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Per calcolosi renale si intende la presenza di formazioni solide nell’apparato urinario derivate dalla precipitazione e successiva aggregazione di sostanze disciolte nelle urine. La sola precipitazione dà luogo alla renella. I componenti più frequenti dei calcoli delle vie urinarie, sono il calcio, l’ossalato, l’acido urico. Meno frequenti i calcoli di struvite e di cistina. L’obiettivo è quello di ridurre al minimo la precipitazione della sostanza in causa e pertanto la formazione di calcoli. La conoscenza della composizione del calcolo e di determinati parametri urinari, è rilevante per l’impostazione diagno- stica e terapeutica Una alimentazione corretta dovrebbe essere la misura principale nella prevenzione dei calcoli renali tenuto conto che la composizione delle urine è direttamente correlata alla dieta. Le modificazioni dietetiche consigliate in relazione allo specifico tipo di calcolosi debbono essere approvate dal proprio Medico prima di metterle in atto. SCHEDE: ALIMENTAZIONE e PATOLOGIE NEFROLITIASI (CALCOLI NEI RENI E NELLE VIE URINARIE) E ducazione N utrizionale Autore: Prof.ssa Francesca Pasqui, Corso di Laurea in Dietistica, Università di Bologna Dott.ssa Maria Letizia Petroni, medico nutrizionista clinico pag. 1 di 3 Consigli generali per la prevenzione e la terapia: 1. bere quantità abbondanti di acqua 2. controllare il peso attraverso le regole per una corretta alimentazione 3. evitare diete Importante: Nel trattamento di tutti i tipi di calcolosi renale si consiglia un abbondante consumo di liquidi; 1. l’assunzione dovrebbe essere distribuita nel corso di tutta la giornata per assicurare un volume urinario costantemente elevato 2. Il consiglio è di introdurre 250-300 ml di liquidi ogni ora sia durante la giornata che, in caso di risveglio, nelle ore notturne. 3. Un maggiore apporto è indicato nei periodi estivi e in presenza di attività fisica. 4. Almeno metà dei liquidi introdotti dovrebbero essere rappresentati dall’acqua per evitare la presenza di sostanze controindicate. Avvertenza: I consigli dietetici forniti sono puramente indicativi e hanno scopo educativo, ma possono richiedere adattamenti sulla base della situazione clinica individuale. Prima di procedere a cambiamenti di dieta è bene rivolgersi al proprio medico curante. © Copyright 2010-30-11- OSC Healthcare S.r.l., Bologna Italy

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Per calcolosi renale si intende la presenza di formazioni solide nell’apparato urinario derivate dalla precipitazione e successiva aggregazione di sostanze disciolte nelle urine. La sola precipitazione dà luogo alla renella. I componenti più frequenti dei calcoli delle vie urinarie, sono il calcio, l’ossalato, l’acido urico. Meno frequenti i calcoli di struvite e di cistina.L’obiettivo è quello di ridurre al minimo la precipitazione della sostanza in causa e pertanto la formazione di calcoli. La conoscenza della composizione del calcolo e di determinati parametri urinari, è rilevante per l’impostazione diagno-stica e terapeutica Una alimentazione corretta dovrebbe essere la misura principale nella prevenzione dei calcoli renali tenuto conto che la composizione delle urine è direttamente correlata alla dieta.Le modificazioni dietetiche consigliate in relazione allo specifico tipo di calcolosi debbono essere approvate dal proprio Medico prima di metterle in atto.

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Nota: i consigli dietetici forniti sono puramente indicativi e possono richiedere adattamenti da parte del Medico sulla base della situazione clinica individuale

Autore: Prof.ssa Francesca Pasqui, Corso di Laurea in Dietistica, Università di BolognaDott.ssa Maria Letizia Petroni, medico nutrizionista clinico

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Consigli generali per la prevenzione e la terapia:

1. bere quantità abbondanti di acqua 2. controllare il peso attraverso le regole per una corretta alimentazione3. evitare diete

Importante:

Nel trattamento di tutti i tipi di calcolosi renale si consiglia un abbondante consumo di liquidi;1. l’assunzione dovrebbe essere distribuita nel corso di tutta la giornata per assicurare un volume urinario

costantemente elevato 2. Il consiglio è di introdurre 250-300 ml di liquidi ogni ora sia durante la giornata che, in caso di risveglio,

nelle ore notturne. 3. Un maggiore apporto è indicato nei periodi estivi e in presenza di attività fisica. 4. Almeno metà dei liquidi introdotti dovrebbero essere rappresentati dall’acqua per evitare la presenza di

sostanze controindicate.

Avvertenza: I consigli dietetici forniti sono puramente indicativi e hanno scopo educativo, ma possono richiedere adattamenti sulla base della situazione clinica individuale. Prima di procedere a cambiamenti di dieta è bene rivolgersi al proprio medico curante.

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L’allattamento al seno è riconosciuto come il metodo migliore per nutrire il neonato nei primi mesi di vita. Un adeguato aumento di peso durante la gravidanza e un normale peso del feto alla nascita, sono indirettamente, gli indicatori di un buon stato nutrizionale materno e possono contribuire a migliorare la fase dell’allattamento. Lo stato nutrizionale e la dieta della madre possono infl uenzare la quantità e la qualità del latte materno. L’allattamento comporta per la mamma un aumento dei fabbisogni nutrizionali (la produzione del latte è più gravoso della gravidanza in termini nutrizionali), e pertanto l’alimentazione dovrà essere adeguata alle nuove necessità per mantenere in buona salute mamma e bambino. Le richieste caloriche per una donna durante l’allattamento, sono correlate alla quantità di latte prodotto e alla quan-tità di riserve caloriche accumulate sottoforma di tessuto adiposo. I fabbisogni supplementari in energia della nutrice dipendono dalla quantità di latte prodotto.Tenendo conto di tutti i fattori che incidono, il costo energetico aggiuntivo dell’allattamento è valutato fra le 450 e le 560 calorie al giorno, fi no al sesto mese. Le indicazioni per eventuali aumenti calorici devono tuttavia essere adattati alle necessità individuali, tenendo conto anche dell’aumento di peso al termine della gravidanza, onde evitare che la nutrice aumenti ulteriormente di peso durante l’allattamento (il surplus energetico richiesto può essere in parte bilan-ciato dall’utilizzazione delle riserve di grasso create durante la gravidanza), cosa particolarmente importante in caso di sovrappeso od obesità della madre.

Anche l’aumentata richiesta di quasi tutti i micronutrienti (vitamine e sali minerali) può essere ricoperta da una dieta ric-ca e variata che può – con i dovuti accorgimenti – essere suffi ciente da sola a far fronte a queste nuove necessità senza necessariamente bisogno di supplementazioni farmacologiche. Il modello dietetico adatto per la nutrice è simile a quello consigliato per la gestante (vedi scheda Gravidanza), con alcune varianti riguardanti in particolare, nei confronti diuna maggior richiesta di proteine (più 16-17 g/die), di calcio (più 200-400 mg/die), di iodio, zinco, rame, selenio, vita-mina A, vitamine del gruppo B, vitamina C, oltre che di acqua.

Estremamente importante ricoprire i fabbisogni di calcio in quanto se l’apporto con la dieta non è suffi ciente, l’organi-smo pur di mantenere costante il contenuto di calcio nel latte, utilizza i depositi della madre con conseguente riduzione della densità minerale ossea. Il fabbisogno di calcio è di 1200 mg/die.Tenuto conto che il latte materno è costituito per circa l’87% da acqua, per compensare le perdite è opportuno che la nutrice aumenti la normale assunzione di acqua e liquidi di circa 600-700 ml al giorno.

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Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale: l’Europa investe nelle zone ruraliOrganismo responsabile dell’informazione: Consorzio Tutela Grana PadanoAutorità di gestione designata per l’esecuzione:Regione Veneto - Direzione Piani e Programmi Settore Primario

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Nota: i consigli dietetici forniti sono puramente indicativi e possono richiedere adattamenti da parte del Medico sulla base della situazione clinica individuale

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Indicazioni per specifici tipi di calcoli:

1. Calcoli di ossalato di calcioLe indicazioni delle linee guida fanno riferimento ad una dieta normocalorica e normoproteica, con normale con-tenuto di sale e di calcio e con un apporto di liquidi tale da mantenere il volume della diuresi di circa 2 litri/die. Si suggerisce pertanto di evitare eccessive quantità di sale, proteine animali e zuccheri I fitati presenti in alcuni alimenti (germe di grano, crusca) sembrerebbero inibire la cristallizzazione dei sali di calcio, quindi potrebbe essere utile consumare pane, pasta e prodotti da forno “integrali” Solo se è presente iperossaluria verranno limitati nella dieta i cibi ricchi di ossalati; altrimenti è preferibile non farlo visto che molti di essi hanno importanti valenze salutistiche. Contrariamente a quanto erroneamente molti pensano, non è consigliabile ridurre l’assunzione degli alimenti ricchi di calcio (salvo i rari casi di ipocitraturia), che invece aiutano a ridurre l’assorbimento degli ossalati da parte dell’intestino.

Il Medico valuterà sulla base dei parametri urinari se è necessario integrare con una terapia farmacologica.

Per ridurre l’apporto di sale:

1. Non aggiungere mai sale ai piatti una volta a tavola.2. Ridurre al minimo il consumo di sale nella preparazione e nella cottura dei cibi.3. Evitare i cibi “trattati” con sale, conservati in scatola, in salamoia, essiccati o affumicati4. Evitare gli alimenti naturalmente ricchi in sodio quali rognone, fegato, molluschi.5. Preferire il pane toscano senza sale6. Preferire formaggi meno ricchi di sale (ricotta, mozzarella, Grana Padano Dop)7. Evitare l’uso di margarina e burro come grassi di condimento.

Cibi ricchi di ossalati (da limitare od escludere dalla dieta)

Spinaci, rabarbaro, prezzemolo, portulaca (erba porcellana), erba cipollina, bietola, barbabietola rossa, amaran-to, verza, pomodori verdi, the verde, cacao in polvere, cioccolato.

Consiglio: lessare le verdure in abbondante acqua acidulata per facilitare la fuoriuscita degli ossalati

Cibi con contenuto minimo o nullo in ossalati da inserire nella dieta abituale

Latte, yogurt senza frutta, formaggio, manzo, pesce, pollame, uova, banane, ciliegie, mele, meloni, pompelmocipolle, patate, piselli, ravanelli, pane, pasta, condimenti

Nota: i consigli dietetici forniti sono puramente indicativi e possono richiedere adattamenti da parte del Medico sulla base della situazione clinica individuale

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Avvertenza: I consigli dietetici forniti sono puramente indicativi e hanno scopo educativo, ma possono richiedere adattamenti sulla base della situazione clinica individuale. Prima di procedere a cambiamenti di dieta è bene rivolgersi al proprio medico curante.

L’allattamento al seno è riconosciuto come il metodo migliore per nutrire il neonato nei primi mesi di vita. Un adeguato aumento di peso durante la gravidanza e un normale peso del feto alla nascita, sono indirettamente, gli indicatori di un buon stato nutrizionale materno e possono contribuire a migliorare la fase dell’allattamento. Lo stato nutrizionale e la dieta della madre possono infl uenzare la quantità e la qualità del latte materno. L’allattamento comporta per la mamma un aumento dei fabbisogni nutrizionali (la produzione del latte è più gravoso della gravidanza in termini nutrizionali), e pertanto l’alimentazione dovrà essere adeguata alle nuove necessità per mantenere in buona salute mamma e bambino. Le richieste caloriche per una donna durante l’allattamento, sono correlate alla quantità di latte prodotto e alla quan-tità di riserve caloriche accumulate sottoforma di tessuto adiposo. I fabbisogni supplementari in energia della nutrice dipendono dalla quantità di latte prodotto.Tenendo conto di tutti i fattori che incidono, il costo energetico aggiuntivo dell’allattamento è valutato fra le 450 e le 560 calorie al giorno, fi no al sesto mese. Le indicazioni per eventuali aumenti calorici devono tuttavia essere adattati alle necessità individuali, tenendo conto anche dell’aumento di peso al termine della gravidanza, onde evitare che la nutrice aumenti ulteriormente di peso durante l’allattamento (il surplus energetico richiesto può essere in parte bilan-ciato dall’utilizzazione delle riserve di grasso create durante la gravidanza), cosa particolarmente importante in caso di sovrappeso od obesità della madre.

Anche l’aumentata richiesta di quasi tutti i micronutrienti (vitamine e sali minerali) può essere ricoperta da una dieta ric-ca e variata che può – con i dovuti accorgimenti – essere suffi ciente da sola a far fronte a queste nuove necessità senza necessariamente bisogno di supplementazioni farmacologiche. Il modello dietetico adatto per la nutrice è simile a quello consigliato per la gestante (vedi scheda Gravidanza), con alcune varianti riguardanti in particolare, nei confronti diuna maggior richiesta di proteine (più 16-17 g/die), di calcio (più 200-400 mg/die), di iodio, zinco, rame, selenio, vita-mina A, vitamine del gruppo B, vitamina C, oltre che di acqua.

Estremamente importante ricoprire i fabbisogni di calcio in quanto se l’apporto con la dieta non è suffi ciente, l’organi-smo pur di mantenere costante il contenuto di calcio nel latte, utilizza i depositi della madre con conseguente riduzione della densità minerale ossea. Il fabbisogno di calcio è di 1200 mg/die.Tenuto conto che il latte materno è costituito per circa l’87% da acqua, per compensare le perdite è opportuno che la nutrice aumenti la normale assunzione di acqua e liquidi di circa 600-700 ml al giorno.

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Avvertenza: I consigli dietetici forniti sono puramente indicativi e hanno scopo educativo, ma possono richiedere adattamenti sulla base della situazione clinica individuale. Prima di procedere a cambiamenti di dieta è bene rivolgersi al proprio medico curante.

L’allattamento al seno è riconosciuto come il metodo migliore per nutrire il neonato nei primi mesi di vita. Un adeguato aumento di peso durante la gravidanza e un normale peso del feto alla nascita, sono indirettamente, gli indicatori di un buon stato nutrizionale materno e possono contribuire a migliorare la fase dell’allattamento. Lo stato nutrizionale e la dieta della madre possono infl uenzare la quantità e la qualità del latte materno. L’allattamento comporta per la mamma un aumento dei fabbisogni nutrizionali (la produzione del latte è più gravoso della gravidanza in termini nutrizionali), e pertanto l’alimentazione dovrà essere adeguata alle nuove necessità per mantenere in buona salute mamma e bambino. Le richieste caloriche per una donna durante l’allattamento, sono correlate alla quantità di latte prodotto e alla quan-tità di riserve caloriche accumulate sottoforma di tessuto adiposo. I fabbisogni supplementari in energia della nutrice dipendono dalla quantità di latte prodotto.Tenendo conto di tutti i fattori che incidono, il costo energetico aggiuntivo dell’allattamento è valutato fra le 450 e le 560 calorie al giorno, fi no al sesto mese. Le indicazioni per eventuali aumenti calorici devono tuttavia essere adattati alle necessità individuali, tenendo conto anche dell’aumento di peso al termine della gravidanza, onde evitare che la nutrice aumenti ulteriormente di peso durante l’allattamento (il surplus energetico richiesto può essere in parte bilan-ciato dall’utilizzazione delle riserve di grasso create durante la gravidanza), cosa particolarmente importante in caso di sovrappeso od obesità della madre.

Anche l’aumentata richiesta di quasi tutti i micronutrienti (vitamine e sali minerali) può essere ricoperta da una dieta ric-ca e variata che può – con i dovuti accorgimenti – essere suffi ciente da sola a far fronte a queste nuove necessità senza necessariamente bisogno di supplementazioni farmacologiche. Il modello dietetico adatto per la nutrice è simile a quello consigliato per la gestante (vedi scheda Gravidanza), con alcune varianti riguardanti in particolare, nei confronti diuna maggior richiesta di proteine (più 16-17 g/die), di calcio (più 200-400 mg/die), di iodio, zinco, rame, selenio, vita-mina A, vitamine del gruppo B, vitamina C, oltre che di acqua.

Estremamente importante ricoprire i fabbisogni di calcio in quanto se l’apporto con la dieta non è suffi ciente, l’organi-smo pur di mantenere costante il contenuto di calcio nel latte, utilizza i depositi della madre con conseguente riduzione della densità minerale ossea. Il fabbisogno di calcio è di 1200 mg/die.Tenuto conto che il latte materno è costituito per circa l’87% da acqua, per compensare le perdite è opportuno che la nutrice aumenti la normale assunzione di acqua e liquidi di circa 600-700 ml al giorno.

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Consigli per una corretta alimentazione in gravidanzaLa gravidanza è un evento fisiologico importante durante il quale la salute di un individuo dipende strettamente dalla salute di un altro.L’alimentazione materna gioca un ruolo fondamentale, una corretta alimentazione prima e durante tutto il periodo gestazionale, è condizione essenziale per un adeguato sviluppo del feto, per un buon esito del parto, per la crescita futura del bambino nonché per la prevenzione di patologie neonatali.Il regime alimentare della gestante deve essere modificato per rispondere alle necessità della madre e del feto. Durante la gestazione infatti aumentano di circa 200-300 kcal al giorno (dal secondo trimestre in poi) i fabbisogni energetici e di circa 9 grammi al giorno il fabbisogno di proteine; inoltre aumenta il fabbisogno di vitamine, minerali e di altri nutrienti. Questo non vuole però dire che la futura mamma debba “mangiare per due”, rischiando così un aumento di peso eccessivo e potenzialmente pericoloso, ma solo adeguare la sua dieta ove necessario.Nel caso che la futura mamma fosse sottopeso o sovrappeso già prima della gravidanza i fabbisogni devono essere valutati individualmente e si dovrà tenere conto di diversi parametri fra i quali il peso pre-gravidico, l’aumento di peso consigliato e l’attività fisica svolta. Particolarmente cruciale è la copertura dei fabbisogni di calcio, che aumentano notevolmente in gravidanza: se l’alimentazione della madre non è in grado di fornire il calcio che viene immagazzinato nello scheletro del feto, saranno le ossa materne a privarsene, decalcificandosi. Anche il fabbisogno di ferro è quasi raddoppiato rispetto alla coetanea non gravida, e spesso è necessario ricorrere a supplementazioni stante l’elevato rischio di anemia materna ed inadeguato sviluppo fetale in caso di carenza. Altri nutrienti cruciali sono rappresentati dall’acido folico (raccomandabile la supplementazione, iniziandola già al momento in cui si cerca una gravidanza) e dalle vitamine B1, B2, B12 ed A. Per il corretto sviluppo delle strutture nervose del feto – nonché come coadiuvante nella prevenzione della depressione post-partum materna - è raccomandabile un adeguato apporto di acidi grassi essenziali della serie omega-3 (in particolare di DHA), anche mediante una eventuale supplementazione qualora indicata dal ginecologo. Evidenze recenti suggeriscono che questi possano avere anche azioni favorevoli sul peso alla nascita e sulla durata della gravidanza. Anche la luteina, pigmento a forte azione antiossidante contenuto in alcune verdure, ha un ruolo importante nella formazione della retina del feto e deve essere presente nella alimentazione della gravida. Attenzione deve anche essere posta alla prevenzione di infezioni – quali la toxoplasmosi e la listeriosi – potenzialmente dannose per il feto, oppure alle quali la donna gravida è maggiormente vulnerabile – come la salmonellosi - senza che però questo debba comportare come purtroppo spesso succede, la eliminazione dalla dieta di alimenti benefici.

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