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Giovanni Pascoli 1855-1912 Giovanni Pascoli a cura del prof. Marco Migliardi

a cura del prof. Marco Migliardi Giovanni Pascoli · Nel 1871 muore il fratello Luigi. ... nei personaggi umili e semplici. ... definite il Pascoli " Presente il tema dei parenti

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Giovanni Pascoli 1855-1912

Giovanni Pascoli

a cura del prof. Marco Migliardi

Pascoli – l’infanzia

v Nasce a San Mauro di Romagna nel 1855 da famiglia agiata

v Quarto di dieci fratelli v Primi anni felici v 10 agosto 1867: muore il

del padre, assassinato v 1868: muoiono anche la

madre e una sorella v Nel 1871 muore il fratello

Luigi

La morte del padre

v Fu un dramma in tutti i sensi

v Forse ucciso per interessi economici o di lavoro: era l’amministratore delle tenute Torlonia

v La famiglia sapeva chi era l’assassino e per Giovanni, continuare a vivere vedendolo passare per strada, fu straziante

Villa Torlonia

I drammi famigliari

Tema del nido intatto nella prima infanzia, sempre rimpianta, e poi disfatto e impossibile da ricreare.

Tema della morte e del dialogo coi cari defunti che ricorrerà ossessivo nella produzione poetica di Pascoli

Causarono:

Il rifugio nel “nido” familiare

v È testimonianza di fragilità psicologica

v Implica l’incapacità di rapportarsi con l’altro

v Determina una visione turbata della sessualità

v Il poeta vive il rapporto amoroso in modo sublimato attraverso la sua relazione con le sorelle

Giovanni con la sorella Maria

Il simbolismo pascoliano: il nido

D

B

C

A Famiglia d’origine, protezione

L’uscita è definitiva

Impossibilità di ricostruirlo

Rifiuto dell’eros

Trasposizione del concetto di nido anche in politica (socialismo

umanitario e nazionalismo solidale)

Altro tema chiave: il fanciullino

Indica la spensieratezza, l’innocenza la capacità di stupirsi

Deve sempre essere presente la sua voce in ogni poeta

E’ pur sempre il segno nostalgico per un’infanzia per sempre perduta

Legato anch’esso ai lutti famigliari

Il Fanciullino (1897)

v Questo saggio è un manifesto poetico: §  La voce del fanciullino va affievolendosi e solo il poeta

vero la ascolta §  In questo modo traduce in poesia le sue fantasie, le

sue intuizioni.

§  La vera conoscenza è sempre intuitiva, così come è intuitivo il fanciullo. La poesia pura coincide con questa conoscenza, fatta di suggestioni simboliche che rivelano il mistero della vita al di là del razionale.

§  In questo modo il poeta riesce a cogliere la bellezza nascosta nelle piccole cose, nei personaggi umili e semplici. Poeta veggente

§  La poesia deve essere consolatrice, esprimere buoni sentimenti, conciliare l’armonia

La formazione scolastica

v Prima dagli Scolopi a Urbino v poi al Liceo classico a Rimini e a

Firenze v Infine l’Università a Bologna dove fu

allievo di Carducci v La sua formazione era classica e

umanistica, ma in ambito positivista v La consapevolezza del fallimento della

scienza e della ragione lo trasformò nel primo vero poeta decadente italiano

L’impegno politico

v Il carattere mite non gli impedì di impegnarsi attivamente in politica nelle file socialiste

v Tiene comizi accesi e viene pure arrestato: 100 giorni di galera

v La sua adesione al PS può essere vista come una sorta di allargamento del nido a livello nazionale

v Era infatti per un socialismo solidale non per la lotta di classe

Il fondatore del Partito Socialista Italiano, Andrea

Costa, conosciuto ad Pascoli

La docenza

v Insegna nei licei classici di Matera e poi di Massa

v Qui vuole con sé le sorelle Ida e Maria in un estremo tentativo di ricostruire il nido distrutto

v Poi insegnò a Livorno v Vince 13 premi come

compositore latino v 1894 viene chiamato a

Roma a collaborare col Ministero P.I.

v Qui frequenta D’Annunzio

Pascoli con le due sorelle Ida e Maria

Myricae

v  In questi anni comincia a scrivere poesie raccolte in Myricae (1900)

v  Il termine latino si riferisce ad un verso delle “Bucoliche” del poeta latino Virgilio che definisce questi fiori, le tamerici appunto, “Humiles”

v  P. vuole indicare la caratteristica della sua prima poesia, quella delle “piccole cose”

v  Sono 156 poesie dedicate al padre

Novità di Myricae

D

B

C

A Nuovi temi

Nuove forme espressive

Nuova metrica

Nuovo lessico

Natura e vita agreste, ma

anche la contemplazione ed l’evocazione

della morte

Lessico familiare e quotidiano su cui si innestano

tecnicismi, onomatopee e

analogie

Al limite dello sperimentalismo con puntini sospensivi e punti

esclamativi che alterano la sintassi; ricorso a frasi nominali

e al simbolismo

rime interne, versi frantumati,

enjembements , largo uso di assonanze e consonanze

Il significato di Myricae

v La descrizione del mondo contadino non è fine a se stessa ma porta ad un significato universale

v La rappresentazione della vita nei campi è solo all'apparenza il messaggio che il poeta vuole dare

v In realtà fa da scenario a stati d'animo, inquietudini ed emozioni.

v Il significato delle Myricae va quindi oltre l'apparenza.

Nel campo mezzo grigio e mezzo nero resta un aratro senza buoi, che pare dimenticato, tra il vapor leggero. E cadenzato dalla gora viene lo sciabordare delle lavandare con tonfi spessi e lunghe cantilene: Il vento soffia e nevica la frasca, e tu non torni ancora al tuo paese! Quando partisti, come son rimasta! Come l'aratro in mezzo alla maggese.

X agosto

San Lorenzo , io lo so perché tanto di stelle per l'aria tranquilla arde e cade, perché si gran pianto nel concavo cielo sfavilla.

Ritornava una rondine al tetto : l'uccisero: cadde tra i spini; ella aveva nel becco un insetto: la cena dei suoi rondinini.

Ora è là, come in croce, che tende quel verme a quel cielo lontano; e il suo nido è nell'ombra, che attende, che pigola sempre più piano.

Anche un uomo tornava al suo nido: l'uccisero: disse: Perdono ; e restò negli aperti occhi un grido: portava due bambole in dono.

Ora là, nella casa romita, lo aspettano, aspettano in vano: egli immobile, attonito, addita le bambole al cielo lontano.

E tu, Cielo, dall'alto dei mondi sereni, infinito, immortale, oh! d'un pianto di stelle lo inondi quest'atomo opaco del Male!

v  Tematiche §  La morte del padre §  Il nido §  Il fanciullino §  La terra “atomo opaco del

male” §  La contrapposizione fra l’uomo

buono e quello cattivo. Il mistero del male

§  La laicità §  Il dolore non è solo degli

uomini ma è universale §  L’aspetto positivista:

l’Astronomia §  Figure retoriche (metonimia,

metafora) §  Lo sperimentalismo linguistico

Il linguaggio

Sperimen- talismo

Lingua comune

Onoma- topee

Termini tecnici

I vari linguaggi (detti anche pre e post grammaticali) si fondono col linguaggio semplice e comune, quasi infantile e di basso registro

A Castelvecchio

v  Nonostante la docenza universitaria in diverse città, si cercò un “nido” nel piccolo paese di Castelvecchio, in Garfagnana insieme a 2 sorelle in una casa che comprò nel 1902

v  L’idea di ricostruire un nido con le sorelle ha del morboso. Decise di non sposarsi e non accettò mai il matrimonio di Ida

v  Si tratta del tentativo estremo di ricostruire il nido dell’infanzia

v  Qui resterà fino alla morte nel 1912

2° raccolta: I canti di Castelvecchio

v Analogie con Myricae §  Dedica ad un parente

scomparso (la madre) §  Temi campestri e famigliari §  “Myricae autunnali” le aveva

definite il Pascoli §  Presente il tema dei parenti

morti §  La natura come luogo di

consolazione e di serenità, ma anche di compartecipazione al dolore

v Differenze §  Liriche più lunghe, di

maggior respiro §  Più musicali, con frequenti

richiami fonici §  + evidente il richiamo a

Verlaine §  Compare il ricordo

nostalgico dell’infanzia

www.polovalboite.it/didattica.htm

Il Gelsomino notturno

v  E s'aprono i fiori notturni, nell'ora che penso a' miei cari. Sono apparse in mezzo ai viburni le farfalle crepuscolari. Da un pezzo si tacquero i gridi: là sola una casa bisbiglia. Sotto l'ali dormono i nidi, come gli occhi sotto le ciglia. Dai calici aperti si esala l'odore di fragole rosse. Splende un lume là nella sala. Nasce l'erba sopra le fosse. Un'ape tardiva sussurra trovando già prese le celle. La Chioccetta per l'aia azzurra va col suo pigolio di stelle. Per tutta la notte s'esala l'odore che passa col vento. Passa il lume su per la scala; brilla al primo piano: s'è spento . . . È l'alba: si chiudono i petali un poco gualciti; si cova, dentro l'urna molle e segreta, non so che felicità nuova.

Le altre raccolte

1904: Poemi conviviali §  Poesia preziosa, colta, simbolica §  Miti del mondo classico in chiave decadente §  Protagonisti Ulisse, Alessandro Magno, Tiberio…

v 1909: Nuovi poemetti §  Poesia della natura, del mistero, del cosmo, della

morte (La vertigine) v 1908-12: Canzone di Re Enzio, Poemi italici

e Poemi del Risorgimento §  Poesia a tema politico e storico

Gli ultimi anni

v La situazione internazionale difficile e i dolori privati lo mandano in depressione che P. tenta di “curare” con l’alcol

v Succede a Carducci nella cattedra di Letteratura Italiana all’università di Bologna

v In occasione della guerra in Libia P. si schiera a favore dell’intervento scrivendo il celebre discorso ”La grande Proletaria si è mossa”

v Malato di cirrosi epatica causata dal suo alcolismo, muore a 56 anni per un tumore al fegato, nel 1912

Pascoli imperialista?

•  Fece scalpore l’adesione nazionalista alla guerra di Pascoli noto socialista

•  Ma tutto va letto come una proiezione dell’ideologia del “nido”.

•  P. avverte il dramma degli emigrati costretti a lasciare la patria e per questo legittima le conquiste coloniali, allo scopo di offrire ai figli della nazione “proletaria” (l’Italia) una terra

•  E per P. era anche giusto che “La grande Proletaria” si impegnasse nell’aiutare i popoli più svantaggiati

•  P. vuole ricreare il nido a livello transnazionale

www.polovalboite.it/didattica.htm

Ricapitolando…

Il merito maggiore attribuibile al Pascoli fu quello di essere riuscito nell'impresa di far uscire la poesia italiana dall'eccessiva aulicità e retoricità non solo del Carducci e del Leopardi, ma anche del suo contemporaneo D'Annunzio.

In altre parole, fu in grado di creare finalmente un legame diretto con la poesia d'Oltralpe e di respiro europeo.

Pascoli è l’iniziatore della poesia frammentaria che ha dominato dai suoi tempi fino alla “poesia pura”.

Fino al Carducci la nostra lirica ha uno scheletro, uno sviluppo lineare e logico: le liriche di Pascoli non hanno un filo né narrativo, né logico”

(A.Momigliano)