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Albergo Poggio Diffuso

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Il progetto di struttura ricettiva (ALBERGO) che partendo dal recupero e dalla valorizzazione dei valori materiali ed immateriali del contesto (POGGIO) arrivi all’elaborazione di un sistema integrato comprendente lo spazio pubblico, i residenti e i visitatori (DIFFUSO). Con Manfredi Mannucci

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A cura di

Matteo Fioravanti ArchitettoDonatella Caruso ArchitettoMargherita Bagiacchi Architetto

Firenze - Marciana (LI) Settembre 2011 - Ottobre 2012

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L’ALBER-GO DIF-FUSO NEL CO-MUNE DI MARCIA-NA1/ ALBERGO POGGIO DIFFUSO

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PROGEttI DI RIGEnERAzIOnE URBAnA PER REALtà In mEtAmORFOSI

Due volumi dedicati ai borghi di Poggio e Marciana che sorgono nel vasto territorio del Comune di Marciana, Isola d’Elba (LI), raccolgono studi e approfondimenti progettuali svolti tra il Settembre 2011 e l’Ottobre 2012 sul tema della rilancio e della valorizzazione dei luoghi secondo strategie innovative. L’approccio al lavoro proviene dall’ambito della pianificazione debole. A partire dalla consapevolezza delle forze in campo e dalla “non linearità” dei processi conoscitivi del territorio, si evidenziano quelle azioni ed esperienze che accolgono modelli sperimentali di approccio, ascolto e trasformazione, con particolare riguardo allo spazio pubblico.Si attua un processo di rigenerazione e promozione della cultura del luogo stando attenti alle virtù civiche che esso offre. Si propone così una gestione degli interventi di recupero e riqualificazione dei diversi elementi costitutivi del patrimonio sia a scala urbana che territoriale. Lo studio parte da una fase di analisi, condivisa per i due centri, che ha cercato di leggere le criticità e le potenzialità inespresse dei luoghi, per poi individuare nell’idea di ricettività diffusa uno strumento pienamente attuale e compatibile con il contesto elbano per la riqualificazione dei piccoli borghi. L’analisi e una possibile declinazione elbana del modello dell’albergo diffuso, costituiscono infatti il fulcro dell’indagine. Trattasi di una fase preliminare di progettazione di sviluppo locale di realtà in metamorfosi.Dell’albergo diffuso si è cercato di cogliere non solo la potenzialità di struttura alberghiera, ma anche la capacità di promozione di progetti di pubblico interesse (dal recupero urbanistico-architettonico dei centri all’implementazione dei servizi, fino alla valorizzazione delle specificità del luogo) che prevedono il coinvolgimento di risorse materiali e immateriali.

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IL PRImO vOLUmE: POGGIO

“Il pane c’è. manca il giornale quest’anno. È il primo anno che manca il giornale. L’ennesimo passo indietro. Le scuole se ne sono andate, la posta è chiusa, gli alimentari stanno chiudendo tutti, la tabaccheria è ridottissima. È il momento di intervenire, ormai siamo agli sgoccioli.” Il primo volume approfondisce il caso di Poggio, la cui condizione è paragonabile a quella di tanti altri piccoli borghi italiani che, non riuscendo a mantenere una qualche capacità attrattiva concorrente alle occasioni di carattere economico o sociale che i grandi centri forniscono, scivolano verso il declino. Arroccato su una pendice nella costa occidentale dell’isola, Poggio mostra un patrimonio architettonico ancora intatto inserito in un contesto naturale rilevante. Qui un’amministrazione comunale attenta assieme ad una rete di associazionismo composta da popolazione residente attiva e pronta a contribuire allo sviluppo del proprio paese, ha deciso di approfondire nuovi sistemi per la rigenerazione del borgo.

IL PROGEttO: ALBERGO POGGIO DIFFUSO

Il documento rappresenta un primo studio di una strategia unitaria di rinascita della frazione di Poggio attraverso la tutela del paesaggio e la promozione della cultura del luogo che contribuisca ad una gestione degli interventi di recupero e riqualificazione dei diversi elementi costitutivi del patrimonio territoriale e paesaggistico. I Comuni in Regione Toscana affrontato il tema della tutela del paesaggio con piani urbani stici che vietano la costruzione di nuove cubature, la così detta crescita a volume zero. Gli interventi progettuali che ne seguono sono quindi volti alla ristrutturazione del costruito e evitando il consumo di suolo vergine, senza però negare una valorizzazione dell’esistente attraverso gesti progettuali capaci di caratterizzare il borgo di una nuova identità.Il progetto dell’albergo diffuso delinea ottimamente le nuove esigenze del progetto di archi tettura. Se da una parte c’è la forma dell’ambiente costruito, il contesto e la storia del bor go, dall’altra c’è una necessita di rivitalizzarlo che non può prescindere dalle

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funzioni che devono essere inserite e dal programma che fa da cornice al progetto.Non si può pensare di ripopo lare un piccolo borgo solo riportan-do gli abitanti, si può invece “riempire” di abitanti tempo ranei e nomadi, i nuovi turisti che cercano si insediano ed entrano in contatto con la vita del borgo.Un’ ipotesi di ricezione turistica sostenibile fondata sulla inte(g)razione tra popolazione residente e ospiti. Il progetto “Albergo Poggio Diffuso” vuole esprimere, tramite l’inversione dell’ordine logico delle parole che lo compongono, il tema fondante del progetto. L’ambizione è quella di non replicare le caratteristiche canoniche dell’albergo diffuso calandole nel contesto di Poggio, ma la realizzazione di una struttura ricettiva (ALBERGO) che partendo dal recupero e dalla valorizzazione dei valori materiali ed immateriali del contesto (POGGIO) arrivi all’elaborazione di un sistema integrato comprendente spazi pubblici e privati, popolazione residente e visitatori (DIFFUSO).

ESPERIEnzE PILOtA

Premesso che, come “Albergo Poggio Diffuso” e “M.A.D.E.” dimostrano, sono possibili diverse tipologie di albergo diffuso in relazione al contesto nel quale intervengono, lo studio condotto ritiene che nel Comune di Marciana potrebbero svilupparsi esperienze pilota per l’isola d’Elba e per la Regione Toscana, soprattutto in questo preciso momento in cui ancora non si dispone di una normativa di riferimento.Il caso di un Comune con due centri sembra infatti offrire un’occasione significativa per la contemporanea sperimentazione di un modello declinato nei due borghi con diverse accezioni.Il campo di studio si allargherebbe così da permettere anche una possibile evoluzione della normativa esistente nelle altre regioni, di tipo prescrittivo e esclusivamente ricettivo, verso una normativa più adeguata al contesto toscano e all’attuale periodo storico in cui turismo e gestione del territorio potrebbero confrontarsi.

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AttIvAzIOnE DI LABORAtORI

Per leggere e pianificare realtà come Poggio e Marciana è necessario guardare a molteplici aspetti sociali e programmatici che si sviluppano sul territorio e determinano vantaggi competitivi che le sole regole del mercato non potrebbero concretizzare.Si ritiene fortemente auspcabile l’attivazione di laboratori di studio, confronto e conoscenza per aumentare la capacità di visione e di azione dello sviluppo locale attraverso la collaborazione fra gli attori e la creazione di reti di interpreti stabili nel tempo.I paesi diventerebbero di nuovo un luogo oggetto dell’attività umana, ospitando laboratori capaci di indagare processi di rigenerazione studiati per poggio e marciana assieme ad esperienze attivate in altre realtà analoghe. Degli esercizi di pianificazione concorrente necessari per aprire il territorio verso una evoluzione dinamica “urbana” insieme culturale, sociale e produttiva.

COStItUzIOnE DELL’AD

L’attivazione di un albergo diffuso richiede varie fasi di analisi della realtà locale, preliminari alla definizione dei momenti più specificatamente attinenti alla progettazione.Ipotesi di percorso per la costituzione dell’albergo diffuso:

- indagine preliminare;

- necessità di una pre-fattibilità (occorre prevedere la redditività dell’albergo diffuso, valutando investimenti iniziali necessari, costi e ricavi attesi dalla gestione);

- lancio dell’idea per la sensibilizzazione e formazione dei potenziali soggetti coinvolti (enti locali per la programmazione - gestori di esercizi pubblici - commercianti, produttori agricoli e artigiani - associazioni locali - proprietari degli alloggi - residenti);

- condivisione di finalità e motivazioni (momenti di approfondimento con la comunità sui temi quali: scenario generale del turismo, i numeri dell’albergo diffuso, confronto con esperienze

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simili, risultati attesi, criticità dei luoghi);

- costituzione di forme associative (contenitori giuridici per i proprietari di alloggi, di servizi, …);

- commissione tecnica che gestisca la fase di impostazione-avvio dell’albergo diffuso, un incubatore dell’albergo diffuso, a cui partecipino anche professionalità esterne e qualificate costituzione del soggetto gestore unitario (come fase finale del percorso fin qui descritto e come punto di partenza della gestione ordinaria dell’albergo diffuso).

GEStIOnE: GEStIOnE ImPREnDItORIALE E UnItARIA

“Per gestione unitaria di una struttura turistica si intende la gestione che fa capo a un unico soggetto per la fornitura sia dei servizi principali, quelli relativi all’alloggio, sia degli ulteriori servizi forniti. La gestione si considera unitaria anche qualora la fornitura dei servizi diversi da quello di alloggio sia affidata ad altro gestore, purché lo stesso sia in possesso della regolare autorizzazione, ove prevista, e sia stipulata un’apposita convenzione che regoli i rapporti con il fornitore dei servizi di alloggio, in capo al quale resta la responsabilità di garantire la coerenza della gestione dell’attività complessiva e dei servizi al livello di classificazione ottenuto dalla struttura ricettiva” (cfr. Legge regionaLe 16/04 deL 28 LugLio 2004, regione emiLia romagna).

RInGRAzIAmEntI

Anna Bulgaresi, Sindaco del Comune di Marciana.Isola Etica, Marciana Aurea, associazioni culturali di Marciana.Carlo Eugeni, fiduciario condotta Slow Food all’Isola d’Elba.Carlo Gallelli, Manfredi Mannucci, Costanza Santini e Ivana Surdic, laureandi.Pierfilippo Checchi e Pasquale Persico, professori.Le esperienze di Co/Auletta, Aste e Nodi, G.A.P. Guilmi Art Project.

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ALBERGO POGGIO DIFFUSO

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ANALISI

INTRO-DUZIONE

BORGHI IN ITALIA

POGGIO

Italia paese di borghi

Cenni storici

Crisi ed abbandono

Le condizioni attuali,

il disagio insediativo

Comuni fino a 5.000 abitanti

Abstract

Inquadramento

Storia

Dati quantitativiCartografia CtRmappe tematiche

Evoluzione demograficaCenni sullo sviluppo turisticoSviluppo urbanoRacconti degli abitanti

viabilità territorialeviabilità localeLuoghi d’interesseRisorse naturali

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ALBERGOPOGGIO DIFFUSO

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PROGETTO

BIBLIO-GRAFIA

METODOALBERGO POGGIO DIFFUSOCASI STUDIO

STRATEGIE DI RIATTIvAzIONE

Pubblicazioni

Riviste e articoli

Siti

Programma/indice

Azioni

Attori

Censimento

Schede

Quadro d’insieme

Spazi comuni

Stanze

Ecovillaggio - Torri Superiore

Cittadella telematica - Colletta di Castelbianco

Albergo diffuso Sextantio - Santo Stefano di Sessanio

Borgo degli artisti - Bassana Vecchia

Co/auletta -Auletta

Frontiere aperte - Badolato

Million Donkey Hotel -Prata Sannita

Sviluppo della sostenibilità

Spazio pubblico

Sviluppo del turismo

Sviluppo dell’arte

Sviluppo del sociale

Risorse localitrasporto tradizionale

Il borgo come edificio

CaratteristicheIl verdeSegnaletica

turismo di quarta generazioneAD albergo diffuso

L’arte nel borgo

L’incontro e lo scambio

DefinizioneCaratteristichenormativa

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Questo documento è il primo di due volumi dedicati ai nuclei urbani presenti nel Comune di Marciana, Isola d’Elba (LI), e raccoglie ricerche e approfondimenti progettuali volti alla rigenerazione del borgo di Poggio. Lo studio parte da una fase di analisi condivisa che ha cercato di leggere le criticità e le potenzialità inespresse dei luoghi, per poi individuare nell’idea di ricettività diffusa uno strumento pienamente attuale e compatibile con il contesto elbano per la riqualificazione dei piccoli borghi. L’analisi e una possibile declinazione elbana del modello dell’albergo diffuso costituiscono il fulcro dell’indagine. Infatti dell’AD si è cercato di cogliere non solo la potenzialità di struttura alberghiera, ma anche la capacità di promozione di progetti di pubblico interesse (dal recupero urbanistico-architettonico dei centri alla valorizzazione dei prodotti tipici locali) che prevedono il coinvolgimento di risorse

POGGIO

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proprio paese, ha deciso di studiare nuovi sistemi per la rigenerazione del borgo di Poggio. Il presente studio rappresenta il primo passo di una strategia unitaria per la tutela del paesaggio e promozione della cultura del luogo che contribuisca ad gestione degli interventi di recupero e riqualificazione dei diversi elementi costitutivi del patrimonio territoriale e paesaggistico, sia a scala edilizia che territoriale.

Verso un’ ipotesi di ricezione turistica sostenibile fondata sulla inte(g)razione tra popolazione residente e ospiti.

Albergo Poggio Diffuso vuole esprimere tramite l’inversione dell’ordine logico delle parole che lo compongono il tema fondante del progetto.

L’ambizione è quella di non replicare le caratteristiche canoniche dell’albergo diffuso calandole nel contesto di Poggio ma la realizzazione di una struttura ricettiva (ALBERGO) che partendo dal recupero e dalla valorizzazione dei valori materiali ed immateriali del contesto (POGGIO) arrivi all’elaborazione di un sistema integrato comprendente lo spazio pubblico, i residenti e i visitatori (DIFFUSO).

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ANALISI

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ANALISI

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borgo [bór-go] s.m. (pl. -ghi)

Centro abitato di grandezza media e di una certa importanza, caratterizzato da un’economia prevalentemente commerciale e con una periferia a carattere agricolo. Nei secoli passati questa denominazione era spesso riservata ai paesi di importanza che possedevano un mercato ed una fortificazione. Per la presenza di queste strutture il borgo si differenziava dal villaggio.

Borghi in Italia

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di P

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Il territorio italiano ha tra le sue peculiarità quella di essere costellato da un numero altissimo di piccoli borghi che da molti anni stanno subendo il fenomeno dello spopolamento. Ciò comporta l’abbandono di questi luoghi con la conseguente perdita di territori che sono risorse importantissime sia dal punto di vista culturale che turistico. I numeri sono molti alti si parla di 5.308 “paesi abbandonati”.“I «paesi fantasma» rappresentano il 72% di tutti i comuni italiani, uno spaccato

Borghi in Italia

Italia Paese di Borghi

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scanno (AQ) in uno scatto di Henri cartier -Bresson (1951)

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5.308

72%

paesi abbandonati

popolazione italiana vive in un borgo

paesi «fantasma»

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scanno (AQ) in uno scatto di Henri cartier -Bresson (1951)

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secondo dopoguerra, negli anni della ricostruzione, quando migliaia e migliaia di persone abbandonarono le proprie case in montagna o in campagna per recarsi in città alla ricerca di nuove fortune. La vita doveva ricominciare e l’unico modo per trovare lavoro e sicurezza economica era quello di trovare un impiego sicuro nei grandi centri urbani. Il fenomeno provocò, come deteriore effetto collaterale, la scomparsa di gran parte dei mestieri legati all’artigianato.

d’Italia in cui vive circa un quinto della popolazione nazionale, più o meno dieci milioni di persone. Questi piccoli paesi rappresentano la memoria storica di un’Italia che ormai non c’è più. L’urbanizzazione e lo sviluppo economico hanno fatto in modo che l’attenzione degli italiani si spostasse sempre più nelle grandi città, abbandonando in una specie di dimenticatoio sociale un grandissimo numero di piccoli paesi, che sono rimasti per lo più abbandonati. Il fenomeno ha avuto inizio nel

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Dei 5838 «paesi fantasma», sono 2831 i comuni che rischiano di scomparire, veri e propri centri a rischio estinzione. Questi ultimi ricoprono una superficie di circa centomila chilometri quadrati. Il fenomeno dei «paesi fantasma» interessa molto il Centro-Sud e le zone appenniniche. I piccoli centri alpini si sono salvati grazie all’industria del turismo, quelli del nord invece hanno continuato a sopravvivere grazie alla vicinanza alle grandi città industrializzate e, fatto non secondario, grazie a infrastrutture tale da consentire agli abitanti di raggiungere le città in poco tempo e in modo piuttosto confortevole. Al Centro-Sud la situazione è invece molto diversa. Migliaia di paesini si sono spopolati.

“La situazione più pesante si

registra in Basilicata — dove ben 97 centri sono a rischio estinzione —, nelle parti montuose della Sicilia e della Sardegna, nelle aree interne di Marche e Toscana e su tutto l’arco dell’Appennino Meridionale, dall’Abruzzo alla Calabria, passando per il Molise.”(Il Tempo, 25-07-2005)

Di fronte a questo quadro generalizzato è importante pensare a delle strategie che consentano di fornire nuove prospettive e nuove speranze a coloro che vivono all’interno delle aree a rischio spopolamento. Il progetto si propone di attivare un processo di rivitalizzazione del tessuto socio-economico dell’area locale per mezzo dell’opportuna valorizzazione del patrimonio artistico, ambientale e culturale localmente sedimentato.

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2.831

100mila

comuni che rischiano di scomparire

Kmq

> centro-sud> zone appenniniche

i più interessati

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Borghi in Italia

Il territorio italiano è costel-lato di piccoli borghi che rap-presentano quell’Italia minore, a volte più sconosciuta e na-scosta, rimasta ai margini delle grandi trasformazioni urbane e dei principali flussi turistici e commerciali e per questo con legami ancora fortissimi al proprio passato.

Tipologia di insediamento assai diffusa e favorita dalla to-pografia del territorio, il borgo nasce come città fortificata, edificata per questioni di dife-sa su alture e spesso circondata da mura urbiche e torri per il

Cenni storici

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controllo. Si tratta di forme di insediamento che risalgono all’epoca tardo antica, allorché condizioni politiche e sociali instabili obbligavano a vivere uno stato di allerta conti-nuo. Lo stile di vita imposto dall’epoca storica era basato sulla sussistenza nella costan-te minaccia rappresentata dai problemi legati a carenza di cibo, malattie, epidemie, incursioni e guerre improv-vise. Gli insediamenti erano strutturati di conseguenzain modo da agevolare la vita in queste condizioni, chiudendo i villaggi nelle mura e lascian-

do nell’immediato intorno i campi, le coltivazioni, la vita rurale. Peculiare dei borghi era l’alta concentrazione delle costru-zioni per sfruttare al massimo la morfologia del sito e ren-dere l’agglomerato compatto dunque difendibile. I borghi nascevano infatti come centri di dimensioni contenute, densi, chiusi, con vie strette e ripide che dovevano lasciare spazio solo a carri o cavalli. Extra mœnia si trovavano i campi per la coltivazione e per l’allevamento, presso i quali risiedeva quella parte della

antica stamPa di genoVa (fonte: genoVa.rePuBBLica.it)

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Borghi in Italia

popolazione dedita all’agricol-tura e alla pastorizia.

La realtà del borgo permette-va uno stile di vita essenziale. All’interno della fortificazione si teneva il mercato e la con-vivenza tra uomini avveniva a stretto contatto. Gli scambi con l’esterno si svilgevano in primis sotto forma di com-merci. Chi coltivava, porta nel borgo i prodotti dei campi e il bestiame per venderli o scam-biarli con altra merce, così i pescatori i frutti della pesca, eccetera. Si trattava di sistemi economici fragili, in balia dei fenomeni meteorologici, delle

piene e delle aridità , ma anche delle mutevoli condizioni politiche.Le attività artigianali si svolge-vano nelle botteghe e talvolta le lavorazioni si riversavano per strada, ad animare la vita del borgo. Ogni borgo presentava attività particolari che derivano dal luogo e dalle risorse che può offrire. Dalla specificità di queste attività si può ripartire per pensare ad una rinascita dei borghi.Entro le mura risiedevano i signori dell’aristocrazia locale che rispondevano spesso ad un’autorità più alta, fisi-

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camente lontana e distante dalle dinamniche interne del borgo. Da un borgo all’altro, anche lontano pochi chilo-metri, cambiavano spesso usi e costumi. I componenti di altre comunità, anche vicine, potevano essere considera-ti estranei, confermando la realtà estremamente chiusa del borgo.

aLLegoria ed effetti deL Buon goVerno, amBrogio Lorenzetti, siena (1338-1339)

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Crisi e abban-dono

Borghi in Italia

Per vari motivi gli antichi bor-ghi in Italia stanno subendo il fenomeno dello spopolamento e dell’abbandono.La crisi iniziale risale alla fine della seconda guerra mondiale, quando la popolazione emigra-va verso i grandi centri urbani dove poteva trovare maggiori possibilità di lavoro e benes-sere. L’isolamento infatti, che in passato era una necessità di sopravvivenza, diventa sempre più un ostacolo nella vita di questi paesi, che rimangono lontani dai progressi tecnolo-gici, industriali, commerciali che sta affrontando la società. La stessa situazione di abban-dono caratterizza oggi questi centri che sono privi di scambi con il mondo esterno. L’acces-

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sibilità a questi insediamenti è difficile e faticosa, spesso sono mal collegati o non ci sono mezzi di trasporto pubblici. L’avvento degli anni Cinquan-ta, con il dopoguerra, coincide con una profonda variazione del rapporto tra popolazione e territorio. In particolare si verificano tre dinamiche demografiche: - un diffuso e prepotente eso-do rurale;- un grande processo di ridi-stribuzione regionale della popolazione;- un generale processo di urba-nizzazione concentrata. Sno gli anni in cui l’Italia affronta la rivoluzione indu-striale e dello sviluppo dei tra-sporti. Le nuove infrastrutture

ferroviarie sono una spinta iniziale all’abbandono dei cen-tri isolati per il trasferimento in zone metropolitane, eco-nomicamente più fertili. Lo sviluppo della rete ferroviaria costituisce infatti un “avam-posto” alla nascita dei nuovi e grandi centri urbani, agli esordi del boom economico. Ciò che accade in questi anni è una sorta di “duplicazione” degli insediamenti; parte della popolazione inizia a spostarsi, e parte rimane nei villaggi.Negli anni ’60 e ’70, con il vero e proprio boom economico, le cose si evolvono definiti-vamente nella direzione di urbanizzazione e di abbando-no dei piccoli nuclei rurali.

istantanea da “rocco e i suoi frateLLi”, LucHino Visconti (1960)

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Disagio insedia-tivo

Per analizzare l’attuale condizione dei borghi in Italia, in assenza di una vera e propria trattatistica a riguardo, sono stati utilizzati studi e ricerche affettuate da enti o università.In particolare, la maggior parte dei dati contenuti in questo capitolo sono tratti da uno studio realizzato per conto di Legambiente e Confcommercio dal gruppo Serico-Cresme e dal titolo “L’italia del disagio insediativo”.Lo studio tramite l’analisi ed il confronto di numerosi indicatori significativi nei campi dell’economia e delle dinamiche sociali stila un rapporto sullo stato di salute di un’ampia fetta dei comuni italiani.Lo studio conia l’espressione “disagio insediativo” per categorizzare quei comuni che presentino evidenti fattori di criticità economico-sociali. In particolare si afferma che:- le condizioni strutturali che portano al disagio non sono date solo da una debolezza insediativa della popolazione residente (calo

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delle nascite, aumento della popolazione anziana, ecc.) ma anche da condizionievidenti di depauperamento delle potenzialità produttive e di depotenziamento dei propri talenti, con indici soprattutto economici che mettono in luce una condizione di debolezza strutturale di queste aree;- vi è una debolezza intrinseca rappresentata anche dallo scarso appeal che queste stesse aree, poco vitali dal

punto di vista produttivo, esercitano sull’esterno e dunque sulla capacità di attrarre e accogliere nuovi cittadini, nuovi abitanti, nuove famiglie ed imprese;- sono territori che non riescono a promuovere una propria identità turistica, nonostante una dotazione del sistema dell’offerta che supera ampiamente la domanda generata.In questo quadro generale emerge anche l’accentuazione

Comuni Italiani

COMUNI CON MENO DI 10.000 ABITANTI IN

DISAGIO INSEDIATIVO

42%

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dimensione media dei comuni coinvolti da fenomeni di disagio insediativo. Vale a dire che in dieci anni si è allargato non solo il numero di comuni coinvolti, e relativo territorio e popolazione interessata, ma aumentando la dimensione media è cresciuta la soglia critica al di sotto della quale si realizzano e si evidenziano le condizioni del disagio insediativo.Il che equivale a dire che il disagio insediativo non è più solo un fenomeno circoscritto a territori marginali o marginalizzati

del divario Nord-Sud e una sorta di radicalizzazione delle differenze non tanto tra montagna, collina, pianura e città, quanto all’interno delle medesime categorie, ovvero tra montagna ricca e montagna impoverita, tra collina valorizzata e collina dimenticata, tra città al passo con i cambiamenti imposti dall’economia della globalizzazione e città in forte ritardo.ll dato più rilevante nel confronto 1996/2006 è che in un decennio è aumentata in modo consistente la

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SUPERFICIE TERRITORIALE

COPERTA DAI COMUNI CON MENO DI 10.000 ABITANTI IN DISAGIO

INSEDIATIVO

37%

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di piccola dimensione, ma si allarga e si estende a territori di più ampie dimensioni. Ciò si deve, come si vedrà nel prosieguo dell’indagine, indubbiamente ad un allargamento e ad una diffusione maggiore delle condizioni di precarietà legate al depauperamento territoriale dovuto alla diminuzione dei servizi alle persone e alle imprese, oltre a fenomeni di aggravamento di negative condizioni strutturali della popolazione, come ad esempio un elevato indice di vecchiaia e un

basso valore della natalità e dell’immigrazione.Le analisi prodotte hanno consentito di individuare che il 95,4% dei comuni in disagio insediativo, ben 3.408 su 3.558 totali, hanno meno di 10.000 abitanti, evidenziando come tale valore possa essere considerato una soglia dimensionale critica.

I comuni in disagio abitativo con meno di 10.000 abitanti rappresentano:- il 42,1% dei comuni italiani;- il 49% di tutti i comuni italiani con popolazione

Com

un

i Italiani fino a 10.000 abitanti

COMUNI CON MENO DI 10.000 ABITANTI IN

DISAGIO INSEDIATIVO

50%

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residente fino a 10.000 abitanti (il che significa che circa la metà dei comuni italiani con popolazione fino a 10.000 abitanti si colloca nell’area del disagio);- il 37,4% della superficie territoriale italiana;- il 10,4% della popolazione italiana, quota che sale all’11,9% per gli over 65, una percentualesuperiore del 15% alla media italiana;- il 4,6% degli stranieri residenti, un valore percentuale inferiore alla metà di quello della

popolazione, a testimonianza della limitata accoglienza che questi comuni esprimono, ovvero della difficoltà di queste aree di accogliere immigrati anche stranieri, i quali preferiscono altre aree più favorevoli dal punto di vista lavorativo;- il 7,9% del reddito totale prodotto in Italia, pari ad una redditività media inferiore del 24% rispetto al totale nazionale. In tali comuni, dal punto di vista dello stato sociale:- è presente un tasso migratorio del 23% inferiore

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POPOLAZIONE CHE VIVE IN COMUNI CON

MENO DI 10.000 ABITANTI IN DISAGIO

INSEDIATIVO

10%

Popolazione Italiana

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alla media nazionale, il che evidenzia una limitata vitalità insediativa data da minori spostamenti e movimenti della popolazione;- si evidenzia una diminuzione consistente degli alunni che frequentano le scuole materne, passati in sette anni dal 15,3% del totale nazionale al 9,6%;- le entrate totali sono pari al 10,3% del totale nazionale, un valore omogeneo a quello della popolazione, ma le entrate tributarie sono pari solo al 5,7% del totale nazionale, segno di un ingente

peso dei trasferimenti;mentre dal punto di vista del sistema economico:- si riscontrano 23 milioni di presenze turistiche ufficiali, pari al 6,8% del totale nazionale, un valore molto inferiore all’8,7% della ricettività alberghiera media nazionale, al 14,9% di quella extralberghiera e addirittura al 27,7% della disponibilità ricettiva nelle abitazioni per vacanza, a testimonianza di una difficoltà di promozione del territorio a fini turistici;- sono presenti 610mila unità locali produttive, pari

POPOLAZIONEOVER 65

+15% MEDIA NAZIONALE

12%P

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omun

i fino a 10.000 ab. in disagio abitativo

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al 10,1% del totale nazionale (in linea con la quota della popolazione) ma nelle quali è occupato solamente il 4,7% degli addetti, il che evidenzia una capacità occupazionale pari alla metà della media nazionale;- sono presenti 136mila unità locali al commercio, pari al 7,8% del totale nazionale, alle quali corrispondono il 3,7% degli addetti nazionali al commercio, il che evidenzia una debole presenza del sistema del commercio e dei negozi di prossimità;- sono presenti il 24,3% delle

partite Iva nelle imprese in agricoltura, un dato questo che evidenzia la forte dipendenza dal sistema produttivo primario per queste aree;

Tutti questi indicatori evidenziano un sistema articolato e diffuso di disagio insediativo, che mette in luce come l’Italia sia un territorio fortemente differenziato, all’interno del quale convivono ambiti socioeconomici in grave crisi, insieme ad altrettanti ambiti territoriali nei quali si è in

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STRANIERIRESIDENTI

– 50% MEDIA NAZIONALE

4%P

op. C

omun

i fino a 10.000 ab. in disagio abitativo

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39

grado di utilizzare a pieno i propri talenti, producendo ricchezza e garantendo dunque un futuro alle famiglie e ai residenti.La presenza così ampia e diffusa di un sistema di comuni in disagio insediativo è ulteriormente rafforzata dalla lettura dei dati relativi solo ai comuni con meno di 5.000 abitanti. Questo approfondimento è stato prodotto al fine di evidenziare la componente più debole del disagio. Infatti se la media nazionale della popolazione per comune si aggira intorno

ai 7.250 abitanti, quella relativa alla popolazione media nei comuni del disagio insediativo è pari a 2.500 abitanti. In sostanza il valore di 5.000 abitanti si inserisce come livello intermedio tra una soglia limite al di sotto della quale si possono creare con più facilità le condizioni del disagio.

QUOTA DEL REDDITO TOTALE, PRODOTTO DAGLI ABITANTI CHE VIVONO IN COMUNI

CON MENO DI 10.000 ABITANTI IN DISAGIO

INSEDIATIVO

8%Red

dito totale prodotto in Italia

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Comu-ni con meno di 5.000abitanti

Un approfondimento dell’analisi ai comuni con meno di 5.000 abitanti conferma quanto affermato. Sono infatti 3.145 i comuni con meno di 5.000 abitanti con presenza di disagio insediativo, ovvero il 38,8% dei comuni italiani e l’88,4% dei comuni con meno di 10.000 abitanti. L’aspetto dimensionale è dunque profondamente connesso con l’area del disagio.

In questi comuni:- risiede il 7,4% della popolazione;

Borghi in ItaliaA

NA

LISI

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41

- a fronte del 7% della popolazione sotto i 14 anni di età è presente il 9% del totale nazionale degli over 65, un valore superiore di oltre il 20% alla media italiana;- risiede solo il 3,5% dei residenti stranieri;- si esprime un reddito che influisce a livello nazionale solo per il 5,8%, con una redditività media delle zone a disagio inferiore del 22% rispetto al totale Italia;- è in diminuzione la percentuale di studenti che frequentano la scuola dell’obbligo, pari al 6% della

popolazione nazionale a fronte dell’8% di soli 7 anni prima;- si rileva una presenza pari allo 0,8% dei letti negli istituti di cura pubblici e privati;- si localizza il 17,5% delle pensioni di invalidità italiane e il 15,9% degli importi;- si realizza solo il 4,3% delle entrate tributarie a fronte di un valore omogeneo al peso demografico per le entrate totali (8,3%); evidenziano ancora una volta l’ingente peso dei trasferimenti;- si riscontrano 19 milioni di

Comuni Italiani

COMUNI CON MENO DI 5.000 ABITANTI IN

DISAGIO INSEDIATIVO

38%

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presenze turistiche ufficiali, il 5,6% del totale nazionale; tra le forme extralberghiere sono funzionanti il 17,5% degli agriturismo italiani e il 21% della disponibilità ricettiva nelle abitazioni per vacanza nazionale; ciò sottolinea la scarsa utilizzazione patrimoniale;- sono presenti 445mila unità locali (il 7,3% del totale nazionale) ma è occupato solamente il 3,6% degli addetti; un indice che evidenzia una minore capacità occupazionale rispetto alla media nazionale;- sono presenti solamente 90mila unità locali al

commercio, pari al 5,2% del totale nazionale ma solo il 2,4% degli addetti nazionali, evidenziando una netta rarefazione occupazionale e dell’offerta;- sono registrati 2,83 milioni di contribuenti, un valore in linea con il peso demografico, che apportano il 5,1% dell’ammontare della contribuzione, mettendo in evidenza una differenza media rispetto al totale nazionale del 32%.- si esprimono depositi bancari pari solo all’1,9% del totale nazionale, con una propensione al deposito ridotto dei due terzi rispetto

Com

un

i Italiani fino a 10.000 abitanti

COMUNI CON MENO DI 5.000 ABITANTI IN

DISAGIO INSEDIATIVO

88%

Borghi in ItaliaA

NA

LISI

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43

al reddito prodotto, ed un tasso di incidenza degli impieghi bancari che non supera lo 0,7%.

POPOLAZIONE CHE VIVE IN COMUNI CON

MENO DI 5.000 ABITANTI IN DISAGIO

INSEDIATIVO

7%

Popolazione Italiana

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44

Poggio

pòggio

prov.pueg, puoi; ant. fr. pui; dal lat. pòdium, rialzo in forma di piede, zoccolo, balcone e nella bassa latinità qualsiasi luogo sporgente e elevato, che trae dal gr. pòdiom, piede, base, da poýs - genit. podòs - piede.

Luogo eminente che avanza di poco la collina. V

ist

a d

i Po

gg

io (2

012)

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Inqua-dramen-to

L’isola d’Elba o, semplicemente, Elba è un’isola situata tra il mar Ligure e il mar Tirreno, posta a circa 10 chilometri dalla costa. È la più grande delle isole dell’Arcipelago Toscano, e la terza più grande d’Italia (223 km²). L’Elba, assieme alle altre isole dell’arcipelago (Pianosa, Capraia, Gorgona, Montecristo, Giglio e Giannutri) fa parte del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.

L’isola è divisa in otto comuni, tutti afferenti

Poggio

A

NA

LISI

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POGGIOMARCIANA

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alla provincia di Livorno: Portoferraio, Campo nell’Elba, Capoliveri, Marciana, Marciana Marina, Porto Azzurro, Rio Marina e Rio nell’Elba, per un totale di circa trentamila abitanti, che aumentano notevolmente durante l’estate.Il centro di Poggio è situato nell’entroterra occidentale dell’ isola d’Elba all’ interno del territorio comunale di Marciana.

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Il comune di Marciana è uno dei quattro comuni di antica fondazione dell’isola e in passato ne ha rappresentato il comprensorio territoriale più vasto, estendendosi su tutta la parte occidentale.Successivamente i confini comunali sono andati via via riducendosi a seguito della nascita dei comuni di Marciana Marina nel 1884 e di Campo nell’Elba nel 1894 e anche per la cessione di parte del suo suo territorio al comune di Portoferraio nel 1951.

Poggio e Marcia-na

Poggio

A

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LISI

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Attualmente Marciana rappresenta il terzo comune elbano per estensione e l’ultimo comune dell’isola per densità abitativa, con un valore di 48 abitanti per kmq (ben lontano dal valore del vicino comune di marciana marina che ha un indice di densità abitativa pari a 318 abitanti per kmq).

Nonostante la bassa densità di abitanti nel territorio comunale, specialmente nella fascia costiera occidentale sono presenti un gran numero di piccoli centri abitati

e frazioni che nei centri di Marciana e di Poggio trovano importanti punti di riferimento.

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Poggio

A

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LISI

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Inqua-dramen-toDati quantita-tivi

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ABITANTI

ALTITUDINE

COORDINATE GEOGRAFICHE

CLASSIFICAzIONE SISMICA

CLASSIFICAzIONE CLIMATICA DI MARCIANA90 (2011)

330m s.l.m. (min 0 - max 1.018)

42° 47’ 25,44’’ N 10° 10’ 10,56’’ E

sistema decimale 42,7904° N 10,1696° E

Zona sismica 4

Zona con pericolosità sismica molto bassa. È la zona meno pericolosa dove le possibilità di danni sismici sono basse.

Zona climatica D

Periodo di accensione degli impianti termici: dal 1 novembre al 15 aprile (12 ore giornaliere), salvo ampliamenti disposti dal Sindaco.

Gradi-giorno 1.546

Il grado-giorno (GG) di una località è l’unità di misura che stima il fabbisogno energetico necessario per mantenere un clima confortevole nelle abitazioni.

Rappresenta la somma, estesa a tutti i giorni di un periodo annuale convenzionale di riscaldamento, degli incrementi medi giornalieri di temperatura necessari per raggiungere la soglia di 20 °C. Più alto è il valore del GG e maggiore è la necessità di tenere acceso l’impianto termico.

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Inqua-dramen-toCartografiac.t.r. 1:2.000

Poggio

A

NA

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Poggio

A

NA

LISI

RIO MARINA

PORTOAZZURO

PORTOFERRAIO

CAPOLIVERI

MARINA DI CAMPO

MARCIANA MARINA

POGGIOMARCIANA

SP26

SP33

SP32SP24SP34

SP25

SP30

SP26

CAVO

Piombino

Piombino

Pian

osa

Piombino

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viabilità territoriale

Inqua-dramen-tomappetematiche

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RIO MARINA

PORTOAZZURO

PORTOFERRAIO

CAPOLIVERI

MARINA DI CAMPO

MARCIANA MARINA

POGGIOMARCIANA

SP26

SP33

SP32SP24SP34

SP25

SP30

SP26

CAVO

Piombino

Piombino

Pian

osa

Piombino

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SP25 - MARCIANA

CAI N.2 - MONTE CAPANNE

SP25 - MARCIANA MARINA

MARINA DI CAMPO

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Poggio

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LISI

Poggio

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SP25 - MARCIANA

CAI N.2 - MONTE CAPANNE

SP25 - MARCIANA MARINA

MARINA DI CAMPO

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viabilità locale

Inqua-dramen-tomappe tematiche

Parcheggi

Fermata autobus

Strada

Sentiero

Area pedonale

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viabilità locale

Poggio

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area PedonaLe

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ParcHeggio sud

ParcHeggio est

fermata nord sP 25 Per marciana

ParcHeggio nord

area PedonaLe

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VILLA DEL BONO

CHIESA DI SAN DEFENDENTE

MUSEO ETNOGRAFICOCHIESA DI SAN NICCOLO’

PIAZZA SAN DEFENDENTE

PIAZZA DEL PESCE

PIAZZA DEL RECISO

PIAZZA DEL CASTAGNETO

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Poggio

A

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LISI

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Luoghi di interesse

Piazze

Attivita’ commerciale

VILLA DEL BONO

CHIESA DI SAN DEFENDENTE

MUSEO ETNOGRAFICOCHIESA DI SAN NICCOLO’

PIAZZA SAN DEFENDENTE

PIAZZA DEL PESCE

PIAZZA DEL RECISO

PIAZZA DEL CASTAGNETO

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Luoghi d’interesse e spazi pubblici

Inqua-dramen-tomappe tematiche

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cHiesa di s. niccoLò

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Luoghi d’interesse e spazi pubblici

Poggio

A

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Piazza deL castagneto

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cHiesa di s. niccoLò

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antico Piano in granito Per La Vendita deL Pesce in Piazza deL Pesce

Piazza deL castagnetoPiazza deL recisoPiazza deL castagneto

Piazza deL Pesce

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Poggio

A

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Vicinale di Tenditoio

CAI n.2 Monte Capanne

500 mt. CAI n.6

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Bosco ( castagni, lecci)

Sentieri

Vicinale di Tenditoio

CAI n.2 Monte Capanne

500 mt. CAI n.6

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Risorse naturali

Inqua-dramen-tomappe tematiche

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Risorse naturali

Poggio

A

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LISI

giardino tra due aBitazioni deL Borgo

unione tra Verde sPontaneo e PriVato Lungo i VicoLi deL Borgo

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imBocco deL sentiero cai n. 6giardino tra due aBitazioni deL Borgo

unione tra Verde sPontaneo e PriVato Lungo i VicoLi deL Borgo

BoscHi intorno a Poggio

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Cennistorici

Un oppidum di età etrusca sorgeva probabilmente sullo stesso sito del paese attuale, come si evince dal ritrovamento (1899) di una tomba con vasellame del IV secolo a.C. Durante il Medioevo Poggio assume la caratteristica struttura coclidea, con stretti vicoli trasversali (calanchioni), due porte di accesso con casetorri e piccoli recinti per rifiuti organici (caragini). Nel corso del XVIII secolo il borgo conosce le maggiori trasformazioni del proprio tessuto

Poggio

A

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urbanistico, soprattutto con l’ampliamento delle due Chiese di San Niccolò e San Defendente. Nel 1814 Poggio viene spesso frequentato da Napoleone Bonaparte durante il proprio esilio all’Elba. Sempre nel XIX secolo il borgo è visitato, nel 1888, dal pittore Telemaco Signorini che lo immortala in numerose tele. Nel 1899, su progetto dell’architetto Adolfo Coppedè, è realizzata una grande villa per l’on. Pilade Del Buono. A partire dal 1946 Poggio

diventa luogo di villeggiatura internazionale, in virtù della creazione delle Terme Fonte di Napoleone e della Locanda Monte Capanne; tra gli ospiti celebri si ricordano Winston Churchill, Greta Garbo e Giorgio De Chirico.

cartografia storica deLL’eLBa ai temPi di cosmoPoLis

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I dati sull’evoluzione demografica di Poggio sono analoghi a quelli del comune di appartenenza di Marciana e sono chiaramente indicativi della progressiva perdita di abitanti che con fasi alterne prosegue fin dalla fine del secolo scorso.I primi dati presi in esame sono quelli risalenti al primo censimento italiano del 1861 che dimostrano come il comune di Marciana e la sua frazione di Poggio fossero una importante realtà dal punto di vista degli abitanti nel contesto dell’Isola d’Elba superando nel complesso i 2.000 abitanti.Successivamente a causa di diversi fattori la popolazione iniziò a diminuire in maniera pressoché costante fini agli inizi del '900.

Storia

Evoluzione demografica

Poggio

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L’Isola d’Elba ha una fondamentale ed evidente caratterizzazione turisticadella propria economia. L’occupazione turistica (intesa nel settore alberghi, ristoranti e pubblici esercizi) costituisce infatti il 29,8% del totale, una percentuale circa cinque volte maggiore della media regionale.Le ragioni di una specializzazione così marcata sono rintracciabili nello sviluppo dell’economia elbana nel corso del ‘900.L’economia elbana nel corso dei primi decenni del

Storia

Cenni sullo svi-luppo turistico

Poggio

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LISI

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Novecento aveva conosciuto momenti di forte crisi a causa del progressivo deupauperamento dei suoi principali settori produttivi. La coltivazione della vite fu messa in ginocchio da una devastante epidemia di Filossera, le saline cessarono le loro attività e le attività della cantieristica navale entrarono in crisi quandol’applicazione della macchina a vapore sui bastimenti soppiantò la vela. L’economia elbana puntò tutto sullo sfruttamento del minerale ferroso e

sull’industria siderurgica. Portoferraio, con i suoni altiforni, costruiti tra il 1900-02, divenne un centro industriale di importanza nazionale.Nel 1947, però, gli stabilimenti siderurgici, che durante la seconda guerra mondiale erano stati danneggiati dai bombardamenti furono ritenuti anti-economici e ne fù decretato lo smantellamento. Negli anni successivi alla seconda guerra quindi l’isola vive un momento di profonda

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Poggio

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depressione economica che accellera in maniera lo sviluppo dell’economia del turismo.Un studio effettuato dallo Studio BBPR nel 1939 e pubblicato sul n. 4 del 1941 della rivista “L’albergo italiano” fotografa le condizioni di partenza di questo sviluppo, evidenziando l’alto potenziale turistico inespresso dell’isola. Un paragone tra l’Elba e due altre isole mete già affermate di turismo, come Capri e Brioni, mette in luce che a fronte di una analoga condizione naturalistica e climatologica che pongono l’isola d’Elba in una condizione di eccellenza, questa dispone

di poche camere e necessita di attrezzature turistiche adeguate.Poggio rappresenta al tempo uno degli scenari di avanguardia per lo sviluppo turistico elbano dal momento che nel 1946 viene aperta la prima struttura ricettiva nella partre occidentale dell’isola, la locanda Monte Capanne, e che nel 1947 Giuseppe Cacciò trasforma la villa del Buono nell’Hotel di lusso Fonte Napoleone.Grazie a queste strutture neglia anni del secondo dopoguerra Poggio diventa una meta turistica rinomata e di alto profilo che avrà tra i suoi ospiti personaggi come Winston Churchill, Greta

Poggio

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Vista di marciana marina - 1940

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Garbo e Giorgio De Chirico.Se in un primo momento l’offerta turistica di Poggio incontra la domanda di una clientela di fascia alta, che desidera ancora effuttuare vacanze di tipo ottocentesco in località non direttamente posizionate sul mare, ma in montagna o in collina e preferibilmente con stabilimenti termali, il successivo sviluppo del turismo di massa cambia radicalmente la situazione.Nonostante negli anni ‘50/’60 anche altre attività ricettive aprano a Poggio, come Casa Serena in via Cacciò, con l’arrivo sull’isola del turismo di massa lo sviluppo di Poggio e quello isolano iniziano a

divergere. I grandi flussi sono infatti attratti da località con uno stretto legame con il mare e facilmente raggiungibili. Poggio, che aveva puntato su di un tipo di turismo elitario, entra così inevitabilmente in crisi. La costruzione di un elevato numero di struttura ricettive sull’isola e l’impoverimento dei servizi a Poggio finiscono col provocare una progressiva perdita di interesse che avrebbe portato alla chiusura di tutte le strutture ricettive presenti nel borgo, ad eccezione del B&B Mazzei.

Vista di marciana marina - 2012Vista di marciana marina - 1940

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Storia

Sviluppo urbano

Lo sviluppo urbano dell’abitato è stato analizzato attraverso la planimetria rappresentata nel catasto Leopoldino e la Cartografia Tecnica Regionale nella versione del 1984 e attuale.La struttura urbana dell’antico nucleo ha la forma planimetrica di un ovale in aderenza alla forma del terreno. Il perimetro esterno dell’edificato compatto segue l’andamento delle curve di livello, così come le parti interne, cioè gli edifici e le strade, a sottolineare la conformazione corografica del poggio.Solo nella zona verso sud le curve di livello delle quote più basse non si chiudono ad ovale ma tendono ad aprirsi in un fronte più slargato. É la zona della lieve selletta, nella quale transita la strada provinciale che con un’ampia curva scollina il crinale per dirigersi verso Marciana. La posizione più elevata è riservata alla chiesa settecentesca di san Niccolò.

Poggio

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L’implementazione di edifici avvenuto fino al 1984 ha portato sia uno sviluppo con soluzione di continuità dell’abitato lungo la strada provinciale, che insediamenti in zone isolate: si veda Villa Del Buono e le prime villette unifamiliari alle pendici del Monte Capanne.I cambiamenti avvenuti nell’ultimo intervallo di studio, dal 1984 ad oggi, si possono identificare in tre categorie ben precise: il perdurare dell’insediamento di nuovi edifici isolati, tendenzialmente di pregio;

Piccoli, ma molto diffusi, aumenti di volume di unità abitative preesistenti; infine si possono individuare anche consistenti demolizioni: sia all’interno del nucleo originario allo scopo di implementare gli spazi pubblici apicali con una vista panoramica, che di edifici sorti lungo il tragitto della strada provinciale e troppo vincolanti la larghezza della carreggiata.

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Poggio

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Sviluppo urbano

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Poggio

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StorieRacconti degli abitanti

Poggio

“ venga, venga! non abbia paura! Otto è molto contento quando dei turisti passano da queste parti perché è un giocherellone. Purtroppo di questi tempi non se ne vedono molti”

“ Conosco bene la storia di Poggio perchè la mia famiglia vive qua da generazioni... mio nonno era il proprietario di diverse attività qua in paese tra cui un alimentari e una piccola impresa di costruzioni.. adesso ci dobbiamo spostare a marciana anche per comprare il giornale perchè da una decina d’anni che i negozi stanno chiudendo uno dopo l’altro”

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“ mi piace questa panchina perché il pomeriggio rimane sempre all’ombra e mi ci posso mettere a fare la calza all’aperto.. sa com’è...a casa sono sola e mi fa piacere vedere passare un po’ di gente, fare quattro chiacchere qualcuno.. se si mette un un attimo a sedere le insegno a fare qualche rammendo che di questi tempi è sempre meglio sapersi fare le cose da soli.. ”

“ Se mi ricordo di Giò Pomodoro? Certo che si! il maestro era un personaggio micidiale.. era simpaticissimo ma quando voleva diventava intrattabile.. non sopportava quando la gente lo veniva a cercare per conoscerlo.. si arrabbiava e li cacciava a male parole.. si calmava soltanto di fronte ad un bel paitto di gnocchi. In effetti il maestro era una buona forchetta, ricordo che amava andare spesso a fare merenda con Ulisse il pastore sù a S. Piero..”

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METODO

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METODO

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Casi studio

santo stefano di sessanio

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Bussana VeccHia

Ecovillaggio - Torri Superiore

Cittadella telematica - Colletta di Castelbianco

Albergo diffuso Sextantio - Santo Stefano di Sessanio

Borgo degli artisti - Bassana Vecchia

Co/auletta -Auletta

Frontiere aperte - Badolato

Million Donkey Hotel -Prata Sannita

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santo stefano di sessanio

BadoLato

auLetta

torri suPeriore

Prata sannita

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coLLetta di casteLBianco

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torri Superiore, ventimiglia (Im)

Ecovil-laggio

Casi studio

ME

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Rimasto a lungo in stato di totale abbandono, Torri Supe-riore diventa oggetto, all’inizio degli anni ‘90, di un’iniziativa di recupero.Torri Superiore e l’ecovillaggio che viene ideato sono una cosa sola: l’ecovillaggio comprende tutti i membri residenti e non residenti. Gli ospiti della strut-tura ricettiva sono invitati a seguirne i principi. Sin dall’inizio, l’idea di restau-rare il villaggio si è fondata su principi ecologici, e la parte-cipazione alla Rete Globale degli Ecovillaggi GEN e al mo-vimento della Permacultura ha aiutato il gruppo a focalizzare e realizzare molti obiettivi pratici.Nelle opere di restauro sono state usate pietra naturale locale, calce (per gli intonaci e le pitture murali) e materiali isolanti naturali. Tutti i serra-menti sono in legno e vengono usati smalti ecologici. L’acqua calda è prodotta con pannelli solari, e sono presenti impianti di riscaldamento a bassa tem-peratura sia nella struttura ricettiva sia in alcune case private (in cui comunque non superiamo i 18°C). L’energia elettrica viene fornita da una

ditta privata ed è prodotta in-teramente da fonti rinnovabili. Sono presenti alcuni modelli di compost toilet in funzione (uno interno ed uno esterno).

Sono stati realizzati orti e frut-teti, ispirati ai principi della permacultura, che forniscono verdura e frutta fresca, ed al-tre coltivazioni sono in via di realizzazione. Molti alimenti vengono prodotti in casa: pane, pasta fresca, olio d’oli-va, formaggio di capra, miele, marmellata, yogurt, gelato. Il cibo che viene acquistato è in gran parte biologico, o di provenienza locale, o almeno nazionale. Non sono usati alimenti congelati, genetica-mente modificati, precotti, basi pronte, e in inverno viene usato il forno a legna per pane e pizze. Tutti gli scarti di cibo vengono usati per nutrire gli animali o sono compostati. Viene realizzata la raccolta differenziata di tutti i rifiuti, e riutilizziato e riciclato tutto il possibile.Sono presenti in tutto 4 auto-mobili per 20 residenti, e viene incoraggiato l’uso del tra-sporto pubblico anche per gli ospiti (treno e corriera locale).

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Sono disponibili anche due asi-ni che vengono usati per il tra-sporto da e per le campagne.Sono previsti ancora molti progetti per far crescere l’eco-villaggio: con il progredire del restauro del centro culturale e delle abitazioni private, c’è in progetto l’incremento della quantità di pannelli solari sia termici che fotovoltaici. L’obiettivo è quello di aumen-tare il più possibile la quantità di cibo autoprodotto con metodi permaculturali e soste-nibili, e ridurre al minimo la quantità di rifiuti chiudendo sempre più i relativi cicli. Inoltre è presvista l’organizza-zione di corsi e seminari sulla

sostenibilità per diffondere le conoscenze e le pratiche che gli abitanti dell’Ecovillaggio stanno portando avanti e per favorire l’incontro e lo scam-bio con i visitatori.

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Colletta di Castelbianco (Sv)

Citta-della telema-tica

Casi studio

ME

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Il villaggio di Colletta di Ca-stelbianco si trova nella valle Pennavaira, non lontano da Albenga, in provincia di Savo-na, sulla strada che da Albenga porta per Ormea in Piemonte. Il progetto, curato dall’arch. Giancarlo De Carlo negli anni ‘90, prevede il recupero del borgo attraverso il restauro edilizio e urbano del comples-so e la dotazione di sofisticate infrastrutture tecnologiche.Il villaggio, completamente disabitato da una trentina d’anni, è oggetto di un inter-vento di recupero articolato in due livelli: da una parte si

sta procedendo al recupero complessivo dell’antico inse-diamento nel rispetto delle tecniche e dei materiali origi-nali; dall’altra si sta dotando il villaggio di sofisticate in-frastrutture tecnologiche che consentiranno ai futuri abitan-ti di usufruire della più ampia gamma di risorse di telecomu-nicazione così da poter godere della pace e dell’isolamento offerti dal villaggio - oltre che della bellezza del territorio circostante - pur mantenendo i contatti con l’ambiente di lavoro ed in generale con le risorse informative disponibili

Casi studio

ME

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in tutto il mondo. Sarà così possibile trattenersi a Colletta per periodi prolungati non necessariamente coincidenti con i periodi canonici delle ferie (avendo la possibilità di telelavorare) oppure eleggere a prima abitazione la casa a Colletta.Quella di Colletta è una lunga storia. Il manufatto piu’ antico individuato nella borgata risale a un periodo compreso tra il XII e il XIV secolo ed è costi-tuito da una struttura continua di notevole spessore che segue un tracciato quadrangolare. Probabilmente era un recinto

fortificato in posizione stra-tegica sulla collina a presidio di un percorso di transito nella valle. Nel XVII secolo si hanno anche le prime fonti documentarie che citano l’in-sediamento. La successiva fase di sviluppo quattrocentesco conferma questa organizzazio-ne del nucleo: le nuove fortifi-cazioni si concentrano lungo il percorso di accesso all’abitato, verso est attorno al nucleo centrale. I volumi di queste abitazioni non superano i due piani in altezza e normalmen-te sono costituiti da mono e bilocali con annessa stalla

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seminterrata. Il secolo XVII e’ un periodo di eventi cala-mitosi (pestilenze, carestie), che impongono nuove scelte nell’ attività di costruzione come l’ impiego dell’argilla. Nel secolo successivo il paese è coinvolto in conflitti locali e subisce attacchi e distruzioni. Numerosi sono gli edifici che recano tracce di interventi risalenti a questo periodo. Il XIX secolo segna il declino di Colletta e sotto la spinta delle emigrazioni il borgo lentamen-te si svuota. Dopo il terremoto del 1887, il borgo sembra ormai prossimo all’abbandono. Sul

finire del secolo il flusso emi-gratorio si acuisce e molte fa-miglie di Colletta raggiungono Marsiglia dove costituiscono una comunità molto numerosa che tutt’oggi conta discenden-ti. Ora la rinascita.

Casi studio

ME

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Santo Stefano di Sessanio (AQ)

Albergo diffuso Sextantio

Casi studio

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Santo Stefano di Sessanio, in provincia dell’Aquila è un borgo medievale a 1200 mt di altitudine sul livello del mare, nel cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga.Questo è stato un borgo di pa-stori che si è conservato intat-to come un tempo perché ha conosciuto la drammatica pia-ga dello spopolamento quando diverse generazioni sono emi-grate altrove per inseguire una condizione di vita migliore, lasciando pian piano il paese in uno stato di abbandono.Questo accadde subito dopo

l’unità d’Italia a causa della cri-si economica che colpì il com-mercio della lana “carfagna”, prodotta nel borgo e lavorata in Toscana per poi essere ven-duta in tutta Europa.Oggi il borgo ha subito delle trasformazioni orientate alla valorizzazione e rivitalizzazio-ne del borgo. Santo Stefano di Sessanio viene preso come esempio di sviluppo sostenibi-le capace di ascoltare la voce degli abitanti riamsti grazie all’intuizione e al lavoro di un giovane imprenditore di origi-ni svedesi, Daniele Kihlgren, che alcuni anni fa ha acquista-

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to degli edifici nel centro sto-rico del borgo che, una volta ristrutturati con scrupolosa attenzione, hanno dato vita ad un albergo diffuso.È cresciuto così l’interesse verso il borgo ed il turismo ha dato una nuova vita al paese.Oltre alla ristrutturazione de-gli edifici, attenta a riproporre fedelmente le caratteristiche architettoniche di un tempo, sono state fatte delle ricerche in collaborazione con il Museo delle Genti d’Abruzzo e sono state realizzate interviste agli anziani che non avevano ab-bandonato il borgo medievale.

È emersa la necessità di va-lorizzare i caratteri distintivi della storia e della cultura locale che oggi rappresentano la grande unicità dell’offerta turistica di Santo Stefano di Sessanio. Così la lavorazione della lana che un tempo regge-va l’economia dell’intero borgo viene oggi riproposta nei corsi di tessitura organizzati per gli ospiti dell’albergo diffuso, evi-tando così, attraverso la valo-rizzazione della cultura locale, che certi saperi e certe tradi-zioni svaniscano nel tempo a causa del naturale ricambio generazionale.

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Bussana vecchia, Sanremo (Im)

Borgo degli artisti

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BORGO DEGLI ARTISTITotalmente abbandonata per decenni, ha ricominciato ad essere abitata dal finire degli anni cinquanta del Novecento da artisti italiani e stranieri, attratti dalla particolarità del luogo, che ristrutturarono e resero nuovamente abitabili gli edifici meno danneggiati. Attualmente ospita una comunità internazionale di artisti, tanto da essere divenuto, negli anni, un caratteristico “villaggio di artisti” .

La storia della comunità artistica di Bussana prende l’avvio alla fine degli anni Cinquanta, quando il torinese Mario Giani, in arte, Clizia, ceramista, visitò il borgo diroccato, allora completamente disabitato e lanciò l’idea di fondare una comunità internazionale di artisti, dotata di uno statuto, una sorta di piccola Costituzione volta a regolare i rapporti sociali fra i suoi membri. Gli edifici di Bussana erano a disposizione della comunità; di essi non era possibile rivendicare la proprietà, ma

ne era consentito l’utilizzo per lo svolgimento di attività artistiche. Dopo tre anni di abbandono, gli immobili dovevano essere rilasciati alla comunità, che avrebbe disposto una successiva assegnazione. Inoltre si faceva divieto di vendere i prodotti del proprio lavoro. Il paese si trovava allora in una situazione di completo abbandono: totalmente privo di infrastrutture urbane (acqua, corrente elettrica, telefono, fognature). Ben presto il borgo ricominciò a vivere, artigiani e artisti provenienti dall’Italia e dall’ Europa incominciarono i lavori di restauro, rispettando la struttura urbanistica medioevale del borgo. I materiali impiegati per la ricostruzione furono le tegole, le pietre e i mattoni recuperati dalle macerie.

Negli anni settanta si assiste al progressivo consolidamento urbanistico di Bussana. Un numero sempre maggiore di edifici viene recuperato e, nel corso del decennio, sono completate le indispensabili opere di urbanizzazione:

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nel 1974 viene effettuato l’allacciamento all’acquedotto comunale di Sanremo; al 1976 risale la costruzione dell’ impianto fognarioe, infine, nella primavera del 1978, tutto l’abitato viene collegato alla rete elettrica. Il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro provoca un forte incremento dell’afflusso di artisti e artigiani;ciò, insieme alla contemporanea partenza di alcuni protagonisti dei primi anni della rinascita, ha come inevitabile conseguenza l’allentamento del legame

ideale che teneva unita la comunità ai suoi inizi. Fra coloro che, negli anni Settanta, si sono stabiliti o hanno lavorato a Bussana vanno citati Wolfang Hundert, Ruiba, Gianna Canova, Massimo Locarno, Klaus Quast, Roggerone, Miriam Hawort, Jean Santilli.

Nell’ aprile del 1980, con una sorta di rinnovato atto costituente, nasce la Nuova Comunità Internazionale Artisti (NCIA), che ha l’intento di dare ai cittadini di Bussana uno strumento

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ideologico e pratico in grado di regolare le loro attività, adeguando alle mutate condizioni i principi che avevano ispirato la comunità originaria. Gli obiettivi sono quelli di dare vita a una cooperativa di lavoro, di creare un marchio di immagine per gli artisti di Bussana, di sviluppare attività culturali e promozionali e di risolvere le numerose difficoltà pratiche che gli abitanti devono affrontare quotidianamente. Il Comune di Sanremo indice, nel 1983, un concorso internazionale,

volto a individuare un progetto globale di ristrutturazione del centro storico di Bussana Vecchia. Il concorso si é concluso nel 1986, ma sino ad oggi non é stato fatto alcun passo per la realizzazione del progetto risultato vincente. Fra gli artisti che sono giunti a Bussana in questo decennio e che qui lavorano e risiedono vanno citati Daniela Mercante, Carlo Maglitto, Marco Orsatti, Daniel Harvey, Elsa Lagorio, Karlos Rosa, Nelly e Denise, Emilio Anna Baiocco.

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Fra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta si é assistito a una sempre più evidente crescita del fenomeno speculativo immobiliare del paese. Alle origini, chi abbandonava Bussana Vecchia e l’abitazione che aveva restaurato chiedeva a chi subentrava stabilmente al suo posto un semplice rimborso per le spese sostenute in quella che spesso era stata una radicale ricostruzione degli edifici; ma successivamente, il grande aumento dell’afflusso di artisti

e artigiani verso il borgo ha provocato l’instaurarsi di un vero e proprio mercato immobiliare. In questi ultimi anni un numero sempre maggiore di abitazioni é stato acquistato (ma da chi e in virtù di quale titolo, dal momento che la proprietà, a Bussana, non esiste?) da persone che risiedono a Bussana esclusivamente per ragioni turistiche. Ne risulta così stravolta, nella più totale assenza di regole, la vocazione artistica del borgo.

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Co/Au-letta

Auletta (SA)

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Auletta è un borgo di anti-ca fondazione ubicato sulle pendici orientali del Vallo di Diano, circa 3,5 km a nord di Pertosa, su un costone roc-cioso lambito a valle dall’alto corso del fiume Tanagro, poco prima che questo incontri il suo affluente, il fiume Bianco, verso Buccino.La zona, soggetta a fenomeni tellurici, reca nella sua storia i segni dei terremoti che l’han-no attraversata, come nel caso di Buccino nel VII sec. dell’era cristiana o della stessa Aulet-ta in seguito al terremoto di

Melfi o dell’Irpinia. La popolazione oggi conta circa 2.500 abitanti: il centro storico a partire dal 1980 ha visto il progressivo spegnersi delle attività artigianali che lo animavano, in particolare quelle legate alla lavorazione del legno. All’indomani del terremoto irpino, infatti, un comparto dell’abitato, quello orientale a picco sulla rupe del torrente Cretazzaro, è stato abbando-nato, per non essere mai più abitato. Il recente intervento di riqua-

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lificazione del centro storico ha investito anche quest’ area c.d. ‘Parco Urbano a Ruderi’, che si estende per circa 5.000 mq, con un progetto di Recu-pero e Restauro Conservativo, in corso dal 2005: il risultato di questo intervento sarà la sua piena reintegrazione fisica al restante centro cittadino, ricco di beni di rilievo storico artistico.

Il processo di trasformazio-ne di AulettaAntefatto: Auletta ha iniziato un percorso di trasformazio-

ne (tale trasformazione sta consentendo di fornire alla po-polazione un nuovo punto di vista e una nuova memoria del tragico sisma del 23 novembre 1980) attraverso alcuni inter-venti sul centro storico che amministrano fondi regionali: la realizzazione di un parco aruderi, l’introduzione di fun-zioni di ricettività e a servizio della fruizione di un territorio unico per qualità e risorse. Consci dell’elevato potenziale che questa occasione rappre-senta per Auletta, gli attori presenti sul territorio hanno

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deciso di innescare un pro-cesso virtuoso, coinvolgendo professionalità ed eccellenze esterne, per configurare una trasformazione sostenibile in ogni sua accezione. Coordinatore di questo processo è RENA (Rete per l’Eccellenza Nazionale), che ha costituito una squadra che raccoglie al suo interno tutte le competenze necessarie ad innescare il cambiamento.Il supporto di RENA rap-presenta dunque per Auletta un’occasione per ripensare se stessa e le proprie prospettive future attraverso un percor-

so di sviluppo basato su un esperimento di intelligenza collettiva che stimoli idee sostenibili e innovative per la riqualificazione del territorio e il cui obiettivo ultimo è la redazione di un capitolato per una gara di appalto finalizzata alla implementazione della mi-gliore idea proposta progetto.

Il percorso si costituisce di:

- un concorso finalizzato alla raccolta di idee e strumenti per costruire una visione per il futuro di Auletta.

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- un workshop finalizzato al confronto tra i progettisti se-lezionati nella fase concorsuale con gli stakeholder per la messa a punto delle proposte e la definizione della graduatoria definitiva

- un percorso di affinamento dei contenuti prodotti per la definizione del capitolato d’appalto per la realizzazione dei lavori .

Questo stadio del processo è appannaggio dell’amministra-zione di Auletta, ma il percor-so prevede strumenti per la

partecipazione anche a questa fase.

Concluso il concorso e svolto il workshop nel mese di aprile 2012, il comune è in attesa di conferire gli incarichi ai progetti-sti vincitori.

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Frontiere aperte

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Il progetto di ricerca “Frontie-re aperte” (tesi di laurea degli studenti Fabio De Ciechi e Carlo Gallelli, del Politacnico di Milano, relatore Stefano Boeri, diembre 2011) indaga il tema del disagio insediativo e le modalità con cui le aree soggette al fenomeno dello spopolamento possano strut-turare processi di riattivazione economica, trovando solu-zioni partecipate al problema dell’abbandono dei centri storici.Esistono realtà nel nostro paese in cui il problema è di-ventato risorsa, luoghi in cui si

è saputo colmare il vuoto con i progetti e la passione di chi crede che non sia ancora tutto perso.A Badolato è stato studiato, prima di tutto, il tema dell’ac-coglienza legato all’emergenza umanitaria dei profughi nel mediterraneo. Questo tema si fonde con linee guida econo-miche e progetti architettonici che puntano alla rivitalizzazio-ne di un caso studio attraverso una matrice multiculturale. Badolato si trova sulla stessa fascia Jonica Calabrese sulla quale giacciono, come morte, decine di carrette del mare, la

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stessa costa Jonica che è tra le aree a maggior rischio di disa-gio insediativo e la stessa costa Jonica che ha saputo insegnare a leggere le parole tolleranza e integrazione. Persone che van-no, persone che arrivano. Una diaspora forzata, che lascia l’amaro in bocca ma le voci di tanti popoli nelle orecchie.In secondo luogo, saldamente legato al primo, il tema del recupero e dalla promozione in chiave turistica dei centri storici. Connettere, valorizza-re, riscoprire e restaurare sono le parole chiave di un progetto di rinnovo sostenibile e soli-

dale che trae il proprio valore aggiunto dalla multiculturalità delle proposte.Frontiere aperte propone una possibile soluzione al tema dell’abbandono dei centri storici calabresi attraverso strategie di accoglienza e ricettività. Come è ben intu-ibile, accogliere, assume qui un significato bivalente: da un lato le case abbandonate si aprono ai rifugiati politici di tutto il mondo, dall’altro diventano espressione di una nuova forma di turismo dove il senso del luogo diventa il senso di questo viaggio.

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Million Donkey Hotel

Prata Sannita (CE)

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Prata Sannita è un paesino collinare sito a 333 m s.l.m. sito nella Media Valle del Voltur-no all’estremo limite della pro-vincia di Caserta, al confine con il Molise. È situato sul ver-sante meridionale del Matese, alle falde della rava del Monte Favaracchi (m.1219). Il comune presenta due nuclei abitativi di differente origine: la medieva-le Prata Inferiore, con il Borgo fortificato e l’imponente castello, e la più recente Prata superiore, costruita su un pia-noro in posizione dominante rispetto alla pianura. Il progetto che ha coinvolto

l’intero borgo risale al 1995Il gruppo di architetti austri, quando il collettivo austria-co feld 72 è stato invitato al workshop PaeSEsaggio in occasione del progetto vil-laggio dell’Arte. L’intera Prata Sannita è stato immaginata un albergo diffuso, in cui fosse possibile recuperare alcuni locali abbandonati e trasfor-marli in luoghi alternativi per il soggiorno. L’intervento, per il quale sono stati utilizzati materiali recuperati sul posto, è stata vissuto come un happe-ning della comunità locale, che ha prestato volontariamente la

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propria manodopera. Gli “oggetti trovati” sono stati reimpiegati dando vita a nuove funzioni. Per la realizzazione delle stanze sono state coinvolte 40 persone e un budget di 10.000 euro. Tra le opere portate a termine vi sono stanze da letto provviste di binari: il letto può scivolare attraverso un’apertu-ra praticata nel muro, sporgen-dosi in aggetto sul parco del Matese.L’albergo viene oggi gestito dall’associazione dei volontari che hanno costruito il proget-to; le camere possono essere

prenotate online. Il Million Donkey Hotel, questo il nome scelto per l’al-bergo diffuso, di Prata Sannita dimostra che un intervento situazionista può davvero rivi-talizzare un intero paese anche a lungo termine.

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Strategiediriattivazione

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“Provando ad immaginare il quin-dicesimo censimento degli italiani come una gigantesca fotografia aerea, forse il primo colpo d’oc-chio, il più evidente, è che rispetto al 2002 c’è un aumento molto consistente degli edifici censiti: oggi sono 14 milioni e rotti, l’undici per cento in più in soli dieci anni. nello stesso periodo la popolazione è cresciuta solo del 2,5 per cento: siamo 59 milioni e mezzo. Anche se le statistiche sono una lingua che chiede di essere tradotta con molta circospezione, questi due dati incrociati, sembrano dare ragione a chi denuncia una cementificazio-ne indiscriminata e immotivata (o

motivata solo dalla speculazione) del nostro territorio. Gli edifici sono aumentati di una percentuale quattro volte più grande rispetto all’aumento degli umani. E nel paese dei mille borghi abbando-nati, dei centri storici svuotati, della superfetazione delle villette a schiera che vanno a smarginare e confondere il confine tra città e campagna, i dati del nuovo censimento aiutano a capire che la gestione del territorio è una delle questioni più gravi e irrisolte.”(michele Serra, tra baracche e cemento l’autoritratto della nuova italia, 28 aprile 2012, La Repub-blica)

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Sviluppo della sosteni-bilitàvolume zero

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L’articolo di Michele Serra pubblicato su La Repubblica mostra come il tema della crescita edilizia inostacola-ta sia ormai una questione entrata a far parte dell’opi-nione pubblica. La risposta che i comuni italiani stanno apportando a questo proble-ma è la tutela del paesaggio attraverso piani urbanistici che vietano la costruzione di nuove cubature, incoraggiando una crescita “a volume zero”. Da qui dovrebbero scaturire interventi progettuali volti alla ristrutturazione dell’esistente, evitando ogni ulteriore consu-

mo di suolo vergine.Il nuovo atteggiamento sembra manifestare, però, una volontà di sospensione dell’at-tività edilizia in attesa di nuove decisioni e di una ripresa equi-librata della crescita demogra-fica e insediativa o di nuove interpretazioni progettuali.Il volume zero rappresenta in effetti un arresto nell’attività edilizia, ma la conseguenza ultima di questa strategia è la ridefinizione dei temi proget-tuali. Sarà sempre più impro-babile costruire nuovi quar-tieri d’espansione di villette a schiera, ma in alternativa si

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concretizzeranno idee pro-gettuali che apparentemente sembrano solo iniziative anti-conformiste.

L’albergo diffuso è un perfetto esempio di tale evoluzione delle strategie progettuali: da programma di gestione di spa-zi e di attività si trasforma in un vero progetto di architettu-ra che mira alla valorizzazione del paesaggio esistente attra-verso il recupero ed il coinvol-gimento degli utenti. Il progetto dell’albergo diffuso delinea ottimamente le nuove esigenze del progetto di archi-

tettura. Se da una parte c’è la forma dell’ambiente costruito, il contesto e la storia del bor-go, dall’altra c’è una necessita di rivitalizzarlo che non può prescindere dalle funzioni che devono essere inserite e dal programma che fa da cornice al progetto.Non si può pensare di ripopo-lare un piccolo borgo riportan-do gli abitanti, si può invece “riempire” di abitanti tempo-ranei e nomadi, i nuovi turisti che cercano si insediano ed entrano in contatto con la vita del borgo.

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I Gruppi di Acquisto Socia-le sono delle organizzazioni autogestite finalizzate all’ac-quisto di beni, principalmente alimentari, direttamente dal produttore.Per sottolineare la differenza tra i GAS ed i normali Gruppi di Acquisto, che hanno come obiettivo principale il rispar-mio economico, risulta de-terminante l’aggettivo sociale che indica un tipo di consumo critico basato su solidarietà ed equità. All’aspetto etico di questa particolare modalità del fare la spesa si affianca il legame con le

Sviluppo della sosteni-bilitàRisorse locali

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tradizioni agricole e gastrono-miche. In genere vengono prediletti prodotti di origine biologica e locali; la scelta dei fornitori, che possono essere proposti dai componenti del gruppo, si basa su criteri come la qualità del prodotto, la dignità del lavoro e il rispetto dell’am-biente. La rete nazionale di collegamento dei GAS ha realizzato un breve testo di-vulgativo sul tema dei Gruppi di Acquisto, nel capitolo delle motivazioni e linee guida vengono indicati quattro temi principali:

- Sviluppare e mettere in prati-ca il consumo critico- Sviluppare e creare solidarie-tà e consapevolezza- Socializzare- L’unione fa la forza.Il primo Gruppo di Acqui-sto in Italia nasce nel 1994 a Fidenza e nel 1997 nasce la rete dei GAS per collegare tra loro i diversi gruppi. Incoraggiare la formazione di GAS sul terriorio può porta-re consumatori e produttori locali ad un dialogo più stretto e dinamico e ad un graduale affinamento della domanda-offerta.

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“Dopo Castelbuono, nel paler-mitano, toccherà al Comune di Santa Maria a Monte (Pisa) sperimentare il ricorso agli asini Asini per la raccolta dei rifiuti porta a porta. Con il risultato di ridurre i costi e mandare un messaggio eco-logico [...] a Santa Maria a Monte la raccolta differenzia-ta funziona (la quota raggiunta è del 40%) e questo anche grazie al porta a porta che per adesso è effettuato con i mezzi tradizionali, i quali incontrano però difficoltà oggettive nel muoversi tra le strade strette del centro storico. “Con gli

Sviluppo della sosteni-bilitàtrasporto tradizionale

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asini il problema sarà risolto - ha spiegato il sindaco David Turini - e sarà ottenuto anche un abbattimento dei costi”.” (Asini porta a porta, 22 maggio 2009, lanuovaecologia.it) La soluzione innovativa della raccolta dei rifiuti porta a porta utilizzando gli asini per la soma riscopre, in realtà, una tradizione secolare.L’iniziativa ecologica, voluta per la prima volta in Italia a Castelbuono, Palermo, dal Sindaco Mario Cicero, ha ri-scocco successo e curiosità dal punto di vista economico ed ambientale non solo in Italia

ma in tutta la Comunità Euro-pea. Il Comune di Castelbuo-no ha partecipato attivamente, attraverso apporti contenu-tistici e tecnici, al medesimo progetto nel Comune Toscano di Santa Maria a Monte. Tra i vantaggi che si possono trarre dall’asino spazzino c’è sicuramente quello di tipo ambientale, basta pensare all’inquinamento ed al rumore prodotti dai camion per la rac-colta dei rifiuti, la convenienza economica, comportando un notevole risparmio per il Co-mune ed i cittadini.

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turismo di quarta generazione

Sviluppo del turismo

Nel “Manuale dell’Albergo Diffuso”, Giancarlo Dall’Ara definisce quattro classi di turismo compresenti nei profi-li di domanda attuale, ma che si sono sviluppati secondo un preciso ordine cronologico.

Turismo di primagenerazioneSi tratta dei primi turisti che potevano permettersi una vacanza dopo la seconda guerra mondiale. L’importante era l’atto di andare in vacanza piuttosto che la struttura turi-stica o il luogo.

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Turismo di seconda generazioneÈ quello che si sviluppa negli anni ‘60. Il turista vuole ritro-vare in vacanza le comodità che ha a casa. Nascono le loca-lità turistiche che hanno come modello le grandi città.

Turismo di terzagenerazioneSi sviluppa tra gli anno ‘80 e gli anni ‘90. Sono turisti che si autorganizzano, diffidano di ciò che è finto e prediligono il contatto con la natura ed il confronto con un contesto

storico-ambientale.

Turismo di quartagenerazioneSi tratta del turismo slow, il turismo filantropico e della conoscenza. È un turismo emozionale che è alla ricerca di novità ed innovazione, per ogni viaggio si sperimenta una meta ed una modalità nuova. Questa generazione è carat-terizzata da un “desiderio di comunità” e di condivisione, dalla necessità di espandere una rete di relazioni per capire i luoghi e viverli da vicino.

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L’albergo diffuso è un’impresa ricettiva alberghiera situata in un unico centro abitato, formata da più stabili vicini fra loro, con gestione unitaria e in grado di fornire servizi di standard alberghiero a tutti gli ospiti. Un po’ casa e un po’ albergo, per chi non ama i soggiorni in hotel; questa é in poche parole la nuova forma di ospitalità che prende il nome di Albergo

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in camera od il servizio ristorante. L’albergo diffuso si é rivelato particolarmente adatto per valorizzare borghi e paesi con centri storici di interesse artistico od architettonico, che in tal modo possono recuperare e valorizzare, vecchi edifici chiusi e non utilizzati ed al tempo stesso possono evitare di risolvere i problemi della ricettività turistica con nuove costruzioni.

(G. Dall’Ara, Un po’ casa ed un po’ albergo, “I Viaggi di Repubblica”, 15 Maggio 2003)

Diffuso. Le sue componenti sono dislocate in immobili diversi, che si trovano all’interno dello stesso nucleo urbano. L’aggettivo “diffuso”, denota dunque una struttura orizzontale e non verticale come quella degli alberghi tradizionali, che spesso assomigliano ai condomini. L’Albergo Diffuso si rivolge ad una domanda interessata a soggiornare in un contesto urbano di pregio, a vivere a contatto con i residenti, più che con gli altri turisti e ad usufruire di normali servizi alberghieri, come la colazione

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- Gestione unitaria - Presenza di locali adibiti a ser-vizi comuni - Offerta di servizi alberghieri (accoglienza, colazione, pulizie, assistenza agli ospiti) - Presenza di una comunità ospitante - Integrazione nel territorio e nella sua cultura- Ambiente integro - Distanza ragionevole fra le unità abitative e gli spazi co-muni.

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Generalmente l’albergo diffu-so è generato da un operatore privato che decide di acquisire, o prendere in affitto, e poi ge-stire le case di un borgo come se fossero le camere di un al-bergo. In altri casi una società di proprietari di alloggi affida in gestione le case ad un altro soggetto (un albergatore, una società di gestione). Non man-cano, inoltre, situazioni in cui il Comune riveste un ruolo di sensibilizzatore/incubatore che rivitalizza l’intera comuni-tà. Quest’ultima è la situazio-ne più difficile da verificarsi

perché i Comuni raramente hanno un ruolo adeguato nella gestione di un AD, che non può essere burocratica o “poli-ticizzata”. Nel caso di un coin-volgimento della comunità oc-corre che tutti siano informati del progetto, lo condividano almeno nelle linee generali, siano accoglienti e svolgano al meglio la loro funzione abitua-le, mantenendo cioè abitudini e stili di vita, senza forzature e si prestino alla condivisione di storie e spazi con i clienti dell’albergo.

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La normativa sull’albergo diffuso è di tipo regionale; ciò significa che da regione a regione i parametri di defi-nizione degli alberghi diffusi possono avere notevoli diffe-renze. Purtroppo non tutte le regioni hanno emanato una disciplina apposita che rico-nosce l’albergo diffuso come una struttura ricettiva distinta dalle altre.

AD albergo diffuso normativa

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TRENTO LEGGE PROVINCIALE 15 maggio 2002, n. 7Art.36 bis“Al fine di garantire il miglior utilizzo del patrimonio edilizio esistente ed il recupero degli immobili in disuso, promuove-re nuove forme di ricettività e valorizzare la fruizione turistica dei beni naturalistici, ambienta-li e culturali del territorio rurale e urbano, la Provincia disciplina l’esercizio degli alberghi diffusi. Sono alberghi diffusi gli esercizi ricettivi a gestione unitaria, dotati di almeno sette unità abitative, ... dislocate in edifici diversi, integrate tra loro da servizi centralizzati ed organiz-zate attraverso la valorizzazione di più immobili esistenti. Gli alberghi diffusi assicurano i requisiti minimi di ospitalità alberghiera: il servizio di prima colazione nonché eventuali servizi di somministrazione di alimenti e bevande ed altri servizi accessori. Con delibera-zione della Giunta provinciale, sentite le associazioni di cate-goria, sono stabiliti parametri e modalità per il riconoscimento dei diversi livelli qualitativi de-gli alberghi diffusi, in coerenza con le metodologie presenti a livello nazionale e internazio-nale. Le unità abitative sono ubicate nel comune in cui ha sede l’ufficio di ricevimento dell’albergo diffuso o in comuni a questo confinanti.

- esercizi ricettivi a gestione unita-ria, dotati di almeno sette unità abitative

- il servizio di prima colazione nonché eventuali servizi di som-ministrazione di alimenti e bevan-de ed altri servizi accessori

- distanza massima tra le unità abitative e requisiti strutturali minimi

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FRIULI VENE-ZIA GIULIALegge regionale n. 2 del 16/01/2002Art. 64Strutture ricettive alberghiere.

Gli alberghi sono dotati di almeno sette camere o unita’ abitative o suite, ubicate in uno o più stabili o in parte di stabile; in ogni caso il numero delle unità abitative o delle suite non deve prevalere sul numero delle camere. (…) Le unità abitative sono costituite da uno o più locali allestiti a camera da letto e soggiorno, con servizio autonomo di cuci-na e bagno privato.”

Art. 65“Gli alberghi diffusi sono classificati dai Comuni sul cui territorio insistono le struttu-re o, nel caso in cui la disloca-zione interessi più comuni, dal Comune in cui ha sede l’ufficio di ricevimento. I requisiti minimi ai fini della classifica-zione sono fissati con apposito regolamento comunale. In

- strutture alberghiere con un numero maggiore o uguale a 80 posti letto

- unità abitative con camera da letto e soggiorno con servizio auto-nomo di cucina e bagno privato

- requisiti minimi demndati ai comuni

- possibilità di avere un AD anche in più comuni

ogni caso il numero dei posti letto non può essere comples-sivamente inferiore a ottanta. Le unità abitative devono essere ubicate solo nei comuni amministrativamente confi-nanti con il Comune incui ha sede l’ufficio di ricevi-mento dell’albergo diffuso.”

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LIGURIALegge n.13 del 2007Art.2“L’esistenza, nei comuni non costieri, di forme di ricettività diffusa, da recepire nella nor-mativa regionale che disciplina la ricettività, caratterizzate da una gestione unitariadei servizi di ricevimento, di pernottamento e di ospitalità al pubblico in unità abitati-ve localizzate in più stabili separati, articolate in tipologie caratterizzate da:1) unità abitative localizzate nello stesso centro storico o nelle sue immediate vicinanze;

2) unità abitative localizzate in più borghi, nuclei o edifici singoli dello stesso comune ovvero in più comuni.”

- disciplina degli itinerari dei gusti e dei profumi

- comuni non costieri

- unità abitative localizzate nello stesso centro storico, in più borghi, nello stesso comune o in più comuni

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142

CALABRIALegge regionale 5 aprile 2008, n. 8Art.12(Albergo diffuso)“La Regione, al fine di realiz-zare un sistema di accoglienza e di permanenza rivolto ad una domanda interessata a soggior-nare in un contesto urbano di pregio a contatto con i residenti, assume il modello dell’Albergo diffuso quale stru-mento di sviluppo basato sulla riqualificazione urbana, sul re-cupero del patrimonio edilizio esistente e teso a valorizzare la tradizione dell’ospitalità.”

-premessa ideologica:contesto urbano di pregio contatto con i residentiriqualificazione urbana,recupero del patrimonio edilizio esistente teso a valorizzare la tradizione dell’ospitalità

Strategie di riatti-vazioneM

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EMILIA ROMAGNADelibera di Giun-ta Regionale n.916/2007“Sono alberghi diffusi le strutture ricettive alberghiere a gestione unitaria ubicate in centri storici (zone omogenee di tipo A) di Comuni fino a 5.000 abitanti, non composte da un unico edificio, ma facen-ti capo ad un organizzazione unitaria, costituite da almeno un locale di ricevimento, in cui sia presente una sala comune con servizio di bar e/o ristora-zione, e sette unità abitative. La ricettività, in camere o in unità abitative dotate di uso cucina, è fornita in alloggi ubicati in edifici separati, con medesima identità interna ed esterna, ubicati in area pedo-nale o prevalentemente pe-donale, a distanza media non superiore a 300 metri circa.”

comuni < 5000 abitanti

- organizzazione unitaria

- unità abitative dotate di camera, uso cucina con medesima identità interna ed esterna ubicati in area pedonale o prevalentemen-te pedonale

- distanza media tra le unità < 300m.

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UMBRIALegge regionale 27 dicembre 2006, n. 18Art. 22.Sono esercizi alberghieri.

Art. 23.“(...)Sono alberghi diffusi le strutture ricettive alberghiere situate nei centri storici mino-ri, caratterizzate dalla centra-lizzazione in un unico edificio dei servizi comuni e dalla di-slocazione delle unità abitative in uno o più edifici separati. Le unità abitative sono dotate di arredi, attrezzature e servizi tra di loro omogenei.”

Art. 27.“Gli alberghi residenziali, gli alberghi diffusi, i villaggi-albergo e le residenze della salute – beauty-farm non pos-sono avere una classificazione inferiore a tre stelle.”

- esercizi alberghieri

- collocati in centri storici minori

- unità abitative dotate di arredi, attrezzature e servizi tra di loro omogenei

- non possono avere una classifica-zione inferiore a tre stelle

Strategie di riatti-vazioneM

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MARCHELegge Regionale 11 luglio 2006 n. 9Art.10 “Sono strutture ricettive alber-ghiere gli esercizi organizzati per fornire al pubblico, con gestione unitaria, alloggio, con o senza servizio autonomo di cucina ed altri servizi accesso-ri per il soggiorno, compresi eventuali servizi di bar e risto-razione.

Le strutture ricettive al-berghiere si distinguono in alberghi, residenze turistico-alberghiere e alberghi diffusi.”

“ (…) Sono alberghi diffusi le strutture ricettive aperte al pubblico, a gestione unitaria, che forniscono alloggio anche in stabili separati, purché ubicati nel centro storico e distanti non oltre cinquecento me-tri dall’edificio principale in cui sono ubicati i servizi di ricevimento e portineria e gli altri servizi accessori generali, compreso l’eventuale servizio di ristorazione.”

- strutture alberghiere

- gestione unitaria

- alloggio anche in stabili separati, purché ubicati nel centro storico e distanti non oltre 500 metri dall’edificio principale

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SARDEGNALegge Regionale 12 agosto 1998, n. 27Art.25“Possono assumere la deno-minazione di “albergo diffuso” gli alberghi caratterizzati dalla centralizzazione in un unico stabile dell’ufficio ricevimen-to, delle sale di uso comune e dell’eventuale ristorante ed annessa cucina e dalla dislo-cazione delle unità abitative in uno o più stabili separati, purché ubicati nel centro storico (zona A) del Comune e distanti non oltre 200 metri dall’edificio nel quale sono ubicati i servizi principali. L’obbligatorietà dei requisiti ai fini della classificazione permane in quanto compa-tibile con la struttura diffusa dell’esercizio.”

- strutture alberghiere caratteriz-zate dalla centralizzazione in un unico satbile dei servizi comuni e dislocazione delle unità abitative.

- ubicazione nei centri storici (zona A)

- distanza tra le unità ed i servizi comuni < 200m

Strategie di riatti-vazioneM

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TOSCANACircolare recante chiarimenti in or-dine al C.D. Alber-go diffuso La presente circolare si rende necessaria al fine di fornire ele-menti di chiarificazione ed una precisa linea interpretativa in ordine al c.d. albergo diffuso.Per “albergo diffuso” comune-mente si intende una struttura ricettiva a gestione unitaria dislocata su edifici diversi si-tuati in un centro storico o in un borgo o in altra zona d’in-teresse artistico, architetto-nico o ambientale fortemente caratterizzata da una identità locale.L’obiettivo è principalmente quello di valorizzare le tradi-zioni l’ospitalità e il contatto

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148

diretto del turista con il ter-ritorio, nonché di adeguare e arricchire l’offerta rendendola più dettagliata e rispondente ai bisogni del turista individua-le e in grado di veicolare una forte immagine di autenticità e unicità del territorio.In genere, ma non necessaria-mente, sorge in località poco conosciuta dove, per favorire la nascita di strutture ricetti-ve, alcuni servizi alberghieri (ricevimento, prima colazione, bar, ristorante, sala TV, ecc.) vengono centralizzati.L’albergo diffuso è sostanzial-mente un albergo, tipologia

disciplinata dall’articolo 26 della legge regionale 23 mar-zo 2000 (Testo Unico delle leggi regionali in materia di turismo) e può coincidere con il villaggio albergo (di cui al comma 3 del citato articolo 26 e all’articolo 12 del decreto del Presidente della Giunta regionale 23 aprile 2001, n.18/R (Regolamento di attuazione del testo unico delle leggi re-gionali in materia di turismo), cioè con un albergo o con una residenza turistico alberghiera (RTA) caratterizzato/a “dalla centralizzazione dei principali servizi in funzione di più sta-

Strategie di riatti-vazioneM

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149

bili facenti parte di un unico complesso inseriti in un’area attrezzata per il soggiorno e lo svago della clientela”.Un’ipotesi di albergo diffuso alternativo al villaggio albergo può aversi quando in un’area attrezzata per il soggiorno e lo svago, individuata dal Comu-ne, sussistono oltre ad uno o più alberghi o RTA anche una o più strutture ricettive extral-berghiere che insistono su civi-li abitazioni (quali affittacame-re, case appartamenti vacanza CAV) fra i cui titolari viene stipulata convenzione per la somministrazione di determi-

nati servizi turistici. In questa ipotesi, che può configurare un modello di turismo alternativo a quello metropolitano per un migliore sviluppo sostenibile del territorio ed un’ occasione per il recupero urbanistico ed architettonico, i turisti sono al-loggiati in case a diretto contat-to con i residenti. Un’ulteriore ipotesi di albergo diffuso si può avere quando si ha un titolare di tutte o di parte delle strutture ricettive alberghiere e extral-berghiere; in tal caso si ritiene che possano essere individuati da parte del Comune fac simili unificati di DIA.

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150

L’arte nel borgo

Sviluppo dell’arte

Tra le strategie di rivitalizza-zione va esposto anche il caso dell’arte.L’arte è da sempre un elemen-to di grande attrattività per il turismo, ma se all’interno di programmi quali l’albergo diffuso, l’arte può assumere una certa centralità.L’arte passiva che si “ingeri-sce” nei musei, diventa arte attiva, l’arte svolta dagli artisti, il processo artistico che si sviluppa in un determinato contesto con specifici opera-tori. Si tratta di programmi artistici che vogliono convol-gere artisti, cittadini, visitatori

Strategie di riatti-vazioneM

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151

ed enti amministrativi con la finalità di ri qualificare la vita del borgo.

Guilmi Art Project - Guilmi (CH)Guilmi Art Project (GAP) è un progetto di residenza artistica a scadenza annuale ospitato nel comune di Guilmi. Dal 2007 Federico Bacci e Lucia Giardino invitano artisti visivi nella propria casa nel centro cittadino, al fine di produrre un’opera che si ponga in dia-logo a vari livelli col paese e/o con la comunità.L’attività di GAP si compone

di varie fasi, articolate in vari momenti dell’anno, senza scadenza predefinita, per poi concludersi con la residenza vera e propria e con gli eventi collaterali che essa innesca.L’individuazione e la selezio-ne dell’artista residente sono dettati da fattori variabili, tra i quali l’affinità ad un certo sentire ed agire, la capacità d’ascolto, d’osservazione e d’interpretazione di un luogo specifico o di tematiche ad esso relativo. L’artista deve essere pronto a sostenere il proprio operato di fronte ad un pubblico molto esigente,

Page 152: Albergo Poggio Diffuso

152

proprio perchè avulso da un contesto artistico formato. L’artista deve altresì essere pronto a mettersi in gioco e ad imparare da categorie non solitamente considerate.La ricognizione sul territorio è naturalmente un momento importante che può avvenire sia in una fase precedente alla residenza, sia nei primissimi giorni di permanenza dell’ar-tista a Guilmi. GAP dà in questo libertà assoluta agli ospiti, invitandoli a soggior-nare nella casa in via Italia a loro piacimento, in più periodi dell’anno.

La residenza a Guilmi prevede la realizzazione del lavoro o del progetto in situ e prevede sempre, anche se con modalità differenti, l’intervento di parte degli abitanti. Questi possono contribuire come esecuto-ri, assistenti, depositari di conoscenze, attori effettivi dell’opera finale.

Art into the Park - Marciana (LI), Isola d’ElbaArt into the Park ha inizio ufficialmente il 29 aprile 2012 presso il Sentiero dei Profumi in località La Conca, a Mar-ciana Isola d’Elba. Gli appun-

Strategie di riatti-vazioneM

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153

tamenti successivi sono fissati ogni due mesi circa, ogni volta lungo altri sentieri e con nuovi artisti. L’iniziativa è promossa dall’associazione Isola Etica che si propone di suggerire e diffondere possibilità. Lo scopo è quello di attivare una nuova forma di turismo, quello che Giancarlo Dall’Ara chiama turismo di quarta generazione, cioè quel turismo che vuole spingersi, nella conoscenza dei luoghi, all’integrazione con gli abitanti, le loro storie e le loro attività.I sentieri artistici ideati da Isola Etica promuovono l’in-

contro con artisti locali e allo stesso tempo promuovono la conoscenza del territorio da parte di artisti non autoctoni e di turisti.Le visite guidate sono effet-tuate dai volontari dell’associa-zione.In questo modo il coinvol-gimento di abitanti, turisti, artisti residenti e non, fa sì che l’arte di venti un mezzo per av-vicinarsi alla vita di un luogo.

Page 154: Albergo Poggio Diffuso

154

L’incontro e lo scambio

Sviluppo sociale

Il progetto di albergo diffuso va ad influire fortemente nelle relazioni sociali tra abitan-ti e soprtattutto tra questi ed i visitatori del borgo. Il tipo di turismo che l’albergo diffuso vuole promuovere è infatti quello di coloro che si spostano per conoscere un luogo da vicino, integrandosi e cercando un contatto con gli abitanti.

Frontiere aperte - Badolato (CZ)In alcuni casi di alberghi diffusi la focalizzazione del progetto su caratteri sociali è diventato il leit motiv della struttura ricettiva. È questo il caso della propo-sta progettuale del gruppo di ricerca del Politecnico di Milano per Badolato.Il concept di progetto si basa su 2 parole chiave: accoglienza e ricettività. Si vogliono aprirele case abbandonate verso nuove prospettive di rilancio economico. Non solo edifici, ma anche strade e spazi lasciativuoti dai crolli degli ultimi anni diventano luoghi in cui il processo di contaminazione assume consapevolezza di se

Strategie di riatti-vazioneM

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155

stesso. Ciascuno spazio è ilprodotto di contaminazione e tradizione dove il forte mix funzionale diventa il motore della multiculturalità del pro-getto. Il paese si ripopola gra-zie a persone provenientida tutto il modo, le quali da un lato sono accolte in quanto profughi, dall altro, ospitati in quanto turisti.

Isola Etica - Poggio (LI), Isola d’ElbaDa non sottovalutare, nei progetti di albergo diffuso, le forme di associazionismo pre-sente. Queste costituiscono un territorio fertile in cui far at-tecchire la cultura dell’albergo diffuso e del turismo di quarta generazione.Isola Etica nasce nel 2010 all’Isola d’Elba dalla volontà comune dei suoi fondatori Emilia Pignatelli e Angelo Mazzei.Alcuni cittadini si sono uniti in associazione non lucrativa per promuovere la cultura del senso civico, del rispetto dell’ambiente, della giustizia sociale, dei diritti civili.L’associazione si rivolge ad operatori dell’arte, dello spet-

tacolo e del diritto, studenti, comuni cittadini e volontari che intendono collaborare animati da puro spirito di giu-stizia, memoria storica e amor di conoscenza.L’associazione Isola Etica, che in occasione dell’ultimo appuntamento del FIL Festival ha presentato il progetto Pog-gioGreen, da mesi sta lavorando allo sviluppo e alla costruzione di una realtà concreta e di ec-cellenza turistica per il borgo di Poggio.

Page 156: Albergo Poggio Diffuso

156

PRO-GETTO

Page 157: Albergo Poggio Diffuso

157

PRO-GETTO

Page 158: Albergo Poggio Diffuso

AlbergoPoggiodiffuso

158

Page 159: Albergo Poggio Diffuso

159

Page 160: Albergo Poggio Diffuso

Situazione di partenza del borgoInventario delle risorse turistiche ed analisi per evidenziare punti di forza e di debolezza della destinazione.

AzioniIndividuazione delle operazioni da intraprendere nel progetto.

AttoriIndividuazione dei soggetti portatori di interesse.

CensimentoIndividuazione degli spazi

160

Pro-gramma

Albergo Poggio diffusoPR

OG

ETT

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Page 161: Albergo Poggio Diffuso

utilizzabili come stanze e di quelli utilizzabili come servizi all’interno del sistema albergo diffuso

SchedaturaCategorizzazione degli spazi attraverso l’origine, la funzione e la futura trasformazione.

Quadro d’insiemeRappresentazione e gestione dei tre livelli individuati: spazio pubblico, spazi comuni e stanze.

Spazi pubbliciIndividuazione del tessuto

connettivo dell’albergo diffuso e ideazione degli interventi di recupero e valorizzazione di strade, piazze e aree verdi.

Spazi comuniScelta dei servizi e dei locali comuni di cui dovrà essere dotato l’albergo diffuso. Individuazioni degli interventi di trasformazione necessari.

StanzeIndividuazione degli edifici da trasformare in unità ricettive e degli interventi di ristrutturazione necessari.

161

Page 162: Albergo Poggio Diffuso

Valorizzare le risorse naturali, storiche e culturali della comunità di Poggio

Utilizzare il patrimonio edilizio esistente

162

Azioni

Albergo Poggio diffusoPR

OG

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Page 163: Albergo Poggio Diffuso

Promuovere nuove forme di ricettività e nuove forme di reddito

Recuperare gli immobili in disuso

Integrare maggiormente le seconde case alla vita della comunità

Innestareelementi architettonici sovrapponendoli all’esistente

163

Page 164: Albergo Poggio Diffuso

Il borgoil luogo fisicoil carattere topograficoil patrimonio architettonico

La naturaboschi di castagni e lecci Fonte di Napoleonepanoramamare

Gli abitantispazi aperti urbani come naturale estensione dello spazio privato

164

Attori

Albergo Poggio diffusoPR

OG

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Page 165: Albergo Poggio Diffuso

L’amministrazioneComune di MarcianaComune di Marciana Marina

L’associazionismoisola eticacircolo amici di poggioslow food

L’conarispetto e valorizzazione dei segni identitari del luogo

Il turistavecchie e nuove popolazioni nomadi

165

Page 166: Albergo Poggio Diffuso

1

2

A

B

C

D

56

7 89

10

11

34

166

CAI n.2 m.te Capanne

m.te Perone

marciana

STANzE

B&B MazzeiZanetti FanaraMazzeiMalorgio SegniniEx locanda Monte CapanneAlquatiMantelli ZanbernardiDietzmanCaruso-SmithChristian

12345678910111213

Censi-mento

Albergo Poggio diffusoPR

OG

ETT

O

Page 167: Albergo Poggio Diffuso

DE

F GH

I

10 12

1314

1516

19

18

17

20 2122

23

24

25

26

11

167

marcianamarina

SPAzI COLLETTIvI

AB CDEFGHI

ISOLA ETICACASALINO CASTAGNOHARFORD MANTELLI-GIRETTIAMICI DI POGGIOEX POSTEEX FRUTTA E VERDURALOCALI EX-MORBILLOMURZI

SerniFerro IMassaiAlbertoPaoliniFranchiFerro IIPisaneschiAllistairMurziSan DefendenteMoschellaDel Buono

14151617181920212223242526

Page 168: Albergo Poggio Diffuso

168

Schede

Al censimento è seguita una schedatura degli edifici di rilie-co per la realizzazione dell’al-bergo diffuso.Come già rappresentato nella mappa del censimento, gli edifici sono stati suddivisi in due categorie:- le stanze, segnate dalle cifre;- gli spazi comuni, segnati dalle lettere.Nella schedatura sono state aggiunte numerose informa-zioni ritenute indispensabili per il progetto.L’inquadramento dell’edificio ci permette di stabilire il nome (in base al nome del proprieta-

Albergo Poggio diffusoPR

OG

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Page 169: Albergo Poggio Diffuso

169

rio, o in alcuni casi è l’edificio stesso ad avere un nome) e la localizzazione. Segnalando il nome del pro-prietario, si è voluto descrivere anche l’origine dell’edificio o dei proprietari. Il progetto, infatti, nasce anche dalla co-noscenza di racconti e “valori materiali” (gli oggetti e gli elementi che contribuiscono al racconto). La schedatura prevede poi una descrizione oggettiva dell’edi-ficio attraverso le dimensioni, la partizione degli spazi inter-ni, le eventuali pertinenze e gli accessi.

Segue poi la sezione che riguarda invece il proget-to. Viene quindi stabilita la destinazione d’uso all’interno del sistema dell’albergo diffuso e vengono concepite le tra-sformazioni principali che subirà l’edificio, dove verrà recuperato e dove implemen-tato, la caratteristica che verrà potenziata e l’elemento che lo renderà riconoscibile rispetto agli altri.Le schede permettono quindi di avere un quadro generale delle strutture a disposizione e degli interventi che verranno adottati.

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170

ProprietarioUtilizzoOrigine

NomeIndirizzo

PROPRIETà

INQUADRA-MENTO

Angelo MazzeiI casa

famiglia originaria di Poggio da 4

generazioni

Casa e B&B Mazzeivia della Fontanella 201

schede

Albergo Poggio diffusoPR

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TipologiaDimensioneConsistenza

Pertinenze

Accessi

DESCRIzIONE DESTINAzIONE

villino a due piani80 mq

4 camere con bagno, una

cucina, un ampio soggiorno

scale d’accesso, balconi, terrazza

per colazioni2 acessi,

uno da via della Fontanella,

l’altro da via Monte Perone

CamereCucinaSoggiornoBagni

4 (con bagno)114

TRASFORMAzIONIAscoltastorieLa struttura è già utilizzata a fine ricettivo. Verrà segnalata come uno degli edifici in cui poter es-sere ospitati e allo stesso tempo ricevere informazioni sulla storia di Poggio e dei suoi abitanti.

Page 172: Albergo Poggio Diffuso

172

02ProprietarioUtilizzoOrigine

NomeIndirizzo

PROPRIETà

INQUADRA-MENTO

ZanettiII casa

famiglia bolognese non originaria di

Poggio

Casa Zanettivia delle Cataste 1

schede

Albergo Poggio diffusoPR

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Page 173: Albergo Poggio Diffuso

173

TipologiaDimensioneConsistenza

Pertinenze

Accessi

DESCRIzIONE

villino a due piani110 mq

6 vani, cucina, soggiorno,3 bagni

ampio giardino, loggia d’ingresso

accesso da via delle Cataste

DESTINAzIONE

Camere

CucinaSoggiornoBagni

3 (di cui 2 con bagno)

113

TRASFORMAzIONICasa del trekking Situata alla partenza del sentiero CAI numero 2 per Monte Capanne, si ipotizza l’uso del ricettivo come rigufio per gli escursionisti.

Page 174: Albergo Poggio Diffuso

174

03ProprietarioUtilizzoOrigine

NomeIndirizzo

PROPRIETà

INQUADRA-MENTO

Angela MazzeiII casa

Angela lavorava al carcere fiorentino

di Sollicciano

Casa Mazzeivia delle Cataste 2

schede

Albergo Poggio diffusoPR

OG

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Page 175: Albergo Poggio Diffuso

175

Tipologia

DimensioneConsistenza

Pertinenze

Accessi

DESCRIzIONE DESTINAzIONE

villetta unifamiliare

50 mq2 vani, cucina e

bagnobalcone vista mare, sbalzo, baldacchino

1 accesso da via delle Cataste

CamereCucinaSoggiornoBagni

21/1

TRASFORMAzIONIBalcone lettoSi ipotizza di caratterizzare l’edificio con uno sbalzo che ospita un posto letto all’aperto in corrispondenza di una portafinestra

Page 176: Albergo Poggio Diffuso

176

04ProprietarioUtilizzoOrigine

NomeIndirizzo

PROPRIETà

INQUADRA-MENTO

FanaraII casa

famiglia di Grosse-to, il signor Fanara è l’ex presidente di un’associazione di

baseball

Casa Fanaravia delle Cataste 4

schede

Albergo Poggio diffusoPR

OG

ETT

O

Page 177: Albergo Poggio Diffuso

177

Tipologia

DimensioneConsistenza

PertinenzeAccessi

DESCRIzIONE DESTINAzIONE

villetta unifamiliare

50 mq2 vani, cucina e

bagnogiardino vista mare

1 accesso da via delle Cataste

CamereCucinaSoggiornoBagni

21/1

TRASFORMAzIONIL’evasione del lettoSi ipotizza di caratterizzare l’edificio con uno sbalzo che ospita un posto letto all’aperto in corrispondenza di una portafinestra

Page 178: Albergo Poggio Diffuso

178

05ProprietarioUtilizzoOrigine

NomeIndirizzo

PROPRIETà

INQUADRA-MENTO

MalorgioII casa

/

Casa Malorgiovia dei Pini 9

schede

Albergo Poggio diffusoPR

OG

ETT

O

Page 179: Albergo Poggio Diffuso

179

Tipologia

DimensioneConsistenza

Pertinenze

Accessi

DESCRIzIONE DESTINAzIONE

casa del centro storico50 mq

piano primo:2 vani, soggiorno,

cucina, 2 bagnigarage/laboratorio

al piano terra2 accessi, uno da

via dei Pini e l’altro da da via delle

Cataste

Camere

CucinaSoggiornoBagni

2(di cui una con bagno)

112

TRASFORMAzIONIGarage laboratorioLo spazio del garage può essere adibito a laboratorio artigianale utilizzabile sia dagli utenti dell’abergo diffuso che dagli abitanti di Poggio.

Page 180: Albergo Poggio Diffuso

180

06Proprietario

UtilizzoOrigine

NomeIndirizzo

PROPRIETà

INQUADRA-MENTO

Annamaria SegniniII casa

/

Casa Segninivia dei Pini 7

schede

Albergo Poggio diffusoPR

OG

ETT

O

Page 181: Albergo Poggio Diffuso

181

Tipologia

DimensioneConsistenza

PertinenzeAccessi

DESCRIzIONE DESTINAzIONE

casa del centro storico,

50 mq2 vani, soggiorno,

cucina, 2 bagnialtana

1 access0 da via dei Pini

Camere

CucinaSoggiornoBagni

2(di cui una con bagno)

112

TRASFORMAzIONIPoltrona sotto le stelleSi ipotizza di caratterizzare l’edificio con uno sbalzo che ospita una seduta all’aperto in corrispondenza di un’apertura.

Page 182: Albergo Poggio Diffuso

182

ProprietarioUtilizzoOrigine

Nome

Indirizzo

PROPRIETà

INQUADRA-MENTO

//

Prima struttura al-berghiera dell’Elba

occidentale, è stata chiusa nel

2000

Ex locanda Monte Capanne

via dei Pini 807schede

Albergo Poggio diffusoPR

OG

ETT

O

Page 183: Albergo Poggio Diffuso

183

Tipologia

DimensioneConsistenza

Pertinenze

Accessi

DESCRIzIONE DESTINAzIONE

ex struttura ricet-tiva

380 mq12 camere con

bagno e locali di servizio

cortile pavimen-tato e piccolo

giardinoaccesso da via dei

Pini

CamereCucinaSoggiornoBagni

12(con bagno)//

12

TRASFORMAzIONICasa degli sbalziSi ipotizza di caratterizzare l’edificio con vari sbalzi per ciascuna delle aperture della facciata nord-est.

Page 184: Albergo Poggio Diffuso

184

ProprietarioUtilizzoOrigine

NomeIndirizzo

PROPRIETà

INQUADRA-MENTO

AlquatiII casa

famiglia originaria di Modena, lui

è un industriale importatore di

caramelle

Casa Alquatipiazza del Reciso 508

schede

Albergo Poggio diffusoPR

OG

ETT

O

Page 185: Albergo Poggio Diffuso

185

Tipologia

DimensioneConsistenza

Pertinenze

Accessi

DESCRIzIONE DESTINAzIONE

casa del centro storico70 mq

3 vani, soggiorno, cucina e due bagni

scala interna con atrio d’ingresso

aperto2 acessi,uno da

piazza del Reciso 5 e l’altro da

piazza del Reciso 1 tramite una rampa

di scale

CamereCucinaSoggiornoBagni

3112

TRASFORMAzIONIAlloggio riparoLa scala e l’atrio sono un punto di riparo dalle improvvise piogge estive e dal sole cocente delle ore di punta

Page 186: Albergo Poggio Diffuso

186

ProprietarioUtilizzoOrigine

NomeIndirizzo

PROPRIETà

INQUADRA-MENTO

Berta MantelliII casa

Ultima rimasta di tre sorelle, era la realizzatrice dei

costumi per le feste di Poggio

Casa Mantellivia della Volta 12-

14-1609schede

Albergo Poggio diffusoPR

OG

ETT

O

Page 187: Albergo Poggio Diffuso

187

Tipologia

DimensioneConsistenza

Pertinenze

Accessi

DESCRIzIONE DESTINAzIONE

casa del centro storico

unifamiliare60 mq

2 ex cantine, 2 vani con cucina,

soggiorno e bagnoaccesso attraverso una rampa di scale e balcone esterno, giardino verticale

3 acessi

CamereCucinaSoggiornoBagni

2111

TRASFORMAzIONIverde verticaleSi ipotizza di potenziare il giardino verticale esistente, che si sviluppa lungo le scale, per creare un piccolo giardino d’inverno.

Page 188: Albergo Poggio Diffuso

188

ProprietarioUtilizzoOrigine

NomeIndirizzo

PROPRIETà

INQUADRA-MENTO

ZanbernardiII casa

L’ing. Zanbernardi è proprietario

della S.A.L.E.S. Fabbrica di Cal-

cestruzzo

Casa Zanbernardipiazza del Reciso 110

schede

Albergo Poggio diffusoPR

OG

ETT

O

Page 189: Albergo Poggio Diffuso

189

Tipologia

DimensioneConsistenza

Pertinenze

Accessi

DESCRIzIONE DESTINAzIONE

casa del centro storico 50 mq

al primo piano: 2 camere con

soggiorno con angolo cottura e

bagnoscala interna con

atrio d’ingresso aperto

accesso da piazza del Reciso

CamereCucinaSoggiornoBagni

21(angolo cottura)

11

TRASFORMAzIONIAlloggio riparoLa scala e l’atrio sono un punto di riparo dalle improvvise piogge estive e dal sole cocente delle ore di punta.

Page 190: Albergo Poggio Diffuso

190

ProprietarioUtilizzoOrigine

NomeIndirizzo

PROPRIETà

INQUADRA-MENTO

Daniel DietzmanII casa

Coppia di Monaco di Baviera, lui rea-lizza set per i film,

lei lavora nella pro-duzione musicale

Casa Dietzmanpiazza del Reciso 611

schede

Albergo Poggio diffusoPR

OG

ETT

O

Page 191: Albergo Poggio Diffuso

191

Tipologia

DimensioneConsistenza

Pertinenze

Accessi

CamereCucinaSoggiornoBagni

DESCRIzIONE DESTINAzIONE

casa del centro storico 60 mq

2 vani, cucina, soggiorno, bagno

rampa di scale per accesso al primo

piano2 accessi, uno da

piazza del Reciso, l’altro da via della

Volta

2111

Casa cinemaTensostrutture esterne all’edificio per l’allestimento di scenografie o proiezioni.

TRASFORMAzIONI

Page 192: Albergo Poggio Diffuso

192

ProprietarioUtilizzoOrigine

NomeIndirizzo

PROPRIETà

INQUADRA-MENTO

Franco CarusoII casa

Coppia che op-era nell’ambito

dell’economia, lui lavora per FMI e lei,

americana, per la BM

Casa Caruso Smithvia del Carmine 412

schede

Albergo Poggio diffusoPR

OG

ETT

O

Page 193: Albergo Poggio Diffuso

193

Tipologia

DimensioneConsistenza

PertinenzeAccessi

DESCRIzIONE DESTINAzIONE

casa nel centro storico-

monolocale36 mq

1 vano con angolo cotturabalcone

accesso da via del Carmine

CamereCucinaSoggiornoBagni

11 (angolo cottura)

/1

monolocale a sbalzoSostituzione di una finestra con una portafinestra con sblazo e possibilità di posto letto all’aperto.

TRASFORMAzIONI

Page 194: Albergo Poggio Diffuso

194

ProprietarioUtilizzoOrigine

NomeIndirizzo

PROPRIETà

INQUADRA-MENTO

ChristianII casa

Medico francese proveniente dalla

regione della Loira, loa famiglia ha

origini lucchesi

Casa Christianvia della Piazza

Vecchia13schede

Albergo Poggio diffusoPR

OG

ETT

O

Page 195: Albergo Poggio Diffuso

195

Tipologia

DimensioneConsistenza

PertinenzeAccessi

DESCRIzIONE DESTINAzIONE

casa nel centro storico-trilocale

55 mq2 camere,cucina e

bagno/

accesso da via della Piazza Vecchia

CamereCucinaSoggiornoBagni

21/1

Casa con altanaSi prevede la realizzazione di un’altana con giardino pensile e vista panoramica.

TRASFORMAzIONI

Page 196: Albergo Poggio Diffuso

196

ProprietarioUtilizzoOrigine

NomeIndirizzo

PROPRIETà

INQUADRA-MENTO

Sandro SerniII casa

/

Casa Sernivia di san Niccolò 1114

schede

Albergo Poggio diffusoPR

OG

ETT

O

Page 197: Albergo Poggio Diffuso

197

Tipologia

DimensioneConsistenza

Pertinenze

Accessi

DESCRIzIONE DESTINAzIONE

casa nel centro storico80 mq

3 camere con angolo cottura,

soggiorno e bagnopiccolo cortile

d’ingressopavimentato

accesso da via san Niccolò

CamereCucinaSoggiornoBagni

31 (angolo cottura)

11

Stanza all’apertoSi ipotizza di lavorare sui limiti e sul giardino pavimentato.

TRASFORMAzIONI

Page 198: Albergo Poggio Diffuso

198

ProprietarioUtilizzoOrigine

NomeIndirizzo

PROPRIETà

INQUADRA-MENTO

Alfio FerroII casa

Ferro Ivia dell’amore 3

Alfio è venuto da Aci-reale come manovale

per l’Ex Palace Hotel, è rimasto al Poggio. Ora dirige un’impresa edile

15schede

Albergo Poggio diffusoPR

OG

ETT

O

Page 199: Albergo Poggio Diffuso

199

Tipologia

DimensioneConsistenza

Pertinenze

Accessi

DESCRIzIONE DESTINAzIONE

casa nel centro storico60 mq

2 camere,cucina, soggiorno ed un

bagnoingresso su spazio

ad uso pubblicoaccesso da via

dell’amore

CamereCucinaSoggiornoBagni

2111

Fondo chiusoL’ingresso/spazio pubblico è un corridoio di cui si ipotizza di utillazzare le pareti per praticare climbing.

TRASFORMAzIONI

Page 200: Albergo Poggio Diffuso

200

ProprietarioUtilizzoOrigine

NomeIndirizzo

PROPRIETà

INQUADRA-MENTO

MassaiII casa

Nel 1950 comprata da Mr. Hogg, ricco inglese ex

cliente del Palace Hotel, oggi a due fratelli, uno

risiede a Procchio e l’altro a Marciana Marina

Casa Massaivia dell’amore 6-8-

12-1416schede

Albergo Poggio diffusoPR

OG

ETT

O

Page 201: Albergo Poggio Diffuso

201

Tipologia

DimensioneConsistenza

Pertinenze

Accessi

DESCRIzIONE DESTINAzIONE

case in linea nel centro storico

300 mq4 unità costituite

ciascuna da due camere, una cucina

e un bagnoandrone con

accesso alle unità, aperto e fortemente

caratterizzante 4 accessi da via

dell’amore

Camere

CucinaSoggiornoBagni

8 (doppie con bagno)

4/8

Quest’albergo non è una casa!Trasformazione della tipologia da residenziale ad una con forte connotazione alberghiera, la via diventa un corridoio di accesso alle camere.

TRASFORMAzIONI

Page 202: Albergo Poggio Diffuso

202

ProprietarioUtilizzoOrigine

NomeIndirizzo

PROPRIETà

INQUADRA-MENTO

Mario AlbertoII casa

Famiglia di origini svizzero-piemontesi

Casa Albertovia di San

Defendente 2217schede

Albergo Poggio diffusoPR

OG

ETT

O

Page 203: Albergo Poggio Diffuso

203

Tipologia

DimensioneConsistenza

Pertinenze

Accessi

DESCRIzIONE DESTINAzIONE

casa del centro storico60 mq

2 camere, cucina soggiorno e un

bagnoandrone con

ingresso con scale, pavimentato e de-

limitato da fioriere accesso da via San

Defendente tramite rampa di scale

CamereCucinaSoggiornoBagni

2111

Scambio casaTrasformazione temporanea dall’utilizzo di casa per vacanze ad uso privato alla rete dell’albergo diffuso.

TRASFORMAzIONI

Page 204: Albergo Poggio Diffuso

204

ProprietarioUtilizzoOrigine

NomeIndirizzo

PROPRIETà

INQUADRA-MENTO

Piero PaoliniII casa

Ex commerciante in pensione, origi-

nario di Poggio

Casa Paolinivia del Carmine 1618

schede

Albergo Poggio diffusoPR

OG

ETT

O

Page 205: Albergo Poggio Diffuso

205

Tipologia

DimensioneConsistenza

PertinenzeAccessi

DESCRIzIONE DESTINAzIONE

casa del centro storico65 mq

2 camere, cucina soggiorno e un

bagno /

accesso da via del Carmine

CamereCucinaSoggiornoBagni

2111

La casa di fronte all’arcoTrasformazione di un terratetto in un’unità abitativa ricettiva con recupero di superficie tramite altana.

TRASFORMAzIONI

Page 206: Albergo Poggio Diffuso

206

ProprietarioUtilizzoOrigine

NomeIndirizzo

PROPRIETà

INQUADRA-MENTO

Daria FranchiII casa

/

Casa Franchivia Ulisse Leoni 2819

schede

Albergo Poggio diffusoPR

OG

ETT

O

Page 207: Albergo Poggio Diffuso

207

Tipologia

DimensioneConsistenza

Pertinenze

Accessi

DESCRIzIONE DESTINAzIONE

casa del centro storico80 mq

3 camere, cucina soggiorno e 2 bagni

androne con accesso privato,

balcone accesso da via

Ulisse Leoni

Camere

CucinaSoggiornoBagni

3 (di cui una con bagno)

112

Casa con vista CapanneUno sbalzo sui monti caratterizza la seconda casa in rete nell’albergo Poggio diffuso.

TRASFORMAzIONI

Page 208: Albergo Poggio Diffuso

208

ProprietarioUtilizzoOrigine

NomeIndirizzo

PROPRIETà

INQUADRA-MENTO

Alfio FerroII casa

Alfio è venuto da Aci-reale come manovale

per l’Ex Palace Hotel, è rimasto al Poggio. Ora dirige un’impresa edile

Casa Ferro IIvia Cacciò 2520

schede

Albergo Poggio diffusoPR

OG

ETT

O

Page 209: Albergo Poggio Diffuso

209

Tipologia

DimensioneConsistenza

PertinenzeAccessi

DESCRIzIONE DESTINAzIONE

casa del centro storico

35 mq1 camera, sog-

giorno con angolo cottura, 1 bagno

/ accesso da via

Cacciò

CamereCucinaSoggiornoBagni

11 (angolo cottura)

11

Casa fiorieraRealizzazione di un aggetto, elemento caratterizzante della struttura a servizio della ricezione, dedicato a portare la vegetazione in quota.

TRASFORMAzIONI

Page 210: Albergo Poggio Diffuso

210

Proprietario

UtilizzoOrigine

NomeIndirizzo

PROPRIETà

INQUADRA-MENTO

Domina Pisaneschi

I casaEx proprietaria del

ristorante Sciamadda, la famiglia possedeva la II

licenza per la rivendita di Tabacchi dell’isola

Casa Pisaneschivia Cacciò 1021

schede

Albergo Poggio diffusoPR

OG

ETT

O

Page 211: Albergo Poggio Diffuso

211

Tipologia

DimensioneConsistenza

PertinenzeAccessi

DESCRIzIONE DESTINAzIONE

casa del centro storico60 mq

2 camere, sog-giorno, cucina, 1

bagno balcone

accesso da via Cacciò

CamereCucinaSoggiornoBagni

2111

Barbeque sullo sbalzoLa ex proprietaria del ristorante Sciamadda contribuisce alla realizzazione dell’albergo diffuso attraverso un barbeque su sbalzo.

TRASFORMAzIONI

Page 212: Albergo Poggio Diffuso

212

Proprietario

UtilizzoOrigine

NomeIndirizzo

PROPRIETà

INQUADRA-MENTO

Sir Patrick Allistair

II casaComprata da un emi-

grante venezuelano di rientro in Italia,

negli anni ‘60 passa ad un nobile scozzese

Casa Allistairvia Cacciò 1022

schede

Albergo Poggio diffusoPR

OG

ETT

O

Page 213: Albergo Poggio Diffuso

213

Tipologia

DimensioneConsistenza

Pertinenze

Accessi

DESCRIzIONE DESTINAzIONE

casa del centro storico120 mq

appartamento I: ingresso, cucina,

soggiorno, camera, bagno

II appartamento: ingresso, 3 camere,

angolo cottura e bagno

terrazza a tasca sul tetto

accesso da via Cacciò

CamereCucinaSoggiornoBagni

4112

Casa devotaLa casa si trova di fronte ad un tabernacolo, lo sbalzo che la caratterizza include un inginocchiatoio di fronte all’icona spirituale della Madonna.

TRASFORMAzIONI

Page 214: Albergo Poggio Diffuso

214

ProprietarioUtilizzoOrigine

NomeIndirizzo

PROPRIETà

INQUADRA-MENTO

Giuliana MurziII casa

/

Casa Murzivia San Defendente 523

schede

Albergo Poggio diffusoPR

OG

ETT

O

Page 215: Albergo Poggio Diffuso

215

Tipologia

DimensioneConsistenza

PertinenzeAccessi

DESCRIzIONE DESTINAzIONE

casa del centro storico150 mq

5 camere, sog-giorno, cucina,

soggiorno, 2 bagni2 garage

accesso da piazza San Defendente

CamereCucinaSoggiornoBagni

5 112

Balcone décorIl primo piano della struttura che si affaccia su piazza San Defendente è caratterizzato da una preesistenza, un b alcone in ferro decorato, che verrà valorizzato.

TRASFORMAzIONI

Page 216: Albergo Poggio Diffuso

216

Proprietario

UtilizzoOrigine

NomeIndirizzo

PROPRIETà

INQUADRA-MENTO

Parrocchia di Poggio

magazzino del paeseLa confraternita del

Santissimo Sacramento la fece edificare nel

XVI sec. Ristrutturata nel 1786.

San Defendentevia del Bono24

schede

Albergo Poggio diffusoPR

OG

ETT

O

Page 217: Albergo Poggio Diffuso

217

TipologiaDimensioneConsistenzaPertinenzeAccessi

DESCRIzIONE DESTINAzIONE

deposito10 mq1 vano

/accesso da via del

Bono

CamereCucinaSoggiornoBagni

1 //1

Casa pensatoioAll’interno il vano viene soppalcato, all’esterno è prevista la realizzazione di un balcone con chaise longue per dormire, riposarsi e riflettere all’aperto.

TRASFORMAzIONI

Page 218: Albergo Poggio Diffuso

218

ProprietarioUtilizzoOrigine

NomeIndirizzo

PROPRIETà

INQUADRA-MENTO

Fratelli Moschella II casa

Due fratelli, il primo è giornalista mentre il secondo

è informatore sanitario

Casa Moschellapiazza San

Defendente 225schede

Albergo Poggio diffusoPR

OG

ETT

O

Page 219: Albergo Poggio Diffuso

219

Tipologia

DimensioneConsistenza

PertinenzeAccessi

DESCRIzIONE DESTINAzIONE

casa nel centro storico100 mq

3 camere, cucina, soggiorno, un

bagnobalcone

accesso da piazza San Defendente

CamereCucinaSoggiornoBagni

3111

Altana con vistaSi ipotizza la realizzazione di un’altana con accesso dall’esterno dal balcone della casa. Vista sul mare.

TRASFORMAzIONI

Page 220: Albergo Poggio Diffuso

220

ProprietarioUtilizzoOrigine

NomeIndirizzo

PROPRIETà

INQUADRA-MENTO

vari proprietariII casa

Attualmente è un complesso residen-ziale. È stato un al-

bergo di lusso e prima ancora una villa

Villa del Buonovia della Fontanella 126

schede

Albergo Poggio diffusoPR

OG

ETT

O

Page 221: Albergo Poggio Diffuso

221

Tipologia

DimensioneConsistenza

Pertinenze

Accessi

DESCRIzIONE DESTINAzIONE

villa con apparta-menti

150 mq3 appartamenti ciascuno con 2

camere, soggiorno, angolo cottura e

bagnogiardino, piscina,

terrazza pano-ramica

2 accessi, uno da via della Fontanella

a l’altro da via del Bono

CamereCucinaSoggiornoBagni

3 appartamenti, ciscuno:

21 (angolo cottura)

11

Casa avvistamentoSi ipotizza la realizzazione di una torre di avvistamento per godere della vista panoramica.

TRASFORMAzIONI

Page 222: Albergo Poggio Diffuso

222

AProprietarioUtilizzo

Origine

NomeIndirizzo

PROPRIETà

INQUADRA-MENTO

Angelo Mazzeiassociazione Isola

Etica/

Isola Eticavia Monte Perone

schede

Albergo Poggio diffusoPR

OG

ETT

O

Page 223: Albergo Poggio Diffuso

223

TipologiaDimensioneConsistenzaPertinenzeAccessi

DESCRIzIONE DESTINAzIONE

padiglione52 mq1 vano

/accesso da via

Monte Perone

Si mantiene la funzione di sede dell’Associazione Isola Etica e si prevede che diventi la libre-ria della struttura. Si potranno consultare ed acquistare libri su Poggio, assistere a conferenze e dibattiti.

TRASFORMAzIONISerra eticaLe ampie superfici vetrate inonderanno di sole le piante e le idee che saranno coltivate in questa serra dedicata all’associazionismo.

Page 224: Albergo Poggio Diffuso

224

BProprietarioUtilizzoOrigine

NomeIndirizzo

PROPRIETà

INQUADRA-MENTO

Museo di Poggio

Casalino del Castagnovia di Monte Perone

schede

Albergo Poggio diffusoPR

OG

ETT

O

Page 225: Albergo Poggio Diffuso

225

Tipologia

DimensioneConsistenzaPertinenze

Accessi

DESCRIzIONE DESTINAzIONE

capanno prefab-bricato20 mq1 vano

spazio esterno pavimentato

accesso da vialetto da via di Monte

Perone

Accettazione dell’albergo diffuso

AccettazioneRealizzazione di un piccolo edificio dello stesso volume del precedente. Realizzazioni di altri tre piccoli volumi per il deposito di attrezzature nello spazio sottostante la strada.

TRASFORMAzIONI

Page 226: Albergo Poggio Diffuso

226

CProprietarioUtilizzoOrigine

NomeIndirizzo

PROPRIETà

INQUADRA-MENTO

Patrick HarfordII casa

ex albergo di Monte Capanne

Casa Harfordvia dei Pini 13

schede

Albergo Poggio diffusoPR

OG

ETT

O

Page 227: Albergo Poggio Diffuso

227

TipologiaDimensioneConsistenza

PertinenzeAccessi

DESCRIzIONE DESTINAzIONE

villino250 mq

piano terra: ampio ingresso, grande

soggiorno, cucina e bagno

secondo piano: 9 camere con bagno

giardinoaccesso da via dei

Pini

Sala colazioni e posti letto

Casa flessibileSpazio caratterizzato da una forte flessibilità. Diventerà un edificio in cui possono coesistere la funzione ricettiva e quella ricreativa (proiezioni, attività per gli utenti dell’albergo diffuso...)

TRASFORMAzIONI

Page 228: Albergo Poggio Diffuso

228

Proprietario

UtilizzoOrigine

NomeIndirizzo

PROPRIETà

INQUADRA-MENTO

Franco Mantelli e Mario Giretti

cantina

Mantelli-Girettivia della Volta 14D

schede

Albergo Poggio diffusoPR

OG

ETT

O

Page 229: Albergo Poggio Diffuso

229

TipologiaDimensioneConsistenzaPertinenze

Accessi

DESCRIzIONE DESTINAzIONE

cantina15 mq1 vano

sottoscala coperto dal verde

accesso da via della Volta

Accesso alla rete. Non è voluta-mente prevista la copertura di rete in tutta Poggio: non si vuole offrire un accesso incondizionato a inter-net. Si garantisce, però, un punto in cui è possibile connettersi.

Emergenza reteIl sottoscale viene adibito a cabina telefonica, mentre la cantina vienne utilizzata come unico punto coperto da rete internet.

TRASFORMAzIONI

Page 230: Albergo Poggio Diffuso

230

ProprietarioUtilizzo

Origine

NomeIndirizzo

PROPRIETà

INQUADRA-MENTO

sede del circolo Amici di Poggio

Amici di Poggiopiazza del Reciso 16E

schede

Albergo Poggio diffusoPR

OG

ETT

O

Page 231: Albergo Poggio Diffuso

231

Tipologia

DimensioneConsistenzaPertinenzeAccessi

DESCRIzIONE DESTINAzIONE

casa del centro storico68 mq4 vani

/accesso da piazza

del Reciso

Il museo Etnografico del Poggio attualmente posizionato nel Casa-lino del Castagno, viene arricchito delle storie che l’Albergo Diffuso raccoglie e diffonde.

TRASFORMAzIONIConosci Poggio?Lo sbalzo caratterizzante gli ele-menti dell’Albergo Diffuso, qui è una teca in vetro in cui abitanti ed ospiti osservano Poggio e allo stesso tempo si mettono in mo-stra, essendo diventati parte della storia di Poggio .

Page 232: Albergo Poggio Diffuso

232

ProprietarioUtilizzoOrigine

NomeIndirizzo

PROPRIETà

INQUADRA-MENTO

sede del circolo Amici di Poggio

ex Postepiazza del Reciso 15F

schede

Albergo Poggio diffusoPR

OG

ETT

O

Page 233: Albergo Poggio Diffuso

233

Tipologia

DimensioneConsistenzaPertinenzeAccessi

DESCRIzIONE DESTINAzIONE

fondo commer-ciale

25 mq2 vani

/accesso da piazza

del Reciso TRASFORMAzIONI

Emporio

Generi necessariRiorganizzazione dei locali interni per la realizzazione di un negozio con beni di prima necessità.

Page 234: Albergo Poggio Diffuso

234

Proprietario

UtilizzoOrigine

Nome

Indirizzo

PROPRIETà

INQUADRA-MENTO

Associzione Amici di Poggio

magazzinoFondo commerciale di-viso dall’appartamento.

In seguito concesso all’associazione degli

Amici di Poggio

ex negozio frutta e verdura

piazza del Castagneto 10Gschede

Albergo Poggio diffusoPR

OG

ETT

O

Page 235: Albergo Poggio Diffuso

235

Tipologia

DimensioneConsistenzaPertinenzeAccessi

DESCRIzIONE DESTINAzIONE

fondo commer-ciale8 mq

1 vano/

accesso da piazza del Castagneto TRASFORMAzIONI

Edicola

Accomodati e leggiSi potenzia il dialogo con lo spazio pubblico della piazzetta. Un modulo contente sdraio e sedute viene messo a disposizione durante l’apertura del negozio. Si può sceglier la seduta, posizion-arla e leggere il giornale.

Page 236: Albergo Poggio Diffuso

236

ProprietarioUtilizzoOrigine

NomeIndirizzo

PROPRIETà

INQUADRA-MENTO

Curiamagazzino

/

Casa Morbillotraversa di

via del CarmineHschede

Albergo Poggio diffusoPR

OG

ETT

O

Page 237: Albergo Poggio Diffuso

237

TipologiaDimensioneConsistenzaPertinenzeAccessi

DESCRIzIONE DESTINAzIONE

cantina16 mq1 vano

scale esterne

Lavanderia con stenditoio

TRASFORMAzIONIWash-in and dry-outLavanderia a servizio di tutto ill borgo. L’ambiente della lavanderia si integra nella vita di Poggio e dello spazio pubblico attraverso uno stenditoio esterno già in uso.

Page 238: Albergo Poggio Diffuso

238

ProprietarioUtilizzoOrigine

NomeIndirizzo

PROPRIETà

INQUADRA-MENTO

Giuliana MurziII casa

/

Casa Murzivia San Defendente 5I

Albergo Poggio diffusoPR

OG

ETT

O

Page 239: Albergo Poggio Diffuso

239

Tipologia

DimensioneConsistenzaPertinenzeAccessi

DESCRIzIONE DESTINAzIONE

casa del centro storico30 mq

2 gargeaccesso da piazza

San Defendente

Garage in cui vengono depoisitati i banchi necessari per allestire i bachi del mercato del GAS

Banchi di GASI banchi del mercato saranno degli elementi componibili a sec-onda della merce venduta e dello spazio in cui verranno inseriti.

TRASFORMAzIONI

Page 240: Albergo Poggio Diffuso

240

Albergo Poggio diffusoPR

OG

ETT

O

Page 241: Albergo Poggio Diffuso

Stanze

Spazi comuni

Spazio pubblico

241QUADRO D’INSIEME

Page 242: Albergo Poggio Diffuso

242

Quadro diinsiemeIl borgo come edificio

BORGO : ALBERGO = ALBERGO : BORGO

Albergo Poggio diffusoPR

OG

ETT

O

Page 243: Albergo Poggio Diffuso

243

Il titolo dato al progetto, Abergo Poggio Diffuso vuole esprimere tramite l’inversione dell’ordine logico delle parole che lo compongono il tema fondante del progetto. L’ambi-zione è quella di non replicare le caratteristiche canoniche dell’albergo diffuso calandole nel contesto di Poggio ma la realizzazione di una struttura ricettiva (ALBERGO) che partendo dal recupero e dalla valorizzazione dei valori mate-riali ed immateriali del conte-sto (POGGIO) arrivi all’elabo-razione di un sistema integrato comprendente il sistema dello

spazio pubblico, i residenti e i visitatori (DIFFUSO).Si è, quindi, deciso di intra-prendere il progetto partendo dall’analogia tra il borgo e l’edi-ficio albergo. Le strutture al-berghiere sono essenzialmente costituite da tre componenti: le camere, le stanze di servizio ed il connettivo tra tali spazi. Tali elementi si vogliono ri-proporre nell’albergo diffuso, attraverso una dilatazione della planimetria di albergo, perdendone però i muri peri-metrali e rendendone i confini labili, come labile deve essere pure la distinzione tra

BORGO : ALBERGO = ALBERGO : BORGO

Page 244: Albergo Poggio Diffuso

244

accessibili attraverso una rete connettiva che altro non è che lo spazio pubblico di Poggio.L’albergo è stato progettato tenendo conto del numero di utenti che il borgo può ospita-re, ottenendo così un coerente dimensionamento di parcheg-gi e spazi comuni.Gli edifici di servizio dell’al-bergo diffuso si trovano ge-neralmente in punti chiave della vita cittadina di Poggio o nei pressi di luoghi di parti-colare interesse. Questi sono generalemente anche gli spazi maggiormente accessibili della cittadina.Lo spazio pubblico è l’analogo della distribuzione dell’edifi-cio albergo, ma a differenza dell’edificio, qui lo spazio pub-blico non è soltanto deputato a passare da un luogo A ad un luogo B, ma invita anche a so-stare, incontrare, fotografare, parlare.L’Albergo Poggio Diffuso è dunque un sistema complesso in cui il progetto ipotizzato per un singolo edificio non è in realtà un progetto puntuale ed astratto dal contesto, ma è

utenti dell’albergo ed abitanti di Poggio.Le camere ed i servizi vengono rimpiazzati da edifici privati o pubblici. Il primo piano della casa di Sir Allistair ospiterà, ad esempio quattro camere per un totale di sei posti letto. Vi-cino a questa si trovano altre case-camere e di sviluppano degli spazi di servizio, come la lavanderia ed i depositi per i banche del mercato del G.A.S. che sorgono rispettivamente in locali attualmente inutiliz-zati e in alcuni garage. Inoltre, è stata eseguita un’in-dagine sui valori materiali dell’edificio e sulle storie che questi elementi riescono a svelare, perché si ritiene che l’utente dell’Albergo Poggio Diffuso ricerchi non solo un soggiorno all’Isola d’Elba, ma voglia entrare in contatto con gli abitanti, con le storie e le abitudini. L’indagine è stata effettuata tramite un censi-mento degli spazi in cui sono stati individuati quelli adatti ad ospitare camere e quelli tra-sformabili in spazi comuni.Camere e spazi comuni sono

Albergo Poggio diffusoPR

OG

ETT

O

Page 245: Albergo Poggio Diffuso

245

parte di una struttura artico-lata che ha come confini non il perimetro dell’edificio, ma il borgo. Il progetto dell’albergo diffuso come sistema complesso è per-cepibile anche nella concezio-ne degli impianti. L’indirizzo del progetto non è infatti quel-lo di posizionare il pannello solare sul singolo tetto. Il tetto dell’albergo diffuso è tutto il borgo: i singoli tetti, il cielo e le coperture delle logge. La so-stenibilità dell’albergo diffuso sta proprio nell’interpretare il borgo come un’unica struttura, in cui l’impianto degli scarichi,

ad esempio, non sia altro che l’impianto fognario generale.

L’Albergo Poggio Diffuso è sia l’albergo diffuso di Poggio che l’albergo di una Poggio che vive in maniera diffusa: si dif-fondono gli utenti, si diffon-dono i racconti degli abitanti, si diffondono le conoscenze. Tutto ciò prende vita nella concezione del borgo come una grande struttura ricettiva, in cui il turismo si innesta nella realtà del borgo e ne promuove una rinascita ed una rivitaliz-zazione che non lo snatura ma piuttosto lo arricchisce.

Page 246: Albergo Poggio Diffuso

246

parcheggio n.4

piazzetta dell’edicola diffusa

proiezione del museo all’esterno

parcheggio n.1

parcheggio n.2

percorsi pedonali protetti

Albergo Poggio diffusoPR

OG

ETT

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Page 247: Albergo Poggio Diffuso

247SPAzI PUBBLICI

area pedonale

spazio dedica-to al mercato del G.A.S.

stenditoio

Page 248: Albergo Poggio Diffuso

248

Lo spazio pubblico è il tessuto connettivo dell’Albergo Pog-gio Diuffuso. Attraverso que-sto vengono legati tra loro tut-te le componenti di cui l’alber-go ed il borgo sono composti e grazie allo spazio pubblico possono avvenire sovrappo-sizioni e contaminazioni tra i diversi tipi di utenza presenti, perché oltre alla distribuzione, lo spazio pubblico permette l’incontro e la sosta.Il nucleo centrale di questo si-stema è costituito dal reticolo di vicoli interni al borgo che, essendo totalmente pedonali, garantisticono gli spostamenti

Caratteristiche

Spazio pubblico

Albergo Poggio diffusoPR

OG

ETT

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Page 249: Albergo Poggio Diffuso

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interni senza ostacoli e con una certa facilità.In posizione periferica sono previsti i parcheggi e gli spazi comuni.La prerogativa della progetta-zione dello spazio pubblico è di coniugare esigenze legate alla struttura ricettiva di distri-buzione, collegamento, sosta, interazione con quelle proprie di uno spazio pubblico e degli attori che lo abitano.In corrispondenza delle piazze principali sono state collocate funzioni legate all’albergo dif-fuso capaci di proiettarsi verso l’esterno invadendo lo spazio

pubblico e creando le poten-zialità per l’interazione tra i residenti, i clienti dell’albergo diffuso o i visitatori occasio-nali. Sia le stanze che gli spazi comuni sono stati progettati con la volontà di metterli in relazione con l’esterno. Ciò avviene aprendo nuove visulali, proiettando sbalzi all’esterno, creando nuovi accessi e ide-ando una gestione degli spazi comuni che attenui la separa-zione tra interno ed esterno. Il progetto dell’edicola in piazza del Castagneto prevede la rea-lizzazione di un arredo mobile contenitore di sedute che du

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rante le ore di apertura possa essere posizionato all’esterno offrendo la possibilità ai clien-ti dell’edicola di occupare la piazza per la lettura e il com-mento dei quotidiani. Ognuno può scegliere come relazio-narsi rispetto a quel preciso spazio pubblico scegliendo la seduta e posizionandosi secondo la propria volontà. In sintesi viene conferito un carattere a quel determinato spazio pubblico e viene incen-tivato l’incontro ed il confron-to tra gli individui che possono comportarsi in piazza come solitamente si comportano in

un ambiente domestico. Nella piazza di San Defenden-te è previsto l’inserimento di locali volti ad ospitare il com-mercio connesso ad un gruppo di acquisto solidale che vende prodotti di stagione prove-nienti da produzioni locali. La realizzazione di banchi mobili offre la possibilità di realizzare nella piazza un piccolo merca-to che possa soddisfare le esi-genze degli abitanti di Poggio e dei clienti dell’albergo diffu-so e che possa diventare ele-mento di attrazione anche per una clientela locale interessata al commercio di prodotti di

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qualità. Il progetto dello spazio pub-blico è dunque strettamente legato alle funzioni degli edifi-ci che ospitano spazi comuni ed alla morfologia di questi e del borgo intero. Gli spazi comuni sono concepiti come luoghi di servizio dell’albergo e allo stesso tempo di connessio-ne con gli abitanti di Poggio. L’edicola è una struttura di servizio dell’albergo, ma non vuole essere una rivendita di giornali esclusivamente per i clienti perché è anche l’edicola del borgo e lo spazio pubblico di frone a questa viene ideato

come punto di incontro tra utenti di Albergo Poggio Dif-fuso, abitanti e visitatori occa-sionali. È così che uno spazio vive: attraverso la funzione adeguata, l’apertura al maggior numero possibile di utenti e l’opportuna conformazione dello spazio.

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Il verde

Spazio pubblico

PRO

GET

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L’analisi della condizione at-tuale dello spazio pubblico ha evidenziato la presenza di una forte personalizzazione degli spazi pubblici da parte degli abitanti i quali spontaneamen-te arricchiscono e si prendono cura delle parti di spazio pub-blico adiacenti alle proprie abitazioni o di quelle rimaste inutilizzate. Gli interventi riscontrati con più frequenza sono:

- cura ed implementazione delle aree verdi ai margini delle strade;

- realizzazione e manutenzio-ne di arredi come fioriere;

- condivisione di servizi comu-ni tipo fontanelle.

Questo tipo di attegiamento di appropriazione spontanea del-lo spazio pubblico ha consen-tito di fatto la realizzazione di una struttura di verde pubblico diffuso formato sia da aree ver-di curate che da incolte. Os-servando la mappa del verde, si può percepire un giardino che si estende lungo la quasi totali-tà dei percorsi interni al borgo, che si infiltra nei vicoli

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e negli spazi residuali creati dall’incastro dei volumi degli edifici. Il sistema del verde in-terno al borgo è circondato da un altro livello di verde, quello fitto, boscoso ed incolto che circonda il borgo.L’attegiamento progettuale è di lasciare inalterato ed anzi implementare il sistema del verde interno al borgo tramite interventi di ricucitura e valo-rizzazione dell’esistente. Quest’impianto per quanto diffuso, a causa della sua na-tura spontaneistica, presenta delle disconinuità che il pro-getto prevede di colmare.

Sono previsti l’inserimento di arredo urbano pubblico e la manutenzione di spazi verdi lasciati incolti.Si vuole, inoltre, accentuare la connessione con l’ampio siste-ma verde che circonda Poggio tramite la realizzazione di percorsi attrezzati protetti che agevolino l’accesso al borgo e tramite l’implementazione della segnaletica.

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Spazio pubblico

Segnaletica

Lo spazio pubblico all’interno dell’albego diffuso sarà pro-gettato per massimizzare la sovrapposizione delle diverse funzioni che i vari attori vorra-no svolgerci.Per i turisti sarà il connettivo attraverso cui muoversi all’in-terno dell’albergo e in cui svol-gere alcune attività di svago e di socializzazione.Nello spazio pubblico diventa quindi di importanza fon-damentale lo studio di una adeguata segnaletica capace di dare informazioni in maniera chiara anche a chi non conosce Poggio ed ha bisogno di orien-

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mi Fido di tePossibilità di affidare i propri ani-mali durante le escursioni.

Passaggi liberiGli abitanti comunicano orari e spostamenti per poter dare passaggi ai clienti dell’albergo

tu porta il vino!Pranzi o cene con prodotti tipici e chiacchiere davanti ad un bicchiere di vino.

Storie di PoggioGli abitanti si mettono a disposizione per raccontare le proprie storie su Poggio.

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tarsi. La segnaletica è in grado di aumentare l’accessibilità dei luoghi, permette di orientarsi senza necessariamente avere una mappa e può anche rac-contare la storia di un luogo.Saranno studiati simboli per le funzioni, i percorsi e le pos-sibili interazioni e completa-menti della segnaletica già pre-sente, come ad esempio quella utilizzata per l’indicazione dei sentieri. Sarà studiato un logo per l’Albergo Poggio Diffuso e verranno segnalati, oltre agli spazi di servizio, anche le abitazioni-camere in cui sono presenti abitanti di Poggio

che in certi orari si mettono a disposizione per raccontare aneddoti e storie del borgo e dei personaggi che lo hanno attraversato negli anni.Inoltre, anche l’architettura si fa segnaletica tramite gli sbal-zi, le altane e le terrazze che caratterizzano gli edifici che fanno parte del sistema dell’al-bergo diffuso.

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Casa flessibile

Accodomodati e leggiEDICOLA

EMPORIO

ACCESSO RETE

ACCETTAZIONE

OSTELLO - SALA COLAZIONI

MUSEO ETNOGRAFICO

SEDE ASSOCIAZIONISMO

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LOCALI GAS

LAVANDERIA

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Wash-in and dry out

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Bspazi comuni

ACCETTAzIONECasalino del Castagno

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L’accettazione è il primo edificio che si trova arrivando a Poggio dalla strada principale e si trova nel Casalino del Castagno, al posto del Museo Etnografico di Poggio, riposizionato in uno dei locali dell’associazione Amici di Poggio. L’edificio dell’accettazione è una rivisitazione di quello precedente nel rispetto del volume dell’esistente.

TRASFORMAzIONI

Il disegno che richiama lo skyline del borgo e lo slittamento dei volumi crea un ingresso in corrispondenza dell’asse della strada di incresso all’accetazione. Dall’edificio si accede alla piazza principale oppure a tre piccoli volumi situati al di sotto della strada. Queste piccole strutture sono destinate a servizi per il noleggio di attrezzature per il trekking e di biciclette e per la raccolta dein rifiuti.

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sezione

tommaso, giovane senese, è appassionato di ciclismo, purtroppo durante il suo soggiorno all’Elba n0n ha potuto portarsi dietro la bici perché l’haprestata a suo fratello.A Poggio ha finalmente trovato un posto in cui affittano bici ed ha deciso di fermarsi per la notte: nell’edificio dell’accettazione ha scoperto come funziona un albergo diffuso ed è desideroso di sperimentarlo.

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Ivana è una studentessa della facoltà di Architettura. Si trova a Poggio per effettuare il sopralluogo per l’esame di progettazione. navigando in internet ha scoperto l’esistenza delkl’Albergo poggio diffuso: un’ottima occasione per conoscere non solo i luoghi ma anche le persone e le storie di questo borgo.

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CCASA FLESSIBILE

spazi comuni

Casa Harford

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Dopo un abbondante pranzo in compagnia di una comitiva ospite di Casa Harford, Ferruccio prosegue il suo tour dell’isola d’Elba. Ha deciso di fare tappa a Poggio per sperimentare l’Albergo Poggio diffuso, ha dormito a Casa mazzei, ha conosciuto in giro per il paese gli altri ospiti dell’albergo e ha pranzato con loro.

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Anna è di ritorno dalla Lavanderia, ha portato i suoi vestiti puliti in camera ed ora si riposerà in terrazza, godendo della vista panoramica.

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Casa flessibileSpazio caratterizzato da una forte flessibilità. All’interno di questo edificio si intrecceranno la funzione ricettiva e quella ricreativa.

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pianta del piano terra

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Il piano terra è un ampio spazio-cucina-salotto che si protende all’esterno grazie alla terrazza.Ai piani superiori viene prevista un’unica grande camerata con soppalchi. Al piano primo si accede adu un terrazzo che tramite delle scale permette di arrivare ad una piazzetta. Dall’edificio alla piazzetta lo spostamento è veloce e quasi intangibile, si tratta di un drastico passaggio da privato a pubblico. Dunque, sia al piano terra che a quello superiore viene adottata l’idea di una estensione del costruito verso l’esterno.

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pianta del piano primo

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Non si è voluto introdurre partizioni interne in nessuno dei tre livelli. Eliminando i letti, ad esempio, il piano primo ed il soppalco possono diventare superifici utili per proiezioni o laboratori. Si accede al soppalco tramite scale a pioli.Al piano terra vengono, inoltre, servite le colazioni per gli ospiti dell’Albergo Poggio diffuso.

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A casa Harford c’è un gran movimento. Gli ospiti stanno scegliendo i letti, i bambini sono i più eccitati: ovviamente il soppalco è loro!Stasera al piano terra è prevista la proiezione di un film di animazione di Hayao miyazaki, mentre per chi si fermerà anche il giorno successivo verrà proiettato un film documentario su Gerhard Richter, di forte ispirazione per coloro che si stanno cimentando nel laboratorio di pittura.

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Gspazi comuni

ACCOMODATI E LEGGI - EDICOLA

Ex negoxio frutta e verdura

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nonno Aldo ha portato suo nipote Luigi a fare una passeggiata e non ha saputo resistere alla richiesta del bambino di comprare l’ultimo numero di topolino. Ora il nonno sta scegliendo insieme al nipote un paio di sedie dallo “scaffale delle sedute” e poi si metteranno a leggere ognuno il proprio giornale accanto agli amici di Aldo.

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Questa mattina Il tirreno riporta la notizia di una spiaggiata, ovvero un sit-in in spiaggia, di un gruppo di oppositori alla privatizzazione di una spiaggia di marciana marina. In piazza del Castagneto si è improvvisamente acceso un intenso dibattito. Lorenzo è talmente incuriosito che nel pomeriggio andrà a verificare la situazione. matilde, che ha un figlio bagnino, sostiene che a volte queste decisioni sono indispensabili per la gestione dell’economia dell’isola, ma Fabio non è affatto d’accordo.

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Piazza del Castagneto viene rianimata grazie all’edicola. La piazza già si presta alla lettura grazie al lungo sossello lungo la parete dell’edificio e delle scale, ma in aggiunta viene ideato una piccola struttura su ruote in cui vari pannelli permettono di infilare sdraio e sedie.

TRASFORMAzIONIQuest’elemento viene portato in mezzo alla piazza durante l’orario di apertura dell’edicola. Abitanti e turisti possono scegliere la seduta e posizionarla a loro piacimento all’ombra durane le ore più calde o al sole per gli amanti della lettura del giornale alle prime ore del mattino.

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HwASH-IN AND DRy-OUT

Locali ex-Morbillo

spazi comuni

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planimetria con segnalazione del percorso che unisce lavanderia e stenditoio

La lavanderia viene inserita in un locale che era precedentemente di pertinenza della chiesa di San Niccolò ed ormai da anni inutilizzato o usato come magazzino.All’interno vengono posizionate 9 lavatrici, ma nessuna asciugatrice. I vestiti bagnati, infatti, possono

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pianta

essere stesi nello “stenditoio pubblico” che si trova lungo l’altro lato della chiesa. Si vuole potenziare una pratica che già è in atto ed approfittare dello spazio di risulta tra gli edifici per creare dei piccoli spazi di incontro e di scambio.

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Luca si sta recando al wash-in and dry-out. Ha lasciato i suoi vestiti in lavatrice ormai un paio d’ore fa ed è ora di stenderli. Quando è arrivato a Poggio e all’accettazione gli hanno illustrato la presenza dello stenditoio pubblico, ne è rimasto affascinato e spera di incontrarci qualche signora di Poggio che lo intrattenga con delle storie.

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prospetto

-Speriamo ci siano lavatrici libere!- sta pensando tra sé Laura. Dopo qualche giorno di permanenza a Poggio, lei, il suo compagno ed i loro tre bimbi hanno accumulato una gran quantità di vestiti sporchi.

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Casa en-plein-air

Evasione del lettoCASA FANARA

CASA CARUSO- SMITH

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Casa pensatoio

Casa devota

SAN DEFENDENTE

CASA ALISTAIR

Evasione del letto

Altana con vistaCASA MOSCHELLA

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EvASIONE DEL LETTOCasa Fanara - Mazzei

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Rita è venuta a Poggio perché ha bisogno di evadere dalla quotidianità delle sua vita. Ha fatto bene a scegliere l’Albergo Poggio Diffuso, quando potrà mai ricapitarle l’occasione di dormire su un comodo letto in terrazza?

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In questo caso, lo sbalzo che caratterizza gran parte degli edifici dell’albergo diffuso, è della misura necessaria per ospitare

TRASFORMAzIONIun letto a due piazze. Il letto, tramite delle guide, può essere spostato dall’interno all’esterno e si può dormire all’aperto.

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CASA EN PLEIN-AIRCasa Caruso Smith

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La casa si sviluppa su tre piani. Il piano terra è composto da cucina e piccolo soggiorno, salendo si trovano le due camere (una doppia ed una singola) ed una terrazza-corridoio che si protende tra le falde del tetto verso l’esterno. La terrazza è un cannocchiale attraverso cui osservare Poggio e si affaccia a sud.L’ultimo piano è quasi totalmente occupato da una terrazza a tasca in cui si può cenare con gli amici, leggere, pensare e rilassarsi.

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Giorgio appena è entrato in casa e ha visto la terrazza-canocchiale ha subito chiamato Filippo, amico di vecchia data con cui ha deciso di intraprendere un viaggio in moto all’Isola d’Elba, gli ha chiesto di portare un paio di birre frescheed ora se le stanno gustando in terrazza.

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valentino e Caterina sono degli etnografi che stanno effettuando delle ricerche sulle popolazioni dellIsola d’Elba. Domani andranno a visitare il museo Etnografico di Poggio, ma oggi hanno deciso di rilassarsi.Stanno sorseggiando del thè in terrazza. Qui c’è un ambiente raccolto, c’è silenzio, c’è il cielo aperto che tra non molto si coprirà di stelle.

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CASA DEvOTACasa Allistair

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Dopo un lungo periodo trascorso in seminario, Francesco ha smarrito la motivazione e forse la fede per continuare questo percorso. Crede che la preghiera possa aiutarlo e così si è fermato più del previsto a casa Allistair, per inginocchiarsi e pregare di fronte all’edicola della madonna.

La Casa Altare è piuttosto grande.Il piano primo è stato destinato a struttura per l’albergo diffuso. Uno dei due appartamenti in cui è diviso il piano è caratterizzato da un aggetto sagomato come un inginocchiatoio. Di fronte a tale sbalzo, infatti, si trova l’edicola di una Madonna.È più facile astrarsi dalla realtà e concentrarsi nella preghiera a tre metri d’altezza.

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mentre Francesco sta pregando, Donatella sta apparecchiando la tavola in terrazza e Federico sta andando a cercare i bambini. Sono usciti per andare a comprare il giornale in edicola e si stanno un po’ attardando. Si saranno sicuramente fermati a giocare con i figli dei mazzei!

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24CASA PENSATOIOSan Defendente

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L’abside della chiesa di San Defendente diventa una stanza che conserva il carattere mistico del luogo.Lo sbalzo sopra la porta di accesso sottolinea l’ingresso alla stanza e serve da base d’appoggio per una chiase-longue. Questa è la Casa pensatoio: un’ambiente raccolto all’interno ed una seduta su cui rilassarsi, immergersi nel verde e nella contemplazione all’esterno.

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Simona, dopo un intenso anno di lavoro a milano, ha deciso di trascorrere parte delle sue vacanze a Poggio. nella Casa pensatoio ha trovato tutto ciò di cui aveva bisogno: una chaise-longue all’aperto, a circa due metri e mezzo di altezza, che le permette di astrarsi per un po’ dalla realtà. Simona ha deciso che questa notte dormirà là, e domani contemplerà l’alba.

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La Casa pensatoio è dotata di salotto, una piccola cucina, un bagno ed una camera su soppalco.L’ingresso che si trova lungo via del Bono è sottlineato da un aggetto, elemento caratterizzante dell’albergo diffuso.

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È domenica. Anita sta andando all’edicola, Giovanni le chiede di comprargli il giornale: non vede l’ora di leggere l’inserto culturale della domenica sdraiato sulla chaise longue, speriamo che nessuno la reclami...Alberto, intanto, sta pensando di cucinare un arrosto con patate per un classico pranzo della domenica.

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- mamma, ma che fa quello?- Ettore, parla piano! non vedi che sta riposando?! Questa è la casa chaise-longue e quel signore ora sta dormendo lassù.- Sces che??-Ahahah, chaise-longue è un nome francese che indica un particolare tipo di seduta, tipo una sdraio.- E le chaise-longue stanno sui tetti, mamma?- Bè, no, in genere no. ma qui si, non è bella?- mi piace un sacco! Io ci farei una bella casina sotto la chaise-longue! Quando si sveglia posso chiedere al signore se mi fa salire?- va bene, poi torniamo.

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ALTANA CON vISTACasa Moschella

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La casa è composta da due camere doppi ed una singola, due bagni, cucina e soggiorno.Viene introdotta un’altana che funge da elemento caratterizzante dell’edificio. L’altana è raggiungibile tramite una scala esterna a cui si accede dal soggiorno. Si è voluto potenziare la vista panoramica della casa.

prospetto

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TRASFORMAzIONI

Lucia e matteo sono appena arrivati a Poggio, è stata assegnata loro la casa ed ora stanno godendo della piacevole vista dall’altana. Intanto in casa Agnese e Giuseppe stanno iniziando a preparare la cena.

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BIBLIO-GRAFIA

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BIBLIO-GRAFIA

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Pubbli-cazioni

A. Acocella, M. Casamonti, P.C. Pellegrini a cura di, Lo spazio pub-blico in Italia 1990-1999, Alinea, Firenze 1999

A. Aymonino, V.P. Mosco, Spazi pubblici contemporanei. Architettura a volume zero, Skira, Milano 2006

G. Clément, manifesto del terzo paesaggio, Quodlibet, Macerata 2005

G. Dall’Ara, manuale dell’Albergo Diffuso, l’idea, la gestione, il marke-ting dell’ospitalità diffusa, ed. Franco Angeli, Milano 2010

Ente Parco Nazionale Arcipelago Toscano, Sentieri nel parco, 2011

K. Lynch, L’immagine della città, Marsilio editori, Venezia 2001

S. Maffioletti, BBPR, Zanichelli, Bologna 1994

R. Manetti, Abitati dell’Elba - vol.I, Alinea, Firenze 1984

A. Mioni, Le trasformazioni territoriali in Italia nella prima età indu-striale, Marsilio, Venezia 1976

G. Perec, Specie di spazi, vivere è cercare di passare da un luogo ad un altro senza farsi troppo male, ed. Bollati Boringhieri, Torino 1989

G.Postiglione-responsabile gruppo ricerca- Michela Bassanelli - ricercatrice - Geografie dell’abbandono, progetto del gruppo di ricerca di DPA-Politecnico di Milano, 2011

E. Scandurra, Città morenti e città viventi, Meltemi, Roma 2003

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Riviste e articoli

«L’albergo in Italia : rivista mensile di propaganda alberghiera e per le industrie di fornitura d’albergo», A. 16, n. 4, Luglio-Agosto 1940, Milano

«OPERE : rivista dell’Ordine degli architetti pianificatori paesag-gisti e conservatori delle province di Firenze e Prato», A. IX, n.27 Maggio 2011, Pacini editore, Firenze

M. Finizio, Ecco i Comuni a crescita edilizia zero, in «Il Sole 24 Ore», 5 aprile 2012

P. Ranieri, DEL BUOnO. Il sole spunta all’ Elba, in «Corriere della Sera», 6 luglio 1996

Michele Serra, tra baracche e cemento l’autoritratto della nuova Italia, in «La Repubblica», 28 aprile 2012

C. Torricelli, Giancarlo De Carlo. tecnologie avanzate per il villaggio di Colletta di Castelbianco, in «Costruire in Laterizio», A. 1997, n. 57, p.220-225

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Siti

abitare.it

alberghidiffusi.it

albergodiffuso.com

artintothepark.org

asinispazzini.org

borghitalia.it

costruire.laterizio.it

feld72.at

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istat.it

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retegas.org

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urban-reuse.org

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wikipedia.it

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Persone

Tutto il materiale elaborato si basa inoltre sullo scambio di infor-mazioni orali con la popolazione di Poggio.

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