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Anno 07 aprile/maggio ‘13 COPIA GRATUITA MILENA MICONI LA QUOTA ROSSA SPECIALE VOGHERA SENSIA 2013: 28 PAGINE DI NOTIZIE E INFO ATTUALITÀ ARTE CINEMA FOOD SALUTE MOTORI GIOVANNI ALLEVI SUL PIANO PERSONALE

And Co Magazine Apr-Mag_2013

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Andco Magazine Apr-Mag 2013_Allevi

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aprile/maggio ‘13 |1

Anno 07aprile/maggio ‘13COPIA GRATUITA

MILENA MICONILa quota rossa

SPECIALE VOGHERAsensia 2013:

28 pagine di notizie e info

ATTUALITÀARTE

CINEMAFOOD

SALUTEMOTORI

GIOVANNI ALLEVI

suL piano personaLe

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sOmmARIO

anno 07aprile/Maggio 2013

Mensile a diffusione gratuitaAutorizzazione Tribunale di Pavia n. 675 del 18/03/2007

www.andcomagazine.it

una pubbLicazioneAdverum SrlVia R. Brichetti, 4027100 PaviaTel. (+39) 0382 309826 fax (+39) 0382 308672www.adverum.net [email protected]

direttore responsabiLeGermano [email protected]

segreteria di redazioneC. Moretti Tel. 0382 [email protected]

Hanno coLLaborato a questo nuMeroDaniela Capone, Simona Rapparelli, Angelamaria Scupelli

iMpaginazione e graficaAdverum Srl

adV [email protected]

art directorPaolo [email protected]

Marketing, pubbLicità ed eVenti speciaLiAdverum [email protected]

staMpaTipografica DERTHONA s.r.l. Strada Vicinale Ribrocca 6/515057 Tortona (AL)

6 Cover Story: Giovanni Allevi

PRImA PIANO, POI FORTE

10 Speciale

voghera

37 Speciale Arredamento 2013

sQUADRA mOBILE

40 Attualità: Message in a bottle

LÀ IN mEZZO AL mAR…

42 Arte: Robert Capa

UNA VITA IN GUERRA

44 Cinema: Milena Miconi

ROssO INTENsO

46 Food: le bio-novità

sIAmO ALLA FRUTTA

48 Salute: Dog Therapy

QUEL CANE DI UN DOTTORE

50 Motori: Peugeot 2008

ROCK & sOFT

54 And Co. Consigli

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4046

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C’è voglia di nuovo nell’aria, ma anche una preoccupante sensazione, sempre più diffusa, che ser-peggia nella società italiana: capire che qui il giocattolo si sia rotto definitivamente, e a parte le rassicurazioni dei governanti, difficilmente tutto tornerà come prima. Quelli che non ci credono più sono tanti, e arrivano alla conclusione che forse sia meglio andar via, perché da qui speranze e futuro non viaggiano più a braccetto. C’è chi l’ha fatto, lo dicono i numeri, con glaciale certez-za: nel 2012, gli italiani hanno ripreso a emigrare, come avevano fatto i loro nonni tanti anni prima. Rispetto ad allora non si vedono più le valigie di cartone tenute insieme con lo spago che trasudano caciotte e olive: chi parte oggi mette in valigia lauree, master e preparazioni da manuale, ma rimaste voci di un altro manuale, quello del perfetto disoccupato, scontento e de-luso perché il più delle volte non basta esser bravi e preparati, ma bisogna avere gli amici giusti. Così, lo scorso anno oltre 80 mila connazionali ci hanno detto addio, scegliendo in massima parte una città europea, seguite ruota da altre mete in Sud America, dove tutto sembra pronto ad un’espansione inarrestabile. Non che chi parte trovi ad attenderlo striscioni di benvenuto: ricominciare da capo non è cosa semplice, significa cambiare abitudini, da quelle alimentari a quelle lavorative, e rassegnarsi a lasciare il proprio mondo, che per quanto traballante sia, è pur sempre un posto sicuro. Allora, cambiare per cambiare, può tornare utile sapere che Dennis Tito, imprenditore americano diventato celebre per aver sborsato 20 milioni di dollari, pur di diventa-re il primo astronauta turista della storia, ha in mente un’idea rivoluzionaria: un viaggio di anda-ta e ritorno verso Marte, per cui cerca una coppia disposta a farlo. In tutto 501 giorni, con rientro sulla Terra già programmato, ma si sa come vanno queste cose: l’idea di creare un avamposto sul pianeta rosso frulla nelle menti della Nasa da qualche tempo, quindi il curriculum dei due salirebbe di quotazione, inevitabilmente, aprendo le porte a nuove speranze lavorative. Ecco, cambiare per cambiare, l’ideale sarebbe trovare davvero un posto tutto da costruire, senza poli-ticanti che viaggiano su astronavi blu e cosmonauti esodati, totalmente privo di Imu che cresce a dismisura per la seconda navicella, di scivoli pensionistici per cittadini marziani e campionati di calcio spaziale truccati, un pianeta dove non ci sia traccia di droga, tangenti, furti, delinquenza e soprattutto avvolto dal più perfetto silenzio, circondati da un nulla che è tutto da costruire. Lo

sappiamo cosa state pensando, il dubbio è venuto anche a noi: dai un posto così alla gente di questo pianeta, e tempo qualche anno stai sicuro che

organizzano “Masterchef Marte”, passando il resto del tempo a seguire le storie dei marziani innamorati e lacrimosi, ospiti di Maria De Filippi.

mIssION TO mARsEDITORIALE

04/052013

direttore

aprile/maggio ‘13 |5

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6| aprile/maggio ‘13

INCONTRO RAVVICINATOCON IL TALENTUOSOMUSICISTA DAL LOOK

SENZA CONVENZIONI:UN ARTISTA CAPACE

DI AFFRONTAREFISCHI E SUCCESSI

CON LA STESSA FORZA

di Germano LonGo

Prima Piano,cover story giovanni allevi

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aprile/maggio ‘13 |7

Un po’ Beethoven, un po’ Schro-eder, l’amico di Charlie Brown perennemente curvo sul suo pianoforte giocattolo. Giovanni Allevi ha 44 anni, ma nessuno glieli darebbe mai: è un eterno ragazzino che sembra un po’ a

disagio di fronte a tutto, tranne alla tastie-ra del suo pianoforte. Da quando è com-parso sulla scena musicale, ha sradicato i vezzi di cui si nutriva la musica impegna-ta, salendo sul palco con jeans, maglietta, scarpe da ginnastica e capelli arruffati. Non è vezzo, e nemmeno capriccio d’arti-sta, è voler concedere ogni spazio ed emo-zione solo alla musica, l’unica cosa che per lui conta davvero. È il suo talento a fare il resto: folle oceaniche si affollano ai suoi concerti, ovunque nel mondo, come diffi-cilmente succede per qualcosa che non sia rock, e lo stesso accade per i suoi album, che svettano in classifica battendosi con i più grandi nomi della musica mondiale.Amato dalla gente e contestato dalle alte sfere musicali italiane, che lo considerano un’operazione di marketing, Allevi ha me-ditato addirittura di abbandonare tutto,

poi la musica e l’affetto dei fan han-no ricucito gli orli al destino. Oggi

Giovanni Allevi gira l’Italia il suo settimo album: Sunrise, alba. Un titolo che è anche un mes-

saggio cifrato al mondo intero: solo chi accetta di morire, può

sperare di rinascere.

Circolano un po’ di leggende in-torno alla tua persona: ad esempio che prima di suonare mangi sem-pre una fetta di torta al cioccolato: è vero? E se sì, vista la frequenza delle tue esibizioni dal vivo, come fai a non mettere su un etto?Appena ho visto spuntare un roto-

lino attorno alla vita ho smesso di mangia-re cioccolata, e l’ho sostituita con frutta e verdura. Il rotolino se ne è andato ma sono diventato triste. Allora ho ripreso a mangia-re cioccolata, perché si vive una volta sola!Un’altra recita invece che a casa non pos-siedi un pianoforte, che è un po’ come pensare che la Pellegrini non abbia un suo costume… Ma come fai a comporre?È tutto in testa! D’altra parte per comporre musica sinfonica o un concerto per violino e orchestra, il pianoforte è inutile.Per finire in bellezza: raccontaci di quella volta in cui per conoscere Riccardo Muti ti sei travestito da cameriere…Alla fine dell’arrosto ho fatto “outing” e gli ho confessato di essere un compositore, che si era fatto assumere come cameriere pur di incontrarlo. In questa vita bisogna inseguire i propri sogni anche con un piz-zico di sana follia.Lasciamo il faceto per andare sul serio: allo straordinario successo che il pubblico ti riserva perennemente, non corrisponde il trattamento che l’intellighenzia musica-le italiana ti ha riservato: ma cosa gli hai fatto?Considerando gli argomenti che hanno usato contro di me, “intellighenzia” è una parola grossa…Che definizione pensi che ti sarà riservata nella storia della musica italiana?Oggi posso affermare con certezza che non mi interessa alcun riconoscimento, che non mi venga attribuito alcun merito! Ciò che desidero è che la mia musica si avvicini al cuore della gente. Devo però constatare che dopo la pubblicazione di Sunrise, mol-ti giovani musicisti mi si sono avvicinati. Hanno capito che il vecchio sistema tradi-zionale non va più da nessuna parte.Dicci la verità: ma il frack da direttore d’or-chestra l’hai mai provato?Io sul palco devo essere totalmente me stesso! La musica è l’essenziale, tutto il resto è superfluo.In poche parole: cos’è la musica per te?È un’entità. C’è già, è nell’aria, e io devo soltanto prenderla. Quando ne afferro un lembo ed inizio a seguire il suo percorso, mi accorgo di non avere alcuna scelta: è lei che decide dove andare, non le logiche di mercato, le aspettative della critica o il consenso del pubblico. 5

Poi Forte

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8| aprile/maggio ‘13

Qual è il momento migliore della giornata per comporre?Amo comporre di notte, ma anche mentre lavo i piatti a mano o faccio la spesa; durante quelle attività maniacali compulsive in cui mi abbandono alla ripetitività dei gesti.Che musica ascolta Giovanni Allevi, a par-te la sua?In questo periodo ho bisogno più di ogni altra cosa di silenzio. Non è soltanto la mancanza di suoni ma una condizione dello spirito: l’esigenza di ritrovare me stesso, allontanandomi dall’eccesso di informazioni in cui quotidianamente sono immerso.Parlaci di “Sunrise”, il tuo ultimo la-voro: come è nato, cosa ti ha ispirato, che messag-gio vuoi che arrivi alla gente…Dopo lungo perio-do di buio la mu-sica finalmente è

tornata a trovarmi, con i suoni e le forme di un concerto per violino e orchestra. Ero su un aereo diretto ad Osaka in Giappone. Ho alzato la tendina dell’oblò e ho visto una splendida alba: iniziava un giorno che non aveva ancora vissuto nessuno.La crisi è un doloroso momento di passag-gio, ma sicuramente ci sarà un futuro più bello ad attenderci. 7

Foto di copertina di Massimo Volta

Marchigiano di Ascoli Piceno, classe 1969, Giovanni Allevi è figlio d’arte: sua madre è una cantante lirica, il papà un clarinet-tista. A quattro anni appena lui sceglie il pianoforte, semplicemente perché attirato dal divieto di

toccare quello di casa, chiuso a chiave, e da autodidatta cerca di suo-nare le arie della “Turandot” di Puccini. La musica diventa la sua unica ragione di vita: si diploma al conservatorio e subito dopo in composizione, e perfino la naja si traduce in musica: il pianoforte della banda dell’Esercito Italiano è roba sua. Si accorge di lui per primo Saturnino, storico collaboratore di Lorenzo Jovanotti, con il quale inizia una lunga collaborazione. Sono gli anni dei suoi primi due album, ma qualcosa inizia a muoversi come dovreb-be: Allevi è invitato sul palco del presti-gioso “Blue Note” di New York, all’interno di una rassegna dedicata al jazz italiano. Innamorato della musica, Allevi alterna da sempre la sua carriera solista con collabo-razioni prestigiose: con Luciano Ligabue, Simone Cristicchi e Claudio Baglioni divide esperienze live e in studio. Nel 2007, dopo anni di pianoforte solista, esce il dvd del tour nel quale è accompagnato dalla Phi-larmonische Camerata Berlin, esperienza che sarà ripetuta l’anno dopo per il tour dell’album “Evolution”. Cavaliere al Merito della Repubblica, nel 2008 Allevi ha di-retto il concerto di Natale al Senato ed è sposato con Nada, che gli fa da manager.

“vivo Per Lei”

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IN MEZZO A CIÒ CHE SERVE

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Voghera è un posto tranquil-lo, dove la vita scorre a misura d’uomo, senza picchi lanciati in alto o pericolosamente diretti verso il basso. Ma soprattutto, un posto sistemato sul 45° paralle-lo e al crocevia di tutto, dove

chi ha piacere di immergersi nella frenesia delle metropoli non ha che da accettare poco tempo in treno o in macchina pun-tando verso Milano, Genova o Torino, tutte a portata di gita, ma in fondo a distanza di sicurezza per essere assaggiate a tempo, senza bisogno di sposarle a vita. 5

L’ANTICA PATRIADELLE PIÙ CELEBRICASALINGHE D’ITALIAÈ OGGI UNA CITTÀCHE PROMETTE UN PASSATO GLORIOSOE UN PRESENTE DOVEA FARLA DA PADRONEÈ LA BUONA TAVOLA

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Page 12: And Co Magazine Apr-Mag_2013

Una teoria dimostrata dalle cronache, che quasi mai toccano il vogherese come epi-centro di sangue e malefatte, spesso invece ricordato per altri motivi, come il più con-clamato, l’aver dato i natali a Valentino Ga-ravani, uno dei più grandi stilisti nella sto-ria della moda, seguito a ruota da Pino Cal-vi, compositore e direttore d’orchestra che negli anni Sessanta sbarcò in tivù - proprio quando la tivù aveva un senso - al fianco di Corrado, Dorelli, Vianello e la Mondaini, per cui scrisse anche il tema di “Sbirulino”, can-zone ancora oggi apprezzata dai bambini. Ma Voghera è un posto che difficilmente i turisti dimenticano, sicuramente per ciò che può offrire camminando per il centro e i dintorni, ma soprattutto quando final-mente i campanili battono l’una ed è ora di sedersi a tavola. Il menù tipico è formato da piatti della cultura contadina, spesso nati poveri e diventati prelibatezze da chef stel-lati, e ancora più spesso basati su cereali e verdure, che nell’Oltrepo’ non mancano da secoli, come il riso, cereale fra i più versatili che si presta ad accompagnare davvero di tutto, ma a Voghera diventa l’ideale per tin-

gersi con il giallo dello zafferano e unirsi in matrimonio ai fegatini di pollo, come pare piacesse assai a quei furbacchioni degli Sforza. E quando invece le verdure non ci sono, trovano proprio qui un posto perfetto per svilupparsi e dare il meglio: è il caso dei peperoni, arrivati da oltre oceano nel Settecento ed entrati con prepotenza nella cultura alimentare dei vogheresi.Una varietà di piatti fortemente influen-zata dalla posizione geografica di Voghe-ra, provincia strategicamente sistemata all’incrocio di diverse regioni con culture – anche gastronomiche - altrettanto decise come quelle emiliana, lombarda, ligure e piemontese. E se questo non è più tempo di principati e signorie, un signore dai modi poco signorili, da queste parti regna anco-ra incontrastato: il maiale. Moltiplicato in ogni possibile variante, dal salame che da queste parti è una specie di religione, a coppa, pancetta e cotechini, con corollario di affettati vari. Magari fatti seguire dagli agnolotti alla vogherese, rigorosamente ri-empiti di stufato di manzo e ancora, cercan-do di lasciare un po’ di spazio, dal bollito di vitello, cappone e gallina, spennellato con la celebre mostarda, altra idea che ha vali-cato i confini nazionali per sbarcare sulle tavole del mondo intero. Quasi dimentica-vamo: impensabile gustare piatti dai sapori

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così intensi senza pensare di tenerli a bada con qualche bottiglia di vino. Voghera, por-ta dell’Oltrepo’, è un piccolo regno di nobili vitigni, apprezzati da tempo immemore e ormai richiesti in ogni dove. Merito di una

fortunata combinazione fatta di terreno e aria, che può contare sull’aggiunta di qual-che refolo salmastro in arrivo dal mar ligu-re, che in qualche modo riesce a scovare le correnti giuste per arrivare fin qui quel tanto che basta per influire sui raccolti e sulla qualità delle uve. Il risultato? Sempli-ce: sbagliare vino è un’impresa quasi im-possibile, visto che il marchio DOC è ormai un cappello che racchiude una ventina di vini diversi, dal Barbera alla Bonarda, dal Cabernet allo Chardonnay, a precedere una lunga teoria di capolavori come Cortese, Malavasia, Moscato, Pinot bianco, grigio e nero, fino ad arrivare ancora una volta al si-gnore per eccellenza di ogni cantina della zona: il riesling.E dopo aver mangiato e bevuto, c’è di che sgranchirsi le gambe, iniziando ad esempio dal Castello Visconteo di Piazza Libera-zione, un edificio del 1372 voluto da Gian Galeazzo Visconti, si presume un tempo circondato da una possente cinta muraria e nel Settecento adibito per qualche tem-po a carcere, anche se a malincuore, visto il profondo attaccamento dei vogheresi per il loro maniero. 5

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Voghera non è solo cibo, buon vino e chie-se. Da queste parti, la cultura è riuscita da sempre a ritagliarsi uno spazio che, a fasi forse alterne, ha saputo entrare nei libri di storia. Il Futurismo, ad esempio,

movimento artistico e culturale nato agli inizi del Novecento dalla fantasia di Fi-lippo Tommaso Marinetti, poeta che con le sue teorie concentrate su ciò che sarà, piuttosto che su ciò che è stato, riuscì ad influenzare arte, letteratura, musica, architettura, danza, fotografia e cinema. Marinetti nasce ad Alessandria d’Egitto, ma è vogherese da parte di padre, avvoca-to di Pontecurone. Il corteggiamento fra la città ed il Futurismo fu lungo e denso, come dicono quelli che parlano bene, a cominciare dal 1927, anno in cui il Teatro Sociale sceglie di rappresentare un’opera di Marinetti, ma proseguendo con l’arte di Giannina Censi, questa volta vogherese di nascita, ballerina attratta dal movimento culturale di Marinetti che dal 1930 porta in scena opere dal taglio Futurista antici-pando addirittura quella che tanti decen-ni dopo sarebbe diventata la body-art. Gli ultimi tributi al Futurismo sono di Pino Masnata, poeta e commediografo di Stra-della, e Regina Cassolo Bracchi, pittrice di Mede Lomellina.

SINTOMI DI FUTURISMO

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14| aprile/maggio ‘13

Il Duomo, dedicato a San Lorenzo, patrono della città, è però l’edificio più importante di Voghera: la storia della sua edificazione, lunga 276 anni, può suonare uno spreco di denaro signorile ante litteram, ma non è così: i lavori iniziano nel 1605, poi le casse toccano il fondo e per vederlo finito biso-gna attendere il 1881. Fra le caratteristi-che la cupola, alta oltre 47 metri, l’organo ed i sei altari interni in marmo, tre per na-vata, che rappresentano santi e scene reli-giose. Proprio accanto al Duomo, si erge il Palazzo Gounela, edificio neoclassico che deve il nome a Giuseppe Gonnella, uscere

del ‘700, ed oggi ospita il Municipio. Sem-pre in piazza del Duomo un’occhiata la merita la “Casa Nava”, ricostruzione degli inizi del Novecento di quello che con mol-ta probabilità doveva essere uno dei tipici edifici vogheresi di origine medievale.Chi invece preferisce esplorare i dintorni, si segni le Terme di Salice, un patri-monio di acque sulfuree attivo da 110 anni e ancora oggi frequentatissimo per uni-re la tranquillità di una cittadina a vocazione turistica con le cure di diverse patologie. Quan-ti invece cercano ancora più natura possono con-tare sulla “Rete viaria via del mare”, una ragnatela di percorsi che coprono un’area

Non è una novità in senso assoluto, ma in tempi come questi, i peggiori da quando Dio ha inventato la politica e l’uomo le poltrone, è bello scoprire che le istituzioni accettano di mettersi in gioco, cedendo per qualche

ora la propria sovranità a chi maga-ri, un giorno, siederà davvero

al loro posto. Preambolo necessario per parlare

di un’iniziativa che a metà aprile ha coinvolto il Co-mune e la scuola media Giovanni Pascoli: per qual-che ora, il Sinda-

co Carlo Barbieri (nella foto a sinistra)

e la sua squadra di As-sessori e Consiglieri, hanno

ceduto i banchi, la sala consiliare e le “redini” della città ad un’altra Giunta, composta dai ragazzi della media Pascoli, regolarmente eletti dai loro compagni, a quanto si sa senza inciuci, alleanze e cor-renti a guastare il clima. A Barbieri è toc-cato il saluto, ma la parola è andata quasi subito alla schiera dei politici in erba: Al-berto Agoni e Chiara Segala (2°C), Giorgia Panzarotti (2°CF), Axel Gavril (2°D), Fabio Peveri e Martina Garbagna (2°E), Nicolò Do-menichetti, Alessandro Zagaglia e Veronica Cazzola (2°AS succursale don Orione), Sara Bega e Beatrice Arnone (2°Gs don Orione) e Lucia Codena (2°BS Don Orione). Un paio d’ore in cui i giovani assessori hanno discus-so e dibattuto su argomenti tutt’altro che futili: energia, ambiente, teatro e sport.

POLITICI PER UN GIORNO

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di quasi 200 km e sfiorano Pavia e Milano, per concludersi addirittura a Portofino, uno dei più antichi e suggestivi borghi marinari di tutto il mondo.L’unica ricerca sconsigliata da que-ste parti è quella alle “casalinghe di Voghera”, espressione rivendica-ta dallo scrittore Alberto Arbasino, vogherese di nascita, e per lungo

tempo entrata nel linguaggio gior-nalistico per indicare non tanto l’appartenenza geografica quanto una modestia culturale. Casalinghe qui ce ne sono molte, come in ogni angolo del pianeta, ma la pochezza è da tempo emigrata altrove: aste-nersi perditempo. 7

Da 32 anni, Oriano è un nome nell’universo internazionale dell’hair care, la cura e i trattamenti di bellezza per i capelli. Il primo salone, New People, Oriano lo apre in socie-tà nel 1980, ma è solo due anni fa che il coiffeur vogherese scegli di aprire il suo primo salone: Oriano Acconcia-ture.L’esperienza maturata, unita all’idea di utilizzare esclusivamente prodotti di altissima qualità, in breve tempo trasformano il suo centro in uno dei più apprezzati dell’intera regione.Oggi, Oriano Acconciature è in grado di accontentare ogni tipo di richiesta e fantasia hair style delle sue clienti, comprese le ultimissime tendenze dettate dal jet-set internazionale.

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I Trattamenti:

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“La tua salute è la nostra specialità”

Nuovo poliambulatorio dell‛Università per la salute degli atleti e degli sportivi.

Direttore sanitario Bruno MagnaniResponsabile organizzativo Giuseppe Giovanetti Per informazioni: Tel. 0383.63052 oppure • www.unipv.it/medicinadellosportvoghera

IL CENTRO

Il Centro di Medicina dello Sport di Voghera è il nuovo poliambulatorio dell’Università degli Studi di Pavia dedi-cato a chi fa attività sportiva.Qui tutti gli atleti e gli sportivi in genere possono trovare medici specialisti di grande esperienza e competenza, ambulatori ad alta tecnologia e servizi dedicati.

Il Centro è in grado di offrire la più completa offerta di servizi per la salute, dalle visite per l’idoneità all’attività sportiva, agli esami clinici più approfonditi e si colloca come nuovo punto di riferimento per tutte le società e i centri sportivi della provincia di Pavia e delle vicine province.

Le visite si effettuano solo su prenotazione dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 19.30.

SERVIZI

Il Centro di Medicina dello Sport di Voghera è un poliam-bulatorio multiservizio.I servizi forniti sono:visite specialistiche per l’accertamento dell’idoneità alla pratica sportivaagonistica di tipo A e di tipo Baccertamento e certifi cazione dell’idoneità alla pratica sportiva non agonistica (stato di buona salute – idoneità di primo livello) programmi valutativi completi per chi pratica sport che richiedono un elevato impegno cardiova-scolare (quali per esempio spinning, aerobica, step) e per chi vuole praticare attività sportiva adatta al suo stato di salutetest da sforzo massimali e test di valutazione funzionale per atleti dilettanti e professionistivalutazione della soglia anaerobica e programmi di alle-namento personalizzaticonsulenza in sport-terapia e riabilitazione cardiovasco-larepredisposizione di diete personalizzate per atleti, previa valutazione biometricacompleta e consulenza alimentarevisite cardiologiche e accertamenti diagnostici specialisti-ci per problemi legati allo sportconsulenza per atleti, tecnici, preparatori atletici, dirigenti sportivi.

Il LUSAMMR (Laboratorio universitario per lo studio delle attività motorie nelle malattie rare), inserito nel Centro di Medicina dello Sport, vuole rappresentare un punto di riferimento per i pazienti affetti da malattie rare.Il compito del Laboratorio è accogliere i pazienti nei momenti successivi alla diagnosi clinica ai fi ni di una valutazio-ne funzionale e nutrizionale orientata alla prescrizione dell’esercizio fi sico e della supplementazione nutrizionale.I principali obiettivi del LUSAMMR sono: la ricerca sperimentale orientata alla prescrizione dell’attività fi sica e delle supplementazioni nutrizionali nei pazienti affetti da malattie rarela valutazione funzionale del pazientela prescrizione dell’esercizio e della supplementazione nutrizionale.Il Laboratorio, inoltre, si propone come centro per l’addestramento delle fi gure specialistiche (fi sioterapisti, medici dello sport, laureati in scienze motorie) coinvolte nel trattamento riabilitativo integrato del paziente affetto da malat-tia rara e in particolare da distrofi a.

Le patologie oggetto di ricercaLe patologie di cui si occupa il Labora-torio sono: distrofi e muscolari, in par-ticolare la distrofi a muscolare di tipo Becker (la seconda distrofi a più diffusa nel mondo) e la distrofi a miotonica con i suoi quattro fenotipi (la più comu-ne forma di distrofi a dell’età adulta) distrofi a facio-scapolo-omerale, la terza più comune malattia genetica della mu-scolatura scheletrica, determinata da una mutazione a carico del cromosoma 4 le miopatie su base metabolicale malattie reumatiche altre malattie rare.

• CARDIOLOGIA• FARMACOLOGIA• FISIATRIA• MEDICINA LEGALE • MEDICINA DELLO SPORT• OCULISTICA • ORTOPEDIA• OTORINOLARINGOIATRIA• NEUROLOGIA• PNEUMOLOGIA• SCIENZA DELL’ALIMENTAZIONE

BRUNO MAGNANIDirettore sanitario del centro dimedicina dello sport di Voghera

SETTORI

LABORATORIO

IL CENTRO DI MEDICINA DELLO SPORT DI VOGHERAIl Centro di Medicina dello Sport di Voghera è il poliambulatorio

dell’Università degli Studi di Pavia dedicato al mondo degli sportivi. La

sede è in via Ugo Foscolo 13. Le visite si effettuano su prenotazione,

dal lunedì al venerdì, chiamando direttamente il Centro. Oltre ai Medici

dello Sport , qui esercitano Specialisti di diverse aree terapeutiche, dalla

Cardiologia alla Scienza dell’Alimentazione, secondo le esigenze dell’atleta.

LABORATORIO UNIVERSITARIO PER LO STUDIO DELLE ATTIVITÀ MOTORIE NELLE MALATTIE RARE

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“La tua salute è la nostra specialità”

Nuovo poliambulatorio dell‛Università per la salute degli atleti e degli sportivi.

Direttore sanitario Bruno MagnaniResponsabile organizzativo Giuseppe Giovanetti Per informazioni: Tel. 0383.63052 oppure • www.unipv.it/medicinadellosportvoghera

IL CENTRO

Il Centro di Medicina dello Sport di Voghera è il nuovo poliambulatorio dell’Università degli Studi di Pavia dedi-cato a chi fa attività sportiva.Qui tutti gli atleti e gli sportivi in genere possono trovare medici specialisti di grande esperienza e competenza, ambulatori ad alta tecnologia e servizi dedicati.

Il Centro è in grado di offrire la più completa offerta di servizi per la salute, dalle visite per l’idoneità all’attività sportiva, agli esami clinici più approfonditi e si colloca come nuovo punto di riferimento per tutte le società e i centri sportivi della provincia di Pavia e delle vicine province.

Le visite si effettuano solo su prenotazione dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 19.30.

SERVIZI

Il Centro di Medicina dello Sport di Voghera è un poliam-bulatorio multiservizio.I servizi forniti sono:visite specialistiche per l’accertamento dell’idoneità alla pratica sportivaagonistica di tipo A e di tipo Baccertamento e certifi cazione dell’idoneità alla pratica sportiva non agonistica (stato di buona salute – idoneità di primo livello) programmi valutativi completi per chi pratica sport che richiedono un elevato impegno cardiova-scolare (quali per esempio spinning, aerobica, step) e per chi vuole praticare attività sportiva adatta al suo stato di salutetest da sforzo massimali e test di valutazione funzionale per atleti dilettanti e professionistivalutazione della soglia anaerobica e programmi di alle-namento personalizzaticonsulenza in sport-terapia e riabilitazione cardiovasco-larepredisposizione di diete personalizzate per atleti, previa valutazione biometricacompleta e consulenza alimentarevisite cardiologiche e accertamenti diagnostici specialisti-ci per problemi legati allo sportconsulenza per atleti, tecnici, preparatori atletici, dirigenti sportivi.

Il LUSAMMR (Laboratorio universitario per lo studio delle attività motorie nelle malattie rare), inserito nel Centro di Medicina dello Sport, vuole rappresentare un punto di riferimento per i pazienti affetti da malattie rare.Il compito del Laboratorio è accogliere i pazienti nei momenti successivi alla diagnosi clinica ai fi ni di una valutazio-ne funzionale e nutrizionale orientata alla prescrizione dell’esercizio fi sico e della supplementazione nutrizionale.I principali obiettivi del LUSAMMR sono: la ricerca sperimentale orientata alla prescrizione dell’attività fi sica e delle supplementazioni nutrizionali nei pazienti affetti da malattie rarela valutazione funzionale del pazientela prescrizione dell’esercizio e della supplementazione nutrizionale.Il Laboratorio, inoltre, si propone come centro per l’addestramento delle fi gure specialistiche (fi sioterapisti, medici dello sport, laureati in scienze motorie) coinvolte nel trattamento riabilitativo integrato del paziente affetto da malat-tia rara e in particolare da distrofi a.

Le patologie oggetto di ricercaLe patologie di cui si occupa il Labora-torio sono: distrofi e muscolari, in par-ticolare la distrofi a muscolare di tipo Becker (la seconda distrofi a più diffusa nel mondo) e la distrofi a miotonica con i suoi quattro fenotipi (la più comu-ne forma di distrofi a dell’età adulta) distrofi a facio-scapolo-omerale, la terza più comune malattia genetica della mu-scolatura scheletrica, determinata da una mutazione a carico del cromosoma 4 le miopatie su base metabolicale malattie reumatiche altre malattie rare.

• CARDIOLOGIA• FARMACOLOGIA• FISIATRIA• MEDICINA LEGALE • MEDICINA DELLO SPORT• OCULISTICA • ORTOPEDIA• OTORINOLARINGOIATRIA• NEUROLOGIA• PNEUMOLOGIA• SCIENZA DELL’ALIMENTAZIONE

BRUNO MAGNANIDirettore sanitario del centro dimedicina dello sport di Voghera

SETTORI

LABORATORIO

IL CENTRO DI MEDICINA DELLO SPORT DI VOGHERAIl Centro di Medicina dello Sport di Voghera è il poliambulatorio

dell’Università degli Studi di Pavia dedicato al mondo degli sportivi. La

sede è in via Ugo Foscolo 13. Le visite si effettuano su prenotazione,

dal lunedì al venerdì, chiamando direttamente il Centro. Oltre ai Medici

dello Sport , qui esercitano Specialisti di diverse aree terapeutiche, dalla

Cardiologia alla Scienza dell’Alimentazione, secondo le esigenze dell’atleta.

LABORATORIO UNIVERSITARIO PER LO STUDIO DELLE ATTIVITÀ MOTORIE NELLE MALATTIE RARE

Page 18: And Co Magazine Apr-Mag_2013

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Page 19: And Co Magazine Apr-Mag_2013

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Page 20: And Co Magazine Apr-Mag_2013

È una curiosità legittima, a cui nes-suno ha mai saputo rispondere: come mai l’Ascensione sia stata scelta a far da solenne festa patro-nale di Voghera, malgrado il San-to Patrono riconosciuto sia San Lorenzo, resta un mistero. In ogni

angolo d’Italia, la festa principale di ogni città, cittadina e paese in genere coincide proprio con il santo a cui ci si è votati all’i-nizio della propria storia. Le motivazioni vogheresi si sono perse nell’incidere dei secoli, ormai diventati così abbondanti da arrivare a tagliare il traguardo delle 631 edizioni. Un primato difficilmente eguagliabile, che ha poca concorrenza nel mondo intero e dimostra quanto antico e profondo sia l’appuntamento che richiama gente da ogni dove, amici vicini e lontani, come avrebbe detto Nunzio Filogamo.

Sabato 11, ore 17: sono questi data e ora esatti in cui si conosceranno i nomi dei vin-citori della 18^ edizione del “Concorso Inter-nazionale di Poesia”, le cui borse di studio sono intitolate a Carlo Lusardi, Paolo Por-ri, Alessandro Lo Giudice e Giovanni Savio, quest’ano con l’aggiunta di altre due, offerte dall’Avis e dedicate a Peppino Malacalza. A leggere le poesie vincitrici, selezionate da una giuria composta dall’ideatore del con-corso Salvatore Ciccò, con la collaborazione

delle scrittrici Camilla Sernagiotto e Alessan-dra Zermoglio, sarà Sara Sacchi, accom-pagnata al pianofor-te di Eliana Lopresti.

POESIA, ATTO 18

A sinistra:Chiesa Santa Maria delle Grazie

A destra:Tempio Sacrario Cavalleria Italianae ParrocchiaSanta Maria della Salute

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Qualche scampolo di storia lascia intende-re che tutto potrebbe aver avuto inizio nel lontano 1819, con l’arrivo in città di Carlo Francesco Carnevale, vescovo di Tortona e Principe di Cambiò, che il 19 maggio, giorno dell’Ascensione, guidò una solenne processione a cui Voghera tutta rispose con il suono di tre campane giunte in città appositamente e con le strade addobbate a festa. La curiosità si concentra su alcune delle disposizioni comunali, emanate al-lora e diventate per buona parte difficili da rispettare: l’addobbo della cappella del Rosario nella chiesa di San Domenico, l’arco con emblemi episcopali sulla porta della Chiesa e l’invito alla popolazione di addobbare porte e finestre per accogliere il passaggio della processione ed il poten-ziamento dell’illuminazione cittadina. 5

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Page 22: And Co Magazine Apr-Mag_2013

22| aprile/maggio ‘13

Leggermente più complicato, attualmen-te, è organizzare il viaggio a cavallo del Sindaco per incontrare alcuni proprietari ai confini del territorio cittadino, o l’usan-za di ospitare il Vescovo per garantirgli un alloggio comodo e consono, con sfilata di consiglieri, autorità e canonici che si alter-nino con lui al tavolo durante la perma-nenza in città.Fra i riti che più colpivano la popolazione la funzione della Sacra Spina: si dice una spina della corona che avvolgeva il capo di Gesù, quindi reliquia carica di grande valore di cui ancora una volta si è persa la provenienza (si ipotizza sia stata portata dai Crociati), fatta scendere grazie ad un ingegnoso sistema ideato da un pittore locale. Nel tempo, alle funzioni religiose si

vanno aggiungendo momenti di svago e festa che coinvolgono e stupiscono la po-polazione. Per anni si parla dell’arrivo in città di un grosso elefante, il primo mai vi-sto da queste parti, mostrato nel 1824 per 25 centesimi, o il volo dell’asino del 4 giu-gno 1827: una corda tesa fra l’orologio del

Duomo ed un pilastro del portico, testato prima con una ragazzina e alla fine con il povero somaro, stupito almeno quanto quelli che lo guardavano dal basso.Ma il tempo passa e la Sensia diventa sempre di più un’occasione di festa, di anno in anno si aggiungono i fuochi 5

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d’artificio, l’albero della cuccagna e poi gio-chi che coinvolgono e fanno ridere la popo-lazione: la corsa dei sacchi, tombole e ba-racconi che friggono e arrostiscono di tutto, riempiendo l’aria di profumi irresistibili.Quest’anno, dal 9 al 12 maggio, l’ex Caser-ma di Cavalleria ospita l’edizione numero 631 della “più antica fiera della Lombar-dia”, lanciandosi in modo chiaro verso un trampolino rappresentato dall’occasione di mostrarsi al mondo intero: l’Expo 2015 di Milano. Il calendario della Sensia, come sempre fitto di eventi, quest’anno punta buona parte del programma sull’enogastronomia, settore quan-tomai in voga che nel territorio vogherese affonda le radici nella storia e nelle tradizioni, con piatti e specialità uniche. A farla da pa-drone è un padiglione di 2.000 mq dedicato alle eccellenze del territo-rio: prodotti tipici, compresi quelli tutelati dal marchio De.Co., accom-pagnati dall’intera filiera dell’e-nogastronomia, dai produttori alle botteghe. L’inaugurazione è affidata al “Corpo Musicale Città di Voghera”, banda di origini antichissime oggi diretta dal maestro Franco Garbarini.Il corollario della Sensia è come sem-pre ricco e studiato per accontentare tutti, grandi e piccoli. Concerti, mostre,

luna park, aree motori, fiera agricola, il campo base della Croce Rossa e il debutto de “Il sogno antico”, mercatino dell’anti-quariato in programma la terza domenica di ogni mese, e sulla scia del successo di pubblico inserito per la prima volta nel novero delle iniziative. A chiudere i fe-steggiamenti i fuochi d’artificio, soppressi lo scorso anno per rispettare la memoria delle vittime dell’attentato alla scuola di Brindisi. Per finire con un’usanza storica, che ancora qualcuno rispetta con scru-polo: il giorno dell’Ascensione si semina l’orto con le verdure di stagione. La Sen-sia anticipa da sempre l’estate, e non c’è modo migliore per fare festa. 7

Giovedì 9 maGGioInaugurazione con apertura della Fiera sino alle 24

venerdì 10 e Sabato 11 maGGioApertura dalle 10 all’1 di notteInaugurazione fiera agricola

domenica 12 maGGioApertura dalle 10 alle 24, fuochi artificiali finali

Gli eventi, con foto e video, verranno continuamente aggiornati sul sito del Comune di Voghera (www.comune.voghera.pv.it) e su quello di Agenzia CreativaMente (www.agenziacreativamente.it o www.festepatroni.it) nell’apposito banner “Sensia 2013”.

TUTTE LE DATE DELLA SENSIA

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ORARI:Lunedì 17:00/02:00

Martedì/Sabato 11:30/14:30 e 17:00/02:00 Domenica chiuso

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LONDON CALLINGvini, ma è solo una parentesi, perché lo scorso anno, arriva l’occasione di rilevare un locale vogherese. Si chiama “Big Ben”, e unisce l’inarrivabile abilità tutta italiana per la cucina con dosi massicce di “Union Jack”, la

celebre bandiera inglese. Al Big Ben non mancano le birre d’oltremanica e la cucina è in grado di soddisfare i piccoli desideri di chi vuole mangiare qualcosa dalle sette di sera alle due del mattino.Finito qui? Ci mancherebbe. Fra pochi giorni, per l’esattezza il 9 maggio, l’irrefrenabile fantasia di Giuseppe Cristini darà vita ad un altro locale, che promette di rivoluzionare le abitudini di chi vive nella zona di Voghera. Si chiama “What’s Up”, ed è inserito nella spettacolare cornice del “Golf & Country Salice Terme” di Salice Terme: centro sportivo con percorso a 9 buche di 5.470 metri, ma anche location attenta al benessere e al relax dei propri ospiti. Il What’s Up” sarà pizzeria e griglieria, ma anche e soprattutto un luogo dove ascoltare buona musica dal vivo, vivere serate a tema (dal Latin al Jazz) e perché no, lasciarsi guidare dalle scelte dei DJ set che si alterneranno alla consolle. L’estate non ha più scuse per tardare ancora.

e. Al Big Ben non mancano le birre a è in grado di soddisfare i piccoli ngiare qualcosa dalle sette di sera

bbe. Fra pochi giorni, per ’irrefrenabile fantasia di Giuseppe

altro locale, che promette dii di chi vive nella zona di Voghera.ged è inserito nella spettacolare ntry Salice Terme” di Salice con percorso a 9 buche di 5.470 n attenta al benessere e al relax’s Up” sarà pizzeria e griglieria, un luogo dove ascoltare buona serate a tema (dal Latin al Jazz) e

BIG BEN via Emilia, 200 Voghera

What’s Up Via Diviani, 10 Salice Terme

Tel. 334.3579302

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“Fra i miei clienti c’erano il Principe William, Ringo Star, Mick Jagger, Eric Clepton, Lapo Elkann e Claudia Schiffer”. L’esperienza inglese ha cambiato per sempre Giuseppe Cristini, un “restaurant man”, per dirla come Joe Bastianich, giudice italo-americano di “Masterchef Italia”. Cristini studia all’albeghiero di Sondalo, in Valtellina, e da lì inizia la tra-fi la classica di chi sceglie quel tipo di studi: ristoranti e alberghi, per fare pratica e imparare davvero il mestiere sul campo. Lui inizia in due strutture alberghiere di Bergamo e Santa Margherita Ligure. Ma c’è qualcosa di più che morde dentro e medita, Cristini, di fare do-manda per imbarcarsi sulle navi da crociera. Si lavora tanto, ma si gira il mondo. Invece il

destino ha scelto per lui altre strade, che portano in Inghilterra. Cristini vola al di là della Manica e per un anno e mezzo mette tutta la sapienza gastronomica italiana al servizio di un locale a Guildford, nel Surrey. Una contea piuttosto popolosa, che fa parte dell’area metropolitana di Londra, in cui molti degli abitanti si recano ogni mattina per andare al lavoro. L’esperienza fi nisce, Cristini torna in Italia e ormai il suo curriculum comincia ad essere interessante: lo dimostrano i due anni e mezzo passati all’Enoteca Pinchiorri di Fi-renze, uno dei templi della gastronomia italiana, premiato con tre stelle Michelin e inserito da ogni guida esistente nell’elenco dei locali più prestigiosi del mondo.Nel 1997, con un’altra esperienza in più, Cristini torna a Londra per ricoprire il ruolo di “As-sistent Manager” del “Monza”, prestigioso locale di Knightsbridge, centralissimo distretto londinese a pochi passi da “Harrod’s”, il più celebre e affollato grande magazzino della capitale inglese. È a quel punto, che i suoi clienti diventano divi e volti noti della musica, della moda, del jet set internazionale. Ma il “Monza” ha una declinazione in più: è dedicato alle corse automobilistiche e alla velocità, ambiente in cui gente come Rubens Barrichello, David Coulthard, Juan Pablo Montoya, Olivier Panis e John Surtees è di casa.Nel 2001 per Cristini arriva l’ora del grande salto: aprire il “Cristini”, il proprio ristorante londinese, seguito da un secondo due anni dopo. Sono anni di fatiche e successi, con la cultura inglese che si pianta sempre più nell’animo di Giuseppe.Nel 2009 il ritorno in Italia, a Voghera. La ristorazione lascia il posto alla passione per i

Dall’esperienza anglosassone di un ristoratore di talento, due locali stanno animando la scena notturna vogherese. Un tipico “pub” di Soho aperto fi no a tardi ed un posto dove mangiare, ma anche vivere serate piene di musica e show

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LONDON CALLINGvini, ma è solo una parentesi, perché lo scorso anno, arriva l’occasione di rilevare un locale vogherese. Si chiama “Big Ben”, e unisce l’inarrivabile abilità tutta italiana per la cucina con dosi massicce di “Union Jack”, la

celebre bandiera inglese. Al Big Ben non mancano le birre d’oltremanica e la cucina è in grado di soddisfare i piccoli desideri di chi vuole mangiare qualcosa dalle sette di sera alle due del mattino.Finito qui? Ci mancherebbe. Fra pochi giorni, per l’esattezza il 9 maggio, l’irrefrenabile fantasia di Giuseppe Cristini darà vita ad un altro locale, che promette di rivoluzionare le abitudini di chi vive nella zona di Voghera. Si chiama “What’s Up”, ed è inserito nella spettacolare cornice del “Golf & Country Salice Terme” di Salice Terme: centro sportivo con percorso a 9 buche di 5.470 metri, ma anche location attenta al benessere e al relax dei propri ospiti. Il What’s Up” sarà pizzeria e griglieria, ma anche e soprattutto un luogo dove ascoltare buona musica dal vivo, vivere serate a tema (dal Latin al Jazz) e perché no, lasciarsi guidare dalle scelte dei DJ set che si alterneranno alla consolle. L’estate non ha più scuse per tardare ancora.

e. Al Big Ben non mancano le birre a è in grado di soddisfare i piccoli ngiare qualcosa dalle sette di sera

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altro locale, che promette dii di chi vive nella zona di Voghera.ged è inserito nella spettacolare ntry Salice Terme” di Salice con percorso a 9 buche di 5.470 n attenta al benessere e al relax’s Up” sarà pizzeria e griglieria, un luogo dove ascoltare buona serate a tema (dal Latin al Jazz) e

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“Fra i miei clienti c’erano il Principe William, Ringo Star, Mick Jagger, Eric Clepton, Lapo Elkann e Claudia Schiffer”. L’esperienza inglese ha cambiato per sempre Giuseppe Cristini, un “restaurant man”, per dirla come Joe Bastianich, giudice italo-americano di “Masterchef Italia”. Cristini studia all’albeghiero di Sondalo, in Valtellina, e da lì inizia la tra-fi la classica di chi sceglie quel tipo di studi: ristoranti e alberghi, per fare pratica e imparare davvero il mestiere sul campo. Lui inizia in due strutture alberghiere di Bergamo e Santa Margherita Ligure. Ma c’è qualcosa di più che morde dentro e medita, Cristini, di fare do-manda per imbarcarsi sulle navi da crociera. Si lavora tanto, ma si gira il mondo. Invece il

destino ha scelto per lui altre strade, che portano in Inghilterra. Cristini vola al di là della Manica e per un anno e mezzo mette tutta la sapienza gastronomica italiana al servizio di un locale a Guildford, nel Surrey. Una contea piuttosto popolosa, che fa parte dell’area metropolitana di Londra, in cui molti degli abitanti si recano ogni mattina per andare al lavoro. L’esperienza fi nisce, Cristini torna in Italia e ormai il suo curriculum comincia ad essere interessante: lo dimostrano i due anni e mezzo passati all’Enoteca Pinchiorri di Fi-renze, uno dei templi della gastronomia italiana, premiato con tre stelle Michelin e inserito da ogni guida esistente nell’elenco dei locali più prestigiosi del mondo.Nel 1997, con un’altra esperienza in più, Cristini torna a Londra per ricoprire il ruolo di “As-sistent Manager” del “Monza”, prestigioso locale di Knightsbridge, centralissimo distretto londinese a pochi passi da “Harrod’s”, il più celebre e affollato grande magazzino della capitale inglese. È a quel punto, che i suoi clienti diventano divi e volti noti della musica, della moda, del jet set internazionale. Ma il “Monza” ha una declinazione in più: è dedicato alle corse automobilistiche e alla velocità, ambiente in cui gente come Rubens Barrichello, David Coulthard, Juan Pablo Montoya, Olivier Panis e John Surtees è di casa.Nel 2001 per Cristini arriva l’ora del grande salto: aprire il “Cristini”, il proprio ristorante londinese, seguito da un secondo due anni dopo. Sono anni di fatiche e successi, con la cultura inglese che si pianta sempre più nell’animo di Giuseppe.Nel 2009 il ritorno in Italia, a Voghera. La ristorazione lascia il posto alla passione per i

Dall’esperienza anglosassone di un ristoratore di talento, due locali stanno animando la scena notturna vogherese. Un tipico “pub” di Soho aperto fi no a tardi ed un posto dove mangiare, ma anche vivere serate piene di musica e show

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Cinque giorni di vacanza sporti-va indimenticabili che hanno cementato l’amicizia tra i 15 ra-gazzi della squadra Giovanissi-mi del Nord Voghera impegnati, a cavallo di Pasqua, nell’11° Torneo dell’Adriatico. Una mani-

festazione internazionale che la Società Romagna Centro organizza in maniera impeccabile dal 2002 negli impianti spor-tivi di Cesenatico e dintorni: meccanismi oliati dall’esperienza e dalla competenza, conditi dallo spirito di accoglienza tipi-camente romagnolo. La competizione ha coinvolto 96 squadre provenienti da Italia, Svizzera e Germania, suddivise in nove categorie d’età, dai Pulcini 2004 agli Allievi ’96. Il Nord Voghera è stato l’unico sodalizio a rappresentare la provincia di Pavia in un torneo che ha attratto oltre 2200 partecipanti tra giovani calciatori, allenatori, dirigenti sportivi e famiglia-

ri accompagnatori. La società iriense ha aderito con l’entusiasmo dei suoi 15 cal-ciatori in erba (otto nati nel 1998, sei del 1999 e uno del 2000) guidati dal tecnico Giampiero Tosini, dal vice Vittorio Grazia-dei, dai dirigenti accompagnatori Gianlu-ca Negri e Michele Saviotti, cui si sono ag-giunti 14 genitori. Alla sfilata inaugurale nello stadio di Cesenatico, sotto gli occhi di un migliaio di spettatori, i grigiorossi si sono subito distinti per lo striscione più bello (ora stabilmente esposto nel campo di strada Frassolo). Nei 15 metri di lun-ghezza si concentrano l’incitazione “FOR-ZA NORD VOGHERA” e le fotografie in pri-mo piano dei ragazzi: Federico Balconato, Federico Carbone, Giovanni Ferraraccio, Giampaolo Pappalardo, Pietro Lazzeri, Mattia Negri, Majkol Puci, Federico Trussi, Luca Numerati, Riccardo Saviotti, Jacopo Spalla, Matteo Semeraro, Nunzio Fingi, Iu-stin Cocu, Simone Bin. 5

CRONACHE DI UN TORNEOE DI UN GRUPPO DI RAGAZZISULLA RIVIERA ROMAGNOLA.

PER MOTIVI CALCISTICI,MA ANCHE PERCHÉ

A QUELL’ETÀ BASTA POCOPER VIVERE UNA VACANZA

di AngelAmAriA SCupelli

28| aprile/maggio ‘13

PERSONAL AEROSOLNe è passato di tempo dalla prima sigaretta elettroni-ca, timidamente creata qualche anno fa dalla Ruyan, un’azienda cinese. Oggi, il mercato è in forte espansio-ne e la domanda cresce, sulla spinta di coloro che per smettere di fumare le hanno provate tutte, e sperano in un nuovo metodo per dire addio alle “bionde”.Si tratta di un dispositivo elettronico che attraverso il vapore prodotto da una soluzione di alcol alimentare e liquidi aromatizzati, riproduce aspetto, sapore e perfi no gestualità di una normale sigaretta. Una sorta di aero-sol personale e portatile, i cui lati positivi sono tanti: in primis, eliminare i rischi delle sostanze cancerogene, quindi l’assenza di fumo, cattivi odori e cenere, oltre ad un notevole risparmio economico.Ma in compenso, una domanda così forte ha creato un’impennata di centri, a volte un po’ improvvisati o creati senza alcuna preparazione specifi ca, spinti soltanto dalla ricorsa al business. L’elisir del fumatore a Voghe-ra esiste da mesi: il centro vanta una clientela ormai fi delizzata grazie all’offerta dei migliori e più effi caci prodotti presenti sul mercato. Il punto vendita è spe-cializzato nella vendita di sigarette elettroniche in vari modelli e colori, accessori e batterie, nicotina liquida, custodie e ricambi, nonché rivenditore uffi ciale delle essenze di ricarica “Liquid Flavour Art”.Il centro è disponibile per prove gratuite, senza alcun impegno. Dire addio alle sigarette è oggi un traguardo alla portata di tutti e che non richiede pene, sforzi e sofferenze.

Via Gramsci, 33 Voghera (Pv) | tel 0383/62757 | Tutti i giorni orario continuato h 10-19,30 [email protected]

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PERSONAL AEROSOLNe è passato di tempo dalla prima sigaretta elettroni-ca, timidamente creata qualche anno fa dalla Ruyan, un’azienda cinese. Oggi, il mercato è in forte espansio-ne e la domanda cresce, sulla spinta di coloro che per smettere di fumare le hanno provate tutte, e sperano in un nuovo metodo per dire addio alle “bionde”.Si tratta di un dispositivo elettronico che attraverso il vapore prodotto da una soluzione di alcol alimentare e liquidi aromatizzati, riproduce aspetto, sapore e perfi no gestualità di una normale sigaretta. Una sorta di aero-sol personale e portatile, i cui lati positivi sono tanti: in primis, eliminare i rischi delle sostanze cancerogene, quindi l’assenza di fumo, cattivi odori e cenere, oltre ad un notevole risparmio economico.Ma in compenso, una domanda così forte ha creato un’impennata di centri, a volte un po’ improvvisati o creati senza alcuna preparazione specifi ca, spinti soltanto dalla ricorsa al business. L’elisir del fumatore a Voghe-ra esiste da mesi: il centro vanta una clientela ormai fi delizzata grazie all’offerta dei migliori e più effi caci prodotti presenti sul mercato. Il punto vendita è spe-cializzato nella vendita di sigarette elettroniche in vari modelli e colori, accessori e batterie, nicotina liquida, custodie e ricambi, nonché rivenditore uffi ciale delle essenze di ricarica “Liquid Flavour Art”.Il centro è disponibile per prove gratuite, senza alcun impegno. Dire addio alle sigarette è oggi un traguardo alla portata di tutti e che non richiede pene, sforzi e sofferenze.

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Il campo non ha premiato a sufficienza gli entusiasmi vogheresi: dopo l’illusorio pareggio per 1-1 con l’Union Calcio Mace-rata e l’ottima prestazione agonistica con-tro la favorita Cantù San Paolo-squadra A (salita infatti sul podio finale), conclusa però con una sconfitta per 3-2 maturata nei minuti di recupero, il sogno si è infran-to nell’ultimo match contro il Forlimpoli, in cui i ragazzi di Tosini sono stati tradi-ti dall’obbligo della vittoria e, sotto una pioggia battente, hanno finito per perdere di misura. La delusione dell’eliminazione è stata transitoria: al pomeriggio tutti sulla spiaggia dell’Hotel Bellevue di Mila-

no Marittima per un’improvvisata partita di beach soccer, tra schizzi di sabbia e di acqua di mare. “E’ stato il momento più divertente della vacanza – è il commen-to all’unisono di Pietro, Jacopo, Federico e Majkol – dopo le sfide notturne con la Play e la Wii”. Le ore piccole trascorse alla con-sole nelle camere dell’hotel possono aver sottratto concentrazione nel match deci-sivo, ma tecnici e genitori hanno preferito soprassedere, soddisfatti dal clima solida-le creatosi tra i ragazzi nei vari momenti della vacanza: a tavola, a passeggio per Milano Marittima nei momenti di relax, in spiaggia, oltre che ovviamente in campo.

Per la cronaca, nella categoria Giovanis-simi ’98 si sono imposti i padroni di casa del Romagna Centro sulla Dozzese, mentre al Cantù San Paolo, che aveva eliminato il Nord Voghera, è andata la medaglia di bronzo. I dirigenti del Nord sono soddisfat-ti della partecipazione dei Giovanissimi i quali, pur schierando stabilmente un 2000 (Simone Bin) e diversi ragazzi del ‘99, han-no tenuto testa agli avversari nella catego-ria che ha visto la partecipazione più nu-trita: ben 16 compagini provenienti dalle province di Milano (Athletic Trezzano e Ba-rona), Cantù (San Paolo squadre A e B), Bre-scia (Valtenesi), Trento (Aquila), Bologna (Dozzese e Tozzono Pedagna), Forlì-Cesena (Romagna Centro e Forlimpopoli), Ravenna (Massalombarda), Macerata (Union Calcio), Roma (Cynthia), Salerno (Franco della Mo-nica) e dalla Svizzera (Losone). 7

Balconato, Bin, Carbone, Cocu, Ferraraccio, Fingi, Lazzari, Negri, Numerati, Pappalardo, Saviotti, Semeraro, Spalla, Trussi

Allenatore: Tosini Vice allenatore: Graziadei

g.S. nord Voghera 1989

30| aprile/maggio ‘13

L’IMPORTANTE È DIVERTIRSIAlcune immagini della trasferta in terra

romagnola dei giovani del G.S. Nord Voghera 1989 impegnati nel Torneo dell’Adriatico. Un

week end trascorso giocando a calcio, ma anche assaporando un primo scampolo di spiaggia, in attesa dell’estate. Al centro della pagina, nella foto più grande Giampiero Tosini, il “mister”, in

piccolo Vittorio Graziadei, il vice allenatore.

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Dimasi è l’edilizia vista in tutte le sue angolazioni: dalla costruzione alla ristrutturazione, smaltimento e risanamento. Con in un più una task force di professionisti in grado di risolvere ogni problema, giorno e notte.L’impresa Dimasi è una realtà piuttosto giovane nel panora-ma edilizio vogherese, ma con un passato ormai suffi ciente per poter vantare un’esperienza invidiabile nel settore delle costruzioni civili e industriali. Le loro sono una serie di com-petenze, professionalità e credibilità acquisite direttamente “sul campo”, che messe insieme hanno creato terreno fertile per una crescita continua dell’azienda, portando Giuseppe, il titolare, e la sua squadra di collaboratori a lavorare su tutto il territorio nazionale, senza però trascurare in alcun modo la realtà vogherese.L’impresa, grazie all’ausilio di personale qualifi cato e all’impiego delle più moderne attrezzature edili, è in grado di occuparsi di qualsiasi tipo di intervento di costruzione, ristrutturazione, risanamento e ampliamento di immobili già esistenti, con consegna dei lavori “chiavi in mano”.Tutti i lavori sono realizzati prestando la massima attenzione ai dettagli e alle esigenze (e perché no, i capricci) del cliente, sforzandosi di conservare un ottimo rapporto fra qualità e

prezzo: rendersi competitivi, rispetto ai costi di mercato, è un motivo di vanto dell’impresa Dimasi. Il titolare, da sempre attento tanto alle esigenze quanto alle tendenze del settore edile (oltre all’obbligo per l’Italia di adeguarsi alle normative della Comunità Europea in materia di smaltimen-to dell’amianto), ha scelto di ampliare l’offerta dei servizi aziendali, aggiungendo un supporto qualifi cato a Enti e pri-vati che si trovino nella necessità di bonifi care dall’amian-to edifi ci o ambienti. Per questo, la Dimasi Costruzioni è un partner in grado di fornire risposte concrete di fronte a qualsiasi tipo di richiesta: interventi di drenaggio e bonifi ca, pulizia e disinfestazione di pozzi neri, sgomberi e trasporti di materiali edili, abbattimento delle piante e servizio spurgo fogne stradali, civili e industriali.L’impresa è anche abilitata per la gestione di vendita e per-muta di beni immobili di qualsiasi tipo: dalle aree edifi cabili ai terreni, compresi fabbricati civili, rurali, commerciali e in-dustriali. Un servizio in più, di fondamentale importanza per i privati ma anche per le attività commerciali, è il “Pronto intervento 24 ore su 24” per problemi di idraulica o elettri-cità: grazie ad attrezzature particolari e a squadre sempre operative, non c’è ogni emergenza che tenga.

• COSTRUZIONI

(CIVILI E INDUSTRIALI)

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Dimasi è l’edilizia vista in tutte le sue angolazioni: dalla costruzione alla ristrutturazione, smaltimento e risanamento. Con in un più una task force di professionisti in grado di risolvere ogni problema, giorno e notte.L’impresa Dimasi è una realtà piuttosto giovane nel panora-ma edilizio vogherese, ma con un passato ormai suffi ciente per poter vantare un’esperienza invidiabile nel settore delle costruzioni civili e industriali. Le loro sono una serie di com-petenze, professionalità e credibilità acquisite direttamente “sul campo”, che messe insieme hanno creato terreno fertile per una crescita continua dell’azienda, portando Giuseppe, il titolare, e la sua squadra di collaboratori a lavorare su tutto il territorio nazionale, senza però trascurare in alcun modo la realtà vogherese.L’impresa, grazie all’ausilio di personale qualifi cato e all’impiego delle più moderne attrezzature edili, è in grado di occuparsi di qualsiasi tipo di intervento di costruzione, ristrutturazione, risanamento e ampliamento di immobili già esistenti, con consegna dei lavori “chiavi in mano”.Tutti i lavori sono realizzati prestando la massima attenzione ai dettagli e alle esigenze (e perché no, i capricci) del cliente, sforzandosi di conservare un ottimo rapporto fra qualità e

prezzo: rendersi competitivi, rispetto ai costi di mercato, è un motivo di vanto dell’impresa Dimasi. Il titolare, da sempre attento tanto alle esigenze quanto alle tendenze del settore edile (oltre all’obbligo per l’Italia di adeguarsi alle normative della Comunità Europea in materia di smaltimen-to dell’amianto), ha scelto di ampliare l’offerta dei servizi aziendali, aggiungendo un supporto qualifi cato a Enti e pri-vati che si trovino nella necessità di bonifi care dall’amian-to edifi ci o ambienti. Per questo, la Dimasi Costruzioni è un partner in grado di fornire risposte concrete di fronte a qualsiasi tipo di richiesta: interventi di drenaggio e bonifi ca, pulizia e disinfestazione di pozzi neri, sgomberi e trasporti di materiali edili, abbattimento delle piante e servizio spurgo fogne stradali, civili e industriali.L’impresa è anche abilitata per la gestione di vendita e per-muta di beni immobili di qualsiasi tipo: dalle aree edifi cabili ai terreni, compresi fabbricati civili, rurali, commerciali e in-dustriali. Un servizio in più, di fondamentale importanza per i privati ma anche per le attività commerciali, è il “Pronto intervento 24 ore su 24” per problemi di idraulica o elettri-cità: grazie ad attrezzature particolari e a squadre sempre operative, non c’è ogni emergenza che tenga.

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Specchio di un’Italia sempre più multietnica, Voghera nel gennaio di quest’anno ha superato la so-glia dei 40 mila residenti (40.053, per l’esattezza), facendo registrare il segno più nel capitolo crescita dall’ormai lontano 1991, anno con-

siderato cardine nell’inversione di tendenza verso la scarsa natalità. Ma il dato, di per sé positivo, ne nasconde un altro, che toglie il merito dei numeri ai soli nativi iriensi, pas-sandolo direttamente ai nuovi vogheresi, quelli d’adozione, nati in altre zone del mon-do e giunti qui pieni di speranze. Un esempio inconfutabile è rappresentato dal calcolo che riguarda le nascite: su quasi 300 parti registrati a fine gennaio, un centinaio scar-so è rappresentato da bambini con nomi e cognomi stranieri. Italiani quindi, anche se in molti casi a tempo, legati a filo doppio ai destini dei genitori, che se non riescono a giustificare la permanenza nel nostro paese

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Page 35: And Co Magazine Apr-Mag_2013

Una carrozzeria dove tutto è previsto e pianifi cato? Perché far riparare la macchina non diventi una pena, ecco un’azienda che ha pensato a tutto.

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sono costretti ad andarsene. Voghera, come si diceva qualche riga fa, spec-chio in proporzione dell’Italia stessa, che invecchia in modo inesorabile ma fatica a creare in proprio i motivi del ricambio, che a sua volta avviene solo grazie alla presenza delle nuove et-nie, anche se perfino queste, sull’onda di una crisi che non guarda in faccia nessuno, hanno iniziato un’inversio-ne di tendenza del flusso migratorio, cambiando zona di residenza o addi-rittura tornando in patria. La carenza di neonati iriensi, ancora una volta, tro-va la forza dei numeri: in città, secondo un dato statistico che risale al 2011, i single, che siano di rimbalzo post-ma-trimoniale, per destino vedovale o per

scelta, abbondano: si contano 5.147 persone non accasate, comprese in un range di età che va dai 25 ai 44 anni di età, periodi della vita in cui in ge-nere si tenta di mettere su famiglia. Il numero più alto di divorzi (196) si con-centra sulla fascia fra i 45 ed i 49 anni di età, mentre alla stessa fascia di età appartiene la più alta percentuale di persone che strenuamente resistono al matrimonio: 2.363. I vedovi, maschi o femmine che siano, salgono ovvia-mente con l’aumentare dell’età, ma la prima impennata delle percentuali fa registrare un aumento proporzional-mente molto alto fra due fasce piutto-sto vicine tra loro: 59 persone rimaste vedove tra i 50 ed i 54 anni, che diven-tano ben 116 fra 55 e 59 anni. 7

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Impegno costante, in continua crescita

ASM, un Gruppo al Servizio del Territorio

ASM Voghera Spa Holding è la principale Multiutility del territorio Oltrepadano. Nata nel 1899, è attiva nella gestione e nello svi-luppo di reti e servizi nei business dell’acqua, dell’energia e dell’am-biente, elementi fondamentali per ASM.

Tra le attività: gestione del servi-zio idrico integrato (acquedotto, fognatura e depurazione), pro-duzione/distribuzione di energia elettrica e da fonti rinnovabili, distribuzione del gas, gestione dell’illuminazione pubblica, ge-stione calore, raccolta, trasporto, smaltimento dei rifi uti solidi ur-bani ed assimilabili, gestione del verde pubblico ed ornamentale, gestione del servizio di onoranze funebri.

Il forte radicamento nel territorio e l’esperienza consolidata, la qualità dei servizi e lo sviluppo sosteni-bile, rappresentano, insieme a innovazione, sviluppo, centralità del cliente, effi cienza operativa e orga-nizzativa, i valori portanti dell’agire quotidiano dell’Azienda e del Gruppo. Valori che si traducono in un impegno costante e in continua crescita.

ASM ritiene che l’adozione di un proprio modello di governo societario, articolato in una serie di principi, regole e procedure, sia condizione imprescindibile per il perseguimento dei valori alla base della propria missione. Allo scopo di affermare con chiarezza criteri di condotta con valore etico positivo condivisi all’interno del Gruppo, è stato adottato il Codice Etico, la cui osservanza da parte degli amministratori, dei sindaci, del management, dei dipendenti e dei fornitori, nonché di tutti coloro che operano per il conseguimento degli obiettivi della Società, è considerato di importanza fondamentale per l’effi cienza, l’affi dabilità e la reputazione di ASM.

ASASASMM GGG lll SSS iii iii ddd lll TT iiitt iii

ASM VOGHERA SPA

HOLDING

ControllateASM Vendita e Servizi srl (100%)Voghera Ristorazione srl (51%)

Fabbrica Energia srl (50%)

CollegateVoghera Energia spa (20%)

Sapo spa (25%)Aler Servizi srl (30%)Tre Mortara srl (49%)

Pavia Acque srl (19,19%)

Altre PartecipazioniBroni Stradella spa (0,92%)

Banca Centropadana S.c.a.r.l. (0,18%)GAL Alto Oltrepo S.c.a.r.l. (0,17%)

L’ECCELLENZA ENERGETICA DEL TERRITORIO

ASM VOGHERA SpA via Pozzoni, 2 - 27058 Voghera (PV) Tel. 0383.3351 - Fax 0383.365788 - [email protected]

ASM VENDITA E SERVIZI SRL via Gramsci, 1 - 27058 Voghera (PV) Tel. 800130525 Fax 0383.335206 [email protected]

Page 37: And Co Magazine Apr-Mag_2013

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Oltre 324 mila visitatori, 285 mila operatori del settore da 160 paesi, 2.000 espo-sitori distribuiti su 204.850 mq. Sono i numeri più im-portanti della 52^ edizione del Salone del Mobile di Mi-

lano, messi insieme in appena 6 giorni di esposizione e sintomo di ciò che da tempo è più di un sospetto: la bontà del made in Italy continua a tirare, incuran-te delle beghe istituzionali che fanno di tutto per affossare questo paese. Lo slo-gan dell’edizione, “Il mondo che abite-remo”, ha coinvolto tutti i padiglioni, de-dicati al mobile abitativo, a quello del complemento d’arredo e al SaloneUffi-cio, con il SaloneSatellite e la biennale Euroluce a fare da corollario. 7

Page 38: And Co Magazine Apr-Mag_2013

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I LIBRI, ESSENZIALETalmente essenziale, rigorosa ed elegan-te, da non avere bisogno d’altro. Una delle librerie che fa parte della collezione Ar-keos di Firenze, giocata sul contrasto tra spazi e vuoti asimmetrici. Realizzata in noce crudo, noce grano e moka cacao, con interni laccabili a richiesta.

cOMODI SULLE pALLENon è un ingrandimento di palline da tennis o un frutto tropicale, ma una poltrona nata dalla fantasia dei de-signer di Rossi di Albizzate, formata da sfere ottenute stampando a freddo poliu-retano Rofoam, con inserti in multistrato. Il rivesti-mento esterno (sfoderabi-le e lavabile) è in Dacron Dupont, mentre la struttura che regge tutto è in acciaio. Disponibile in diversi ac-costamenti di colore e con rivestimento ignifugo.

E ADESSO SIEDITILa destrutturazione di un ogget-to conosciuto è alla base dell’in-tenso lavoro di Alessandro Ged-da, designer di Just One Piece. Lo dimostra la poltrona in foto, ridotta all’essenziale e prodot-ta in edizione unica, come ogni altra creazione dell’azienda milanese. L’idea è di un ritorno all’abilità artigianale, know-how stesso del made in Italy.

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40| aprile/maggio ‘13

ATTUALITÁ Message in a bottle

È forse una delle più antiche e ro-mantiche forme di comunicazio-ne: scrivere una lettera, chiuderla in una bottiglia e affidare il tutto alle onde del mare e del destino. Qualcuno un giorno lo leggerà, o forse no, finirà col vagare per sem-

pre: ma il fascino di chi ci prova in fon-do è proprio questo, il gusto dell’ignoto. Si dice che il primo a tentare fu Teofrasto, filosofo greco che nel 310 a.C. donò al mare un suo scritto per capire se davve-ro il Mediterraneo era nient’altro che una piccola baia dell’oceano. Dopo di lui, testi-monianze certe danno anche Cristoforo Colombo alle prese con un altro messag-gio in bottiglia: temendo di naufragare, e condannando quindi all’oblio le preziose informazioni dei suoi viaggi, scrisse tutto, chiuse in una bottiglia e giù in mare, in-crociando le dita. La notizia dei messag-gi si sparse, e ogni corso d’acqua finì per brulicare di vetro contenente messaggi, al punto che la Regina Elisabetta I vietò per

legge l’apertura di ogni bottiglia ritrovata, istituendo addirittura il corpo dei “Uncor-ker of Ocean Bottles”, gli unici autorizzati a stappare, leggere e riportare il contenuto a corte, qualsiasi fosse. Ma questa storia tocca anche menti eccellenti come Benja-min Franklin, geniale inventore americano passato alla storia per l’idea del paraful-mine, che fece ricorso al sistema della bot-tiglia per studiare le correnti oceaniche. Per finire l’epopea dei pintoni lanciati in mare con qualche nota triste, come il mes-saggio in bottiglia scritto nel 1784 da un gruppo di marinai giapponesi naufragati su un’isola sperduta del Pacifico. Scrissero, affidando al mare le loro ultime speranze, ma quando qualcuno raccolse la bottiglia erano ormai passati oltre 150 anni, troppo tardi per sperare di ritrovare qualcuno in vita. O ancora quello drammatico lanciato da un passeggero del “Lusitania”, transat-lantico britannico affondato nel 1915 da un siluro tedesco.L’ignoto destino delle lettere abbando-nate in mare ha ispirato la fantasia di grandi romanzieri come Edgar Allan Poe e Jules Verne, quella di musicisti (“Mes-sage in a bottle” dei Police) e perfino il cinema: “Le parole che non ti ho detto”, pellicola del 1999 interpretata da Kevin Costner, raccontava proprio la storia di un amore nato grazie ad un messaggio in bottiglia ritrovato, per puro caso, dalla persona giusta. Quando si dice la fortu-na. Dettaglio che invece non ha avuto un certo Jonathon, che nel 1985 affidò alle

L’ANTICA SAGADEI MESSAGGI

IN BOTTIGLIASI È ADEGUATA

AI TEMPI: LA PIÙGRANDE DELLASTORIA NAVIGASU TUTTI I MARI

DEL PIANETA.AD ATTENDERLA

NON C’È UN CUORECHE PALPITTA,MA STUDIOSI,

SCIENZIATIE ADDETTI AL

MARKETING

LÁ IN MEZZO AL MAR…

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correnti canadesi un messaggio per una certa Mary, ma la bottiglia vagò per 28 anni prima di essere scoperta nei dintorni di Spalato, in Croazia. Mary nel frattempo si era sposata, e Jonathon maledì forse la sua passione per il mare.Tutto questo, per arrivare alla più grande bottiglia mai affidata ai mari. L’idea, nata dalle menti di specialisti marketing di un’azienda norvegese produttrice di bibi-te, è un message in a bottle colossale: 26 metri di lunghezza e 2 tonnellate di peso per portare a spasso per i mari una cassa di aranciata ed una lettera lunga 12 me-tri. Ma anche il romanticismo, nel terzo millennio, fatica a resistere: la bottiglia è dotata di Gps, luci di navigazione, pan-nelli solari, tecnologie di tracciamento e telecamere equipaggiate con serbatoi d’acqua dolce per tenere pulite le lenti.

Lanciata, anzi, adagiata con tutte le cure nel mare di Tenerife il 13 marzo scorso, la bottiglia sta ancora vagando per tutta l’acqua del pianeta. Per seguirla in tempo reale basta collegarsi al sito www.solo.no/en. Al suo arrivo, dove e quando sarà il destino a deciderlo, troverà ad atten-derla stuoli di ricercatori e scienziati, in compagnia dei signori del marketing, che sperduti non sono mai. 7

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Page 42: And Co Magazine Apr-Mag_2013

42| aprile/maggio ‘13

ARTE Robert Capa

“Per un reporter di guerra, perdere un’invasione è come rifiutare un appuntamento con Lana Turner”. Robert Capa non ha mai perso un appuntamento in vita sua, che fosse una guerra, una donna o il destino. Un maestro assoluto del-

la pericolosa arte di fotografare quelli che combattono, cristallizzando istanti che

UNA VITAIN GUERRA

I MIGLIORI SCATTI DI UNO DEI PIÙ GRANDIMAESTRI DELLA FOTOGRAFIA MONDIALE SONO

PROTAGONISTI DI UNA RETROSPETTIVA OSPITATAA TORINO. UN UOMO VISSUTO FRA I COMBATTMENTI,

SEMPRE PRONTO A PARTIRE IN COMPAGNIADELLA SUA ARMA: UNA MACCHINA FOTOGRAFICA

DIARIO ITALIANOUna celebre foto di Capa, scattata a Troina (Enna)

nell’agosto 1943: un contadino siciliano indica ad un ufficiale americano la direzione presa da

un convoglio tedesco. Testimone dell’Operazione Husky, com’era chiamata in codice la campagna

di liberazione italiana iniziata in Sicilia, il fotografo ungherese documentò con numerosi

scatti l’avanzare delle truppe alleate.

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Pavia - Via Vittorio Emanuele, 16/18

Abbonamenti cafféAbbonamenti cappucciniPrimi Piatti Caldi e Freddi

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Happy Hour

sanno raccontare senza bisogno di commenti. Di guerre da vicino ne segue cinque, forse più della maggior parte dei soldati, capace di trovarsi esattamente al centro dell’azione armato solo della sua Leica, che funzionava bene, ma contro i proiettili serviva a poco. I suoi scatti riempiono le prime pagine delle più importanti rivi-ste del mondo, e da lì diventano denuncia, testimonianza, prova tangibile del sacrificio di tutti co-loro che combattono e muoiono.Robert Capa, cento anni fa esatti nato Endre Ernö Friedmann a Bu-dapest, è il protagonista di una retrospettiva ospitata al Palazzo Reale di Torino dal 15 marzo al 14 luglio prossimo, organizzata dalla casa editrice Silvana Edi-toriale. Un’esposizione articola-ta su 97 scatti in bianco e nero che ripercorrono cinque conflitti vissuti in prima persona, insieme ad alcune foto scattate a celebri-tà del suo tempo come Picasso, Matisse, Ingrid Bergman ed He-mingway.Fotografo in cerca di fortuna fuggito dall’Ungheria temendo di essere nel mirino del partito di estrema destra, il futuro Capa sbarca in Germania, ma quan-do anche lì l’aria si fa pesante scappa a Parigi e cambia nome e cognome. Nel 1936 lo scatto che gli cambia la vita: la morte di un miliziano spagnolo ritratto nell’esatto momento in cui una pallottola lo colpisce alla testa. Si discuterà parecchio sull’auten-ticità di questa foto, ma da quel momento non ci sarà più guerra che possa fare a meno di Robert Capa. Nel 1943 vola in Sicilia con gli alleati per documentare le fasi dell’Operazione Husky, quel-

la da cui inizierà la liberazione italiana, un anno dopo si mescola all’inferno di Omaha Beach, in Normandia. Fra una guerra e l’altra torna a Parigi, e nel 1947 insieme a Henri Cartier-Bresson, David Seymour, George Rodger e William Van-divert fonda l’agenzia Magnum, basata su un principio fondamentale: i fotografi non cedono mai a nessuno i diritti dei loro scatti. Nel 1954, un altro conflitto sta infiammando un angolo di mondo lontano: è la prima guerra d’Indocina e Capa parte per Hanoi, in Vietnam, con il contingente francese. Sale su una collina per fotografare un’azione nei dintorni di Thai-Binh, ma mette il piede su una mina antiuomo. Aveva 41 anni, e le guerre dopo di lui non sono più state le stesse. 7

15 marzo - 14 luglio 2013Palazzo reale Piazzetta reale, 1torino

orari: dal martedì alla domenica 9,30 - 18,30 (ultimo ingresso ore 18,00). Chiuso il lunedì

Biglietti:intero 8 euro (nel prezzo del biglietto è compresa l’audioguida). ridotto: 5 euro (ragazzi tra i 13 e i 18 anni)

Catalogo: Silvana editoriale (www.silvanaeditoriale.it)

ROBERT CAPA Retrospettiva

NON SOLO GUERRARuth Orkin, fotografa americana, è l’autrice di questo simpatico ritratto di Robert Capa.

La foto fu scattata Parigi nel 1952, due anni prima della tragica morte di colui che resterà

impresso nella storia come uno dei più grandi reporter di guerra.

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44| aprile/maggio ‘13

cinema milena miconi

Difficile definire con esattezza la sua professione. Se anni fa il grande Pingitore le confidò “Non sai fare quasi niente, ma farai strada perché piaci alle donne”, a distanza di anni una certezza c’è: Milena Miconi si

è impegnata e di strada ne ha messa in-sieme molta. Modella, show girl e attrice, come recitano le sue biografie, a 41 anni la bella rossa del Bagaglino è riuscita a costruirsi una solida carriera grazie ad anni di studio e una lunga gavetta.Iniziamo dal presente: su quale progetto stai lavorando?In realtà sono due. Sto lavorando ad una sceneggiatura molto interessante per il ci-nema. Il titolo, ancora provvisorio è “Prima se il buio” ed è scritto ed interpretato da Pa-olo Fosso con la regia di Edoardo Margheriti. Lo stiamo girando a Rieti ed è la storia di una donna capitata in città per motivi che si scopriranno guardando il film, ed inizia a la-vorare per uno scrittore cieco. Le loro vite si intrecciano e sarà molto interessante vedere come. È una storia psicologica che coinvol-gerà molto il pubblico. Inoltre sto lavorando ad uno spettacolo teatrale, “La stranissima coppia”, commedia di Diego Ruiz che insie-me a me interpreta un single 40enne che in un appuntamento al buio incontra una single coetanea. Da li faranno scintille e ci sarà davvero molto da ridere. Mi impegnerà molto perché il tour è iniziato il 6 febbraio al Teatro dei Satiri di Roma per proseguire fino a maggio.Potendo scegliere preferisci teatro, cine-ma o televisione?Sarò sincera, non ho preferenze. Il mio lavo-

rosso intenso

BELLA DI UNABELLEZZA ANTICA,

DIVENTA BRAVAPASSANDO

SENZA SOSTAFRA TEATRO,

CINEMA E TIVU’.INCONTRO CON UNA

DONNA CHE NONVUOLE RINUNCIAREA FARE LA MAMMA

Di Daniela capone

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ro è recitare, ed è ovvio che sono tre momenti diversi tra loro, ma li amo allo stesso modo perché adoro il lavoro che faccio. Sarebbe im-possibile sceglierne uno.Cosa ti ha dato e cosa ti ha tolto il Baga-glino?Mi ha dato soltanto e mi ha anche insegnato molto. È stato il mio inizio in televisione e ho imparato come si sta su un palco, i tempi televisivi, e soprattutto mi ha fatto conosce-re (nel bene e nel male) non solo al grande pubblico, ma anche agli addetti ai lavori. È stata una palestra, poiché è un mix tra teatro e televisione, un’ottima scuola.

Quindi quello che si legge in giro è vero? La frase di Pingitore…(ride) Sì, è vero. Beh…sono passati anche molti anni e spero, strada facendo, di aver imparato a fare qualcosa. In ogni caso sono compiaciuta di avere avuto il consenso delle donne perché noi donne, si sa, siamo sempre un po’ più difficili e cattivelle… Hai una famiglia invidiabile e due bellissi-me figlie. Come vivono loro il tuo lavoro, la tua bellezza e la tua notorietà?Sinceramente non danno molto peso a ciò che faccio. Per loro sono la loro mamma e faccio

un lavoro come un altro. Mi vedono bella come tutti i figli vedono belle le proprie mamme e viceversa. Certo, quando le amichette parlano di me, loro si sentono orgogliose.Hai qualche sogno da realizzare?Ne ho sempre e sempre ci saranno, imma-gino. Ci sono cose che a volte non riesci a fare o raggiungere, o che fai per metà e non arrivi alla fine. Ma penso sia nella na-tura umana volere sempre qualcosa in più rispetto a quello che si ha. Penso anche che i sogni cambino in base all’età, alla crescita personale e lavorativa.

Quello di attrice sarà sempre il tuo lavoro o potresti pensare di dedicarti ad altro?Non so, tutto può succedere. Le cose cambia-no così velocemente che a volte non te ne ac-corgi nemmeno. Una cosa è certa: la politica non fa per me, non ci capisco nulla e poi… oggigiorno i politici non sono molto amati, penso che non mi convenga. 7

Romana classe 1971, nata sotto il segno del sagittario, è considerata una delle donne più belle del mondo dello spettacolo italiano. Esordisce in teatro ancora minorenne e a 22 anni, nel 1993, interpreta La voglia matta di Attilio Corsini. Nel 1997 i primi ruoli sul grande schermo: Finalmente soli, di Umberto Marino, e Fuochi d’artificio, al fianco di Le-onardo Pieraccioni. Nello stesso anno è la volta della televisione, con Un posto al sole, nel ruolo di una ladra d’automobili. Seguono la serie televisiva S.P.Q.R., diretta da Claudio Risi e Anni ‘50, per la regia di Carlo Vanzina. Ritorna in teatro con l’impegnativo Il giorno della civetta di Fabrizio Catalano, recita nel-la commedia I tre moschettieri, e debutta al Salone Margherita di Roma con lo spettacolo della premiata ditta Castellacci & Pingitore in Bufffoni e Piacioni. La televisione diven-ta la protagonista degli anni seguenti di Milena, che uno dopo l’altro inanella Don Matteo, Tequila e Bonetti, fino al ruolo di “primadonna” al Bagaglino e BuFFFoni, con Pippo Franco, Leo Gullotta e Oreste Lionello. Chiude il 2000 in teatro a dicembre con lo spettacolo di Castellacci & Pingitore Burini e Cocottes, in scena sempre al Salone Marghe-rita di Roma. Tra varietà, televisione e fiction, nel 2007 Milena torna al teatro: Gli uomini preferiscono le bionde, al fianco di Enrico Beruschi. Quindi ancora cinema (Il sottile fascino del peccato, di Franco Salvia e Divino, di Giovanni Bufalini) e televisione (Il delitto di Via Poma, regia di Roberto Faenza, Sarò sempre tuo padre, Miss Wolf and the Lamb, La vita che corre e Il commissario Rex.

la ReGina Del BaGaGlino

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Bed and Breakfast

Cresime Comunioni BattesimiCentro Congressi

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46| aprile/maggio ‘13

FOOD Le bio-novità

siamo alla frutta

CAVOLI SENZA PUZZAKIWI COME OLIVE,MELE ALLA PERA:LA BIOGENETICACI HA REGALATO

UN CESTO DI GUSTINUOVI E INEDITI

Se la natura non ci aveva mai pen-sato, viene da chiedersi, forse un motivo ci sarà. Ma è pur vero che il business non ha remore, confini e soprattutto pudori. Così, come se non bastassero le contraffa-zioni che quotidianamente mina-

no il carrello della spesa del mondo inte-ro, sembra sia in arrivo un carico di frutta inedita, nuova, mai vista prima. Presentata in anteprima al “Fruit Logistica” di Berlino, uno dei più celebri eventi per il commercio ortofrutticolo internazionale, la nuova frut-ta è il risultato di innesti ed esperimenti su cui fior di laboratori di biogenetica hanno perso il sonno, senza sapere che a noi inve-ce stavano forse togliendo l’appetito. Ma è bene precisare: i famigerati ogm, ovvero gli organismi geneticamente modificati, non c’entrano nulla: qui il gioco si basa sull’an-tica tecnica dell’impollinazione, la stessa che nel tempo ha creato il mandarancio ed il pompelmo, su cui nessuno ha da ridire.Per cominciare come si deve, spazio al Grango, voluto nientemeno dalla catena

very english “Marks & Spencer” per mettere insieme - vai a capire il per-ché - l’uva ed il mango. E pare che le vaschette da 230 grammi, ven-dute a circa 1,50 sterline, vadano a ruba, richieste soprattutto dai

bimbi. Seconda in ordine d’arri-vo sugli scaffali è la Papple, in-crocio anche lessicale fra Pear

e Apple, pera e mela, al cambio attuale. Creata in Nuova Zelanda,

secondo gli esperti la Papple rappre-senta una delle ibridazioni più pro-

mettenti degli ultimi anni, e dal 2015 dovrebbe arrivare anche da queste parti.In Gran Bretagna piace molto anche il Flower Sprout, un cavoletto di Bruxel-

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les dall’aspetto floreale, che in più elimina quel poco gradevole olezzo tipico del cavolo. Orgoglio dell’inglese Tozer Seeds, a cui ha dedicato 15 anni di esperimenti, il Flower Sprout si è da poco aggiudi-cato il premio Best New Variety ad un serissimo concorso anglosassone per bioagricolture.Non ha peli e le di-mensioni non supe-rano quelle di un’oli-va, ma il Kiwiberry (o Nergi) è già un successo, in Nuova Zelanda, dov’è nato, ma anche a Singapore e Taiwan. Definito “più tropicale” nel gusto del normale kiwi, la versione mignon pare sia coltivata dal 1950 in piccole quan-tità destinate a pochi fortunati.Passerella anche per il Caviar Lime, una sorta di frutto tropicale all’ap-parenza ripieno di caviale, dettaglio che ha spinto la società produttrice a diffonderlo in sei diverse varianti,

adatte per accompagnare ostriche e altre prelibatezze esclusive. Gran finale per la Frananas, in realtà ibri-do di fragola che si riteneva estinto da qualche centinaio di anni: sa di ananas, ma sembra ufficialmente una fragola.Non contenti? Bene, allora segnatevi sulla lista della spesa anche aprium (prugna e albicocca), tayberry (lam-pone e mora), pluerry (ciliegia a pru-gna), ugli (mandarancio e pompel-mo) e grapple (uva e mela). 7

siamo alla fruttaAmpia selezione di verdura, frutta di stagione e esotica

Mozzarella di Bufala

Vini dell’Oltrepò pavese

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per chi cerca qualità,prezzo e cortesia!

Page 48: And Co Magazine Apr-Mag_2013

48| aprile/maggio ‘13

Sono lunghi i corridoi di una clinica, soprattutto per un bambino. Anche se è divertente correrci e mamma si arrabbia perché si sporca il pigia-ma. Ma poi, improvvisamente, tutto cambia: arriva Lolli, che zampetta tranquilla per il reparto. Si ferma

davanti al letto, si sdraia e gioca con i bam-bini che si sforzano malgrado farmaci che li curano, ma ne abbattono le energie. Lolli ha pazienza, è un Labrador con due occhi dol-

GLI ANIMALI ENTRANOIN CORSIA: AL SANMATTEO DI PAVIA,

STA PARTENDO UNOSTUDIO SPERIMENTALE,

RIVOLTO AI PICCOLIPAZIENTI DEL REPARTO

DI CHIRURGIA PEDIATRICA

di Simona RappaRelli

QUel Cane di UndoTToRe

48| aprile/maggio ‘13

SalUTe dog Therapy

Page 49: And Co Magazine Apr-Mag_2013

cissimi e il muso talmente espressivo da commuovere gli adulti. I bambini no, per-ché per loro Lolli diventa subito un’amica.Chi ha avuto a che fare con un animale lo sa: avere accanto un amico a quattro zam-pe aiuta a sentirsi meglio. Quello che inve-ce si conosce meno è il ruolo terapeutico di un animale domestico: “Lo scopo delle TAA, Terapie Assistite con Animali, consi-ste nell’affiancare alle terapie tradizionali animali con specifiche caratteristiche – sottolinea la professoressa Gloria Peliz-zo, Chirurgo Unico di Chirurgia Pediatrica presso la Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo e Università degli Studi di Pavia e ideatrice del progetto - le TAA possono es-sere utilizzate per migliorare lo stato fisico, sociale, emotivo e cognitivo dei pazienti. Sono effettuate in contesti differenti e pos-sono coinvolgere gruppi o singoli individui.

Ad oggi sono pochi i riscontri clinici e solo per un numero limitato di patologie e non esiste impiego sistematico-clinico e tera-peutico integrato nella pratica assistenzia-le ospedaliera: ecco perché io e il mio team abbiamo deciso di svolgere questa attività presso il nostro istituto”.Un impegno che prevede una stretta col-laborazione tra esperti: nel team devono essere presenti il medico, il neuropsichia-tra, lo psicologo, l’infermiere, il veterinario, l’addestratore, l’istruttore e il conduttore

pet-partner. I membri par-tecipano alla progettazione e alla valu-tazione dei programmi, allo svolgimento dell’attività e delle terapie. Un lavoro che garantisce risultati eccellenti: “La TAA, ap-plicata nei bambini per almeno 15 minuti, è un metodo efficace per ridurre il dolore di 4 volte – aggiunge la professoressa Pe-lizzo – e l’effetto è paragonabile all’assun-zione di una compressa di codeina ed ace-taminofene. Inoltre sappiamo che stimoli emozionali sviluppano nei bimbi risposte neuro endocrine ed immunitarie importan-ti. Il contatto con l’animale induce la libe-razione di endorfine con conseguente stato di benessere e messa in circolo di linfociti che a loro volta incrementano la risposta

immunitaria”. Un benessere terapeutico senza controindicazioni che abbatte le barriere che tutti innalzano entrando in ospedale: un aiuto-medico inconsueto

come il cane, può favorire l’accettazione delle cure, la diminuzione delle ansie e per finire facilitare la guarigione.Per avviare il progetto di studio saranno scelti piccoli pazienti del Reparto di Chirur-gia Pediatrica, escludendo quelli affetti da allergie e immunodeficienze. I bimbi sotto-posti ad TAA sono ricoverati in stanze sin-gole, isolate e dedicate. Durante il periodo post-operatorio viene monitorata la risposta allo stress e al dolore tramite registrazione dell’attività elettrica cerebrale. I cani impie-gati sono in possesso di idoneità sanitaria e comportamentale per garantire il benessere psico-fisico anche dell’animale. Ovviamente sono rispettate tutte le norme igieniche. 7

doTToRe

L’associazione “Con-fido in un sor-riso”, con la collaborazione della “Good Puppy Asd”, organizza a Vo-ghera un corso per operatori di Pet Therapy. L’iniziativa, curata dalla dottoressa Silvia Razzini, responsa-bile dell’associazione, si articola su quattro incontri teorico-pratici con valutazione e possibilità di tirocinio ed esame finale. Gli incontri sono in programma presso l’associazione “Good

Puppy” di Casei Gerola il 12 maggio, 1 e 2 giugno e 22 settembre. Per informa-zioni, costi ed iscrizioni www.goodpuppy.it - [email protected] (tel. 328.5739351)

anCHe a VoGHeRa

L’AMICA DEI BAMBINIQui sotto Lolli, il Labrador “in servizio”

all’ospedale San Matteo, ripreso con una piccola paziente: per i bimbi ogni apparizione

nel reparto si trasforma in una festa.

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Page 50: And Co Magazine Apr-Mag_2013

ArrivA sul mercAto il nuovo urbAn crossover

del mArchio del leone: dedicAto A chi vuole

distinguersi con un tocco di elegAnzA, cAvArselA

se dAl cielo scendono contrAttempi e viAggiAre

sApendo di inquinAre il meno possibile. nell’AttesA

di unA versione più “AriosA”

50| aprile/maggio ‘13

MOTORI Peugeot 2008

Chi vuole, per comodità può pen-sarla come una sorellona grandi forme della 208, la più recente declinazione della dinastia di compatte di segmento B mar-chiate con il Leone. Con lei, la 2008 divide roba che non si vede

(la piattaforma), e altre cose più evidenti, come parte degli interni e dettagli esterni. Nulla di strano o sconveniente: in tempi di ottimizzazione delle risorse, tutti pensano a sfruttare al massimo ogni progetto, che costa fatica, investimenti e rischi. Tecnica-mente, la 2008 arriva sulla scena dopo la 3008, a sua volta parente alla lontana di grandi dimensioni, ed è un crossover ur-bano, il primo mai prodotto dai francesi di Peugeot, nato e cresciuto per entrare in uno dei pochi sotto-segmenti che ancora sembra attirare sguardi e più che altro or-dini. Una nicchia di mercato sempre meno di nicchia, in cui facendo l’appello non manca ormai nessun marchio ancora in vita, a cui appartengono Nissan Juke, Opel

Mokka e Chevrolet Sport, giusto per citare qualcosa. Il motivo in fondo è semplice: i crossover sono auto destinate ad un target giovane e medio alto, veicoli studiati per la città ma che non disdegnano di avere a che fare con moderate dosi di fango, piog-gia e neve. Per offrire la possibilità anche alla 2008, Peugeot l’ha dotata del Grip Control, un sistema a prova di troglodita che grazie alle cinque posizioni diverse di una manopola (standard, neve, off road, sabbia e Esp off), permette di disimpe-gnarsi dalle situazioni più angoscianti in cui può cacciarsi un automobilista medio. Il sistema agisce sull’anteriore e predispo-ne la trazione simulando le funzioni di un differenziale autobloccante. Roba difficile ma efficace, che poi è la cosa che conta di più.Certo, rispetto alla sorellina, la 2008 cre-sce di qualche centimetro, ma resta su mi-sure catastali accettabili, anche per l’uso cittadino: 4,16 metri di lunghezza, (19 cm in più della 208), 1,74 di larghezza, 16 cm di altezza da terra e 1.045 kg di peso nel-la versione più “light”, dati che almeno in parte si traducono in qualche centimetro

in più – che non guasta mai – per i cinque occupanti e per il vano bagagli, che a sua volta spazia fra i 360 litri di partenza e ar-riva a 1.194 ribaltando tutto il ribaltabile. A questi, vanno aggiunti un vano “segreto” da 22 litri, utile per far sparire oggetti che non si vogliono lasciare agli sguardi del prossimo, più spazi e pertugi portaoggetti

disseminati un po’ ovunque lungo l’abita-colo, con gran finale rappresentato da una tendina copribagagli finalmente pensata per essere aperta anche in movimento da chi è seduto dietro, senza bisogno di fer-marsi, scendere e perdere tempo. 5

ROC K & SOFT

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ROC K & SOFTaprile/maggio ‘13 |51

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52| aprile/maggio ‘13

Esteticamente, la 2008 dichiara sui gruppi ottici con fari diurni a led e la calandra le affinità elettive con la 208, che in realtà è il senso stesso di appartenenza alla cifra stilistica più attuale del marchio del Leo-ne, quello definito “felino”. Degno di nota il tetto panoramico diviso in due sezioni ed i cerchi diamantati da 16” o 17”, racchiusi da pneumatici 215/60 R16 o 205/50 R17. Gli interni, come detto identici alla 208, vantano la presenza dell’Head Up Display, la “lama” trasparente che consente a chi guida di visualizzare i dati principali senza distogliere gli occhi dalla strada.

Tre gli allestimenti previsti, Access, Active e Allure, ma già l’entry level promette fari diurni a led, Esp con assistenza alla fre-nata d’emergenza, 6 airbag, barre sul tetto, cruise control, volante e sedile conducen-te regolabili in altezza, computer di bor-do e retrovisori elettrici e riscaldabili. La combinazione con le varie motorizzazioni consente di arrivare a 11 versioni diver-se. Un insieme di indizi utili per rendere tangibile la precisa strategia operativa di Peugeot: alzare la percezione della quali-tà e il prestigio complessivo del marchio verso nuovi traguardi di raffinatezza, ele-

ganza e ricercatezza. La personalizzazione possibile, non a caso, è una delle voci che più di ogni altra è stata moltiplicata fino ad includere desideri e perfino capricci.Ma il marchio francese è da anni attento a coniugare lo stile con le esigenze ambien-tali. La gamma dei motori, tutti dotati di Start & Stop, si compone di tre turbodie-sel, il 1.4 HDi da 68 CV, 1.6 e-HDi da 92 ed il 1.6 e-HDi da 115 CV, più due propulsori benzina (1.2 VTi da 82 CV e 1.6 VTi con 120 CV) che accolgono anche un atteso debutto in società: un 1.2 e-THP da 82, 110 e 130 CV 3 cilindri turbo che limita le emissioni di CO2 a 98 g/km. Il futuro del modello, tappa d’obbligo, è sta-to in realtà mostrato a marzo, nei padiglioni del Salone di Ginevra, dove campeggiava il prototipo della 2008 “HYbrid Air”, nuova tec-nologia della visione ecologicamente cor-retta di Peugeot, promessa per il 2016, che sfrutta l’aria compressa creata nella fase di recupero della frenata per ridurre drastica-mente i consumi fino a 2 litri per 100 km.Per chiudere tornando al presente, Peu-geot 2008 è anche una world car a pieno titolo: sarà prodotta in tre stabilimenti diversi per coprire con efficacia i mercati europei, orientali e sudamericani. Prez-zi compresi in una forbice che parte da 15.100 euro (1.2 VTi 82 CV) e arriva ai 21.600 della 1.6 e-HDi con 115 CV. 7

È dagli anni Ottanta, quando uscì la versione pepata della gloriosa 205, che la sigla GTi si è conficcata a forza nel cuore della gente che in quel che guida cerca soprattutto la grinta. La 208 GTi, erede di una lunga scia di successi, commerciali e sportivi, che hanno costellato la storia recente di Peugeot, si presenta al mondo senza deludere le attese: sotto al cofano si dibatte un quattro cilindri 1.6 turbo benzina THP da 200 CV e 275 Nm di coppia massima (139 g/km di CO2), equipaggiato con turbocompressore Twin-Scroll, alzata variabile delle valvole d’aspirazione e cambio manuale a sei rapporti molto ravvicinati, come da protocollo sportivo. Al peso di 1.160 kg, la 208 GTi è stata rivisitata su sospensioni, ammortizzatori e barre antirollio per permettere di domare un brio che si esprime su appena 6,8 secondi, necessari per coprire la mitica distanza 0-100 km/h. In vendita a 21.950 euro.

GTI, LA DECLINAZIONE DEL MITO

Disponibile nel solo colore “Purple” e in variante a tre porte, la XY è una versione particolarmente curata della 208, indirizzata ad una clientela urban-chic, più attenta alle tendenze e alle mode. La più glamour delle 208 dà sfogo al suo interno di nappe e Alcantara, mentre l’esterno si affida all’effetto contrastante del cromo usato per le calotte dei retrovisori e le cornici di fendinebbia, finestrini e paraurti posteriore, uniti a cerchi multirazza da 17”. Anche sotto il cofano, il meglio del meglio di casa Peugeot: il 1.6 THP con 155 CV e cambio manuale a sei rapporti, il 1.6 e-HDi in due varianti di poten-za, da 92 e 115 CV, ambedue con Stop & Start e cambio manuale a cinque marce o robotizzato a sei. In vendita a 20.350 e 21.200 euro.

XY, LA PICCOLA GLAMOUR

Page 53: And Co Magazine Apr-Mag_2013

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Page 54: And Co Magazine Apr-Mag_2013

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Non tutti sanno che hanno una copertura assicurativa che consente di pagare il dentista.

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Non tutti sanno che esiste un’assicurazione che copre in parte le spese dentistiche. A Voghera, ormai da diversi anni, è attivo il Centro Dentistico San Giorgio, e Daniele Mulato, il titolare, insieme ad una squadra di medici qualifi cati, si batte da tem-po perché avere la bocca a posto non sia prerogativa di pochi fortunati, portando avanti una battaglia civile che permetta a chiunque di non rimandare (o peggio, dimenticare) gli inter-venti dentistici, per timore di trovarsi di fronte a parcelle con troppi zeri. D’altra parte, lo slogan del Centro la dice lunga: “La qualità più alta al prezzo più basso”, e non si tratta di pubblicità ad effetto, ma di una politica dei prezzi che ha fatto aumentare, giorno per giorno, il numero dei pazienti.Da diversi mesi, Mulato ha stipulato una convenzione con Uni-salute, Matasalute, FondoEst e altri fondi del Gruppo, poiché queste assicurazioni coprono le spese dentistiche annue fi no a 2.300 euro. Molte categorie di lavoratori, fra cui dipendenti di supermercati e metalmeccanici, sono in possesso di questa copertura assicurativa, ma semplicemente non lo sanno.La garanzia a vita sui lavori di implantologia offerta dal Centro Dentistico San Giorgio è sinonimo della qualità dei prodotti utilizzati e della professionalità dei medici: concetti da unire alla reperibilità 24 ore su 24.

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