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Caporedattrice: Angela Forti Anno 2, numero 2 11 dicembre 2015

Anno 2, numero 2 11 dicembre 2015 - liceopacinotti.gov.it · 11 dicembre 2015 . 11 dicembre 2015 ... fu l’assenza della luna. ... loro vita, e niente più di quella certezza l’aveva

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Caporedattrice:

Angela Forti

Anno 2, numero 2

11 dicembre 2015

11 dicembre 2015

Impressioni pag. 1

Quando si nasconde la luna pag. 2

Monster Allergy, l’inedito numero 30: fatevi contagiare! pag. 4

Nave di Carta, Progetto Ulisse pag. 5

HAKA pag. 5

Eine Kleine Nachtmusik

Tra mito e realtà: 7 aneddoti sul potere della musica classica pag. 6

Scientificamente Parlando

Comunicazioni bestiali: messaggi d’amore pag. 7

Insight

Adotta il tuo verde pag. 9

Sezione mostre pag. 10

Caffè Pacinotti Pagina 1

[…] Ninna nanna, pija sonno,

che se dormi nun vedrai

tante infamie e tanti guai

che succedeno ner monno,

fra le spade e li fucili

de li popoli civili.

Ninna nanna, tu nun senti l

i sospiri e li lamenti

de la gente che se scanna

per un matto che comanna,

che se scanna e che s'ammazza

a vantaggio de la razza,

o a vantaggio de una fede,

per un Dio che nun se vede,

ma che serve da riparo

ar sovrano macellaro;

che quer covo d'assassini

che c'insanguina la tera

sa benone che la guera

è un gran giro de quatrini

che prepara le risorse

pe li ladri de le borse.

Fa la ninna, cocco bello,

finché dura 'sto macello,

fa la ninna, che domani

rivedremo li sovrani

che se scambieno la stima,

boni amichi come prima;

so' cuggini, e fra parenti

nun se fanno complimenti!

Torneranno più cordiali

li rapporti personali e,

riuniti infra de loro,

senza l'ombra de un rimorso,

ce faranno un ber discorso

su la pace e sur lavoro

pe' quer popolo cojone

risparmiato dar cannone.

Trilussa, da La ninna nanna della guerra

Impressioni

Avevo scritto uno stornello, che somigliava forse più ad una filastrocca sbadata,

ma l'ho messo via.

Ho il cuore esploso, la pancia esplosa, l'anima esplosa.

Sento l'odore del sangue, 'odore del dolore, l'odore del rammarico, l'odore del vuoto.

L'odore del c'era e non c'è più, l'odore delle lacrime, l'odore dello strazio, l'odore della macel-

lazione, l'odore dell'acido.

Vedo il colore dello sgomento, il colore dell'invettiva, il colore dell'imbroglio,

il colore del canto, il colore del boato. Il colore della liturgia, il colore dell'abiura.

Provo la vertigine della gravitazione, la vertigine della deduzione, la vertigine della

progressione, la vertigine del confine, la vertigine della divinazione.

E..

Se pacatamente avanzassimo

Verso palindromiche acatalessie

E giungessimo

A inverni prescritti

Si potrebbe ancora

Fermare la mano del vento

E nascere di nuovo ? di Linda Veo, IV C

Caffè Pacinotti Pagina 1

La prima cosa che notò Maria alzando gli occhi verso il cielo, fu l’assenza della luna.

Le sembrava innaturale il modo in cui il cielo si era coperto su quella serata di novembre, così fresca

e piacevole, e che l’aveva resa pienamente soddisfatta di essere uscita con il suo ragazzo a godersi la

vita della città. La faceva sorridere la vivacità che sembrava aver contagiato tutte le persone che era-

no in giro quella sera, persone che andavano a teatro, allo stadio, o che semplicemente volevano go-

dersi quel bel clima, passavano tutte intorno a quel piccolo tavolino dove Maria attendeva che Dario

tornasse con la cena.

Per questo le sembrava così strano che la luna si fosse nascosta dietro una coltre di nubi nere, che si

confondevano con il cielo notturno, invece di illuminare quella bella serata. Così si era trovata ricor-

dare quante volte le era capitato di trovarsi a guardare una notte senza luna e pensare quanto fossero

tetre quelle notti da streghe. Ma non poté andare oltre nei suoi ricordi di bambina perché proprio in

quel preciso istante sopraggiunse Dario, e con quel suo tono di gioviale irrequietezza disse:

“A giudicare dalla bolgia che c’è là dentro siamo fortunati che ci abbiano servito qualcosa - e pog-

giandole il piatto davanti - EtVoilà Mademoiselle! Ecco la sua cena, se non la soddisfa abbastanza

non si preoccupi, Dario sarà ben lieto di mangiare per due”.

Maria addentò un pezzo di coniglio e poi disse: “Mi dispiace, questa volta ti è andata male: mi sa che

lo finirò tutto”. E risero insieme.

Negli attimi che seguirono non si scambiarono parole, ma solo qualche sguardo di intendimento che

ormai era tipico del loro rapporto. Mentre mangiava, Dario si guardava intorno e osservava quello

che Maria già aveva osservato, la palpabile vivacità che animava la città.

Fin da quando era un ragazzo, Dario era abituato a stare in mezzo alla gente, a lanciarsi in conversa-

zioni improbabili, e ad animare situazioni morte. Si poteva addirittura dire che necessitasse del con-

tatto con le persone, del poter infilare una battuta spiritosa anche in mezzo a discorsi seri. Così lo

aveva scoperto Maria, due anni e mezzo prima, e ne era stata completamente rapita. Quando quel

giovane alto dal capello ricciolo la aveva avvicinata ad una serata di gala e senza un minimo di esita-

zione aveva spogliato i suoi più limpidi sentimenti con tutta l’eleganza e la sincerità di cui un giovane

di vent’anni può disporre, la sua anima era crollata e si era perdutamente concessa a quella passione

amorosa che ancora muoveva tutti i suoi sorrisi e tutti i suoi sforzi in quella serata senza luna.

E poi si ricordava di come quella stessa volta avessero animato la serata del Saltimbanco di Bragaccia

Senese, lei cantando e lui accompagnandola con il piano, e di come quando si erano stretti la mano

per ricevere gli applausi lei fosse stata colta dalla certezza che quello avrebbero fatto per il resto della

loro vita, e niente più di quella certezza l’aveva mai resa così felice. Così, mentre guardava Dario av-

ventarsi sulla carne, non poteva smettere di pensarlo come colui che l’aveva trascinata nel mondo

magico della vita vissuta al momento, vissuta con passione.

Avrebbe voluto semplicemente dirgli “grazie”, e dentro quella parola rinchiudere tutto quello che

provava per lui. Invece dalla sua bocca insicura uscì una frase che neanche aveva pensato di poter

dire: “Hai visto come si è nascosta la luna?”.

La mente di Dario saltò un attimo dalla carne a quella bizzarra domanda. Alzò gli occhi al cielo per

un attimo e disse: “È venerdì tredici, cosa ti aspettavi? Probabilmente tra poco vedrai passare in ci-

ma ai tetti le streghe mentre vanno in giro a lanciare le loro fatture!” e su quest’ultima parola le

Quando si nasconde la luna “Oggi è il primo giorno del resto della tua vita” Di Claudio Benedetto Maggi, III C

Caffè Pacinotti Pagina 1

pizzicò il ginocchio facendola sobbalzare dalla sedia. Risero.

“Credi ancora nelle streghe? E io che ti ritenevo cresciuto anche solo un pochino da quando ci siamo

conosciuti!” replicò lei lanciandogli una pallina di carta. “Oh ma le streghe esistono e come, signorina.

Sono ovunque, si nascondo tra di noi e lanciano le loro maledizioni alle spalle della povera gente. Mia

zia per esempio, era una di quelle streghe che la cattiveria se la portano a spasso come un cagnolino.

Era sempre pronta a parlar male di chiunque in qualsiasi momento, ovviamente a patto che quel

chiunque non fosse presente. E non perché le avessero fatto qualcosa di male, ma solo perché sapeva di

essere una donna estremamente ignorante, noiosa, e disgraziatamente insignificante. Per questo non

le riusciva bene altro che maledire gente alle sue spalle” sentenziò Dario.

“Sì, però adesso sei tu che stai parlando male di lei mentre non c’è”, lo rimproverò lei.

Dario annuì pensieroso per poi lanciarsi un’esilarante imitazione di zia Anna: “Quella che mi porti a

casa Dario è una ragazzina, tu hai bisogno di una vera donna. Una che abbia il portamento, che abbia il

virtuosismo di una vera signora, non di una ragazzina da portarti in giro il sabato pomeriggio”.

Maria spalancò contemporaneamente occhi e bocca: “No! Non ci credo, sei serio?”

E quando lui annuì: “Vecchia strega ignorante ed insignificante! Ma che se ne vada al diavolo se non se

l’è già portata via! Dico ma non mi ha neanche mai rivolto la parola!”.

Dario si limitò a ridere e a dire: “Touché!”

Maria distolse lo sguardo da lui per riflettere su quello che aveva appena sentito quando notò qualcosa

giusto vicino a loro: “Ma guarda un po’, parli di streghe e spunta un gatto nero” disse.

Dario voltò la testa e lo vide. Senza neanche pensarci si chinò su di lui e lo prese in braccio. Il gatto non

tentò minimamente di scappare, anzi sembrò trovarsi a suo agio sulle gambe del ragazzo. Una coppia

di anziani dal tavolo vicino guardò con un certo disgusto il gesto, e Dario per tutta risposta afferrò la

zampa del gatto nero e lo mosse a mo’ di saluto verso i due estranei: “Saluta micio, da bravo. Fai ciao ai

due rompiscatole” e riuscì pienamente nel suo intento, tanto che i due ritornarono con una smorfia a

farsi gli affari loro. Allora iniziò ad accarezzare il gatto, il quale di tutta risposta iniziò il suo gorgoglio

di piacere. Maria invece teneva gli occhi fissi sul gatto in un espressione di nervosa concentrazione.

“Si direbbe che tu abbia visto un fantasma” disse Dario. Senza distogliere lo sguardo dal gatto lei disse:

“In un certo senso è così - e dopo una breve pausa - Nel palazzo dove abitava la mia migliore amica vi-

veva un gatto che si chiamava Oscar. Era tutto nero, come quello che tieni sulle gambe adesso, e aveva

due occhi verdi che sapevano scrutarti fin dentro il midollo. Inoltre era un gatto eccezionalmente intel-

ligente, fai conto che viveva in un appartamento, ma quando aveva voglia di uscire aspettava che qual-

cuno prendesse l’ascensore, scendeva con lui e usciva tranquillamente dal portone, come un qualsiasi

gatto da cortile. Così tutti i giorni che tu entrassi o uscissi ti ritrovavi Oscar a strusciarsi contro la tua

gamba e ad accompagnarti al portone. Poi una sera, una maledettissima sera di venerdì tredici è uscito

di casa e non è più tornato. Lo ritrovarono due giorni dopo con la gola squarciata di tutto punto vicino

ad un falò” e concluse con voce rotta il discorso. Dario la guardò in silenzio, poi guardò il gatto, dritto

nei suoi occhi gialli e gli sorrise: “Mi raccomando micio, testa sul collo” gli disse accarezzandolo, per

poi deporlo dolcemente a terra e guardarlo sparire in una via laterale. E, poiché Maria perseverava nel-

la sua aria di apprensione, Dario le disse: “Questo succede perché la gente è afflitta dall’implacabile

paura del futuro. Non sanno che cosa sarà di loro, si sentono persi nella loro impossibilità di accettare

le cose così come giungono. Come se il tempo non avesse sempre in servo qualcosa di straordinario per

noi”. Si guardarono fissi negli occhi e lei, sempre in apprensione chiese:

“Si può uccidere la paura?”

Pagina 4 C affè P ac inott i

Sono passati dieci anni per noi, sono passati dieci anni per loro. Di chi sto parlando? Dei personaggi di Monster Allergy, fumetto edito da Buena Vista Comics e Walt Disney Italia, diretto e disegnato da Barbara Canepa, France-sco Artibani, Katja Centomo e Alessandro Bar-bucci, già noti per le loro innumerevoli collabo-razioni con Disney Italia. Il fumetto, uscito per la prima volta nel 2002, si conclude, in modo un po' brusco e triste, con

il numero 29. Tenué acquista il prodotto e decide di farne una ristampa integrale che è stata proposta a Lucca Comics & Games 2015, insieme a dei fa-scicoli contenenti curiosità sul mondo di Mon-ster Allergy ad un numero inedito: il 30, che vede i nostri protagonisti, Ezechiele Zick ed Elena Patata, cresciuti. Ma approfondiamo un po' meglio la storia di Monster Allergy (tranquilli, nessuno spoiler). Elena Patata, una vispa bambina di dieci anni con un carattere un po' da maschiaccio e dal naso a patata, si trasferisce nel tranquillo quartiere storico della caotica Bigburg: Oldmil-

le Village. Subito intercettata dalle ochette Patty e Tatty, che le consegnano delle liste di tutte le persone che vivono lì, Elena decide di confrontarsi con l'unico ragazzo segnato sulla lista nera: Ezechiele Zick, detto semplicemente Zick, un ragazzo un po' particolare che dice di vedere i mostri e vivere insieme a loro, al suo gatto senza pelo Timothy e alla madre (oltre che ai fantasmi dei suoi nonni materni) nella grandissima villa Barrymore. Inoltre, il pove-retto, soffre di tutte le allergie possibili ed immaginabili. I due ragazzi fanno amicizia e, sebbene Elena non possa vedere i mostri, si cacciano continuamente nei guai a causa pro-prio di questi esseri visibili solo a quelli che sono detti Domatori. Tra missioni pericolose, mostri divertenti e coccoloni, oppure terribili creature bramose di mettere le mani sul grande potere che scorre nelle vene di Zick, gli episodi sono un susseguirsi di avventure, battute comiche e anche sentimento. In sé la storia contiene un tema caro alla Disney e non solo: il ragazzo/a non popolare e considerato “strano” che è così perché è speciale ed ha grande po-tenziale. La ristampa è un buon motivo per avvicinarsi a questo fumetto, per avere tra le mani questa storia originale, che vede un mondo parallelo al nostro e che gli umani non possono vedere... questo rende accattivante la storia perché por-ta a pensare che magari, dietro a fatti che con-sideriamo strani, si nasconda l'operato di un buffo mostro oppure, speriamo di no, di una creatura malvagia, portandoci così dritti nella realtà di Monster Allergy. E quindi, chissà che da qualche parte senza che ce ne accorgiamo ci sia qualcuno che riesce a tenerli a bada...

Monster Allergy, l’inedito numero 30: fatevi contagiare! di Laura Bellettini, IV^E

“Sì che si può - disse lui - basta trovare qualcuno che ti ricordi che alla fin fine la paura non è poi

così importante”.

Le afferrò la mano, e si sorrisero. A Dario sembrò di udire come dei petardi in lontananza, ma non

ci fece molto caso. Maria invece tornò a contemplare la via, di nuovo con la sua aria di spensieratez-

za, la sua aria di felicità. Dario aveva ragione, in quel momento lei sapeva di non avere paura, per-

ché finché lui fosse stato al suo fianco, e finché avessero potuto contare l’uno sull’altro, niente

avrebbe potuto distruggere il loro legame.

Si guardò intorno un’ultima volta e con tono sereno disse: “Parigi è proprio una splendida città”.

Lui non rispose. Non ebbe neanche il tempo di farlo.

Pagina 5 C affè P ac inott i

Nave di carta è un associazione fondata nel

1998 per diffondere la cultura del mare e della

navigazione a vela per mezzo di progetti orga-

nizzati con la goletta Oloferne e il ketch

Mariangela ( due tipi di imbarcazioni grandi,

20 metri circa, d’epoca). Questi progetti si

rivolgono soprattutto ai ragazzi dai 16/20 anni

che amano vivere in mezzo al mare, a contatto

con la natura. Gli obbiettivi che Nave di carta

ha intenzione di raggiungere sono quelli di

riuscire ad insegnare ai ragazzi le tecniche di

base della navigazione a vela (terminologia

nautica, manovre in barca, fenomeni meteoro-

logici marini), insegnare a condividere e a

rispettare le regole (in barca ognuno ogni

giorno ha un ruolo e un lavoro differente che

va rispettato), il rispetto dell’ambiente e uno

stile di vita, sicuramente differente da quello

abituale. Questi obbiettivi vengono messi in

atto attraverso il progetto Ulisse organizzato

con la goletta Oloferne. Questo progetto consi-

ste in uscite di più giorni con un equipaggio

composto da ragazzi e ragazze guidati da un

comandante e da suoi collaboratori esperti

nella navigazione, che aiutano il comandante e

supportano i ragazzi in caso di difficoltà.

Il progetto nasce in collaborazione con il

comune di La Spezia.

La vita in barca si divide nei momenti di navi-

gazione (con vele se il vento lo consente),

momenti in cui si può stare in tranquillità

ammirando i paesaggi con possibile incontro di

meravigliose creature marine (delfini, tartaru-

ghe, pesci luna ecc.), di manutenzione della

barca (tra cui pulizia, cucina e ordine delle

attrezzature) e ci sono incontri con scrittori

che leggono storie di mare e incontri con

esperti di varie attività, quali i nodi marinai,

fari e biologia marina. Infine una tranquilla

passeggiata serale per visitare il luogo in cui è

attraccata la barca.

Tutti coloro che vogliono provare le brezza di

una vita in mare con l’Oloferne sono senza

dubbio i benvenuti e posso assicurarvi, per

esperienza personale, che è una bellissima

esperienza.

Nave di Carta, progetto Ulisse di Steven Salamone, II^F

Vi sarà capitato, chiacchierando con alcuni

amici o guardando la televisione, di sentire

parlare della nazionale neozelandese di rugby,

gli All Blacks, e della danza che eseguono prima

di ogni partita, l'Haka. Non vi nascondo che la

prima volta che li ho visti sono rimasto sciocca-

to; il mio impatto nel vedere degli uomini che

somigliavano più ad armadi e che urlavano

quello che poteva tranquillamente essere il mio

lamento per un 3 di disegno è stato tutt'altro

che positivo. Ma, nonostante ciò, mi sono

interessato all'argomento e questo è tutto

quello che so. L'Haka è una danza Maori, antica

popolazione della Nuova Zelanda, nata con lo

scopo di esprimere lo stato d'animo di chi la

eseguiva durante apposite celebrazioni.

HAKA di Davide Paturzo, II^F

Pagina 6 C affè P ac inott i

Tra mito e realtà: 7 aneddoti sul potere della musica classica di Anna Maggi, IV^E

Al giorno d'oggi come tanti anni fa, serpeggia-

no fra la gente aneddoti quanto mai loschi e

ambigui per quanto riguarda le ripercussioni

della musica classica su persone, animali e

addirittura oggetti! Quante volte vi sarà capita-

to di ascoltare affermazioni come "le mucche

producono più latte ascoltando Mozart"

oppure "le opere di Beethoven aiutano a

dimagrire"? In questo articolo cercheremo di

sciogliere ogni dubbio riguardante queste

curiosità avvolte nel mistero

sin dalla nostra infanzia:

1. Aiuta le persone affette

da alzheimer: Il neurologo

Oliver Sacks ha scoperto che i

pazienti affetti da disturbi

neurologici e, in particolare,

mnemonici, trovano conforto

nell'ascolto della musica clas-

sica, che stimola una parte del

cervello non danneggiata dalla malattia che

consente, quindi, il riaffiorare alcuni di ricordi.

2. Riduce il dolore: Una clinica olandese ha

dimostrato che la riproduzione di brani classici

negli ambulatori aiuterebbe i pazienti a sop-

portare di più il dolore, grazie all'aiuto della

melodia nella distensione dei muscoli e del si-

stema nervoso.

3. Nascite premature: Ricercatori canadesi

hanno osservato che far ascoltare musica a

neonati prematuri aiuta i piccoli a sopportare

meglio il dolore e li incoraggia a seguire miglio-

ri abitudini alimentari, favorendo l'aumento di

peso. Il motivo? Il ritmo della musica e il suono

ovattato ricreano nel bebè l'ambiente che si

trova all'interno dell'utero materno.

4. Piante depresse: Oltre alla crescita dei

neonati, la musica incoraggerebbe quella delle

La particolarità di questo ballo sta proprio in

questi rituali, durante i quali i partecipanti

erano soliti ad eseguire gesti inusuali: la lingua

di fuori, i colpi sul petto e sugli avambracci e

gli occhi spalancati erano tutti simboli usati

per indicare la potenza e l'indole guerriera del

proprio popolo. L'origine di questa danza risale

ad un'antica leggenda, secondo la quale un ric-

co e importante capo Maori si sarebbe nascosto

in un pozzo nel tentativo di sfuggire ad un

gruppo di assassini: inizialmente l'uomo

sussurrava tra sé e sé “ Ka Mate, Ka Mate”

(Io muoio, io muoio), ma, una volta che gli

uomini se ne erano andati, cominciò ad urlare

“Ka Ora, Ka Ora” (Io vivo, Io vivo). Proprio

queste sono le parole recitate nella interpreta-

zione più famosa dell' Haka, chiamata “Ka

Mate”. Esistono infatti più versioni, ognuna

delle quali esprime un significato diverso:

insieme a quella citata precedentemente, le

danze più celebri sono la “Peruperu”, variante

del “Ka Mate”, e il “Kapa”, inventata dagli

All Blacks e praticata solo in occasione speciali.

Al giorno d'oggi questa danza ha un grande

valore simbolico in Nuova Zelanda, e non solo

relativamente all'accezione sportiva: infatti

viene ancora usata in alcuni funerali, durante i

quali gruppi di centinaia di persone celebrano

il morto tramite L'Haka.

EINE

KLEINE

NACHT

MUSIK

Pagina 7 C affè P ac inott i

Comunicazioni bestiali: messaggi d’amore di Angela Forti, IV^A

Conversando di comunicazione e trasmissione

di messaggi, ci verrà subito in mente l’azione

del parlare; essa è, infatti, tra le attività più

frequenti che pratichiamo ogni giorno, ma allo

stesso tempo, senza che ce ne rendiamo conto,

rappresenta un meccanismo estremamente

complesso. Distinguiamo innanzi tutto tre

elementi fondamentali della comunicazione: il

trasmittente, il mezzo attraverso il quale passa

il segnale e il ricevente. Nel caso degli esseri

umani, il primo è rappresentato dalla laringe

che produce il suono, una vibrazione delle

particelle dell’aria (il nostro mezzo); infine, il

complesso apparato del nostro orecchio farà da

ricevente captando il suono e trasformandolo

in impulso nervoso. Noi non siamo in grado,

però, di interpretare i suoni prodotti da anima-

li di specie diverse dalla nostra (ad esempio il

miagolio del nostro gatto); questo perché un

messaggio, per diventare tale, necessita di un

codice che sia convenzionalmente condiviso sia

da chi trasmette che da chi riceve e che ad ogni

suono associ un significato.

Ma il linguaggio non è certo

l’unico modo in cui comuni-

chiamo: ad esso associamo,

infatti, diversi sistemi di co-

municazione, come la mimica

facciale o il nostro abbiglia-

mento, che hanno lo scopo di

dichiarare i nostri stati d’ani-

mo o, in altri casi, la

piante. Almeno è quello che sostengono alcune

teorie raccolte in un volume del 1973, intitolato

The Sound of Music and Plants, scritto dalla

professoressa universitaria del Colorado

Dorothy Retallack. Dopo aver effettuato vari

esperimenti, osservò che le piante crescevano

più rigogliose se messe in un ambiente con mu-

sica classica, e che addirittura sembravano

flettersi verso il punto da cui proveniva il

suono!

5. Performance sportive: Uno studio

britannico del 2005 ha dimostrato che l'ascolto

di musica classica migliora del 20% le presta-

zioni sportive, l'equivalente fornito dal

consumo legale del dopping, ma senza danneg-

giare la salute.

6. Altererazioni del gusto: Un gruppo di

studenti cinesi ha scoperto che un qualunque

cibo se accompagnato da un buon pezzo di

musica classica diventa più appetitoso. Inoltre

la musica da il giusto ritmo per la nutrizione,

facendo rilassare il corpo e quindi rallentando

la velocità con cui si mangia, favorendo anche

una più corretta digestione.

7. Alfabetizzazione: In molti quartieri

difficili degli U.S.A. la creazione di orchestre

per ragazzi in difficoltà ha favorito un'esponen-

ziale crescita dell'alfabetizzazione, aiutata dal

fatto che saper leggere uno spartito rende

molto più semplice l'apprendimento della

lettura testuale.

E le mucche? Ebbene si, le opere di Mozart

fanno aumentare del 7,5% la produzione di

latte di questi animali; non si può dire la stessa

cosa del potere benefico della musica di

Beethoven, che certo aiuta, ma non può fare

miracoli!

SCIENTIFICA

MENTE

PARLANDO

Pagina 8 C affè P ac inott i

Nostra posizione sociale ed economica o la nostra

ideologia. Tutte le creature del regno animale

svolgono una vita di relazione che prevede un con-

tinuo scambio di informazioni, specialmente nelle

specie che vivono in gruppi legati da legami sociali,

dove la comunicazione è più complessa. Quand’è,

però, che nella nostra società avviene il maggior

scambio di informazioni, verbali e non? Ovviamen-

te nella fase del corteggiamento. E gli animali non

sono certo da meno. E le similitudini sono numero-

sissime.

Se ad un primo appuntamento lui tende a vestirsi

elegante possibilmente valorizzando le sue qualità

fisiche, esattamente come fa lei, gli animali

mettono in atto una trasformazione del proprio

aspetto esteriore esponendo le parti del corpo che

più possono colpire la femmina o sfoggiando

colorazioni accese e particolari; questo accade ad

esempio quando il pavone apre la propria coda o

quando, nella stagione degli amori, gli uccelli

tessitori passano da un colorito grigiastro ad uno

molto più colorato e vistoso.

Altri messaggi visivi sono i movimenti delle zampe

dei ragni o delle tele che essi fanno vibrare

ritmicamente per attirare l’attenzione della femmi-

na; o ancora i bagliori luminosi che il maschio della

lucciola emana fino a quando una femmina non gli

risponde con una luce ancora più intensa.

Altra tecnica molto utilizzata nel regno animale è l’

emissione di richiami sonori e veri e propri canti

(unici per ogni singola specie e, spesso, differenti

all’interno di essa) in grado di percorrere grandi

distanze; basti pensare al canto degli uccelli, o a

quello ancora più stupefacente, delle balene.

La leggenda degli “orologi della morte”, deriva dal

rumore ritmico che i tarli producono battendo nelle

loro gallerie al fine di attirare la femmina.

Veniamo, infine, alla comunicazione di tipo chimi-

co, concentrandoci sugli ambienti marini. Nel

periodo degli amori, infatti, ogni singolo organismo

delle profondità, dal protozoo alla medusa al più

piccolo pesciolino, produrrà e disperderà nell’

ambiente una certa sostanza chimica che giungerà a

tutti gli altri organismi vicini ma diverrà messaggio

unicamente per i membri della sua stessa specie;

e quest’azione verrà ripetuta per ogni passaggio del

corteggiamento: gli animali dovranno infatti cercar-

si, chiamarsi e riconoscersi. A conti fatti, in un bic-

chiere d’acqua di mare ci sono, sotto forma di un

linguaggio chimico che a noi è del tutto sconosciu-

to, più annunci matrimoniali che in un giornale.

E i cioccolatini? Nel regno animale sono tranquilla-

mente sostituiti dalle prede che, avvolte in un boz-

zolo dalla perfetta manifattura, alcuni ragni portano

in dono alle loro femmine.

Pagina 9 C affè P ac inott i

Adotta il tuo verde di Francesca Bonfigli, I^B

Ciao a tutti! Come molti di voi sapranno,

da circa due settimane è iniziato il progetto

“Adotta il tuo verde”, che è stato presentato in

auditorium sabato 21 alle ore 11.00. La nostra

scuola, come sapete, presenta all’esterno zone

che, mentre prima erano ricoperte da erbacce,

ora presentano varie piante e alberelli. Grazie

ad alcuni genitori e al desiderio di risistemare

gli spazi incolti attorno alla nostra scuola, è

nata l’idea di creare un percorso progettuale

che coinvolga noi studenti rendendoci

consapevoli di quale ricchezza rappresenti uno

spazio verde. La parte progettuale è stata

concordata con il corpo docente e sarà rivolta

alla focalizzazione da parte di noi ragazzi sui

benefici della vegetazione in ambito urbano.

Il coinvolgimento degli studenti è fondamenta-

le in quanto il progetto mira a creare un

rapporto di essi nei confronti delle aree recu-

perate, e gli studenti hanno contribuito a

raccogliere una parte dei fondi. All’incontro

sono stati partecipi numerosi esperti, il nostro

preside e varie autorità del comune e della

provincia, oltre che hai rappresentanti e

genitori del liceo. L’evento è

stato considerato molto

importante in quanto man-

dato in streaming sul sito

ufficiale degli agronomi e su

Teleliguria Sud. L’intervento

del dott. Bracco era centrato

sul lavoro dell’ agronomo e

sull’ importanza degli alberi

nella vita. Gli interventi di

altre dottoresse, come la

dott.sa Diamanti e la dott.sa Cozzani, si sono

incentrati sull’importanza del giardino per la

scuola: non solo a livello estetico ma anche a

livello didattico, infatti si stanno già preparan-

do lezioni per alcune classi. La seconda parte

dell’inaugurazione si è svolta direttamente nel

giardino, dove Dario Scarafuggi e Alessio

Martignoni hanno piantato alcuni alberi tra cui

lecci e corbezzoli.

Si ringrazia Nicole Cerretti per le foto e le in-

formazioni.

INSIGHT

Vista generale (N.B. altre fotografie verranno pubblicate sulla pagina facebook

Pagina 10 C affè P ac inott i

Sezione mostre: In questa rubrica segnaliamo le principali mostre sul territorio provinciale e

nazionale a cura di Angela Forti

Dagli Impressionisti a Picasso

I capolavori del Detroit Insitute of Arts

Genova, Palazzo Ducale

25 settembre 2015 - 10 aprile 2016

Bellezza divina tra Van Gogh,

Chagall e Fontana

Firenze, Palazzo Strozzi

24 settembre 2015 - 24 gennaio 2016

Monet

dalle collezioni del Musée d’Orsay

Torino, GAM

2 ottobre 2015 - 31 gennaio 2016

Gaugin

Racconti dal Paradiso

Milano, Museo delle Culture

10 ottobre 2015 - 21 febbraio 2016

La redazione:

Angela Forti, Anna Maggi, Camilla Vaccarini, Claudio Benedetto Maggi, Davide Patur-

zo, Francesca Bonfigli, Laura Bellettini, Linda Veo, Nicola De Roberto, Sofia Olivari,

Steven Salamone.

Si ringrazia la prof.ssa Sergiampietri, referente del progetto

Artwork in copertina: Kou Kou Ge, II^F

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Hrair Sarkissian: Back to the Future

mostra fotografica

La Spezia, Fondazione Carispezia

27 novembre 2015 - 21 febbraio 2016