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P PRIMO PIANO Rapporto Rifiuti Urbani 2015 Morlando a pag.2 L’Etiopia è in ginocchio Per l’Etiopia si prospettano tempi duri, anzi durissimi. Colpita dalla peggiore siccità in trent’anni, circa dieci mi- lioni di persone sono ridotte alla malnutrizione a cui bi- sogna aggiungere la perdita di bestiame e la perdita del raccolto. Paparo a pag.5 È il Parco Nazionale più vasto della Campania, il secondo d'Italia, con ben 181.048 et- tari, comprende 80 comuni e 8 comunità montane, estenden- dosi dalla costa tirrenica fino ai piedi dell'Appennino cam- pano-lucano... Mercadante a pag.8 Il benessere equo e sostenibile in Italia Roca a pag.11 Nel capoluogo partenopeo nasce un progetto unico in Italia Il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano A Napoli la diga che produce energia dalle onde In Italia sta cre- scendo l’interesse per la produzione di ener- gia pulita da onde e maree e secondo il Piano d’azione nazio- nale per le energie rinnovabili sarà in- stallata una potenza di 3 MW di questo tipo di impianti entro il 2020. Quando si parla di energia dal mare s’intende l’ener- gia delle correnti, delle onde, delle maree e del gradiente termico tra superficie e fondali. Oltre a presentare un’ampia gamma di risorse, questo tipo di energia è una fonte de- cisamente “pulita” che potrebbe rappresen- tare la rinnovabile del futuro; il problema è capire quanto sia pros- simo questo futuro: allo stato attuale, in- fatti, di impianti svi- luppati a livello com- merciale ce ne sono davvero pochissimi a causa degli alti costi di ricerca e sviluppo e la mancanza di uno o più standard in grado di abbattere drastica- mente gli altri costi, ossia quelli di produ- zione. Già a luglio scorso L'ENEA ha pre- sentato a Roma una tecnologia smart e low cost per produrre energia dalle onde del mare.. Martelli a pag.4 Comunicazione integrata: seminario Snpa Rafforzare e sistematizzare la comunicazione delle Agenzie regionali per la protezione del- l’ambiente. È uno degli obiettivi del seminario che si è tenuto a fine gennaio a Firenze, con la partecipazione del Consiglio federale del Si- stema nazionale di protezione ambientale, del Comitato tecnico permanente e di una vasta platea di comunicatori di Ispra, Arpa e Appa. Mosca-Tafuro a pag.7 “Fino a qualche anno fa forse avrei dovuto spiegare il perché fosse importante ragionare su delle soluzioni che potessero venire in aiuto all’apicoltura, permettendo anche di conoscere meglio la biologia delle api. Ora il problema è noto in tutto il mondo: le api sono in pericolo e con loro il processo di impollina- zione, che guarda caso ci nutre”. Così Andrea Rosani, del Dipartimento di ingegneria e scienze dell’informazione dell’Università di Trento, inizia a raccontare di Melixa, un’arnia tecnologica che permette di monitorare le api in modo sostenibile e non invasivo. Buonfanti a pag.10 Mandato a pag.13 Il ruolo delle sostanze chimiche negli alimenti Carlo di Borbone partì dalla sua Napoli quando ereditò, alla morte del padre, il trono di Spagna il 6 ot- tobre del 1759 salutato con com- mozione e affetto da una grandissima folla. De Crescenzo-Lanza a pag.14 Tre secoli fa nasceva il Re Carlo di Borbone Il più grande sovrano dell’età moderna conosciuto in Italia NATURA & BIODIVERSITÀ Nasce in Trentino un’arnia super tecnologica Si è censita l’esistenza di 1.413 stazioni “impresen- ziate” (le chiamano così nel Gruppo FSI), su un totale di circa 2.700: per il 70% si tratta di stazioni in discreto stato di conservazione. L’ipotesi che molte di esse - mediante progetti ad hoc, attenti anche a numerosi aspetti di ecosostenibilità - possano essere trasformate in strutture che concorrono alla valorizzazione dell’am- biente, al tempo stesso mantenendo memoria della funzione “storica” delle fer- rovie per favorire la mobi- lità pubblica, si sta avverando. Palumbo a pag.15 ECOSOSTENIBILITÀ SICUREZZA ALIMENTARE DAL MONDO TRADIZIONI & CULTURA La fonte principale dei dati è l'Eurostat (Ufficio Statistico dell’Unione europea) che mette a disposizione tutte le banche dati e le pubblica- zioni (ec.europa.eu/eurostat). BIO-ARCHITETTURA Il recupero ecosostenibile delle stazioni ferroviarie abbandonate

A Napoli la diga che produce energia dalle onde · venti che hanno accettato lo smaltimento dei rifiuti crimi-nale a costo zero. Terra dei Fuochi: qui si continua a morire Trivellazioni,

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Page 1: A Napoli la diga che produce energia dalle onde · venti che hanno accettato lo smaltimento dei rifiuti crimi-nale a costo zero. Terra dei Fuochi: qui si continua a morire Trivellazioni,

PPRIMO PIANORapporto Rifiuti Urbani 2015

Morlando a pag.2

L’Etiopia è in ginocchio

Per l’Etiopia si prospettanotempi duri, anzi durissimi.Colpita dalla peggiore siccitàin trent’anni, circa dieci mi-lioni di persone sono ridottealla malnutrizione a cui bi-sogna aggiungere la perditadi bestiame e la perdita delraccolto.

Paparo a pag.5

È il Parco Nazionale più vastodella Campania, il secondod'Italia, con ben 181.048 et-tari, comprende 80 comuni e 8comunità montane, estenden-dosi dalla costa tirrenica finoai piedi dell'Appennino cam-pano-lucano...

Mercadante a pag.8

Il benessere equo e sostenibile in Italia

Roca a pag.11

Nel capoluogo partenopeo nasce un progetto unico in Italia

Il Parco Nazionale delCilento e Vallo di Diano

A Napoli la diga che produceenergia dalle onde

In Italia sta cre-scendo l’interesse perla produzione di ener-gia pulita da onde emaree e secondo ilPiano d’azione nazio-nale per le energierinnovabili sarà in-stallata una potenzadi 3 MW di questotipo di impianti entroil 2020. Quando siparla di energia dalmare s’intende l’ener-gia delle correnti, delleonde, delle maree e delgradiente termico trasuperficie e fondali.Oltre a presentareun’ampia gamma dirisorse, questo tipo dienergia è una fonte de-cisamente “pulita” chepotrebbe rappresen-

tare la rinnovabile delfuturo; il problema ècapire quanto sia pros-simo questo futuro:allo stato attuale, in-fatti, di impianti svi-luppati a livello com-merciale ce ne sonodavvero pochissimi acausa degli alti costi diricerca e sviluppo e lamancanza di uno o piùstandard in grado diabbattere drastica-mente gli altri costi,ossia quelli di produ-zione. Già a luglioscorso L'ENEA ha pre-sentato a Roma unatecnologia smart e lowcost per produrreenergia dalle onde delmare..

Martelli a pag.4

Comunicazione integrata:seminario Snpa

Rafforzare e sistematizzare la comunicazionedelle Agenzie regionali per la protezione del-l’ambiente. È uno degli obiettivi del seminarioche si è tenuto a fine gennaio a Firenze, con lapartecipazione del Consiglio federale del Si-stema nazionale di protezione ambientale, delComitato tecnico permanente e di una vastaplatea di comunicatori di Ispra, Arpa e Appa.

Mosca-Tafuro a pag.7

“Fino a qualche annofa forse avrei dovutospiegare il perché fosseimportante ragionaresu delle soluzioni chepotessero venire inaiuto all’apicoltura,permettendo anche diconoscere meglio labiologia delle api. Orail problema è noto in tutto il mondo: le api sonoin pericolo e con loro il processo di impollina-zione, che guarda caso ci nutre”. Così AndreaRosani, del Dipartimento di ingegneria escienze dell’informazione dell’Università diTrento, inizia a raccontare di Melixa, un’arniatecnologica che permette di monitorare le apiin modo sostenibile e non invasivo.

Buonfanti a pag.10

Mandato a pag.13

Il ruolo delle sostanze chimiche negli alimenti

Carlo di Borbone partì dalla suaNapoli quando ereditò, alla mortedel padre, il trono di Spagna il 6 ot-tobre del 1759 salutato con com-mozione e affetto da unagrandissima folla.

De Crescenzo-Lanza a pag.14

Tre secoli fa nasceva il Re Carlo di BorboneIl più grande sovrano dell’età moderna conosciuto in Italia

NATURA & BIODIVERSITÀ

Nasce in Trentino un’arniasuper tecnologica

Si è censita l’esistenza di1.413 stazioni “impresen-ziate” (le chiamano così nelGruppo FSI), su un totale dicirca 2.700: per il 70% sitratta di stazioni in discretostato di conservazione.L’ipotesi che molte di esse -mediante progetti ad hoc,attenti anche a numerosiaspetti di ecosostenibilità -possano essere trasformatein strutture che concorronoalla valorizzazione dell’am-biente, al tempo stessomantenendo memoria dellafunzione “storica” delle fer-rovie per favorire la mobi-lità pubblica, si staavverando.

Palumbo a pag.15

ECOSOSTENIBILITÀ

SICUREZZA ALIMENTARE

DAL MONDO

TRADIZIONI & CULTURA

La fonte principale dei dati èl'Eurostat (Ufficio Statisticodell’Unione europea) chemette a disposizione tutte lebanche dati e le pubblica-zioni (ec.europa.eu/eurostat).

BIO-ARCHITETTURA

Il recupero ecosostenibile delle stazioni ferroviarie

abbandonate

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Angelo Morlando

La fonte principale dei dati èl'Eurostat (Ufficio Statisticodell’Unione europea) che mettea disposizione tutte le banchedati e le pubblicazioni (ec.eu-ropa.eu/eurostat). L'Eurostatcustodisce e detiene il centroambientale dei dati sui rifiutifornendo, quindi, dati affida-bili e indicatori atti a valutaree verificare l’efficacia delle po-litiche intraprese in materiadi rifiuti da parte di tutti glistati della UE.I dati specifici dell'Italia sonorivisitati e aggiornati dal-l’ISPRA. La prima buona no-tizia è che complessivamentela produzione dei rifiuti ur-bani sta diminuendo attestan-dosi introno ai 243,2 milioni ditonnellate annue per tutti e28 i paesi dell'UE, confer-mando una tendenza di decre-scita che è partita dal 2011.Da un’analisi più dettagliatadei dati, spiccano le flessioniregistrate a Cipro (-7,1%), inBulgaria (-6,8%), in Polonia (-6,5%) e in Ungheria (-6,3%).Per quanto riguarda i Paesimaggiormente popolati, la ri-

duzione più consistente vieneregistrata in Spagna (-4,4%);seguono l’Italia e la Franciacon riduzioni pari, rispettiva-mente, all’1,4% e allo 0,5%. Laproduzione procapite media siattesta intorno ai 480 kg/ab-xanno. In Italia, per il 2014,

sono stati prodotti circa 29,6milioni di tonnellate di rifiutiurbani. La Campania ne haprodotti circa 2,56 milioni conuna produzione procapite dicirca 436,8 kg/abxanno. Laraccolta differenziata ha rag-giunto il 45,6%, con la Campa-nia che ha raggiunto il 47,6%,mentre la Sicilia raggiungesolo il 12,5%.Per quanto riguarda la nostraregione è stato fatto una spe-cifica appendice, dalla qualeemergono molti dati interes-santi. Negli ultimi 5 anni, laproduzione procapite si è ri-dotta significativamente e lapercentuale di differenziata èaumentata di quasi il 15%. Lefrazioni merceologiche mag-giormente differenziate sonola frazione organica (55%)carta e cartone (16,9%) e vetro(11,8%). La provincia di Na-poli produce oltre il 50% ditutti i rifiuti, ma ne differen-zia solo il 41,8%, peraltro es-sendo la provincia chedifferenzia di meno. I più vir-tuosi sono i beneventani con il68,9%, i casertani si attestanointorno al 50%, mentre saler-nitani e avellinesi superano il57%. I trend di raccolta diffe-renziata sono comunque cre-scenti in tutte le province. Cisono molti segnali incorag-gianti, ma la strada è ancoralunga. Il raggiungimento del70% di raccolta differenziata alivello regionale dovrebbe es-sere un obiettivo raggiuntogià da anni, indipendente-mente dai limiti di legge. Una

società civile che guada convero interesse al futuro delleproprie generazioni non puòaccettare che ogni anno quasi1,5 milioni di tonnellate di ri-fiuti urbani prendano il postodi suolo sano che dovrebbe es-sere nelle disponibilità di tutti

i cittadini. È urgente un cam-biamento sostanziale di orga-nizzazione pubblica e dimentalità quotidiana. Ce lapossiamo fare. Ce la dobbiamofare.Per saperne di più: www.isprambiente.gov.it/it

Rapporto Rifiuti Urbani 2015Per la Campania ci sono buone e cattive notizie

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Alessia Esposito

Non era un segreto, ma è ve-nuta in questi giorni alla ri-balta mediatica la confermaanche da parte dell’IstitutoSuperiore di Sanità: nellaTerra dei Fuochi ci sono piùtumori e si muore di più.È il risultato di un rapportosulla situazione epidemiolo-gica dei 55 comuni interessati,svolto nel 2014 e pubblicatoqualche mese fa raccogliendodati relativi agli anni prece-denti (2005 – 2011), precisal’ISS. Si sottolineano “unaserie di eccessi della mortalità,dell’incidenza tumorale e del-l’ospedalizzazione per diversepatologie, che ammettono fra iloro fattori di rischio accertatio sospetti l’esposizione a inqui-nanti emessi o rilasciati da sitidi smaltimento illegale di ri-fiuti pericolosi e di combu-stione incontrollata di rifiutisia pericolosi, sia solidi ur-bani”. Uno sguardo specialealle vittime più piccole di que-sto scempio. Nel primo anno divita si registrano “eccessi dibambini ricoverati per tutti itumori in entrambe le pro-vince di Napoli e Caserta, edeccesso di incidenza e di rico-verati per tumori del sistema

nervoso centrale rispettiva-mente per la Provincia di Na-poli e di Caserta”.Non migliora la situazione inetà pediatrica e preadolescen-ziale: “I tumori del sistemanervoso centrale sono in ec-cesso sia come incidenza checome numero di ricoverati

nella Provincia di Napoli;nella Provincia di Caserta ildato sui ricoveri mostra un ec-cesso per questi tumori nelledue classi di età indagate”.Tra le indicazioni, una saltaparticolarmente all’occhio: lamaggior vulnerabilità deibambini che vivono condizioni

più disagiate da un punto divista socioeconomico, “perchépossono cumulare diversi fat-tori quali malattie croniche ediete meno sane, che possonodar luogo a ulteriori effetti si-nergici negativi sulla salute.Presentano infatti esposizionimultiple e cumulative, sono

più suscettibili ad una ampiavarietà di sostanze tossicheambientali e spesso non hannoaccesso a un’assistenza sanita-ria di qualità per ridurre gli ef-fetti di fattori di rischioambientali”.Alla pubblicazione dei datisono seguite molte polemicheche hanno coinvolto il Presi-dente della Regione De Lucache – pur segnalando una po-litica di interventi - avrebbeaccusato la vecchiezza dei datie imputato la maggior partedei roghi non a scarti indu-striali, ma a mondezza casa-linga. Parole che hanno visto solle-varsi l’indignazione di molticittadini e di associazioni coin-volte nella lotta ai roghi cheevidenziano quanto, dallapubblicazione dei dati, il pro-blema non sia mutato. Spic-cano le parole di MaurizioPatriciello, parroco di Caivanoin prima linea, che pubblicasulla sua pagina Facebook co-stanti testimonianze dello sta-tus quo e un monito impor-tante: la camorra ha solo partedella colpa, l’altra parte è ditutti quegli industriali conni-venti che hanno accettato losmaltimento dei rifiuti crimi-nale a costo zero.

Terra dei Fuochi: qui si continua a morire

Trivellazioni, gli italiani alle urne

Fabiana Liguori

Lo scorso 18 settembre i rap-presentanti dei Consigli regio-nali di dieci Regioni: Basili-cata, Marche, Puglia, Sarde-gna, Abruzzo, Veneto, Cala-bria, Liguria, Campania eMolise, hanno depositato inCassazione sei quesiti referen-dari contro le trivellazionientro le 12 miglia (e in partico-lare nell’Adriatico) e sul terri-torio. Capofila dell’iniziativa:la Basilicata, con il presidentePino Lacorazza, che chiedeva,tra l’altro, che fossero ripristi-nati i poteri delle Regioni: "piùche fare altre trivellazioni, ilnostro Paese deve limitare iconsumi energetici e arrivarealla piena efficienza energe-tica costruendo diversamentegli edifici e ammodernandoquelli già esistenti". Dopovarie vicende e cambiamentidi rotta dovuti in parte anche

alle modifiche sull’argomentoapportate dal Governo Renzicon la legge di Stabilità en-trata in vigore a gennaio 2016(l’Abruzzo, ad esempio, si è ti-rato fuori dalla partita), laCassazione ha accantonato 5dei 6 quesiti presentati, per-ché ritenuti soddisfatti dallanuova disciplina, rimandan-done uno solo alla decisionedella Corte Costituzionale. Il19 gennaio, la stessa, ha di-chiarato ammissibile la richie-sta di referendum avanzata.Ma di che cosa si discuterà neldettaglio? Che cosa gli italianidovranno decidere, salvo nuoviinterventi normativi da partedel Governo? Cosa cambierà sele Regioni promotrici e i movi-menti anti-trivelle vincesseroquesta importante battaglia?Il probabile referendum ri-guarda la durata delle autoriz-zazioni per le esplorazioni e letrivellazioni dei giacimenti in

mare già rilasciate, e ha a chefare con l’abrogazione dell’ar-ticolo 6 comma 17 del Codicedell’Ambiente che determinala prosecuzione delle trivella-zioni fino a quando il giaci-mento lo consente. Il comma dispone sostanzial-mente che le trivellazioni percui sono già state rilasciatedelle concessioni non abbianouna scadenza. Il referendum vuole invece li-mitare la durata delle stessealla loro scadenza naturale,chiudere dunque definitiva-mente i procedimenti in corsoe evitare proroghe.La sentenza della Consultasarà notificata alla presidenzadel consiglio dei ministri.Verrà indicata una data tra il15 aprile e il 15 giugno pros-simi per consentire che sisvolga il referendum. La parola passa al popolo,unico vero sovrano.

Salvo nuovi interventi normativi da parte del Governo, entro giugno il referendum

Rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità sull’emergenza salute nei luoghi dei roghi tossici

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A Napoli la diga che produce energia dalle ondeGiulia Martelli

In Italia sta crescendo l’interesse per laproduzione di energia pulita da onde emaree e secondo il Piano d’azione na-zionale per le energie rinnovabili saràinstallata una potenza di 3 MW di que-sto tipo di impianti entro il 2020. Quando si parla di energia dal mares’intende l’energia delle correnti, delleonde, delle maree e del gradiente ter-mico tra superficie e fondali. Oltre apresentare un’ampia gamma di risorse,questo tipo di energia è una fonte deci-samente “pulita” che potrebbe rappre-sentare la rinnovabile del futuro; ilproblema è capire quanto sia prossimoquesto futuro: allo stato attuale, infatti,di impianti sviluppati a livello commer-ciale ce ne sono davvero pochissimi acausa degli alti costi di ricerca e svi-luppo e la mancanza di uno o più stan-dard in grado di abbattere drastica-mente gli altri costi, ossia quelli di pro-duzione.

Già a luglio scorso L'ENEA ha presen-tato a Roma una tecnologia smart e lowcost per produrre energia dalle ondedel mare: il dispositivo PEWEC (Pen-dulum Wave Energy Converter) pen-sato per le coste italiane dove le ondesono di piccola altezza e alta frequenzae consistente in un sistema galleg-giante molto simile ad una zattera daposizionare in mare aperto, in grado diprodurre energia elettrica sfruttandol’oscillazione dello scafo per effetto delleonde. L’Italia, con quasi ottomila chilometridi coste, potrebbe essere uno dei paesileader per la ricerca, lo sviluppo e l’im-plementazione di queste nuove tecno-logie e perciò, su questo fronte, stannolavorando da anni ENEA, CNR e altrienti e centri di ricerca con buoni risul-tati come i progetti Energia dalle Onde,Rewec e Iswec. Anche a Napoli è dapoco partita la sperimentazione in que-sto settore. È stata infatti installata,nelle acque prospicienti il molo San

Vincenzo, (e sarà presto operativa) “Di-memo”: la prima diga marittima checattura l’energia delle onde per ripro-durre energia elettrica pulita. «È un progetto unico in Italia - ha spie-gato il professore di ingegneria costieraDiego Vicinanza - che sostituisce ledighe tradizionali. Viene usata unadiga in cemento capace di catturarequesta energia e trasmetterla poi adelle turbine che producono energiaelettrica. Si tratta di una tecnologiache si integra al 100% con i porti. Co-stituisce il muro paraonde e quindi èinvisibile dal waterfront, è silenzioso,poiché l'apparato elettromeccanico èracchiuso in un apposito locale mac-chine ed è innocuo alla fauna marina.Quello che stiamo testando nel golfo diNapoli è un prototipo all'interno delquale metteremo un certo numero diturbine e quindi potremo produrre 10,15 o 20 kw. La sperimentazione ci con-sentirà anche di trovare la turbina cheriesce ad ottimizzare l'analisi costi-be-

nefici mentre il prototipo ci mostrerà lasua resistenza all'azione distruttivadelle onde». L'energia potrebbe essereusata dal porto stesso, anche se unadelle applicazioni più immediate che iricercatori napoletani stanno stu-diando è quella di mettere il sistema insinergia con altre fonti rinnovabili perdesalinizzare l'acqua in aree isolate, inparticolare piccole isole.«Siamo solo all’inizio – ha continuatoVicinanza - una volta trovata la tecno-logia giusta saremo capaci di espor-tarla anche al nord dell’Atlantico, dovel’energia prodotta dalle onde è decisa-mente maggiore. Ma anche in Italia po-trebbe essere conveniente, perché icosti sono simili a quelli delle opere tra-dizionali. I siti ideali sono la costa ovestdella Sardegna e ovest-sud-ovest dellaSicilia».Il prototipo è pronto e tra poche setti-mane l’ateneo partenopeo comincerà leattività di studio e sperimentazione.Non ci resta che attendere.

Il mare che bagna NapoliIn una regione come la Cam-pania che conta circa 400 kmdi coste le problematiche rela-tive allo studio e alla gestionedell’ambiente marino rappre-sentano due aspetti fonda-mentali di interazione traricerca e compagini socio-eco-nomiche. Proprio per valutarelo stato di salute del Golfo par-tenopeo sono state da poco in-stallate - al largo di viaCaracciolo e del litorale traNapoli e Pozzuoli - dagli stu-diosi della stazione zoologicaAnton Dohrn, delle grandi boegialle dotate di una sorta diantenna. A chiarirne la funzione Ro-berto Danovaro, presidentedella stazione zoologica. “Si

tratta di strutture sulle qualiabbiamo iniziato a montare isensori che ci daranno, intempo reale, alcune informa-zioni sulle acque del golfo par-tenopeo: da quelle classichecome temperatura e salinità aquelle più specifiche come, adesempio, la concentrazione delfitoplancton, l’elemento basi-lare della catena alimentaredell’ecosistema marino, il phed altre ancora”. I dati raccoltiverranno poi trasmessi allastazione centrale attraversoun software e saranno analiz-zati per consentire di attivarele migliori strategie per tute-lare il mare e di conseguenzaanche l’uomo che dei suoi pescisi nutre e nelle sue acque si

bagna. A breve, poi, sulle boesaranno montate delle teleca-mere che rimanderanno le im-magini in tempo reale cosicchéchiunque, collegandosi ad unaspecifica sezione del sito dellastazione zoologica, potrà dareun’ occhiata al fondale attra-verso il proprio pc. “Il progetto– ha proseguito Danovaro – èappena cominciato e la siste-mazione stessa delle boe non èdefinitiva. Quella tra Napoli ePozzuoli sarà spostata al largodi Portici. Quella in via Carac-ciolo rimarrà dove si trovaadesso. Superato il tempo ne-cessario a che si stabilizzino,inizieremo a montare i sen-sori”.

G.M.

“Nel capoluogo partenopeo

nasce un progetto

unico in Italia”

Antenne e robot per salvaguardare lo stato di salute delle nostre acque

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Anna Paparo

Per l’Etiopia si prospettanotempi duri, anzi durissimi. Col-pita dalla peggiore siccità intrent’anni, circa dieci milionidi persone sono ridotte allamalnutrizione a cui bisognaaggiungere la perdita di be-stiame e la perdita del raccolto.Tutta colpa del “El Nino”, feno-meno devastante legato al ri-scaldamento anomalo delleacque superficiali dell'oceanoPacifico che porta siccità in al-cune zone del mondo e inonda-zioni in altre. Non ha avutoremore e si è abbattuto senzapietà nella sua forma più in-tensa sul Paese del Cornod’Africa mietendo vittime e nonrisparmiando nessuno. A porrela questione sotto i riflettori èstata la Fao, che ha presentatoun Piano d'emergenza di cin-quanta milioni di dollari, perinterventi dedicati alla prote-zione degli allevamenti e al ri-stabilimento della produzioneagricola che è crollata anchedel novanta per cento in al-cune regioni del Paese e com-pletamente fallite in quelleorientali. E, così, non ha persotempo il Dottor Amadou Alla-houry, rappresentante dellaFao in Etiopia affermando chele prospettive per il 2016 nonsono affatto positive vista laperdita di ben due raccolticonsecutivi. Quindi, si punterà sul buon

esito del raccolto della sta-gione che sta iniziando ora perriuscire ad evitare un ulteriorepeggioramento della situa-zione generale. Secondo quanto afferma l’ul-timo Rapporto, la realtà che siprospetta è alquanto apocalit-tica: l'accesso a pascoli e allefonti d'acqua continuerà a di-minuire sempre di più fino al-l'inizio della prossima stagionedelle piogge a marzo. Le ri-serve di raccolti sono pratica-mente esaurite, lasciando icontadini “vulnerabili” e “senzamezzi di produzione”. La di-

retta conseguenza di tutto ciòè che la malnutrizione è au-mentata ed aumenterà a vistad’occhio e, così, anche il nu-mero di ricoveri di bambiniper malnutrizione acuta hannoraggiunto il livello più alto mairegistrato finora. Ed ecco cheentra in gioco la Fao: l’obiettivoprincipale del Piano creato èquello di assistere i circa duemilioni di contadini e allevatorinel 2016 per ridurre le defi-cienze alimentari e ripristi-nare le fonti di reddito. Cisaranno delle fasi: la prima siconcentrerà sulla cosiddetta

“stagione meher”, tra i mesi digennaio e giugno, durante laquale saranno assistite circacentotrentadue mila famiglienella pratica della semina. Il Piano prevede, inoltre, la di-stribuzione di semi, una seriedi progetti di irrigazione supiccola scala, il sostegno per lacreazione di orti domestici eancora l’accesso a microcredito.In questo modo circa duecentonovantatre mila f amiglie be-neficeranno di progetti miratiall'allevamento. Saranno raf-forzati i mezzi di sussistenza dioltre trenta mila famiglie per

migliorare la loro capacità direazioni a fenomeni del genere.La siccità, sottolinea la Fao,tiene sotto scacco anche il SudAfrica dove si è appena chiusol'anno più arido mai regi-strato, il 2015 ormai lontanoma che fa sentire ancora lasua presenza, con le sue conti-nue ondate di caldo che hannobruciato i pascoli e distrutto gliallevamenti; e non dobbiamodimenticare che anche il set-tore degli agrumi e quello delmais hanno subito una battutad’arresto, in quanto sono staticolpiti dalla scarsità idrica.

Verso un futuro senza avorio?Ce n’è tutta la speranza, dalmomento che proprio un paio disettimane fa il WWF ha lan-ciato la notizia che il Governo diHong Kong sta valutando l’ipo-tesi di un bando totale del com-mercio di avorio nel proprioterritorio. Quella salutata dagliattivisti come “mossa storica” èstata annunciata a metà gen-naio da Leung Chun-ying, at-tuale capo del governo locale diHong Kong, che nel suo di-scorso politico annuale avrebbemanifestato ai legislatori la de-terminazione dei funzionari direprimere l’importazione el’esportazione di avorio.Le zanne di elefante sono com-merciate soprattutto nei mer-cati asiatici, principalmente in

Thailandia e in Cina, per scopiornamentali e, soprattutto,molto usate nella medicina tra-dizionale cinese. Ma propriodalla Cina è recentemente arri-vato un segnale di sostegnoall’azione internazionale controil bracconaggio. Nel mesescorso sono state distrutte oltre

6,15 tonnellate di avorio seque-strate. La città di Hong Kong èun importante centro di ven-dita di avorio ed è stata presadi mira da sempre dagli malin-tenzionati per alimentare ilcommercio illegale che porta albracconaggio dilagante in tuttal’Africa. Anche il WWF, che con

la Campagna italiana #diamo-voce ha acceso di nuovo i riflet-tori sulle stragi di specieprotette, come elefanti, rinoce-ronti, tigri, lupi e orsi, negli ul-timi mesi aveva svolto proprioin Cina un’intensa campagnainformativa e di lobby per sco-raggiare l’acquisto di prodottidi avorio. Ogni anno sono al-meno 30mila gli elefanti chevengono uccisi in Africa per ri-cavare le preziose zanne ed èproprio il mercato asiatico a ri-chiedere maggiormente questamateria prima e manufatti diavorio. Così, negli anni HongKong è diventata un macabrosnodo di questo tipo di traffico,sia come paese di transito checome area di vendita. Solo nellacittà di Hong Kong, viene ven-

duto avorio più che in ogni altracittà del mondo. Leung Chun-ying avrebbe anche annunciatol’intenzione di inasprire le peneper i trafficanti di specie pro-tette. L’annuncio è stato dato incoincidenza della riunioneCITES (sul Commercio di spe-cie protette) che si è svoltapochi giorni fa a Ginevra. El’Unione Europea ha richia-mato alcune raccomandazionisui Piani di Azione Nazionalisull’Avorio, incluso un appellonei confronti del governo diHong Kong a fornire ulterioriinformazioni sul sistema di re-gistrazione dell’avorio e ad ap-plicare e rafforzare i regola-menti che riguardano il com-mercio nazionale di questo pro-dotto. A.P.

L’ETIOPIA È IN GINOCCHIO

Avorio: Hong Kong pronta a bloccare il commercioOltre trentamila elefanti uccisi ogni anno per vendere le zanne al mercato nero

Siccità, malnutrizione e mancanza d’acqua stanno devastando il paese

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Luigi MoscaAndrea Tafuro

Rafforzare e sistematizzare lacomunicazione delle Agenzie re-gionali per la protezione del-l’ambiente. È uno degli obiettividel seminario che si è tenuto afine gennaio a Firenze, con lapartecipazione del Consiglio fe-derale del Sistema nazionale diprotezione ambientale, del Co-mitato tecnico permanente e diuna vasta platea di comunica-tori di Ispra, Arpa e Appa. Questo appuntamento è arri-vato dopo un lavoro preliminaredi ricognizione degli strumentidi informazione e comunica-zione attualmente attivi nelleagenzie di protezione dell’am-biente: lavoro condotto da unapposito gruppo di comunicatoridelle agenzie, coordinato daMarco Talluri, dirigente del Ser-vizio comunicazione dell’ArpaToscana. I risultati della rico-gnizione, di cui abbiamo giàdato notizia in una precedenteedizione del magazine, sono con-tenuti in un report pubblicatosul sito dell’Ispra all’indirizzohttp://www.isprambiente.gov.it/f i l e s / s n p a / c o n s i g l i o -federale/DOC58_CFconRepor-

tsuattivitcomunicazione-SNPA.pdf. Tra le priorità af-frontate nel corso dell’incontrodi Firenze, c’è il progetto di lan-ciare un notiziario congiunto ditutte le agenzie del Sistema na-zionale di protezione ambien-tale. La newsletter ha cometitolo #SNPAinforma, sottoti-tolo “Notiziario settimanale diIspra, agenzie regionali (Arpa)e provinciali (Appa)” ed è al mo-mento diffusa, in versione spe-rimentale, solo ai vertici delleagenzie e agli addetti alla co-municazione del Snpa. Nelcorso del seminario si è sottoli-neato che si tratta della primainiziativa di comunicazione in-tegrata del Snpa, al di là dei

rapporti e delle pubblicazionigià editi con il logo del Sistema.Si è discusso, in particolare, del-l’obiettivo di diffondere il noti-ziario a tutto il personale delleagenzie e a una platea di desti-natari qualificati, selezionatinel mondo delle istituzioni,dell’università, tra i portatori diinteressi e gli operatori deimedia. Il notiziario dovrebberaccogliere notizie e informa-zioni sulle attività compiutedalle agenzie ambientali, cosìcome articoli su problemi am-bientali di interesse generale.Tra gli scopi di questo stru-mento, c’è senza dubbio quellodi far conoscere la realtà delleArpa, ma anche sensibilizzare i

cittadini su alcuni temi di inte-resse pubblico. Le linee di indi-rizzo editoriale potrebberoessere affidate a un comitatocomposto da rappresentanti delConsiglio federale e del Comi-tato tecnico permanente del

Snpa. Tra gli altri argomenti af-frontati nel corso del seminario,le definizione di politiche condi-vise per la gestione dei socialmedia da parte delle agenzie, apartire dalla condivisione deglihashtag.

Sostenibilità: presentata la Carta di Cortina

Comunicazione integrata: seminario Snpa

Anna Gaudioso

Molte località di montagna ba-sano la loro economia suglisport invernali che rappresen-tano un modello di sviluppo ilcui impatto deve essere atten-tamente valutato. Grazie all’in-teresse dell’amministrazionelocale di Cortina e agli opera-tori del settore degli sport in-vernali, insieme al Ministerodell’Ambiente e alla Fonda-zione Dolomiti UNESCO èstata presentata domenica 24gennaio a Cortina D’Ampezzo,Regina delle Dolomiti, LaCarta di Cortina. Tutto ciò nel-l’ottica di una sostenibilità am-bientale, nel rispetto delterritorio anche in vista dellaprogrammazione dei Mondiali2021. Nasceranno dei Pro-grammi Nazionali rivolti altema degli sport invernali, af-

fiancati da campagne di sensi-bilizzazione rivolte ai cittadini.La speranza è riposta propriosul coinvolgimento dei citta-dini: educazione nelle scuole,partecipazione degli attori so-ciali per il raggiungimento deitarget di riduzione dell’im-patto ambientale. Ci saranno

incentivi e facilitazioni per lerealtà private che intende-ranno orientarsi in questa di-rezione. Puntando lo sguardosulle ultime risoluzioni (deci-sioni) in tema ambientale,come l’accordo di Parigi delloscorso dicembre, si evince chia-ramente che l’obiettivo della

Carta di Cortina è quello dirafforzare un modello di svi-luppo turistico “green orien-ted” fondato sull’efficienzanell’uso delle risorse comeacqua e suolo, sulla limita-zione delle emissioni di gasserra e dei costi energetici.Un’occasione questa che, par-tendo dall’esempio di Cortina,potrebbero fare da apripista adun modello di sostenibilità dif-fuso fra tutte le località turisti-che di montagna. Il Ministro dell’Ambiente GianLuca Galletti ha affermato:“Comincia un percorso comuneimportante verso i Mondialidel 2021, ma che va oltre queltraguardo, perché vuole por-tare Cortina ad essere un’ec-cellenza in campo ambientale.Nella Carta – ha proseguito ilministro - abbiamo identificato12 punti forti per vincere la

sfida del turismo ambientale,ed è indispensabile che vengatradotto velocemente in azioni:abbiamo un brand vincente,un forte coinvolgimento che vadagli amministratori ai citta-dini, un’attrattiva naturalestraordinaria. La sfida è alta: non solo Reginadelle Dolomiti, Cortina deveessere anche Regina della So-stenibilità”. Insomma gli sportinvernali, che sono un settorefondamentale per l’economiadi molte località di montagna,approfittando dell’appunta-mento del 2021saranno il nodoportante di una svolta decisivaa favore dell’ambiente. Dun-que, il pensiero si fa positivoperché il tutto deve coinciderecon il rispetto di questo straor-dinario contesto ambientale epaesaggistico come le DolomitiPatrimonio dell’Umanità.

A Firenze vertici e comunicatori delle agenzie ambientali riuniti per discutere nuove iniziative

Gli impegni assunti dai firmatari sono legati ai Mondiali di sci alpino in programma nel 2021

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Gennaro Loffredo

È giunto febbraio, l’ultimo mese del-l’inverno meteorologico. Le giornatetendono gradualmente ad allungarsima paradossalmente si raggiungono letemperature più fredde dell’intero

anno, specie nella prima metà delmese. Le nevicate generalmente sonofrequenti non solo in montagna, maspesso avvolgono anche le zone di pia-nura e talvolta le coste della nostra pe-nisola, in particolar modo del versanteadriatico. Se le nevicate in montagnanon dovrebbero suscitare tanto scal-pore, quelle che cadono fino in cittàfanno senz’altro più notizia; essendofenomeni abbastanza rari per la pia-nura, devono esserci una serie di com-binazioni meteorologiche, affinché sicreino le condizioni ideali per assisterea nevicate a quote prossime al suolo.Le nevicate più frequenti sulla nostrapenisola alle basse quote avvengono inpresenza di forti irruzioni di ariafredda provenienti dalle zone polari edalla Siberia. Ci sono volte però in cuila neve riesce ad imbiancare le pia-nure e persino le coste semplicementegrazie all’arrivo di una più mite per-turbazione atlantica, la quale favori-sce le cosiddette nevicate diaddolcimento o da cuscinetto. Ma di

cosa si tratta?Per cuscinetto si intende un cuscino diaria fredda che staziona nei bassistrati e che si forma in seguito ad ir-ruzioni di aria fredda dalle alte latitu-dini europee. Si consolida nei giornisuccessivi durante le notti serene estellate che favoriscono la perdita dicalore del suolo verso lo spazio. L’ariafredda ha la caratteristica di esserepesante e tende così a formare sacchefredde stagnanti appoggiate al suolodei fondovalle e delle pianure. Se letemperature che si registrano su talizone sono di alcuni gradi sotto lo zeroun primo presupposto per la nevicatada addolcimento è già raggiunto. Eproprio il passaggio di una perturba-zione rappresenterà il secondo presup-posto perché possa avvenire lanevicata di addolcimento o da cusci-netto. La pianura padana è la zoned’Italia dov’è più probabile che si veri-fichi tale fenomeno, perché incastratadai monti a sud ed a ovest, ma anchesulle conche interne e nelle valli delle

regioni centrali e meridionali del no-stro paese. Le catene montuose, in-fatti, si comportano da scudo alle piùmiti correnti meridionali rallentando,almeno inizialmente, il processo di ri-scaldamento alle quote più basse del-l’atmosfera. Durante la faseperturbata avverrà poi l’addolcimentodelle temperature e della colonnad’aria fredda, complice l’insistenza deiventi da sud che accompagna la per-turbazione e al rimescolamento del-l’aria più calda con quella più freddapreesistente. Il processo spesso cul-mina con la trasformazione della nevein pioggia e con lo smantellamentodelle ultime sacche d’aria fredda, peril continuo aumento della tempera-tura e per il suo passaggio sopra la so-glia degli zero gradi. Tale fenomenodiviene più raro man mano che si pro-cede verso sud della nostra penisola,in particolar modo sulle coste dove l’in-tervento delle correnti più miti e tie-pide dai quadranti meridionali nontrovano ostacoli orografici.

Nevicate di addolcimento o da cuscinetto

ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 31 gennaio 2015 - Anno XII, N.2Edizione chiusa dalla redazione il 29 gennaio 2016

DIRETTORE EDITORIALEPPietro VasaturoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOI. Buonfanti, F. Clemente, F. Cuoco, G. De Cre-scenzo, A. Esposito, R. Funaro, G. Loffredo, R.Maisto, D. Mandato, D. Matania, B. Merca-dante, A. Morlando, A. Palumbo, A. Paparo,E. RocaSEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 1- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/427/451 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

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Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Na-poli n.07 del 2 febbraio 2005 distribuzione gra-tuita. L’editore garantisce la massima riservatezzadei dati forniti e la possibilità di richiederne la ret-tifica o la cancellazione scrivendo a: ArpaCampa-nia Ambiente,Via Vicinale Santa Maria del Pianto,Centro Polifunzionale, Torre 1-80143 Napoli. In-formativa Legge 675/96 tutela dei dati personali.

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Brunella Mercadante

È il Parco Nazionale piùvasto della Campania, il se-condo d'Italia, con ben181.048 ettari, comprende 80comuni e 8 comunità mon-tane, estendendosi dallacosta tirrenica fino ai piedidell'Appennino campano-lu-cano, includendo le cime degliAlburni, del Cervati, del Gel-bison, oltre ai contrafforti co-stieri del Monte Bulgheria edel Monte Stella. È senza dub-bio l'area protetta più vasta eimportante della regione perampiezza ed eterogeneità, perle caratteristiche ecologiche,per la forte peculiarità del suoterritorio, dovuta alla pre-senza di ambienti pratica-mente inalterati, che sialternano ad aree fortementemodificate di centri urbani edi valli intensamente popo-late. Dal 1998 insieme ai sitiarcheologici di Posidonia (laromana Paestum) e di Elea(la romana Velia) e alla Cer-tosa di Padula il Parco è statoinserito dall'UNESCO nel Pa-trimonio dell'Umanità. Ri-serva della Biosfera dal 1997,

dal 2010 per la ricchissimabiodiversità e proprio per lapreservazione del variegatosistema di ambienti e di spe-cie animali e vegetali è stato ilprimo parco nazionale ita-liano a diventare Geoparco. Geologicamente il Cilentopresenta una duplice naturaquella del cosiddetto flysch del

Cilento, che ha la sua mas-sima diffusione in corrispon-denza del Bacino idrogeo-grafico del fiume Aulento e deiprincipali monti occidentali (ilMonte Centaurino -1433 m-)e quella delle rocce calcareeche costituiscono i complessimontuosi interni (Alburno-Cervati) e meridionali (Monte

Bulgheria e Monte Cocuzza).Conseguentemente il paesag-gio, con forme e colori estre-mamente suggestivi, presentaforti contrasti, da una partedolci colline ricoperte da di-stese di ulivi dai riflessi verde-cenere che si rispecchiano nelmare, dall'altro rilievi aspriincisi da torrenti vivaci, bo-

schi di castagni e lecci, cosìcome anche i paesi o arram-picati sulle rocce o adagiatisulle rive.Per l'ampia varietà di am-bienti anche la flora e la faunadel Parco sono assai diversifi-cate. I paesaggi di rara bellezza al-ternano sulla costa una mac-chia mediterranea policromae multiforme arricchita da di-stese di uliveti, all'interno ealle quote superiori querce,aceri, tigli, olmi frassini e ca-stagni e ancora più in altomaestosi faggeti, sassifragheendemiche dell'Appenninocentro-meridionale centauree perfino il rarissimo Crispinodell'Etna Più di 1800 sono lespecie di piante autoctonespontaneee di cui senz'altro il10% hanno notevole impor-tanza fitogeografica essendoendemiche e/o rare. La piùnota, in quanto simbolo delParco , ma anche la più impor-tante è la Primula di Palinurouna specie paleoendemica adiffusione estremamente loca-lizzata. Anche la fauna per lapresenza di aree montane ecostiere, di fiumi, ruscelli,rupi, foreste, è assai varia eanche con specie di alto valorenaturalistico. Sulle vette enelle praterie in altitudinesono frequenti l'Aquila reale,il Falco Pellegrino, il Lanarioe le loro prede d'elezione lalepre appenninica e la cotur-nice, particolarmente impor-tanti queste ultime in quantoautoctone appenniniche eormai estinte in buona partedi questo territorio.

(prima parte)

L'area protetta più vasta e importante della regione Campania

Il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano

Incominciamo questo nuovo anno ricor-dando il 2015 che è stato un anno da re-cord per quanto riguarda la temperaturamedia del pianeta, calcolata da terra enon con i dati satellitari che sono legger-mente discordanti, ma in virtù di questo,cosa dobbiamo aspettarci per il 2016?Temperature più basse, alte, stabili,queste previsioni sono sempre difficili,data la complessità dell’atmosfera e ditutto ciò che concorre a riscaldarla o raf-freddarla,tuttavia il Met Office ovvero ilCentro Meteorologico del Regno Unito,ha provato a confrontarsi con una previ-sione tenendo conto di tutti i parametrioggi a disposizione, ma soprattutto sullaproblematica del El Nino che tormentaancora di più il nostro pianeta. In base ai dati dei satelliti Nasa, le peg-giori ricadute di El Nino arriveranno inquesti primi mesi dell'anno, perché que-sta particolare corrente marina del-l’Oceano Pacifico, non da segni dideclino, anzi sembra aumentare di in-tensità,una conclusione a cui si giungecon l'analisi delle immagini satellitaridell'U.S. (OSTM), che mostrano infattiun impressionante somiglianza con la si-tuazione di El Nino del 1997 che, ancoraoggi, è l’evento più intenso mai regi-strato. Quello che colpisce è l’insolita al-

tezza della superficie del mare lungo lafascia dell’equatore dell’Oceano Pacificocentrale e orientale,infatti una maggioreelevazione del livello marino indica unriscaldamento in atto.Questa corrente ha fatto sì che lo spessostrato di acque calde che circondanol’Australia e l’Indonesia si sia grave-mente assottigliato, mentre nel PacificoOrientale le acque di superficie, chesono normalmente fredde, presentanouno strato di acqua tiepida, questo hacausato siccità nelle aree indonesiane,

con fortissimi incendi e piogge violentesulle Americhe orientali. L’intensità del fenomeno ha avuto riper-cussioni anche in altre aree del pianeta,in India le piogge monsoniche hanno ri-tardato il loro arrivo, molte barriere co-ralline si sono sbiancate a causa dellavariazione ed il riscaldamento del livellodel mare, in Sudafrica si è avuta unapesante siccità e sul Pacifico orientaletropicale si è avuta una stagione di ura-gani record… (prima parte)

R.M.

Temperature record nel 2016!

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Non avrà conquistato il podio,ma è pur sempre un tra-guardo importante. L’Italia, infatti, rientrandonella rivoluzione “verde” cheha investito il mondo dellatecnologia e partecipando all’incremento di quasi cinquevolte del numero delle inven-zioni mondiali riguardanti letecnologie sostenibili regi-strate tra gli anni 1995 e2011, è stato il quarto Paesein tutta Europa per numerodi invenzioni a basse emis-sioni di carbonio. Un ottimotraguardo per il Made inItaly. È quanto emerge dauno studio condotto dall'Uffi-cio Brevetti Europeo (EPO) edal Programma Ambientaledelle Nazioni Unite (UNEP).Parola d’ordine sostenibilità.Come si legge nelle paginecontenenti i dati registrati daquesta ricerca, l’Europa pro-duce soltanto il diciotto percento del totale delle inven-zioni mondiali legate alle tec-nologie adottate per lariduzione dei cambiamenticlimatici. In particolare le in-venzioni a bassa emissione dicarburi rappresentano oggisolo il sei per cento di tutte leinvenzioni mondiali, mentrele emissioni di CO2 per ogni

Euro del PIL europeo sonoscese di un terzo a partiredall’anno 1995. Sei Paesi rappresentano piùdell'ottanta per cento di tuttele invenzioni europee nelletecnologie sostenibili. In poleposition, per la medagliad’oro, troviamo la Germaniacon quasi la metà di tutte leinvenzioni europee di CCMT,seguita a ruota da Francia,Regno Unito, Italia, Svezia eSpagna. Certo i dati sarannoanche i incoraggianti, ma nonbisogna fermarsi qui. In par-ticolare, il Presidente diEPO Battistelli ha tenuto asottolineare che il sistemabrevettuale ha un importanteruolo da giocare nell'incorag-giare la ricerca, lo sviluppoe l'innovazione così come nelsupportare il flusso di com-mercio e investimenti, oltreche il trasferimento delle tec-nologie adottate per la ridu-zione dei cambiamenti clima-tici attraverso le varie aree.Per la serie “chi si ferma èperduto”. Ed è proprio così. Ivecchi proverbi dicono sempresante verità che non bisognasottovalutare. Siamo comun-que sulla buona strada, in unperiodo, come questo, in cui laTerra ci sta inviando segnali

sempre più evidenti e palesidel suo malessere dovuto al-l’attività alquanto invasivadell’uomo, che non vede auna palmo di naso mettendoal primo posto il profittoanche a discapito dell’am-biente, senza capire che iprimi a farne le spese siamoproprio noi. Quindi, semaforoverde per l’Italia come per glialtri Paesi europei che in si-nergia stanno cercando diattuare progetti sempre piùecosostenibili, mettendo alprimo posto la salute del no-stro pianeta che ha soltantobisogno di essere ascoltato dipiù e salvaguardato con ognimezzo. Siamo ancora all’ini-zio, ma chi ben comincia è ametà dell’opera. Non bisognafermarsi. Bisogna procederein questa direzione dovel’unico colore che deve pri-meggiare è il “verde”. E’ unatto di responsabilità chedobbiamo alla nostra MadreTerra e che dobbiamo anchea noi stessi e alle generazioniche verranno. È la naturache ce lo chiede … per lei eper noi. E come direbbe ilgrande De Andrè “dai dia-manti non nasce niente / dalletame nascono i fior …!”.

A.P.

Italia quarta in europaper invenzioni green

Rosa Funaro

Arriva da un team di ricercatori del Politecnicodi Losanna una “domestica” innovazione greenmolto particolare. Si tratta di un nanogeneratoretriboelettrico, ossia un minuscolo dispositivo ca-pace di sfruttare il trasferimento di cariche elet-triche che si verifica quando materiali diversi –di cui almeno un isolante – vengono strofinati tradi loro (effetto triboelettrico). La particolarità è che per realizzarlo e produrre,quindi, energia pulita sono stati impiegati pochie comuni oggetti di uso quotidiano: cartone, na-stro e matita. Nel progetto, nato in collaborazione

con gli scienziatidell’Università diTokyo, infatti, i ri-cercatori elveticihanno impiegatodue fogli di cartone,una matita e delnastro in teflon perrealizzare un di-spositivo, di soli 8cm2, in grado di ge-nerare più di 3Volts di energia pu-lita. La produzioneovviamente è ri-

dotta, ma sufficiente per fornire la stessa elettri-cità di due batterie AA. Ma qual è il principio dibase di questo sistema eco friendly? L’elettricitàstatica, poiché quando due isolanti, come carta eteflon, entrano in contatto, si guadagnano o per-dono elettroni mentre il carbonio presente nellagrafite della matita conduce elettricità.Partendo da queste conoscenze, la squadra di la-voro ha creato una sorta di sandwich, compostoda due strati di carbonio esterno a rivestimentodi due fogli di carta e il teflon centrale (ma nonin contatto). Premendo verso il basso con il ditosul sistema, gli isolanti si toccano, creando un dif-ferenziale di carica: positiva per la carta, nega-tiva per il teflon. Quando la pressione finisce glistrati si separano nuovamente e la carica passaalle pellicole in carbonio, che fungono da elet-trodi. Un condensatore posizionato sul circuitoassorbe la corrente generata. Per incrementarela produzione del dispositivo, il ricercatore Xiao-Sheng Zhang, ha aggiunto al sistema anche dellacarta vetrata che, grazie alla sua superficie ru-vida, migliora l’output di sei volte. I risultati potrebbero avere applicazioni in campomedico realizzando sensori a basso costo perscopi diagnostici o sostituire un giorno le tradi-zionali pile.

Energia pulita fatta in casa

Parola d’ordine: sostenibilità

Il nuovo nanogeneratore triboelettrico eco-friendly

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Nasce in Trentino un’arnia super tecnologica

Ilaria Buonfanti

“Fino a qualche anno fa forse avrei do-vuto spiegare il perché fosse impor-tante ragionare su delle soluzioni chepotessero venire in aiuto all’apicol-tura, permettendo anche di conosceremeglio la biologia delle api. Ora il pro-blema è noto in tutto il mondo: le apisono in pericolo e con loro il processodi impollinazione, che guarda caso cinutre”. Così Andrea Rosani, del Dipar-timento di ingegneria e scienze dell’in-formazione dell’Università di Trento,inizia a raccontare di Melixa, un’arniatecnologica che permette di monito-rare le api in modo sostenibile e noninvasivo. L’alveare sarà sempre onlinee accessibile tramite una web applica-tion consultabile dal computer, dal ta-blet e dallo smartphone ovunque ci sitrovi. Come funziona questa arnia delfuturo? La prima innovazione è a li-vello dell’hardware: un pacchetto checomprende un’unità conta api, una bi-lancia, dei sensori che rilevano la tem-peratura interna, quella esterna e lapioggia. Grazie a una batteria e a unpannello solare, poi, Melixa è auto-noma a livello energetico. Normal-mente, spiega Rosani, per controllarela presenza di api all’interno e moni-torare le condizioni della colonia ca-pita di dover sollevare la partesuperiore dell’arnia. Se, come dal classico punto di vista en-tomologico, vogliamo guardare all’ar-nia come a un macro-organismo

complesso, monitorarla ci permette diosservare un indicatore ambientaleimportantissimo, sia in termini di in-quinamento che di biodiversità. Ed ècosì che l’arnia tecnologica di Melixadiventa uno strumento prezioso anchedal punto di vista della ricerca scien-tifica, una componente che in questiprimi anni della startup è stata curatadall’entomologo Paolo Fontana dellaFondazione Edmund Mach (istituto diricerca che, insieme all’acceleratored’impresa Industrio Ventures, ha sup-portato Melixa fin dai primi passi).L’altra innovazione di Melixa, che siinserisce in una pratica millenariacome quella dell’apicoltura, riguardaproprio il riuscire a portare questapratica nell’era di Internet. Mantenendo l’apiario sempre con-nesso e localizzato grazie al sistemaGSM/GPRS (un elemento da non sot-tovalutare visti i furti ormai all’ordinedel giorno), l’apicoltore può sempre ef-fettuare le verifiche necessarie senzacompromettere l’attività dell’insetto,accorgendosi subito di eventuali al-larmi grazie a un sistema di alert, chepuò configurare a suo piacimento inbase alle priorità. Quest’arnia oracosta 899€, un costo che un apicoltoreprofessionista riesce ad ammortizzarenel giro di un anno o meno, e non è ne-cessario convertire tutte quelle che siha passando a sole arnie tecnologiche:una ogni 10-15 arnie standard è piùche sufficiente a tenere sotto controlloanche quelle vicine.

Autonoma, ecosostenibile, dotata di allarme e sistema GSM

Rosario Maisto

Investire in agricoltura digitale e bio-tecnologie più moderne e sostenibiliper migliorare le performance delsettore agroalimentare, questi sono iprincipi che hanno ispirato nellalegge di Stabilità un finanziamentosu un progetto di ricerca pubblicatriennale gestito dal CREA delle Po-litiche agricole, l'obiettivo è dire comesempre no agli OGM transgenici emigliorare geneticamente, senza al-terare le caratterizzazioni produttivedel sistema italiano, così prosegue ildibattito dopo Expo su uno dei temipiù discussiovvero quello sul rap-porto tra modello di sviluppo, biodi-versità e organismi geneticamentemodificati. Come tutelare la nostrabiodiversità? Il Ministro delle Politi-che agricole, spiega di voler tutelareil nostro patrimonio di biodiversità,che fa dell’Italia il numero uno mon-

diale a livello agroalimentare, inve-stendo sulle migliori tecnologie pertutelare le nostre produzioni princi-pali, come la vite, l’ulivo il pesco, ilpero ecc. Questo programma del Mi-nistro prevede iniziative di ricerca inlaboratorio, con innovativi strumentibiotecnologici come il genome editinge la cisgenesi, che possono consentireun impegno di miglioramento gene-tico senza alterare le caratterizza-zioni produttive del sistemaagroalimentare, come avviene per gliOgm transgenici. Infatti i prodotti ci-sgenici o ottenuti per genome edi-ting, non essendo realizzati coninserimenti estranei a quelli propridella specie, non appaiono distingui-bili da prodotti ottenuti per incrociotradizionale. Gli studiosi fanno no-tare che queste tecniche permettonodi migliorare le performance ancherispetto alla resistenza alle malattie,nella ricerca ci sono pomodoro, pesco,

albicocco, agrumi, frumento, melan-zana, melo, ciliegio e pioppo.Sulfronte digitale e Biotech, il Crea daràvita a un portale open data che vedràla collaborazione con istituzioni,gruppi di ricerca, università eaziende di sviluppo tecnologico, cosifacendo,il futuro dell’agricoltura ita-liana sarà fatto anche di sensori col-legati al bestiame negli allevamenti,app che gestiscono le stalle, sistemidi rilevamento dell’umidità dei ter-reni, programmi di gestione irriguivia smartphone e un centro digitaledi elaborazione delle informazionionline basato su sistemi cloud, in-somma il futuro evolve velocementeintroducendo sempre di più questenuove forme di gestione e di lavoro inagricoltura,ma sarà capace di sosti-tuire l’intuito ed il cuore dell’uomo?Saremo spettatori dell’integrazionedella tecnologia Biotech nelle radicidel nostro ambiente.

AGRICOLTURA 2.0 - BIOTECH!

No agli OGM transgenici

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Eleonora Roca

La terza edizione del “Rap-porto sul Benessere Equo eSostenibile (BES 2015)” pre-sentato dall’Istituto Nazio-nale di Statistica, offre unquadro integrato dei princi-pali fenomeni sociali, econo-mici e ambientali che hannocaratterizzato l’evoluzione delnostro Paese negli ultimianni. Il BES, nato nel 2010, èun processo che assume comepunto di partenza la multidi-mensionalità del benessere e,attraverso l’analisi di unampio numero di indicatori,descrive l’insieme degliaspetti che concorrono allaqualità della vita dei citta-dini. Ma, che cosa s’intendeper benessere? Il concetto dibenessere cambia secondotempi, luoghi e culture e puòessere definito solo attraversoil coinvolgimento di tutti i di-versi attori sociali. L’indivi-duazione di un sistema diindicatori si basa su norme,valori e priorità di chi parte-cipa alla vita sociale ed è con-tinuamente rivisto alla lucedei progressi e dei cambia-menti della società. Nella de-finizione del benessere di unacomunità, la selezione deitemi rilevanti avviene solo dalconfronto diretto con i citta-dini. Sta ai cittadini ed ai lororappresentanti scegliere qualidimensioni del benessere re-stituiscono(ridanno) più va-lore e sulle quali è opportunoinvestire, con la consapevo-lezza che il raggiungimento dialcuni obiettivi può compro-mettere o ritardare il rag-giungimento di altri.Determinare gli indicatori piùimportanti, i cosiddetti do-mini del benessere, permetteanche di individuare possibilipriorità per l’azione politica.In una società c’è progressoquando si verifica un miglio-ramento del benessere equo esostenibile. L’Italia ha messoa punto un quadro teorico dimisura del benessere, condi-viso a livello nazionale, che èdiventato riferimento per ildibattito pubblico. Il BES è composto da 12 do-mini del benessere: Salute,Istruzione e formazione, La-voro e conciliazione tempi divita, Benessere economico,Relazioni sociali, Politica eistituzioni, Sicurezza, Benes-sere soggettivo, Paesaggio e

patrimonio culturale, Am-biente, Ricerca e innovazione,Qualità dei servizi. Dal rap-porto emerge che, in Italia,sono in miglioramento: gli in-dici economici, la partecipa-zione culturale, la vita media,l'investimento in ricerca e svi-luppo, la qualità dell'am-biente, la percezione della

sicurezza da parte dei citta-dini. Vi sono, però, ancoraforti disuguaglianze e con-trapposizioni, non solo traNord e Sud, ma anche tra ric-chi e poveri, uomini e donne,anziani e giovani. Per quelche riguarda il dominio Am-biente, aumenta la disponibi-lità di aree verdi urbane a

disposizione dei cittadini, siriduce l’inquinamento del-l’aria in diverse città, crescel’energia prodotta da fontirinnovabili, diminuiscono leemissioni di gas serra e il con-sumo di materiale interno. Icittadini sono più consapevoliriguardo le problematicheambientali e più partecipi

nelle scelte che impattanosull’ambiente, fanno miglioriscelte di spesa. Poiché l’Italiaè in netto ritardo, rispetto aglialtri paesi europei, nellosmaltimento dei rifiuti urbaniin discarica, si necessitano in-terventi in termini di tutela egestione dell’ambiente; an-cora grave, soprattutto in al-cune regioni del Sud e delCentro, la dispersione diacqua potabile dalle reti di di-stribuzione comunale, cosìcome la depurazione delleacque reflue urbane. Altret-tanto grave la presenza di di-versi siti inquinanti dabonificare diffusi sul territorionazionale, e, aree di territoriocon problemi di dissesto idro-geologico e alluvioni accentuatidall’incremento di eventi cli-matici estremi. Dal 2008 quasitutte le regioni hanno regi-strato un miglioramento degliindicatori presi in esame. Dal 2012 ad oggi, i territoriche hanno il BES miglioresono la provincia di Bolzano, laValle d’Aosta, l’Abruzzo se-guite dalla provincia di Trento,dalla Sardegna e dal Veneto.Per le restanti regioni ancoramolto vi è da fare per il conse-guimento di una qualità dellavita migliore.

Il benessere equo e sostenibile in ItaliaPresentato il terzo Rapporto dell’Istituto Nazionale di Statistica

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Il colesterolo cattivo è responsabile della propagazione delle cellule tumorali

Fabiana Clemente

Cosa hanno in comune coleste-rolo cattivo e forme tumorali?A spiegarcelo è un recente stu-dio internazionale pubblicatosulla rivista Cell Reports, con-dotto dall’Università di Syd-ney in Australia. Il team di ricercatori identificail colesterolo LDL – comune-mente definito cattivo- comeresponsabile di importantimetastasi nella diffusione delcancro. Una conformazione tu-moraleinizia a svilupparsiquando le cellule normali as-sumono un comportamentoanomalo, crescendo in ma-niera incontrollata si moltipli-cano fino a formare grumichiamati tumori. Tali cellulenon trattate possono allonta-narsi dalla massa originaria, eraggiungere altre parti delcorpo e crescere in tumori se-condari o metastasi. Le meta-stasi sono la principale causadi morte per cancro. I ricerca-tori hanno scoperto che le in-tegrine -molecole velcro-likepresenti sulla superficie dellecellule - possono spostarsi

verso l’interno. Il colesterolo,tra i principali lipidi nel corpo,è necessario per mantenere leintegrine sulla superficie dellecellule tumorali. Thomas Gre-wal, ricercatore e professoreassociato presso la Facoltà diFarmacia a Sydney – nonchéuno dei coordinatori dello stu-

dio - ipotizza che alcuni tumoripossano dipendere in manierasignificativa dai livelli di cole-sterolo. Indagine accuratehanno rilevato che il cancroalla prostata, al fegato e alseno sono molto legati al no-stro metabolismo e ai livelli dicolesterolo. In effetti, lo studio

ha scoperto che il colesterolocattivo controlla il transito neipiccoli vasi che contengonoqueste integrine e ha effettirilevanti sulla capacità dellecellule tumorali di circolare ediffondersi in tutto il corpo.Ergo, sembrerebbe che alti li-velli di colesterolo cattivo favo-

riscano le integrine nelle cel-lule tumorali a muoversi,mentre livelli elevati di cole-sterolo buono sembrano man-tenere le integrine all’internodelle cellule. Manipolare e ab-bassare i livelli di colesterolocattivo potrebbe contribuire inmodo significativo a ridurre lacapacità delle cellule tumoralidi diffondersi in tutto il corpo.E costituirebbe, in questi ter-mini, un’arma preziosa ingrado di limitare e arginarel’azione devastante di una ma-lattia difficile da debellare. Iricercatori concludono infor-mando le persone con alti li-velli di colesterolo alto,consumo eccessivo di alcool edieta occidentale non sana,che uno stile di vita non salu-tare potrebbe contribuire inmaniera significativa alla for-mazione di forme tumorali.Una dieta ad hocfinalizzata aridurre il colesterolo cattivo,l'esercizio fisico e un aumentodell'apporto di acidi grassi po-linsaturi nella propria dieta,possono invece diminuire no-tevolmente l'incidenza delcancro.

Preeclampsia: sintomi, cause e prevenzione durante la gravidanzaLa preeclampsia si manifesta con unimprovviso aumento della pressionearteriosa e con la perdita di proteinenelle urine, ha un decorso pericolosa-mente rapido e può danneggiare moltiorgani materni, tra cui cervello, fegato,rene, cuore e sistema circolatorio. Inmolti casi si presenta accompagnatada una grave alterazione del sistemadella coagulazione, con seri rischi siaemorragici che trombotici. Inoltre puòcompromettere la funzione della pla-centa e quindi la crescita ed il benes-sere del feto. Mentre l’ipertensionecronica colpisce circa il 7 % delle donnein gravidanza, la preeclampsia inte-ressa 3 donne su 100. Compare, nellaseconda parte della gestazione, dopo le20 settimane di gestazione. Una dia-gnosi precoce è di fondamentale im-portanza, nello specifico tenendo sottocontrollo la pressione arteriosa ed ef-

fettuare regolari controlli delle urine.Pressione arteriosa superiore a 140 dimassima e a 90 di minima e la pre-senza di proteine nelle urine a livellioltre i 290 mg/l, sono sicuramentecampanelli d’allarme. Non ci sono te-rapie farmacologiche efficaci per lacura della preeclampsia. In effetti,l’unica la terapia è il parto, che per-mette di rimuovere la placenta, re-sponsabile della malattia. Se siverifica in un’epoca gestazionale moltoprecoce, quando il feto è ancora imma-turo, il discorso cambia. Dopo un’at-tenta valutazione dei rischi permamma e bambino, si cerca di portareavanti la gravidanza con l'aiuto di far-maci sintomatici. Per la prevenzione,è staro riscontrato che la somministra-zione di aspirina a basse dosi dia risul-tati favorevoli per la prevenzione digestosi. F.C.

Influenza 2016: ecco perché le donne sono più resistenti

L’influenza, che sta caratterizzandoquesto inizio del 2016 e che ci ac-compagnerà per tutto l’inverno,sembra riuscire ad attecchire mag-giormente negli uomini che nelledonne. È questo l’interessante datostatistico rilevato dagli studiosidella John Hopkins BloombergSchool of Public Healt di Baltimora.I ricercatori statunitensi, oltre a ri-levare questo dato, sono riusciti,grazie a diversi test, a risalire allacausa della maggiore resistenza delgentil sesso al virus influenzale, ap-

purando che gli estrogeni, presentiall’interno delle cellule respiratorie,siano in grado di ridurre la produ-zione e la proliferazione del virusstesso. Gli esperimenti sono stati ef-fettuati su alcuni volontari, daiquali sono state prelevate delle cel-lule epiteliali presenti nel naso. Lestesse, dopo essere state esposte alvirus dell’influenza A, sono statemesse a contatto con tre diversefonti di estrogeni, sia naturali cheartificiali. Dai dati analizzati, dun-que, è emerso che le cellule prele-vate dalle donne hanno risposto agliestrogeni attraverso alcuni recettorispecifici, di cui gli uomini non sonoprovvisti, riuscendo, così, ad ostaco-lare la riproduzione del virus e di-mostrando, in definitiva, la capacitàdegli ormoni di ridurne la prolifera-zione. Ad ogni modo, il consiglio deimedici resta sempre quello di sotto-porsi alla vaccinazione atta a preve-nire la malattia, visto che, secondo idati Simg, ogni anno l’influenza sta-gionale colpisce circa l’8% della po-polazione italiana, mettendo arischio soprattutto le persone piùdeboli, come i bambini sotto i treanni e gli adulti over 64.

Fa.Cu.

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Diletta Mandato

Le sostanze chimiche sono icostituenti essenziali di tuttala materia vivente. Oltre lepersone, gli animali e lepiante, anche gli alimentisono composti da sostanzechimiche; esse, assemblate incomposti chimici, sono i costi-tuenti di sostanze nutritivecome i carboidrati, le pro-teine, i grassi e le fibre. Tut-tavia, le sostanze chimichenon sono prive di proprietàtossicologiche che potrebberocausare danni alla salutedell’uomo e degli animali qua-lora l’esposizione fosse mas-siva e perpetuata nel tempo.L’industria alimentare uti-lizza specifiche sostanze chi-miche per la produzione e laconservazione degli alimenti,come nel caso degli additivi edei coloranti e degli aromatiz-zanti, e ne utilizza delle altreper la produzione di integra-tori alimentari. Sempre all’interno dell’indu-stria alimentare ritroviamo lesostanze chimiche anchenella composizione dei mate-riali di confezionamento deglialimenti.Destano maggiore interessequelli che sono gli effetti chehanno sulla salute determi-nate sostanze se presenti invarie concentrazioni nelsuolo, nell’atmosfera e nell’ac-qua. I composti chimici natu-rali come i metalli e i nitrati

possono essere presenti invarie concentrazioni nell’am-biente, per esempio nel suolo,nell’acqua e nell’atmosfera.Possono anche residuarenegli alimenti in quanto in-quinanti ambientali, intro-dotti nell’ambiente da attivitàumane come l’agricoltura ol’industria oppure dai gas discarico delle automobili, o a

causa della produzione ali-mentare, come nel caso dellacottura ad alta temperatura.Si può essere esposti a tali so-stanze attraverso l’ambienteo ingerendo acqua o cibo con-taminati.Per quanto riguarda queicomposti chimici che rien-trano nella categoria degli in-quinanti ambientali ricor-

diamo i ritardanti di fiammabromurati e le diossine ePCB.I ritardanti di fiamma bromu-rati (BFR) sono miscele di so-stanze chimiche artificiali chevengono aggiunte a un’ampiagamma di prodotti, anche peruso industriale, per renderlimeno infiammabili. Sonospesso impiegati nelle plasti-

che, negli articoli tessili enelle apparecchiature elettro-niche/elettriche. Nell’Unioneeuropea (UE) l’uso di alcuniBFR è vietato o limitato; tut-tavia, a causa della loro persi-stenza nell’ambiente, talisostanze chimiche continuanoa destare timori per i rischiche comportano per la salutepubblica. I prodotti trattaticon BFR, ancora in uso o sottoforma di rifiuti, lasciano “fil-trare” i BFR nell’ambiente econtaminano l’aria, il suolo el’acqua. Questi contaminantipossono successivamente pe-netrare nella catena alimen-tare, dove si rinvengonosoprattutto negli alimenti diorigine animale come il pesce,la carne, il latte e i prodottiderivati.Le diossine e i policlorobifenili(PCB) sono sostanze chimichetossiche e persistenti nell'am-biente, che si accumulanonella catena alimentare.Le diossine non hanno appli-cazioni tecnologiche o altriusi, bensì sono generate in di-versi processi termici e indu-striali come sottoprodottiindesiderati e spesso inevita-bili. Al contrario delle dios-sine, invece, i PCB hannoavuto un uso diffuso in nume-rose applicazioni industriali esono stati massicciamenteprodotti per diversi decenni.

Il ruolo delle sostanze chimiche negli alimentiNon sono prive di proprietà tossicologiche che potrebbero causare danni alla salute dell’uomo e degli animali

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Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

Carlo di Borbone partì dallasua Napoli quando ereditò,alla morte del padre, il tronodi Spagna il 6 ottobre del1759 salutato con commo-zione e affetto da una gran-dissima folla. Prima diimbarcarsi sulla nave che loavrebbe portato a Madrid sitolse un anello che gli erastato regalato durante gliscavi di Pompei perché “ap-parteneva allo Stato”.Il luogo che meglio rappre-senta e sintetizza la politicadi Carlo di Borbone è quell’Al-bergo dei Poveri costruito aNapoli (e a Palermo, anche sedi dimensioni inferiori): pro-gettato da Ferdinando Fugacon finanziamenti anche per-sonali della Famiglia Reale,poteva e (nonostante le preca-rie condizioni attuali) può an-cora vantare una facciata dicirca 400 metri, 4 edifici,scuole, cappelle, cortili, giar-dini, refettori, officine, abita-zioni; poteva ospitare fino aottomila persone che veni-vano prese dalla strada, assi-stite e, soprattutto, formate eavviate al lavoro grazie agliaccordi stipulati con altre fab-briche del Regno specializzatenei più diversi settori produt-tivi (tessuti, ferro, cuoio, cri-stalli, vetro, legno, ceramiche). Una vera e propria “città delleArti” con pochissimi esempisimili nel mondo.A proposito di luoghi simbo-lici, punto di riferimento perla cultura mondiale fu il Tea-tro San Carlo che, insieme aiprestigiosissimi Conservatorimusicali, affermò l’impor-tanza internazionale dellamusica napoletana con talenticome Piccinni, Porpora, Leo,Vinci, Anfossi, Durante, Iom-melli, Cimarosa o Paisiello.Non a caso, allora, Stendhalavrebbe detto, a proposito delReal Teatro di San Carlo:“non c'è nulla in tutta Europa,che non dico si avvicini a que-sto teatro, ma ne dia la piùpallida idea. Gli occhi sonoabbagliati, l'anima rapita”…La scelta di costruire una son-tuosa reggia a Portici, sfi-dando i pericoli del Vesuvio eaffidandosi alla Divina Prov-videnza, fece nascere neipaesi dalla zona di Barra finoa San Giorgio, Portici, Erco-lano, Torre del Greco e Torre

Annunziata il famoso “migliod’oro”, meraviglioso (e in granparte degradato) circuito diville residenziali nobiliari ri-levanti sia dal punto di vistaarchitettonico che dal puntodi vista economico-produt-tivo, grazie alla presenza dicoltivazioni specializzate, ap-positi attracchi per le barche,orti e giardini scenografici espettacolari.Ai meriti storici e indubbidegli scavi sistematici operatia Pompei e ad Ercolano si as-sociavano quelli della costitu-zione di una vera e propriaaccademia (l’Accademia Erco-lanese) che aveva il compitodi descrivere, analizzare estudiare i reperti ritrovaticon quindici filologi riunitiperiodicamente presso la Se-greteria di Stato della CasaReale. Le attività eranomosse dalla “sollecitudinenella dilucidazione delle anti-chità Ercolanesi coerente-mente alle vive premure delPubblico, affinché in questaguisa possa ritrarne la Re-pubblica Letteraria quel-

l'utile, e diletto, che nel gene-roso animo di S. M. è statol'oggetto di tanto suo dispen-dio”. Grazie a queste inizia-tive Napoli fece nascere il“neoclassicismo”, corrente cul-turale di primaria impor-tanza e non solo in Italia.Esempio importante, invece,delle riforme sociali, economi-che e culturali del tempo po-tevano essere giudicati quegli“usi civici” ratificati duranteil governo di Carlo di Bor-bone. Con gli “usi civici” si ga-rantiva a tutti i cittadini l’usodelle proprietà demaniali percoltivare, piantare, pascolaregreggi o far legna nei boschi.Erano un vero e proprioperno del sistema sociale delSud e non a caso furono can-cellati dopo l’unificazione conconseguenze devastanti.Arte e cultura furono le pro-tagoniste di gran parte diquelle scelte trasformando laCapitale e il Regno in meteobbligate per tutti i più fa-mosi “grandi viaggiatori” eu-ropei di quegli anni.

(seconda parte)

Tre secoli fa nasceva il Re Carlo di BorboneIl più grande sovrano dell’età moderna conosciuto in Italia

Pensieri e parole“A Napoli, lo spettacolo più bello del mondo,

una visione che non potrò mai dimenticare, ciò che di più interessante è in Italia per gente come noi. Mi mancano le parole per descriverti questa città incantata, questo golfo, questi paesaggi, queste

montagne uniche sulla terra, questo cielo, queste tinte meravigliose. Vieni presto, ti dico,

e ti entusiasmerai ancora più di me”.(Alphonse de Lamartine)

“Non si deve biasimare, quando anche qui vicino vifosse un altro Vesuvio, che nessun napoletano vogliaabbandonare la sua città, e che egli canti con le più

vive iperboli la bellezza di questi luoghi”. (Wolfgang Goethe)

“Gli occhi sono abbagliati, l'anima rapita. Non c'ènulla, in tutta Europa,che non dico si avvicini al Real

Teatro di San Carlo, ma ne dia la più pallida idea.!uesta sala ricostruita in 300 giorni, è come un colpodi stato. Essa garantisce al re meglio della legge più

perfetta il favore popolare”. (Stendhal)

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Antonio Palumbo

Si è censita l’esistenza di1.413 stazioni “impresenziate”(le chiamano così nel GruppoFSI), su un totale di circa2.700: per il 70% si tratta distazioni in discreto stato diconservazione. L’ipotesi chemolte di esse - mediante pro-getti ad hoc, attenti anche anumerosi aspetti di ecososte-nibilità - possano essere tra-sformate in strutture checoncorrono alla valorizzazionedell’ambiente, al tempo stessomantenendo memoria dellafunzione “storica” delle ferro-vie per favorire la mobilitàpubblica, si sta avverando. Apartire dagli anni ‘40-50, in-fatti, lo sviluppo dell’industriaautomobilistica ha portatoalla dismissione, anche nelnostro Paese, di migliaia dichilometri di linee ferroviarie,cui si aggiungono i tratti dilinee attive abbandonati in se-guito alla realizzazione di va-rianti di tracciato. Si tratta diun patrimonio importante,composto da: numerosissimereti di collegamento e attrez-zature, che si snodano, inmodo continuo, nel territorio ecollegano città, borghi e vil-laggi rurali; di opere di archi-tettura e di ingegneria (ponti,viadotti, gallerie); di stazioni edi caselli (spesso di pregevolefattura e collocati in posizionistrategiche), che giacciono,per la gran parte, abbando-nati, in balia dei vandali odella natura (che, progressi-vamente, se ne riappropria).In quest’ottica, il progetto

“Ferrovie abbandonate” vuolecensire tutti i tracciati ferro-viari non più utilizzati esi-stenti in Italia (con datitecnici, mappe, immagini,ecc.), contribuendo a conser-varne la memoria e promuo-vendone, nel contempo, lavalorizzazione. Un patrimonioda tutelare e salvaguardarenella sua integrità, trasfor-mandolo in percorsi verdi perla riscoperta e la valorizza-

zione del territorio o ripristi-nando il servizio ferroviariocon connotati diversi e più le-gati ad una fruizione ambien-tale e dei luoghi, conparticolare riferimento al re-cupero e al riutilizzo delle vec-chie stazioni dismesse edabbandonate, soprattutto gra-zie a progetti attenti agliaspetti ecosostenibili.Per quanto riguarda le sta-zioni meno frequentate ed in-serite in ambiti menourbanizzati e complessi, l’im-pegno della Società è orien-tato, da una parte, verso larifunzionalizzazione e l’otti-male dimensionamento dellearee di pertinenza, destinatealle attività prettamente fer-roviarie; dall’altra parte - nelcontesto delle iniziative di ca-rattere sociale del Gruppo FSI- verso la cessione a istituzionidel territorio, in comodatod’uso, degli spazi “non stru-mentali” da destinare a orga-nizzazioni no profit attive neidiversi settori: tali iniziative,oltre ad arricchire la stazionee il territorio di servizi sociali,garantiscono il presenzia-mento degli edifici e la loromanutenzione corrente, conpositivi effetti anche in ter-mini di qualità e decoro. Tra

le tante iniziative di rilievoche vanno in tale direzione,segnaliamo quella dell’Asso-ciazione Italiana Greenways,nata per valorizzare, con unmarchio identificativo, le gre-enway realizzate lungo i trac-ciati ferroviari abbandonatiche presentano caratteristichetec- niche e ambientali di qua-lità, favorendone il riconosci-mento e la promozione qualevero e proprio prodotto turi-

stico. Questa modalità di riu-tilizzo del patrimonio ferrovia-rio non più funzionaleall’esercizio riveste una sem-pre maggiore importanza peril Gruppo FSI, già da anni im-pegnato, in collaborazione conle varie istituzioni del territo-rio, in azioni di solidarietà so-ciale, così come nel riutilizzodi asset dismessi, quali, adesempio, le linee ferroviarienon più in esercizio.

Il recupero ecosostenibile delle stazioni ferroviarie abbandonate

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Domenico Matania

È di qualche giorno fa la noti-zia dell’inaugurazione a Na-poli delle scale “MassimoTroisi”, nel quartiere diChiaia. La notizia era statagià annunciata dall’ammini-strazione comunale lo scorsosettembre, quando il vicolettoDonnalbina nella zona diSanta Maria La Nova venneribattezzato via Pino Daniele.Insomma si respira arianuova nella toponomasticaufficiale del territorio napole-tano. La gradinata intitolataa Massimo Troisi è la stessache è diventata celebre graziead alcune scene del film “Scu-sate il ritardo” in cui il grandeMassimo in una serata freddae piovosa cercava di consolareinvano le pene d’amore diLello Arena. Scene memora-bili che sono entrate a farparte a tutti gli effetti dellacultura ufficiale napoletana.A portare avanti la richiestadi intitolare un luogo dellacittà a Massimo Troisi, èstata l’Associazione “Napo-liEvviva”, che ha consegnatoalla Commissione toponoma-stica del Comune di Napoli

1500 firme di cittadini a so-stegno dell’iniziativa. “Dob-biamo ringraziare – affermaLaura Cozzolino di NapoliEv-viva - i tantissimi cittadiniche hanno sostenuto questainiziativa, soprattutto Uècapche grazie ai suoi tanti volon-tari è stata fondamentale perla raccolta delle firme e per ilraggiungimento di questo

obiettivo e il Comune che hasubito raccolto la nostra pro-posta. Non ci fermeremo: l’idea, sindal primo momento è stataquella di rendere quellapiazza uno spazio accogliente,strappandolo all’anonimato,abbellendo i giardinetti e imuri circostanti con murales,sull’esempio di quanto è stato

fatto già in tanti luoghi dellacittà”. Al momento della ceri-monia ufficiale dell’intitola-zione erano presenti Luigi DeMagistris, l’assessore comu-nale alla Cultura Nino Da-niele, Giorgio Zinno, il sindacodi San Giorgio, città natale diTroisi, l’autore televisivo Gior-gio Verdelli e Rosaria Troisi,sorella di Massimo. Rosaria ha

ricordato anche l’altro fratello– Vincenzo – scomparso loscorso dicembre: “Essere quiun viaggio interiore nel ri-cordo di due gioielli di famigliacome Massimo e Vincenzo". Pino Daniele, Massimo Troisi,la toponomastica può final-mente rappresentare al megliola città, la “strada” sembraquella giusta.

Scale Massimo Troisi: quando la toponomastica diventa cultura

Il fumo passivo è nocivo anche per gli animali

Qualunque fumatore sa che è bene nonaccendere una sigaretta accanto adonne incinte e bambini. Non è altret-tanto detto per gli animali. I nostri po-veri amici sono spesso dimenticatispettatori delle sigarette, che causanoinvece loro tanti danni quanto agli es-seri umani. E non solo perché possonoingoiare mozziconi lasciati a terra!Pochi, però, coloro che ne sono a cono-scenza. Ed è per questo che l'Ordine deimedici veterinari, prendendo le mosseda una ricerca attualmente in corso allaUniversity of Glasgow, ha lanciato aMilano la campagna informativa “Ilfumo uccide anche loro”.Manifesti e materiale informativo di-stribuito nelle strutture veterinarie aiu-teranno a sviluppare questa consa-pevolezza soprattutto tra coloro chehanno animali tra le mura domestiche.Del resto, stando ai risultati di uno stu-dio effettuato dalla Henry Ford HealthSystem di Detroit, il 28,4% di essi sa-rebbe disposto a smettere per tutelareil proprio amico a quattro zampe.

Quello che non si fa per se stessi si faper chi si ama ed è innegabile che il rap-porto con gli animali è per molti uno deipiù importanti e duraturi.I gatti sono quelli più esposti ai dannidel fumo passivo, anche per la loro abi-tudine di leccarsi il pelo. Su questo in-fatti vanno a depositarsi le sostanzenocive provenienti dal fumo, rendendoliesposti ad asma, bronchiti e tumoriorali.Per i cani, invece, il maggior pericolo èper le razze a muso lungo, maggior-mente soggette a neoplasie della cavitànasale, oltre che per quelli di piccola ta-glia, che incorrono facilmente malattiecardiache e respiratorie. Così come ca-narini, pappagalli e gli altri volatili,esposti al rischio di polmoniti spesso le-tali."Il grado di civiltà di una comunità simisura anche da quanto è in grado diprendersi cura degli animali", ha com-mentato l'assessore alla Qualità dellavita del Comune di Milano Chiara Bi-sconti. A.E.

A Milano l’Ordine dei medici veterinari lancia una campagna di sensibilizzazione

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Cristina Abbrunzo

Da oggi, anche in Italia, potretetrovare quella completamentebiodegradabile e 100% vegetale.Si chiama Chicza RainforestGum ed è già stata premiata aLondra, al "Natural and Orga-nic Products Festival", come"Miglior nuovo alimento biolo-gico", fatto che le ha permessodi aprirsi al mercato europeo.Arriva dal Messico ed è fruttodel lavoro e della ricerca deiChicleros (discendenti deiMaya, secondo alcuni studiosi, iprimi masticatori al mondo dichicle), che si definiscono i“Guardiani della Selva Tropi-cale”, proprio per il loro impe-gno nella salvaguardia di quellache è la seconda foresta almondo. I Chicleros sono 2.136 esi sono riuniti in 56 cooperative;possiedono 1.350.000 ettari diChicozapote (da qui il nomedella nuova gomma da masti-care), chiamati anche Sapodilla,alberi che crescono solo nellapenisola dello Yucatan.In particolare, il chicle vieneestratto dai chicleros dalla cor-teccia dell’albero senza chevenga danneggiata la piantastessa la quale viene poi la-sciata a riposo per 5-6 anni.Ogni albero può garantire dai 3

ai 5 kg di lattice prima del rac-colto successivo assicurando lapiena protezione della forestaed un chicle sempre genuino.Un processo che prevede unaaccurata rintracciabilità lungotutta la filiera in modo tale daassicurare al consumatore unprodotto di altissima qualità.Un prodotto, quindi, che nonpresenta alcuna traccia di in-

gredienti chimici o di origineanimale e che non è solo ecolo-gico ma anche solidale. La suaproduzione infatti permette dimantenere più di 2mila chicle-ros con le loro famiglie. Uno deivantaggi più evidenti di Chiczaè ovviamente dato dalla biode-gradabilità di questa gomma ri-spetto a quella ottenutaindustrialmente a partire dal

butadiene o dal polivinil ace-tato, ingredienti in genere na-scosti dietro al termine “gommabase” nella lista degli ingre-dienti delle gomme da masti-care. E mentre Chicza, per isuoi ingredienti interamentederivati dalla natura, si biode-grada in due mesi, i chewinggum “industriali” degradano inun tempo non inferiore ai cin-

que anni, con conseguenze de-vastanti per l’ambiente e per lefinanze degli Stati. Il consuma-tore che decide di scegliereChicza quindi, non solo sa chesta masticando un prodotto 100per cento naturale ma ancheche sta contribuendo alla salva-guardia del Pianeta e al mante-nimento dei Chicleros. Senza laproduzione del chewing gum,molto probabilmente i Chiclerosverrebbero sfruttati dalle mul-tinazionali del petrolio, come ègià avvenuto in passato. Masti-care Chicza al posto delle che-wing gum tradizionali aiuta lecasse delle amministrazioni co-munali, la conservazione am-bientale e abbatte i costi per losmaltimento dei rifiuti, sempretenendo conto che non buttarechewing gum a terra è prima ditutto un gesto di civiltà verso sestessi e l’ambiente in cui si vive.Diffusa già ampiamente intutta Europa, la Chicza arrivain Italia solo adesso grazie al-l'impegno, sia in termini econo-mici che fisici, da partedell’imprenditore Gino Di Gia-como che ha investito le sueenergie per importarla e soprat-tutto per farla capillarmente di-stribuire. La presenza dellaChicza contribuirà, in positivo,al decoro cittadino e non solo; ecome in genere tutti i prodotti dinuova concezione, potrà nonpiacere a tutti, ma saprà tro-vare, anche nel panorama delmercato italiano, il suo spazio esoddisfare le nuove esigenze daparte dei Consumatori Italiani.

Gumpoint: i bidoni per riciclare chewingum

Per chi ha una certa sensibilitàambientale non c’è niente dipiù fastidioso che camminareper strada e vedere per terramozziconi di sigaretta e gommeda masticare gettati senzaalcun riguardo. E, mentre nellenostre città arrivano multe perpunire coloro che gettano instrada le cicche, dall’Argentinaarriva un’idea sostenibile chepunta a riciclare almeno i che-wingum “masticati” per realiz-zare altri prodotti.Saranno anche di piccole di-mensioni, ma le gomme da ma-sticare "usate" sono rifiuti tra ipiù difficili da smaltire, soprat-tutto quelle che si attaccano alsuolo e col tempo diventanodelle macchie nere sull’asfalto.A tale proposito un gruppo distudenti dell’Università di SanAndrés di Buenos Aires, hadato vita al progetto GUM-

Point che prevede l'installa-zione di appositi bidoni per laraccolta differenziata dei che-wing gum nelle città del SudAmerica e, presto, anche delresto del mondo. Simili alle cas-sette della posta, i Bins – è que-sto il loro nome - potrannoessere installati nelle città per-mettendo di raccogliere i che-wing-gum. Anche i Bins sonocostruiti con materiale riciclato.È facile vederli grazie al loro co-lore rosa brillante che ricorda

proprio le gomme da masticare.Così non passeranno di certoinosservati in mezzo al paesag-gio urbano. Una volta che il bi-done è pieno, un serviziospecializzato ne raccoglie il con-tenuto e le gomme subirannoun processo di riciclaggio unicoper produrre una vasta gammadi nuovi prodotti. L'obiettivodel riciclo delle gomme da ma-sticare è quello di trasformarlein nuovi polimeri per la produ-zione di plastiche. Il passaggioda chewing gum a plastica av-viene attraverso diverse fasi, acominciare da raccolta e stoc-caggio. Successivamente si passa alladisinfezione dei rifiuti, nonchéalla loro polverizzazione, essic-cazione, estrusione e calandra-tura. Il risultato finale sono deiveri e propri pellet confezionatiin sacchetti di plastica da cin-

que chili. Un nuovo materialein grado di trasformarsi in ungran numero di elementi: og-getti di design, stivali digomma e sandali, telefoni cel-lulari, imballaggi e altro. Unmeccanismo che rientra perfet-tamente nel concetto di econo-mia circolare.Un progetto che ha anche unintento etico, quello di educaretutti a nuovi comportamenti,più consapevoli e rispettosi,anche dell’ambiente.Un progetto che dalle buone in-tenzioni arriverà alla realtàperché proprio in questi primimesi del 2016 i prodotti otte-nuti da questa materia secondasaranno disponibili sul mer-cato. La speranza è che riesca avarcare i confini nazionali e chepresto si possano vedere i sim-patici bidoni rosa anche nellenostre strade. C.A.

Chicza: il chewingum biodegradabileNaturale, etico ed equosolidale

Gomme da masticare si trasformano in smartphone

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Fabio Cuoco

Le spese mediche private sonoda sempre un grosso gratta-capo finanziario per le fami-glie italiane che, pur di curarenel modo migliore la propriasalute, da sempre provano astringere la cinghia e fannoun po’ di sana economia dome-stica. Negli ultimi anni, però,è aumentato sensibilmente ilnumero di finanziamenti ri-chiesti proprio per questoscopo: probabilmente la mag-giore familiarità del cittadinomedio italiano con lo stru-mento del prestito bancarioha, in qualche modo, portatoalla situazione attuale.Il dato è stato rilevato dalcomparatore online Facile.it,il quale, in collaborazione conil portale web Prestiti.it, haanalizzato oltre 20 mila ri-chieste di finanziamento, nelperiodo che va da giugno a no-vembre del 2015.Analizzando questo campione,lo staff dei due siti internet harilevato che circa il 4% deiprestiti sono stati richiesti ap-punto per “spese mediche”,per un totale di oltre 340 milaeuro a sostegno di pratichenon soltanto strettamente sa-nitarie, ma anche riguardantitrattamenti estetici.

Un dato significativo, se sipensa che nel 2013 la richie-sta di finanziamenti per spesemediche era del 2,5% rispettoal totale rilevato su tutto ilterritorio nazionale, pari adun incremento di circa l’1,5%in appena due anni.Il prestito è, in media, di circa6 mila euro, restituibili inquasi 5 anni di media, mentrel’età media di coloro che ricor-rono al finanziamento è di 44

anni. Circa due terzi delle ri-chieste provengono da dipen-denti privati, mentre lapercentuale di pensionati èdell’11%.Su base regionale, invece, l’in-cidenza più alta di finanzia-menti si registra in Toscana enel Friuli Venezia Giulia, conun abbondante 6%, mentre achiudere la graduatoria sonodue regioni del sud, ossia laCampania e la Puglia con il

2%.Se da un lato, quindi, i prestitiaumentano, dall’altro preoc-cupa la continua contrazionedella spesa sanitaria pubblica:l’ultimo rapporto Censis Sa-lute, infatti, evidenzia come lapopolazione italiana sia invec-chiata, con una media di 44,4anni, mantenendo costante iltrend di crescita di due decimiall’anno. L’innalzamento del-l’età media, di riflesso, fa cre-

scere le spese dirette dei citta-dini per farmaci e prestazionisanitarie.Il ricorso al finanziamento èemblematico delle difficoltàche gli italiani hanno a soste-nere le spese mediche. Perquesto, sarebbe opportunomodificare il sistema sanitarionazionale, rendendolo ancordi più a favore del paziente, ilquale deve poter conservare ilsuo diritto alle cure mediche.

RIFIUTIIl test di cessione è rappre-sentato da una prova simu-lata di rilascio dicontaminanti, effettuata po-nendo in contatto per untempo definito un solido conun lisciviante (agente separa-tore) e separando quindi ledue fasi per ottenere uneluato (liquido prodotto al-l’esito del test). Diversamenteda quanto sostenuto dallaparte ricorrente, secondo cuiil test di cessione deve essereeffettuato ai sensi del soloD.M. 5 febbraio del 1998,senza ulteriori implementa-zioni o rinvii normativi, ilcomma 2 dell’art. 3 del D.L. n.2/2012 non opera un genericoriferimento al DM 5 febbraio1998. Dal dato letterale si ri-cava infatti che il rinvio alpredetto decreto ministerialeè limitato all’art. 9 “ai finidelle metodiche [e non dei pa-rametri] da utilizzare per

escludere rischi di contamina-zione delle acque sotterra-nee”. La disposizione quindi,da un lato, circoscrive l’am-bito oggettivo del rinvio al de-creto ministeriale alle sole“metodiche da utilizzare” e,dall’altro, indica chiaramentela finalizzazione del test, ov-vero escludere i rischi di con-taminazione delle acque

sotterranee. Sotto tale se-condo profilo va osservato chegli specifici e puntuali limitida rispettare in relazione alleacque sotterranee si rinven-gono oggi esclusivamentenella Tabella 2 dell’Allegato 5al Titolo V della Parte Quartadel D.lgs. n. 152/2006. TARLombardia, Milano Sez. IIIn. 2638 del 14 dicembre 2015.

ACQUAScarico a mare. I limiti previ-sti nella Tabella 3 dell’alle-gato 5 alla parte terza del D.Lgs. 152 del 2006per espressaprevisione normativa (nota 3della citata Tabella 3), nontrovano applicazione per loscarico a mare. TAR Puglia,Lecce Sez. I n. 3483 del 2 di-cembre 2015.

EMISSIONI IN ATMO-SFERACon riferimento al regimeprevigente rispetto alle modi-fiche introdotte dal d.lgs. n.128 del 2010, il combinato di-sposto dell'art. 269, comma 1,e dell'art. 272, comma 5, deld.lgs. n. 152 del 2006 preve-deva l'esclusione delle attivitàdi cui alla parte I dell'allegatoIV alla parte quinta del de-creto legislativo n. 152 del2006 dal regime autorizzato-rio disciplinato dallo stessoart. 269. E le stesse dovevano

dunque essere ritenute atti-vità libere, a meno che nonfossero sottoposte ad obblighidi comunicazione da partedell'autorità competente, aisensi dell'art. 272, comma 1.Cass. Sez. III n. 50439 del 23dicembre 2015 (Ud 7 ott2015).

RIFIUTIL'art. 259 del d.lgs. n. 152 del2006 deve essere interpretatanel senso che, al fine di evi-tare la confisca obbligatoriadel mezzo di trasporto utiliz-zato per la gestione abusivadei rifiuti, incombe al terzoestraneo al reato che ne sia ilproprietario l'onere di pro-vare la sua buona fede, ov-vero che l'uso illecito delmezzo gli era ignoto e non eracollegabile ad un suo compor-tamento negligente. Cass.Sez. III n. 51001 del 29 di-cembre 2015 (Ud 7 ott 2015).

A.T.

Viaggio nelle leggi ambientali

Sempre più italiani richiedono prestiti per spese medicheL’incidenza più alta di finanziamenti si registra in Toscana e nel Friuli Venezia Giulia

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MA PERCHÈ GLI ITALIANI EMIGRANO? Gli italiani partiti dal nostro Paese nel2014 sono stati 101.297, con una crescitadel 7,6 per cento rispetto al 2013, trevolte in più degli stranieri arrivati da noi.Germania e Inghilterra i Paesi più get-tonati, ma cresce anche la Cina. Questinumeri sono al netto del milione e mezzodi Neet, cioè di giovani che restano in Ita-lia ma non lavorano e non studiano, incontrapposizione al milione di Expat,cioè di giovani dinamici e intraprendenti,spesso con alto capitale umano, chehanno lasciato l’Italia per cercare oppor-tunità di ulteriore formazione o migliorlavoro all’estero. Tenendo conto dei datidell’Aire, gli italiani all’estero sono circa5 milioni, per il 48 per cento donne e peril 15 per cento minori. Sono alcuni deidati emersi dal Rapporto Italiani nelmondo 2015 della Fondazione Migran-

tes. La presenza degli italiani all’esteroresta prevalentemente euro-americana.Più della metà dei cittadini italianiiscritti all’Aire, infatti, risiede in Europa(53,9%) e in America (40,3%). Il 51,4%dei cittadini italiani iscritti all’Aire è diorigine meridionale (Sud: 1.560.542 eIsole: 822.810), il 33,2% è partito dal Set-tentrione (Nord Ovest: 772.620 e NordEst: 766.900) e il 15,4% è originario diuna regione del Centro Italia (713.775).Sui centomila partiti l’identikit del mi-grante italiano è il seguente: uomo(56,0%), celibe (59,1%), tra i 18-34 anni(35,8%), partito dal Nord Italia (con ogniprobabilità dalla Lombardia) e trasferitoin Europa (probabilmente in Germaniao Regno Unito). Aumenta anche la per-centuale di quanti si trasferiscono inAsia, prevalentemente in Cina a caccia

di lavoro. Tra i numerosi dati del Rap-porto colpisce la forte crescita degli stu-denti italiani che scelgono di partire perun periodo di studio all’estero: sono 1.800i ragazzi partiti con Intercultura perl’anno 2014-2015. Anche tra i laureati, ilfenomeno dell’emigrazione per ragionilavorative è tendenzialmente in crescitanegli ultimi anni. Ma, perché si emigra?Proviamo a distinguere tra: emigrazionecontrollata e emigrazione volontaria e/oforzata. La prima si realizza quando ildatore di lavoro propone un’esperienzaall’estero, presso sedi distaccate nelle piùsvariate parti del mondo, con un obiet-tivo temporale ben definito ed eventual-mente prorogabile. Si inserisce dunqueall’interno di un percorso di crescita pro-fessionale in prospettiva, ma comunquecon un obiettivo di medio-lungo termine.

Nel secondo caso, il ventaglio di situa-zioni può essere ampio. Il caso più semplice è quello di personeche autonomamente decidono di cam-biare vita (emigrazione volontaria).“L’Italia mi sta stretta”, “Non sopportopiù questo Paese”, “Mi faccio un mazzotremendo per non guadagnare nulla”:una frustrazione non più contenibile cherichiede un cambio di vita. Diversa, in-vece, la situazione in cui si deve partireperché non si ha scelta (emigrazione for-zata). Si fugge da un lavoro mal retri-buito o che non dà soddisfazioni, daopportunità che non ci sono perché ilmondo lavorativo italiano è vecchio e ma-lato. Ma a volte si fugge perché il lavoronon c’è, con una famiglia da manteneree un mutuo che scatta inesorabile ognimese. A.T.

COME GESTIRE LA PUZZA DELLA POVERTÀdi Andrea Tafuro

Il mio nuovo anno è iniziato conun problema serio, come fare agestire la puzza quando mi rela-ziono con i poveri migranti. Lavostra cultura mercificata, viprescrive di azzerare l’odore deivostri corpi, in effetti solo i po-veri puzzano ancora. Ma chec’azzeccano i poveri puzzoni conquesta terra? Illustri studiosi cidicono che la povertà è funzio-nale all’esistenza e al rafforza-mento di un clima di solidarietà.Non voglio iniziare già da gen-naio a filosofeggiare, mi viene inmente l’incontro del lebbrosocon San Francesco. In questasede non è importante saperecome si conclude la storia, mi in-teressa il fatto che il lebbrosopuzzava, in primo luogo per laputrefazione della sua carne, poiperché soffriva una condizionedi povertà, viveva ai marginidella società non aveva acqua adisposizione per lavarsi. Eccoche cosa fanno i poveri, il più

delle volte puzzano, perché nonsi lavano. Mi sono convinto cheper capirli, questi poveri, devoimparare ad annusarli. Per pre-parare il mio olfatto, la primacosa che faccio è individuare l’in-calcolabile distanza che c’è traquanto accade nel mondo circo-stante e il radicale disbosca-mento degli ideali di buonaparte delle persone che mi cir-condano. Il relativismo cultu-rale delle coscienze e degliideali, fa si che tutti i vostripunti fermi siano declinati al

plurale. Anche nel campo dellavostra religiosità, è in gran spol-vero il fenomeno della diodiver-sità, non c’è più distinzione fracattolici, musulmani, buddistiecc. ecc.. L’intero gregge vaga,tutti sono diventati volubili, in-dividualisti, disponibili a conta-minazioni e ipersensibili afenomeni di leaderanza parroc-chiale. Eh già! il vostro Dio ètroppo un affare di famiglia perliberarsene. Ma, torniamo altema, qual’ è il mio rapporto conle puzze? Credo che tutti noi ne

siamo terrorizzati, chi emanacattivo odore viene allontanatoperché, animalesco, marginale.I migranti appena scendono daibarconi vengono accolti conguanti e mascherine in grandisuperfici, va a finire che i puz-zoni sono quelli che godono dipiù spazio. Ma voi siete perfetti,infatti proprio per scongiurareogni possibilità di puzza avetecreato vaste gamme di prodottiper annullarla. Quando usciteper una festa o per andare al la-voro trascorrete ore in bagno adeodorarvi. Certo, l’atto del pro-fumarsi fa parte della storiamillenaria delle civiltà progre-dite. Sin dall’antichità esprimela cura di sé, ma al tempo stessonasce dalla paura di emanareodori sgradevoli e dell’immagineche questi trasmetterebbero dinoi. Il rapporto di corrispon-denza allora non fallisce le suepremesse, chi incontra i poveri echi vive accanto a loro deve con-frontarsi con le puzze e con lapaura che ne ha. Ritorno al rac-

conto dello sbarco, che seguosteso sul divano e voilà eccoli iportatori di puzza in bella mo-stra. Sono una quarantina di ex-tracomunitari, accomunati dauno stato di indigenza ed emar-ginazione. Nel processo di co-scientizzazione l’uomo Andreasi interroga sull’ origine di que-sta crisi di mancanza di signifi-cato. Non potendo separarsidalla sua attività, l’ animale sistruttura come un essere chiusoin sé senza alcuna possibilità diesercitare un atto riflessivo.Dunque se l’ animale è a-storico,perché non può oggettivare sestesso né la sua attività, l’ esi-stenza dell’ uomo è storica e puòlucidamente modificare ilmondo in cui vive. E allora veripuzzoni di tutto il mondo lottatecontro l’attuale società dell'ag-giornamento, dove cose e per-sone hanno i mesi contati in unadisumana rottamazione nelnome del nuovo che provocheràmeraviglioso stupore senza peròavere un'anima.

La mia frase preferita l’ha

pronunciata uno dei rifugiati: “Nonsono pericoloso,sono in pericolo”

Bono Vox

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27 gennaio 2016 - Giorno della memoria. A Napoli, il teatro non dimentica.

Nasza Krasa (La nostra classe) diretto da Massimiliano Rossi e Terezin Cabaret diretto da Ferruccio Padula.

Due signori spettacoli che hanno saputo “raccontare” in modo scrupoloso e toccante uno dei momenti più atroci di tutta la storia dell’umanità.