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37 Biblioteche specializzate Biblioteche oggi settembre 2008 La Bibliotheca Hertziana Un punto di riferimento imprescindibile per tutti gli studiosi dell’arte italiana La Bibliotheca Hertziana, Max Planck Institut für Kunstgeschichte (Istituto Max Planck per la storia dell’arte), è da annoverare, con le sue collezioni (biblioteca e fotote- ca), tra le più importanti istituzioni di ricerca umanistica del mondo. Essa ha a capo due direttori (attual- mente Sybille Ebert-Schifferer e Elisabeth Kieven). Fu fondata a Roma nel 1913, come istituto della Kaiser Wilhelm Gesell- schaft, grazie al lascito dell’appas- sionata collezionista d’arte Henriette Hertz (Sittard, 1846 – Roma, 1913), con lo scopo di studiare inizialmen- te l’arte italiana fiorita a Roma nel Rinascimento e nel Barocco, a cui in seguito si è aggiunta, come ulte- riore campo d’indagine, l’arte del Medioevo italiano. La Hertz aveva comprato nel 1904 lo straordinario edificio sul Pincio che il pittore ed architetto manieri- sta Federico Zuccari aveva fatto costruire per sé, 1 e che era stato abitato nel corso del tempo da im- portanti personaggi della cultura artistica, quali lo scultore Pietro Bracci (a partire dal 1724), il ritrat- tista Joshua Reynolds, l’architetto Johann Joachim Winckelmann (dal 1755 al 1768), e che aveva fornito uno dei più eclatanti “sfondi” del romanzo Il piacere di Gabriele D’Annunzio del 1905. Nell’edificio, la colta collezionista aveva trasferito la sua biblioteca personale, dedicata al Rinascimento e a Roma. Assecondata dallo stori- co dell’arte Ernst Steinmann (Jörd- enstorf, 1866 – Basilea, 1934), eb- be l’idea di creare un istituto per “promuovere l’arte e la cultura del Rinascimento nei suoi rapporti con Roma, come punto di origine del- la cultura europea”. Il nucleo originario delle raccolte fu costituito attraverso l’unione di tre distinte biblioteche private: quella della stessa Hertz, 2 quella dell’amica Frida Löwenthal Mond (1846-1923) e quella di Steinmann, per un totale di circa 5.000 volumi, riguardanti esclusivamente la sto- ria dell’arte. 3 L’istituto fu concepito nel 1910 e aperto nel 1913, diretto dallo stes- so Steinmann, nominato direttore a vita. L’Hertziana rimase però aper- ta per breve tempo: nel 1915, con l’entrata in guerra dell’Italia contro Austria-Ungheria, l’istituzione ven- ne posta sotto sequestro. Nel 1919 – dopo la fine della Prima guerra mondiale – alcuni studiosi i- taliani, e segnatamente Corrado Ric- ci (Ravenna, 1858 – Roma, 1934), che stava proprio allora organiz- zando l’Istituto di archeologia e storia dell’arte e la sua biblioteca, 4 chiesero al governo italiano di ap- propriarsi dello straordinario mate- riale bibliografico che la cultura te- desca aveva riunito nell’Hertziana (e soprattutto nell’Istituto archeolo- gico germanico di Roma, più ag- gredibile per la sua natura giuridi- ca di emanazione governativa); la proposta venne peraltro fatta pro- pria dall’Accademia nazionale dei Lincei. Fortunatamente, a Benedet- to Croce quel suggerimento appar- ve insensato: quando divenne mi- nistro della Pubblica istruzione, fe- ce interrompere il trasferimento della Biblioteca dell’Istituto archeo- logico germanico a Palazzo Vene- zia, e stipulò con i tedeschi un ac- cordo in base al quale anche la Hertziana sarebbe rimasta a loro, purché si impegnassero a lasciarla in Italia. Amedeo Benedetti [email protected]

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Biblioteche oggi – settembre 2008

La Bibliotheca HertzianaUn punto di riferimento imprescindibile per tuttigli studiosi dell’arte italiana

La Bibliotheca Hertziana, MaxPlanck Institut für Kunstgeschichte(Istituto Max Planck per la storiadell’arte), è da annoverare, con lesue collezioni (biblioteca e fotote-ca), tra le più importanti istituzionidi ricerca umanistica del mondo.Essa ha a capo due direttori (attual-mente Sybille Ebert-Schifferer eElisabeth Kieven). Fu fondata a Roma nel 1913, comeistituto della Kaiser Wilhelm Gesell-schaft, grazie al lascito dell’appas-sionata collezionista d’arte HenrietteHertz (Sittard, 1846 – Roma, 1913),con lo scopo di studiare inizialmen-te l’arte italiana fiorita a Roma nelRinascimento e nel Barocco, a cuiin seguito si è aggiunta, come ulte-riore campo d’indagine, l’arte delMedioevo italiano. La Hertz aveva comprato nel 1904lo straordinario edificio sul Pincioche il pittore ed architetto manieri-sta Federico Zuccari aveva fattocostruire per sé,1 e che era statoabitato nel corso del tempo da im-portanti personaggi della culturaartistica, quali lo scultore PietroBracci (a partire dal 1724), il ritrat-tista Joshua Reynolds, l’architettoJohann Joachim Winckelmann (dal1755 al 1768), e che aveva fornitouno dei più eclatanti “sfondi” delromanzo Il piacere di GabrieleD’Annunzio del 1905.Nell’edificio, la colta collezionistaaveva trasferito la sua bibliotecapersonale, dedicata al Rinascimentoe a Roma. Assecondata dallo stori-co dell’arte Ernst Steinmann (Jörd-enstorf, 1866 – Basilea, 1934), eb-be l’idea di creare un istituto per

“promuovere l’arte e la cultura delRinascimento nei suoi rapporti conRoma, come punto di origine del-la cultura europea”.Il nucleo originario delle raccoltefu costituito attraverso l’unione ditre distinte biblioteche private:quella della stessa Hertz,2 quelladell’amica Frida Löwenthal Mond(1846-1923) e quella di Steinmann,per un totale di circa 5.000 volumi,riguardanti esclusivamente la sto-ria dell’arte.3

L’istituto fu concepito nel 1910 eaperto nel 1913, diretto dallo stes-so Steinmann, nominato direttore avita. L’Hertziana rimase però aper-ta per breve tempo: nel 1915, conl’entrata in guerra dell’Italia controAustria-Ungheria, l’istituzione ven-ne posta sotto sequestro.Nel 1919 – dopo la fine della Primaguerra mondiale – alcuni studiosi i-taliani, e segnatamente Corrado Ric-ci (Ravenna, 1858 – Roma, 1934),

che stava proprio allora organiz-zando l’Istituto di archeologia estoria dell’arte e la sua biblioteca,4

chiesero al governo italiano di ap-propriarsi dello straordinario mate-riale bibliografico che la cultura te-desca aveva riunito nell’Hertziana(e soprattutto nell’Istituto archeolo-gico germanico di Roma, più ag-gredibile per la sua natura giuridi-ca di emanazione governativa); laproposta venne peraltro fatta pro-pria dall’Accademia nazionale deiLincei. Fortunatamente, a Benedet-to Croce quel suggerimento appar-ve insensato: quando divenne mi-nistro della Pubblica istruzione, fe-ce interrompere il trasferimentodella Biblioteca dell’Istituto archeo-logico germanico a Palazzo Vene-zia, e stipulò con i tedeschi un ac-cordo in base al quale anche laHertziana sarebbe rimasta a loro,purché si impegnassero a lasciarlain Italia.

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Alla fine del 1919 Steinmann ave-va fatto ritorno a Roma, e nell’a-prile del 1920 la biblioteca ripresea funzionare, anche se la situazio-ne giuridica era ancora incerta e ilsequestro, formalmente, non an-cora ritirato. Il fondo di dotazione era però sva-nito per l’inflazione, né erano pos-sibili nuovi finanziamenti; così“l’organico dell’Istituto rimase quin-di limitato al direttore, a un assi-stente (poi bibliotecario) e a un cu-stode. L’assistente era LudwigSchudt: entrato nella Hertziana nel1920, vi sarebbe rimasto fino all’an-no della sua morte (1961), facen-done quell’eccezionale strumentodi lavoro scientifico che oggi essarappresenta”.5

Nel 1927 ripresero i finanziamentisia da parte dello stato tedesco siadalla Kaiser Wilhelm Gesellschaft,che permisero la forte espansionedell’attività.Attorno al 1932 la biblioteca, diret-ta ormai da Schudt, accrebbe laconsistenza delle raccolte fino a cir-ca 23.000 volumi,6 con una “bellis-sima collezione di monografie diartisti italiani, una raccolta di operesulle città e regioni d’Italia, e parti-colarmente su Roma e la Campa-gna romana, e una ricca collezionedi fotografie e disegni”.7

Il nuovo clima politico instauratosiin Germania ebbe implicazioni di-rette sulla vita dell’istituto: a Stei-mann “fu affiancato come secondodirettore un vecchio nazista, Wer-ner Hoppenstedt, con l’incarico di‘costituire’, accanto alla BibliothecaHertziana, un ‘Kulturwissenschaft-liches Institut’ (Istituto di dottrinadella civiltà). Collaboratori comeWittkower o Krautheimer non furo-no più tollerati; Steinmann, rag-giunto nel 1934 il limite d’età, fucollocato a riposo e morì pochi me-si dopo in una clinica di Basilea, la-sciando in eredità alla Vaticana lasua biblioteca michelangiolesca,ricca di estratti e di opere rare”.8

Suo successore fu Leo Bruhns

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(1884-1957), docente di storia del-l’arte a Lipsia.Nel settembre del 1943, dopo lanota rottura da parte italiana del-l’alleanza con la Germania, e laconseguente occupazione tedescadi Roma, l’avanzata da sud dell’e-sercito alleato portò i responsabilidell’Hertziana a concepire l’idea diappellarsi al papa per salvaguarda-re il patrimonio librario, evitando-ne l’asportazione da Roma; ma il 9dicembre 1943 pervenne un docu-mento firmato dallo stesso Hitler,che ingiungeva la chiusura degliistituti germanici di Roma e il loroimmediato rientro in terra tedesca.Il direttore Leo Bruhns fu incarica-to allora di provvedere alla prepa-razione dei libri per il loro trasferi-mento in Austria, nella miniera disalgemma di Hallein, trasferimentoche iniziò il 20 febbraio 1944, perferrovia. Ad accompagnare le rac-colte furono il già citato LudwigSchudt, e i coniugi Otto e ElisabethLehmann-Brockhaus, bibliotecaridell’Hertziana.9

Dopo il conflitto, fu in base al cita-to accordo di Croce che Rodolfo Si-viero (il diplomatico che si occupòdel recupero delle nostre opered’arte) ottenne che le importanti rac-colte tornassero a Roma, nel 1946.Ma una notevole parte nella ripresadelle attività la ebbero Charles RufusMorey (Hastings, 1877 – Princeton,1955), studioso di arte antica e ad-detto culturale dell’ambasciataamericana che convinse gli Alleatia far rientrare la biblioteca a Ro-ma, e l’Unione internazionale de-gli istituti di archeologia, storia estoria dell’arte in Roma, associa-zione nata formalmente il 6 feb-braio 1946, che si offrì di assumerela responsabilità delle quattro bi-blioteche umanistiche tedeschetrasferite Oltralpe (appartenenti allaHertziana, all’Istituto archeologicogermanico, all’Istituto storico ger-manico e all’Istituto di storia del-l’arte di Firenze).Il ritorno delle raccolte librarie del-

la Hertziana e dell’Istituto archeo-logico, contenute in diciotto vago-ni, era infatti avvenuto pochi gior-ni prima, la sera del 1° febbraio. Ilpatrimonio della Hertziana presen-tava qualche limitata perdita. I libridelle due istituzioni (2.000 casse)vennero provvisoriamente stipatiin cinque grandi stanze del Museod’arte moderna a Valle Giulia. Nonostante varie ipotesi prese inconsiderazione per la sistemazio-ne definitiva dei libri, alla fine sioptò per la loro reintegrazionenella vecchia sede, a Palazzo Zuc-cari, scelta che esentava dal doverapprontare nuove scaffalature, re-stauri, adattamenti vari, e garanti-va inoltre una più veloce riapertu-ra. La ricollocazione dei volumiiniziò presumibilmente nel set-tembre 1947.L’Unione controllava la gestionedella biblioteca attraverso lo stori-co olandese Godefridus JohannesHoogewerff (Amersfoort, 1884 –Firenze, 1963), nominato commis-sario onorario il 7 febbraio 1948.10

La nuova situazione diplomaticainternazionale, venutasi a crearecon la costituzione della Repub-blica federale tedesca del 23 mag-gio 1949, portò ad un diverso ri-guardo internazionale verso ilnuovo stato, che ebbe tra le suepositive conseguenze anche la re-stituzione della biblioteca allaGermania (unitamente alle altretre grandi istituzioni librarie tede-sche già menzionate), grazie al-l’accordo Adenauer-De Gasperidell’aprile 1953. L’istituto, che venne allora legato al-la Max Planck Gesellschaft, fu quin-di riaperto al pubblico il 1° ottobre1953; a dirigerlo, venne chiamato ilconte Franz Graf Wolff Metternich(1893-1978), già soprintendente aimonumenti della Renania.Se all’inizio dell’attività gli studi sierano focalizzati su Michelangelo,Bernini e le fonti della storia del-l’arte romana, dalla riapertura del-la biblioteca dopo la Seconda guer-

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ra mondiale fu l’architettura a go-dere di una particolare attenzione.Attorno al 1959, sotto la direzionedi Metternich, la consistenza delleraccolte era salita a circa 50.000volumi e opuscoli, 417 periodici, e60.000 fotografie.11

Nel 1962, “in seguito all’improvvisascomparsa di Ludwig Schudt, funominato bibliotecario capo col ti-tolo di direttore il già citato OttoLehmann-Brockhaus (n. nel 1909),che era stato borsista della Hertzia-na negli anni della guerra e più tar-di direttore della biblioteca delZentralinstitut für Kunstgeschichtedi Monaco”.12

L’anno seguente a Metternich suc-cedette Wolfgang Lotz (1912-1981), già docente della New YorkUniversity.Gli anni successivi videro la mo-mentanea soluzione dei problemidi spazio che la crescita delle rac-colte comportava, mediante ristrut-turazioni e l’acquisto dell’adiacentePalazzo Stroganoff, che fu collega-to ai locali dell’istituzione.Con la creazione nel 1977 di unsecondo posto di direttore asse-gnato a Matthias Winner (l’istitutovenne quindi diretto da allora dadue storici dell’arte, che ogni dueanni si avvicendano nella gestio-ne) ritornarono ad essere un setto-re di ricerca privilegiato anche learti figurative.Al posto di Lehmann-Brockhaus,collocato a riposo nello stesso an-no, il ruolo di direttore della biblio-teca fu assunto da Ernst Guldan.Un ulteriore ampliamento della se-de fu consentito nel 1980 dall’ac-quisto del vicino villino Stroga-noff, dove trovò posto dal 1985 lafototeca.Attorno al 1981 la biblioteca dispo-neva già di circa 80.000 volumi distoria dell’arte, e di quasi 150.000 fo-tografie riguardanti l’arte italiana.13

L’incremento delle raccolte nel de-cennio successivo fu straordinario,e verso il 1991 nei locali della bi-blioteca erano già “immagazzinati

circa 180.000 volumi, su uno svi-luppo lineare di scaffali di quasiquattro chilometri”.14

Il raggio di azione dell’Hertziananon è stato mai limitato a un parti-colare campo artistico, ma si èsempre esteso in toto all’arte fiori-ta a Roma e nell’Italia centrale emeridionale, nella convinzione chele tendenze che hanno influenzatol’intera arte europea siano semprepartite dall’Urbe. Vari progetti del passato hanno ri-guardato le fonti scritte sulla vita el’opera di Raffaello, i disegni ar-chitettonici di Antonio da Sangalloil Giovane, gli scavi della basilica

paleocristiana di San Lorenzo inDamaso e il corpus di disegni diBorromini.Di recente:

è stata iniziata la banca dati Linea-menta: indirizzata a fini di ricerca ecompletamente gestibile e consul-tabile via web (http://lineamenta.biblhertz.it). La banca dati, svilup-pata sotto la direzione della diret-trice Prof. Elisabeth Kieven, con loscopo di rilevare scientificamentedisegni di architettura italiani delXVII e XVIII secolo, si propone diandare oltre i convenzionali catalo-ghi di collezioni o di artisti, digitalio non digitali: infatti in essa i dati

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relativi ai disegni vengono messi inconnessione con informazioni supersone e istituzioni, su edifici,progetti, fonti d’archivio e biblio-grafia. Scansioni ad altissima risolu-zione dei disegni e specifici stru-menti per l’analisi delle immaginisullo schermo del computer per-mettono di aprire nuove ottiche perlo studio dei disegni di architettura.Una seconda banca dati, ArsRoma,dedicata alla pittura a Roma tra il1580 e il 1630, viene attualmenteallestita sotto la guida della direttri-ce Prof. Sybille Ebert-Schifferer.15

L’incessante aumento del patrimo-nio bibliografico ha esaurito agliinizi degli anni Novanta la capaci-tà dell’edificio originario, e resonecessario il rifacimento del suocorpo centrale, con mantenimentodella facciata. Nel 1995 è stato in-detto a tal fine un concorso inter-nazionale, vinto nel 1996 dal pro-getto dello spagnolo Juan NavarroBaldeweg, che ha previsto la ri-apertura della bocca del “masche-rone” presente nella facciata delPalazzo Zuccari, e la sistemazionedi un cortile a lucernario intorno acui si sviluppano verso l’alto settegallerie disposte a gradoni, conte-

nenti le sale di lettura. Caratteristi-ca principale del progetto è la con-cezione della luce come parte in-tegrante dell’architettura. L’edificiosi apre infatti da ogni lato verso laluce, che giunge dall’alto da un’a-pertura del tetto a forma di imbutoe viene riflessa da un’apposita strut-tura verso i singoli piani. I lavori, iniziati nel gennaio 2002,si protrarranno presumibilmentefino al 2009, ed avranno un costocomplessivo di circa 18 milioni dieuro. Tale adattamento architetto-nico ha portato naturalmente allatemporanea chiusura delle sale dilettura dell’istituto. Il patrimonio li-brario è tuttavia sempre consulta-bile, su prenotazione, presso la Gal-leria nazionale d’arte moderna.La dotazione attuale della bibliote-ca, di cui è oggi direttore AndreasThielemann, è imponente, specieconsiderando la specificità delleraccolte: circa 260.000 volumi e2.422 periodici, di cui 1.030 cor-renti. Molto rilievo è naturalmentedato alla storia dell’arte italiana,specie dal Medioevo all’età moder-na. Le pubblicazioni edite in Italiacostituiscono comunque solo circail 50% del patrimonio librario. La prestigiosa biblioteca possiede17 incunaboli e 856 stampe delCinquecento. Tra le opere più rarefigurano: De Re aedificatoria diLeon Battista Alberti (Firenze, Ala-manni, 1485); Buch der Cronickendi Hartmann Schedel (Norimberga,Anthonius Koberger, 1493); I vesti-gi dell’antichità di Roma di Etien-ne Du Pérac (Roma, Lorenzo dellaVaccheria, 1575); Le cose maravi-gliose dell’alma città di Roma diFra Santi di Santo Agostino (Roma,Guglielmo Facciotto, 1595); Le co-se maravigliose dell’alma città diRoma, anfiteatro del mondo di Gi-rolamo Francino (Roma, Gio. An-tonio Franzini, 1600); I tesori na-scosti nell’alma città di Roma diOttavio Panciroli (Roma, Luigi Zan-netti, 1600); gli Ornamenti di fa-briche antichi et moderni dell’al-

ma città di Roma di BartolommeoRossi (Roma, Andrea della Vacca-ria, 1600); le Varie pitture a frescode’ principali maestri veneziani, diAnton Maria Zanetti, del 1760 (lecui stampe colorate sono oggi l’u-nica testimonianza dei dipinti – or-mai distrutti – di Giorgione e Tizia-no al Fondaco dei tedeschi, a Ve-nezia); Roma antica, e moderna diNiccola Roisecco, in tre volumi (Ro-ma, Roisecco, 1765); la Raccoltadelle principali vedute antiche emoderne della città di Roma e suevicinanze disegnate ed incise dalvero dai migliori artisti l’anno1842 (Roma: Cuccioni, s.a.).Fra i nuclei speciali della bibliote-ca c’è, unico nel suo genere, unimportante fondo di guide di Ro-ma (oltre 800 volumi pubblicatidal 1478 ad oggi), avviato a suotempo da Ludwig Schudt, che rac-colse tale ricca documentazioneper avvalersene per il suo testo suLe guide di Roma: Materialen zueiner Geschichte der römischenTopographie (Wien, Augsburg,Filser, 1930). Un altro nucleo speciale è costitui-to da una raccolta di libri, soprat-tutto del XVII e XVIII secolo, con-tenenti incisioni riguardanti edificidi Roma o vedute della Città eter-na, importanti fonti per gli storicidell’architettura.Altra sezione speciale è formata daoltre 1.200 volumi relativi a descri-zioni di viaggi, di cui l’Italia, e spe-cialmente Roma, erano in passatoquasi meta obbligata.La biblioteca dispone inoltre di ungigantesco repertorio di tutto quan-to è stato scritto sull’arte e sulla cul-tura, non solo in Italia, ma nei pae-si del Mediterraneo.La politica delle acquisizioni – ol-tre che attenta a quanto offre ilnormale mercato librario – è statasempre orientata verso alcuni spe-cifici settori, necessari per la pro-pria specializzazione: “ciò vale inprimo luogo per le opere a stam-pa fuori commercio, pubblicate su

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Frontespizio di un volume settecen-tesco conservato presso la BibliotecaHertziana

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ordinazione senza l’intervento diuna casa editrice. Appartengono aquesta categoria molte guide dichiese e musei, gran parte dei ca-taloghi di mostre e di gallerie emolti studi d’interesse locale, scar-samente diffusi fuori della lorocerchia. Quest’ultima letteratura,anche se può avere un’improntaprovinciale, è tuttavia indispensa-bile perché è in grado di trasmet-tere una conoscenza esaurientedella materia”.16

La fototeca dell’istituto, attualmen-te diretta da Christina Riebesell, èprobabilmente la maggiore d’Italianel settore. Si può dire che nacqueunitamente all’istituzione, vistoche Henriette Hertz lasciò una rac-colta di 12.000 fotografie, notevoleper quell’epoca.17

Attualmente ha una consistenza di760.000 fotografie (classificate inordine alfabetico nelle seguentisuddivisioni: Roma; Topografia ita-liana; Artisti italiani; Manoscritti; Di-segni di architettura; Topografia e-stera; Artisti esteri; Bartsch; Le PeintreGraveur; Corpus Gernsheim) e unaumento annuale di circa 10.000-15.000 pezzi. Possiede inoltre100.000 negativi numerati, conschedario per artista e luogo, e60.000 diapositive, sempre relativeal nostro patrimonio artistico. Cisono poi 5.000 microfiche, tra lequali le “Marburger Index”, ineren-ti alla documentazione dell’arte inGermania. Da notare che l’Hertzia-na effettua campagne fotografichein proprio, che costituiscono gros-so modo il 20% delle nuove im-magini incamerate. Nella banca dati, creata nel 1994,vengono archiviate ogni anno dalle10.000 alle 13.000 nuove fotografie,reperibili attraverso una ricerca on-line. Il catalogo digitale della fotote-ca contiene circa 140.000 fotografie. La Hertziana è peraltro una dellegrandi fototeche che adotta una si-stemazione topografica del suo ar-chivio fotografico. In altre parole,dà la possibilità di studiare il com-

plesso storico di una chiesa o di unpalazzo nel suo insieme, consen-tendo, ad esempio, il veloce con-fronto tra immagini di affreschi equelle dell’ambiente architettonicoin cui essi furono creati. L’ordinamento per luoghi è natu-ralmente vantaggioso per le opereinamovibili (urbanistica, opere diarchitettura), laddove una sistema-zione secondo i nomi degli archi-tetti porterebbe, ad esempio, a di-videre le fotografie di uno stessoedificio in diversi lotti, intestati aidifferenti artisti che se ne occupa-rono. La sistemazione topograficaè però meno pratica quando è uti-lizzata per opere mobili: sarebbeovviamente difficile scegliere, peresempio, dove collocare la foto-grafia di un quadro che nel corsodegli ultimi anni ha cambiato piùvolte proprietario. Per rimediare atale inconveniente, la Hertziana haaggiunto una sezione con opere disingoli artisti, consentendo un piùfacile confronto stilistico. Quest’ul-timo tipo di collocazione, per no-mi di artisti o per scuole, è natu-ralmente la classica sistemazionedelle fototeche nate come strumen-to di lavoro del conoscitore d’arte.L’istituto possiede, oltre alla biblio-teca e alla fototeca, un archiviocon i lasciti di vari studiosi; tra lemaggiori raccolte speciali figuranoi fondi: Deutscher Künstlerverein(Associazione degli artisti tede-schi); Joseph Croquison; GerhardEwald; Jacob Hess; Paul GustavHübner; Wolfgang Lotz; GünterNeumann; Friedrich Noack; JeanPaul Richter; Ludwig Schudt; Hein-rich Mathias Schwarz; Ernst Stein-mann; Franz Graf Wolff Metter-nich; Richard Krautheimer. L’impo-stazione interdisciplinare della bi-blioteca si riflette nei convegni enelle mostre spesso organizzati in-sieme ad altre istituzioni; tra i part-ner più importanti della Hertzianafigurano i Musei vaticani, l’Istitutoarcheologico germanico, l’Istitutostorico tedesco, l’Historisches Institut

presso l’Istituto di cultura austriacodi Roma, l’Istituto olandese di Ro-ma, l’Académie de France di VillaMedici, la Soprintendenza ai beniartistici, il Kunsthistorisches Insti-tut in Florenz, il Warburg Institutdi Londra e il Zentralinstitut fürKunstgeschichte di Monaco.Il catalogo on-line (http://www.biblhertz.it/bib/Default.htm) inclu-de ogni tipo di pubblicazione ac-quisito dalla biblioteca: monografie,riviste e – dal 1985 – anche saggi.Alle raccolte si accede previo tesse-ramento gratuito a discrezione del-la biblioteca. Sono ammessi allafrequentazione i docenti universita-ri e tutti i laureati in storia dell’artein possesso di una lettera di pre-sentazione e di un piano di ricerca.Resta da dire che la biblioteca pub-blica il Römisches Jahrbuch der Bi-bliotheca Hertziana, e due collanemonografiche, le “Römische For-schungen” e i “Römische Studien”.La quantità, la qualità e l’organiz-zazione dei materiali descritti ren-dono ovviamente la Hertziana unpunto di riferimento imprescindi-bile per tutti gli studiosi dell’arteitaliana.

Per informazioni:Bibliotheca HertzianaMax-Planck-Institut für Kunstgeschichtevia Gregoriana 28 00187 Roma

Segreteriatel. 06 699 93 227 fax 06 699 93 [email protected]

Bibliotecatel. 06 699 93 242 fax 06 699 932 [email protected]: Andreas Thielemann

Fototecatel. 06 699 93 421 fax 06 999 93 [email protected]: Christina Riebesell

Archiviotel. 06 699 93 258 fax 06 699 93 [email protected]: Julian Kliemann

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Note

1 Dell’acquisto del prestigioso palazzoaveva già discusso nel 1879 il parla-mento tedesco, con l’obiettivo di dar vi-ta a un’accademia d’arte tedesca a Ro-ma (che sarebbe poi nata a Villa Massi-mo). La costituzione imperiale perònon riconosceva al governo federaledel Kaiserreich la competenza per gliaffari culturali. L’assenza nel bilancioper la cultura di appositi fondi fece per-tanto sfumare e rinviare l’operazione. 2 La Hertz donò peraltro allo stato italia-no la sua importante collezione di ope-re d’arte, di cui la maggior parte può es-sere ammirata oggi alla Galleria nazio-nale d’arte antica, a Palazzo Barberini.3 Cfr. PAOLA HOFFMANN, Rione IV,Campo Marzio, parte II, della serie“Guide rionali di Roma”, Roma, F.lliPalombi, 1981, p. 110. 4 Cfr. AMEDEO BENEDETTI, Biblioteca diarcheologia e storia dell’arte, “Biblio-teche oggi”, 33 (2005), 10, p. 33-39. 5 CHRISTOF THOENES, La BibliothecaHertziana: storia dell’istituto, in Spe-culum Mundi, a cura di Paolo Vian,Roma, Unione internazionale degli i-

stituti di archeologia, storia e storiadell’arte in Roma, s.d. [1992], p. 59. 6 Cfr. l’Annuario delle biblioteche ita-liane, Firenze, R. Bemporad & Figlio,1933-34, p. 212.7 Voce “Roma” dell’Enciclopedia italia-na Treccani, vol. XXIX, Roma, Istitutodell’Enciclopedia Italiana, 1936, p. 886. 8 CHRISTOF THOENES, op. cit., p. 61.9 Tutte le notizie relative al trasferi-mento sono tratte da ERLAND BILLIG –CARL NYLANDER – PAOLO VIAN, NobileMunus, Roma, Unione internazionaledegli istituti di archeologia, storia e sto-ria dell’arte in Roma, 1996, p. XX e sg. 10 Cfr. ERLAND BILLIG – CARL NYLANDER –PAOLO VIAN, op. cit., p. 40.

11 Cfr. ETTORE APOLLONJ – ALDA ANGELINI,Annuario delle biblioteche italiane, 2 ed.,Roma, F.lli Palombi, III vol., 1959, p. 112.12 CHRISTOF THOENES, op. cit., p. 65.13 Cfr. PAOLA HOFFMANN, op. cit., p. 110.Il dato riguardante i libri appare im-preciso per difetto. La cifra di 100.000volumi era stata probabilmente giàtoccata attorno al 1977.14 ERNST GULDAN, La BibliothecaHertziana: la biblioteca, in SpeculumMundi, cit., p. 69.15 JULIAN KLIEMANN, comunicazione al-l’autore del 26 gennaio 2007.16 ERNST GULDAN, op. cit., p. 69.17 DIETER GRAF, La Bibliotheca Hertziana:la fototeca, in Speculum Mundi, cit., p. 76.

The Bibliotheca Hertziana was established in 1913 by Henriette Hertz, andlocated in Rome. It is one of the major international art research centers.The Hertziana Library contains a comprehensive collection of more than260,000 books, 2,422 periodicals, 760,000 photographic reproductions,and documents on the history, theory, and criticism of italian art andarchitecture. The emphasis is on italian art from the Middle Ages and theRenaissance, to the Baroque. The art historical collections now conservedinclude those collected by Henriette Hertz, Ernst Steinmann, Frida LöwenthalMond, Ludwig Schudt and others.

Abstract