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a.s. 2004/2005 LA COMUNICAZIONE NEI PROCESSI ORGANIZZATIVI A cura del PROGETTO QUALITA’ Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Ufficio Scolastico Regionale per la Campania Direzione Generale

a.s. 2004/2005

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Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Ufficio Scolastico Regionale per la Campania Direzione Generale. LA COMUNICAZIONE NEI PROCESSI ORGANIZZATIVI. A cura del PROGETTO QUALITA’. a.s. 2004/2005. Communicare = rendere partecipi di qualcosa che è proprio. Affermare sé - PowerPoint PPT Presentation

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a.s. 2004/2005

LA COMUNICAZIONE NEI PROCESSI

ORGANIZZATIVI A cura del

PROGETTO QUALITA’

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della RicercaUfficio Scolastico Regionale per la Campania

Direzione Generale

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Communicare = rendere partecipi di qualcosa che è proprio

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Come si comunicaAffermare sé

Considerare l’altro

Perché si comunicaInformare

Ascoltare

Cosa si vuole comunicareContenuto: cognitivo

Contenitore: metacognitivo

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La comunicazione umana

Sintassi Semantica Pragmatica

Trasmissione dell’informazio

ne

Codificazione

Ridondanza

Significato Comportamento

Logica matematica

Filosofia Psicologia

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Il Modello Telefonico

codifica

emittente messaggio canale messaggio ricevente

decodifica

rumori

codice

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Livelli Di Comunicazione

Comunicazione sociale

Comunicazione interpersonale

Comunicazione intrapersonale

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I tre modelli di comunicazione

Livello verbale (ciò che si dice)Non più del 15% di influenza rispetto al messaggio

globaleLivello paraverbaleTono e altezza della voce, ritmo, esitazioni, pause Fino al 35% di influenza rispetto al messaggio globaleLivello extraverbale (o non verbale)Espressione corporea (mimica facciale, gestualità,

postura, sguardo, distanza e comportamento spaziale (vedi E.T. Hall)

Anche oltre il 50% di influenza rispetto al messaggio globale

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Le funzioni della comunicazione verbale

1. Strumentale: compiere o conseguire qualcosa.

2. Di controllo: fare in modo che qualcuno si comporti in una data maniera.

3. Informativa: scoprire o spiegare qualcosa.

4. Espressiva: esprimere i propri sentimenti.

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Le funzioni della comunicazione verbale

5. Di contatto sociale: fine a se stessa, per il gusto di stare in compagnia.

6. Di alleviamento dell’ansia: dar sollievo ad una propria preoccupazione.

7. Di stimolazione: in risposta all’ambiente.

8. Legata al ruolo: perché la situazione lo richiede.

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Le funzioni della comunicazione non verbale

1. Gestione della situazione sociale: il messaggio non verbale che precede, che rafforza o che contrasta con il messaggio verbale ( - i rituali? - ).

2. Autopresentazione: i “segnali.”

3. Comunicazione degli stati emotivi: espressioni facciali, postura, gestualità, distanza, sguardo.

4. Comunicazione degli atteggiamenti: atteggiamenti temporanei, la mimica.

5. Controllo del canale: azioni per il controllo del canale verbale.

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La Dimensione Nascosta (E.T. Hall)

Fino a 45 cm. – Situazione di intimità

Da 45 a 120 cm. – Relazione personale normale

200 – 400 relazione sociale non personale

Da 400 cm. In poi – apparizioni pubbliche

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Componenti non verbali

Inibito Assertivo Aggressivo

Contatto oculare evasivo Frequente, non fisso Fisso (dominatore)

Volume e tono di voce

Basso o cantilenante espressivo Stridente, sarcastico

Gestualità Copre la bocca con la mano, tensione degli arti

Denota sicurezza “parentale”, punta il dito

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Componenti non verbali

Inibito Assertivo Aggressivo

Fluidità verbale Esitante, pause, si “schiarisce la gola”

Chiara, senza intoppi

Concitato

Lenta

Atteggiamento fisico

Posizione legnosa, aumenta le distanze.

Vicino o lontano, rilassato o teso

Tende ad avvicinarsi, teso a scatti

timing Si lascia interrompere, manca di iniziativa

Appropriato, si alterna con l’interlocutore

Interrompe, bruschi cambiamenti

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La punteggiatura della sequenza di eventipragmatica della comunicazione umana – P. Watzlawick

marito

moglie

Lui si ch

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Contenuto e relazione

- Posizione complementare

- Escalation simmetrica

- Simmetrica stabile

A - UP

B - DOWN

A – UP - B

B – DOWN - A

A – UP/down - Bi due interlocutori si considerano alla pari e collaborano alla soluzione dei problemi

ATTENZIONE: se qualcuno si trova sempre down può stancarsi ed avere reazioni improvvise ed esplosive

La escalation può degenerare oltrepassando il punto di “non ritorno” degenerando in scontro personale

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AttribuzioneCause interne - attitudini

Cause esterne - situazioni

La percezione delle persone

Formazione delle impressioni

•Teorie della personalità

•Giudizi

•Schemi

•stereotipi

Cause esterne nella

formazione degli

atteggiamenti

Esperienza

Influenza dei genitori

Influenza dei gruppi

Comunicazioni di massa

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L’analisi transazionale

Il genitore.Comportamenti: porre limiti, dar consigli, disciplinare,

regolare, guidare, proteggere, imporre, comandare, mantenere la tradizione, giudicare, criticare.

Genitore normativo: custode dei sistemi di valore. . .

Può diventare persecutore, diffidente, svalutatore.

Genitore affettivo: disponibile, rassicurante, incoraggiante.

Può diventare salvatore, paternalista, iperprotettivo.

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L’analisi transazionale

Il bambino.Libero: spontaneo, disteso, energico, rilassato.

Ribelle: contestatore sistematico.

Adattato: obbediente, per bene.

Iperadattato: sottomesso, inibito.

L’adulto.Raccoglie dati e informazioni, analizza, elabora, misura,

quantifica, calcola, esamina le alternative, valuta, programma, pianifica. . .

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Quante transazioni sono possibili?

G Parallele aperteLo stato d’animo di chi risponde è uguale a quello di chi ha parlato

per primo

G

B

Parallele complementariLo stato d’animo di chi risponde è complementare a quello del primo

parlante

BIncrociate conflittualiQuando le linee si incrociano. Quando, anziché rispondere da

bambino a genitore, si invia un messaggio da genitore a bambino

A Incrociate correttiveL’interlocutore, anziché innestare un conflitto, attiva il suo io adulto

rivolgendosi all’io adulto dell’altro

A

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La finestra di Johari (Griglia di Luft)– J. Luft, H. Ingham

illustra il grado di consapevolezza esistente nei rapporti interpersonali

Noto a sé Ignoto a sé

Noto agli altri

1

Aperto Informazioni comuni disponibili

2

CiecoPercezione che gli altri hanno del soggetto e che egli non conosce

completamente

Ignoto agli altri

3

NascostoInformazioni che il soggetto preferisce

tenere nascoste agli altri

4

IgnotoInconscio – può produrre effetti

indesiderati sulla comunicazione

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Assiomi della comunicazione

1. Non si può non comunicare2. Ogni comunicazione ha un aspetto di

contenuto e un aspetto di relazione3. Ogni comunicazione è composta da un

modulo numerico (verbale) e da un modulo analogico (non verbale)

4. L’interpretazione dipende dalla punteggiatura5. Le comunicazioni sono simmetriche

(uguaglianza) e complementari (differenza)