4
Auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo! 1 ANNO XXXVI - N. 1 - NOVEMBRE 2014 Poste italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale - 70% - C/LT/DCB Auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo! “QUaNDO COCa COLa SaLE IN CaTTEDRa” di Gavino Maciocco “Le diseguaglianze nella salute, tra paesi e all’interno dei paesi, non sono mai state così grandi nella storia recente. Noi viviamo in un mondo di paesi ricchi pieni di gente povera e ma- lata. La crescita delle malattie croniche minaccia di allargare ancora di più questo gap. Gli sforzi per pre- venire queste malattie vanno contro l’inte- resse commerciale di operatori economici molto potenti e questa è una delle sfide più grandi da affrontare nella promozione della salute”. (...) Negli anni 80, quando parlavamo di col- laborazione multisettoriale per la salute ciò significava lavorare insieme a settori amici, come istruzione, casa, nutrizione, acqua e igiene. Quando la sanità collaborava con il settore educativo e con quello che si occu- pava di acquedotti e fognature, i conflitti d’interesse erano una rarità. Oggi a convincere le persone a condurre stili di vita sani e adottare comportamenti salubri ci si scontra con forze che non sono così amiche. anzi non lo sono per niente. Gli sforzi per prevenire le malattie croniche vanno contro gli interessi commerciali di potenti operatori economici. Se- condo me, questo è la più grande sfida che si trova di fronte la promozione della salute. E non si tratta più solo dell’industria del tabacco (Big To- bacco). La sanità pubblica deve fare i conti con l’industria del cibo (Big Food), delle bevande gassate (Big Soda) e alcoliche (Big alcohol). Tutte queste industrie hanno paura delle regole, e si proteggono usando le stesse, ben note tattiche. Queste in- cludono gruppi d’opinione, lobbies, promesse di autoregola- mentazione, cause legali, ricerche finanziate dall’industria che hanno lo scopo di confondere le prove e tenere il pubblico nel dubbio. Le tattiche comprendono anche regali, donazioni e con- tributi a cause giuste per apparire rispettabili agli occhi dei po- litici e del pubblico. Usano argomenti che attribuiscono agli individui la responsabilità per i danni alla salute e descrivono gli interventi dei governi come un’interferenza nei confronti della libertà personale e della libera scelta. Questa è una formi- dabile opposizione alla sanità pubblica. Il potere del mercato diventa poi potere politico. Pochi go- verni danno la priorità alla salute rispetto ai grandi affari. E come abbiamo imparato dall’esperienza del tabacco, una com- pagnia potente può vendere al pubblico proprio ogni cosa. La- sciatemi ricordare una cosa. Non un solo paese è riuscito a invertire l’epidemia di obesità in tutte le classi di età. Questo non è il fallimento della volontà individuale. È il fallimento della vo- lontà politica di prevalere sul grande busi- ness. Io sono preoccupata per due recenti ten- denze. La prima riguarda gli accordi com- merciali. I governi che introducono misure per proteggere la salute dei cittadini vengono portati davanti al giudice e sfidati nel pro- cesso. Questo è pericoloso. La seconda riguarda gli sforzi dell’indu- stria di influenzare le politiche di sanità pubblica che colpiscono i loro prodotti. Quando l’industria è coinvolta nelle scelte poli- tiche è certo che efficaci misure di controllo vengono minimiz- zate o completamente annullate. Tutto ciò è documentato e anche questo è pericoloso.” Queste affermazioni sono contenute nel discorso inaugurale dell’8° Conferenza Globale sulla Promozione della Salute tenuta a Helsinki nel giugno 2013. Discorso tenuto da Margaret Chan, Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, su cui si è poco discusso e riflettuto. Una prova lampante di come i potenti operatori economici contribuiscono “a cause giuste per apparire rispettabili agli occhi dei politici e del pubblico” - un esempio classico di whi- tewashing - lo si può scoprire digitando su internet due parole: Cola Cola e Epode. Epode è una campagna di prevenzione dell’obesità infantile promossa e finanziata da Coca Cola, im- plementata in più di 500 città di otto paesi di tre continenti, con lo scopo di favorire “stili di vita sani attraverso il coinvolgi- mento della comunità e delle famiglie”. Uno di questi paesi è l’Italia, una di queste città è Perugia, dove la locale Università degli Studi – con il supporto della Re- A volte quello che si vuole esprimere è già stato detto e bene da altri. Quindi recepiamo e volentieri riportiamo due articoli pubblicati di recente su bollettini di altri Ordini dei Medici. Il primo è tratto da “Toscana Medica”, Ordine di Firenze, Maggio 2014, il secondo dal bollettino di Perugia, Febbraio 2014.

Auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo! · 2019-09-05 · Auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo! 1 ANNO XXXVI - N. 1 - NOVEMBRE2014 Poste italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento

  • Upload
    others

  • View
    1

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: Auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo! · 2019-09-05 · Auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo! 1 ANNO XXXVI - N. 1 - NOVEMBRE2014 Poste italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento

Auguri di Buon Natalee Felice Anno Nuovo!

1

ANNO XXXVI - N. 1 - NOVEMBRE 2014

Poste italiane S.p.A.

Spedizione in abbonamento postale

- 70% - C/LT/DCB

Auguri di Buon Natalee Felice Anno Nuovo!

“QUaNDO COCa COLa SaLE IN CaTTEDRa”di Gavino Maciocco

“Le diseguaglianze nella salute, tra paesi e all’interno deipaesi, non sono mai state così grandi nella storia recente. Noiviviamo in un mondo di paesi ricchi pieni di gente povera e ma-lata. La crescita delle malattie croniche minaccia di allargareancora di più questo gap. Gli sforzi per pre-venire queste malattie vanno contro l’inte-resse commerciale di operatori economicimolto potenti e questa è una delle sfide piùgrandi da affrontare nella promozione dellasalute”. (...)

Negli anni 80, quando parlavamo di col-laborazione multisettoriale per la salute ciòsignificava lavorare insieme a settori amici,come istruzione, casa, nutrizione, acqua eigiene. Quando la sanità collaborava con ilsettore educativo e con quello che si occu-pava di acquedotti e fognature, i conflitti d’interesse erano unararità. Oggi a convincere le persone a condurre stili di vita sanie adottare comportamenti salubri ci si scontra con forze che nonsono così amiche. anzi non lo sono per niente.

Gli sforzi per prevenire le malattie croniche vanno controgli interessi commerciali di potenti operatori economici. Se-condo me, questo è la più grande sfida che si trova di fronte lapromozione della salute.

E non si tratta più solo dell’industria del tabacco (Big To-bacco). La sanità pubblica deve fare i conti con l’industria delcibo (Big Food), delle bevande gassate (Big Soda) e alcoliche(Big alcohol). Tutte queste industrie hanno paura delle regole,e si proteggono usando le stesse, ben note tattiche. Queste in-cludono gruppi d’opinione, lobbies, promesse di autoregola-mentazione, cause legali, ricerche finanziate dall’industria chehanno lo scopo di confondere le prove e tenere il pubblico neldubbio. Le tattiche comprendono anche regali, donazioni e con-tributi a cause giuste per apparire rispettabili agli occhi dei po-litici e del pubblico. Usano argomenti che attribuiscono agliindividui la responsabilità per i danni alla salute e descrivonogli interventi dei governi come un’interferenza nei confronti

della libertà personale e della libera scelta. Questa è una formi-dabile opposizione alla sanità pubblica.

Il potere del mercato diventa poi potere politico. Pochi go-verni danno la priorità alla salute rispetto ai grandi affari. Ecome abbiamo imparato dall’esperienza del tabacco, una com-pagnia potente può vendere al pubblico proprio ogni cosa. La-sciatemi ricordare una cosa. Non un solo paese è riuscito a

invertire l’epidemia di obesità in tutte leclassi di età. Questo non è il fallimento dellavolontà individuale. È il fallimento della vo-lontà politica di prevalere sul grande busi-ness.

Io sono preoccupata per due recenti ten-denze. La prima riguarda gli accordi com-merciali. I governi che introducono misureper proteggere la salute dei cittadini vengonoportati davanti al giudice e sfidati nel pro-cesso. Questo è pericoloso.

La seconda riguarda gli sforzi dell’indu-stria di influenzare le politiche di sanità pubblica che colpisconoi loro prodotti. Quando l’industria è coinvolta nelle scelte poli-tiche è certo che efficaci misure di controllo vengono minimiz-zate o completamente annullate. Tutto ciò è documentato eanche questo è pericoloso.”

Queste affermazioni sono contenute nel discorso inauguraledell’8° Conferenza Globale sulla Promozione della Salutetenuta a Helsinki nel giugno 2013. Discorso tenuto da MargaretChan, Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale dellaSanità, su cui si è poco discusso e riflettuto.

Una prova lampante di come i potenti operatori economicicontribuiscono “a cause giuste per apparire rispettabili agliocchi dei politici e del pubblico” - un esempio classico di whi-tewashing - lo si può scoprire digitando su internet due parole:Cola Cola e Epode. Epode è una campagna di prevenzionedell’obesità infantile promossa e finanziata da Coca Cola, im-plementata in più di 500 città di otto paesi di tre continenti, conlo scopo di favorire “stili di vita sani attraverso il coinvolgi-mento della comunità e delle famiglie”.

Uno di questi paesi è l’Italia, una di queste città è Perugia,dove la locale Università degli Studi – con il supporto della Re-

A volte quello che si vuole esprimere è già stato detto e bene da altri. Quindi recepiamo e volentieririportiamo due articoli pubblicati di recente su bollettini di altri Ordini dei Medici. Il primo è tratto da

“Toscana Medica”, Ordine di Firenze, Maggio 2014, il secondo dal bollettino di Perugia, Febbraio 2014.

Page 2: Auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo! · 2019-09-05 · Auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo! 1 ANNO XXXVI - N. 1 - NOVEMBRE2014 Poste italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento

2

gione Umbria – ha messo in cantiere il progetto EUROBIS(Epo- de Umbria Region Obesity Intervention Study).

Giustamente l’associazione Culturale Pediatri ha contestatoquesta iniziativa con una nota del 4 febbraio scorso in cui silegge, tra l’altro:

“La Coca Cola fa questo tipo di operazioni perché, assiemeagli altri produttori di bevande zuccherate e, più in generale,di alimenti non salutari, è considerata corresponsabile dell’at-tuale pandemia di obesità, che inizia appunto in età infantile egiovanile. Numerose sono le ricerche scientifiche che provanoal di là di ogni dubbio l’associazione tra assunzione di bevandezuccherate, direttamente proporzionale alla quantità e alla qua-lità del marketing delle stesse, e aumento dei tassi di sovrap-peso e obesità nei bambini”.

Significativo è il fatto che quando la ricerca su questo temaè finanziata dall’industria, non viene reso pubblico il dato del-l’associazione tra consumo di bevande zuccherate e obesità.L’associazione Culturale Pediatri vuole mettere in guardia con-tro i pericoli di questa collaborazione ed auspica che non av-venga.

Innanzitutto perché la mission di un partner privato (nonsolo Coca Cola, anche quella di eventuali altri partner simili) èdiversa e contrastante rispetto a quella del partner pubblico; èquindi impossibile che non vi sia un conflitto d’interessi. Vi èpoi il problema della perdita di fiducia nelle istituzioni da partedei cittadini, derivante in questo caso non dalla messa in atto dipratiche illegali o immorali, ma dall’alleanza con un partneridentificato come un rischio per la salute. L’istituzione potrebbeperdere la sua capacità di sviluppare e mettere in atto politiche,di stabilire regole e di verificarne il rispetto; potrebbe perdereanche la capacità di alzare la voce in difesa dei suoi valori e ar-rivare al punto di autocensurarsi.

Infine perché si permette al partner privato di farsi bello peril suo presunto contributo alla salute pubblica e di spalmare unapatina di rispettabilità sul suo marchio e relativi prodotti, per ilfatto di aver associato il suo nome a quello di un progetto“buono”.

affermazioni da sottoscrivere per intero e che chiamano incausa le istituzioni, l’Università di Perugia e la Regione Umbriaai suoi massimi livelli, e più in generale la politica, i partiti po-litici (se hanno qualcosa da dire) e il Ministero della salute (chequalcosa da dire certamente l’avrebbe, avendo messo in cantiereun ambizioso programma nazionale di prevenzione che ha postoal centro la lotta contro le malattie croniche, ivi compresa l’obe-sità).

Gavino Macciocco

Medico di sanità pubblica.Ha fatto: il volontario civile in Africa, il medico di famiglia, l’esperto di cooperazione sanitariaper il Ministero degli Esteri, il dirigente di Asl. Attualmente insegna all’Università di Firenzedove si occupa di cure primarie e di sistemi sanitari internazionali.Dal 2003 cura per Toscana medica la rubrica“Sanità nel mondo”.

“IO SONO UN MEDICO LENTO….” di Tiziano Scarponi

L.C. è una signora di 90 anni che vive al sesto ed ultimopiano di un palazzo senza ascensore insieme a suo figlio nonsposato di 66 anni. E’ affetta da molteplici quadri patologici tracui una demenza in fase avanzata a suo tempo inquadrata cometipo alzheimer.

Il mese scorso, di notte, a causa di una crisi respiratoria, èstata ricoverata in ospedale dal 118 e dopo pochi giorni è statadimessa con la prescrizione di ossigeno liquido accompagnatada queste testuali parole riferitemi dal figlio:” Siamo consape-voli della difficoltà di questa terapia, ma secondo le linee guidala concentrazione dell’ossigeno nel sangue era tale da imporciquesta scelta”.

“Vede dottore!” mi dice il figliolo” adesso dovrò trovarequalcuno che si alterni con me in modo continuo, per far tenerela mascherina dell’erogatore a mia madre, che continuamentese la strappa e toglie di dosso.......E’ proprio un bel guaio....se isuoi colleghi non mi avessero inchiodato con il rispetto dellelinee guida, ne avrei fatto a meno......e poi? Servirà a qual-cosa?”. G.U, uomo di 87 anni è oramai in fase terminale peruna carcinosi peritoneale. E’ ridotto ad un’ombra di se stesso,ma uno dei figli che vive a Milano e che non si era mai fattovedere prima, anzi, ne ignoravo l’esistenza, ha ritenuto oppor-tuno chiamare a mia insaputa un illustre clinico in pensione cheha consigliato di somministrare eparina a basso peso molecolareper prevenire l’embolia polmonare da immobilizzazione edun’emocoltura per capire da quale agente patogeno fossero do-vute le continue crisi febbrili che il Nostro presentava. I fami-liari mi chiedevano come poter far fare il prelievo durante ilrialzo termico e se potevano avere pertanto un prelevatore di-sponibile a stare al capezzale del paziente in attesa che si pre-sentasse il momento opportuno “ per prendere il sangue”. T.M.35 anni è una paziente che ho visto nascere e che ho seguito sinda quando ancora non era normata la pediatria di libera scelta.Si presenta a studio per la prescrizione delle analisi previste alterzo mese di gravidanza e con tono di disappunto, mi riferiscecome la sua ginecologa l’abbia apostrofata per il fatto che leinon aveva nessuna intenzione di fare amniocentesi o qualsiasialtro accertamento legato alla eugenetica in quanto poi lei, pernessuna ragione al mondo, avrebbe interrotto la gravidanza:”Mi ha detto che sono un’incosciente ed una egoista! Che se cifosse stato qualche problema avrei scaricato il peso delle miedecisioni sulla collettività e che così non si faceva!”. Come pos-siamo commentare tutto ciò? Che risposte avreste dato? Sonoconsapevole che questi casi hanno anche una inferenza bioetica,ma comunque sia sono la logica evoluzione di un certo mododi concepire e vivere la Medicina.

Non manca occasione, navigando su social network o in-crociando colleghi in riunioni istituzionali o private che il di-scorso scivoli sulla lamentela e sulla critica di come sia diversoil modo di fare il medico rispetto a quando abbiamo cominciatoa lavorare: la medicina sta impazzendo, tutti pretendono tutto,

Page 3: Auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo! · 2019-09-05 · Auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo! 1 ANNO XXXVI - N. 1 - NOVEMBRE2014 Poste italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento

3

ieri mi è morto un paziente di 94 anni e i familiari mi chiede-vano il perché, un mio paziente ultraottantenne vuole fare ilPSa ogni tre mesi e così via.... Penso che ognuno di noi abbiaben presente questi “vissuti” che oramai fanno parte della nostraquotidianità e che oltre ad infastidirci su di un piano personaleci preoccupano fortemente per le ricadute sul sistema sanità chequeste comportano. E’ una moda? E’ una consuetudine? E’ ilnormale pedaggio da pagare per il progresso e la modernitàdella scienza medica? Non sono in grado di specificarlo, maquello che deve essere chiaro per tutti, che è in giuoco la soste-nibilità di tutto il servizio sanitario nazionale con la inevitabileimplosione verso cui stiamo inesorabilmente andando, se nonintervengono alcuni cambiamenti. Prima cosa da fare è quelladi smettere l’inutile piagnisteo e smettere di aspettare la “manosanta” che dall’alto risolva i problemi per tutti.

E’ ora di dare contenuto e forma alle nostre lamentele tra-sferendole in posizioni mature, creative e propositive. Io ho ade-rito al movimento “Slow Medicine” che può essere consideratala risposta italiana alla campagna “ Choosing Wisely” ( sce-gliere con saggezza) dell’american Board of Internal MedicineFoundation che insieme ad altre numerose società scientificheha stilato una lista di pratiche mediche inutili se non dannoseinvitando a discutere insieme medici e pazienti in merito all’ap-propriatezza ed utilità di indagini diagnostiche e procedure te-rapeutiche.

Slow Medicine si definisce il movimento per una medicinasobria: fare di più non vuol dire fare meglio. Giusta: cure ap-propriate e garantite per tutti. Rispettosa: valori, desideri edaspettative delle persone sono inviolabili. Date queste premesseogni volta che prescriviamo un accertamento od una terapia,dovremo sempre cercare di capire quale sia l’appropriatezza,se il paziente ne tragga un vero vantaggio oppure se i beneficisiano rivolti verso qualcun altro che in modo più o meno paleselucra sulle “pelle” degli altri. Come dice Giorgio Bert, uno deifondatori del movimento, dichiararsi di praticare una Slow Me-dicine significa di prevedere un atteggiamento mentale aperto,di avere come proprio bagaglio culturale ed operativo:” il coun-selling; la medicina narrativa; l’analisi e la valutazione dellaqualità degli interventi; la prevenzione e l’educazione terapeu-tica del paziente; l’esperienza autobiografica e la conoscenzadi sé da parte del medico; le medical humanities; l’invenzionee l’uso nella pratica professionale di determinate strutture lin-guistiche come ad esempio la metafora. Slow Medicine in-somma è un metodo, o per meglio dire un’epistemologia che ciunisce senza tuttavia omologarci: l’omologazione infatti, inquanto cancellazione della diversità, è una scorciatoia mentale,una arbitraria semplificazione di ciò che è complesso e, inquanto tale, è sempre fast. Perché un’epistemologia? PerchéSlow Medicine è una teoria della conoscenza: non solo dellaconoscenza scientifica (ovviamente necessaria) ma della cono-scenza di uomini e donne in quanto persone oltre che medici epazienti... “Medici”? Sì, anche medici! La conoscenza è primadi tutto conoscenza di sé, dei propri pregiudizi, della proprieconvinzioni, delle proprie presunte certezze. Il medico slow co-nosce, o si sforza di conoscere, innanzi tutto se stesso”.

Mi piace chiudere questo editoriale con l’elenco dei setteveleni del pensiero medico: le false certezze che in questo mo-mento vanno tanto alla grande.

NON E’ VERO:• Nuovo è meglio.

• Tutte le procedure utilizzate nella pratica clinica sono

efficaci e sicure.

• L’uso di tecnologie sempre più sofisticate

risolverà ogni problema di salute.

• Fare di più aiuta a guarire e migliora la qualità della vita.

• Scoprire una malattia prima che si manifesti

attraverso i sintomi è sempre utile.

• I potenziali “fattori di rischio” devono essere trattati

con i farmaci.

• Per controllare meglio le emozioni e gli stati d’animo

è utile affidarsi alle cure mediche.

aUDIzIONE aLLa COMMISSIONE IGIENE ESaNITà DEL SENaTO DELLa REPUBBLICa

Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP).

Giovedì 13 Febbraio 2014 si è svolta, nell’ambito del-l’istruttoria relativa ai disegni di legge in materia di au-tismo, l’audizione della Federazione Italiana Medici

Pediatri (Fimp) presso la Commissione Igiene e Sanità del Se-nato della Repubblica. Il Dott. Carmelo Rachele, in rappre-sentanza della Fimp ed in qualità di Responsabile Nazionaledella Scuola di Neuropsichiatria Infantile Fimp, dopo aver rin-graziato il Presidente della Commissione e tutti i Senatori perl’impegno e la volontà di arrivare ad una legge che garantiscatutti i diritti dei bambini con sindrome dello spettro autistico,ha manifestato la necessità e l’urgenza di valorizzare, tutto l’im-pegno e la passione che ricercatori, medici, terapisti , insegnantie assistenti sociali, ognuno con la propria professionalità e com-petenza, ha profuso per aiutare questi bambini e loro famiglie,evitando di dar voce e forza a chi subisce il fascino di teorie emodelli assistenziali che sono lontani dalle evidenze di effica-cia dimostrate in questi anni dalla comunità scientifica interna-zionale.

Per rafforzare ulteriormente le cause e l’origine dell’auti-smo, il Dott. Rachele ha ricordato che già nel lontano 1943, pro-prio ad indicare la natura neurobiologica, Kanner riferiva che“...i bambini con autismo vengono al mondo con un disturboinnato nel formare l’usuale contatto affettivo con le persone,proprio come altri bambini vengono al mondo con un handicapfisico o intellettivo...”

Lo stesso concetto di natura neurobiologica viene ripresodalla linee guida attuali che considerano l’ autismo una patolo-gia del neurosviluppo ad esordio precoce ed eziopatogenesimultifattoriale, con atipie comportamentali soprattutto nell’areadella comunicazione e dell’interazione sociale, determinandouna disabilità “permanente” che si esprime in modo variabile esi caratterizza per un funzionamento mentale atipico tale da ri-chiedere interventi terapeutici e socio-assistenziali coordinati,continuativi e coerenti.

Il Dott Rachele, nei passaggi salienti della sua esposizione,ha ricordato che la prevalenza dei disturbi neuro cognitivi,compreso l’autismo, è sensibilmente aumentata negli ultimidecenni e sfiora complessivamente il 15%. Rappresenta unavera emergenza sanitaria e sociale che necessita di interventiimmediati per evitare che, da iniziali condizioni di deficit fun-zionali, si passi, in assenza di interventi mirati, allo sviluppo di

Page 4: Auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo! · 2019-09-05 · Auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo! 1 ANNO XXXVI - N. 1 - NOVEMBRE2014 Poste italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento

Aut. Trib. LT n° 324 del 16/02/1979

Direttore Responsabile EUGENIO SAPUTO

Direzione-Redazione-Amministrazione Piazza Angelo Celli, 3 - 04100 Latina Tel. 0773/693665 Fax 0773/489131

www.ordinemedicilatina.it • [email protected]

Stampa LATINA GrAFICA SrL - Tel./Fax 0773.611121 • e-mail:[email protected]

4

gravi disabilità con una sensibile riduzione di potenziali soggettiattivi ed impegno di risorse e costi sociali elevati.

Per l’autismo, in particolare, la ricerca più recente e le co-noscenze sempre più approfondite, hanno favorito lo sviluppodi una migliore definizione diagnostica e le modalità per l’in-dividuazione di “segni precoci” che hanno consentito di porreun sospetto diagnostico entro i 18 mesi, anticipando di granlunga il tempo medio per la diagnosi che, a livello nazionale, siattesta intorno ai 4 anni.

La letteratura scientifica ha dimostrato che interventi pre-coci e intensivi migliorano il quadro sintomatologico e il livellodi sviluppo cognitivo del bambino.

Il Dott. Rachele ha ribadito, inoltre, l’importanza di un in-tervento tempestivo poiché, nel periodo tra i 18 e i 36 mesi, gra-zie alla plasticità cerebrale, i processi mentali sonomaggiormente malleabili e modificabili ed alcune caratteristi-che non sono ancora strutturate in modo definitivo.

I Pediatri di Famiglia hanno, pertanto, un ruolo fondamen-tale come interlocutori primari delle preoccupazioni dei genitorie come osservatori privilegiati del bambino nei primi mesi divita.

attraverso i bilanci di salute, eseguiti ad età filtro nel corsodei primi 18 mesi, i Pediatri di famiglia sono in grado di iden-tificare precocemente alcuni “indicatori di rischio” caratteriz-zati, in prevalenza, da “atipie Comportamentali” rilevabili, seaccuratamente ricercati, sin dai primi mesi di vita. Il Pediatraha il “privilegio” di conoscere il bambino e la sua famiglia sindai primi giorni di vita. Si trova nella condizione più favorevoleper osservare le prime fasi della sua crescita e dello sviluppopsicomotorio. E’ in grado di comprendere, meglio di qualsiasialtro operatore sanitario, le dinamiche e le relazioni intrafami-liari e di cogliere, per primo, i segnali di un disagio psicosociale.La nostra posizione di osservatori privilegiati ci deve “obbli-gare” ad identificare precocemente tutti gli indicatori di rischiodi un potenziale Disturbo Generalizzato dello Sviluppo. Tutti iPediatri di Famiglia, che in questo momento mi onoro di rap-presentare di fronte a questa prestigiosa commissione, sonopronti a rivestire questo ruolo “Sentinella”. abbiamo solo bi-sogno, ha ribadito il Dott Rachele, di una legge che sia in gradodi aiutarci in questa delicata attività clinica che,comunque, de-sideriamo svolgere nell’esclusivo interesse del bambino e dellasua famiglia. Vogliamo essere attori per dare sostegno alla ge-nitorialità e fornire gli strumenti più efficaci per stimolare inmaniera adeguata ed appropriata il proprio bambino sin daiprimi giorni di vita.

Questo impegno che desideriamo assumerci nasce dal desi-derio e dalla comprensibile necessità di fare una diagnosi ed untrattamento tempestivo che tenga conto delle abilità e delle ca-pacità del bambino e ci induca all’uso di strumenti educativied abilitativi validati e basati su un approccio globale che coin-volga tutti gli operatori della rete assistenziale (Famiglia,Scuola, Servizi di Neuropsichiatria, Pediatri, Centri di Riferi-mento). ancora oggi siamo costretti ad osservare, impotenti, al-cune criticità che rischiano di vanificare gli impegni ed isacrifici delle famiglie e degli stessi operatori sanitari che, conpassione, si occupano quotidianamente del bambino autistico.Mi riferisco,in particolare, all’intrusione nella rete assistenziale,di personale senza le necessarie competenze, alla carenza deiServizi Territoriali di Neuropsichiatria Infantile e, laddove pre-senti, alla difficoltà ad instaurare una comunicazione stabile edefficace con l’obiettivo di garantire ai nostri assistiti la conti-

nuità delle cure. ancora più difficile appare l’integrazione socioassistenziale e la relazione con gli insegnanti ed i dirigenti sco-lastici che talvolta,inconsapevolmente, consentono, in ambitoscolastico, la realizzazione di Progetti sull’autismo poco effi-caci.

Il Dott. Rachele ha richiesto, con forza, una legge capace di“proteggere” prima e definire poi, un “piano personalizzato”che consenta un percorso virtuoso che lo accompagni ad unadiagnosi tempestiva, ad un trattamento continuativo ed integratocapace di agevolare il progetto formativo e l’inserimento nelmondo del lavoro.

Per rendere possibile e realistico questo progetto, il Dott.Rachele ha invitato i componenti della commissione a prenderein considerazione nei propri Disegni di Legge i seguenti puntiprogrammatici:

A) Promuovere un processo di Integrazione tra la Scuola diNeuropsichiatria Infantile della Federazione Italiana MediciPediatri (Fimp) e l’Istituto Superiore di Sanità con l’obiettivodi condividere la revisione e l’aggiornamento triennale dellelinee guida sull’autismo. B) Promuovere la Formazione dei Pediatri di Famiglia per fa-vorire l’acquisizione di competenze sull’utilizzo degli strumentiidonei alla diagnosi tempestiva.C) Facilitare azioni programmatiche, con il coinvolgimento di-retto del Pediatra, finalizzate alla prevenzione, alla cura e allariabilitazione del bambino con autismo. D) Incentivare la realizzazione di servizi gestiti da unità fun-zionali multidisciplinari all’interno delle aggregazioni della Pe-diatria di Famiglia per la cura e la riabilitazione dei bambiniaffetti da disturbi dello spettro autistico.E) Promuovere la realizzazione della Rete assistenziale e pre-vedere la nomina di un Case Maneger capace di coordinare leopportunità assistenziali nei vari contesti di vita e di lavoro delsoggetto affetto da autismo (Famiglia,Scuola,Servizi di Neu-ropsichiatria, Centri di Riferimento, Pediatri di Famiglia, Ser-vizi Sociali).F) Definire, per le singole figure professionali, le competenzeda acquisire per la partecipazione a Progetti inerenti la patolo-gia dello Spettro autistico.

Nel concludere, il Dott. Rachele ha riferito che tutti questipunti progettuali, virtualmente concatenati, devono realizzareuna “Rete assistenziale di Protezione ed assistenza” capace digarantire una vita affettiva, scolastica e lavorativa nel rispettodella dignità della persona umana.

E ricordando agli Onorevoli Senatori, che la Pediatria di Fa-miglia è considerata tra le prime al mondo in termini di effi-cienza e qualità, ha auspicato che la futura legge aiuti i singoliPediatri a raggiungere un ambizioso obiettivo, quello di man-tenere un livello assistenziale di qualità anche per la cura deibambini con Sindrome dello Spettro Autistico.

Dott. carMelo rachele

Consigliere dell’Ordine dei Medici di Latina, Membro del DirettivoRegionale Fimp Lazio Responsabile Nazionale della Scuola di Neuropsichiatria Infantile Federazione Italiana Medici Pediatri

L’intero documento è visionabile alla pagina https://www.senato.it/application/xmanager/projects/leg17/at-tachments/documento_evento_procedura_commissione/files/000/000/917/Dott._Rachele.pdf