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Atti del Convegno Regionale

LLAA PPRREEVVEENNZZIIOONNEE DDEEGGLLII IINNFFOORRTTUUNNII DDOOMMEESSTTIICCII IINN RREEGGIIOONNEE LLOOMMBBAARRDDIIAA

PRESENTAZIONE DELLE LINEE GUIDA

Milano, 14 dicembre 2001

Il presente volume è stato predisposto dalla Unità Organizzativa Prevenzione, Direzione Generale Sanità Regione Lombardia redatto a cura di: V. Carreri Dirigente dell’Unità Organizzativa Prevenzione, Direzione Generale Sanità

M. Bonfanti Unità Organizzativa Prevenzione, Direzione Generale Sanità

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PRESENTAZIONE Gli infortuni domestici rappresentano uno dei maggiori problemi di salute pubblica in Europa e in Italia e possono essere considerati una sorta di “epidemia ”, in parte manifesta, in parte nascosta, con costi umani ed economici molto elevati. Nonostante ciò, non richiamano le stesse attenzioni e le stesse azioni preventive degli incidenti sul lavoro e degli incidenti stradali. Per l’Italia, i dati ISTAT del 1999, indicano che accadono circa 3.500.000 d’infortuni domestici, mentre, per la Lombardia, si stima che questi siano circa 350.000 l’anno. Attualmente, non esiste un sistema dedicato alla rilevazione di questi eventi. Gli unici dati disponibili per la Lombardia, sono quelli relativi ai ricoveri ospedalieri, che evidenziano gli infortuni più gravi, avendo richiesto il ricovero. I ricoveri per infortuni domestici/anno in Lombardia sono circa 19.500 (media anni 1997-2000), di cui circa 12.300 sono persone di sesso femminile e circa 7.200 di sesso maschile. Le cause principali sono rappresentate: dalle cadute (il 44% degli incidenti); dalle attività domestiche (il 33%); dalla struttura architettonica della casa (il 20%); dal ‘Fai da te’ (il 3%). Il Piano Sanitario Nazionale (1998-2000) ed, in armonia con questo, la proposta di piano Socio-Sanitario Regionale (2002-2004), individua tra gli obiettivi prioritari delle Aziende Sanitarie nel triennio la riduzione dell’incidenza dei morti e dei feriti da infortuni domestici, soprattutto nelle categorie più a rischio rappresentate dai bambini, dalle donne e dagli anziani. Questi stessi obiettivi trovano supporto anche nella Legge 493/99, all'art. 3, in cui sono indicate le funzioni attribuite al SSN per la prevenzione degli infortuni negli ambienti di civile abitazione, ed i compiti per i Dipartimenti di Prevenzione: Essi consistono: • la prevenzione delle cause; • l’individuazione e la valutazione dei rischi; • la promozione e l'organizzazione d’iniziative d’educazione sanitaria; • il coordinamento territoriale dei programmi d’intervento. Pertanto, iniziative che concorrano a raggiungere l’obiettivo devono essere sviluppate ed incoraggiate. Il Convegno in particolare si pone questi tre obiettivi: ! aggiornare gli operatori sul fenomeno ! discutere e diffondere strategie di prevenzione e criteri di valutazione degli

interventi ! discutere e diffondere linee guida per la prevenzione e la riduzione degli infortuni

domestici

Carlo Borsani Assessore regionale alla Sanità

Milano, 21 novembre 2001

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RELATORI:

Liliana Bognini Merlo Donneuropeefedercasalinghe, Milano Marina Bonfanti Direzione Generale Sanità, Regione Lombardia Roberto Boni Dipartimento di Prevenzione, ASL Provincia di Milano 1 Vittorio Carreri Direzione Generale Sanità, Regione Lombardia Franca Davanzo Centro Antiveleni A. O. Niguarda Cà Granda di Milano Flaminio Gatto S.S.U. Em. 118 A. O. Ospedali Riuniti di Bergamo Bianca Maria Martina Gallenga Dipartimento di Prevenzione, ASL Provincia di Sondrio Maurizio Montanelli Dipartimento di Prevenzione, ASL Provincia di Milano 3 Giuliana Rocca Dipartimento di Prevenzione, ASL Provincia di Bergamo Giovanni Rulli Dipartimento di Prevenzione, ASL Provincia di Varese

Franco Taggi Istituto Superiore di Sanità di Roma

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IINNDDIICCEE Pag. Gli incidenti in casa: aspetti epidemiologici di un Fenomeno sommerso 6 La prevenzione degli infortuni domestici in Regione Lombardia - presentazione delle Linee Guida 13 Intossicazioni acute in Lombardia. Consulenze del Centro Antiveleni di Milano - anno 1999 23 Il ruolo delle associazioni di volontariato e l’importanza di un’efficace campagna di comunicazione 30 La prevenzione degli incidenti domestici nei nuovi nati Del Comune di Corsico - ASL della Provincia di Milano 1 32 L'inserimento curricolare della prevenzione degli infortuni domestici: una proposta per la scuola elementare 36 Come attuare una raccolta dati sul fenomeno incidenti domestici utilizzando il sistema informativo presente nei PS dell’ASL della Provincia di Sondrio 39 Un progetto di cooperazione per la prevenzione degli Infortuni Domestici 48 Infortuni domestici: interventi e progetti dell’ASL della Provincia di Milano 3 53

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GLI INCIDENTI IN CASA: ASPETTI EPIDEMIOLOGICI D’UN FENOMENO SOMMERSO GIOVANNI BALDUCCI Laboratorio di Epidemiologia e Biostatistica (Gruppo Siniaca ISS) Istituto Superiore di Sanità

Nell’ambito degli incidenti in casa devono essere considerati tutti quegli incidenti che giornalmente accadono non solo all’interno delle mura domestiche propriamente dette, ma anche nell’ambito delle sue pertinenze come, ad esempio, nei cortili, nei garage, negli spazi condominiali comuni, ecc.

Gli incidenti in casa rappresentano ancor oggi un’area-problema assai rilevante, sia relativamente alla mortalità sia alla morbosità sia conseguono a tutte le cause accidentali e violente; e questo nella maggioranza dei Paesi del mondo.

Che il fenomeno degli incidenti in casa sia, dal punto di vista delle politiche socio-

sanitarie, assai rilevante, è facilmente intuibile, se consideriamo che da oltre vent’anni in numerosi Paesi industrializzati del mondo e, più recentemente, nella stessa Unione Europea, il problema degli incidenti in casa è stato posto al centro dell’attenzione dei politici e degli operatori di salute, anche grazie all’attivazione di numerosi progetti e/o di iniziative di sorveglianza epidemiologica e di monitoraggio del fenomeno, visti anche i suoi elevati costi sociali in termini di vite umane, di invalidità permanenti e di costi socio-sanitari.

Anche nel nostro Paese, come nella maggioranza dei Paesi del mondo, il fenomeno sembra essere particolarmente rilevante, sia in termini di mortalità sia di morbosità, sebbene i dati in nostro possesso appaiano ancora piuttosto incompleti e talora frammentari.

In Italia, mediamente, muoiono ogni anno circa 550.000 persone (ad es., nel 1997 sono morte 558.018 persone; 50.7% maschi, 49.3% femmine) (1). Anche se la gran parte di queste morti è ascrivibile a malattia, (principalmente cardiopatie e neoplasie) e si manifesta “fisiologicamente” nelle classi di età più avanzate (oltre i 75 anni di età), in circa il 5% dei casi (n ≈ 25.000 casi) la morte è causata da cause accidentali o violente. Nell’ambito di queste morti accidentali, circa il 50% (12.000 casi) non consegue direttamente ad incidenti della strada o a violenza e sono comunemente contraddistinte come morti conseguenti ad incidenti non stradali (domestici e non). Nel nostro Paese, sebbene i dati di mortalità raccolti annualmente dall’ISTAT siano classificati sia in base alle cause esterne responsabili dell’evento (E), che alle cause nosologiche (N) responsabili del decesso, non è attualmente ancora possibile distinguere i casi di morte per luogo di accadimento, sia per motivi legati al tipo di rilevamento, sia per motivi dovuti alla codifica dei dati raccolti. Questo limite appare superato dalla nuova scheda di morte, che contiene l’informazione sul luogo del decesso per causa accidentale o violenta.

La recente entrata in vigore della Legge 493/99, che ha istituito un Sistema

Nazionale di sorveglianza degli incidenti in casa permetterà, nel corso dei prossimi anni di gettare luce anche sulla morbosità. Si ringrazia la dott.ssa S. Cedri per la preziosa collaborazione alla realizzazione di questo articolo.

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La mortalità in Italia per incidenti in casa Sebbene non sia possibile, per le ragioni sopra elencate, disporre di dati certi

sull’entità di tale fenomeno, è sempre possibile (ed opportuno) operare una stima, sia pure approssimativa, della mortalità conseguente agli incidenti in casa, a fronte di tutti i morti per incidente non stradale che ammontano, come si è detto in precedenza, mediamente a circa 12.000 eventi/anno. Possiamo stimare che in questo ambito le morti realmente avvenute in casa (e nelle sue pertinenze) siano nell’ordine di circa il 50% del totale degli incidenti non stradali; dato, questo, che porta inevitabilmente a considerare che ogni anno, in Italia, sono circa 6.000 le persone che muoiono mediamente in conseguenza di un incidente domestico. Si tratta, pertanto, di valori numerici assai prossimi a quelli che sono in Italia i morti per incidente stradale (circa 8.000/anno).

È opportuno ad ogni modo, precisare che tale percentuale varia, inoltre, in modo

assai considerevole al variare della classe di età considerata, contribuendo pertanto in modo quasi sostanziale al totale complessivo delle morti per cause accidentali o violente. Infatti i dati disponibili e le stime relative sembravo documentare che la proporzione dei casi di morte per incidenti in casa su tutte le morti sia assai più elevata qualora si prendano in considerazione gli anziani (oltre i 75 anni), in cui le percentuali si elevano ancor più approssimandosi al 75-80% di tutte le morti accidentali o violente.

Le serie storiche dei dati di mortalità per “probabile” incidente in casa (per quanto

detto sopra) nei differenti gruppi di età (dati espressi come tassi standardizzati per 100.000 abitanti) sono illustrate nelle figure sottostanti (Figg. 1-3). Si osservi che il picco presente in modo molto evidente nei bambini ed in modo meno marcato negli adulti è da attribuirsi ai morti causati dal terremoto del 1980 in Irpinia.

L’analisi dei dati permette facilmente di comprendere che la gran parte di queste morti è attribuibile alle cadute accidentali, che raggiungono in totale quasi i 9.000 casi/anno e rappresentano, quindi, circa il 70% di tutte le morti di questo tipo. In ambo i sessi le cadute rappresentano le cause preponderanti di morte accidentale, sebbene sia documentabile una maggiore propensione a tali eventi del sesso femminile (stante, anche, la loro maggiore esposizione ai fattori di rischio presenti in casa), in cui tale percentuale sembra salire ad oltre l’80%. Negli uomini, invece, esiste una percentuale relativamente maggiore di morti relative a cause minori come gli annegamenti, di incidenti da oggetti penetranti, urti, ecc. Non può non essere citato, poi, il dato allarmante che è quello relativo ai neonati (al di sotto dell’anno) in cui tale percentuale si approssima al 90%.

Questi dati meritano, ovviamente, alcune considerazioni: innanzi tutto è evidente che, in termini di mortalità, nell’incidente in casa il reale problema è rappresentato dalle cadute accidentali e, prendendo in considerazione il numero di morti in funzione dell’età alla morte, ci si può rendere immediatamente conto che tali cadute rappresentano un fenomeno quasi interamente confinato nella classe di soggetti più anziani. In base ad esperienze di altri Paesi, la caduta nell’anziano presenta molte possibilità in termini di prevenzione così come assai suscettibili di prevenzione sembrano essere quegli eventi legati ad altre cause, sia pure infrequenti, quali gli avvelenamenti, gli annegamenti, le folgorazioni, ecc., in cui assai spesso diviene determinante il cattivo uso di un prodotto, la sua mancata manutenzione o l’ignoranza dell’utente per le più elementari norme di sicurezza.

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La morbosità in Italia per incidenti in casa I principali dati di morbosità a carattere nazionale attualmente disponibili nel nostro

Paese sono quelli relativi ad alcune indagini campionarie nazionali condotte dall’ISTAT negli anni’80 e durante gli anni ’90 (2,3) ed uno studio campionario effettuato, all’incirca nello stesso periodo, dall’Istituto Superiore di Sanità (Progetto SISI, Studio Italiano Sugli Incidenti) (4).

È proprio da tali studi che si è giunti a comprendere che è possibile rilevare in modo affidabile e completo l’indispensabile informazione relativa alle modalità di svolgimento dell’incidente (la cosiddetta causa esterna, codifica E dell’ICD-IX) solo esclusivamente al Pronto Soccorso (PS). Infatti, tutti i tentativi che sono stati fatti finora per stabilire la causa E nel corso del ricovero hanno condotto costantemente a fallimenti per la generale incompletezza dei dati.

Prendendo ora in considerazione i “numeri”, è possibile stimare che, su quasi 3.800.000 accessi al PS per incidente non stradale, circa 1.800.000 siano quelli realmente avvenuti in casa o nelle sue pertinenze.

Essendo per molti versi i dati dell’indagine multiscopo dell’ISTAT sovrapponibili a quelli dello Progetto SISI cercherò qui di seguito di illustrare alcuni dati di morbosità d’interesse tratti dall’indagine avviata sul finire degli anni’80 dall’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con i PS delle regioni Liguria, Marche e del Molise.

Il campione considerato è quello relativo ai soli accessi presso i centri di PS coinvolti nello studio per incidenti avvenuti in casa e nelle sue pertinenze nell’arco di un anno di osservazione. Il numero dei casi così selezionato è stato di 22.000 su un totale di 56.000 casi osservati relativi a tutti gli incidenti in ambienti di vita (stradali e non). Si è trattato pertanto di un campione pari al 38% di tutti i casi osservati. Considerando, poi, i soli incidenti non stradali (43.159 casi) questa percentuale saliva al 51% del totale.

I maschi rappresentavano il 49.9% dei casi, mentre il restante 50.1% era costituito da soggetti di sesso femminile. Il 39.1% dei casi era in età pediatrica (0-14 anni); 4.8% dei casi adolescenti (15-19 anni); 21.9% tra 20 e 39 anni; 17.3% tra 40 e 59 anni ed infine il 16.9% tra 60 e più anni. Gli arrivi si sono ripartiti sostanzialmente in maniera omogenea per quanto riguardava il mese dell’incidente e questo testimonia la sostanziale uniformità di eventi incidentali in casa nel corso dell’anno. Inoltre tali incidenti si caratterizzavano da altri eventi accidentali e violenti, perché la loro frequenza non è sembrata dipendere dal giorno della settimana. Questa uniformità si perdeva, invece, per quel che riguardava l’ora dell’incidente: per lo più compreso tra le 8 del mattino e le 20 di sera, dove si verificavano l’80% di tutti gli incidenti domestici che hanno rappresentato il campione considerato. L’arrivo al Pronto Soccorso in ambulanza è risultato relativamente contenuto, pari al 9% dei casi. Negli anziani, tuttavia, sono stati raggiunti valori ragguardevoli: il 23.2% nei maschi ed il 34.2% nelle femmine.

Per ciò che atteneva in termini assai generali alle attività durante le quali si sono verificati questi incidenti, lo studio metteva in luce che i lavori domestici rappresentavano il 15.9% dei casi nei maschi e il 27.9% dei casi nelle femmine; il gioco il 24.4%, mentre il 52% di casi era dovuto ad una serie di cause o di situazioni non altrimenti definibili, quali lo scivolare mentre si camminava per casa, il cadere dal letto mentre si dormiva e così via. Il gioco era, com’è ovvio, legato prevalentemente alle età più giovani (60% dei casi nei bambini e 7% dei casi negli adolescenti), i lavori domestici al sesso ed all’età (circa 50% dei casi nelle donne tra 20 e 65 anni).

Nel 50% dei casi non era coinvolto alcun prodotto, mentre i casi in cui era coinvolto un prodotto, la prevalenza maggiore (21% degli eventi osservati) era

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rappresentata dal coinvolgimento delle strutture architettoniche della casa (scale, porte, finestre, ecc.). Seguivano la mobilia (18.0%) e, nel caso dei maschi, il fai-da-te (10.9%). La dinamica dell’incidente era costituita nei maschi dalle cadute (49.4%), dalle ferite da strumenti da punta o da taglio (15.6%), dagli urti e movimenti violenti (23.2%) e da altre cause minori; nelle femmine le cadute riguardavano il 56% dei casi, seguite dagli urti (15.5%), dalle ferite da oggetti da punta o da taglio (12.4%) e da oggetti roventi o prodotti corrosivi (6.1%). In entrambi i sessi circa lo 0.7% degli arrivi era relativo ad avvelenamenti accidentali da farmaci e l’1% ad incidenti coinvolgenti animali domestici e non.

Le lesioni riportate dai soggetti del campione sono risultate assai differenziate: circa il 65% presentava lesioni superficiali; il 13% dei maschi presentava lesioni osteo-articolari (18% le femmine); il 3% lesioni viscerali, certe o sospette (si ricordi che si tratta di casi pervenuti al Pronto Soccorso ed essendo il rilevamento dei dati medici effettuato nello stesso Pronto Soccorso, molte volte la lesione non è immediatamente verificabile). Si avevano poi nel 3.9% dei soggetti ustioni e nel 2.6% perdite funzionali. Il trauma cranico certo o sospetto riguardava il 13% di tutti i soggetti.

In circa il 23% dei soggetti la prognosi era uguale o inferiore a 4 giorni; nel 60% dei casi variava da 5 a 19 giorni; da 20 a 39 giorni rispettivamente nel 10.9% dei maschi e nel 14.7% delle femmine; pari o superiore a 40 giorni nell’1,7% dei maschi e nel 4.6% delle femmine. Circa l’1% dei soggetti maschi era in prognosi riservata, contro l’1.4% delle femmine.

Relativamente al trattamento effettuato, circa il 45% dei soggetti era stato sottoposto a medicazione, il 25% a sutura, il 5% era gessato o immobilizzato, mentre lo 0.4% (maschi) e lo 0.8% (femmine) era sottoposto a intervento chirurgico. Per quel che riguardava la destinazione dei soggetti, i dati sottolineavano che nell’85% dei casi l’infortunato tornava a casa, mentre nel restante 15% era ricoverato. Circa il 40% dei maschi ospedalizzati era inviato in ortopedia (il 50% nel caso delle femmine).

Il quadro di morbosità così brevemente delineato sembrerebbe confermare, in una visione controllata a livello regionale (ottenuta con procedure standardizzate), molte delle osservazioni fatte in precedenza. E’ stato possibile, inoltre, formulare una stima di massima del numero annuale di arrivi al PS attesi mediamente in Italia per questi eventi. Sostanzialmente, si può affermare che in base a questi dati ed alle stime effettuate dalla Società Italiana di Pronto Soccorso, il numero annuale di arrivi al PS per incidente non stradale, dovrebbe aggirarsi intorno a 3.500.000 di casi l’anno, cui dovrebbe corrispondere un numero annuo di ricoveri pari ad almeno 300-350.000 casi. Ora, se applichiamo a queste stime la proporzione degli incidenti in casa rispetto a tutti gli incidenti non stradali osservata nell’ambito dello studio SISI (51%), ne deriva per l’Italia il dato di circa 1.800.000 casi l’anno di incidente in casa, cui dovrebbero corrispondere circa 270.000 ricoveri/anno.

Queste cifre danno già un’idea di quanto possa essere importante conoscere meglio il fenomeno, sia per riuscire a controllarlo maggiormente, laddove esso sia suscettibile di controllo, sia per evitare da parte della popolazione un uso improprio del Pronto Soccorso, in particolare per cause minime che non dovrebbero certo destare allarme.

E’ facile comprendere come anche una limitata capacità di prevenzione dell’accadimento di questi eventi, unita ad una maggiore informazione del pubblico, potrebbe portare a diminuire sensibilmente il numero di arrivi che, pur non

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presentando particolare gravità dal punto di vista medico, certamente impegnano i servizi in misura non trascurabile. Conclusioni

Il fenomeno degli incidenti in casa è molto complesso, comporta alti costi sociali e sanitari, richiede costante attenzione e ricerca, ma può essere sin d’ora maggiormente controllato con specifiche azioni di prevenzione. A nostro parere, il conseguimento di buoni risultati è legato all’attivazione di specifiche azioni, tra le quali desideriamo segnalare, oltre all’attivazione di un sistema di sorveglianza nazionale a livello dei centri di PS:

a) un miglioramento della qualità dei dati di mortalità e di morbosità e

l’attivazione di studi mirati di follow-up, in modo da poter quantificare, in termini di costi umani e sociali, anche gli esiti dei diversi eventi;

b) lo sviluppo di studi epidemiologici mirati su particolari fattori di rischio e valutazioni in termini di rischio attribuibile;

c) l’attuazione di specifiche misure di prevenzione, in particolare la sicurezza dei prodotti ed il controllo dei comportamenti a rischio;

d) la valutazione degli interventi sviluppati sul territorio. Siamo certi che tali azioni, soprattutto se svolte con convinzione ed in modo non

discontinuo, possano favorire anche nel nostro Paese un drastico ridimensionamento del fenomeno degli incidenti in casa, così come a suo tempo auspicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (obiettivo 11 – riduzione del 25% degli incidenti stradali, domestici e del lavoro). Bibliografia

1) Istat, Cause di morte, 1997. 2) Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie: gli incidenti in ambiente domestico,

Anni 1987-91. 3) Istat, Indagine multiscopo annuale su “Aspetti della vita quotidiana”: Stili di vita

e condizioni di salute – Anno 1998, Informazioni n. 34, 1999. 4) Progetto SISI: Studio Italiano Sugli Incidenti. Istituto Superiore di Sanità,

Regioni Liguria, Marche, Molise, 1989-1995.

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BAMBINI/ADOLESCENTI [Età 0-14 anni]

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2

3

4

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8

1969 1971 1973 1975 1977 1979 1981 1983 1985 1987 1989 1991 1993 1995 1997

ANNI

tass

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tan

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MASCHI

FEMMINE

TOTALE

SOGGETTI DI ETA' 18 - 69 ANNI

0

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ANNI

tass

o x

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0.0

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abi

tan

ti

MASCHI

FEMMINE

TOTALE

Fig. 2: Tassi standardizzati di mortalità x 100.000 ab.

Fig. 1: Tassi standardizzati di mortalità x 100.000 ab.

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Fig. 3: Tassi standardizzati di mortalità x 100.000 ab.

ANZIANI [Età >70 anni]

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1969 1971 1973 1975 1977 1979 1981 1983 1985 1987 1989 1991 1993 1995 1997

ANNI

tass

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bita

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MASCHI

FEMMINE

TOTALE

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LA PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI DOMESTICI IN REGIONE LOMBARDIA - PRESENTAZIONE DELLE LINEE GUIDA MARINA BONFANTI° e GIOVANNI RULLI§

Direzione Generale Sanità – Regione Lombardia §Dipartimento di Prevenzione - ASL Provincia di Varese

Gli infortuni domestici sono eventi che rappresentano uno dei maggiori problemi di salute pubblica in Europa e in Italia. Possono essere considerati una sorta di “epidemia ”, in parte manifesta, in parte nascosta, con costi umani ed economici molto elevati. Nonostante ciò, non richiamano le stesse attenzioni e le stesse azioni preventive degli incidenti sul lavoro e degli incidenti stradali.

I dati più recenti su questa tipologia di eventi riguardano l’indagine Multiscopo

“Aspetti della vita quotidiana”, dell’ISTAT, 1999 1, in cui sono state raccolte una serie di informazioni intervistando circa 60.000 persone.

Da questi dati emerge che: 1) le categorie più a rischio sono costituite dalle persone che trascorrono più tempo in casa:

2) le cause di infortunio più comuni sono determinate da:

3) complessivamente l’assistenza sanitaria ricevuta può essere così rappresentata: ♦ Assistenza ‘fai da te’ (46.9%) ♦ Visita medica (19.7%) ♦ Visita al pronto soccorso (32.6%) ♦ Ricovero ospedaliero (6.8%)

1 ISTAT - Gli incidenti domestici – Anno 1999 – Statistiche in breve

Donne 20.1/1000 personeAnziani (> 75 aa) 21.4/ “ “Bambini (0-4 aa) 11.7/ “ “

Per i bambini, l’OMS rileva che nei Paesi sviluppati gli infortuni domestici rappresentano la prima causa di morte

Struttura architett.

20%

Attività domestiche

33%

Cadute44%

"Fai da te"3%

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Le cadute e le ferite sono le cause che maggiormente richiedono un’ospedalizzazione.

In Italia, e conseguentemente in Lombardia, non esiste un flusso informativo specifico per la rilevazione degli infortuni domestici. Tuttavia, è possibile recuperare delle informazioni relative a questo tipi di eventi, mediante l’uso di dati sanitari regionali di routine, come quelli relativi ai ricoveri ospedalieri. Questi ultimi sono, al momento, un utile strumento di informazione sui traumatismi avvenuti in ambiente domestico, anche se non forniscono alcuna informazione sulla dinamica dell’incidente stesso.

L’analisi delle schede di dimissione ospedaliera relative ai ricoveri ordinari

avvenuti negli anni 1997-2000 (media di circa ricoveri 1.669.000/anno) ha dato le seguenti informazioni:

" Ricoveri/anno dovuti ad infortuni domestici 19.563 (media 1997-2000); " Spesa sanitaria sostenuta per questo tipo di ricoveri circa 87 miliardi di

lire/anno (media 1997-2000);

" Infortuni più frequenti fratture (50%) e contusioni (14%);

" Sesso maggiormente coinvolto femminile (12.316 donne vs 7.204 uomini,

media 1997-2000); " Popolazione maggiormente coinvolta anziana (il 55% dei traumatismi

complessivi sono a suo carico)

" Spesa sanitaria sostenuta per il ricovero ospedaliero della popolazione anziana

75% di quella complessiva (circa 64 miliardi di lire per l’anno 2000).

GLI OBIETTIVI DELLA REGIONE LOMBARDIA

Gli obiettivi sono anzitutto focalizzati dalla Legge 493/99, “Norme per la tutela della salute nelle abitazioni ed istituzione dell’assicurazione contro gli infortuni domestici”, nella quale, all'art. 3, sono indicate le funzioni attribuite al SSN per la prevenzione degli infortuni negli ambienti di civile abitazione, ed i compiti per i Dipartimenti di Prevenzione. Essi consistono: • nella prevenzione delle cause; • nell’individuazione e nella valutazione dei rischi; • nella promozione e nell'organizzazione d’iniziative d’educazione sanitaria; • nel coordinamento territoriale dei programmi d’intervento

Anche il Piano Sanitario Nazionale 2001-2003 prevede uno specifico capitolo dedicato al problema degli infortuni domestici, e si pone l'obiettivo della riduzione degli stessi nelle categorie più a rischio, specificamente negli anziani d’età superiore ai 65 anni.

Infine, il Piano Socio-Sanitario Regionale (2002-2004), individua, tra gli obiettivi prioritari delle Aziende Sanitarie, nel triennio, la riduzione dell’incidenza dei casi d’infortuni domestici, soprattutto nelle categorie più a rischio, rappresentate dai bambini, dalle donne e dagli anziani.

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Gli obiettivi della Regione Lombardia sono così riassunti: Gli argomenti trattati nelle Linee Guida sono:

# La definizione e l’accertamento dei casi # La valutazione del rischio # La comunicazione ed alcune proposte di educazione sanitaria # Organizzazione territoriale e formazione degli operatori ASL # Sistema informativo

1. LA DEFINIZIONE E L'ACCERTAMENTO DEI CASI L'incidente domestico può essere definito come la somma di:

• ogni infortunio, avvenuto entro le mura domestiche e sue pertinenze (garage, balconi, cantine, cortili, giardini, orti, parti comuni condominiali, e analoghi), che abbia comportato il ricorso a cure mediche (da parte di: Pronto Soccorso, Medici di Medicina Generale o Pediatri di libera scelta, altri Medici, Centro Antiveleni);

• ogni incidente, nel senso di accadimento, nell'accezione WHO, che avrebbe

potuto avere conseguenze di danno alla persona, ancorché non abbia avuto tale esito.

Si tratta ora di scegliere i confini del sistema di registrazione (e quindi

l’individuazione ultima di CASO, che potrebbe coincidere con l'infortunio come sopra definito).

CASO=INFORTUNIO

2. LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO

Nelle Linee Guida sono indicati, per ognuno dei locali presenti nelle abitazioni, i principali rischi riferibili a comportamenti non sicuri e le relative proposte di modifica di detti comportamenti, con riferimento particolare ai bambini e agli anziani.

# riduzione del fenomeno nelle categorie a rischio# prevenzione delle cause # individuazione e valutazione dei rischi # promozione e organizzazione d’iniziative di educazione sanitaria # coordinamento territoriale dei programmi d’intervento

La valutazione del rischio

• individuazione dei bisogni (priorità)

• analisi delle cause

• popolazione a rischio (bambini; anziani)

• caratteristiche dell’abitazione

PPrrooppoossttee ddii ssoolluuzziioonnii ccoommppoorrttaammeennttaallii // tteeccnniicchhee

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3. LA COMUNICAZIONE E PROPOSTE DI EDUCAZIONE SANITARIA

Negli interventi di comunicazione ed educazione sanitaria gli interlocutori da raggiungere sono molteplici. Occorre, quindi, focalizzare l’attenzione e gli sforzi sul target più opportuno con modalità di espressione adeguate e congeniali in modo tale da raggiungere l’obiettivo di prevenzione. Per questo motivo si dovranno predisporre ed attuare interventi diversi di sensibilizzazione e educazione.

Quali i "materiali" comunicativi attualmente disponibili, e quali i loro vantaggi e svantaggi, ed adeguatezza rispetto agli obiettivi ed al target prescelto (gruppi di popolazione e dimensione locale)?

Di seguito una tabella riassuntiva che, senza pretese di esaustività, contiene alcune indicazioni da valutare anche criticamente.

VOLANTINI, OPUSCOLI, PIEGHEVOLI, ECC. Capacità di penetrazione Persistenza del messaggio Altri vantaggi e svantaggi Alta, dipendente da forma di

diffusione e invio (diretta, posta, giornali, luoghi chiave, ecc.)

Medio-bassa (dipende da chi riceve il

materiale)

Costi in genere significativi, ma possibilità di sponsorizzazioni. Molto

validi se equilibrio tra ampiezza di contenuto e leggibilità

MANIFESTI, POSTER Capacità di penetrazione Persistenza del messaggio Altri vantaggi e svantaggi Alta, dipendente dal livello di diffusione e sua evidenza

Medio-alta (dipende dalla qualità "fisica"

del materiale)

Come per volantini; possono rovinarsi; se mal realizzati possono

non essere notati MATERIALE AUDIOVISIVO

Capacità di penetrazione Persistenza del messaggio Altri vantaggi e svantaggi Piuttosto bassa, ma molto

mirata. Utile in scuole, centri di aggregazione, ecc.

Alta, ma non visibile se non deliberatamente utilizzati

Necessità di luoghi di visione idonei; possibili problemi tecnici;

realizzazione onerosa sia per costi sia per impegno realizzativo

WEB SITE Capacità di penetrazione Persistenza del messaggio Altri vantaggi e svantaggi

Potenzialmente alta, ma condizionata ancora dalla

relativamente limitata diffusione di internet

Alta

Modulabilità dei contenuti e dei "link" praticamente illimitata; grande

versatilità; il messaggio non raggiunge attivamente il target

CAMPAGNE E COMUNICATI STAMPA Capacità di penetrazione Persistenza del messaggio Altri vantaggi e svantaggi Alta, specie per i quotidiani Tendenzialmente bassa, a

meno di diversi "passaggi" Autorevole; piuttosto costosa,

se non sponsorizzata RADIO E TELEVISIONE

Capacità di penetrazione Persistenza del messaggio

Altri vantaggi e svantaggi

Alta, dipendente dal livello di diffusione e "share"

dell'emittente e del programma

Bassa-media (salvo che non vi siano specifiche rubriche o "passaggi" costanti)

La radio è ideale per un pubblico casalingo; sono mezzi ad alta "presa" ed autorevoli; possibilità di dibattito; in

genere i costi non sono alti per interventi di prevenzione;

piuttosto impegnativa la realizzazioneEVENTI PUBBLICI (CONVEGNI, SEMINARI, ECC.)

Capacità di penetrazione Persistenza del messaggio

Altri vantaggi e svantaggi

Media, dipende molto dalla diffusione e penetrazione dell'avviso

(molto utili preventivi comunicati stampa)

Bassa Possibilità di coinvolgere soggetti autorevoli; possibilità di dibattito pubblico; costi variabili

17

3.a La prevenzione degli infortuni domestici nei bambini (0-10

anni). 3.a.a Popolazione target: bambini 0-3 anni.

Dei gruppi target coinvolti negli infortuni domestici, risulta particolarmente significativo quello dei bambini in età scolare (0-10) anni. All’interno di questo gruppo, i dati disponibili, mostrano che la fascia di età compresa tra 0-4 anni risulta particolarmente interessata da eventi quali cadute, avvelenamenti, scottature; tutti hanno in comune la forte influenza di un duplice fattore umano: $ curiosità, spirito di avventura, ignoranza del pericolo proprio del bambino $ scarsa supervisione del genitore/adulto.

Notevole quantità di materiale informativo è stato prodotto rispetto al rischio cadute, la causa più frequente di infortunio domestico del bambino. Molto meno è stato fatto rispetto al rischio di intossicazione acuta che, anche dai dati del CAV dell’Ospedale Niguarda di Milano, si evidenzia come emergenza misconosciuta, che coinvolge migliaia di cittadini ogni anno.

Rispetto al dialogo con le mamme/genitori, un ruolo fondamentale può essere svolto da una corretta informazione data nel momento di maggiore sensibilità per l’adulto: la nascita del bambino. In tal senso, l’accesso agli ambulatori pubblici di prevenzione per le vaccinazioni dell’infanzia rappresenta un’occasione idonea per un intervento di informazione e sensibilizzazione poiché coinvolge la quasi totalità dei nuovi nati.

Per questo motivo, la Regione Lombardia intende produrre materiale informativo/educativo sulla prevenzione delle intossicazioni acute nei bambini, da distribuire in occasione delle vaccinazioni obbligatorie presso i Servizi di Igiene e Sanità Pubblica e/o i Consultori Familiari in cui sono offerte prestazioni pediatriche.

Inoltre, si propone che un intervento di sensibilizzazione sull’argomento sia rivolto, in particolare, alle educatrici degli asili nido da parte degli operatori dell’ASL.

Un ruolo fondamentale, affinché l’informazione sia efficace e mirata rispetto ad eventuali e particolari situazioni di disagio, è svolta dai Pediatri di Libera Scelta. E’ necessario coinvolgerli in interventi adattati alle caratteristiche delle comunità locali. 3.a.b Popolazione target: bambini 3-10 anni.

L’intervento di educazione sanitaria per la prevenzione degli infortuni domestici indirizzato alla scuola materna e alla scuola elementare prevede l’inserimento di percorsi DIDATTICI nei curricula scolastici, al fine di promuovere comportamenti consapevoli sulla base di conoscenze e competenze sempre più organiche e ben interiorizzate. Obiettivi generali:

$ I bambini conoscono i rischi presenti nella loro casa $ I bambini si comportano in modo corretto evitando situazioni pericolose. $ I bambini rispettano le norme di sicurezza in casa. $ I bambini sanno come comportarsi in situazioni di emergenza (corretto utilizzo

del 118- 115.)

18

3.b La prevenzione degli infortuni domestici negli anziani

I dati statistici relativi all’incidenza degli incidenti domestici a disposizione (ISTAT, Indagine Multiscopo “Aspetti della vita quotidiana” ecc.) mostrano come il target di popolazione considerato rappresenti una quota significativa del totale della popolazione target, tale da far ritenere opportuno un intervento mirato. L’anziano infatti trascorre molto tempo nell’abitazione e nelle sue pertinenze, è più fragile sia fisicamente sia psicologicamente, ha riflessi in genere più lenti e movimenti non sempre pienamente efficienti, ed inoltre gli edifici abitativi di norma sono realizzati tenendo presenti abitudini e bisogni di una popolazione adulta, giovane e sana.

Gli interventi di prevenzione, obiettivo principale del problema delle cadute, possono essere di vario ordine: identificazione ed eliminazione di situazioni legate all’ambiente e alla persona, che comportano rischi di caduta (prevenzione primaria) oppure interventi che evitino il ripetersi dell’evento (prevenzione secondaria). In questa prospettiva appare utile il coinvolgimento di soggetti esterni che hanno rilevanza nella realizzazione dell'ambiente in cui si muove l'anziano (progettisti, costruttori, impiantisti, ecc. ecc.).

Altrettanto importante è, però, un intervento di prevenzione e educazione sociale e sanitaria, tenendo presente la realtà socio-economica-culturale in cui spesso vengono a trovarsi gli anziani, rivolgendo quindi messaggi semplici da comprendere e proponendo interventi facilmente realizzabili senza grossi oneri economici.

Questi interventi potrebbero vedere il sinergismo delle forze sociali e sanitarie che già sono impegnate nel campo e che insieme agli educatori possono produrre un supporto anche interattivo con l’anziano.

Non va sottovalutato il coinvolgimento diretto degli anziani nella co-costruzione di percorsi di educazione sanitaria e nella diffusione dei principi di prevenzione degli infortuni domestici, non solo rivolti alla propria "categoria" di popolazione.

Occorre, inoltre, promuovere l’attivazione di sinergie tra le varie articolazioni funzionali dell’ASL e gli Enti Locali, per la realizzazione di corsi di formazione specifici, rivolti ai referenti dei centri diurni anziani, ai responsabili dei servizi domiciliari anziani, agli operatori A.S.A., alle associazioni di volontariato, con il supporto anche delle Direzioni Generali Famiglia e Solidarietà Sociale e Sanità della Regione Lombardia. 4. L’ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE E LA FORMAZIONE DEGLI OPERATORI

ASL 4.a L’organizzazione territoriale

Al fine di facilitare la realizzazione degli obiettivi presenti nella Legge 493/99, nella quale, all'art. 3, sono indicate le funzioni attribuite al SSN per la prevenzione degli infortuni negli ambienti di civile abitazione, ed i compiti per i Dipartimenti di Prevenzione, si ritiene opportuno che ciascuna ASL costituisca una Commissione per la Prevenzione degli Incidenti Domestici, coordinata dalla Direzione del Dipartimento di Prevenzione. Questa Commissione sarà composta dagli operatori di Servizi e Unità Operative sulla base delle esperienze e delle competenze in merito alla materia.

19

L’obiettivo delle Commissioni è di rendere operative le presenti linee guida. 4.b La formazione degli operatori socio-sanitari dell’ASL

Il Dipartimento di Prevenzione, in collaborazione con gli altri soggetti coinvolti nella problematica della prevenzione degli infortuni domestici, ha il compito di organizzare dei corsi di formazione rivolti agli operatori socio-sanitari che operano a livello distrettuale e che svolgono la loro attività prevalentemente in ambito scolastico e nell’area anziani.

Obiettivo generale

Costituire un gruppo di operatori socio-sanitari competenti in tema di prevenzione degli infortuni domestici. Obiettivi specifici

Fornire informazioni e conoscenze riguardo ai seguenti argomenti: - L’analisi dei dati epidemiologici - Le cause più frequenti di incidenti domestici - Le principali norme di prevenzione - Suggerimenti per eventuali strategie di comunicazione differenziate per i vari

target - Nozioni generali di interventi di primo soccorso ! I corsi di formazione devono avere una durata non inferiore alle 8 ore

complessive. ! Deve essere effettuato 1 corso di formazione per ASL. ! Per gli aspetti relativi alle intossicazioni acute si può far riferimento al CAV di

Milano

Legge 493/99 DDiippaarrttiimmeennttii ddii PPrreevveennzziioonneeddeellllee AASSLL

CCoommmmiissssiioonnee ppeerr llaa PPrreevveennzziioonneeddeeggllii IInnffoorrttuunnii DDoommeessttiiccii Dipartimenti,

Distretti

SSooggggeettttii eesstteerrnniiaallll’’AASSLL

20

5. IL SISTEMA INFORMATIVO 5.a La raccolta dei dati e della documentazione a livello regionale

E' istituito presso l’U. O. Prevenzione della Direzione Generale Sanità un Team di lavoro permanente con obiettivi di: " raccolta della documentazione (bibliografica, di formazione e didattica, di raccolta

anche da fonti terze; consultabile); " supporto al coordinamento territoriale ASL " raccolta ed elaborazione dati (Pronto Soccorso, questionari per famiglie, ecc.).

Restituzione.

Una fase iniziale di sperimentazione avverrà attraverso una raccolta dati di tipo grezzo solo sul numero di infortuni domestici accertati dai Servizi di PS.

Per una rilevazione campionaria più analitica sulla distribuzione qualitativa dei dati, si è elaborata la SCHEDA, che sarà compilata, attraverso un’intervista telefonica, dal personale ASL, solo in alcune settimane predefinite (3-4 l’anno) (le stesse per tutte le ASL), significative rispetto ad alcune caratteristiche del fenomeno.

Per ciascuno degli infortuni registrati durante le settimane campione, le ASL dovranno, partendo dalle registrazioni effettuate presso i PS, anche in modo eterogeneo, operare l’inchiesta telefonica, che porterà alla compilazione della SCHEDA. I dati presenti nella SCHEDA permetteranno di avere informazioni relativamente a:

• sesso (M; F); • età, in anni compiuti (0-4; 5-14; 15-44; 45-64; 65-75; >75); • luogo dell’abitazione coinvolto (vedere SCHEDA); • attività svolta (vedere SCHEDA) • agente/meccanismo lesivo (vedere SCHEDA); • tipo di lesione (vedere SCHEDA); • sede di lesione (vedere SCHEDA); • giorni di prognosi (o indicazione dell’eventuale morte).

Nello schema seguente si riepiloga , in forma di flow chart, il flusso informativo

previsto.

21

Schema dei flussi informativi sugli infortuni domestici tra Pronto Soccorso, Dipartimenti di Prevenzione e Regione

___________________________________________________

PRONTO SOCCORSO

Flusso 1 Flusso 2 dato grezzo: schede in uso numero presso i PS infortuni per la registrazione

domestici degli infortuni (periodicità domestici di invio dati (4 settimane secondo l’anno definite) accordi)

ASL FLUSSO 2 Dipartimento di Famiglie Prevenzione COMPILAZIONE schede telefoniche (Allegato 6) (relative agli infortuni

nelle 4 settimane individuate) Flusso 1 Flusso 2 Numero infortuni Report riassuntivo relativo (semestralmente: alle 4 settimane individuate fine settembre) (semestralmente: fine marzo e fine settembre)

REPORT ANNUALE Regione Lombardia COMMENTATO Unità Organizzativa (fine giugno) Prevenzione

22

5.b Sistema Informativo - indicatori

Oltre alle azioni previste precedentemente, è fondamentale definire opportuni indicatori, tenendo conto della necessità di rispettare un favorevole rapporto costi-efficacia sia nel momento della raccolta dei dati (semplicità della scheda di raccolta), sia nel momento in cui si metteranno in pratica le decisioni che dal sistema informativo saranno suggerite e supportate.

Tali indicatori sono necessariamente distinti tra i. di processo, cioè di funzionamento del sistema di raccolta ed elaborazione (capacità di registrazione dei casi – sensibilità; i. di efficienza) e di realizzazione degli interventi di formazione e educazione sanitaria previsti, ed i. di risultato, cioè del raggiungimento dell'obiettivo di prevenzione (i. di efficacia).

La valutazione di efficacia dovrà poi prevalentemente rivolgersi all'efficacia operativa nei contesti reali (effectiveness) piuttosto che all'efficacia in situazioni controllate (efficacy).

Qui di seguito sono riportati alcuni indicatori quale primo contributo ad una raccolta su base annuale presso le ASL.

IInnddiiccaattoorrii

$ di Processo (efficienza): • n° registrazioni • report semestrali ASL • report annuale Regione • 1 campagna informativa • 1 intervento di formazione per operatori ASL nel 2002, ecc.

• riduzione n° di infortuni nella popolazione target

$ di Risultato (efficacia):

23

INTOSSICAZIONE ACUTE IN LOMBARDIA CONSULENZE DEL CENTRO ANTIVELENI DI MILANO - ANNO 1999 F. DAVANZO, A. PIRINA, L. FARAONI, F. SESANA, A. TRAVAGLIA Centro Antiveleni di Milano AO Niguarda Ca’ Granda, Milano Introduzione

Il Centro Antiveleni di Milano (CAV) nato su indicazione dell’OMS nel 1967 con i suoi trentacinque anni di attività è il 1° Centro Antiveleni in Italia ed il 6° in Europa.

Voluto e sostenuto con il loro impegno professionale dalla Prof. M.Bozza Marrubini e dalla Dott. R. Grezzi Laurenzi, ha trovato nell’Ospedale di Niguarda la culla in cui svilupparsi grazie alla sensibilità e alla lungimiranza dei suoi amministratori. La Regione Lombardia lo ha supportato finanziariamente e ha contribuito a renderlo un punto di riferimento per l’urgenza e l’emergenza tossicologica per i medici, per il pubblico e per le stesse istituzioni.

Al CAV di Milano si possono rivolgere tutti coloro che hanno necessità di informazioni o bisogno di aiuto sia nella diagnosi sia nella cura per intossicazioni acute certe o anche solo sospette. È attivo 24 ore al giorno per 365 giorni l’anno. Nel 2000 ha fornito più di 55.000 consulenze telefoniche a tutta l’Italia supportando quasi il 70% delle consulenze per intossicazioni acute.

È in collegamento con la rete dei Centri Antiveleni nazionali ed internazionali. Gestisce una banca dati prodotti commerciali (circa 65.000), unica in Italia, costruita negli anni, in cui sono raccolte le composizioni percentuali dei più comuni prodotti di uso domestico, agricolo ed industriale. Ha un sistema di registrazione delle consulenze telefoniche su supporto magnetico grazie al quale è possibile elaborare dati epidemiologici sulle intossicazioni acute in Italia.

Grazie alla Regione Lombardia, ha attivato un servizio di deposito antidoti non disponibili in Italia, in quanto farmaci non registrati, che distribuisce quando si verifica una necessità con le caratteristiche dell’urgenza, a tutto il territorio nazionale, in collaborazione con la Protezione Civile della Prefettura di Milano. Quest’ultima attivando o staffette della polizia, o aerei di linea o aerei militari, fa pervenire in tempo utile il farmaco per la terapia del paziente intossicato.

Ai fini di protezione civile è consultato e fa da supporto ad ospedali, industrie e istituzioni per incidenti che coinvolgono sostanze chimiche elaborando protocolli di intervento anche per la bonifica di zone a rischio di incidente chimico rilevante.

Grazie alle caratteristiche sopra descritte il CAV di Milano si pone come un osservatorio privilegiato nella registrazione e acquisizione di dati su una realtà misconosciuta e sottovalutata delle emergenze come è quella delle intossicazioni acute. Materiali e metodi

Sono state analizzate le richieste di consulenza telefonica pervenuta al CAV nell’anno 1999. Tutte le richieste sono annotate su una scheda cartacea che viene in seguito informatizzate in un data-base da cui è possibile estrarre informazioni sulla provenienza, modalità,circostanze, luogo, sostanze in causa ecc.

Nell’anno 1999 al CAV di Milano sono giunte 53.351 richieste di consulenza per intossicazioni acute vere o presunte: di queste 19.423 (37%) giungono dalla Lombardia (tab.I).

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Le richieste di consulenza provenienti da tutte le province della Lombardia sono elencate in ordine progressivo nella tabella 2: la numerosità concorda con la densità di popolazione.

Dato che il CAV risponde a consulenze che coinvolgono intossicazioni che interessano anche animali queste sono state 159(0.8%); gli uomini sono stati 13257(72%); le informazioni sono state 3907(22%). (fig.1)

La distribuzione per sesso è omogenea(fig 2) L’età più rappresentativa (come per i dati nazionali) è quella compresa tra 0 e

14 anni, quindi la fascia pediatrica. Al suo interno i bambini tra 1 e 4 aa (N.4772) sono il 72%. (fig.3)

L’analisi delle circostanze dimostra che per il 74% è accidentale. (fig.4) Il 91,3% avviene in ambiente domestico o nelle sue immediate pertinenze. (fig.5)

Questi dati fanno pensare a come la casa, di fatto, non sia il luogo più idoneo per accogliere i suoi abitanti.

Le sostanze in causa sono descritte nella fig. n°6: le più rappresentative sono: prodotti di uso domestico 29%, farmaci 39%, alimenti 12%. Conclusione

Dall’analisi delle modalità di accadimento di questi incidenti, si osserva che l’ingestione è al primo posto e questo comporta una serie di considerazioni che cercheremo di esporre. Osservazione:

• dove avviene l’intossicazione: a casa e sue pertinenze. • chi è più interessato: fascia di età pediatrica • come avviene l’intossicazione: per ingestione • quali i prodotti più coinvolti: farmaci e prodotti di uso domestico • in quali ore si verifica: due picchi durante la giornata:quando chi ha in custodia

il bimbo è indaffarato a fare altre cose per es il pranzo o la cena • perché avviene: perché il bambino trova qualsiasi prodotto alla sua portata

Quali misure da adottare? Misure preventive: 1. prevenzione passiva 2. prevenzione attiva

1. la prevenzione passiva è il non rendere immediatamente disponibile prodotti estremamente lesivi quindi capaci con dosi piccole di provocare grossi danni

Come agire: a) a livello dei produttori (blister per farmaci; prodotti da banco che

contengono una quantità di prodotto con una dose totale più piccola della dose tossica per un bambino di 10 kg di peso; chiusure di sicurezza informando l’utente a che cosa servono e per chi sono utili;

b) le istituzioni devono salvaguardare il consumatore sulla qualità e sicurezza dei prodotti che arriva a livello domestico (adeguare la situazione italiana a quella di paesi CEE per esempio con sostanze pericolose come l’acido fluoridrico e l’ 1,2 dicloropropano)

2. prevenzione attiva: informare ed educare a tutti i livelli Come agire:

a) per il pubblico (opuscoli, radio, televisione, manifesti, serate culturali)

b) per gli educatori (corsi ad hoc)

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c) con i bambini (fin dalla scuola materna segnali di pericolo) d) nelle scuole elementari, medie e superiori (integrare i programmi di

studio mediante percorsi educativi con la collaborazione degli insegnanti, degli educatori o mediante il medico scolastico, il medico di medicina di base o il pediatra di libera scelta o l’ASL)

e) con mamme informandole durante i corsi di preparazione al parto, o nei consultori in occasione delle vaccinazioni obbligatorie

Commento Dai dati rilevati con l’indagine Multiscopo dell’ ISTAT (1999), dalla rilevazione

della EHLASS, i casi rilevati dal CAV di Milano non sono siano molto dissimili, forse addirittura più numerosi: la sensazione di noi operatori è che comunque la realtà delle intossicazioni acute sia molto sottostimata.

La nostra esperienza di formazione e informazione nelle scuole di ogni ordine e grado, nelle serate per i genitori e negli incontri con gli operatori sanitari rilevati tramite questionari in entrata e dopo il corso, dimostra una estrema sottostima dei rischi a livello domestico, soprattutto per le intossicazioni.

Da ciò deriva che questa secondo noi è la punta di un iceberg. Bibliografia 1. Ministero della Sanità, Dipartimento della Prevenzione. 1997. Compendio delle

relazioni annuali armonizzate dei centri antiveleni italiani per l’anno 1996. 2. Salute ed ambiente in Lombardia 1° rapporto, luglio 1996 3. M. Bozza Marrubini, R.Ghezzi Laurenzi,P. Uccelli:Intossicazioni Acute.

Meccanismi, diagnosi e terapia. OEMF SpA. Milano. 1989

Tabella 1. Consulenze Centro AntiveleniMilano - Anno 1999

3732

37

%

9883.115Recall19.42353.351Totale

18.43550.236Primechiamate

LombardiaNazionali

26

Tabella 2. Provenienza per Provincedella Lombardia

1228150Sondrio--1Lodi

2246290Mantova1363271Pavia

881721154Bergamo991981103Varese

65930347879Milano

3091

101

Recall

42156

158

Informazioni

375Cremona947Como

1253Brescia

CasiProvince

Figura 1. Consulenze richieste al CAV

7 2%2 1%

6%

1%

u om n i a n im a l i in f o rm . a lt r o / n n

27

Figura 2. Distribuzione per sesso

4 7 %

5 0 %

3 %

m a s c h i f e m m i n e n . n .

Figura 3. Distribuzione per età

3 %

3 6 %

7 %4 %4 %

2 9 %

1 1 %6 %

< 1

1 - 4

5 - 9

1 0 - 1 4

1 5 - 1 8

1 9 - 4 9

5 0 - 6 9

> 7 0

28

Figura 4. Analisi per circostanze

7 4 %

1 9 %

2 %2 %1 %2 %

a c c v o l la v o r o a l im e n t i f a r m a c i n . n .

Figura 5. Luogo dove si è verificato l’incidente

9 1 . 3 %

0 . 3 %

1 . 4 %

0 . 3 %

0 . 5 %

3 . 7 %

0 . 7 %

1 . 0 %

0 . 8 %

c a s a a g r i c o l t i n d u s t r i a t e r z i a r i o s c u o l a

o s p e d a l e c o m u n i t à p o s t p u b b l a l t r o / n . n .

29

Figura 6. Sostanze causa delle richieste di consulenza

4 %1 %

1 2 %

2 9 %

2 %

6 %

3 9 %2 %

3 %1 %1 %

P M C P S a l im e n t i c a s a l in g h i a n im a l i c o s m e t ic i

f a r m a c i d r u g s a . in d u s t r ia l i p ia n t e a lt r o

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IL RUOLO DELLE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO E L’IMPORTANZA DI UNA EFFICACE CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE LILIANA BOGNINI MERLO Donneuropeefedercasalinghe, Milano IL RUOLO % ATTENZIONE al problema % EDUCAZIONE alla prevenzione % DIVULGAZIONE di comportamenti corretti

Donneuropeefedercasalinghe è in Italia l’associazione più rappresentativa della categoria (casalinghe) maggiormente colpita dagli infortuni domestici. E’ stata fondata nel 1982 e nello statuto all’articolo 2 è indicato come obiettivo: “la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali da lavoro domestico e relativa assicurazione”.

Dopo aver condotto per molti anni la battaglia per la tutela obbligatoria dagli infortuni domestici abbiamo finalmente ottenuto nel dicembre del 1999 la legge che assicura le casalinghe e le persone che a titolo non subordinato svolgono lavori di cura tra le mura domestiche. Questa legge prevede anche un importante impiego di risorse per la prevenzione .

In qualità’ di presidente regionale e in nome della presidente nazionale Federica Gasparrini desidero fare i complimenti al Dipartimento Prevenzione della Lombardia in quanto ci è il primo in Italia a pubblicare le linee guida sulla prevenzione e grazie per aver accolto la nostra disponibilità’ a collaborare con il gruppo di lavoro.

Il nostro contributo si riferisce ad una indagine a campione che abbiamo svolto nel gennaio 2001 tra le socie milanesi sulla “percezione del rischio infortuni domestici” e alla presentazione della campagna di comunicazione sulla prevenzione che la regione Friuli Venezia Giulia ha messo in atto in collaborazione con l’associazione Federcasalinghe per proposta della nostra presidente regionale Serena Mancini.

Vorrei citarvi i dati più significativi della nostra ricerca : Sondaggio sicurezza domestica

- PERCEZIONE DEL RISCHIO INFORTUNI 1. Come valuta il problema degli incidenti domestici?

Molto diffuso Poco diffuso

Risposta L’88% ritiene che gli incidenti domestici siano molto frequenti Il 12% poco frequenti

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6. Pensa di conoscere a fondo le principali norme di sicurezza domestica? Se sì, come ha acquisito questa conoscenza?

Risposta Il 60% non conosce a fondo le norme di sicurezza domestica Il 35% conosce le norme di sicurezza domestica Il 5% conosce le norme in modo superficiale

La conoscenza è stata acquisita principalmente attraverso i media e in parte attraverso pubblicazioni di Enti pubblici e/o privati.

3. Ritiene l'informazione sulla sicurezza domestica adeguata o superficiale?

Risposta L’88% ritiene che l’informazione sia superficiale e non adeguata alla portata del problema

Il 12% ritiene l’informazione adeguata

4. Quali canali ritiene più efficaci per una seria educazione alla sicurezza domestica?

- Radio e TV - Scuola - stampa - pubblicità da parte delle aziende private - informazione degli Enti pubblici - altro

Risposta I canali risultati più interessanti per richiamare l’attenzione alla prevenzione degli infortuni domestici sono: 52% Radio e TV 20% Informazioni nelle bollette delle utenze o al momento dell’acquisto di apparecchi e oggetti per la casa 18% Stampa (intesa come pubblicità) 10% Mini corsi di formazione proposti dalle associazioni

Il sondaggio è stato effettuato nel mese di gennaio 2001 su un campione di

socie della sede milanese (circa 600 soggetti ) con una età compresa tra i 38 e 65 anni. Questi dati ed anche il costante contatto con la categoria che a noi si rivolge hanno evidenziato quanto sia importante anzi indispensabile una buona campagna di comunicazione per stimolare le persone ad una corretta abitudine nei comportamenti e all’uso corretto dei mezzi e degli oggetti che abbiamo a disposizione nelle nostre case.

Attenzione divulgazione e educazione sono tre punti importanti dove le associazioni possono svolgere un ruolo attivo ed essere di aiuto nel diffondere l’abitudine alla prevenzione.

Sempre in tema di attenzione, l’associazione Federcasalinghe è molto orgogliosa di annunciare che si è avviata una collaborazione importante che studia il fenomeno infortuni domestici e sua la prevenzione con il prof. Greco, past director della Clinica del Lavoro dell’Università Statale di Milano e attuale Presidente della Commissione Ricerca del Dipartimento Medicina del Lavoro della stessa Università.

L’auspicio che ci facciamo è che le azioni di prevenzione della Regione Lombardia supportate da una buona campagna di comunicazione vedano diminuire in modo consistente gli infortuni domestici.

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LA PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI DOMESTICI NEI NUOVI NATI DEL COMUNE DI CORSICO - ASL PROVINCIA DI MILANO 1 R. BONI*, I. CARRERA*, G. FONTANA*, M. COLOMBO*, G. CAROTTI*, S. COLOMBINI*, F. D’ORIO°, A. DURANTE*, A. TOMASICH°. *Dipartimento di Prevenzione °Dipartimento ASSI ASL Provincia Milano 1 Premessa

L’ASL della Provincia di Milano 1, presa visione dei vigenti Contratti Collettivi Nazionali dei Pediatri di Libera Scelta e dei Medici di Medicina Generale, che valorizzano oltre alle prestazioni di carattere diagnostico e terapeutico anche le attività di carattere preventivo, onde evitare sovrapposizioni di competenze, ha deciso di riorganizzare nell’ambito dell’area Materno Infantile le attività pediatriche consultoriali.

Si è così passati dalla presenza di uno Specialista Pediatra “consultoriale” nei Distretti del territorio, ad un utilizzo di tale figura professionale per situazioni più specifiche quali, la formazione del personale, l’assistenza degli utenti momentaneamente sprovvisti del Pediatra di Libera Scelta, l’organizzazione e la gestione dei corsi di Psicoprofilassi al Parto e quale figura di raccordo tra l’ASL e i medici del territorio (P.L.S. e M.M.G.) per l’organizzazione e programmazione integrata di interventi di Promozione della Salute nell’ambito dell’Età Evolutiva.

Analisi del contesto di riferimento Nell’ultimo decennio, l’unica esperienza inerente attività che coinvolgessero

direttamente a domicilio i nuovi nati del nostro territorio, è stata effettuata nel comune di Trezzano S/N da 1992 al 1997 da un équipe di operatori dell’ex distretto Socio Sanitario.

L’esperienza si è conclusa, non tanto per l’inadeguatezza dei contenuti dell’intervento, ma in seguito alla nuova riorganizzazione delle ASL confluite nell’attuale ASL Provincia di Milano 1 ed il trasferimento di alcune figure professionali presso altri servizi e ASL.

Da alcuni anni nel, territorio del Distretto di Corsico sono stati avviati presso il Consultorio Familiare di Buccinasco e nella sede del Distretto di Corsico, gli “ Spazio Pesata”, gestiti da personale infermieristico qualificato, ai quali i genitori possono riferirsi senza necessità di appuntamento, per consigli di puericultura e accudimento del neonato nei primi mesi di vita, ma soprattutto come momento di scambio esperienziale tra i neo genitori.

E’ stato quindi costituito un gruppo di lavoro composto da diverse figure professionali appartenenti al Dipartimento di Prevenzione e al Dipartimento di Assistenza Socio Sanitaria Integrata, finalizzato alla progettazione ed attuazione del progetto “Visite domiciliari ai nuovi nati del Distretto di Corsico”.

Si è deciso di avviare il progetto, in modo sperimentale, per gli utenti del comune di Corsico per la sua centralità, un’adeguata rete di servizi pubblici, un numero di nuovi nati ipoteticamente raggiungibili e per la presenza già consolidata e conosciuta dall’utenza, dello “Spazio Pesata” presso la sede del distretto.

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Stato dell’arte Nel gennaio 2001, in collaborazione con l’Anagrafe Comunale di Corsico e

dopo una breve campagna pubblicitaria avviata dall’ASL e dal comune interessato, si è dato avvio al progetto “Visite domiciliari ai nuovi nati”.

Dopo i primi mesi di assestamento ed aggiustamento degli interventi, gli operatori hanno immediatamente riscontrato un notevole livello di gradibilità da parte dell’utenza di riferimento, tanto da ipotizzare l’avvio di nuove attività all’interno del progetto stesso.

Si sono così concretizzati due sottoprogetti; il progetto “Massaggio Carezza” finalizzato a rafforzare il contatto e la comunicazione corporea che tende a favorire la relazione nella diade madre-figlio ed il progetto “Prevenzione degli Incidenti Domestici nei nuovi nati del comune di Corsico” di seguito illustrato. Il percorso in sintesi : Obiettivo Generale

• Prevenire gli incidenti domestici nei nuovi nati del comune di Corsico. Obiettivi Specifici

• Fornire indicazioni ai genitori dei nuovi nati, per la prevenzione degli incidenti domestici

• Aumentare la consapevolezza rispetto alle fonti di rischio presenti in casa • Incentivare le misure di sicurezza comportamentali e strutturali • Realizzare incontri a tema con gruppi di genitori durante lo Spazio Pesata

Risorse Umane

• Personale Infermieristico del Servizio di Medicina Preventiva nelle Comunità • Psicologo referente Unità Organizzativa Famiglia • Coordinatore del Gruppo di Lavoro per Educazione alla Salute del distretto di

Corsico • Amministrativo del Dipartimento Assistenza Socio Sanitaria Integrata

Risorse Strumentali

• Lettera e contatto telefonico • Scheda visite domiciliari • Questionario sulle conoscenze pre e post intervento • Questionario di gradimento • Volantini/Opuscoli informativi

Collaborazioni

• Pediatri Libera Scelta • Medici di Medicina Generale • Servizio di Igiene e Sanità Pubblica • Dipartimento Assistenza Socio Sanitaria Integrata • Anagrafe Comunale • Farmacie • Periodici Comunali

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Punti Critici • Difficoltà nel contattare tutte le famiglie dei nuovi nati • Difficoltà nella rilevazione di dati epidemiologici • Difficoltà nell’avere un alta partecipazione agli incontri di gruppo

Risultati relativi al periodo 01.01.01 al 30.11.01

• Numero nuovi nati nel comune di Corsico, 262 • Numero famiglie contattate, 262 • Numero di adesioni all’intervento dopo contatto, 178 (68%) • Numero dei questionari di gradimento restituiti alla prima vaccinazione, 153 (

75%) • Effettuazione di quattro incontri a tema con i genitori ( 18 partecipanti per

incontro ) • Incremento del 20% dell’utilizzo dello Spazio Pesata

Conclusioni Il grado di soddisfacimento dell’utenza e la percentuale dei nuclei familiari che

si sono resi disponibili all’intervento, hanno rinforzato nell’équipe quanto presupposto all’inizio della progettazione, cioè che quanto offerto, fosse un bisogno inespresso da parte dei destinatari.

La possibilità di aggregazione dell’utenza, grazie ai gruppi di discussione a tema organizzati trimestralmente dall’équipe, ha dato la possibilità di scambi esperienziali tra i partecipanti, favorendo la crescita degli stessi nei confronti del problema, oltre ad aver favorito la diffusione e condivisione di una cultura sulla necessità e l’importanza degli interventi di educazione e promozione della salute.

Durante gli interventi a domicilio, gli operatori, hanno sempre cercato di avviare un dialogo con l’utente che permettesse da una parte, una rilevazione più mirata del bisogno inespresso e dall’altra un coinvolgimento del cittadino nella progettazione futura.

Nell’ambito della Conferenza dei Sindaci del 13. 07.01, i rappresentanti comunali di Cesano Boscone e Trezzano S/N, si sono resi disponibili ad una collaborazione finalizzata all’avvio del progetto in questione anche sul loro territorio. Pertanto l’équipe ha deciso di programmare per il 2002, l’attivazione del progetto in almeno altri due comuni del distretto e di avviare un progetto sperimentale in un Asilo Nido e una Scuola Materna del territorio, per la prevenzione degli incidenti domestici, avente come destinatari le educatrici ed i genitori dei bambini frequentanti. Bibliografia

• Piano Sanitario Nazionale 1998-2000 • Legge 493/99 “norme per la tutela della salute nelle abitazioni ed istituzione

dell’assicurazione contro gli infortuni domestici”. • Linee Guida per l’Educazione alla Salute dell’ASL Provincia di Milano 1 • ISTAT- gli incidenti domestici- anno 1999 – statistiche in breve. • Relazione annuale di attività del C.A.V. di Milano 1999 per ISS • Relazione 1999 chiamate relative a prodotti di uso domestico – C.A.V. di

Milano

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• Towner E., Dowswell T., Simpsom G, Jarvis S.(1996) Healt promotion in chilood and young adolescence for the prevention of unintentional injuries. London.H.E.A.

• L’inquinamento indoor da monossido di carbonio nelle abitazioni. Rischi controllo e prevenzione. Manuale d’indirizzo per gli operatori della prevenzione della Regione Lombardia. Rapporto per gli anni 1997-1998. Bollettino Ufficiale Regione Lombardia n.36. Edizione speciale del 10 settembre 1999.

• Epidemiologia degli incidenti domestici in Italia-risultati preliminari del progetto SISI. Professione Sanità Pubblica e Medicina Pratica – anno II numero 3 – 1993

• Progetto d’educazione alla sicurezza domiciliare dell’AUSL città di Bologna anno 1998-1999

• Prevenzione degli incidenti domestici oltre i 60 anni – Scuola Assistenti Sanitari C.R.I. Bolzano

• Paoli P., Colombini E., Falcinelli M.T., Musco L., -Indagine campionaria “Incidenti domestici dell’infanzia”.

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L'INSERIMENTO CURRICOLARE DELLA PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI DOMESTICI: UNA PROPOSTA PER LA SCUOLA ELEMENTARE. ROCCA GIULIANA Dipartimento di Prevenzione ASL Provincia di Bergamo

Prima di affrontare l'argomento relativo all'inserimento nel curriculum della scuola materna ed elementare della prevenzione degli incidenti domestici, occorre fare una piccola riflessione sul nuovo ruolo dell'educazione alla salute in ambito scolastico.

L'educazione alla salute assume sempre più un aspetto relazionale e motivazionale, che si allontana un po' da modelli puramente cognitivi: si sente ormai la necessità di passare da un setting educativo in cui si trasmettono nozioni, ad uno in cui sono promossi valori, stili di vita e competenze. Gli interventi educativi in ambito sanitario dovranno quindi essere fondati non solo sulla pura informazione, ma anche sugli aspetti attitudinali che un soggetto mostra nei confronti di un determinato comportamento avente un impatto sul suo stato di salute.

Il Modello Michigan presenta la salute come un obiettivo da perseguire "a spirale" nell'ambito della scuola dell'obbligo, attraverso un'azione educativa che affronta i comportamenti in grado di produrre un impatto sul benessere degli individui. ( ad esempio, la sicurezza, la corretta alimentazione, il fumo di tabacco, l'alcool, la sedentarietà, la salute della comunità, ecc.).

Gli obiettivi cognitivi, attitudinali, valoriali riferiti a tali comportamenti, vengono in ogni anno scolastico ripresi, approfonditi, migliorati e ri-adeguati al nuovo livello di sviluppo psico-affettivo del bambino.

Un passo successivo è quello proposto dal modello olistico il quale, oltre a prevedere obiettivi educativi per i temi prioritari di salute, identifica delle competenze concrete, vale a dire quello che il bambino deve imparare a fare, in modo da potenziare in maniera efficace e precoce l'autoefficacia.

E' indispensabile partire sempre dal vissuto personale di ciascun bambino per impostare un lavoro formativo di valore: le informazioni che noi diamo non sono recepite come astratte, o come elementi per definire il bambino bravo ed il meno bravo, ma sono inglobate nell'esperienza personale perché basate sull'osservazione dei fatti e dei fenomeni, di cause e d’effetti, dei problemi nelle loro varie sfumature. Le nuove nozioni si integrano con il sapere quotidiano. In questo modo le nozioni possono essere trasformate in valori e poi in comportamenti: sapere, saper fare, saper essere.

L'educazione alla salute non deve essere una disciplina a sé, ma deve avere caratteristiche di trasversalità rispetto ai vari ambiti disciplinari. Questa interdisciplinarietà vede la sua realizzazione anche nei collegamenti che si vengono a creare tra le discipline curricolari e l'educazione alla salute.

Nell'ambito della prevenzione degli infortuni domestici, e più in generale, della sicurezza relativamente all'ambiente stradale, scolastico, e del territorio, oltre che domestico, l'ASL di Bergamo (Servizio Medicina Preventiva di Comunità) in collaborazione con l'Ufficio Scolastico di Bergamo ha elaborato un progetto "…A scuola di sicurezza!!!" che prevede l'inserimento curricolare dei temi di prevenzione e sicurezza a partire dalla scuola dell'infanzia fino al biennio della scuola superiore.

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Tale percorso è tuttora in fase di sperimentazione presso alcune scuole pilota e sarà diffuso a sperimentazione ultimata.

Nel caso specifico della prevenzione degli infortuni domestici, sono do seguito riportati alcuni esempi d’inserimento curricolare per la scuola elementare.

EDUCAZIONE ALLA SALUTE E LINGUA ITALIANA • Obiettivo del curriculum: individuare il punto centrale di quanto è narrato o sentito

narrare. • Obiettivo relativo alla sicurezza domestica: comprendere l'argomento centrale e le

informazioni contenute in testi espositivi e regolativi. Esempi: 1) l'alunno definisce il termine medicina e spiega quali sono le norme per usare i

farmaci in modo corretto e sicuro 2) l'alunno definisce cosa è un'emergenza e mostra le abilità necessarie per

chiedere aiuto componendo il numero 118 e fornendo con calma le esatte informazioni.

EDUCAZIONE ALLA SALUTE E MATEMATICA • Obiettivo del curriculum: il bambino risolve un problema utilizzando strumenti

concreti, classifica i dati come probabili, certi o incerti, raccoglie dati personali e collettivi.

• Obiettivo relativo alla sicurezza domestica: il bambino riconosce situazioni problematiche, raccoglie dati mediante questionari, si pone e risolve problemi in contesti esperenziali.

• Esempi: 1) il bambino conosce la sua casa, utilizza gli spazi secondo la loro funzione,

conosce e mette in pratica le regole di comportamento nei vari spazi come la cucina, il bagno…

2) Il bambino raccoglie dati relativi alla casistica degli incidenti domestici e li analizza.

3) Il bambino indica soluzioni e propone interventi migliorativi per incrementare la propria e l'altrui sicurezza.

EDUCAZIONE ALLA SALUTE E SCIENZE • Obiettivo del curriculum: il bambino acquisisce abilità cognitive generali (analisi

dei dati, collegamento all'esperienza…) e padroneggia tecniche di ricerca (osservare, indagare, sperimentare…): collega il fare al pensare.

• Obiettivo relativo alla sicurezza domestica: il bambino esplora l'ambiente domestico, collega cause ed effetti, raccoglie e seleziona informazioni e dati, usa il computer come strumento d’elaborazione dei dati, confronta fatti, coglie relazioni.

• Esempi: 1) il bambino elenca e mette in pratica i comportamenti utili per prevenire danni

all'udito ed alla vista (uso della televisione e del PC..) 2) il bambino conosce e mette in pratica alcuni piccoli interventi di primo soccorso. 3) Il bambino conosce, rispetta ed utilizza correttamente gli arredi, le attrezzature

tecnologiche e gli elettrodomestici presenti in casa.

EDUCAZIONE ALLA SALUTE E STORIA-GEOGRAFIA E STUDI SOCIALI • Obiettivo del curriculum: per la storia lo studio dell'uomo; per la geografia lo studio

dell'ambiente; per studi sociali la convivenza democratica, l'acquisizione di regole e norme di vita necessarie per vivere insieme.

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• Obiettivo relativo alla sicurezza domestica: il bambino si orienta nello spazio casa, condivide i compiti e le responsabilità con i familiari, riconosce ed accetta le regole familiari.

• Esempi: 1) L'alunno è consapevole che un incidente o un comportamento scorretto dal punto

di vista della sicurezza può scatenare reazioni emotive, ed impara a controllare la paura ed il panico.

2) L'alunno trasmette sicurezza a chi gli sta intorno, nella consapevolezza che un comportamento scorretto può diventare fonte di pericolo per se stesso e per gli altri.

EDUCAZIONE ALLA SALUTE E EDUCAZIONE ALL'IMMAGINE • Obiettivo del curriculum: toccando e vedendo il bambino apprende e capisce; il

bambino sa leggere l'ambiente, ed è in grado di raccontare ciò che ha visto. • Obiettivo relativo alla sicurezza domestica: il bambino conosce l'ambiente

domestico e lo descrive; è in grado di leggere i simboli, di capire le immagini di oggetti di uso domestico relative al loro corretto utilizzo.

• Esempi: il bambino elenca i modi con cui si possono prevenire gli incidenti domestici relativi a:

1) avvelenamenti 2) uso di oggetti taglienti 3) ustioni 4) uso di apparecchi elettrici 5) inalazione di sostanze pericolose 6) movimenti scoordinati in ambiente domestico

EDUCAZIONE ALLA SALUTE E EDUCAZIONE MOTORIA • Obiettivo del curriculum: percezione, coscienza e conoscenza del proprio corpo;

coordinazione generale e spazio-temporale; socializzazione. • Obiettivo relativo alla sicurezza domestica: organizzare il movimento in modo

coordinato ed in funzione dello scopo; coordinare i movimenti in azioni complesse.

• Esempi: 1) il bambino si muove in modo coordinato ed in funzione dello scopo, anche in

situazioni complesse, per evitare cadute, scivolamenti, urti contro mobili, porte, elettrodomestici…

2) il bambino sa effettuare i " primi interventi" di pronto soccorso.

EDUCAZIONE ALLA SALUTE E TECNOLOGIA • Obiettivi relativi alla sicurezza domestica: individuare la struttura e la funzione

degli oggetti; usare oggetti coerentemente con le funzioni ed i principi di sicurezza; valutare l'uso di oggetti e materiali in funzione dell'impiego; seguire procedure e processi finalizzati.

• Esempi: 1) il bambino è in grado di leggere e capire le istruzioni per l'uso corretto e sicuro

degli oggetti domestici. 2) Il bambino conosce i diversi materiali e li usa correttamente. 3) Il bambino è consapevole che l'uso scorretto degli spazi e degli oggetti domestici

può diventare fonte di pericolo per sé e per gli altri.

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COME ATTUARE UNA RACCOLTA DATI SUL FENOMENO INCIDENTI DOMESTICI UTILIZZANDO IL SISTEMA INFORMATIVO PRESENTE NEI PS DELL’ASL DELLA PROVINCIA DI SONDRIO

BIANCAMARIA MARTINA GALLENGA Dipartimento di Prevenzione-Igiene Pubblica ASL Provincia di Sondrio

PREMESSAPREMESSA

&NEL 1986 LA COMMISSIONE EUROPEA HA ISTITUITO UN PROGETTO PILOTA EHLASS IL CUI SCOPO E’ STATO QUELLO DI RACCOGLIERE DATI RELATIVI AGLI INCIDENTI DOMESTICI,HANNO PARTECIPATO 12 PAESI EUROPEI CHE HANNO ORGANIZZATO ATTIVITA’ DI RACCOLTA DATI PRESSO I P.S.(94-97).

&Viene utilizzata pertanto la definizione di caso poi ulteriormente concordata a livello di Gruppo Regionale

Grazie a questa esperienza europea si può già utilizzare una definizione di caso che è stata ridefinita dal gruppo di lavoro per gli infortuni domestici istituito in Regione Lombardia

&AMBITO DOMESTICO: insieme degli immobili di civile abitazione e delle relative pertinenze, comprese le eventuali parti comuni condominiali (Art.6L.493/99)

&PERTANTO INCIDENTE DOMESTICO E’ LA SOMMA DI ENTRAMBE LE DEFINIZIONI

PREMESSAPREMESSA

&SECONDO L’ OMS:”incidente è un evento,caratterizzato da subitaneo agire di forza esternache causa o potrebbe causare una lesione”

La definizione nasce dall’incontro di due specificazioni: a) cosa è un incidente b) cosa è ambito domestico . Pertanto incidente domestico è la somma di entrambe con l’aggiunta dell’accesso al Pronto Soccorso

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Definizione incidente domesticoDefinizione incidente domestico& OGNI INFORTUNIO AVVENUTO ENTRO LE MURA

DOMESTICHE E SUE PERTINENZE(GARAGES,BALCONI,CANTINE,CORTILI,OR-

TI,GIARDINI E PARTI COMUNI CONDOMINIO) E SIA RICORSO AL PRONTO SOCCORSO.

EVENTO D’INFORTUNIO CONNESSO CON L’ABITARE,( COMPRENDE TUTTI I TRAUMATISMI,USTIONI,AVVELENAMENTI ECC.ECC.)

N.B. Si segnala una sottostima dei seguenti eventi per i quali si chiede maggior attenzione nella codifica specifica: a)Intossicazione da antiparassitari b)Intossicazione leggera da monossido di carbonio c)polmonite ab ingestis da pregresso avvelenamento

Questa definizione ci permette di uniformare la raccolta dei dati come definizione di caso uguale ed univoca

PRONTO SOCCORSO OSPEDALIERIPRONTO INTERVENTO

Organizzazione ASL di SONDRIO

La provincia di Sondrio ha 180000 abitanti circa. L’ASL di Sondrio comprende 3 strutture ospedaliere ognuna con un Pronto Soccorso e facente capo ad un responsabile differente: Sondrio, Morbegno, Chiavenna e 3 Pronto Intervento facenti capo ad un unico Responsabile, cioè quello del Dipartimento di Urgenza o 118: Tirano, Bormio, Livigno. Al di fuori dell’ambito territoriale dell’ASL di Sondrio esiste l’Azienda Ospedaliera MORELLI di Sondalo con un suo P. S. cui afferisce parte della popolazione

VERIFICA DEL PROGRAMMA INFORMATICO

VERIFICA DEL PROGRAMMA INFORMATICO

& IL SOFTWARE UTILIZZATO IN TUTTI I PUNTI DI ACCESSO E’ IL FIRST AID PRODOTTO DALLA OLIVETTI

&E’ PREVISTO UN CAMPO CHE IDENTIFICA COME DINAMICA EVENTO L’INFORTUNIO DOMESTICO

& IL SOFTWARE PERMETTE LA REGISTRAZIONE DI ALTRI DATI CHE RAPPRESENTANO IL MINIMUM DATASET

Questa verifica ci ha permesso di capire che si poteva raccogliere sia i dati dell’ASL di Sondrio che quelli dell’Ospedale di Sondalo e pertanto avere una situazione completa del territorio

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Scheda di raccolta dati al Pronto Soccorso

La scheda cartacea che ci permette di capire quali sono i dati importanti da ricavare è quella del Progetto Europeo rimaneggiata dai colleghi dell’ASL di Bergamo

MINIMUM DATA SETMINIMUM DATA SET& DATI ANAGRAFICI: Età,

sesso,residenza,telefono,professione,codice assistito

& DATI DELL’ ACCESSO: Data e orad’ingresso, modalità di accesso

& MOTIVO ACCESSO: Dinamicaevento:infortunio domestico, luogo dievento

& DATI CLINICI: Livello di urgenza,Diagnosi(per agente lesivo,tipo e sede anatomica )Prognosi, Esito (dimesso, ricovero odecesso).ES. di diagnosi: ustione di2°grado al pollice mano dx.

La modalità di accesso prevede 3 opzioni: trasporto con mezzo proprio, con autoambulanza, (118), con l’elisoccorso. Il luogo evento: casa corrisponde simmetricamente alla dinamica :infortunio domestico (nella casella ci sono varie voci come sentiero, scuola, strada…) Il livello di urgenza può essere grave, medio,leggero

MODALITA’ OPERATIVEMODALITA’ OPERATIVE

& INVIO LETTERA AI TRE RESPONSABILI DEI PRONTO SOCCORSO DI SONDRIO, MORBEGNO E CHIAVENNA E AL RESPONSABILE DEL DIPARTIMENTO D’URGENZA DA CUI DIPENDONO I PRONTO INTERVENTO DI TIRANO,BORMIO,LIVIGNO

& VIENE SPIEGATA L’IMPORTANZA DELLA RACCOLTA DATI E SOPRATTUTTO LA NECESSITA’ DI UNIFORMARE IL LAVORO ATTRAVERSO LA DEFINIZIONE DI CASO CHE VIENE ALLEGATA ALLA LETTERA.

Oltre alla lettera c’è stato un contatto con il/la caposala telefonico per chiarire meglio lo scopo della raccolta dati e dare eventuali ulteriori spiegazioni e disponibilità per il futuro

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PRIMO OSTACOLOPRIMO OSTACOLO

&DIFFICOLTA’ DI COLLABORAZIONE E COORDINAMENTO TRA LE DIVERSE STRUTTURE INSERITE NELLA RETE DI URGENZA ED EMERGENZA, CHE HA COMPORTATO UN RITARDO DI CIRCA 4 MESI NELL’ AVVIO DEL PROGETTO

La lettera è stata inviata a maggio ed il via definitivo di inizio raccolta dati è partito il primo di settembre. Inoltre anche per il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Sondalo c’è stato un rinvio fino ai primi di novembre poiché non era stato avviato il sistema informatizzato

ESTRAZIONE DATI DAL DATABASE

ESTRAZIONE DATI DAL DATABASE

&LA DITTA OLIVETTI NON HA ANCORA FORNITO A TUTT’OGGI LE INDICAZIONI NECESSARIE PER L’ESTRAZIONE DEI DATI AL CED (Centro elaborazione dati) DELL’ASL DI SONDRIO NONOSTANTE VARI SOLLECITI.(2° OSTACOLO)

Questo ostacolo sicuramente è il punto nodale di tutto il sistema di raccolta dati e si spera di risolverlo al più presto

INTERVISTA TELEFONICAINTERVISTA TELEFONICA

& UN ULTERIORE PASSAGGIO E’ STATO L’INVIO DI UNA LETTERA AI RESPONSASILI DEI P.S. e P.I. DA CONSEGNARE ALL’UTENTE CON UNITO UN MODELLO DA COMPILARE PER L’ASSENSO E DA RICONSEGNARE SUBITO (NEL PERIODO STABILITO DAL 15-11-2001 AL 30-11-2001) PER EFFETTUARE IN SEGUITO L’ INTERVISTA TELEFONICA CHE SERVIRA’ AD AVERE INFORMAZIONI DETTAGLIATE CIRCA LE MODALITA’ DELL’INFORTUNIO.

Si è voluto anticipare le linee guida regionali che indicavano l’intervista telefonica da attuare nel 2002 proprio per fare una “prova sperimentale” e verificare se tecnicamente tutto funzionava

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LETTERA ALL’UTENTELETTERA ALL’UTENTE

La lettera è stata consegnata al Pronto Soccorso subito al momento dell’accesso dell’utente

MODELLO DI ASSENSOMODELLO DI ASSENSO

Il modello di assenso è stato riconsegnato subito agli operatori del P. S. con scritto: sì acconsento oppure non acconsento. Le schede ritirate e poi inviate alla referente della raccolta dati corrisponderebbero circa al numero degli accessi in quel periodo per infortunio domestico ai Pronto Soccorso

Prima elaborazione delle interviste telefonichePrima elaborazione delle interviste telefoniche

&Totale schede raccolte: 130& Maschi:76 Femmine:54&Assensi: 90&Contrari: 40&Elaborate : 81 interviste telefoniche& Maschi:45 Femmine:36&Nulle: 9 (numero sbagliato o non

risposto dopo vari tentativi)

Il numero dei contrari è circa un terzo del totale e questo dato ci può far riflettere sul fatto che l’infortunio domestico è ancora visto come una “intromissione” nel privato e perciò difficile da indagare

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Prima elaborazione delle interviste telefonichePrima elaborazione delle interviste telefoniche

&Totale schede raccolte: 130& Maschi:76 Femmine:54&Assensi: 90&Contrari: 40&Elaborate : 81 interviste telefoniche& Maschi:45 Femmine:36&Nulle: 9 (numero sbagliato o non

risposto dopo vari tentativi)

Le schede nulle sono risultate quelle con numero telefonico sbagliato oppure inserimento sbagliato negli infortuni domestici oppure quelle telefonate fatte a varie ore del giorno senza mai risposta

Primi dati raccoltiPrimi dati raccolti

1120302Femmine

Tot.36

1124730MaschiTot.45

> 6026-6016-254-150-3

Secondo questa ripartizione per classe di età risulta maggiormente interessata la fascia degli adulti sia maschi sia femmine tra i 26-60 anni nella quale rientrano sia le casalinghe sia persone in età lavorativa sia svolgono attività di fai-da-te a casa

Modalità d’ infortunioModalità d’ infortunio

&Cadute inciampo e sciv.: 14&Cadute scale: 10&Urto con oggetto : 15&Tagli : 23&Corpo estraneo in occhio : 10&Stiramento da sforzo: 3&Schiacciamenti : 3&Ustione : 2&Graffio animale : 1

E’ confermato il dato che vede al primo posto le cadute, poi i tagli, poi gli urti e il numero elevato di corpo estraneo negli occhi ripropone la modalità d’infortunio legato al fai-da-te

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Attività svolteAttività svolte

&Lavori Domestici: 28&Fai da Te: 25&Gioco e tempo libero: 15&Giardinaggio: 4&Riposo: 4&Mangiare e bere: 3&Igiene personale: 2

Alla voce: Riposo corrispondono degli infortuni che sono avvenuti mentre la persona stava seduta in poltrona o perché urtava con il piede contro della mobilia o perché scivolava a terra

Ora del giorno:Ora del giorno:

3413312femmine

3215719Maschi

Oltre 2119-2113.30-19

11-13.308-11

Secondo questo dato è durante le prime ore del giorno cioè di mattino che si verifica il maggior numero di incidenti

LuogoLuogo

20Scale esterne312Garage cantina110Giardino12Intorno casa46Altro53Sogg/pranzo/letto32Bagno127Cucina53Sc. Interne

FemmineMaschi

Alla voce altro corrisponde il corridoio o gli spazi di disimpegno, inoltre mettendo insieme le voci giardino e garage-cantina si trova un primo posto spiegabile solo con il fai-da-te

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Prodotti coinvoltiProdotti coinvolti

070Utensili fai da te

110Liquidi bollenti

233Suppellettili/ogg. pesanti

290Scheggia legno/metallo

441Mobilia/Scale/tappeti

572Strutt.arch.Casa

3172Oggetti taglienti

Oltre 6018-600-17

Sono stati raggruppati in queste categorie i prodotti coinvolti per poterli classificare e sono state considerate le fasce di età

Tipo lesioneTipo lesione

20Ustione10Amputazione30Lesione musc-sch.51Distorsione01Lussazione76Frattura1415Ferita aperta

722Contus.ematoma abrasione

FemmineMaschi

Dalle interviste telefoniche risultava che nessuna frattura era stata ricoverata e l’unico ricovero è stato fatto a titolo precauzionale per una contusione in sede peritoneale

Sede lesioneSede lesione

22Torace26Addome/schiena/pelvi42Piede64Arti inferiori1314Mani e dita mani53Arti superiori01Naso414Occhi31Testa

FemmineMaschi

Qui si conferma il dato che sono gli arti sia superiori sia inferiori la sede maggiormente interessata

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TerapiaTerapia

1010Terapia medica

66Rx

910Bendaggio rigido/gesso

1120Medicazione98Punti sutura

FemmineMaschi

Riguardo a questo dato non emerge nulla di particolare

PrognosiPrognosi

202 mesi1021 mese563 settimane482 settimane10161 settimana412< 7 gg

FemmineMaschi

La prognosi è stata riferita a voce dall’interessato senza il confronto diretto con la scheda del Pronto Soccorso pertanto ci può essere una approssimazione per eccesso

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UN PROGETTO DI COOPERAZIONE PER LA PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI DOMESTICI

Giovanni Rulli ASL Provincia di Varese

L’intervento riporta i risultati di un primo approccio alla prevenzione degli infortuni domestici nell’anziano, che scaturisce dall’incontro tra l’ASL della Provincia di Varese ed il Comune di Cardano al Campo, che si è reso disponibile a fornire supporto alla realizzazione di un progetto di informazione e formazione alla prevenzione degli infortuni domestici, rivolto alla propria popolazione. Tale intervento sperimentale, coordinato da un apposito gruppo di lavoro interdisciplinare, è stato non solo congruente alle linee guida sulla prevenzione degli infortuni domestici regionali, ma rappresenta una prima esperienza applicativa su uno degli obiettivi d'azione stabiliti dalla Direzione Generale Sanità.

Le caratteristiche di popolazione, le indicazioni di priorità di intervento che nascono dalla nota distribuzione di infortuni nazionale e regionale, e le possibilità offerte dal contesto del Comune (presenza di un attivo e strutturato Centro di aggregazione), hanno permesso di identificare la fascia di popolazione relativamente alla quale operare un primo intervento in quella di età superiore ai 65 anni.

Non va inoltre sottovalutata l'importanza del coinvolgimento diretto degli anziani nella realizzazione di percorsi di educazione sanitaria e nella diffusione dei principi di prevenzione degli infortuni domestici, sia rivolti alla propria "categoria" di popolazione (che nel Comune rappresenta peraltro oltre il 15% della popolazione totale, per circa 1850 abitanti), sia rivolti ad altri gruppi di popolazione. Un buon risultato di lavoro con gli anziani potrebbe avere positive ricadute nel coinvolgimento di ulteriori soggetti intorno all'obiettivo di prevenzione degli infortuni nell'altra popolazione di primario rilievo, quella infantile, che dovrebbe essere raggiunta in una fase immediatamente successiva. Questo aspetto, particolarmente condiviso da ASL e Comune, ha fatto ritenere che l'intervento dovesse essere anzitutto proposto agli stessi partecipanti alle attività del Centro di aggregazione, in modo da costruire insieme propri obiettivi, momenti di formazione cogestiti e strumenti di educazione divulgativi tradizionali (opuscoli, manifesti, ecc.) e innovativi (multimediali, informatici, ludici, ecc.).

Un momento fondamentale è stato quello di preparazione, con gli stessi anziani, di un questionario atto a rilevare una serie di primi importanti dati di incidenza degli incidenti (luoghi, dinamiche, lesioni, ecc.), su caratteristiche e comportamenti personali (difficoltà alla deambulazione, uso di farmaci, ecc.) e sulle caratteristiche delle abitazioni (strutturali, di sicurezza, ecc.) potenzialmente rilevanti rispetto agli incidenti stessi, così da riferirsi a dati il più possibile concreti. Il questionario è stato distribuito e raccolto sperimentalmente in occasione di diversi momenti e luoghi di aggregazione (feste, rappresentazioni teatrali locali, ecc.). Da parte di funzionari ASL si è operata prima elaborazione dei 161 questionari così raccolti (corrispondenti a poco meno del 10% della popolazione oggetto di studio), almeno per le principali distribuzioni delle risposte utili ad orientare i successivi interventi sulle criticità emerse.

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I primi dati riportati nella seguente figura mostrano anzitutto che il 60% circa dei questionari sono stati restituiti da persone di sesso femminile, le quali in particolare riportano di problemi di deambulazione.

Circa 2 intervistati su 3 fanno abitualmente uso di farmaci, prevalentemente antipertensivi e per il trattamento di disturbi osteoartromuscolari. Va notato che diversi antipertensivi possono avere come effetti indesiderati, specie se utilizzati in modo non corretto, sbalzi pressori con conseguenti turbe dell’equilibrio e quindi della deambulazione.

Gli incidenti hanno coinvolto mediamente il 17.4% della popolazione, con punte del 21.9% nei maschi. Praticamente coincidendo il numero di incidenti con i casi di infortunio segnalati dagli stessi compilatori, si deve presumere che vi sia stata una certa incomprensione del fatto che potevano essere segnalati anche i casi di incidente non comportanti lesioni personali, e conseguentemente si ritiene vi sia stata una certa sottostima nel dato.

Ricordando poi che il questionario è sostanzialmente diviso in 2 sezioni, la

prima su luoghi, “oggetto”, dinamica, eventuali lesioni e parti del corpo coinvolte, la seconda sulle caratteristiche dell’abitazione ed i suoi sistemi di sicurezza, veniamo alla trattazione dei risultati dell’elaborazione della prima di queste 2 sezioni. La successiva figura illustra in forma tabellare, distinguendo per sesso, la prevalenza di cause e concause degli infortuni. Va notato anzitutto come per le femmine la cucina sia il luogo di accadimento prevalente, mentre per i maschi le cantine, tipici luoghi di attività di artigianato casalingo (“fai da te”). Non a caso, mentre per le femmine le cadute sul pavimento sono assolutamente prevalenti, per i maschi pur in prevalenza ancora delle cadute sul pavimento, diventano assai numerosi ed equiparabili i tagli conseguenti a manipolazione di utensili e oggetti taglienti.

i primi risultati su un campione di 161 questionarii primi risultati su un campione di 161 questionari

Milano, 14.12. 2001 - Giovanni Rulli per il Gruppo di lavoro ASL-Comune

QUESTIONARIO SULLA PREVENZIONE DEGLIQUESTIONARIO SULLA PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI IN CASA DI PERSONE DAI 65 ANNI IN SU INFORTUNI IN CASA DI PERSONE DAI 65 ANNI IN SU

ASL della Provincia di Varese Comune di Cardano al Campo UN PROGETTO DI COOPERAZIONE PER LA PREVENZIONE DEGLI

INFORTUNI DOM ESTICI NELLE PERSONE DI 65 ANNI E PIU’

97 F

camminano con difficoltà 29.2% 34.0% 21.9%

usano abitualmente farmaci 67.1% 69.0% 64.0%

incidenti nell’ultimo anno 17.4% 14.4% 21.9%

64 MTotale161

50

A conferma delle argomentazioni di cui sopra si osservi, nella tabella della

prossima figura, come nel caso delle femmine le lesioni prevalenti siano le contusioni e le fratture (addirittura nel 28% dei casi di infortunio), mentre nei maschi, pur in presenza di un importante quota di contusioni, le ferite si manifestano ben nel 45% dei casi. Del tutto compatibile è quindi il riscontro delle gambe quale parte del corpo prevalentemente coinvolta negli infortuni delle femmine, le mani e le braccia nel caso dei maschi.

i primi risultati su un campione di 161 questionarii primi risultati su un campione di 161 questionari

Milano, 14.12. 2001 - Giovanni Rulli per il Gruppo di lavoro ASL-Comune

QUESTIONARIO SULLA PREVENZIONE DEGLIQUESTIONARIO SULLA PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI IN CASA DI PERSONE DAI 65 ANNI IN SU INFORTUNI IN CASA DI PERSONE DAI 65 ANNI IN SU

ASL della Provincia di Varese Comune di Cardano al Campo UN PROGETTO DI COOPERAZIONE PER LA PREVENZIONE DEGLI

INFORTUNI DOMESTICI NELLE PERSONE DI 65 ANNI E PIU’

F M

luoghi

“oggetto”

dinamica

cucina (28%)camera (28%)

scale (22%)cantina (22%)

pavimento (57%)pavimento (35%)utensili (21%)oggetti taglienti (21%)

caduta (71%) caduta (36%)taglio (36%)

i primi risultati su un campione di 161 questionarii primi risultati su un campione di 161 questionari

Milano, 14.12. 2001 - Giovanni Rulli per il Gruppo di lavoro ASL-Comune

QUESTIONARIO SULLA PREVENZIONE DEGLIQUESTIONARIO SULLA PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI IN CASA DI PERSONE DAI 65 ANNI IN SU INFORTUNI IN CASA DI PERSONE DAI 65 ANNI IN SU

ASL della Provincia di Varese Comune di Cardano al Campo UN PROGETTO DI COOPERAZIONE PER LA PREVENZIONE DEGLI

INFORTUNI DOMESTICI NELLE PERSONE DI 65 ANNI E PIU’

F M

lesioni

parte del corpo

contusione (50%)frattura (28%)

contusione (45%)ferita (45%)

gambe (36%)mani-braccia (28%)testa (22%)

mani-braccia (42%)gambe (33%)testa (23%)

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Veniamo ora alla sezione dei questionari che esplora alcune caratteristiche delle abitazioni ed il loro grado di sicurezza. Nella tabella in figura successiva si parte con i dati più confortanti, e quindi inerenti il riscontro della diffusione dei sistemi di protezione elettrica di base (il cosiddetto “salvavita”), ancorché non presenti nel 100% delle case, e del fatto che quasi 3 intervistati su 4 hanno facilmente disponibile un elenco di numeri di telefono per la gestione delle emergenze.

Se si passa però ai riscontri meno positivi, evidenziati dalla tabella successiva,

si può notare in primo luogo come siano ancora assai poco diffusi presidi e comportamenti adeguati per la prevenzione degli incidenti domestici nell’anziano.

Basti in fatti pensare che corrimani in bagno sono presenti solo in 1 abitazione su 10 circa, a fronte del fatto che le possibilità di scivolamento sono verosimili e documentate dalla letteratura di settore (anche se solo in 2 dei 28 casi di incidente segnalati dai 161 questionari).

Sempre solo in 1 casa su 10 sono presenti interruttori illuminati, di facile individuazione di notte, e in 1 casa su 5 è stata riferita l’installazione di luci di emergenza. Tale ultimo dato appare comunque sovrastimato; chi ha fornito dettagli ha infatti alcune volte indicato la presenza di torce, il che non rappresenta una luce di emergenza in senso proprio (cioè automaticamente attivata in caso di sospensione dell’erogazione di energia elettrica).

Si osservi ancora che solo nel 38% dei casi gli intervistati possono telefonare dal letto, dove invece è opportuno si riescano ad attivare comunicazioni, proprio perché comprensibilmente primo luogo utilizzato in caso di malori o infortuni.

Assai preoccupante infine il fatto che solo in poco più del 40% delle abitazioni siano installati piani di cottura di sicurezza nelle cucine. Tale presidio (cosiddetta “termocoppia”) conferirebbe invece notevole sicurezza, impedendo la fuoriuscita di gas in caso di spegnimento della fiamma a rubinetti e manopole aperti, dimenticanza affatto infrequente nell’anziano.

i primi risultati su un campione di 161 questionarii primi risultati su un campione di 161 questionari

Milano, 14.12. 2001 - Giovanni Rulli per il Gruppo di lavoro ASL-Comune

QUESTIONARIO SULLA PREVENZIONE DEGLIQUESTIONARIO SULLA PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI IN CASA DI PERSONE DAI 65 ANNI IN SU INFORTUNI IN CASA DI PERSONE DAI 65 ANNI IN SU

ASL della Provincia di Varese Comune di Cardano al Campo UN PROGETTO DI COOPERAZIONE PER LA PREVENZIONE DEGLI

INFORTUNI DOMESTICI NELLE PERSONE DI 65 ANNI E PIU’

principali caratteristiche delle abitazioni e dotazionidi sicurezza: cosa dichiarano gli intervistati

• l’87.6% ha il “salvavita”;• il 73% ha un elenco di numeri di telefono di emergenza …..

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Già dall’elaborazione di questi primi dati emergono così spunti di riflessione e ulteriori prospettive di lavoro per il gruppo ASL-Comune. I temi di lavoro su cui confrontarsi con gli anziani sono infatti come di seguito proponibili, in diretta relazione con quanto emerso dall’elaborazione dei primi 161 questionari: • cosa fare per garantire una deambulazione più sicura (specie nelle femmine) ed

evitare o ridurre le conseguenze delle cadute (protezione attiva e passiva); • l’uso di farmaci: precauzioni, valutazioni sulle relazioni con una deambulazione

sicura; • il fai da te” sicuro (specie nei maschi): attrezzi e strumenti sicuri, protezioni

efficaci, comportamenti adeguati; • la diffusione di “dotazioni” di sicurezza di base nelle case (piani di cottura sicuri,

sostegni, illuminazione, ecc.).

Fatti salvi successivi “aggiustamenti di rotta” a seguito del completamento della raccolta ed elaborazione dei questionari, si è così stabilito che dal mese di febbraio 2002 si incomincino le riunioni di formazione e lavoro con un gruppo “leader” di anziani del Centro ricreativo di Cardano al Campo. In tal modo si potranno attivare i passi operativi di prevenzione (informazione mirata, formazione, coinvolgimento di altri soggetti quali costruttori, impiantisti, ecc.).

i primi risultati su un campione di 161 questionarii primi risultati su un campione di 161 questionari

Milano, 14.12. 2001 - Giovanni Rulli per il Gruppo di lavoro ASL-Comune

QUESTIONARIO SULLA PREVENZIONE DEGLIQUESTIONARIO SULLA PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI IN CASA DI PERSONE DAI 65 ANNI IN SU INFORTUNI IN CASA DI PERSONE DAI 65 ANNI IN SU

ASL della Provincia di Varese Comune di Cardano al Campo UN PROGETTO DI COOPERAZIONE PER LA PREVENZIONE DEGLI

INFORTUNI DOMESTICI NELLE PERSONE DI 65 ANNI E PIU’

principali caratteristiche delle abitazioni e dotazionidi sicurezza: cosa dichiarano gli intervistati

• solo il 10.6% ha corrimani in bagno;• solo il 11.2% ha interruttori illuminati;• solo il 22.4% ha luci di emergenza;• meno del 38 % può telefonare dal letto;• solo il 41.6% ha piano di cottura di sicurezza.

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INFORTUNI DOMESTICI: INTERVENTI E PROGETTI DELLA AZIENDA SANITARIA LOCALE DELLA PROVINCIA DI MILANO 3 MAURIZIO MONTANELLI*, ELENA PUTTINI° *Dipartimento di Prevenzione °Dipartimento Servizi Sanitari di Base ASL Provincia di Milano 3

Nel mio intervento presenterò tre progetti sul tema degli infortuni domestici svolti o in fase di realizzazione nel territorio della ASL MILANO 3 di Monza.

Prima di entrare nel merito specifico nella tabella 1, a completamento dei dati presentati in precedenza e relativi alla situazione del territorio lombardo, sono riportati il numero totale dei ricoveri ospedalieri di residenti nell’ASL 3 avvenuti nell’anno 2000.

Tabella 1 CASI DI RICOVERO DOVUTI AD INCIDENTI DOMESTICI ASL 3 ANNO 2000

ETA’ M F TOTALE % Da 0 a 5 131 104 235 13,54Da 6 a 65 229 290 519 29,92

> 65 244 737 981 56,54totale 604 1131 1735 100

% 34,81 65,19 100 Va precisato che i residenti totali dell’ASL erano al 31.12.2000: maschi 494.853 femmine 519.975 totale 1.014.828

Il primo progetto in fase di realizzazione, ha come titolo :” Sicurezza è Salute - Primo non nuocere “ ed è stato inserito nell’aggiornamento del piano strategico triennale 99 / 01 dell’ASL 3 approvato dalla Giunta Regionale con delibera n. 3203 del 26 / 01 / 2001.

Il progetto è coordinato dalla Dott.ssa Puttini Responsabile del Dipartimento dei Servizi Sanitari di Base, che ha anche steso la presentazione che segue.

Obiettivi del progetto • Divulgazione della dimensione del problema incidenti in età infantile • Evidenziazione della possibilità di incidere positivamente sul comportamento dei

genitori con un adeguato programma di prevenzione

Descrizione del progetto • Attori coinvolti : - Pediatri di libera scelta - Servizio di Medicina Generale e Pediatria di Libera Scelta ASL 3 - Servizio Epidemiologico ASL 3 - Genitori di bambini di età compresa tra i 12 e 18 mesi • Durata : 1 marzo 2001 - 31 gennaio 2003 • Strumenti : - questionario per l’indagine campionaria di prevalenza e per la valutazione dell’efficacia - opuscoli informativi

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Il progetto è articolato in tre fasi :

Prima fase gruppo di controllo

I pediatri partecipanti hanno effettuato un’indagine campionaria sugli incidenti domestici in età pediatrica, proponendo ai genitori di 20 bambini, loro assistiti, un questionario (allegato 1):

Ai pediatri è stata fornita una lista nominativa di 25 bambini (scelti in modo casuale tra gli assistiti di età compresa tra i 12 ed i 18 mesi tra il1 marzo ed il 31 maggio 2001: nati quindi tra il 01/ 09/ 99 ed il 01/ 06/ 00 ), per limitare al minimo gli effetti del drop-out). Seconda fase intervento

Successivamente è stato consegnato ai genitori dei bambini tra la nascita ed il 120° giorno di vita un opuscolo comprendente un’informativa per la prevenzione dei più frequenti incidenti in età pediatrica. Terza fase gruppo intervento

Consegna da parte del pediatra del questionario a 20 genitori, che hanno avuto precedentemente l’opuscolo informativo, di bambini che abbiano compiuto l’anno di età.

Valutazione della partecipazione e primi risultati Hanno partecipato al progetto 76 pediatri sui 120 presenti nella ASL 3 e sono

stati consegnati 1445 questionari riferiti alla prima fase. E’ in atto la distribuzione degli opuscoli informativi e tra il mese di giugno e il

mese di dicembre 2002 saranno consegnati ai genitori i questionari della terza fase. La valutazione sarà effettuata entro il giugno 2003 considerando:

• Numero e corretta compilazione dei questionari • Elenco dei bambini ai quali sono stati consegnati gli opuscoli.

Da parte del Dipartimento di Prevenzione, Servizio di Medicina Preventiva nelle Comunità è stato presentato tra gli obiettivi 2001 il progetto : “ Casa sicura, informazioni e consigli per vivere meglio e con meno rischio la propria casa “:

Alcuni degli obiettivi specifici inizialmente previsti ( opuscolo informativo, educazione sanitaria,.....) sono stati rivisitati e modificati in relazione ai contenuti delle linee guida che oggi sono presentate.

E’ in fase di avanzata realizzazione il raccordo con i pronto Soccorso delle Aziende Ospedaliere presenti nel territorio:

In particolare con l’Azienda San Gerardo di Monza dovrebbe essere operativo per i primi mesi del 2002, all’interno del sistema informativo del pronto soccorso, un campo specifico per identificare se la richiesta di intervento è dovuta ad incidente in ambito domestico.

Sempre con il San Gerardo , dove è attivo anche il Pronto Soccorso Pediatrico, si sta studiando la possibilità di ottenere i dati di prestazione per incidenti domestici disaggregati per tipologia .

Sempre all’interno del Dipartimento di Prevenzione sarà effettuato nel 2002, limitatamente ai comuni del Distretto Sanitario di Cologno Monzese, un progetto di prevenzione e educazione sanitaria rivolto a bambini ed insegnanti delle scuole elementari sul tema degli infortuni legati al comportamento personale in casa.