenzia la debolezza complessiva del set-tore biologico in Sicilia, che non riesce a consolidare i rapporti con la grande distribuzione, né per quanto riguarda il fresco (ortofrutta) né per quanto riguarda i trasformati. Per questi ultimi, la mancanza di competitività in termini di prezzo è indicativa di come adeguate economie di scala, e una più opportuna gestione dei prodotti a lunga conservazione, costituiscano per la GDO un elemento di indubbia forza, difficilmente aggirabile se non si svi-luppano adeguatamente l’integrazione orizzontale tra le aziende, e i segmenti a valle della filiera. L’elevato differenziale di prezzo rilevato nella maggior parte dei casi (62,6% dei casi) con oscillazioni che variano dal 30% a quasi il 300%, evidenzia una situazione di forte instabilità del mercato, che molto
Conclusioni 101
probabilmente contribuisce a generare confusione e incertezza nei consumatori, e conferma le disfunzioni soprattutto nelle filiere di al-cuni prodotti, e nello stesso tempo ne sottolinea gli ampi margini di riduzione dei costi. Alla ampia diffusione dei diversi tipi di prodotti biologici si contrap-pone la scarsa attitudine, della GD in generale, ad attuare efficaci a-zioni di promozione, in grado di imprimere ulteriore slancio ai con-sumi; l’assenza di spazi dedicati, la mancanza di personale specializ-zato, si sommano alla totale assenza di programmi pubblici rivolti a sviluppare una migliore educazione alimentare nelle scuole e nelle famiglie; la mancata attuazione di una legge regionale sulla ristorazio-ne pubblica biologica, di cui si sono dotate la maggior parte delle altre regioni d’Italia, frena lo sviluppo di una sana cultura alimentare. Come si è già avuto modo di accennare, la presenza in un unico caso dell’orto-frutta e la scarsa competitività rilevata nei prezzi rispetto ai prodotti locali presenti nei negozi specializzati, è indicativa sia di pos-sibili futuri spazi per i prodotti regionali freschi nella GDO, sia dei li-miti della GDO stessa nella distribuzione ai punti vendita periferici, di prodotti “freschi” extra regionali, soprattutto in regioni come la Sici-lia, forte produttrice (le cause possono essere probabilmente ricondu-cibili anche ai maggiori costi, sia degli acquisti, che della organizza-zione e gestione degli approvvigionamenti, che sono effettuati oltre i confini regionali). Analogo ragionamento può probabilmente valere per la carne, in quanto anche questa si trova attualmente solo negli e-sercizi specializzati (tutti), e solo occasionalmente (non nel periodo di rilevazione) in un supermercato della GDO di Palermo. La parte dell’indagine condotta attraverso interviste ai responsabili della GDO, che ha interessato sei punti vendita (quattro supermercati SMA, Sigma, GS, Coop, e due ipermercati SMA-Auchan), e la centra-le regionale della Coop, ha evidenziato soprattutto la scarsa autonomia decisionale degli attori locali nei processi decisionali relativi agli ap-provvigionamenti e alla scelta dei fornitori, che in tutti i casi è nor-malmente programmata dalla sede centrale e/o regionale, e solo occa-sionalmente di concerto con il punto vendita. In generale sembrano preferiti in primo luogo i fornitori con prodotti di provenienza esclusivamente nazionale o regionale, con prodotti qualificati da certificazioni volontarie aggiuntive a quella biologica,
102 Giorgio Schifani
che mostrano disponibilità per visite aziendali da parte di incaricati della catena. Per quanto riguarda l’unica centrale regionale che è stato possibile contattare, quella della Coop, il suo management non ritiene partico-larmente importante l’attuale posizionamento dei prodotti biologici nell’ambito delle politiche dell’azienda, che in Sicilia non tratta pro-dotti ortofrutticoli biologici, e che a livello nazionale punta prevalen-temente ai prodotti integrati. Nonostante l’ampia diffusione di prodotti rilevati, complessivamente l’indagine evidenzia dunque una realtà potenzialmente interessante, ma che si caratterizza per essere scarsamente autonoma (anche nel ca-so della centrale della Coop) e dipendente nella sostanza dalle strate-gie elaborate a livello nazionale dai diversi gruppi, elemento che pena-lizza sicuramente i rapporti con i produttori biologici siciliani.
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Finito di stampare nel mese di luglio del 2007dalla tipografia « Braille Gamma S.r.l. » di Santa Rufina di Cittaducale (Ri)
per conto della « Aracne editrice S.r.l. » di Roma
CARTE: Copertina: Digit Linen 270 g/m2, Interno: Patinata opaca Bravomatt 115 g/m2; ALLESTIMENTO: Legatura a filo di refe / brossura.