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LE INTERVISTE LE INTERVISTE VALERIE STILL VALERIE STILL PIERO BUCCHI PIERO BUCCHI S S C C U U S S A A T T E E I I L L R R I I T T A A R R D D O O BASKETTIAMO MAGAZINE #2 - 20 gennaio 2012 Mi ritorni in mente Oltreoceano Oltreoceano L’alfabeto L’alfabeto Una canzone per te

Baskettiamo Magazine #2 - Gennaio 2012

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Magazine mensile sulla pallacanestro a cura di Baskettiamo.com, sito dedicato alla palla a spicchi

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LLEE IINNTTEERRVVIISSTTEELLEE IINNTTEERRVVIISSTTEE

VVAALLEERRIIEE SSTTIILLLLVVAALLEERRIIEE SSTTIILLLL

PPIIEERROO BBUUCCCCHHIIPPIIEERROO BBUUCCCCHHII

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REPORTERDREAM TEAM

Sei un appassionato del la pal la a spicchi? Ti pia-cerebbe scr ivere art ico l i , rea l izzare intervis te(audio/video) , g irare f i lmati del le part i te? Alloranon perdere tempo, entra ne l lo spogl iato io , in-dossa la nostra canotta d i Reporter e scendi sulparquet con i co lor i de l Dream Team di Basket-t iamo.com Cerchiamo col laboratori dai parquet ditutto i l mondo. Entra in contatto con la nostra re-dazione e proponit i scr ivendoci a l l ’ indir izzo re-porter@baskett iamo.com

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Giro di boa per i l cam-

pionato, tempo di

primi verdetti , con

conferme, sorprese e delu-

sioni. Le 4 sconf itte incas-

sate da Siena fanno rumore

ma non tolgono al la Piani-

giani band lo scettro del co-

mando. Nonostante infortuni

e dif f icoltà di ogni genere,

comanda sempre Siena. E al-

lore al le prossime Final Eight

di Torino saranno proprio i

banchieri senesi l ’avversario

da battere. Scorrendo la

classif ica applausi vanno tri-

butati a Pesaro che ritorna ai

piani alt i e chiude l ’andata al

secondo posto. Per trovare la

maglia nera non c’è molto da

pensare... sf ido chiunque a

non indicare nella Milano di

Scariolo la squadra che ha

mandato in panne gli scom-

mettitori. Oggi come oggi non

è certo l ’Olimpia la princi-

pale candidata a togliere lo

scettro di regina a Siena. Lo

diverrà? Forse sì o forse no,

i l tempo, galantuomo, ce lo

dirà! Intanto mentre chiu-

diamo questo secondo nu-

mero di Baskettiamo

Magazine giunge, neanche

tanto inaspettata, la notizia

dell ’abbandono, a f ine sta-

gione, di Toti. Basta con i l

basket, ha tuonato i l patron

capitol ino. E prima di lui

l ’aveva fatto Benetton, men-

tre da più franchige si odono

grida disperate. Ma questo

basket è davvero al la canna

del gas? I l l ivel lo di al larme

si alza sempre di più ed in

tutto questo dai “palazzi” non

si percepiscono segnali posi-

t ivi . La rinuncia a Meneghin,

uomo simbolo della pallaca-

nestro tricolore, sarà la pa-

nacea dei mali della palla a

spicchi nostrana? Magari

fosse così, i l buon Dino

avrebbe già fatto non uno ma

due e anche tre passi indie-

tro.

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DIRETTORE RESPONSABILEDIRETTORE RESPONSABILE

Salvatore Cavallo Salvatore Cavallo

CONDIRETTORE CONDIRETTORE

Andrea Ninett i Andrea Ninett i

REDAZIONEREDAZIONE

Vincenzo CentoreVincenzo Centore

PROGETTO GRAFICOPROGETTO GRAFICO

I talReporterItalReporter

www.baskettiamo.com www.baskettiamo.com [email protected]@baskettiamo.com

Hanno collaborato:Hanno collaborato:

F i l i ppo A l ess iF i l i ppo A l ess iA l essand ro De l l i Pao l i A l essand ro De l l i Pao l i L i l l y Mazzone L i l l y Mazzone G iusepe Mazzone G iusepe Mazzone F rancesca Me iF rancesca Me iEugen io S im io l iEugen io S im io l i

Per le fotografie Per le fotografie Ciamillo&CastoriaCiamillo&Castoria

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Testata giornalistica in attesa di registrazione

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BORDO CAMPO BORDO CAMPO 88 NUMBERSNUMBERS 4444

Intervista a Mustafa Shakur I numeri della Lega A

a cura di Salvatore Cavallo a cura di Vincenzo Centore

FOCUSFOCUS 1414 MI RITORNI IN MENTEMI RITORNI IN MENTE 4646

Scatti imperdibili Roma – Milano finale scudetto 1983

L’ALFABETO DI GENNAIOL’ALFABETO DI GENNAIO 2828 a cura di Eugenio Simioli

Il basket dalla G alla O UP&DOWN UP&DOWN 5252

a cura di Vincenzo Centore Il meglio e il peggio in Lega2

DONNE E CANESTRI DONNE E CANESTRI 3030 a cura di Giuseppe Mazzone

Intervista a Valerie Still OLTREOCEANOOLTREOCEANO 5454

a cura di Francesca Mei a cura di Francesco Alessi

OVERTIME OVERTIME 3636 TIME OUT TIME OUT 5656

Intervista a Piero Bucchi a cura di Andrea Ninetti

a cura di Lilly Mazzone INDOVINA CHIINDOVINA CHI 5858

UNA CANZONE PER TEUNA CANZONE PER TE 4242

Gentile, tocca a te

a cura di Alessandro delli Paoli

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In Italia si è presentato sul parquet di Avellino segnando 30 punti con 11/16 al tiro e 31 di va-lutazione, firmando così il primo storico successo in serie A di Casale Monferrato. Era il 20novembre e Mustafa Shakur sbarcava nel pianeta Lega A. Da quel momento il play di Phi-

ladelphia si è imposto all’attenzione come una delle più piacevoli novità del panorama cestisticodel Bel Paese, attestandosi ai vertici della classifica marcatori ma anche di valutazione comples-siva. Ora in Piemonte sognano di non essere semplici meteore nell’universo della massima serie

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e con Mustafa Shakurnulla è impossibile.Polonia, Spagna, Gre-cia, Francia ed ora fi-nalmente Italia: comegiudica il basket ita-liano? “In Italia ci sono tantigiocatori di talento esquadre competitive. Ilbasket italiano è senzadubbio al top in Eu-ropa”. Quali differenze hanotato tra il basketitaliano e quello degli

altri campionati euro-pei? “È duro il confronto perchéin Europa l’ultima volta ciho giocato 2 anni fa. LeLeghe e il talento cambianonotevolmente da paese apaese, mentre il paragonecon la Francia è impossibileperché lì non ho giocato ab-bastanza.”Immaginava di avereun impatto così im-portante sul rendi-mento di CasaleMonferrato che

prima del suo arrivonon aveva mai vinto? “Sono felice di aver con-tribuito a migliorare leprestazioni della squadra,immaginavo, tuttavia, dipoter aiutare la squadra avincere”. I tifosi hanno già vistoil miglior Shakur op-pure possono aspet-tarsi di più? “Non credo di aver giocatoal meglio, ma lo farò moltopresto”. Quali sono i tuoi

punti di forza e di de-bolezza? “Cerco sempre di aiutare lasquadra a dare il massimoquando gioco playmaker oin difesa”. Un assist o un tiro:con l’ultimo pallonetra le mani cosa fare-sti? “Qualunque cosa sia utile avincere la partita”.Con chi dividi la ca-mera quando vai intrasferta? “Condivido la stanza con

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Stefano Gentile. Penso che sia un giovane play-guardia molto brillante esono sicuro che un giorno potrà essere un allenatore. È un ragazzo davverointelligente dentro e fuori dal campo”.È su Facebook e Twitter:quanto le piac-ciono i socialnetwork? “È un grandesbocco per condi-videre le cose chesono positive e lenotizie meritevoli.

Ma cerco di non in-vestire troppo del mio

tempo nei social media. È un modo per interagire con i mieifan e amici, ma anche per dare gli aggiornamenti ma non una granparte della mia giornata”. Il suo sito è dedicato alla fondazione Part of the solution: ci parli di quest’iniziativa? “È un programma destinato ad aiutare i giovani di Philadelphia attraverso lo sport e i docenti universitari. Speriamo cheun giorno possa diventare più di un marchio globale aiutando in una varietà di modi a cambiare la vita”.Nel suo futuro c’è ancora il sogno Nba? Sì, la NBA è sempre in cima alla mia lista. Ma non escludo di continuare a giocare all’estero”.

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DAVID ANDERSENDAVID ANDERSENSiena forse non sarà più il rullocompressore delle scorsestagioni ma poi guardi la

classifica e i biancoverdi sonosempre in vetta, anche grazieall’esperienza di un campionecome il biondo australiano.

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ANDRE COLLINSANDRE COLLINSDopo un inizio sopra le righe, laCaserta di Sacripanti ha vissutoun periodo balbettante che ne

ha fatto precipitare lequotazioni: Collins & companysaranno in grado di rialzarsi?

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DANIELE CAVALIERODANIELE CAVALIEROUn mese ad alta quota per la

Scavolini Siviglia che ha preso avolare chiudendo l’andata alsecondo posto in classifica.Saranno i biancorossi la minavagante in coppa Italia e nei

prossimi playoff?

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GIANLUCA LULLGIANLUCA LULLIICapitan Lulli come tutta Teramonon ha voglia di vestire i pannidella vittima predestinata; gliinnesti in corsa sembrano potergarantire agli abruzzesi quelsalto di qualità per la lotta

salvezza.

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YAKOUBA DIAWARA“Kuba”, parigino di origini

senegalesi, è un valore aggiuntoper Varese. L’esperienza dell’exFortitudo e Brindisi, con tantodi pedigree NBA, servirà percentrare i playoff e provare a

superare il primo turno.

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TEO SORAGNATEO SORAGNALa caduta libera dei piemontesi,passati dalla lotta primatoall’esclusione dalla F8 in unmese, potrebbe essersi

arrestata con il successo suMilano. Da capitan Soragna èarrivato il buon esempio.

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SZYMONSZYMON SZEWCZYKSZEWCZYKVenezia è la 5ª neopromossa a

centrare le Final Eight,un’impresa possibile anchegrazie al lungo polacco dal

nome quasi impronunciabile masenza dubbio perno di una

matricola terribile.

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L’alfabeto dL’alfabeto d i GENNAIOi GENNAIOdi Vincenzo Centore

GGEENNNNAAIIOO

GENTILE - Mentre papà Nando cerca la quadratura del cerchio a Veroli, il fi-glio Alessandro ha firmato il contratto più importante della sua pur giovanissimacarriera con Milano che, dopo la fine del lock out Nba, ha puntato dritto sulla classee il talento del figlio di Nandokan per rimpiazzare Gallinari.

EMPORIO ARMANI - Partiti con i favori del pronostico, i meneghini fati-cano a trovare l’amalgama. Dopo una soffertissima qualificazione in Eurolega, 3sconfitte di fila in campionato la relegano a 4 punti dalla Mps capolista. Scariolonecessita ancora di tempo per sferrare l’attacco ai pluricampioni d’Italia.

NONOSTANTE un avvio di stagione da cenerentola della massima serie, la Ban-caTercas di coach Ramagli ha saputo invertire la rotta e con quattro successi di filaha lasciato l’ultima, peraltro scomodissima, posizione. Della serie il lavoro (e qualchepiccolo aggiustamento di mercato) paga….

NEOPROMOSSA - Coach anagraficamente giovane ma navigato. Tradizione edentusiasmo della piazza. L’identikit è dell’Umana Venezia, la bella sorpresa di metàstagione. I lagunari hanno assimilato il salto di categoria giocando un basket diestrema qualità meritando anche di staccare il biglietto per le Final Eight.

ALEXANDER DJORDJEVIC – Tra infortuni e vicissitudini varie, come la ces-sione di Gentile e la perdita di Scalabrine, ha dovuto ridisegnare il volto della suaBenetton. Eppure ha saputo firmare un’impresa come quella di espugnare Milanoed ora è atteso dalla prova in Europa per le Last 16 di Eurocup. Timoniere indomito.

INDOMITI i campioni in carica. Siena, per la prima volta con volto umano e ap-parentemente più raggiungibile, si conferma ancora una volta in vetta al giro di boa.Le 4 sconfitte e le difficoltà incontrate dicono che ci sarà un equilibrio maggiore,ma per ora è ancora la compagine di Pianigiani a guardare tutti dall’alto.

OTTO le squadre che si giocheranno la Coppa Italia quest’anno in programmaa Torino. L’ultimo turno di campionato ha sciolto le riserve e delineato gli accoppia-menti per il lungo week end piemontese. Riusciranno le avversarie a spezzare l’ege-monia senese?La prima a provarci sarà la Dinamo di coach Sacchetti.

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Valerie Still,pioniera delbasket pro-

fessionistico fem-minile, una storiache ti verrebbe dascriverci un libro.Intanto, un libro,il primo di Valeriecome autrice,uscirà a finemese.E' stata la pio-niera assolutadella storia delbasket femminileprofessionist ico,ha ottenuto premie riconoscimentidi ogni genere. InItalia, dove hagiocato nella PoolComense deglianni d’oro, ha la-sciato il cuore euna parte di sé,oltre che tantiamici. E' qui chevorrebbe tornareun giorno nonmolto lontano.Nel frattempo hafatto tanto, hasofferto tanto maha anche gioitotanto, perché “godersi ogniattimo” è la sua filosofia divita. Il suo primo pensieroora è suo figlio quindicenne,ma buona parte del tempo lodedica al prossimo, ai piùgiovani, grazie alla sua fon-

dazione e alla sua attivitàcon il fratello: il suo “con-tributo per un mondo mi-gliore”, come lei stessa dice.Giocatrice, musicista, alle-natrice, autrice,mamma...cosa fa ValerieStill esattamente adesso

nella vita?“Prima di tuttosono la mamma eil coach di mio fi-glio Aaron!!! Luiè la gioia dellamia vita. E poisono una autrice,ho appena scrittoun libro per ra-gazzi che usciràproprio alla finedi gennaio. Sonop a r t i c o l a r m e n t eemozionata perquesta cosa. Inol-tre io e mio fra-tello Dennisgestiamo un busi-ness insieme: unapalestra, uncampo di allena-mento, dove alle-niamo giovani eadulti, sia a li-vello individualeche di squadra.Infine, ho appenainiziato a con-durre uno showtelevisivo a Kan-sas City. Si trattadi uno show sullosport dedicatoalle donne. E sto

anche lavorando a un realityshow per lo sviluppo delleprossime star NBA e chissànon possa esserlo propriomio figlio Aaron. Credo saràdivertente e curioso per gliappassionati seguire in tv la

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DONNE E BASKET:DONNE E BASKET: VALERIE STILLVALERIE STILL

“AMO L’ITALIA VORREI TORNARE”

di Francesca Mei

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nostra vita di tutti giorni e vedere comealleniamo Aaron in vista di una possibilecarriera NBA. Detto questo, quello chedavvero faccio è prendere il meglio cheviene dalla vita, e vivere ogni momentoconsapevoledel fatto cheogni attimoche viviamoè prezioso”.Giochi an-cora ognitanto?“No, nongioco più.Negli ultimianni dellamia carrieraprofessioni-stica negliStati Unitimi sonorotta una ca-viglia e que-sto mi hacreato alcunip r o b l e m i .Ora più chealtro mipiace guar-dare mio fi-glio giocare.Ma comun-que resto attiva e mi piacciono un po’ tuttigli sport, specie se permettono di stare al-l’aperto”.E a proposito della tua attività di alle-natrice? E' vero che alleni tuo figlio?“Si, sto allenando mio figlio e gli insegnotutto quello che so sul basket, e non solo.Gioca nell’high school, in una piccolascuola privata a Lawrence, nel Kansas. Ha15 anni e deve ancora crescere e svilup-parsi. Ma è alto già 2.05 metri e porta il49 di scarpe. Adoro guardarlo crescere esvilupparsi come giocatore e come per-sona”.Esiste una Valerie Still Foundation. Dicosa si tratta?“La Valerie Still Foundation è una orga-nizzazione cui ho dato vita quando ancoragiocavo a livello professionistico. E' de-dicata a giovani ragazze e ha l’obiettivodi aiutarle ad avere maggiore fiducia neipropri mezzi ed essere a proprio agio conse stesse. Ho voluto in questo modo dareil mio contributo per un mondo migliore,aiutando gli altri appunto. Con questa fon-

dazione sviluppiamo programmi e orga-nizziamo eventi che aiutano i giovani acrescere e diventare adulti sani ed esserefiduciosi nei confronti della vita. Perchého creato questa fondazione? Perché amo

i bambini e penso siamolto importante aiutarlia raggiungere il loropieno potenziale”.Qual è la cosa più im-portante che hai impa-rato nella tua vita e chevuoi trasferire ai gio-vani?“La cosa più importanteche ho imparato dallavita è che devi godere diogni momento ed essereorgoglioso di ciò che sei.Devi trovare la tua pas-sione e non permettere anessuno di convincertiche c'è qualcosa che tunon sappia fare. Che nonbisogna pensare al pas-sato o preoccuparsi delfuturo. Che bisogna es-sere sicuri di dare e di ri-cevere amore. E anche dinon realizzare solo all’ul-timo, quando ormai lepersone non ci sono più,di quanto poco amore ab-

biamo dato”. Alleni tuo figlio, segui la fondazione,scrivi, ma lavori anche con tuo fratello.Cosa fate insieme e quanto è importanteDennis per te?“Adoro mio fratello Dennis. Quando miamadre morì, nel 2010, Dennis era con mefinché mia madre non esalò gli ultimi re-spiri. Mia mamma allora rimaneva in vitasolo grazie alle macchine e a un certopunto dovetti prendere la dolorosa deci-sione di interrompere questa procedura.Mio fratello è rimasto con me per tutto iltempo. La morte di mia mamma è stata lapeggiore cosa che mi sia mai capitata. E'stata inaspettata. Lei è stata una personaincredibile e ho ancora un vuoto immensonel mio cuore che mai si rimarginerà.Dopo la sua morte, ho deciso di trasfe-rirmi in Kansas per stare vicino a mio fra-tello. Lui aveva un campo di allenamentoe ora vi lavoriamo insieme per aiutare lagente a soddisfare i propri bisogni di alle-namento. Aiutiamo le persone a essere piùattive e a godersi il gioco del basket.

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Anche Dennis è stato un giocatore professio-nista di basket, ha giocato in Francia, in SudAmerica e nelle Filippine”.Nonostante gli anni trascorsi, detieni an-cora due record nell'Università del Ken-tucky come miglior scorer e migliorrimbalzista. Come ci si sente ad essere unaparte importante del storia del basket?“Credo che detenere dei record in uno dei piùgrandi college per il basket sia un vero onore.Nonostante questo, sono molto più orgogliosadi essere stata una pioniera del basket femmi-nile in generale. Quello che io ho fatto comegiocatrice di pallacanestro ha permesso atante donne di divertirsi giocando e di realiz-zare I propri sogni di giocare a livello profes-sionale. Ha anche cambiato la prospettivadella nostra società nei riguardi del ruolodella donna. Nel 1982 ho fatto parte del primocampionato NCAA femminile, sono stata unadelle prime giocatrici americane a giocare alivello professionistico in un paese straniero,proprio l'Italia, ho fatto parte della primasquadra professionistica femminile di basketad essere accolta alla Casa Bianca, nel 1982la squadra femminile dell'Università del Ken-tucky vinse il campionato SEC e io fui laprima donna ad essere inserita nella Hall ofFame dell'Università, sono stata la prima gio-catrice professionista di cui l'Università delKentucky ha ritirato la maglia, sono statamembro della prima lega professionistica chediede vita al basket professionistico femmi-nile negli Stati Uniti. Insomma, anche se I ri-sultati che ho ottenuto rappresentanto per metutti un grande onore, sono ancora più orgo-gliosa dei miei antenati, che hanno lottatocontro la schiavitù, contro il bigottismo, con-tro il razzismo, l'elitarismo, il sessismo, e mihanno permesso di gettare le basi per diven-tare quella che sono oggi...”In una intervista hai detto che nonostante Itanti anni passati, ti senti ancora una “Wil-dcat”...cosa intendi?“Dopo aver studiato all'Università del Ken-tucky (ho una laurea in veterinaria) ho viag-giato tantissimo per il mondo e ho ottenutoanche il mio master e il dottorato all'Univer-sità dell'Ohio. Ma in tutto questo tempo, conl'Università del Kentucky e le WildCats concui ho giocato, ho sempre avuto un legamespeciale. Perché speciale è stato il periodo tra-scorso lì. Ho ancora tanti amici lì e lì c'è an-cora la mia famiglia di Lexington. Ora vivonel Kansas, vicino all'Università del Kansas,ma amiamo le Wildcats!”Fra tutte le tue esperienze e I tuoi risultati,

c'è anche la tua parentesi di vita in Italia.Quali sono I tuoi ricordi? Sei ancora in con-tatto con qualcuno?“I miei anni in Italia sono stati I migliori dellamia vita. Ho fatto un sacco di cose incredibil-mente pazze, ma ho vissuto la vita in pieno,così come dovrebbe essere vissuta la vita daognuno di noi. Ho amato uomini incredibil-mente sexy che mi hanno fatto sentire altret-tanto sexy e bellissima, ho mangiato i cibi piùdeliziosi, ho bevuto il vino più prezioso, hovisitato alcuni dei luoghi più belli del mondo,ho stretto amicizia con le persone più altruistee disponibili, ho giocato il basket più incredi-bile, ho ballato (talvolta per tutta la notte) neipiù divertenti club, ho trascorso momenti incui ho riso tanto e momenti passati a piangere,sapendo che questi mi avrebbero insegnato vi-vere. I ricordi che ho dell'Italia saranno persempre impressi nel mio cuore. Quando stomale e sono giù, penso all'Italia e mi sentomeglio.

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Ho così tanti ricordidell'Italia. Come lamia prima esperienzaamorosa, che restaancora molto spe-ciale per me, anchese fu molto compli-cata, ma mi aiutò acapire tante cosedella vita, compresoil fatto che potevoessere amata. La miafamiglia italiana, lafamiglia Grossi diSesto San Giovanni,mi accolse comefossi stata parte dellaloro stessa famiglia,a loro voglio un granbene e sono loro ri-conoscente. DavideDezan per me è comeun fratello, il pa-drino di mio figlioAaron. E' stato ado-rabile nei miei anniitalianie ioa d o r olui. InI t a l i aho la-s c i a t ot a n t ia m i c iche mih a n n oaiutataa cre-s c e r e .Prove-niendoda unaf a m i -

glia un po' disastratae da una Americacon la sua estremaforma di razzismo, lavita in Italia mi hainsegnato che potevoessere bellissima,amata, importante. Ilmio sogno è quellodi tornare a vivere inItalia non appenamio figlio avrà ter-minato l'high school.Molti dei miei amicisono in Italia. L'Ita-lia è magica. Hafatto di me ciò che iosono oggi. In Italiaho imparato final-mente ad accettarmiper quello che sono”.E gli appassionatidi basket italiani tiadorano e ti ricor-dano con grande af-fetto. Cosa direstiloro?“Amo l'Italia!!!Devo ritornare!!!Grazie, Grazie, Gra-zie per tutti i bei ri-co rd i . . .R i to rne ro ’ !Seguitemi su Face-book e fatemi saperecome state!”Fra le tante coseche fai e che haifatto, suoni anche il

piano. Hai anche te-nuto concerti e faiparte di una band.Come è nata questapassione?“Quando ero moltogiovane, mia mammasi rese conto che eromusicalmente dotatae al mio settimocompleanno iniziaile mie prime lezioni

di piano. Ho ancheimparato a suonarela tromba, il cornofrancese, il sasso-fono, la chitarra eanche il basso.Adoro la musica esuonare strumenti.Mia madre voleva

d i v e n -tassi unam u s i c i -sta. Hos u o n a t on e l l ab a n ddella miah i g hschool eho ini-ziato as u o n a r eper cori,t e n e n d oc o n c e r t ie scri-v e n d o

canzoni quando an-cora ero molto gio-vane. Ho suonatocon diverse band, mal'ultima con cui hosuonato è stataquando vivevo a Co-lumbus, nell'Ohio. Ilnome della band è“State of Mind”,suoniamo jazz,R&B, pop e musicacristiana.

S u o n oogni tipodi mu-s i c a ,anche sesono cre-s c i u t acon laclass ica .In Italiaa v e v oanche re-g i s t r a t odei di-s ch i . . . f umolto di-v e r -

tente!! Quandosuono il pianofortemi sento vicina a miamamma. E pensosempre a quanto leiamerebbe ascoltarmisuonare. Era così or-gogliosa del mio ta-lento musicale”.Ora però hai ap-pena iniziato unanuova avventura.Sta per uscire il tuoprimo libro. Cosapuoi dire in propo-sito?“Uscirà alla fine digennaio e sono parti-colarmente eccitataper questo. Ho ini-ziato a scrivere que-sta serie nel 2004,quando stavo attra-versando un mo-mento difficile con ilmio matrimonio eavevo bisogno di

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fare qualcosa che miaiutasse a sentirmi me-glio. Ho scoperto la sto-ria della mia famigliaed è stato incredibile.Sono tornata al collegee ho preso il diploma inStudi Afro-Americani eanche la laurea inSports Humanities al-l'Ohio State University,di cui sono anche statainsegnante per un po'.Dopo la storia della miafamiglia, fra un annouscirà anche la mia au-tobiografia”.Hai appunto sposatoun ex giocatore dellatua stessa università,conosciuto in Italia,Rob Lock, ma hai divorziato e hai cresciutotuo figlio da single. Come sei riuscita a ge-stire tutto?“Una delle cose più dure della mia vita è statala distruzione della mia famiglia in seguito aldivorzio. E mio figlio è cresciuto senza l'inte-resse e l'attenzione da parte del padre. Iostessa sono cresciuta con un padre che nonera coinvolto nella mia vita. So bene cosa si-gnifica e cosa questo implica. Non volevosuccedesse anche ad Aaron ma è successo.Quando sono tornata negli Stati Uniti, che poifu la decisione del mio ex marito, scoprii chela sua famiglia non era felice che noi duestessimo insieme perché avevo un colore dipelle un po' più scuro rispetto al loro. Quandoci siamo sposati, diventò sempre peggio. E'davvero difficile non essere accettati solo acausa del colore della propria pelle. Questa èuna delle ragioniper cui lotto tantocontro il razzismo.So come ci si sente.Quando il mio exmarito abbandonòAaron e me, fu cosìdoloroso per mevedere Aaron cer-care di darsi dellerisposte e non tro-varle. Ho decisoche finché Aaronnon avrà terminatol'high school saròsempre disposta afare sacrifici e a ri-

nunciare a qualsiasi cosa pur diassicurarmi che la sua vita nonvenga toccata negativamente daldivorzio. Sono rimasta nellastessa casa e nello stesso quar-tiere finché mia madre è morta,perché pensavo che Aaron avessebisogno di vivere in maniera sta-bile e vicino ai suoi amici il piùa lungo possibile. Siamo passatiattraverso momenti davverotanto difficili, ma questo ci haresi ancora più forti. Ci siamotrasferiti nel Kansas dopo lamorte di mia mamma per starepiù vicini a mio fratello. Dennisper me è stato di grande supportooltre che una figura paterna permio figlio. Allena Aaron a baskete lo aiuta a svilupparsi e a diven-tare un uomo meraviglioso e

forte. Adora Aaron come un figlio e lo aiutain ogni aspetto della vita. Ora Aaron ha an-cora due anni di high school e sta frequen-tando un'ottima scuola che lo preparerà alcollege oltre che alla vita. Così, io sto ini-ziando a preparare la mia vita “dopo-Aaron”.

Come tu sei importante per tuo figlioAaron, così tua madre, come spesso hai di-chiarato, è stata fondamentale per te. Qualisono I valori che ti ha trasmesso e quanto èstata importante proprio nella crescita dituo figlio?“Mia mamma era una delle persone più mera-vigliose al mondo. Ogni cosa io faccia, ognicosa io abbia ottenuto, ogni cosa di buono cheio riesco a produrre è grazie a lei. Miamamma ha vissuto una vita di lotta e di sfida.Non aveva molto dal punto di vista materiale

ma ha cresciuto 10bambini in una si-tuazione molto di-sagiata.E sebbene nonpossedesse nulladal punto di vistamateriale, ai suoifigli ha dato e la-sciato le cose piùpreziose, la con-vinzione di unmondo in cui tuttoè possibile. Mi hainsegnato che eroin grado di faretutto quello che mi

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mettevo in testa difare. Mi ha insegnatoche non sono maisola, che c'è un Dioche ci ama e cheprovvede ai nostribisogni. Mi ha inse-gnato che ho avutotutto e che sono statala figlia di un re,proprio perché nullami mancava. Ha vis-suto la sua vitadando l'esempio aglialtri. E' stata la piùaffettuosa, la più di-sponibile, la più sag-gia, la più amorevolee bella persona checonosco. E' stata lamia migliore amica,la mia mentore, lamia fan, miamamma, la mia inse-gnante, e una nonnaincredibile. La per-sona più forte cheabbia mai cono-sciuto. Quando èmorta si è creata nelmio cuore una veravoragine che nonpotrà mai più gua-rire. Penso a lei ognigiorno e mi mancamolto. Dopo la suamorte, per un po' hopensato di non poter-cela fare ad andareavanti, ma ora so cheil mio compito èquello di traman-dare, attraverso ciòche faccio ognigiorno, tutto quelloche mi ha lasciato ineredità. Potrei direancora così tantealtre cose su miamadre che non baste-rebbe il tempo e lospazio per esprimerequello che miamadre ha rappresen-tato per me. Credoche, se sono unabuona mamma per

Aaron, lo sono solograzie all'esempioche ho avuto io conla mia di madre”.E il basket? Cosaha rappresentatoper te? Cosa ti hainsegnato?“ L apallaca-n e s t r omi hai n s e -g n a t oc h en e l l avita bi-s o g n aseguirela pro-p r i ap a s -s i o n e .Quandoero unar a g a z -z i n a ,a m a v ogiocarefuori ea m a v ogiocarea ba-s k e t .M o l t imi di-cevano che dovevofare qualcosa chefosse più “appro-priato” per una fem-mina ma io amavogiocare a pallacane-stro. Anche se moltogiovane, sapevo cosami avrebbe reso fe-lice o volevo farlononostante tuttoquello che mi di-cesse e pensasse lagente. Oggi incorag-gio I giovani a se-guire il propriocuore e la propriapassione per conse-guire I loro scopisulla Terra. Il basketmi ha insegnato che

va bene sognare ed èancora meglio essereconsapevoli che unsogno è un sogno,qualcosa che non ècosì irreale che nes-suno può immagi-nare possa

realizzarsi. Il basketmi ha insegnato cosa

è importante, cosa tifa sentire vivo e to-

talmente consape-vole del momentoche stai vivendo”.A che punto è il ba-sket femminile negliStati Uniti?“Credo che la palla-

canestro femminilenegli States stia fa-cendo bene. Io e mio

fratello al-l e n i a m otante ra-gazze chegiocano abasket. Mala cosa piùi m p o r t a n t eè che questeragazze fac-ciano qual-cosa cheamano, chele appas-siona e leaiuta a stare

bene. Tutto il restoha poca importanza”.

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Piero Bucchi riparte con entusiasmo da Brindisi alla conquista di un nuovo impor-

tante traguardo: riportare la stella del Sud nell’olimpo del basket. Chiusa a dop-

pia mandata l’esperienza in casa Olimpia Milano, ha scelto in estate un obiettivo

prestigioso ma allo stesso tempo impegnativo, in una piazza da sempre alimentata a

pane e basket che, seppur ferita dalla retrocessione della scorsa stagione, senza un attimo

di esitazione, ha rinnovato ad occhi chiusi il patto di sangue con il pala Pentassuglia.

Quell’arena che può farti diventare un eroe, ma che può sfollare anticipatamente o con-

testarti sonoramente dopo una sconfitta. Dopo cinque mesi in riva all’Adriatico Bucchi

ha già provato tutto questo. Ha attraversato il tunnel buio delle sconfitte in avvio di sta-

gione, ha dato un calcio alla crisi inanellando sei vittorie consecutive, ha masticato

amaro per tre giornate in fila, prima di riaccendere la luce proprio nella “sua” basket city.

Con l’eleganza e la determinazione che lo contraddistinguono si è calato nella realtà

brindisina divenendo un perfetto direttore d’orchestra tanto sugli spalti, pronti ad esplo-

dere ad un suo cenno dal parterre, che per suoi uomini.

Dopo la sua firma in biancoazzurro, nonostante la retrocessione, 2500 brindisinihanno deciso di rinnovare l’abbonamento a occhi chiusi, ignari del roster che sa-rebbe stato costruito di li a poco.

OVERTIME: PIERO BUCCHIOVERTIME: PIERO BUCCHI

BRINDISI RIPARTIAMOINSIEME

“Qui c’è un progetto serio,rispetto per chi lavora e

grande amore per il basket”

d i L i l l y M a z z o n ed i L i l l y M a z z o n e

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“Sono consapevole di avere una grossa respon-sabilità nei loro confronti. Questa è l’ennesimaprova di fiducia e di amore dei brindisini neiconfronti della pallacanestro, della Società e dichi ha sposato questo progetto”.

Perché sentiva la necessità di calarsi nuova-mente in una realtà del sud?

“Al sud c’è rispetto per chi lavora. C’è grandeamore per il basket, c’è passione, entusiasmo. Ilcalore di questa gente ti aiuta ad ambientarti im-mediatamente”.

Tra tutte, perché la scelta è caduta su Brin-disi?

“Perché il progetto era serio e interessante. C’eravoglia di ripartire con una Società solida. In que-sto periodo di crisi ritengo che sia giusto optare afavore di una realtà solida piuttosto che avventu-rarsi in situazioni affascinanti ma meno con-crete”.

Sposando il progetto Brindisi ha scelto di vi-vere una sfida nella sfida: riportare l’Enel intempi stretti in serie A con una squadra ‘futu-ribile’ nuova per 10/10?

“E’ una scelta rischiosa e stimolante allo stessotempo perché non ci si conosce. E’ la difficoltàche abbiamo incontrato noi e tutte le squadre rico-struite da zero. Credo ci occorrerà ancora un mesedi lavoro prima di colmare completamente questalacuna, che ci vede svantaggiati al cospetto di chiè potuto ripartire dallo zoccolo duro ereditato lascorsa stagione”.

Dopo un avvio tutt’altro che semplice, segnatodagli strascichi della retrocessione, ora il fee-

ling con il pubblico e la città sembra perfetto?

“Credo che il pubblico abbia capito che la squadralavora e combatte. Certo, non siamo ancora per-fetti perché per tanti ragazzi il contesto è ancoranuovo così come il dover giocare per centrare su-bito una promozione. E’ necessaria una concen-

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trazione e uno sforzo di-verso, maggiore, quoti-diano. Non tutti sonoallenati per questo. E’ ildifetto emerso dopo lesei vittorie consecutive:un involontario rilassa-mento ci ha privato diquella giusta cattiveriache ci avrebbe aiutato avincere un paio di gare”.

Quanto la promozionedi Venezia in serie A hacondizionato il campio-nato di Lega Due?

“Credo tanto, perchémolti club hanno co-

struito squadre competi-tive ma non così agguer-rite per tentare subito ilsalto di categoria. Lapromozione della Reyerha aumentato la pres-sione sulle contendenti,che di conseguenzahanno più voglia di pro-varci”.

E’ un campionato ‘ano-malo’ quello che stiamovivendo composto di 15squadre. Quanto puòaiutare o svantaggiareil turno di riposo?

“Il turno di riposo è anti-

patico ma non compro-mettente per nessuno. Inalcuni casi – come suc-cesso a noi – ti permettedi perfezionare dettaglidi gioco e di recuperareun giocatore importantecome Matteo Formenti”.

Il campionato di LegaDue è al giro di boa conReggio Emilia incoro-nata “regina d’in-verno”. Resta l’unicafavorita alla promo-zione diretta o tutto daqui alla fine può ancoracambiare?

“Credo che tutto possaancora cambiare. Barcel-lona è in fase ascendente.Pistoia è una buonasquadra ma dovrà tro-vare nuovi equilibri conl’innesto del nuovoplay”.

Brindisi ha chiuso incassaforte la partecipa-zione alla Final Four,ma quanto le è pesatonon vedere la sua squa-dra in vetta alla classi-fica al termine delgirone di andata?

“Non mi è pesato per

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presunzione o perché era obbligatorio esserci,quanto perché abbiamo lasciato qualche puntoper strada. Con un pizzico di cinismo e di espe-rienza in più probabilmente l’avremmo evitato.Dispiace, ma sono processi di maturazione cheun gruppo nuovo deve affrontare per migliorare

e crescere”.Cosa mancaa questasquadra oltreal cinismo edun pizzico dic on t i nu i t àper diventareuna perfettamacchina daguerra?“Una squadrache vuole vin-cere necessitadi concentra-zione e deter-minazione intutti gli allena-menti e nelle

partite. E’ quello che ci è mancato sino ad ora sulquale stiamo lavorando”.Qual’ è stata la vittoria più bella e sconfitta piùamara di questa stagione?“Le sconfitte sono tutte amare. La vittoria più bellaè stata sicuramente quella contro Scafati che ci haliberati della scimmia che ci portavamo addosso”.Dove può arrivare l’Enel?“Mi piacerebbe creare una mentalità vincente, cheè la cosa più difficile da insegnare in questo mo-mento oltre al giocare e difendere bene”.Quali sono gli elementi che conducono una squa-dra dritta alla promozione?

“La determinazione, la concentrazione quotidiana,il cinismo”.Come si insegna ad una piazza affamata di ba-sket ad aver pazienza?“Non si insegna. Puoi solo impegnarti a far capireche quello che stai facendo è il massimo”. Brindisi contro Scafati ha conquistato un teso-retto importante che potrebbe diventare pre-zioso all’ultima giornata (al Pala Manganol’Enel festeggiò la promozione in serie A)? “Non so di cosa stai parlando!”.

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Le foto di questo servizio sono di DAMIANO TASCOfotografo ufficiale dell'Enel Basket

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ddddiiii AAAAlllleeeessssssssaaaannnnddddrrrroooo ddddeeeellll llll iiii PPPPaaaaoooollll iiii

Ve lo ricordate il vecchio gioco del “Se fosse” di Raffaella Carrà? Propo-nendo una serie di domande, i concorrenti dovevano riuscire ad indovinareil personaggio basandosi su paragoni più o meno indecifrabili.

Ecco, ‘se fosse un film’ sarebbe certamente “Nel nome del Padre”, pellicola del1993 interpretata da Daniel Day Lewis, che fece incetta di premi Oscar.

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‘Se fosse una canzone’, invece, sarebbeun brano di Luciano Ligabue, neanche afarlo apposta datato 1993, come il filmdi cui sopra, dal titolo “Quando tocca ate”.

Se non avete ancora capito di chi stiamoparlando, completiamo il quiz indicandola sua ultima città di arrivo: Milano.

Si, stiamo parlando proprio di Alessan-dro Gentile, l’ultimo talento prodotto dalbasket italiano che ha deciso di lanciarsitra le fila dell’Emporio Armani.

Classe ’92, fratello di Stefano, giocatoredella Novipiù Casale e di Imma, gioca-trice di A1 e, soprattutto, figlio di NandoGentile, un pezzo di storia del basket ita-liano ed europeo e capitano della Pho-nola JuveCaserta che conquistò iltricolore nel 1991.

Ne sta facendo di strada il ‘piccolo’ Gen-tile. Da Maddaloni, città natale, se-guendo la passione del padre, fino adarrivare alle giovanili della Virtus Bolo-gna. Dalle ‘V’ nere ai biancoverdi di Tre-viso con i quali conquista ben due titolinazionali, il primo con l’Under 18 ed ilsecondo con l’Under 19, dominando lafinale contro Siena con 33 punti.

Un talento così promettente non sfuggeagli occhi di coach Sacripanti, tecnicodella Nazionale Under 20 che conquista,proprio con Alessandro a ricoprire lospot di guardia-ala, la medaglia d’ar-gento agli Europei del 2010.

Gentile cresce sempre di più, perfezionail proprio gioco ed acquisisce la persona-lità propria dei grandi giocatori. Quandoil padre non è impegnato a svolgere la

professione di allenatore, è in tribuna aguardare e sostenere il suo ragazzo.

Il passaggio dal settore giovanile allaprima squadra è automatico. Alessandrodebutta in serie A con la Benetton e, trale sue prime partite memorabili, c’è pro-prio quella giocata al PalaMaggiò.

Nel tempio in cui il padre veniva adoratocon un Dio, Gentile segna ben 23 puntimettendo in mostra doti balistiche invi-diabili.

La stagione in corso è quella della defi-nitiva consacrazione ma gli orizzonti diTreviso sono troppo ristretti.

“La scelta è o resti fuori o corri per dav-vero”. Danilo Gallinari ritorna in NBA ecoach Scariolo chiama Gentile. La rispo-sta non si fa attendere.

“Quando tocca a te, tocca a te” sono leparole del cantautore di Correggio che,evidentemente, sono ben fisse nellamente di Alessandro.

Per crescere e diventare una stella, la de-stinazione Milano non poteva esserescelta migliore. Un campionato di ver-tice, un squadra ricca di campioni daiquali attingere esperienza e professiona-lità, il confronto con i più grandi gioca-tori continentali, vista la partecipazioneall’Eurolega, e la scelta è compiuta. ”Per ogni ora passata in campo e non tisporchi neanche la maglietta. Ci vuol su-dore e un minimo di cuore se non vuoi lozero a zero”. La sfida è lanciata. Ora ètutto nelle mani di Gentile.

Alessandro, ‘tocca a te’.

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24i punti messi in carniere dalla Montepaschi Siena che le valgono il primo posto al giro di boa del cam-

pionato seppur con 4 sconfitte; miglior attacco della graduatoria quello della Sidigas Avellino che con gli

84 punti rifilati a Venezia si attesta al primo posto con una media di oltre 81a partita; in fondo alla

classifica di specialità invece la Vanoli Cremona con una bottino di poco al di sopra dei 71 punti a gara. 3 come le sconfitte consecutive per l’Armani Jeans Milano che con lo scivolone di Biella si vede raggiun-

gere da Cantù e Pesaro. Alla squadra di Scariolo non basta la grande prestazione di Fotsis autore di un pre-

gevole 9/9 da due punti che coincide con il record dell’intera stagione; 5 invece le battute d’arrestodella Otto Caserta negli ultimi 6 incontri e record negativo stagionale gli appena 4 punti realizzati nel-l’intero secondo quarto della sfida persa a Sassari.

0 come 0/17, la disastrosa statistica al tiro dal campo fatta registrare dalla coppia Usa Collins-

Bell di Caserta a Sassari -7 la valutazione complessiva dei due mentre di contro miglior performance

della giornata quella di Andre Smith con35 di valutazione, sebbene ancora lontana dal record stagionaledi 47 fatto registrare all’undicesima di campionato da Marques Green di Avellino contro l’Acea Roma.

In quella stessa occasione sempre Green balzò al primo posto nella classifica come miglior realizzatore in

una singola gara con 35 punti. 40/76 al termine del girone di andata la statistica che conferma Nicolas Mazzarino della Bennet

Cantù come il re nel tiro dalla lunga distanza. La guardia a disposizione di coach Trinchieri, infatti, con un

ottimo 52,6% guida di gran lunga la classifica della specialità seguito dalla coppia trevigiana com-

posta da Becirovic e Moldoveanu. In una singola partita, invece, resiste ancora in vetta la performance fatta

registrare alla tredicesima giornata da Kakiouzis con 5/5 dall’arco dei 6,75. 181i punti totali messi a segno da Giuseppe Poeta, il miglior realizzatore italiano sebbene nel rapporto

tra partite giocate e punti realizzati è Luigi Datome a guidare la graduatoria con161 punti in 10 gareequivalenti a16,1 a partita, seguito a ruota da Alex Righetti fermo a quota151.

168 i rimbalzi totali conquistati da Viktor Sanikidze leader della specialità con 10,5 a partita edetentore del record di 17rimbalzi difensivi in un solo incontro e conquistati nel match vinto alla penultima

giornata di andata contro la capolista Montepaschi.

di di Vincenzo CentoreVincenzo Centore

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Il basket italiano ha vissuto tanti campionati esaltanti, alcuni molto incerti e diverse sonostate le sfide diventate poi storia. Gli spareggi Varese – Milano, l’interminabile Milano –Cantù, i derby bolognesi del ’98 e del 2001, ma la “madre di tutte le partite” è certamentegara-3 della finale scudetto del 1983: Roma – Milano. Lo scontro tra le due metropoli assicurò audience e visibilità mediatiche che travalicaronola pur notevole importanza dell’evento sportivo per assumere valenze socio-culturali cheerano, sino ad allora, appannaggio esclusivo del calcio in ambito sportivo.I cestisti di quella leggendaria serie erano, ogni giorno, sulle pagine dei quotidiani non solosportivi, ai due coach – Bianchini e Peterson – veniva concesso il proscenio e la loro opi-

BANCOROMA - BILLY MILANO

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nione contava anchese si parlava dimoda, politica oqualsiasi altro argo-mento d’attualità. Nella primavera del1983 la Roma di Fal-cao, Bruno Conti, DiBartolomei e del-l’Ancelotti calcia-tore vinse loscudetto con quattropunti sulla Juve se-conda davanti all’In-ter; sul parquetBancoroma e Billy sicontesero il titolo inuna delle finali piùmemorabili dellastoria, riedizionedella sfida infinitatra la capitale poli-tica equella eco-n o m i c a ,dunque an-cora laRoma delp o n e n t i n ocontro los t r a p o t e r edel riccoNord.Reduce daitrionfi diCantù, al-l’ombra delC o l o s s e o

era arrivato il “Vate”Valerio Bianchini, unmilanese di Bergamoche aveva già con-dotto la Stella Az-zurra Roma diSorenson e Lazzariad ottimi campionati,un personaggio,scrittore e poi li-braio, che sfoggiavala sua cultura clas-sica infinita, quindil’unico in grado dicontrastare efficace-mente – soprattuttosul piano mediatico edella personalità –Dan Peterson, ilgrande mini-coachche aveva condotto ilBilly al tricolore

l’anno precedente.In quegli anni il no-stro basket non eraalle prese con visti,improbabili comuni-tari di passaportoUSA, passaportati edaltre amenità del ge-nere; i due stranierinon offuscavano gliitaliani e le unichebombe note erano(purtroppo) quelledelle stragi terrori-stiche frequenti inquel periodo. La serie A era divisain A1 e A2 che, difatto, interagivano egrazie all’osmosi difine stagione unaformazione di A2, in

teoria, poteva anchevincere lo scudetto(Rieti ci andò moltovicina, nel 1977, eli-minata da Varese insemifinale), mentreretrocedere non era“il” dramma. Diversamente daoggi - che gridiamoal miracolo per i treaccessi alle Top 16,anche se sappiamoche non arriveremoall’atto finale - l’Ita-lia dominava in Eu-ropa: la Cantù diMarzorati e del gio-vanissimo AntonelloRiva non aveva “De-votion”, ma vincevanel 1982 la Coppa

dei Cam-pioni bat-tendo ilM a c c a b iTel Aviv epersino lam i n u s c o l aRieti po-teva per-mettersi dit r i o n f a r esul CibonaZ a g a b r i anella finaledi Koracdel 1980.

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Ma ritorniamo a Banco – Billy ed al 1983.Nella primavera dell’82, con il “gruppodei romani”, il Banco aveva chiuso la suaseconda stagione in A1 con un decimoposto, tutto sommato, deludente. La sta-gione, iniziata dal compianto GiancarloAsteo (coach di riferimento del basket ca-pitolino), fu conclusa dal giovane PaoloDi Fonzo cui però non bastò il 53,8% divittorie per conquistare i playoff. La filosofia societaria nella costruzionedella squadra rimase comunque la stessaanche l’anno successivo: in primis la ro-manità espressa da un nucleo di giovanicestisti, cresciuti nei playground dellaCapitale, che rispecchiava la stessa naturae mission dello sponsor e che poteva con-sentire anche ai ragazzi delle borgate diidentificarsi pienamente. Il roster fu com-pletato con l’inserimento, dall’A2 di Bre-scia, di Marco Solfrini, 25enne alagrande, già nel giro azzurro, dalla mo-struosa apertura alare. Il capitano era En-rico Gilardi, core de Roma e bandieradella squadra per più di un decennio. Lacorpulenta guardia – quasi 4.000 punti eleader incontrastato della Virtus – aveva giàvinto l’argento olimpico a Mosca nell’80 eavrebbe coronato il suo “anno perfetto” conl’oro europeo di Nantes; Gilardi (oggi55enne) era il tiratore designato che com-pletava, in modo perfetto, il back – courtdei bancari.Sotto canestro c’era Fulvio Polesello, tra ipiù consistenti di quel periodo, uno deipochi che si opponeva validamente allostrapotere degli USA e di Dino Meneghin.Centro di 204 cm. da oltre 2.000 punti e1.200 rimbalzi in A1 in una carriera iniziataa Bologna, sponda Fortitudo, proseguita aVigevano, ed approdata finalmente nella sua

città dove, tuttora, dedica la sua vita al ba-sket delle minors. Oltre all’asse play – pivotde noantri i romani del roster erano i…“Roberti”, Castellano e Sbarra, ed una ni-diata di giovanissimi che, salvo Valente, infuturo non sarebbero assurti agli onori dellecronache cestistiche (Grimaldi, Prosperi,Scarnati, Sacripanti e appunto Valente). Castellano, il gioiello di Montesacro, l’aladel ’58 che aveva portato il Banco dalla Balla massima serie producendo bottini sem-pre esaltanti, si ritagliò un ruolo da sestouomo consistente e con 8,5 punti in 22’ con-tribuì alla trionfale stagione romana.

Sotto le plance Bianchini utilizzò per parte

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della stagione Kim Hughes prima di firmareil massiccio (ed anche grassoccio) ClarenceKea: troppo basso per essere pivot e troppolento per essere ala, ma essenziale per vin-cere il titolo. Il vero jolly però Bianchini lopescò durante l’estate convincendo il “fol-letto nero” Larry Wright, mago del ball –handling, a trasferirsi a Roma dalla Capi-tale USA (dove aveva vinto l’anello e di-sputato 343 gare nelle NBA con medie di8,2 punti in 20’). Con l’uomo di Monroe,n.14 dei Bullets nel draft del ’76, un crack– NBA, che sarebbe stato il direttore d’or-chestra ed artefice di tutti i trionfi delBanco in Italia e nel mondo, il Vate sfoderòtutta la sua cultura e lo ammaliò con la sto-

ria…oltre che con i dollari, ovviamente!

L’avvio di stagione fu bruciante: sei vit-torie consecutive (con un +14 casalingocontro i campioni d’Europa della FordCantù), prima del k.o. interno con la neo-promossa Cidneo Brescia; l’equilibrio fuil trademark del torneo, ma il Banco tennebotta e chiuse con un record di 22 – 8 chevalse il primato ex aequo con Milano. Losnodo cruciale di una stagione regolare,dominata dall’incertezza e da continuibotta e risposta fra le pretendenti al titolo,fu però il doppio confronto con la Billy diMeneghin e D’Antoni a quel tempo USA atutti gli effetti (fu naturalizzato solo moltianni dopo). All’andata, al PalaEur, latruppa di Bianchini prevalse per 85 – 74undici, preziosi, punti di scarto solo par-zialmente ribaltati a Milano (71 – 63 peril Billy) che portarono in dote la “bella”in casa nella finalissima. Roma e Milano chiusero la regular a 44punti, con Cantù, Pesaro e Virtus Bolognaa 42, ma capaci di qualsiasi impresa neiplayoff. La capolista e la sua antagonista,

Milano, entrarono in gioco solo nei quartidi finale, giocati al meglio delle tre gare.Il Banco si sbarazzò 2 – 0 della San Bene-detto Gorizia di Mario De Sisti che con Ar-dessi, Mayfield e Tommy Lagarde riuscì aimpensierire i romani solo in gara – 2 (63-65). Analogo epilogo della sfida lombardatra Milano e Varese: 2 – 0 per il Billy che aMasnago passò con qualche patema (80 –81) con la Cagiva della “bestia” KevinMagee e dell’attuale gm Cecco Vescovi.Il tabellone delle semifinali oppose Bian-chini al recente passato (Cantù) e Milano aPesaro. L’immediato passo falso del Banco– che in gara – 1 uscì sconfitto 67 – 70 dallaFord di Marzorati e Jim Brewer – pose ine-

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vitabili interrogativi sulle reali possibilità esulla maturità del team di Bianchini, mentreil Billy maramaldeggiò subito (93 – 71) conla Scavolini slava di Skansi, Kićanović e Jer-kov. In gara – 2 però Wright esoci violarono Cucciagocon una prova d’orgogliotipica dei grandi collettivi(66 – 74) e la Scavoliniriuscì ad esprimere tutto ilsuo notevole potenzialecon il solito “Kića”, SlySilvester, Zampolini, Jer-kov ed il golden boy Ma-gnifico; le semifinalierano quindi entrambesull’1 – 1 .Nella bella a Milano Peter-son diede una lezione aPero Skansi (87 – 73),mentre il Banco conquistò la finale trasci-nata dal folletto di Grambling State (82 –75); lo scudetto 1983 si sarebbe dunque de-ciso in sei giorni sull’asse Roma – Milano.

I tre giorni intercorsi tra gara – 3 di semifi-nale e l’opener dell’atto finale furono segnatida proclami, chiamate a raccolta delle rispet-tive tifoserie, interviste a tifosi – VIP, ma so-prattutto dalla guerra psicologica traPeterson e Bianchini. Il mattatore di Evanston, usando ogni mezzo,non perdeva occasione per sottolineare le di-verse culture, anche sportive, e la naturalepropensione ai playoff sua (vantava un re-cord del 62,5% di vinte contro il 52,3% delrivale) e dei suoi Guerrieri, mentre il Vatedava fondo a tutte le sue skills per gestire unroster che, a parte Larry Wright, stava per vi-vere sensazioni forti ed emozioni inedite. Gara – 1, a Roma, va ai padroni di casa 88 –

82, ma il retour – match è appannaggio deibiancorossi meneghini che (malizia psicolo-gica) sottolineano il +13 finale (86 – 73)come segno di maggiore consistenza; si ar-

riva così alla finale piùsentita di sempre.

19 aprile 1983: da alcuneore 14.348 anime (tuttorarecord assoluto di spetta-tori per una gara di basketin Italia) assiepavano ilPalaEur. L’impianto ideatoe progettato nel 1956dall’architetto MarcelloPiacentini e dall’ingegnerePier Luigi Nervi – un gi-gante da oltre 13.000 postirealizzato per le Olimpiadidel 1960 – era un catinoincandescente che ribol-

liva di speranze e timori, di passione e di unmix di sensazioni da shock emozionale. C’è Mike D’Antoni che insieme a Meneghinsegnerà tanti record nei playoff tra cui le 27partite di finale per il baffino di Mullens e le19 vittorie dell’attuale presidente federale;c’è John Gianelli un paisà brutto da vedere,ma tremendamente concreto; ci sono i ge-melli Franco e Dino Boselli (i primi e gliunici a giocare una finale); c‘è l’”ariete diSpresiano”, al secolo Roberto Premier, unodei più efficaci animali da playoff di sempree c’è anche il Gallo, il papà di quello NBA,molto più brutto da vedere, ma terribile armatattica di 2,05 spesso usata dal Dan nei mi-smatch con i piccoli avversari. Dall’altro lato del campo c’è però un gruppodi uomini che è consapevole di vivere la sto-ria, la gloria e comunque parte della propriastessa vita non solo sportiva; il gruppo indi-geno si fonde in modo unico con i due USA

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e Roma diventa un meccanismo perfetto, sog-getto ideale di un film sportivo alla “Colpo vin-cente”. La pancia dei milanesi è piena, ma le motiva-zioni sono, ovviamente, egualmente forti, lo psi-cologo Bianchini riesce però a canalizzaremeglio le sensibilità dei suoi e Roma prende su-bito il pallino del gioco. L’identificazione con i tifosi al Palazzo e le cen-tinaia di migliaia che aspettano il trionfo davantialla tv è totale; nel finale Milano prova a riaprirela partita con un pressing feroce, ma ormai al-meno tremila persone hanno invaso il parterre eGilardi fatica di più a contenerli che a giocare, mentre l’istrione Wright – in campo per tuttie 120’ delle tre finali (record, ad oggi, ineguagliato – ha anche l’ardire di protestare per unapalla contestata sul +12 a pochi secondi dalla fine, e Castellano rischia di farsi sommergeredalla marea umana a bordo campo per siglare in contropiede il canestro finale che ferma l’oro-logio della storia sul 97 – 83 nel tripudio finale.La partita è finita, Roma ha vinto, Milano non ha perso, il boato finale è assordante e scuoteil basket italiano che vive un momento esaltante che, purtroppo, non si è ancora ripetuto.

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UUUU PPPPRe g g i o E m i l i a m e r i t a l a p i a z z ad ’ o n o r e d i q u e s t a s p e c i a l e r u b r i c an o n s o l o p e r e s s e r e r i u s c i t a a l a u -r e a r s i c a m p i o n e d ’ i n v e r n o d e l t o r -n e o 2 0 1 1 / 1 2 L e g a D u e - E u r o b e t :1 1 - 3 è i l r u o l i n o d i m a r c i a c h e a lm o m e n t o p e r m e t t e a i r e g g i a n i d io c c u p a r e l a p r i m a p o s i z i o n e i nc l a s s i f i c a c o n d u e p u n t i d i v a n t a g -g i o s u B r i n d i s i e P i s t o i a e q u a t t r os u B a r c e l l o n a , i n a t t e s a d i r e c u p e -r a r e l a g a r a i n t e r n a c o n t r o P i a -c e n z a . I l m e r i t o d i q u e s t o e x p l o i t èd a r i c o n o s c e r e a M a x M e n e t t i c h i a -m a t o a l l a g u i d a d e l l a T r e n k d o p o

l ’ a d d i o d i F a b r i z i o F r a t e s p a r t i t o i n d i r e z i o n e M i l a n o . G r u p p o s o -l i d o , d u e a m e r i c a n i d i s i c u r o a f f i d a m e n t o ( R o b i n s o n e T a y l o r ) c u is i s o n o a g g i u n t i i t a l i a n i d i q u a l i t à h a n n o : e c c o l o i l m i x c h e h ar e s o l a f o r m a z i o n e b i a n c o r o s s a i m m u n e a g l i i n f o r t u n i ( Va l e n t i ) ep r o n t a a p u n t a r e s u i g i o v a n i ( G i o v a n n i P i n i e R i c c a r d o C e r v i ) p e rc u l l a r e i l s o g n o d e l l a s e r i e A .

B a r c e l l o n a P o z z o d i G o t t o d o p o u n a p a r t e n z a a f r e d d o l a S i g m ad e l p r e s i d e n t e I m m a c o l a t o B o n i n a è t o r n a t a a v i a g g i a r e a l l e a l -t e z z e s t i m a t e a l l a v i g i l i a d e l t o r n e o . D i c i o t t o p u n t i i n c l a s s i f i c a ,u n a g a r a d a r e c u p e r a r e , c i n q u e v i t t o r i e i n f i l a d o p o i l b l i t z c o m -p i u t o a P i s t o i a s e r v i t o a s u o n a r e l a c a r i c a a C e s a r e P a n c o t t o et u t t a l a s u a t r u p p a . 6 - 1 è i l r e c o r d n e l f o r t i n o d e l P a l a A l b e r t i b e nd i v e r s o d a l 3 - 4 c o l l e z i o n a t o o n t h e r o a d . E ’ q u e s t o i l d a t o s u lq u a l e l ’ a l l e n a t o r e m a r c h i g i a n o d o v r à r a g i o n a r e p e r a p p r o c c i a r el ’ i m m e d i a t o f u t u r o c o n u n a n u o v a d i m e n s i o n e d a t r a s f e r t a , p i ù s o -l i d a e c a p a c e d i g r a f f i a r e i n d e l e b i l m e n t e g l i a v v e r s a r i o l t r e c h e i lc a m p i o n a t o .

J a m e s T h o m a s o c c u p a i l p r i m o p o s t o a s s o l u t o n e l l a c o l l e z i o n ed e l l e c a r a m b o l e ( 1 6 6 i n 1 5 g i o r n a t e , D i l i e g r o i n s e c o n d a p o s i -z i o n e è a q u o t a 1 2 4 ) , s e c o n d o n e l l a c l a s s i f i c a d i v a l u t a z i o n e( 2 2 , 6 7 ) d i e t r o a l c o m p a g n o d i s q u a d r a M a r i g n e y e l a c i l i e g i n a

ddii GGiiuusseeppppee MMaazzzzoonnee

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s u l l a t o r t a d e l l a d o p p i a - d o p p i a 2 0 + 2 0 f i r m a t a c o n t r o F o r l ì c e r t i f i -c a n o l o s t r a p o t e r e f i s i c o d e l l ’ a r m a d i o n e w y o r k e s e , c o l o n n a p o r -t a n t e d e l l a G i v o v a S c a f a t i i m b a t t i b i l e i n c a s a ( 8 s u 8 ) m af r a g i l i s s i m a l o n t a n o d a l p a l a M a n g a n o ( 1 - 7 ) . I n f i n e , i l 7 0 . 4 %s o m m a t o d a l l ’ e x T e r a m o n e l t i r o d a d u e p u n t i e q u i v a l e a m e t t e r el a p a l l a s p i c c h i i n c a s s a f o r t e . L e s i r e n e d e l l a s e r i e A s i s o n o f a t t es u b i t o s e n t i r e : R o m a a t t e n d e u n s e g n a l e d a S c a f a t i p e r f a r d i v e n -t a r e g i a l l o r o s s o l ’ e x T e x a s U n i v e r s i t y . C h i v i v r à v e d r à .

DDDD OOOO WWWW NNNNZa r e M a r k o v s k i d o p o s e d i c i t u r n i n o n è r i u s c i t o a n c o r a a c o m -p r e n d e r e q u a l i s i a n o i m a l i d e l l a s u a C o n a d B o l o g n a . L a f o r m a -z i o n e d e l p r e s i d e n t e R o m a g n o l i è g i u n t a a l g i r o d i b o a c o nl ’ e t i c h e t t a d i s q u a d r a p e g g i o r e d e l c a m p i o n a t o , c o n f e r m a n d o i lt r e n d n e g a t i v o a n c h e n e l l a p r i m a d i r i t o r n o c o n t r o l a T e z e n i s Ve -r o n a . S e i s c o n f i t t e c o n s e c u t i v e , u n d i c i i n t r e d i c i u s c i t e e l ’ u l t i m ac o n q u e l R o b e r t H i t e , s c e l t o p e r t i r a r e f u o r i l a “ E f f e ” d a l l e s a b b i em o b i l i d e l l ’ u l t i m a p o s i z i o n e .

“ M a r k o v s k i è u n o t t i m o a l l e n a t o r e m a l o d e v e d i m o s t r a r e ” , h ad e t t o R o m a g n o l i . D i c h i a r a z i o n e c h e t r a d o t t a p o t r e b b e s i g n i f i c a r e ,o v i n c e c o n t r o Ve r o l i o p p u r e p a r t i r a n n o i t i t o l i d i c o d a . I n c a l d oc i s o n o g i à T e o A l i b e g o v i c , G i a n c a r l o S a c c o , L u c a B e c h i e i n f i n eV i n c e n z o E s p o s i t o , c h e p a s s e r e b b e a p i è p a r i d a l l a T v a l l a p a n -c h i n a !

P r i m a Ve r o l i p a r t i t a p e r v i n c e r e i l c a m p i o n a t o s i r i t r o v a o r a a n a -v i g a r e i n a c q u e v e r a m e n t e a g i t a t e a d u e p u n t i d i d i s t a n z a d a lf o n d o e c o n a l l ’ o r i z z o n t e i l p r i m o v e r o s c o n t r o s a l v e z z a c o n t r o l aC o n a d B o l o g n a . L’ a v v i c e n d a m e n t o d i D e m i s C a v i n a c o n N a n d oG e n t i l e , a l l a f i n e , h a c o n f e r m a t o c h e i l p r o b l e m a d e i c i o c i a r i n o ne r a l a g u i d a t e c n i c a , m a s o l o e d e s c l u s i v a m e n t e l ’ a s s e n z a d ’ i d e n -t i t à , d i r e a z i o n e , d i v o g l i a d i v i n c e r e d i m o s t r a t a d a i g i o c a t o r ig i a l l o r o s s i . C o n l a f i r m a d i B J E l d e r e l e d u e v i t t o r i e c o n s e c u t i v et u t t o s e m b r a v a e s s e r e t o r n a t o n e i b i n a r i g i u s t i . P o i , p e r ò , i l b r u t t os t o p c o n t r o S a n t ’ A n t i m o h a r i s p e d i t o i l m o r a l e d e l p r e s i d e n t e Z e p -p i e r i n u o v a m e n t e s o t t o i t a c c h i . C i s ’ i n t e r r o g a s u l f u t u r o : i t i f o s iv e r o l a n i a n c h e s u l l a p o s s i b i l i t à d i p o t e r t i f a r e i l p r o s s i m o a n n op e r l a l o r o s q u a d r a .

A l e x a n d e r S i m o n c e l l i è p a r t i t o d a l l ’ E n e l p e r a p p r o d a r e a l l a M o r -p h o P i a c e n z a d o p o u n i n i z i o d i c a m p i o n a t o d a b r i v i d i s i a n e i n u -m e r i s i a p e r i r i c o r d i l a s c i a t i i n d o t e a l p u b b l i c o d e l p a l aP e n t a s s u g l i a . A p p e n a a r r i v a t o a l l a c o r t e d i F a b i o C o r b a n i , n o n h ap e r s o t e m p o p e r d i r e d i t u t t o e d i p i ù ( i n n e g a t i v o ) r i g u a r d o a l l as u a e x s q u a d r a , p e r p o i r i t r a t t a r e e a f f e r m a r e c h e B r i n d i s i è u n od e i p o s t i p i ù b e l l i d o v e p o t e r g i o c a r e a b a s k e t . Q u a l c u n o g l i h a r i -c o r d a t o c h e h a f i r m a t o u n b i e n n a l e ? F o r s e s ì !

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Sappiamo tu t t i quanto s iaimportante l ’al tezza nel ba-sket , a lmeno a carat tere ge-nerale perché per qualcunoi l d i scorso è , oppure èstato, leggermente diverso.Bas t i pensare a l l ’a t tua lep laymaker de l la S id igasAvel l ino , t a le MarquesGreen da Phi lade lphia ,Pennsylvania , che con isuoi 165 cm domina ne lcampionato nos t rano concifre at torno ai 15 punti e 7ass i s t ad a l lacc ia ta d iscarpe con l ’aggiunta d i4 .3 r imbalz i por ta t i g iù

ogni domenica. Gl i esempinon s i fe rmano qui e pos-s iamo far r i fe r imento adun’a l t ra vecchia cono-scenza de i nos t r i parquet ,ovvero Earl Boykins , vis toa l la Vi r tus Bologna ne l las tag ione 2008/2009, checon lo s tesso numero d icent imet r i de l l ’ave l l ineseha avuto una s ignora car-r ie ra in NBA con numer iche par lano d i 644 par t i tecompless ive g ioca te a 8 .9punt i e 3 .2 assis t di media. Uno de i p iccol i g randi uo-mini che ha fa t to la s tor ia

de l lo spor t inventa to daJames Naismi th è s icura-mente s ta to Tyron Cur t i sBogues , de t to Muggsy. I lpersonaggio in quest ione ènat ivo di Bal t imore, Mary-land, dove vide la luce i l 9gennaio del 1965 ed è a l to ,secondo da t i u ff ic ia l i , ap-pena 1 metro e 60, anche sealcuni gl i a t t r ibuiscono ad-dir i t tura 2 cm in meno. Lasua carr iera cest is t ica partedal la Dunbar High School ,dove s i t rova a l f ianco d ifutur i g iocator i NBA comeReggie Wil l iams e Reggie

TYRON MUGGSY BOGUES

Un gigante di 1 metro e 60d i F r a n c e s c o A l e s s id i F r a n c e s c o A l e s s i

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Lewis ed l ì che gl i vieneaff ibbia to i l soprannomedi Muggsy, un personag-gio molto duro e ost inatodi uno de i f i lm dei Bo-wery Boys , mol to popo-lar i ol t reoceano. Dopo a lcune s tag ionit r ionfal i con i Poets , nel1983 approda a l la WakeFores t Univers i ty (chesarà poi f requenta taanche da Tim Duncan eChr is Paul ) , g iocandotut te e quat t ro le s tagioninel l ’a teneo del North Ca-rolina con le cifre di 11.3punt i e 8 .4 assis t nel l ’annoda junior e 14.8 + 9.5 assis tnel l’ul t imo anno universi ta-r io . Nel 1986 Muggsy s i to-gl ie anche la soddisfazionedi vincere l ’oro ai mondial idi Spagna battendo in f inalel ’URSS per 87-85 e l ’annoseguente in iz ia f ina lmentela sua avventura f ra i p ro-fessionis t i . Bogues venne scel to con la12es ima ch iamata asso lu tadai Washington Bullets concui mise ins ieme 5 punt i ea l t re t tan t i ass i s t a par t i tanell’anno da rookie, in pocopiù d i 21 minut i su l par-que t . Ai Bul le t s ha comecompagno Manute Bol , 231cm, con cui appare anche int re coper t ine d i magazineche volevano so t to l inearel’enorme differenza di cen-t imetr i f ra i due. Nel 1988 Muggsy lasc iala capi ta le per approdare

agl i Char lo t te Horne ts ,che lo sce lgono appenaar r iva t i in NBA. I l p ic-colo uomo arrivò nel teamdel North Carol ina per ef-fetto dell’expansion draft ,ovvero una sor ta d i draf tspec ia le per i t eam cheaccedevano al campionatoper la pr ima vol ta (ancheMiami en t rò con Char-lotte) , con i Bullets che lolasc ia rono l ibero d i es -sere scel to da uno dei dueteam. Con le vespe giocò10 s tag ioni met tendo a lservizio del propr io teamle sue grandi qua l i tà d ipassa tore , ruba pa l lon i ela sua incredibi le veloci tàe raggiunse t re vo l te lapost season con 15 par t i tecompless ive g ioca te ne ip layoff con la canot tadegli Hornets, dopo la suaunica apparizione nel postseason ne l l ’anno da roo-k ie con i Bul le t s . Ino l t re

chiuse due s tag ioni indoppia c i f ra ne l com-puto degl i ass i s t con10.7 ne l l ’89/90 e 10 .1nel 93/94, annata in cuinon so lo mise a segnoanche 10 .8 punt i , ch iu-dendo l ’ in te ra s tag ionecon una “doppia doppia”di media , ma r iusc ìanche ne l la c lamorosaimpresa d i p iazzare unadel le sue 39 s toppate ef-fet tuate in carr iera nien-temeno che a Pa t r ickEwing, p ivot de i NewYork Knicks al to 2 metr i

e 13 cent imetr i . Dopo Charlot te disputò dueannate a Golden State , dovear r ivò (con Tony Delk) incambio d i BJ Armst rong , ea l t re due s tag ioni a To-ronto . Ed è propr io in Ca-nada che Bogues ch iuse lapropr ia car r ie ra NBA dopo889 par t i te compless ive incui ha scr i t to 7 .7 punt i e7 .6 d i media , pur essendos ta to spedi to pr ima a NewYork e poi a Dal las senzaperò giocare neppure un mi-nuto in en t rambe le espe-r ienze . Muggsy è quindil ’esempio v ivente d i comequals ias i l imi te possa es -sere supera to e lu i s icura-mente è r iusc i tone l l ’ impresa a l la grandeprendendo s lanc io da que imiser i 160 cent imetr i .

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TTTT IIII MMMM EEEE OOOO UUUU TTTTd i d i A n d r e a N i n e t t iA n d r e a N i n e t t i

E’andato in archivio un girone

d’andata mai così equil i-

brato e combattuto come

quest’anno. Certo, come già spesso sot-

tol ineato, si tratta di un l ivellamento

verso il centro, con l’ imbarbarimento di

quelle che dovevano essere le forze

trainanti del torneo, Siena e Milano, che

invece si r i trovano a dover fare i conti

con qualche problemino interno e con

una pattuglia di agguerrite rivali che in

quest’ultimo periodo hanno alzato il pro-

prio l ivello di competitività, arrivando a

sfiorare anche il primato dei toscani. E’

il caso di Bologna che persi Homan e Mc

Intyre ha trovato in Vital i e Lang due

buone alternative lanciando definit iva-

mente in orbita il play Poeta e l’ex capi-

tol ino Gigli . Se si aggiunge poi i l buon

rendimento di Gailius, Douglas–Roberts

e la consacrazione di quella che perso-

nalmente reputo la miglior ala della

serie A, il georgiano Sanikidze, ecco che

il cocktail a disposizione di coach Finelli

può risultare ubriacante per molte avver-

sarie.

Pioggia di complimenti anche per la

scintil lante Pesaro che nell’ultimo mese

ha letteralmente preso a volare andando

a conquistarsi con assoluto merito la

piazza d’onore. Degna di citazione

anche la Reyer di Andrea Mazzon, che

non solo onora la r i trovata serie A ma

centra anche i l traguardo delle Final

Eight, quinta neo promossa a riuscire

nell’ impresa. Certo, la compagine lagu-

nare naviga sempre puntando all ’obiet-

t ivo salvezza ma per quali tà di gioco

espressa e solidità mostrata, si può pro-

nosticare qualcosina in più di quanto

preventivato ad inizio stagione.

Tutto sommato assistiamo quindi ad un

campionato combattuto, dove le tre

grandi non sono irraggiungibi l i , forse

anche per via delle tossine accumulate

in Europa, mentre non esiste una vera e

propria squadra materasso in coda e la

lotta per non retrocedere potrebbe tra-

volgere, di qui a breve, anche le forma-

zioni che occupano la classif ica dal

nono posto in giù. tronfio

Il nostro movimento però non può

andar f iero solo perché tre club hanno

centrato le “Top 16” di Eurolega o per-

ché la corsa tricolore si è fatta improvvi-

WW WW WW .. BB AA SS KK EE TT TT II AA MM OO .. CC OO MM WW WW WW .. BB AA SS KK EE TT TT II AA MM OO .. CC OO MM

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samente intr igante. Come ha eviden-

ziato recentemente i l Presidente del

Coni, Gianni Petrucci, si capisce che

ormai siamo giunti ad un punto di non ri-

torno ed è scoccata l’ora di guardare in

faccia ai problemi piuttosto che rifugiarsi

dietro soluzioni protezionistiche che pe-

raltro l ’UE ha sonoramente bocciato,

chiedendo spiegazioni alla nostra Fede-

razione circa i regolamenti imposti in

tema di eleggibi l i tà dei giocatori per la

Nazionale.

La Commissione Europea infatti, con la

nota recapitata in Fip ad inizio del nuovo

anno, ha etichettato come discriminato-

ria nei confronti degli atleti, comunitari e

ital iani, la regola che prevede l ’uti l izzo

obbligatorio di 5 giocatori italiani di for-

mazione, cioè con 4 anni di trafi la nei

settori giovanili, ed eleggibili per la Na-

zionale; norma selettiva, parafulmine uti-

l izzato per proteggere i talenti nostrani

(nemmeno si trattasse di panda in via di

estinzione) che però non regge davanti

all ’evidente conflitto con la libera circo-

lazione dei lavoratori nell ’Unione Euro-

pea. Inoltre attribuire una quota limitata

per i giocatori extracomunitari rischia di

penalizzare tutti gli atleti dei Paesi stra-

nieri che hanno accordi di pari tratta-

mento lavorativo con la stessa UE.

Come si esce da questo pastrocchio?

Una soluzione, caldeggiata dalla Fede-

razione e appoggiata anche dalla GIBA,

l’associazione dei giocatori, prevede una

serie A con la formula del “5 + 5”, ossia

senza più distinzione fra comunitari ed

extra cancellando al contempo il contro-

verso tema dell’eleggibilità, un problema

che in Spagna hanno già superato attri-

buendo lo status di “formato” a tutti quei

giocatori (teoricamente di qualsiasi na-

zionalità) che abbiano maturato, nella

fascia d’età compresa fra i 14 ed i 20

anni, un minimo di 3 stagioni nelle gio-

vanil i di un qualsiasi club iberico. Altra

idea paracadute potrebbe essere l’allar-

gamento del roster da 10 a 12 giocatori

con 5 italiani, 4 comunitari e 3 extraco-

munitari, ma sono già in molt i a preve-

dere poi un massiccio util izzo dei soli 7

giocatori non indigeni, in barba allo

sbandierato protezionismo degli italiani,

un sistema che ha avuto un impatto de-

cisamente nullo nelle ultime stagioni, al-

meno a giudicare dai risultati ottenuti sia

in campo internazionale (Nazionale e

club), che in termini di puro minutaggio

dei nostri cestisti.

In questo clima di indecisione, l ’unica

certezza sarà i l Consigl io Federale del

prossimo 3 e 4 febbraio, incontro in cui i

vert ici della Federazione e della Lega

dovranno addivenire ad un compro-

messo che garantisca alla Commissione

Europea le risposte adeguate per chiu-

dere la querelle salvando i l patrimonio

nazionale, ma finalmente nel pieno ri-

spetto delle regole.

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INDO

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A C

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LA S O LUZ I ONE APAG I NA X X

I NDOV I NA CH I… ?

2 2 . 3 . 6 6 s e m b r a u n a m o l t i p l i -c a z i o n e m a è p i ù s e m p l i c e -m e n t e l a s u a d a t a d i n a s c i t a ;a t t u a l e v i c e a l l e n a t o r e i n u n af r a n c h i g i a N B A , i l n o s t r op e r s o n a g g i o m i s t e r i o s o ès t a t o u n g r a n d e c a m p i o n e d e lp a r q u e t i n d o s s a n d o d i v e r s ec a n o t t e d i p r e s t i g i o , d aq u e l l a d e i C e l t i c s a q u e l l a d iM i a m i , p a s s a n d o p e r O r l a n d oe P h i l a d e l p h i a f i n o a v e s t i r el a m i t i c a g i a l l o v i o l a d e i L a -k e r s , s q u a d r a c o n c u i h av i n t o p e r b e n t r e v o l t el ’ a n e l l o N B A . N e l s u o r i c c op a s s a t o t i n t o p r i n c i p a l m e n t ea s t e l l e e s t r i s c e c ’ è a n c h eu n a p a r e n t e s i i t a l i a n a o , p e rm e g l i o d i r e , u n a v a c a n z a r o -m a n a… a v e t e c a p i t o d i c h i s it r a t t a ?

B R I A N S H O WB R I A N S H O W

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Sul prossimo numero online il 16 febbraio 2012

da non perdere unoSpeciale Final Eight