71
70° Anniversario della Fondazione dell’UNMS UNIONE NAZIONALE MUTILATI PER SERVIZIO Brescia CON L’ALTO PATRONATO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ED IL PATROCINIO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI Con il patrocinio di: REGIONE LOMBARDIA PROVINCIA DI BRESCIA COMUNE DI BRESCIA

Annuario 2007: 70° anniversario della fondazione dell'UNMS

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Annuario 2007: 70° anniversario della fondazione dell'UNMS

Citation preview

2007

1937

70° Anniversario della Fondazione dell’UNMS

UNIONE NAZIONALE MUTILATIPER SERVIZIO

Brescia

CON L’ALTO PATRONATO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICAED IL PATROCINIO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Con il patrocinio di:

REGIONE LOMBARDIA PROVINCIA DI BRESCIA COMUNE DI BRESCIA

In occasione della pubblicazione dell’opuscolo dulla celebrazione del 70° Anniversariodella Fondazione dell’Uinione Nazionale Mutilati Invalidi per Servizio, il Presidente dellaRepubblica esprime apprezzamento ai promotori per il significato sociale dell’iniziativa.

Tale lavoro contribuisce a diffondere la conoscenza della positiva azione di informazio-ne, sostegno ed aiuto posta in essere dalla vostra associazione nei confronti di quanti hannoriportato mutilazioni ed infermità nell’adempimento dei loro doveri istituzionali, comeanche dei loro familiari.

A lei presidente e a tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione e pubblicazionedell’opuscolo il capo dello stato invia un cordiale saluto, cui unisco il mio personale.

Donato MarraSegretario Generale Presidenza Repubblica

Il saluto delPresidente della Repubblica

INTERNO COPERTINA:Layout 1 16/11/10 09:15 Pagina 1

Finito di stampare nel mese di marzo 2007 da COM&RPINT - Via Lodovico Pavoni, 9 - 25128 Brescia

INTERNO COPERTINA:Layout 1 16/11/10 09:15 Pagina 2

I SOLDATI D’ITALIADELLA TERRA DEL MARE E DEL CIELO

I CUSTODI DELLA LEGGE E DELLE ISTITUZIONIDIFENSORI DELL’INCOLUMITÀ

E DELLA LIBERTÀ DEI CITTADINIGLI AMMINISTRATORI DELLA COSA PUBBLICAPER IL PROGRESSO SOCIALE DELLA NAZIONE

CADUTI, MUTILATI E FERITI NELL’ADEMPIMENTO DEL DOVERE

AL SERVIZIO DELLO STATOCHIEDONO DI NON ESSERE DIMENTICATI

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 1

3

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 3

4

Il mio indirizzo di saluto non vuole essere puramente formale - esprimere solo il do-veroso, più cordiale augurio per il raggiungimento dei settanta anni di attività associativa-, ma manifestare anche il ringraziamento da parte dell’intera città di Brescia per una sto-rica, umile ed operosa, positiva presenza, volta a sostenere e promuovere l’unione fra muti-lati e invalidi per servizio istituzionale della nostra città e della nostra provincia.

Settant’anni costituiscono traguardo di straordinaria importanza. Come ha ricordatoil presidente dell’U.N.M.S. bresciana Cav. Di Gran Croce Arrigo Varano nella sua opera Equi nacque l’UNMS Brescia, 1937. Storia della fondazione dell’Unione Nazionale Mutilati perServizio, edita a Brescia nel 1990, risale infatti all’ormai lontano 1937. per iniziativa deltenente Andrea Gaspari - privato di ambedue le mani per lo scoppio di una bomba mentreimpartiva istruzioni militari alle reclute del Distretto di Brescia -, l’organizzazione deimutilati per motivi di servizio nel Bresciano.

L’occasione del settantesimo appare di particolare significato anche quale momentodi conoscenza e riflessione circa la propria lunga vicenda.

Ricostruire la propria storia, riandare alla proprie radici è sempre il modo miglioreper riscoprire le ragioni del proprio impegno e nel contempo fecondo collante per rinsalda-re le ragioni della propria appartenenza associativa, quindi anche identitaria, a maggior ra-gione in vista di un anniversario importante.

Ed è giusto, dunque, ricordare in questa sede i tantissimi soci che hanno vivificatocon la propria appassionata presenza la vita associativa nel corso dei decenni, i carabinieri,militari delle Forze armate, agenti della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza, agentidi custodia, guardie forestali, vigili del fuoco, vigili urbani, militari in servizio di leva,magistrati e tutti gli altri dipendenti della Pubblica amministrazione che, nell’adempi-mento del proprio dovere, hanno contratto mutilazioni o invalidità, ma non hanno rinun-ciato alla chiamata di una disponibilità di intelligenze e passioni al servizio dell’U.N.M.S.bresciana.

L’Unione ha sempre rappresentato per tutti loro, per i familiari, per l’intera comuni-tà, luogo di severa responsabilità, nella condivisione dei principi ispiratori e degli obiettividell’Associazione, nella capacità di mantenere vivo il sentimento della fratellanza e dellasolidarietà, nella esaltazione dei valori morali, civili, militari e storici della Patria, nellapratica di una costante elevazione spirituale di quanti certamente si considerano comemembri di una sola grande famiglia, senza mai obliare le minorazioni subite nell’adempi-mento di un dovere nazionale e sociale, continuando ad essere forze operanti per il benedella Patria.

In questi primi settanta anni di vita l’Unione non ha mai rinunciato ad intervenire

Il saluto delSindaco di Brescia

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 4

5

presso i pubblici poteri e le amministrazioni pubbliche e private a sostegno degli interessie diritti dei propri aderenti, servendo da intermediazione gratuita nelle relazioni fra i socie le amministrazioni da cui dipendono, così come nel praticare tutta la possibile assistenzamorale e materiale ai soci e alle loro famiglie.

Per le ragioni che ho sommariamente elencato, desidero esprimere a tutti gli associa-ti, ai responsabili, al presidente provinciale, gli auguri per il tempo che verrà, per una rap-presentanza capace di costruire luogo credibile ed affidabile, come nella più alta tradizionedi responsabilità e coerenza dell’U.N.M.S. bresciana.

Sincero compiacimento ed autentici, gioiosi rallegramenti che sento di dover espri-mere, dunque, per questi sette decenni in cui l’Unione ha sempre mantenuto salda l’ade-sione al proprio statuto associativo, nella costante tutela degli interessi dei mutilati ed in-validi per servizio come dei familiari dei caduti: una presenza preziosa - in qualche modoinsostituibile - nella nostra comunità provinciale e nazionale.

Paolo Corsini Sindaco di Brescia

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 5

6

Ci stiamo accingendo a celebrare il 70° anniversario della “nascita” a Brescia del-l’U.N.M.S. e vogliamo ricordare questa data con una piccola pubblicazione che non vuoleavere, per carità, alcuna pretesa di documento storico ma solo quello di ricordare l’operatodel Tenente Andrea GASPARI, le sue “caparbie” iniziative e il loro sviluppo raggiunto si-no ad oggi in sede Nazionale.

Da un documento autografo del Tenente A. MAINETTI dell’epoca riportiamo lette-ralmente «… Da parte del Tenente a riposo GASPARI Andrea Alfredo nel Novembre1937 vennero iniziate pratiche per la formazione di una “Associazione fra Mutilati ed In-validi per causa di servizio militare, NON di guerra! “. In contrasto con l’allora dei muti-lati di guerra Carlo Delacroix che non vedeva la necessità della creazione della nostra asso-ciazione, fu la sezione provinciale dei minorati di guerra di Brescia, i cui dirigenti ci accol-sero sempre cordialmente, che ci furono di grande aiuto…» E’ giusto che il mutilato perservizio militare abbia una tessera che lo distingua, un distintivo, una bandiera ….. ed an-cora il 18 Febbraio 1939 viene inoltrata una istanza al Ministero della Guerra tendente adottenere la autorizzazione dell’Associazione. Il 3 Marzo 1939 il Senatore Bonari Carlo el’allora segretario alla Guerra Generale Pariani si interessarono alla richiesta.

Il 29 Marzo il consigliere nazionale combattenti riferisce che l’istanza del Consigliodei Ministri è stata trasmessa per competenza al Ministero degli Interni che il 30 Maggio1939, sempre tramite il senatore bresciano BONARDI si esprime affermando che “Non siravvisa l’opportunità della costituzione di questa nuova Associazione”. Comunque non sipuò mettere minimamente in discussione che la nostra Unione, ad opera del Tenente An-drea GASPERI, ha iniziato la sua attività nel 1937 a Brescia, questo è un dato inconfuta-bile ed i riferimenti e ricordi storici lo provano inequivocabilmente. Operazioni per far ri-conoscere l’attività dell’Unione naturalmente sono continuate con caparbia pressione e fi-nalmente proprio nel marzo 1945 dopo una ennesima forzatura, è stata costruita la nostraUnione in Roma con atto notarile dell’avv. Francesco Antonelli e con la denominazione di“Associazione Nazionale Pensionati Militari per Invalidità e mutilazione riportata in servi-zio o per causa di esso” titolo poi cambiato in “Unione Nazionale Mutilati per Servizio”.

Oggi, dunque, sono 70 anni vissuti bene, sviluppati in maniera eccellente, presentiin tutti i capoluoghi di Provincia e con una frenetica attività di difesa di una categoria de-bole, sconosciuta e che il più delle volte viene dimenticata proprio da quelle stesse Istitu-zioni che vengono difese e che hanno il dovere di riconoscerne i sacrifici e le privazioni, ladedizione e quanto ne consegue.

Abbiamo cercato di evidenziare, per quanto ci è stato possibile fare, e con il minimodi citazioni possibile, come siamo nati, quanta strada è stata percorsa, quali ostacoli si son

Il saluto del Presidente Provincialee Consigliere Nazionale

Cav. di Gran Croce Arrigo VARANO

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 6

7

dovuti superare, quanti problemi frapposti sono stati risolti, e quale sviluppo abbiamoavuto e finalmente come siamo oggi.

Quanta strada dovremo percorrere ancora! Quanti riconoscimenti e quante rivendica-zioni dovremo mettere in evidenza, quante asperità dovremo ancora superare perché i no-stri sacrosanti diritti di cui tante alte categorie ampiamente già godono, vengano ricono-sciuti. Siamo vittime, purtroppo, di disparità di trattamenti: il mutilato di serie “A” emutilato di serie “B” come se una stessa mutilazione o invalidità vista per un cittadino haun valore, vista per un dipendente dello Stato o militare è un’altra! Questa è l’Italia di og-gi, questi sono i riconoscimenti dovuti a chi ha servito o serve ancora lo Stato, uno Statoche rinnega chi lo ha servito fedelmente, alcune volte sino alla morte! E di esempi ve nesono a iosa! Chissà come l’avrebbe pensata GASPARI se oggi fosse con noi per aiutarci inqueste amare battaglie!

Arrigo Varano

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 7

8

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 8

9

Con riferimento alla richiesta di patronato per il Convegno in programma per la cele-brazione del 70° Anniversario di fondazione dell’Unione Nazionale Mutilati Invalidi perServizio di Brescia, in programma nei giorni 31 marzo e 1 aprile 2007, si esprime parerefavorevole alla concessione dello stesso.

Regione Lombardia

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 9

10

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 10

11

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 11

12

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 12

13

Nota autografadel Fondatore UNMS

Tenente “Andrea Gaspari”

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 13

14

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 14

15

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 15

16

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 16

17

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 17

18

Presidenti nazionali

Ing. QUAGLIOTTI Cav. di Gran Croce Giovanni dal 1950 al 1982

VARANESI Cav. di Gran Croce Matteo dal 1982 al 1989

BUCCI Alessandro dal 2006 ed attualmente in carica

Prof. CESAREO Franco dal 1989 al 2006

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 18

19

UNMSGruppo Regionale Lombardo

VARANO ARRIGOConsigliere Nazionalee Presidente ProvincialeBrescia

DRAGO CLAUDIOPresidente ProvincialeBergamo

DE CARLI BRUNOPresidente ProvincialeLecco

FULCINITI LUIGIPresidente ProvincialeMilano

SALIS SALVATOREPresidente ProvincialeVarese

SANTO MEDURIConsigliere NazionalePresidente RegionaleLombardo e PresidenteProvinciale Como

DI PASCALESTANISLAOPresidente ProvincialeCremona

CARUSI ELISAPresidente ProvincialeMantova

ROVATI GIANNIPresidente ProvincialePavia

SPERANZA FRANCOPresidente ProvincialeLecco

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 19

20

Comitato Provinciale di Bresciae Sindaci

In senso orario da sinistra a destra:

REMONDI LuigiSEVERO MarioALMICI ImperiaBORLINI LuigiLAI GiovanniCARIOLA GiuseppePresidente Arrigo VARANOBUSETTO GiorgioRAGNI MarcoVicepresidente Gabriele D’AMICOMORAGLIA GiuseppeSERINA Guglielmo

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 20

21

Segretario ProvincialeSezione Brescia

M.M. ruolo d’Onore CC. - Medaglia d’oro al Valor CivileGIOVANNI LAI

Brescia ha onorato, con una cerimonia riparatrice, nel Trentennale del fatto, le vittimedell’attentato terroristico di piazza Arnaldo nel quale perse la vita un’insegnante di lingua te-desca, Bianca Gritti Daller, e rimasero feriti dodici inermi cittadini, Tra questi l’allora briga-diere dell’Arma dei Carabinieri, Giovanni Lai, e l’allora Appuntato Carmine Delle Bovi, en-trambi in servizio alla caserma “Casotti” di piazza Tebaldo Brusato, sede della Legione Carabi-nieri della Lombardia orientale. LAI, originario di Illorai (Sassari), sposato, padre da pochi me-si lottò tra la vita e la morte per settimane. Soltanto dopo anni e ripetuti delicati interventichirurgici tornò ad una esistenza normale, tuttavia costretto a convivere con gli esiti fisici epsicologici delle ferite subite il 16 dicembre 1976. Miglior sorte toccò all’appuntato Delli Bo-vi il quale si riprese in tempi più rapidi.

Un minuto prima delle 19 di quel tragico pomeriggio, nel clima di un Paese sconvoltoda stragi, attentati, azioni eversive, LAI e Delli Bovi, richiamati dalle indicazioni dell’edico-lante della piazza (un maresciallo dei Carabinieri in congedo) allarmato dalla presenza di unaborsa fumante collocata ai piedi di una colonna, con sprezzo del pericolo ed a protezione dellemolte persone che in quel momento a piedi transitavano nella zona, si lanciarono verso l’og-getto segnalato nel tentativo di neutralizzarlo. Proprio in quell’attimo l’esplosione. Era una

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 21

22

pentola a pressione colma di esplosivo innescato da una miccia a lenta combustione. Soltanto ilgesto istintivo di Lai e Delli Bovi, che pure avevano calcolato il grave rischio, evitò una stragedi proporzioni simili a quella che due anni prima insanguinò, sempre a Brescia, piazza dellaLoggia: 8 morti e 102 feriti.

Gli attentatori furono presto individuati, tratti in arresto e condannati.Nel verdetto di appello è stato indicato chiaramente il movente di quell’attentato anche se

mai fu possibile risalire ai mandanti che avevano agito, nel quadro complessivo della cosiddettastrategia della tensione, per suscitare terrore, allarme con l’obiettivo di destabilizzare il Paese.

“Si deve osservare - hanno scritto i giudici nella sentenza del giugno 1983 - che il moven-te politico-terroristico indicato dal Piccini Giuseppe, uno degli attentatori, (N.d.R. mi fu dettodi porre l’ordigno in una zona di traffico perché il loro obiettivo era di gettare terrore a Brescia),seppure delineato con dichiarazioni poi ritratte, è l’unico che offre una chiave di lettura accetta-bile dell’attentato in esame. Esso si inserisce nel contesto della famigerata strategia della tensio-ne, che, a partire dall’anno 1969, seminando bombe e terrore, Ha insanguinato l’Italia e tentatodi destabilizzarne le Istituzioni, suscitando nell’opinione pubblica la psicosi della paura e dellainsicurezza e, insieme, l’immagine di uno Stato in lenta disgregazione, impotente a frenare ildisordine, allo scopo di favorire un colpo di Stato c.d. strisciante, capace di imprimere al Paeseuna svolta reazionaria. Ed è noto che proprio la Città di Brescia è stata uno dei teatri di siffattasvolta manovra politica, culminata nella strage di piazza della Loggia, di talchè l’attentato dipiazzale Arnaldo, considerato il retroterra ambientale in cui è germinato, appare, anche sotto ilprofilo storico collocabile nell’alveo del fenomeno terroristico testè indicato.

Ma col passare degli anni l’attentato di Piazzale Arnaldo e le sue vittime caddero nel-l’oblio.

Brescia e le sue istituzioni se ne dimenticarono colpevolmente, preferendo accettare la te-si alternativa del movente, secondo la quale l’attentato fu opera di criminali, un diversivo alloscopo di coprirsi la fuga dopo una rapina che in realtà non venne compiuta.

Trent’anni dopo - dicevamo all’inizio - Brescia - sollecitata anche dai responsabili dellaSezione Carabinieri (ANC) e della Sezione Provinciale dell’Unione Nazionale Mutilati per Ser-vizio (UNMS) - ha rimediato alla grave dimenticanza: mai una cerimonia commemorativa,neppure una targa dell’esplosione a ricordo della tragedia e delle vittime. Lo scorso 16 dicem-bre 2006, perciò la Città (Prefetto, Questore, Comandante dei Carabinieri e Sindaco in testa)ha ufficialmente ricordato la “strage dimenticata”, ha reso omaggio alla memoria di BiancaGritti Daller, al sacrificio del Maresciallo dei CC Giovanni Lai ora insignito della medagliad’Oro al Valor Civile, dell’Appuntato Delli Bovi Carmine insignito della medaglia d’argentoal Valor Civile ed alle sofferenza patite da tutti gli altri feriti dell’Arma dei Carabinieri sempree puntualmente presente a difesa estrema del Paese, dei cittadini, delle istituzioni repubblica-ne, della democrazia, della Legge.

Nella circostanza sono intervenuti con bandiere, labari e gagliardetti le sezioni di Brescia“Carlo Alberto Dalla Chiesa”, e Manerbio dell’Associazione Carabinieri in congedo, con il Pre-sidente Cav. di Gran Croce Arrigo VARANO e del Coordinatore Provinciale Maggiore ARLICarlo, ed una Rappresentanza dell’Unione circoli Sardi guidata dal sottotenente Paolo SIDDI.

Il Sindaco di Brescia On.le Prof. Paolo CORSINI nel suo efficace ed accorato interventonon ha esitato a manifestare il rimorso, proprio e della Città, medaglia d’argento per la resi-stenza, per il velo di silenzio calato sulla tragica vicenda. Ed ha assicurato che la memoria oraripristinata verrà annualmente ravvivata per ribadire l’impegno democratico di Brescia e lapassione civile dei suoi cittadini.

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 22

23

INTERVENTO DEL CAV. DI GRAN CROCE ARRIGO VARANO,PRESIDENTE PROVINCIALE DELLA SEZIONE UNMS DI BRESCIA.

A nome mio personale ed a nome di tutti i componenti del Consiglio Direttivo porgo unsentito cortese saluto a tutte le Autorità Civili, Militari e Politiche che ci stanno onorando con laloro presenza, un ringraziamento particolare lo dobbiamo al Sig. Presidente della Repubblica peril pensiero avuto per noi e per l’Alto Patronato concessoci, al Sig. Presidente della Regione, alSig. Presidente della Provincia ed al Signor Sindaco di Brescia per il Patrocinio che ci hanno fat-to pervenire.

Per un profondo senso di patriottismo e rispetto delle Istituzioni vogliamo ricordare, perprima cosa, i 210 anni compiuti dal nostro simbolo, dalla nostra bandiera tricolore e con le stes-se parole del Sig. Presidente della Repubblica: “L’anniversario del tricolore sia un momento percelebrare i valori di libertà, democrazia, e solidarietà a fondamento della Nazione” e, ribadisceancora “ L’importanza del tricolore come simbolo dell’unità Nazionale, bandiera di uno Stato vi-cino ai cittadini ed aperto alla collaborazione internazionale” “Perciò nel ricordarlo lo vogliamocelebrare, questo anniversario, solennemente anche noi oggi che qui riuniti rappresentiamo ilcontinuo sacrificio dei servitori dello Stato, della Patria ed attaccamento al rispetto della bandie-ra, del nostro tricolore.

E dopo questa patriottica citazione è doveroso, da parte mia, ricordare i soci che in questoultimo periodo ci hanno purtroppo lasciato, accomunando a loro la memoria dei 12 giovani,ignari, innocenti Carabinieri barbaramente trucidati nel marzo 1944, in quel di Malga Bala(Tarvisio) da orde di barbari criminali slavi che operavano sotto le mentite spoglie di partigiani,ricordiamo ancora i Carabinieri e Militari martiri periti nel grave attentato di Nassyria nel 2003ed infine il sacrificio dell’Ispettore di Polizia Filippo RACITI vittima ignara di una inconcepibi-le violenza che non si riesce a fermare.

Per i martiri di Malga Bala visti gli inutili sforzi e molteplici richieste inoltrate e vergo-gnose scuse e promesse (tante!) non mantenute, abbiamo chiesto al nuovo Presidente della Re-pubblica un giusto riconoscimento con l’invio di 2.500 firme e l’inoltro di una petizione direttaalle più alte rappresentative Autorità Istituzionali (Senato, Camera dei Deputati e Consiglio deiMinistri), sperando che qualcheduno (non in periodi di elezioni come sono soliti fare) dia segnodi gratitudine, sensibilità e riconoscenza proprio in nome e per conto di quella bandiera che po-c’anzi abbiamo rispettosamente ricordato e sotto la quale quasi tutti abbiamo militato con onoree sacrifici immensi … Inoltre e per ultimo in ordine cronologico e non per importanza, ricordia-mo che il giorno 13 dello scorso mese di marzo, in Roma, in occasione della VI giornata Nazio-nale del Caduto per Servizio “Per non dimenticare: 2007 la Forza Armata Esercito” si è tenuto -per iniziativa eccellente della Nostra Presidenza Nazionale alla quale si deve dare atto pubblica-mente - un convegno dal tema attualissimo “nel ricordo della stage della scorta dell’On.le Moro;caduti di ieri e di oggi nelle Istituzioni: 2007 la Forza Armata Esercito … l’impegno nella sicu-rezza nazionale ed internazionale. A questa bellissima manifestazione, cui ha partecipato ancheBrescia, sono intervenute le massime Autorità Istituzionali Militari, Politiche e Religiose dellaCapitale, familiari dei caduti per servizio, medaglie d’oro, rappresentati di Associazioni d’Armae di promozione sociale ed in massa i nostri soci UNMS con una infinità di labari e bandiere. Al-

Interventi

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 23

24

l’altare della Patria, al Milite Ignoto è stata deposta una magnifica corona di alloro.Ora anche noi vogliamo rivolgere …….A tutte queste persone che prendiamo come esempio di eroi/martiri ed a tutti gli altri,

vittime del dovere conosciute e non, vada non solo il nostro fraterno, affettuoso ricordo e salutoma anche un momento di cristiana riflessione: pertanto Vi prego ad un attimo di raccoglimento.

GRAZIE. -Proprio nel mese di marzo si compiono i 70 anni della nascita in Brescia della nostra

Unione ad opera del Tenente di Artiglieri Andrea GASPARI. Abbiamo con noi due dei figli deltenete Gaspari e li vogliamo salutare con un caloroso applauso in memoria e ricordo del loro va-loroso genitore.

Qui, a Brescia nel 1937, è nata e si è sviluppata l’UNMS, mentre nel 1945 è nata ufficial-mente a Roma con la firma dell’atto notorio che ne sanciva ufficialmente il suo operato. Per cuinessun problema di date; noi bresciani le festeggiamo tutte e due, quella dell’inizio dell’attivitàrisalente al 1937 e quella del riconoscimento burocratico ufficiale risalente al 1945; tenendo benpresente che non si possono gettare alle ortiche ben otto anni di duri sacrifici personali, richiesteed istanze varie continuamente inoltrate e tutto un lavoro preparatorio fortemente ostacolato daforze politiche di allora tendenti a non far riconoscere l’istituzione per timore di concorrenze erivalità gelose conseguenti. Sarà comunque l’oratore ufficiale, Eccellenza De Lisciotto a trattareil tema della celebrazione del 70° anniversario.

Noi siamo addetti ad una panoramica generale dello svolgimento delle operazioni che sisvolgeranno questa mattina. Come ho detto seguirà l’intervento dell’Eccellenza dr. Lisciotto, alquale seguirà l’intervento del Prof. Consigliere e Dottoressa Franceschini. Seguirà l’interventodel Dr. Caristi, Direttore dell’INPDAP di Brescia e Cremona il quale avrà l’ingrato compito ditrattare economie e tagli più o meno leciti, che si faranno sulla pelle dei poveri pensionati stata-li, sperando che di decurtazioni ce ne siano poche; da quello che si sente e ci viene minacciatosembra che non tiri un’aria troppo buona ed ancor meno salutare. Noi possiamo solo basarci suillazioni giornalistiche che, riportandosi ad una finanziaria più che contestata ed altamente citataparlano di rilevanti tagli e di assurdi aumenti di tasse che andando a gravare sui bilanci di pove-ri, inermi indifesi anziani pensionati, ci mortificano e penalizzano in maniera indecente ed in-sopportabile.

Per carità cristiana e per rispetto a coloro che ci ascoltano non vogliamo aprire nessunamalefica polemica (come sarebbe giusto si faccia) dando la colpa di tutto questo che ci stà perpiovere sulle spalle, a politici amministratori non certo apprezzabili e meno ancora sensibili,personaggi questi squallidi ed insensibili che prendono provvedimenti amministrativi inaccetta-bili penalizzanti nei confronti di individui che nulla possono fare per difendersi. Solo col voto sipotrebbero vendicare, ma quanti se ne ricordano quando sono nella cabina di votazione? E que-ste dimenticanze poi ci penalizzano! Quando uno Stato per far finta di ripianare i suoi debiti sirifà sui poveri diavoli rimpinzando i suoi onorevoli amministratori di ogni ben di Dio alla facciadi chi poi si deve grattare la testa con i problemi che gli sorgono per mancanza di soldi, non èdegno di governare! Basta sentire le reazioni di coloro che già hanno percepito la prima rata dipensione del 2007 e farsi l’idea del malcontento e delle reazioni violente e profondamente giusteed umane che ne scaturiscono per rendersene conto di quanta amarezza, delusione e reazione ne-gativa si stà ingenerando nella categoria degli anziani. L’avvocato BAVA ci farà un quadro, cre-diamo uno squallido quadro di quello che stà accadendo e che, se non si correrà ai ripari ci colpi-rà in maniera pesante, penalizzante ed infame. Ci ha promesso un suo prezioso intervento l’On.leMANINETTI il quale è stato relatore alla pensionistica alla Camera dei Deputati e che è stato

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 24

25

sempre attento anche alle nostre richieste e suggerimenti, e chissà che non ci dica qualche cosadi rasserenante, anche se su questo siamo veramente scettici!

Al termine di tutti questi interventi daremo la possibilità alle varie Autorità che lo desi-derano di porci un loro saluto e poi provvederemo alla consegna degli attestati di fedeltà. A que-sto punto termina la prima parte del nostro incontro, saluteremo con un caloroso applauso tuttele Autorità liberandole dall’impegno di assistere ad operazioni burocratiche interne che le anno-ierebbero e che a loro proprio non interessano. Inizieremo l’assemblea annuale dei soci, parlere-mo della nostra situazione, della nostra attività, provvederemo al rinnovo delle cariche socialiprocedendo alle nuove elezioni delle cariche sociali ed alla nomina dei partecipanti nel mese disettembre a Grado, all’assemblea nazionale per la elezione del nuovo direttivo nazionale.

Ora interrompo la mia relazione per passare la parola all’Eccellenza Dr. Francesco LI-SCIOTTO, Presidente Aggiunto Onorario della Corte Suprema, oratore ufficiale per la celebra-zione del 70° o 60° anniversario della nascita dell’UNMS a Brescia.

SECONDA PARTE DELL’INTERVENTO DEL PRESIDENTE VARANO.

Riprendiamo, carissimi soci, il discorso interrotto prima per rendervi edotti sull’andamen-to ed attività della nostra Sezione.

Possiamo essere veramente orgogliosi e fieri della nostra situazione generale. Non abbiamoavuto problemi particolari e ciò devesi alla preziosa collaborazione del segretario M.O. Cav. Uff.Giovanni LAI, della dedizione della segretaria Cav. Imperia ALMICI e del Vicepresidente Cav.Uff. Gabriele D’AMICO. A questi si devono anche aggiungere tutti i componenti del Consiglioche unanimemente hanno sempre discusso con cognizioni di causa e con particolare attenzione iproblemi della Sezione dando preziosi suggerimenti e consigli che, condivisi con imparzialità cihanno aiutato in un percorso alcune vote anche arduo e difficile.

Un saluto e un ringraziamento particolare lo dobbiamo al finanziere RAIMONDI per lasua quarantennale attività di porta labaro; lo premieremo con un ricordo particolare ed un grazieaffettuoso. Sono queste, tutte persone degne di ogni apprezzamento e considerazione e che, siapure in parte, dedicano alla nostra vita UNMS parte del loro tempo ed attività. Proprio per que-sti motivi proporrò poi a Voi tutti e per le nuove elezioni, di riconfermare tutta la squadra: sisuol dire che squadra vincente non si cambia mai, e così faremo noi.

Durante lo scorso anno abbiamo proceduto a pubblicizzare, anche perché richiesto dallaP.N. la raccolta di denaro tramite il 5 per MILLE e per questo motivo di fare una buona pres-sante propaganda presso i vostri amici e conoscenti perché al momento opportuno si ricordinodi noi.

Relativamente al pagamento della nostra Sede devo confermarvi anche quest’anno quantocommovente sia la vostra comprensione, la vostra sensibilità, il vostro attaccamento alla nostraistituzione, ed è doveroso da parte mia esprimervi la nostra gratitudine e profonda riconoscenzaper questo sforzo che stiamo sopportando e che ci inorgoglisce per la puntualità e precisione conle quali possiamo operare anche verso la P.N. che ci ha aiutato nel contributo gratuito. Ancoraun grande, grosso ringraziamento che desidero esternarvi con tutta sincerità e trasporto.

I ricorsi alla Corte dei Conti per la rivendicazione della Indennità Integrativa Speciale nonpercepita (sino ad ora ne abbiamo inoltrato complessivamente circa 150) sino ad ora hanno avutosempre esito positivo, salvo qualche caso che è in ritardo ma che si risolverà quasi certamente po-sitivamente.

Per la domanda di aggravamento ed altri problemi similari, anche per l’assistenza tecnico-

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 25

26

sanitaria di cui ci avvaliamo, non abbiamo avuto particolari difficoltà anche perché le nostre sol-lecitazioni sono state sempre pressanti e continue sino all’approvazione.

Come quantità possiamo precisarvi che per un anno e sino ad oggi abbiamo avuto circa900 incontri con altrettanti soci ricevuti giornalmente per risolvere i più disparati problemi oper svariati consigli; abbiamo inoltrato circa 74 ricorsi per aggravamento di malattia, inoltratoancora 18/20 ricorsi per riconoscimenti di malattie a causa di servizio, vi sono state circa 20 pre-senze in cerimonie varie delle Istituzioni con labaro, circa 80 solleciti verso Ministeri ed Istitu-zioni varie per pratiche di diverso genere, e che ritardano ad essere evase per vari motivi; a que-sto punto però devo fare un elogio e rivolgere un pubblico ringraziamento al Direttore dell’IN-PDAP Dr. Caristi ed ai suoi collaboratori ed al Dr. Spennati, Dirigente del Dipartimento Pro-vinciale del Tesoro di Brescia (ex Ufficio Provinciale del Tesoro) per la sollecitudine con cui esa-minano sempre le nostre richieste compenetrandosi sensibilmente nelle esigenze del povero ri-chiedente.

Poi si è intensificata la nostra assistenza per il rilascio delle tessere regionali di libera circo-lazione che hanno la durata di quattro anni, nonché assistenza per l’inoltro delle domande per lecure climatiche. Si sono invece fermati i corsi di addestramento per mancanza di adesioni. Allanostra richiesta per esaminare la possibilità di qualche gita …. nessuno ha risposto!

Questo ed altro è quanto abbiamo fatto per l’anno in corso e, se la provvidenza ce lo per-metterà per il prossimo anno, se voi ci rieleggerete vorremmo allungare la nostra fascia di azioneriproponendo qualche corso di aggiornamento tecnico sul computer con corsi di aggiornamentosulla lingua inglese con applicazione sul computer. Avremmo anche intenzione di indire deiconvegni sulle Caratteristiche pensionistiche e sulle tipologie delle infermità per servizio, natu-ralmente tutto dipende dalla disponibilità dei tecnici e degli oratori ed anche dall’evolversi dellesituazioni varie che ci si presentano giornalmente.

Come avrete potuto notare le nostre riunioni, le nostre assemblee stanno facendo un saltodi qualità sperando che ci si riesca. Non più la solita sterile assemblea ma un dialogo costruttivocon personaggi di spicco che ci illustrano i nostri doveri, le nostre aspettative ed i nostri dirittinaturalmente illustrandoci nel migliore dei modi come comportarci.

Questa volta avrete notato che non abbiamo più interessato gli invalidi o mutilati per ilservizio che non sono iscritti. Abbiamo pensato che con queste persone la gratitudine e la sensi-bilità non esistono ed allora a che prò spendere tempo e soldi che non hanno alcun rientro! Peg-gio per loro se non sentono il dovere di rinforzare la categoria con la loro presenza e peggio perloro se non hanno la sensibilità di comprendere quanti sforzi, quanti interventi si fanno e quantone usufruiscono abusivamente anche loro! E’ indegno un comportamento del genere ma purtrop-po vi sono dei personaggi che non si vergognano di sfruttare, e peggio per loro, la situazione: Pa-zienza! Perciò parlare ancora di proselitismo dopo tutto quello che abbiamo fatto e quello cheabbiamo chiesto a voi e come non farlo. Comunque nulla ci vieta di porre a voi la solita racco-mandazione non tralasciate mai di parlare di noi, della nostra attività e dei benefici che ne rica-vate. E così facendo chissà che qualcuno non si metta la mano sulla coscienza e si ravveda.

E con questo termino di annoiarvi.Scusatemi della lunga chiacchierata ma è giocoforza farla! Ci vediamo una volta l’anno e

non vi sembra giusto che il vostro Presidente si sfoghi mettendovi al corrente almeno delle coseprincipali che accadono in Sezione? Almeno questa soddisfazione dovete concedergliela ed io vene ringrazio moltissimo.

Ed adesso passiamo ad altri argomenti di rito: diamo la parola al Segretario Provinciale perla lettura ed approvazione dei bilanci ed al termine provvederemo all’operazione di votazione perrinnovo cariche e nomina dei delegati all’Assemblea Nazionale.

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 26

27

INTERVENTO DEL PRESIDENTE AGGIUNTO ONORARIODELLA CORTE SUPREMA DR. FRANCESCO LISCIOTTO

70° anniversario U.N.M.S.

Preliminarmente desidero ringraziare il Presidente Varano per avermi dato l’opportunità diesprimere in questa assemblea, nel giorno in cui si celebra il 70° anniversario della fondazione del-la U.N.M.S., i miei sentimenti di sincero, profondo, intenso attaccamento al vostro Sodalizio.

Tale legame ha le sue scaturigini nel beneficio che nel lontano 1954 ho tratto dal mio statodi orfano di militare, la cui morte si era verificata nel 1939 in servizio e per causa del servizio, co-me accertato in sede medico-legale e riconosciuto con apposito decreto ministeriale.

Reputo opportuno chiarire quale sia stato in concreto il suddetto beneficio.Avevo partecipato ad un concorso per la nomina ad Ispettore delle Poste risultando in otti-

ma posizione nella graduatoria dei vincitori. Sennonché la maggior parte dei posti era riservata aidipendenti della stessa Amministrazione postale e agli appartenenti di altre categorie sociali. Ciòavrebbe provocato il mio arretramento nella graduatoria oltre i posti messi a concorso, se non fossistato tutelato dalla legge 15.7.1950 n. 539 che aveva riconosciuto la equiparazione degli invalidiper sevizio a quelli di guerra.

Detta legge era stata emanata in seguito ad una data insistente, tenace, infaticabile opera dipersuasione esercitata dalla U.N.M.S. sui membri del Parlamento.

Non ho avuto la possibilità di iscrivermi, per mancanza dei prescritti requisiti, alla vostraAssociazione ma, pur non essendo socio, il senso di gratitudine è così forte da farmi ritenere legit-timato, in questa solenne circostanza, a pronunciare, sia pure con parole inadeguate, il discorso ce-lebrativo.

Mi si consenta di cominciare dalla origine e precisamente dalla data in cui la U.N.M.S. fucostituita.

Premetto che la Sezione di Brescia ha pubblicato, con encomiabile impegno, due apprezzativolumi sulla Storia della Associazione, il primo nel 1990, il secondo nel 2004. Entrambi conten-gono una esauriente esposizione dei dati relativi all’origine, all’attività e alle finalità dell’Ente.

Non mi sembra, quindi, opportuno impegnarmi, anche per non produrre effetti soporiferi,in una ripetitiva ricostruzione analitica degli stessi dati. Non posso esimermi, tuttavia, dal mette-re in evidenza gli aspetti più significativi della vita dell’Ente dalla sua fondazione alla odierna re-altà.

Nel 1937 il tenente Gaspari Andrea, rimasto mutilato di entrambe le mani per lo scoppiodi un ordigno mentre impartiva istruzioni militari alle reclute del Distretto di Brescia, assumeval’iniziativa di riunire attorno a sé, nella propria abitazione, alcuni minorati per servizio creando laprima organizzazione embrionale della categoria. Tale iniziativa muoveva dalla considerazione chemeritavano un adeguato riconoscimento da parte dello Stato non solo i mutilati di guerra ma an-che i militari che, senza medaglie e senza nastrini di campagne, erano usciti dalle caserme, all’in-terno delle quali la vita dovesse rappresentare una parentesi lieta della loro giovinezza, con una in-validità permanente o con una ferita che ne menomava la loro capacità lavorativa. Si trattava, inbuona sostanza, di affermare il principio, sul piano legislativo, che il mutilato e l’invalido per ser-vizio dovesse fruire di tutti i benefici concessi ai fedeli servitori della Patria, con specifico riferi-mento ai mutilati di guerra.

Le enormi difficoltà incontrate dal tenente Gaspari risultano dai numerosi documenti custo-diti negli archivi dell’Associazione. Ne è comunque, prova decisiva il fatto che solo nel marzo del1945 si è potuta costruire l’Associazione Nazionale in Roma con l’atto notarile dell’avvocato Fran-

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 27

28

cesco Antonelli. Il 12.4.1948 il tenente Gaspari, tra il generale rimpianto, moriva improvvisa-mente a causa di una grave malattia e in conseguenza di un delicato intervento chirurgico, ma or-mai la base organizzativa dell’Ente si era validamente costituita e consolidata imponendosi all’at-tenzione ed al rispetto delle Autorità e dei cittadini. Era naturale, del resto, che venisse apprezzataed incoraggiata ogni forma associativa composta da persone che avevano adempiuto ai loro dovericon assoluta dedizione compromettendo la propria salute e sopportando sofferenze fisiche e moraliper gli esiti invalidanti.

Per gli stessi motivi non potevano essere valutate positivamente le finalità promosse dal-l’Ente.

Esse sono enunciate nello Statuto e sono del seguente testuale tenore:art. 4) L’Unione si propone i seguenti scopi:a) esaltare i valori morali, civili, militari e storici della Patria;b) mantenere fra i soci il sentimento della fratellanza e della solidarietà;c) praticare l’elevazione spirituale fra i soci che si considerano membri di una sola grande fa-

miglia esaltando in essi l’orgoglio delle minorazioni subite nell’adempimento di un doverenazionale e sociale e perché possano continuare ad essere forze operanti per il bene della Pa-tria;

d) intervenire presso i pubblici poteri e le amministrazioni pubbliche e private a sostegno deidiritti e degli interessi dei propri aderenti, cooperanti con le organizzazioni di operai, im-piegati ed altre aventi lo stesso scopo;

e) servire da intermediaria gratuita nella relazione tra i soci e le amministrazioni da cui dipen-dono;

f) conseguire le giuste conquiste dei benefici di ogni specie riconosciuti e riservati alle classiaffini;

g) praticare tutta la possibile assistenza morale e materiale ai soci e alle loro famiglie.

I risultati ottenuti dalla Unione nei suoi 70 anni di vita dimostrano come le sopra indicate fi-nalità siano state in concreto realizzate. A tale riguardo occorre sottolineare come la citata legge del1950 n. 539, parificando il mutilato del servizio al mutilato di guerra, abbia segnato l’inizio di unpercorso contrassegnato da tappe faticose ma feconde per tutti gli appartenenti alla categoria.

I benefici concessi sono molteplici e di varia natura. Nei due volumi pubblicati dalla Sezionedi Brescia, di cui sopra si è fatto cenno, essi sono elencati ed illustrati con ampia documentazione.

In questa sede è sufficiente menzionare, in via esemplificativa e senza un ordine di priorità,quelli che sono più rilevanti sotto il profilo economico, sociale e morale. In particolare il mutilatoper servizio può fruire della pensione privilegiata ordinaria, dell’assistenza sanitaria, del colloca-mento al lavoro, delle agevolazioni nei pubblici impieghi e di altre agevolazioni, come l’accesso aipubblici spettacoli e il viaggio nelle ferrovie.

Il plauso e il ringraziamento per tali significative realizzazioni debbono essere rivolti agliOrgani direttivi dell’Associazione per il loro impegno teso a sensibilizzare le Autorità competentiin ordine ai provvedimenti richiesti. Tutto ciò riconosciuto ed apprezzato giova però subito preci-sare che non sono tanto le iniziative assunte dall’Associazione, nei vari periodi della sua storia, e irisultati soddisfacenti ottenuti ad esaltarne il ruolo quanto lo spirito di fratellanza e di solidarietàche essa ha saputo creare tra tutti gli iscritti. Questo sentimento di solidarietà permea la realtà as-sociativa facendo sì che il mutilato per servizio non si senta come un infelice abbandonato a sestesso ma un fratello cui viene assicurata assistenza materiale e morale per alleviarne le sofferenze osoltanto i disagi e alimentarne la speranza e la fiducia che danno senso e significato alla vita.

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 28

29

INTERVENTO DEL SINDACO DI BRESCIAPROF. PAOLO CORSINI

Egregi Signori,

è con vero piacere che reco oggi un messaggio di saluto - mio personale e dell’intera Ammi-nistrazione municipale che temporaneamente rappresento - a tutti voi, alle autorità, ai soci e sim-patizzanti dell’Unione nazionale mutilati per servizio qui convenuti nell’occasione dell’assembleaannuale dell’Associazione.

Il mio indirizzo di saluto non vuole essere puramente formale - esprimere solo il doverosoaugurio di buon lavoro -, ma manifestare anche il personale compiacimento per la vostra assem-blea odierna, che coincide con i 70 anni di presenza associativa nella nostra comunità bresciana.

Compiacimento sorto in me, innanzi tutto, in ragione della rinnovata conferma della stori-ca, positiva presenza dell’UNMS, non solo nella nostra città, ma ovunque si manifesti la vostraumile, quanto preziosa volontà di testimonianza.

Come ben ricorda il bel volume edito in questa ricorrenza del settantesimo, Brescia vantauna propria sezione sin da quando, nell’anno 1937, per iniziativa del tenente Andrea Gaspari -privato di ambedue le mani per lo scoppio di una bomba mentre impartiva istruzioni militari allereclute del Distretto di Brescia -, si diede corso all’organizzazione dei mutilati per motivi di servi-zio nel Bresciano.

E bene ha fatto la presidenza, retta dal Cav. Di Gran Croce Arrigo Varano, che mi onora del-la Sua amicizia, a riannodare i fili del passato, poiché riandare alle proprie radici è sempre il modomigliore per riscoprire le ragioni di un impegno e nel contempo fecondo collante per rinsaldare leragioni della propria appartenenza associativa, quindi anche identitaria.

La condivisione dei principi ispiratori e degli obiettivi della vostra Associazione coincideanche, d’altro canto, con il motivo di compiacimento che sento il dovere di comunicare oggi.Princìpi ispiratori solennemente enunciati dal vostro Statuto.

Fra essi voglio ricordare, in quanto meritevoli di una condivisione particolare, la necessità ela volontà di esaltare i valori morali, civili, militari e storici della Patria e delle istituzioni; mante-nere vivo il sentimento della fratellanza e della solidarietà; e, ancora: praticare l’elevazione spiri-tuale dei soci in quanto membri di una sola grande famiglia, esaltando in essi l’orgoglio delle mi-norazioni subite nell’adempimento di un dovere nazionale e sociale in modo che possano continua-re ad essere soggetti protagonisti, promotori del bene della Patria.

E così pure intervenire presso i pubblici poteri e le più diverse amministrazioni a sostegnodegli interessi e diritti dei propri aderenti; servire da intermediazione gratuita nelle relazioni fra isoci e le amministrazioni da cui dipendono; praticare tutta la possibile assistenza morale e mate-riale alle famiglie.

Sento quindi il dovere di rendere un caloroso, sincero omaggio, a nome mio personale e del-l’intera città di Brescia, a tutti gli aderenti all’Unione, ai carabinieri, militari delle Forze Armate,agenti della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza, agenti di custodia, guardie forestali, vigilidel fuoco, vigili urbani, militari in servizio di leva, magistrati e a tutti gli altri dipendenti dellaPubblica amministrazione che, nell’adempimento del proprio dovere, hanno contratto menoma-zioni o invalidità.

A tutti i presenti non resta, dunque, cha augurare un lavoro proficuo e remunerativo di at-tese e auspici.

Paolo CorsiniSindaco di Brescia

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 29

30

INTERVENTO DEL DIRIGENTE DELLE SEDI PROVINCIALIINPDAP DI BRESCIA E CREMONA

DOTT. GIACOMO CARISTI

Vorrei trattare, in questo mio breve intervento, anche per non tediare la nostra pazienteplatea, un argomento che interessa in modo particolare l’auditorio e che sta creano problemirelazionali ai colleghi del mio Ufficio.

La disquisizione, importante per le persone presenti, amaramente colpite da infortuni emalattie contratte al servizio dello Stato, è quello delle pensioni privilegiate, e riguardano so-prattutto i militari e i militarizzati. Argomento, questo, che ha particolarmente coinvolto i le-gali degli Enti di patronato e di cui abbiamo avuto notizia che è già stato dibattuto in altriconvegni.

Giova primariamente precisare che, mentre il diritto alla pensione di quiescenza è rap-presentato dalla durata del servizio, il diritto alla pensione privilegiata è invece collegato allainfermità o alle menomazioni che il militare ha, purtroppo, conseguito in attività o per causadel servizio.

Dette infermità, devono però essere permanenti e tali da rendere il dipendente inabile alservizio al momento del collocamento a riposo, indipendentemente dalla durata del servizioprestato.

Le pensioni privilegiate si dividono in tre categorie:quelle spettanti ai cosiddetti “percentualisti”, ex art. 67, secondo e ultimo comma del

T.U., vale a dire a quei militari che non hanno raggiunto gli anni utili per il diritto minimo apensione;

quelle spettanti a “decimisti”, ex art. 67, quarto comma, del T.U., che sono quelli chehanno raggiunto il minimo del servizio previsto;

e quelle spettanti ai “tabellari”. Le disposizioni riguardanti questi ultimi, sono state poiintegrate e successivamente modificate da due leggi: la Legge 308/81 e la Legge 280/91.

Il termine “percentualista” sta a indicare che la pensione viene corrisposta in percentualerispetto alla paga o allo stipendio percepito dal militare al momento del congedo, avuto ri-guardo al grado invalidante dell’infermità, con una quantificazione che va dal 30% per l’otta-va categoria al 100% per la prima.

Il “decimista”, invece, ha una pensione il cui conteggio è un po’ più complesso: viene,infatti, effettuata con il calcolo ordinario, con l’aumento del decimo, salvo che sia più favore-vole la pensione del percentualista.

La pensione “tabellare”, infine, come precisa il termine, viene corrisposta in base alle ta-belle annesse al T.U.

E’ da notare al riguardo (e qui entriamo nel vivo dell’intervento) che la Corte Costitu-zionale, con sentenza n. 387/89 ha ritenuto le pensioni “tabellari” aventi carattere “risarcito-rio”; e come tali le ha dichiarate esenti da imposizione fiscale, al pari delle pensioni di guerra.

Sulla portata della natura “risarcitoria” o “retributiva” delle pensioni per “percentuali-sti” e “decimisti”, è in atto una disputa notevole in ambito giudiziario che sta creando non po-chi problemi applicativi agli Uffici preposti al pagamento del trattamento pensionistico.

Infatti, dopo gli interventi della Corte Costituzionale del 1991 e del 1994, da ultimo, leSS.RR. della Corte dei Conti, con sentenza 02/QM/05, hanno ritenuto “retributive” (e quindinon esenti da imposizione fiscale) tutte le pensioni privilegiate militari, ad esclusione di quel-

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 30

31

le tabellari.Di contrario avviso è invece l’orientamento della Suprema Corte di Cassazione - Sez. La-

voro, laddove ha ritenuto che l’invalidità contratta in servizio e per causa di servizio da un mi-litare di leva o assimilato “deve invece sempre ritenersi compatibile con altri trattamenti pen-sionistici, atteso che essa costituisce un trattamento pensionistico di natura risarcitoria e in-dennitaria e non già previdenziale…”

Tale diversità di trattamento, conseguenza dell’intervenuto cambiamento giurispruden-ziale da parte della Corte dei Conti a seguito della sentenza sopra richiamata, pone a INPDAPe INPS vari e diversi problemi “relazionari” nei confronti dei pensionati utenti, atteso che gliUffici e i funzionari preposti non possono che uniformarsi alla portata del giudizio che diver-samente sentenzia.

E’, purtroppo, un andamento nefasto dei tempi. Laddove, come precisava l’illustre prof.Pugliatti, si sostituisce la imprevedibilità del giudizio, propria di ogni processo, alla “aleato-rietà” dello stesso, che non è certamente confacente ad uno Stato di Diritto.

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 31

32

INTERVENTO DELLA D.SSA ELISA FRANCESCHINI “LA DIPENDENZA DA CAUSA DI SERVIZIO OGGI:

OMBRE APPLICATIVE DI UNA NORMATIVA IN EVOLUZIONE”

La normativa vigente che disciplina la valutazione del danno a persona nell’ambito dellacausalità di servizio e dell’equo indennizzo è quanto mai articolata e complessa; interessa l’interosettore del pubblico impiego, con normative disomogenee, oltre che disorganiche, incerte e talvol-ta equivoche. Per il medico legale in genere, ed ancor più per quello che si occupa di Medicina Le-gale in questo nostro ambito di discussione, una grossa difficoltà è quindi rappresentata dalla ne-cessità districarsi tra le innumerevoli leggi e decreti che costituiscono il “mare magnum” della bu-rocrazia italiana.

Negli ultimi anni, a partire dalla legge “Dini” n. 335/1995 (“Riforma del sistema pensionisticoobbligatorio e complementare”), si è effettivamente fatta strada la volontà politica di riorganizzazione erimodulazione di tale ambito della sicurezza sociale, di pervenire all’armonizzazione sia dei requi-siti medico-sanitari che dei criteri di riconoscimento di tutto il sistema delle prestazioni previden-ziali e assistenziali, con una ridistribuzione di competenze nella valutazione, tanto del rapporto dicausalità quanto nella valutazione del danno. In realtà così non è stato, dal momento che la sud-detta legge 335/95 ha, nella realtà dei fatti, aggiunto materia di valutazione introducendo l’asse-gno di invalidità e la pensione di inabilità per i dipendenti pubblici, anche per patologia comunenon dipendente da causa di servizio, e il giudizio di inidoneità alle mansioni, ai fini del ricolloca-mento all’interno della struttura.

Con il DPR 461/2001 (“Regolamento recante semplificazione dei procedimenti per il riconoscimentodella dipendenza delle infermità da causa di servizio, per la concessione della pensione privilegiata ordinariae dell’equo indennizzo, nonché per il funzionamento e la composizione del comitato per le pensioni privilegia-te”), che costituisce la naturale evoluzione applicativa della L 335/95 e l’ultima Normativa in vi-gore, si è fatto un qualche passo in avanti abrogando numerose disposizioni delle precedenti nor-mative e regolamentando ed esemplificando i procedimenti per il riconoscimento della dipenden-za delle infermità da causa di servizio, operando una definitiva separazione delle competenze dellaCommissione Medica e del Comitato di Verifica per l’accertamento clinico e quello del nesso cau-sale; d’altra parte, si sono senza dubbio messe in luce anche delle esigenze che, a tutt’oggi, nonhanno ancora ottenuto adeguata risposta sul piano normativo. Ci si riferisce, ad esempio, all’og-getto della valutazione che se nella formulazione del Legislatore deve riguardare “le conseguenze sul-l’integrità fisica, psichica o sensoriale e sull’idoneità al servizio” (art. 2), di fatto viene concretamentedemandata a parametri valutativi utilizzati in un passato piuttosto remoto nell’ambito della pen-sionistica di guerra e che appaiono oggi in tutta la loro insufficienza (tabelle A e B annesse alDPR 834/1981 e la tabella E della Legge 656/1986).

Uno dei problemi che più chiaramente emerge non tanto dalla Normativa in sé, che a talproposito è piuttosto esplicita, quanto dalla sua concreta applicazione è costituito dalla stesuradella domanda. Relativamente ai tempi di prescrizione si osserva che, pur essendo ben definitidalla Legge, non sempre sono rispettati e costringono gli stessi sanitari o, più spesso, il personaleamministrativo preposto a effettuare controlli regolari sulle scadenze. Infatti: per la concessionedella PP: 6 mesi dalla data dell’evento dannoso, o di conoscenza dell’infermità intesa come cono-scenza piena della natura della malattia e delle conseguenze sull’integrità fisica, anche se verifica-tosi dopo la cessazione del rapporto di lavoro, e comunque con il termine perentorio di 5 anni dal-la cessazione dal servizio; per la richiesta di equo indennizzo in caso di precedente riconoscimentodi dipendenza da causa di servizio: 6 mesi dalla data di notifica o comunicazione del provvedi-

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 32

33

mento di riconoscimento; infine, per il semplice accertamento amministrativo della causa di servi-zio, non sussiste alcun termine cronologico perentorio.

Per quanto riguarda la domanda, la norma prevede specificamente che siano indicati: la na-tura della o delle infermità; le cause che l’hanno determinata; le circostanze che hanno concorso aprodurla/e; le conseguenze che ne derivano sull’idoneità al servizio; che sia necessariamente corre-data di apposita e aggiornata documentazione medica (certificati, indagini strumentali, esami dilaboratorio, cartelle cliniche ecc….) e sia compilata nella maniera il più chiara, esauriente, precisapossibile, in modo da semplificare e sveltire l’accertamento da parte della CM che, conseguente-mente, potrà impostare in maniera altrettanto chiara la pratica da presentare al CV. Alla Commis-sione di Verifica, invece, vengono trasmesse pratiche estremamente confusionarie e complesse, cherichiedono un’attenta e indaginosa ricostruzione della storia clinica attraverso la disamina, foglioper foglio, di tutta la documentazione presentata, con notevole spreco di tempo (e quindi di dena-ro!) sull’attività della Commissione stessa; così come al momento della visita, risulta spesso man-cante tutta la documentazione sanitaria cui si fa riferimento nella domanda che, per apparenti ra-gioni di privacy, può non essere allegata alla pratica in fase iniziale ma dovrebbe implicitamenteessere prodotta direttamente alla Commissione da parte dello stesso interessato. Tanto più chiara ecompleta sarà la domanda, con evidenza delle prestazioni richieste e dei fatti che vi darebbero di-ritto, e con una puntuale ricostruzione della storia clinica, tanto più agevole ed efficace sarà il la-voro della Commissione esaminatrice.

Sin qui, le difficoltà della pratica medico-legale. Vi è poi un’altra questione che costituiscefonte di incertezza e disorientamento: l’aggravamento. Come sappiamo, già con il vecchio D.P.R.1092/73 era prevalso l’orientamento secondo cui si deve conferire importanza anche alla “concausadi servizio” quando, nel processo evolutivo della malattia o menomazione e della conseguente ina-bilità, si dimostra l’azione efficiente e determinante di fattori riconducibili al servizio. In altre pa-role, si introduceva il criterio per cui le lesioni/infermità/menomazioni dell’integrità personale so-no riconosciute dipendenti da fatti di servizio sia quando questi ne siano stati la causa che la con-causa efficiente e determinante. La Legge 1094/70 e il D.P.R. 461/01 introducono invece la pos-sibilità di riconoscere quale infermità o menomazione dipendente da causa di servizio anche quelleche, pur preesistenti al rapporto di lavoro, trovino nell’espletamento dei propri doveri d’ufficiouna causa di aggravamento. Sul piano pratico, dal momento che in sede di visita la CMV si puòtrovare a doversi esprimere circa l’idoneità e l’inabilità temporanea o permanente, assoluta o rela-tiva, alla mansione della qualifica di appartenenza ovvero al servizio, possono verificarsi casi in cuiquel giudizio di idoneità parziale (idoneità a compiti alternativi) comporta il reimpiego, general-mente temporaneo, della persona in mansioni non specificamente appartenenti al proprio profiloprofessionale, come indicate dal medico del lavoro (sia esso il medico competente della strutturadi appartenenza, quando presente, oppure quello della commissione prevista dalla L 68/99). Que-sto può comportare, quindi, che patologie, magari non dipendenti da causa di servizio, possano ri-sultare aggravate dal lavoro svolto nonostante le limitazioni prescritte dal medico competente o,paradossalmente, proprio perché quelle limitazioni non sono mai state rispettate. In tal caso, nonsi configurerebbe anche un’ipotesi di mobbing? E quale dovrebbe essere l’atteggiamento dellaCMV in tali casi? Rigoroso, nel rispetto delle Norme, anche a costo di mettere a rischio il posto dilavoro del dipendente nel caso che la malattia non possa essere ulteriormente prolungata (per ina-bilità temporanea) o nessun impiego alternativo possa rendersi disponibile (per incapacità perma-nente); oppure più accomodante verso il datore di lavoro e verso il lavoratore, nel tentativo di con-servare il posto e raggiungere il requisito contributivo più adatto. che giungono all’osservazionedella commissione possono richiedere la valutazione della patologia sia per il riconoscimento dellacausa di servizio ai fini della pensione privilegiata e dell’equo indennizzo, molto più spesso ai fini

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 33

34

del riconoscimento dell’inabilità temporanea al servizio per infermità ad esso connessa. Ricordia-mo, infatti, che il dipendente affetto da una qualsiasi patologia riconducibile al lavoro dovrebbepoter usufruire di quanto previsto dalla legge 626/94, ovvero poter denunciare il proprio proble-ma al medico competente per essere giudicato idoneo o meno alle mansioni ed essere eventual-mente adibito a nuove mansioni che, pur non essendo dequalificanti per il lavoratore, non loespongano al fattore patogeno; la stessa legge prevede che il datore di lavoro, da parte sua, garanti-sca i mezzi idonei alla prevenzione o alla soppressione di questi fenomeni, provvedendo allo svi-luppo e alla promozione di un ambiente di lavoro focalizzato sul rispetto e la collaborazione reci-proci. Ciò che emerge dalla attività delle Commissioni mediche è che, invece, questi soggettispesso non ricevono adeguata assistenza amministrativa nei termini suddetti, ma, con la scusa del-la mancanza di mansioni alterative adeguate, restano intrappolati in quelle situazioni problemati-che che hanno dato origine alla loro malattia, rendendo evidente una possibile responsabilità siaper il datore di lavoro che per il medico competente.

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 34

INTERVENTO DELL’AVV.TO ANDREA BAVA“PENSIONATI E PENSIONATE: FINANZIARIA 2007 E SEZIONI

RIUNITE ATTACCANO, MA NOI CI DIFENDIAMO!”

Torna d’attualità il tema mai sopito della doppia contingenza su pensioni.Mentre, fortunatamente, la questione può dirsi risolta favorevolmente per i pensionati nel

caso di chi presta tutt’ora attività lavorativa, ancora più aspro si fa il confronto per i pensionati piùanziani, che posseggano due pensioni con due diverse contingenze.

Due decisioni delle Sezioni Riunite della Corte dei Conti, la 14QM 11 luglio 2003 e 2QM2006 delle SS.RR. della Corte dei Conti, hanno sostenuto che nel caso dei doppi pensionati, nono-stante le sentenze di incostituzionalità emesse dalla Corte Costituzionale sulle norme che prevede-vano il divieto di percezione di più contingenze, sussisterebbe ancora il divieto alla percezione didoppia IIS, con la semplice salvezza del minimo INPS.

Come è noto in origine ai doppi pensionati, ai sensi dell’art. 17 l. 21 dicembre 1978 n. 843spettava solo una contingenza, mentre ai pensionati lavoratori spettava, della seconda contingenza,il cosiddetto “minimo INPS”.

Con sentenza 172/91 la Corte Costituzionale affermò l’illegittimità di questa disparità ditrattamento, proprio perché il principio di eguaglianza impone che i pensionati lavoratori ed idoppi pensionati siano trattati in modo identico.

L’anno dopo, con la sentenza 204/92, la Corte Costituzionale dichiarò l’incostituzionalitàdella norma che bloccava al minimo INPS la contingenza dei pensionati lavoratori, affermandodunque il dritto alla contingenza per intero: poiché l’anno precedente era stato detto che i doppi

35

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 35

36

pensionati meritano lo stesso trattamento dei pensionati lavoratori, chiunque, dotato di un mini-mo di raziocinio, avrebbe dunque concluso che anche ai doppi pensionati spettasse la “nuova” re-gola dell’intera contingenza su ambo i trattamenti.

Al contrario, sebbene la maggioranza dei Giudici della Corte dei Conti abbiano ragionato inquesti termini, le Sezioni Riunite della Corte stessa, con sentenza dotata di funzione di indirizzo(e dunque di grande peso interpretativo) hanno sostenuto il contrario.

Per le Sezioni Riunite la sentenza della Corte dei Conti 172/91, che aveva semplicementestabilito il diritto a parità di trattamento tra doppi pensionati e pensionati lavoratori, estendendoanche ai primi il diritto al minimo INPS che in quel momento competeva ai secondi, avrebbe inquel momento creato una “dimensione” della norma di salvaguardia del minimo Inps (art. 17 l.843/1978) ulteriore rispetto a quella che in quel momento esisteva, cioè a quella che poneva quellimite per i pensionati in attività lavorativa.

Perciò quando la sentenza 204 del 1992 della Corte Costituzionale ha poi travolto l’art. 17l. 843/78, e appunto il limite per i pensionati lavoratori, sarebbe rimasta in vigore la seconda “di-mensione” creata dalla sentenza 172/91, ossia quella per i doppi pensionati.

Secondo le SS.UU. “è fuor di dubbio che la Corte Costituzionale abbia tenuto ben distinta l’ipotesid cumulo della i.i.s. su pensione e retribuzione da quella della doppia pensione, emettendo nel primo caso sen-tenze di annullamento e nel secondo caso sentenze additive…”.

In realtà la situazione è ben differente.La sentenza della Corte Costituzionale 172/92 non aveva assolutamente tenuto distinte le

due posizioni (pensionato lavoratore e doppio pensionato), ma le aveva esplicitamente ricondottead unità, tanto che la pronuncia era fondata sul principio di uguaglianza.

L’effetto della sentenza 204/92 (che aveva pacificamente portato alla eliminazione del limitein toto) non può essere limitato interpretativamente al solo caso dei lavoratori – pensionati; l’effet-to additivo è dunque da rinvenire non nel dispositivo, ma nella parte finale della motivazione:dunque l’additività è data dall’effetto trascinante della posizione dei doppi pensionati nella di-mensione identica (e non separata) dei pensionati-lavoratori.

Una ulteriore argomentazione si impone: non bisogna dimenticare che la Corte Costituzio-nale non è un organo legislativo, ma giurisdizionale; quando essa emette sentenze additive, essanon crea nuove norme, ma non fa che esplicitare, liberandolo, un contenuto che già, come un se-me, esiste nella norma impugnata:

E’pertanto da ciò evidente che gli effetti della additività della sentenza 172/91 non potesse-ro che implicare l’estensione (in pratica sottintesa) ai pensionati della norma dell’art. 17 della leg-ge 21 dicembre 1978, n. 843; la declaratoria di incostituzionalità di quest’ultima, fornita dallasuccessiva sentenza 204/92 ha travolto dunque la norma che (mercè la sentenza additiva 172/91)regolava anche i doppi pensionati, affermando dunque un principio che vale anche per i doppipensionati stessi:

Questa interpretazione è l’unica che possa essere accettata, in quanto conforme ai principicostituzionali: va anche aggiunto che una conferma indiretta di questa conclusione l’ha data laCorte Costituzionale nel 2005, quando, posta di fronte alla questione della duplice interpretazionedelle norme in questione, l’una, sfavorevole ai pensionati, definita incostituzionale, l’altra, favore-vole ad essi, invece presentata come coerente con la Costituzione.

Ebbene in tale occasione (Ordinanza 59/2005) la risposta della Corte Costituzionale fu didisarmante semplicità: posto che una norma può essere dichiarata incostituzionale solo se la suaunica interpretazione è quella che si contesta, la questione è inammissibile, ciò, in pratica, vuoledire: usate l’interpretazione favorevole ai pensionati, e non quella incostituzionale.

Purtroppo – e questo è lo stato della situazione, allo stato attuale – le Sezioni Riunite, no-

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 36

37

nostante le migliaia di sentenze che hanno seguito l’interpretazione favorevole ai pensionati (a te-stimonianza della possibile esistenza di tale interpretazione) hanno sostenuto, con la sentenza 2QM 2006, che in realtà solo una interpretazione esiste: quella contraria ai pensionati.

L’assurdità di questo stato di cose risulta evidente, se si pensa che, in questo modo, le Sezio-ni Riunite della Corte dei Conti hanno finito per bollare come assurda e impossibile, quella inter-pretazione che migliaia di sentenze hanno sposato, con ciò tacciando implicitamente di incapacitài propri stessi giudici.

Il fatto che, a questo punto, sia stata sollevata una ulteriore, ed è da sperare ultima, questio-ne di legittimità costituzionale, destinata a provocare una definitiva chiarificazione del sistema,non ha impedito però che l’INPDAP abbia preso immediatamente ad appellare tutte le sentenzeancora non passate in giudicato.

Il risultato di questo è la raffica di appelli che è giunta negli ultimi mesi.Ciò, chiaramente, crea disagio e sconcerto.Solo in Italia è possibile che lo Stato faccia figli e figliastri, tanto che molti pensionati, che

hanno visto la propria sentenza passare in giudicato quando sembrava che l’INPDAP avesse cedu-to le armi, oggi godono della sospirata duplice contingenza, altri, nella stessa situazione di fatto, emuniti di sentenza favorevole, se la sono vista appellare, e avvertono la minaccia di pretese restitu-tive da parte dell’Istituto previdenziale che li abbia eventualmente già pagati.

Attendiamo peraltro con fiducia il responso della Corte Costituzionale, che dovrebbe essere,questa volta, risolutivo, una volta per tutte.

Si sappia, comunque, che in caso di appello non si deve disperare, ma si deve confidare sianella forza della ragione, che indefettibilmente dovrà essere riconosciuta ai pensionati, sia ancoranella ben frequente commissione di errori da parte dell’INPDAP, che ben spesso finisce o per no-tificare gli appelli in ritardo, o a consegnarli alla Corte dei Conti oltre i prescritti 30 giorni dallanotifica, o ancora che talvolta effettua il pagamento del dovuto senza fare riserva di appello, finen-do, dunque, a prestare acquiescenza alla sentenza, che ben potrà essere fatta valere in caso di suc-cessiva impugnazione.

In effetti, proprio quella disorganizzazione e confusione che mostra spesso l’INPDAP nellagestione delle pratiche, e di cui, purtroppo, spesso i pensionati debbono avere a subire le conse-guenze, talvolta può diventare un vantaggio, laddove sia possibile sfruttare a proprio svantaggioquegli errori e quelle disfunzioni che l’INPDAP possa mettere in atto.

Non è solo la mutevole giurisprudenza a minacciare il meritato periodo di riposo dei servi-tori dello Stato e delle loro famiglie.

Capita talvolta che, proprio laddove la giurisprudenza abbia finalmente raggiunto l’obietti-vo che essa dovrebbe prefiggersi, ossia assicurare giustizia ed uniformità di interpretazione, lo Sta-to decida di non voler più giocare ad armi pari, e di utilizzare il proprio potere per cambiare lecarte in tavola.

Un esempio lampante di ciò è dato dall’incredibile inserimento, nella legge finanziaria2007, di tre norme volte a scardinare una delle più importanti conquiste che le famiglie dei pen-sionati avevano ottenuto, ossia la possibilità, per le vedove dei pensionati, di ottenere nella reversi-bilità l’intero importo della contingenza, in luogo che la percentuale del 60% di essa che vieneerogata d’ufficio sulla base della applicazione della legge 335/95.

Tale possibilità, di fatto, veniva praticata solo dalle vedove più povere, poiché il prezzo dapagare per ottenere il pagamento della contingenza per intero (come nel vecchio regime delle pen-sioni di reversibilità) era il pagamento della reversibilità sulla pensione base egualmente con ilvecchio regime, ossia, il 50% in luogo che il 60%.

Dunque, per le vedove di pensionati a basso reddito, la perdita del 10% della pensione base

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 37

38

era ampiamente compensata dall’aumento della contingenza dal 60 al 100%: tramite questa viamolte vedove hanno ottenuto pagamenti di arretrati consistenti, oltre 20.000 euro, oltre ad un au-mento della pensione di circa 150 euro mensili.

Per una volta il diritto all’ottenimento di questo beneficio nasceva da una giurisprudenzaunivoca ed incontrastata della Corte dei Conti, che anche a Sezioni Riunite aveva concluso per ilbuon diritto delle ricorrenti.

Questa vicenda ha avuto un paradossale sviluppo con la Legge 27.12.2006, n. 296, leggefinanziaria 2007, nel contesto della quale la norma attraverso la quale il beneficio appena descrittopoteva essere ottenuto, ossia l’art. 1 comma 41 legge 335/95, è stata oggetto1 di una disposizionedi interpretazione autentica in senso negativo, con effetto retroattivo (quello tipico delle disposi-zioni di interpretazione autentica) finalizzato a danneggiare anche le vedove che abbiano già pro-posto il ricorso.

Il Comma 775 della legge finanziaria 2007 arriva anche ad esplicitare che l’effetto volutodal legislatore, ossia, appunto, danneggiare le vedove, operi anche sulle sentenze emesse e non ingiudicato (non a caso l’INPDAP ha già dato disposizioni per appellare le sentenze per le quali nonsiano decorsi i termini).

Per ulteriore, ingiustificata giunta, il comma 776 ha addirittura abrogato la disposizionedell’art. 1 comma 41 l. 724/94, ossia quella norma che non solo manteneva il vecchio regime dellereversibilità per le vedove dei pensionati al 31.12.1994, ma faceva anche salva la situazione di co-loro che, già acceduti a pensione, potessero conservare il vecchio regime con contingenza separata.

Quest’ultima disposizione, ad un primo sommario esame, potrebbe far trasalire, a rigore po-tendosi ritenere che la scomparsa della disposizione che conservava alle pensioni in essere al31.12.1994 la voce contingenza, questa sia stata abolita.

In realtà non è possibile pensare che con il comma 776 sia sparita la contingenza come voceseparata.

Essa, infatti, continua ad essere disciplinata da altre norme, ossia l’ art. 2 della legge 27maggio 1959, n. 324, l’art. 2 comma 209 l. 335/95.

Sta di fatto che, con una norma tra l’altro di discutibile confezione linguistica, il beneficioper le vedove di che trattasi è stato improvvisamente cancellato.

La vicenda è tuttavia così recente da non potersi dire assolutamente definita.Si noti, infatti, che immediata è intervenuta (grazie alla Corte dei Conti, Sezione Giurisdi-

zionale per la Sicilia, ordinanza 13/2007) la proposizione di questione di legittimità costituzionaledella disposizione in questione, opportunamente osservandosi che quella che viene presentata co-me una norma di interpretazione autentica è in realtà innovativa, con violazione del principio diirretroattività della legge di cui all’art. 11 Preleggi.

Se, dunque, da una parte la partita non può dirsi chiusa sotto questo profilo, dobbiamo an-che considerare quale potrebbe essere l’effetto indiretto delle disposizioni appena citate.

Si ricordi, infatti, che il principio guida delle disposizioni innovative della legge Finanziariaè quello per cui, in sostanza, la contingenza dovrebbe avere lo stesso regime della pensione cui ac-cede: ove ciò fosse, non potrebbe a quel punto più negarsi il fatto che, a partire dal 1 gennaio1995, o quantomeno a partire dal 1 gennaio 2007, data di entrata in vigore della Finanziaria, ilfatto che la contingenza sia divenuta parte integrante della pensione deve essere tenuto conto al fi-ne dell’aumento del 10% della pensione conseguente alla titolarità del privilegio.

Come si vede, la complessità e la variabilità del panorama normativo pensionistico induco-no, da una parte, a nutrire preoccupazione per il destino delle pensioni, costantemente minacciateda sempre più balzane alzate d’ingegno che, con la scusa di perseguire falsi obiettivi di giustizia

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 38

39

ed equità sociale, finiscono per raggiungere solo finalità di contenimento della spesa e spostamen-to delle risorse verso settori e categorie ritenute evidentemente più meritevoli di coloro che hannoservito lo Stato per tanti anni.

Dall’altra parte, spesso la puerile mancanza di piena conoscenza delle conseguenze che mal-destri interventi normativi possono provocare può consentire di rimediare, e fors’anche di miglio-rare, le posizioni dei pensionati: ciò, purchè la categoria sia informata e consapevole.

A questo fine, eminentissima è la funzione dell’associazionismo, ed in particolare importan-tissima è l’opera dell’Unione Nazionale Mutilati e Invalidi per Servizio, che con la propria conti-nua spinta di informazione e supporto affianca i propri associati affinchè questi non si debbanosentire soli, ed abbandonati a fronteggiare quelle istituzioni che in realtà dovrebbero proteggerli.

Il fatto, poi, che non sia lo Stato a proteggere i propri cittadini, ma che questi debbano farericorso ad un Giudice contro lo Stato stesso, ormai anche per il più elementare dei benefici, è l’in-dice di uno stato di cose che dovrà, necessariamente, cambiare.

Avv. Andrea BavaForo di Genova

Patrocinante in Cassazione

1 Art. 1 l. 296/06Comma 774: L’estensione della disciplina del trattamento pensionistico a favore dei superstiti diassicurato e pensionato vigente nell’ambito del regime dell’assicurazione generale obbligatoria atutte le forme esclusive e sostitutive di detto regime prevista dall’articolo 1, comma 41, della leg-ge 8 agosto 1995, n. 335, si interpreta nel senso che per le pensioni di reversibilità sorte a decor-rere dall’entrata in vigore della legge 8 agosto 1995, n. 335, indipendentemente dalla data di de-correnza della pensione diretta, l’indennità integrativa speciale già in godimento da parte del dan-te causa, parte integrante del complessivo trattamento pensionistico percepito, è attribuita nellamisura percentuale prevista per il trattamento di reversibilità.

Comma 775.: Sono fatti salvi i trattamenti pensionistici più favorevoli in godimento alla data dientrata in vigore della presente legge, già definiti in sede di contenzioso, con riassorbimento suifuturi miglioramenti pensionistici.

Comma 776: è abrogato l’articolo 15, comma 5, della legge 23 dicembre 1994, n. 724.

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 39

40

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 40

41

INTRODUZIONE DI ALESSANDRO BUCCI, PRESIDENTE DELL’UNIONE NAZIONALE MUTILATI

PER SERVIZIO

Roma, 13 marzo 2007

VI GIORNATA NAZIONALE DEL CADUTO

Lo svolgimento della Giornata nazionale del caduto per servizio, oggi alla sua 6^ edizione,rappresenta un appuntamento significativo nella vita della nostra Unione, un momento in cui siintensifica il nostro impegno e si evidenziano le linee operative per il futuro.

Un momento nel quale, nel ricordo della strage di via Fani, l’Unione commemora i cadutidi ieri e di oggi nelle Istituzioni e rivolge un sentito “Grazie” ai tanti “Servitori dello Stato” chegiornalmente operano per la sicurezza del Paese, oggi, in particolare, agli appartenenti alle ForzeArmate, all’Esercito italiano, figure antiche che l’odierna società accresce di nuove responsabilità,richiedendo loro di dotarsi sempre più di moderni ed efficaci strumenti professionali.

Il perdurare delle minacce del terrorismo internazionale, della proliferazione delle armi didistruzione di massa, delle crisi regionali determinate da fattori etnici, sociali e religiosi, chiedealla comunità internazionale una risposta collettiva per il mantenimento della sicurezza e della pa-ce. Una risposta necessariamente di dimensioni ultra nazionali che l’Italia è chiamata a sostenere,in sintonia con le Nazioni Unite, la Nato e l’Unione Europea.

In futuro, sarà sempre più necessario sviluppare azioni politico/diplomatiche, economiche esociali, sostenute, all’occorrenza, da una componente militare capace d’interventi nell’ambito dellemissioni: dalla prevenzione e gestione delle crisi, agli interventi umanitari, fino a quelli di mante-nimento o imposizione della pace.

In questo quadro, il grande sforzo messo in atto per consentire alle Forze Armate, all’Eserci-to, di affrontare al meglio le nuove sfide alla pace ed alla sicurezza, meriterebbe d’essere più ade-guatamente portato all’attenzione dell’opinione pubblica e del Paese e, non soltanto, quando i suoiappartenenti hanno pagato dolorosi e pesanti contributi di vite.

In questa situazione, il ruolo della nostra Unione, che ha il compito statutario di tutelarei mutilati e gli invalidi per servizio e ricordare ed onorare la memoria dei Caduti e dei loro fa-miliari e di difendere i più indifesi, i più umili, quelli che il più delle volte non hanno avuto onon hanno “voce”.

Il nostro Sodalizio da anni reclama, attraverso iniziative legislative ed istituzionali, unamaggiore attenzione sul ruolo svolto, in servizio, da tanti militari, servitori dello Stato. Certamen-te il Parlamento rendendosi partecipe dei sentimenti di gratitudine, stima e solidarietà è interve-nuto, più volte, in favore delle cosiddette “Vittime del terrorismo e delle stragi, compiute sul territorionazionale o internazionale” istituendo anche, con la legge 207/2005, una Croce d’onore per il persona-le militare e civile che sia deceduto o ha subito gravi e permanenti invalidità in conseguenza d’attiostili in suo danno all’estero durante lo svolgimento di missioni militari ma, poco o nulla, in que-sti anni ha legiferato in favore di chi si è invalidato in modo meno grave durante il servizio gior-naliero o, poco a poco, nel corso degli anni di lavoro svolto magari in condizioni di disagio fisico oambientale.

Più volte, in questi anni, l’Unione ha proposto che il trattamento pensionistico concesso aquesti soggetti potesse avere, come praticato per il lavoratore privato, la “scissione” della compo-nente retributiva/contributiva maturata da quella “risarcitoria”, corrisposta in misura proporzio-

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 41

nale al danno subito, in un coefficiente economico uniforme per categorie professionali; apparequanto mai contraddittorio che, ancora oggi, il nostro sistema previdenziale e fiscale mentre, adesempio, prevede esenzioni o agevolazioni sui cespiti d’invalidità o morte percepiti in dipendenzadi contratti d’assicurazione sulla vita o sui risarcimenti per danni a terzi per qualsiasi infortunio,continui a negare alle infermità “per causa di servizio” l’esenzione dall’imposizione fiscale, nono-stante che la stessa Corte Costituzionale, con ordinanza n. 390/1997, aveva auspicato un necessa-rio approfondimento del legislatore sulle ragioni della disparità di “trattamento fiscale” riservato al-le pensioni privilegiate rispetto alle rendite INAIL ed ai trattamenti erogati agli invalidi civili.

Mentre i concetti della pensione privilegiata (istituita con RD 21 febbraio 1895, n. 70) so-no rimasti invariati anche con le successive modifiche apportate con il Decreto luogotenenziale876/1917, fino all’ultimo DPR 1092/73 (articolo 64 e seguenti), il Testo unico delle disposizio-ni del lavoratore privato per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro discipli-nato sin dal 1917, con il D.L. Lgt n. 1450, modificato più volte negli anni 30,40 e 50, coordina-to con il DPR n. 1124/1965, ha trovato ulteriori opportuni aggiustamenti nel decreto legislativon. 38/2004.

Da ciò possiamo trarne una conclusione: al lavoratore pubblico è stata ignorata l’evoluzionesociale, economica e giuridica del Paese e sono ancora applicate norme risalenti a 90 anni fa, al la-voratore privato la normativa è stata adeguata di pari passo con il progresso della società civile.

Come il progetto di trasformazione ed evoluzione delle Forze Armate, dell’Esercito, nonpuò prescindere dalla disponibilità di risorse finanziarie che conducono verso un bilanciamentominimo fra spese per il personale e fondi destinati ai settori d’esercizio ed investimento, così“difficoltà economiche dello Stato” non possono sempre, da oltre 30 anni, essere addotte per negaregiusti riconoscimenti a chi ha più sofferto, a chi non costituisce l’area “dell’assistenza” ed ha pa-gato in prima persona.

Come per il processo di conversione dello strumento militare, i vertici della Difesa chiedonotrasparenza e semplificazione nei metodi decisionali, efficienza ed efficacia della struttura ammini-strativa ed integrazione delle capacità realizzative, unite all’utilizzo di sistemi informatici innova-tivi, i vertici dell’Unione chiedono per i loro assistiti che il legislatore adotti concreti provvedi-menti per la semplificazione dei vari procedimenti sia a carico delle Amministrazioni sia dei diret-ti interessati, nella considerazione che per un Paese civile è inaccettabile che le procedure per il ri-conoscimento della “causa di servizio” e dei benefici collegati (equo indennizzo e pensione privile-giata) non si concludano mai prima di 8/10 anni, si augura che non solo si pianifichino il numerodi militari volontari, congedati senza demerito, da inserire nel mondo del lavorativo ma anche, inapplicazione della ben nota legge 68/99 sul collocamento dei lavoratori invalidi, siano avviati ognianno ben più di quel 5% dei soggetti iscritti nelle liste provinciali e che sia emanata quella piùvolte auspicata disciplina organica in favore delle vedove e degli orfani dei caduti di cui all’art. 18della stessa legge, senza dimenticare i cosiddetti pensionati d’annata il cui ultimo provvedimentorisale ormai a 20 anni fa e che oggi si trovano con un divario economico rispetto al collega, oggicollocato in quiescenza, anche del 100-150% in meno e per i quali sono in corso trattative con levarie parti sociali per una strategia comune e per le pensioni tabellari in godimento ormai dagli exmilitari di leva il cui ultimo incremento legislativo risale al 1984 e che oggi dovrebbero almenoessere agganciate alla paga del militare volontario.

Lo Stato democratico e la collettività nazionale ha un debito verso i caduti e mutilati ed in-validi per servizio, un servizio che accomuna, oggi, tutti i Corpi dell’Esercito, quotidianamenteimpegnati al servizio del “sistema Paese”, quali ambasciatori di pace e docenti di solidarietà verso iPopoli per il loro benessere, il progresso e per lo sviluppo della democrazia, elementi intangibilidella libertà.

42

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 42

43

Se molto è stato fatto, moltissimo è ancora da concretizzare; da ciò un richiamo per quelriordino dell’attuale legislazione pensionistica prevista dall’art. 3 della legge 246/2005 che ha de-legato il Governo, entro il 2008, al “riassetto, coordinamento e razionalizzazione normativa di tutte ledisposizioni in materia di causa di servizio”.

I “Padri della Costituzione” hanno all’art. 3 garantito a tutti i cittadini pari dignità, i variPresidenti della Repubblica che hanno ricevuto le nostre delegazioni ci hanno espresso solidarietà,ammirazione e riconoscenza, ci hanno citato ad esempio alle future generazioni e, nei limiti dei lo-ro poteri, si sono messi a disposizione.

Non posso, infine, terminare quest’intervento senza evidenziare il costante, intollerabile vi-lipendio che serpeggia contro le Istituzioni, la nostra Bandiera e i nostri soldati. Sentire scandireslogan inneggianti alla strage dei nostri militari, rei unicamente di compiere il proprio dovere, daparte di chi nemmeno conosce il significato della parola “dovere” è fonte, per noi, di profondaamarezza.

Sentire gridare che l’unico Tricolore da vedere è quello sulle bare dei nostri soldati, offendenon solo quanti hanno sacrificato la vita per la Patria in ogni epoca e su ogni fronte, ma qualsiasicittadino di questa Repubblica.

E’ triste evidenziare come si consente, nel nome di un superiore diritto individuale diespressione, di dissacrare tutto ciò che è più caro agli Italiani: la loro storia, le loro tradizioni epersino i loro morti: non c’è futuro se nella collettività manca la dignità del ricordo e della me-moria.

Forti, e con ricco convincimento di questi ideali della Patria, noi invalidi per servizio sare-mo sempre con le Istituzioni, a fianco dei nostri fratelli in attività, per la difesa dei valori che han-no consentito all’Italia di nascere, prosperare e dotarsi d’Istituzioni libere e democratiche.

Con questi concetti rinnoviamo la nostra volontà e disponibilità, anche a nome di tutti i di-rigenti dell’Unione, a proporre e dialogare con le Istituzioni nel convincimento che tutto e subitonon si può ottenere ma con l’augurio che il Parlamento non faccia decorrere inutilmente questa le-gislatura e, anche con gradualità, approvi le nostre proposte in modo che la Costituzione possa es-sere applicata nei suoi valori fondamentali di solidarietà ed equità.

Viva l’Italia, viva l’Esercito

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 43

44

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 44

45

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 45

L’U.N.M.S. è un Ente morale (Decreto Capo provvisorio dello Stato n. 650 del 1947) cheraggruppa in Associazione tutti coloro che alle dipendenze dello Stato e degli Enti locali hanno ri-portato mutilazioni ed infermità in servizio e per causa di servizio.

Con legge 337/53 viene riconosciuta all’Unione la rappresentanza e la tutela degli interessimorali e materiali degli associati.

Con D.P.R. 7-8-68 l’Unione è sottoposta al controllo della Corte dei Conti.Con L. 70/75 è riconosciuta come Ente pubblico necessario ai fini dello sviluppo economico

civile e culturale del Paese.Con D.P.R. 616/77 all’Ente viene sottratta detta operatività.Con D.P.R. 23-12-78 viene disposta: a) la perdita della personalità giuridica di diritto pub-

blico; b) privatizzazione e sussistenza come Ente morale associativo.L’Unione Nazionale Mutilati ed Invalidi per Servizio con sede centrale in Roma, con sedi

provinciali in ogni capoluogo di provincia e sottosezioni in varie città, è un Ente Morale (Decreton. 650 del 24-6-1947, legge n. 337/1953) che raggruppa in Associazione tutti coloro che alle di-pendenze dello Stato e degli Ente locali, hanno riportato mutilazioni ed infermità in servizio e percausa di servizio militare o civile.

Sono dunque carabinieri, militari delle FF.AA., agenti della polizia dello Stato, guardie difinanza, agenti di custodia, guardie forestali, vigili del fuoco, vigili urbani, militari in servizio dileva, magistrati, e tutti i dipendenti della Pubblica Amministrazione che nell’adempimento delproprio dovere, contraggono mutilazioni o invalidità.

Fanno parte altresì dell’Unione, le vedove, gli orfani, i genitori, le sorelle nubili dei cadutiin servizio ed i familiari di deceduti per l’aggravarsi delle infermità che hanno dato luogo a con-cessione della pensione privilegiata ordinaria, che abbiano avuto i requisiti per il conseguimentodella pensione, indiretta o di reversibilità.

La categoria si accresce ogni anno di oltre 6.000 unità di mutilati e invalidi per serio: untriste, doloroso incremento dovuto alla luttuosa statistica di centinaia di carabinieri, agenti dellapolizia di Stato nonché di militari e magistrati colpiti nella lotta contro l’eversione politica, ilbanditismo armato, la criminalità organizzata, nel delicato compito di amministrare la giustizia atutela delle istituzioni democratiche e a difesa della vita e dei beni di tutti.

E’ significativo sul piano del merito nei confronti della collettività la sussistenza di unaidentica situazione degli invalidi per servizio con quelli di guerra.

L’equiparazione tra le due categorie è stata riconosciuta con leggi 15 luglio 1950 n. 539 e 3aprile 1958 n. 474.

Il preminente scopo istituzionale dell’Unione è quello di rappresentare e tutelare gli interes-si morali e materiali dei mutilati ed invalidi per servizio e dei familiari dei caduti (legge n.641/78, DD.PP.RR. 23-12-1978 e 31marzo 1979); ciò viene conseguito con una serie di inter-venti che si possono così sintetizzare:– consulenza tecnica ed attenta collaborazione in ordine al trattamento pensionistico;– avviamento al lavoro mercè la continua azione volta a far correttamente applicare le disposi-

zioni di legge in materia (legge n. 482/68);– concessione di particolari agevolazioni;– informativa a mezzo del periodico mensile di categoria “Il Corriere del Mutilato”;– pressante, continua attività nel campo legislativo per la promulgazione di leggi in favore

della categoria.

Chi siamo

46

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 46

47

Quest’ultimo compito costituisce la funzione essenziale, prioritaria, l’indirizzo di politicaassociativa ai fini statutari che l’Unione rappresenta al Parlamento.

L’essenzialità e la validità di tali scopi (previsti, tra l’altro, dallo Statuto sociale), delineanoin modo inequivocabile, al di fuori e al di sopra di situazioni di parte o contingenti, la tutela e larappresentanza giuridica del mutilato ed invalido per servizio, delle vedove e degli orfani.

Agli uomini di Governo, ai parlamentari di ogni corrente, agli “amici della categoria”, agliesponenti delle amministrazioni pubbliche che hanno comprensivamente ascoltato, che hannospesso preso l’iniziativa, che hanno sempre accettato di discutere i problemi della categoria, vadala nostra riconoscenza per quanto è stato finora ottenuto sulla via della riforma sostanziale che tut-ti auspichiamo.

Ai mutilati per servizio vada l’espressione della nostra certezza sull’avvenire della Categoria.Ai Dirigenti centrali e periferici dell’Unione che hanno collaborato e talvolta preso l’inizia-

tiva per la soluzione dei problemi più urgenti, vada il nostro più cordiale ringraziamento.

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 47

48

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 48

49

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 49

50

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 50

51

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 51

52

Comitato Centrale DirettivoU.N.M.S.

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 52

53

Collegio Centraledei Sindaci

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 53

54

Comitato NazionaleU.N.M.S.

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 54

55

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 55

56

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 56

57

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 57

58

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:13 Pagina 58

59

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:14 Pagina 59

60

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:14 Pagina 60

61

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:14 Pagina 61

62

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:14 Pagina 62

63

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:14 Pagina 63

64

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:14 Pagina 64

65

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:14 Pagina 65

66

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:14 Pagina 66

67

Sabato 31 marzo

Ore 17.00 - Deposizione di una corona al monumento dei mutilati invalidiper servizio istituzionale sito nei giardini di Via V. Veneto.

Ore 18.00 - Celebrazione S. Messa nella parrocchia di S. Maria ImmacolataVia L. Pavoni, 11/a.

Domenica 1 aprile

Ore 9.00 - Ristorante Cà Nöa - Via Branze, 61 Brescia:Saluto alle Autorità e relazione del Cav. di Gran Croce Arrigo VARANO.

Ore 9.20 - Celebrazione del 70° Anniversario della Fondazione dell’U.N.M.S.:Oratore S.E. il Presidente Aggiunto Onorario della Suprema Cortedi Cassazione Dott. Francesco LISCIOTTO.

Ore 9.40 - Relazione del Dott. Giacomo CARISTIDirettore dell’I.N.P.D.A.P. di Brescia sul tema: “Pensioni privilegiate”.

Ore 10.00 - Dott. Prof. Francesco CONSIGLIERETen. Generale già Capo Sanità Militare dell’E.I.D.sa Elisa FRANCESCHINI specialista in medicina legalee delle Assicurazioni sul tema: “Incertezze operative”.

Ore 10.20 - Relazione dell’Avv. Andrea BAVA del Foro di Genova sul tema:“Pensionati e Pensionate - Finanziaria 2007 e Sezione Riunite attaccano,ma noi ci difendiamo”.

Ore 10.45 - Saluto delle Autorità e consegna attestati di fedeltà ai Soci.

Ore 11.30 - Assemblea Annuale dei Soci.

A conclusione l’Assemblea si riunirà per l’approvazione dei bilanci e per la pre-miazione dei Soci anziani della sezione.

Celebrazione 70° AnniversarioFondazione U.N.M.S.

- Programma -

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:14 Pagina 67

68

VOLUME 70°:Layout 1 16/11/10 09:14 Pagina 68

2007

1937

70° Anniversario della Fondazione dell’UNM

UNIONE NAZIONALE MUTILATIPER SERVIZIO

Brescia

CON L’ALTO PATRONATO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICAED IL PATROCINIO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Con il patrocinio di:

REGIONE LOMBARDIA PROVINCIA DI BRESCIA COMUNE DI BRESCIA