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 - , - Produzione tasso di interesse e tasso di cambio Capitolo  2 N el capitolo Il abbiamo trattato il tasso di cam bio nominale come u no degli che nel b re v e periodo, con prezzi fissi, fos e ug uale al tasso di cam bio reale. In realtà il tasso di cam bio n on è prop riam ente uno strum ento di politica eco nom i- ca. E ss o infatti è determinato sul mercato dei cam bi - un m ercato in cui, come abbiamo v is to n el c ap ito lo lO, si realizzano innumerevoli tr an sa zio n i. Q u es ta con. sid erazio ne solleva due semplici d om an de: c o sa d eterm in a il tasso di cam bio n o- m in ale? In che modo il g ov ern o p uò in fIu en zarlo ? Q ueste so no le domande che motivano il presente capitolo. Più in g en erale, e s a m in ia m o l eq uilib r o sim ultan eo n el mercato d ei b en i e n el m ercato fin an zia- rio, includendo anche il m ercato dei cam bi. Q uesta analisi ci perm etterà di stu- diare l andamento cong iu nto d ella produzione, del tasso di interesse e d el tasso di cambio in un contesto di economia aperta. TI modello che sviluppiamo è u n es ten sio ne in e co no m ia a pe rta d el m o de llo IS-IM, che b biam o in tro do tto n el capitolo 5. Esso è noto c me m odello di M undell-Flem ing, dal nome dei due economisti, R ob ert Mundell e Marcus F le m in g, che p er p rim i lo co stru iro no n e- gli anni Sessant a il m od ello che presentiamo q ui rispecchia lo sp irito d el m od el- lo o rig in ario , ma se ne discosta n ei d etta gli). il L equi ibrio del mercato dei beni L equilibrio del m ercato dei beni è stato trattato nel capito lo Il, dove abbia- mo d er iv ato la s eg u en te condizione di equilibrio: [12.1] y = C Y - T + I Y,r +G+ X Y, Y*, E )  + )  +. -) <- . +. +) Affmché il mercato sia in equilibrio, la p ro d uz io ne il I ato s in is tr o dell equazione) d ev e e ss er e u gu ale a lla domanda di b en i n az io na li il Ia to d es tr o d ell e qu az io ne ). La domanda è a sua volta uguale alla som ma di consumo, investim ento, spesa pubblica, p iù esp ortazion i e meno im po rtazioni. Per sem plicità, ab biam o rag- g ru pp ato g li u ltim i d ue term in i so tto la voce « esp ortazio ni n ette» , d efm ite come esportazioni m eno importazioni, X - EQ. TI consumo dipende positivamente dal reddito disponibile. L investimento d i- p en de p ositiv am en te d alla p ro du zio ne e n eg ativ am en te d al ta ss o di in te r es se rea- le. La spesa pubblica in ve ce è c on sid era ta e so ge na .

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  • -,-

    Produzione, tasso di interessee tasso di cambio

    Capitolo 12

    Nel capitolo Il abbiamo trattato il tasso di cambio nominale come uno deglistrumenti di politica economica a disposizione del governo, ipotizzando inoltreche nel breve periodo, con prezzi fissi, fosse uguale al tasso di cambio reale. Inrealt il tasso di cambio non propriamente uno strumento di politica economi-ca. Esso infatti determinato sul mercato dei cambi - un mercato in cui, comeabbiamo visto nel capitolo lO, si realizzano innumerevoli transazioni. Questa con.siderazione solleva due semplici domande: cosa determina il tasso di cambio no-minale? In che modo il governo pu infIuenzarlo?

    Queste sono le domande che motivano il presente capitolo. Pi in generale,esaminiamo l'equilibrio simultaneo nel mercato dei beni e nel mercato finanzia-rio, includendo anche il mercato dei cambi. Questa analisi ci permetter di stu-diare l'andamento congiunto della produzione, del tasso di interesse e del tassodi cambio in un contesto di economia aperta. TI modello che sviluppiamo un'estensione in economia aperta del modello IS-IM, che abbiamo introdotto nelcapitolo 5. Esso noto come modello di Mundell-Fleming, dal nome dei dueeconomisti, Robert Mundell e Marcus Fleming, che per primi lo costruirono ne-gli anni Sessanta (il modello che presentiamo qui rispecchia lo spirito del model-lo originario, ma se ne discosta nei dettagli).

    il L'equilibrio del mercato dei beniL'equilibrio del mercato dei beni stato trattato nel capitolo Il, dove abbia-

    mo derivato la seguente condizione di equilibrio:

    [12.1] y =C(Y - T)+I(Y,r)+G+NX(Y, Y*, E)( + ) (+. -)

  • 296 CAPITOLO 12

    Le esportazioni nette dipendono dalla produzione interna, dalla produzioneestera e dal tasso di cambio reale. Un incremento della produzione interna fa au-mentare le importazioni e quindi diminuisce le esportazioni nette. Un incrementodella produzione estera fa aumentare le esportazioni e quindi anche le esportazio-ni nette. Un aumento di E - un deprezzamento reale - provoca (sotto la condi.zione di Marshall.Lerner, che assumeremo soddisfatta per tutto il resto dd capi-tolo) un incremento delle esportazioni nette.

    Per i nostri scopi, la caratteristica importante dell'equazione [12.1] la di.pendenza della domanda, e quindi della produzione, sia dal tasso di interesse rea-le sia dal tasso di cambio reale.

    . Un aumento dd tasso di interesse reale genera una riduzione della spesaper investimenti, e quindi una riduzione della domanda di beni nazionali. Questoconduce, attraverso il moltiplicatore, a una diminuzione della produzione.

    . Un aumento del tasso di cambio reale - un deprezzamento reale - provo-ca uno spostamento della domanda a favore dei beni nazionali e quindi un incre.mento delle esportazioni nette il quale, a sua volta, fa aumentare la domanda e laproduzione.

    Nel resto del capitolo, applicheremo due semplificazioni all'equazione[12.1]: innanzitutto, poich ci stiamo riferendo al breve periodo, il livello deiprezzi interni - come fatto nella precedente trattazione del modello IS.LM - esogeno. Questa ipotesi estesa anche al livello dei prezzi esteri. Sulla base diquesta assunzione, il tasso di cambio reale (E= EP*/P) e il tasso di cambio no-minale (E) si muovono allo stesso modo. Un deprezzamento nominale provocaun deprezzamento reale di pari ammontare. Se, per convenienza di notazione,scegliamo p e P* in modo tale che P*/P= 1 (ed sempre possibile farlo perchsi tratta di numeri indici), allora E=E e possiamo sostituire E con E nell'equa-zione [12.!].

    La seconda semplificazione l'assenza di inflazione, effettiva o attesa, inquanto i livelli dei prezzi sono dati. Il tasso di interesse reale quindi uguale al!asSOdi interesse nominale, per cui possiamo sostituire il tasso di interesse reale,r, nell'equazione [12.1] con il tasso di interesse nominale, i.

    Con queste semplificazioni, l'equazione [12.1] diventa:

    [12.2] Y =C(Y TJTJI(Y,i)+G+NX(Y, Y*,E)( + , C+.-) c-. +. +)

    La produzione dipende sia dal tasso di interesse nominale sia dal tasso di cambionominale. Queste due semplificazioni faciliteranno l'analisi delle interazioni tra ilmercato dei beni e i mercati fmanziari.

    fI L'equilibrio dei mercati finanziariQuando abbiamo studiato i mercati fmanziari in un contesto di economia

    chiusa, abbiamo semplificato il nostro compito, assumendo che le persone sce.gIiessero tra due sole attivit finanziarie, moneta e titoli. Ora che affrontiamo lostudio dei mercati finanziari in economia aperta, dobbiamo considerare anche lascdta fra titoli nazionali e titoli esteri. Analizziamo queste scdte una per volta.

  • PRODUZIONE E TASSO DI INTERESSE 297

    2.1. La scelta tra moneta e titoli

    Nel capitolo 5, analizzando un'economia chiusa, abbiamo scritto la condizio-ne di uguaglianza tra domanda e offerta di moneta come:

    [12.3] ~ =YL(j)P

    Abbiamo assunto che l'offerta reale di moneta (il lato sinistro dell'equazione[12.3]) fosse data (perch lo stock di moneta dato e il livello dei prezzi nel bre-ve periodo costante) e che la domanda reale di moneta (il lato destro dell'equa-zione [12.3]) dipendesse dal livello di transazioni nell'economia (misurato dallaproduzione reale, Y) e dal costo-opportunit di detenere moneta invece di titoli(il tasso di interesse nominale sui titoli, ,).

    Passando da un contesto di economia chiusa a un contesto di economia aper-ta, non dobbiamo apportare molte modifiche alla nostra analisi.

    In un'economia aperta, la domanda di moneta nazionale ancora in gran par-te attribuita ai cittadini residenti. Non c' alcuna buona ragione per la quale i te-deschi, ad esempio, detengano valuta statunitense o conti correnti espressi in dol-lari. Essi, infatti, non possono usare i dollari per le transazioni in Germania, cherichiedono pagamenti in valuta tedesca. D'altra parte, se volessero tenere attivitfmanziarie espresse in dollari, converrebbe loro detenere titoli statunitensi, i qualialmeno pagano un tasso di interesse positivo'. Conseguentemente, la domanda dimoneta dei cittadini residenti dipende ancora dagli stessi fattori: il loro livello ditransazioni, approssimato dalla produzione reale interna, e il costo-opportunit didetenere moneta, cio il tasso di interesse nominale sui titoli'.

    Per descrivere le determinanti del tasso di interesse nominale in un'economiaaperta, possiamo quindi continuare a usare l'equazione [12.3]. Il tasso di interes-se deve essere tale da eguagliare domanda e offerta di moneta. Un aumento dell'offcrta di moncta induce una riduzione del tasso di interesse Un aumento delladomanda di moneta ad esempio a causa di un incremento della produzione pro-voca un aumento del tasso di interesse

    2.2. La scelta tra titoli nazionali e titoli esteri

    Per analizzare la scelta tra titoli nazionali e titoli esteri, ci baseremo sull'ipote-si introdotta nel capitolo lO: gli investitori, nazionali o stranieri, cercano il tassodi rendimento atteso pi elevato. Affinch in equilibrio siano detenuti dal pubbli-co sia i titoli nazionali sia i titoli esteri, essi devono avere lo stesso tasso di rendi-mento atteso.

    , Nel capitolo lO abbiamo citato due specificazioni di questa affennazione: 1) l'uso deidollari per le transazioni illegali all'estero e 2) la cosiddetta @l/4riwWon,. in pratica l'utilizwdei dollari come moneta nei paesi con inIIazione molto elevata. Qui ignoriamo entrambe lespecificazioni.

    , Approfondimento. Dal momento che i residenti possono detenere sia titoli nazionali siatitoli esteri, la domanda di moneta dovrebbe dipendere dal tasso di rendimento atteso dei titolinazionali e dal tasso di rendimento atteso dei titoli esteri. Tuttavia,.poich assumeremo chevale la parit dei tassi d'interesse, dalla quale segue che questi due tassi di rendimento attesisono uguali, possiamo scrivere la domanda di moneta come nell'equazione (12.3J.

  • 298 CAPITOLO 12

    Come abbiamo visto nel capitolo lO, questa conclusione richiede che la se-guente condizione di arbitraggio sia soddisfatta:

    .

    .* E;.I-E,II=I,+~

    Questa equazione, nota come pan't dei tassi di interesse, ci dice che il tasso di in-teresse interno, i" deve essere uguale al tasso di interesse estero, i:, pi il tassodi deprezzamento atteso della valuta nazionale (E;.I- E,)/E, '.

    Per ora consideriamo il tasso di cambio futuro atteso come dato, indicandolocon b' (abbandoneremo questa ipotesi nel capitolo 17)'. Sulla base di questaipotesi, e omettendo gli indici temporali, la parit dei tassi di interesse diventa:

    [12.4] i =i* + E' - EE

    Portando i termini nel tasso di cambio corrente, E, sul Iato sinistro e dividendoentrambi i Iati per (1 + i - i*), otteniamo il tasso di cambio corrente in funzionedel tasso di cambio futuro atteso e dei tassi di interesse nazionale ed estero:

    [12.5] E'E=- l+i-i*

    L'equazione [12.5] indica una relazione negativa fra il tasso di interesse nazionalee il tasso di cambio. Dato il tasso di cambio futuro atteso e il tasso di interesseestero, un aumento del tasso di interesse interno provoca una riduzione del tassodi cambio cio un apprezzamento Viceversa una diminuzione del tasso di inte-resse interno provoca un incremento del tasso di cambio cio un deprezzamento

    Questa relazione fra il tasso di cambio e il tasso di interesse interno avr unruolo centrale nel resto di questo capitolo. n modo migliore per capirla pensarealla sequenza di eventi che ha luogo nei mercati finanziari e nei mercati dei cam-bi a seguito di un aumento del tasso di interesse statunitense rispetto, ad esem-pio, al tasso di interesse tedesco. Consideriamo una situazione iniziale in cui itassi di interesse statunitense e tedesco siano uguali, i =i*. L'equazione [12.5] cidice che in questo caso il tasso di cambio corrente $10M uguale al tasso dicambio futuro atteso.

    Supponiamo che, a seguito di una restrizione monetaria negli Stati Uniti, iltasso di interesse statunitense aumenti. Dato il tasso di cambio, i titoli statuniten-si diventano pi convenienti, per cui gli investitori finanziari vorranno scambiaretitoli tedeschi per titoli statunitensi. Per fare questo, dovranno vendere i titoli te-deschi che possiedono per ricavare DM, poi scambiare DM con dollari e, infine,usare i dollari ottenuti per acquistare titoli statunitensi. La vendita dei DM perdollari genera un apprezzamento del dollaro.

    , Per semplificare la notazione, nd resto dd capitolo sostituiremo il simbolo d'approssi-mazione (~) con qudlo d'eguaglianza (=).

    4 Approfondimento. Per i nostri scopi, tutto ci di cui abbiamo bisogno che il tasso dicambio atteso risponda meno che proporzionalmente alle variazioni dd tasso di cambio cor-rente. Si verifichi, ad esempio, come cambierebbero i risultati di_questo capitolo se assumessi-mo che il laSSOdi cambio atteso fosse pari a E' = ltE + (l - A)E, con X compreso tra zcTo euno- L'ipolesi che usiamo od testo corrisponde al caso in cui X uguale a zcTo- Ma lUtti i ri-sultaI; qualitativi che deriviamo valgono anche od caso in cui X compreso tra zero e uno.

  • PRODUZIONE [ TASSO DI INTERESSE

    Non difficile intuire perch un aumento del tasso di interesse statunitenseprovochi un apprezzamento dd dollaro: una maggiore domanda di dollari ne fa au-mentare il prezzo. Ci che meno ovvio di quanto il dollaro debba apprezzarsi.li punto importante il seguente: se gli investitori finanziari non modificano le loroaspettative suI tasso di cambio futuro, allora \luanto pi torte c l'apprezzamento deldollaro ~~L tanto pi gli investitori si aspetteranno un suo ~amento in futu.m A parit di altre condizioni, questa aspettativa rende i titoli tedeschi pi conve.nienti: quando ci si aspetta che il dollaro si deprezzi, un dato tasso di rendimentoin DM genera un maggior tasso di rendimento in dollari. I:apprezzamento inizialedel dollaro deve pertanto essere tale per cui il deprezzamento futuro atteso com.pensi l'aumento del tasso di interesse interno. In questo caso, gli investitori torne-ranno ad essere indifferenti e il mercato sar in equilibrio.

    Un esempio numerico sar utile. Assumiamo che i tassi di interesse annualinegli Stati Uniti e in Germania siano entrambi uguali al 4%. Supponiamo orache il tasso di interesse statunitense aumenti al 10%. Oggi il dollaro si apprezze-r del 6%. Per capirne la ragione, si noti che se il dollaro si apprezza del 6% egli investitori non modificano le loro aspettative suI tasso di cambio a un anno,oggi ci si aspetta che il dollaro si deprezzer del 6% nel corso del prossimoanno. In altre parole, ci si aspetta che l'anno prossimo il DM si apprezzer dd6% suI dollaro. I titoli tedeschi offrono quindi un tasso di rendimento atteso del4%, il tasso di rendimento in DM, pi il 6%, l'apprezzamento atteso del DM. Inquesto modo, i titoli tedeschi e i titoli statunitensi hanno entrambi un tasso direndimento atteso del 10% in dollari. Gli investitori frnanziari saranno disposti atenere entrambi i titoli, per cui il mercato dei cambi in equilibrio.

    In termini dell'equazione [12.4]:

    E'-E= i* +---y-

    10% =4% + 6%

    f.5'6j

    E-Tasso di cambio. E

    - App=amcnlo Drp=amcntO -

    299

    FIG.12.1.~.iu..i!.iu..i!t".

    n""'-"~,..mbio d"seri".. dallaparit dei tmi di in.I>:r!::>:-Un minor tasso di in-tc!

  • 300 CAPITOLO 12

    li lasso di rendimento dei titoli statunitensi (il lato sinistro) uguale al 10%. litasso di rendimento atteso dei titoli tedeschi, espresso in dollari (il lato destro), uguale al tasso di interesse tedesco, 4%, pi il deprezzamento atteso dd dol-laro, 6%.

    La figura 12.1 mostra la relazione fra il tasso di interesse e il tasso di cambiocontenuta nell'equazione [12.5] - la parit dei tassi di interesse. Essa disegnataper un dato tasso di cambio futuro atteso, E', e per un dato tasso di interesseestero, i*. Quanto minore il tasso di interesse, tanto maggiore sar il tasso dicambio: la relazione rappresentata da una curva inclinata negativamente. Quan-do il tasso di interesse interno uguale al tasso di interesse estero, il tasso dicambio corrente uguale al tasso di cambio futuro atteso, quando i =i * alloraE =E', sempre per la relazione [12.5]. Questa situazione rappresentata dalpunto A nella figura.

    DI Un'analisi congiunta dei mercati reali e finanziariA questo punto, abbiamo sviluppato tutti i concetti necessari per capire l'an-

    damento della produzione, del tasso di interesse e del tasso di cambio.L'equilibrio dd mercato dei beni richiede che la produzione dipenda, tra gli

    altri fattori, anche dal tasso di interesse e dal tasso di cambio:

    y= C(Y - T) + I(Y, i) + G + NX(Y, Y*, E)

    li tasso di interesse determinato, a sua volta, dall'eguaglianza fra la domanda dimoneta e l'offerta di moneta:

    M= YL(i)P

    La parit dei tassi di interesse fa s che vi sia una relazione negava fra il tasso diinteresse interno e il tasso di cambio:

    E'E=-1+i-i*

    Insieme, queste tre relazioni determinano la produzione, il tasso di interesse e iltasso di cambio. Poich queste tre espressioni non sono molto agevoli da maneg-giare, le ridurremo a due, usando la parit dei tassi di interesse per eliminare iltasso di cambio dalla condizione di equilibrio del mercato dei beni. Con questaoperazione otteniamo le versioni delle curve IS ed LM in un contesto di econo-mia aperta:

    IS: y=c(y-n+l(Y,iJ+G+NX [Y,Y*, ~'o*

    ]1+1-1

    LM:~

    =YL(i)

    Consideriamo per prima la curva IS e analizziamo gli effet sulla produzione di unaumento del tasso di interesse. Un aumento dd tasso di interesse ha due effet.

  • PRODUZIONE E TASSO DI INTERESSE 301

    ~

    .5'6~

    ~

    lS

    y

    Produzione, Y

    (al

    '6~

    ~

    FIG. 12.2. Il modello 1~-LWIn emnomla ape"aUn aumento dd tasso di une...", riduce la produzione sia direttamente sia indirettamente, a",aveno il tasso di cam.bio: la curva 15 negativamente inclinata. Dato lo stock reale di monela, un aumento dd r

  • 302 CAPITOLO 12

    mostra il tasso di cambio associato a ogni valore dd tasso di interesse. Il tasso dicambio in corrispondenza dd tasso di interesse di equilibrio i uguale a E.

    o Gli effetti della politica economica in economia apertaDopo aver derivato il modello IS-LM di economia aperta, possiamo usarlo

    per analizzaregli effetti della politicaeconomica.

    4.1. Gli effetti della politica fiscale in economia aperta

    Consideriamo di nuovO un aumento della spesa pubblica. Supponiamo che,partendo da un bilancio in pareggio, il governo decida di aumentare le spesa perla difesa e di sopportare il deficit che ne deriva. Cosa accade al livello della pro-duzione e alla sua composizione, al tasso di interesse e al tasso di cambio?

    La risposta contenuta nella figura 12.3(a). L'economia si trova inizialmentenel punto A. Un aumento della spesa pubblica da G a G' fa aumentare la produ-zione a parit di tasso di interesse e quindi sposta la curva 15 verso destra, da 15a 15'. Poich la spesa pubblica non entra nella curva LM, quest'ultima non si spo-sta. Il nuovo equilibrio situato nd punto A', con un maggior livello di produ-zione e un tasso di interesse pi elevato. Come mostra la figura 12.3(b), il mag-gior tasso di interesse induce una riduzione dd tasso di cambio - un apprezza-mento. Un aumento della spcsa Dubblica Drovoca Quindi un incremento del oro.dolto un aumento del tasso di interesse e un aDD,ezzamento,

    Come possiamo raccontare questo processo a parole? Un aumento della spe-sa pubblica fa aumentare la domanda e quindi anche la produzione. All'aumenta-re della produzione, aumenta anche la domanda di moneta, generando pressioni

    li,

    r E i'.5'ij .~

    l

    ~

    IIIr--ItIIIIS

    E' ETassodi cambio.E

    --

    Apprezzamento(b)

    y Y'Produzione. Y

    (a)

    FIG. 12.3. Gli ,-ffctli di un aumento della sncsa pubblicaUn aumento della spesa pubblica provoca un aumento della produzione. un incremento dd tasso di interesse e un ap-prezzamento dei tassi di cambio.

  • PRODUZIONE E TASSO DI INTERESSE 303

    per un aumento del tasso di interesse. A sua volta, l'incremento del tasso di inte-resse, che rende i titoli nazionali relativamente pi convenienti, genera un apprez-zamento della moneta nazionale. il maggior tasso di interesse e l'apprezzamentoinducono entrambi una riduzione della domanda di beni nazionali, compensandoparte dell'effetto della spesa pubblica sulla domanda e sulla produzione.

    Cosa accade alle varie componenti della domanda? il consumo e la spesapubblica chiaramente aumentano, il primo a causa dell'incremento del reddito, laseconda per ipotesi. Ci che accade all'investimento invece ambiguo. Ricordia-mo che l'investimento dipende sia dalla produzione sia dal tasso di interesse:1= I(Y, I). Da un lato, la produzione aumenta, inducendo un incremento dell'in-vestimento. Tuttavia, anche il tasso di interesse aumenta, riducendo la spesa perinvestimenti. L'effetto complessivo sull'investimento pu essere sia positivo sianegativo, a seconda di quale effetto prevale. Proprio come nel contesto di econo-mia chiusa, anche in economia aperta l'effetto della spesa pubblica sull'investi-mento ambiguo.

    Consideriamo ora le esportazioni nette. Ricordiamo che le esportazioni nettedipendono dalla produzione estera, dalla produzione nazionale e dal tasso dicambio: NX =NX(Y, Y', E). Le esportazioni nette diminuiscono sia per effettodell'apprezzamento, sia a causa dell'aumento della produzione: l'apprezzamentoriduce le esportazioni e aumenta le importazioni, e l'incremento della produzionefa aumentare ulteriormente le importazioni. il disavanzo di bilancio genera quin-di un peggioramento della bilancia commerciale. Se all'inizio la bilancia commer-ciale era in pareggio, il disavanzo di bilancio porta a un disavanzo commerciale.

    4.2. Gli effetti della politica monetaria in economia aperta

    Gli effetti di una stretta monetaria sono presentati nella figura 12.4. A undato livello di produzione, una riduzione dello stock di moneta, da M/P a M'/P,fa aumentare il tasso di interesse: la curva LM si sposta verso l'alto, da LM aLM'. Poich la moneta non entra direttamente nell'equazione della IS, questa cur-va non si sposta. L'equilibrio passa dal punto A al punto A' nella figura 12.4(a).Come mostra la figura 12.4(b), l'aumento del tasso di interesse provoca un ap-prezzamento della valuta nazionale.

    Una stretta monetaria ~enera auindi una riduzione della Droduziane un au-mento del tasso di interesse e un apprezzamento. La storia molto semplice. Unastretta monetaria fa aumentare il tasso di interesse, rendendo i titoli nazionali re.lativamente pi convenienti, e quindi genera un apprezzamento del cambio. Do-manda e produzione si riducono sia per effetto dell'apprezzamento, sia a causadel maggior tasso di interesse. AI diminuire della produzione, la minor domandadi moneta che ne deriva fa diminuire il tasso di interesse, compensando partedell'aumento iniziale del tasso di interesse e dell'apprezzamento.

    I risultati di questo modello spiegano bene i fatti reali? Per rispondere a que-sta domanda, non si potrebbe analizzare un esperimento migliore della politicamonetaria e fiscale attuata dagli Stati Uniti tra la fme degli anni Settanta e l'iniziodegli anni Ottanta'. A questo tema dedicato il quadro Contrazione monetaria edespansionefiscale: gli Stati Uniti nei primi anni Ottanta. Questo episodio ci sugge-risce che il modello di Mundell-Fleming supera la prova in modo eccellente.

    ,n fatto che questi esperimenti fossero istruttivi per gli economisti non significa che essi

    fossero desiderabili per l'economia statunitense.

  • 304 CAPITOLO 12

    Ii'

    '"~

    ~

    Y' YProduzione. Y

    (a)

    ~

    i' -----

    .5

    H' HTasso di cambio, H

    --

    Apprezzamento(b)

    FIG. 12.4. Gli effcni di una sIIcna monctanaUna strena monetaria provoca una riduzione della produzione, un aumento dd tasso di interesse e un apprezzamentodei cambi.

    FOCUS

    Contrazione monetaria edespansione fiscale: gli Stati Unitinei primi anni Ottanta

    Nel 1979, il Presidente della Fed, PaulVolcker, concluse che l'inflazione statunitenseera troppo alta e doveva essere ridorta. Il ri-sultato fu un drastico cambiamento della poli-tica monetaria e, per gran parte dei tre annisuccessivi, una brusca strerta monetaria. Poi-ch non abbiamo ancora sviluppato una teo-ria dell'inflazione, rimandiamo un'analisi det-tagliata della disinflazione di Volcker al ca-pitolo 18. Qui basti sapere che gli efferti diquella strerta monetaria sono coerenti con ilmodello che abbiamo appena presentato. Dal1980 al 1982, i tassi di interesse aumentaronodi molto, il dollaro si apprezz e la produzio-ne si ridusse in misura rilevante. questo ilcontesto nel quale fu artuata, dal 1980 in poi,l'espansione fiscale, l'altro maggior cambia-mento di politica economica.

    Nel 1980, Ronald Reagan fu elerto sona

    base della promessa di politiche pi conserva-trici, e in particolare di una riduzione dell'im.posizione fiscale e dell'intervento dello Statonell'economia. A questo impegno fu ispiratol'Economie Reeovery Aet dell'agosto 1981. Dal1981 al 1983 furono tagliate le imposte sulreddito delle persone fisiche in tre fasi succes-sive, per una riduzione totale del 23%. Furo-no ridorte anche le imposte sul reddito dellepersone giuridiche. Le riforme fiscali per,come ogni altra riforma, non sono incise sonapietra, per cui quello che il Congresso fa, ilCongresso pu disfare. In questo caso, turta-via, il Congresso apport solo qualche modifi-ca di poco conto. La principale, il Tax Equityand FisealResponsibility Aet del 1982, rimossealcune delle riduzioni fiscali sul reddito dellesociet. Nel 1986 fu artuata un'importante ri-forma fiscale che ridusse le aliquote marginalipi elevate ed elimin molti degli stratagemmidi elusione fiscale; ma questo ci porta al di ldel periodo cui siamo interessati.

    I tagli fiscali del 1981-83 non furono ac-compagnati da riduzioni proporzionali della

  • TAR.2. Principali variabili macroeconomiche statunitensi. 1980-841980 1981 1982 1983 1984

    Crescita del Prl. (%)-0,5 1,8 -2.2 3,9 6.2

    Tasso di disoccup.,ione (%) 7,1 7,6 9,7 9,6 7,5Infl.,ione (CPt) 1%) 12,5 8,9 3,8 3,8 3,9Tas.o di inte= (%), nominale 11,5 14,0 10,6 8,6 9,6

    reale 2,5 4,9 6,0',I ',9

    Tasso di cambio reale 117 99 89 8' 77Avan'o commerciale (%) I-, disavan",) -0,5 -0,4 -0,6 -1,5 -2,7

    PRODUZIONE E TASSO DI INTERESSE 305

    TAB. 1. Gli ampi disavanzi di bilancio degli Stati Unit~ 1980-841980 1981 1982 1983

    SpesaRicavi

    Imposte sul reddito personaleImposte sul reddito deUe societ

    Avan", di bilancio I-, disavan,o)

    1984

    22,020.2

    9,42,6

    ,8,8

    22,820,8

    9,62,3

    ,0,0

    24,020,5

    9,91,6

    ,5,5

    2',019,48,81,6

    5,65,6

    23,719.28.22,0

    ,5,5

    No,", I dati si riferiscono agli anni fiscali, che mi,iano neU'onobre dcU'anno precedcote. Sonoespressi in percentuale del Ptt.

    Fonl" Historical Tables, Officc of Managemcot and Budgel.

    spesa pubblica, per cui ne risult un aumentodel disavanzo di bilancio, che nel 1983 rag-giunse un massimo del 5,6% del PIL. La ta-bella 1 riporta i dati sulla spesa pubblica esulle entrate per il periodo 1980-84.

    Quali furono i motivi per i quali l'ammi-nistrazione Reagan volle tagliare le impostesenza ridurre proporzionalmente la spesapubblica? Essi sono a tutt'oggi oggetto di di-battito, ma c' un certo consenso su almenodue ragioni.

    Una la convinzione di un gruppo margi-nale, ma influente di economisti, i cosiddettifautori della supply-side economies, secondo iquali una riduzione delle aliquote fiscaliavrebbe indotto le persone e le imprese a la-vorare di pi e in modo pi produttivo, equesto aumento di attivit avrebbe aumenta-to, e non ridotto, il gettito fiscale. Quali chefossero le giustificazioni di una tale decisione,essa fu smentita dai fatti. Anche se dopo la ri-

    forma alcune persone effettivamente lavoraro-no di pi e in modo pi produttivo, il gettitofiscale diminu e il disavanzo di bilancio au-ment.

    L'altra ragione era la speranza che i taglifiscali, e quindi il conseguente disavanzo,avrebbe costretto il Congresso a ridurre laspesa, o almeno a non aumentarla ulterior-mente. Questa motivazione si rivel parzial-mente corretta: il Congresso in effetti subforti pressioni a non aumentare la spesa, e si-curamente nel 1980 la crescita della spesa fuminore di quella che si sarebbe verificata inassenza della riforma. Ma questa riduzionedella spesa non fu sufficiente a compensare lariduzione del gettito e a evitare il rapido au.mento del disavanzo.

    Qualunque fosse la ragione del disavanzo,gli effetti della stretta monetaria e dell'espan-sione fiscale furono analoghi a quelli previstidal modello di Mundell.Pleming. La tabella 2

    Leg.nda, I:infl.,ione il ta,," di vari.,ione del CPI.n /ano di inleren. il tasso sui T-bili atre mesi. n lano di inleren. reale uguale al tasso di mtc= nommale mcoo l'influioneprevista dal DRI,una socicrprivata specialiuata m previsioni. n /ano di cambio"aie il tas-so di cambio reale ponderato per gli scambi, con 1973 = 100. n di,avanw commerdal. espresso m rappono al PrL.

    Fonli, Economic Rcpon of tbc Presidcot>, 199', Data Rcsourccs Incorporatcd.

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