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Beni culturali Sicilia , l'assessore:"fuori dal tempo i diktat sindacali"

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Ottemperando al diktat di alcune sigle sindacali ma al tempo stesso avendo a cuore le sorti dei nostri principali poli museali, a rischio chiusura nei giorni festivi, mi trovo a dover rispondere alle istanze allarmistiche che mi sono state avanzate e che sono state debitamente trasmesse alla stampa quasi in tempo reale. È certamente un’esperienza singolare tentare di imbastire un dialogo costruttivo con un sindacalista che, contemporaneamente, telefona al giornalista di riferimento con il pensiero dominante di fare uscire al più presto la notizia. Ecco la notizia! Quale notizia? La stessa che...

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L’assessore regionale ai Beni

culturali Mariarita Sgarlata

Beni culturali Sicilia, l’assessore: “Fuori dal tempo i

diktat sindacali”giugno 27, 2013 - Economia siciliana, In primo piano, Turismo - Tagged: Beni culturali Sicilia, Mariarita

Sgarlata, regione siciliana - no comments

di Mariarita Sgarlata *

Ottemperando al diktat di alcune sigle sindacali ma al tempo stesso

avendo a cuore le sorti dei nostri principali poli museali, a rischio

chiusura nei giorni festivi, mi trovo a dover rispondere alle istanze

allarmistiche che mi sono state avanzate e che sono state debitamente

trasmesse alla stampa quasi in tempo reale. È certamente un’esperienza

singolare tentare di imbastire un dialogo costruttivo con un sindacalista

che, contemporaneamente, telefona al giornalista di riferimento con il

pensiero dominante di fare uscire al più presto la notizia. Ecco la notizia!

Quale notizia? La stessa che, puntualmente, da diversi anni, nel pieno

della stagione turistica (maggio-giugno) viene propalata a mezzo stampa

per suscitare allarme tra i turisti e gli operatori del settore, per fare

pressione sui vertici del Dipartimento dei Beni culturali secondo logiche

troppo oleate, ereditate dai “favolosi anni” del clientelismo a go go, ma

forse ormai logore, per “sensibilizzare” l’opinione pubblica sul problema di un personale che ha ancora il

lavoro, non rischia di perderlo ma, in tempi di profonda crisi, chiede straordinari e minaccia chiusure. Mi

chiedo come spiegare all’opinione pubblica, magari all’infermiera, alla commessa o ad altre categorie di

lavoratori che espletano il loro usurante servizio anche di domenica, usufruendo del riposo settimanale

compensativo, la ragione per cui il personale preposto alla custodia di aree archeologiche, gallerie e musei

regionali, la cui apertura è certamente importante quanto quella di un ospedale o di un negozio per il ritorno

economico che ci assicura, non debba poter garantire l’apertura tutti i giorni della settimana. È inutile

rimarcare le criticità ereditate da una gestione dei Beni culturali non virtuosa che ha provocato in questi anni

una concentrazione di personale, compreso quello di custodia, a Palermo di 484 unità, riservando un numero

di gran lunga inferiore agli altri capoluoghi dell’isola (dai 52 di Agrigento ai 22 di Enna ai 124 di Catania per

citarne solo alcuni). Un solo esempio per tutti: ai 24 custodi che rimangono in servizio anche quando il

Museo è chiuso per lavori e potrebbero essere utilizzati altrove (è questo il caso del Salinas di Palermo) si

affiancano i custodi impegnati in turni di 24 ore in vari punti della Sicilia anche in presenza di impianti di

sicurezza perfettamente funzionanti. E come rintracciare il personale che sarebbe utile a garantire la fruizione

e vigilanza di siti e che invece è stato dislocato altrove (Corte dei Conti, Biblioteche)? E potrei continuare ma

preferisco fermarmi.

Sì, è vero, le motivazioni della protesta riguardano il superamento – da parte dei lavoratori destinati ai predetti

servizi – del limite, imposto dal contratto collettivo regionale di lavoro vigente, per i turni festivi, che non può

essere superiore ad un terzo dei giorni festivi dell’anno. Ma il buon senso, forse anche un sano senso di

responsabilità, suggerirebbe di affrontare i problemi senza creare un paralizzante muro contro muro. Il dato

che già a giugno un numero consistente di personale abbia superato il limite significa che esiste un problema

di errata distribuzione dei turni e che è venuta a mancare una corretta programmazione, che il prossimo anno

ci impegneremo a garantire. Da parte dei responsabili dei singoli siti la problematica era stata posta

all’attenzione dell’Amministrazione regionale, impegnata a individuare ogni possibile soluzione, in primo luogo

attraverso una riconfigurazione complessiva dell’intero settore, nonché meccanismi rintracciabili nell’ambito

dello stesso contratto, tenendo conto di strategie innovative dal punto di vista gestionale, nell’ottica di

migliorare la fruizione del patrimonio, soprattutto in estate, quando si raggiunge il picco dei visitatori, senza

dispendio di risorse economiche (non sono più i tempi!) ma ottimizzando l’uso del personale strutturato e

precario.

* assessore regionale ai Beni culturali

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