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1 1 IV ConferenzaPAR Bologna, 20 gennaio 2012 Raffaele Tomba Il Bilancio sociale di ambito distrettuale Agenzia sanitaria e sociale regionale Area Innovazione sociale

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IV ConferenzaPARBologna, 20 gennaio 2012

Raffaele Tomba

Il Bilancio sociale di

ambito distrettuale

Agenzia sanitaria e sociale regionale

Area Innovazione sociale

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Il progetto di Bilancio sociale di ambito distrettuale

Nel novembre 2011, l’Area Innovazione dell’ASSR ha completato la ricerca sul Bilancio sociale di ambito distrettuale,

Il lavoro era stato commissionato, nel novembre 2010, dalla Cabina di regia per le politiche sanitarie e sociali;

Ha realizzato la ricerca un gruppo di lavoro ad hoc, rappresentativo dei servizi interessati della Regione e degli Enti locali;

In particolare, hanno partecipato tre ambiti distrettuali che hanno già realizzato esperienze di rendicontazione: Cesena, Casalecchio di Reno, Bassa Reggiana.

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Scopo del Bilancio sociale

Lo scopo del Bilancio sociale di ambito distrettuale è la rendicontazione dei risultati ottenuti attraverso la realizzazione degli obiettivi e delle azioni indicati nel Piano di Zona triennale per la salute e il benessere sociale e nei Programmi attuativi annuali;

Il Bilancio sociale è anche l’occasione per Il Comitato di Distretto di valutare se le strategie e le ipotesi di soluzione o di contrasto dei problemi sociali locali, su cui si era basata la programmazione, si sono rilevate adeguate e, quindi, possono essere confermate e messe a regime.

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Le relazioni della rete integrata Nel Bilancio sociale non sono centrali solo i risultati

concreti dell’azione amministrativa, ma anche la descrizione dei ruoli rivestiti dai vari soggetti, istituzionali e non istituzionali, coinvolti nel processo di pianificazione, programmazione, attuazione e valutazione delle attività programmate e della rete di relazioni e di responsabilità che lega tali soggetti;

Il Bilancio sociale, quindi, non si prefigge solo lo scopo di fornire un riscontro fra ciò che si è realizzato e ciò che nei documenti di programmazione ci si era impegnati a realizzare, ma anche di illustrare e supportare con chiarezza i rapporti e i meccanismi di governance intercorrenti fra i vari soggetti coinvolti nei processi di predisposizione, di attuazione e di controllo del Piano di Zona e dei Programmi Attuativi Annuali.

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Gli indicatori di risultato

Per dare conto del grado di conseguimento degli obiettivi pianificati e programmati, si è ritenuto necessario che, ogni volta che ciò risulti possibile/ragionevole, gli obiettivi stessi siano rappresentati attraverso indicatori;

In tal modo, i risultati possono essere espressi mediante grandezze di tipo quantitativo, che possono descrivere concretamente, nei documenti di programmazione, l’obiettivo cui tendere, ma anche la misura dell’obiettivo conseguito, nel Bilancio sociale.

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Funzioni del Bilancio sociale

Così concepito, il Bilancio sociale di ambito distrettuale svolge tre funzioni:

Funzione di supporto alla responsabilità che hanno gli amministratori pubblici di rendere conto del loro operato e dell’uso delle risorse;

Funzione di supporto al governo partecipato delle politiche per la salute e il benessere sociale in ambito distrettuale, mettendo in evidenza il ruolo e le responsabilità di ogni soggetto coinvolto e fornendo elementi utili per il controllo democratico dell’andamento delle attività e dell’utilizzo delle risorse;

Funzione di monitoraggio e valutazione, a supporto dei processi decisionali e di governo sia a livello locale che regionale.

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Funzioni del Bilancio sociale

Per consentire il confronto dei risultati dei diversi ambiti distrettuali, tra di loro e con il contesto provinciale e regionale, è stato progettato un set minimo di indicatori, comuni a tutti i Bilanci sociali degli ambiti distrettuali;

Il set minimo di indicatori, consentirà:• di valutare e confrontare l’andamento

dell’azione istituzionale nel tempo e/o nei territori, rispetto ai singoli ambiti distrettuali in cui si articola la Regione Emilia-Romagna;

• di ricostruire il quadro dinamico dei risultati della programmazione in ambito regionale e provinciale, a supporto della definizione delle linee strategiche per le politiche sociali e sanitarie.

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Sviluppo del governo partecipato

In un contesto sempre più complesso, con bisogni crescenti e risorse insufficienti, l’Ente locale è chiamato ad assumere il ruolo di “architetto di strutture sociali” e “gestore delle condizioni ambientali”, a favore di un territorio nel quale agiscono una pluralità di risorse sociali.

Il Bilancio sociale di ambito distrettuale riflette il ruolo di una Pubblica Amministrazione sempre meno centrata sulla erogazione diretta di servizi e sempre più coordinatrice di funzioni di programmazione, regolazione e committenza, nei confronti dei soggetti che realizzano i servizi e, più in generale, che creano soluzioni appropriate ai bisogni sociali.

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Coerenza tra rendicontazione e programmazione

Per consentire che il Bilancio sociale di ambito distrettuale possa assumere queste connotazioni, è necessario che anche le modalità di programmazione e di strutturazione dei Piani di Zona evolvano in maniera coerente;

Occorre che i Piani di zona descrivano gli obiettivi in maniera concreta, così da poterne verificare il raggiungimento, superando la rigidità tradizionale delle politiche a favore di una maggiore trasversalità delle strategie ed assicurando forme adeguate di coordinamento delle azioni poste in essere dai vari attori coinvolti sul territorio;

In questo senso, il documento finisce orientare non solo la rendicontazione, ma anche una diversa cultura della programmazione di zona.

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Condizioni per la realizzazione del Bilancio sociale di ambito

distrettualeLa realizzazione del Bilancio sociale di ambito distrettuale richiede due condizioni:

La validazione formale della proposta, da parte degli organi regionali, come Linee di indirizzo per la rendicontazione in ambito distrettuale. In tal caso, in occasione delle prossime iniziative di programmazione di Zona, sarà opportuno assicurare che i Piani di zona contengano una formulazione degli obiettivi coerente con i temi e gli indicatori che saranno poi utilizzati per la rendicontazione;

Lo sviluppo dei sistemi informativi regionali di area sociale, in maniera tale da includere gli indicatori per la rendicontazione nel fabbisogno informativo regionale. In tal modo gli ambiti distrettuali, prima della rendicontazione, potranno ricevere dalla Regione elaborazioni di dati utili per il Bilancio sociale.

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Bilancio sociale e Bilancio di Missione

Il gruppo di lavoro sul Bilancio sociale ha mantenuto uno stretto raccordo con il coordinamento regionale sui Bilanci di Missione delle AUSL.

E’ opportuno che i Bilanci di Missione continuino a sviluppare la rendicontazione anche in ambito distrettuale.

Questo consentirebbe ai Comitati di distretto, nel momento della rendicontazione e valutazione dei risultati della programmazione, di avere un quadro più completo delle azioni sviluppate nel proprio territorio.

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Il set minimo degli indicatori: un approfondimento

Per il Bilancio sociale di ambito distrettuale è stato adottato il modello di rendicontazione già utilizzato dalla Regione, nell’ambito del PAR, per le “Giovani generazioni” e per la “Terza età” ;

La rendicontazione sociale viene organizzata per Ambiti di Politiche, che rappresentano gli elementi costitutivi della qualità della vita e del benessere di ciascun individuo (“funzionamenti rilevanti” per A. Sen)

Sono stati scelti tre grandi target: giovani generazioni, adulti, anziani;

Gli indicatori sono stati scelti con riferimento agli obiettivi prioritari della RER (fonte principale, il Piano sociale e sanitario regionale);

Gli indicatori esplorano tre dimensioni: offerta, risultati, spesa.

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La matrice di rendicontazione

POLITICHE PER TARGET DI ETÀ Giovani

generazioni Adulti Anziani

Persone con disabilità

Persone con problemi di salute mentale

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Persone immigrate

Politiche di sistema

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Obiettivi della programmazione per la popolazione anziana

Riconoscere il ruolo attivo della popolazione anziana Dare sostanza alla libertà di scelta dell’anziano Promuovere un atteggiamento positivo verso

l’invecchiamento Favorire una riorganizzazione del corso della vita,

realizzando una maggiore flessibilità tra formazione, lavoro e piacere nelle diverse fasi della vita

Promozione dell’invecchiamento attivo (active ageing) Favorire e sostenere il diritto a una vita indipendente Sostenere le persone che scelgono di prestare cura a

familiari o conoscenti sperimentando nuove modalità di sostegno al domicilio

Valorizzare l’apporto delle nuove tecnologie per identificare i bisogni inespressi e per sostenere il lavoro di cura

Promuovere il benessere e la salute nella terza età con un approccio preventivo e assicurando universalità e equità di accesso ai servizi sanitari e sociali

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Politiche per la popolazione anziana

CLASSI DI INDICATORI

Salute Stili di vita sani Diritto alla casa

Sicurezza

Sicurezza e riqualificazione urbana Autonomia

Indipendenza Mobilità Accesso al sapere

Inclusione Tempo libero

Partecipazione Cittadinanza attiva

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Politiche per la popolazione anziana

Capacità di OFFERTA

Capacità di raggiungere i

RISULTATI

Capacità di SPESA

SALUTE E STILI DI VITA SANI

DIRITTO ALLA CASA

SICUREZZA E RIQUALIFICAZIONE

URBANA

AUTONOMIA

MOBILITA'

ACCESSO AL SAPERE

TEMPO LIBERO

PA

RT

EC

IPA

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NE

CITTADINANZA ATTIVA

IND

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ND

EN

ZA

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NE

SIC

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ZA

Dimensioni delle Politiche

PoliticheObiettivi generali

Target

INDICATORI

Griglia degli indicatori

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Esempio di scelta degli indicatori in riferimento ad un obiettivo

programmaticoObiettivi generali Target

Capacità di OFFERTA

Capacità di raggiungere i RISULTATI

Capacità di SPESA

Spesa sociale integrata complessiva

Tasso di anziani in carico ai servizi sociali, sociosanitari e sanitari a presa in carico continuativa (*)

Spesa procapite (spesa sociale integrata)

Indice annuo di rotazione degli anziani in carico ai servizi sociosanitari con presa in carico continuativa (*) Tempi di attesa medi per servizi di sostegno al domicilio e residenziali

Incidenza percentuale di anziani >74enni in lista d'attesa

1. Garantire una rete integrata socio-sanitaria di servizi alle persone non autosufficienti in grado di tutelarle e di contrastarne i rischi di fragilità sociale e sanitaria in una prospettiva di azione proattiva verso i bisogni inespressi

>74enni (eventuali sottotarget >85enni)

Incidenza percentuale anziani >74enni stimati non autosufficienti esclusi dai percorsi assistenziali socio-sanitari pubblici

Copertura assistenziale complessiva anziani ad alto rischio di fragilità e non autosufficienti

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Effetti positivi attesi con l’introduzione del Bilancio sociale

di ambito distrettuale

Migliore capacità del Comitato di Distretto di rendere conto, con dati statistici, in merito ai risultati della programmazione e all’uso delle risorse;

Possibilità del Comitato di Distretto di valutare l’adeguatezza delle proprie politiche;

Valorizzazione della responsabilità e dell’impegno di tutti gli attori delle politiche sociali;

Possibilità di confrontare i risultati degli ambiti distrettuali;

Possibilità di ricostruire il quadro dei fatti in ambito regionale e provinciale.