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revista marche

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  • Spedizione in A.P. Legge 662/96 art. 2 comma 20/c - filiale di Ancona

    ANNO XXIIOTTOBRE-NOVEMBRE 2000 5

    CENSIMENTOAGRICOLTURA

    OCM VINO

    VENDEMMIA 2000

    NAVIGANDONEL WEB

  • Le opinioni espresse negli scritti pubblicati in questa Rivista impegnanosolo la responsabilit degli autori

    S O M M A R I O

    137

    1113181922232426283032

    E D I T O R I A L E

    ENOTECA DELLE MARCHE:LE DUE SEDI CI SONO, ORA VANNODEFINITI I SUOI COMPITI La recente inaugurazione della sede di Iesi dellEnoteca regionalecompleta un importante progetto: quello di attrezzare una vetrinap restigiosa per le tante produzioni di eccellenza della re g i o n e ,mettendo le basi per migliorare la comunicazione e linform a z i o-

    ne per il consumato-re marchigiano e nonsolo.Non a caso le due se-zioni che costituisco-no lEnoteca hannosede ad Offida e a Je-si: infatti entrambe lecittadine sono, perdislocazione geogra-fica e tradizione, nelc u o re delle aree viti-vinicole pi impor-tanti e significativedella regione e quindipossono ben rappre-s e n t a re tutto il setto-

    re marchigiano. E quindi opportuno sottolineare che le due sedi rappresentano lE-noteca delle Marche e quindi una struttura che appartiene a tutti ip roduttori della regione, in qualunque territorio risiedano o operino.Si apre ora la fase pi importante, cio quella della migliore uti-lizzazione di questo importante strumento. La Regione impegnata a fare in modo che questa struttura sias e m p re pi regionale e al servizio di tutto il settore vitivinicolom a rchigiano: sar quindi essenziale la definizione precisa delcompito e del ruolo che la stessa dovr assolvere, evitando so-vrapposizioni o duplicazioni. Unoperazione che la Regione intende portare avanti con la stret-tissima collaborazione delle amministrazioni comunali intere s s a-te, delle associazioni di prodotto e delle rappresentanze dei pro-duttori: chiaro infatti che se lobiettivo quello della promozio-ne del vino e delle tipicit, il vero interlocutore non pu che esse-re il Territorio. LEnoteca, con le sue due sedi, deve quindi diventare uno stru m e n-to vivo e vivace che, per il tramite del vino, sappia off r i re al turi-sta, oltre naturalmente al cittadino marchigiano, una vasta gammadi opportunit e di interessi sia eno-gastronomici che artistici, am-bientali, monumentali, ecc. del nostro entro t e rra. Nella sostanza uno strumento importante per la conoscenza deln o s t ro vino e delle tante tipicit della tradizione gastro n o m i c am a rchigiana, ma anche momento determinante per far conosce-re le infinite bellezze del territorio.Unoperazione questa che riconosce al vino il suo ruolo di pro t a-gonista, di prodotto-simbolo in grado di riassumere le potenzialite le caratteristiche di un territorio, come dimostrano le ormai tan-te iniziative che intorno allo stesso ru o t a n o .

    CENSIAMOLE MARCHE AGRICOLE

    PSR, DEFINITIVAAPPROVAZIONENUOVA ORGANIZZAZIONEDI MERCATO DELSETTORE VITIVINICOLOPROPOSTE VIGNETIPER VINI DA PODIO

    UNA VENDEMMIAA CINQUE STELLEOLIVICOLTURA:PREVISIONI PER IL 2000OBIETTIVO: UN OLIOTIPICAMENTE MARCHIGIANOEXTRAVERGINE:SE NE PA R L ATO A CIVITA N O VA

    CARO INPS TI SCRIVO

    DENTRO IL WEB...VENTI MONUMENTINAZIONALI, UNO A TREIA

    AGRICOLTURA FLASH

    PERISCOPIO MARCHE

    INCENDI BOSCHIVI,PIAGA DA DEBELLARE

    Luciano AgostiniAssessore regionale Agricoltura

    Lenoteca di Jesi recentemente aperta nei suggestivi sotterraneidi Palazzo Balleani. (Foto Archivio Jesi e la sua valle)

  • IL PUNTO 1

    l 23 ottobre ini-zier il 5 Censi-mento Generaled e l l A g r i c o l t u r a ,ed i rilevatori ditutti i Comuni del-

    la Regione, come nel re s t odItalia, batteranno la campa-gna fogli di mappa alla manovisitando gli agricoltori inogni azienda e raccogliendoinformazioni.Si disegner cos il nuovoq u a d ro dellazienda agricola,che ci aspettiamo molto di-verso da quello rivelatoci dalCensimento del 1990.E utile sottolineare limpor-tanza di questo Censimento,come di ogni rilevazione stati-stica: solo grazie alle notizieraccolte in modo cos com-pleto gli operatori del settoreagricolo possono conoscerela situazione delle aziendeagricole e dell'universo agri-

    colo in generale, e solo aven-do a disposizione dati reali possibile re a l i z z a re una solidaed utile politica di pro g r a m-mazione in agricoltura. La rilevazione statistica vienespesso vissuta dagli interv i-stati come uninvasione, il ri-l e v a t o re come una sorta dii n truso, il tempo impiegatocome tempo tolto alle attivitp roduttive. Se da un lato d i fficile negare come le inda-gini statistiche in agricolturasi susseguano a ritmo serr a-to, vadano a toccare arg o-menti delicati come il re d d i t oo i bilanci aziendali e coin-volgano a volte per anni glistessi soggetti, dallaltro i m p o rtante ricord a re la loroi n s o s t i t u i b i l i t .E importante re p e r i re i datied fondamentale che a for-nirli sia limpre n d i t o re, anchequando i dati potre b b e ro es-

    CENSIAMOLE MARCHE AGRICOLE

    I

    Si ripetel a p p u n t a m e n t o

    decennale con ilc e n s i m e n t o

    d e l l A g r i c o l t u r a ,unoccasione perfar raccontare la

    realt agricolad i rettamente dai

    p ro t a g o n i s t i .Sar quindi

    d e t e rminante lal o ro

    c o l l a b o r a z i o n e

  • s e re raccolti con sistemi di-versi dallintervista, perc h solo in questo modo si pus t a b i l i re in quale contesto ildato si colloca e quale il suoreale significato in term i n is t rutturali e di evoluzione del-la realt agricola.Ad esempio possiamo ottene-re dalle Associazioni di conto-tenzisti il dato complessivosulle ore da questi eff e t t u a t e ,ma senza entrare in azienda esenza unintervista dire t t anon possiamo sapere se ilservizio viene usato come au-silio al lavoro della famiglia oin unottica di destru t t u r a z i o-ne aziendale, dove tutte le at-tivit vengono demandate asoggetti esterni al conduttore.L a g r i c o l t o re nellintervista p rotagonista, pi che vittimasacrificale, e a lui si riconosceil ruolo insostituibile di rac-c o n t a re la sua realt occupa-zionale e di vita.Ti t o l a re della rilevazione lI-S TAT (Istituto Nazionale diStatistica) e per suo conto irilevatori comunali eff e t t u e-ranno la rilevazione, coord i-nati formati e coadiuvati datecnici della Regione Marc h econ competenza in agricoltu-ra, da statistici e da funzionaridellISTAT stesso.Per la prima volta le aziende

    v e rranno individuate con rife-rimenti al foglio di mappa sulquale si trovano, ottenendocos dati localizzabili in uncontesto geografico, comple-mentari con i dati di rilevazio-ni in altri settori produttivi edin aree urbane. In questo mo-do la programmazione delleattivit produttive e di conser-vazione del suolo risulterannomolto pi agevoli sia a livellonazionale che locale.A questo proposito pre g h i a-mo i futuri intervistati, cio

    tutti i conduttori di aziendaagricola, di accogliere i rileva-tori con i documenti catasta-li, cosicch sia agevole riferi-re le colture praticate ai foglidi mappa dellazienda. R i c o rdiamo che chi compila,c o rregge o viene in qualsiasimodo in contatto con i que-stionari non pu rivelarne ilcontenuto (segreto statisti-co), e che lo stesso ISTAT vincolato a non rivelare i datise non a scopo statistico edin forma aggregata, e mai al-

    cuna deroga pu essere perlegge fatta a questo principio,n c naturalmente mai stataalcuna eccezione.Durante lo svolgimento dell o ro incarico i rilevatori sonoincaricati di pubblico serv i z i oe quindi sottoposti alla nor-mativa vigente in materia dis e g reto statistico e tutela del-la riservatezza (legge 675/96,detta "legge sulla privacy"),tanto che il Garante per lap rotezione dei dati personaliha previsto che per loro ven-ga redatto un codice deonto-logico, come gi per altref i g u re professionali, codiceche lISTAT sta gi pre d i s p o-nendo. I tempi sono stretti, il lavo-ro non poco: siamo tuttimobilitati. S a p p iamo che tempo di se-mine, sappiamo che il tempoa disposizione non molto. Ev e ro per che la rilevazionenon richiede pi di unora emezza, e che rappresenta unodei pochi momenti in cui lim-p re n d i t o re agricolo pu de-s c r i v e re al rilevatore, ma persuo tramite anche allUnioneE u ropea, la sua realt senzaalcuna mediazione.Ed in questottica forse il tem-po non sembrer pi spre c a-to, ma utilizzato.

    Gabriella Malanga

    2

    ASSESSORATO AGRICOLTURA: I DIRIGENTI

    Servizio Agricoltura Dott. Sergio Bozzi

    Servizio Valorizzazione terreni agricoli e forestali Dott.ssa Graziella Gattafoni

    Servizio Valorizzazione delle produzioni Dott. Mariano Landi

    Servizio Sport, caccia, pesca e tempo libero Dott. Uriano Meconi

    Servizio Decentrato agricoltura e alimentazione di Ancona Dott. Benedetto Ranieri

    Servizio Decentrato agricoltura e alimentazione di Pesaro Dott. Siro Marconi

    Servizio Decentrato agricoltura e alimentazione di Macerata Dott. Ottavio Gabrielli

    Servizio Decentrato agricoltura e alimentazione di Ascoli Piceno Dott. Luciano Vita

    Il Coord i n a t o re dellAREA Attivit Produttive - che fra gli altri comprende i Servizi sopraindicati - il Dott. Pietro Marc o l i n i

  • 3o scorso 26s e t t e m b re ,con decisioneC(2000) 2726,la Commissio-

    ne Europea ha definitiva-mente approvato il Piano diSviluppo Rurale 2000-2006delle Marche dando in talmodo il via libera ufficiale al-lattuazione delle fasi suc-cessive, vale a dire lappro-vazione del testo da parte delConsiglio Regionale e lema-nazione dei bandi. Il serv i z i oAgricoltura ha gi attivato lap redisposizione dei bandiche presumibilmente verr a n-no pubblicati entro dicem-b re. Come gi detto (cfr. n. 4) ilPiano di Sviluppo ru r a l em a rchigiano si articola in 3assi: 1. miglioramento della com-

    petitivit e delleff i c i e n z adei sistemi agricoli ea g ro-industriali e dellaqualit dei prodotti in uncontesto di filiera;

    2. tutela e valorizzazione delpaesaggio rurale e dellerisorse ambientali;

    3 . azioni di sostegno allosviluppo ru r a l e .

    Il primo asse contiene le mi-s u re rivolte al sistema pro-duttivo agricolo visto in tuttii suoi elementi: per quantor i g u a rda le aziende pro d u t t r i-ci lobiettivo migliorarn ecompetitivit ed efficienza fi-nanziando investimenti ri-g u a rdanti tanto il pro c e s s op roduttivo (riduzione dei co-sti, risparmi di energia, ridu-

    NORMATIVA

    PSR, DEFINITIVAAPPROVAZIONE

    LLa decisione della Commissione Euro p e acon lok al Piano di Sviluppo Rurale 2000-2006 attiva la fase operativa. P resto verr a n -no definiti i bandi che consentiranno gliinvestimenti a part i re dal 2001, mentre sonospendibili subito i fondi di questanno perf i n a n z i a re le domande che non si sono potu -te evadere prima per mancanza di r i s o r s e .

    SI LIQUIDANO ANCHELE VECCHIE DOMANDE

    L a p p rovazione del documen-to ha sbloccato lero g a z i o n e ,nel corso del 2000, di oltre55 milioni di euro di contri-buti pubblici, a favore di pro-getti aff e renti programmi delperiodo 1994-99 (misurea g roambientali, sostegni aigiovani agricoltori, ecc.) efinanziati con risorse delPSR. Gli elenchi dei benefi-ciari delle diverse misure coni relativi importi sono infattigi stati inviati all AGEA(Agenzia per le Erogazioni inAgricoltura, ex AIMA), chedovr materialmente pro v v e-d e re alle liquidazioni entro lafine dellanno.In part i c o l a re per quantor i g u a rda le ex misure diaccompagnamento (re g g .CE 2078, 2079 e 2080) 27,6milioni di euro di contributopubblico sono stati destinatialle misure agroambientali afavore di oltre 5.700 benefi-ciari, 1,16 milioni di euro alp repensionamento, e 5,66allimboschimento. Il regolamento CE 950/97compless ivamente haassorbito oltre 20 milioni die u ro (40 miliardi di lire) dicontributo pubblico cosdistribuiti: circa la methanno finanziato gli investi-menti delle aziende agricoleed hanno riguardato 832beneficiari, oltre 6 milioni dieuro hanno sostenuto 1.047giovani agricoltori sia per illoro insediamento in aziendache per lattuazione di unpiano di miglioramentoaziendale; infine circa 3,6milioni di euro sono statiimpiegati a titolo di inden-nit compensative per oltre2.090 agricoltori operanti ina ree svantaggiate. Come sievince anche dallanalisi delPiano Finanziario del PSRsotto riportato, la dotazionefinanziaria per lannualit2000 stata completamenteutilizzata ed anzi leggermen-te superata.

  • zione impatto am-bientale, innovazionetecnologica) che ilp rodotto (migliora-mento qualitativo, di-versificazione); inoltreattraverso la ricom-posizione fondiaria sitenta di ridurre la pol-verizzazione delleaziende per far rag-g i u n g e re loro una di-mensione economi-camente efficiente. Leazioni relative alla for-za lavoro off rono unsostegno al ricambiogenerazionale e inter-venti di formazione eriqualificazione pro-fessionale; si incenti-va la trasform a z i o n ee commerc i a l i z z a z i o-ne dei prodotti conuna part i c o l a re atten-zione ai prodotti diqualit (sostegni allac e rtificazione di qua-lit e alla loro com-m e rcializzazione an-che attraverso mezziinnovativi). Tra le novit da sotto-l i n e a re vi sono: il collegamento tra-

    sversale tra pi mi-s u re, che mira are n d e re org a n i c ol i n t e rvento dellin-t e ro Piano di Svi-luppo (ad es. i be-neficiari della misu-ra A, investimenti azienda-li, beneficiano di tassi diaiuto superiori se al con-tempo sottoscrivono unimpegno agro a m b i e n t a l eai sensi della misura F);

    la misura V "ingegneria fi-nanziaria" che mira ad age-v o l a re laccesso al cre d i t oda parte delle aziende agri-cole, sostenendo la costi-tuzione di consorzi fidi peri n t e rventi di garanzia suifinanziamenti.

    Lasse 2 contiene interv e n t ivolti al sostegno di attivitp roduttive rispettose del-lambiente, quali la zootecniaestensiva, e alla riduzionedellimpatto ambientale delleattivit agricole (con azionifinalizzate alla conduzionedei terreni agricoli secondotecniche a basso impattoambientale o di pro d u z i o n ebiologica). Una novit im-p o rtante la maggiore enfa-si posta sul ruolo dellagri-c o l t o re come tutore del terr i-

    torio, in part i c o l a re del tuttoinnovativa lazione F3 "sal-v a g u a rdia del paesaggio edelle caratteristiche tradizio-nali dei terreni agricoli" chefinanzia interventi di manu-tenzione dei terreni agricoli ef o restali abbandonati conlobiettivo di contrastare ildissesto idrogeologico e ilrischio di incendio. Le aree arischio dovranno essere pre-ventivamente individuatedalle Comunit Montane edalla Regione.

    A l l i n t e rno di tale assesono previste anche lem i s u re forestali, di in-dubbia valenza am-bientale, quali limbo-schimento di superf i c iagricole e non, gli in-vestimenti volti a mi-g l i o r a re le fasi di rac-colta, trasformazione ec o m m e rc i a l i z z a z i o n edei prodotti silvicoli, lem i s u re di pre v e n z i o n edi disastri naturali eincendi, la gestione inf o rma associata dellef o reste. Infine, semprein tema di salvaguar-dia del territorio, sip revede lattuazione diunazione di monito-raggio ambientale re-lativamente ai rischi die rosione dei suoli e diinquinamento delle ac-que superficiali ep rofonde e interv e n t iper la razionalizzazionedella gestione delle ri-sorse idriche in agri-c o l t u r a .

    Lasse 3 completa-mente innovativo, pre-vedendo, oltre alle mi-s u re relative allagritu-rismo, interventi insettori quali il turismorurale e lart i g i a n a t oche non hanno comebeneficiari impre n d i t o-ri agricoli ma impre s e

    turistiche ed artigiane. Sem-p re nellintento di pro m u o v e-re lo sviluppo integrato dellea ree rurali e fre n a re la lorotendenza ad un pro g re s s i v ospopolamento si sostengonoanche il rinnovamento deivillaggi rurali, il miglioramen-to delle infrastru t t u re e losviluppo di servizi essenzialiper leconomia e la popola-zione rurale (costituzione diReti di Economia Locale).

    Sabrina Speciale

    4

  • 5ASSE 1 Miglioramento della competitivit e dellefficienza dei sistemi agricoli e agr o - i n d u s t r i a l i

    e della qualit dei prodotti, in un contesto di filieraMISURA A INVESTIMENTI NELLE AZIENDE AGRICOLE (art. 4 Reg. CE 1257/99)

    MISURA B INSEDIAMENTO DEI GIOVANI AGRICOLTORI (art. 8 Reg. CE 1257/99)

    MISURA C FORMAZIONE PROFESSIONALE (art. 9 Reg. CE 1257/99)

    MISURA D PREPENSIONAMENTO (art. 11 Reg. CE 1257/99)

    MISURA G MIGLIORAMENTO DELLE CONDIZIONI DI TRASFORMAZIONE E DI COMMERCIALIZZAZIONE DEI PRODOTTI AGRICOLI (art. 26 Reg. CE 1257/99)

    MISURA K RICOMPOSIZIONE FONDIARIA (art. 33 Reg. CE 1257/99)

    MISURA L AVVIAMENTO DI SERVIZI DI SOSTITUZIONE E DI ASSISTENZA ALLA GESTIONE DELLE AZIENDE AGRICOLE (art. 33 Reg. CE 1257/99)

    MISURA M COMMERCIALIZZAZIONE DI PRODOTTI AGRICOLI DI QUALITA' (art. 33 Reg. CE 1257/99)

    1. Valorizzazione dei prodotti di qualit

    2. Certificazione di qualit

    3. Sistemi innovativi di commercializzazione

    MISURA V INGEGNERIA FINANZIARIA (art. 33 Reg. CE 1257/99)

    ASSE 2 Tutela e valorizzazione del paesaggio rurale e delle risorse ambientali nel rispettodi quanto previsto dal Piano di Inquadramento Territoriale delle Marche

    MISURA E ZONE SVANTAGGIATE E ZONE SOGGETTE A VINCOLI AMBIENTALI (art. 14 e 16 Reg. CE 1257/99)

    MISURA F MISURE AGROAMBIENTALI (art. 23 Reg. CE 1257/99)

    1. Azioni finalizzate alla conduzione dei terreni agricoli secondo tecniche a basso impatto ambientale e protettive dellambiente

    2. azioni finalizzate alla conduzione di terreni agricoli secondo tecniche di produzione biologica e protettive dellambiente

    3. Salvaguardia del paesaggio e delle caratteristiche tradizionali dei terreni agricoli

    4. azioni di miglioramento ambientale e colturale a fini faunistici

    MISURA H IMBOSCHIMENTO DELLE SUPERFICI AGRICOLE (art. 31 Reg. CE 1257/99)

    MISURA I ALTRE MISURE FORESTALI (art. 30 e 32 Reg. CE 1257/99)

    1. Imboschimento di superfici non agricole

    2. Investimenti in foreste destinati ad accrescerne in misura significativa il valore economico, ecologico o sociale

    3. Investimenti diretti a migliorare e a razionalizzare il raccolto, la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti della silvicoltura

    4. Promozione di nuovi sbocchi per luso e la commercializzazione dei prodotti della silvicoltura

    5. Interventi per la gestione in forma associata delle foreste

    6. Interventi di rimboschimento a seguito di disastri naturali e incendi e misure di prevenzione

    MISURA Q GESTIONE DELLE RISORSE IDRICHE IN AGRICOLTURA (art. 33 Reg. CE 1257/99)

    MISURA T TUTELA DELLAMBIENTE IN RELAZIONE ALLAGRICOLTURA, ALLA SILVICOLTURA, ALLA CONSERVAZIONE DELLE RISORSE NATURALI

    NONCHE AL BENESSERE DEGLI ANIMALI (art. 33 Reg. CE 1257/99)

    ASSE 3 Azioni di sostegno allo sviluppo rurale

    MISURA N SERVIZI ESSENZIALI PER LECONOMIA E LA POPOLAZIONE RURALE (art. 33 Reg. CE 1257/99)

    MISURA O RINNOVAMENTO E MIGLIORAMENTO DEI VILLAGGI RURALI E TUTELA DEL PATRIMONIO RURALE (art. 33 Reg. CE 1257/99)

    MISURA P DIVERSIFICAZIONE DELLE ATTIVITA DEL SETTORE AGRICOLO E DELLE ATTIVITA AFFINI ALLO SCOPO DI SVILUPPARE ATTIVITA PLU-

    RIME O FONTI DI REDDITO ALTERNATIVE (art. 33 Reg. CE 1257/99)

    MISURA R SVILUPPO E MIGLIORAMENTO DELLE INFRASTRUTTURE RURALI CONNESSE ALLO SVILUPPO DELLAGRICOLTURA (art. 33 Reg. CE

    1257/99)

    MISURA S INCENTIVAZIONE DELLE ATTIVITA TURISTICHE E ARTIGIANALI (art. 33 Reg. CE 1257/99)

    P.S.R., ASSI E MISURE

  • MISURE PREVISTEDALLA RIFORMAPER LA GESTIONE DEL POTENZIALEPRODUTTIVO

    Per quanto riguarda la g e-stione del potenziale pro-d u t t i v o comunitario le princi-pali novit sono le seguenti:Viene mantenuto il divieto dinuovi impianti fino al 31 lu-glio del 2010 salvo alcunederoghe, costituite da : nuovi impianti attuati nel-

    lambito di misure di ricom-posizione o di esproprio permotivi di pubblica utilit,

    nuovi impianti per super-fici destinate alla speri-mentazione agricola

    nuovi impianti per colturadi piante madri per marze

    impianti per le superfici icui prodotti sono destinatiesclusivamente al consu-mo familiare dei viticoltori.

    Vengono inoltre concessinuovi diritti di impianto, pa-ri, per lItalia, a 12.933 etta-ri, da ripart i re ora tra le re-gioni, e che possono essereutilizzati solo se lo Stato

    APPLICAZIONE NELLA REGIONEINVENTARIOVITIVINICOLOLinventario delle pro d u-zioni viticole pre v i s t odalla riforma come con-dizione impre s c i n d i b i l eper poter accedere a mi-s u re estremamente im-portanti per il settore: regolarizzazione di talunivigneti impiantati ante-riormente al 1 settembre1998

    aiuti per la riconversionee ristrutturazione dei vi-gneti

    autorizzazione per la re a-lizzazione in Italia di 12.933ha di nuovi impianti entrod i c e m b re 2003.

    Per quanto riguarda l i n-ventario vitivinicolo, nelrispetto dellaccordo StatoRegioni del 4 novembre1999, il Servizio Agricoltu-ra della Regione Marc h eha provveduto a notificareal Ministero delle PoliticheAgricole la attuale superf i-cie vitata nelle Marche, leprincipali variet di vitecoltivate, la situazione deinuovi impianti e dei dirittidi re i m p i a n t o .Il Servizio ha stimato in21.735 ettari la superf i c i evitata alla data del 1 set-t e m b re 1999, e, somman-do a questa 705 ettari dinuovi impianti assegnatinel 1998 e 1999 a seguitodi deroghe concesse allanostra Regione al divietodi impianto, oltre a 899 et-tari di diritti di re i m p i a n t onon ancora esercitati, siottiene un potenziale p ro-duttivo regionale di23.339 ettari .

    7

    NUOVA ORGANIZZAZIONEDI MERCATO DELSETTORE VITIVINICOLO

    Il 1 agosto 2000 entrata in vigore la nuo-va OCM vitivinicola, approvata nel 1999 al-l i n t e r no di Agenda 2000, e con essa lenuove norme per gestire il patrimonio viti-colo. La nuova OCM prevede una serie dim i s u re e interventi che vanno nella dir e z i o-ne di salvaguar d a re, valorizzare e qualifi-c a re il patrimonio vitivinicolo esistente.

    NORMATIVA

    (segue a pag. 8)

  • 8m e m b ro ha compilato lin-ventario del potenziale pro-duttivo. Questi nuovi dirittidi impianto possono essereassegnati ad una riserva na-zionale o regionale e vannoe s e rcitati entro due anni al-trimenti tornano nella riser-va. La Commissione inoltregestisce una riserva comu-nitaria di altri 17.000 ettariche distribuir entro il31/12/2003 tra le re g i o n iche evidenzino un fabbiso-gno supplementare di dirittidi impianto.

    DIRITTI DI REIMPIANTOPer quanto riguarda i dirittidi reimpianto la grossa no-vit che possono essereassegnati allagricoltore p r i-ma che questi abbia estirpa-to una superficie equivalentea quella in cui ha luogo ilreimpianto, purch si impe-gni ad effettuare lestirpazio-ne prima della fine della ter-za campagna successiva aquella dellimpianto. Tale no-vit importante poichp e rmette di evitare quel pe-riodo "morto" che seguiva alreimpianto quando la vec-chia vigna era gi estirpata equella nuova non ancorap roduttiva. Altro aspetto im-p o rtante che i diritti direimpianto sono trasferibilida unazienda allaltra se les u p e rfici di questaltraazienda sono destinate allap roduzione di v. q . p . r.d. o divini da tavola designati me-diante unindicazione geo-grafica (non inclusi pre c e-dentemente) o alla coltura dipiante madri per marz e ,mettendo in atto meccani-smi che garantiscano ilmantenimento del potenzialep roduttivo inteso non comesuperficie investita a vignetoma come quantit di uvap rodotta. Tale misura vachiaramente nella dire z i o n edi re n d e re pi flessibili i di-ritti di reimpianto e in tal

    modo favorire lo sviluppo diquelle zone che pro d u c o n ovini di qualit con mercati inespansione. Anche i diritti direimpianto acquisiti hannouna "data di scadenza", paria 5 anni a part i re dalla cam-pagna di estirpazione.

    REGOLARIZZAZIONEDELLE SUPERFICI VITAT E

    La OCM vino prevede dellemisure per regolarizzare i vi-gneti impiantati non a nor-ma di legge e cio: per ireimpianti irregolari, eff e t-tuati prima del 1 settembre1998, l'acquisto di un dirittodi reimpianto a titolo re-t roattivo (con una penalizza-zione amministrativa) se la-g r i c o l t o re dimostra di averespiantato una pari superf i-cie senza aver per questo ri-cevuto alcun premio; lac-quisto dalla riserva re g i o n a-le di diritti di nuovo impian-to pagandoli il 150% delp rezzo normalmente appli-cato oppure acquistandolisul mercato per una superfi-cie superiore del 50% aquella da "sanare" e trasfe-rendo tale 50% alla riserv aregionale; lutilizzo di dirittidi reimpianto non impiegati

    DICHIARAZIONE DELLE SUPERFICI VITATEPer la realizzazione e la ge-stione del Catasto il Mini-s t e ro delle Politiche Agri-cole ha delegato con pro-prio decreto lAIMA (Azien-da di Stato per gli Interv e n-ti sul mercato Agricolo).A seguito dellaccordo Sta-to-Regioni siglato su que-sto argomento nella Con-f e renza del 5 novembre1999, la Regione Marc h eha stipulato con lAIMAuna apposita convenzioneche prevede lapertura inogni Provincia di unos p o rtello inform a t i z z a t odove tutti i viticoltori do-vranno pre s e n t a re la lorodichiarazione della superfi-cie vitata.Con D.M. 26/7/2000 pub-blicato sulla Gazzetta Uff i-ciale del 20/9/2000, la sca-denza per la pre s e n t a z i o n edella Dichiarazione delles u p e rfici vitate stata pro-rogata al 31/3/2001.

    GESTIONE DEL POTENZIALEPRODUTTIVO AZIENDALE

    In merito alle pro c e d u re eagli adempimenti per lagestione del potenziale

    p roduttivo, nel rispettodelle disposizioni comuni-tarie, la Regione Marc h eha emanato la D.G.R. n.1586 del 25/7/2000.Il provvedimento disciplinale modalit applicative del-le disposizioni comunitariein materia di potenzialeproduttivo viticolo.

    E fatto obbligo a ciascun con-d u t t o re di superfici vitate di:

    eff e t t u a re la dichiarazionedelle stesse per la defini-zione del potenziale vitico-lo aziendale;

    notificare qualsiasi varia-zione al potenziale viticolodellazienda .

    fatto obbligo, per laestirpazione, il re i m p i a n t oo il nuovo impianto di su-p e rfici vitate, chiedere larelativa autorizzazione alS e rvizio Agricoltura o alS e rvizio Decentrato Agri-coltura e Alimentazionedella Regione Marc h ecompetente per territorio.

    La deliberazione n. 1586/2000detta le pro c e d u re per linol-t ro alla pubblica amministra-zione delle domande perlautorizzazione a:

  • 9che lo Stato membro distri-buisce ai produttori per leregolarizzazioni (per una su-p e rficie massima pariall1,2% della superficie viti-cola) sempre alle stessecondizioni dei diritti della ri-s e rva regionale. Anche que-sta misura attivabile se loStato membro/Regione hacompilato linventario delpotenziale produttivo.

    RISERVE DEI DIRITTI DIREIMPIANTO

    Per migliorare la gestionedel potenziale produttivo gliStati membri possono deci-d e re di istituire delle r i s e rv enazionali e/o regionali in cuifar confluire i diritti di nuovoimpianto e i diritti di re i m-pianto per poi re d i s t r i b u i retali diritti gratuitamente aip roduttori di et inferiore ai

    40 anni che si insediano perla prima volta in unaziendaviticola in qualit di capodellazienda o dietro corr i-spettivo per i produttori cheintendono piantare vigneti lacui produzione abbia sboc-chi di mercato certi.A l t ro aspetto fondamentaledella nuova O.C.M. il re g i-me di riconversione e ri-s t rutturazione dei vigneti inbase al quale viene assicura-to un sostegno per la ricon-versione varietale , la diver-sa collocazione/re i m p i a n t odei vigneti e il miglioramen-to delle tecniche di gestionedei vigneti. Tale sostegnoconsiste in un indennizzo aip roduttori per le perdite dientrate conseguenti alla ri-c o n v e r s i o n e / r i s t ru t t u r a z i o n ee in un contributo ai costiconnessi a tali operazioni (laquota comunitaria non su-p e rer il 50% di tali costi).

    a)estirpazione pre o rd i n a t aallacquisizione di un dirit-to di reimpianto;

    b)reimpianto:- con diritto proprio,- con estirpazione successiva,- con diritto acquisito me-

    diante trasferimento;c) nuovo impianto per diritti

    nuovamente creati (12.933ettari da ripart i re fra le Re-gioni);

    d) nuovo impianto in dero g a :- per sperimentazione;- per produzione di piante

    madri per marze;- per produzione destinata

    al consumo familiare.

    REGOLARIZZAZIONEVIGNETI

    Impianto o reimpianto irre-g o l a re di vigneto re a l i z z a t oa n t e r i o rmente al 1 settem-bre 1998.Gli impianti o reimpianti ir-regolari realizzati anterior-mente al 1 settembre 1998possono ottenere la dero g aalla distillazione del pro-dotto e quindi ottenerelautorizzazione a pro d u rrevino da commerc i a l i z z a re .Il pro d u t t o re intere s s a t odeve pre s e n t a re la doman-da di deroga a decorre redal 1 agosto 2000 e co-munque entro e non oltre il31 dicembre 2001.

    La regolarizzazione pua v v e n i re con quattro mo-dalit diverse:

    1. quando il pro d u t t o re haestirpato una superf i c i eequivalente a quella irrego-larmente piantata;

    2. autorizzando il pro d u t t o re afar valere diritti di re i m p i a n t oottenuti o acquistati anchedopo limpianto irre g o l a re ;

    3. con la riassegnazione deidiritti di reimpianto cosidet-ti virtuali (che la Commis-sione pu riconoscere alloStato Italiano se questi ingrado di dimostrare in mo-

    do soddisfacente che vi sa-re b b e ro diritti in esserequalora fossero stati comu-nicati i relativi espianti);

    4. presa datto che il pro d u t-t o re si impegnato a estir-p a re entro tre anni dallim-pianto, una superficie equi-valente a quella impiantatasenza autorizzazione.

    Le superfici piantate ad e c o r re re dal 1 settem-b re 1998 devono esseree s t i r p a t e .

    ABBANDONO DEFINITIVODELLA VITICOLTURA

    Le pro c e d u re e le modalitper lapplicazione della mi-sura di abbandono definiti-vo della viticoltura, saran-no definite con appositoatto amministrativo qualo-ra la situazione di merc a t one d e t ermini lesigenza.In ogni caso, al fine di man-t e n e re il potenziale pro d u t-tivo regionale, in situazionedi abbandono della pro d u-zione, si potr pro c e d e re alr i t i ro dei diritti relativi tra-mite la Riserva Regionaledei diritti di reimpianto. L i n-dennizzo sar determ i n a t osulla base dei prezzi corre n-ti di merc a t o .

    RISTRUTTURAZIONEE RICONVERSIONE

    Le disposizioni relative allar i s t rutturazione e riconver-sione delle superfici vitatesono in fase di pre d i s p o s i-zione da parte del Serv i z i oAgricoltura della Regione.Una volta approvato il Pia-no di Riconversione e Ri-s t rutturazione, i viticoltorim a rchigiani potranno pre-s e n t a re agli Organi Regio-nali la domanda di contri-buto corredata di un pianodi riconversione del vigne-to da re a l i z z a re attraversola pratica del reinnesto o amezzo reimpianto. Questa

  • 10

    Tale misura mira chiaramen-te a favorire la riconversioneverso produzioni che incon-trano meglio i gusti dei con-sumatori, tipicamente quelledi qualit a scapito dei vinida tavola meno pre g i a t i .L a rt.11 specifica che talesostegno non si applica alrinnovo normale dei vignetigiunti al termine del loro ci-clo di vita naturale. Ancheper accedere a tale re g i m eoccorre aver preventivamen-te compilato linventario delpotenziale produttivo.

    Pu essere concesso unp remio di abbandono , il cuii m p o rto fissato dagli Statimembri, per la cessazionedefinitiva della viticoltura inuna zona determinata. Nel-lottica del mantenimentodel potenziale vitivinicolo at-tuale, tale misura non sta-ta applicata nelle Marche.

    Per quanto concerne i m e c-canismi di mer c a t o v e n g o-no abbandonate le misurerelative alla distillazione pre-ventiva, alla distillazione ob-bligatoria dei vini da tavola ealla distillazione di sostegno( a rtt. 38, 39 e 41 del Reg.CEE n.822/87), e viene in-t rodotta la "distillazione dicrisi " su base volontaria pera ff ro n t a re casi eccezionali dip e rturbazione del merc a t o .Tali modifiche hanno il finedi eliminare il ricorso allin-t e rvento quale sbocco art i f i-ciale della produzione. Ve n-gono invece mantenute altrem i s u re quali laiuto al magaz-zinaggio privato, la distilla-zione dei sottoprodotti e, a ti-tolo transitorio, la distillazio-ne del vino ottenuto da uvedi variet non da vino. Perquanto riguarda la distillazio-ne per il mercato dellalcolead uso alimentare il re g o l a-

    mento prevede una misuraspecifica consistente in unaiuto primario (aiuto alla di-stillazione a fronte di unp rezzo minimo pagato dal di-s t i l l a t o re al pro d u t t o re) e unaiuto secondario per coprirele spese di magazzinaggiodel prodotto ottenuto.Il regime degli scambi con ipaesi terzi prevede il divietodi vinificare mosti di paesit e rzi e di miscelare vini co-munitari con vini import a t isalvo eventuali deroghe sta-bilite dal Consiglio: in ognicaso comunque i vini impor-tati o prodotti con mosti im-p o rtati devono riport a re taleinformazione sulletichetta inmaniera inequivocabile. Perquanto riguarda le p r a t i c h ee n o l o g i c h e , arr i c c h i m e n t o ,gradazioni minime naturalidelle uve, v. q . p . r.d., tutto re-sta come prima.

    Luciano Neri

    o p p o rtunit part i c o l a r-mente importante perc h consente al settore dia d e g u a re gli impianti allem o d e rne tecniche di ge-stione del vigneto, anchecon la meccanizzazionedelle operazioni colturali.A l t ro obiettivo del Piano quello di favorire lade-guamento della base am-pelografica dei vigneti so-stituendo variet oggi nonpi apprezzate dai consu-matori con vitigni di qua-lit che incontrano la ri-chiesta del merc a t o .

    RISERVA REGIONALEAl fine di mantenere il po-tenziale produttivo e dim i g l i o r a rne la gestione, laRegione deve istituire unar i s e rva regionale di dirittidi reimpianto. Nella riser-va regionale confluiscono:

    a) diritti di nuovo impianto,diritti di reimpianto e di-ritti di impianto concessima non esercitati entro itermini prescritti;

    b) diritti di impianto nuo-vamente creati;

    c) diritti derivanti dallacqui-sto da parte del pro d u t t o redi un diritto di re i m p i a n t os u p e r i o re del 50% dellas u p e rficie interessata al fi-ne della re g o l a r i z z a z i o n edel proprio vigneto.Lassegnazione dei dirittidella riserva ai pro d u t t o r i disposta dalla Regionemediante avviso pubbli-co nel quale vengono de-finiti i criteri di assegna-zione, le modalit e le-ventuale prezzo di cessio-ne. Le somme intro i t a t edalle cessioni dei diritti diimpianto prelevati dallar i s e rva regionale sonodestinate allattivit dellar i s e rva, alla pro m o z i o n e ,e ad attivit di studio, ri-c e rca e sperimentazionein campo vitivinicolo.

    l.n.

    Il piano diristrutturazione

    che stapredisponendo la

    Regione terranche conto

    della necessitdi rinnovare il

    parco vigneti,sia perch in

    molti casi vecchio sia perinserire variet

    che vannoincontro alleesigenze deiconsumatori

  • C u p r a m o n t a n ail Convegno LAVIGNA E LACOLLINA MAR-CHIGIANA haf o rnito locca-

    sione per esaminare la viti-coltura marchigiana al mo-mento dellavvio della OCM,dettagliando le pro b l e m a t i-che della realt Leader IIColli Esini San Vi c i n o .Nel territorio la CIA gestisceil Servizio di animazioneper la ristrutturazione dellaviticoltura affidato dalG.A.L. Leader II Colli EsiniSan Vicino, a seguito di par-tecipazione al bando di con-c o r s o .Questo territorio - 19 Comu-ni della medio-alta vallesinae 4 del maceratese fornisce idati seguenti:

    La riduzione delle superf i-ci a vite una caratteristicaregionale; il fenomeno vaa rrestato, come indicato dalPiano Vitinicolo Regionale,attraverso politiche mirateallimmissione di nuova im-p renditorialit con titoli distudio ad indirizzo agro a m-bientale, supportata da ade-guata formazione pro f e s-sionale, nuovi impianti condimensioni minime azien-dali di 4 - 5 ettari capaci dia b b a s s a re i costi di pro d u-zione e re a l i z z a re un re d d i t oa d e g u a t o .La superficie vitata nelleM a rche dai 32.000 ettaridella prima met anni 80 oggi ridotta a circa 22.000ettari: 4.800 in provincia diAncona, 2.800 in quella pe-s a rese, 2.600 a Macerata,11.500 ad Ascoli Piceno.

    La vigna nelle Marche, per,essendo in gran parte levolu-zione nel senso della specia-lizzazione della viticolturamezzadrile in filari maritati ada c e ro, ed essendo la superf i-cie a vigna la trasform a z i o n edella viticoltura promiscua inquella specializzata, pre s e n t aspecifiche peculiarit: ha av-vio ad inizio anni 60 e nel de-cennio 68-78 realizza oltre il50% dellattuale patrimonioviticolo; la met dei vigneti haunet tra i 25 ed i 30 anni; lavigna entra nell'ord i n a m e n t ocolturale dellazienda coltiva-trice nella collina, ed anchenei limitati territori di fondo-valle, con una dimensione dal0,5 al 1,5 ettari circ a .I dati sullet dei vigneti inquesta zona, in linea con idati regionali, sono quelli in-dicati nella Tabella 2.

    11

    PROPOSTE VIGNETIPER VINI DA PODIO

    Un settore che andato nel tempos p e c i a l i z z a n d o s i ,diminuendo perin superficie: oggisono 22.000 gliettari investiti,10.000 in menorispetto agli anniOttanta. Ascoli la pr o v i n -cia pi vitata, se-gue Ancona, Pe-s a ro e Macerata.

    A

    1990 1998 Var. % COMUNE N az. Viticole Ha vigneto Ha vigneto23 4.753 3.728,51 3.463,45 -7,1

    La tradizionale manifestazionededicata al vino, che si tieneannualmente a Cupramontanaha registrato un significativosuccesso di pubblico. Tra le iniziative anche un inte -ressante convegno su La vi -gna e la collina Marc h i g i a n a ,che ha presentato una ricerc asulla realt marc h i g i a n a . Qui ri -p o rtiamo lintervento del re l a -t o re Marco Giardini, della CIAregionale.Nella foto a fianco, Sergio Ce -rioni sindaco di Cupramontana,G i a rdini, il presidente dellAS -SIVIP Massimo Bernetti, las -s e s s o re provinciale Fabio Buc -ciarelli.

    NORMATIVA

    Tabella 1

  • Oggi un rilevante numero diaziende dire t t o - c o l t i v a t r i c i( c i rca l80%) di fronte adue grossi pro b l e m i : Gran parte dei conduttori-i m p renditori in et moltoavanzata: con loro neces-sario re a l i z z a re accordi per lar i s t rutturazione della viticol-tura e per il ricam-bio generazionale,in part i c o l a re suidiritti di re i m p i a n t oe la mobilit fon-d i a r i a . I vigneti hannouna ridotta super-ficie (meno di une t t a ro), talvolta ins u p e rfici quasim a rginali che ser-vivano a re g o l a r i z-z a re i campi colti-vati a cereali, bie-tola, colture da rin-novo; con unetp revalente attorn oai trenta anni chene determina ridu-zione di pro d u t t i-vit, abbassamen-to della qualitdelluva, sesti diimpianto e sistemidi allevamento chenon consentono lam e c c a n i z z a z i o n ein due decisiveoperazioni: la po-tatura secca e l av e n d e m m i a .

    La CIA ritiene chesi debba parlare dir i s t ru t t u r a z i o n edella viticoltura re-gionale, e il suoavvio dire t t a-mente connessoalla capacit di at-t u a re appieno lanuova OCM. Intan-to gli aiuti per nuo-vi impianti:

    1) circa 450 ettari nelle Mar-che rispetto ai 12.993 auto-rizzati per lItalia da autoriz-z a re entro il 2003; 2) i circa altrettanti per la ri-c o n v e r s i o n e - r i s t ru t t u r a z i o n e ,quota dei 13.691 ettari asse-gnati allItalia per la campa-gna 2000-2001. Ci vuol di-

    re, nel primo quinquennio,c o n s i d e revoli risorse chevanno utilizzate: circ a14.000.000 di contributo ade t t a ro potre b b e ro essere in-t e ressanti per chi ha una va-lida azienda avviata; inveceper i giovani, o per chi devei m p i a n t a re qualche ettaro per

    re a l i z z a re una superficie ido-nea sicuramente insuff i-ciente: bisogna pre v e d e re laf o rma a mutuo quindicennaleda re s t i t u i re a part i re da ter-zo anno di impianto (il costodi impianto di un ettaro di vi-gneto fino al terzo anno am-monta a 50-55 milioni circ a ) .Gli enopoli cooperativi po-t re b b e ro anche studiare for-me di anticipo da re i n c a s s a rein occasione delle liquidazio-ni dei conferimenti; altre for-me potre b b e ro essere messea punto, come ad esempioluso delle risorse di socis o v v e n t o r i .Poi di grande rilevanza sonoil complesso delle disposi-zioni riguardanti le estirpa-zioni, le ristrutturazioni, i di-ritti di reimpianto: acquisti ecessioni (rischio aste), laBanca regionale dei dirittiche deve essere oltre ad una r i s e rva dei diritti di impian-to alimentata dalle superf i c iespiantate, dovrebbe re g o l a-m e n t a re la gestione dei dirittidelle DOC e IGT per impiantie n t ro i territori delimitati dairispettivi disciplinari di pro-duzione e priorit per im-p renditori giovani e per colo-ro che vogliono adeguare las u p e rficie vitata.Le disposizioni gi pro d o t t edalla Giunta regionale sonoun p farraginose, si fa spes-so confusione nelluso dellediverse tipologie di moduli-stica, i tempi di scadenza, ivincoli, le fidejussioni pre v i-ste, la marginalizzazione delruolo della Banca re g i o n a l edei diritti di re i m p i a n t o .In ultimo ma di grande rile-vanza il complesso delle mi-s u re contenute nei tre Assi delPiano di Sviluppo Rurale. A n-che se vengono demandati al-la OCM gli interventi per la vi-ticoltura nelle aziende, tuttaviaquasi tutte le Misure dellAsse1, parte dellAsse 2 e le Misu-re previste dallAsse 3 sonoi n t e ressanti e necessarie adi n t e g r a re il comparto viticoloche intende ristru t t u r a r s i .

    M a rco GiardiniPresidenza Regionale CIA

    12

    Le proposte dellorganizzazione agricola CIA per ilp rossimo quinquennio: utilizzare bene lOCM e il

    PSR ai fini della ristrutturazione aziendale

    vigneti < 1960 61/ 67 68/79 80/89 90/94 95/ 99

    1% 4% 60% 15% 16% 4%(alberate) (alberate) (avvio espianti) (espianti)

    Tabella 2 PERCENTUALI, RISPETTO AGLI ANNI DI IMPIANTO, SUL TOTALE DI SUPERFICHIE VITATA

  • e pre o c c u p a-zioni destatenei vitivinicol-tori marc h i-giani dalla sic-cit estiva si

    sono sciolte, almeno in granp a rte, in una vendemmia2000 che ha dato buoni ri-sultati in termini quantitativi la raccolta rispetto al 1999si attestata a livello di me-dia regionale fra il 5 e il 7per cento in meno, contro iltemuto 20 per cento e otti-mi a livello di previsioni sul-la qualit dei vini e di uvesane che la pioggia di finestagione ha contribuito am i g l i o r a re. "In part i c o l a re sostiene A l b e r to Mazzoni ,p residente dellAssociazioneenotecnici quelle a baccarossa che generalmente siraccolgono dopo e che da-ranno vini eccelsi. Di pocoinferiore il risultato delle uvebianche, i cui vini sarannofra il buono e lottimo. L o t-timo a suo parere dipen-

    der in entrambe i casi dal-lazione dei viticoltori: chi haselezionato la raccolta, al-l e g g e rendo man mano lepiante con carico eccessivo,avr ottenuto i migliori be-nefici dalle piogge e dallab-bassamento di temperatura."E stata senzaltro una ven-demmia a cinque stelle -aggiunge Massimo Ber n e t t i ,p residente Assivip (Associa-zione interprovinciale deip roduttori) e titolare della-zienda Umani e Ronchi -;prima la siccit e poi lagrandine hanno parz i a l m e n-te limitato la raccolta, ma ivini, specialmente i ro s s i ,non saranno inferiori a quellidelle ultime due stagioni. Le

    gradazioni minime naturali e Bernetti insiste sul terminenaturali sono elevate men-t re i livelli di acidit non so-no ottimali solo per una pic-cola parte della produzione." Fa eco Ido Pero z z i , pre s i-dente della Vinea, lassocia-zione di produttori del suddella regione: "Non esageronel definire ottima la ven-demmia che si sta conclu-dendo. Le tre Doc del terr i-torio dove operiamo (RossoPiceno, Rosso Piceno Supe-r i o re e Falerio) sono due abacca rossa ed una a bian-ca. Come per tutte le Mar-che leccellenza spetta ai vinirossi, a ottima gradazionealcolica e zuccherina, senza

    per nulla togliere ai bian-chi. La vendemmia stataanticipata grazie al caldoestivo e alle ultime pioggeche hanno recuperato qua-lit, quantit e salubritdelle uve."Pi cauto lenologo G i a n -carlo Sover c h i a , p a d re delBalciana, il verdicchio dellaSartarelli premiato come mi-glior bianco del mondo: "Ilgrande secco estivo e quindileccessivo anticipo dellamaturazione ha scottato igrappoli creando pro b l e m ia l l a roma, al grado zuccheri-no e allequilibrio acidicoche una caratteristica im-p o rtante del verdicchio e deinostri bianchi, la cui stagio-ne, quindi, da considerarsibuona, ma non eccezionale.I rossi dovre b b e ro esseremigliori." Soverchia, al mo-mento dellintervista, era let-teralmente in mezzo ai cam-pi a vendemmia non com-pletata: giustificata, quindi,la prudenza nellaff re t t a re

    13

    UNA VENDEMMIAA CINQUE STELLE

    L Il commento del mondo del vino su que-sta annata. Enologi, sommeliers e pro-duttori giudicano ottimi i rossi e assolu-tamente soddisfacenti i bianchi

  • giudizi, dovuta anche allasua estrazione di studiosodei bianchi, la cui qualit,anche a pare re di altri, nonsar esattamente alla paricon i rossi. Anche R o b e rt oP o t e n t i n i , enologo della Be-lisario di Matelica aziendaconosciuta soprattutto perla Doc Ve rdicchio di Mateli-ca, stato raggiunto a ven-demmia incompleta: "I bian-chi vanno giudicati dopo 4/5mesi", ma "negli ultimi diecianni non ho mai visto uvecos sane, chicchi perfetti esenza attacchi di patogeni,perlomeno quelle coltivatenelle vallate interne dove lepunte termiche diurne, que-stestate fino a 42 gradi, so-no state compensate dal fre-sco notturno. Rimanendo incampo di stelle, ne attribui-rei cinque allo stato sanita-rio e alla ricchezza di zuc-cheri, tre allacidit, a causadi una maturazione non pro-

    prio equilibrata, e mettere iun punto interrogativo sul-l a roma che, specialmentenei bianchi, giudichere m opi avanti." La fiduciaria re-gionale dei sommelier, R o-saria Mor g a n t i , sottolineache uve sane non possanoche dare un ottimo vino e,con un pizzico di ironia, ag-giunge che la positivit dellastagione 2000 ridar giustov a l o re allenfatizzazione deirisultati di quelle passate.La parola passa ora ai pro-duttori marchigiani, conunanalisi Doc per Doc chenon pu che part i re dal Ve r-dicchio dei Castelli di Iesi.Doriano Mar c h e t t i , pre s i-dente della Moncaro diMontecarotto, parla di un in-c remento produttivo delleuve da parte della sua azien-da: da 70 mila a 80 milaquintali raccolti. "Solo la di-s a g g regazione dei dati, pe-r, stabilir quanto ci sia

    dipeso dallaumento di su-p e rficie coltivata e dei soci.In generale una leggera fles-sione potrebbe esserci stata,ma con punte positive lad-dove lassistenza tecnica aicoltivatori ha previsto pertempo, come da noi, il pre-coce diradamento dei fru t t iper non stre s s a re le piante.Da una tale politica avanzatae accorta ha aggiunto di-pender la possibilit di fard i v e n t a re normali stagionicome questa che considerosicuramente positiva: il ver-dicchio presenter un livellos u p e r i o re allo scorso annoed i rossi della zona dimo-strano gi grande struttura ecolore."Dalla Colonnara di Cupra-montana arrivano segnali divera soddisfazione per laqualit del verdicchio cheuscir da questa vendem-mia; inversamente pro p o r-zionali, invece, i lamenti per

    le quantit duva raccolte, sinferiori, ma di poco. Daltrap a rte lazienda punta sem-p re pi a vini ad altissimaselezione attuata sin dai rac-colti, come nel caso del Tufi-co, un vino a dir poco otti-mo con il giusto invecchia-mento, di cui ora in vendi-ta la produzione 98.Da un grandissimo biancoad un grande rosso: il Pice-no superiore, per il qualeabbiamo scelto tre testimo-nial. Il primo lazienda D eA n g e l i s il cui titolare scindenettamente il giudizio sullavendemmia e sulla qualitenologica. Il dato sulla rac-colta delle uve, con una fles-sione del 15 per cento, ne-gativo, ben maggiore rispet-to alla media regionale; nelsuo caso le uve bianche, inc o n t rotendenza sempre ri-spetto al resto della regione,hanno dato soddisfazionimaggiori. La qualit del Pi-

    14

    Con gli artt. 4 e 5 della legge regionale n. 5 del 3 gennaio1995 "Provvedimenti per la valorizzazione dei prodotti vitivi-nicoli e agro alimentari tipici marchigiani " il legislatore re-gionale intendeva pro m u o v e re la creazione di "Enoteche ac a r a t t e re regionale" e ne definiva le caratteristiche operative.Anche questa legge regiona-le, come tante altre, primadi poter essere tale e quindie s p l i c a re tutta la sua poten-zialit di intervento, ha do-vuto ottenere il consensodella Comunit Europea. Il confronto tra la Regione elU.E. su tale legge statocospicuo e per alcuni aspettianche aspro, ed anche lart i-colato sulle enoteche re g i o-nali ha dovuto subire condi-zionamenti e modifiche chehanno finito con il limitaref o rtemente le intenzioni ori-g i n a r i e .A titolo di esempio: il nonc o n s e n t i re presso lenotecaalcuna forma di vendita divino e di promozione azien-

    dale ha di per s fortemente snaturato uno dei principalipresupposti promozionali di tale struttura.Anche nella Regione il dibattito circa la natura e la colloca-zione stessa di questa struttura ha animato per molti mesidibattiti e contrapposizioni.

    Dopo un lungo travaglio si giunti ad un lodevole com-p romesso e cio alla cre a-zione di un'unica EnotecaRegionale articolata in duesezioni : la sezione con sedead Offida (AP) e la sezionecon sede a Jesi (AN) la cuititolarit rispettivamentedel Comune di Offida e delComune di Jesi.Il tempo trascorso da taledecisione ad oggi statoquanto mai utile sia nel raf-f re d d a re gli animi pi accesiche nel re a l i z z a re quelle si-n e rgie ed intese tra le dueamministrazioni comunaliche oggi rappresentano unabase sicura per operare almeglio.

    LENOTECA REGIONALE DELLE MARCHE: STRUMENTO DI VALORIZZAZIONE

  • 15ceno superiore, a suo pare-re, sar eccelsa in ogniaspetto, superiore, o almenopari, al 1997 e 98."Il giudizio sulla vendemmianon andrebbe mai dato finoallultimo chicco esordisceLuisella Acciar r i, re s p o n s a-bile delle relazioni estern edella ditta Velenosi e secon-do testimonial -. Ma possod i re con tranquillit chea v remo un bianco a grandegradazione, pulitissimo ep rofumato. Per i rossi ab-biamo raccolto il Sangiove-se e stiamo lavorando per ilMontepulciano con, ci tengoa dirlo, una tecnica di sele-zione delle le uve in vignaprima ancora di vendem-miarle, com tradizione del-la nostra azienda. Non ci so-no stati problemi e non nep revediamo: ci aspettiamoquindi un ottimo vino."Da Paola Cocci Grifoni , eno-logo dellomonima azienda

    p roduttrice del Rosso picenos u p e r i o re e non, una novit:"Quest'anno avremo un no-vello eccezionale. Il primo vi-

    no stagionale il 6 novem-b re entra in commercio buono se le uve sono sane; equestanno lo sono come

    mai. Non a caso se il lavoroin campagna ottimizzato,com stato possibile graziead un andamento stagionale

    Certamente molto ha influito la grande crescita che il setto-re vitivinicolo marchigiano ha fatto re g i s t r a re in questi ulti-mi anni non solo per le crescenti quantit di vino commer-cializzato in Italia e nel mondo intero o per i grandi livelliqualitativi raggiunti, sanciti peraltro da ripetuti premi pre-stigiosi, ma anche per la maturazione imprenditoriale ditanti imprenditori che oggi sanno come meglio utilizzaretutte le opportunit che gli vengono fornite.Ecco quindi che anche lEnoteca regionale diviene un im-p o rtante opportunit del settore per farsi conoscere sem-p re pi e meglio ed in questa ottica che deve essere uti-lizzata nel migliore dei modi.Le stru t t u re realizzate sia ad Offida che a Jesi sono quantodi meglio ci si poteva aspettare : sono stati recuperati localidi grande valore storico ed architettonico con una part i c o-lare attenzione ad ogni dettaglio di recupero che richiamas-se la tradizione atavica di queste localit con il "vino".Abbiamo quindi locali che gi da soli meriterebbero una vi-sita accurata e appassionata, nei quali una ricchissimaesposizione di tutti i nostri vini pi prestigiosi e la possibi-lit di degustarli rende il tutto quanto mai "appetibile".Con la recente inaugurazione della sezione di Jesi si con-cluso il primo atto e cio quello della realizzazione materia-le dellopera: oggi dobbiamo aff ro n t a re il percorso che ciporti alla sua migliore utilizzazione.Il dibattito circa il ruolo delle Enoteche regionali (e nazionali)

    nellambito della strategia promozionale ormai vecchio dianni anche se tuttora vivace e sentito, e ciascuna re g i o n eha comunque cercato di dare risposte pi confacenti allaproprie realt territoriali e produttive.Di certo lattivit da assegnare allEnoteca regionale deve es-s e re ben calibrato e circostanziato, evitando facili sovrappo-sizioni o possibili conflitti di competenza: una cattiva utilizza-zione dellEnoteca anzich esplicare processi pro m o z i o n a l iv i rtuosi pu essere estremamente dannosa sia in termini diimmagine che di sperpero di risorse finanziarie.Sulla base di queste considerazioni appare evidente che ip roblemi che debbono essere subito aff rontati dalla Regio-ne, in stretta collaborazione con i Comuni interessati, conle Associazioni di prodotto, con i Consorzi di tutela e quindiin sintesi con tutti coloro che operano nel settore vitivinico-lo, sono sostanzialmente di due ordini :- far s che lEnoteca Regionale sia veramente tale, coinvol-gendo in modo massivo e partecipato tutti i produttori qua-lunque sia il vino prodotto o larea territoriale in cui operano;- individuare con precisione e per gradi le attivit a cui le-noteca deve essere preposta.In questi ultimi dieci-quindici anni molto cambiato nonsolo nel settore vitivinicolo marchigiano ma anche in tuttoil contesto rurale della nostra regione.Il nostro entro t e rra ha realizzato uno sforzo immenso di ri-s t rutturazione e di re c u p e ro dei tantissimi borghi e paesi

    E CONOSCENZA DEL VINO E DEL TERRITORIO MARCHIGIANO.

  • 16

    che oggi sono delle vere e proprie perle sconosciute ai pi.La ristorazione tipica e tradizionale si sviluppata e part i-c o l a rmente qualificata, le tante Cantine si sono attre z z a t eper poter degnamente ospitare visitatori attenti ed intere s-sati, il sistema degli Agriturismi si sempre pi migliorato,la gastronomia tipica e locale stata riscoperta con entu-siasmo cos come i tanti prodotti tipici della nostra agricol-tura e le bellezze ambientali ed artistiche sono sempre pifruibili.In questo contesto assai grave che ancora noi stessi nonsi conosca in modo compiuto tutto ci che di bello e dibuono ci circonda.La prima e la pi importante "vetrina" per conoscere e farsic o n o s c e re senzaltro quello che sappiamo fare allintern odel nostro territorio: assai grave re g i s t r a re che per tanteragioni o di campanile, o di "marchigiana ritrosia" o per col-pevole trascuratezza oggi la nostra Regione occupi uno de-gli ultimi posti nella graduatoria di conoscenza presso lo-pinione pubblica italiana. Abbiamo fatto troppo poco ed in modo troppo isolato.E vero che le Marche sono una regione "al plurale" ma al-trettanto vero che solo attraverso lunit di intenti e di azio-ni possiamo fare decisivi passi in avanti.In questo quadro credo proprio che la presenza di una Eno-teca regionale, non intesa come una sorta di "museo, mabens come uno strumento vivo e vivace potr svolgere, at-

    tivando tutte le sinergie ed i coinvolgimenti necessari,u n i m p o rtantissima funzione di conoscenza non solo deinostri grandi vini, ma anche di tutte le "tipicit" e di tutto ilterritorio nel suo insieme. Mariano Landi

    s e reno e ad una vendemmiaanticipata, il lavoro in cantina minore. Per noi il 2000 po-t rebbe essere alla pari con il1998, il migliore dellultimodecennio." Paola, quindi, sip repara a brindare con IlGrifone, uno speciale vinodella raccolta 97, pro d o t t oper festeggiare i primit rentanni di attivit della-zienda. Un neo c, per: laquantit duve raccolte in-f e r i o re di circa il 15 percento. Da un lato allaltro della re-gione sempre per disquisiredi Doc rosse: il Rosso Co-n e ro, del quale abbiamoparlato con A l e s s a n d r o Mo-ro d e r che conferma i datipi generali. "Le uve dellazona, peraltro, hanno bene-ficiato di pochi, ma impor-tanti giorni di pioggia anchea luglio e, quindi, la siccitnon ha fatto danni." I risulta-ti? "Buone le quantit, soloin leggera flessione, valori

    equilibrati, gradazione alco-lica che potrebbe andare dal12,5 al 13 per cento e forsepi." Potrebbe, perch Mo-roder aspetta certezze, an-che se soddisfatto dellavendemmia: "A livello, spe-ro, del 1997 e 1998".Dalla costa ci spingiamo ver-so linterno per incontrareFabio Mancinelli , capostipi-te dellazienda famosa per ilLacrima di Morro dAlba: "Unp rodotto sanissimo che darottime gradazioni dice -. Lastagione, partita male per imotivi climatici che cono-sciamo, si ripresa e dire ianche in pro p o rzione impre-vista. Noi questanno nonu s c i remo con il novello, il cuinome Sensazioni dautun-no, sar scritto, invece, sullebottiglie del lacrima in com-m e rcio dal 15 dicembre . "Sempre pi allinterno e ver-so sud, nel maceratese, pro-spera un altra piccola, gran-

    de Doc rossa, la Ve rn a c c i adi Serr a p e t rona: piccola perquantit ed evidentementegrande per qualit. Il nostroi n t e r l o c u t o re Luca Qua-quarini , un cognome che dil nome (scusate il gioco dip a role) ad un marchio esclu-sivamente legato alla vern a c-cia. " P revedo una pro d u z i o-ne medio bassa, inferiorep e rcentualmente dal 10 al20, perch la vernaccia unvitigno tardivo e le piogge incorso (N.D.R.: stato lin-t e rvista stata raccolta amet ottobre) non le fannobene, sarebbe stato meglioun bel sole ottobrino, men-t re quello di questestate havalso poco. Ogni giudiziosulle quantit di uva raccoltead oggi, comunque, asso-lutamente pre m a t u ro sem-p re per gli stessi motivi. Di-verso il discorso sulla qua-lit del vino che riterrei buo-na anche questanno, addi-

    rittura migliore." Da Macerata a Macerata conla Doc dei Colli maceratesidi cui ottimo testimoniallazienda degli Azzoni Av o-g a d ro Carradori di Montefa-no. Gianfranco Canullo par-la da innamorato del mace-ratino che la base della ti-pologia bianca della Doc. Neparla in termini entusiasticianche per quanto riguarda laredditivit nella raccolta2000 - "Se il maceratino hale potenzialit per diventareun bianco di livello, comiopenso, questo lanno giu-sto."; mentre i vitigni pre c o-ci, a causa del caldo estivo,e quelli tardivi, per le pioggeche si sono fatte eccessive,avranno risultati inferiori del15% rispetto allo scorso an-no. Con un lungo balzo da c a n g u ro consentitemi unpo di nostalgia per le Olim-piadi di Sydney saltiamonel pesarese per parlare di

    A pag. 14 linterno dellenoteca di Offida. Sopra il suggestivo edificio comunale dellacittadina ascolana in occasione della Rassegna DI VINO I NV I N O .

  • 17Bianchello del Metauro, maanche di Colli pesaresi, conClaudio Morelli che d il no-me alla sua azienda. Comandata la vendemmia 2000?" P roprio bene ci risponde-, anche se le quantit rac-colte sono molto al di sottodel normale, con una fles-sione quasi del 25 per cen-to. Dovuta in parte, per, al-la politica aziendale che se-leziona le uve gi a livello discelte tecniche di potatura.Poco, ma buono; soprattut-to per il Bianchello che co-me le altre Doc a baccabianca soff re commerc i a l-mente le produzioni abbon-danti. La gradazione alcolica persino eccessiva rispettoalla norma, mentre lacidit leggermente inferiore. Peri rossi quelli dei Colli pe-s a resi una grande anna-ta." Sempre in zona, A l f re d oB o n c i , lenologo della Canti-na sociale Colli pesaresi cheraccoglie la produzione di400 viticoltori, altre t t a n t osoddisfatto. Ed in questo ca-so anche per la quantit"Nessuna flessione ci hadetto -, anzi un aumento pertutte le tipologie di vino chesono comprese nella Doc.La qualit del vino non sarda meno: eccelsa nei ro s s i ,buona o ottima per i bianchie i rosati. La gradazione al-colica in tutti i casi supe-r i o re al 12 percento. Unapiccola citazione spetta alrosso novello: la pro d u z i o n e in aumento almeno del10/15 percento."Ancora un salto olimpicoper arr i v a re nellascolanodove Falerio al 30% e Rossopiceno al 70, sono le Doc sucui si ingegnanogli oltre500 viticoltori associati allaCantina Colli Ripani di Ripa-transone: abbiamo raggiun-to il responsabile commer-ciale Nazario Vignotti .Come Cocci Grifoni, Vi g n o t-ti, decanta la serenit dellastagione. "Lavoro tranquillo

    sui campi e macchinaris e m p re pi avanzati hannopermesso unottima raccoltae permetteranno vini dagrande annata. Colori giusti,tanti polifenoli che dannoquel tipico sapore / o d o re dif rutta acerba, poi, fanno delrosso piceno 2000 un pro-dotto eccezionale, al qualefa eco un ottimo Falerio.""E vero ha aggiunto cstata una flessione almenodel 10% che abbiamo re c u-perato, per, con nuovi sociche hanno portato la raccol-ta complessiva duve a 118mila quintali."P roviamo a riassumere? Lavendemmia a livello di me-dia regionale ha dato risulta-

    ti positivi, dove la flessionemedia non ha creato dannirilevanti alle aziende. M a d re natura leva, madrenatura d: questa sembrae s s e re la sintesi di una sta-gione in cui si temuto mol-to per poi rilassarsi, ma sen-za lasciarsi andare, in finale.Lanalisi va disaggregata frazone, Doc e tipologie ro s s ee bianche.La raccolta stata migliorenella zona centrale della re-gione, grazie ad un climaestivo pi equilibrato; ancormeglio andata nelle vallatei n t e rne la cui posizione hap rotetto i vigneti dal caldo,talvolta torrido, che arr i v a v adalla costa, con escursioni

    t e rmiche giorn a-liere ottimali.A nord e a sud,s e p p u re con risul-tati a pelle di leo-p a rdo, pro b l e m idi raccolta ci sonostati e anche con-sistenti. La viticol-tura e lenologiam a rchigiana, per,sono pi avanzatee mature del pas-sato: quantit infe-riori spaventanomeno o addiritturarientrano nella po-litica d aziendeche cercano nellaselezione, anchef o rzata, ma sem-pre pi spesso vo-luta, una stradaper dare ai vini laqualit che sulm e rcato pre m i api della quantit,almeno spesso.Sui bianchi aveteletto giudizi diversisu tempi di raccol-ta e caratteristicheo rg a n o l e t t i c h e .Daltra parte nontutti i bianchi re-gionali sono ugua-li per qualit org a-nolettiche o dei vi-

    tigni, quindi, la diff e re n z i a-zione ci sta tutta.Il rosso vincente in tutti icasi della vinificazione 2000,a testimonianza che i nuovigusti e le strategie aziendali,ma in questo caso anche le b i z z a rrie di madre natura,si incontrano a volte perbrindare.Un grande rosso ovunqueed addirittura eccelso in al-cuni casi, un bianco buonoo ottimo saranno i risultatiche appre z z e remo dal 6 no-v e m b re e man mano nelcorso dei prossimi mesi.

    a cura di Flavio Brasili

  • OLIVICOLTURA:PREVISIONI PER IL 2000

    Dopo la gelata del 1996la potenzialit pro d u t t i v adell'olivicoltura marc h i-giana ritornata su buonilivelli. Anzi la scorsa cam-

    pagna ha fatto re g i s t r a re un'annata re-c o rd per la produzione, con un totale di346.000 quintali di olive raccolte rispet-to ad una media, negli ultimi sette anni,di 230.000 quintali. L'annata di carica,le favorevoli condizioni climatiche el'entrata in produzione di centinaia di et-tari di nuovi impianti spiegano questoi n c re m e n t o .Il Consorzio Marche Extravergine, natoper la valorizzazione dell'olio di olivam a rchigiano, sulla base dei dati climati-ci del Servizio Agrometeo regionale, deidati sull'andamento delle infestazioni dimosca olearia ed altri parassiti e dalleo s s e rvazioni in campo, ha eff e t t u a t ouna previsione della produzione nellacampagna in corso.I dati climatici di quest'anno evidenzia-no temperature medie mensili pi alte,rispetto alla media, di 1,5 - 2 gradi cen-tigradi a part i re dal mese di aprile fino as e t t e m b re. Di contro le pre c i p i t a z i o n isono diminuite di alcune decine di milli-

    metri, con una drastica caduta nel mesedi agosto, con una diminuzione di 60mm. Questi fattori hanno determ i n a t odue importanti risultati: un anticipo dellefasi fenologiche dell'olivo e una cascoladelle olive per la siccit (cascola estiva),soprattutto nei mesi pi caldi. L'anticipodello sviluppo delle olive, oltre che adun anticipo nell'epoca di maturazione dic i rca 15-20 giorni rispetto alla media,ha favorito gli attacchi precoci (fine lu-glio - agosto) della mosca, in quantoquesto dannoso dittero inizia la sua ovi-deposizione quando le olive diventanorecettive, cio nella fase dell'indurimen-to del nocciolo. Gli attacchi di moscac o m p o rtano una perdita di pro d u z i o n eper la cascola (cascola autunnale).In base a questi elementi e in considera-zione dell'annata di scarica - variet chea l t e rnano molto quali l'Orbetana, hannopraticamente azzerato la produzione - sip revede una raccolta in linea con la me-dia degli ultimi anni: 240/260 mila quin-tali di olive.Per quanto riguarda la qualit dell'olio sir i c o rda che non correlata alla quantitp rodotta, come avviene per il vino; tut-tavia gli attacchi di mosca consigliano

    una gestione ottimale della raccolta,c o n s e rvazione delle olive e molitura, pere v i t a re scadimenti qualitativi, soprattut-to in presenza di attacchi tardivi. P roprio al fine di support a re i pro d u t t o r iolivicoli il Consorzio Marche Extraverg i-ne, in collaborazione con lASSAM econ i CAL (Centro Agrometeo Locale),ha istituito un servizio per la stesura diun bollettino settimanale sullepoca otti-male di raccolta delle olive in funzionedelle diverse variet, zone, nonch deltipo di olio che si vuol pro d u rre .Il Consorzio, in collaborazione con leAssociazioni di prodotto, si pone quindicome punto di riferimento per tutti glioperatori della filiera produttiva, attra-verso una serie di servizi ed operandoattivit di consulenza, assistenza tecnicae di promozione dell'olio marc h i g i a n o .La crescita qualitativa del comparto oli-vicolo marchigiano, riconosciuta oramaia livello nazionale, conferma la bontdella strada intrapresa e la necessit dic o n t i n u a re nella valorizzazione delloliodi oliva delle Marc h e .

    UGO TESTAC o n s o rzio Marche Extraverg i n e

    D

    Il Consorzio Marche Extravergine ha effettuato una pr e v i -sione della produzione nella campagna in corso.Tutti i fattori indicano che lannata sar buona e che la pro-duzione si attester intorno ai 250 mila quintali di olive

    SPAZIO APERTO

  • olivo colora da secoli ilpaesaggio agricolo mar-chigiano, da Nord a Sud,dal mare fin quasi a ri-dosso delle montagne e,

    con le sue chiome argentate ed i tro n-chi contorti e spesso cariati, caratteriz-za le nostre colline. E quei cari vecchipiantoni, tanto belli e spettacolariquanto duri da potare e da raccogliere ,racchiudono un inestimabile patrimo-nio genetico, cos importante da re c u-perare e conservare. Sono infatti le nu-m e rose variet locali che, unitamentealle particolari condizioni di clima e dit e rreno, determinano le caratteristichepi peculiari dellolio delle Marche.Sin dal 1994 lASSAM, con il support oscientifico della sezione di Spoleto del-lIstituto Sperimentale per lOlivicoltu-ra, sta realizzando un importante pro-getto di caratterizzazione e studio deicomportamenti vegetativi, produttivi edambientali di variet autoctone, al finedi re c u p e r a re il patrimonio olivicoloesistente e rivitalizzare variet minori,trascurate in passato da scelte pocooculate, marginate in ambiti molto cir-coscritti, affiancate in misura massic-

    cia da cultivar rite-nute pi pro d u t t i-ve, ma diffuse intutto il terr i t o r i onazionale (Leccinoe Frantoio).Tali studi hannoconsentito di de-scrivere il compor-tamento agro n o-mico delle princi-pali variet locali edi caratterizzarn ela qualit e soprat-tutto tipicit dello-lio, ai fini di un lo-ro eventuale rilancio nei nuovi impianti,tenuto conto delle potenzialit off e rt edalla normativa per il riconoscimentodelle DOP degli olii. La proposta di Di-s c i p l i n a re DOP Marche infatti pre v e d ela presenza di almeno il 40% di varietlocali nella composizione degli oliveti(la percentuale arriva al 60% nel casodelle aree tipiche), quindi import a n t econoscerle, valutarne ladattabilit nellediverse situazioni pedoclimatiche, otti-m i z z a re la tecnica colturale in modoche ciascuna possa esprimere la mas-

    sima potenzialit sia produttiva chequalitativa, compatibilmente allam-biente in cui vivono.Le numerose variet locali, inserite inun contesto ambientale e/o terr i t o r i a l e ,si pongono a supporto di una esalta-zione della tipicit dellolio extraverginedi oliva marchigiano e legano pro f o n-damente la produzione olivicola al ter-ritorio, alla tradizione, alla storia, allacultura, al paesaggio.Il lavoro stato svolto su piante adultedi ciascuna variet locale, nell'areale diorigine e di maggiore diffusione, e supiante giovani presenti in campi diorientamento varietale impiantati nel1993 per mettere a confronto, nellestesse condizioni di clima e di terre n o ,le variet locali con cultivar ad ampiad i ffusione come Leccino e Frantoio, e

    19

    O B I E T T I V O :UN OLIO TIPICAMENTEM A R C H I G I A N O

    L

    Dal 1994 lASSAM battetutte le aree olivicoledella regione per indivi-d u a r e e conser v a r e lenumerose variet locali.Raccontiamo pregi edifetti delle principali cul-tivar presenti in r e g i o n e

    SPAZIO APERTO

  • 20con variet diffuse nelle regioni limitro-fe, potenzialmente adattabili allam-biente marchigiano.Per la descrizione degli aspetti vegeta-tivi (vigoria, portamento...), degliaspetti produttivi (precocit di entratain produzione, quantit e costanza dip roduzione, efficienza produttiva....) edambientali (resistenza ad avversit pa-rassitarie e climatiche) si rimanda alCatalogo "Variet di olivo nelle Marc h e "edito dall'ASSAM nel 1998, a cura diPannelli G., Alfei B., Santinelli A..In questa sede si riportano alcune indi-cazioni relative alla maggiore o minorep recocit di maturazione e raccolta,che questanno risultano anticipate ri-spetto agli anni passati a causa di unandamento anomalo di temperature epiogge in tutta la regione. Ve n g o n oi n o l t re descritte alcune caratteristichedegli oli monovarietali, valutate sucampioni sperimentali ottenuti, in epo-ca precoce e tardiva di raccolta, da 5kg di olive con una mini linea di estra-zione presso la Cantina Sperimentaledell'ASSAM di Camerano (AN).Le variet considerate sono la Raggiolaper la provincia di Pesaro, la Raggiaper la provincia di Ancona, il Piantonedi Mogliano, la Mignola, la Coroncina elOrbetana per la provincia di Macerata,il Piantone di Falerone, il Sargano diFermo e la Carboncella per la provinciadi Ascoli Piceno, tutte confrontate conLeccino e Frantoio, ben conosciute a li-vello regionale e nazionale.

    QUANDO RACCOGLIEREIl L e c c i n o risulta lunica variet in cui le-poca ottimale di raccolta ai fini qualitativinon coincide con quella ai fini quantitati-vi. Infatti la pigmentazione dei frutti p recoce e contemporanea, la consistenzadella polpa diminuisce con la maturazio-ne, la resa in olio buona, ma laccumu-lo tardivo, cos coma la cascola. Per ot-t e n e re quindi la migliore qualit org a n o-lettica dellolio di Leccino, opport u n or a c c o g l i e re le olive precocemente, gene-ralmente a fine ottobre-inizio novembre ,nella fase di invaiatura superficiale quan-do la polpa ancora consistente, malaccumulo di olio non ancora term i n a-to. Per ottenere invece pi olio dal Lecci-no bene posticipare la raccolta, gene-ralmente a fine novembre-inizio dicem-b re, a scapito della qualit a causa di unbasso contenuto in polifenoli.

    Il Frantoio , a diffe-renza del Leccino,p resenta unin-vaiatura tardiva es c a l a re, una gra-duale diminuzionedella consistenzadella polpa, un ac-cumulo in oliop recoce. Per otte-nere quindi un oliodal buon fru t t a t omandorlato con unbuon contenuto inpolifenoli oppor-tuno raccoglierequando le olivesono parz i a l m e n t einvaiate in superficie e la polpa anco-ra consistente, senza dover rinunciarealla quantit, in quanto laccumulo diolio sul secco terminato e non an-cora iniziata la cascola. Questo gene-ralmente avviene intorno alla met dinovembre.E' importante individuare il momento ot-timale della raccolta in ciascuna varietlocale, in base all'andamento degli indicidi maturazione, al fine di conciliare lamassima quantit di olio potenzialmenteraccoglibile con la migliore qualit. L'e-poca di raccolta estremamente indica-tiva in quanto soggetta a variazioni pere ffetto dell'andamento stagionale, dellacarica di frutti, della condizioni di clima,di terreno, di tecnica colturale.Come sopra accennato, quest'annataha visto un andamento stagionale piut-tosto anomalo, con temperature supe-riori alla media trentennale gi dal me-se di aprile, e piovosit molto scarsa fi-no a tutto settembre. Questo ha deter-minato un anticipo di tutti i processi dimaturazione, oltre ad attacchi consi-stenti di mosca, che richiedono unac e rta tempestivit nell'eff e t t u a re leoperazioni di raccolta, soprattutto nellevariet dove lo scadimento degli indiciqualitativi molto rapido.Quest'anno per la cultivar Leccino, il pe-riodo ottimale di raccolta a fini qualitati-vi stato individuato intorno alla meto t t o b re, in part i c o l a re nella zona litora-nea e dove le ovideposizioni di moscasono pi insistenti. La raccolta del Fran-toio, cultivar comunque precoce, pue s s e re posticipata a fine mese. Le indicazioni per l'epoca ottimale diraccolta delle variet autoctone vengonodate in relazione a Leccino e Frantoio,

    conosciute da tutti e spesso pre s e n t inegli oliveti di recente costituzione.Il Piantone di Faler o n e p resenta unam a g g i o re precocit del Frantoio. L'in-vaiatura medio-tardiva e contempo-ranea, ma la resa in olio elevata conaccumulo precoce e cascola pre c o c e .E importante una raccolta molto tem-pestiva, a causa di una rapida diminu-zione della consistenza della polpa, conrischi di alterazioni a carico delle olivestesse, e di una netta degradazione delcontenuto in polifenoli. Raggia, Raggiola e Sargano di Fermop resentano uninvaiatura tardiva e sca-l a re, una graduale diminuzione dellaconsistenza della polpa, un accumuloin olio precoce. Come il Frantoio quindivanno preferibilmente raccolte in epo-ca precoce, quando le olive sono par-zialmente invaiate in superficie e la pol-pa ancora consistente, per conserv a-re un buon patrimonio fenolico, senzadover rinunciare alla quantit, in quan-to laccumulo di olio sul secco termi-nato e non ancora iniziata la cascola.Il Piantone di Mogliano p resenta, co-me le altre, uninvaiatura tardiva e sca-lare e un accumulo in olio precoce, mala consistenza della polpa e la resisten-za al distacco rimangono elevate fino amaturazione avanzata. Si consiglia co-munque una raccolta precoce ma, gra-zie all'integrit della polpa, una minoretempestivit non compromette le ca-ratteristiche qualitative degli oli, nono-stante il contenuto in polifenoli non siatroppo elevato.La M i g n o l a p resenta uninvaiatura pre-coce e contemporanea, con una dimi-nuzione della consistenza della polpapiuttosto rapida ed una elevata resa in

  • 21olio con accumulo precoce. Raccoglien-do le olive leggermente pi tardi delFrantoio si ottiene un olio un po' menosquilibrato per l'amaro, facendo atten-zione per che la polpa non si ammor-bidisca al punto da cre a re ro t t u re nellecellule con conseguente attivazione dip rocessi di alterazione della qualit.LO r b e t a n a e la C a r b o n c e l l a p re s e n t a-no un'invaiatura tardiva e contempora-nea e una consistenza della polpa ele-vata fino a stadi avanzati di maturazio-ne. Laccumulo in olio tardivo, conbuon contenuto in polifenoli. Una rac-colta medio-tardiva permette di ottene-re contemporaneamente pi olio con lemigliori caratteristiche qualitative. La C o ro n c i n a p resenta un'invaiaturamolto tardiva e scalare, con una consi-stenza della polpa elevata fino a stadiavanzati di maturazione. La resa in olio bassa con accumulo molto lento, per cuiil periodo ottimale di raccolta cade inepoca tardiva, conciliando la massimaquantit di olio raccoglibile con la mi-g l i o re qualit chimica ed org a n o l e t t i c a .I n t e ressante notare che, nella maggior-p a rte delle variet locali di olivo marc h i-giane possibile ottenere la migliorequalit dell'olio nello stesso momentoin cui massima la quantit a diff e re n-za della cultivar Leccino, in cui si hannole migliori note di fruttato in un periodoin cui l'accumulo di olio non term i n a-to. In alcune variet precoci, come laRaggia e il Piantone di Falerone, il con-tenuto in olio aumenta fino alla primamet di novembre (in annate "norm a-li"...), poi rimane pressoch costante,ed appunto in quella data che il fru t t a-to esprime al meglio le sue caratteristi-che. In altre variet tardive, come la Co-roncina e l'Orbetana, la qualit dell'olio

    migliora con la maturazione, il fru t t a t odiventa pi armonico ed equilibratop roprio nel momento in cui si ha ilmassimo accumulo di olio, cio a finen o v e m b re-inizio dicembre .

    GLI OLII MARCHIGIANILolio delle Marche dato da una com-binazione di variet locali diverse, in ba-se alla zona, con Frantoio e Leccino. Latipologia "classica" di olio delle Marc h ep revede un prodotto dal fruttato medio-l e g g e ro, con una piacevole sensazionedi erbaceo e di mandorla; al gusto p revalentemente dolce, con una puntadi amaro e di piccante, che risulta piaccentuata in caso di raccolta precoce espostandoci dalla zona litoranea alla zo-na interna della regione. E un olio mol-to armonico ed equilibrato, ottimo pern u m e rosi abbinamenti in gastro n o m i a ,a part i re da primi piatti, verd u re, carn ibianche e arrosto; si adatta anche al pe-sce, nella versione pi delicata. E unolio che riesce ad esaltare, senza copri-re, il sapore delle pietanze.Si distinguono dalla tipologia classicadellolio delle Marche olii con peculia-rit accentuate, prodotti in aree limita-te, soprattutto nella zona interna dellaregione. Tali peculiarit, che potrannoe s s e re valorizzate con la presenza dimenzioni geografiche aggiuntive allin-t e rno della DOP Marche, sono date inp a rticolar modo dalla presenza in per-centuale elevata di una singola varietlocale, in combinazione con fattori pe-doclimatici spesso avversi. Un esempio lolio della variet Coro n-cina nella zona di Caldarola, molto fru t-tato, con evidente sentore di carciofo enote spiccate di amaro e pungente, mol-

    to verde per leleva-to contenuto in clo-rofille; un olio nont roppo armonico edelicato, non adattoal pesce, ma moltoricco in polifenoli,quindi che si con-s e rva meglio e cheha buoni effetti sa-lutistici, in quantomolto ricco in an-tiossidanti. In defi-nitiva un olio otti-mo per bru s c h e t t e ,legumi e carni allag r i g l i a .

    Lolio della variet Mignola della zonadi Cingoli caratteristico per laccen-tuato sapore amaro, dovuto ad un con-tenuto in polifenoli molto elevato. Ilf ruttato medio, lamaro raramenteaccompagnato dal piccante e il colore di un caratteristico giallo oro. E unolio in passato utilizzato per tagliare olit roppo delicati, ma che ha la sua gran-de tipicit, che va valorizzata tramiteabbinamento a certi piatti quali bru-schetta e legumi.Il Piantone di Falerone, diffuso nellazona delimitata come "Falerio Picenus",p resenta un olio part i c o l a re in quanto,inizialmente dolce, lascia poi in boccaun re t rogusto nettamente amaro, perun contenuto in polifenoli comunqueabbastanza elevato, soprattutto in epo-ca precoce di raccolta. Un olio quindiche si adatta molto bene ad arrosti everdure.Le caratteristiche di qualit e le pecu-liarit organolettiche di ciascuna tipo-logia di olio possono essere apprezzatesolo nel caso in cui si faccia una rac-colta tempestiva al giusto stadio di ma-turazione, eseguendo poi nel modo ot-timale tutte le operazioni successive al-la raccolta, a part i re dalla conserv a z i o-ne delle olive, il processo di estrazione,la conservazione dellolio.

    CONCLUSIONIUna conoscenza attenta del patrimonioolivicolo locale marchigiano permettera tutti gli olivicoltori di razionalizzare ip rocessi produttivi e di ottenere oli ex-travergini di oliva delle Marche di gran-de qualit. La consapevolezza che questi studi sipongono alla base di un'olivicoltura dieccellenza scaturisce con forza dagli im-p o rtanti risultati conseguiti in import a n t iConcorsi nazionali da un numero sem-p re pi ampio di aziende marc h i g i a n e(1 Premio Ercole Olivario di Spoleto eMenzione, Migliore Olio al Salone delGusto Slow Food di Torino, 2 Pre m i oO rciolo d'oro a Gradara, ed altri). L'Agenzia Servizi Settore Agro a l i m e n-t a re Marche sta continuando la ricerc ac e rta che ulteriori appro f o n d i m e n t ip e rmetteranno alle aziende olivicolem a rchigiane di essere maggiorm e n t ecompetitive sui mercati.

    BARBARA ALFEITecnico ASSAM

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    embra che la DOP perlolio extra vergine delleM a rche sia in diritturad a rrivo. Questo quanto emerso al Convegno

    Olio di qualit progetto e scommessaper un territorio, tenutosi a fine set-t e m b re a Civitanova Marche Alta e org a-nizzato dallAIOMA (Associazione Inter-regionale Olivicola del Medio Adriatico).Ha fatto il punto sulliter per il riconosci-mento Tonino Cioccolanti, Pre s i d e n t edel Comitato Pro m o t o re DOP Marc h e .P e rtanto, allavvio della raccolta delleolive, i produttori ed i frantoiani sem-brano pi sollevati dalla notizia, nono-stante il settore debba aff ro n t a re milled i fficolt. Ottenere il riconoscimento diuna DOP non mai semplice e ci sonodiverse problematiche da aff ro n t a reanche nelle fasi di commerc i a l i z z a z i o-ne. In merito ha riportato la pro p r i aesperienza Tiziano de Leonardis, re-sponsabile tecnico DOP Aprutino Pe-scarese.Le Marche hanno un prodotto daltaqualit con caratteristiche che lo con-traddistinguono da altri oli e, sebbenela produzione raggiunga poco pi del-lautoconsumo, lolio marchigiano si a ff e rmato a livello nazionale e ancorpi allestero. Mariano Landi, Dirigente del Serv i z i oPromozione dei prodotti agroalimentaridella Regione Marche ha riferito chesono in fase di crescita le aziende localiche esportano olio allestero con note-voli risultati commerciali. In Giapponein part i c o l a re, a seguito di diverse ini-ziative promozionali, lolio marc h i g i a n oha ottenuto un notevole appre z z a m e n-to da parte dei consumatori nipponici:si aprono quindi nuove prospettive diredditivit.In occasione del convegno si presen-tato lo stato di lavori del progetto "Oliodella Cilestra", uniniziativa in corso nelterritorio comunale di Civitanova.

    A Civitanova Marche c una realt oli-vicola part i c o l a re: in questa zona lecondizioni eco climatiche, pedologichee varietali, abbinate ad una tradizionalepassione degli agricoltori per la colti-vazione dellolivo, fanno s che loliop rodotto abbia caratteristiche qualita-tive peculiari. Per queste ragioni, nel1987 si avviato, a cura della Confe-derazione Italiana Agricoltori, il pro g e t-to "Olio della Cilestra", nato con lobiet-tivo di migliorare ulteriormente los t a n d a rd qualitativo dellolio doliva,e s a l t a rne la tipicit e contribuire a mi-g l i o r a re il reddito dei produttori dellazona. Il progetto si articolato in di-verse iniziative che hanno visto il coin-volgimento degli agricoltori, dei fran-toiani e dei consumatori. Patrizia Sa g retti, agronomo re s p o n s a-bile del progetto, e Flavio Pepi, tecnicodella CIA, hanno fatto il punto sui risul-tati raggiunti del Progetto Cilestra, so-prattutto in considerazione del fattoche lolio di qualit rappresenta oggi

    u n u l t e r i o re opportunit di tutela delreddito, di diversificazione delle pro d u-zioni e costituisce uno strumento perfar conoscere allesterno il territorio diproduzione ricco di storia, cultura e va-lenze paesaggistiche. I numerosi agricoltori che hanno aderi-to al progetto, impegnandosi in tutte lefasi della produzione ad applicare stra-tegie migliorative, i trasformatori chehanno modernizzato gli impianti ed itecnici che hanno supportato il lavoroin tutte le fasi della produzione, hannoavuto il miglior riconoscimento del lo-ro lavoro al Concorso "Ercole Olivario2000". Allottava edizione del pre m i opi importante in Italia per lolio doli-va, a cui hanno partecipato 260 pro-duttori di tutte le Regioni, lOlio dellaCilestra ha ottenuto il Primo Pre m i onella categoria "Fruttato Leggero".U n u l t e r i o re conferma della grande po-tenzialit dellolio extra vergine marchi-giano.

    Luana Spernanzoni

    SEXTRAVERGINE:SE NE PA R L AT OA CIVITA N O VA

    SPAZIO APERTO

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    on una letterainviata al di -re t t o re gene -rale dellINPS,dott. Serg i o

    De Simone, lassessore re -gionale allagricoltura Lucia -no Agostini interviene sullaquestione dei lavoratori sta -gionali, che anche questan -no si posta in part i c o l a rein occasione della vendem -mia e che le org a n i z z a z i o n iagricole hanno ancora unavolta denunciato. Nella lette -ra rivolto un invito affinchsiano messe "in atto form eflessibili di controllo", chem e n t re tengono conto delleleggi in vigore, non trascuri -no "il contesto socio-econo -mico in cui si collocano" eviene fatto anche esplicitoriferimento alla nuova nor -mativa che " gi inseritanella Finanziaria 2001" e chedar una boccata dossigenoal problema.Il lavoro stagionale in agri -coltura , come noto, unaquestione annosa, che nonha mai trovato adeguata so -luzione e che anche que -stanno stata denunciatada tutte le rappre s e n t a n z edel mondo agricolo."Un problema ricorda Ago -stini che diventa esplosi -vo durante la vendemmia,ma che esiste sempre inagricoltura, visto che si trat -ta di un settore dove la sta -gionalit delle colture lanorma". D e l l a rgomento Agostini siera gi interessato alla finedi luglio, coinvolgendo ilM i n i s t ro del Lavoro CesareSalvi.

    Nella sua risposta il Mini -s t ro, non solo dice di condi -v i d e re le considerazionie s p resse dallassessore, map recisa anche che si staconcludendo liter del dise -gno di legge che, attuandouna legge dellanno scorso,consente maggiore flessibi -lit nel mercato del lavoro."Il problema della manodo -pera in agricoltura priorita -rio sottolinea Agostini esi presenta sotto moltepliciaspetti. Manca quella giova -nile, sia generica che qualifi -cata. La forza lavoro specia -lizzata costituita da pen -sionati, che sono scoraggiatid a l l a c c e t t a re un utilizzotemporaneo e re g o l a re, per -ch ci sarebbe la decurtazio -ne delle pensioni. Non c lapossibilit, nel caso deibraccianti agricoli, di rivol -gersi a Societ che fornisco -no lavoro interinale. Inoltre aggiunge le difficolt diutilizzazione riguardano glistessi parenti, mettendo an -che a repentaglio la sanatradizione della solidarietda sempre elemento fort e della vita in campagna."E Agostini ricorda che suquesto tema si tenuto, nelfebbraio di questanno, unConvegno con la part e c i p a -zione dello stesso Salvi "Le politiche del lavoro inagricoltura", il titolo dovef u rono gi individuate alcu -ne ipotesi di lavoro. Oltrealla richiesta di appro v a real pi presto il pro v v e d i -mento di attuazione dellalegge144/99, che inserisceelementi di flessibilit, co -me ad esempio lutilizzo dei

    p a renti nei lavori stagionali,p rovvedimento a cui fa rife -rimento il Ministro in rispo -sta ad Agostini, ne furo n oindicate altre :- la esemplificazione, per i la -

    vori connessi a necessariastagionalit, degli adempi -menti relativi alle assunzio -ni, evitando la cumulabilitdel reddito percepito dalpensionato con gli emolu -menti pensionistici. Ta l iredditi potre b b e ro invecee s s e re assoggettati a tas -sazione separata.

    - lesenzione contributiva,considerato che comun -que i contributi versatinon andre b b e ro a incideresul trattamento pensioni -stico del lavoratore pen -sionato. Lazienda si do -v rebbe fare comunque ca -rico dellassicurazione ob -bligatoria allINAIL.

    - consentire lutilizzazionedel lavoro interinale, an -che per i lavoratori di qua -lifica non elevata, come ibraccianti agricoli. (e.r.)

    CARO INPS TI SCRIVO

    C

    L a s s e s s o r e allagricoltura ha invitatolIstituto di Previdenza a forme flessibilidi controllo per i lavoratori stagionali. indispensabile che si arrivi presto allasoluzione di un problema davvero vitaleper il settore. Il Ministro Salvi assicura che presto cisar una regolamentazione

    SPAZIO APERTO

  • ENTI EDAMMINISTRAZIONILOCALI:

    Regione Marche: www.regione.marche.itProvincia di Pesaro: www.provincia.ps.itProvincia di Ancona: www.provincia.ancona.itProvincia di Macerata: www.provincia.mc.itProvincia di Ascoli Piceno: www.provincia.ap.it

    CAMERA DI COMMERCIO DI ANCONA:

    www.an.camcom.itCamera di commerciodi Ascoli Piceno: www.ap.camcom.itCamera di commerciodi Maceratawww.mc.camcom.itCamera di commerciodi Pesarowww.ps.camcom.it

    COMUNIT MONTANE:Nella Provincia di Ancona:Dell'Esino Frasassi: www.cadnet.marche.it/cm/cm03.html

    Nella Provincia di Ascoli PicenoDei Sibillini:www.provincia.ap.it/ospiti/comunita_montana/default.htm

    Nella Provincia di MacerataDel San Vicino:www.c