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CULTURA MARTEDI 4 LUGLIO 2017 50 I LIBRI PIU’ LETTI a cura di Libreria Feltrinelli - Biella SELLERIO La rete di protezione Andrea Camilleri 1 MONDADORI Tredici - Thirteen reasons why Jay Asher 6 MONDADORI ELECTA I sogni di Martino Sterio Giulio Xhaet 2 MONDADORI Il caso Fitzgerald John Grisham 7 ADELPHI L’ordine del tempo Carlo Rovelli 3 EINAUDI L’arminuta Donatella Di Pietrantonio 8 GRIBAUDO Le più belle fiabe di draghi e folletti Autori vari 4 PIEMME Dentro l’acqua Paula Hawkins 9 MARSILIO La strega Camilla Lackberg 5 GIUNTI La ragazza italiana Lucinda Riley 10 L'amore che mi resta (Einaudi) è l’ultimo romanzo di Michela Marzano. Docente di filosofia morale all’ Univer- sità Paris Descartes, deputata alla Ca- mera, l’autrice ha al suo attivo numero- si saggi: nel 2011 ha pubblicato il ro- manzo autobiografico “Volevo essere una farfalla” (Mondadori) in cui tratta della sua anoressia e di come l’ha vin- ta. Anche 'L'amore che mi resta è uno scritto coraggioso al cui centro è la fi- gura di una madre che ha visto morire la figlia suicida. Nella pre- sentazione del romanzo, a Biella, la Marzano ha spie- gato di avere deciso di af- frontare un tema così dolo- roso perché proprio lei vent’anni fa tentò il suici- dio e fu salvata dopo mol- te ore di coma. Se quel giorno fosse morta – ha aggiunto – avrebbe volu- to che la sua mamma leg- gesse un libro come que- sto, estendendo la lettura a tutti quelli che hanno vissuto la stessa espe- rienza di “assenza”. Rabbia e sensi di colpa per chi resta so- no normali e lo è anche il senso di ab- bandono ma la considerazione più inattesa è che l'amore non salva nessu- no. L’amore non ripara nulla. L'amore non è perfezione. Però c'è. Quanti geni- tori si chiedono: «Perché il mio amore non ti ha salvato?» La risposta è bruta- le: «La vita non ci appartiene, accade». La Marzano cita Albert Camus: solo nel momento in cui si nominano le cose in maniera corretta si riesce a mettere un po’ di ordine nel mondo e a diminuirne la sofferenza. E così Cesare Pavese: non appena la vita ci fa uscire dal mondo dell'infan- zia, si fa l'esperien- za della solitudine. «Crescere vuol dire andarsene, invec- chiare, veder mori- re». Nella presentazione l’autrice ha anche raccontato di essere stata in analisi per dieci anni, dopo il tentativo di suici- dio. Un’eco di questo doloroso percor- so è rintracciabile nel libro: «In inglese c'è una parola che è praticamente intra- ducibile, helplessness - è lo stato in cui ti trovi quando sei senza aiuto, non perché nessuno voglia aiutarti, ma per- ché nessuno è in grado di farlo. Quan- do è così, si può solo restare accanto. Esserci e raccogliere il dolore». Nel saggio di Eugenio Borgna “L'ascolto gentile”, di cui ho trattato nella prece- dente recensione, è scritto che si può guarire una persona standole accanto e ascoltandola in silenzio. Un altro concetto cardine della visione del mondo dell’autrice è: «Non è vero che nella vita c'è sempre una ricom- pensa per gli sforzi. Se fosse così, il mondo sarebbe giusto. Ma il punto è proprio questo: il mondo è ingiusto. Lo è sempre stato. - È il " tutto è vanità" dell' Ecclesiaste - quando il profeta rac- conta degli oppressi e delle loro lacri- me, mentre la forza è dalla parte degli oppressori. C'è il dolore e c’è l'ingiusti- zia. C'è la sofferenza e ci sono le tene- bre. Le ricompense sono rare, esatta- mente come l'amore». CONSIGLI DI LETTURA di Laura Prete IL ROMANZO DI MICHELA MARZANO La vita accade, e l’amore non può salvare nessuno Un amico fraterno, la malattia, il dolore dell’addio. Ma la certezza di una costante presenza che placa la disperazione di mai più rivederlo. E con gli occhi dell’anima e la pro- fondità dello spirito il desiderio di trasferire in musica i sentimenti del distacco. Così Guido Colombino (foto), per decenni pediatra a Biella, ha scrit- to un Requiem dedicato all’amico scomparso. «Un amico che era quasi un fratel- lo» dice. «Aveva la mia stessa età e con lui ho condiviso tutto il percorso della malattia, fino alla fine. Un’esperienza difficile e per molti versi ingiusta che mi ha portato a riflettere sulla vita e sulla morte. Così ho deciso di scrivere un Requiem traendo spunto dalle sequenze della Messa tradizio- nale e per ogni sequenza ho scritto qualcosa di mio». Ed ecco l’invocazione “Pace eterna sia il tuo premio” che giunge al Kyrie con “ogni gesto, ogni parola, ogni suo silenzio, il minimo sorriso uscito dalle sue labbra ci ricordi che la sua energia è ora energia cosmica cui be- viamo con sete ardente”. E poco alla volta la morte porta speranza e vita con “piango, perché mi sento nuova- mente padre, presenza discreta su cui tua fi- glia può appoggiare il capo”. Per giungere al Pie Jesu finale con: “L’eternità dell’amico che ora riposa placato plachi la paura di mai più riveder- lo”. «Grazie alla mia amica, la soprano Enrica Maffeo» prosegue Colombino «il maestro Roberto Santocchi (foto), compositore e ti- tolare della cattedra di organo al Conserva- torio di Perugia ha accettato volentieri di musicarlo. La partitura ora è pronta». La Cattedrale di Biella sarà la sede dove il pubblico potrà ascoltarlo nel prossimo au- tunno. L’organico prevede cinque cantanti, un quintetto di archi e organo. Il Requiem di Guido Colombino è la conti- nuazione ideale del percorso letterario ini- ziato con “Ho cercato di vivere al meglio” e proseguito con “Andromaca” e “Riflessioni di un sedentario coatto” in cui l’autore fa riscoprire nozio- ni importanti in modo leggero ed indimenticabile RICCARDO ALBERTO Un Requiem in ricordo dell’amico fraterno MUSICA SACRA LA MOSTRA FUORI PORTA A Locarno, Robert Indiana e la Pop art L’esposizione dell’artista statunitense resta allestita fino al 13 agosto Poche persone, penso, non abbiano mai visto la grande scultura formata dalle lette- re maiuscole che compongono la parola “LOVE” – Amore-. E’ una delle opere d’arte più famose, forse la più famosa , dell’artista statunitense Ro- bert Indiana, uno dei maestri della POP ART, la corrente artistica fiorita negli anni Cinquanta del secolo scorso. A questo geniale artista, tuttora vivente, diventato il maestro per eccellenza della Pop Art, è dedicata una bella mostra alle- stita nella storica sede di Casa Rusca, a Lo- carno (Svizzera). Anche questa mostra ha un curatore illu- stre: Rudy Chiappini, direttore dei Musei di Locarno, che ha delineato un interessan- te percorso attraverso opere che illustrano la creatività di Robert Indiana nell’intero specchio della sua produzione artistica. Non soltanto una versione del celebre “LO- VE”, declinato nel tempo in soluzioni volu- metriche e coloristiche diverse che ne han- no portato esemplari in tutto il mondo, ma una ricca serie di opere che evidenziano la creatività ( peraltro ordinatissima!) di que- sto artista, innamorato della vita americana , colta negli aspetti più vivaci della pubbli- cità. Come è noto alla parola “LOVE”, con la O coricata, opera inizialmente ideata per una cartolina natalizia del Museum of Modern Art, era stato dedicato nel 1973 un franco- bollo celebrativo del Servizio Postale degli Stati Uniti. Sono anche i “numeri” stessi a focalizzare l’interesse dell’artista che, dando spessore tridimensionale a singole cifre, le ha asso- lutizzate facendone altrettante grandi sculture, alcune delle quali esposte nella mostra. Le sue elaborazioni dei motivi pubblicita- ri sono presenti in ingegnose composizioni di cartelloni e disegni, scintillanti di vivaci colori, che rendono omaggio a una gioiosa sensazione di vita che rimanda , anche nel- l’immaginario collettivo, alla tradizionale immediatezza e vivacità del vivere “ame- ricano”. Altre sculture ricordano aspetti della pro- duzione artistica di Robert Indiana, in un percorso di riferimenti alle motivazioni di tipo culturale che hanno sorretto il cammi- no della Pop Art. A cura di Rudy Chiappi- ni anche il bel catalogo, pubblicato dalla stessa Pinacoteca Comunale Casa Rusca, ricco di immagini e saggi, che accompagna la mostra. L’esposizione rimarrà allestita fino al 13 agosto 2017, visitabile nei seguenti orari: da martedì a domenica 10-12/14-17. Chiuso il lunedì. MARIA TERESA MOLINERIS

CULTURAmuseocasarusca.ch/rassegna_stampa/2017/Biellese_04072017.pdf · 2017-08-03 · manzo autobiografico “Volevo essere una farfalla” (Mondadori) in cui tratta della sua anoressia

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CULTURA MARTEDI 4 LUGLIO 201750

I LIBRI PIU’ LETTI a cura di Libreria Feltrinelli - Biella

SELLERIO

La rete di protezioneAndrea Camilleri

1

MONDADORI

Tredici - Thirteenreasons why

Jay Asher

6

MONDADORI ELECTA

I sogni di Martino SterioGiulio Xhaet

2

MONDADORI

Il caso Fitzgerald

John Grisham

7

ADELPHI

L’ordinedel tempoCarlo Rovelli

3

EINAUDI

L’arminutaDonatella Di Pietrantonio

8

GRIBAUDO

Le più belle fiabedi draghi e follettiAutori vari

4

PIEMME

Dentrol’acqua

Paula Hawkins

9

MARSILIO

La stregaCamilla Lackberg

5GIUNTI

La ragazza italiana

Lucinda Riley

10

� L'amore che mi resta (Einaudi) èl’ultimo romanzo di Michela Marzano.Docente di filosofia morale all’ Univer-sità Paris Descartes, deputata alla Ca-mera, l’autrice ha al suo attivo numero-si saggi: nel 2011 ha pubblicato il ro-manzo autobiografico “Volevo essereuna farfalla” (Mondadori) in cui trattadella sua anoressia e di come l’ha vin-ta. Anche 'L'amore che mi resta è unoscritto coraggioso al cui centro è la fi-gura di una madre che ha visto morirela figlia suicida. Nella pre-sentazione del romanzo, aBiella, la Marzano ha spie-gato di avere deciso di af-frontare un tema così dolo-roso perché proprio leivent’anni fa tentò il suici-dio e fu salvata dopo mol-te ore di coma. Se quelgiorno fosse morta – haaggiunto – avrebbe volu-to che la sua mamma leg-gesse un libro come que-sto, estendendo la letturaa tutti quelli che hannovissuto la stessa espe-rienza di “assenza”.

Rabbia e sensi di colpa per chi resta so-no normali e lo è anche il senso di ab-bandono ma la considerazione piùinattesa è che l'amore non salva nessu-no. L’amore non ripara nulla. L'amorenon è perfezione. Però c'è. Quanti geni-tori si chiedono: «Perché il mio amorenon ti ha salvato?» La risposta è bruta-le: «La vita non ci appartiene, accade». La Marzano cita Albert Camus: solo nelmomento in cui si nominano le cose inmaniera corretta si riesce a mettere un

po’ di ordine nel mondo e adiminuirne lasofferenza. E cosìCesare Pavese:non appena la vitaci fa uscire dalmondo dell'infan-zia, si fa l'esperien-za della solitudine.«Crescere vuol direandarsene, invec-chiare, veder mori-re». Nella presentazionel’autrice ha ancheraccontato di esserestata in analisi per

dieci anni, dopo il tentativo di suici-dio. Un’eco di questo doloroso percor-so è rintracciabile nel libro: «In inglesec'è una parola che è praticamente intra-ducibile, helplessness - è lo stato in cuiti trovi quando sei senza aiuto, nonperché nessuno voglia aiutarti, ma per-ché nessuno è in grado di farlo. Quan-do è così, si può solo restare accanto.Esserci e raccogliere il dolore». Nelsaggio di Eugenio Borgna “L'ascoltogentile”, di cui ho trattato nella prece-dente recensione, è scritto che si puòguarire una persona standole accanto eascoltandola in silenzio. Un altro concetto cardine della visionedel mondo dell’autrice è: «Non è veroche nella vita c'è sempre una ricom-pensa per gli sforzi. Se fosse così, ilmondo sarebbe giusto. Ma il punto èproprio questo: il mondo è ingiusto. Loè sempre stato. - È il " tutto è vanità"dell' Ecclesiaste - quando il profeta rac-conta degli oppressi e delle loro lacri-me, mentre la forza è dalla parte deglioppressori. C'è il dolore e c’è l'ingiusti-zia. C'è la sofferenza e ci sono le tene-bre. Le ricompense sono rare, esatta-mente come l'amore».

CONSIGLI DI LETTURA

di Laura Prete

IL ROMANZO DI MICHELA MARZANO

La vita accade,e l’amorenon può salvare nessuno

Un amico fraterno, la malattia, ildolore dell’addio. Ma la certezza diuna costante presenza che placa ladisperazione di mai più rivederlo. E con gli occhi dell’anima e la pro-fondità dello spirito il desiderio ditrasferire in musica i sentimenti deldistacco.Così Guido Colombino (foto), perdecenni pediatra a Biella, ha scrit-to un Requiem dedicato all’amicoscomparso.«Un amico che era quasi un fratel-lo» dice. «Aveva la mia stessa età e

con lui ho condiviso tutto il percorso della malattia, finoalla fine. Un’esperienza difficile e per molti versi ingiustache mi ha portato a riflettere sulla vita e sulla morte. Così

ho deciso di scrivere un Requiem traendospunto dalle sequenze della Messa tradizio-nale e per ogni sequenza ho scritto qualcosadi mio».Ed ecco l’invocazione “Pace eterna sia il tuopremio” che giunge al Kyrie con “ogni gesto,ogni parola, ogni suo silenzio, il minimosorriso uscito dalle sue labbra ci ricordi chela sua energia è ora energia cosmica cui be-viamo con sete ardente”.E poco alla volta la morte porta speranza evita con “piango, perché mi sento nuova-mente padre, presenza discreta su cui tua fi-glia può appoggiare il capo”. Per giungere al Pie Jesu finale con: “L’eternità dell’amicoche ora riposa placato plachi la paura di mai più riveder-lo”.

«Grazie alla mia amica, la soprano EnricaMaffeo» prosegue Colombino «il maestroRoberto Santocchi (foto), compositore e ti-tolare della cattedra di organo al Conserva-torio di Perugia ha accettato volentieri dimusicarlo. La partitura ora è pronta».La Cattedrale di Biella sarà la sede dove ilpubblico potrà ascoltarlo nel prossimo au-tunno. L’organico prevede cinque cantanti,un quintetto di archi e organo.Il Requiem di Guido Colombino è la conti-nuazione ideale del percorso letterario ini-ziato con “Ho cercato di vivere al meglio” eproseguito con “Andromaca” e “Riflessioni

di un sedentario coatto” in cui l’autore fa riscoprire nozio-ni importanti in modo leggero ed indimenticabile

RICCARDO ALBERTO

Un Requiem in ricordo dell’amico fraternoMUSICA SACRA

LA MOSTRA FUORI PORTA

A Locarno, Robert Indiana e la Pop artL’esposizione dell’artista statunitense resta allestita fino al 13 agosto

� Poche persone, penso, non abbiano maivisto la grande scultura formata dalle lette-re maiuscole che compongono la parola“LOVE” – Amore-. E’ una delle opere d’arte più famose, forsela più famosa , dell’artista statunitense Ro-bert Indiana, uno dei maestri della POPART, la corrente artistica fiorita negli anniCinquanta del secolo scorso.A questo geniale artista, tuttora vivente,diventato il maestro per eccellenza dellaPop Art, è dedicata una bella mostra alle-stita nella storica sede di Casa Rusca, a Lo-carno (Svizzera). Anche questa mostra ha un curatore illu-stre: Rudy Chiappini, direttore dei Museidi Locarno, che ha delineato un interessan-te percorso attraverso opere che illustranola creatività di Robert Indiana nell’interospecchio della sua produzione artistica.Non soltanto una versione del celebre “LO-

VE”, declinato nel tempo in soluzioni volu-metriche e coloristiche diverse che ne han-no portato esemplari in tutto il mondo, mauna ricca serie di opere che evidenziano lacreatività ( peraltro ordinatissima!) di que-sto artista, innamorato della vita americana, colta negli aspetti più vivaci della pubbli-cità. Come è noto alla parola “LOVE”, con la Ocoricata, opera inizialmente ideata per unacartolina natalizia del Museum of ModernArt, era stato dedicato nel 1973 un franco-bollo celebrativo del Servizio Postale degliStati Uniti.Sono anche i “numeri” stessi a focalizzarel’interesse dell’artista che, dando spessoretridimensionale a singole cifre, le ha asso-lutizzate facendone altrettante grandisculture, alcune delle quali esposte nellamostra.Le sue elaborazioni dei motivi pubblicita-

ri sono presenti in ingegnose composizionidi cartelloni e disegni, scintillanti di vivacicolori, che rendono omaggio a una gioiosasensazione di vita che rimanda , anche nel-l’immaginario collettivo, alla tradizionaleimmediatezza e vivacità del vivere “ame-ricano”. Altre sculture ricordano aspetti della pro-duzione artistica di Robert Indiana, in unpercorso di riferimenti alle motivazioni ditipo culturale che hanno sorretto il cammi-no della Pop Art. A cura di Rudy Chiappi-ni anche il bel catalogo, pubblicato dallastessa Pinacoteca Comunale Casa Rusca,ricco di immagini e saggi, che accompagnala mostra.L’esposizione rimarrà allestita fino al 13agosto 2017, visitabile nei seguenti orari:da martedì a domenica 10-12/14-17.Chiuso il lunedì.

MARIA TERESA MOLINERIS