A Dieci Anni Da Ecclesia Dei

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  • 7/23/2019 A Dieci Anni Da Ecclesia Dei

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    A dieci anni dal Motu proprio "Ecclesia Dei"conferenza, tenuta a Roma, presso l'Hotel Ergife il 24.1.1!!, in occasione

    delle cele#razioni per i dieci anni del Motu proprio "Ecclesia Dei"

    A dieci anni dalla pu##licazione del Motu $roprio "Ecclesia Dei", %uale&alutazione possiamo fare $enso c(e %uesta sia innanzitutto un'occasione permostrare la nostra gratitudine e per esprimere ringraziamenti. )e di&ersecomunit* c(e sono sorte grazie al documento ponti+cio (anno dato alla (iesaun gran numero di &ocazioni sacerdotali e religiose c(e con zelo, in letizia e instretta unione con il $apa, (anno o-erto il loro ser&izio alla (iesa in %uestonostro attuale periodo storico. $er mezzo loro molti tra i fedeli sono staticonfermati nella gioia di &i&ere la liturgia e confermati nel loro amore per la(iesa o forse (anno riscoperto entram#e le cose. n molte diocesi / e il loronumero 0 tutt'altro c(e piccolo / essi ser&ono la (iesa in colla#orazione con iesco&i e in unione fraterna con %uei fedeli c(e si sentono a loro agio con lemutate forme della nuo&a liturgia. $er tutto %uesto non possiamo mancare oggidi rendere grazie.

    on sare##e tutta&ia realistico se sor&olassimo in silenzio su %uelle cose c(esono meno positi&e. n molti luog(i persistono e si perpetuano di3colt* perc(alcuni &esco&i, preti e fedeli considerano %uesto attaccamento alla &ecc(ialiturgia come un elemento di di&isione c(e non pu5 non distur#are la comunit*ecclesiale e non far supporre una certa riser&a %uanto all'accettazione deloncilio e, pi6 in generale, all'o##edienza &erso i legittimi pastori della (iesa.

    )e domande c(e do##iamo porci sono dun%ue le seguenti7 come si possonosuperare %ueste di3colt* ome si pu5 costruire la necessaria +ducia neigruppi e nelle comunit* c(e amano l'antica liturgia e c(e &ogliono siapaci+camente integrata nella &ita della (iesa Ma c'0 un'altra domanda c(ederi&a dalle precedenti7 %ual 0 la ragione profonda di %uesta s+ducia e delri+uto di perpetuare le antic(e forme liturgic(e

    8 senza du##io possi#ile c(e in %uesto campo esistano ragioni c(e sono amonte di ogni considerazione teologica e c(e (anno le loro radici nel caratteredegli indi&idui, o nel contrasto tra i di&ersi caratteri, o in altri elementi a-attoesteriori. Ma 0 certo c(e &i sono anc(e altre e pi6 profonde ragioni c(espiegano %uesti pro#lemi. Due sono le ragioni c(e &engono pi6 fre%uentementeaddotte7 mancanza di o##edienza al oncilio c(e &olle riformati i li#ri liturgici erottura dell'unit* come conseguenza necessaria del lasciare in uso formeliturgic(e di-erenti. E' relati&amente semplice confutare sul piano teoretico%uesti due ragionamenti. on 0 stato il oncilio a riformare i li#ri liturgici, essone (a ordinato la re&isione e, a %uesto +ne, (a +ssato alcuni principifondamentali. n primo luogo il oncilio (a dato una de+nizione di c(e cos'0 laliturgia e %uesta de+nizione fornisce un metro di giudizio per ogni cele#razioneliturgica. 9e si ignorano %ueste regole essenziali e si accantonano le "normaegenerales" formulate nei numeri :4/:; della ostituzione "De 9acra )iturgia",

    allora si c(e si disu##idisce al oncilio< 8 alla luce di %uei criteri c(e lecele#razioni liturgic(e de##ono essere giudicate, siano esse #asate sui &ecc(i osui nuo&i testi. a %ui ricordato %uanto osser&o il ardinale e=man7 nel corso

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    della sua storia la (iesa non (a mai a#olito o proi#ito forme ortodosse diliturgia, perc( ci5 sare##e estraneo allo spirito stesso della (iesa. >naliturgia ortodossa, &ale a dire una liturgia c(e esprime la &era fede, non 0 maiuna raccolta fatta secondo criteri pragmatici di cerimonie di&erse, manipola#iliad ar#itrio, oggi in un modo e domani in un altro. )e forme ortodosse di un rito

    sono realt* &i&enti, sgorgate dal dialogo tra la (iesa e il suo 9ignore? sonol'espressione della &ita della (iesa, in cui si condensano la fede, la preg(iera ela &ita stessa delle generazioni, do&e 0 incarnata nello stesso tempo in formaconcreta l'azione di Dio e la risposta dell'uomo. @uesti riti possono estinguersise il soggetto c(e li usa in un particolare momento scompare, o se %uestosoggetto &iene ad inserirsi in un altro modo di &ita. n situazioni storic(edi&erse l'autorit* della (iesa pu5 sta#ilire e limitare l'uso dei riti, ma non li&ieta mai sic et simpliciter< osi il oncilio (a ordinato una riforma dei li#riliturgici, ma non (a proi#ito i li#ri precedenti. l criterio espresso dal oncilio 0pi6 ampio e pi6 esigente7 esso (a in&itato tutti all'autocritica. 9u %uesto puntoritorneremo.

    Esaminiamo ora l'altro argomento, %uello secondo cui l'esistenza di due riti 0un ostacolo all'unit*. ccorre %ui distinguere fra l'aspetto teologico e %uellopratico. Dal punto di &ista teoretico e fondamentale occorre rendersi conto c(esono sempre esistite molte forme del rito latino e c(e esse sono gradualmentecadute in disuso in seguito alla maggiore coesione delle culture secolarieuropee. Bino al oncilio, a +anco del Rito Romano sono esistiti %uelloAm#rosiano, %uello Mozara#ico di Coledo, %uello di raga, %uello di (artreu,%uello dei ertosini, %uello dei Domenicani, il pi6 noto di tutti, e forse altri di cuinon (o conoscenza. essuno si 0 mai scandalizzato c(e i Domenicani, spesso

    presenti nelle nostre parrocc(ie, non cele#rassero come i preti secolari maseguissero un rito proprio. on a##iamo mai a&uto alcun du##io c(e il loro ritofosse cattolico al pari di %uello romano ed era&amo +eri della ricc(ezza di tantedi&erse tradizioni. noltre si pu5 dire %uesto7 c(e &iene spesso ampliata lali#ert* c(e il nuo&o Ordo Missaelascia alla creati&it*, e c(e la di-erenza fraliturgie c(e si cele#rano secondo i nuo&i li#ri, cosF come &engono di fattomesse in pratica e cele#rate nei di&ersi luog(i, 0 spesso pi6 grande di %uellatra l'antica e la nuo&a liturgia, %uando l'una e l'altra &engono cele#rate inconformit* con le prescrizioni dei li#ri liturgici. l cristiano medio, pri&o di unacultura liturgica specialistica, (a di3colt* a distinguere tra una Messa cantatain latino secondo il &ecc(io Messale ed una cantata in latino secondo %uello

    nuo&o. )a di-erenza fra una cele#razione liturgica c(e si attiene fedelmente alMessale di $aolo e la realt* di cele#razioni in lingua corrente, con tutte lepossi#ili li#ert* di partecipazione e di creati&it*, %uella di-erenza si c(e pu5essere enorme